0-codice trimax-il mio esordio
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Massimo Famularo
Il Codice Trimax Croncache dalla Wikipedia Galattica
Questo libro è dedicato a mia madre Costanza Franco
dalla quale ho ereditato l’irriverenza e la faccia tosta di dire sempre quello che penso
E’possibile scaricare gratuitamente il pdf di questo libro dal sito
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Indice Nota Preliminare– La Wikipedia Galattica ..................... 5 Parte Prima ...................................................................... 7
Urrakis...................................................................................... 8 Il consorzio Pharmatec ........................................................... 15 La proposta del consorzio ...................................................... 21 La decisione del fronte intransigente ..................................... 31 I fattori K e J .......................................................................... 35 L'incidente (forse) di Wal kdead ............................................ 37 Galaxy news ........................................................................... 41 Come due vecchi amici .......................................................... 52 Il governo galattico (e quelli che lo controllano) ................... 55 Seus Odys............................................................................... 60 Il rinfresco dopo la missione .................................................. 70 La convocazione di Seus ........................................................ 78 Recuperare l'anticodice .......................................................... 83
Parte Seconda................................................................ 87 Un progetto che sta sfuggendo di mano ................................. 88 La nascita del culto Udenoida .............................................. 101 Truno incontra Seus (forse) ................................................ 111 Truno a colazione ................................................................. 118 Rama Futu e il rito del passaggio ......................................... 122 Truno Stone al lavoro (una giornata qualunque) ................. 128 Rama si rilassa a casa ........................................................... 134 Rama cambia idea (forse) .................................................... 137 Rama di ritorno a casa.......................................................... 141 La Fondazione prende contatti col governo ......................... 147 Il governo rivela la prima chiave ......................................... 151
Parte Terza ................................................................... 155 I tre capi cellula .................................................................... 156 L'obbiettivo sbagliato ........................................................... 161 Se non puoi batterli fatteli amici .......................................... 165 Truno e l'originalità sconveniente ........................................ 169 Riunione di progetto per Truno ............................................ 172
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Rama Incontra il fronte ........................................................ 178 La prima chiave dell'anticodice............................................ 183 Qualche spiegazione ............................................................ 188 Rama al Galaxy news ........................................................... 193 Ulteriori Spiegazioni ............................................................ 200 La civiltà Redaptor ............................................................... 205 Verso la seconda chiave ....................................................... 209 L'osservatore smette di (limitarsi a) osservare ..................... 217
Parte quarta .................................................................. 221 Un nuovo attentato parte prima ............................................ 222 Wellor Leyhux ..................................................................... 228 Un nuovo attentato parte seconda ........................................ 234 La preda Wellor ................................................................... 238 Un nuovo attentato parte terza ............................................. 244 Truno dal medico (forse) ...................................................... 251 Un nuovo attentato - Epilogo ............................................... 254 Wellor a bordo della Dorotea ............................................... 260 Galaxy news – l'incidente di Thesaurus IV .......................... 264 Dalla Wikipedia Galattica: Ray 451 .................................... 269
Parte Quinta .................................................................. 271 Terra Ventesimo secolo – parte prima ................................. 272 Rama e Monitor .................................................................. 278 Vecchi avversari e nuovi alleati ........................................... 282 Terra Ventesimo Secolo parte seconda ................................ 285 Alla ricerca della terza chiave .............................................. 288 Dalla Wikipedia Galattica: Wellor Leyhux ......................... 296 Asiac Amisov ....................................................................... 298 Nel ventre della medusa ....................................................... 306 Rama convoca un comitato di coordinamento ..................... 314 Sul pianeta Tebiok ............................................................... 319 Terra Ventesimo Secolo parte terza ..................................... 325 Dalla Wikipedia Galattica: Rama Futu ................................ 328 Il mestiere dei misteri ........................................................... 331
Parte Sesta ................................................................... 338 Il pianeta Endataz ................................................................. 339 Lo sbarco sul pianeta ............................................................ 347 Sbarco su Endataz ................................................................ 349 La stanza del passaggio ........................................................ 354
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La seconda prova ................................................................. 371 Seusex Machina ................................................................... 376 Arrivano i nostri (forse) ....................................................... 382 A carte scoperte.................................................................... 384 Ultime battute: Il fronte intransigente .................................. 388 Ultime battute: Il consorzio Pharmatec ................................ 391 Epilogo (forse) ..................................................................... 393
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La Wikipedia Galattica (Nota Preliminare)
La maggior parte della storia che segue è basata su resoconti
desunti dalla Wikipedia Galattica, in seguito abbreviata in WG
per comodità. Si tratta, come recita la pubblicità, della “fonte
informativa più completa e attendibile dell'universo conosciuto,
tenuto conto degli opportuni fattori di correzione”. Almeno
questo è quello che i venditori di inserzioni pubblicitarie sono
pronti a giurare, su madri, figli e coniugi di ogni ordine e grado,
portando avanti una strategia di marketing clamorosamente
sbagliata. Anche i sassi rocciosi del pianeta Rauko sanno che, il
motivo del maggior successo della Wikipedia Galattica, rispetto
alla più blasonata Enciclopedia Galattica e alla ben più
divertente Guida Galattica per Autostoppisti, è semplicemente il
fatto che la prima è gratis e le altre due sono a pagamento.
Se vi sembra di non aver mai colto il passaggio "tenuto conto
degli opportuni fattori di correzione" non dovete stupirvi.
Secondo una pronuncia del tribunale intergalattico per la
trasparenza e la correttezza informativa, quella specifica deve
essere presente negli spot pubblicitari, ma non è indispensabile
che sia anche udibile o visibile.
Dicevamo che completezza e attendibilità sono i cavalli di
battaglia dei venditori di inserzioni, sebbene la caratteristica più
apprezzata della WG sia in realtà la gratuità. Questa distorsione
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dipende dall'impronta che viene data ai corsi di formazione per
gli aspiranti venditori di inserzioni; la dizione “corsi di
formazione” ha sostituito “sessioni di lavaggio del cervello” in
seguito ad una pronuncia del tribunale cosmico per
l'edulcorazione e l'ammorbidimento del linguaggio.
Ad ogni buon conto, questa fissazione dei venditori deriva dal
cospicuo investimento effettuato dai proprietari della WG nel
sistema di auto-certificazione della qualità basato sui fattori K e
J, quegli “opportuni fattori di correzione” di cui si parlava
prima.
Le vicende che seguono, sono tarate per la fruizione di
umanoidi bipedi terroevoluti, pertanto le unità di misura e gli
ordini grandezza sono stati convertiti nel modo opportuno e
una serie di note chiarificatrici sono state inserite dove
opportuno. Posto che, generalmente, queste forme di vita
percepiscono la realtà in termini quadrimensionali e la
dimensione tempo in modo unidirezionale, talvolta all'inizio dei
capitoli verranno indicate delle coordinate di riferimento per
rendere la narrazione più comprensibile.
Questo naturalmente non toglie che la reale esperienza della
fruizione del racconto varia in base alle alla modalità di
consultazione, solo audio, solo video, un po' e un po', mi sento
fortunato, etc...
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Parte Prima
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URRAKIS
Il pianeta Urrakis, per quasi tutti gli abitanti della Galassia
conosciuta, era solo una roccia insignificante, priva di qualsiasi
interesse e assolutamente senza valore. Dall’inizio
convenzionale della sua esistenza, aveva pertanto attraversato il
percorso di rivoluzione intorno ad Angemel, nana gialla di classe
E-Sol, per tre virgola cinque miliardi di volte, senza che alcuna
forma di vita sentisse il benché minimo bisogno, neanche per un
breve periodo, di posare un piede, una zampa, un tentacolo,
uno pseudopodo o un'estremità di altro genere su di esso. Per
dirla tutta, era l'intero sistema di Angemel, detto anche Spa-zie,
nella lingua dei Menfren del vicino sistema Nedu, ad essere
stato oggetto di ben poco traffico, se si eccettuano le fugaci
incursioni dei rettili Gonorg, alla perenne ricerca di grani di
salgemma cosmico.
A rompere l'isolamento di Urrakis, da quasi quattro periodi di
rivoluzione, era venuta una spedizione della fondazione
galattica per gli studi biotecnologici. Gli osservatori meno
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accorti, non si sarebbero sorpresi più di tanto alla notizia di
questa esplorazione, poiché un'istituzione dedita a studi
altamente teorici poteva ben trovare qualcosa di interessante
anche in quella roccia dimenticata da dio. I più smaliziati (e
meglio informati), si sarebbero invece interrogati su quale
segreto interesse poteva avere un'altra organizzazione, che
speso operava dietro la fondazione: il consorzio occulto
Pharmatec.
Sebbene non fosse un'entità giuridicamente riconosciuta,
c'erano numerosi indizi in merito all'esistenza di questa
associazione di imprese, tutte di dimensioni pangalattiche,
operanti nel settore biotecnologico. Il fatto che poi delle
vicende del consorzio si occupassero prevalentemente gruppi
paranoico-complotttisti, contribuiva a mantenere lo status di
leggenda metropolitana, con tutto vantaggio delle imprese in
questione che potevano agire indisturbate in modo coordinato
e non sempre lecito.
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Su Urrakis, la fondazione studiava le abitudini e il
comportamento dei Vermi Giganti di classe Zed. L'aspetto di
maggiore interesse scientifico era trovare una spiegazione a
come l'unica forma di vita del pianeta si fosse sviluppata,
evoluta e in definitiva su come fosse in grado di sopravvivere in
un ambiente così ostile.
Il capo ricercatore Berther Frank stava leggendo il
quarantaduesimo romanzo d'appendice, dall'inizio della
missione, quando per la prima volta in sei mesi, Andromeda,
l'intelligenza artificiale, che presiedeva al funzionamento della
base, pronunciò la frase magica:
-Obbiettivo di classe uno localizzato.
Lo scienziato, sobbalzò per la sorpresa e lasciò cadere il
palmbook reader rimanendo a bocca aperta per qualche
milliperiodo. Poi finalmente riuscì a chiedere:
-Confermare grado di confidenza.
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-Confidenza tra novantasette e novantanove percento come
da indicazioni; soglia impostata per intervalli che si collocano al
di sopra del novantacinque percento.
Frank rimase un po' infastidito per quella precisazione.
Sapeva bene su quale livello aveva impostato l'accuratezza dei
controlli, tuttavia dopo tanta inattività, la cautela del ricercatore
avveduto lo aveva spinto a richiedere una conferma di fatto
inutile.
Mentre si recava nella sala di controllo lanciò una urlo
concitato alla moglie, cercando inutilmente di mantenere il tono
inamidato da parruccone accademico:
-Wanda, prepara il Franciacorta, c'è una cospicua probabilità
che noi si abbia qualcosa da festeggiare stasera.
Il sistema automatizzato di comunicazione, identificò
l'esclamazione come un messaggio vocale indirizzato al secondo
dei quattro occupanti della stazione di ricerca Ecosys, ossia
Wanda Cusper, moglie di Frank Berther e di Cithia Lust.
Quest'ultima era il membro della missione con matricola tre.
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Nel giro di poche frazioni di periodo, tutti e tre i membri
umanoidi della spedizione si trovavano nella sala di controllo,
mentre gli schermi olografici brulicavano di scritte verdi
lampeggianti. A mezz'aria, al centro della stanza, l'ologramma di
un mastoverme, rappresentato in scala uno a
duecentocinquanta, con sezione visibile, ruotava su stessa,
mostrando al suo interno una sorta di sfera lampeggiante.
-L'abbiamo trovato, dunque? - chiese Cinthia, che era l'unico
membro della spedizione a non far parte dello staff scientifico.
-Direi proprio di sì – rispose Wanda, che per poco non faceva
cadere il Franciacorta dalla bottiglia autostappante, distraendosi
mentre lo versava.
-Beh, mi sembra sia venuto il momento di brindare. Dov'è
Thomas?
-Eccomi, stavo ultimando gli ultimi controlli. - rispose il
cucciolo di Bradipo Arturiano, quarto membro della spedizione,
entrando nella sala.
-Beh, ora che ci siamo tutti direi che possiamo brindare!
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Mentre accostavano i flute, Adromeda attivò la
comunicazione iperspaziale con la direzione centrale della
Fondazione:
-Ho sentito che avete una buona notizia per me, è vero?
-Confermo. – rispose il comandante della spedizione
-Finalmente il pesce grosso ha abboccato.
All'esterno della stazione, l’osservatore si trovava a
duecentododici distanze standard dalla base e, avanzava
lasciando profonde orme nella sabbia color rosso chiaro, che
ricopriva la quasi totalità della superficie del pianeta. Sebbene il
cappuccio e la mantella fino alle caviglie ne celassero quasi
completamente l'aspetto, dall'andatura, si poteva intuire una
fisionomia antropomorfa. Quel tipo di abbigliamento non gli
avrebbe consentito di resistere neanche per un momento
all’aperto sul pianeta, senza un opportuno campo energetico di
contenimento.
Pochi istanti dopo che la notizia del ritrovamento era stata
comunicata, estrasse da una tasca un astuccio
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parallelepipedonale e rimase a fissarlo per qualche istante
osservandone le luci intermittenti.
-Il codice Trimax è stato rinvenuto - pensò in modo che il
thinknote potesse raccogliere il messaggio.
-Tutto procede secondo i piani - disse ancora tra sé
voltandosi a guardare le orme lasciate dal suo cammino.
Immediatamente dopo fu teletrasportato via dalla superficie del
pianeta.
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IL CONSORZIO PHARMATEC
La notizia del ritrovamento su Urrakis era stata
immediatamente riferita al principale finanziatore della
spedizione, il condirettore centrale con delega allo sviluppo
aziendale della Technogenomics, Petrus Sialaec. Quest'ultimo,
con tutte le cautele del caso, aveva a sua volta provveduto a
mettere al corrente della situazione alcuni altri dirigenti di
società del suo stesso settore che, insieme a lui, costituivano il
direttivo centrale del consorzio occulto Pharmatec.
Se per la maggior parte di questi individui era stato
sufficiente trasmettere un messaggio in codice, per uno solo
aveva ritenuto opportuno organizzare un incontro di persona. Il
luogo prescelto era la piscina del King Malhera Hotel, nei pressi
del porto fluviale di Thallappaloosa.
Petrus stava centellinando con gusto un raro sigaro
idroponico delle riserve Tanhauser, quando la sagoma sinuosa
di Virna Sotos, gli venne incontro. Gongolando con aria
compiaciuta attese che la donna si accomodasse al tavolo
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davanti al cocktail a base di Jabra marziana che aveva ordinato
per lei. Poi finalmente si decise a parlare:
-Credo proprio che tu mi debba un centinaio di crisalidi
Altusiane...
La posta era poco più che simbolica, considerato che le
crisalidi erano una valuta convenzionale in uso quasi
esclusivamente tra gli uomini d'affari e i nobili di un certo rango;
poco più di qualche fiche da casino, insomma.
-Solo i bambini non sanno perdere - rispose la donna con un
sorriso di sufficienza, mentre accostava con gesto naturalmente
sensuale la bocca alla cannuccia. Poi lasciò cadere la domanda
con disinvoltura:
-Adesso che hai provato che il codice Trimax esiste, cosa
conti di farne?
-Beh, direi di attenermi ai programmi. Quando ho presentato
il progetto per la ricerca, l’intento primario era quello di
sviluppare la linea dei prodotti con quantum genetico. Al solito
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la fondazione svolgerà il ruolo di coordinamento nella gestione
dei nuovi brevetti che si..
-Petrus? – lo interruppe con un’espressione vagamente
delusa.
-Sì?
-Non ti facevo il tipo che si accontenta…
-Che vuoi dire?
-Voglio dire che a questa è la tua mano fortunata, puoi
scegliere se giocarla nel modo più prudente oppure se vale la
pena rischiare un altro po' per raggiungere il massimo.
L’altro sfoderò un sorriso a trentasette denti e indossò
l’espressione più intrigata e piaciona che gli riusciva:
-Ti ho mai detto che sei diabolica?
-Me lo dici tutte le volte – fu la risposta un po' imbronciata.
-Ok, confermo anche questa volta: sei veramente diabolica.
La donna rispose con un'alzata di spalle e uno sguardo
interrogativo.
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Per qualche frazione di periodo, Petrus si sentì come quei
giocatori di poker che vengono lasciati vincere durante le prime
mani solo per essere spennati meglio in seguito. Tuttavia decise
di ignorare quella sensazione e si limitò a dire:
-Avanti, spara pure. - poi aggiunse con un sorriso malizioso,
quasi per precostituirsi una via di fuga.
-Ma cerca di non deludermi quando mi specifichi quanto
costa.
La donna espose in modo rapido ed efficace la proposta, che,
per quanto sorprendente, sembrava assolutamente
ineccepibile. In particolare, non prevedeva alcun esborso
iniziale, pertanto non offriva alcuna possibilità di tirarsi indietro
sotto quel profilo.
Di per sé, il codice trimax aveva potenzialità tecnobiologiche
enormi e di conseguenza gli sviluppi economici erano già molto
ampi. Cosa ci poteva essere più profittevole? La risposta era
banale da quanto era semplice: non limitarsi a sviluppare solo il
versante dell'offerta, ma agire direttamente su quello della
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domanda: serve a poco produrre i farmaci migliori, se la gente
non si ammala.
La proposta colpì Sialaec come un pugno allo stomaco. Era
disarmante nella sua semplicità, eppure contemplava un’idea
che lui non aveva osato prendere in considerazione. In parte si
sentiva arrabbiato; come uno a cui hanno fatto notare che era
seduto su un tesoro e non se ne era accorto.
In ogni caso abbozzò in modo un po’ sdegnoso, dicendo che
ci avrebbe pensato e che, ovviamente, le avrebbe accordato una
congrua partecipazione se avesse deciso di accettare. Scolò il
suo bicchiere, con la fretta di chi sente che l’aria si è fatta
pesante e che è arrivato il momento di andarsene. Dopo un
sorriso zigomatico, a mo di saluto, si allontanò con passo deciso.
Mentre si avviava verso l’esterno, il turbamento lasciava
gradualmente posto all’entusiasmo e all’eccitazione. In fondo, di
che cosa doveva preoccuparsi? Era andato a quell’incontro per
incassare la vincita di una scommessa e ne era uscito con in
tasca la chiave della prossima rivoluzione nella politica del
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consorzio: concedere ai fanatici del fronte intransigente l’uso
del codice Trimax, come diavolo poteva esserle venuto in
mente?
Virna rimase seduta per quasi un quarto di periodo e terminò
lentamente il suo cocktail. Prima di andare via finse per tre volte
di scolare il bicchiere già vuoto. Poi, dopo un colpo di tosse, si
allontanò dal tavolo.
L’osservatore, che si trovava dall’altro lato della piscina,
riconobbe il segnale convenuto e comprese che l’amo era stato
gettato. Ottenuta la conferma che cercava, si avviò verso un
posto sufficientemente appartato per smaterializzarsi senza
dare troppo nell’occhio.
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LA PROPOSTA DEL CONSORZIO
La stanza virtuale era arredata in stile neocon: poltrone di
pelle fluttuanti, camino scoppiettante e un tavolino basso in
mogano, con sopra una bottiglia di porto d’annata e una scatola
di sigari rotariani. Alle pareti c'erano quadri che
rappresentavano antichi velieri, ritratti di uomini in uniforme
dall’espressione arcigna e donne eleganti dall’aria algida.
Il primo a connettersi fu il mediatore, che aveva scelto un
avatar (Rappresentazione visiva all'interno della stanza virtuale
NdR), modello “genio della lampada”: cranio completamene
calvo dal centro del quale partiva una coda di cavallo che
arrivava all’altezza della vita; grossi orecchini circolari e baffo
diabolico lungo e filiforme, vesti larghe e scarpe con il ricciolo.
Appena arrivato si fiondò sul porto e sui sigari, per poi
sprofondare nella poltrona col bicchiere pieno aspirava di gusto
lunghe boccate.
Il rappresentante del consorzio, che durante quell'incontro
sarebbe stato chiamato genericamente “il committente”, si
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materializzò poco dopo. Petrus Sialaec, aveva scelto di celarsi,
sotto le sembianze di una donna bionda, statura leggermente
superiore alla media, vestita con un abito color crema, lungo
fino al ginocchio, che aveva come uniche note distintive il
colletto marrone e il badge rosso poco sopra il seno sinistro.
Secondo gli accordi, la parte che aveva richiesto l'incontro
sarebbe stata identificata dal cartellino colore rosso, mentre il
destinatario della richiesta ne avrebbe avuto uno verde. La
connessione era stata avviata dalla saletta riunioni accanto al
suo ufficio, nella sede centrale della Technogenomics. L'avatar
era manovrato da un tecnico al quale Petrus e il suo staff
davano indicazioni.
Sulle prime il mediatore non gli fece una buona impressione.
Dopo aver atteso per un po', fissandolo con espressione
sprezzante, decise di attirare la sua attenzione con un colpo di
tosse.
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-hem, salve, lei deve essere il committente – disse l'altro
avatar con l'espressione un po’ imbarazzata di chi era stato
colto di sorpresa.
-Confermo. – fu la risposta in tono lievemente infastidito.
Il rappresentante del Fronte Intransigente non si fece
attendere:
-Salute a tutti.
Disse lanciando ai presenti un’occhiata veloce mentre si
avvicinava al tavolino. Dopo essersi versato un bicchiere si mise
comodo a sedere. Aveva l'aspetto di un uomo grasso, statura
leggermente inferiore alla media, barba nera e incolta, camicia
rossa a quadri e pantaloni da boscaiolo sorretti da bretelle. A
manovrare il personaggio, connesso da una postazione
provvisoria ricavata in un magazzino abbandonato, c'era Kolos
Gentea, capo della cellula segreta Smax del Fronte Intransigente
e ufficialmente cerimoniere periferico del Culto Udenoida.
-Ok, direi che è meglio per tutti se andiamo subito al sodo:
quanto ci costa e, soprattutto, perché avete scelto di rivolgervi a
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noi? Presumo che in giro ci siano compratori con risorse ben più
ampie di un piccolo gruppo di religiosi...
La donna si schiarì la voce, i suoi manovratori si erano
preparati a incontrare un po' di resistenza:
-Noi intendiamo sostenere la vostra causa. Non c'è bisogno di
alcun esborso da parte vostra...
-Se volete sostenere la causa perché questo anonimato?
-E' una semplice e naturale precauzione, d'altronde
immaginiamo che anche da parte vostra...
-Non è il nostro anonimato ad essere un problema,
ovviamente. E' altrettanto ovvio, tuttavia che non possiamo
fidarci di qualcuno che, pur professandosi un nostro seguace,
mantiene celata la propria identità.
Lo staff personale di Sialaec, quattro persone in tutto, era in
pieno fermento per cercare di reggere la trattativa. Il più
giovane, Eliot Nesslock disse:
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-Forse avremmo dovuto semplicemente cercare di vendergli
il codice, magari li avrebbe insospettiti meno di un'offerta
gratuita.
Petrus ci rifletté per qualche istante poi rispose:
-No. Non potrebbero permettersi il prezzo di mercato
(ammesso che ne esista uno) per un dispositivo di questa
portata, mentre offrirlo ad un prezzo troppo basso li avrebbe
insospettiti ugualmente.
L'avatar donna cercò di mantenere la linea.
-Non è semplicemente per tutelare noi stessi che vogliamo
mantenere il riserbo; la questione è più complessa, poiché ci
sono altri soggetti e istituzioni coinvolti e preferiremmo tenerli
fuori dal rapporto che vorremmo instaurare con…
-Mi faccia capire: ci offrite gratuitamente un'arma dalla
portata enorme; vi dichiarate seguaci del nostro credo, ma non
potete dirci chi siete realmente. Andiamo, non le sembra che
una storia del genere lascerebbe perplesso chiunque?
Petrus sbuffò e dopo aver tirato un sospirò disse:
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-Non accetteranno se non gli diamo un’identità. Lori, Atras
ed Eliot. Procuratene immediatamente una. Diciamo uno
scienziato, un ricercatore, uno che possa aver scovato il codice
da solo e che sia abbastanza sciroccato per consegnarlo a dei
terroristi.
Poi si concentrò sul quarto membro dello staff che
manovrava l’avatar:
-Dobbiamo prendere tempo.
La donna virtuale ebbe un momento di esitazione alla
domanda diretta. Poi iniziò:
-Comprendo il suo punto di vista. Lei vede il codice come
un’arma dall’ingente portata strategica e quindi non può
scinderlo dal suo valore intrinseco in termini economici. Ma
questo è un approccio fuorviante.
L’avatar procedeva con pause calcolate, cercando di
rallentare il più possibile la discussione per fornire un tempo
adeguato alla creazione dell’identità sintetica da spacciare
all’interlocutore.
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-Come dicevo, fuorviante, perché non stiamo parlando
esattamente di un arma in senso proprio.
L’altro alzò un sopracciglio perplesso.
-Il codice trimax è stato concepito per essere utilizzato in
campo prettamente tecno-biologico; si tratta di uno strumento
atto a generare, accelerare e amplificare le combinazioni
possibili tra le basi biologiche di partenza.
-Parliamo di mutazioni genetiche, giusto?-
Cercò di seguire l’altro, che nel frattempo si era acceso un
sigaro non idroponico (tutti i sigari rotariani sono non idroponici
NdR).
-Esatto, ma non solo. Riteniamo che le applicazioni del
codice spaziassero dalle pure speculazioni artistiche, fini a se
stesse, ad altre con maggiori risvolti pratici, tra le quali,
appunto, la difesa.
-Va bene, ma le sarà chiaro che noi di speculazioni non
abbiamo bisogno. Se vuole che prendiamo in considerazione la
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vostra offerta dobbiamo avere maggiori dettagli su di voi, non è
un aspetto che può essere oggetto di discussione.
La donna chinò lo sguardo con aria studiatamente grave poi
iniziò.
-Siamo un gruppo di ricercatori appartenenti alla Fondazione
Galattica per gli studi tecnobiologici…
Il tempo guadagnato nella conversazione aveva consentito la
creazione di quattro profili sintetici, scienziati, vagamente
idealisti, tutti alle dipendenze della fondazione. Se a quel punto
dal Fronte Intransigente avessero voluto cercare di riscontri a
quanto raccontava la donna, li avrebbero trovati nel sistema
generalizzato dei data base galattici. Per una prima verifica
veloce, sarebbe stato sufficiente. In seguito avrebbero
provveduto a rendere più solida la copertura.
Il ciccione virtuale ascoltò con attenzione il breve racconto
della donna. Poi aggiunse:
-Dobbiamo quindi interpretare la vostra offerta come una
richiesta di adesione al nostro gruppo?
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-No. -Si affrettò a specificare l’altra.
-Non siamo iscritti neanche al culto Udenoida. Siamo uomini
di scienza più che d’azione. Condividiamo i vostri intenti e il
contributo che vorremmo offrire alla causa consiste appunto
nella possibilità di utilizzare il prezioso strumento che abbiamo
scoperto.
-Comprendo.
Dopo quella laconica risposta, l'avatar del fronte
intransigente si alzò con calma studiata e fece qualche passo
con atteggiamento riflessivo. Poi riprese:
-Con il dovuto rispetto, non credo che voi abbiate a cuore i
nostri ideali. Trovo più credibile che vogliate trarre un
tornaconto dall'utilizzo che noi potremmo fare del vostro
dispositivo, anche se non ci è chiaro quale.
Petrus Sialaec sobbalzò, il castello di carte che avevano
cercato di costruire sembrava crollato mentre erano appena a
metà.
-Tuttavia, se veramente potete aiutarci a perseguire i nostri
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obbiettivi, i vostri reali fini potrebbero passare in secondo
piano. Provvederò a sottoporre la vostra proposta al
coordinamento. Nel frattempo attendo maggiori dettagli sulle
vostre identità e sulle applicazioni pratiche del dispositivo.
Terminata la frase, la rappresentazione virtuale sparì.
-Per il momento è andata. - disse Petrus con un certo
sollievo. Poi aggiunse:
-Cerchiamo comunque di mettere in piedi una copertura
solida per non destare ulteriori sospetti...
A quel punto l'avatar dell'intermediario si fece avanti per
rivendicare il proprio compenso.
-Non se ne parla neanche, - gli rispose la bionda con
atteggiamento risoluto.
-Riceverà il suo compenso solo quando la transazione si sarà
perfezionata.
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LA DECISIONE DEL FRONTE INTRANSIGENTE
Il comitato di coordinamento del Fronte Intransigente era
composto da un numero imprecisato di capi-cellula anziani di
cui nessuno conosceva la reale identità. Le riunioni plenarie
erano eventi alquanto rari e, nonostante fosse uno degli adepti
più influenti, Kolos Gentea non aveva mai partecipato a alcuna,
prima di quella da lui stesso convocata per discutere della
proposta sul codice Trimax.
Per motivi di sicurezza, gli incontri avvenivano in conference
call tridimensionale. Dal punto di vista di Kolos, la stanza
virtuale dell’incontro era uno spazio avvolto da una fitta
penombra, rappresentato come da una specie di anfiteatro in
miniatura; lui sedeva al centro, illuminato dall’unica luce più
consistente, perché aveva convocato la riunione. Sugli spalti, i
capi-cellula erano rappresentati da occhi debolmente
fosforescenti; ogni paio poteva rappresentare uno o più
partecipanti, in modo che non fosse possibile conoscere
neanche il numero esatto dei presenti.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 32
Quando il sistema registrò un numero sufficiente di
partecipanti connessi, una voce di donna disse con tono
incolore:
-Il quorum è stato raggiunto, la riunione può avere inizio.
Uno dei partecipanti, che nella rappresentazione virtuale si
trovava a sinistra, aprì la discussione.
-Abbiamo tutti ricevuto la relazione inerente l’oggetto della
riunione. Sono state svolte le indagini previste?
-Sì - rispose Kolos rivolgendosi istintivamente nella direzione
nella quale proveniva la domanda.
-Abbiamo verificato l’identità dei quattro soggetti dai quali
proveniva l’offerta. Si tratta di un gruppo di scienziati
ideologicamente vicini alle nostre posizioni, un Esoarcheologo,
due tecnobiologi e un esoetnologo.
-Se sono ideologicamente vicini alle nostre posizioni per
quale motivo non hanno aderito al gruppo? - Chiese un altro.
-Giusto. - Aggiunse un terzo– qualcuno aveva già sentito
parlare di loro?
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Dopo qualche istante di silenzio, il meccanismo di
consultazione collettiva riscontrò che nessuno aveva dichiarato
di conoscere in precedenza il gruppo di scienziati.
-In effetti è plausibile che ci siano ignoti. – Riprese Kolos
-Pur condividendo la nostra ideologia, si tratta d’individui
scarsamente propensi all’attività operativa e alle azioni sul
campo, che vorrebbero contribuire alla causa più con le idee
che con i fatti.
Seguirono alcuni istanti di attesa. L’assenza di osservazioni
denotava un generale assenso. Poi riprese:
-A quanto ci risulta, si sono conosciuti perché portavano
avanti, da differenti punti di vista, ricerche sul medesimo
oggetto, il codice Trimax appunto. Molti lo considerano una
leggenda, tuttavia a quanto pare questi studiosi lo hanno
trovato e oggi lo stanno offrendo alla nostra causa.
-Come facciamo a sapere che non è una trappola?
-Giusto, dobbiamo fidarci del fatto il codice sia stato ritrovato
proprio “da scienziati seguaci della nostra ideologia”?
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Kolos attese che si esaurissero le domande dello stesso
tenore prima di rispondere.
-In effetti, non c’è una garanzia che questa “generosa
proposta” non nasconda qualche sorpresa. D’altro canto,
trattandosi di un’offerta unilaterale e gratuita, potremmo fare
in modo di accettare limitando il rischio: solamente la mia
cellula avrà contatti con loro, se anche riuscissero scoprire
l'identità o a creare dei problemi a qualcuno di noi, il danno sarà
limitato all'interno del mio gruppo.
-Come avete avuto modo di leggere dal rapporto, i benefici
potenziali per la nostra causa sono considerevoli. Vi propongo di
accettare con riserva, assumendomi integralmente il rischio di
un possibile esito negativo.
Ci furono alcuni istanti di silenzio. Poi un bagliore diffuso
negli occhi che fluttuavano nel buoi indicò il raggiungimento di
una delibera positiva.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 35
I FATTORI K E J
I venditori di inserzioni nella Wikipedia Galattica, visto il
cospicuo investimento nel sistema di autocertificazione
effettuato dal loro datore di lavoro, sono generalmente molto
inclini a menzionare i fattori K e J, ma di cosa si tratta
esattamente?
K e J sono rispettivamente il fattore d’inattendibilità e l’indice
d’incompletezza, variabili fondamentali del progetto Massima
Accuratezza Realizzabile, realizzato dalla Best Galaxy Consulting,
una costosissima società di consulenza direzionale, che ha fama
di annoverare tra i suoi esperti le migliori menti dell’universo. La
tesi di fondo è che, qualsiasi informazione rinvenuta nella WG,
può essere considerata assolutamente e massimamente
completa e attendibile, a patto di tenere conto di questi due
fattori, diversi per ciascuna voce e dalla determinazione
assolutamente imperscrutabile (per ulteriori informazioni
potete consultare la voce “determinazione di K e J” della WG,
ma non contate troppo sulla possibilità di capirci qualcosa).
http://massimofamularo.wordpress.com/ 36
A detta di alcuni detrattori, i superconsulenti strapagati, si
sono limitati a rielaborare un concetto già noto in precedenza ai
teorici della Nuova Economica Galattica (per maggiori
informazioni si veda la voce Nuova Economia Galattica della
WG). A questi encomiabili pionieri della conoscenza, è infatti
dovuto il noto principio generale, in base al quale, per ottenere
il risultato desiderato, basta moltiplicare i numeri disponibili per
una qualche lettera scelta in modo opportuno.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 37
L'INCIDENTE (FORSE) DI WAL KDEAD
Era una tiepida giornata di sole a Biezom, quarta città del
pianeta Oremor, e in molti ne avevano approfittato per
concedersi una gita sulla vicina spiaggia di Wal kdead. Tra gli
altri l'avvocato Emir Kursta, che, in vista di un importante
negoziato previsto per il giorno successivo, aveva deciso di
staccare la spina per una mezza giornata. In seguito, la
destinazione scelta per l'escursione non si sarebbe rivelata una
buona idea.
Emir amava nuotare, soprattutto nei periodi in cui si sentiva
sotto pressione; lo trovava liberatorio e rilassante. Mentre
usciva dall’acqua, ristorato e tonificato, si imbatté in due donne
nude, Kay, bionda e Lora, bruna, che si rincorrevano sulla riva.
Ad una prima occhiata, non notò niente di strano in quella
scena, visto che quasi tutti sulla spiaggia erano nudi. A dirla
tutta, una certa parte del corpo di Kay gli impedì di notare
subito che, in effetti, qualcosa di strano c'era in una delle due
http://massimofamularo.wordpress.com/ 38
donne che si rincorrevano. Dopo qualche momento, comunque,
fu la stranezza a farsi notare da lui.
Una delle due donne, decise improvvisamente di lasciar
perdere l'inseguimento e di scagliarsi contro di lui. Con un
impeto che poco ancora aveva di umano, gli si saltò addosso
cercando di morderlo al collo. A quel punto divenne impossibile
non notare che il volto della donna stava progressivamente
mutando in una maschera che aveva sempre meno di umano. Le
pupille, di un rosso sgradevolmente innaturale, erano dilatate
fin quasi a riempire l'area di tutta l'orbita; i denti erano cresciuti
a dismisura ed erano tutti aguzzi e affilatissimi; il colorito del
volto tendeva verso un giallo-verdognolo che evocava un vago
senso di malattia.
Emir era alto uno virgola tre e pesava uno virgola quattro
umanoidi standard. Questo rendeva la sua massa corporea uno
virgola trentotto volte superiore a quella della donna. Per
quanto preso di sorpresa, riuscì a resistere abbastanza
facilmente all’attacco, bloccandole con una mano il mento e
http://massimofamularo.wordpress.com/ 39
cercando con l’altra di difendersi dalle unghie che gli
affondavano nella carne. Mentre si arrampicava su di lui, con
l'intento di morderlo,la donna (o quello che prima era stata una
donna) lo colpì nell’area di maggiore vulnerabilità per i maschi
adulti della razza umana.
Entrambi caddero e rotolarono per qualche metro sulla
spiaggia. A questo punto, l’iniziale disorientamento e sorpresa
dell’uomo lasciarono il posto ad una sana paura. Che fosse
malata, in preda a qualche crisi o dio sa che altro, era
decisamente il caso di reagire prima che riuscisse a morderlo.
Con una certa energia, le assestò un pugno piuttosto forte allo
zigomo (il sinistro dal punto di vista della donna), in modo da
guadagnarsi tempo sufficiente per sopraffarla e portarsi in
ginocchio sulle gambe della donna, mentre le teneva ferme le
braccia al terreno con le proprie. Con tutte le sue forze la
donna si protendeva verso di lui nello strenue tentativo di
affondare i denti nella sua carne..
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Risolto il problema più urgente dell’aggressione diretta, Emir
alzò lo sguardo chiedendosi perché nessuno era intervenuto. La
risposta non fu affatto piacevole. Gli occupanti della spiaggia si
dividevano in aggressori invasati e vittime terrorizzate, che
cercavano di difendersi o di scappare. Se fosse stato
sufficientemente lucido, si sarebbe accorto che il rapporto tra
vittime e aggressori propendeva progressivamente per i
secondi: una volta morse, infatti, le vittime diventavano a loro
volta aggressori.
Nonostante gli sforzi, la donna non riuscì a morderlo e non ci
riuscì neanche nessuno degli altri presenti sulla spiaggia.
Tuttavia Emir non poté ugualmente presenziare all'importante
appuntamento del giorno successivo. Un ricognitore
dell’esercito passò a volo radente nei pressi della spiaggia dove
si erano verificati quelle strane mutazioni. Con sette colpi di
proiettore malnap tutti i presenti su quel tratto di spiaggia, che
fossero stati o meno contagiati, furono carbonizzati.
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GALAXY NEWS
Willy Kawon, ex portaborse di nove parlamentarti diversi,
che nell'arco di tre cicli standard galattici avevano totalizzato il
passaggio per quattordici diversi schieramenti politici, dopo la
dodicesima plastica facciale, aveva ottenuto il posto di
presentatore nella trasmissione olovisiva del momento.
-Galaxy News, signore e signori, vi racconta la verità nuda e
cruda. Quest’oggi ci occupiamo dell’incidente avvenuto sulla
spiaggia di Wal kdead. Sono con noi il colonnello Raw
dell’esercito federale galattico, Ken Clarket, della testata
giornalistica “Scomode Verità” e il venerabile maestro Popey,
dell’ordine degli illuminati di San Bruto. Ci dica colonnello
esattamente cosa è successo?
-Si è trattato di un tragico incidente. Un turbo scooter,
nell'ambito di un servizio di trasporto eccezionale, ha avuto
un’interferenza magnetica al giroscopio direzionale in
prossimità dello stabilimento balneare...
-E' tutto falso!- interruppe Clarket.
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-L’esercito sta cercando di coprire un nuovo attentato
terroristico da parte dei Fronte Intransigente, questa volta
armati di mezzi senza precedenti.
Il militare trasalì visibilmente, cercando di contenere il più
possibile lo sdegno. Poi ribatté cercando di rimarcare il
disprezzo:
-Come può insinuare una cosa del genere? Che una tragedia
di queste proporzioni sarebbe in realtà una montatura? Ma lo sa
che cinque dei nostri ragazzi sono morti nell’incidente?
Dovrebbe avere almeno un po’ di rispetto per le loro famiglie...
In quel momento intervenne il prelato:
-Rispetto dovrebbe avere l’esercito nei nostri confronti,
generale.
-Colonnello- corresse Kawon
-Fa lo stesso- proseguì Popey.
-Il punto centrale è che sarebbe molto grave se l’esercito
stesse cercando di coprire le responsabilità di una delle maggiori
religioni…
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-Piano con le accuse, eminenza- intervenne Clarket
-Non è ancora stato provato il collegamento tra l’attività
terroristica dei Fronte Intransigente e il Culto Udenoida.
Il colonnello riprese la parola:
-Non c’è stato nessun atto terroristico...
-L’incidente da voi descritto non è plausibile – interruppe
ancora Clarket.
-Le responsabilità del Culto Udenoida non si possono
nascondere... – provò a inserisi il prelato.
-Ordine per favore, signori. – Intervenne il moderatore
mentre i microfoni degli ospiti venivano disattivati, visto che
parlavano contemporaneamente.
-Dunque riprendiamo parlando uno alla volta, per favore.
Concluda la descrizione dell’incidente colonnello.
-Come dicevo, il trasporto eccezionale ha subito una
deviazione inattesa dovuta a un malfunzionamento. Purtroppo i
piloti hanno provato a fare il possibile per tentare un atterraggio
di fortuna, ma è stato tutto inutile. E’ stata una tragica fatalità.
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-Con il colonnello abbiamo ascoltato la posizione ufficiale
dell’esercito. Cosa ha da dire Clarket?
-Che nella versione dei fatti esposta dalle forze armate ci
sono diversi aspetti poco convincenti. Tre domande: quale tipo
di anomalia magnetica può far precipitare un turbo scooter in
questo modo? Se interrogate a questo proposito l’istituto
galattico di statistica, vi risponderanno che un incidente del
genere ha una probabilità su ventisette milioni di verificarsi.
Seconda domanda: gli effetti devastanti dell’impatto hanno
vaporizzato più di cinquanta persone, le rare volte che un
incidente aereo con turbo scooter si è verificato, peraltro per
per motivi diversi dall’anomalia dichiarata, sono stati ritrovati
resti del velivolo e dei passeggeri, non è plausibile che tutto sia
stato vaporizzato nell’impatto. Terza ed ultima domanda: ci
sono già stati tre attacchi terroristici da parte del Fronte
Intransigente, che il governo e le forze armate si rifiutano di
riconoscere, siamo di fronte al quarto episodio? Per quale
motivo volete celare questi avvenimenti all’opinione pubblica?
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Il militare aveva atteso in silenzio lasciando parlare il
giornalista senza interruzioni. Al termine dell’intervento lanciò
uno sguardo al moderatore per chiedere facoltà di replica.
Ottenuto l’assenso esordì:
-Dunque, partirei dall’ultima domanda poiché racchiude il
senso di questa discussione. Lei e quelli come lei lucrate sul
sensazionalismo e sulle menzogne spacciate per inchieste
giornalistiche. Sareste capaci di precipitare la galassia nel caos
pur di diffondere le vostre voci infondate e prive di qualsiasi
riscontro. Non comprendo come non siate già stati sanzionati
dal CGEI (per maggiori informazioni sul Comitato Galattico per
l'Edulcorazione dell’Informazione si vede l'apposita voce della
Wikipedia Galattica).
-Lei non sta rispondendo, cerca di eludere le mie domande.
In questo modo non fa altro che confermare che nascondete
qualcosa.
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-Non abbiamo nulla da nascondere. Cerchiamo solo di
difenderci dalle vostre squallide calunnie e soprattutto
desideriamo difendere la memoria dei nostri ragazzi che…
Ad interromperlo intervenne il prelato che, fino a quel
momento, aveva espresso con l’espressione del viso la propria
indignazione.
-Non nomini quei poveri ragazzi. Loro non c’entrano con i
vostri giochi di potere. Ci parli invece di questa nuova religione
emergente, che sembra essere arrivata al punto di tenere in
pugno il governo galattico. Non è naturale una crescita
verificatasi in così breve tempo e non è normale che scenda in
campo addirittura l’esercito per proteggere il braccio armato di
questi…
-Sua eminenza la prego di moderare il tono delle sue
esternazioni. Il governo e l’esercito non intendono favorire
alcuna religione…
-Ma parliamo di questi ragazzi allora - incalzò Clarket.
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-Ci avete mostrato delle foto, ma nessuno dei loro compagni
è autorizzato a parlare e non ci è stato possibile avvicinare i loro
familiari. Anche i funerali si svolgeranno in forma riservata,
senza l’accesso alla stampa: cosa avete da nascondere?
-Cerchiamo solamente di tutelare i familiari di quei giovani e
difendere la loro memoria: vogliamo evitare che sciacalli senza
scrupoli come lei ne facciano scempio.
Il religioso a questo punto prese le difese del militare:
-Su questo il tenente ha ragione...
-Colonnello- corresse Kawon.
-Non importa. I mezzi di comunicazione dovrebbero aiutare
le persone a comprendere la verità, non confondere le idee.
Concentriamoci su mandante di questo attentato, il culto
Udenoida.
-Non c’è stato nessun attentato - ripetè Raw.
Clarket si alzò in piedi:
-La verità è che quei giovani non esistono. Fonti riservate
hanno verificato che i loro profili sono stati aggiunti il giorno
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dell’incidente negli archivi militari. Non ce li fanno vedere
perché in realtà non esistono, si tratta di una copertura.
