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© L. Collacchioni - Convegno La Qualità
dell'integrazione scolastica e sociale - 8,
9 e 10 novembre 2013
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Luana Collacchioni
Università degli Studi di Firenze
Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia
Formazione degli insegnanti
Università di Firenze
Corso di Laurea di Scienze della Formazione
Primaria
Percorso aggiuntivo per il sostegno (lauree
quadriennali): laboratori
Laboratori condotti dalla sottoscritta, avente
incarico di supervisore di tirocinio (percorso
aggiuntivo per il sostegno) ed essendo
docente a contratto di Pedagogia e Didattica
speciale
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Si tratta di laboratorio con 60-70 studenti (invece di 15-30) per la loro peculiarità(accettata dal CdL): focalizzazione sulle competenze riflessive ed includenti attraverso l’incontro con l’altro
Incontri con: genitori di figli con disabilità, insegnanti, persone con disabilità…
6 incontri con «i nostri ospiti», come li abbiamo chiamati
Incontro con: Matteo Schianchi, Mauro Sbrillo, Massimiliano Verga, Adele Corradi, Donatella Dreoni, Sabrina Predieri, Francesco Chiaravalli, Orlando Quaglierini, Maria Gloria Paggetti, le mamme di: Alice, Luca, Gioele
Incontri per avvicinarsi al mondo della disabilità, per ridurre le distanze tra teoria e prassi, per imparare a vedere la parte inedita (Balducci) senza fermarsi all’evidente, per dissolvere opacità (Contini) ed imparare a vedere nuove trasparenze, per imparare dall’incontro, per abbattere i muri divisori tra normalità e disabilità e scoprire sempre più numerosi sconfinamenti, punti di contatto, connessioni.
Sono, normalità e disabilità, due mondi così distinti?
Tutti noi agiamo in conseguenza dei nostri pensieri
Se noi siamo includenti «a prescindere» allora sappiamo includere tutti e ciascuno, sempre, nella diversità, nella specificità
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La finalità si colloca nella formazione autentica e includente degli insegnanti e nel rapporto scuola-famiglia, con specifico riferimento ai genitori, con i quali i professionisti dell’educazione dovrebbero avere un rapporto costante, continuo, dialogico, rispettoso e costruttivo.
Il rapporto scuola-famiglia caratterizzato da ascolto, attenzione, rispetto è la chiave per promuovere conoscenza e comprensione delle reciproche istanze e quindi integrazione scolastica e sociale
La sensibilizzazione e l’attenzione degli insegnanti è la finalità a cui tendere
Ogni persona nasce, cresce, vive nella sua datità, gettatezza, realtà bio-psico-sociale e quindi nella sua dimensione identitaria che è corporea, emozionale e razionale
Corporeità, emozionalità, razionalità sono fortemente interrelate e vicendevolmente condizionate (Contini, Mannucci, Collacchioni): la conoscenza si raggiunge non soltanto ragionando in modo logico-scientifico-razionale-astratto, ma attraverso la conoscenza sensoriale e percettiva, che unita alla sfera del pensare può trasformarsi in sapere (a vari livelli per tutti), che però rimane arido e inefficace senza la spinta della motivazione e della passione.
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Ogni bambino che va a scuola, vive la sua esperienza scolastica in molteplici dimensioni, in riferimento soprattutto alla conoscenza, a cui la scuola si rivolge prevalentemente e all’identità, che la scuola trasforma, volontariamente o distrattamente, imprimendo segni lievi, forti, indelebili.
In questo percorso di crescita l’incontro con gli insegnanti è determinante affinché ogni bambino, con la sua storia, si apra al mondo, divenendo, capace di saper essere, oltre che di sapere e di saper fare.
Il rispetto, l’attenzione e la responsabilità, sono alcune peculiarità del professionista dell’educazione, ma ciò che occorre ad ogni persona che lavora e si relaziona con altre persone è l’amore: l’amore per il proprio lavoro, per gli interlocutori con cui si confronta, l’amore come desiderio di conoscenza, delle persone e dei contenuti del sapere.
L’amore di cui c’è tanto bisogno anche in educazione si trova a scontrarsi con infinite barriere mentali, soprattutto a scuola, che è luogo dove «si insegna» e dove la professionalità docente non contempla l’amore, ritenuto invece come un sentimento che appartiene alla persona in maniera intima nella riservatezza della sfera privata.
Ma l’amore in realtà è nella persona, che lo manifesta costantemente attraverso i gesti, gli sguardi, l’attenzione, l’impegno, la cura, il rispetto.
È una questione di scelte!!!
Con i bambini mantenere le distanze forse non è la scelta migliore.
