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Page 1:  · Web viewconcerne entrambi gli aspetti: da una parte, infatti, è l’unico testo in cui esplicitamente si afferma la natura fortemente politica dell’impresa filosofica di Platone;

Viste le richieste presentate dai docenti e ricercatori di questa struttura ai fini del Piano di Sostegno per la Ricerca 15/17 - Linea 2 – finanziamento 2016;considerato il parere della Giunta di dipartimento espresso in data 17 ottobre 2016 al fine di razionalizzare la domanda complessiva del budget necessario per la realizzazione dei progetti presentati;considerata l’istruttoria svolta da questa stessa assemblea il 18 ottobre 2016;il Consiglio approva unanime la ripartizione dei fondi assegnati dall’Ateneo sulla base dei progetti e del piano finanziario di seguito indicati:

LINEA 2 AZIONE A

1. Referente progetto: Luigi Campi

Dibattiti sull’eternità del mondo alla Facoltà delle Arti di Praga nel secolo XV. L’influenza di John Wyclif e Roberto Grossatesta.

Voci di spesa autorizzate:- Partecipazioni a convegni e missioni: € 900- Organizzazione di eventi: € 850- Acquisto di licenze software: € 350- Spese per servizi esterni: € 500

Budget totale assegnato: € 2600

Descrizione sintetica del progettoIn un articolo del 1979 dedicato alla fortuna medievale e moderna di Platone in Boemia, Édouard Jeauneau richiamò l’attenzione sul favore espresso da Jan Hus (1369-1415) nei confronti della dottrina platonica della genesi del mondo – così, almeno, come gli era nota soprattutto attraverso l’interpretazione datane da Gugliemo di Conches (1080ca-1154?). Benché sostenitore dell’eternità della materia prima, infatti, Platone avrebbe ritenuto che il mondo, creato da Dio, abbia avuto inizio con il tempo – ciò che, contrariamente a quanto sostenuto da Aristotele, è da considerarsi conforme ai dettami della fede cattolica. Questa convinzione fu espressa nel maggio del 1410 da Jan Hus in un testo in difesa del De trinitate di John Wyclif (1330ca-1384), uno dei diciotto trattati del filosofo e teologo inglese di recente condannati al rogo dall’Arcivescovo di Praga. Rigettando ogni accusa di eresia per le posizione assunte da Wyclif nell’opera e sfidando l’Arcivescovo a dimostrare il contrario, in tale breve scritto apologetico Hus si domandò polemicamente perché non fossero state parimenti condannate altre opere teologiche contenenti dottrine controverse, come le stesse Sententiae del Lombardo, oppure numerosi scritti filosofici di autori pagani, su tutti il De caelo et mundo e la Physica di Aristotele, che trasmettono diverse tesi inconcilabili con il credo cattolico. Tale linea di ragionamento, ripresa da molti altri maestri boemi del tempo, s’ispirava al discorso tenuto da Gerolamo da Praga (1379-1416) nel gennaio 1409 a conclusione della disputa quodlibetale della Facoltà delle Arti di Praga, presieduta quell’anno da Matěj di Knín (1380?-1410?). Riferimenti polemici ad Aristotele sono assai frequenti negli scritti di Hus, di Gerolamo e di altri loro colleghi delle Arti, e ciò non si deve a una coincidenza. Malgrado la letteratura di studî non ne abbia debitamente tenuto conto, di fatto nel primo quindicennio del secolo XV il rifiuto dell’eternalismo aristotelico – un rifiuto fondato su argomenti filosofici, non teologici – fu un tratto distintivo del nutrito gruppo di maestri boemi influenzati dall’opera di John Wyclif. Un eccellente osservatorio su questo fenomeno è offerto dal Quodlibet di Matěj di Knín, non solo per il significato che la disputa del 1409 assunse all’interno della storia dei conflitti tra le diverse nazioni dell’Università Carolina, ma anche e soprattutto perché diverse delle questioni preparate da Matěj per i suoi colleghi – e in particolare la quaestio principalis da lui stesso determinata all’inizio dei lavori – si rivelano un crocevia di prestiti testuali e di influenze dottrinali sul tema dell’anti-eternalismo, le cui origini sono da far risalire alla produzione filosofica e teologica di John Wyclif e, in certa misura per suo tramite, ai commenti aristotelici e agli opuscoli scientifici di Roberto Grossatesta (1175-1253). Obiettivo di questo progetto è avviare un lavoro di edizione critica del Quodlibet di Matěj di Knín, tutt’ora inedito, e di svolgere indagini storico-critiche sui suoi contenuti dottrinali più rilevanti ai fini della ricostruzione del dibattito sull’eternità del mondo nella Praga del secolo XV. A tale scopo, mi propongo di acquisire il materiale necessario al lavoro di edizione critica e di compiere alcune missioni per svolgere esami autoptici dei manoscritti, condurre ricerche bibliografiche, acquistare materiale indispensabile allo svolgimento delle ricerche, comunicare i risultati della mia ricerca in occasione di convegni internazionali e partecipare a e/o organizzare workshop sulle fonti di tale dibattito.

2. Referente progetto: Raffaella Folgieri

SP-PS: comprensione dei fattori alla base del passaggio dalla “skilled performance” al “problem solving” nelle intelligenze (naturali e artificiali) singole e collettive

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Voci di spesa autorizzate:- € 1600 per missioni di ricerca- € 1760 partecipazione a convegni- € 140 per acquisto hardware programmabile opensource per esperimenti

Budget totale assegnato: € 3500Descrizione sintetica del progettoObiettiviIl progetto è il proseguimento delle attività avviate lo scorso anno su temi analoghi. L’idea centrale è quella di “mappare” determinate stimolazioni con i relativi correlati EEG e cognitivi, con differenti scopi:empowerment dei meccanismi di risposta individuali o di gruppo a determinati stimoli (ambito socio-economico, psicologico, sanitario, educativo), nonché per applicazioni di pura Artificial Intelligence. L’area di studi è quella delle Scienze Cognitive e in particolare dell’Intelligenza Artificiale, che consentono di spaziare entro molti temi, metodi e strumenti di rinforzo, ma anche, per il tipo di algoritmi evoluti adottati nell’analisi dei dati (quali Reti Neurali, Agent-Based Modeling System, Support Vector Machine, Machine Learning e Kernel methods), di studiare metodi e modelli di previsione o di pattern recognition.Grazie al progetto condotto lo scorso anno, sono stati stabilite importanti sinergie di ricerca con la Waseda University (Tokyo) e con l’Università di Brighton (UK) ed altri se ne stanno avviando con l’università di Toronto, in Canada.Inoltre, l’attività di ricerca ha portato ad un progetto nell’ambito dell’utilizzo del machine learning e di altri metodi dell’AI per lo studio dei comportamenti d’acquisto in ambito del turismo internazionale, condotto con l’Università di Rijeka (Croazia).

MetodologiaBrain computing e in particolare le EEG-based BCI (Brain Computer Interface basate su ritmi cerebrali, che rappresentano una grande opportunità di indagine in molti campi, in contesti reali, su singoli soggetti, coppieo gruppi (processi di mutua influenza tra due o più soggetti), grazie alla flessibilità (essendo wireless e moltoleggeri), al basso costo e al contempo alla robustezza dei dispositivi. In associazione ai ritmi cerebrali rilevati con BCI, si intende raccogliere anche altre informazioni biometriche, quali il puntamento oculare e la skin conduttance. Queste ultime misure possono essere anch’esse effettuate, grazie alle conoscenze tecnologiche della scrivente, con dispositivi low cost, in parte già acquisiti. Gli ambienti sperimentali saranno sviluppati utilizzando sia metodi dell’Artificial Intelligence, sia applicazioni di realtà virtuale. L’elaborazione dei risultati avverrà, infine, con metodi di Artificial Intelligence, quali reti neurali e altri algoritmi intelligenti, attraverso i quali si potranno anche riprodurre i meccanismi umani in modo sintetico, su elaboratore o supporti robotici, per simularne il funzionamento.La simulazione di meccanismi cognitivi del singolo e della collettività potrà, inoltre, fornire un workbench anche per ricerche filosofiche sperimentali.La risposta cognitiva sarà analizzata anche in ambito riabilitativo, grazie alla convenzione con l’Azienda Ospedaliera Gaetano Pini, presso la quale è stato creato un laboratorio di Realtà Virtuale in cui il paziente è immerso durante la riabilitazione.La Realtà Virtuale è parte integrante, inoltre, degli studi dei processi creativi, compresi nel progetto poiché consentono di identificare meccanismi cognitivi replicabili artificialmente, per progettare simulazioni del cervello umano utili sia per scopi sperimentali connessi allo studio delle intelligenze naturali (biologiche),sia per la formulazione di modelli matematici e informatici di macchine intelligenti.

Per la parte più prettamente socio-economica (con riferimento ai temi di interesse condiviso con l’Università di Rjieka) si utilizzeranno metodi di AI quali ABMS (Agent Based Model Systems), machine learning e ANN (Artificial Neural Network).

Ambiti di ri c erca e sin e rgie inter-A t e n eo e con A z i e nde ed Enti - Discipline filosofiche: Dept. of Philosophy, University of Edinburgh (Erasmus agreement in progress).

- Cultural Heritage/Art/Creativity: EVA Florence, annual meeting on Cultural Heritage in the digital Era; Brighton University.

- Affective Engineering/BCI: Waseda University, Tokyo; Toronto University, Canada.Riabilitazione Cognitiva: CNR Pisa, Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Informazione (progetto conTatto); Fondazione Luce, Milano; Gaetano Pini, Milano.

- Studi sui disturbi specifici dell’apprendimento: Ufficio DSA Università degli Studi di Milano; Unità di Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale San Paolo di Milano.

- Studi socio-economici: sviluppo del progetto condotto con l’Università di Rijeka (Croazia) per l’utilizzo di machine learning e di altri metodi dell’AI per lo studio dei comportamenti in ambito del turismo internazionale. Un progetto di ricer c a sul t e ma p r esentato dall ’ Università di Rijeka a l Ministero dell’Istruzione e della R i cerca della Croazia ha r i cevuto fina n ziamento da parte di quest’ul t i m o. Il finanzia m en t o copre, tuttavia, solo le spese re l ative al partner cr o ato, e non quelle di missione/ricerca della scrivente, che sono previste nel presente progetto. Per completezza si allega il progetto approvato

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dal Ministero dell’Istruzione e della Ricerca croato (rif. documenti “Abstract_Rjieka.pdf” e “2-OBRAZAC_prijava_Istrazivaci.pdf”).

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3. Referente progetto: Filippo Forcignanò

Conoscere e agire nel pensiero di Platone. Il caso della Settima lettera.

Voci di spesa autorizzate:- Organizzazione conferenze e seminari: € 1500- missioni per partecipazione a convegni/seminari/conferenze, nazionali e internazionali: € 1100Budget totale assegnato: € 2600

Descrizione sintetica del progettoIl nesso tra epistemologia e politica è di fondamentale importanza per la comprensione della filosofia di Platone. Esso è inoltre rilevante anche sotto la categoria filosofica nota come Wirkungsgeschichte, che non è solo la storia della ricezione di un testo o di un problema, ma la “catena” di interpretazioni che mediano la nostra comprensione del testo o del problema stesso. Si può sostenere che per tutto l’arco della modernità siano state proposte interpretazioni del “platonismo politico” con cui è proficuo confrontarsi. La platonica Settima lettera concerne entrambi gli aspetti: da una parte, infatti, è l’unico testo in cui esplicitamente si afferma la natura fortemente politica dell’impresa filosofica di Platone; dall’altra, ponendo il tema del rapporto tra filosofia e potere, è documento importante per la riflessione politica e morale contemporanea (ad esempio, sulla tirannide e sul coinvolgimento del filosofo nelle dinamiche di potere, cui spesso ci si riferisce con l’espressione coniata da Gadamer proprio alludendo all’esperienza platonica: “sindrome di Siracusa”).La recente pubblicazione, presso Oxford University Press, degli atti di un seminario sulla Settima lettera del 2001 tenuto da Myles Burnyeat e Michael Frede (da ora Burnyeat-Frede 2015), a lungo rimasto inedito, è destinata a rappresentare – in virtù dell’autorevolezza degli studiosi e della radicalità delle tesi difese – uno spartiacque nel dibattito internazionale sulla filosofia politica di Platone. I due studiosi si sono infatti pronunciati contro l’autenticità del testo, negandone non solo la paternità platonica, ma anche l’interesse filosofico. Come provano la recensione di C. Kahn (Notre Dame Philosophical Reviews, 2015/11/09) e la discussione di N. Denyer in uscita nel numero invernale (Winter 2016) degli Oxford Studies in Ancient Philosophy, il volume è già al centro della discussione della comunità scientifica. L’urgenza di ulteriori approfondimenti sul testo della lettera è dunque ineludibile. A tal fine ritengo che approcci particolari – vale a dire dedicati ad aspetti parziali del testo – non siano sufficienti per fornire un’adeguata comprensione storica e filosofica della Settima lettera, un’opera che richiede necessariamente un metodo interdisciplinare. Essa va infatti analizzata sotto almeno quattro angoli visuali: a) la comprensione filosofica della sezione epistemologica nota come “excursus filosofico”; b) la valutazione dello stile di scrittura e del genere letterario di appartenenza (quello epistolare); c) il confronto con altre fonti storiche circa le vicende della Sicilia antica e della corte di Dionisio II, che è lo scenario dei fatti narrati; d) la collocazione dell’opera nel quadro complessivo della filosofia di Platone.

4. Referente progetto: Hykel Hosni

La cultura dell’incertezza

Voci di spesa autorizzate:- € 1400 per missioni di ricerca- € 1600 per organizzazione seminari

Budget totale assegnato: € 3000

Descrizione sintetica del progettoL’abilit`a di comprendere, quantificare, gestire l’incertezza `e fondamentale in tutti gli ambiti dell’attivit`a umana, dalla ricerca scientifica, alla ges- tione della cosa pubblica, fino alle decisioni personali in ambito medico, economico, esistenziale. Eppure viviamo in una societ`a che per larga parte ignora le regole elementari del calcolo delle probabilit`a.1 Questo ci rende vul- nerabili, come cittadini, a raggiri e circuizioni. Basti pensare alle dimensioni pandemiche che ha raggiunto la ludopatia foraggiata dallo Stato.2 Oppure ai frequenti episodi con cui consulenti-raggiratori promettono, senza violare la legge, guadagni certi attraverso derivati finanziari di cui gli stessi proponenti non comprendono i rischi. Con passaggi scontati, questo si collega alla vul- nerabilit`a della societ`a intera, esposta alla convenienza di risk-manager che prendono alla lettera i risultati di modelli di valutazione del rischio chiara- mente inaffidabili. 3 O alle promesse di guarigione garantita da tecniche di precision medicine, di cui si trascura sempre di menzionare la natura sta- tistica, e quindi intrinsecamente incerta.4 Per arrivare,

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infine, alle difficolt`a enormi nell’attuare politiche di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, le cui incertezze scientifiche sono profonde e, allo stato, ineliminabili.5

Il rimedio all’ignoranza `e l’istruzione. Ma perch´e questa possa svolgere il proprio compito nei vari livelli di scolarizzazione deve essere affiancata da un lavoro di tipo culturale, che porti ad ammettere in primo luogo l’incertezza come fenomeno ineliminabile dalla sfera individuale e sociale. Rimosso questo questo ostacolo epistemologico, che di fatto impedisce di pensare probabilisticamente, sar`a possibile costruire una cultura resiliente all’imprevisto negativo, e al tempo stesso capace di trarre vantaggio dalle opportunit`a positive derivanti dal caso.Questo progetto intende contribuire a gettare le basi per la costruzione di una tale cultura attraverso la creazione e il consolidamento di una rete in- terdisciplinare di persone il cui lavoro, nei loro rispettivi ambiti di ricerca, riguarda aspetti centrali del ragionamento e della decisione in condizioni di incertezza.

2. Attivita` previste e modalita` di disseminazioneLe attivit`a si articolano su due linee. La prima riguarda la ricerca del pro- ponente e la diffusione dei suoi risultati attraverso conferenze e riviste in- ternazionali. La seconda `e incentrata sulla discussione sollecitata da un ciclo di incontri, che si prevede per il secondo semestre, a partire da met`a febbraio 2017. Questi verteranno su aspetti distinti relativi a La cultura dell’incertezza e comprenderanno (i) presentazioni di esperti di alto profilo internazionale con discussione moderata dal proponente e (ii) pubblicazione di una raccolta delle versioni estese dei seminari con introduzione a cura del proponente. Riguardo a questo si invier`a una proposta di pubblicazione presso la collana Springer Briefs in Philosophy e in subordine a College Publications London.Agli invitati si far`a richiesta di presentare materiale adeguato a un pubblico multidisciplinare e degli eventi verr`a data ampia notizia a livello di Ateneo, con l’obiettivo di costruire una collaborazione interdipartimentale sul tema. Al fine di rendere il piu` possibile fruibili i contenuti si prevede la registrazione e la redistribuzione in podcast di tutti gli incontri attraverso una pagina web dedicata.La lista delle proposte di invito `e cos`ı composta: l’argomento `e identificato dal grassetto, seguite dalle prime scelte per l’invito.

• Objective chance and determinism Marcus Pivato, Universit´e de Cergy- Pontoise• Reasoning with Big Data in bioscience Sabina Leonelli, University ofExeter• Causality in medicine Jon Williamson, University of Kent• Climate uncertainties Charlotte Werndl, University of Salzburg• Economic model uncertainty Massimo Marinacci, Universit`a Bocconi• Cognition under uncertainty Katya Tentori, Universit`a di Trento• Chaos and forecasting Angelo Vulpiani, Universit`a di Roma La Sapienza• Reasoning with chances Jan-Willem Romeijn, University of Groningen

5. Referente progetto: Giuliano Torrengo

networking connesso al progetto TIME-METHODS, nell’ambito di un piano di rafforzamento delle connessioni internazionali del Centre for Philosophy of Time.

Voci di spesa autorizzate:- € 1500 missioni di ricerca.

Budget totale assegnato: € 1500

Descrizione sintetica del progettoTIME-METHODS è un sotto-progetto del progetto più ampio Temporal Frames — A New Approach to the Study of Time

(TEMPFRAME) che ha passato nel 2014 il primo Step della valutazione in un bando ERC Starting e nel 2015 il primo Step della

valutazione in un bando ERC Consolidator, e per cui nel 2015 ho ottenuto dei fondi sia dalla Fondazione Cariplo/Regione Lombardia,

sia da Unimi. L’idea principale dietro TIME-METHODS è indagare la relazione fra diversi approcci alle problematiche temporali

all’interno della filosofia analitica contemporanea (metafisica, filosofia del linguaggio, filosofia della mente, filosofia delle scienza). Tale

indagine si propone di creare uno sfondo comune alle diverse aree, che faciliti lo scambio di conoscenze e l’elaborazione di soluzioni

che richiedono competenze incrociate. Il CPT, in quanto parte della International Association for the Philosophy of Time (IAPT)

insieme alla Philosophy of Time Society (Wake Forest University, North Carolaina, USA) e al Centre for Time (University of Sydney),

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è all’interno di una rete di connessioni internazionali che coinvolgono gruppi di ricerca e esperti non solo in filosofia, ma anche in aree

extra filosofiche come la psicologia, la computer science e la fisica. Mirare al rafforzamento di questa situazione ha un duplice scopo.

Da un lato, si tratta di diffondere nella comunità scientifica i risultati delle ricerche di TIME-METHODS, dall’altro di creare contatti con

gruppi di ricerca che coinvolgano non solo filosofi, ma anche esperti di aree non-filosofiche (in particolare, psicologia, computer

science, e fisica), per facilitare il successivo sviluppo del progetto TEMPFRAME.

LINEA 2 AZIONE B

1 Referente progetto: Stefano Allovio

Le associazioni di mutuo soccorso dei Congolesi della diaspora tra forme indigene di solidarietà e creatività delle comunità migranti

Voci di spesa autorizzate:- € 2600 missioni di ricerca.- € 300 talk convegni- € 100 seminario interno

Budget totale assegnato: € 3000

Descrizione sintetica del progettoGrazie al finanziamento di Ateneo per le attività istituzionali degli anni precedenti si sono potute effettuare ricerche etno-antropologiche concernenti le associazioni di mutuo soccorso dei congolesi (Allovio 2011, 2012) concentrandosi su ciò che succede nelle comunità diasporiche, con particolare attenzione al contesto Sudafricano.In effetti, a seguito della lunga fase di instabilità politica sfociata in un dilaniante conflitto, il Congo ha conosciuto nella prima decade del nuovo millennio una profonda crisi dello Stato con conseguente aggravarsi della situazione socio-economica. L’assenza pressoché totale dell’intervento statale a sostegno delle più basilari esigenze solidaristiche ha determinato il diffondersi parossistico dell’associazionismo di base volto a supportare i singoli e le famiglie nei momenti di maggiore esigenza: matrimoni, ospedalizzazione e morte.I Congolesi che hanno scelto o sono stati costretti ad abbandonare la Patria, si sono spesso ricostituiti in comunità nei differenti paesi di accoglienza. I maggiori flussi migratori hanno coinvolto i paesi limitrofi (come per esempio il Congo-Brazzaville, l’Uganda, l’Angola e lo Zambia), l’Europa francofona (Belgio e Francia), l’Africa australe (in particolare il Sudafrica) e il Canada; si registra addirittura una numerosa comunità di congolesi in Cina.Non di rado, i congolesi espatriati (molti dei quali hanno ottenuto lo status di rifugiato) hanno riproposto e riformulato le forme associative di mutualità negoziando le configurazioni tradizionali (es. muziki, ikelemba) con le nuove realtà incontrate. Come ha mostrato efficacemente Liisa Malkki (1995) nella sua ricerca nei campi profughi di burundesi in Tanzania, i tratti culturali e le istituzioni sociali vengono spesso riformulate e rifunzionalizzate al fine di ripensare e immaginare la madre-patria. Si suppone che anche le forme associative in contesto migratorio vengano rifunzionalizzate come luoghi deputati a ripensare e re-immaginare il Congo affiancando l’esigenza di mutuo soccorso a una più generale esigenza di costruire una arena di riflessione politica sul futuro della Repubblica Democratica del Congo.La ricerca prevista all’interno della presente proposta di “azione B” è finalizzata a proseguire l’indagine etnografica nei luoghi della diaspora congolese. L’indeterminatezza del terreno di ricerca, peraltro scientificamente giustificata dall’essere una ricerca necessariamente multi situata nel lungo periodo, è dovuta anche a una opportuna valutazione in itinere del contesto socio-politico nei differenti stati coinvolti nel progetto.Sempre all’interno dell’azione B si intende rendere possibile la partecipazione a specifici convegni inerenti gli ambiti di ricerca e le tematiche affrontate. Compatibilmente con la dotazione finanziaria si intende organizzare un seminario di confronto presso l’Università di Milano con interventi anche esterni al gruppo di ricerca.Il gruppo di ricerca facente riferimento all’Università di Milano è composto da africanisti del nostro ateneo. In particolare dal

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prof. Stefano Allovio (antropologo del Dipartimento di Filosofia) con pregressa esperienza di ricerca in Congo e in Sudafrica sulle associazioni di mutualità; prof. Luca Ciabarri (antropologo del Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali) da molti anni impegnato nello studio dei rifugiati in contesto africano e europeo;prof.ssa Cristiana Fiamingo (storica dell’Africa del Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici) i cui campi di ricerca sono la Namibia e il Sudafrica.

I membri del gruppo di ricerca collaborano all’interno del CRC “Sustainability e Human Security: Co-operation e Governance Agendas” dell’Università di Milano.Il gruppo di ricerca include inoltre la dott.ssa Laura Volpi, iscritta al dottorato di ricerca in “Filosofia e Scienze dell’Uomo”.

2 Referente progetto: Miriam Bait, Raffaella Folgieri

Definizione di un pensiero dislessico-specifico e applicazioni didattiche: analisi dei bisogni nell’apprendimento della lingua inglese, dei correlati psico-cognitivi e delle tecnologie innovative di supporto al recupero

Voci di spesa autorizzate:- € 700 Lego Mindstorm- € 2500 missioni

Budget totale assegnato: € 3200

Descrizione sintetica del progettoIl progetto propone un approccio interdisciplinare, tra Linguistica, Intelligenza Artificiale e Psicologia Cognitiva, allo studio delle problematiche di apprendimento/insegnamento per DSA, sia per individuare meccanismi regolatori di base, sia per l’applicazione in ambiti specifici dei risultati ottenuti.

Didattica della Lingua Inglese e studio dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).Il disagio dovuto ai disordini dell’apprendimento è riportato in ogni cultura e i risultati di molti studi pongono l’attenzione su similarità cross-linguistiche e sia su basi neurobiologiche che neurocognitive. Particolare attenzione viene dato allo studio delle lingue straniere, in special modo della lingua inglese, meno trasparente e quindi più ostica per soggetti con DSA, come dimostrano molti studi linguistici, neurocognitivi e di brain imaging. In questo ambito si mira a sviluppare un filone di ricerca interdisciplinare nel campo della didattica delle lingue rivolta a soggetti con disturbi dell’apprendimento, con ricadute applicative nel campo dello studio, della sperimentazione, della prototipazione e della validazione scientifica di soluzioni incentrate sull’utilizzo di tecnologie innovative. Lo studio porterà all’elaborazione di proposte metodologiche innovative finalizzate all’implementazione di sistemi e metodi inclusivi, cioè validi sia per il discente che ricade nella norma, sia per chi soffre di disturbi dell’apprendimento e all’individuazione di strategie didattiche e modalità di valutazione che facilitino il successo scolastico dell'alunno con DSA.

Psicologia Cognitiva. Studio dei correlati neuro-cognitivi e psico-linguistici del pensiero dislessico. Le caratteristiche dei disturbi specifici dell’apprendimento suggeriscono un cambiamento di paradigma che sposti l’attenzione dal mero studio non solo i correlati del disturbo e/o l’efficacia dei relativi trattamenti, alla definizione di un pattern neuro-cognitivo a cui è associato un pensiero sincretico-fenomenologico del tutto peculiare. Ne consegue la possibilità di definire il concetto di “pensiero dislessico”, potenzialmente utile nel più ampio studio dell’apprendimento, tanto disfunzionale quanto eufunzionale. In questo senso, sono particolarmente rilevanti gli studi di Davis (2010) relativi alla memoria visiva, di primaria importanza per la visualizzazione di soluzioni alternative ai problemi più disparati e che permetterebbe al pensiero dislessico di travalicare i limiti spazio-temporali e di attuare un pensiero multi-dimensionale, che rende possibile la visione di oggetti e situazioni da punti di vista inaspettati. Il pensiero dislessico sarebbe dunque caratterizzato da un funzionamento per immagini. Studiare la dislessia dunque offre l’opportunità di aprire una finestra cognitiva sull’ampio e variegato scenario dei processi di apprendimento. Ciò anche in relazione al sovraccarico cognitivo che tale processo implica per il bambino dislessico, con conseguenze sull’efficienza dei sistemi attentivi e mnestici.

Intelligenza Artificiale.Lo studio dei meccanismi dei disturbi specifici dell’apprendimento è fondamentale non solo per l’approccio cognitivo alla reazione agli stimoli, misurabili mediante BCI (Brain Computer Interface), ma anche per l’elaborazione di modelli di simulazione del linguaggio e dell’apprendimento mediante utilizzo di sistemi di Intelligenza Artificiale quali le Reti Neurali. Tali modelli sono chiarificatori sia dei meccanismi cognitivi umani sia di quelli delle macchine, per una successiva replicabilità aritcifiale dei primi.

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Inoltre, lo studio del linguaggio naturale e dei meccanismi di apprendimento, consentirà di sviluppare ulteriormente modelli algoritmici più prettamene connessi alla disciplina dell’AI.

Obiettivi dello studioLo studio si propone di indagare i bisogni e le modalità di apprendimento dei DSA allo scopo di realizzare un’effettiva e efficace integrazione tra le prospettive neuropsicologica e glottodidattica, in modo che il docente di Lingua inglese, possa avere a disposizione un quadro non solo clinico ma anche linguistico e comunicativo. Tale consapevolezza metterà in grado i docenti di operare scelte consapevoli sul piano della progettazione glottodidattica e della realizzazione metodologica.Un secondo obiettivo concerne lo studio dei correlati cognitivi di questo pensiero. Utilizzando un setting sperimentale semplice, adatto all’età dei bambini, ma anche molto standardizzato sarà possibile correlare l’emergere del pensiero dislessico si attraverso registrazioni EEG, sia attraverso i processi classificatori messi in atto e i relativi tempi di latenza. Un ultimo obiettivo consiste nel sondare possibili differenze fra bambini con e senza dislessia rispetto a determinate dimensioni cognitive e di personalità (pensiero divergente e intelligenza emotiva). In termini generali, lo studio non si configura come una ricerca puramente di base. Al contrario, i dati ricavati, scarsamente presenti in letteratura, potranno porsi come basi empiriche di futuri approcci innovativi, o meglio creativi, ai DSA (un esempio è rappresentato dalla didattica delle lingue straniere).Per quanto riguarda gli aspetti psico-cognitivi, lo studio, inoltre, permetterà di perseguire diversi obiettivi attraverso una serie di azioni di ricerca:Analisi dei correlati neuro-cognitivi ed emotivi del pensiero dislessicoAnalisi dei correlati emotivi (intelligenza emotiva, decoding emotivo, auto-stima e auto-efficacia) del pensiero dislessico

MetodologiaIl problema della misurazione dei livelli di apprendimento è stato trattato in vario modo. Tra le tecniche di neuroimaging che permettono di analizzare il “living brain”, ovvero il cervello in azione mentre compie un’azione (in questo caso l’apprendimento), ci si propone di utilizzare anche i dispositivi (headset) B.C.I. (Brain Computer Interface), semplificazioni dell’apparecchiatura medica per EEG (Allison, 2007), che permettono la registrazione dei ritmi cerebrali e l’utilizzo degli stessi per l’interazione con gli elaboratori. I ritmi cerebrali registrati sono del tutto comparabili a quelli rilevati con l’EEG medico. I vantaggi dei BCI sono non solo il basso costo, ma soprattutto l’alta portabilità e il comfort per il soggetto che li indossa durante gli esperimenti. Ci si propone, inoltre, di utilizzare dispositivi di eye-tracking attualmente già in possesso delle proponenti il progetto.Uno strumento che si intende utilizzare, per stimolare la risposta emotivo-cognitiva (apprendimento emotivo) e per favorire l’interazione dei soggetti sperimentali con l’ambiente, è un robot con stimoli di base, che è nostra intenzione sviluppare con strumenti low cost (in particolare Lego Mindstorm) da aquisire nell’ambito del progetto.

3 Referente progetto: Mauro Bonazzi (altri componenti del gruppo di ricerca: Franco Trabattoni – Professore Ordinario, Filippo Forcignanò – Ricercatore TD)

Conoscenza e politica in Platone e nel platonismo: un problema da riconsiderare

Voci di spesa autorizzate:- € 1500 Seminario- € 1300 missioni

Budget totale assegnato: € 2800

Descrizione sintetica del progetto“L’intreccio tra epistemologia e politica è uno dei temi attualmente più dibattuti tra gli studiosi di filosofia antica, e in particolare tra gli specialisti di Platone e della tradizione platonica. In estrema sintesi, il problema riguarda la possibilità di fondare in modo certo e incontrovertibile il campo delle decisioni politiche. Benché nel corso dei secoli sia stata ripetutamente attribuita a Platone e ai platonici una risposta affermativa a questo problema, noi riteniamo che questa opinione andrebbe radicalmente riconsiderata, per saggiarne l’effettiva consistenza e validità. Numerosi indizi portano infatti a credere che un modello così rigido sia piuttosto il frutto di interpretazioni polemiche, che non rendono ragione della complessità della posizione di Platone e dei platonici. Su questo argomento i promotori di questo progetto negli ultimi anni hanno lavorato a più riprese, spesso in collaborazione con una vasta rete di colleghi italiani e – soprattutto – stranieri, come si può ricavare dalle pubblicazioni uscite a nostro nome e dalle conferenze che abbiamo tenuto nel recente passato. Tra le pubblicazioni segnaliamo il libro uscito recentemente per Vrin, di Mauro Bonazzi, À la recherche des Idèes. Platonisme et philosophie hellénistique, Parigi 2015, dedicato alla ricostruzione dell’epistemologia del platonismo imperiale nelle sue interazioni con lo scetticismo (un legame che basta da solo a mostrare quanto siano unilaterali le letture dogmatiche del platonismo) e il volume collettivo che ancora Mauro Bonazzi, in collaborazione con Filippo Forcignanò e Angela Ulacco (Università di Friburgo), sta curando per Brill, incentrato sulla relazione tra conoscenza e azione politica nella filosofia antica (Meaning and Action: la

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pubblicazione è prevista per il 2017). Questo volume è il risultato di una precedente iniziativa, un progetto finanziato DAAD (19.000€), a cui hanno preso parte le Università di Milano e Friburgo. Concentrando la propria attenzione più specificamente su Platone, Franco Trabattoni sta invece completando una nuova traduzione commentata del Teeteto (uno dei dialoghi più importanti per ricostruire la teoria della conoscenza di Platone, in cui compaiono anche alcuni passi decisivi per chiarire le conseguenze politiche della sua epistemologia) la cui pubblicazione con Einaudi è prevista per il 2017. Filippo Forcignanò ha appena pubblicato una monografia sul dibattito sulla teorie delle idee in Platone, Aristotele e l’Accademia, Forme, linguaggio, sostanze. Il dibattito sulle idee nell’Academia antica (2016) e diversi articoli sul sull’epistemologia platonica e il rapporto tra sapere e potere nelle lettere di Platone; sta anche curando con A. Kobec (Università di Lovanio) un volume collettivo sull’epistemologia ellenistica e tardo-antica, che verrà sottoposto a Brill. I problemi che saranno oggetto della presente ricerca sono stati al centro del seminario congiunto che abbiamo organizzato due anni fa insieme ad alcuni colleghi dell'Università di Durham, con sedute e incontri tenutisi nelle due sedi (alcune relazioni presentate in questo seminario sono poi state pubblicate, spesso in inglese, in riviste e libri internazionali: in particolare si segnalano un articolo di Franco Trabattoni su Alcinoo apparso sull’ultimo numero di Phronesis e un articolo di Mauro Bonazzi su platonismo e stoicismo di prossima pubblicazione nel volume curato da T. Engberg-Pedersen, From Stoicism to Platonism, per CUP). L’obiettivo che ci prefiggiamo con questo progetto è continuare ad approfondire le tematiche di cui abbiamo detto, rinforzando al contempo i nostri rapporti nazionali e internazionali. Più precisamente, il progetto si svilupperebbe secondo tre direzioni fondamentali. Mauro Bonazzi si propone di approfondire il problema ripartendo dalle origini, affrontando cioè la figura enigmatica di Socrate, per cercare di chiarire meglio il contesto in cui si è sviluppata la riflessione di Platone circa il rapporto tra speculazione filosofica e azione politiche. Queste ricerche confluiranno in un libro che sarà pubblicato dalla casa editrice Laterza e in alcuni articoli da pubblicare su riviste e in volumi miscellanei: in particolare scriverà un articolo in inglese sulla problematica relazione che corre tra platonismo e stoicismo a partire dal nuovo frammento di Apuleio (su invito della rivista Oxford Studies in Ancient Philosophy). Franco Trabattoni si concentrerà sugli sviluppi dell’epistemologia in rapporto alle critiche aristoteliche in una serie di lavori da pubblicare su riviste scientifiche e in volumi miscellanei. Filippo Forcignanò si occuperà di un altro testo fondamentale del pensiero politico platonico, vale a dire la Settima Lettera, proponendo una nuova traduzione commentata che sarà pubblicata nel 2017 da Carocci. La ricerca che intendiamo svolgere richiede altresì la collaborazione di studiosi del mondo antico competenti in campi diversi dalla storia della filosofia, quali in particolare la filologia e la storia greca, da cui ci attendiamo un ausilio importante per arricchire ed completare i nostri strumenti di interpretazione. A questo proposito abbiamo coinvolto nel nostro progetto due colleghi del Dipartimento di Studi Letterari, Filologici e Linguistici, ossia Andrea Capra e Stefano Martinelli Tempesta, che a loro volta organizzeranno una serie di incontri con lo scopo ad approfondire gli stessi problemi dal punto di vista storico, letterario e testuale. Per sviluppare questo progetto abbiamo intenzione di organizzare una serie di conferenze, rilanciando un seminario che era stato molto attivo negli anni scorsi. Si tratta di sette incontri, da tenersi tra gennaio e giugno 2016. Questa iniziativa permetterà di invitare a Milano alcuni dei più importanti studiosi del pensiero greco, mettendoli a contatto non solo con noi ma anche con gli studenti magistrali e i dottorandi che si stanno specializzando in questa disciplina; e dunque, si auspica, offrendo anche a un contributo per consolidare e ampliare il profilo internazionale del nostro Dipartimento. Le persone che vorremmo invitare sono: James Warren (Cambridge), Chad Jorgenson (Cambridge/Iliesi), Dimitri El Murr (Paris 1), Maria Michela Sassi (Pisa), Emidio Spinelli (Roma – Sapienza), Riccardo Chiaradonna (Roma Tre), George Boys-Stones (Durham)”.