-Per favore, Clarket, le sue affermazioni sono estremamente
gravi…
Se le parole di Kawon sembravano redarguire il giornalista,
l’espressione del suo viso era letteralmente gongolante. Il tono
che stava prendendo la trasmissione era di quelli apprezzati dal
pubblico.
-Non sono disposto ad ascoltare altro.
Detto questo l’ologramma del colonnello si dissolse. Gli altri
due ospiti nel frattempo avevano preso a litigare.
-Signori per favore. -Kawon aveva nuovamente disattivato i
microfoni. Poi tornata la calma, riprese:
-Gran maestro Popey, qual è la sua posizione?
-E' molto semplice: c’è qualcosa di preoccupante nella rapida
ascesa del Culto Udenoida. Ancora di più dovremmo
preoccuparci del sottile legame tra il consenso acquisito da
questa religione e i crimini perpetrati dal gruppo terroristico. E’
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possibile che, dietro tutto questo, ci sia un disegno preciso. Un
programma che mira a utilizzare la paura come strumento di
dominio delle masse.
-Provo a riassumere, sua eminenza.
Intervenne il presentatore.
-Lei sostiene che il fine dei terroristi sia diffondere la paura e
che questo avvantaggi il Culto Udenoida nel fare proseliti?
-Esattamente. Va approfondito a questo proposito il ruolo
del governo…
-Lei cosa ne pensa, Clarket?
-Noi sosteniamo che l’incidente di Wal kdead sia il quarto
attentato terroristico verificatosi durante l’ultimo ciclo
maggiore. Nonostante il governo e l’esercito continuino a
smentire per almeno due attacchi terroristici esistono evidenze
inconfutabili.
-Ma per quale motivo vorrebbero nascondere questi
attentati?
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-E’ quello che stiamo cercando di scoprire. Probabilmente
per non dover ammettere che non sanno che pesci pigliare.
L'aspetto più preoccupante è che, con quest'ultimo attentato,
sembra che questi terroristi abbiano avuto accesso ad un know
how biotecnologico più avanzato: c’è qualcosa di molto strano e
noi cerchiamo di scoprire cosa.
-Vi state allontanando dal fulcro della questione -intervenne
il prelato.
-Dovreste concentrarvi sul ruolo del Culto Udenoida quale
mandante degli attentati; solo così, arriverete al cuore del
problema. Il male va combattuto alla radice, non fermandosi ai
sintomi.
-Non esistono evidenze che dietro al Fronte Intransigente ci
sia il Culto Udenoida...
-Mi meraviglia Clarket, dove è andato a finire il suo acume?
Chi altri può esserci dietro i Fronte Intransigente? Nei loro
proclami si dichiarano appartenenti al Culto Udenoida, la
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religione che più ha beneficiato dal clima di paura degli
attentati: di che altro avete bisogno?
-Mi perdoni, ma non è così semplice. Chiunque potrebbe
commettere massacri e dichiararsi, poniamo, discepolo
dell’ordine di san Bruto.
-Naturalmente - acconsentì il prelato- tuttavia vi consiglio
caldamente di non perdere di vista quello che probabilmente,
nella sua semplicità, è il disegno di fondo alla base di questa
operazione.
Il presentatore intervenne per segnalare l’intervallo:
-Attentati? Incidenti? Chi sono i terroristi del Fronte
Intransigente e per quale motivo il governo si ostina a negare?
Questo e molto altro dopo la pubblicità.
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COME DUE VECCHI AMICI
L’Yxor bar era un posto molto esclusivo. Posizionato sul
satellite artificiale glamour IV, era il posto ideale per scambiare
quattro chiacchiere in privato senza dare troppo nell’occhio.
Facevano ovviamente eccezione i periodici scoop concordati ad
arte con le vittime per finalità autopromozionali.
Dietro una colonna in plurispex, all’interno della quale si
esibiva una danzatrice olografica, Alex Raw e Ken Clarket erano
al secondo aperitivo.
-Sai una cosa, colonnello?
-Alex, per favore. Quando non sono in divisa, niente
colonnello.
-Sai una cosa, Alex?
-Cosa?
-Quando hai lasciato la trasmissione incazzato sembravi
proprio uno che fa sul serio.
Risate da parte di entrambi.
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-Lo dici perché non sai che, all’accademia militare di Toonplat
sono titolare di una cattedra di “manifestazione del
disappunto.”
-No, lo dico proprio perché ne sono a conoscenza. So tutto
delle persone con cui vado in trasmissione.
Il militare mandò giù un lungo sorso e fece cenno alla
cameriera in topless di portarne altri due.
-Non mi è chiaro invece come abbiate fatto a evitare la scure
del CGEI.
Il giornalista lo scrutò con aria furba, sorrise, poi iniziò con
tono didascalico:
-Lo stop da parte del Comitato Galattico per l'Edulcorazione
dell’Informazione è previsto a breve. Fa parte della procedura
standard.
-Procedura standard?
Chiese l'altro mentre mandava giù il protomultipode sullo
stuzzicanti del drink.
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-Certo. Il comitato può agire in modo diretto censurando
l'informazione oppure in modo indiretto. Le azioni dirette in
genere hanno un 'effetto boomerang': se vieti la diffusione di
alcune informazioni, dai l'impressione di avere qualcosa da
nascondere e quindi susciti un interesse ancora maggiore.
-Scusa, ma non dovrebbe essere questo il fine del Comitato?
Applicare una sorta di censura? Eppoi se impedisci che una
notizia sia divulgata come fai ad attirare l'attenzione?
L'altro si infilò in bocca contemporaneamente due tartine
assumendo un'espressione tipo “ma devo spiegarti proprio
tutto?”. Dopo aver inghiottito riprese:
-Andiamo con ordine. Il CGEI ha lo scopo di “regolare”la
diffusione delle informazioni. Quindi vuole che alcune notizie
vengano diffuse e altre no. Come ti sarà chiaro, attuare una
censura efficace, dati gli attuali sistemi di comunicazione, è
praticamente impossibile. Qualsiasi tentativo in questa
direzione, produrrebbe inevitabili fughe di indiscrezioni sui vari
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social network, blog e gruppi di discussione finendo, inevitabile,
per dare risalto a quello che si vuole occultare.
L'altro annuiva seguendo il discorso.
-Pertanto la procedura standard prevede la distrazione
dell'attenzione e la delegittimazione delle fonti che riportano le
notizie che non si vuole vengano diffuse. Nel caso degli attentati
del Fronte intransigente, il governo galattico ha consentito che
la verità fosse accennata nella trasmissione televisiva, in modo
da poterla confondere con la propaganda religiosa di Popey e
con la tua “versione ufficiale.” Quando partirà la scomunica del
CGEI, la tesi che io sostegno verrà degradata, agli occhi
dell'opinione pubblica, a mera teoria del complotto.
-Bah, certe cose a noi non le spiegano…
Mugugnò Raw deluso.
-Che vuoi farci?- Sorrise Clarket
-Meglio berci qualcosa su.
-Bene, allora vuol dire che questo giro lo paghi tu.
IL GOVERNO GALATTICO (E QUELLI CHE LO
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CONTROLLANO)
Monitor Luinsky, ministro per la dignità cosmica, non era
esattamente quello che si potrebbe definire un esponente di
spicco del governo galattico. Incluso nella compagine
dell’esecutivo per compiacere l’associazionismo giovanile, in
precedenza era stato un mediocre attore di soap opera,
fotomodello e presentatore televisivo. Aveva anche pubblicato
alcuni libri, ma nessuno credeva che li avesse veramente scritti
lui, nonostante la sciatteria dello stile e la pochezza dei
contenuti accuratamente dissimulati dagli autori. Avrebbe
voluto anche pubblicare una o due canzoni, ma il suo agente gli
aveva rappresentato, con il dovuto tatto, che anche la
distrazione e il cattivo gusto dei consumatori avevano un limite.
In ogni caso, tutti lo trovavano sufficientemente simpatico e,
soprattutto, innocuo.
Nessuno avrebbe potuto immaginare che, in qualità di
portavoce del Grande Cartello Aziendale (in seguito GCA), di
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fatto poteva dettare ordini al governatore ufficiale della
galassia.
In uno degli uffici per i delegati esterni, nell’ala nord del
palazzo del governo, era stata attrezzata una sala per le
trasmissioni criptate. All'orario prestabilito, Monitor attivò la
comunicazione:
-Come concordato, l'impatto mediatico della vicenda sul
pianeta Oremor è stato minimizzato.
-Bene.
Fu la risposta laconica. Tutte le comunicazioni con il direttivo,
organo di comando del Cartello, avvenivano senza audio e
facevano riferimento ad un generico interlocutore noto come il
Portavoce. Monitor, proseguì:
-Come indicato nell'ultimo rapporto, non siamo ancora certi
dell'attribuzione dell'attentato. Con una probabilità del
cinquanta-sessanta percento, potrebbe essere ascrivibile al
Fronte Intransigente, la frangia estremista del culto Udenoida;
per un rimanente venti-venticinque, potrebbe essersi trattato
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del nucleo indipendentista autoctono di Oremor; con
percentuali minori, gli ecoterroristi del Verde Acqua, i post-
statalisti del modello superfisso e naturalmente la setta dei
quoti.
Dopo una breve attesa il portavoce rispose:
-Dalle analisti descritte nell'ultimo rapporto, si evince che il
livello della tecnologia impiegato per l'attentato è
significativamente al di là delle possibilità di tutti questi gruppi
terroristici. Qualcuno deve averli aiutati a prepararlo e nessuno
al di fuori dei nostri avversari del Consorzio Pharmatec dispone
delle competenze e dei risorse necessaria.
-E' plausibile.
Convenì Monitor. Poi aggiunse:
-Mi domando quale interesse potrebbero avere nell'aiutare
dei terroristi?
-Abbiamo alcune ipotesi.
Rispose laconicamente il portavoce.
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Monitor attese in silenzio qualche istante per accertarsi che
l'altro avesse finito di parlare. Poi chiese:
-Ci sono disposizioni per l'immediato?
-Sì. Il governo dovrà convocare Seus Odys.
Il ministro, forte del fatto che non potevano vederlo,
espresse in viso tutta la sorpresa e il disappunto per quella
disposizione. Poi chiese:
-Quella specie di avventuriero?
-Esattamente. Intendiamo affidargli il compito di recuperare
l'anticodice Trimax.
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SEUS ODYS
A circa otto terralu dal pianeta Warstars, l'astronave Dorotea
si trovava in una posizione piuttosto scomoda, accerchiata da
tre falconi Rapax con i proiettori al plasma pronti a fare fuoco.
Nel ponte di comando una proiezione olografica riproduceva la
situazione esterna, rappresentando oltre ad un’immagine
tridimensionale della stessa Dorotea, le astronavi nemiche a cui
assegnava le denominazioni convenzionali A,B,C e i colori Rosso,
Verde e Blu.
-Messaggio dall’astronave A: -disse Dorotea negli auricolari di
tutti e tre gli occupanti della plancia. Poi tradusse il messaggio
con tono di voce maschile: -Parla Rosirius, comandante
dell'ottava guarnigione militare. V’intimiamo immediatamente
di rilasciare la principessa Lyela. Seguirà un colpo di
avvertimento.
Il raggio degli incursori nemici ridusse del 10% gli scudi
difensivi. Dopo aver tradotto il messaggio Dorotea proseguì con
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il Rapporto di forza sintetico che le era stato richiesto in
precedenza:
-Rapporto difesa interna/offesa esterna su singola astronave
pari al 65% per 0,2 periodi.
Questo voleva dire che una sola delle navi avversarie era in
grado di abbattere gli scudi della Dorotera con un fuoco
continuato alla massima potenza per la durata di circa 2 decimi
di periodo.
-Rapporto difesa esterna/offesa interna su singola astronave
pari al 48% su 0,15 periodi.
-Ok – disse tra sè Seus, cercando di raccogliere le idee nel
modo più rapido possibile. Poi ad ad alta voce:
–Che possibilità ci sono per una fuga attraverso l’iperspazio?
L'astronave si astenne dal fornire una semplice probabilità
statistica e ritenne comunicativamente più efficace rispondere:
-Se provassimo a partire, il fuoco incrociato delle navi
avversarie ci fermerebbe prima di riuscire ad attivare la
curvatura extra spaziale.
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-Di quanto tempo avremmo bisogno per riuscire a scappare?
-15 centiperiodi.
-Mmmm, di quanto avemmo bisogno se fossimo certi di non
venire attaccati durante la fase di preparazione dei motori?
-3 centiperiodi.
-Mente, è possibile instaurare un controllo telepatico a
distanza? - chiese all’albino che sedeva alla sua sinistra.
-Sulle tre navi rilevo oltre trenta entità biologiche senzienti.
Di queste, nove svolgono funzioni di rilievo, inclusi i tre
comandanti. Potrei riuscire a fermare due o tre individui per
circa qualche centiperiodo, ma non ne sono certo:i percorsi
mentali dei Klugka sono molto articolati…
Per qualche secondo Seus rimase in silenzio, poi disse a voce
alta:
-Proposta strategica: gli proponiamo di lasciarci preparare i
motori in anticipo, sostenendo che potranno prelevare la
principessa al termine della fase di avvio. Sosterremo che
vogliamo essere pronti ad attivare l’extra propulsione appena la
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principessa è stata teletrasportata. In realtà gli lasceremo
prendere un Orgasim. Commenti?
Dorotea parlò per prima: -E’ possibile che i loro tempi di
reazione non ci consentano di partire. Appena si accorgeranno
dello scambio ci attaccheranno.
-Mente dovrebbe bloccare per tre centiperiodi i comandanti
della nave, in modo da consentirci di attivare l’extrapropulsione.
Il terzo occupante del ponte di comando, che sedeva alla
destra del comandante, prese la parola:
-Occorrerebbe bloccare anche i comandanti in seconda,
perché potrebbero prendere l’iniziativa, in caso di reazione
lenta dei comandanti principali. Inoltre, se esistono canali di
comunicazione non convenzionali tra le tre astronavi,
l’informazione del nostro espediente potrebbe venire diffusa
prima del previsto.
Un nuovo colpo di avvertimento ridusse gli scudi di un altro
5%.
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-mmm troppe persone – commentò tra se Seus. Poi disse ad
alta voce:
-Dorotea, comunica che vogliamo discutere le condizioni di
rilascio e predisposi un orgasim della principessa. Mente, credi
di riuscire a bloccare i soggetti che ha indicato Vera?
- Non tutti. Inoltre, non conosciamo il grado di automazione
delle astronavi. Potrebbero disporre di intelligenze artificiali
autorizzate ad intervenire in caso di mancato tempismo da
parte del personale organico.
-Gli addetti agli armamenti! - Interruppe Vera.
-La maggior parte delle civiltà con caratteristiche simili a i
Klugka preferisce che, sebbene coadiuvati dagli apparati
tecnologici, “il dito che preme il grilletto” appartenga sempre ad
un entità organica. Se blocchiamo i tre addetti agli armamenti,
potremo avere il tempo che ci serve.
-Ottima idea!- rispose Seus, poi rivolgendosi all'albino:
-Mente, riesci a individuarli?
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Prima che il telepate potesse rispondere Dorotea annunciò la
risposta dal comandante della guarnigione Klugka, mentre sul
bracciolo sinistro della poltrona di Seus apparvero alcune icone
per la gestione della conversazione.
-Non siete nella posizione di trattare. La potenza di fuoco del
nostro armamento è significativamente superiore a quella di cui
disponete voi. Rilasciate la principessa e vi consentiremo di
continuare a vivere. Quando avremo ottenuto quello che
cerchiamo, non avremo alcun interesse a distruggervi.
Seus si schiarì la gola, cercando di assumere un tono di voce il
più possibile sicuro di sé, come se la comunicazione con il
comandante alieno non fosse mediata da un sistema
automatico di traduzione. Poi sfiorò un icona olografica per
attivare la comunicazione:
-Possiamo trattare eccome. Dubito che possiate attaccarci
seriamente fino a quando la principessa è a bordo.
-La vostra conclusione è errata. Il nostro obiettivo primario è
recuperare la principessa, ma nell’eventualità che questo non
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fosse realizzabile, abbiamo l'ordine impedire a qualsiasi costo
che possa rientrare sul pianeta Sei G Un. Questo include la
possibilità che lei non sopravviva.
Seus sfiorò l'icona olografica, per interrompere la
trasmissione audio verso l’altra astronave. Poi si rivolse alla
semidonna.
-Vera, stanno bleffando?
-E’ abbastanza improbabile che rinuncino tanto facilmente a
riprendersi la prigioniera, tuttavia ci sono buone possibilità che
non esitino a distruggerci pur di evitare che ritorni a casa.
Nel frattempo Mente aveva terminato l'ispezione telepatica.
-Ho individuato due addetti agli armamenti. Sulla terza
astronave gli armamenti sono automatizzati e vengono
controllati direttamente dal capitano.
Seus riattivò le comunicazioni.
-Non ci sarà bisogno di eliminare nessuno. Siamo disposti a
consegnarvi la principessa. Dovete però essere ragionevoli e
offrirci delle garanzie per potare a termine la trattativa.
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-Formulate la vostra proposta. - Rispose il comandante della
guarnigione militare.
-Noi ci prepareremo ad attivare la propulsione iperspaziale, i
computer delle nostre navi si coordineranno in modo che,
immediatamente dopo che avrete prelevato con il teletrasporto
la principessa, noi ci allontaneremo lungo la curvatura
extraspaziale.
-Vi potremo consentire di allontanarvi solo dopo che avremo
verificato che il teletrasporto della principessa sia andato a
buon fine.
Dopo aver silenziato la comunicazione, chiese a Mente:
-Si tratta di tre individui da bloccare per tre centiperido, credi
di potercela fare?
-Sì, possiamo provarci.
Seus scambiò uno sguardo prima con Vera e poi con Mente.
Poi riattivò la comunicazione.
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-Prepareremo i motori, autorizzeremo il teletrasporto della
principessa e attenderemo un vostro segnale di conferma per
ripartire.
La risposta arrivò quasi subito:
-Riteniamo accettabile la vostra proposta per il
trasferimento. Autorizzate il prelievo della principessa via
teletrasporto e dopo che avremo trasmesso il segnale di
conferma potrete partire.
Dopo aver chiuso la comunicazione Seus disse:
-Dora, prepara tutto per l’iperspazio e coordinati con Mente:
appena l’orgasim della principessa sarà stato teletrasportato
attiviamo la curvatura, Mente immobilizzerà i due addetti agli
armamenti e il comandante dell’altra nave. Partiamo senza
segnale. Che gli dei di Theopan siano con noi.
Gli istanti successivi apparvero interminabili per gli occupanti
della Dorotea che seguirono, ciascuno sullo schermo
individuale, quello che stava accadendo. L’astronave A prelevò
con il teletrasporto il simulacro organico della principessa,
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mentre la Dorotea aveva predisposto i motori per la fuga. Senza
attendere il segnale di conferma, l’astronave di Seus partì e gli
ordini dei tre comandanti di fare fuoco furono ignorati. I primi
due ordini non furono eseguiti dagli addetti, mentre il terzo
seppur impartito dal cervello del comandante, non fu trasmesso
al sistema automatizzato. Tre centesimi di periodo dopo la
dorotea era svanita lungo la curvatura extraspaziale lasciando i
membri della guarnigione militare ad interrogarsi su che cosa
fosse successo.
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IL RINFRESCO DOPO LA MISSIONE
Seus, Vera e Mente entrarono nella sala ampia dove li
attendevano una cinquantina di persone per il rinfresco in loro
onore. La sala per i ricevimenti era stata dimensionata per circa
settanta o ottanta invitati, sebbene i presenti non fossero più
una cinquantina. Secondo i più recenti canoni dell’architettura
fluida, infatti, si preferiva lasciare un po’ di spazio tra la capienza
minima necessaria e il dimensionamento effettivo degli
ambienti. Questo margine veniva definito margine di respiro o
anche buona creanza.
L’ambiente del rinfresco era stato diviso in tre parti. Alla
sinistra di chi entrava nella sala, c’era un ricco buffet
comprendente una vasta selezione dei piatti più comuni della
cucina galattica standard. Spiccavano per varietà di colori e
creatività di assortimento lo sformato di lumache altairiane, il
celeberrimo couscous ibrido di Arturo e l’immancabile carpaccio
di barbabietole di Vega. Per i puristi che contestano la
possibilità di cucinare un carpaccio con barbabietole,
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rimandiamo alla voce barbabietole di Vega della Wikipedia
Galattica, dove viene diffusamente trattata l’annosa
controversia in merito all’appartenenza di queste ultime al
regno animale, vegetale, roccioso arturiano o altro dei
settantatré regni conosciuti. Di fronte al buffet facevano la loro
figura comodissime poltrone in gommoplastica e tavolini in
lignex all’ultima moda.
La sezione centrale era occupata da un’ampia vasca
idromassaggio mantenuta alla temperatura costante di
trentasette gradi. Per essere precisi, volendo sposare le tesi del
filone di architettura galattica noto come “le dimensioni
contano”, la vasca si sarebbe più propriamente dovuta definire
una piscina. Tuttavia gli organizzatori dell’evento
appartenevano all’opposta corrente architettonica nota come
del “chi sene frega?” (definizione probabilmente coniata dai
detrattori di questa scuola di pensiero). Essi avevano pertanto
apposto un cartello con la dizione “Vasca Idromassaggio” ai
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bordi dell’ampio spazio pieno d’acqua predisposto per
consentire agli invitati di fare il bagno.
La terza parte dell’ambiente era stata adibita a terrazza
sintetica con il panorama olografico impostato su “tramonto
tardo autunnale su Betha Cronos” con la caratteristica
disposizione delle due lune rispetto al sole. Varie piante grasse
Saltusiane, particolarmente odorose, erano state disposte a
delimitare quest’area per rendere l’atmosfera ancora più
confortevole. Completavano il quadro tavolini trasparenti in
pluriperspex, su cui venivano messi a disposizione sigari
aromatici egida, narghilè neuronici e una selezione di polverine
esotiche da sniffo.
I presenti al rinfresco erano quasi totalmente figuranti
assunti per quell’occasione. Il figurante da ricevimento
mondano era una professione di tutto rispetto, peraltro
particolarmente fiorente in quel periodo. Si trattava di soggetti
dall’apparenza particolarmente attraente che, previo
pagamento di un opportuno sovrapprezzo, potevano innestarsi
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software neurale che li rendeva in grado di reggere
dignitosamente qualsiasi tipo di conversazione. Su richiesta
degli organizzatori della serata, l’unico requisito dei presenti era
tuttavia la disponibilità sessuale nei confronti dei tre ospiti
d’onore.
Una donna alta dai capelli vaporosi e dalla carnagione
ambrata li accolse all’ingresso con un largo sorriso.
-Buonasera, io sono Xandra e il mio compito e rendere
piacevole per voi questo rinfresco. Inizio col porgere a tutti voi
le congratulazioni del consiglio dei savi, per aver portato a
termine egregiamente gli incarichi che vi erano stati affidati.
-Non mi sembra sia esattamente questa la vostra posizione
ufficiale.
Accennò Seus. Poi Mente precisò in dettaglio:
-Secondo i comunicati ufficiali, il governo provvisorio
sostiene che, pur non potendo perseguirci direttamente, perché
non abbiamo violato le sue leggi, condanna duramente la nostra
operazione di salvataggio della principessa....
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Senza scomporsi la donna cercò di abbozzare un sorriso di
complicità e accennare una strizzata d'occhio:
-diciamo allora che questa è la posizione “non ufficiale” se
vogliamo essere così precisi.
-Beh, direi che la precisione è quanto mai opportuna: questa
operazione ha aggiunto i Klugka all’elenco delle persone che ci
vogliono morti - riprese Seus con un sorriso beffardo - mi
perdonerà se cerco di essere meticoloso nel tenere aggiornato il
conto…
-Non tutti i Klugka - ribattè la donna dimostrandosi preparata
almeno quanto attraente.
-Diversi esponenti delle famiglie nobili che erano contrari al
rapimento della principessa Lyela e vedono positivamente il
fatto che l'abbiate liberata. Senza contare che, i Luquiani, che
hanno riavuto la loro principessa, vi saranno di sicuro
riconoscenti. A conti fatti, è possibile dovrete registrare un
bilancio positivo nell’aggiornamento dell’elenco dei nemici.
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Poi, come per interrompere quel filone di conversazione
poco promettente:
-Suggerirei di aprire la serata con un brindisi.
Xandra sottolineò l'invito con un sorriso ancora più ampio (se
possibile) di quello sfoggiato in precedenza.
Subito emerse un’altra donna dalla carnagione molto chiara
e dai lunghi capelli scuri, vestita con una sorta di sari
trasparente, punteggiato di brillantini, che portava un vassoio
con tre bicchieri.
-C’è qualcosa nei bicchieri, non bevete.
Mente si era messo in contatto telepatico con i due
compagni per segnalargli il pericolo che aveva percepito nella
mente di qualcuno dei presenti. Senza scomporsi i tre
accostarono i bicchieri presi dal vassoio a quello che,
casualmente, Xandra aveva già in mano. Nel momento in cui
avevano portato il bicchiere alle labbra Seus finse un colpo di
tosse e poi cinse la donna in vita con il braccio sinistro mentre
con il destro allontanava il bicchiere.
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-Mi dica, Xandra, ha organizzato lei questo rinfresco?
-Beh, sì – ridacchiò- è il mio lavoro...
-Mmm deve trattarsi di un lavoro interessante.
Senza attirare l’attenzione Vera lasciò cadere qualche goccia
della bevanda sul polso della propria tuta e poi vi avvicinò
l’anello analizzatore. Dopo pochi istanti tirò fuori dalla tasca il
palmare e vi lesse i risultati, che comunicò telepaticamente ai
compagni, grazie al collegamento stabilito da Mente:
-Non si tratta di un vero e proprio veleno, ma di una droga
sintetica, peraltro non in dosaggio letale. Forse volevano
rallegrarci un po' la serata...
MENTE(sempre per via telepatica): Con ogni probabilità
anche molti degli alimenti del buffet sono stati adulterati. La
maggior parte dei presenti però è allo scuro di tutto. Sono
riuscito a captare da Xandra il pensiero che ci ha messo in
guardia.
SEUS: Continuate a comportarvi come se niente fosse. Vera
trasmetti a Dorothea la composizione chimica della droga e
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chiedile se è possibile sintetizzare un antidoto. Mente, continua
a sondare i presenti per scoprire se c’è altro.
MENTE: Se non vogliono ucciderci quale può essere il loro
obiettivo? Soprattutto chi può avere interesse a drogarci?
VERA: Beh, ovviamente gli ultimi in ordine di tempo a cui
abbiamo pestato i piedi sono i Klugka. Ponderando per i motivi
di contrasto nei nostri confronti direi che seguono i
contrabbandieri del nono settore, i controrivoluzionari dal
pianeta Tierfron e naturalmente i senatori dissidenti del concilio
omega.
SEUS: mmm tutto plausibile. Per ora, però il punto di
partenza è che non hanno cercato di ucciderci subito, questo
dovrebbe darci indicazioni sullo stile dei mandanti.
VERA: Non sono in molti ad essere al corrente di questa
serata, le indagini non dovrebbero essere difficili.
SEUS: Corretto. Le pasticche di antidoto sono state
teletrasportate nelle nostre tute. Direi di “fingere” di divertirci e
vedere se viene fuori qualcos’altro.
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LA CONVOCAZIONE DI SEUS
Oltre all’aspetto avvenente Xandra aveva anche una
conversazione ricercata. Naturalmente si trattava di un
impianto software neurale, in ogni caso doveva trattarsi di un
tipo particolarmente sofisticato perché l'effetto era molto
realistico.
-… e quindi che cosa avete fatto quando sono arrivati i pirati,
Seus caro?
-Quello che avrebbe fatto qualunque avventuriero senza
paura, ovviamente.
Pochi istanti di silenzio.
-Ce la siamo data a gambe levate.
Xandra rise in modo un po’ eccessivo, forse perché aveva
bevuto troppo. Seus ne approfittò per mettersi in contatto
telepatico con i suoi compagni.
-Dubito che riuscirò a trarre qualche informazione utile dalla
signorina. A voi come va?
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VERA: Beh qualche altra cosa dalla signorina mi sembra che
tu sia riuscito a ottenerlo…
MENTE: A parte le battute di Vera, dubito anche io che
caveremo qualcosa di utile dai figuranti della festa.
SEUS: Ok, allora vuol dire che saremo “costretti” a
comportarci come semplici invitati.
VERA: Non potevamo aspettarci di trovare degli indizi troppo
evidenti. In fondo si tratta di semplici comparse assunte per
l’occasione. Dobbiamo fare attenzione ai particolari…
In quel mentre le si avvicinarono un uomo e una donna di
bell’aspetto.
-Le spiace se ci accomodiamo?- disse il maschio con
disinvoltura. Senza attendere il consenso si sedettero ai due lati
del divano a tre posti che in precedenza Vera occupava da sola.
MENTE: Mi pare di capire che i nostri ospiti siano informati
sui tuoi gusti...
VERA: Puoi dirlo forte. Vorrà dire che potrò consolarmi nel
caso non venissimo a capo di nulla.
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SEUS: Cerca di non consolarti troppo, potremmo ingelosirci.
VERA: Naa, tu e testa quadra sapete bene di essere i miei
preferiti.
MENTE: Testa quadra?
I tre scoppiarono a ridere con qualche imbarazzo nei
confronti delle persone con cui stavano parlando durante il
contatto telepatico.
Col progredire della conversazione e del quantitativo di
alcolici ingeriti, Xandra si faceva sempre più audace. Al quarto
cocktail si era praticamente seduta in braccio a Odys.
Sfiorandogli la punta del naso con l’indice e sfoderando il sorriso
più accattivante di cui era capace disse:
-Seus, io non sono una semplice figurante a questa festa.-
L’espressione si era fatta di colpo seria.
-Ho il grado di maggiore nell’esercito di Quonzinar IV. Dopo il
colpo di stato della corporazione siderurgica siamo rimasti in
pochi a combattere per la libertà. Tu potresti dare una nuova
speranza al mio popolo…
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Seus cercò di prendere tempo.
-Posso dirti a nome del mio equipaggio che siamo onorati per
la proposta, tuttavia il compito che attualmente…
-Ma lo hai portato a termine! La principessa Lyela è stata
liberata, i Luquiani hanno ottenuto quello che volevano.
Il tono della voce, in partenza fermo e deciso, si era
ridimensionato gradualmente ed era diventato di nuovo
suadente.
Nell’immensa vasca idromassaggio Mente conversava
amabilmente con una bruna dalla carnagione chiarissima.
-Non dirai sul serio, Sonia?
Per tutta risposta ricevette un risolino di sfida dopo il quale la
ragazza scomparve sott’acqua lasciandolo con un’espressione
dapprima sorpresa, poi leggermente stravolta.
Improvvisamente un commando di soldati in assetto pesante
fece irruzione nei locali del ricevimento. Tutti i presenti si
bloccarono all'istante di fronte ai fucili spianati del gruppo.
Seus, Vera e Mente, cercarono di attivare il teletrasporto di
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emergenza, ma evidentemente prima dell'incursione, era stato
attivato un meccanismo di interferenza nel collegamento con
l'astronave Dorotea.
Valutata rapidamente l'inferiorità numerica, Seus e la sua
squadra decisero di non opporre resistenza e attenersi alle
indicazioni ricevute. Dopo averli disarmati, gli applicarono dei
trasmettitori in modo da poterli agganciare per un teletrasporto
schermato.
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RECUPERARE L'ANTICODICE
Seus e i suoi trovarono la sala delle consultazioni abbastanza
piccola e austera, considerando che si trattava del luogo dove il
governo galattico riceveva i suoi interlocutori. Si trattava di una
stanza dalle mura grigie, illuminata da luci bluastre irradiate in
modo soffuso dal perimetro del soffitto. Da un lato dell’ampio
tavolo ovale, sedevano i sette consiglieri con al centro il
governatore. Monitor Luinsky sedeva all'estrema sinistra. In
realtà, l'ambiente si poteva modificare radicalmente in base alle
necessità: evidentemente per quell'occasione avevano preferito
dargli un taglio austero e spartano.
Seus, Vera e Mente, entrarono dall'accesso laterale,dopo
essersi disposti di fronte al consiglio e alzarono la mano sinistra
mostrando il palmo. Seus esordì in modo lievemente irriverente:
-Presumo ci fossero modi più ortodossi per convocarci...
Il governatore, sorrise in modo un po' sforzato con un cenno
del capo, indicò che potevano sedersi. In seguito assunse
un'espressione grave e iniziò a parlare:
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-L'estrema urgenza e la gravità delle circostanze hanno
imposto misure e metodi estremi. L'agente sotto copertura che
si fa chiamare Xandra era riuscito a contattarvi?
-Sì.- Rispose Seus.
-Sulla tipologia del contatto - aggiunse Telepaticamente Vera
-non è necessario scendere troppo in dettaglio.
Tutti e tre sorrisero.
-Allora abbiamo fatto appena in tempo. - proseguì il
governatore.
-Sulla base di quanto ci ha relazionato l'intelligence, è
plausibile che il tentativo ingaggio da parte di Xandra. fosse una
mossa dei nostri avversari per impedirci di raggiungervi e
richiedere la vostra collaborazione...
-... per cui avete pensato bene di rapirci per assicurarvi
l'esclusiva? - lo interruppe Seus con un tono a metà tra l'ironia e
il disappunto.
Il governatore ignorò quel commento e disse:
-Avete mai sentito parlare del codice Trimax?
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Gli altri lo fissarono con espressione interrogativa.
-Si tratta di un dispositivo leggendario, realizzato sul pianeta
Endataz, che avrebbe la capacità di produrre alterazioni
genetiche estreme in modo molto veloce.
I tre ospiti forzati seguivano il discorso.
-Abbiamo modo di ritenere che questo meccanismo esista
realmente e che i terroristi del Fronte intransigente ne siano
entrati in possesso. Il tragico episodio verificatosi sul pianeta
Oremor, sul quale avete avuto modo di visionare un breve
dossier prima di questo incontro, costituisce un esempio dei
danni che un uso perverso del codice possono causare.
Mente si inserì:
-Secondo i notiziari si è trattato di un incidente...
-Abbiamo ritenuto opportuno, non divulgare i dettagli reali
dell'attentato e classificare l'evento, come un incidente.
-Ok - intervenne Seus – noi come dovremmo entrare nella
faccenda?
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-Il vostro obbiettivo è recuperare l'anticodice Trimax, un
meccanismo che è stato predisposto nell'eventualità che il
codice cadesse nelle mani sbagliate.
I tre si scambiarono qualche sguardo d'intesa, poi Seus parlò
a nome di tutti:
-Mi pare di capire che non abbiamo scelta.
Il governatore scosse la testa e poi aggiunse con tono grave:
-Direi di no. E' in gioco l'incolumità di miliardi di innocenti.
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Parte Seconda
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UN PROGETTO CHE STA SFUGGENDO DI MANO
Conan Coburn IV, amministratore centrale della
Technogenomics, era ritenuto da tutti un personaggio
particolarmente elegante. Sul cranio accuratamente rasato, di
solito portava un’emicalotta argentea, che copriva esattamente
la metà destra del capo. L’altra metà era occupata da una
chioma dorata in micro fibre cangianti, che costituiva il culmine
del suo sistema estetico complessivo. Si trattava di un insieme
coordinato costituito, oltre alle fibre dei capelli, dalle lenti a
contatto, dagli impianti ortodontici e dalle unghie delle mani.
L’intero sistema assumeva una gamma di colori concorde con
l’abbigliamento del giorno e si aggiustava in base
all’illuminazione circostante, sia naturale che artificiale. Il costo
di questo elegante apparato, a parità di potere d'acquisto, era
superiore al prodotto interno lordo medio della maggior parte
dei pianeti del sistema Harasan.
Quel giorno tuttavia non gli riusciva di indossare un sorriso
di circostanza che si potesse coordinare con gli abiti: la riunione
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convocata dal direttivo centrale del Consorzio Pharmatec aveva
l’aria di essere tutt’altro che amichevole. L'appoggio che aveva
offerto al suo amante Petrus Sialaec, alla luce degli sviluppi più
recenti, gli stava creando non pochi problemi. Mentre si
preparava all'incontro, ripeteva a se stesso aveva sempre agito
nell’interesse del Consorzio e che quindi non c’era nulla che
potevano obbiettargli. Durante gli otto brachiperiodi di
meditazione Bonzen, cercò di auto convincersi di questo
concetto; poi puntuale come una sentenza di condanna, arrivò
la chiamata.
Kayra, l’assistente virtuale, gli chiese con voce femminile se
poteva attivare il collegamento e interpretò come un segnale
affermativo il mugugno accompagnato da un cenno della mano
con cui rispose. Istantaneamente nella sala si materializzarono
sei ologrammi dalla forma di monoliti parallelepipedonanali,
ciascuno di un colore diverso, al quale era associato un numero.
Ognuno dei partecipanti rappresentava uno o più gruppi
societari con interessi nelle biotecnologiche, a nessuno era nota
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la reale identità degli altri. Petrus, assisteva alla riunione in
remoto, insieme ad altri quindici membri del consiglio
denominati Acusmatici, che potevano assistere e ascoltare alle
riunioni, senza poter prendere la parola e, in genere, agivano
sotto il patrocinio di un membro ufficiale del consiglio.
-Credo che sia il caso di venire rapidamente al punto- disse il
monolito viola connotato con il numero tre.
-Penso di interpretare il pensiero comune sostenendo che,
alla luce degli accadimenti più recenti, il progetto X-TR non sta
evolvendo secondo i piani.
-Dobbiamo fare marcia indietro finché siamo in tempo -disse
senza mezzi termini il monolito numero sei.
Con un breve colpo di tosse Coburn prese la parola:
-Sebbene alcuni aspetti del progetto non si siano svolti
esattamente secondo i piani, non credo ci sia da preoccuparsi.
Al momento, sulla base delle più ragionevoli stime a
disposizione, i costi di un abbandono immediato del progetto
sarebbero superiori a quelli di un eventuale futuro esito
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negativo, ponderati per la probabilità che questo scenario possa
verificarsi. In sintesi, i numeri dicono che ci conviene restare in
ballo.
-I vostri numeri non si distinguono esattamente per
l’obiettività. -Ribatté il numero sei.
Il numero cercò di smorzare i toni:
-Non siamo qui per mettere in discussione l’attendibilità
delle proiezioni dei responsabili del progetto. Vi prego di
mantenere un minimo di rispetto: se ci facciamo prendere dal
panico e cominciamo a litigare tra noi, non riusciremo ad avere
una visione chiara della situazione e finiremo per effettuare
scelte sub-ottimali.
Il monolito quattro disse con tono controllato, ma grave:
-Avete seguito gli sviluppi dell'attentato sul pianeta Oremor?
Che cosa dovremmo attendere ancora? Qualcuno è ancora
convinto che il governo non abbia ricollegato a noi la matrice
degli attentati?
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Coburn tirò un lungo sospiro; la configurazione cromatica del
suo apparato estetico si modificò per rispecchiare il suo stato
d’animo, prevalenza di colori di terra, non eccessivamente
accesi. Naturalmente non se ne accorse nessuno dal momento
che gli altri lo visualizzavano come il monolito numero uno. Poi
riprese la parola:
-Io direi che ci dobbiamo dare tutti una calmata. Non c’è un
atto terroristico, un crimine informatico o una perturbazione nel
continuum spaziotemporale che il governo non sospetti fare
capo a noi.
Tutti i presenti avrebbero annuito se fossero stati visibili.
-Noi siamo il principale antagonista del Grande Cartello
Aziendale, il gruppo d’interesse che controlla il governo e quindi
siamo e saremo sempre i primi ad essere sospettati. I nostri
informatori sostengono che il governo, pur avendo registrato
l'impiego di tecnologie biologiche fuori dalla norma, non è
ancora certo del nostro coinvolgimento negli episodi degli ultimi
mesi.
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-Questo potrebbe essere quello che vogliono farci credere.-
ribatté il monolito numero quattro.
-Esatto, ma al momento non è rilevante. Il coordinamento
del progetto X-TR ha elaborato una risposta strategica che ci
consentirà di riprendere la situazione in mano.
Il numero sei incalzò nuovamente:
-Finora i risultati delle vostre proposte strategiche non sono
stati esattamente soddisfacenti.
Conan sospirò nuovamente in modo non udibile per gli altri
partecipanti alla riunione. Non sapeva se avercela di più con
l'amico/amante Petrus, o con chi si celava dietro il monolito sei.
Per qualche istante rimpianse la scelta fatta qualche tempo
addietro, quando gli era stata offerta la possibilità di acquistare
la conoscenza delle identità segrete dei monoliti suoi
antagonisti. Forse, avrebbe dovuto accettare, ma non poteva
essere matematicamente certo della fonte e l'esperienza gli
insegnava che non possedere affatto un'informazione era
preferibile a possederne una sbagliata. Le sue vesti si volsero
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verso un grigio particolarmente plumbeo. Fattosi coraggio,
riprese:
-Cerchiamo di ragionare: che cosa esattamente è accaduto,
davanti agli occhi dei nostri avversari? I fanatici del Fronte
Intransigente sono venuti in possesso di uno strumento
pericoloso e ne stanno sperimentando gli effetti su scala sempre
più vasta. Data la natura biotecnologica dello strumento non è
difficile pensare a un collegamento con noi, come se non
bastasse il naturale sospetto verso i nemici di sempre. Cosa
succederebbe, però, se scendessimo in campo per aiutare il
governo a contrastare la nuova minaccia? Può darsi che ci riesca
di allontanare da noi i sospetti lucrando nel frattempo i benefici
economici derivanti dalla vendita delle soluzioni collegate al
nostro intervento.
Il numero 3 non intendeva lasciarsi fuorviare:
-Questa non è esattamente una novità. Abbiamo consegnato
il codice Trimax a quegli esaltati perché facessero danni a cui noi
avremmo dovuto porre rimedio. Quando questo progetto è
http://massimofamularo.wordpress.com/ 95
stato autorizzato, il programma prevedeva un controllo
stringente sul loro operato. Se siamo qui riuniti e, stiamo
parlando di scendere a patti anticipatamente col governo e, di
conseguenza, con il cartello che lo controlla, vuol dire che la
situazione ci è sfuggita di mano.
Coburn rimaneva sulla difensiva:
-Si tratta di una semplice accelerazione nei tempi. Con
l’approvazione di questa riunione procederemo
immediatamente ad offrire assistenza al governo nella gestione
della crisi.
-Oppure con l’approvazione di questo consiglio dichiareremo
terminato oggi il progetto X-TR .
Aggiunse in modo lapidario il numero 6. Terminare
anticipatamente il progetto voleva sicuramente dire
l'estromissione del suo suo promotore e principale responsabile
e, non era da escludere che potesse implicarne l'eliminazione
fisica. Coburn replicò con la carta più forte che gli rimaneva.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 96
-Un nostro emissario ha preso contatti con il governo
galattico.
Se i monoliti avessero potuto, sarebbero trasaliti.
Il numero 3 sintetizzò l’impressione di tutti:
-Siamo estremamente perplessi. Questa riunione è stata
convocata per chiedere l’autorizzazione a prendere contatti con
il governo e adesso viene fuori si è proceduto prima di ricevere
l'assenso? Ci auguriamo che esistano delle motivazioni
sufficientemente valide.
-Nessun abuso di potere è stato commesso. Il nostro
emissario si è mosso informalmente nel rispetto dei consueti
canoni del controspionaggio. La priorità del governo galattico al
momento è fronteggiare l’emergenza, in un secondo momento
si approfondiranno le cause. Compreso che i terroristi sono
venuti in possesso del codice Trimax, il governo ha ingaggiato
squadra di Seus Odys al fine di recuperare l’anticodice e porre
fine alle manovre dei terroristi. Nel frattempo i militari si stanno
occupando di arginare il problema e tenere riservata la notizia. I
http://massimofamularo.wordpress.com/ 97
monoliti olografici rimanevano in silenzio, in attesa che il
numero uno concludesse.
-Siamo riusciti ad ottenere l’informazione relativa alla prima
delle tre chiavi necessarie per trovare l'anticodice. Ad ogni
modo la proposta è di agire su due fronti: da un lato offrire la
nostra collaborazione ufficiale al governo, dall’altro di
intervenire per evitare che le tre chiavi possano essere
recuperate.
Il quarto monolito intervenne:
-Non è consigliabile un’interferenza diretta nei piano di
ricerca dell’anticodice del governo?
-Difatti ipotizzavamo di continuare a servirci dei Fronte
Intransigente –si affrettò a precisare Coburn- fornendo loro la
traccia genetica per il recupero delle chiavi.
Tutti i monoliti visualizzati assunsero il colore verde
dell’approvazione.
Il monolito numero sei sintetizzò:
http://massimofamularo.wordpress.com/ 98
-Il consiglio approva la proposta di utilizzare il Fronte
Intransigente per arginare la ricerca dell’anticodice operata dal
governo galattico.
Poi intervenne il numero tre:
-In merito alla prima proposta di offrire il nostro aiuto al
governo forse è opportuno temporeggiare. Appare difficile
offrire il nostro appoggio al governo nella soluzione della crisi,
senza insospettire il cartello.
Coburn ribattè:
-Sospetterebbero ugualmente. Dobbiamo solo scegliere con
quante carte scoperte vogliamo giocare. Possiamo avvicinare il
governo in modo abbastanza plausibile: potremmo sostenere di
aver riconosciuto la matrice biotecnologica degli attentati.
Avranno dei sospetti, tuttavia al momento sono troppo
impegnati a spegnere il fuoco per approfondirli.
MONOLITO TRE: Probabilmente il numero uno ha ragione.
Occorre gestire in modo corretto i due livelli diplomatici.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 99
MONOLITO DUE: Concordo, la nostra fondazione potrà farsi
avanti con il governo solo dopo una segnalazione preliminare
inviata dal consorzio al Cartello.
MONOLITO SEI: Non sono d’accordo. In questo modo gli
forniremmo ulteriori elementi per pensare che ci siamo noi
dietro la crisi. Per una volta potremmo mischiare le carte e
derogare dalla consueta prassi diplomatica: mandiamo avanti la
fondazione da sola. La posizione iniziale del consorzio sarà di
assoluta neutralità. In fondo per quanto concerne la materia
tecnica, la fondazione è un ente autonomo.
COBURN: Concordo. Se poi riusciremo a bloccare la ricerca
dell’anticodice da quella parte allora potremo giocare
attivamente la parte dei salvatori.
Tutti i monoliti assunsero il colore verde dell’approvazione.
La riunione proseguì ulteriormente per mettere appunto i
dettagli che mancavano. In ogni caso la decisione era presa: la
Fondazione Galattica, emanazione ufficiale del Consorzio
Pharmatec, avrebbe preso contatti con il governo galattico
http://massimofamularo.wordpress.com/ 100
offrendo collaborazione nella gestione della crisi. Nel frattempo
il Fronte intransigente si sarebbe occupato di intercettare la
missione di Seus Odys.
Svaniti gli ologrammi dalla stanza, Conan si diresse verso la
serra per rigenerarsi con gli effluvi della Cassiopea Ridens.
Immergendosi nella meditazione Bonzen cercò di elaborare lo
scampato pericolo. Le probabilità di fallimento del progetto
erano ancora tutt’altro che trascurabili e, di conseguenza, la sua
stessa vita era tutt’altro che al sicuro:gli esponenti della Lobby
che lui rappresentava non avrebbero esitato a far cadere la sua
testa se fosse stato necessario. Non in senso metaforico.
Tuttavia non era ancora venuto quel momento e tanto bastava
per fargli assumere un tenue e rilassante celeste color cielo di
primavera su Romanticus IV.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 101
LA NASCITA DEL CULTO UDENOIDA
La data astrale 193.6.2.4 è ufficialmente, per i fedeli del Culto
Udenoida, la data della rivelazione.
Per completezza, occorre ricordare che la Wikipedia Galattica
riporta altre ottantadue datazioni alternative, oltre a un numero
imprecisato di modalità alternative di esprimere la medesima
datazione. Naturalmente, ci sono buone possibilità che alcune(o
molte) delle datazioni alternative siano in realtà coincidenti con
la data del 193.6.2.4 e vengano considerate diverse solo perché
espresse in modo diverso. Parimenti, è possibile che un certo
numero di modalità alternative di esprimere la medesima
datazione, faccia in realtà riferimento a date differenti. Questo
fenomeno è un classico esempio di quello che viene
comunemente chiamato effetto Soac delle conoscenze raccolte
nella Wikipedia Galattica (per maggiori informazioni si veda la
voce specifica).
Insomma in una certa data astrale, che in questa sede non è
necessario dettagliare ulteriormente, sul pianeta Rum Susuka,
http://massimofamularo.wordpress.com/ 102
quarto in ordine di distanza dalla stella Eiol, ci furono una serie
di eventi particolari, in seguito ai quali a qualcuno venne in
mente di fondare una religione. I protagonisti di questi eventi
furono, in ordine rigorosamente casuale: un soldato, una
prostituta, un giudice, un barbone, un poeta, un cantante, un
ladro, un assassino e un’altra quarantina di soggetti che sarebbe
troppo lungo menzionare. Sul fatto che i soggetti in questione
potrebbero non essere “esattamente” una quarantina, vi
rimandiamo a quanto detto per le costanti K e J nonché per
l’effetto Soac.
Il barbone si chiamava Juses e abitava sotto un massiccio
albero di Strunkox all’estremità orientale di piazza Klug. Il
nome, in lingua Bardlum, significa grande luogo racchiuso
all’interno di un centro abitato, più largo delle strade che vi
convergono, dove si ritrovano i santi disponibili a pagare il
pranzo. E’ comprensibile che un luogo con questa
denominazione attirasse numerosi individui alla ricerca di un
pasto gratuito.
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Juses era intento a recriminare contro la scarsa
corrispondenza del nome della piazza con la realtà, nonché a
maledire le donne, il tempo ed il governo, quando
improvvisamente, la sua attenzione fu attirata dalla suoneria di
un telefono cellulare. Questo evento aveva di per sé dello
straordinario, perché da una ragguardevole quantità di tempo,
sul pianeta Rum Susuka non venivano più utilizzati i telefoni
cellulari, resi ormai obsoleti da altre più efficienti tecniche di
comunicazione quali la telepatia, gli innesti cibernetici, le
protesi microelettroniche e i segnali di fumo. Invece di chiedersi
cosa fosse quel curioso manufatto dalla foggia sconosciuta,
Juses raccolse il telefono con naturalezza e lo accostò
all’orecchio.
La prostituta si chiamava Ia Camarbian ed esercitava la sua
professione prevalentemente a distanza. Oltre l’ottanta per
cento del sesso a pagamento sul pianeta, si svolgeva a distanza
e per due terzi aveva come controparti delle intelligenze
artificiali. Sebbene non vi fossero differenze concretamente
http://massimofamularo.wordpress.com/ 104
apprezzabili, tra l’interazione con queste oppure con entità
organiche, e, nonostante quest’ultima fosse più costosa, ne
resisteva l’utilizzo presso una nicchia di amatori. Questi
venivano pertanto definiti fruitori amatoriali.
Ia Camarbian si stava producendo in una delle attività per le
quali era maggiormente rinomata, quando udì la melodia. Con
ogni probabilità, doveva trattarsi di un qualche tipo di
interferenza nelle comunicazioni a distanza. Ad ogni buon
conto, sentì un impulso irrefrenabile che le impedì di portare a
termine la prestazione che stava effettuando. Sulla base delle
clausole contrattuali di prestazione d’opera, quel tipo di
inadempimento comportava un indennizzo per il cliente.
Peraltro la copertura dell’assicurazione avrebbe coperto solo il
cinquanta percento della somma, previa dimostrazione dello
stato di necessità che aveva causato l’interruzione.
Incurante della penale, nonché del disappunto del
malcapitato cliente, Ia si lanciò alla ricerca della fonte del
segnale. Non si trattava tuttavia di un’operazione facile. La
http://massimofamularo.wordpress.com/ 105
fonte sembrava in continuo movimento e, talvolta, sembrava
scindersi in molteplici fonti minori e poi riaggregarsi. Con una
certa difficoltà tuttavia era possibile inseguire una traccia e la
donna cercò di farlo.
Quello stesso giorno Lexcel, di professione giudice, si era
svegliato con un forte mal di testa. Non era un individuo
particolarmente alto e aveva un’espressione come
perennemente assorta, con gli occhi stretti come fessure. Il mal
di testa era iniziato diverso tempo addietro, con precisione
nell’esatto istante in cui era stato nominato dirimitore di
controversie comunale, nel ridente sobborgo di Spitborough
sulla faccia illuminata della seconda luna di Rum Susuka. Senza
particolare stupore per il dolore quindi, come tutte le mattine,
il giudice si accinse ad assumere la droga sintetica che
generalmente utilizzava come palliativo.
L’evento eccezionale avvenne nel momento in cui sfiorò la
superficie tattile attraverso la quale assumeva il farmaco. Il
somministratore non entrò in funzione e tuttavia per la prima
http://massimofamularo.wordpress.com/ 106
volta il mal di testa scomparve. Lexcel spalancò gli occhi come
raramente gli succedeva. Quasi subito capì che non poteva
essere l’effetto della droga, trovandone immediata conferma
nella verifica del mancato funzionamento del somministratore.
Tuttavia la meraviglia per l’evento eccezionale e la ricerca di una
spiegazione plausibile, passò in secondo piano a causa
dell’interferenza. Doveva, infatti, trattarsi di un
malfunzionamento nella schermatura del suo impianto
cibernetico corticale: da quando era terminato il mal di testa
udiva come una specie di sottofondo musicale.
Ghengin Moghen, di professione assassino, non era sul
pianeta in quel fatidico giorno. Non ebbe pertanto modo di
captare alcuna melodia misteriosa, né di sperimentare alcun
evento in qualche modo straordinario. Ghengin visse, infatti, sul
pianeta terra in un periodo distante alcune migliaia di anni
terresti dalla fatidica data di nascita del Culto Udenoida. Nella
sua pluriennale carriera aveva portato a termine circa ottanta
http://massimofamularo.wordpress.com/ 107
omicidi su commissione, tutti con la stessa pistola, una Winter
P38.
La sua reputazione professionale si era consolidata nel
tempo, grazie all'efficienza e al piglio meticoloso con il quale
provvedeva ad evadere le richieste dai suoi committenti. La sua
fiorente carriera terminò il giorno in cui incontrò John Longun,
un concorrente armato di fucile. Inutile dire che Ghengin
Moghen è stato tirato in ballo solo per avvalorare la ben nota
teoria sulla diffusione casuale della conoscenza nell’universo.
Roxy Kerpo era un assicuratore. Uomo gioviale, dal carattere
estroverso, amava le donne, il buon cibo e i videogiochi on line.
Durante una partita di space soccer. si imbatté anche lui nella
misteriosa melodia. Fino a quel momento nulla era stato capace
di distoglierlo da una partita di space soccer e, meno che mai,
da una partita in cui era in vantaggio. Non le donne, non il cibo
né nessun altra cosa. Quella particolare melodia, però, non solo
riuscì a staccarlo dal videogioco, ma lo indusse anche ad uscire
di casa con una certa fretta.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 108
Senza dilungarci troppo, 70 persone ognuna per un motivo
diverso, o forse tutte per lo stesso si ritrovarono in piazza Gross.
In lingua balurd, Gross significava molto estesa. C’erano Lexcel,
Ia Camarbian, Juses, Roxy Kerpo e molti altri ancora. Non c’era
Ghengin Moghen, ma per una curiosa combinazione c’era un
suo discendente, Lunip 9417, così chiamato per distinguerlo
dagli altri 32 Lunip che lo avevano preceduto nell’aderire alla
religione dei numeri successivi. Il nesso logico tra 9417 e 32
rientra tra i misteri che solo agli iniziati di questo movimento
religioso è dato conoscere, sebbene ovviamente nella WG siano
presenti numerosi algoritmi esplicativi.
In piazza c’erano oltre mille individui nell’accezione più
ampia del termine “esserci”. Ia camarbian era connessa in
remoto attraverso le videocamere di sicurezza della piazza.
Juses era presente fisicamente e come lui altre 69 persone.
Quest’ultima precisazione è pensata soprattutto per quei lettori
che già cominciavano a lamentare l’incongruenza tra:
• i 70 partecipanti menzionati nel paragrafo precedente,
http://massimofamularo.wordpress.com/ 109
• gli “oltre mille” dell’inizio di questo e
• la quarantina dell’inizio del capitolo.
Riepilogando, circa 40 soggetti (nell’accezione che solo nella
WGpuò assumere il termine circa) sperimentarono accadimenti
poco usuali. Circa settanta, a seguito di questi avvenimenti si
radunarono in un certo luogo. Oltre novecentotrenta (che se
sommati ai circa settanta totalizzano il miglialio) erano in
qualche modo collegati a distanza con quel luogo. Queste
precisazioni hanno, ovviamente, lo scopo di far sentire un po'
stupidi i lettori che hanno la fissa della precisione e dei numeri.
Ritornando alla piazza, Ghengin Moghen era quindi presente
in senso lato per il tramite del suo discendente (alla faccia di
quelli che pensavano che fosse stato tirato in ballo solo per fare
confusione). C’era Roxy Kerpo e tutti gli altri. A prescindere da
quanti e quali soggetti fossero presenti in piazza (dato che come
è ormai chiaro dipende da numerosi fattori), uno dei presenti
improvvisamente intonò con tono flebile:
-Via del campo c’è una graziosa.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 110
Seguirono alcuni istanti di silenzio; poi tutti gli altri risposero:
-gli occhi grandi color di foglia.
-Tutta notte sta sulla soglia.
-Vende a tutti la stessa rosa.
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TRUNO INCONTRA SEUS (FORSE)
Coordinate Spaziali: Pianeta Terra; a bordo di un'automobile
in movimento.
-Siamo ormai giunti agli inizi del XXIV secolo, non abbiamo
incontrato forme di vita aliene, né terraformato marte, non
possiamo viaggiare nel tempo e il teletrasporto funziona quasi
esclusivamente negli episodi di Star Trek, che per la cronaca
riscuotono ancora un certo successo...
Il blogcast sulle promesse mancate della fantascienza era uno
dei programmi preferiti da Truno Stone. Si trattava,
probabilmente di una passione ereditata dal padre: un
personaggio che, al momento di scegliere il suo nome, aveva
trovato che anagrammare la frase cult di una serie televisiva di
qualche secolo addietro fosse una buona idea.
-La minuscola base sulla luna e le due stazioni orbitanti
hanno finalità principalmente turistiche, mentre l’esplorazione
dell’uomo nello spazio non si è spinta oltre un paio dei satelliti
di Giove, dove abbiamo semplicemente piantato una bandiera e
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lasciato una lapide commemorativa. Per la cronaca non c’erano
forme di vita con grossi tentacoli. Quanto alle macchine volanti,
degli aeromobili da due e quattro posti hanno raggiunto una
certa diffusione, ma non sono ancora alla portata di tutti e
vengono impiegati per lo più sulle medie distanze, fino a un
migliaio di km circa: per uscire la sera e andare a spasso si
preferisce ancora l’automobile, che però almeno oggi è capace,
se l'autista lo desidera, di spostarsi e parcheggiare da sola e non
emette più sostanze inquinanti.
Nota per i pignoli: l'auto che guidava Truno era alimentata in
parte energia solare e in parte dalla combustione di un
propellente di origine vegetale derivato dalla coltivazione di
alghe.
-Inoltre poche persone ormai possiedono un veicolo di
proprietà, perché la maggior parte aderisce al sistema globale di
mobilità integrata. I pendolari non esistono ci sono quasi più
(anche se, volendo, si potrebbe andare e tornare in giornata da
Tokio a New York), visto che il lavoro si svolge quasi
http://massimofamularo.wordpress.com/ 113
completamente in remoto, ma per quelli che ancora si spostano
i mezzi di trasporto collettivi funzionano piuttosto bene: è
probabilmente questo l’unico aspetto fantascientifico del XXIV
secolo.
Truno aveva sentito quel genere di discorsi un'infinità di volte
e pure continuava ad esserne attratto, nonostante il misto di
delusione e malinconia che immancabilmente provava al
termine. Tanto per tirasi su chiese al sistema audio della sua
Golf di mandare “Gelous Guy”
Assorto nei suoi pensieri, quasi non fece caso all’individuo
fermo sul ciglio della strada. Solo alcuni minuti dopo averlo
superato,realizzò che si trattava di qualcosa che non vedeva da
molto tempo. Più precisamente, si trattava di qualcosa che non
aveva mai avuto occasione o modo di vedere e che neanche
pensava più esistere: un autostoppista.
Da quando esisteva il Sistema Globale Integrato di Mobilità,
fare l’autostop non aveva più alcun significato, o almeno non lo
aveva nell’accezione classica del termine. Ventiquattro ore su
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ventiquattro era attivo un programma di monitoraggio, che
copriva qualsiasi veicolo aereo, marittimo o terrestre in
movimento sulla faccia della terra. Da qualunque terminale
mobile (telefono, palmare, etc) era possibile connettersi al
programma per sapere se altri soggetti si stavano spostando su
un itinerario compatibile con la propria destinazione e prendere
contatto per proporre la condivisione del viaggio. Per dirla in
altre parole era un po’ come se tutti gli abitanti del pianeta
fossero diventati autostoppisti. Naturalmente, il fatto che
l’identità di tutti gli aderenti al sistema assieme ad ogni
spostamento fosse registrato e monitorato dalle forze
dell’ordine, riduceva drasticamente la possibilità di fare “brutti
incontri.”
Truno aveva quasi deciso di tornare indietro per accertarsi di
non aver preso un abbaglio, quando si accorse di avere
sorpassato un secondo individuo, fermo sul ciglio della strada,
straordinariamente somigliante al primo. Improvvisamente il
http://massimofamularo.wordpress.com/ 115
proposito di approfondire la questione si fece meno incalzante
e, istintivamente, invece di rallentare, premette l’acceleratore.
C'erano ovviamente numerose spiegazioni per la presenza di
quegli individui e anche per la loro, sarebbe meglio dire
presunta, somiglianza; in fondo non li aveva guardati con
attenzione. Ma Truno era un'appassionato di fantascienza e
aveva una naturale predilezione per spiegazioni meno usuali. Al
terzo autostoppista, identico ai due precedenti, iniziò a credere
che si trattasse della stessa persona che in qualche modo lo
stava perseguitando.
Naturalmente, c'era una parte di lui che si rendeva conto che
probabilmente si stava lasciando suggestionare, tuttavia, a
livello inconscio, la consueta attrazione per gli avvenimenti
singolari cominciava a trasformarsi in una larvale forma di
timore.
A voler essere pignoli, poi, a parte il fatto che fossero fermi
sul ciglio della strada, nessun elemento nelle figure che aveva
oltrepassato avrebbe dovuto necessariamente far pensare
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all’autostop. Tanto più che grazie all’ SGIM nessuno faceva più
l’autostop nel ventiquattresimo secolo. Alla quinta persona,
sempre apparentemente identica alle precedenti, l’angoscia
cominciava diventare fastidiosa. Qualsiasi curiosità nei confronti
di quegli individui era ormai stata completamente eliminata
dall’unico desiderio su cui a quel punto si concentrava la sua
mente: tornare a casa il più presto possibile.
Quando si rese conto che la macchina stava decelerando,
nonostante lui continuasse a dare gas, si sentì quasi venire
meno. Il buon senso e la ragionevolezza erano rimasti diverse
centinaia di metri indietro: in quel momento era terrorizzato e
ormai certo che si trattava dello stesso individuo che lo stava
perseguitando per qualche oscuro motivo. Con uno sforzo
doloroso riuscì a voltarsi per guardare indietro e si accorse che
era sparito.
L'immediato rilassamento dei muscoli, ancora tremanti, gli
diede qualche istante di sollievo;tuttavia, per qualche motivo,
l’assenza del misterioso individuo gli causava ancora
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inquietudine. Questa reazione, apparentemente
contraddittoria, trovò una giustificazione nel momento in cui,
sull’orlo di un infarto, si accorse che l’autostoppista era davanti
alla sua auto e si stava avvicinando. Prima di svenire riuscì a
cogliere alcune frasi:
-Ciao Terrestre, mi chiamo Seus Odys e vengo dal IV pianeta
di Arturo. Ho compiuto un lungo viaggio nel tempo e nello
spazio per chiedere il tuo aiuto. Devi recarti insieme a me nel
luogo dove sorgeva una antica civiltà galattica alla ricerca del
segreto nella vita nell’universo.
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TRUNO A COLAZIONE
-Ma, che sogno del cazzo.
Brontolò Truno ancora mezzo addormentato. Nonostante la
sveglia della stanza fosse stata accuratamente programmata nel
modo più delicato possibile, dopo una notte agitata il risveglio
era sempre penoso. Dieci minuti prima dell’ora in cui avrebbe
teoricamente desiderato alzarsi, un brano a caso dalla cartella
“melodie dolci” partiva ad un volume di 30 decibel. Dopo trenta
secondi, il volume iniziava a crescere fino a 40 decibel, mentre
nella stanza iniziava a diffondersi una luce bianca pari a 0,5 lux.
Il volume della musica e l’illuminazione crescevano in maniera
graduale fino a raggiungere, un minuto prima dell’instante in cui
era previsto il risveglio completo i valori di 60 decibel e 450 lux.
Nel momento in cui il volume toccò i 50 decibel, Truno si
mise a sedere sul letto e dopo aver chiesto ad alta voce:
-Luce completa.
Con movimento reso automatico dall'abitudine, prese la
tazzina di caffè caldo, che nel frattempo era emersa dal
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comodino. Lasciò andare la musica per qualche istante, poi
chiese le ultime notizie mentre si dirigeva verso il bagno e dal
sistema di diffusione audio dell’appartamento partì una
selezione di notizie basate sulle preferenze preimpostate:
Economia, politica, cultura, spettacolo sotto-genere
fantascienza, horror.
Mentre era sotto la doccia, il notiziario personalizzato lo
informò sulla flessione stagionale del turismo fuori stagione;
sull’ultimo remake prodotto per celebrare un capolavoro di cui
ricorreva un qualche anniversario, nonché sull’andamento
dell’annosa controversia tra maggioranza e opposizione, che,
con sorprendente creatività, riuscivano a discordare in modo
sempre diverso sulla medesima questione, assumendo l’una la
posizione dell’altra a seconda dell’esito delle elezioni.
Entrato in cucina, estrasse dal microonde le uova strapazzate
con salamini di cinghiale, dal frigo il bicchiere da trentacinque
centilitri di succo d’arancia e il vasetto di yogurt da
trecentocinquanta grammi e li consumò nell’ordine con cui li
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aveva prelevati. Quando aveva chiesto alla doccia di avviare il
solito getto, che in precedenza era stato regolato su trentadue
gradi centigradi, dal frigorifero centocinquanta grammi di uova
e cento grammi di salamini erano stati trasferiti nel microonde
e irradiati per tre virgola cinque minuti. Nel frattempo, nel frigo
il bicchiere era stato riempito con succo a nove gradi e il vasetto
con uno yogurt scelto a caso tra i quattro disponibili ai gusti di
pesca, albicocca, fragola e ananas. Un messaggio di posta
elettronica era stato poi inviato alla lista della spesa per
segnalare che la fragola era quasi terminata.
Sottofondo dei Pink Floyd, “wish you were here” e colazione
leggermente più abbondante del solito, perché la giornata si
prevedeva impegnativa, erano infatti previsti tre test: Quack-
Cast III, pinguini anonimi e scorticator post vitam.
Nonostante fosse più intenso del solito, il programma di
lavoro della giornata non lo preoccupava particolarmente. Per la
relazione che avrebbe scritto per i primi due poteva attingere a
piene mani a quelle redatte tre mesi prima per Squit- Cost e Orsi
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Polari alcolisti. Per scorticator avrebbe dovuto invece ingegnarsi
a produrre qualcosa di nuovo. Sorridendo pensò: -beh, ogni
tanto bisogna pur lavorare.
Truno Stone lavorava come consulente per una casa di
distribuzione di videogiochi.
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RAMA FUTU E IL RITO DEL PASSAGGIO
Coordinate Spaziali: Pianeta Berengarius IV
Millenium Plaza era ampia a sufficienza da poter contenere
un'intera città di medie dimensioni, tuttavia il raduno per il rito
del passaggio era riuscita a riempirla completamente.
Considerando gli altri quattrocentocinquanta milioni di fedeli
che seguivano la funzione religiosa in remoto, il Culto Udenoida
si apprestava a celebrare il raggiungimento dello status di terza
religione, per numero di fedeli, dell'intero complesso dei Sistemi
Riuniti. Rama Futu era il più giovane pontefice da quando il
culto era stato fondato; in attesa che arrivasse l'ora della
celebrazione, passeggiava nervosamente lungo la sala del
concilio come se di colpo avesse preso coscienza del peso delle
proprie responsabilità.
-Sei preoccupato per il superamento della soglia?
Chiese con dolcezza Derben, il suo anziano precettore,
mentre lo fissava in modo enigmatico carezzandosi i baffi
purpurei.
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-Non dovrei? E’ successo tutto troppo in fretta… non siamo
ancora pronti...
-...e quando mai lo saremo, di grazia? Talvolta è necessario
un intervento divino per forzare la mano all'indecisione degli
uomini.
-Sai bene che non è l'indecisione il problema. - Rispose il
giovane con espressione grave. Dopo una pausa di pochi istanti,
riprese:
-Più la nostra religione si diffonde, maggiore è la nostra
responsabilità nei confronti delle frange estremiste che
sfuggono al nostro controllo.
-Non dovresti preoccuparti del Fronte Intransigente nel
giorno della celebrazione più importante...
-Ogni giorno dovrei preoccuparmi dei terroristi che versano il
sangue degli innocenti nel nostro nome.
L'anziano maestro accennò un sorriso in risposta
all'espressione grave del giovane. Poi, cercando il più possibile
di mantenere un tono pacato:
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-E quale beneficio porterai alla nostra causa arrovellandoti in
questo modo? In particolare nel giorno in cui tutte le energie
dovrebbero essere dedicate al rituale più importante?
-E quale danno invece riceverà la nostra causa se
continuiamo a tollerare che il Fronte porti avanti la sua
insensata battaglia?
Derben sospirò.
-Non sto dicendo che dobbiamo ignorare il problema, sto
dicendo che probabilmente questo non è il momento adatto...
Rama lasciò andare l'espressione grave, che un po' stonava
sul suo viso in apparenza ancor più giovane di quanto non fosse
in realtà.
-Probabilmente hai ragione. - Poi aggiunse con una punta di
rammarico:
-Vorrei avere la tua serenità.
-L’avrai con gli anni, non temere.
Il pontefice accennò un sorriso di risposta prima di iniziare a
predisporre i paramenti per la funzione religiosa; nei suoi occhi,
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tuttavia, si leggeva chiaramente che la preoccupazione per i
terroristi non poteva essere accantonata tanto facilmente.
Subito dopo essersi congedato, Derben entrò in una sala
laterale dove era possibile attivare una comunicazione riservata.
Tre figure evanescenti si materializzarono a mezz'aria, si
trattava di rappresentazioni olografiche prodotte dal sistema di
comunicazione criptato.
-Il tuo pupillo deve compiere una scelta.
Iniziò senza mezzi termini il primo ologramma da sinistra.
-Sì, ormai deve assolutamente decidersi.
Aggiunse, senza peraltro aggiungere alcunché a quanto
detto dall'altro, il secondo ologramma.
-Non è più possibile tollerare che temporeggi tra le fila degli
ignari.- Concluse il terzo.
Il vecchio assunse un espressione grave, in netto contrasto
con l'atteggiamento disteso che avevo mostrato in precedenza,
poi tirò un lungo sospiro e disse:
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-Non sarà necessario. Credo dentro di sé abbia già fatto la
sua scelta. - Poi con tono malinconico:
-Deve solo prendere coscienza delle conseguenze.
-Ce lo auguriamo tutti. - Aggiunse il primo degli interlocutori
virtuali.
-Sì, è quello che auspichiamo. - Precisò, senza in realtà
precisare niente il secondo.
-E ci regoleremo di conseguenza. - Aggiunse da ultimo il
terzo.
La conversazione proseguì brevemente, in linguaggio cifrato,
per concordare la linea da tenere in merito ad alcune iniziative
in corso.
Prima di ritornare ai preparativi per la celebrazione Derben
inviò quattro messaggi cifrati dal proprio palmare. L'effetto
immediato di quell'invio fu l'attivazione a distanza di di quattro
creature umanoidi dotate di innesti bionici nella testa, nel
torace e negli arti. Questo tipo di cloni cibernetici era noto
come Ghunt, il genere di individui che non è affatto piacevole
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incontrare, qualora si rientri negli obbiettivi delle loro missioni,
che generalmente avevano finalità distruttive. I Ghunt,
costituivano il braccio armato della frangia estremista del Culto
Udenoida nota come Fronte Intransigente.
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TRUNO STONE AL LAVORO (UNA GIORNATA QUALUNQUE)
Come tutti i giorni in cui erano previste delle sessioni di test,
Truno arrivò in auto al lavoro. In prossimità del cancello di
accesso al parcheggio, un display olografico si materializzò d
fronte al cruscotto dell'auto per l'inserimento del codice di
accesso. Truno scelse quattro immagini che rimandavano ai
concetti astratti che lui aveva scelto come codice segreto. La
medesima combinazione era anche la password di accesso alla
casella di posta elettronica e oltre una quindicina di siti che
richiedevano un’autenticazione. Per i conti bancari e la carta di
credito aveva invece una combinazione diversa: non si sa mai.
Il garage dell’ufficio gli parve più vuoto del solito ed era
abbastanza strano visto che quello avrebbe dovuto essere un
periodo di particolare attività. Non diede peso più di tanto alla
cosa e si diresse verso il posto che gli era stato assegnato dal
sistema automatico. Sceso dall’auto, si fermò per qualche
istante preso da una strana sensazione. Sentiva che c’era
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qualcosa di strano e non era dovuto al numero di auto
insolitamente esiguo.
Si disse che, come al solito, era semplice suggestione(dio solo
sa di che cosa) e proseguì verso l’ascensore. Le porte si
aprirono quasi immediatamente ed entrando appoggiò in terra
la valigetta. In mano teneva il palmsheet su cui stava leggendo
la relazione di presentazione del primo modulo del giorno. Non
era riuscito a leggerla la sera precedente e si proponeva di farlo
appena arrivato in sede. Aveva una trentina di minuti di margine
e per leggere il documento non ne servivano più di dieci. C’era
quindi tempo anche per un caffè.
Al quarto piano le porte si aprirono su un corridoio vuoto.
Considerando che lui non aveva premuto il pulsante di quel
piano e, che fuori non c’era nessuno ad attendere, la sosta
dell’ascensore a quel piano avrebbe potuto destare qualche
perplessità. Truno tuttavia non riuscì a porsi quel problema,
perché qualcosa dal fondo del corridoio vuoto attirò la sua
attenzione. Si trattava di una figura umanoide, alta circa tre
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metri terrestri standard (congettura basata sul fatto che sfiorava
quasi il soffitto con il capo pur camminando un po’ curvo), dalla
carnagione verdastra e dalla corporatura massiccia.
Indossava un pantalone in sintopelle, tenuto su da due
bretelle argentate. Quattro innesti bionici erano collocati a
sinistra sul torace, sul ginocchio destro, sull’avambraccio sinistro
e alla base del collo. Ciascun innesto era collegato all’altro per
mezzo di un tubo di plastica snodabile, all’interno del quale
scorreva un liquido giallastro. L’innesto del ginocchio era
collegato a quello del torace, mentre quello del braccio si
collegava alla base della testa. Al centro della fronte aveva un
grosso occhio dalla pupilla rossa, sotto il quale si trovavano due
fori (narici?) e una bocca arrotondata, dentro la quale si
intravedevano almeno due file di canini. Non vi era
apparentemente traccia di capelli o orecchie.
Truno si chinò sulla valigetta ed estrasse una grossa pistola
con mirino laser. Reggendola con due mani puntò il grosso
occhio rosso e fece fuoco. Il proiettile centrò in pieno il
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bersaglio che arrestò la sua corsa ricadendo all’indietro. La testa
della creatura e tutto quanto conteneva, in termini di ossa e
tessuti organici,eccetera furono proiettati nell’area circostante
lungo un raggio di due metri. Aveva utilizzato un proiettile
esplosivo.
Senza riporre la pistola, Truno premette il pulsante per
richiudere le porte e ritornò alla lettura della relazione. Mentre
l’ascensore raggiungeva il suo livello scorse senza leggere in
dettaglio la prima pagina.
-L’introduzione, in una relazione di presentazione, è una
delle cose più inutili che possano esistere - pensò.
Con la punta della pistola sfiorò la superficie del palmsheet
su cui stava leggendo la relazione per voltare pagina. Poi
raccolse la valigetta con la stessa mano con cui reggeva la
relazione. La sosta imprevista suggeriva che era preferibile
tenere la pistola nell’altra.
All’uscita dall’ascensore, dietro alla prima svolta lo
attendevano due droni di sicurezza. Si trattava di robot a forma
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di salsiccia della lunghezza di un metro e mezzo, sorretti da una
struttura a quattro gambe che consentiva lo spostamento in
qualsiasi direzione e che portava l’altezza complessiva a due
virgola trenta metri umanoidi standard circa. Sulla parte
superiore della salsiccia c’era una specie di visiera nera contente
una striscia di lampade led lungo la quale scorreva avanti e
indietro una luce rossa. Ai lati c’erano due ordini di tre fucili
mitragliatori.
Udito il suono inconfondibile del passo dei droni, Truno si
infilò nella prima delle porte lungo il corridoio e, lasciata cadere
in terra la relazione, estrasse dalla valigetta un caricatore di mini
razzi. Dopo averlo applicato in modo perpendicolare alla canna
della pistola, la avvicinò alla bocca e disse: - due droni
semoventi.
Poi uscì nuovamente dalla stanza e sparò due colpi verso la
fine del corridoio poco prima che i robot vi arrivassero. I mini
razzi curvarono a destra e colpirono esattamente al centro delle
visiere dove scorreva la luce rossa. Dopo aver controllato che i
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due colpi erano andati a segno, tornò nella stanza e riprese
valigetta e relazione. Qualche minuto dopo sedeva al suo desk
temporaneo sorseggiando caffè e borbottando su quanto la
trama del videogioco gli pareva inverosimile
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RAMA SI RILASSA A CASA
Riaama Lenamadd versò dell’altro olio di Bracobo nella vasca
e poi rimase in silenzio guardare l’espressione beata del suo
compagno. Per qualche istante Rama Futu rimase in silenzio con
gli occhi chiusi. Poi li schiuse leggermente e sussurrò:
-Vieni.
La donna scostò leggermente entrambe le spalline e la
sottoveste in tessuto superleggero le scivolò sul corpo
abbronzato. Con movimento aggraziato entrò nella vasca, che
era abbastanza grande per accoglierli comodamente entrambi.
Per diverse frazioni di periodo, la donna assaporò la sensazione
di iperidratazione alchemica dovuta al principio attivo del
bagnoschiuma al mughetto aspasiano. Poi Rama, voltatosi a
carezzarle il viso e disse:
-Non riesco a non pensarci.
-Ti senti in colpa?
-Mmm, no. Io non c’entro. Eppure non posso ignorare che
quei fanatici agiscono ispirandosi alla nostra dottrina.
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-Non puoi farci nulla.
Dopo quelle parole pronunciate con tono estremamente
conciliante, la concubina rimanendo immersa nell’acqua si portò
dietro al suo compagno e prese a massaggiargli le spalle.
-Chiunque può fraintendere i tuoi insegnamenti ed agire per
il male –aggiunse-non puoi assumertene la responsabilità.
-Sono d’accordo. Tuttavia mi domando se è in nostro potere
fare qualcosa per contribuire a fermarli. Forse dovrei rivedere
alcune delle mie posizioni…
-Che stai dicendo?- Si ritrasse inorridita.
-Tu insegni la pace e l’amore, quegli invasati praticano
l’omicidio come purificazione. Che cosa puoi avere tu a che fare
con loro?
-Potrebbero prestarmi ascolto. Credo di avere il dovere
morale di tentare. Potrei provare ad avvicinarli…
Una tenue melodia si diffuse nella stanza mentre una voce
femminile diceva: -chiamata in ingresso da Derben, desideri
rispondere?
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-Solo audio per favore, grazie.-
-Ho urgente bisogno di parlarti, quando possiamo vederci?
-Deduco si tratti di argomenti dei quali non possiamo
discutere a distanza...
-Esatto.
-Potrei essere al tempio nel giro di due periodi.
-Va bene, ti aspetterò lì allora.
-A dopo .
Ancora una breve melodia poi la voce femminile:-
Comunicazione terminata.
-Devi proprio andare?- Gli chiese la concubina sfiorandogli le
labbra.
-Non prima di tre quarti di periodo...
Rispose ricambiando il bacio.
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RAMA CAMBIA IDEA (FORSE)
Il tempio Boccadirosa era stato edificato in base ai principali
canoni dell’architettura religiosa più recente. La struttura di
base aveva la forma di un tronco di piramide a base quadrata,
da questo si elevava poi un cilindro alto circa due volte la
struttura inferiore. La superficie esterna dell’edificio era lucida e
durante la notte assumeva diverse tonalità di colore.
L'interno era diviso in due parti, la sezione corrispondente al
tronco di piramide era dedicata alle celebrazioni religiose; la
struttura cilindrica conteneva invece uffici, sale riunioni, una
biblioteca e degli alloggi per i ministri del culto. In una sala al
tredicesimo piano, Derben attendeva il suo vecchio allievo, il
pontefice Rama Futu. Quando lo vide apparire sulla porta lo
salutò con sorriso:
-Amore e giustizia.
-Libertà e gioa nell'animo. - Rispose il giovane, togliendosi il
soprabito -Per quale motivo volevi vedermi?
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Un velo di gravità calò sul viso del precettore. Come se fosse
stato costretto a ricordare un'incombenza che prima aveva
preferito rimuovere. Con l'usuale tono pacato iniziò:
-Volevo parlarti di quel pensiero che così di frequente ti
turba.
-Il fronte intransigente?
Il vecchio annuì:- Esatto. Volevo conoscere l'esito delle tue
riflessioni sulla questione.
A quelle parole due guerrieri Ghunt, che si trovavano in
un'intercapedine all'interno di un muro, imbracciarono i pesanti
fucili Kopfentot: erano passati in modalità pronto all’attacco. In
genere questo voleva che qualcuno a breve sarebbe morto.
-Mi hai anticipato di poco – iniziò Rama con un'espressione
sollevata – sono giunto ad una serie di conclusioni che a breve
avrei voluto condividere con te.
Derben divenne visibilmente teso: la sopravvivenza del suo
giovane allievo dipendeva dalla decisione che gli avrebbe
comuncato.
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-Credo che sia opportuno rivedere le mie posizioni.
L'altro trattenne inconsciamente il fiato.
-Probabilmente condannare così duramente il Fronte è stata
una scelta avventata. Credo che dovrei ascoltare in dettaglio le
loro ragioni e farmi un'idea che non sia basata su congetture e
fonti terze.
Derben espirò: era molto più di quanto potesse sperare.
-Ho deciso quindi che cercherò di contattarli in modo diretto
– aggiunse in fine – solo in questo modo sarò certo che il mio
atteggiamento nei loro confronti sia giusto.
Senza dire una parola il vecchio gli andò in contro e lo
abbracciò. Lo teneva ancora stretto e non poté vederne
l'espressione, mentre diceva:
-Parli in modo molto saggio. Sono fiero di te: sei un grande
pontefice.
A quelle parole,i Ghunt si posizionarono nuovamente in
modalità di attesa. Per quella volta il loro potenziale distruttivo
non sarebbe stato impiegato.
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In seguito, i due si scambiarono un lungo sguardo d’intesa,
che un osservatore superficiale avrebbe potuto scambiare per
un’intensa conversazione telepatica. In realtà, sebbene non ci
fosse alcun contatto mentale, ciascuno comprese quello che
l'altro intendeva dirgli.
Entrambi sollevati, si salutarono cordialmente poi Rama si
diresse con passo sostenuto verso l'uscita del tempio. Giunto
all’esterno salì sul proprio dislocatore urbano e si diresse
meccanicamente verso casa. Nessuno aveva notato che durante
il colloquio una figura, vestita con una mantella scura e un
cappuccio abbassato per celare il viso, si era materializzata a
bordo del veicolo mentre lui era via.
-Come è andata?-
Gli chiese l’osservatore.
-Esattamente come avevi previsto.
Senza ulteriori commenti, il passeggero del dislocatore dettò
una nota mentale al thinknote poi svanì improvvisamente
com'era arrivato.
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RAMA DI RITORNO A CASA
Appena Rama rientrò in casa, la concubina corse ad
abbracciarlo in lacrime. Singhiozzava, provando di tanto in tanto
a pronunciare delle parole, che le rimasero in gola. Rama non
disse nulla, istintivamente decise che, un bacio, sarebbe stato
più eloquente di qualsiasi discorso.
Per diverse unità di tempo minimali, rimasero abbracciati
senza parlare. Poi sprofondarono sul divano, con le labbra
perdute in bacio infinito che, come animato di vita propria, si
era esteso oltre le intenzioni iniziali.
Quando le lacrime le consentirono di respirare normalmente,
finalmente Lenamadd riuscì a dire:
-Temevo che non saresti tornato…
Rama la fissò con dolcezza.
-Temevo che ti avrebbero ucciso. Quando sei uscito dalla
porta ho pensato…
Delicatamente posò un dito sulle sue labbra, interrompendo
il discorso.
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-L’unica cosa importante è che adesso sono tornato, che ora
sono qui con te.
Ci sarebbe stato tempo e modo per raccontarle dell’incontro
e dei nuovi sviluppi. Tempo per parlarle delle sue
preoccupazioni, dei rischi che aveva corso e di quelli che ancora
doveva correre. Ma non era quello il momento. Quasi con furia,
senza smettere di baciarsi, si spogliarono a vicenda, per tornare
nella vasca a idropulsazioni ultrasoniche, da cui la chiamata di
Derben li aveva distolti.
Una sapiente combinazione di tecnica Trasumaka, farmaci
psicoanalettici e musica corkpop consentì ad entrambi la
realizzazione di un lungo pluriorgasmo estenuante. Nello
specifico di Rama Futu, la pluralità orgasmica era consentita e
facilitata dall’innesto di un’iperprostata bionica, in dotazione a
tutto il clero superiore del Culto Udenoida.
Dopo il sesso, rimasero a mollo per altri nove decimi di
periodo, godendosi il massaggio delle idropulsazioni tonificanti.
-Che cosa gli hai raccontato?
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Riuscì a chiedergli alla fine, Riaama.
-Niente.
Fu la risposta semplice.
-Mi sono limitato a dire che ho cambiato idea.
-Ti ha creduto?
-Perché non avrebbe dovuto?
La guardò sorpreso, ricevendo di rimando un’espressione
scettica.
-Chiunque ti conosca a sufficienza, non crederebbe
facilmente che tu possa abbracciare la causa del Fronte
Intransigente.
-Derben non è una persona qualunque, è il mio maestro.
-Il fatto che ti conosca più degli altri, avrebbe dovuto
alimentare ulteriormente il dubbio.
-Forse voleva credermi.
-Voleva, oppure ha finto di crederti? Sai bene quanto mi
angoscia il pensiero che possano farti del male.
-Non devi darti pena. Per ora va tutto bene…
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-Come fai ad esserne sicuro?
La donna aveva assunto un tono rabbioso. Dopo aver posto
la domanda uscì dalla vasca e iniziò ad asciugarsi.
-Ti rendi conto che, se non ti credono, stai rischiando la vita?
E se Derben non fosse sincero?
-Quell’uomo mentirebbe più facilmente a se stesso, che a
me.
-Come puoi esserne sicuro? E tu? Anche tu stai mentendo a
te stesso, pur di risultare credibile a loro?
-Comprendo che tu abbia paura, Riaama. Eppure potrei
essere stato sincero con loro. In questo caso, non avrei nulla da
tenere.
La donna parve spiazzata da quell’osservazione e rimase a
guardarlo perplessa.
-Non puoi parlare sul serio.
-L’errore è tipico della natura umana. L’incapacità di
riconoscere i propri errori, costituisce uno degli errori più
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frequenti. Per questo appartiene a quelli più semplici da
riconoscere.
Parlava come in trance.
-Non vi è altra certezza che il dubbio. Ma lo stesso dubbio
può essere messo in discussione, così che il saggio non debba
essere certo neanche di questo.
La donna scoppiò in lacrime.
-Tieni le tue chiacchiere da prete per qualcun altro. –Disse
stizzita.
-Non ti rendi conto che io ti amo? Non posso accettare l’idea
di perderti.
Con la calma illuminata di un profeta e lo sguardo pacato, le
si avvicinò e le carezzò il viso.
-Non devi avere paura. Non ce n’è motivo. Oggi ho deciso di
dare una possibilità a quelle persone. Finché sarò con loro, non
avrò nulla da temere e così anche tu. Per questo Derben mi ha
creduto. Per questo ora anche lui si è convinto. In fondo, ho
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fatto la scelta che arreca il minor dolore alle persone che amo.
La scelta che preserva in misura maggiore la mia vita.
Concluse la frase con un sorriso e un’espressione di pace
intensanegli occhi. Poi si diresse verso il letto per riposare.
Riaama attese che fu uscito dalla stanza, per avvicinarsi al
palmare che aveva appoggiato su uno scaffale. Digitati
rapidamente alcuni ideogrammi ripose nuovamente il
dispositivo e raggiunse il compagno nell’altra stanza.
Il senso del messaggio che aveva inviato era
approssimativamente: «Per il momento sembra sincero,
rimango in osservazione.»
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LA FONDAZIONE PRENDE CONTATTI COL GOVERNO
Riha Donsel, il capo della fondazione Galattica per gli studi
biotecnologici, era il classico studioso parruccone, sempre con la
testa per aria, concentrato su ricerche complicatissime che i non
esperti non riuscirebbero a comprendere neanche nelle linee
generali. Almeno quella era l’immagine che i media, nonché la
voce ufficiale della wikipedia galattica, davano di lui. In realtà,
attraverso una catena di società e un non ben precisato numero
di prestanomi, Donsel controllava il pacchetto azionario di
maggioranza della Protopharma, secondo conglomerato
farmaceutico della Galassia. Durante le riunioni del vertice del
consorzio occulto Pharmatech veniva visualizzato dagli altri
membri come monolito numero cinque.
Con un anticipo di circa un quarto di periodo, studiatamente
calcolato per sembrare l’abitudine pignola di uno studioso
arcigno, Donsel si presentò all’appuntamento con il ministro per
la sicurezza Galattica, il generale Stanley B. Lovestrange
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Durante la breve attesa lo scienziato fu ripreso da una serie
di telecamere nascoste. I servizi segreti riprendevano e
intercettavano sempre tutto per avere materia da dare in pasto
i dati alle loro intelligenze artificiali strategiche. Il fatto che nel
novanta percento dei casi l’operazione si rivelasse
perfettamente inutile, non sembrava dare pensiero ai cervelloni
(umani) che sovraintendevano al monitoraggio. D'altronde
qualche seppur vaga motivazione bisognava trovarla per
giustificare i budget stratosferici dei servizi.
Durante le riprese Riha Donsel trafficò col foglio-palmare da
tasca per quasi tutto il del tempo (ottantacinque percento del
totale secondo le utilissime statistiche dell’intelligence). Il resto
dell’attesa fu impiegato fissandosi le unghie (cinque percento) e
dedicandosi svogliatamente all’ambiente ricettivo della stanza
(dieci percento).
L’ambiente ricettivo era settato su “Primavera in blu”
(trentasette crediti galattici standard sul catalogo Star
Shopping, dodici virgola cinque su Occasioni da non perdere e
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cinquantadue su Arredi virtuali per gli interni). Si componeva di
un ologramma di base dinamico ad alta impressione di
profondità, raffigurante prati celesti e cespugli violacei tipici
della stagione di prima fioritura su Indigo IX. Gli insetti
coprodeflagranti, tipici di quel pianeta, erano stati volutamente
esclusi per andare meglio incontro ai gusti del consumatore
umanoide medio. A quel paesaggio particolarmente idilliaco,
puntellato di fiorellini biancastri, era stato abbinato un profumo
di edera rocciosa aromatizzata al pescopero (dodici crediti e
novanta sul catalogo Occhio al Prezzo, settantadue e quattordici
centesimi su Esperienze Odorose). La musica di sottofondo era
accenno di tecnocornamuse della cantante Nenya.
Naturalmente tutta l’attività svolta sul foglio-palmare era
stata monitorata in dettaglio. Altrettanto naturalmente questo
tipo di indagine era illegale, ma si poteva ovviare a questo mero
dettaglio appellandosi al not principio Fine-Giustifica-mezzi
ampiamente utilizzato dai servizi segreti e talvolta dal governo
quando desideravano infischiarsene della legge. Ad ogni buon
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conto, il presidente della fondazione si era limitato a scambiare
qualche email di lavoro su tematiche complicatissime e a
leggere un po' di notizie peraltro solo su siti CGEI (per maggiori
informazioni sul Codice Galattico di Edulcorazione
dell’Informazione si veda l’apposita voce della wikipedia
Galattica).
Niente di strano insomma. Il ministro fece il suo ingresso
nella sala e strinse la mano al professor Donsel.
-Allora, a cosa dobbiamo la sua visita presidente
-Le analisi effettuate dai nostri tecnici ci hanno portato a
dedurre che il gruppo terroristico dei Fronte Intransigente sia
entrato in possesso del Codice Trimax.
Il generale rimase per qualche istante imbalsamato col suo
sorriso di cortesia.
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IL GOVERNO RIVELA LA PRIMA CHIAVE
Stanley Brickcube Lovestrange, o per gli amici più intimi il
generale Lovestrange (gli estranei dovevano aggiungere
medaglia al valore) era un veterano della guerra Taldeitali. Un
duro e puro di quelli tutti d’un pezzo. Dapprima fissò il suo
interlocutore con sguardo di sfida, abbozzando un sorriso a
mezza bocca, poi iniziò:
-Sa una cosa, professore? Quando eravamo sul pianeta
Qualunque, durante la guerra Taldeitali, ogni volta che un
segreto militare trapelava facevamo rotolare tutte le teste
coinvolte. E’ una questione di sicurezza.
-Certo, generale...
-Generale medaglia al valore, prego.
-Certo, Generale medaglia al valore, le dirò io un’altra cosa,
invece. Negli ultimi ottantadue scontri bellici in cui siamo stati
coinvolti, in qualità di finanziatori, consulenti o a vario altro
titolo, la sicurezza non è mai stata un problema. Scegliamo bene
i militari di cui ci serviamo e, quando non risultano più
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soddisfacenti o semplicemente non più utili, ci limitiamo a
sostituirli oppure licenziarli.
Concluse con un sorriso zigomatico di risposta. Il generale
tirò un sospiro e poi riprese:
-Beh, visto che abbiamo terminato i convenevoli, direi che
possiamo passare al sodo. Perché ha convocato questo
incontro?
-Sappiamo che il governo è in difficoltà e, in virtù delle nostre
competenze in materia biotecnologica, ci siamo fatti avanti per
offrirvi la nostra collaborazione.
Loverstrange mugugnò pensieroso.
-Immagino che la vostra collaborazione non sia una pura
liberalità.
-Naturalmente è così, signor ministro (ribadire ogni volta la
storia della medaglia ripugnava lo spirito scientifico di sintesi di
Donsel). Il governo ha una lunga lista di richieste da parte della
nostra fondazione che non ha ancora preso in esame. Sono
certo che avremo modo di accordarci.
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-Bene. Allora mi dica tutto quello che sa di questa faccenda e
come può aiutarci: Dio sa quanto abbiamo bisogno di una mano.
Svanita la tensione iniziale, la conversazione proseguì con
toni più rilassati e collaborativi. La fondazione grazie alle
conoscenze privilegiate in materia biotecnologica aveva
compreso fin dall’inizio che gli attentati terroristici (fuori dal
controllo del CGEI si poteva chiamarli così) erano stati attuati
utilizzando il leggendario codice Trimax.
Naturalmente avevano effettuato controlli approfonditi
prima di giungere a quella conclusione, tuttavia il processo
logico era stato fondamentalmente semplice. La fondazione era
depositaria delle più avanzate conoscenze in materia
biotecnologica dell’universo conosciuto. Chiunque fosse in
grado di mettere in campo principi a loro sconosciuti doveva
disporre necessariamente “di qualcosa di più”. Capire che quel
qualcosa fosse il codice Trimax era stato come fare due più due.
Prima di presentarsi al governo, la fondazione aveva
approntato un piano di emergenza per cercare di individuare
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precocemente le manifestazioni del codice. Naturalmente si
trattava di misure di puro contenimento poiché, chi possedeva il
codice, se avesse voluto avrebbe potuto causare danni
irreparabili.
I due diplomatici si lasciarono con un accordo di massima. Il
governo avrebbe comunicato alla fondazione tutti gli
aggiornamenti in merito ai progressi raggiunti nella ricerca
dell’anticodice. In cambio la fondazione avrebbe fornito tutto il
supporto possibile per individuare precocemente le minacce dei
terroristi e fare il possibile per neutralizzarle.
Il primo aggiornamento fornito in segreto alla fondazione dal
governo galattico fu il codice genetico dell'individuo che
costituiva la prima chiave di accesso all'anticodice e il pianeta
dove trovarlo.
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Parte Terza
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I TRE CAPI CELLULA
Sota, Sotrop e Simara erano tra i più stimati cerimonieri
periferici del Culto Udenoida, pertanto una loro riunione nella
cripta ovale del tempio Boccadirosa, non poteva destare
particolari sospetti. In questo modo, i responsabili delle tre
cellule più importanti del movimento terroristico noto come
Fronte intransigente potevano incontrarsi praticamente alla
luce del sole: come recita il celebre aforisma del maestro
Edgaral Lanpoe, il nascondiglio migliore è quello più in vista.
L’arrivo di Derben sembrò distoglierli per qualche istante
dalla loro animata conversazione. Il primo, Simara, si rivolse al
nuovo arrivato.
-Abbiamo assistito alla tua conversazione con Rama Futu.
-Possiamo dirti subito che non ci ha convinto - Aggiunse
Sotrop.
-I vostri sospetti sono legittimi- Interruppe Derben, che
evidentemente si era preparato alla diffidenza dei coordinatori.
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-Suppongo tu ti sia preparato alla nostra diffidenza-
interruppe a sua volta il terzo coordinatore, Sotrop.
-Esatto, sembra che la nostra diffidenza non ti stupisca -
Aggiunse Sota.
-Non posso certo pretendere che accettiate senza esitazioni
un cambio di prospettiva così radicale. Tuttavia vorrei che
consideraste l’apertura mentale del mio allievo. Neanche io
credo che sia completamente convinto. Tuttavia ha iniziato a
prendere in considerazione il nostro punto di vista.
-Non possiamo attendere.-Irruppe spazientito Simara.
-Abbiamo pazientato fin troppo.-Gli fece eco Sota
-Comprendo la vostra impazienza.-Riprese Derben.
-Tuttavia ritegno che l’attesa di un suo passaggio dalla nostra
parte costituisca un investimento fruttuoso.
-Perché ti ostini a ritenere quell’uomo tanto importante?-
Chiese Sotrop
-Sì, perchè credi che possa svolgere un ruolo fondamentale?-
Aggiunse Sota
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-Perché ha il carisma necessario al nostro successo definitivo.
Quanti, pur avendo abbracciato la fede del Culto Udenoida sono
ancora diffidenti nei nostri confronti?
I tre tacquero a quella domanda.
-Quanti invece potrebbero convincersi che la nostra è la via
giusta?
-Non riuscirai a convincerci con le parole.- Concluse Simara
-Offriremo al tuo protetto l’opportunità di redimersi, ma non
avremo pietà se cercherà di ingannarci- aggiunse Sotrop.
-Sì, saremo spietati se tenterà anche il minimo passo falso.-
Concluse Sota
Derben assentì con un cenno del capo.
-Che cosa avevate in mente, per metterlo alla prova?
Simara rispose:
-Sappiamo che il Governo vuole prendere delle contromisure
nei confronti della nuova arma a nostra disposizione.
-Esatto, il fatto che disponiamo del codice Trimax li ha messi
in allarme.-Aggiunse Sota.
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Sotrop proseguì:
-Hanno assoldato un avventuriero per intralciare i nostri
piani.
-Una specie di cacciatore di taglie – aggiunse Sota – si
chimama Seus Odys
Derben assunse un'espressione preoccupata:
-Non intenderete affidargli una missione operativa, spero.
Rama non è un uomo d'azione.
I tre sorrisero di quella premura.
-La tua premura ci fa sorridere- iniziò Simara.
-Già, infatti non avevamo pensavamo ad un ruolo operativo-
proseguì Sotrop.
Derben si rasserenò e Simara riprese:
-A Rama chiediamo una presa di posizione ufficiale, in una
trasmissione televisiva.
-Sì, un programma seguito da un gran numero di persone –
aggiunse Sota. Poi Sotrop:
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-Se il suo contributo deve legittimare le nostre posizioni,
occorre affrettare i tempi.
Derben annuì:
-Rama seguirà le vostre indicazioni.
I tre assentirono con un eloquente cenno del capo effettuato
in perfetta sincronia.
Prima di congedarsi l'anziano precettore pose un'ultima
domanda.
-Immagino che occorrerà occuparsi anche di questo Seus
Odys...
-Immagini bene – disse Sotrop
-Quell'uomo farà la conoscenza dei nostri Ghunt -proseguì
Simara.
-Sì, i nostri guerrieri se ne occuperano – aggiunse Sota.
Quale rituale di saluto intonarono il primo canto di saluto dei
Fronte Intransigente:
-Meno male che Silvio c'è...
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L'OBBIETTIVO SBAGLIATO
Bonnie Garko lavorava come antiquario al Museo di Civiltà
moderna di Newest York. Per fornire delle coordinate
spaziotemporali (per quelli che ne avessero bisogno), si può dire
che la sua vita è stata spesa su un unico pianeta, la terra, in un
intervallo temporale che si è sovrapposto a quello della vita di
Truno Stone per ventisette virgola dodici anni terrestri
dell’epoca. Bonnie era un tipo piuttosto noioso e nella storia
della sua vita non ci sono eventi di particolare rilievo. Ci
occupiamo di lui solamente perché il suo profilo genetico quasi
identico a quello di Truno Stone. I due erano infatti gemelli che
un tribunale aveva tolto alla madre naturale per problemi di
droga e affidato ad un istituto. Poco dopo Truno era stato
adottato da una famiglia e non era mai venuto a conoscenza
dell'esistenza del fratello.
Bonnie soffriva spesso di insonnia e non gli dispiaceva fare il
turno di notte. Quando finalmente gli fu data l'occasione di
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occuparsi del progetto C, schedulare la prima sessione di test
nelle ore notturne fu una scelta naturale.
In particolare, quella sera aveva dato buca all’eterna
fidanzata Yuko ed era uscito con mezz’ora di anticipo per
l’impazienza. Per quattordici secondi esatti (misura standard
terrestre dell'epoca NdR) valutò la possibilità di fermarsi per
comprare qualcosa per cena a un fast food. L’immagine della
possibile fila lo dissuase dall’intento e lo spinse a dirigersi
direttamente al museo. Per mangiare si sarebbe arrangiato con
qualche schifezza presa dai distributori automatici. Ovviamente
avrebbe ceduto solo quando la fame sarebbe diventata
insopportabile:prima c’era il progetto C.
Donnie si infilò frettolosamente nell’ingresso di servizio
riservato ai dipendenti e per un pelo non si fratturò il naso sulla
porta a vetri. Aveva dimenticato di passare il dito sul sensore
controllo biometrico, una dimenticanza abbastanza tipica delle
volte in cui era in ansia e voleva fare in fretta
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Varcata la soglia di ingresso gli si parò davanti l’ultima
persona che avrebbe mai voluto incontrare.
-Ciao Bonnie, ma quanto tempo è che non ci vediamo?
Cat Sacassi era notoriamente una gran rompiscatole, di quelli
capaci di trattenerti a parlare per ore e ore, che
immancabilmente ti capitano tra i piedi quando hai fretta.
Nonostante i tentativi di divincolarsi, al limite della cattiva
educazione, Bonnie non riuscì a liberarsi prima di dodici
dolorosissimi minuti.
-...adesso devo proprio scappare, ci vediamo in giro ok?
-Ma come, così presto?
Garko non rispose e riuscì finalmente ad infilarsi nel corridoio
che portava all’ascensore. Temendo di poter essere seguito
dalla scocciatrice decise di fare le scale.
Quando finalmente mise piede nel laboratorio l’ansia sparì di
colpo insieme alla fame, alla stanchezza e ogni altro pensiero:
sul tavolo da lavoro c’era un autentico Commodore
sessantaquattro e lui avrebbe avuto tutta la notte per provarlo.
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Per i primi quarantacinque minuti, inserì una cassetta dopo
l’altra facendo non più di una o due partite per ogni videogioco.
Consumata l’orgia compulsiva iniziale, si fermò per qualche
istante per riprendere fiato.
In quel momento si accorse del respiro pesante
dell’energumeno bionico che lo fissava a circa cinque metri di
distanza. Nei limiti della lucidità consentita dal principio di
infarto che quella visione gli aveva causato, cercò di pensare in
modo rapido ed efficace ad una via di fuga. Non c’era molto da
inventarsi, l’intruso si frapponeva tra lui e l’unico accesso alla
stanza dall’esterno. Doveva agire in fretta, senza pensare.
Un bruciore improvviso e intenso alla base del collo lo fece
sobbalzare. Quattro secondi dopo la sua testa esplose
disseminando il proprio contenuto nel raggio di quattro metri.
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SE NON PUOI BATTERLI FATTELI AMICI
La residenza privata di Conan Coburn IV era una graziosa villa
a forma di conchiglia sulle rive del lago Honan. La preziosa
struttura in pluscristallo, grazie anche ad una struttura
ramificata di pipelight iperrifrangenti, riusciva ad avere luce
naturale in tutte le stanze sia di giorno che di notte e questa
caratteristica, poco diffusa sul pianeta, era valsa all'architetto
Philophiuseo un premio dalla fondazione planetaria per l'arte e
la bellezza oltre che la copertina della principale rivista di Design
Trasparente di tutto il sistema planetario.
Petrus Sialaec arrivò abbastanza trafelato all'appuntamento
in piscina con il padrone di casa e iniziò a parlare cercando di
superare l’affanno:
-C'era da immaginarselo che i soldati bionici di quei fanatici
non fossero capaci di sistemare una questione.
-Quando provi a praticare un intervento chirurgico con un
coltello da cucina non dovresti sorprenderti se poi fa difetto in
precisione.
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La risposta serafica di Conan, che in quel momento aveva
assunto un color verdino prato Ardaleiano autunnale, fu
pronunciata intervallando le parole tra un risucchio di sambuca
venusiana e l'altro.
Il giovane, prima lo fissò un po' perplesso, poi si abbandonò
su una delle sdraio a levitazione antigravitazionale, rimanendo
in silenzio per capire qual era il punto dietro l'osservazione del
compagno, che dopo un'altra sorsata, riprese.
-Abbiamo cercato di usare il fronte come una pedina, ma gli
avvenimenti non si sono svolti secondo gli schemi previsti. In
particolare non prevedevamo una tale determinazione da parte
del governo nella ricerca dell'anticodice.
L’altro continuava ad ascoltare in silenzio.
-Come pure non era previsto che ricorressero a
quell’avventuriero, Seus Odys. Pertanto si rende necessaria una
revisione strategica dei nostri programmi.
-In che direzione? –chiese l’altro incuriosito
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Conan attese qualche istante in silenzio sorbendo la sambuca
venusiana, poi finalmente riprese.
-Hai presente il pharmapseudon?
-Certo, è uno dei casi di studio più famosi nel marketing
farmaceutico;ma che c’entra?
-Ricordi la composizione chimica?
-Beh, sì, fondamentalmente acqua e una manciata di Sali in
quantità trascurabile.
-Dunque qual è la lezione che si può imparare?
Il giovane era un po' spazientito da quella specie di lezione di
ripasso che gli veniva propinata; ma ormai aveva fatto
l’abitudine ai modi un po' da saggio oracolo del suo compagno.
-Che è possibile fare una valanga di soldi sfruttando la
suggestione?
-Non è solo questo. Con riferimento ad esempio ai farmaci a
maggiore redditività per le nostre aziende, possiamo stimare
che la componente della loro efficacia, attribuibile realmente ai
principi attivi in essi contenuti, sia intorno al quaranta percento.
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Per il resto, il regresso delle patologie è dovuto alla reazione
dell’organismo e su questa reazione la psiche ha un ruolo
fondamentale.
Petrus lo fissava con lo sguardo un po' perso di chi percepisce
intuitivamente che c’è qualcosa di saggio da apprendere, ma il
concetto è ancora fuori dalla sua portata.
-Al fine di perseguire i nostri obbiettivi, insistere sulle azioni
dirette potrebbe non essere la strada più efficace. E’ plausibile
che invece di insistere nel combattere i nostri avversari, sia
preferibile proporgli una collaborazione.
Petrus ancora non capiva il senso del discorso, ma confidava
nella superiore saggezza del compagno più anziano.
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TRUNO E L'ORIGINALITÀ SCONVENIENTE
«...raccogliere le armi lungo il percorso. Scopo del livello
successivo è penetrare all’interno del castello. »
-Uff, che palle.
Messa in pausa la riproduzione del Demo, Truno decise che ci
voleva una pausa e un buon caffè. I rifacimenti o rivisitazioni dei
classici del passato non gli erano mai andati giù. Da un lato gli
sembrava un po' un sacrilegio, che qualcuno rimettesse mano ai
vecchi capolavori; dall'altro trovava irritante che gli autori non si
sforzassero per produrre qualcosa di veramente nuovo.
A ben guardare, la tendenza a rimaneggiare opere passate,
caratterizzava un po' tutto il mondo dell’intrattenimento, dal
cinema alla letteratura ai videogiochi. Mentre sorseggiava il
caffè in pausa, meditando sulla questione, Truno capitò sulla
voce della WG “originalità sconveniente (teoria della)”
Lo storico Quesjac Palice Dela aveva coniato questa
espressione per argomentare che, generalmente in campo
artistico, con riferimento al successo commerciale, l’innovazione
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non conviene. Replicare il passato e proporre ai fruitori dell'arte
o dell'intrattenimento qualcosa che già conoscono e in parte si
attendono è comodo, economico ed efficace. Innovare è invece
rischioso. Nella formulazione del suo secondo teoreama
dell'ovvio, Palice Dela dimostra come il valore attuale netto,
ponderato per le probabilità di successo di un’innovazione è
sempre inferiore a quello di un'analoga rivisitazione di un
successo passato.
La strategia migliore consiste pertanto nel rimescolare
l’esistente finché qualcuno non tira fuori una novità che il
mercato apprezza. Non appena la novità sarà entrata a far parte
del bacino delle cose che il consumatore si attende, non sarà più
una novità e si potrà rimaneggiarla senza rischi.
«Spazio, ultima frontiera. Questi sono i viaggi della nave
stellare Enterprise. La sua missione è quella di esplorare strani
nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove
civiltà, per arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima.»
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Truno avrebbe potuto ascoltare quel passaggio, ormai
vecchio di secoli, per un miliardo di volte. L’aspetto più
innovativo del videogioco di punta della prossima stagione,
Trekstar II, era proprio quello: riportare all’inizio la musica e le
parole con cui si apriva Star Trek, la serie di culto della quale
costituiva l’ennesimo rimaneggiamento.
La metà di Truno dedita al culto della fantascienza classica in
quel frangente prese il sopravvento sulla parte infastidita dalla
mancanza di originalità. Trekstar II ricevette un giudizio
superiore alla media dei diretti concorrenti nonostante non
avesse caratteristiche distintive particolari per meritarlo.
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RIUNIONE DI PROGETTO PER TRUNO
Alla riunione dovevano partecipare in quattro: Tonio Cortez,
consulente esterno per il controllo di gestione; Marina Allevi, in
rappresentanza dell’Unbelivable Ventures, società finanziatrice
del progetto; Sherry O’Flanagan, responsabile marketing della
Heavysoft, casa produttrice di Blue Warrior III e naturalmente,
Truno Stone, critico senior per la Games Ratings.
-Caffè?-Chiese Truno con tono cortese a Cortez che come lui
era arrivato puntuale alla riunione mentre gli altri due avevano
accumulato già dieci minuti di ritardo.
Il consulente alzò il naso dallo sheetpad sul quale stava
trafficando e lo fissò smarrito per qualche istante. Poi ritornò
con la mente sul pianeta terra e disse:
-Sì grazie.
Subito dopo ritornò a immergersi completamente nella
relazione che stava ultimando. La General Auditings, società di
consulenza per la quale lavorava Cortez, stava fatturando in
quel preciso istante la sua presenza a quattro clienti diversi.
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Naturalmente uno solo pagava il sovrapprezzo per la sua
presenza fisica.
-Prego.
-Grazie.
Il consulente decise che la buona educazione prescriveva
quanto meno un accenno di conversazione.
-Immagino che tenere questa riunione di persona ti risulti un
po' scomodo - disse rivolto a Truno mentre sorseggiava il caffè.
-Beh, in effetti, non è usuale per noi consulenti riunirci dal
vivo. Ci sono i costi e i tempi del trasferimento e tutto quanto il
resto. Immagino tuttavia che non se ne potesse fare a meno.
-No, purtroppo lo prescrive la legge e io sono qui per
controllare che le procedure interne siano adeguate e che
vengano correttamente rispettate.
Poi guardò l’orologio da polso e disse:
-Ammesso che gli altri si decidano a venire...
In quel preciso istante Allevi e O’Flanagan entrarono nella
stanza e scusandosi per il ritardo.
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Dopo un saluto rapido e informale, Truno incominciò ad
esporre la propria valutazione del videogioco.
Durante i primi dieci minuti della riunione Cortez si dedicò ad
evadere le email relative alle altre quattro società clienti per le
quali stava lavorando in quel momento. In effetti, con
riferimento a quella riunione, il suo lavoro consisteva nel
verificare che si svolgesse secondo le procedure. Marina ebbe
cura di porre alcune domande assolutamente fuori contesto per
dimostrare la propria presenza (nonché ignoranza in materia).
Educatamente Truno si premurò di rispondere per quanto
possibile. Per quanto riguarda O’Flanagan, cercava di
barcamenarsi provando ad addolcire il giudizio di Truno senza
attirare eccessivamente l’attenzione di Cortez. La caratteristica
che accomunava tutti i partecipanti era comunque quella di
voler terminare la riunione prima possibile. Esattamente due
virgola cinque minuti dopo quel desiderio fu accontentato,
sebbene nessuno si poté definire soddisfatto per la cosa.
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La Allevi era arrivata a due terzi di un ragionamento
totalmente privo di qualsiasi fondamento nell’istante in cui la
cosa entrò nella stanza. Cortez si rese conto della situazione
dopo il secondo omicidio, quando la testa di Sherry O’Flanagan
rotolando sul tavolo invase la relazione sulla gestione che stava
ultimando. Provò a lanciare un urlo, ma fu interrotto da un
artiglio che, con colpo dal basso verso l’alto, gli fratturò quasi
contemporaneamente la mandibola e lo zigomo sinistro. Il
conseguente brusco movimento di rotazione del cranio recise la
colonna vertebrale all’altezza della sesta vertebra.
Truno si era tuffato per terra e, rotolando sul pavimento,
aveva estratto dalla valigetta una pistola lancia razzi Vixi 17. I
primi due colpi avevano mancato l’obiettivo finendo per aprire
due fori nella parete temporanea di diametro medio di
venticinque centimetri. Nel frattempo la cosa si era dedicata alla
terza vittima che inutilmente aveva cercato scampo sotto la
scrivania. Quello che aveva trovato era stato invece una rapida
morte per mezzo di un artiglio che sfondata la superficie della
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scrivania era penetrato nella cassa toracica della responsabile
investimenti.
La cosa potrebbe essere descritta come un incrocio tra un
grosso insetto vestito come un guerriero Ninja e un centauro.
Del primo aveva il caratteristico copricapo, dal quale
spuntavano occhi e antenne da insetto e l’abbigliamento del
busto. Del secondo aveva la struttura quadrupede vagamente
equina sul quale il busto era innestato.
Fermo sulle gambe e impugnando la pistola con entrambe le
mani Truno fece esplodere la testa dell’aggressore con un unico
colpo ben assestato. Sebbene inizialmente disorientata per la
perdita del cervello primario, la creatura continuò ad artigliare
l’aria con i quattro arti superiori, scalpitando al contempo con i
quattro inferiori. Altri tre proiettili esplosivi assestati al busto
posero fine a qualsiasi ulteriore velleità distruttiva.
Tuno riposta la pistola fumante su uno scaffale, raccolse lo
sheetpad con gli appunti per la riunione e uscì dalla stanza
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sorseggiando il caffè che non era riuscito a finire durante la
riunione.
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RAMA INCONTRA IL FRONTE
In base alle indicazioni di Derben, l'incontro doveva avvenire
in un luogo pubblico, esattamente al ventitreesimo piano del
Tretail building, di fronte all'Asteroid Cafè. Rama attese
pazientemente per quattordici frazioni di periodo, poi gli si
avvicinò un enorme coniglio rosa, che in realtà era una signorina
che distribuiva volantini travestita, lasciandogli con disinvoltura,
insieme alla pubblicità di un nuovo negozio, un biglietto con la
seguente indicazione: diciassettesimo piano, negozio di animali
uno-sette-cinque-nove.
Eseguendo le istruzioni ricevute, Rama digitò sul palmare da
tasca le quattro cifre, che individuavano univocamente il
negozio all’interno del centro commerciale e si mise in
movimento per raggiungerlo. Di fronte al negozio di animali
attese per altre dodici frazioni di periodo. Poi, un addetto alla
sicurezza che sembrava effettuare un controllo di routine gli
consegnò un altro biglietto: ventinovesimo piano otto-sei-
quattro-tre.
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Per altre otto volte, Rama si spostò seguendo le indicazioni e
che di volta in volta riceveva dai personaggi più disparati. Alla
fine si ritrovò in una sala giochi, davanti alla slot-machine
ventidue, tra un vecchio con un largo cappello da pescatore e
una signora grassa di colore.
-Gioca.
Gli disse il vecchio, che stava alla sua sinistra, senza staccare
gli occhi dai rulli che scorrevano.
-Come prego?- chiese Rama che non aveva colto
immediatamente.
-Ti ha detto di giocare, cosa sei, stupido? – Aggiunse la negra,
sempre senza staccare gli occhi dalla macchina della fortuna.
Rama si frugò le tasche e ne estrasse il palmare che accostò
per qualche istante alla slot machine. Sul display della macchina
da gioco apparve la richiesta del codice di autenticazione. Dopo
averlo sbloccato, apparve il credito che poteva utilizzare per
giocare.
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-Il tuo grado nella gerarchia del culto udenoida non è
rilevante per noi. - Disse la negra senza staccare gli occhi dalla
slot machine.
Allo stesso modo parlò il vecchio con il Cappello da
pescatore.
-Nel Fronte si entra solo dal livello più basso, non conta chi
eri prima di unirti a noi e neppure chi credi di essere.
Rama, compresi i toni della discussione, continuò a giocare
cercando di dare l'impressione di essere molto concentrato. Poi
disse:
-Mi accosto a voi con l'umiltà di chi è desideroso di imparare
e desidera iniziare dal principio.
-Salute a te che vieni sulla via del giusto.
Risposero all'unisono gli altri due giocatori.
-Cosa dunque posso fare per la nostra causa ?
-Ognuno deve contribuire nel modo più consono alle base
proprie possibilità. Quello che ti chiediamo è di dimostrare
pubblicamente il tuo avvicinamento alla nostra setta.
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Rama rimase visibilmente perplesso a quell'affermazione.
Uno dei tratti principali della setta era costituito dalla
segretezza dei suoi membri. L'idea di rendere pubblica la
propria adesione al Fronte gli sembrava un controsenso. Oppure
doveva esserci qualcosa sotto.
-Naturalmente non deve trattarsi di un'adesione aperta. Il
segreto rimane uno dei capisaldi del nostro movimento. Quello
che chiediamo è una manifestazione pubblica di vicinanza alle
nostre posizioni.
Specificò la negra rassicurandolo.
-In questo modo potrai testimoniarci la serietà delle tue
intenzioni e al contempo servire la causa al meglio secondo le
tue possibilità.
C'era da aspettarsi che prendessero la sua “conversione” con
una certa diffidenza, tuttavia non immaginava che gli
chiedessero una sorta di “prova di fedeltà”. In ogni caso,
passato lo spavento iniziale per l'idea di un'ammissione pubblica
di far parte del fronte, riuscì ad apparire credibile quando disse:
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-Naturalmente. Farò del mio meglio per servire la causa.
Dopo quella risposta gli emissari del Fronte Intransigente si
alzarono contemporaneamente dagli sgabelli su cui sedevano e
si allontanarono in direzioni opposte. Rama attese qualche altra
frazione di periodo prima di andare via.
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LA PRIMA CHIAVE DELL'ANTICODICE
Truno stava lavorando svogliatamente alla relazione quando
Bukka entrò nella stanza. L’espressione del suo viso oscillava tra
la noia e il disappunto, mentre le dita ticchettavano sulla
tastiera olografica a una velocità di circa 80-90 battute al
minuto. Il collega era arrivato sul finire della prima stesura,
mentre Truno si accingeva a rileggere gli ultimi passaggi
sorseggiando del tè caldo.
- Allora com’è andato il test?
- Mah, niente di che. La solita roba insomma…
- Mmmm, senti, ti va di mangiare qualcosa fuori? E’ quasi ora
di pranzo.
- Beh, perché no? Se mi dai altri cinque minuti…
Negli istanti successivi si udì nella stanza un sorta di soffio e
poi un rumore sordo, simile ad una pentola di minestrone
estremamente densa improvvisamente rovesciata per terra. Nel
modo più evidente possibile, la scelta di Bukka di passare a
salutare Truno si era rivelata sbagliata.
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In precedenza, in effetti, aveva programmato di mangiare
solo un panino al volo per pranzo in modo da riuscire a finire il
controllo degli ordini nel primo pomeriggio. Si augurava così di
poter uscire abbastanza presto da passare in palestra. Quando il
segnalatore di presenze gli aveva indicato che Stone era in
ufficio, gli era sembrato che passare per un saluto non avrebbe
potuto compromettere in modo drammatico i suoi piani. Invece
l’esplosione del suo cranio con conseguente spargimento del
contenuto in un raggio di tre metri e mezzo compromise ben
altro che il suo proposito di fare sport.
Truno a quella vista avrebbe dovuto urlare, svenire,
sobbalzare oppure scappare via, il tutto eventualmente
vomitando per quanto gli era accaduto davanti. Secondo un
qualche tipo di logica, tutto fuorché comune, non fece nulla di
tutto ciò. Si voltò invece di lato per individuare che cosa avesse
potuto causare la morte prematura, nonché l’assenza in
palestra del suo collega. Non ebbe però il tempo di
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comprendere quello che stava succedendo un forte bruciore
sulla guancia, alla base del naso lo costrinse a chinarsi.
Nel frattempo nel casco del Ghunt un duplice segnale
acustico indicò la esatta corrispondenza del codice genetico. La
figura vagamente umanoide, dopo aver disgregato con un
proiettore sonico la testa di Bukka, aveva asportato un
frammento di epidermide dal viso di Truno per verificare che si
trattasse del proprio bersaglio. Il frammento sarebbe poi servito
da testimonianza tangibile del compimento della propria
missione. Detto incarico consisteva nel terminare l’esistenza di
otto esseri umani il cui codice genetico rispondeva alle
indicazioni ricevute. Questo era il sesto e, dopo averlo
inquadrato con il mirino del casco, si apprestò a premere il tasto
principale dell’arma che teneva in mano, una scatoletta grande
zero virgola sessantasette palmi umanoidi standard, che
generalmente veniva chiamata Esecutore.
Un lettore particolarmente cavilloso si potrebbe chiedere
perchè il cyborg si è premurato di prelevare il campione
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genetico prima di eliminare il proprio obbiettivo. Avrebbe
potuto prelevare il campione dopo aver ucciso Truno. Forse per
dare il tempo a qualcuno di intervenire, gli si potrebbe
rispondere. Oppure gli si potrebbe rispondere di farsi gli affari
suoi e continuare a leggere. Eravamo arrivati a: “..si apprestò a
premere il tasto principale di quella specie di telecomando che
teneva in mano e che solitamente veniva chiamato Esecutore.”
Tuttavia l’equivalente del pollice opponibile della sua mano a
quattro dita non portò a termine il compito che gli era stato
assegnato dal cervello. Il grosso alieno rimase paralizzato per
alcuni secondi. Truno nel frattempo alzò gli occhi e osservò la
inusuale figura che per poco non lo aveva ucciso. Nei pochi
istanti che seguirono quello che riuscì a vedere fu il Ghunt che si
accasciava al suolo dopo che una donna, saltata fuori da chissà
dove, gli aveva fatto qualcosa con la mano sulla spalla sinistra
da dietro. Da sinistra gli si era avvicinato un albino con fare
conciliante, per quanto una situazione di quel genere lo
rendesse possibile.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 187
Poi buio e una sensazione come di una leggera scossa
elettrica, dopo di che si era trovato in una stanza dalle pareti
che sembravano metalliche. Il Ghunt giaceva sul pavimento e
riempiva con il pesante respiro artificiale il silenzio dei presenti.
L’albino e la donna lo guardavano come si fa con uno che sta
per suicidarsi. Un terzo personaggio cercò di prendere la parola
in modo conciliante:
-Immagino che lei abbia bisogno di qualche spiegazione...
Truno fece un lungo respiro e poi disse cercando di darsi un
tono:
-Beh, visto che la signorina prima ha fatto la presa vulcaniana
e che poi ci siamo teletrasportati qui, tu devi essere quanto
meno il capitano Kirk.
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QUALCHE SPIEGAZIONE
Seus, Mente e Vera fissavano perplessi il terrestre che
sembrava particolarmente interessato al Ghunt sul pavimento.
Seus pensò: -E’ impazzito. Evidentemente la sua mente non
ha retto…
-Mmm, a me non sembra affatto pazzo. – Rispose Vera.
Comunicavano tramite un ponte telepatico in modo che il
terrestre non li potesse sentire.
-Vera ha ragione –aggiunse Mente –il suo comportamento,
per quanto assurdo, in realtà…
-Ok, ok. Mi spiegate questa specie di Cyborg che cosa ce lo
siamo portati a fare? Serve a giustificare la colonna sonora da
lato oscuro della forza?
Detto questo, congiunse le mani davanti alla bocca e iniziò a
simulare, in modo particolarmente efficace, il respiro
caratteristico di Darth Vater. I tre si fissarono interdetti per
qualche istante. Poi Seus prese la parola cercando di usare un
tono rassicurante:
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-Il Ghunt è stato mantenuto in vita, per fare in modo che i
suoi mandanti non vengano a sapere del nostro intervento. Le
sue funzioni vitali vengono costantemente monitorate per cui,
finché rimane in vita, nessuno verrà a sapere che lui ha
interrotto la sua missione.
Con una serietà che appariva fuori luogo nell’assurdità di
quel contesto, Truno fissò l’interlocutore con aria di consenso,
con l'espressione complice di chi ascolta un illusionista svelare i
suoi trucchi. Poi con uno sguardo perplesso chiese:
-Mmmm e i mandanti di questa specie di Termintor non
avrebbero potuto monitorare le immagini “riprese” dai suoi
occhi? In questo modo non sarebbe stato possibile ingannarli
come state facendo adesso.
-Giusta osservazione, -Seus parlava con il tono di chi
asseconda un pazzo –in realtà le informazioni raccolte dagli
organi di senso dei Ghunt vengono effettivamente registrate e
periodicamente trasmesse ai mandanti. Ad esempio, al
prossimo trasferimento di dati anche questa conversazione
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verrebbe inviata ai nostri avversari. Per questo motivo abbiamo
istallato su di lui dei dispositivi che consentono la trasmissione
degli impulsi vitali, ma che bloccheranno l’invio delle
registrazioni sensoriali e li sostituiranno con dei segnali fittizi.
Questo ci darà un po’ di vantaggio.
Mente intervenne per approfondire:
-I suoi mandanti, avrebbero potuto assegnare un’ intelligenza
artificiale al monitoraggio costante dell’operato dei Ghunt. In
quel caso, non sarebbe stato possibile ingannarli come stiamo
facendo ora. Avremmo dovuto impiegare un sistema più
sofisticato, che simulasse costantemente l’operato del Ghunt.
Truno apparve soddisfatto della spiegazione e provò a
riepiloga.
-Loro non hanno ritenuto necessario impiegare un sistema
più sofisticati e voi avete potuto, per così dire, raggirarli più
facilmente... ma chi sono loro?
I tre esitarono. Poi Seus prese la parola:
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-Un gruppo terroristico, che ha già causato la morte di molti
innocenti. Noi siamo alla ricerca di un dispositivo che ci
consentirà di fermarli e abbiamo bisogno del tuo aiuto per
trovarlo: per questo motivo hanno cercato di ucciderti.
-Del mio aiuto?
-Sì, nel tuo DNA è presente una delle chiavi che ci consentirà
di accedere al dispositivo che cerchiamo.
Truno si guardò attorno un po' spaesato, poi chiese ancora:
-Mmm… e questo che posto è?
-Ci troviamo in un magazzino a novanta km dagli uffici del tuo
datore di lavoro. Ci siamo trasferiti qui per fare in modo che i
nostri spostamenti non possano essere tracciati. Lasceremo in
questo edificio il Ghunt.
-Inutile che vi chieda come ci siamo arrivati. Teletrasporto?
Gli rispose Mente:
-Si potrebbe definire anche così.- poi sospirò:
Poi Seus sospirò:
-Truno noi abbiamo bisogno del tuo aiuto e…
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-…e non siete nella posizione di chiedermelo per favore.
Il terrestre intervenne ad interrompere l'imbarazzo.
-Mi potete teletrasportare come e dove volete. Lo avete già
fatto una volta, senza chiedermi il permesso. Non ho i mezzi per
oppormi alla vostra volontà e voi non avete il tempo di
convincermi con le buone. Nondimeno mi avete anche salvato
da questo mostro...
Era piuttosto ovvio trarre le conseguenze.
Seuss pose fine a quel breve silenzio imbarazzante:
-Mi piacerebbe darti torto, ma non posso. È tempo di
trasferirci.
-Sicuro, non mi avete detto chi siete, cosa volete, perché
quell’affare voleva farmi la pelle, ma va benissimo così, non c’è
problema. C’è qualche pianeta da salvare?
Vera gli diede un pacca sulla spalla: -Di pure la galassia, Eroe.
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RAMA AL GALAXY NEWS
-Bentornati a Galaxy News, questa sera la ricerca della verità
nuda e cruda ci porta a un faccia a faccia con Rama Futu, il più
giovane pontefice nella storia del culto Udenoida.
Applausi del pubblico, mentre l'occhio della telecamera si
spostava dal primo piano del sorriso bionico di Willy Kawon,
all'immagine dell'ospite che, da seduto, chinava leggermente il
capo in segno di saluto.
-Buonasera a tutti.
Dopo avere inquadrato l'invitato per tre milliperiodi,
l'immagine tornò al presentatore.
-Da più parti è stata mossa l'accusa che il culto Udenoida
debba una parte considerevole del suo successo all'azione
terroristica della frangia estremista nota come Fronte
Intransigente...
-Dica pure che l'accusa proviene dagli Illuminati di San Bruto
e dai militanti dell'Onicu, non serve essere generici.- Lo
interruppe Rama con decisione.
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Sorriso gongolante del presentatore intrigato.
-Diciamo che lei non è esattamente il tipo che la manda a
dire, signor pontefice. Visto che le accuse sono abbastanza
dirette, ha una replica altrettanto diretta?
-Tempo al tempo, Kawon, mi lasci articolare il discorso
secondo i passaggi corretti ed avrà tutte le risposte che cerca.
Il presentatore era letteralmente deliziato per il modo in cui
Rama era entrato in perfetta sintonia con i tempi televisivi:
centellinare anticipazioni sugli sviluppi imminenti per creare
tensione e suspense, ma ritardarne la rivelazione in modo da
mantenere l'audience il più a lungo possibile.
-Non ci tenga troppo sulle spine allora. Da dove vogliamo
partire?
-Beh, io ritengo che un buon punto potrebbero essere i
testoni di Nuipara.
-Come prego?
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-Sul pianeta Nuipara, esistono delle creature
cefalocentriformi, che all'apparenza sembrano delle enormi
teste.
Il presentatore era per metà incuriosito e per metà
spaventato da quell'inizio singolare del quale non riusciva a
prevedere l'esito. Per il momento lo lasciò fare.
-Ebbene, queste creature vengono venerate come delle
divinità, da parte dei primati subsviluppati che abitano il
pianeta, per via della loro capacità di spostare gli oggetti a
distanza e della considerevole soggezione empatica che sono in
grado di trasmettere.
Il presentatore lo seguiva con sguardo interrogativo.
-Che dire poi dei vermi giganti del pianeta Urrakis?
Pausa studiata.
-Secondo le ricerche condotte dalla fondazione galattica per
gli studi biotecnologici, queste creature hanno un orientamento
religioso di tipo assolutistico-monoteista. Ma qual è
esattamente il punto dove voglio arrivare?
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-Non saprei, ce lo dica.
-Io credo che quella luce in fondo significhi che è il momento
di un interruzione pubblicitaria, mi sbaglio?
La domanda fu posta con una strizzata d'occhio: non c'era
nessuna luce accesa.
-Diavolo, venerabile Rama, di questo passo mi ruberà il
mestiere! - Sorrise divertito Kawon. Poi con un gesto della
mano.
-Qualche istante di pubblicità.
Durante la pausa. Willy e Rama si scambiarono un po' di
convenevoli e complimenti di circostanza. Quelli del
presentatore erano più o meno sinceri e più che altro volti a
cercare di farsi anticipare dove intendeva andare a parare.
Rama, pur mantenendo un certo tatto e rimanendo piuttosto
cortese, rispose in modo evasivo e lasciò andare un po' di
complimenti che Kawon, superficiale come al solito,apprezzò
seriamente. Al termine della intervallo, l'immagine tornò in
studio con gli applausi dal pubblico.
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-Allora venerabile Rama, dove eravamo?
-Eravamo partiti dai capoccioni di Nuipara, per arrivare ai
vermoni giganti di Urrakis. Il filo conduttore è tuttavia uno solo:
il senso del divino. Tutti abbiamo bisogno di qualcosa che si
colloca al di là dell'esistente, dalle forme di vita più elementari a
quelle più evolute, come gli spiriti interplanetari del sistema
Credulon.
Kawon lo fissava rapito.
-Quindi, miei cari amici, si può forse biasimare un fedele
perché ricerca conforto?
Silenzio studiato.
-Ve la sentireste di condannare un animo inquieto per il solo
fatto che cerca uno spazioporto sicuro durante una tempesta
ionica?
-Ma io direi di no. - Fece sponda il presentatore in un
momento di evidente sovraccarico per i due neuroni che
possedeva.
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-E dunque, ve la sentireste di condannare questi, presunti
terroristi perché inseguono un'idea?
-Hem si riferisce al Fronte Intransigente?
-Certo. Io non ho la certezza che loro abbiano commesso i
crimini che gli vengono ascritti, qualcuno ce l'ha?
-No, non abbiamo nessuna certezza.
Il presentatore si era alzato in piedi, coinvolto dal pathos in
crescendo che andava montando.
-E dunque, dovremmo essere tutti liberi di inseguire la nostra
fede?
-Certo dovremmo!
-Anche coloro che qualcuno vuole additare come terroristi e
che potrebbero non esserlo?
-Certo, anche loro!
-E allora smettiamola di biasimare il prossimo!
Rama si era alzato in piedi preso dalla foga.
-Basta con questi meschini interessi di parte! E' chiaro che i
rappresentanti di certi culti religiosi hanno interesse a
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difenderli, ma questo è sbagliato. Dovremmo tutti servire un
progetto più grande di noi.
-Si un progetto più grande di noi.
Ripeté con aria ebete il presentatore
-Ma in cosa consiste esattamente questo progetto? Sono
certo che ve lo state tutti chiedendo. Così come vorreste sapere
perché, in realtà, sono vani i tentativi meschini che da più parti
vogliono colpevolizzare chi non è ancora stato provato
colpevole, ebbene tutto questo...
Rama si tirò un sospiro
-... tutto questo, dopo la pubblicità.
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ULTERIORI SPIEGAZIONI
Il secondo teletrasporto, che Truno ebbe modo di
sperimentare, provocò gli stessi effetti postumi del primo.
Assolutamente nessuno.
-Mmm immagino che questa sia la vostra astronave…
Dorotea rispose con tono cordiale:
-Esattamente terrestre, benvenuto a bordo.
-Chi ha parlato? Naa, non me lo dite. Il computer di bordo.
Vera non riuscì trattenersi e disse a voce alta:
-Tutto questo non ha senso, forse lo choc per quello che è
successo finora gli ha fatto perdere la ragione…
-No. -Corresse Mente per via telepatica.
-Sebbene nei suoi processi mentali vi siano dei tratti poco
chiari, non ha perso il senno.
Seus lo fissò con sguardo illuminato poi disse:
-I videogiochi! E’ talmente abituato a muoversi nella realtà
virtuale, che quello che gli sta succedendo non lo turba.
Possiamo sfruttare la cosa a nostro vantaggio.
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-Fate pure. -Replicò Truno, apparentemente senza
scomporsi.
-Quale sarebbe lo scopo del gioco?
-Fermare il Fronte Intransigente. -Disse con decisione Seus.
-Come ti avevo accennato, si tratta di un pericoloso gruppo
terroristico che è venuto in possesso di un’arma terribile: il
codice Trimax.
Truno assunse l’espressione di chi tipicamente sta seguendo
a grandi linee il filo di un discorso, senza però comprenderne a
pieno i particolari. Mente provò a spiegare in maggiore
dettaglio:
-Si tratta di un combinatore tecnobiologico, capace di
elaborare le basi genetiche della maggior parte delle forme di
vita conosciute nella galassia.
-Mmm, che vuol dire in parole povere “elaborare le basi
genetiche”?
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-Significa che, con questo strumento, è possibile realizzare in
tempo molto breve, un numero indefinito di alterazioni
genetiche, delle mutazioni genetiche stabili. -Rispose Mente.
-Si tratta di un’arma batteriologica allora?
-Non esattamente, -proseguì Vera -si tratta di un
meccanismo che consente di ottenere, in modo estremamente
veloce e agevole, dei risultati che richiederebbero tempo e
costose sperimentazioni, se realizzate con le tecniche
tradizionali di ingegneria genetica. Riteniamo che le finalità
iniziali della civiltà che lo ha sviluppato non fossero belliche.
-Civiltà?
-Sì, il codice è un dispositivo realizzato da una civiltà che ora
non esiste più, originaria del pianeta Endataz.
-Mmm, e io che cosa c’entro con tutta questa storia?
-Tu costituisci la prima chiave. -Rispose Seus.
-Chiave?-
-Esatto. Gli Endatazioi hanno realizzato anche un anticodice,
cioè un meccanismo capace di invertire gli effetti del codice. E'
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probabile che si tratti di una precauzione, nel caso in cui il loro
strumento venisse utilizzato in modo improprio. Il tuo DNA,
insieme a quello di altri due soggetti, costituisce la chiave per
accedere all’anticodice.
-Ma, come è possibile? Se il meccanismo è stato realizzato in
un’epoca remota, come è possibile che conoscessero il mio
codice genetico? Che cosa vuol dire, poi, utilizzarlo come
chiave?
-Loro non conoscevano esattamente il tuo DNA. Hanno però
elaborato una sorta di crittografia, in base alla quale
disponendo di una porzione di DNA di tre individui, è possibile
accedere all’anticodice.
-Mmm, fatemi capire: questi signori di un’epoca remota
hanno fatto un codice che serve a provocare mutazioni
genetiche. Per precauzione hanno anche creato un anticodice,
che consente di neutralizzare il primo. Non contenti hanno
nascosto codice e anticodice, celando nel codice genetico di tre
persone la mappa per recuperarli.
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Gli altri lo fissavano in silenzio. Seus annuì.
-Ah, e poi, naturalmente, io sono uno dei tre portatori del
codice genetico, che incorpora il codice crittografico, che serve
per raggiungere l’anticodice, per neutralizzare il codice
principale. Giusto?
-Esatto. –Rispose Mente.
-Beh, non fa una piega. Chiunque abbia concepito questa
storia, al confronto gli sceneggiatori di videogiochi, che sono
abituato a recensire, sembrano Shakespeare e Dante.
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LA CIVILTÀ REDAPTOR
La civiltà dei Redaptor, nota per il suo carattere bellicoso e
originaria del pianeta Din-dirin-dir, nel corso dei ventiduemila
anni della sua storia, aveva rischiato l’estinzione in numerose
occasioni. Durante il primo periodo arcaico, il pericolo principale
per la sopravvivenza di questa specie, erano i grossi rettili
carnivori al vertice della catena alimentare del pianeta. Questo
problema era stato superato quando lo sviluppo di
un’intelligenza tattica da parte dei Redaptor, aveva consentito
loro di coalizzarsi in gruppi e di sviluppare tecniche di
combattimento congiunte. I rettili carnivori si sono estinti
all'inizio del secondo periodo arcaico.
La seconda minaccia era arrivata durante la fase delle guerre
civili, quando, esauriti i potenziali antagonisti sul pianeta, il
carattere estremamente bellicoso di questa specie, si era
canalizzato in una serie di lotte intestine, che lo avevano portato
sull’orlo dell’autodistruzione. Solamente la liturgia della caccia
aveva consentito ai Redaptor, ormai troppo evoluti per
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ammazzarsi tra loro, di sopravvivere. Questa attività,
consentiva loro di convogliare i propri innati istinti verso la
distruzione di creature non Redaptor e per loro aveva assunto la
dignità di un culto religioso.
La terza e più recente minaccia, per questa civiltà, aveva
origini aliene: la ultime quattro civiltà dei sistemi limitrofi a Din-
dirin-dir (le altre tre esistenti erano state distrutte in
precedenza in seguito al “primo contatto” con i Redaptor) si
erano coalizzate nel tentativo di arginare la minaccia
rappresentata dai propri vicini. Nella fase culminante della
guerra, lo sforzo congiunto dell’alleanza aliena, sembrava sul
punto di avere la meglio sui Redaptor, tuttavia, come molte
altre volte in passato, gli abitanti di Din-dirin-dir erano riusciti a
capovolgere le sorti della guerra.
Il conflitto si era in fine concluso con il trattato di Mitho-
kher, in base al quale ognuno dei quattro antagonisti, si
impegnava a cedere ai Redaptor un pianeta abitabile del proprio
sistema, quale territorio di caccia, con l’impegno a rifornire
http://massimofamularo.wordpress.com/ 207
periodicamente queste riserve con un certo numero di prede.
Ciascuna delle quattro civiltà aveva scelto, sulla base della
propria cultura, le modalità di selezione dei soggetti da inviare
nelle riserve di caccia.
Il pianeta Taliadii Viosil , aveva utilizzato i mezzi di
comunicazione di massa, per convincere la popolazione che
questa parte dell’accordo di Mitho-kher non esisteva.
Periodicamente, i servizi segreti prelevavano il numero
opportuno di persone e le trasferivano nelle riserve di caccia. La
presenza su internet di numerosi filmati indipendenti, che
documentavano le sparizioni improvvise e l’esistenza
dell’accordo con i Redaptor, contribuiva a farlo percepire alla
popolazione, come una leggenda metropolitana.
Sul pianeta Y-Pope, la questione non si era neanche posta,
dal momento che, la dolorosa scelta di inviare dei cittadini a
fare da preda ai Din-dirin-dir, era stata comunicata alla
popolazione come una saggia decisione del Monarca-Dio-
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Sommo-Sacerdote. Stante il dogma, che ne prevedeva
l’infallibilità e la giustizia, non vi erano state opposizioni.
Il pianeta Brusa-Ush, aveva fatto digerire la cosa alla propria
popolazione in modo un po' macchinoso. Con un pretesto futile
si era fatta dichiarare guerra da Taliadii Viosil (pianeta
militarmente insignificante, con il quale in precedenza c’erano
per altro ottimi rapporti). In brevissimo tempo aveva vinto la
guerra e ottenuto, come condizione per la pace, che fosse l’altro
pianeta a fornire le prede per rispettare l’accordo di Mitho-
kher.
Il quarto e ultimo pianeta soggetto all’infame vincolo di
consegnare alcuni dei propri abitanti era Ray 451, pianeta
natale di Wellor Leyhux.
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VERSO LA SECONDA CHIAVE
Con quattro balzi iperspaziali la Dorotea si portò nell’orbita di
Tugator III, al primo posto nella classifica degli approdi spaziali
dove è possibile procurarsi materiale non esattamente legale.
Al loro arrivo, attorno al piccolo pianeta di classe T1, orbitavano
tra i tre e i tre virgola cinque milioni di astronavi. La differenza
dipende dalla definizione di astronave scelta, nonché dallo
strumento di rilevazione utilizzato.
Miliardi di messaggi, contenenti richieste di acquisto e
proposte di vendita, trasmessi in quasi tutte le lingue della
galassia, venivano scambiati incessantemente. Ciascun
partecipante, a quella specie di “mercato spaziale”, cercava di
portare a termine gli scambi commerciali che doveva
concludere, nel più breve tempo possibile per poi allontanarsi. Il
periodo medio di permanenza per le astronavi era di due
periodi virgola quattro. Si trattava di un’area della galassia, dove
nessuno aveva interesse a rimanere troppo a lungo.
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Nella moltitudine di trasmissioni, che circolavano intorno al
pianeta, anche l’astronave di Seus aveva inserito le proprie
richieste. In attesa di ottenere un riscontro, i quattro occupanti
attendevano nella sala comune del ponte secondario, dove
Truno assisteva ad una rapida illustrazione della storia dei
Redaptor attraverso delle immagini olografiche. Osservando la
fisionomia dei suoi abitanti, a Truno riusciva difficile credere al
carattere bellicoso e ai problemi, che avevano causato in
passato agli altri abitanti della galassia.
-Accidenti, sembra una scimmietta del mio pianeta, un
lemure. Ne ho visti ad una visita allo zoo da bambino -esordì
Truno.
-Eppure si tratta di creature estremamente pericolose -
aggiunse Mente.
-Fin’ora siamo riusciti a tenerli a bada solo grazie alla droga.
-Droga?
-Sì. -Spiegò Dorotea
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-Si tratta di un composto chimico, che agisce sul loro cervello,
stimolando il rilascio di una serie di sostanze con proprietà simili
all’endorfina negli esseri umani. Si tratta delle stesse sostanze
che vengono rilasciate durante la caccia e la guerra.
-Non capisco, se esiste questa possibilità perché i Redaptor
non assumono regolarmente queste sostanze per “placarsi” e
non attaccare il vicinato.
Mente rispose:
-Perchè non vogliono placarsi. La guerra fa parte della loro
tradizione e della loro cultura. Se hanno acconsentito all’attuale
situazione di non belligeranza è solo perché, durante l’ultima
guerra, si sono resi conto di non riuscire a sopraffare una
coalizione formata da tutti i sistemi confinanti. A quel punto
hanno sottoscritto il trattato che istituiva le riserve di caccia.
Queste ultime costituiscono per loro un onorevole
compromesso con la tradizione.
-E la droga?
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-Poco dopo l’accordo di Mitho-kher diversi pianeti esterni
all’area del trattato hanno incaricato i propri analisti di studiare
se la tranquillità dei Redaptor sarebbe potuta durare. La
risposta è stata negativa e in via preventiva è stata sintetizzata
la droga. Naturalmente le autorità di Din-dirin-dir non
avrebbero mai accettato di diffondere la sostanza tra i propri
abitanti, così si è deciso di utilizzare dei canali alternativi. La
scelta di introdurre il composto come una droga vietata dalla
legge, si è rivelata particolarmente efficace.
-Le masse si soddisfano con la droga, mentre l’elite possono
accedere ai pianeti riserva di caccia. Tutto sommato si è
raggiunto un equilibrio ragionevole.
Truno si irrigidì e poi aggiunse:
-Beh, ragionevole fino a un certo punto. Non credo che le
prede inviate nelle riserve di caccia ne siano molto contente...
-La perfezione rimane un limite teorico. -chiosò Mente con
filosofia.
-Nella pratica, dobbiamo accontentarci del minore dei mali.
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Seppure non completamente convinto, Truno prese atto
della spiegazione.
-Quindi è questo che siamo venuti a prendere qui, la droga.
-Esatto. -Rispose Dorotea.
-Quindi questo posto è una specie di ritrovo per ricettatori e
delinquenti. Siamo nelle vicinanze di una specie di covo dei
pirati?
Seus sorrise alla domanda di Truno.
-Diciamo che hai un modo alquanto pittoresco di vedere la
realtà. L’area circostante questo pianeta, è semplicemente uno
spazio di ritrovo per tutti coloro che si occupano di commerci
generalmente soggetti a restrizioni nel resto della galassia.
Dopo altri zero virgola cinque periodi, la richiesta inoltrata
dalla Dorotea ottenne un riscontro affermativo. Un mercantile
proveniente dalla stessa Redaptor offriva ad un prezzo unitario,
incluso nell'intervallo indicato dal governo galattico come
accettabile, una partita delle dimensioni che poteva fare al caso
loro.
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-Che cosa? - chiese Truno confuso.
-Sono gli stessi Redaptor a vendere la droga?
-Anche a produrla se è per quello. - Rispose Vera con
disinvoltura. Non devi pensare ai Redaptor come un entità
unica. Come ti è stato spiegato in precedenza, le classi sociali
più elevate possono sfogare le proprie pulsioni nelle riserve di
caccia, quelle inferiori invece devono accontentarsi della droga.
Data questa divisione è abbastanza naturale che siano le classi
più elevate a produrre e commerciare la droga.
-Proprio non capisco, mi avevate detto che i Redaptor non
vogliono prendere la droga ed ora viene fuori che addirittura se
la producono da soli?
Mente intervenne per chiarire.
-La posizione ufficiale è che i Redaptor “si accontentano delle
riserve di caccia”. Naturalmente le riserve non bastano per tutti
per cui solo i pochi che tu qualificheresti come aristocratici o
elite possono accedervi. Gli altri devono accontentarsi di
simulazioni virtuali o di cacciare creature semi-intelligenti
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prodotte con l'ingegneria genetica. Questa è la versione ufficiale
della storia, perché in realtà hanno bisogno di dosi massicce di
droga per calmarsi.
-Quindi sono le classi alte a produrre la droga che consumano
le classi inferiori?
-Esatto, ma non esclusivamente. La droga viene consumata
solo su Redaptor, ma viene prodotta anche all'esterno del
pianeta: i pianeti vicini la producono o la comprano dalle elite
per usarla per corrompere le classi basse.
-Che è quello che stiamo per fare noi?
-Esatto.
Concordata la transazione, la merce transitò per una frazione
di milliperiodo attraverso l'intermediario mutualmente
riconosciuto. Si trattava di un'altra astronave che da un lato
verificava la rispondenza della merce ai requisiti richiesti e
dall'altro incassava il compenso pattuito in valuta franca
standard.
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Terminato l'acquisto, la Dorotea partì immediata alla volta di
Redaptor.
Sulla nave intermediaria, l'osservatore annuì con il capo
all'indirizzo del personale che aveva gestito la trattativa mentre
dettava con il pensiero la nota di aggiornamento al thinknote.
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L'OSSERVATORE SMETTE DI (LIMITARSI A) OSSERVARE
Il venerabile maestro Popey, capo supremo dell’ordine degli
illuminati di San Bruto, passeggiava nervosamente all'esterno
del sua residenza privata. Più rimuginava sulla questione, più si
convinceva che accettare quell'incontro non era una buona
idea. In pratica non disponeva di nessuna garanzia in merito alla
reale attendibilità delle credenziali del suo misterioso
interlocutore; tuttavia l'opportunità che gli aveva prospettato
era talmente allettante che se anche ci fosse stata una
possibilità remota, andava assolutamente esplorata.
L'osservatore sbucò all'improvviso da un albero dietro al
quale si era materializzato prendendo di sorpresa il maestro.
-Chi è lei? Cosa fa qui?
L'altro rispose con l'aria più naturale del mondo:
-Avevamo un appuntamento...
L'altro impiegò qualche istante per riprendersi dallo
spavento. Poi disse:
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-Le sembra il modo di presentarsi? Come ha fatto ad entrare?
-Non è un elemento rilevante. Quello che importa è che io
posso servirle la testa del fronte intransigente su un piatto
d'argento.
L'altro era ancora disorientato dall'apparizione.
-Io... io... dovrei chiamare gli addetti alla sicurezza, non è
questo il modo di introdursi in casa...
-Ha acconsentito a vedermi, le suggerisco di non perdere
tempo in dettagli inutili, non potrò trattenermi per molto.
Seppure contrariato il venerabile maestro decise
acconsentire.
-Va bene, allora. Mi dica che cos'ha da propormi.
L'osservatore assunse un'espressione grave prima di
prendere la parola:
-Sono in contatto con un soggetto che avrà la possibilità di
accedere ad una serie di informazioni riservate sui componenti
del fronte intransigente. Questo individuo è disponibile a farvi
avere questi dati in cambio di un impegno da parte vostra ad
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offrigli protezione nei confronti delle possibili rappresaglie a cui
andrà incontro nell'eventualità che la sua collaborazione venga
scoperta.
-Naturalmente – si affrettò a rispondere il prelato -immagino
che il soggetto in questione ricopra un ruolo elevato all'interno
dell'organizzazione.
-Se si renderà necessaria la vostra protezione, verrete
informati sul nome del soggetto che dovrete proteggere.
Il prelato gli si rivolse lievemente piccato:
-Manteniamo sempre fede alla nostra parola, siamo
un'istituzione religiosa.
-Naturalmente. - Assentì senza troppa convinzione il
misterioso individuo - credo che non abbiamo altro da dirci.
Detto questo svanì dietro l'albero dal quale era comparso
lasciando il venerabile maestro Popoey lievemente interdetto.
Sul cellulare di Rama apparve un messaggio pubblicitario
proveniente da un destinatario sconosciuto: “L'amo è stato
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lanciato. Partecipa anche tu al grande concorso, ricchissimi
premi in palio.”
Si trattava di una conferma in codice che il contatto era
andato a buon fine.
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Parte quarta
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UN NUOVO ATTENTATO PARTE PRIMA
-Berta ti sei ricordata l’insetticida?
Rufus Depopuloquisque aveva pianificato da mesi la vacanza
a Isla Major, isola principale dell’arcipelago Isles Multitoples,
uniche terre emerse del pianeta Thesaurus IV.
-Ma Rufie caro, tutto l’albergo è coperto dal sistema
apocalipto per la eliminazione degli insetti nocivi...
-Non ripetermi le cose che hai sentito negli spot pubblicitari.
So benissimo del sistema anti-insetto e ne ho anche visto il
costo extra addebitato in anticipo sulla carta di credito.
Intendevo per gli spostamenti al di fuori dell’albergo. E non
chiamarmi Rufie.
-Ma tesoro, anche il casinò e le spiagge principali sono
coperti...
Rufus chiese ancora, con un'aria a metà tra lo spazientito e il
contrariato:
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-Berta, mi stai dicendo che non hai portato l’insetticida come
ti avevo chiesto e che dovremo comprarlo al negozio
dell’albergo a prezzo maggiorato?
-Ta-daaaa.
La donna era comparsa sul balcone con una bomboletta sulla
quale campeggiava la scritta fiammeggiante “Armageddon.”
-Ma brava la mia tesoruccia cara! Lo sapevo che non mi
avresti deluso.
-E che cosa mi dai per essermi ricordata?
La donna adesso si stava sporgendo in avanti palesemente
alla richiesta di un bacio premio.
-Amorino mio, ho già pagato in anticipo una vacanza di sette
giorni dal costo pari allo stipendio lordo mensile di un impiegato
medio della Facchinetti Accounting Ltd, che altro vuoi?
Il pagamento anticipato era stato deciso dopo un'attenta
comparazione tra il prezzo scontato anticipato e il valore attuale
netto del pagamento differito.
-Ma uffa, io volevo solo un bacino...
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Sollevato Rufus abbracciò velocemente la moglie e le
stampo' un bacio sulla guancia.
-Ma io un bacione ti do, altro che bacino!
Nel frattempo pensava: - I baci sono un ottima cosa, gratuiti
e sempre graditi.
-Adesso tesorino mio mi lasci finire questa relazioncina? Va a
farti un bel bagno in piscina che poi ti raggiungo.
-Va bene.
Berta si comportava quasi sempre come una bambina. Non è
dato sapere se per via di un ritardo mentale o per deliberato
atteggiamento vezzoso. Mentre si accingeva a prepararsi
qualcuno bussò alla porta.
La porta d’ingresso divenne immediatamente trasparente
mostrando un fattorino con la zona centrale del capo calva.
Dall’esterno la porta rimaneva opaca.
-Berta, vai tu ad aprire?
-Si Rufie caro.
-Non chiamarmi Rufie!
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Un po' infastidita per l’interruzione dei preparativi la donna si
recò ad aprire la porta completamente nuda. I fondamentali
preparativi per la piscina, così inopinatamente interrotti,
includevano: scelta di quattro anelli da piede tra i quattordici
presenti nel bagaglio; scelta di tre braccialetti da caviglia tra i
ventidue presenti nel bagaglio; rossetto e trucco per gli occhi;
scelta di un profumo da bagno water resistant tra i sette
disponibili in valigia; un tatuaggio temporaneo per il gluteo
sinistro a scelta tra drago, leone, fenice e delfino, nonché di un
tatuaggio minore per la spalla, ovviamente coordinato con
l'altro. In genere non metteva braccialetti da polso o collanine
perché trovava volgare agghindarsi troppo per andare a fare il
bagno.
-Sì?
Il fattorino sfoggiando un sorriso a trentaquattro denti disse:
-Un piccolo pensiero da parte dell’albergo.
-Graaaazie.
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La donna si illuminò nel ricevere il pacchettino e porse al
ragazzo il mignolo della mano destra dove portava l’anello di
credito. Poi disse con voce stridula:
-Mancia, cinque unità.
Il ragazzo sornione avvicinò a meno di 15 spazi il proprio
orologio da polso. Ci fu un bip e sia l’anello che l’orologio si
illuminarono per tre milliperiodi. Era il segnale che di conferma
della conclusione della transazione per il pagamento della
mancia.
Non appena la porta si richiuse Rufus, che aveva sentito il
bip, non poté astenersi dal dire:
-Berta, mi raccomando non largheggiamo con le mance, ok?
-Ma tesoro, guarda che pensiero gentile!
La donna portava una specie di tartufo neromarrone grande
quanto un terzo di un pugno umanoide. La presenza di un
anelletto verde ad un estremo indicava che si trattava di un
prodotto alimentare. Rufus pensò bene di interrompere la
moglie che aveva iniziato a leggere il biglietto esplicativo.
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-Cara, porta quell’affare in piscina, poi i significati simbolici
me li leggerai con calma dopo ok? Quando avrò finito la
relazione, sarò tutt’orecchi.
Un po' delusa Berta finì di prepararsi e si recò in piscina a
consumare l’omaggio di benvenuto dell’albergo e a farsi
spalmare un po' di crema Tierra de Medio.
Rufus impiegò uno virgola quattro periodi per completare la
relazione di gestione da consulente di parte, che costituiva il suo
secondo lavoro. Come primo lavoro era vicecapocontabile alla
Facchinetti Accounting Ltd, come terzo era revisore
corrispondente per varie ditte di Import Export.
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WELLOR LEYHUX
Coordinate Spaziali: Pianeta Trodiaglar, riserva di caccia
Redaptor.
Sul pianeta Todiaglar esisteva una sola semplice legge e, per
assicurarne il rispetto, bastava la semplice evidenza empirica
della non sopravvivenza dei trasgressori. Wellor Leyhux, arrivato
da quattro mesi, era al momento il più longevo dei visitatori (ma
forse sarebbe meglio dire deportati) che la storia recente
potesse ricordare. Ignorandone le possibili conseguenze, si
apprestava a violare per la prima volta l’unica legge esistente.
Motivo dell’infrazione era Ginger Darlin, ex figurante
televisiva nonché amante del ministro della difesa di Taliadii
Viosil che, in cambio degli apprezzati servigi resi all’influente
uomo politico, aveva ricevuto un biglietto di sola andata per il
pianeta riserva di caccia dei Redaptor. Esattamente quattro
virgola cinque periodi dopo il suo atterraggio sul pianeta, era
finita nella ragnatela gigante di un Aracnomantide. Quando
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Wellor la vide era in stato di semi incoscienza, stordita dalle
tossine di cui era impregnata la rete.
Questo predatore sintorganico era stato partorito dalla
fervida fantasia di un preparatore atletico del pianeta Din-dirin-
dir. Lo spunto era partito dal ragno Pantomegalon di Attis e
dalla mantide religiosa del pianeta terra. Del primo aveva le
dimensioni tra i due e i tre umanoidi standard di lunghezza.
Della seconda l’abitudine di decapitare il maschio dopo
l’accoppiamento.
-Fuoco, - pensò - ci vuole del fuoco.
Estratto dalla tasca il bisturi laser a incandescenza, irradiò per
qualche frazione di periodo un piccolo cespuglio e
successivamente vi affondò la punta metallica della lancia
rudimentale, che aveva costruito in precedenza; sollevandolo
aveva ottenuto una torcia rudimentale. L’insettoide fu
allontanato facilmente dal fuoco, ma liberare la donna fu meno
facile del previsto.
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Bruciando la ragnatela in cui era imprigionata, correva il
rischio di arderla viva. Pertanto decise di incidere la rete con
piccole irradiazioni del proiettore mentre teneva a bada con la
creatura con la torcia. Un importante informazione, che
purtroppo Wellor ignorava, era che le aracnomantidi si
muovono sempre in gruppi di tre (numero che aumentava le
probabilità di successo per la riproduzione) e che i due
compagni di quella che aveva allontanato gli stavano
piombando alle spalle.
Accortosi all’ultimo momento degli altri due, riuscì a schivare
il pungiglione di uno rotolandosi sul terreno e a trafiggere
successivamente con la lancia l’altro. Tuttavia avendo lasciato
cadere il cespuglio in fiamme che teneva lontano il primo
insettoide questo aveva pensato bene di ritornare alla carica.
Nel frattempo la donna aveva ripreso i sensi ed aveva
cominciato ad urlare perché la sommità della torcia caduta
aveva appiccato il fuoco alla ragnatela.
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Per quindici centiperiodi, che gli parvero un’eternità, Wellor
si trovò a tenere a banda due enormi insetti incazzatissimi
mente la perfetta sconosciuta per la quale stava rischiando la
vita urlava cercando divincolarsi. Mosso prevalentemente
dall'istinto e, quindi, senza rendersi pienamente conto di quello
che faceva, riuscì ad appiccare un altro fuoco con il proiettore e
a scagliarlo con la lancia per allontanare le creature e, correre
in soccorso di Ginger. Con qualche secondo di irradiazione la
donna fu finalmente libera.
-Scappi si metta in salvo, io cerco di tenere a bada...
La fine della frase gli rimase in gola perché, invece di farsi
nuovamente avanti, gli insettoidi si erano avventati sul corpo
del loro simile e se ne stavano cibando. Si trattava di una
trovata che aveva reso celebre l’ingegnere genetico che li aveva
progettati.
Non ritenendo opportuno rimanere oltre Wellor si volse
indietro per cercare di raggiungere la donna che nel frattempo
era sparita. Dentro di sé pregò che non si fosse messa
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nuovamente nei guai e prese a correre nella direzione dove si
era diretta. Dopo una decina di minuti di corsa ritrovò la donna,
ottenendo,tuttavia un tipo di riconoscenza alquanto differente
dalle attese.
Giunto in una radura, dove sperava di essersi allontanato a
sufficienze dalle aracnomantidi, si arrestò freddato da una
legnata alla parte superiore dello stomaco. Accasciandosi per il
dolore cercò di voltarsi per vedere chi gli aveva inferto il colpo e
riuscì a intravedere la sagoma di Ginger Darlin prima di ricevere
il colpo definitivo alla nuca.
-Eccolo, vedete?- disse la donna tremando e lasciando cadere
il ramo che aveva usato per tramortire il suo salvatore.
-L-la sua vita per la mia. La sua vita per la mia. – aggiunse
balbettando.
Una piccola creatura antropomorfa osservava la scena
appollaiata su una specie di vassoio che fluttuava a mezz’aria.
Gli occhi verdastri si colorarono per qualche istante di rosso. A
quel segnale, la donna si allontanò rapidamente. Era un
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cacciatore Redaptor di nome Schait e variare la colorazione
degli occhi era il suo modo di annuire. Nonostante fosse arrivata
da poche ore, la ex subrette Ginger Darlin aveva compreso
immediatamente il senso della prima legge del rituale di caccia
della civiltà Redaptor.
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UN NUOVO ATTENTATO PARTE SECONDA
A Isla Major esistevano ventitré casinò. Il primo in ordine di
tempo era stato il “medusa gigante”, progettato ispirandosi allo
spazioporto vivente del pianeta Tebiok. La struttura a campana
era mantenuta in sospensione magnetica ad un’altezza pari a
duecento umanoidi adulti, aveva un volume complessivo di
cento-ventiduemila rannicchi cubici ed era collegato al terreno
da otto tentacoli che riproducevano in scala i celebri ascensori
orbitali della stazione spaziale presa a modello.
Un rannicchio cubico è una misura corrispondente ad un
cubo entro il quale può stare, approssimativamente, un
umanoide adulto rannicchiato abbracciando le gambe piegate.
Per ulteriori informazioni si veda la voce “rannicchio cubico” e
più in generale “sistema metrico umanoide standard” della
Wikipedia Galattica.
All’epoca del soggiorno di Rufus Depopuloquisque il medusa
gigante non era più attivo ed era stata riconvertito in un museo.
I dodici casinò edificati successivamente al primo erano stati
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progettati ispirandosi ad un vulcano, a sette pianeti e quattro
personaggi storici. Gli edifici a forma di pianeti avevano
chiaramente cercato di replicare il successo della medusa
gigante, riproponendone la filosofia architettonica nota come
“edifici arrotondati fluttuanti”. Questa corrente di pensiero, si
poneva in totale antitesi rispetto a “grossi tizi con i piedi per
terra” rappresentata chiaramente dai quattro edifici a forma di
personaggi storici.
Il casino numero quattordici aveva segnato un’inversione di
tendenza e un affermarsi della corrente “piramidi, tronchi di
coni e vulcanoidi” che aveva dominato la scena fino al
ventiduesimo casinò. Si trattava costruzioni di abbastanza
tradizionali, con la base più ampia del tronco e della sommità
ancor meno estesa e quindi non necessitante di supporti
energetici per rimanere in piedi. Il culmine di questa scuola era
stato il monte Ares, riproduzione in scala uno a uno del celebre
vulcano della nona luna di Inferio, rinomata stazione termale.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 236
Il ventiduesimo casinò, con grande stupore degli storici
dell’architettura ludico spettacolare, era stato un vero colpo di
scena rispetto ai precedenti e aveva assunto il nome
particolarmente significativo di Medusa due. Grande circa uno
virgola cinque volte il primo casino di Isla Major, il medusa due
era stato inaugurato nel corso di una pirotecnica manifestazione
in cui tutti gli avventori presenti nel vecchio casinò erano stati
trasferiti al nuovo, senza smettere di giocare, tramite tentacoli
ascensori. In quell’occasione il primo Medusa aveva iniziato la
sua seconda vita di museo intergalattico del gioco d’azzardo.
Il medusa due era uno spettacolo pirotecnico ininterrotto e i
giochi di luce che si susseguivano ininterrottamente,
costituivano di per sè un’attrazione al punto che sarebbe stato
plausibile pagare per assistervi. L’amministrazione locale di Isla
Major, sempre attenta a tradurre il plausibile in reale, quando si
trattava di incassare, aveva prontamente introdotto una
imposta locale sull’intrattenimento prodotta dal medusa due.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 237
La nuova meraviglia aveva regnato incontrastata sul mondo
dell’intrattenimento di Thesaurus IV per quasi una ventina di
cicli maggiori. Poi era stata surclassata dalla costruzione del
casinò numero ventitrè: l’Antipiramide. In questo luogo si
verificò il quinto attentato del Fronte Intransigente, verificatosi
nei pressi del tavolo di White Fred (simile al Black Jack ma
l’obbiettivo del gioco è fare trentadue) numero quattordici.
Rufus si trovava a quel tavolo e stava moderatamente vincendo
quando, suo malgrado divenne la prima vittima dell’attentato.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 238
LA PREDA WELLOR
Wellor era ancora privo di sensi mente il cacciatore Redaptor
gli fluttuava intorno sopra la specie di vassoio che utilizzava
come mezzo di locomozione. I Redaptor avevano una
carnagione biancastra e in età adulta arrivavano in media ad
un’altezza pari a un quarto di umanoide standard. Per qualche
istante emise alcuni sibili dalla bocca circolare scoprendo alcune
serie di denti appuntiti.
-Comportamento alquanto inusuale- comunicò per via
telepatica ai compagni di caccia.
-Decisamente- gli rispose un’altra creatura della sua spessa
specie, che fluttuava in prossimità di un megalodonte che stava
sbranando un giornalista troppo zelante nei confronti del
governo in carica su Ditalia Viosili.
-Può darsi che vi fosse un qualche legame affettivo- aggiunse
un terzo cacciatore- in passato abbiamo riscontrato fenomeni
del genere.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 239
-Lo escludo-terminò Schait, il primo cacciatore, preparando
lo stimolatore sonico-la femmina era sul pianeta da troppo poco
tempo per instaurare un legame del genere.
Una lieve scarica ridestò in modo particolarmente doloroso
l’umano. Nonostante fosse ancora fortemente intontito la
visione dell’alieno innescò immediatamente una reazione
condizionata. Durante la sua permanenza sul pianeta aveva
imparato a fuggire con tutte le sue forze non appena vedeva
una di quelle creature. Come le altre volte sentì un suono
stridulo della durata di circa dieci frazioni di periodo
Redaptoriano. Una pausa di una frazione poi lo stesso suono per
nove frazioni di periodo. Era un conto alla rovescia. Al termine
sarebbe iniziata la caccia.
Wellor Leyhux iniziò a correre con tutte le forze che gli
restavano. La scarica dello stimolatore non aveva ancora
esaurito i suoi effetti e, prima che il conto alla rovescia
terminasse inciampò per tre volte, rialzandosi tuttavia
immediatamente. Poi si udì il suono stridulo per la durata di una
http://massimofamularo.wordpress.com/ 240
sola frazione di periodo e una luce verdastra balenò negli occhi
del Redaptor.
Doveva nascondersi. Il più atavico degli istinti gli suggeriva di
cercarsi un riparo al più presto, posto che non gli era possibile
distanziare in modo apprezzabile il suo inseguitore. Doveva
cercare di pensare in fretta. Il più in fretta possibile; in breve il
cacciatore lo avrebbe raggiunto.
Per alcuni abitanti di Din-dirin-dir la caccia era solo un rituale
simbolico. La preda veniva braccata in modo meccanico,
utilizzando strumenti tecnologici avanzati. Si trattava quindi di
un esercizio predeterminato che in genere si esauriva in breve
tempo. Ma Shait, figlio di Vance della stirpe dei Jakc non era di
questo avviso e iniziò l’inseguimento affidandosi unicamente al
proprio fiuto. Le orbite dei suoi occhi erano interamente
occupate dalle pupille dilatate al massimo che avevano assunto
una colorazione rossastra. La respirazione aveva iniziato
diventare affannosa.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 241
Un nascondiglio, un posto sicuro. Cercando di rimanere
lucido Wellor si sforzava di pensare al modo per sfuggire
all’alieno che gli dava la caccia. Se non ci fosse riuscito sarebbe
morto entro brevissimo tempo.
Fendendo l’aria sul trasportatore (nome fantasioso con il
quale i Redaptor chiamavano le piattaforme che usavano per
spostarsi), Shait cercava di seguire la traccia della propria preda.
Doveva stargli dietro, perché diventava sempre più labile.
Quell’umano era riuscito a sfuggire per ben per sette cicli minori
ai cacciatori del pianeta e fregiarsi di portare in giro la sua testa
sarebbe stata una considerevole soddisfazione. Chiudendo gli
occhi rallentò per prepararsi all’attacco definitivo. Poi in unico
movimento di determinazione scattò alla velocità massima per
avventarsi sulla preda che doveva trovarsi ai piedi di un grosso
albero.
Giunto sul posto dove l’odore della preda era massimo,
tuttavia trovò solamente gli abiti di Wellor Leyhux.
Concentratosi completamente sul proprio obbiettivo aveva,
http://massimofamularo.wordpress.com/ 242
infatti, deliberatamente ignorato il pur consistente odore
derivante da un cumulo di sterco di coprocefalo poco distante.
Un coprocefalo adulto produce mediamente una quantità di
sterco di peso pari a una trentina di Redaptor.
Correndo a perdifiato Wellor aveva sentito l’odore di quel
cumulo e sperando che potesse coprire il proprio si era
spogliato gettando i propri abiti ai piedi dell’albero e poi si era
tuffato nel letame.
Quando l’alieno ebbe voltato l’angolo per avventarsi sui suoi
vestiti, con un moto estremo di disperazione si era lanciato sul
trasportatore con l’intento di afferrare il suo nemico per il collo
e fracassarne il cranio al suolo. Tecnicamente Wellor sarebbe
potuto riuscire nel proprio intento. La sua massa corporea era
3,7 volte quella del cacciatore e la costituzione fisica dei
Redaptor non è particolarmente robusta in confronto a quella
umana.
Tuttavia la tradizione di caccia del pianeta Din-dirin-dir non
prevede aspetti di “correttezza” e “onorabilità” tali da
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contemplare la possibilità che la preda possa sopraffare il
cacciatore. Un opportuno meccanismo di controllo a distanza
avrebbe disintegrato l’umano qualora si fosse avvicinato oltre
una misura predeterminata.
In luogo del dispositivo di sicurezza operò tuttavia il
teletrasporto della Dorotea. Quello che Shait e gli altri
osservatori di quella battuta poterono vedere fu solo la
sparizione di quella particolare preda umana che si era
dimostrata più astuta dei propri cacciatori. A tutti rimase un
senso di profonda frustrazione e disappunto.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 244
UN NUOVO ATTENTATO PARTE TERZA
L’Antipiramide, come si poteva evincere dal nome, era un
edificio dalla forma di piramide rovesciata, alto tra i
duecentocinquanta e i trecento umanoidi adulti in base al grado
di compressione. Nel corso degli spettacoli di luce e musica,
infatti, l’edificio poteva contrarsi ed espandersi variando la
propria altezza seguendo il ritmo come una specie di gigantesca
fisarmonica. Lo spettacolo risultante era talmente
impressionante che l’amministrazione locale di Isla Major, dopo
la prima imposta locale sull'intrattenimento, aveva deciso di
apporre anche un'addizionale alla tassa generale sul turismo.
La superficie esterna era coperta di lamine plastometalliche
ad alta propagazione di energia. Questo accorgimento
consentiva giochi di luce ed effetti speciali visivi particolarmente
innovativi e costituiva l’orgoglio del progettista Seteram. Le
pareti dell’edificio, anziché essere lisce, come nella maggior
parte degli edifici piramidali, erano strutturate a gradoni
dell’altezza variabile, da due a zero virgola cinque umanoidi
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adulti a seconda del grado complessivo di compressione.
L’accesso all’edificio era consentito solo per via aerea, dalla
base della piramide, rivolta verso il cielo.
-Berta, ma ti sembra il momento? Non vedi che sono
impegnato?
Rufus odiava essere interrotto quando era particolarmente
concentrato. In quei frangenti assumeva l'espressione
contrariato/piuttosto crucciato. Sia che si trattasse di lavoro,
che svago o di qualsiasi altra cosa, quando era assorto nei suoi
pensieri voleva essere lasciato in pace.
-Ma-ma... Rufie... sento questa cosa come se...
-Quante volte ti ho detto che non voglio che mi chiamarmi...
Rufus Depopuloquisque non ebbe modo finire la frase. A
dirla tutta non ebbe modo neanche di finire la partita di White
Fred (nella quale, per inciso, avrebbe perso il venticinque
percento di tutte le vincite della serata). L’unica cosa che riuscì a
finire quel giorno fu la propria esistenza, lasciando dietro di se
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una vedova consolabile e un testamento in favore della
fondazione per i contabili anonimi incompresi.
Berta si era avvicinata al marito nel tentativo di ottenere
aiuto per i curiosi borbottii che, da circa un emiperiodo, sentiva
venire su dall’addome. Per un involontario contrappasso,
considerato che non aveva voluto prestarle attenzione, il marito
divenne la prima vittima dello xenomorfo che eruppe dal ventre
della donna in seguito a un parto quantomeno singolare. La
creatura aveva una struttura vermiforme; ad un estremo aveva
due teste, mentre all'altro un tentacolo prensile estensibile che
terminava con una cuspide. Le due teste potevano definirsi tali
per la presenza di un occhio e di una bocca ciascuna. L’occhio
era una macchia verdastra sul colorito nero della creatura e,
definirlo tale, era possibile solo in virtù di profonde conoscenze
esobiologiche oppure di una fugace consultazione della
Wikipedia Galattica. La bocca era invece facilmente
identificabile a causa dei canini sporgenti e quasi sempre in
vista.
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Rufus fu azzannato da entrambe le teste
contemporaneamente alla base del collo e crollò sul pavimento
urlando:
-Le mie fiches!! Qualcuno recuperi le mie...
Il veleno rilasciato dai morsi aveva rapidamente paralizzato il
contabile per consentirgli di costituire un comodo pasto per la
creatura. Berta, nel frattempo, prima di accasciarsi al suolo
definitivamente, aveva liberato altri due vermoparassiti bicefali
(come certa stampa non approvata dal CGEI li avrebbe
successivamente battezzati).
Il panico si diffuse immediatamente nella sala e tutti i
dispositivi di emergenza per l’evacuazione immediata furono
attivati. Il problema principale era che la procedura standard era
pensata per incendi, o incidenti del genere. Per cui l’obbiettivo
prioritario era mettere in salvo le persone. Tutti i presenti
furono teletrasportati all’esterno, inclusi otto ai quali erano già
stati inoculati gli embrioni della creatura. Con tragica efficienza,
il sistema di sicurezza nel tentativo di mettere in salvo le
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persone in pericolo aveva trasportato all’esterno anche gli
aggressori.
Il team di marines, accorso per contrastare la minaccia
improvvisamente apparsa all’interno del Casinò, incontrò più
difficoltà del previsto. I tre parassiti, che nell’erompere dal
corpo della sventurata ospite avevano le dimensioni di un piede
umanoide standard, nel giro di un quarto di periodo aveva
raggiunto la maturità. Un vermoparassita bicefalo adulto lungo
circa due virgola cinque umanoidi standard ed era dotato di otto
zampe prensili.
L'efficienza del protocollo di sicurezza standard di Isla Major
evitò il verificarsi della pietosa scenda da film fanta-horror di
serie B1, nel quale la creatura xenomorfa massacra i poveri
umanoidi che, bontà loro, pretendono di contrastarla con miseri
proiettili metallici. Non appena teletrasportato all’interno della
sala, il capo della squadra si accorse immediatamente del fatto
che le tre creature non potevano essere affrontate con i mezzi a
loro disposizione. A quel punto ordinò immediatamente il
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trasferimento all’esterno e lasciò il campo ad una squadra
meglio attrezzata.
Nel frattempo all’esterno era scoppiato l’inferno. Le persone
presenti in sala al momento dell’incidente erano state
teletrasportate in un piazzale dove li attendevano delle squadre
per il primo soccorso. La maggior parte degli individui evacuati
al primo mediscan integrale risultavano illesi e venivano
trasferiti altrove. Su quattro fu rinvenuta la presenza di un
parassita xenomorfo che venne immediatamente asportato e
distrutto. I quattro parassiti residui ebbero il tempo di causare
complessivamente sessantacinque vittime e di riprodursi in un
totale di nove esemplari adulti.
La minaccia fu finalmente debellata grazie a due squadre dei
corpi speciali dotate di esoscheletri potenziati e di proiettori
energetici ad alta intensità. Gli esoscheletri erano una sorta di
armature regolabili che avevano la funzione di proteggere i
soldati e di potenziarne le capacità offensive. Senza particolari
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difficoltà la minaccia fu debellata dai militari correttamente
armati.
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TRUNO DAL MEDICO (FORSE)
-Fa spesso questo tipo di sogni?-chiese il dottore con tono
estremamente pacato.
-Ecco, io non credo che si tratti esattamente di sogni.
-Come li definirebbe allora?
-Mah... una sorta di esperienze oniriche... in fase di veglia...
-Esperienze oniriche? In fase di veglia?
Il medico guardò Truno con aria interrogativa. L'altro gli fece
un'alzata di spalle.
-Le capitano spesso queste esperienze oniriche in fase di
veglia?
-No, non direi.
-Riesce a darmi, anche in modo approssimativo, una stima
della frequenza?
-Mmmm... direi una o due volte al mese...
-Provi a descrivermi come questo tipo di esperienze
cominciano. Si rende conto dall’inizio che non si tratta di un
esperienza reale?
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-No, in genere no.
-Cosa le fa credere allora che queste esperienze non siano
reali?
-Mmm, direi la presenza di Cyborg, Creature Mutanti,
Astronavi…
-Capisco. Quindi, mentre lei si trova in queste situazioni, si
rende conto che non si trova più nella realtà?
-Beh, in realtà no.
-Bene. Ha ricordi precisi di queste esperienze dopo che sono
terminate?
-Sì, in linea di massima credo di sì.
-E’ per questo motivo che ritiene questo tipo di esperienze
differenti rispetto ai sogni tradizionali?
-Sì, credo di sì.
-Riscontra una qualche differenza tra i ricordi di queste
esperienze e i suoi ricordi normali?
-No, non in particolare.
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-Quindi queste esperienze entrano a far parte dell’insieme
dei suoi ricordi al pari delle esperienze reali?
-Beh, sì.
In quell’istante Seus entrò nella stanza. –Forza, terrestre è
ora di darsi da fare!
Truno annuì con il capo e si mise a sedere sul lettino
fluttuante sul quale era rimasto sdraiato fino a quel momento.
Senza alzare gli occhi dal tablet sul quale prendeva appunti il
dottore disse:
-Immagino lei voglia terminare qui la seduta…
-Mmm, sì, direi di sì.
-Va bene, ci vediamo la prossima settimana allora.
Poi guardando l’orologio e dopo un rapido calcolo a mente,
aggiunse:
-per questa seduta le addebiterò un quindici percento in
meno rispetto alla solita parcella.
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UN NUOVO ATTENTATO - EPILOGO
Berta Pallinopinkopulos si risvegliò all’Ospedale
Ganeshavisnu di Isla Major con un leggero mal di testa. Un
dottore dal sorriso smagliante, estremamente somigliante ad un
attore cinematografico di bell’aspetto di qualche secolo prima,
era al suo fianco.
-Allora, come va?
-Mmm, direi abbastanza bene...
Berta cercò di mettersi a sedere e di mettere a fuoco il
proprio interlocutore.
-Dove siamo qui? ... e lei chi è?
-Sono il dottor George Iglooney. – Sorriso immutato ed
espressione piaciona.
L’ospedale Ganeshavisnu pullulava di medici e infermieri
particolarmente attraenti. Secondo i dettami della “scuola
medica estetico evanescente”, infatti, il paziente riceve
considerevoli vantaggi psicologici dal fatto che il personale
medico sia esteticamente avvenente. Naturalmente, non
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potendo effettuare discriminazioni in base all’aspetto esteriore,
l’istituto offriva gratuitamente interventi di morfoplastica
globale a coloro che ne avevano bisogno per raggiungere i
canoni estetici standard per entrare nello staff medico.
-Ci troviamo all’Ospedale Ganeshavisnu di Isla Major e lei
verrà dimessa tra uno o due cicli. Ricorda qualcosa
dell’incidente?
Per qualche breve istante le immagini di Rufus sopraffatto
dai vermo-parassiti le balenarono davanti agli occhi.
-Se vuole possiamo espiantare i ricordi sgradevoli...
Berta esitò un attimo, poi rispose con decisione.
-No, grazie. Come sta Rufus?
Con tecnica studiata per anni all’università il dottor Iglooney
si predispose per dare la brutta notizia. L’espressione “studiata
per anni” si riferisce letteralmente alle significative difficoltà
incontrate dal dottore nel superamento dell’esame di
recitazione. Il sempre maggiore credito ottenuto dalle tesi della
“scuola medica estetico evanescente”, aveva infatti spinto
http://massimofamularo.wordpress.com/ 256
numerose facoltà di medicina a sostituire corsi ormai obsoleti,
come anatomia umana o patologia generale, con materie molto
più alla moda come recitazione, simpatia umana col paziente,
cognizione del dolore. Iglooney sebbene fosse molto portato
per le materie scientifiche aveva molte difficoltà con quelle più
evanescenti e per questo si era laureato con un certo ritardo.
George assunse un’espressione seria. Senza parlare,
gradualmente, l’espressione divenne grave. Questo
accorgimento, a livello inconscio, predisponeva l’interlocutore a
ricevere una cattiva notizia. Si trattava di una tecnica
pionieristicamente sviluppata dal centro studi per la
trasmissione delle cattive notizie e rodata dai servizi militari
durante le comunicazioni ai familiari dei caduti in guerra. Berta
inconsciamente si predispose a ricevere la cattiva notizia,
tuttavia quando le fu riferita la trovò meno brutta delle attese.
Ancora in silenzio il dottor Iglooney abbozzò un accenno di
sorriso. Era il passo successivo, dopo avere trasmesso il
messaggio che la cattiva notizia era in arrivo, l’obbiettivo era
http://massimofamularo.wordpress.com/ 257
allentare la tensione. Riassorbendo il sorriso fino ad ottenere
un’espressione assolutamente neutra disse:
-Suo marito non ce l’ha fatta signora.
Berta esitò per pochi istanti. Poi fissando il vuoto disse
solamente:
-Capisco.
Iglooney si compenetrò al massimo nella parte. L’espressione
neutra era stata la sua tesi di laurea in medicina ed
evidentemente aveva colpito nel segno. Cercando di contenere
l’enorme entusiasmo per il successo ottenuto nella
comunicazione della cattiva notizia, riprese a parlare
continuando secondo il protocollo.
-Se vuole disponiamo di avanzati programmi di rimozione
post trauma. Possiamo scegliere i ricordi che lei ritiene
maggiormente ossessivi e sgradevoli e rimuoverli...
-No grazie. – fu la risposta decisa.
-Se non gradisce la rimozione definitiva possiamo segregarli
temporaneamente oppure...
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-Come ha detto di chiamarsi dottore?
-George Iglooney.
-Diamoci del tu George. Mi sembri un bravo ragazzo.
Il dottore era rimasto sbalordito dalla decisione con la quale
la ragazza aveva reagito.
-D’ora in poi fai come dico io, George, vedrai che andremo
d’accordo.
Il sorriso della donna aveva ben noti significati nel linguaggio
non verbale. Tuttavia Iglooney, che arrivava sempre in ritardo al
corso serale di comprensione della psicologia femminile, lasciò
perdere e seguì il suggerimento della paziente.
Post Scriptum.
Qualche lettore particolarmente attento, con un po' di
tempo da perdere e con più di un po' di tempo per rompere
avrà osservato:
1-Come fa Rufus ad essere la prima vittima del mostro
“emerso” dal corpo di Berta? Non dovrebbe essere Berta la
prima vittima?
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2-Rufus muore lasciando una vedova consolabile? Ma non
era morta?
Questo capitolo è dedicato ai lettori che hanno poca fede nei
confronti della coerenza dell’autore.
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WELLOR A BORDO DELLA DOROTEA
-Dio santo, puzza come una fogna.
Disse Truno osservando il corpo nudo di Wellor Leyhux,
appena teletrasportato nell’infermeria dell'astronave.
-E’ più che comprensibile, per uno che qualche istante fa era
immerso nel letame di un pachiderma. -commentò Seus.
Poi intervenne Dorotea col solito tono conciliante:
-Lasciatemi qualche momento e ve lo rimetto in sesto.
-Perfetto, allora lo attendiamo sul ponte uno con una tazza di
radiocaffè.
Quattordici frazioni di periodo dopo, Wellor entrò nella sala
dove lo attendevano gli altri.
-Benvenuto a bordo, Wellor Leyhux -lo salutò cordialmente
Seus.
-Grazie.
Rispose istintivamente il nuovo arrivato. Poi gli sovvenne il
dubbio che non sapeva ancora se poteva fidarsi di quelle
persone.
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-Io sono Seus Odys, comandante di questa nave, la Dorotea.
Siamo in missione per conto del Governo Galattico.
-Quindi immagino che non mi abbiate tirato fuori da
quell’inferno per puro altruismo.
Seguirono alcuni istanti di silenzio imbarazzato.
-Purtroppo, no. –Proseguì Seus.
-Un gruppo di terroristi è venuto in possesso di un Codice
Matrice Genetico, che costituisce un’arma terribile con la quale
minaccia la sicurezza della nostra civiltà. L’unica possibilità che
abbiamo per contrastarli e recuperare un Anticodice Genetico
che consenta alle forze dell’ordine di neutralizzare quello in loro
possesso.
Il nuovo arrivato lo fissava interdetto. Poi Vera proseguì:
-Abbiamo bisogno del tuo aiuto per compiere la nostra
missione.
-Mmmm, immagino di non potermi tirare indietro...
-So come ti senti, -intervenne Truno presentandosi.
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-Sono nella tue stesse condizioni e francamente neanche a
me è ancora tutto chiaro. In ogni caso, vista la situazione in cui ti
trovavi, credo che sia difficile finire peggio, no?
Il sorriso con cui erano state pronunciate le ultime parole
contribuì a distendere l’atmosfera. Ricambiando il sorriso,
Wellor rispose:
-Difficile darti torto. Ma esattamente, perchè avete bisogno
di me?
-Per il tuo codice genetico -rispose Mente.
-Quello che cerchiamo è custodito in un luogo dove è
possibile accedere solo presentando una chiave. La chiave è
costituita da tre individui recanti tre particolari profili genetici.
-Io e te siamo i primi due -disse Truno.
-Ora dobbiamo cercare di recuperare il terzo.
-Cosa posso dire? -iniziò Wellor.
-Passatemi qualcosa da mangiare: non ricordo più neanche
quand’è stata l’ultima volta che ho potuto fare un pasto degno
di questo nome.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 263
Tutti risero e immediatamente Dorotea si mise a
disposizione:
-Posso fornirti la maggioranza dei piatti più diffusi sul tuo
pianeta d’origine. Non hai che da chiedere.
-Direi che una minestra di kuradori andrà benissimo.
C’erano moltissime cose che Wellor avrebbe voluto chiedere,
interrogativi su quegli individui e sulle loro reali finalità. Tuttavia
non disse nulla e mangiò di gusto la zuppa più buona che
ricordava di aver mai assaggiato. Era fuori dall’incubo assurdo
che credeva sarebbe stato la sua tomba e non gli importava
altro.
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GALAXY NEWS – L'INCIDENTE DI THESAURUS IV
-Benvenuti a questa nuova puntata di Galaxy News, anche
questa sera, Galaxy News vi porta al centro della notizia.
Applauso del pubblico.
-Quest’oggi parliamo del tragico incidente avvenuto sul
pianeta Thesaurus IV, all’interno del casinò più famoso della
galassia. Con noi per parlarci dell’accaduto Mima Panto, l’eroico
vigile del fuoco che ha salvato ben venti persone durante
l’incidente; Key O’Itzgonnaby, responsabile del reparto incidenti
domestici dell’esercito civile, che ha coordinato le operazioni; il
reverendo Malph, che ha presieduto la celebrazione funebre
per le persone rimaste uccise nell’incidente.
Un applauso di cortesia accompagnò la presentazione di
ciascuno degli ospiti.
-Ci dica, signor Panto, cosa ha provato in quei momenti di
estrema tensione?
-In quei momenti non hai tempo per provare niente. Non hai
tempo per pensare. Ogni tuo inutile pensiero può causare la
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morte di persone innocenti. Ricordo che una volta mi sono
lasciato sfuggire un pensiero non necessario e due persone sono
morte. E’ una responsabilità enorme. Ci sono volute otto sedute
di lavaggio del cervello per superarlo.
Momento di pathos. Applauso. Poi di nuovo il presentatore:
-Ci dica maggiore O’Itzgonnaby, posso chiamarla Key?
-Mi chiami semplicemente Maggiore.
-Ci dica, maggiore, come si è svolto esattamente l’incidente?
-Si è trattato di un malfunzionamento all’impianto di
condizionamento ambientale. Si tratta di un evento che ha una
probabilità di verificarsi estremamente remota, dell’ordine di
grandezza di uno su tre milioni.
-Che è circa la probabilità di vincere che ha un giocatore al
Totoallocco- interruppe il vigile del fuoco fissando il vuoto con
aria assente.
Il presentatore apparve perplesso per qualche istante. Poi
chiese al terzo ospite:
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-Reverendo, cosa pensa lei di questa curiosa coincidenza?
Non può essere un caso…
-No che non può esserlo – fu la secca risposta. – Dio non
gioca a dadi con il mondo. Coincidenza è il nome che i sedicenti
scienziati usano per nascondere la loro incapacità di riconoscere
il disegno della provvidenza.
Applauso e sorriso soddisfatto del presentatore.
-Come sempre la nostra trasmissione vi porta oltre la
superficie della notizia e vi porta al centro della verità. Ma
torniamo al maggiore O’Itzgonnaby. Ci dica, abbiamo detto che
questo incidente appartiene ad una categoria estremamente
rara, ma esisteva una qualche possibilità di prevederlo? Il casinò
era assicurato?
-Il casino non era assicurato e non è immaginabile che fosse
possibile prendere delle precauzioni per un evento così raro.
-Cosa può dirci, invece della quasi corrispondenza tra la
probabilità dell’evento di verificarsi e le probabilità di vittoria di
chi gioca a Totoallocco?
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-Direi che non so cosa dirle, mi occupo di incidenti domestici
su scala planetaria, non di calcolo delle probabilità.
Improvvisamente Mima si lasciò cadere in ginocchio con il
volto tra le mani.
-Io non volevo fare quei pensieri. Non le ho uccise io quelle
persone.-
Applauso. Intenso momento di pathos.
-Non faccia così signor Panto. Nell’ultimo incidente lei ha
salvato decine di persone, non può continuare a tormentarsi per
quelle due…
-Sniff, sniff. Lo so, lo so. Però…
Ancora lacrime e singhiozzi. Ancora applausi dal pubblico.
Sorriso del presentatore in chiusura. Poi la parola al sacerdote:
-Figliolo, devi farti una ragione del fatto che la salvezza dei
molti è più importante della salvezza dei pochi. Questo tanto
quanto non ci può essere salvezza che per pochi. Tu ne hai
salvati molti e quindi devi tornare in pace con te stesso.
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-Le logica stringente del reverendo Malph ci porta a
sottoporre un nuovo quesito al maggiore.
Prima della domanda il prete riuscì a dire:
-La fede ha ragioni che chi ragiona non può comprendere.
Ancora un sorriso accondiscendente poi il presentatore riuscì
a chiedere:
-Come si è svolto esattamente l’incidente?
-Per quanto tragico è abbastanza semplice: il
malfunzionamento si è verificato al livello del sistema centrale
di condizionamento ambientale. Il gas del condotto di
stabilizzazione è defluito attraverso l’impianto di smistamento e
si è incendiato. A quel punto la sala numero quattordici è
diventata un inferno.
-L’inferno è il posto che attende tutti quelli che non
andranno altrove. –Chiosò con aria profonda padre Malph.
-Una tragedia, cari telespettatori. Dopo la pubblicità potremo
assistere a una simulazione computerizzata che ricostruisce
l’accaduto.
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DALLA WIKIPEDIA GALATTICA: RAY 451
L’ordinamento sociale vigente sul pianeta Ray 451, è ispirato
alle teorie dello psicostorico George Aldous ed è stato adottato
durante il secondo governo di Fauttruf I. La struttura prevede la
ripartizione della popolazione in quattro gruppi d’individui,
chiamati ordini. Secondo la maggior parte degli studiosi, questo
tipo di struttura non costituisce un sistema di caste, stante la
possibilità teorica per un individuo di passare da un gruppo a un
altro. Altri studiosi che attribuiscono un peso maggiore al modo
in cui la separazione tra i gruppi veniva psicologicamente
percepita dagli individui propendono per il punto di vista
opposto.
Al primo ordine appartengono gli individui con un patrimonio
superiore di oltre trenta volte rispetto alla media della
popolazione; si tratta, d’individui che potrebbero vivere in
modo agiato senza lavorare, ancorché spesso scelgano
deliberatamente di non rimanere inattivi. Al secondo ordine,
appartengono gli individui con una ricchezza che varia da uno a
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trenta volte rispetto alla media degli altri; anche molti degli
appartenenti a questa classe, potrebbero vivere senza lavorare,
tuttavia quasi tutti preferiscono occuparsi in qualche modo.
Alla terza classe appartengono gli individui che dispongono di
un patrimonio inferiore o uguale alla media planetaria; mentre
alla quarta quelli che, per menomazione fisica o per particolari
condizioni di indigenza non sono capaci di provvedere a se
stessi.
Come indicato in precedenza, non esistono particolari
proibizioni al passaggio di un individuo da un ordine all'altro,
anzi, stante la libertà di attività economica è piuttosto frequente
che alcuni individui si spostino dal primo al secondo ordine e
viceversa. Più raro, ma in ogni caso osservabile con una certa
frequenza, il passaggio dal terzo al secondo ordine.
Sebbene non espressamente proibiti da nessuna norma, i
rapporti tra individui appartenenti ad ordini diversi sono in
genere ritenuti sconvenienti.
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Parte Quinta
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TERRA VENTESIMO SECOLO – PARTE PRIMA
Sul pianeta terra, più precisamente nella Milano del
ventunesimo secolo, Antonio Rosade fissava perplesso un
rottame di bicicletta. Più precisamente, Antonio fissava una
bicicletta da rottamare. A tutti i condomini del civico zero di via
Puzzetti, era stato infatti intimato di apporre una targhetta alle
proprie bici al fine di rottamare quelle che nessuno rivendicava.
L’ordine proveniva da Erminio Grattachecche, amministratore,
portiere, nonché signore, padrone e dominatore assoluto dello
stabile.
Nonostante mancassero ancora ventiquattro ore, al
momento in cui l’azienda municipale per lo smaltimento di
rifiuti sarebbe passata a ritirare le bici, Antonio non aveva
ancora apposto la targhetta. Con un senso di malinconia fissava
le due bici che Erminio aveva già esternalizzato dal condominio.
La maggior parte dei residenti, passanti e conoscenti del civico
cinque erano perfettamente a conoscenza del fatto che è
improprio utilizzare il verbo “esternalizzare” nel senso di portar
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via la roba da buttare, ma nessuno aveva avuto il coraggio di
contraddire l’egemone. Antonio fissava le due bici. Il suo gusto
per il retrovintage gli faceva apparire uno spreco terribile
disfarsi di quei due oggettuali quell’ esternalizzazione. Mentre
illustrava il concetto all’amico Enrico Gregorio, quest’ultimo non
celava il proprio disgusto per l'utilizzo della parola
esternalizzazione.
Fosse stato presente il loro amico e collega, Leandro Aleala,
avrebbe di certo trovato un significato recondito e profondo in
tutta quella situazione e, con ogni probabilità, un complotto.
-Secondo me, queste bici sono veramente belle.- Esordì con
malinconia Antonio.
-Non lo metto in dubbio. - Rispose con freddo calcolo
razionale Enrico.
– Però credo che tu dovresti innanzitutto mettere una
targhetta sulla tua bicicletta...
-Sì, sì. Hai ragione. Ma pensa, a come diventerebbero queste
due bici se uno gli desse una riverniciata, due freni nuovi…
http://massimofamularo.wordpress.com/ 274
-Sì. Ma tu hai già una bicicletta, peraltro non molto diversa
da queste e in ogni caso in uno stato di conservazione migliore.
Un anno prima, Antonio aveva acquistato per 130€ una
bicicletta usata. Questo importo corrispondeva quasi al 10% del
reddito netto medio mensile di un lavoratore dipendente
nell’Italia dell’epoca. La bici acquistata da Antonio era stata
venduta in precedenza per 15€, da Leandro Aleala ad un
robivecchi del quartiere milanese Gratosoglio. Il rigattiere
l’aveva rimessa a posto, con un investimento quantificabile in 5-
6€ (inclusa la manodopera) e l’aveva poi venduta per 50€, al
mercato di bici rubate di porta Genova, dal quale era stata poi
presa in conto vendita dal proprietario del negozio dove infine
Antonio l’aveva acquistata per 130€.
-Sì, in effetti io dovrei mettere questa targhetta. Però ci pensi
che, ad esempio prendendo queste due bici, aggiungendovi la
mia e portandole da uno zanfaro qualsiasi, potrei ottenerne in
cambio una quasi nuova?
http://massimofamularo.wordpress.com/ 275
Gregorio non rispose, attuando una muta protesta contro il
vocabolo Zanfaro. Per dirla tutta, l'abitudine che avevano in
ufficio di storpiare le parole per gioco, non gli era mai andata
giù. Riteneva che avrebbe finito per contaminare il lessico in
modo irrimediabile. Visto che gli altri non erano dello stesso
avviso continuavano imperterriti a utilizzare parole come
“gestora” (operatore gestionale di sesso femminile), “cialtruffo”
(misto di cialtrone e sgamuffo generalmente riferito ai
commerciali) e verbi come “zibellare” (prendere in giro) e
“cialtroneggiare” (millantare competenze non possedute,
generalmente riferito ai consulenti aziendali). Enrico Gregorio
teneva per sé la propria opinone poiché aveva smesso di
manifestare disappunto da quella volta che il mai troppo
beneamato Geometra Rintoni, titolare dell'azienda, irritato da
una sua precisazione gli aveva dato del cagadübi.
-Va beh- con sospiro malinconico Antonio si decise a salire in
casa per predisporre l’etichetta da apporre alla bici. L'amico si
produsse in un clamoroso, unico, battito di ciglia
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sull’espressione altrimenti imperturbabile e fino ad allora
imperturbata. Stava a indicare la propria approvazione per quel
tipo di operato.
In un'apposita voce della Wikipedia Galattica sono riportati i
dettagli della vicenda in cui Antonio Rosade, in un istante futuro
rispetto a quello narrato, riacquisterà una delle due bici che
quel giorno vennero rottamate per 180€ dopo che un robivecchi
l’aveva rimessa a nuovo e poi rimessa in vendita. L’altro
velocipede sembra sia stato invece utilizzato come collateral
nella costruzione di un rocambolesco strumento finanziario
derivato. L’artefice non poteva che essere il loro amico Leandro
Aleala, passato successivamente alla storia come l’apprendista
stregone di Bitonto, in seguito alla catena di crack finanziari che
precedettero il suo ingresso nella politica italiana, ma questa è
un’altra storia.
Mentre l'amico si allontanava dopo essersi finalmente deciso
a preparare la targhetta, Enrico Gregorio estrasse dalla tasca
un'agenda con la copertina in pelle e prese a tracciavi una serie
http://massimofamularo.wordpress.com/ 277
di appunti in un linguaggio diverso da tutti quelli mai utilizzati
sul pianeta terra. Il significato di potrebbe approssimativamente
essere tradotto con “forma primaria individuata” e “codifica per
l'occultamento dell'anticodice trimax completata.”
L'osservatore, che aveva assistito alla scena grazie a un visore
inframuro a raggi Y, mentre rimaneva nascosto nella guardiola
del portiere lasciò un appunto mentale sul registratore
portatile. Poi con un cenno del capo congedò il portiere che
batté i tacchi e si diresse vero il cortile rammentando in modo
particolarmente esplicito a chi non aveva ancora apposto la
targhetta che avrebbe perso la bici.
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RAMA E MONITOR
Il locale scelto per l'incontro era un ristorante alla moda di
Politothea, ottava luna di Berengarius IV, si chiamava al Riccio
Imbalsamato e il nome ovviamente derivava dalla specialità del
locale. In realtà, il riccio purpureo, noto alla scienza come
Cassiopea Ridens, non veniva esattamente imbalsamato. La
ricetta, prevedeva piuttosto l'induzione di un processo naturale
di mummificazione, mediante l'inoculazione di una tossina di
origine vegetale nota come oppio teologico. Tuttavia, nè Rama
nè Monitor, quel giorno, decisero di prendere il piatto della
casa.
- Ho visto il suo intervento a Galaxy News - iniziò il ministro
sorseggiando lentamente la grappa selenoide, mentre fissava il
piatto dell'aperitivo.
-Mi domando se questo posto sia veramente sicuro per
parlare – ribatté Rama guardandosi un po' in giro.
-Lo è, lo è. Una comunicazione a distanza, con tutte le
precauzioni possibili, corre sempre il rischio di essere
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intercettata. In fondo, non possiamo essere sicuri al cento
percento dei nostri collaboratori.
-Perché invece questo che è un posto pubblico...
-Non si volti verso di me mentre parla - sbottò monitor
guardando altrove mentre si infilava in bocca una tartina. Poi
riprese.
-Ho personalmente prenotato tutti i posti a sedere di questa
sala e al posto dei tavoli c'è un unico nastro trasportatore: agli
occhi di un osservatore esterno noi siamo solo casualmente
seduti vicini. Le poche altre persone che vede sono turisti di
passaggio, che non parlano la nostra lingua, ai quali ho regalato,
sotto falso nome, un buono per il pasto.
-Mmm, allora qualche volta i metodi di una volta sono più
efficaci della tecnologia moderna.- commentò il pontefice prima
di addentale un cannolo quantico.
-Talvolta. Come dicevo ho visto la sua compasrata nella
trasmissione televisiva: non mi ha convinto.
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-Per quale motivo ha dei dubbi? - Rama stava cominciando
ad apprezzare la cucina del locare e seguì con lo sguardo la
porzione di Riccio Imbalsamato
-Perché in precedenza la sua posizione nei confronti del
Fronte era ben più inflessibile.
-Tutti possiamo cambiare idea, non crede?
-Guardi che piuttosto che credere io preferisco dubitare...
-Non è esattamente il tipo di argomenti che un religioso ama
affrontare...
-Difatti volevo discutere d'altro. Le è possibile mettermi in
contatto con il Fronte Intransigente?
-Cosa le fa credere...
-Non serve recitare con me, la sua copertura ufficiale è
ancora in piedi. Ho ottenuto le informazioni sul suo
“avvicinamento” al gruppo terroristico dai nostri servizi.
-Beh, da me non otterrà da ma alcuna conferma – rispose
Truno con un tono lievemente infastidito.
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-Non chiedo conferme. Non ne ho bisogno. Piuttosto potrei
avere qualcosa di interessante da offrirle se accetta di
collaborare: non ha che da ascoltarmi e fare le valutazioni di
convenienza del caso.
Rama annuì e resto in attesa di conoscere la proposta.
Mentre ascoltava, con gesto studiato, prelevò due portate
consecutive dal nastro trasportatore. Le fissò per qualche
istante, poi rimise di nuovo la seconda sul nastro. A quel
segnale, uno dei turisti che avevano accettato il pasto gratis si
alzò e si diresse verso la toilette. Giunto dove nessuno poteva
vederlo, l'osservatore disattivò il dissimulatore olografico e
registrò l'appunto:
-Contatto confermato come da programma.
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VECCHI AVVERSARI E NUOVI ALLEATI
Nadia Torsivis era una donna dall'età indefinibile, non più
giovane, era tuttavia ancora piuttosto attraente. Il restyling di
chirurgia plastica era stato accurato, ma non eccessivo,
producendo un risultato complessivamente armonico. Petrus e
Conan cercarono di accoglierla nel modo più cordiale possibile.
-Complimenti per la residenza, signor Coburn, denota un
gusto e un attenzione ai particolari assolutamente all'altezza
della sua reputazione.
-La ringrazio. Accomodiamoci pure all'esterno, ci porteranno
immediatamente qualcosa di fresco -rispose Conan illustrando
la strada con un cenno.
-Immagino che potremmo darci del tu. - propose la donna
accomodando la domanda con uno sguardo accattivante.
-Naturalmente. - Risposero quasi all'unisono. Poi Petrus
aggiunse:
-Apprezziamo molto questo gesto di apertura...
La donna annuì sorridendo:
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-Naturalmente.
Poi proseguì:
-Credo in effetti che sia la prima volta che il Grande Cartello
Aziendale e il Consorzio Occulto Pharmatec si incontrano, per
così dire, di persona.
Gli altri due assentivano in silenzio. La donna proseguì con
tono ed espressione più seri:
-D'altronde, dopo l'ultimo attentato verificatosi su Thesaurus
IV, mi sembra abbastanza chiaro che la situazione è fuori
controllo.
A quelle parole i due uomini si irrigidirono leggermente, e la
donna si affrettò a precisare:
-Mi riferisco ovviamente ad entrambe le parti. A questo
punto è inutile recriminare o cercare di assegnare delle colpe.
Occorre uno sforzo congiunto per risolvere la questione nel più
breve tempo possibile.
-Assolutamente d'accordo. - rispose Conan.
La donna aggiunse con sguardo accattivante:
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-Inoltre, potremmo sfruttare l'occasione di questa
“collaborazione di emergenza” per portare a casa ciascuno
qualche interessante risaluto economico...
I due si scambiarono rapidi sguardi di sorpresa poi Petrus
disse:
-Siamo tutt'orecchi.
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TERRA VENTESIMO SECOLO PARTE SECONDA
Leandro Aleala sbattè il boccale di birra sul tavolo e proruppe
nella sua usuale esclamazione di sorpresa caratterizzata da una
“e” particolarmente aperta e da una “a” muta:
-Fess(a)!
Gli altri dapprima sorrisero cercando di contenersi poi non
riuscirono a trattenersi. Enrico iniziò dicendo:
-Potresti chiedere a Rintoni se ti affida la tesoreria
dell'azienda...
La frase era evidentemente ironica, ma venne pronunciata
con l'usuale tono incolore.
-Nooo – aggiunse Antonio biascicando un po' – con queste
capacità superlative devi almeno darti alla politica ti faranno
ministro del tesoro.
L'ilarità generale era determinata da un veloce esercizio che
Enrico aveva elaborato su un foglio excel. Fondamentalmente in
tre anni di intensa attività di trading on line fatto a titolo
personale (in parte non trascurabile durante l'orario di lavoro),
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Leandro aveva ottenuto una performance, al netto delle
commissioni di poco inferiore a quella ottenibile sfruttando
sapientemente le offerte di conti deposito come FondoConto o
Superbanca. Per inciso la viste le competenze professionali e le
performance degli ultimi due ministri del tesoro, la battuta di
Antonio si sarebbe potuta legittimamente interpretare come
un'affermazione seria.
-Va beh scusate, ma che vuol dire?
Cercò di giustificarsi Leandro.
-Voi non potete confrontare delle strategie diverse in
momento storico particolare...
Senza che nessuno lo prendesse troppo sul serio la
discussione prese la solita piega e si finì per “zibellare” a
distanza il fornitore o cliente o collega di turno, lamentandosi di
tanto in tanto per la qualità o per la scarsità del buffet del locale
durante l'aperitivo.
Enrico Gregorio si rifiutò di alzarsi per l'ottava volta a
riempire il piattino e quindi ebbe l'occasione di rimanere per
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centosessantatré secondi da solo al tavolo. Un intervallo più
che sufficiente per passare un bastoncino con l'estremità di
cotone sul bicchiere dove aveva bevuto Antonio Rosade.
Immediatamente l'altra estremità si colorò di un verde pallido
indicando che l'analisi del DNA aveva dato un matching positivo
per oltre il novantacinque percento. Enrico Gregorio espresse
tutto il suo entusiasmo per quel risultato con un battito di ciglia
della durata di un quarto di secondo.
La colorazione del bastoncino non poté sfuggire
all'osservatore che dall'altra parte della sala rimase per qualche
altro minuto a terminare il negroni sbagliato. Finito il cocktail si
diresse alla toilette dove poté smaterializzarsi senza dare
troppo nell'occhio.
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ALLA RICERCA DELLA TERZA CHIAVE
Un’enorme massa gelatinosa orbitava attorno al pianeta
Tebiok. Nel vederla per la prima volta sugli schermi della
Dorotea, a Truno diede l’impressione di una gigantesca medusa.
In effetti si trattava di un entità biologica individuale, che gli
abitanti del pianeta utilizzavano come spazioporto. Attorno a
ciascuno dei suoi pseudopodi, era attraccata un’astronave
diversa. Gli abitanti del pianeta lo chiamavano Siderjell, che in
lingua locale significa grossa medusa che fluttua nello spazio
esterno.
Terminati i controlli di rito, un nuovo tentacolo emerse dalla
struttura centrale e si agganciò alla Dorotea. Tutti gli occupanti
dell’astronave avevano osservato le manovre di attracco dal
ponte di comando.
-Non è necessario che scendiamo tutti. Truno, tu e Wellor
potete attendere sulla...
-Stai scherzando, vero? -lo interruppe Truno lasciando
trasparire chiaramente l’entusiasmo per una visita sul pianeta.
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-Truno Stone -intervenne Dorotea.
-Non comportarti come un bambino, questo non è un gioco.
-E tu disattiva l’istinto materno per favore. Ci avete prelevati
senza preavviso e senza interpellarci, per imbarcarci in questa
avventura dove stiamo rischiando la vita. Credo che sia un
nostro diritto seguirne tutti i passaggi.
-Il nostro intento è solo quello di proteggevi -aggiunse Vera
con dolcezza.
-Sulla nave siete più al sicuro.
-Ne sei sicura? E se poi si materializza un altro di quei mostri-
androidi? Io mi sento più sicuro se vengo con voi.
-Vera potrebbe restare a protegg... -Provò ad accennare
Mente, ma poi si interruppe per la decisione del comandante
che aveva letto attraverso il contatto telepatico.
-Va bene, potrete venire con noi, ma dovrete fare
esattamente quello che vi diciamo. Truno, tu starai sempre al
fianco di Vera e Wellor rimarrà accanto a Mente. Inoltre, prima
del teletrasporto, indosserete delle tute di contenimento e vi
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verranno fornite delle armi leggere per l’autodifesa. Cercate di
prepararvi rapidamente, tra un quarto di periodo si sbarca.
La sala attrezzature della Dorotea era di piccole dimensioni,
concepita perché vi accedessero non più di quattro persone che
dovevano ritirare dai pannelli distributori le tute e le armi
eventualmente necessarie.
Mentre Dorotea provvedeva a far arrivare gli oggetti nei
pannelli distributori, Mente disse:
-La prima cosa da fare è indossare la tuta di contenimento
leggera.
Si trattava di tute elastiche, color azzurro che a Truno
ricordarono vagamente delle tute da sub con tanto di cintura di
pesi.
Vera proseguì l’illustrazione dei preparativi:
-La cintura è l’elemento più importante
dell’equipaggiamento. Nella parte anteriore è contenuta la
centrale operativa, un’intelligenza artificiale che presiede al
regolamento e all’implementazione di tutti i dispositivi di
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sicurezza, supporto vitale e al kit medico. Per quanto riguarda la
difesa, è tarata per emettere un campo di repulsione energetico
nel caso in cui un proiettile, una lama o un altro oggetto
contundente si avvicini al vostro corpo più di un quinto di unità
di spazio.
Truno non aveva idea di quale fosse l’estensione di un quinto
di unità di spazio, ma non ritenne opportuno approfondire.
Piuttosto decise di chiedere qualcosa di più concreto:
-quindi non dobbiamo fare nulla, la barriera si attiva se
qualcosa di sgradevole si avvicina troppo.
-Esatto. -disse Mente, mentre Vera lanciava debolmente una
scatoletta di plastica verso Wellor con traiettoria parabolica.
Leyhux afferrò la scatoletta con facilità osservando i due
istruttori con aria perplessa.
Dorotea precisò:
-Naturalmente il dispositivo è in grado di distinguere tra uno
strumento di offesa e il passaggio di un pacchetto di caramelle.
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-Le altre dotazioni della cintura includono una scorta
alimentare per un centoventi giorni ed un kit di pronto
soccorso.
Proseguì Mente indicando due scatolette di plastica piatte
collocate ai lati destro e sinistro della cintura. A Truno
ricordavano i marchingegni della cintura di Batman, ma preferì
tacere quel pensiero frivolo.
-La riserva alimentare funziona con un nebulizzatore che
somministra un principio di supporto vitale ad alta
concentrazione: ogni dose consente di sopravvivere senza
assumere cibi solidi né liquidi per 1,2 cicli minori. La centrale
operativa della tuta è in grado di assistervi nel giusto dosaggio
onde evitare che assumiate incautamente dosaggi eccessivi con
possibile rischio per la vostra salute.
-Accidenti -commentò Wellor -stiamo andando in guerra?
-Diciamo che prendiamo le precauzioni opportune.-Rispose
Vera che poi proseguì indicando l’altra sottile scatola di plastica:
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-Questo è il kit di pronto soccorso. Un nebulizzatore orale ed
una siringa ad aria compressa -indicò rispettivamente un
pulsante sulla scatola ed un beccuccio estraibile.
-La centrale operativa è in grado di individuare nel vostro
organismo i principali indizi di avvelenamento da sostanze
conosciute, nonché diagnosticare un elevato numero di
patologie che potreste contrarre durante le operazioni. I principi
necessari a curarvi verranno prontamente sintetizzati e vi
potranno essere somministrati attraverso il nebulizzatore o la
siringa ad aria compressa.
In seguito, due fasce elastiche e due paia di minuscoli
congegni vennero illuminati nel pannello distributore. Dorotea
disse:
-A questo punto dovreste indossare gli auricolari e il visore.
A Truno le fasce ricordavano degli occhialini da piscina, per
deduzione i piccoli dispositivi dovevano essere gli auricolari.
Dora spiegò che andavano integralmente inseriti nelle orecchie.
Attraverso i due congegni la centrale poteva comunicare con
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loro e metterli in contattato con gli altri componenti della
squadra. Per rispondere sarebbe stato sufficiente parlare ad alta
voce. A Wellor il tono di voce femminile della centrale, con un
accento lievemente esotico, risultò particolarmente gradevole:
-Salve. Sono l’intelligenza artificiale LAH0009. Puoi chiamarmi
Laila oppure assegnarmi un altro nome di tuo gradimento. Tutti
i dispositivi risultano funzionanti con grado di efficienza
massimo.
-L’ultimo strumento di cui dobbiamo parlare è il proiettore
energetico.- Concluse Vera, consegnando loro due piccole
scatolette, che a Truno ricordavano dei piccoli telecomandi per
azionare dispositivi a distanza.
-Attraverso i comandi vocali che impartirete alla centrale
della tuta, questi proiettori possono emettere un flusso
energetico variabile da semplice fascio luminoso ad una
proiezione disgregante ad alta intensità. E' possibile anche
regolarlo in modo da ottenere uno stordimento del bersaglio
parametrato alla sua consistenza fisica, in base alle conoscenze
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disponibili sul soggetto. Per prendere la mira è sufficiente
concentrare lo sguardo, il dispositivo automatizzato di
puntamento della centrale operativa farà il resto. Credo che sia
tutto.
-Esatto-Proseguì Mente-le altre funzionalità vi verranno
illustrate direttamente dalla centrale operativa in corso d’opera.
-Allora si comincia.- Disse Truno cercando di fare in modo
che il tono della sua voce non tradisse l’emozione.
-Puoi dirlo forte, terrestre!
Rispose con entusiasmo Dorotea un’istante prima di
smaterializzarli per trasferirli sulla stazione orbitante.
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DALLA WIKIPEDIA GALATTICA: WELLOR LEYHUX
Wellor Leyhux è stato uno scrittore, giornalista e oppositore
politico, vissuto sul pianeta Ray 451, durante il dodicesimo
governo di Fauttruf VIII e appartenente al secondo ordine, sulla
base della classificazione sociale vigente all’epoca sul pianeta.
Le notizie ufficiali su di lui terminano con l’incriminazione,
l’arresto e la successiva condanna all’esilio per attentato
ideologico alla stabilità dell’ordinamento sociale. Secondo voci
non confermate, provenienti da fonti scarsamente attendibili,
potrebbe avere successivamente partecipato alla missione di
recupero del codice Trimax, guidata da Seus Odys (si vedano a
questo proposito le rispettive voci della WG).
Il romanzo che ha posto fine alla carriera dello scrittore, in
precedenza brillante, si intitola “Storia di Maria” e parla della
relazione tra Maria Compri, cittadina di quarto ordine, e Nista
Protago, nel quale alcuni critici hanno riconosciuto un alter ego
dell’autore stesso. Il libro inizia con la descrizione del maschio
che è affetto da una rara patologia, che lo spinge a essere
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attratto da individui socialmente inferiori. Il reato imputato
all’autore, si concretizza a partire dalla sezione in cui il
personaggio principale si rende conto di non provare una
generale attrazione per le classi inferiori, ma di amare un’unica
femmina a prescindere dalla classe a cui appartiene. La storia
prosegue con la fuga di entrambi su un pianeta lontano dove,
insieme ad altri soggetti provenienti anche da altri pianeti,
danno vita ad una nuova società non articolata in classi sociali
strettamente determinate come quelle di Ray 451.
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ASIAC AMISOV
Coordinate Spaziali: Pianeta Tebiok
Di buon ora, Asiac Amisov uscì di casa per recarsi alla propria
postazione nel mercato centrale di Vongola, seconda capitale
del pianeta Tebiok. Come di consueto, si fermò lungo il tragitto
per salutare Shub l’armaiolo, la Duchessa Flora e Tanoguran il
torsivendolo. Sarebbe stata insomma una giornata come tutte
le altre, se non fosse stato per la brutta sorpresa che lo
attendeva nei pressi del suo banco, al dodicesimo settore del
quarto quadrante del mercato.
Sebbene avesse l'aspetto di un robot, Asiac possedeva un
cervello e un sistema nervoso organico. Il suo corpo era andato
quasi completamente distrutto nel corso di un incidente
avvenuto diciassette cicli minori prima. I soccorritori erano
riusciti a salvare quello che restava della sua coscienza in un
essere meccanico, in attesa che il laboratorio incaricato
provvedesse a fornirgli un nuovo corpo organico. L'incidente era
avvenuto all'interno del museo spaziale per le arti e l'ingegno e
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l'unico posto nel quale era stato possibile impiantare
temporaneamente i suoi resti era una riproduzione del
personaggio robbie the robot che sul pianeta terra era apparso
nel film “Il pianeta proibito” e in numerosi altri. Trovando
divertente quel nuovo aspetto, Asiac aveva deciso di
mantenerlo per qualche tempo.
La sua abitazione, si trovava in corrispondenza
dell’intersezione tra il terzo e il quarto quadrante, pertanto
impiegava circa un terzo di periodo Tebiok standard per
raggiungere ogni mattino la propria rivendita di gelatine
mutanti. La prima tappa di quella passeggiata quotidiana era
l'armeria di Shub. Quest’ultimo era un rettiloide antropomorfo
alto circa uno virgola cinque umanoidi standard. Quella mattina
si dimostrò meno cordiale del solito, limitandosi a salutate Asiac
con un cenno della mano a tre dita. Era sempre così quando si
doveva chiudere il bilancio di parte periodo e l'armaiolo aveva
un diavolo per capello, o meglio un diavolo per scaglia.
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Otto postazioni di vendita dopo l’armeria di Shub, Flora Xyrb
dodicesima duchessa del Seccofic avrebbe volentieri accolto
Asiac con un sorriso se solo la propria configurazione anatomica
glielo avesse consentito. Si trattava, infatti, di un insettoide
orginario del pianeta Truzns appartenente all’antichissima
famiglia Xyri Biri Biri Dokak (il modo di trascrivere la fonetica
degli abitanti di Truzns è puramente arbitrario).
Alta circa una virgola tre volte un umanoide terrestre, Flora
aveva un corpo sottile composto da una base o sezione
orizzontale e un tronco o sezione verticale. La base si
appoggiava su sei arti esili che svolgevano la funzione di gambe,
mentre il tronco disponeva di altri quattro arti che svolgevano la
funzione di braccia e terminavano con una sorta di pinze. La
testa era relativamente piccola, un ottavo circa dell’intero
corpo, ed era quasi interamente occupata dall’unico occhio
centrale. In realtà sarebbe più corretto dire che aveva più di
otto milioni di occhi microscopici, ma secondo alcune scuole di
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pensiero anatomiche si poteva anche considerarlo un unico
occhio.
Alla vista di Asiac, la dodicesima duchessa dell’ottavo ordine
sacro Bi- Truzns (che nella sua lingua madre voleva dire n volte
Truzns per n che tende a k per ogni k arbitrariamente scelto)
agitò le antenne producendo un suono simile ad una vecchia
porta di legno oliata male. Con questo gesto intendeva salutare
cordialmente e dare il buon giorno.
-Salute a lei duchessa. -Rispose Asiac -come vanno i suoi
ragazzi questa mattina?
Flora emise una serie di respiri ritmici nell’impianto
meccanico che le consentiva di sopravvivere su un pianeta con
un’atmosfera incompatibile con il proprio apparato respiratorio.
Detti respiri, opportunamente decodificati, intendevano dire:
-Mah, sa il piccolo Gnak è un po' restio a trasferirsi. Questa
mattina la sua nuova padrona dovrebbe venire a prenderlo ed è
un po' preoccupato. Abbiamo organizzato, insiema agli altri
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cuccioli una seduta di Yoga tantrico per tranquillizzarlo, ma non
sembra che la cosa stia funzionando.
-Mi perdoni, ma la nuova padrona non sarà per caso una
Trifide vegetale?
-Sì, come ha fa a saperlo?
-Beh, allora i timori del giovane Gnak sono fondati: i trifidi
considerano l’aracnoroditore un piatto succulento.
-O sacro Truz! Ma cosa dice? A me aveva detto che intendeva
tenerlo come animale da compagnia...
-Beh, magari è così, però capirà come questa situazione
possa causare uno stato di inquietudine al piccolo Gnak.
Flora esitò per qualche istante poi concluse:
-La ringrazio per la preziosa informazione, credo che gli darò
una dose aggiuntiva di tranquillanti prima di consegnarlo alla
nuova padrona. Piuttosto, mi dica, ha ancora di quelle gelatine
verdognole che mi ha dato per quella reazione allergica al
capitone fluttuante?
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-Certo. Di quelle posso sintetizzarne a piacimento su
ordinazione. Facciamo la solita dose?
-Facciamola pure doppia. Credo che il pinguino di Antares sia
troppo grasso per il mio commutatore gastrico.
-Va bene. Glielo porto sula strada del ritorno questa sera?
-Perfetto, a dopo.
-Arrivederci.
Il robot si incamminò verso il proprio banco ignaro del fatto
che un serio inconveniente non gli avrebbe consentito di
effettuare la consegna.
Tanoguran, con il suo negozio a dodici postazioni di distanza
dal banco di gelatine di Asiac era l’unico torsivendolo di tutta
Vongola. Questo monopolio di fatto, tuttavia, non faceva di lui
un albinoscimmioide ricco. Infatti, i torsoli di anguria alfazoide,
che vendeva, non costituivano una merce particolarmente
ricercata. Ad ogni buon conto, riusciva a trarne di che
sopravvivere dignitosamente.
-Non ti vedo molto bene –gli disse prima ancora di salutarlo.
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-Problemi alla vista?- Chiese il robot in tono che sarebbe
stato ironico se il comunicatore lo avesse consentito.
-Intendevo che nella maggior parte degli esiti possibili del tuo
futuro intravedo degli sviluppi pericolosi.- Fu la risposta
alquanto lapidaria.
Una caratteristica comune a tutti gli scimmioidi albinopeluti,
come Tanoguran era appunto la capacità di scorgere le
fluttuazioni stocastiche del profilo eventuale che circonda la
maggior parte degli esseri viventi. In sostanza riuscivano a
intravedere, con una certa approssimazione, il futuro prossimo
delle persone.
-Oh, certo.- Commentò in tono scettico. Quanto meno tale
era il modo in cui il suo cervello aveva trasmesso l'impulso, il
che non voleva dire che poi il dispositivo di traduzione
universale sarebbe stato in grado di rendere la sfumatura.
-Sinceramente, credo che faresti meglio a ritornare a casa.
Il tono del gorilloide intendeva essere cupo,al limite della
preoccupazione.
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-Mmm, non per sfiducia nelle tue capacità divinatorie, ma
credo che oggi andrò a lavorare. Ho diverse prenotazioni per
questa mattina e poi, le tue percezioni riguardano solo una
parte dei possibili esiti no? Non puoi avere la certezza di quello
che avverrà, vero?
-Tu preferisci correre il rischio?
Asiac non rispose, limitandosi a salutare cordialmente. Dodici
frazioni di periodo dopo il suo corpo meccanico era stato
smembrato con meticolosa precisione allo scopo di estrarne la
componente organica.
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NEL VENTRE DELLA MEDUSA
Lo spazioporto di Tebiok non era esattamente come quelli
degli altri pianeti. I Tebiotici, infatti, invece di realizzare una
stazione orbitante in vetrometallo o plastolega, come se ne
trovano in genere negli altri sistemi, avevano impiegato
l’ingegneria genetica per produrre un organismo vivente che
assolvesse a quello scopo: Siderjel.
La stazione aveva aveva quattro cavità interne nelle quali
erano state alloggiate una sala per i passeggeri in transito che
respirano ossigeno; una seconda sala , divisa in scomparti, per i
passeggeri che respirano gas diversi dall’ossigeno; un deposito
per le merci e i bagagli e infine una serie di uffici contenenti gli
addetti all'amministrazione, alla sicurezza e alla dogana. Tutti gli
ambienti erano pressurizzati e lungo le pareti c'erano delle
membrane di filtraggio che da un lato assorbivano i gas residui
prodotti dalla respirazione dei passeggeri e, al contempo,
rilasciavano i gas respirabili. Erano poi stati predisposti degli
appositi parassiti di natura vegetale che equilibravano il
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quantitativo di gas negli ambienti per bilanciare il rapporto tra la
respirazione dello spazioporto e dei suoi occupanti.
Siderjel si nutriva prevalentemente di energia solare, tuttavia
era dotato anche di un complesso apparato digerente che si
dipanava intorno alle quattro cavità interne e che veniva
utilizzato per decomporre i rifiuti. Il materiale di scarto non
riciclabile prodotto sul pianeta, affluiva difatti alla stazione
spaziale mediante tre cordoni ombelicali che la collegavano a
terra e che fungevano anche da ascensori orbitali.
Seus e gli altri quattro membri della spedizione si
materializzarono in una delle sale del transito passeggeri che
respirano ossigeno.
-Wow-accennò truno-Siamo nel ventre della balena, quindi.
-Una metafora un po' singolare, tuttavia calzante-rispose
Mente.
-Seguitemi -disse Seus -da questa parte dobbiamo sottoporci
al controllo dei cervelli.
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-Fermi tutti-rispose Truno- nessuno ha mai parlato di
controllo dei cervelli.
Vera sorrise per il malinteso, poi provò a chiarirlo:
-Nessuno ha intenzione di fare nulla al tuo cervello. Controllo
dei cervelli significa controllo effettuato dai cervelli su di noi. I
cervelli sono organismi biologici che su questo pianeta
assolvono alle funzioni che da noi solitamente svolgono i
computer.
Wellor osservò Truno con un lungo sorriso di
condiscendenza. Poi tutti si disposero in coda al terminale dove
si era presentato Seus. Un cervello del pianeta Tebiok poteva
assumere innumerevoli forme e dimensioni. Ne esistevano di
grandi poche micromisure come svariate Macrodistanze. Il
terminale di verifica dello spazioporto era una palla di tessuto
organico pulsante dal quale sporgevano degli pseudopodi. A
Truno ricordava vagamente un cervello umano oppure un
fegato e l’incertezza sui due organi dava una misura di quanto
approfondita fosse la sua conoscenza dell’anatomia umana.
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Venuta a contatto con la pelle dei passeggeri in transito ne
leggeva il profilo genetico, lo confrontava con la banca dati e,
nel caso non vi fossero segnalazioni di pericolo, apriva lo
sfintere di passaggio che conduceva all’ascensore orbitale.
Dopo aver superato il controllo i cinque viaggiatori
sperimentarono la discesa attraverso un tubo di carne lungo
trentaseimila distanza mediane standard. A detta del redattore
di una guida turistica del pianeta, quest’esperienza è
paragonabile all’attraversamento dell’apparato digerente di un
serpedonte maculato del pianeta Aloisius IV. Ora questa
similitudine appare alquanto azzardata poiché è altamente
improbabile che qualcuno che si è trovato nell’apparato
digerente di un serpedonte possa poi venirne fuori in condizioni
tali da essere grado di raccontare qualcosa. Tuttavia è
ragionevole credere che gli autori del paragone volessero
principalmente rendere l’idea di un tubo di carne estremamente
lungo, buio e viscido.
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Giunti a terra a Truno e Wellor sollevarono un interrogativo
comune a tutti quelli che adoperavano quel tipo di ascensore
orbitale per la prima volta.
-Il viaggio è stato troppo breve!
In effetti le poche frazioni di periodo impiegate per la discesa
sembravano incomparabili con la lunghezza di quel canale che
da terra spariva verso il cielo.
-Si tratta del principio del wormhole. In realtà all’interno del
condotto si verifica una curvatura dello spazio che consente di
attraversare la considerevole distanza in breve tempo,
Sebbene i dettagli di quella spiegazione rimanessero ancora
nebulosi, gli interessati la ritennero esaustiva e non chiesero
altro. Anche perché il seguito dello spostamento destavano
ulteriori curiosità: dallo spiazzale all'uscita dell'ascensore
orbitale si accedeva infatti a due diverse modalità di trasporto.
I taxi servivano le distanze medio-brevi e potevano
trasportare fino a quattro passeggeri. Ogni taxi era costituito da
un sauro bipede chiamato Zumba che a Truno ricordava
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vagamente uno struzzo. Ognuno di essi trasportava tre cabine di
metallo, una sul dorso, immediatamente dietro il collo, ed altre
due ai lati. Nella cabina al centro venivano sistemati i bagagli,
mentre ciascuna delle due laterali conteneva due sedili per i
passeggeri.
Mentre oltrepassavano la stazione dei taxi Truno non poté
fare a meno di chiedere:
-Ma il guidatore dove si mette? Sopra la cabina dei bagagli?
In effetti questa eventualità avrebbe consentito una buona
visibilità visto che la cabina sul dorso era alta circa quanto il
collo di quegli animali. Né Mente né Vera erano in grado di
rispondere alla domanda, ma non ebbero il tempo di
ammetterlo perché uno zumba si voltò verso Truno e disse con
tono Cordiale:
-Non c’è bisogno di guidatore. Per quanto a prima vista gli
umanoidi ci vedano come bestie da soma, siamo esseri dotati
intelligenza sufficiente a svolgere in autonomia la mansione di
trasporto passeggeri.
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-Beh, ecco io non intendevo...
-Non si preoccupi. Questo tipo di equivoco è abbastanza
comune per chi arriva su questo pianeta per la prima volta.
Buon proseguimento.
Per circa un quindicesimo di periodo tutti rimasero in silenzio
con un un sorriso abbozzato a causa di quella Gaffe. Tutti meno
Truno che invece aveva un'espressione infastidita. L’episodio fu
però immediatamente dimenticato al presentarsi di un nuovo
mezzo di locomozione, quello che avrebbero utilizzato per
raggiungere la seconda capitale del pianeta Tebiok, le cosidette
“carrozze volanti.”
Si trattava di veicoli dalla foggia allungata contenenti file di
sedili per i passeggeri e A Truno ricordavano un po' dei vagoni
ferroviari. Inutile dire che il meccanismo in base al quale queste
strutture si spostavano nello spazio, era assolutamente in linea
con la propensione del pianeta per le tecnologia biologiche.
Sulla parte posteriore ed anteriore di dei vagoni, c'erano delle
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strutture a ipsilon che venivano afferrati da giganteschi volatili,
non troppo dissimili dagli pterodattili della preistoria terrestre.
-E quegli affari dovrebbero trasportarci in città?- pensò
Truno, ma si guardò bene dal proferire parola onde non urtare
la suscettibilità di quegli uccelli che potevano anche essere
senzienti.
-Esattamente- gli risposte Mente telepaticamente – si tratta
di un mezzo di locomozione ampiamente utilizzato e ritenuto
sicuro su questo pianeta.
-Beh, allora che aspettiamo?-concluse Truno ad alta voce-
saliamo a bordo allora.
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RAMA CONVOCA UN COMITATO DI COORDINAMENTO
Era alquanto improbabile che, all'interno del Fronte
Intransigente, fosse consentito ad un novizio di convocare
coordinamento ufficiale. Tuttavia quando il novizio era Rama
Futu, pontefice in carica del Culto Udenoida e sosteneva di
avere informazioni essenziali per la sopravvivenza del fronte,
c'erano motivi validi per derogare alla prassi ordinaria.
La conference call tridimensionale era strutturata in modo
che Rama fosse seduto in uno spazio nebuloso, dal fondo
grigio-azzuro. Gli altri partecipanti erano rappresentati da globi
di luce blu, che cambiavano colore quando uno di essi prendeva
la parola. Un messaggio vocale dal tono neutro informò che un
sufficiente numero di partecipanti era connesso e la riunione
poteva cominciare. Il partecipante codificato come quattordici,
rappresentato da un globo azzurro in alto a destra rispetto a
Rama divenne verde disse:
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-Ci auguriamo che ci sia un fondato motivo per questa
riunione. Una connessione di questo tipo, nonostante tutte le
nostre precauzioni comporta sempre dei rischi.
-Il più importante dei motivi – rispose Rama con tono grave–
la nostra sopravvivenza.
A quelle parole molti degli ascoltatori trasalirono, ma i
commenti rimasero circoscritti ai luoghi da cui si stavano
collegando pertanto all'interno della riunione non si udì nulla.
Pertanto Rama poté proseguire:
-Sono venuto a conoscenza di informazioni estremamente
preoccupanti riguardo al codice Trimax...
-Chi ti ha parlato del codice?
La voce del nono partecipante, era in distorta dal sistema di
codifica, pertanto non era possibile cogliere il tono indignato e
allarmato con cui era stata realmente pronunciata la frase.
-Si tratta di un progetto estremamente rischioso e riservato.
Il solo parlarne in questa riunione mette in pericolo tutti i
partecipanti...
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-Me ne rendo conto – si affrettò a precisare Rama- ma se mi
sono permesso di convocare questa riunione è perché andiamo
incontro ad un pericolo ben maggiore. Il codice ci è stato fornito
da un gruppo di imprese interessate esclusivamente al profitto.
-Questo è falso – intervenne sempre il partecipante numero
nove.
-Lasciatemi terminare e ognuno potrà trarre le sue
conclusioni.
L'ottavo partecipante cercò di riportare ordine:
-Gli abbiamo consentito di convocare questo incontro.
Ascoltiamo cosa ha da dirci.
Un meccanismo automatizzato di votazione segnalò che
quella era l'opinione della maggioranza e che quindi Rama
poteva continuare.
-Dicevo che questo gruppo di imprese, il consorzio
Pharmatec, ci ha ceduto il codice perché intendeva trarne un
profitto: il codice ci consente di creare mutazioni, malattie a
altre varianti biotecnologiche, loro sono specializzati nella
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vendita di cure e di anomalie. Esiste una altro gruppo di
imprese, noto come Grande Cartello Aziendale, che ha il
controllo del governo galattico ed è antagonista sul mercato del
consorzio Pharmatec. Per limitare gli effetti sull'opinione
pubblica della nostra attività hanno incaricato il comandate
Seus Odys di trovare l'anticodice che potesse disattivare quello
in nostro possesso.
Tutte le affermazioni del novizio erano perfettamente in
linea con quanto al momento si conosceva su quell'operazione.
-Sono venuto a sapere che entrambi i contendenti hanno
successivamente trovato un accordo: sfrutteranno il codice per
creare alimentare il più possibile la domanda dei loro prodotti, a
questo punto noi non serviamo più.
Le reazioni dei partecipanti non si fecero attendere.
-Quello che sostieni è molto grave, come hai ottenuto le
informazioni?
-Come puoi essere certo che siano attendibili?
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-Sapevamo che il governo era alla ricerca dell'anticodice e
abbiamo provveduto ad intervenire..
Rama rispose con calma:
-Ho ottenuto le informazioni direttamente dalla fonte
principale, dalla persona che ha presenziato all'accordo tra i due
gruppi di imprese. La stessa persona mi ha confermato che i
nostri tentativi di interrompere la ricerca dell'anticodice sono
falliti. Ci rimane un'unica possibilità.
Un moderatore anziano, esercitò la sua facoltà di richiamare
all'ordine la seduta e impose il silenzio a tutti i presenti. Poi
chiese:
-Quale possibilità?
-Il pianeta Endataz. Una volta trovata l'ultima chiave genetica
si dirigeranno sul pianeta di origine dei costrutttori del codice.
La nostra unica possibilità è aspettarli al varco.
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SUL PIANETA TEBIOK
Se lo spazioporto di Tebiok, l’ascensore orbitale e i servizi di
trasporto di terra avevano destato lo stupore di Truno e Wellor
il mercato centrale non era sicuramente da meno. Ogni
venditore occupava un'area che veniva definita postazione. Il
mercato conteneva dodicimilaottocentosettantacinque
postazioni diverse dove erano posti in vendita
seicentoquarantottomilanovecentododici tipi diversi di articoli.
-Come troveremo il nostro uomo? – Chiese Wellor.
-Combinando le facoltà telepatiche di Mente e la capacità di
calcolo di Dorotea. – Risposte Seus, visto che il diretto
interessato era troppo concentrato.
-Mentre noi ci spostiamo all’interno del mercato, Mente
esplora le traccie telepatiche di tutti i soggetti potenzialmente
compatibili con quello che cerchiamo. Nel frattempo trasmette
le informazioni a Dorotea che le elabora. Con i dati di Mente, la
nostra astronave è in grado di localizzare tutti i soggetti
potenzialmente corrispondenti a quello che cerchiamo noi.
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-Mmm, ma non potrebbe svolgere tutto il lavoro Dorotea?
-No. La nostra astronave può elaborare una grande quantità
di informazioni, ma non dispone della sensibilità di mente nel
riconoscimento dei possibili obbiettivi.
-Capito. Lavoro di squadra dunque?
-Esattamente. – Confermò Vera.
Dopo un quarto di periodo Mente ruppe il silenzio:
-La situazione non è delle migliori: non riusciamo a trovarlo.
-Beh, mi pare un po' presto... – iniziò Seus, ma fu subito
interrotto.
-Non si tratta di tempo. Non riusciamo a trovare neanche un
soggetto sufficientemente compatibile con le specifiche di cui
disponiamo.
-Vuol dire che il nostro obbiettivo non è sul pianeta?
-Vuol dire che forse ci hanno preceduto – concluse Vera. Poi
seguì un lungo silenzio.
Dopo aver proseguito la ricerca per l’intera mattinata il
gruppo si fermò di fronte alla rivendita di gelatine mutanti. Di
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quello che in precedenza era stato Asiac Amisov non
rimanevano resti visibili.
-Questa dovrebbe essere la postazione che cerchiamo. Ma
non c’è alcuna traccia del terzo soggetto. – Sentenziò in modo
laconico Mente, con un aria sensibilmente provata per lo sforzo
effettuato.
-Come facciamo a saperlo?- chiese Truno.
-Per esclusione. – Disse Seus.
Poi Vera completò la spiegazione:
-Sulla base delle manifestazioni telepatiche degli altri
soggetti sondati da Mente e degli incroci informativi effettuati
da Dorotea questa dovrebbe essere la postazione di vendita del
terzo soggetto.
-Potrebbe trovarsi altrove su questo pianeta?
-Possiamo escluderlo quasi con certezza.- Rispose Mente.
-L’individuo che cerchiamo era qui prima del nostro arrivo. La
sua presenza è stata chiaramente confermata dalle percezioni in
http://massimofamularo.wordpress.com/ 322
numerosi altri soggetti presenti al mercato. Qualcuno lo ha
portato via.
Per ritornare alla base dello spazioporto presero due taxi-
Zumba, visto che c'era da attendere un po' per l'orario della
prossima carrozza volante. In realtà, avrebbero potuto
facilmente bypassare i controlli antiteletrasporto per tornare
sulla Dorotea, ma preferirono non infrangere i regolamenti
senza una valida ragione.
Truno e Wellor immaginavano che la missione fosse
definitivamente compromessa: senza la terza chiave genetica,
non era possibile accedere all’anticodice. Rientrati
sull'astronave, c'era un nuovo passeggero ad attenderli:
-Bentornati a bordo, amici. Io sono Asiac Amisov.
Quell'affermazione colse tutti di sorpresa.
-Dorotea mi ha detto che mi avete cercato a lungo sul
pianeta. Purtroppo ho dovuto prendere qualche precauzione.
Un mio amico, che ha la possibilità di intravedere gli esiti
probabilistici degli individui che lo circondano, mi aveva messo
http://massimofamularo.wordpress.com/ 323
in guardia sulla possibilità che qualcuno attentasse alla mia vita.
Sulle prime non gli avevo dato peso, ma poi ho deciso di non
correre rischi. Visto che mi trovavo temporaneamente ad
utilizzare un corpo meccanico, a causa di un incidente, ho
pensato che fosse il momento giusto per riprendere le mie
sembianze organiche.
Asiac si presentava ad esso come un individuo magro, capelli
corti lievemente brizzolati e un accenno di barba non
particolarmente folta.
-Quello stesso giorno due Cyborg sono venuti al mio negozio
ed hanno demolito il corpo meccanico che avevo fatto appena
in tempo a lasciare. Sempre seguendo le indicazioni del mio
amico sapevo che sareste arrivati. Così ho preso contatto con
Dorotea mentre voi eravate sul pianeta.
-Ti è stato illustrato anche il motivo per cui ti abbiamo
cercato?
http://massimofamularo.wordpress.com/ 324
-Sì, mi è parso di capire che si tratta di una questione
complicata, però ho compreso che il mio DNA costituisce una
chiave di accesso per l'oggetto che dovete recuperare.
-Esatto. - Confermò mente.
-Accetterai di seguirci? - Chiese Vera.
-Non credo di avere molta scelta. Tornando immediatamente
al negozio sarei ancora a rischio e poi non mi dispiace
contribuire a dare una lezione a quelli che hanno cercato di
farmi fuori.
-Grazie. - Disse Seus. - Ti illustreremo gli altri dettagli mentre
facciamo rotta verso Endataz.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 325
TERRA VENTESIMO SECOLO PARTE TERZA
Enrico Gregorio era rientrato da poco dalla palestra “forti e
ridenti” di Sgarupate, quartiere alle porte di Milano,
recentemente edificato sotto l’egida del nuovo piano per la
modernizzazione del paese, che in tutta Italia qualche anno
prima aveva abolito licenze edilizie e piani regolatori. Per
quarantacinque minuti, aveva corso sul tappeto, mantenendo
una velocità inumanamente costante, con la consueta
espressione crucciata e immutabile. Durante la corsa, aveva
emesso esattamente quattordici gocce di sudore, ritenendo
doveroso mantenersi a distanza dal participio passato del verbo
secernere. Per i successivi quarantacinque minuti, aveva svolto
gli esercizi previsti sulla scheda pesi, per poi dirigersi alle docce
dove si lavò in un tempo compreso tra i dodici e i tredici minuti
e cinquanta. La differenza dipendeva dall’accezione conferita al
verbo lavarsi ossia dall'inclusione o meno di fasi accessorie
come spogliarsi o asciugarsi nel computo della durata.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 326
Appena entrato in casa si fermò per sincerarsi dell’assenza di
altri occupanti nell’appartamento. Pochi istanti di
concentrazione furono sufficienti per stabilire che, non
riuscendo ad udirne il respiro, il suo coinquilino al momento non
era in casa. Avvicinatosi alla finestra si svitò l’orecchio sinistro e
ne estrasse una spina di tipo europeo a tre poli legata ad un
cavo della lunghezza di centocinquanta centimetri circa che
prontamente inserì nella presa di corrente elettrica dietro la
scrivania. Attraverso quel delicatissimo meccanismo, che la
rozza tecnologia terrestre non avrebbe visto neanche da
lontano per altri centocinquanta anni, stabilì una connessione
con la parabola del vicino di casa.
Attraverso la parabola emise una serie di microonde
elettromagnetiche che surriscaldando delle minuscole particelle
d’acqua nell’atmosfera produssero dei segnali di fumo. In quel
modo il suo rapporto sulla missione fu trasmesso attraverso lo
spaziotempo: il DNA della chiave era stato confermato, la forma
primaria era stata individuata e diverse immagini di biciclette in
http://massimofamularo.wordpress.com/ 327
vario stato di conservazione erano allegate a titolo
esemplificativo. Completata la missione fece diligentemente
ritorno al proprio tempo.
L'osservatore, che grazie al visore inframuro aveva assistito
alla scena dall'appartamento adiacente si ritenne soddisfatto e
lasciò definitivamente quelle coordinate spaziotemporali.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 328
DALLA WIKIPEDIA GALATTICA: RAMA FUTU
Rama Futu, figlio di Groen Ingmatt, di Glasdou Dams e di Paul
Hovenver, è stato il centoquindicesimo principe del terzo feudo
del sistema delle Case e più giovane pontefice del culto
Udenoida. All’epoca della sua nascita, il dominio della casa
Treiades, di cui costituiva il legittimo erede, si estendeva sul
primo emisfero convenzionale del pianeta Dalacan, sulle quattro
lune del gigante gassoso Loon-Ba, nonché sul sistema Zias-pe.
Salito al trono all’età di dodici cicli maggiori, aveva regnato per
sette cicli sotto la tutela dello zio, Dirmivlad il rosso, Duca di
Horkannen e Denu. La reggenza di quest’ultimo, si era conclusa
con un ciclo di anticipo, rispetto al naturale raggiungimento
della maggiore età da parte del principe, in seguito a quella che
successivamente è stata definita come la “congiura del quinto
anello” (vedi apposita voce della Wikipedia Galattica), dal nome
del simbolo della dinastia Treiades.
Il giovane Rama, ha successivamente regnato per otto cicli
fino al momento in cui ha abdicato, nei confronti della sorella
http://massimofamularo.wordpress.com/ 329
Sulia, per abbracciare la fede Udenoida. Raggiunto il grado di
pontefice del primo ordine del culto, secondo i dettami del culto
ha trasceso i termini del fisico circa centoventiquattro cicli dopo
il momento della nascita.
Durante l’infanzia e la prima adolescenza, Rama è vissuto
nella residenza di famiglia, su Lacadan, ricevendo gli
insegnamenti di Crateos, per l’etica e la conoscenza; di Zusun,
per la strategia militare e il combattimento in prima persona; di
Doleonar per le arti ludiche e la fruizione del bello. Nei primi
anni di vita, un contributo fondamentale alla sua educazione è
venuto dal rapporto con la madre, antica sacerdotessa
dell’ordine di Jied, che aveva la possibilità di dedicargli una
quantità maggiore di tempo rispetto ai due padri. Groen
Ingmatt, era infatti preposto a mantenere i delicati equilibri
degli affari interni, mentre Paul Hovenver si occupava dei
rapporti commerciali con gli altri pianeti.
Particolarmente profondo è stato anche il legame instaurato
con la sorella Sulia e i cugini, Eluk, Ani olos, Kenobi e Wanobi.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 330
Un sodalizio durato fino all’adesione degli ultimi due alla
congiura, che successivamente ha portato alla rimozione del
reggente con un ciclo di anticipo rispetto al previsto.
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IL MESTIERE DEI MISTERI
-Buona sera a tutti e ben venuti a questa quindicesima
puntata della nona stagione de “Il Mestiere dei Misteri.”
Applausi scroscianti del pubblico in studio. Poi la nota
cautelativa in sovrimpressione con carattere rosso
lampeggiante: «Attenzione questa trasmissione non aderisce al
Codice Galattico di Edulcorazione dell’Informazione. Tutto il
materiale che segue è ufficialmente classificato come NON
attendibile. Il bollino emotycon con la linguaccia in basso a
sinistra rimarrà presente finché le trasmissioni non ritorneranno
ad essere conformi al CGEI.»
-Cominciamo con l’illustrazione della ricca scaletta di questa
nuova appassionante puntata.
La congiura del Fronte Intransigente: nuovi inquietanti
risvolti nella vicenda di questa nota frangia terroristica
I miracoli dell’uomo alga: cosa si nasconde dietro la
misteriosa serie di eventi straordinari sul pianeta Fuffolo?
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La congiura degli assicuratori: ti chiami Massimo e fai
l’avvocato? Forse è per questo che ti hanno rifiutato la polizza.
-Tutto questo e anche di più naturalmente dopo la pubblicità.
Un imperatore cattivo che si crede un dio. Uno schiavo
buono che pensa che tutti gli uomini siano uguali. Sullo sfondo
una nuova religione che parla di tenerezza. Sportacus il nuovo
olofilm di Cuts Director.
“Una storia mai raccontata”, Olofilm Digest.
“Il vero capolavoro del Cuts”, Newest News.
“Finalmente una storia originale”,Olomovie Review.
-Eccoci nuovamente in studio per parlare del tema più caldo
della serata. Con noi il sensitivo Zohan, la sacerdotessa Rudi
Kathmandu e il funzionario governativo Aleph Borges.
Cominciamo da lei Zohan, cosa ci può dire riguardo alla vicenda
dei Fronte Intransigente?
-Dunque le entità meta temporali con le quali sono in
contatto telepatico mi hanno rivelato che esiste un complotto ai
danni dell’intera popolazione galattica…
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-Sei un bastardo miscredente!-interruppe immediatamente
la sacerdotessa.
-Per favore signori, cerchiamo di non alterarci.
Dylan Mestiere, presentatore della trasmissione, era un
personaggio controverso. Dopo l’esordio sul pianeta Ditalia
Viosili, dove aveva fatto una discreta fortuna vendendo lozioni
per capelli, era emigrato nel sistema Dinighed per sfuggire ad
alcune vicende giudiziarie. Aveva raggiunto il successo
mediatico grazie ad una fiction nella quale aveva raccontato la
sua vicenda personale di perseguitato della magistratura.
-Quello che cercavo di dire…- provò a riprendere Zohan.
-Non devi dire nulla, sei solo un…- l’audio della sacerdotessa
fu prontamente silenziato e il sensitivo poté finire.
-…è che gli esseri con cui sono in contattori hanno spiegato
che i terroristi Fronte Intransigente dispongono di un congegno,
noto come codice Trimax, che consente manipolazioni
genetiche estreme. Se ci pensate le modalità con le quali si sono
svolti gli attentati.
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-Non esiste alcuna prova ufficiale che siano avvenuti degli
attentati.- Interruppe il funzionario governativo.
-Certo che non ci sono prove- rispose secco il sensitivo- le
entità richiedono fede…
-Non ti permettere di parlare di fede.- Interruppe la
sacerdotessa alla quale era stato restituito l’audio.
-Signori, per favore cerchiamo di parlare uno alla volta.
Mentre si ristabilisce l’ordine spazio ai nostri sponsor.
Immagini di uomini e donne che si specchiano sconsolati in
schermi olografici, vetrine di negozi, corsi d’acqua. Voce fuori
campo:
-La tua immagine non ti piace? Ti senti brutto? Leggi la
disapprovazione negli occhi degli altri?
Morphing delle stesse presone presentate in precedenza che
si trasformano e diventano bellissimi.
-Prova anche tu Avatar la nuova linea di bodychanging di
Milo Sgorbiovich.
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Immagine dello stilista, che sorride con un sigaro in bocca,
circondato da belle donne. In sovrimpressione la scritta
lampeggiante e cliccabile «Compra Subito!!!»
-Cerchi di essere sintetico signor Zohan, altrimenti la
trasmissione non può andare avanti. Cosa le hanno detto i sui
contatti astrali?
-Che i Fronte Intransigente hanno ricevuto il Codice Trimax,
con il quale stanno effettuando i loro attentati, dal consorzio
Pharmatec. Si tratta di una potente lobby che riunisce tutte le
principali multinazionali del settore biotecnologico della
galassia.
-Non esiste nessuna evidenza ufficiale a sostegno
dell’esistenza di questo tipo di organizzazione.- interruppe con
tono incolore il funzionario governativo.
-Non ci sono prove per via di un tacito accordo tra questo
consorzio pharmatec e la corporazione mercantile, un’altra
lobby analoga che ha il controllo del governo galattico…
http://massimofamularo.wordpress.com/ 336
La sacerdotessa parlava a vuoto, priva di audio, alle spalle del
presentatore amicante.
Il presentatore congiungendo le mani con espressione
amicante sorrise al pubblico:
-Abbiamo un collegamento con un ospite inatteso.
In quell'istante si materializzò l'immagine olografica di Ken
Clarket
-Buonasera. - salutò calorosamente il presentatore
-Buona sera a voi.- Rispose l'ospite a sorpresa, inclinando
lievemente il capo con atteggiamento serafico.
-Una domanda prima di tutto: lei è lo stesso Ken Clarket che
ricordiamo come giornalista d'assalto della testata “Scomode
Verità”?
-Sì, sono io. Ma quell'esperienza appartiene ormai al passato.
-In quale veste si presente a noi, allora, questa sera?
-Quest'oggi mi presento a voi come venerabile maestro del
sacro culto di Eschatology.
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-Mmm si tratta di quella nuova religione di cui si parla tanto,
lei è il fondatore?
-Sì e l'unico grande maestro.
-Moooolto interessante. Amici ascoltatori i colpi di scena con
noi non mancano mai.Rimanete con noi dopo la pubblicità.
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Parte Sesta
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IL PIANETA ENDATAZ
La Dorotea uscì dalla curvatura iperspaziale a quattro terralu
dal pianeta Endataz. Due astronavi leggere da guerra di classe
Phaust, la stavano aspettando in orbita geostazionaria, in
corrispondenza dei poli del pianeta. I loro sensori potevano
monitorare un'area circostante per un raggio di circa nove
terralu, pertanto impiegarono meno di quattro milliperiodi per
rilevare per rilevare la dorotea e attivarono i propulsori di
manovra per posizionarsi su una rotta di intercettazione.
Simultaneamente lanciarono due siluri a medio raggio.
-Il comitato di benvenuto era abbastanza prevedibile. Che
cosa abbiamo in arrivo Dora? - Chiese Seus.
-Due incursori Faust, in rotta di intercettazione. Contatto tra
venticinque centiperiodi; quattro siluri a detonazione
potenziata, impatto in cinque centiperiodi.
Sul ponte di comando della Dorotea l’equipaggio era in
assetto operativo, mentre i tre passeggeri stavano in piedi alle
loro spalle, osservavano la rappresentazione olografica della
http://massimofamularo.wordpress.com/ 340
situazione esterna. Le navi avversarie erano rappresentate di
colore verde. Alla nave, che inizialmente si trovava in
corrispondenza del nord convenzionale del pianeta, era stata
attribuita la lettera A; all’altra la B.
Di fronte a Seus erano apparsi quattro indicatori olografici,
che mostravano un conto alla rovescia. I due rossi misuravano il
tempo rimanente per l’impatto con i missili, quelli gialli quanto
mancava all’arrivo delle navi nemiche.
Fissando con attenzione le immagini olografiche che si
muovevano a mezz’aria, Seus disse:
-Prepara un balzo per portarci dall’altro lato del pianeta,
quando i missili saranno a un quarto di terralu dall’impatto.
Nel frattempo, Dorotea si era attivata autonomamente con
delle manovre diversive, per evitare i raggi Baltar che le navi
nemiche avevano iniziato a proiettare, appena avevano rilevato
l’arrivo del loro obiettivo.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 341
Vera aveva elaborato una risposta strategica per sfruttare
l’errore compiuto dagli avversari che si erano mossi entrambi
verso di loro:
-Dopo il balzo, se ci sono altre navi, saltiamo ancora per
portarci fuori tiro. Se non ce ne sono, ci posizioniamo nei pressi
del polo nord, aspettando che una delle due navi ritorni in
posizione.
Nell’illustrare la proposta, la semidonna indicò con il
puntatore laser la posizione dove suggeriva di appostarsi per
tendere l’agguato alla nave nemica.
-No. – rispose Seus. –Portiamoci fuori tiro anche se non c’è
nessuno nell’ombra visuale del pianeta. Mente, qualche
informazione?
-Niente di rilevante. Ventidue umanoidi normostrutturati tra
i due equipaggi.
-Non sembrano intenzionati a fare prigionieri. -Commentò
Seus. – Aspettiamo otto centiperiodi, che le navi ritornino in
http://massimofamularo.wordpress.com/ 342
posizione di attesa in corrispondenza dei poli. Dopo
pianifichiamo tre salti.
Con il puntatore laser selezionò due punti, nelle vicinanze
delle posizioni dove ipotizzava che le navi avversarie sarebbero
tornate. Lo spostamento simultaneo di entrambe le navi,
costituiva infatti un errore tattico. Secondo le regole della
tattica standard, una sola delle due navi si sarebbe dovuta
portare in rotta di intercettazione, mentre l’altra sarebbe
dovuta rimanere in posizione. Visto che si erano mosse
entrambe, era plausibile che il comando della guarnigione,
evidentemente non molto esperto, avrebbe disposto il ritorno
nelle posizioni iniziali. Dove sarebbero diventate un comodo
bersaglio per la Dorotea.
-Sganciamo quattro missili per ognuno dei primi due salti, col
terzo ci portiamo in salvo.
Vera aggiunse un’alternativa strategica.
http://massimofamularo.wordpress.com/ 343
-Se al primo salto le navi non sono nella posizione prevista, è
probabile che si siano portate in posizioni simmetriche lungo
una linea equatoriale.
-Concordo. -Proseguì Seus. –Se, quando saltiamo nei pressi
del polo, non c’è una nave avversaria, dovremmo riuscire avere
una visuale, che ci consente di riprovare l’attacco su una o su
entrambe.
Il combattimento si stava svolgendo secondo gli schemi della
cosiddetta “scacchiera planetaria” (vedere voce della Wikipedia
Galattica). Viene definita in questo modo la strategia che si
verifica quando il combattimento si svolge in un’area dove sono
presenti dei corpi celesti e le astronavi sono dotate di motori
per il salto iperspaziale. Il susseguirsi dei salti è difatti
paragonabile alle mosse di una partita a scacchi, poiché la
presenza dei corpi celesti determina delle aree di “ombra
relativa” nella visuale.
I centiperiodi trascorsero più in fretta del previsto, nella
percezione degli occupanti della Dorotea che, come da
http://massimofamularo.wordpress.com/ 344
programma, scomparve per materializzarsi a distanza di
sicurezza. Le astronavi nemiche, che si avvicinavano sparando
colpi Baltar, rallentarono il moto relativo verso il punto dove si
trovava il loro obiettivo. La mossa più naturale sarebbe stata
ritornare alle postazioni geostazionarie in corrispondenza dei
poli, in modo da tenere nuovamente sotto controllo tutta l’area
intorno al pianeta. Ritenendo questo approccio troppo
prevedibile, i comandanti dei due incursori si accordarono per
assumere una nuova disposizione di monitoraggio completo, ma
questa volta con le posizioni geostazionarie non in
corrispondenza dei poli del pianeta.
Si definisce posizione di monitoraggio completo, quella in cui
due astronavi si dispongono in modo simmetrico rispetto ad un
corpo celeste. Una sola astronave, infatti, avrà sempre una
visuale parziale rispetto al pianeta che deve monitorare, poiché
esiste una regione dello spazio che non risulta visibile in quanto
nascosta dallo stesso corpo celeste. Due astronavi, disposte in
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posizioni diametralmente simmetrica rispetto al pianeta,
possono coprire la visuale di tutto lo spazio circostante.
Durante l'attesa nella in zona di sicurezza, Seus riepilogò la
strategia:
-Con il primo balzo ci portiamo nelle vicinanze del punto
dove stazionava la nave A. Scegli una distanza tale che i nostri
colpi non siano evitabili. Punta prima agli armamenti e poi a
propulsori. Saltiamo immediatamente dopo aver fatto fuoco. Se
la nave non è più nella posizione iniziale, individuiamo quale
delle due navi è localizzabile dalla posizione in cui ci troviamo.
Per monitorare tutto il pianeta in posizione simmetrica, almeno
una dovrebbe essere visibile. Saltiamo nelle vicinanze della
prima nave visibile, facciamo fuoco e poi saltiamo ancora. La
destinazione del nuovo è dall’altro lato del pianeta, per colpire
allo stesso modo l’altra astronave.
Vera aggiunse:
-Se al primo salto la nave A non è in corrispondenza del polo,
e visualizziamo entrambe le navi nemiche, conviene portarci di
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nuovo in zona di sicurezza, altrimenti la nave che non colpiamo
per prima potrebbe sorprenderci.
-Concordo.-rispose Seus.
Come da programma la Dorotea saltò in posizione utile per
colpire l’astronave che si ipotizzava si trovasse in
corrispondenza del polo nord. Non trovando il proprio obiettivo,
scandagliò l’area visibile da quella posizione in due milliperiodi e
localizzò una delle due astronavi. Un milliperiodo dopo effettuò
il nuovo balzo e colpì l’astronave nemica come da programma.
Tre milliperiodi per compiere l’incursione, poi un nuovo balzo e
anche la seconda astronave fu messa fuori combattimento. Per
quasi un centiperiodo la strategia di Seus sembrò vincente.
Poi una terza astronave si materializzò a distanza ravvicinata
e mise fuori combattimento le difese e gli armamenti della
Dorotea.
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LO SBARCO SUL PIANETA
Il messaggio della terza astronave fu semplice e diretto:
-Vi chiediamo di consentirci il teletrasporto dei tre umanoidi
portatori delle chiavi genetiche. All’esito positivo del
trasferimento ci allontaneremo senza farvi alcun male.
Nella plancia della Dorotea ci furono alcuni istanti di silenzio.
-Che probabilità ci sono che ci abbattano, se ci rifiutiamo di
consentire il trasferimento? -Chiese Seus.
-Molto alte. –Rispose Vera. -Direi oltre il novanta percento.
-Dorotea, possibilità di fuga?
-Nessuna. I nostri motori per il salto iperspaziale sono fuori
combattimento. Non avremmo nessuna possibilità provando ad
allontanarci a velocità sub luce.
-Mente, qualche informazione sulle loro intenzioni?
-Prendono ordini dall’esterno.
-Ok. Dorotea, prendi tempo cercando di negoziare una via di
uscita. Nel frattempo, teletrasportaci sulla superficie del pianeta
insieme al kit di emergenza, a una capsula di sostentamento e a
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un backup della tua intelligenza artificiale. Dopo il trasferimento
lancia un segnale di soccorso verso le strutture note del governo
galattico.
-Ubicazione sul pianeta? -Chiese Dorotea.
Vera propose:
-Entro tre o cinque distanze dalle rovine di Stol Ticy. In
questo modo, se ci inseguono su quello che credono il nostro
obiettivo, potremo sorprenderli.
-Concordo. -Rispose Seus, poi aggiunse:
-Dora esegui.
Un microperiodo dopo i sei occupanti della nave spaziale
furono trasferiti sul pianeta e il trasferimento fu registrato dai
sensori della nave avversaria. L’immediata risposta fu un unico
siluro a detonazione ritardata che distrusse la Dorotea.
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SBARCO SU ENDATAZ
La superficie di Endataz era brulla e debolmente ventilata. La
posizione scelta da Dorotea, nell’ambito delle indicazioni
generiche ricevute per il teletrasporto, corrispondeva a un
altipiano dal quale le rovine di Stol Ticy erano completamente
visibili, lasciando intuire la grandezza dei tempi in cui era stata la
capitale dell’impero di Endataz.
Nonostante la città fosse ormai disabitata da nove milioni di
cicli maggiori, rimanevano ancora imponenti vestigia di
quell’antica civiltà. Nove, delle settantacinque statue colossali
che adornavano la capitale nel periodo di massimo splendore,
erano ancora in piedi, mentre, sebbene fossero gravemente
danneggiati dal tempo, si potevano distinguere chiaramente sei
dei ventitré edifici monumentali.
Uno di questi era la cupola di Piolesca, all’esterno della quale
un drappello di otto Ghunt, coordinato da tre guerriglieri del
Fronte Intransigente, presidiava l’accesso. Visto che non era
stato possibile intercettare gli umanoidi chiave nello spazio, la
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mossa più logica era posizionarsi nel punto dove erano diretti e
attenderli al varco.
Dalla postazione sopraelevata, Seus e gli altri osservavano il
presidio avversario studiando una strategia di accesso. Il visore
portatile, in dotazione nel kit di emergenza, era stato montato
su un cavalletto telescopico. Le immagini riprese dal visore,
venivano trasmesse attraverso il proiettore olografico
incorporato nel dispositivo di backup portatile, nel quale era
confluita l’intelligenza artificiale della Dorotea. Si trattava di una
scatola piatta, di forma parallelepipedonale, con la superficie
maggiore grande uno virgola cinque palmi umanoidi standard.
Mentre tutti fissavano perplessi le immagini dei ghunt, che
pattugliavano l’ingresso, Seus ruppe il silenzio:
-Non mi sembrano molti. Vera, che probabilità avrebbe un
attacco frontale?
-Direi, poco più del sessanta percento. Quei cyborg non
sembrano facili da mandare giù e va tenuto in conto che i nostri
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tre amici devono rimanere in vita fino all'ingresso nel tempio
altrimenti sarà stato tutto inutile.
-Dorotea, riusciamo a individuare i centri vitali?
-Con ogni probabilità la base del collo.
-Mmm, ok. Registri forme di vita all’interno della cupola?
-Il Bio scan è negativo.
-Mente?
-Ci sono due esseri pensanti. Probabilmente si tratta di
militanti Fronte Intransigente che dispongono di meccanismo di
occultamento per il bioscan.
Truno provò ad inserirsi:
-Allora che facciamo, prendiamo tempo aspettando che
arrivino i nostri?
Vera rispose in termini tattici:
-Non sarebbe una mossa vincente. Loro hanno a disposizione
il supporto dell’astronave, in mancanza di azioni da parte nostra
potrebbero trasferire nuove risorse per darci la caccia.
Poi rivolta a Seus:
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-Portemmo tentare un attacco frontale, tirando al contempo
dalla lunga distanza sui Ghunt.
Seus era perplesso:
-Bisognerebbe capire, che di tipo di equipaggiamento
dispongono i due all’interno.
-Non potremmo teletrasportarci all’interno e prenderli di
sorpresa? –chiese Truno.
-Il dispositivo che opera il teletrasporto è andato distrutto
insieme con l’astronave. –Chiarì Dorotea.
Truno trovò un po’ curioso che Dorotea parlasse di
“distruzione dell’astronave”. Nella sua mente Dorotea era
l’astronave. Ignorò quel pensiero, che di colpo gli sembrò
alquanto stupido e decise di compensare provando a dire
qualcosa di sensato:
-Il loro teletrasporto funziona benissimo, invece. Non
sappiamo quanti di quei cosi sono ancora sull’astronave.
Potremmo trovarci di fronte un intero esercito dal nulla dopo
averli attaccati.
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Vera sorrise compiaciuta:
-Ottima osservazione. Direi che allora dovremmo provare un
diversivo per tirar fuori i due che stanno all’interno.
-Intendi dire che dovremmo farci inseguire? –Osservò
preoccupato Asiac.
-Qualcosa del genere. Naturalmente, la parte più pericolosa
non toccherebbe a voi.
Seus si rivolse a Mente:
-Che possibilità abbiamo di prendere il controllo dei due
all’interno della cupola?
-Buone, si tratta di menti inferiori. Dovrei riuscire a dominarli
agevolmente.
-Ok allora Vera, Mente e Dorotea si occuperanno dei
diversivi. Noi entreremo nella cupola.
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LA STANZA DEL PASSAGGIO
Superato l’ambiente di accesso, in cui si trovavano i due
militanti del Fronte Intransigente, il gruppo raggiunse una sala
due piani sottoterra.
-Cos’era questo edificio, una specie di tempio? –chiese
Truno.
Seus rispose:
-I primi archeologi che hanno studiato questo pianeta lo
credevano. In effetti la struttura in pietromettallo, potrebbe
trarre in inganno. Studi più approfonditi hanno poi rivelato che
si trattava con ogni probabilità un’istituzione dedita alla
formazione, una scuola o un’università. Secondo le indicazioni il
posto dovrebbe essere questo.
La stanza era spoglia e lungo le pareti si potevano vedere
delle crepe abbastanza estese.
-Siamo sicuri che questo posto regga? –Chiese Asiac
esaminandone una in dettaglio.
Seus rispose in modo drastico:
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-No, non siamo affatto sicuri. Anche per questo è meglio fare
in fretta.
Al centro della sala, su un piedistallo di marmoplastica, c’era
una piccola scultura, rappresentante una specie di fiore
stilizzato.
Wellor si rivolse a Seus:
-Che cosa dobbiamo fare, allora?
-Non abbiamo indicazioni precise. La chiave è il vostro DNA.
Istintivamente, proverei a utilizzare la parte centrale della
scultura a forma di fiore, ma qualsiasi idea è benvenuta.
Truno si mostrò preoccupato:
-Dobbiamo celebrare una sorta di rito macabro versando del
sangue?
Seus rispose con tono tranquillizzante:
-Credo che un po’ di saliva possa essere più che sufficiente.
Il tentativo si rivelò fondato, dopo qualche istante alcune
spore quiescenti, invisibili ad occhio nudo, iniziarono a reagire
emettendo una leggera luminescenza. Subito dopo le mura della
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stanza sparirono e i quattro occupanti si ritrovarono in mezzo a
un prato verde, sotto la luce calda di un sole primaverile. Il
paesaggio che li circondava poteva definirsi idilliaco, sulla base
dei canoni di qualificazione della serenità di un umanoide
standard.
All’orizzonte, da un lato si scorgeva un'imponente catena
montuosa, quasi completamente ricoperta di neve; al lato
opposto una verde pianura si sviluppava a perdita d’occhio,
divisi al centro da un corso d’ acqua. Nonostante i rilievi
imbiancati in lontananza, la temperatura era abbastanza mite
nell’area dove si era materializzato il gruppo, in virtù del tepore
diffuso dai raggi luminosi di una stella che sembrava essere una
nana gialla.
-Che succede, dove siamo?
Chiese Truno che per primo riuscì a vincere lo stupore e a
parlare.
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Mentre si guardava intorno, cercando degli elementi che
potessero offrirgli maggiori informazioni sulla situazione, Seus
rispose:
-E’ quasi impossibile dirlo. E’ probabile che il riconoscimento
delle vostre chiavi genetiche abbia attivato un meccanismo di
dislocazione spaziale che ci ha trasportato in questo luogo.
-Siamo privi dei respiratori – osservò Asiac
-Esatto, questo non può essere il pianeta Endataz – aggiunse
Wellor.
Seus rimase in silenzio passeggiando sull’erba e avvicinandosi
ad alcuni fiori.
-Almeno non è “il pianeta Endataz” nel quale ci trovavamo
fino a qualche istante fa...
Riflettè ad alta voce Seus.
-Ammesso che quello che percepiscono i nostri sensi sia
reale.
Pensò Truno, ma preferì non esprimere ad alta voce quella
perplessità.
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Nel frattempo Seus si guardava intorno cercando di
analizzare nel modo più lucido possibile le informazioni a
disposizione. L'atmosfera era respirabile e la stella di
riferimento, apparentemente, una nana gialla, pertanto
dovevano trovarsi su un pianeta di classe Gaia. Come vi erano
stati trasportati? Quanto tempo poteva essere passato? In
apparenza il trasferimento era stato istantaneo, ma come
potevano esserne certi? Qual era il pianeta di classe Gaia più
vicino o facilmente raggiungibile? Era corretto ragionare in
questi termini spaziotemporali?
-Benvenuti nella terra dove finiscono le stelle...
A quelle parole tutti si voltarono in direzione della voce
femminile che le aveva pronunciate. Una donna bionda, vestita
con una tunica di tessuto estremamente sottile, avanzava verso
di loro a piedi nudi sull’erba. Dopo un ampio sorriso, accennò
una sorta di inchino e completò la frase:
-... a voi che recate le chiavi del codice.
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Istintivamente Seus portò la mano al fianco per cercare il
disgregatore portatile, ma si pentì immediatamente del gesto
notando la contrazione quasi impercettibile nell'espressione
della nuova arrivata. Per cercare di riparare sollevò lentamente
entrambe le mani, mostrando i palmi, e cercò di assumere
un’espressione rassicurante mentre diceva con il tono più calmo
possibile:
-Ehm, che posto è questo? Come ci siamo arrivati?
L’increspatura dovuta al movimento avventato sparì e la
donna rispose.
-Siete esattamente dove intendevate arrivare, sul pianeta
“fine di stella”, dove è custodito l’oggetto che siete venuti a
cercare.
Nessuno dei presenti colse il riferimento al fatto che Endataz
nella lingua locale significava appunto “fine di stella” ed era uno
dei modi con i quali gli antichi endatazioi si riferivano alla
propria capitale. Il modo sibillino col quale la donna si
esprimeva, non era affatto confortante e il fatto di essersi
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accorto qualche istante prima di essere stato privato del
disgregatore portatile rendeva Seus ancora meno tranquillo.
Doveva cercare di approfondire meglio la situazione, quindi
riprese a fare domande.
-Puoi leggere nelle nostre menti? Dimostri di conoscere le
nostre intenzioni prima che abbiamo avuto modo di parlare...
-E’ una possibilità. – Convenne la donna.
-Ma non ho detto nulla che non fosse deducibile applicando
una logica elementare. Il fatto che abbiate potuto oltrepassare il
portale nel tempio delle conoscenze, implica che siete in
possesso delle tre chiavi genetiche. Esiste un solo valido motivo
per recuperare le chiavi, appositamente disperse in un’epoca
talmente remota che, con ogni probabilità, la vostra civiltà non
era ancora iniziata: venire in possesso dell’anticodice Trimax.
Seus annuiva scuotendo la testa nel tentativo di esprimere
condiscendenza mentre allargava leggermente le braccia:
-Dunque abbiamo provato che disponiamo di quanto
richiesto per aver accesso al codice, cosa succede adesso?
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-Adesso potrete ottenere quello che siete venuti a cercare...
Qualche istante di esitazione.
-... a patto che vi impegniate a non farne un uso contrario ai
principi di coloro che lo hanno costruito.
A quelle parole Seus si sentì parzialmente sollevato, per
quanto gli era dato sapere, il governo intendeva impiegare
l’anticodice esattamente per la finalità prevista dai suoi creatori.
-Se ci permetterai di accedere al prezioso strumento che
custodisci, non commetteremo nessun abuso. Nel creare il
codice Trimax, il tuo popolo ebbe la saggezza di prevedere che
sarebbe stato possibile utilizzarlo in modo perverso. Per questo
motivo ha predisposto un meccanismo aggiuntivo che potesse
consentire di neutralizzarne gli effetti. Di recente il codice è
caduto in mano a dei pericolosi terroristi che ne stanno
impiegando le potenzialità per scopi criminosi e che hanno già
causato la morte di numerose vittime innocenti. Siamo qui per
porre fine a questo ignobile abuso e per questo motivo
intendiamo impiegare l'anticodice.
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La donna accennò un inizio di sorriso e assunse
un'espressione non particolarmente convinta:
-Mi stai raccontando quello che è opportuno che io ascolti
per concederti quello che cerchi. Tutto questo è logico, ma non
accresce la mia conoscenza sulle vostre reali intenzioni e
sull'impiego effettivo che avete in animo per l'anticodice.
Seus sospirò. Non poteva essere così semplice. Doveva
rimanere calmo e ponderare accuratamente ogni risposta.
-In che modo possiamo dimostrarti la nostra buona fede?
La donna accentuò il sorriso e disse:
-Un indicatore sufficientemente attendibile per desumere
quello che volete ottenere, può essere costituito da quello che
siete disposti a mettere a rischio per ottenerlo.
Dopo quelle parole sibilline, alle spalle di di Truno, Wellor e
Asiac comparvero tre donne, in apparenza identiche alla prima;
ognuna di esse teneva con entrambe le mani una lunga lama
metallica rivolta con la punta alla base del collo dell'uomo che
aveva davanti.
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-Che cosa vuol dire questo?
Chiese Seus visibilmente contrariato da quello sviluppo
inatteso.
-Vuol dire che mi dovrai dimostrare quanto sei determinato
nell’ottenere quello che stai cercando. La logica vuole che il
bene di molti sia un obbiettivo per il quale è accettabile il
sacrificio di uno o di pochi. Io ti porrò tre domande, se sarai in
grado di rispondere anche a una sola domanda ti sarai
guadagnato il diritto di accedere all’anticodice. Per ogni risposta
che non verrà ritenuta soddisfacente, uno dei tuoi amici perderà
la vita. Si tratta di una richiesta che dovrebbe apparire
ragionevole osservando la questione da un punto di vista
razionale...
-Ragionevole?
Chiese Seus, cercando di mantenere un tono di voce neutrale
mentre prendeva tempo. Poi riprese lentamente:
-Ritieni che sia ragionevole rischiare la vita delle persone che
hanno acconsentito ad accompagnarmi in questa ricerca?
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-Se il tuo reale obbiettivo è di salvare un elevato numero di
persone, non dovrebbe spaventarti il sacrificio, peraltro solo
eventuale, di pochi individui. Data l'importanza dell'obbiettivo
finale, sarebbe stato ragionevole anche chiederti direttamente
la loro vita, quale testimonianza della vostra motivazione.
Invece, ti viene richiesto solo di accettare un rischio
assolutamente plausibile con le motivazione che asserisci di
avere.
Seus esitò ancora qualche istante. In quel momento il
consiglio di Vera e Mente sarebbe stato prezioso: si trattava di
bluff? Che tipo di domande avrebbero potuto sottoporgli?
-Hey, non per guastare questa simpatica conversazione... -
intervenne Truno- ...ma a qualcuno interessa anche la nostra
opinione oppure dobbiamo concludere che ci considerate alla
stregua di beni strumentali?
Wellor e Asiac annuirono senza parlare, poi la donna riprese
con tono incolore:
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-Il fatto che uno di voi abbia parlato a nome di tutti ci ha
fatto dedurre che fosse lui l'interlocutore a cui rivolgersi; se così
non è...
-Non c'è niente da dedurre. - Interruppe Seus.
-Io non ho la facoltà né l'intenzione di disporre della vita di
nessuno al di fuori della mia.
-Noi abbiamo tre quesiti da sottoporvi. - Riprese la donna che
sembrava inamovibile.
-A ciascuna risposta non esauriente deve corrispondere la
cessione di una vita; non è rilevante quale essa sia. Se ritenete
che la vita dell'interlocutore sia sacrificabile, in caso di risposta
non soddisfacente, uno degli altri prenderà il suo posto.
-Tutto questo non ha senso! - Disse incredulo Wellor.
-Per quanto possiamo saperne voi dovreste considerare sacra
la vita: prima avete costruito il codice Trimax per esplorarne
tutte le espressioni possibili; poi avete approntato l'anticodice
per prevenire gli abusi e adesso ci chiedete con tanta leggerezza
di morire per ottenerlo?
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-La tue congetture sul concetto astratto di vita e sul ruolo che
esso dovrebbe avere nell'ambito della nostra visione
dell'universo sono errate. Noi prendiamo in considerazione
solamente le entità individuali e consideriamo le astrazioni delle
puri strumenti nominalistici per semplificare la comunicazione.
Noi non rispettiamo o abbiamo a cuore la vita, ma i singoli esseri
viventi. Voi sostenete che un numero elevato di esseri viventi
corre dei rischi a causa di un prodotto della nostra tecnologia.
Se quanto dite è vero e siete realmente motivati a difendere gli
individui in pericolo, non dovreste esitare nel correre qualche
rischio per raggiungere il vostro obbiettivo.
Asiac, che aveva taciuto fino a quel momento, decise di
esprimere la sua posizione.
-Andiamo, ma che razza di logica è questa? Se io sono
fortemente intenzionato a perseguire una causa e aiutare delle
persone, questo non deve necessariamente voler dire che io sia
disponibile a rischiare la vita. E' comprensibile che tu voglia
delle rassicurazioni, ma questo mi sembra eccessivo. Inoltre
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l'istinto di conservazione è una delle caratteristiche
predominanti e universalmente diffuse tra tutte le forme di vita.
Come pretendi che possiamo accettare di sacrificarci così alla
leggera?
Seus cercò di capitalizzare quell'aiuto insperato.
-Asiac ha ragione. Non so che razza di logica secondo voi stia
alla base della vostra proposta, ma non potete chiedere a
qualcuno di rischiare la propria vita senza la minima indicazione
su quali potrebbero essere i quesiti...
La donna apparve lievemente spazientita nell'espressione del
viso, sebbene il tono della voce fosse rimasto invece neutrale.
-Voi conoscete abbastanza il mio popolo da sapere del codice
Trimax e del meccanismo di sicurezza ad esso collegato, che voi
chiamate anticodice; avete inoltre sufficienti informazioni per
formulare delle congetture su quelle che potrebbero essere le
finalità per le quali abbiamo realizzato l'anticodice e su quello
che dovrebbe essere il nostro “atteggiamento nei confronti
della vita”; analizzando in modo obbiettivo la situazione
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dovreste essere in grado di stabilire, entro un ragionevole livello
di approssimazione, quello che potremmo richiedervi per
accertarci della compatibilità dei vostri intenti con i nostri
principi.
Gli altri rimasero in silenzio di fronte a quella manifestazione
di fredda razionalità. Seus si sforzava di cercare di applicare la
logica al fine di trovare una via di uscita che non mettesse a
repentaglio le vite degli uomini che avevano accettato di
seguirlo.
Truno ripensava ai videogiochi con trappole logiche e cercava
di ricordare se non ci fosse un qualche stratagemma che poteva
tornare utile. Asiac e Wellor affrontavano quella sgradevole
situazione con uno stato d'animo combattuto: da un lato
sapevano di agire per una giusta causa, inseguendo un obiettivo
meritevole; dall'altro si trovavano di fronte un rischio inatteso e
difficile da accettare.
-Ad ogni buon conto – riprese la donna- ho tre quesiti da
porvi, se volete accedere all'oggetto delle vostre ricerche e per
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ciascun quesito ho l'obbligo di prendere una vita in caso di
risposta non soddisfacente. A voi la scelta tra l'accettazione di
queste condizioni o la rinuncia.
-Perché tre domande? - chiese Seus – Come ti saresti posta
nel caso in cui alla ricerca avesse preso parte un solo individuo?
C'è un legame con il nostro numero?
-Tre sono le chiavi genetiche necessarie per oltrepassare il
portale; tre sono di conseguenza i quesiti che poniamo come
condizione per accedere alla fase successiva della ricerca.
-Va bene. - disse Seus con una certa rassegnazione.
-E' mia la responsabilità di questa operazione; il rischio è una
parte integrante dell'impegno che io ho preso e posso accettare
le tue condizioni con riferimento ad una sola vita: la mia. I
portatori delle chiavi genetiche hanno già rischiato a sufficienza:
con l'accesso al portale hanno portato a termine quanto era
loro richiesto e non sarebbe giusto chiedergli altro. Se la mia
vita ti può bastare, come posta in gioco, poni pure le tue
domande; altrimenti rinunceremo alla nostra ricerca.
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A quelle parole gli altri avrebbero voluto in qualche modo
intervenire. Tutti pensarono che sarebbe stato lodevole offrirsi
per portare a termine la missione; che l'obbiettivo della loro
missione era più importante del sacrificio individuale, ma come
spesso accade nella vita reale, dove operano dinamiche
differenti rispetto alla finzione letteraria, nessuno si sentì in
animo di offrire la propria vita. Wellor e Asiac tacquero e Truno
riuscì a dire:
-Grazie, Seus.
La donna sorrise e disse con naturalezza:
-Mi confermi dunque che sei disponibile a rischiare la tua vita
per portare a termine questa ricerca, ma non quella dei tuoi
compagni? Ho compreso bene?
-Esatto.
-Bene. La tua proposta rientra tra le alternative che possiamo
considerare accettabili.
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LA SECONDA PROVA
Un istante dopo che la donna ebbe finito di parlare, il
paesaggio circostante cambiò nuovamente e si ritrovarono
all'interno di una specie di caverna. Le donne erano sparite e
adesso c'era un uomo molto vecchio, lo stereotipo del saggio
filosofo con tanto di lunga barba bianca, che indossava una
tunica fino al ginocchio.
-Dopo il portale di accesso, avete superato la prova degli
intenti. L'ultimo elemento che ancora vi separa dall'oggetto
delle vostre ricerche e il riconoscimento dell'oggetto stesso:
l'anticodice è in questo luogo. Se sarete in grado di riconoscerlo
potrete portarlo via con voi.
Asiac era alquanto disorientato:
-Si può sapere che diamine è successo?
-Già – aggiunse Wellor – com'è possibile che abbiamo
superato la prova?
-Credo che la prova non consistesse realmente nel
rispondere ai quesiti - provò ad azzardare Truno.
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-Esatto, – proseguì Seus- probabilmente volevano solo
sapere se eravamo disposti a sacrificare delle vite per
raggiungere il nostro obbiettivo e sopratutto quale valore
attribuiamo al sacrificio individuale.
-Ok, ma il prossimo livello del gioco non è meno impegnativo
– aggiunse sorridendo Truno – qualcuno ha idea di come sia
fatto questo anticodice?
La caverna era in effetti piena di numerosi oggetti delle
tipologie più varie. C'erano monoliti costituiti di minerale grigio
bluastro, sfere metalliche e piramidi di materiale trasparente
simile al vetro; alcuni di questi solidi avevano dimensioni tali da
poter contenere tranquillamente un piccolo gruppo di umanoidi
adulti, altri invece potevano stare nel palmo di una mano.
-Ma quante possibilità abbiamo? - si chiese Asiac.
-Dobbiamo individuare l'anticodice al primo colpo?
-Sì e poi in che modo indichiamo la scelta? Toccandolo? C'è
un tempo massimo per la ricerca?
Il vecchio, che nel frattempo era rimasto in silenzio, disse:
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-Non posso aiutarvi a questo proposito. Posso solamente
dirvi che, quando verrà il momento, le persone giuste saranno
capaci di riconoscere l'oggetto che cercano.
Seus cercò di avere un atteggiamento positivo:
-Beh, la prima prova l'abbiamo superata. Direi che per il
momento è preferibile che ci limitiamo a guardarci intorno
senza gesti avventati. Se solo fossero con noi anche Mente e
Vera...
-Noi siamo rimasti sempre a portata di contatto.
Rispose Mente per via telepatica.
-Quindi non siamo stati trasferiti fuori dalla sfera di contatto
telepatico!- Disse ad alta voce Seus
-Non ci siamo mai mossi. - disse Truno riuscendo finalmente
a manifestare quello che fino a quel momento aveva preferito
tacere perché troppo inverosimile.
-Quella specie di vegetale deve averci indotto una sorta di
“sogno lucido” pertanto fisicamente non ci siamo mai mossi
dalla stanza dove ci trovavamo.
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Il vecchio osservava con un espressione compiaciuta nella
quale si poteva intravedere una conferma delle ipotesi di Truno.
-Ma in che modo? - Domandò Wellor.
-Eravamo dotati tutti di respiratori, per cui non può averci
drogato.
-E in ogni caso come è possibile che stiamo tutti
sperimentando la stessa illusione? - Aggiunse Asiac.
-Le modalità tecniche dell'operazione a questo punto non
contano, siamo ad un passo dall'obbiettivo.
-Confermo la vostra presenza all'interno dell'edificio nelle
letture del bioscan: non vi siete mai allontanati. - Disse Mente.
Poi Seus chiese:
-Riesci ad avere una visuale degli oggetti che ci circondano?
Vera avete qualche suggerimento?
Tramite il ponte telepatico la donna disse:
-A dire il vero in questo momento abbiamo qualche
problema più impellente.
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Si riferiva a dodici esoscheletri da battaglia che si erano
materializzati nelle vicinanze dell'edificio.
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SEUSEX MACHINA
-Credo che dovremo cavarcela da soli – disse Seus prendendo
atto della difficile situazione di Vera e Mente. Poi rivolto agli
altri:
-Qualche idea?
-Secondo me il nostro amico qui non ci ha detto tutto –
suggerì Truno facendo riferimento al vecchio.
-Già - suggerì Wellor – se è ancora qui ci deve essere un
motivo.
Asiac, mentre si guardava intorno pensieroso disse:
-Questa è una sorta di realtà virtuale, può darsi che ci sia un
significato nello scenario che ci circonda...
Seus sembrava convinto da quello spunto:
-Quindi secondo te queste forme hanno un significato, come
una specie di codice.
Truno provò ad aggiungere:
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-La frase con cui siamo stati introdotti in questa nuova
ambientazione diceva più o meno che al momento giusto
sapremo riconoscere l'oggetto.
-Per l'esattezza diceva che le persone giuste riconosceranno
quello che cercano – precisò Asiac.
Il vecchio annuì in modo bonario e tutti colsero quel segnale
come una conferma della correttezza del ragionamento. Nel
frattempo, si guardavano intorno cercando di individuare quale
delle innumerevoli forme che affollavano la caverna potesse
essere l'anticodice.
In quel momento l'osservatore fece la sua comparsa tra lo
stupore generale. Veniva dal fondo della caverna in sella ad una
bicicletta.
-Signori, direi che siete finalmente giunti al capolinea. - disse
fermandosi e smontando dalla bici.
L'ingresso del nuovo personaggio, per quanto singolare,
poteva tutto sommato far parte del contesto stravagante di
quello scenario virtuale.
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-Permettete che mi presenti: mi chiamo Seusex Machina e
sono venuto a togliervi le castagne dal fuoco.
Nessuno riuscì a dire una parola in segno di risposta:
scopertosi il viso, l'osservatore era perfettamente identico a
Seus.
-Si tratta di un ulteriore prova da superare? - chiese Odys con
un espressione sospettosa.
-Nessuna prova. - rispose l'altro
-Avete trovato l'anticodice. Uno dei tre portatori del DNA
codificato deve suonare questo campanello e la missione sarà
terminata. - concluse indicando la bicicletta
-Campanello?- chiese Wellor.
Dei quattro solo Truno aveva compreso il riferimento, poiché
l'aspetto del velocipede ricordava molo quello dei veicoli ancora
in uso sul so pianeta. Anzi, a dirla tutta, sembrava un modello
antiquato, come vecchio di un paio di secoli. Scorgendo la
perplessità degli altri Truno provò a spiegare:
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-Si riferisce a questo dischetto sul manubrio -nell'indicarlo lo
aveva quasi toccato.
-Chi ci dice che non è una trappola? -Azzardò Asiac
-Già – aggiunse Wellor – dobbiamo seguire la logica di questo
posto per uscire. Qualcuno dovrebbe in qualche modo
'riconoscere' l'anticodice.
Dopo un istante di esitazione, con movimento simultaneo,
Seus e l'osservatore si volsero verso Truno chiedendo:
-Truno tu riconosci questo oggetto?
Dopo aver parlato all'unisono si volarono a guardarsi
reciprocamente, Seus era sorpreso, l'altro sorrideva.
-Ecco io... in effetti credo che...
Fin dall'inizio gli era sembrato di scorgere qualcosa di
familiare che non riusciva a mettere a fuoco. Poi finalmente
l'illuminazione:
-La bicimilano!
Disse finalmente di fronte alla perplessità generale.
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-Mia madre tempo fa ereditò un appartamento, a Milano. -
visto che gli altri non potevano comprendere decise di
specificare:
-Si tratta di una città del mio pianeta diversa da quella dove
abitavamo noi. Nella cantina di quell'appartamento c'era una
bicicletta vecchia di secoli, un pezzo da museo. L'avevamo
ribattezzata la bicimilano. Se mia sorella, che ha ereditato quella
casa, non se n'è disfatta potrebbe essere ancora lì. Ovviamente
non posso esserne certo, ma mi sembra che sia identica a quella
su cui è arrivato il sosia di Seus.
-Ho un nome – disse l'osservatore con un sorriso zigomatico -
mi chiamo Suesex
-Ok, scusa. - Gli rispose il terrestre, dandogli tra se e sé del
permaloso.
Asiac parlò a nome di tutti:
-A quanto pare qualcuno di noi ha riconosciuto l'oggetto che
tutti cerchiamo. Non può essere una coincidenza.
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Truno, dopo una rapida conferma ottenuta dagli sguardi degli
altri suonò il campanello della bici.
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ARRIVANO I NOSTRI (FORSE)
La comparsa degli esoscheletri aveva reso la posizione di
Mente e Vera molto più difficile da mantenere. Se portare
avanti il diversivo all'esterno dell'edificio contro i ghunt, era
pericoloso, ma in qualche modo gestibile, affrontare degli
esoscheletri da guerra era tutt'altro discorso.
Macchine di distruzione particolarmente efficaci, avevamo
una forma essenzialmente umanoide; due gambe, due braccia
che partivano dal tronco all'interno del quale si trovava il pilota
e una potenza di fuoco paria a duecentocinquanta- trecento
soldati tradizionali.
Prima che i collaboratori di Seus potessero concepire un
qualche tipo di reazione a quell'imprevisto si resero conto che
non era più necessario reagire. Gli esoscheletri, si diressero
contro i militanti del fronte intransigente sterminandoli nello
spazio di una o due frazioni di periodo. Alcuni soldati, avevano
poi fatto irruzione all'interno dell'edificio eliminando senza
difficoltà le resistenze residue.
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Una delle macchine da battaglia si diresse verso Vera e
Mente ripetendo con gli altoparlanti:
-Questa è un operazione della contingente interplanetario di
garanzia, sotto il comando diretto del governo galattico. Se
appartenete alla squadra del comandante Odys identificatevi o
correrete il rischio di venire eliminati insieme agli ultimi
resistenti del Fronte.
Vera e Mente preferirono non uscire allo scoperto, tuttavia
inviarono un messaggio telepatico a Seus e agli altri per
informarli di quello che succedeva all'esterno.
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A CARTE SCOPERTE
Non appena ebbe suonato il campanello, si ritrovarono tutti
di nuovo nella stanza del passaggio. Truno aveva tra le mani un
oggetto di forma cubica, in apparenza composto da una serie di
cubi di dimensioni più piccole. Se non fosse stato per la
presenza di simboli incomprensibili al posto dei colori lo
avrebbe scambiato per un cubo di Rubik.
-Ce l'abbiamo fatta allora? - chiese con impazienza Truno?
-Dall'esterno mi dicono che dovrebbe sono arrivati rinforzi
dal governo. Dovremmo essere finalmente al capolinea.
-Non è esattamente così – intervenne l'altro Seus.
Gli altri lo guardarono un po' disorientati. Asiac provò ad
azzardare:
-Se lui è ancora qui vuol dire che non siamo ancora usciti da
quella specie di realtà virtuale.
A quella frase Truno rimase lievemente interdetto. Era
dall'inizio di quella vicenda che non era sicuro che quello che gli
capitava in torno fosse completamente reale.
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-E' possibile – rispose Seus fissando pensieroso il proprio
sosia. Poi sfoderò il disgregatore portatile e disse:
-Direi che a questo punto ci devi qualche spiegazione.
L'altro gli rispose con tono calmo, ma deciso:
-Avrete tutte le spiegazioni che cercate, ma dobbiamo
allontanarci da questo posto. Il governo non ha intenzione di
utilizzare l'anticodice per fermare i terroristi e fra qualche
istante saranno qui.
-Per quale motivo dovremmo crederti? - rispose Seus
-Perché sono stato io ad aiutarvi ad ottenere l'anticodice e
perché posso fornirvi una versione plausibile dei fatti.
-Allora, dovrai fornircela in fretta, perché fino ad ora
abbiamo agito per conto del governo galattico con l'obbiettivo
di contrastare l'operato di un gruppo terroristico.
Seusex non si scompose e disse:
-Il codice Trimax è stato rinvenuto da un gruppo di imprese
operanti nelle biotecnologie. Questo è plausibile poiché
disponevano dei mezzi, delle conoscenze e delle motivazioni per
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ritrovare il dispositivo. Sto parlando del consorzio occulto
Pharmatec. In seguito il codice è stato ceduto ai terroristi in
modo da poter lucrare sulla situazione: le imprese avrebbero
guadagnato fornendo i rimedi ai danni provocati dai terroristi.
Tutti ascoltavano in silenzio.
-Successivamente un altro gruppo di imprese, che controlla il
governo galattico, ha deciso di reagire e ha fatto in modo che
veniste ingaggiati per ritrovare l'anticodice. Il secondo gruppo a
cui mi riferisco è il Grande Cartello Aziendale, antagonista del
consorzio Pharmatec.
Seus ascoltava le parole del proprio sosia come tessere di un
mosaico che gradualmente si ricomponeva.
-Il consorzio non è riuscito a controllare i terroristi come
avrebbe voluto e il Cartello ha intravisto la possibilità di
guadagnare sulla situazione. Hanno raggiunto un accordo, i
disastri causati dal codice non cesseranno e, unendo le forze,
riusciranno a trarne profitto.
Truno interpretò il pensiero di tutti chiedendo:
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-Che cosa possiamo fare allora?
Seusex rispose:
-Io possiedo la combinazione dell'anticodice. Attivandola il
codice diventerà inutilizzabile e la vostra missione sarà
veramente compiuta.
Terminate quelle parole si udirono i passi dei soldati del
governo in arrivo. Non c'era un momento da perdere. Truno
cercò con gli occhi il consenso di tutti gli altri.
Prima che i soldati accedessero alla sala, l'anticodice fu
attivato.
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ULTIME BATTUTE: IL FRONTE INTRANSIGENTE
Rama tirò una lunga boccata dal sigaro idroponico e chiuse
gli occhi cercando di rilassarsi. La sdraio fluttuante era
completamente immersa nei vapori dello stabilimento termale.
-Tu manca Riaama?
Chiese Seusex mentre si accomodava sulla sdraio accanto a
lui.
-Qualche volta – rispose l'altro con sincerità.
-Tuttavia non era pensabile che i suoi compagni del Fronte la
lasciassero in vita.
-E tu? Anche tu rischi una vendetta?
Rama sospirò per qualche istante e poi disse:
-No. Io sono un convertito dell'ultima ora che ha cercato di
metterli in guardia e gli ha offerto l'ultima possibilità di
eliminare l'anticodice.
-Quindi non solo hanno creduto alla tua conversione, ma
nessuno sospetta che durante l'ultima riunione tu abbia diffuso
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un virus informatico tracciante che ha consentito al governo di
localizzare quasi tutte le cellule terroristiche?
-Beh, questo posso solo augurarmelo. - Rispose con un
sorriso amaro.
Seusex aggiunse con sincera ammirazione:
-Beh devo dire che hai veramente le palle.
-Grazie. In realtà non avevo molte alternative. Quando mi
opponevo apertamente al Fronte, probabilmente stavano già
pianificando di uccidermi. Quando ho finto di passare dalla loro
parte, ho guadagnato un po' di tempo, ma ero tenuto sotto
controllo dalla mia stessa concubina, al suo minimo segnale di
un mio tradimento avrebbero potuto eliminarmi. Oggi la frangia
più estremista del Fronte è stata eliminata, in parte dal governo,
in parte dai loro oppositori religiosi ai quali abbiamo fatto
pervenire i riferimenti delle cellule teroristiche.
-Che cosa ti rimane oggi allora?
-Il compito ingrato di reintegrare quello che resta del Fronte
nel culto ufficiale. Non è detto che il numero di persone
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intenzionate ad uccidermi sia diminuito, tuttavia, almeno per il
momento, le attività terroristiche del fronte si sono fermate e io
sono ancora vivo. Direi che non posso lamentarmi.
Si salutarono con un brindisi sull'incertezza del futuro.
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ULTIME BATTUTE: IL CONSORZIO PHARMATEC
Nadia Torsivis e Virna Sotos pranzavano amabilmente come
due vecchie amiche. Nonostante la differenza di età avevano
scoperto di avere svariati punti in comune. Questo sul piano
personale, poiché professionalmente le aveva accomunate il
progetto ambizioso di unificare il Consorzio Pharmatec e il
Grande Cartello Aziendale sotto un'unica guida. Progetto che
aveva ottenuto un successo insperato.
-Sinceramente, quando hai proposto a Petrus di cedere il
codice ai terroristi, ho pensato ti fossi spinta troppo in là. - disse
Nadia sorseggiando il cocktail.
-La fortuna aiuta gli audaci. - Rispose Virna
-Beh, Conan e Petrus sono stati audaci, ma non decisamente
fortunati.
Diana si riferiva al fatto che entrambi i dirigenti della
Technogenomics erano stati trovati morti nella residenza del
primo. Gli esecutori avevano fatto in modo che sembrasse un
omicidio a sfondo passionale determinato da una serie di
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relazioni sentimentali intrattenute dai due con alcuni individui
poco raccomandabili. Naturalmente si trattava di una
montatura.
-Quello che conta è la valutazione metodica delle alternative
possibili e la determinazione nel perseguire i propri obbiettivi.
-Attendere con prudenza le altrui imprudenze? - accennò
Virna citando a memoria dal corso di strategia aziendale, che
solo per caso contemplava una strategia letteralmente
coincidente con la quinta via per raggiungere il successo
secondo il saggio terrestre Sun Tzu.
-Quasi. Diciamo che qualche volta l'imprudenza altrui bisogna
in qualche modo, incentivarla.
Entrambe brindarono al nuovo corso poi misero da parte
tutti gli atteggiamenti colloquiali per parlare strettamente di
lavoro. Quel pomeriggio si sarebbe tenuta una riunione del
direttivo centrale del consorzio Pharmatec, Diana avrebbe
partecipato dietro l'immagine del monolito numero uno.
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EPILOGO (FORSE)
-Mi stai dicendo che vieni da un altra dimensione?
Il tono di Truno era dubitativo, ma più nel senso di chiedere
una conferma che di mettere effettivamente in dubbio
l'ennesima stranezza a cui si trovava di fronte.
-Esatto. - rispose Seusex.
-Beh, questo potrebbe spiegare il fatto che sei identico a
Seus...
L'altro annuì.
-Ma per quale motivo hai bisogno che io ti segua?
-Nella mia realtà io ho consegnato l'anticodice al governo
credendo che fosse la cosa più giusta da fare, ma in seguito ho
scoperto che in realtà si erano accordati con i possessori del
codice.
-Quindi hai pensato di venire in questa dimensione e di
prelevare qui l'anticodice.
-Esatto, ma tu sei l'unico individuo che può attivarlo. Ho
bisogno che tu venga con me.
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Truno assunse un'espressione sconsolata:
-Mi pare che ci sia poco altro da dire, allora, andiamo.
Il dispositivo per la dislocazione dimensionale si trovava sulla
terra, nei pressi dell'abitazione di Truno. Raccolte rapidamente
le cose di cui poteva avere bisogno si rivolse a Seusex che lo
attendeva sul divano della stanza accanto.
-Allora si va?
-Naaa, dai. Che fretta c’è? Non c’è mica un intero altro piano
della realtà da salvare!
Truno rispose al sarcasmo con una smorfia ed entrambi
uscirono dall’edificio. Nel cortile li aspettava la Golf.
-Fammi capire: nella tua dimensione ci andiamo in macchina?
Sai non so se il carburante è sufficiente…
-Tranquillo. Ci sono delle stazioni di rifornimento lungo la
strada.
Si scambiarono un sorriso zigomatico a mezza bocca ciascuno
mentalmente biasimando l'umorismo dell'altro.
-Ti avevo già accennato al problema della massa, vero?
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-Più o meno…
-Per effettuare il trasferimento, è necessario che la massa
della materia, che viene prelevata da questa dimensione, sia
esattamente identica a quella che verrà sostituita nella mia
dimensione.
-Quindi dall’altra parte c’è un’altra Golf, con due persone a
bordo, il tutto con una massa esattamente identica alla nostra?
-Non esattamente. In realtà “dall’altra parte”, come dici tu,
c’è un’altra automobile con una massa leggermente superiore a
questa e con della zavorra al posto dei passeggeri.
Il risultato dell’accenno di spiegazione fu uno sguardo
perplesso. Seusex provò a proseguire.
-Il dislocatore dimensionale, cioè il congegno che opererà lo
scambio tra noi e l’altra automobile, dispone di un meccanismo
di compensazione per bilanciare la differenza.
-Mm e questo meccanismo non potrebbe compensare
integralmente la nostra massa? L’automobile a cosa serve, a
fare un’entrata a effetto?
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-C’è un problema di assorbimento. Scambiare due masse
molto simili e compensare la differenza, ha un costo energetico
che inizialmente è proporzionale alla differenza tra le due
masse. Dopo una certa soglia l'assorbimento diventa invece
direttamente proporzionale alla differenza. Noi due più
l'automobile costituiamo una massa che comporta un
assorbimento ragionevole. Per rispondere alla tua domanda
iniziale, senza materia di scambio il trasferimento
comporterebbe un'assorbimento infinto di energia.
-Capito. Allora mettiamo in moto?
La risposta di Seusex fu una leggera pressione sul tasto di
attivazione del meccanismo di dislocazione dimensionale. Al
posto dell’auto e dei due passeggeri si materializzò una
Mercedes Golf contenente due sacchi di propanolistirolo multi
espanso. Oltre che per la casa produttrice, il veicolo proveniente
dalla dimensione parallela, si differenziava dall’auto di Truno
per una differenza nella massa complessiva paria allo zero
virgola settantacinque percento in eccesso.
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La dislocazione dimensionale, di norma, non dovrebbe avere
effetti sui corpi trasferiti. Tuttavia, l’automobile che si
materializzò nella dimensione, dalla quale erano partiti Seusex e
Truno, subì un cambiamento rispetto alla condizione nella quale
era partita. Il sistema elettrico, per qualche motivo sconosciuto,
si attivò diffondendo attraverso gli altoparlanti dello stereo le
note di una canzone registrata sull’ Hard disk interno.
Per i più pignoli, si può ipotizzare che il delicato sistema
digitale abbia reagito al differenziale minimo nel campo
magnetico della terra della dimensione di Truno, rispetto a
quella di Seusex. Qualcuno meno razionale e più mistico,
potrebbe invece immaginare che quel piccolo episodio facesse
parte di un disegno più ampio, nel quadro di una catena
generale di eventi, che avrebbero dovuto verificarsi.
Proseguiamo nell'interesse degli animi più semplici, che di certe
cose se ne infischiano, desiderando solo sapere come va a finire
questa storia (la parola Epilogo dovrebbe far presupporre che
siamo alle ultime battute).
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Le note della canzone si diffusero nell’aria circostante. Di
norma le onde sonore si sarebbero dovute propagare nello
spazio circostante, fino ad esaurirsi gradualmente e non
avrebbero mai potuto andare oltre l’atmosfera del pianeta.
Tuttavia lo stereo in dotazione alla Mercedes era impostato per
trasmettere, oltre alle onde sonore, anche un segnale
elettromagnetico in modo da sincronizzarsi con il palmsheet o
con altri dispositivi portatili posseduti dai passeggeri.
Per qualche motivo, che non è il caso di approfondire in
questa sede, il segnale partito dall’automobile, non solo
attraversò l’atmosfera del pianeta, ma anche lo spazio ed il
tempo che lo separavano da un gruppo di esseri senzienti che
riuscirono a captarlo. Quale che fossero le capacità di questi
ultimi di decodificarlo, non ci è dato sapere. Il segnale era il
brano di una canzone:
-Via del campo c’è una graziosa, gli occhi grandi color di
foglia,tutta notte sta sulla soglia,vende a tutti la stessa rosa.