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L’ascolto delle esperienze di vita di genitori di figli disabili insegna e sensibilizza molto di più del solo studio di manuali, pur se ricchi di contenuti fondamentali: la viva voce del genitore, dell’autore, della professoressa, delle persone disabili, rompe il ritmo del fluire lineare della dimensione di studio e d’insegnamento per ravvivare il tempo trascorso insieme all’università con la narrazione di storie di vita particolarmente coinvolgenti.
Tutto ciò rende «vivo» il mestiere dell’insegnante durante il percorso formativo e toglie gli studenti dall’astrazione dello studio per collocarli nella realtà della vita e della scuola.
Le testimonianze dei genitori sono di
un’efficacia straordinaria in termini di
acquisizione di competenze riflessive e
includenti.
La sensibilizzazione dei futuri docenti può
essere riscontrata leggendo le parole che
hanno scritto riflettendo sugli incontri fatti,
sulle persone conosciute e… sulla
professionalità docente e sull’integrazione
scolastica
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Nella scuola a quasi quarant’anni dalla 517/77 ancora abbiamo bisogno di parlare di integrazione perché non si è compiuta
Da un’attenta analisi si evince che non si è compiuta dove mancano:
Una volontà autentica, una razionalità appassionata, una professionalità rispettosa ed eticamente fondata, una coscienza attenta ed empatica
Dove manca l’I care, il M’interessa (con la mente e con il cuore)
Dice Francesco, padre di Sofia: Il medico di guardia (quello che ti ha
aiutato a fare nascere quella bimba) ti racconta, saccente, che oggi
esistono metodi ed esami predittivi per evitare simili imbarazzanti
situazioni.
Per questa volta è tardi, ovvio, valga per un’eventuale prossima
occasione. . .
Ad un genitore piuttosto smarrito, pochi minuti dopo un evento di
portata simile, quelle parole suonano più o meno così:
“Il fatto che ancora oggi un bambino con disabilità si affacci alla
vita, è la prova schiacciante che esistono genitori sprovveduti”.
Pensare, e scegliere, una forma di accoglienza così estrema, è
cosa di altri tempi, e oggi non ha più cittadinanza. Arrangiatevi.
Normalizzare le persone disabili: inutile e impossibile. Ingiusto, aggiungo, perché così finiamo per negare loro dignità
e valore. La via non è rendere normali i disabili, ma rendere finalmente normale la loro presenza nel mondo, con tutto ciò
che portano, sopportano, esprimono, sognano, chiedono.
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Se guardo indietro provo sempre una sensazione di orgoglio per tutto quello che la mia piccola è riuscita a conquistare, se guardo avanti l’incertezza mi spaventa e so solo che dovremo tutti affrontarla insieme un passo alla volta.
Negli anni della materna abbiamo avuto la fortuna di incontrare una insegnante di raccordo con alle spalle molti anni di esperienza come insegnante di sostegno e che ha quasi preso per mano l’insegnante di Alice preoccupandosi di creare all’interno della scuola dei momenti spazio-temporali con attività pensate per lei e per gli altri bambini disabili della scuola
Nei tre anni di scuola materna sono nati anche i primi legami significativi con gli altri bambini
Ad oggi la scuola rimane pressoché una delle uniche occasioni in cui Alice ha la possibilità di passare del tempo con i suoi amici fatta eccezione per le feste di compleanno. Solo da un compagno sono arrivati in questi due anni inviti a casa. Per il resto sono molto diverse anche le attività sportive e ricreative che i compagni fanno nel tempo libero.
Gita: «A scuola non c’è solo Alice!», «Sì ma c’è anche Alice»
Ho apprezzato che quest’anno la scuola abbia aderito al
progetto “Special Olympics” che è un programma di
allenamento sportivo per persone con disabilità intellettiva
cui aderisce l’Associazione sportiva con cui Alice pratica
equitazione e nuoto. Il giuramento dell’atleta Speciale è “che
io possa vincere ma se non riuscissi, che io possa tentare con
tutte le mie forze”.
La mamma di Alice considera normale (per l’esperienza
vissuta e non in riferimento alla normativa e ai diritti di Alice)
che Alice «sia dell’insegnante di sostegno» e con tutto ciò che
ne consegue.
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Luca tra qualche giorno compirà diciannove anni. Luca è un ragazzo solare, sereno, curioso e ama stare in compagnia. Ama le coccole e odia i litigi. E io sono tanto orgogliosa di lui.
Ho imparato a non fermarmi all’apparenza, a cercare quello che è invisibile agli occhi.
Spesso noi mamme pensiamo di fare sempre troppo poco per i figli e vorremmo subito vedere dei risultati palesi, mentre il percorso di crescita di ognuno è come quello di un albero: ci vuole molto tempo, la forza che muove il piccolo seme non si vede, ma alla fine produce un magnifico albero. Naturalmente il seme ed il terreno non possono cambiare, mentre sono determinanti le cure e il tempo che dedichiamo alla pianta. È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante. . .