4 Referente progetto: Clotilde Calabi, Giuliano Torrengo

Time, emotions and beliefs

Voci di spesa autorizzate:- € 500 spese conferenza- € 2000 missioni

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Budget totale assegnato: € 2500Descrizione sintetica del progettoEmotions are unlike beliefs in many important aspects. Some philosophers say that the logic of emotions is unlike the logic of beliefs, and this is why we assess them differently with respect to rationality (Greenspan 1976). Some philosophers claim that emotions are beyond the pale of reason, because the constraints on rationality which hold for beliefs do not apply to emotions. On the other hand emotions are very much like beliefs in many other aspects. In particular, emotions as propositional attitudes may have the same content of beliefs. We shall focus on this type of emotions, namely emotions with propositional content. Our goal is to bring a contribution to the philosophical discussion on emotions and beliefs vis-à-vis cognitive rationality, by analyzing the relation they both bear to time. 1) Both emotions and beliefs may have a temporal content. For example, I believe that yesterday was a fine day and am pleased that yesterday was a fine day; I believe that tomorrow will not be a fine day and fear that tomorrow will not be a fine day. 2) Emotions occur in time. Also beliefs, if they are not dispositions, occur in time. Our hypothesis is that a close scrutiny of the temporal features of emotions and beliefs tentatively described by (1) and (2) helps to understand in what sense the constraints on cognitive rationality that hold for beliefs may or may not hold for emotions. In the first part of our research period, we shall discuss the following points: 1) No mental state is indifferent to time in the following sense:

a. All mental states occur in time.b. Mental states may have duration.c. Mental states may have temporal content.

2) There is a distinction betweena. Essentially future oriented emotions: e.g. hopeb. Essentially past oriented emotions: e.g. regret

3) There are mental states that in the philosophy of mind literature are usually not classified as emotions (but rather as feelings or moods), which still have a distinctive temporal dimension. E.g.

a. Essentially future oriented: expectation, intentionb. Essentially past oriented: guilt

In the second part of our research period, we shall carefully introduce the notion of cognitive rationality (as opposed to practical rationality), and the constraints it puts on beliefs. Then, on the basis of the results achieved in the first part of our research period, we shall discuss whether similar constraints apply also to emotions.

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5 Referente progetto: Chiara Cappelletto (altri componenti del gruppo di ricerca: Carmine Di Martino – Professore Ordinario, Roberto Redaelli - Dottorando, Sonia Rezzonico - Dottorando)

Body and cognition: how we became ourselves

Voci di spesa autorizzate:- € 2000 convegni/seminari- € 1000 missioni

Budget totale assegnato: € 3000

Descrizione sintetica del progettoIl progetto Body and cognition: how we became ourselves è il frutto di scambi e discussioni nati nel Dipartimento di Filosofia e rinnovatisi nel tempo in merito al tema dell’antropologia filosofica e più in generale della relazione tra natura e cultura, oggi al centro di un ampio dibattito interdisciplinare e di un’attenta ridefinizione che tiene contro del contributo delle scienze cognitive, delle scienze della vita e delle scienze umane. Il convegno internazionale che abbiamo in preparazione intende mettere a frutto tali riflessioni. Esso prenderà in considerazione la concostituzione del mondo naturale e di quello culturale discutendo in particolare l’origine dei processi cognitivi simbolici, il modo in cui essi dipendono – o meno – dal vissuto corporeo dell’uomo, e il ruolo che l’arte svolge come mediatore in tali processi. Sono previste due lectio magistralis, tenute dal paleoantropologo Ian Tattersall (American Museum of Natural History, New York), autore di Masters of the planet e dal cognitivista Alva Noë (University of California, Berkeley), autore di Strange Tools: Art and Human Nature. Entrambi hanno già accettato il nostro invito. A seguire interverranno studiosi le cui relazioni avranno come discussant alcuni dei dottorandi del Dottorato di ricerca in Filosofia e Scienze dell’Uomo.

6 Referente progetto: Marcello D’Agostino, Hykel Hosni, Elisa Paganini

Argumentation under uncertainty and vagueness

Voci di spesa autorizzate:- € 2200 convegni/seminari- € 3000 missioni

Budget totale assegnato: € 5200

escrizione sintetica del progettoLogic started with Aristotle as an attempt to provide a prescriptive formal theory of human reasoning. Starting from the end of the XIX century, as a result of its interaction with mathematics and computer science, the original motivation was largely lost — with the only notable exception of Gentzen-style natural deduction methods — to re-emerge in the last few decades as a result of the growing interest for human-oriented computing (HOC) and in connection with the new field of cognitive science. However, at present, both HOC and cognitive science can hardly benefit from the formal models that have been developed within the paradigms of mathematical and computational logic. There are essentially three major problems: Problem 1. Logicians have so far focused on giving a normative characterization of con- sequence relations that comply with some notion of deductive inference (e.g., as one that transmits truth from the premisses to the conclusion), but their models are not scalable: they can reflect only the logical competence of ideal agents with unlimited resources and, therefore, fail to have any explanatory or prescriptive value for real-world resource-bounded agents. This is known as the problem of logical omniscience. Problem 2. The rational behaviour of real agents is very seldom the result of a deductive process starting from universally accepted axioms or normative principles. Typically, it is the result of a “dialectic” process in which an argument A in support of a certain thesis can be attacked by a counter-arguments B that attempts to undermine some of the pre- misses on which A is based. However, A can be defended from such attacks by means of other arguments that attack B on one of its premisses, and so on. Under certain conditions certain sets S of arguments may emerge, at a given stage of the argumentation process, as (provisionally) successful — and their conclusions as (provisionally) justified. On the other hand, the standard approach taken by the current logical formalisms is inspired by the no- tion of proof in an axiomatized theory and is therefore far removed from real argumentation practice. Problem 3. In real argumentation practice, rational agents do not engage only in deduc- tive reasoning, but quite often rely on other kinds of defeasible and probabilistic reasoning, in which, under the given premisses, the truth of the conclusion is not warranted as true, but only accepted as plausible. This has led to the development of various non-monotonic and probabilistic logics. Moreover, on many occasions, especially when natural language is involved, agents do make use of vague predicates or relations that cannot be adequately rep- resented in the standard logical

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formalisms [12], which has in turn led to the development of alternative formalisms based on contextual logic [11] or non-standard epistemic logic [9, 10].However, the use of these logics in constructing formal models of the dialectics of rational argumentation is still insufficiently explored. Our proposal. The aim of this project is to start investigating the potential of the new paradigm of Formal Argumentation Theory (AT) for the solution of the three problems described above. AT has been a very active area of reasearch in artificial intelligence over the last two decades, but is still virtually unknown in philosophical circles. In its most abstract (purely graph-theoretical) form, the theory started with Dung’s seminal paper [1] and provides foundations for dialectical argumentation involving individual agents (“mono- logical models”), as well as a plurality of agents resolving conflicts or making decisions about alternative actions, or negotiating allocations of resources (“dialogical models”). The widespread impact of Dung’s theory in AI is largely due to its characterisation of rational argumentation in terms of a dialectical use of arguments and counter-arguments familiar in everyday reasoning and debate as well as in scientific practice, even in informal mathematics [2]. However, there is a need for conceptual refinements and extensions of AT to properly deal with bounded rationality, uncertainty and vagueness. The recent extensions of Dung’s theory that have been developed over the last few years by instantiating Dung’s abstract approach with concrete arguments in classical logics or variants thereof (see [4, 5, 6, 7, 8, 3] for examples and for proper references to related work) seems a vey promising base for a fruitful interaction between a philosophically-oriented perspective and a computationally- oriented one. Therefore, the main expected output of this project consists in creating an international network that brings together researchers from different areas (logic, philoso- phy of language and AI) to work on the current limitations of the theory, with the aim of producing original and innovative cross-disciplinary research and laying the foundations for a European project.

7 Referente progetto: Gianfranco Mormino, Stefano Di Bella (altri componenti del gruppo di ricerca: Mattia Brancato – cultore della materia, Federico Silvestri – cultore della materia, Tzuchen Tho – assegnista di ricerca)

Scientific methodology and its impact on metaphysics in the 17th

century

Voci di spesa autorizzate:- € 2000 missioni- € 500 digitalizzazione manoscritti

Budget totale assegnato: € 2500

Descrizione sintetica del progetto:The current project for our team (Di Bella, Mormino, Tho, Silvestri, Brancato) within the department of philosophy moves on from the previous year centered on physical causes by turning to the thematic of scientific methodology in the 17th century. The thematic problem of this research group is the following: It is well-known that metaphysics and the foundations of natural science developed in tandem during the 17th century but what is less-known (and more subtly detected) is the relationship between scientific methodology and metaphysics. This problem of methodology involves the problem of measurement, the classification of data, the move from data to theorization, the logical coherence of theories and the implication of methodology for the hierarchy of knowledge. The development of this relationship can be seen in both the maturation of the “observational” and “experimental” sciences. These are anachronistic designations but can serve historians of philosophy and science in useful ways. Just as with the development of the telescope, the emerging data offered by microscopy in the 17th century provided new phenomena beyond the scope of the naked eye. This disrupted the received models of the analogy between organic life and concept of soul qua animating principles. The critical mass of collected geological studies in the burgeoning networks of scientific journals transformed concepts of historical time and divine world creation. The reinvention of geometry (by Descartes and Leibniz) from the science of figures and curves into the science of space (in-itself) reconfigured how one is to understand the gap between abstract space and physically instantiated realities in space and time. The development of logic away from the traditional scholastic forms granted a new means to analyze and synthesize scientific theories and their scope. More globally, the rising awareness among natural philosophers that scientific and metaphysical theories must conform to the same standards of rationality provided the impetus for new accounts (and their revisions) of the hierarchy of the “arbor sapientiae”. This “tree of knowledge” (or wisdom) was thus reflected upon new conceptions of the (ontological) chain of being. As such, the relations between the sciences,

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philosophy, theology and mathematics had to be rethought in order to render their rational unity coherent and operable.We emphasize the “operability” of the new reflexive understanding of philosophy “among” the scientific pursuits precisely because conceptual innovation in the 17th century came in equal parts from philosophical speculation, experimentation, the collection (classification) of data and observation through apparatus. Although one generally thinks of method and content as conceptually and thematically opposed, engaging in methodology as a theme will allow for us to undermine standard ways of reading the early modern period. Instead of standard tropes of “empiricism”, “idealism”, “rationalism” or various “realisms”, a focus on methodology allows us to recognize the development of natural philosophy of the early modern period as an attempt to build various standards of rationality and truth conditions from the grounds of experiment, classification, explanation and theoretical coherence. The metaphysical implications involved in these different attempts by various thinkers is immediately obvious: an a priori and categorical approach to essences and substance only stands when it is coupled with pragmatically efficient incisions into the “joints” of nature. Despite this obvious implication however, the demonstration of how these thinkers provided the bottom-up account from data to theory and the top-down account from method to explanation is the currently unanswered questions of this approach. Our aim will be attack this problem from different perspectives.

8 Referente progetto: Carmine Di Martino, Rossella Fabbrichesi

L’attualità del pragmatismo nel confronto con le scienze.

Voci di spesa autorizzate:- € 1600 missioni

Budget totale assegnato: € 1600

Descrizione sintetica del progetto:Il pragmatismo è oggi al centro di un rinnovato interesse in ambito internazionale. In sede europea, in special modo, l’attenzione verso i temi pragmatisti e la loro integrazione con motivi che provengono dalla tradizione logico-analitica, fenomenologica, cognitivista, criticista e semiotica è ormai radicata all’interno di molti e disseminati centri di ricerca che organizzano ciclicamente importanti conferenze dedicate a tali questioni. Nel corso del 2014, anno del centenario della morte di Charles Sanders Peirce, si sono susseguiti senza sosta, sia in Italia, sia all’estero, i convegni e i volumi monografici rivolti all’opera del grande filosofo americano, padre della logica delle relazioni, della semiotica e del pragmatismo (cf. Bonfantini, Fabbrichesi, Zingale 2015). Nell’anno seguente si sono svolte la seconda Conferenza Europea sul Pragmatismo, a Parigi, con una notevole partecipazione di studiosi provenienti da tutto il mondo, e un “workshop” di tre giorni, a Gargnano del Garda, organizzato dall’Università degli Studi di Milano e dall’Institut Universitaire de France, sui temi del rapporto tra pragmatismo ed evoluzionismo. Infine – per ricordare solo alcuni degli eventi che si stanno moltiplicando nel nome degli autori di questa tradizione – è da poco uscito in libreria, per i tipi di Carocci, il volume collettaneo Il pragmatismo. Dalle origini agli sviluppi contemporanei, curato da alcuni membri della associazione pragmatista italiana («Associazione Pragma»), che traccia una piccola storia dei temi, dei problemi e degli autori più importanti di questa scuola di pensiero (Calcaterra, Maddalena, Marchetti 2015). Già questo breve excursus pone in evidenza come il pragmatismo – lo ricordava William James – «sia venuto per restare». Le sue idee, svilite e disprezzate nel corso del primo Novecento perché equiparate ad una filosofia “yankee” di non grande profondità, secondo il lapidario giudizio di Bertrand Russell, hanno rivelato un nucleo robusto, nutrito da una logica raffinatissima e innovativa (cf. Peirce 1931-1935, Royce 1913) e da un interesse, inusuale in altri contesti filosofici, per gli aspetti sociali, civili e pedagogici (cf. Mead 1934; Dewey 1976-1983), nonché psicologici (James 1912). L’attenzione dei pragmatisti classici verso lo studio dei segni e del linguaggio, della coscienza e della sua genealogia, dell’attività senso-motoria e della cognizione “in atto”, ha condotto ad alcune rielaborazioni di grande impatto proprio in età contemporanea (cf. ad es. Gallagher, Miyahara 2016). Non è infatti un caso che oggi siano gli studiosi di semiotica, di scienze della mente, di neuroscienze, di filosofia del linguaggio, di psicologia cognitiva a manifestare una rinnovata attenzione per la tradizione pragmatista, al fine di sondarne le intuizioni e di applicarle, in alcuni casi, finanche alle ricerche sperimentali. Ma l’accostamento da essi proposto è spesso estemporaneo, a volte poco sostenuto dalle letture appropriate e piegato alla finalità del momento. Non sempre si coglie, cioè, l’ampiezza dell’elaborazione teoretica e filosofica di questa corrente, che ha rappresentato una vera e originale visione del mondo. Dando svolgimento al progetto che qui si propone di finanziare si intende, in primo luogo, segnalare il debito teorico che molte delle nuove prospettive interpretative a cavallo tra scienza e filosofia intrattengono con questa tradizione. Ma, soprattutto, si vuole analizzare il percorso mediante il quale i pragmatisti classici (Peirce, James, Royce, Mead, Dewey) pervennero al superamento di una certa visione filosofica di importazione europea e all’apertura di una prospettiva del tutto originale, costantemente in dialogo con le scienze dell’epoca. Va ricordato che il pensiero pragmatista si è rivelato particolarmente innovativo nel sondare alcune delicate questioni teoretiche: ad es. quella concernente la natura della pratica teorica nel suo statuto di prassi operativa capace di orientare l’attività nel nostro mondo-ambiente, o l’interpretazione delle idee come piani per l’azione e del concetto come portatore di significato in relazione agli effetti concepibili che da esso discendono. Va sottolineata, inoltre, l’enfasi che molti pragmatisti pongono sulla centralità delle pratiche e dei gesti nel lavoro della

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conoscenza, riducendo così grandemente l’importanza del riferimento agli atti di coscienza, al trascendentale, alla soggettività distaccata dalle proprie operazioni concrete. Ciò comporta per molti di loro l’attenzione verso il piano delle inferenze segniche e dei rinvii simbolici. Insomma, ci troviamo di fronte ad una costellazione di nodi teoretici, emersi tra la seconda metà dell’800 e la prima metà del ’900 grazie all’opera di questi filosofi poco accademici – Peirce era un chimico e un logico, James era un fisiologo e uno psicologo, Mead il fondatore della psicologia sociale –, il cui pensiero sembra non avere ancora esaurito la propria carica intellettuale.

9 Referente progetto: Piero Giordanetti, Luca Guzzardi

Theories and Practices of Knowledge: Structure and History

Voci di spesa autorizzate:- € 4000 missioni

Budget totale assegnato: € 4000

Descrizione sintetica del progetto:The traditional purpose of epistemology is the investigation and clarification of the fundamental structures of knowledge, e.g. how we gain (new) knowledge and how it changes, if it is justified or not, if different kinds of knowledge exist and in what they consist. We aim at understanding such structures by situating historically and philosophically both their instantiations within the scientific theories and practices and their effects on the philosophical plane. On the one hand, we aim at taking into account and bringing into the philosophical discussion itself the variety of contexts in which theories and practices emerge, develop, transform or disappear. On the other hand, we will elaborate and emphasize the notion of “epistemic constraints” that characterize emerging scientific and philosophical discourses. For epistemic constraints we primarily mean tools which are embedded in history and tell us what is to be known (and what is not: so they entail both positive and negative heuristic) and how is to be known what is to be known (so they entail norms). Pragmatically, our analyses will compare and contrast individual case studies during the 18th and 19th century both from the history of philosophy and the history of mathematical-physical sciences, which are our areas of expertise. A variety of topics will be addressed, amongst others: the conditions for the emergence of the concept of force; the emergence of specific theories from the practices an actor is involved in or the background in which s/he developed; the formation and influence of standards and values in the scientific practice as well as in the philosophical reflection; the renewal of themes, methods and trends in the history of scientific and philosophical thinking. We intend to present and discuss our investigations in conferences, workshops, and seminars in Italy and abroad, so both of us are planning exchanges and short-term stays in agreement with our colleagues. The resulting papers should be published in major international journals. A tentative, provisional list of planned stays is provided here below (of course the planning is subject to changes).

10 Referente progetto: Claudio Lucchiari (con Luigi Cominelli, Arianna Jacqmin, del Dipartimento di Scienze Giuridiche "Cesare Beccaria": progetto interdipartimentale)

Negoziazione e cognizione nella professione giuridica

Voci di spesa autorizzate:- € 1000 missioni

Budget totale assegnato: € 1000

Descrizione sintetica del progetto:Il progetto mira a esplorare con una prospettiva sociologica e psico-cognitiva il problema delle competenze negoziali e di comunicazione che i giuristi in particolare impiegano nel loro tradizionale ruolo di risolutori dei conflitti. I recenti interventi legislativi del 2010 e del 2013, che hanno promosso la mediazione (volontaria, obbligatoria, convenzionale e su ordine del giudice) e la negoziazione assistita come istituti cui le parti e i legali dovrebbero ordinariamente fare ricorso per risolvere le controversie giudiziarie, implica un’indagine sul livello di preparazione nel campo delle competenze conciliative e negoziali dei giuristi e della popolazione in genere. Gli strumenti impiegati per la ricerca saranno di tipo empirico, attingendo dalla metodologia sociologica e psicologica. Il finanziamento richiesto servirà per consentire la mobilità in relazione alle missioni finalizzate alla diffusione dei risultati della ricerca. La mediazione è stata negli ultimi anni al centro della scena legislativa internazionale e in particolare europea (De Palo & Trevor, 2012; Schonewille & Schonewille, 2014). Con le direttive dell’Unione europea sulla mediazione civile e commerciale (2008/52/UE) e sulle Adr online e per i consumatori (2013/11/UE), i pochi stati membri dell’Unione che ancora non avevano considerato di incentivare il ricorso ai metodi alternativi alla giurisdizione, si sono trovati di fronte a un obbligo di fonte comunitaria in tal senso. In alcuni paesi, e in particolari nei paesi con un approccio legalistico, l’obbligo di introdurre una regolamentazione in materia di mediazione per le controversie transfrontaliere, è stato

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colto e interpretato come un invito a promuovere la mediazione secondo un “formal legislative approach” , e soprattutto come mezzo per deflazionare la giustizia tradizionale. Le ipotesi che intendiamo verificare è innanzitutto se l’attitudine personale al conflitto influisce in qualche modo sullo stile di mediazione personale di ciascun mediatore. La ricerca sulla mediazione non ha finora tenuto abbastanza in considerazione, oltre ai modelli impliciti cui i mediatori fanno riferimento, anche i processi cognitivi impliciti (Wall & Kressel, 2012) e intuitivi (Peleg-Baker). Il modo di pensare dei mediatori si riflette infatti sulle scelte di comportamento e sulle risposte a quanto avviene nel procedimento (Zarankin, Wall, & Zarankin, 2014. 140). In particolare, ci si potrebbe attendere nei mediatori con un’attitudine integrativa al conflitto, uno stile di tipo trasformativo orientato alla relazione, mentre nei mediatori con un’attitudine dominante, uno stile di tipo valutativo orientata a raggiungimento dell’accordo. Questo potrebbe dare indicazioni particolarmente utili nella selezione dei mediatori a quegli enti di mediazione o a quei programmi di mediazione che puntano sull’adozione di un particolare stile di mediazione, vista la particolarità della materia trattata. La mediazione penale e la mediazione famigliare, ad esempio, hanno da sempre un’impostazione fortemente trasformativa, mentre la mediazione commerciale accetta più frequentemente (e può reputare utili) anche prassi di tipo valutativo. La seconda ipotesi che intendiamo verificare riguarda il rapporto fra le caratteristiche del mediatore e il tasso di successo, misurato in termini di tasso di raggiungimento di un accordo tra le parti, rispetto al numero totale di procedimenti di mediazione gestiti. In particolare, le caratteristiche soggetti (età, sesso, esperienza), l’attitudine verso il conflitto e lo stile di mediazione dominante sono tutte variabili che, in interazione fra loro o indipendentemente, possono associarsi a modalità di gestione delle dispute più o meno vantaggiose in determinati contesti. Questo tasso di accordo costituisce una misura solo parziale delle potenzialità e del successo di un procedimento di mediazione. In molti casi, la mediazione “fallita” è solo un primo passo di riavvicinamento, che si completa con la risoluzione della disputa solo in un secondo momento, quando le parti hanno avuto modo di sedimentare le reali ragioni del disaccordo. In altri casi, benché la disputa non si risolva, la mediazione abbassa il conflitto a livelli tollerabili e non distruttivi. Tuttavia, il raggiungimento di un accordo è pur sempre uno dei principali parametri sulla base dei quali la mediazione è valutata come strumento di policy. Anche il livello di soddisfazione degli avvocati che assistono un cliente in mediazione è ad esempio fortemente legato al raggiungimento di una transazione (Hensler, 2001: 255). Pure il mediatore meno condizionato dal raggiungimento dell’accordo, sa che la sua reputazione professionale e la sua percezione da parte dei suoi clienti è strettamente legata alla circostanza che si giunga a una soluzione della disputa (J. A. J. Wall, Stark, & Standifer, 2001: 382). Circa questo aspetto, è difficile ipotizzare quale stile potesse essere il più efficace, e l’analisi non poteva consentirci di discriminare su variabili ulteriori, e specialmente rispetto al tipo di controversia. (Bingham, 2012) o delle mediazioni famigliari (J. Wall & Kressel, 2012). Al fine di raccogliere dati utili a testare le ipotesi descritte verrà utilizzato un questionario ad hoc per la raccolta delle esperienze di mediazione, lo stile dominante di mediazione, la presenza di bias cognitivi relativi alla gestione delle situazioni conflittuali e negoziali, nonché la Conflict Management Style Assessment (Johnson, 1990) per la valutazione dello stile di gestione dei conflitti. Si prevede di reclutare, grazie alla collaborazione della Camera di Commercio e di altri Enti interessati nella gestione dei processi di mediazione, non meno di 200 mediatori.

11 Referente progetto: Elio Nenci

Pratica empirica e conoscenze teoriche nel sapere degli ingegneri rinascimentali: il caso del trasporto dell’obelisco vaticano

Voci di spesa autorizzate:- € 800 missioni- € 300 digitalizzazione manoscritti- € 400 workshop

Budget totale assegnato: € 1500

Descrizione sintetica del progetto:La ricerca si propone di approfondire, attraverso lo studio di un caso esemplare, il processo di convergenza tra il sapere dei tecnici e quello degli studiosi che contribuirono al recupero della scienza antica in epoca rinascimentale. L’ingenere-architetto tra ’400 e ’500 si era progressivamente alfabetizzato e dotato di una cultura sempre più ampia, anche grazie al lavoro di alcuni umanisti e architetti dotti che avevano reso disponibili in lingua volgare le scarse opere antiche di carattere tecnico-operativo. Fondamentale al riguardo era stato lo studio approfondito del De architectura di Vitruvio, che permise spesso di inquadrare nella forma del ‘Trattato’ un insieme di conoscoscenze in precedenza frammentario e tramandato prevalentemente in forma orale. Tenendo presente questo contesto di carattere generale, il progetto si focalizzerà su un problema fondamentale della pratica di cantiere: lo spostamento di grandi pesi. Il sollevamento e la movimentazione dei materiali costruttivi erano solitamente improntati all’esperienza accumulata da generazioni di architetti, che in qualche modo avevano sempre fatto riferimento a una conoscenza di base del funzionamento delle macchine semplici. La riscoperta e pubblicazione, nel XVI secolo, delle opere greche di ‘meccanica’ contribuì a rendere esplicita in questi tecnici la necessità di un approfondimento teorico del loro sapere. Questa necessità emerse con particolare chiarezza non tanto nella pratica ordinaria, quanto piuttosto nella progettazione di lavori complessie e difficili, in cui non si poteva fare affidamento su pratiche consolidate e conosciute. Il caso del trasporto dell’obelisco vaticano è al riguardo esemplare. Si trattava di spostare l’obelisco che si trovava di fianco della vecchia basilica, l’unico allora rimasto in piedi a Roma, nella piazza antistante alla chiesa. Dell’impresa si parlava fin dalla prima metà del ’500,

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ma fu solo intorno al 1585 che esso si concretizzò. Il compito fu portato a termine da Domenico Fontana, che descrisse la sua opera in un testo pubblicata nel 1590. In precedenza si era proceduto ad una vera e propria gara d’appalto con la presentazione e discussione di vari progetti. Tutta la documentazione relativa si trova ora presso l’Archivio Segreto Vaticano (due progetti furono già allora stampati).Questa ricerca si propone di ricostruire la discussione relativa alla scelta della migliore procedura di sollevamento, trasporto e ricollocamento dell’obelisco, partendo da un’analisi di tale documentazione sostanzialmente inedita. Si cercheranno di ricostruire, sia le metodologie di presentazione dei singoli progetti, sia le valutazioni espresse da coloro che furono chiamati a giudicarli. L’attenzione sarà naturalmente rivolta soprattutto all’individuazione delle specifiche conoscenze ‘meccaniche’ di carattere teorico presenti nelle singole proposte. Il progetto si caratterizza per il suo carattere interdisciplinare, esso fa infatti riferimento, sia al campo della Storia della scienza e della tecnica, sia a quello più specifico della Storia delle scienze e delle tecniche costruttive (architettura). In relazione a questo secondo ambito di ricerca ci si avvarrà della collaborazione del dott. Antonio Becchi, già ricercatore presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Genova, e da lungo tempo visiting scholar presso il Max-Planck-Institut für Wissenschaftsgeschichte di Berlino, dove sta svolgendo ricerche relative alla Storia della scienza delle costruzioni tra’500 e ’600. Il dott. Becchi ha già colloborato più volte in passato con la cattedra di Storia della Scienza, sia in occasione dell’organizzazione di un convegno internazionale nel 2003, sia come direttore di un’unità di ricerca in un PRIN (2006) coordinato dal nostro dipartimento. La collaborazione non implicherà alcun impegno finanziario nei suoi confronti da parte nostra, ma si baserà su un accordo di condivisione dei risultati della ricerca, che dovrebbero essere presentati nel corso di workshops che avranno luogo a Milano e a Berlino.

12 Referente progetto: Stefano Simonetta (altri componenti del gruppo di ricerca:

Stefano Allovio - Professore associato, Miriam Bait - Ricercatore confermato,Valentina Beccarini – Dottorando, Luca Bianchi - Professore ordinario, Paola Bozzi – RicercatoreConfermato, Marina Brambilla - Professore ordinario, Luigi Campi, Ricercatore TD,Luca Ciabarri - Ricercatore confermato, Francesco Clerici – Dottorando, Marco Cuzzi, ProfessoreAssociato, Alice Giulia Dal Borgo - Ricercatore confermato, Sara Di Alessandro – Dottorando,Raffaella Folgieri - Ricercatore confermato, Giampietro Gobo - Professore ordinario,Piero Graglia - Professore associato, Claudia Gualtieri - Ricercatore confermato, Elena Landone –Professore associato, Enrico Lucca – cultore della materia, Claudio Lucchiari, Ricercatore confermatoRosalba Maletta - Ricercatore confermato, Andrea Marini – Dottorando, Giorgio Masellis – Dottorando, Gianfranco Mormino - Professore ordinario, Andrea Pinotti - Professore ordinario, Elena Putignano – Dottorando, Alessandro Segale - Professore ordinario, Emiliano Tolusso – Dottorando.

In cerca dell'isola che non c'è. Terza tappa

Voci di spesa autorizzate:- € 800 organizzazione convegni/seminari- € 4600 missioni- € 600 spese per pubblicazioni di alto valore scientifico

Budget totale assegnato: € 6000

Descrizione sintetica del progetto:“Il tentativo di definizione dell’Utopia” – si legge nell’omonima voce del Dizionario di politica UTET – “è complicato dalla molteplicità di approcci possibili”: è invece proprio la molteplicità di approcci che il progetto qui presentato intende quale via privilegiata per fare luce su una categoria che ha rappresentato una costante nella riflessione politica e nella cultura di ogni epoca, ogniqualvolta si è immaginato – e talora progettato – di realizzare, in un futuro più o meno prossimo, un modello di società che in un determinato contesto appariva inattuabile.Ed ecco allora filosofi, geografi, antropologi culturali, politologi, sociologi, storici del pensiero, studiosi dell’estetica e della teoria dell’immagine, delle lingue e delle culture impegnati in uno sforzo, ad un tempo individuale e comune, teso a indagare il ruolo che le utopie hanno assunto e ancora rivestono nei rispettivi ambiti di studio, attraverso una lavoro trasversale che oltrepassi i limiti dei diversi settori scientifico-disciplinari, contaminandoli.Questo progetto – presentato in contemporanea a 5 Dipartimenti cui afferiscono i proponenti – si inserisce nelle “iniziative di ricerca a carattere interdisciplinare e preferibilmente interdipartimentale”.

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13 Referente progetto: Corrado Sinigaglia (con Francesco Guala, del Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi: progetto interdipartimentale)

Acting Together: from Small- to Large-Scale Sociality

Voci di spesa autorizzate:- € 2000 workshop- € 1000 missioni

Budget totale assegnato: € 3000

Descrizione sintetica del progetto:B ackgr ou nd : Negli gli ultimi due anni (2014-2016) il Centre for the Study of Social Action (CSSA) ha organizzato una serie di seminari e workshop interdisciplinari volti ad approfondire lo studio dell’azione collettiva, con particolare attenzione ai processi e ai meccanismi coinvolti nella coordinazione e nella cooperazione tra umani (e non solo). Sono intervenuti economisti, psicologi, etologi e filosofi di alto profilo internazionale e i seminari e i workshop hanno avuto un notevole successo sia di pubblico sia dal punto di vista del networking e della disseminazione (vedi www.cssa.unimi.it). I seminari sono stati finanziati dai Dipartimenti di Filosofia, Economia, Management e Metodi Quantitativi, Scienze Giuridiche ‘Cesare Beccaria’, e Scienze Sociali e Politiche. I workshop sono stati finanziati dal Dipartimento di Filosofia e dal Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi (Finanziamento Linea 2 – Azione B 2015/2016). A quest’attività seminariale e di workshop si è accompagnata un’intensa attività di ricerca, che ha portato alla sottomissione e pubblicazione di alcuni paper (vedi sotto), oltre alla presentazione dei risultati raggiunti in talk e seminari. P r o g e tto Quest’anno, in collaborazione con il Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi (Prof. Francesco Guala), intendiamo continuare proseguire in questo ambito di ricerche, con particolare attenzione a come cambiano gli ingredienti richiesti nella spiegazione di una data azione collettiva, al variare dalla scala su cui tale azione si dispiega. Per esempio, modelli di spiegazione particolarmente promettenti su piccola scala (vedi Bratman 2014), mostrano non pochi limiti nel rendere conto di azioni collettive su larga scala, che presuppongono il ricorso a convenzioni, norme, etc.; di contro, modelli interessanti di azioni collettive su larga scala (vedi Searle 2010; Gilbert 2013), risultano non privi di problemi se applicati a casi su piccola scala, ossia ad azioni collettive molto elementari come dipingere una parete insieme, eseguire un duetto al piano. L’obiettivo è di vedere se sia possibile individuare un modello esplicativo dell’azione collettiva che tenga conto dei diversi ingredienti cognitivi legati alle differenze di scala e che permetta di riformulare alcuni aspetti chiave dell’agentività sociale – fornendo anche utili spunti per la ricerca sperimentale. In tale attività di ricerca si inserisce anche l’organizzazione di due workshop che vedranno coinvolti studiosi provenienti da ambiti disciplinari diversi, in linea con quanto già fatto nel precedente progetto di ricerca. I due workshop si svolgeranno nel periodo primaverile e autunnale, e coinvolgeranno un numero limitato di relatori di livello internazionale (4-5), e saranno aperti al pubblico.

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14 Referente progetto: Alessandro Zucchi, Massimo Vai

“Subordinazione”.

Voci di spesa autorizzate:- € 1000 organizzazione dibattito- € 2000 missioni

Budget totale assegnato: € 3000

Descrizione sintetica del progetto:approfondimento della linea di ricerca iniziata con il progetto proposto per l’anno 2015-16 relativa al tema della subordinazione (in particolare con riferimento alla sintassi del vedico) e, più in generale, all’evoluzione della morfosintassi indoeuropea includendo altri gruppi della stessa famiglia, tenendo anche conto di fatti dialettali (ad es. romanzi). Il tema della subordinazione è di particolare rilevanza nella discussione su quali siano i tratti costitutivi delle lingue umane. Mentre Hauser, Chomsky e Fitch (2002) ipotizzano che questo tratto sia la ricorsività, di recente Ibbotson e Tomasello (2016) hanno criticato questa tesi e sostenuto più in generale che l’evidenza linguistica confuta la teoria della grammatica universale proposta da Chomsky. Il dibattito sulla sintassi del vedico solleva un problema rilevante per questo dibattito in quanto è stato sostenuto che il vedico non ha strutture subordinate (Davison 2009, ma vedi anche Kiparsky 1995 riguardo alla presenza dei complementatori, e Hock 1989 riguardo alle frasi relative). Il dibattito solleva inoltre un puzzle interessante dal punto di vista semantico. Infatti, linguaggi come il vedico sembrano contenere frasi di modo finito semanticamente interpretabili come relative restrittive o come frasi di complemento, dunque, se la subordinazione è assente dal punto di vista sintattico, si pone il problema di come ottenere queste interpretazioni.

RICHIESTE NON ACCOLTE

Il Consiglio respinge unanime le seguenti richieste:

1) Richiesta di accesso ai fondi Linea 2 – Azione A, finalizzata al progetto “Dopo l’ermeneutica filosofia” presentato dal Dott. Alberto Martinengo – Ricercatore TD.Si stabilisce di non dare seguito al progetto in previsione della cessazione del Dott. Martinengo in qualità di ricercatore TD a decorrere dal I gennaio 2016, anche in considerazione della data di effettiva erogazione dei fondi della Linea 2, prevista a partire da gennaio 2017.

2) Richiesta di accesso ai fondi Linea 2 – Azione C, finalizzata all’organizzazione di un ciclo di seminari sul tema “Trauma, perdono, riconciliazione” coordinato dai Proff. Giampietro Gobo e Stefano Allovio.Si stabilisce, in considerazione della natura delle spese previste, di non finanziare il progetto con i fondi della Linea 2 invitando gli organizzatori a ripresentare domanda al fine di un mero finanziamento dipartimentale.

3) Richiesta di accesso ai fondi Linea 2 – Azione C, finalizzata all’organizzazione di un ciclo di seminari sul tema “Kant sull’amore. La seconda nota a piè di pagina dell’Annotazione generale al Primo libro della Religione nei limiti della sola ragione” presentato dal Prof. Piero Giordanetti.Si stabilisce, in considerazione della natura delle spese previste, di non finanziare il progetto con i fondi della Linea 2 invitando l’organizzatore a ripresentare domanda ai fini di un mero finanziamento dipartimentale.

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Kant sull’amore. La seconda nota a piè di pagina dell’Annotazione generale al Primo libro della Religione nei limiti dela sola ragione