Comunicazione con Luca attraverso il computer (Metodo Delacato prima e poi Comunicazione Aumentativa Alternativa)
Luca scrive:
“Io personale risposta do: tipo, seppure pieno di problemi ho
preso sul serio questo piacevole ruolo di persona
intelligente”.
Da queste parole si deduce che:
— Luca è consapevole delle sue difficoltà che lo rendono
pieno di problemi
— Luca è altrettanto consapevole di essere una persona
positiva e intelligente.
Troppo spesso si fanno coincidere il linguaggio e il “fare”
del disabile con le abilità di pensiero
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Luca scrive:
“Mano utilizzata senza successi
Decise sono a bocciarmi
Niente ritorno dal mio lavoro
Ho tanta difficoltà e ridono
Di niente capace mi vedono
La maestra dice che vado meglio o mi bocciano
Sì è importante l’autonomia ma non ci potrò mai
riuscire l’hanno detto le maestre”.
Ancora Luca scrive:
“Mamma la storia ci salva dall’ignoranza
Il telegiornale mi piace perché informa
Vorrei l’opportunità di fare richieste di morire quando uno sta ammalato
La vita deve edificare alla morte
Desidero servire Dio con gioia e con amore verso chi è meno fortunato di noi
Il mio veloce mille volte più degli altri molto intelligente cervello
solo stupide cose mi chiedono
Per me i libri delle elementari tutti facili sono.
Mi piacciono argomenti scientifici tipo i terremoti
Io penso che con la matematica la mente lavora”.
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Luca esprime opinioni personali su fatti di cronaca o materie di studio — Luca dimostra capacità critiche e di giudizio — Luca fa richieste per scegliere ciò che vorrebbe approfondire a scuola — Luca chiede che le sue scelte vengano esaudite — Luca esprime la sua visione del mondo con particolare ricchezza spirituale — Luca rivendica il suo diritto ad avere proposte educative idonee alla sua età e ai suoi interessi. La disabilità non può essere un limite al bisogno di puntare in alto!!! Follia è aspettare risultati diversi continuando a fare le stesse cose.
Occorre congiungere teoria e prassi, pensiero e azione, scuola e famiglia, pedagogia e didattica; occorre ascolto, attenzione, comprensione e rispetto per costruire l’integrazione a scuola.
Occorre un cambiamento paradigmatico che sposti il focus dell’attenzione sulle persone specifiche ma anche sulle dinamiche relazionali che intercorrono tra le persone ...
perché è nelle relazioni che l’integrazione si attua, si sviluppa, si respira, si percepisce, si vive.
È nell’incontro scuola-famiglia che l’inclusione si compie
È una questione di conoscenze, competenze, capacità ma è soprattutto una questione di scelta etica, di assunzione di responsabilità, di direzione di senso che può essere data alla propria professionalità e alla propria esistenza
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Dite:
È faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
Perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi,
inclinarsi, incurvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca. È piuttosto il fatto di
Essere obbligati a innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.
Janusz Korczak
Bibliografia di riferimento
BALDUCCI E. (2004), L’Altro, un orizzonte profetico, Giunti, Firenze.
BUBER M. (1990), Il cammino dell’uomo. Secondo l’insegnamento chassidico, Qiqajon, Magnano (BI).
COLLACCHIONI L. (2006), Dall’analfabetismo emotivo all’alfabetizzazione emozionale, in A. Mannucci (a cura di), L’emozione fra corpo e mente: educazione, comunicazione e metodologie, del Cerro, Pisa–Tirrenia.
COLLACCHIONI L. (2012), Come tessere di un mosaico infinito. Dalla didattica delle emozioni alla cultura dell’inclusione attraverso relazioni significative, Aracne, Roma.
COLLACCHIONI L.(2012), L’essenziale è invisibile agli occhi. Sentire, pensare, promuovere l’integrazione scolastica e sociale, Aracne, Roma.
COLLACCHIONI L.(2013), Educare nel disagio, nel rispetto, nell’amore. L’incontro-scontro tra scuola e famiglia, Aracne, Roma.
CONTINI M. (1992), Per una pedagogia delle emozioni, La Nuova Italia, Firenze.
CONTINI M.(2009), Elogio dello scarto e della resistenza, Clueb, Bologna.
KORCZAK J.(1928), Il diritto del bambino al rispetto, trad. it. Edizioni dell’Asino, Roma, 2011.
KORCZAK J. (1929), Come amare il bambino, trad. it. Luni Editrice, Milano, 1996.
MANNUCCI A. (2006, a cura di), L’emozione fra corpo e mente: educazione, comunicazione e metodologie, del Cerro, Pisa-Tirrenia.
MANNUCCI A. COLLACCHIONI L. (2009), L’avventura formativa fra corporeità, mente ed emozioni, ETS, Pisa.
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Luana Collacchioni
Università degli Studi di Firenze
Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia