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Percorso specialistico 3
Titolo dispensa
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INDICE GENERALE
PRIMA PARTE
GLI ASPETTI INTRODUTTIVI ALLA REVISIONE DEGLI ENTI LOCALI E I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
I nuovi principi di comportamento del CNDCEC
(a cura di Ermando Bozza) ............................................................................................................... 7
Le nuove regole di nomina dei revisori degli enti locali
(a cura di Ermando Bozza) ............................................................................................................. 23
Il sistema delle rilevazioni preventive degli enti locali
(a cura di Sandro Spella e Andrea Ziruolo) .................................................................................... 29
L’organo di revisione negli enti locali (slide)
(a cura di Ermando Bozza) ............................................................................................................. 57
I controlli sulla programmazione (slide)
(a cura di Ermando Bozza) ........................................................................................................... 121
SECONDA PARTE
LE VERIFICHE SULLA GESTIONE E LA RELAZIONE AL RENDICONTO
Il rendiconto degli enti locali
(a cura di Andrea Ziruolo) ............................................................................................................ 175
Gli agenti contabili e le verifiche di cassa (slide)
(a cura di Ermando Bozza) ........................................................................................................... 235
I controlli sulla gestione finanziaria e gli adempimenti contabili e fiscali (slide)
(a cura di Ermando Bozza) ........................................................................................................... 245
Il rendiconto di gestione (slide)
(a cura di Ermando Bozza) ........................................................................................................... 269
TERZA PARTE
I CONTROLLI DEL REVISORE SUGLI ENTI PARTECIPATI, GLI EQUILIBRI DI BILANCIO E IL PATTO DI STABILITÀ
L’organo di revisione: controlli sugli organismi partecipati
(a cura di Andrea Ziruolo) ............................................................................................................ 333
Le verifiche in materia di patto di stabilità interno (slide)
(a cura di Ermando Bozza) ........................................................................................................... 343
Percorso specialistico
Formativo 2009/2010
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La salvaguardia degli equilibri di bilancio e i debiti fuori bilancio (slide)
(a cura di Ermando Bozza) ........................................................................................................... 353
QUARTA PARTE
I CONTROLLI SUL PERSONALE E LA RESPONSABILITÀ DEL REVISORE
I controlli dell’organo di revisione sulla spesa per il personale
(a cura di Arturo Iadecola) ........................................................................................................... 389
La responsabilità dell’organo di revisione e i suoi rapporti con la Corte dei Conti
(a cura di Arturo Iadecola) ........................................................................................................... 405
I controlli dell’organo di revisione sulla spesa per il personale (slide)
(a cura di Arturo Iadecola) ........................................................................................................... 425
La responsabilità dell’organo di revisione e i suoi rapporti con la Corte
dei Conti (slide)
(a cura di Arturo Iadecola) ........................................................................................................... 439
Percorso specialistico 5
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PRIMA PARTE
GLI ASPETTI INTRODUTTIVI ALLA REVISIONE DEGLI ENTI LOCALI E I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
Percorso specialistico 7
I nuovi principi di comportamento del CNDCEC
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I NUOVI PRINCIPI DI COMPORTAMENTO DEL CNDCEC
di Ermando BOZZA
INDICE
1 PREMESSA ............................................................................................................................................... 8 2 PRINCIPI DI REVISIONE AZIENDALI APPLICABILI ALLA REVISIONE DEGLI ENTI LOCALI ..................................................................................................................................................... 8
2.1 Pianificazione della revisione ........................................................................................................... 9 2.2 Analisi e valutazione del sistema di controllo interno.................................................................... 10 2.3 Campionamento nell’attività di controllo ....................................................................................... 13
3 ANALISI DEI PRINCIPI DI REVISIONE AZIENDALE APPLICABILI AGLI ENTI
LOCALI ................................................................................................................................................... 14 Principio di revisione 200 “Obiettivi e principi generali della revisione contabile del bilancio” ....... 16 Principio di revisione 230 “Documentazione del lavoro” .................................................................... 18 Principio di revisione 300 “Pianificazione della revisione contabile del bilancio”;
n. 315 “La comprensione dell’impresa e del suo contesto e la valutazione di errori significativi” ..... 18 Principio di revisione 320 “Il concetto di significatività nella revisione” ........................................... 19 Principio di revisione 330 “Le procedure di revisione in risposta ai rischi identificati e valutati” ..... 20 Principio di revisione 500 “Elementi probativi della revisione” ......................................................... 20 Principio di revisione 520 “Procedure di analisi comparativa” .......................................................... 21 Principio di revisione 530 “Campionamento di revisione ed altre procedure di verifica con
selezione delle voci da esaminare” ....................................................................................................... 21
Percorso specialistico 8
Gli aspetti introduttivi alla revisione degli enti locali e i controlli sulla programmazione
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1 PREMESSA
Il CNDCEC ha approvato 15 documenti che contengono i principi di revisione e le nor-me di comportamento a cui i revisori degli enti locali dovranno conformare la loro attività. In considerazione delle costanti novità normative in materia, molto opportunamente, tali
documenti sono stati già predisposti in modo da poter essere aggiornati costantemente. I 15 documenti coprono l’intero iter e i diversi ambiti operativi della revisione negli enti
locali, fornendo un valido supporto tecnico operativo ai revisori, e sono così composti:
Documento Titolo
n. 1 Nomina, accettazione, incompatibilità, ineleggibilità e funzionamento, funzioni
n. 2 Funzione di vigilanza e di controllo contabile
n. 3 Funzione di collaborazione
n. 4 Introduzione ai controlli sulle fasi e sugli atti di programmazione, gestione e rendicontazione
n. 5 Controlli sulla programmazione e sulle variazioni
n. 6 Controlli sulla gestione finanziaria e adempimenti contabili
n. 7 Controlli sulla spesa del personale
n. 8 Controlli sul patto di stabilità interno
n. 9 Controlli sugli agenti contabili
n. 10 Controlli sul conto economico
n. 11 Controlli sulla gestione e rilevazioni patrimoniali
n. 12 Controlli sul rendiconto
n. 13 Controlli sull’indebitamento
n. 14 Controlli sugli organismi partecipati
n. 15 Controlli sugli adempimenti fiscali
Funzione fondamentale dei principi in commento è quella di fornire una asticella di diligenza professionale cui confrontare le numerose e gravose responsabilità legate alla carica di revisore di un ente locale. L’art. 240 del TUEL prevede, infatti, che i revisori debbano adempiere ai loro doveri
con la diligenza del mandatario e che rispondono della veridicità delle loro attestazioni. Altra osservazione importante da fare è che la Pubblica Amministrazione, ha introdotto
da tempo sistemi di controllo procedurale basati sulle metodologie proprie della revisione legale dei conti, per cui l’aver emanato un set specifico di principi di revisione per il settore pubblico, darà maggiori garanzie agli stakeholders della rigorosità del lavoro svolto in ciascun ente e dell’omogeneità dei dati prodotti, il che sicuramente contribuirà a migliorare la trasparenza nell’agire della Pubblica Amministrazione.
2 PRINCIPI DI REVISIONE AZIENDALI APPLICABILI ALLA REVISIONE DEGLI ENTI LOCALI
Un primo elemento di novità da salutare con estrema positività è il corretto inquadra-mento teorico e sistemico dell’attività di revisione negli enti locali. Viene finalmente riba-dito a chiare lettere che anche l’attività di revisione in enti locali è comunque attività di revisione e come tale “risk based”. Infatti, sebbene l’art. 2 del DLgs. 286/99 prevedesse da tempo che nelle verifiche di
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I nuovi principi di comportamento del CNDCEC
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regolarità contabile i revisori degli enti locali, dovessero applicare (in quanto compatibili con la PA) i principi generali della revisione aziendale asseverati dagli ordini professionali, fino ad oggi raramente gli stessi sono stati applicati nella prassi operativa della revisione dei conti negli enti locali. Molto opportuna, a tal riguardo, è la precisazione contenuta al punto 16 del documento
n. 2 “Funzione di vigilanza e controllo contabile”, che l’attività di revisione non può es-sere tale da escludere in modo assoluto la presenza di errori o irregolarità in quanto è oggettivamente impossibile procedere a controlli così capillari ed invasivi. Tale precisa-zione, ovvia per chi ha familiarità con la revisione, è quanto mai opportuna in materia di revisione degli enti locali dove, forse a causa della qualifica di pubblico ufficiale del revi-sore, molti organismi (consigli comunali e provinciali, alcune sezioni regionali delle corti dei conti, stakeholders) ritengono che il controllo “ben fatto” sia in grado di escludere errori o frodi. In realtà nella prassi aziendale è chiaro che anche il miglior revisore non può mai esclu-
dere che un bilancio contenga errori significativi ma deve seguire un iter di revisione e reperire elementi probativi appropriati e sufficienti per concludere che “con ragionevole certezza” il bilancio è conforme al quadro normativo di riferimento e non contiene errori si-gnificativi. Certo è che i revisori degli enti locali devono imparare a familiarizzare di più con i prin-
cipi di revisione aziendale applicabili alla Pubblica Amministrazione per far sì che la limi-tazione di responsabilità derivante dall’aver applicato diligentemente i principi di revisione possa scattare. Prima di tutto è importante che i revisori degli enti locali pongano in essere una appro-
priata pianificazione dell’attività di revisione.
2.1 PIANIFICAZIONE DELLA REVISIONE
Questo passaggio molto rilevante è contenuto nel citato documento n. 2 dove, nell’affer-mare, di fatto, che come per la revisione legale dei conti, anche la revisione negli enti locali è attività basata sul rischio si richiede al revisore di porre in essere una fase preventiva di pianificazione e programmazione finalizzata a valutare i rischi di errori significativi sulla base degli elementi e delle informazioni acquisite attraverso la conoscenza dell’ente locale e del contesto in cui opera, incluso il grado di affidabilità del sistema di controllo interno. In altri termini si chiede al revisore dell’ente locale di valutare il rischio intrinseco e il
rischio di controllo che insieme concorrono a formare il rischio di revisione che il revisore dovrà minimizzare tramite le sue procedure di controllo. Fondamentale nella pianificazione è l’acquisizione da parte del revisore di informazioni
e conoscenze in merito, ad esempio, ai servizi erogati dall’ente alle modalità di gestione degli stessi, alla struttura organizzativa, al sistema amministrativo contabile, alla situazione dell’ente con riguardo al rispetto di parametri di finanza pubblica (es. patto di stabili-tà;vincoli sul personale; vincoli sull’indebitamento, ecc.). Il documento prosegue prevedendo la redazione del Piano generale di controllo ammi-
nistrativo contabile e dei programmi di revisione. Il Piano generale dei controlli amministrativi riassumerà quale è la strategia di revisione
che i revisori intendono porre in essere per rispondere ai rischi identificati e valutati. I programmi di revisione conterranno l’elencazione dei controlli, test, sondaggi che il
revisore dovrà porre in essere in ciascuna area contabile e amministrativa dell’ente –
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Gli aspetti introduttivi alla revisione degli enti locali e i controlli sulla programmazione
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precisandone natura, estensione e tempistica – al fine acquisire gli elementi probativi sufficienti ed appropriati a supporto dei propri pareri e relazioni. Il complesso delle funzioni attribuite al revisore di un ente locale è tale da imporre una
attività sistematica e quindi programmata. Non ci si può limitare a controllare in modo puntuale atti isolati o al solo esame documentale di un certo numero di documenti contabili. Il revisore nell’ambito della sua attività dovrà porre in essere fondamentalmente le seguenti tipologie di controlli debitamente pianificati:
• controlli di tipo procedurali (sistema di controllo interno); • controlli sostanziali documentali.
Il revisore deve, inoltre, tener conto della circostanza che la periodicità trimestrale del-le verifiche, nel corso delle quali porre in essere i suddetti controlli, è un obbligo minimale e che le verifiche dovranno avere una frequenza legata alle dimensioni e complessità del-l’ente, facendo prevalere al riguardo una sensibilità più di tipo istituzionale che economica. Solo una adeguata pianificazione consentirà al revisore di determinare contenuti, tempi e
ampiezza dei controlli e culminerà nella redazione del piano generale di controllo amministrativo e contabile del programma di revisione. L’analisi dei rischi, che è tipica della pianificazione, consentirà al revisore di stabilire su quali aree estendere maggiormente i controlli (campionamenti più esteso), su quali l’attività di controllo può essere più blanda (campionamenti meno estesi) e su quali aree c’è necessità di controlli mirati e a tappeto. Il revisore dovrà evitare verifiche meramente ripetitive e formali e dovrà incentrare
la sua attività maggiormente sui processi e sulle aree dove ha valutato più alto il ri-
schio di errori e di non conformità. Solo seguendo un approccio di questo tipo, ovviamente appropriatamente documentato
nelle carte di lavoro, il revisore potrà giustificare in modo razionale ed inappuntabile il proprio operato e eventuali errori o non conformità manifestatesi e non rilevate.
2.2 ANALISI E VALUTAZIONE DEL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
Il revisore, al fine di limitare il rischio di revisione, deve effettuare un esame delle pro-cedure e dei sistemi contabili e amministrativi adottati dall’ente. Tale attività andrà svolta attraverso: • sondaggi campionari che testino l’operatività del sistema di controllo interno; • interviste ai dirigenti e ai responsabili di settore; • conferme esterne; • conte fisiche.
Il fine è valutare gli effetti che eventuali carenze possano avere sulla regolarità ammini-strativa e contabile e sulla corretta rilevazione degli atti di gestione nel sistema informativo. L’art. 147 del TUEL disciplina espressamente i controlli interni degli enti locali pre-
vedendo che ogni ente, nell’ambito della loro autonomia normativa ed organizzativa, indi-viduano strumenti e metodologie adeguate a: a) garantire attraverso il controllo di regolarità amministrativa e contabile, la legitti-
mità, la regolarità e la correttezza dell’azione amministrativa; b) verificare, attraverso il controllo di gestione, l’efficacia, l’efficienza e l’economicità
dell’azione amministrativa, al fine di ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi cor-rettivi, il rapporto tra costi e risultati;
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c) valutare le prestazioni del personale con qualifica dirigenziale; d) valutare l’adeguatezza delle scelte compiute in sede di programmazione di determi-
nazione dell’indirizzo politico, tra risultati conseguiti e obiettivi predefiniti.
Il revisore dovrà, quindi, analizzare le procedure di controllo interno poste in essere dal-l’ente locale, procedere ad effettuare test di conformità delle procedure rilevate e formarsi una propria opinione riguardo all’adeguatezza delle stesse.
Le normative contabili degli enti locali, ad esempio, attribuiscono al responsabile dei servizi finanziari numerose funzioni di controllo quali, ad esempio:
• l’attestazione dell’attendibilità e veridicità delle previsioni e delle relative variazioni; • l’attestazione di inesistenza di debiti fuori bilancio; • le attestazioni di copertura finanziaria sugli atti comportanti impegni di spesa, la
segnalazione di potenziali squilibri; • l’attività di liquidazione delle spese e dei controlli prodromici (riscontri amministra-
tivi, contrattuali, fisici, contabili, fiscali).
Accanto a tali funzioni vi sono poi quelle relative alla verifica dello stato di attuazione degli obiettivi in termini di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa nonché tutti gli adempimenti in materia tributarie e giuslavoristica. Il revisore dovrà verificare le procedure adottate dal responsabile del servizio finanziario,
la loro adeguatezza e la loro effettiva implementazione ed affidabilità.
Fig. 1 - Sistema di controllo interno
Capacità di autocontrollo insieme delle direttive, delle procedure e delle prassi operative tese a raggiungere i seguenti obiettivi:
strategici
strategici
di reporting
di conformità
volti a valutare l’adeguatezza delle scelte compiute in sede di pro-grammazione di determinazione dell’indirizzo politico, tra risultati conseguiti e obiettivi predefiniti
volti a garantire l’efficacia e l’efficienza delle attività operative del-l’ente e le valutazioni dei dirigenti
volti a garantire l’attendibilità e l’affidabilità dei dati
volti a garantire attraverso il controllo di regolarità amministrativa e contabile, la legittimità, regolarità e correttezza dell’azione ammini-strativa
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Come sintetizzato nella tavola sopra riportata, al termine del processo di valutazione, il revisore dovrà pervenire a due diversi tipi di conclusioni:
a) le procedure di controllo sono inesistenti o inaffidabili; b) le procedure di controllo sono valide ed efficaci.
Nel primo caso il revisore dovrà relazionare al Consiglio sulle debolezze e carenze ri-scontrate sulle procedure amministrative e contabili e fornire gli opportuni suggerimenti. I revisori non saranno responsabili nella misura in cui hanno correttamente piani-
ficato l’incarico, valutato i rischi, identificato le debolezze del sistema di controllo in-
terno e comunicato tempestivamente al consiglio, con propria relazione, le circostanze
che inevitabilmente generano (o possono generare) errori nella contabilità e nella
gestione. Nel secondo caso il revisore potrà procedere a controlli meno estesi potendo far
affidamento sul sistema di controllo interno. Effettuata la valutazione dei rischi intrinseci e di controllo ed approntato il piano gene-
rale di controllo e i programmi di revisione (che contengono i controlli da effettuare per dare risposte ai rischi identificati) i revisori procederanno a dare attuazione ai programmi di revisione pianificati acquisendo elementi probativi sufficienti ed appropriati per poter supportare il proprio giudizio di revisione. È, infatti, in sede di relazione al rendiconto che i revisori dovranno dare evidenza dell’attività di controllo contabile effettuata nell’esercizio.
Fig. 2 - Valutazione del sistema di controllo interno
Controlli inesistenti ed inaffidabili
relazione al c.c. con descrizione delle debolezze riscontrate e suggerimenti
controlli di dettaglio estesi sui dati contabili generati dalle procedure inaffidabili
Controlli validi anche se non formalizzati
sondaggi ed interviste sull’effettiva applicazione dei controlli e sulla loro efficacia
controlli di dettaglio meno estesi
Percorso specialistico 13
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Come ben evidenziato nel documento n. 2 del CNDCEC: “solo al termine di un processo di revisione, ordinate ed archiviate le carte di lavoro, il revisore potrà esprimere un moti-
vato giudizio di congruità, di coerenza e di attendibilità delle previsioni di bilancio e di
regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione nonché potrà attestare la
corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione”.
2.3 CAMPIONAMENTO NELL’ATTIVITÀ DI CONTROLLO
Come abbiamo visto in precedenza, il revisore, una volta pianificata l’attività di revi-sione sulla base dei rischi individuati dovrà procedere ad una serie di controlli la cui natura ed estensione sono in funzione dei rischi specifici individuati. I controlli che il revisore porrà in essere sono essenzialmente di due tipologie: • controlli di conformità (verifica della compliance normativa, statutarie e regolamen-
tare) degli atti amministrativi e contabili dell’ente; • controlli di validità o di sostanza (controlli tesi a verificare se le entrate e le spese
sono correttamente registrate in contabilità e correttamente riportate in bilancio).
Rispetto a tali controlli il revisore potrà agire: • tramite controlli mirati rispetto ad esempio a situazioni anomale o inusuali o rispetto
a controlli specifici; • tramite controlli a campione.
Ad esempio mentre la verifica della regolarità degli impegni di spesa e di accertamento delle entrate può essere svolta tramite motivate tecniche campionarie, altrettanto non può dirsi per il riscontro della corrispondenza tra i saldi di chiusura dell’esercizio precedente e quelli di apertura dei residui attivi e passivi. L’art. 239 del TUEL prevede che il revisore nella sua attività di vigilanza sulla
regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione si avvalga di “tecniche
motivate di campionamento”.
Fig. 3 - Il processo della revisione
Pianificazione
• Studio dell’ente e della sua organizzazione
• Valutazione del sistema di controllo interno
• Valutazione delle aree e dei fattori di rischio
Programmi di revisione Risposta ai rischi di revisione:
• Natura, estensione e tempistica dei controlli
Esecuzione
• Controlli mirati
• Controlli a campione
Elementi probativi sufficienti ed appropriati
Conclusione • Relazioni e pareri
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Molto utili, a quest’ultimo riguardo, sono le indicazioni che i principi forniscono in ma-teria di campionamento nella revisione degli enti locali. Il documento CNDCEC n. 2 del prevede che le tecniche di campionamento debbano
assicurare che i campioni prescelti siano qualitativamente e quantitativamente rappresenta-tivi e significativi. Per far questo occorre collegare il campionamento al rischio individuato per cui la dimensione del campione sarà direttamente proporzionale al rischio valutato. In altri termini il campione selezionato deve essere rappresentativo della popolazione. Il revisore potrà far uso di tecniche di campionamento statistico ma anche di tecniche di
campionamento soggettive. Nel caso del campionamento statistico gli elementi del campione hanno tutti una proba-
bilità definita di essere selezionati e il revisore potrà, inoltre, inferire gli errori trovati sull’intera popolazione. Il campionamento statistico è sicuramente preferibile quando bisogna campionare elementi su una popolazione molto frazionata e piuttosto omogenea. Si pensi ad esempio al campionamento sulle spese impegnate su un determinato intervento in un esercizio. Dato un valore monetario ritenuto significativo del rischio stimato sul ciclo acquisti il revisore potrebbe ricorrere ad una selezione statistica per intervallo monetario di selezione partendo da un valore casuale compreso tra zero e l’intervallo di selezione fissato. Nel caso dei campionamento a giudizio del revisore le procedure di selezione e la
dimensione del campione sono affidate al giudizio professionale dello stesso. L’uso di quest’ultima tipologia di campionamento non permette l’estrapolazione dei
risultati a tutto l’universo, ma indica solo gli eventuali errori rilevati nel campione fornendo indicazioni al revisore circa la necessità o meno di estendere ulteriormente i controlli per formarsi un ragionevole convincimento. In ogni caso il revisore dovrà operare il campionamento in modo tale che ciascuna unità
di campionamento all’interno della popolazione abbia una possibilità di essere selezionata. Ad esempio se si procede all’analisi dei residui attivi tramite campionamento statistico
(valore monetario e stratificazione per anzianità) partendo dai residui attivi al 31.12 bisognerà fare attenzione a campionare anche dei residui che sono stati incassati nell’eser-cizio e che al 31.12 portano saldo zero. Non è detto, infatti, che errori non possano essere contenuti anche nei residui chiusi nell’esercizio.
3 ANALISI DEI PRINCIPI DI REVISIONE AZIENDALE APPLICABILI AGLI ENTI LOCALI
I principi di revisione nazionali sono stati emanati inizialmente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e, successivamente, dal Consiglio Nazionale dei Ragionieri. Fu creata una commissione paritetica tra i due ordini professionali che ha emanato una serie di principi di revisione che, oltre a contenere principi generali di revisione, disciplinavano le procedure di controllo da applicare alle singole voci di bilancio. Il primo set di principi di revisione furono emanati nel 1977 e aggiornato fino al 1995. Tali principi furono poi sosti-tuiti a partire dal 2002 con l’attuale set di principi di revisione. Il nuovo set di principi elaborati dal CNDCEC, sono mutuati in massima parte dai prin-
cipi internazionali ISA vigenti al momento della elaborazione (mantenendone anche la numerazione) per cui, contrariamente ai precedenti principi di revisione che si occupavano delle diverse poste di bilancio in modo espresso, si ispirano a procedure generali e al principio dell’“Audit Risk Model”. I principi nazionali vigenti si occupano, soprattutto, degli aspetti generali e delle fasi
della revisione, disciplinando le attività preliminari all’accettazione dell’incarico, la docu-
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mentazione del lavoro di revisione, la pianificazione e valutazione dei rischi, la prevenzio-ne e individuazione di frodi ed errori, la significatività; il campionamento, le responsabilità del revisore. A differenza del precedente set di principi che identificavano le “statuite” procedure di
revisione da applicare obbligatoriamente, i nuovi principi lasciano più spazio al discerni-mento professionale del revisore che, in base all’analisi dei rischi e alla conseguente pianificazione della revisione, dovrà porre in essere le procedure di controllo più opportune per minimizzare il rischio che il bilancio sia affetto da errori significativi. Sotto questo profilo i principi di revisione attualmente vigenti presentano maggiori aspet-
ti di compatibilità con la revisione nel settore pubblico. Infatti, non entrando specificata-mente nelle singole poste di bilancio di una società commerciale, ma avendo riguardo soprattutto alle fasi procedurali e di impostazione della revisione sono sicuramente appli-cabili per buona parte e con gli opportuni adattamenti anche alla revisione degli enti locali. I principi emanati dal CNDCEC non contengono specifici richiami alla revisione in enti
pubblici. Al contrario i nuovi principi di revisione internazionali ISA clarified dedicano appositi sub paragrafi, contenuti nei principi di riferimento, rubricati “Considerazioni spe-cifiche per le revisioni contabili nel settore pubblico”. Di seguito si riporta una tabella recante i principi di revisione adottati dal CNDCEC
aggiornata a dicembre 2011.
DOCUMENTO TITOLO
n. 001 Il giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio
n. 002 Modalità di redazione della relazione di revisione ai sensi dell’art. 14 del DLgs. 27.1.2010
n. 39
n. 100 Principi sull’indipendenza del revisore
n. 200 Obiettivi e principi generali della revisione contabile del bilancio
n. 220 Il controllo della qualità del lavoro di revisione contabile
n. 230 La documentazione del lavoro
n. 240 La responsabilità del revisore nel considerare le frodi nel corso della revisione contabile
del bilancio
n. 250 Gli effetti connessi alla conformità a leggi e regolamenti
n. 260 Comunicazione di fatti e circostanze attinenti la revisione ai responsabili delle attività di
governance
n. 300 Pianificazione della revisione contabile del bilancio
n. 315 La comprensione dell’impresa e del suo contesto e la valutazione dei rischi di errori
significativi
n. 320 Il concetto di significatività nella revisione
n. 330 Le procedure di revisione in risposta ai rischi identificati e valutati
n. 402 Considerazioni sulla revisione contabile di imprese che utilizzano fornitori di servizi
n. 500 Gli elementi probativi della revisione
n. 501 Gli elementi probativi - Considerazioni addizionali per casi specifici
n. 505 Le conferme esterne
n. 510 La verifica dei saldi di apertura a seguito dell’assunzione di un nuovo incarico
n. 520 Le procedure di analisi comparativa
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DOCUMENTO TITOLO
n. 530 Campionamento di revisione ed altre procedure di verifica con selezione delle voci da
esaminare
n. 540 La revisione delle stime contabili
n. 545 La revisione delle misurazioni del fair value e della direttiva informativa
n. 550 Le parti correlate
n. 560 Eventi successivi
n. 570 Continuità aziendale
n. 580 Le attestazioni della direzione
n. 600 L’utilizzo del lavoro di altri revisori
n. 610 L’utilizzo del lavoro di revisione interna
n. 620 L’utilizzo del lavoro dell’esperto
n. 1005 Considerazioni sulla revisione di enti e imprese minori
n. 1006 Principio sulla revisione dei bilanci delle banche
I principali principi di revisione aziendale applicabili alla revisione degli enti locali (sep-pur non espressamente richiamati nei documenti) sono:
NUMERO TITOLO
200 Obiettivi e principi generali della revisione contabile del bilancio
230 Documentazione del lavoro
300 Pianificazione della revisione contabile del bilancio
315 La comprensione dell’impresa e del suo contesto e la valutazione dei rischi di errori signi-
ficativi
320 Il concetto di significatività nella revisione
330 Le procedure di revisione in risposta ai rischi identificati e valutati
500 Elementi probativi della revisione
520 Le procedure di analisi comparativa
530 Campionamento di revisione ed altre procedure di verifica con selezione delle voci da
esaminare
Principio di revisione 200 “Obiettivi e principi generali della revisione contabile del bilancio”
Il Principio di revisione 200 contiene una serie di principi generali di revisione appli-cabili anche al caso della revisione negli enti locali: Obiettivi della revisione: acquisire ogni elemento necessario per consentire al revisore
di esprimere un giudizio se il bilancio sia redatto, in tutti i suoi aspetti significativi, in con-formità al quadro normativo di riferimento. Sebbene il giudizio del revisore incida inevita-bilmente sulla valutazione dell’attendibilità del bilancio, tale giudizio non può mai rappre-sentare una garanzia del futuro funzionamento dell’impresa né che la stessa sia stata amministrata in modo efficace ed efficiente. Principi generali: • indipendenza: tale requisito deve essere rispettato sia dal punto di vista formale che
dal punto di vista sostanziale nell’espletamento dell’incarico;
Percorso specialistico 17
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• competenza e diligenza: il revisore deve acquisire e mantenere un adeguato livello di competenza professionale specifica, con un costante aggiornamento professionale e svolgere l’attività con diligenza professionale;
• riservatezza: il revisore non può divulgare notizie riservate; • responsabilità legale: il revisore ha la responsabilità, civile e penale, stabilita dalla legge; • rapporti tra revisori: il rapporto tra revisori deve essere improntato su basi di corret-
tezza e collaborazione; • compenso del revisore: il revisore deve percepire un compenso adeguato all’incarico
svolto; • scetticismo professionale: questo principio richiede che il revisore effettui una valu-
tazione critica interrogandosi sulla validità degli elementi probativi acquisiti; • rispetto dei principi tecnici: il revisore deve operare in conformità alle norme di legge
e ai principi di revisione.
Ampiezza del lavoro di revisione, ragionevole sicurezza e rischio di revisione: Con il termine ampiezza del lavoro di revisione si intende l’insieme delle procedure di revisione che sono ritenute necessarie nelle varie circostanze per conseguire gli obiettivi della revi-sione. Il revisore nel determinare quali siano e quante siano le procedure necessarie dovrà far
riferimento ai principi di revisione. Un altro concetto molto importante caratterizzante la revisione è quello della “ragio-
nevole sicurezza”. Infatti il revisore non potrà mai ottenere una sicurezza assoluta a causa delle limitazioni intrinseche del processo di revisione. Parlare di ragionevole sicurezza significa, anche, richiamare due principi cardine della
revisione e in generale dei modelli improntati al rischio (risk approach): • l’esistenza di un rischio di revisione, ossia la possibilità che il revisore esprima un
giudizio errato; • la significatività dell’errore, cioè l’informazione che se mancante o errata può
influenzare le decisioni economiche degli utilizzatori (stakeholders) da prendere sulla base del bilancio.
Partendo dall’assunto che il rischio può essere mitigato ma non eliminato è chiaro che il revisore dovrà pianificare e porre in essere procedure di revisione tali da ridurre il rischio di revisione ad un livello accettabile tale da essere ragionevolmente sicuro che il bilancio non contenga errori significativi. Il riferimento alla ragionevole sicurezza e non alla certezza è da correlare ai seguenti
fattori: • esistono limitazioni intrinseche del sistema di controllo interno delle aziende e degli enti; • le verifiche condotte dal revisore fanno spesso ricorso al metodo del campione (eco-
nomicità dei controlli); • molti degli elementi probativi raccolti dal revisore sono di natura persuasiva più che
conclusiva; • nel bilancio sono presenti elementi soggetti a valutazione.
Responsabilità del bilancio: il principio di revisione in esame evidenzia le responsa-bilità degli amministratori e dei revisori in merito al bilancio chiarendo che il revisore è
Percorso specialistico 18
Gli aspetti introduttivi alla revisione degli enti locali e i controlli sulla programmazione
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responsabile della formazione e dell’espressione del giudizio professionale sul bilancio mentre gli amministratori rispondono della redazione e della presentazione del bilancio in conformità al quadro normativo di riferimento.
Aspetti peculiari della revisione negli enti locali
In merito alla revisione svolta in enti locali è chiaro che il mandato per la revisione è più ampio rispetto a quello di altre imprese, ma ciò non toglie che i concetti di “ragionevole sicurezza”, approccio al rischio e estensione del lavoro, significatività e i principi generali sopra esposti siano senz’altro applicabili. Il presupposto sulla responsabilità della direzione, in base al quale viene svolta la
revisione dei bilanci degli enti locali, include di norma ulteriori responsabilità per lo svolgimento di operazioni ed eventi in conformità a quanto previsto da leggi, regolamenti o altre fonti normative. Anche le responsabilità del revisore sono condizionate dagli obblighi derivanti da altre fonti normative e regolamentari (direttive ministeriali, disposizioni governative, ecc.) che riguardano un ambito più vasto rispetto a quello della revisione contabile del bilancio sulla base dei principi di revisione.
Principio di revisione 230 “Documentazione del lavoro”
Il revisore deve ottenere elementi probativi sufficienti e appropriati a supporto del giu-dizio espresso sul bilancio. Conseguentemente il revisore deve costituire e conservare una documentazione del lavoro
che provi come egli è giunto a formarsi e ad esprimere un giudizio sul bilancio esaminato. Tale documentazione di lavoro, più conosciuta nella prassi operativa come “carte di
lavoro”, comprende tutti i documenti redatti ed ottenuti dal revisore a dimostrazione delle informazioni utilizzate, delle procedure di revisione svolte e delle informazioni ricevute. Il principio di revisione di riferimento è il n. 230 che enuncia gli obiettivi, la forma,
l’organizzazione, il contenuto nonché la custodia e la proprietà delle carte di lavoro.
Aspetti peculiari della revisione negli enti locali
I nuovi principi di revisione degli enti locali richiamano in più parti le “carte di lavoro” e in particolare affermano che tutte le attività di vigilanza contabile devono essere docu-mentate e risultare dalle carte di lavoro e che solo al termine di un processo di revisione, ordinate ed archiviate le carte di lavoro il revisore potrà esprimere un motivato giudizio. Ne discende che il revisore dell’ente locale dovrà, non solo seguire le fasi tipiche della revisione aziendale, ma anche documentare i propri controlli, oltre che nel libro dei verbali, anche nelle carte di lavoro che dovranno essere tenute ed archiviate in modo appropriato.
Principio di revisione 300 “Pianificazione della revisione contabile del bilancio”; n. 315 “La
comprensione dell’impresa e del suo contesto e la valutazione di errori significativi”
La pianificazione della revisione legale dei conti è una attività essenziale, prevista dagli statuiti principi di revisione, cui è chiamato ad adempiere il revisore. L’obiettivo principale della revisione legale è quello di acquisire elementi probativi suffi-
cienti e appropriati al fine di esprimere un giudizio sul bilancio che porti in sé la ragio-nevole sicurezza che lo stesso sia scevro da errori significativi. Il rischio di revisione è rappresentato dal rischio che il revisore rilasci un giudizio errato,
ossia il rischio che il giudizio sia positivo anche a fronte di un bilancio contente errori significativi.
Percorso specialistico 19
I nuovi principi di comportamento del CNDCEC
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La pianificazione della revisione aiuta, infatti, il revisore: • a dedicare l’attenzione dovuta alle aree importanti della revisione; • a identificare e risolvere tempestivamente eventuali problemi; • a svolgere l’attività di revisione in modo efficiente ed efficace.
Nell’ambito della pianificazione il revisore dovrà definire una “Strategia generale di revisione” dove determinare natura, tempistica e entità delle risorse necessarie per lo svolgimento della revisione e un “Piano di revisione” che contenga la natura, la tempistica e l’estensione delle procedure di valutazione del rischio pianificate e delle procedure di revisione in risposta ai rischi identificati e valutati. Nell’ambito della pianificazione molta attenzione dovrà essere data allo studio dell’ente
assoggettato a revisione, al contesto in cui opera incluso il suo sistema di controllo interno. A tale scopo il revisore dovrà effettuare indagini presso la direzione e gli altri soggetti all’interno dell’ente per acquisire informazioni che potrebbero aiutarlo a identificare errori significativi. Altri strumenti importanti per la valutazione dei rischi sono le procedure di analisi comparativa, le osservazione ed ispezioni.
Aspetti peculiari della revisione negli enti locali
Il documento n. 2 rubricato “funzione di vigilanza e controllo, tecniche di revisione, metodologia di controllo contabile” prevede espressamente che la prima fase del controllo contabile consiste nella identificazione e valutazione dei rischi di errori significativi sulla base degli elementi e delle informazioni acquisite attraverso la conoscenza dell’ente locale e del contesto in cui opera, incluso il suo controllo interno. Allo scopo il revisore, oltre ad acquisire i documenti fondamentali per la conoscenza dell’ente quali: statuto, regolamenti, bilanci, PEG e rendiconti dell’ente, amplierà la sua base di conoscenza dei vari cicli operativi (ad esempio: area finanziaria, area agenti contabili, area economico-patrimoniale, area del personale, area servizi, area investimenti, area tributi locali, ecc.) per determinare quali siano le aree critiche e/o significative, quali siano le inefficienze e per delimitare la propria azione di controllo. Sulla base delle conoscenze acquisite e dei rischi identificati e valutati l’organo di revi-
sione potrà redigere il Piano generale di controllo amministrativo e contabile ed il program-ma di revisione che contiene l’indicazione delle procedure di revisione da svolgere nella loro natura, estensione e tempistica.
Principio di revisione 320 “Il concetto di significatività nella revisione”
Nella fase di pianificazione del lavoro il revisore deve effettuare una valutazione prelimi-nare del livello di significatività per:
• scegliere le voci da esaminare; • definire le procedure di revisione; • definire i metodi di campionamento.
Si tratta di attività di estrema rilevanza per ridurre il rischio di revisione ad un livello accettabile. La valutazione fatta dal revisore della significatività e del rischio di revisione può essere
diversa, al momento iniziale della pianificazione del lavoro, rispetto al momento della valutazione dei risultati delle procedure di revisione svolte.
Percorso specialistico 20
Gli aspetti introduttivi alla revisione degli enti locali e i controlli sulla programmazione
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Ciò potrebbe accadere a causa di un cambiamento nelle condizioni generali o per una diversa conoscenza della situazione da parte del revisore, conseguente allo svolgimento del lavoro di revisione. Un errore è significativo quando l’informazione mancante o errata può influenzare le
decisioni dei destinatari del bilancio (stakeholders).
Aspetti peculiari della revisione negli enti locali
Nel settore degli enti locali gli stakeholders sono numerosi. Volendo tentare di classifi-carli potremmo raggrupparli nelle seguenti tre macro categorie:
• cittadini e loro associazioni rappresentative (compresi dipendenti e loro rappresentanze); • istituzioni sovraordinate e collegate (Ministeri; Corte dei Conti; Enti finanziatori;
Autorità di vigilanza; Regioni, ecc.); • consigli comunali o provinciali.
Inoltre, il bilancio spesso è utilizzato per prendere decisioni diverse da quelle economiche. Ne consegue che la significatività del bilancio di un ente locale nel suo complesso risulta
influenzata da leggi, regolamenti, altre fonti normative che prevedono il rispetto puntuale di determinati parametri (si pensi alle norme in tema di patto di stabilità o dei vincoli sull’indebitamento e sui costi del personale). Assume, inoltre, maggiore importanza nella revisione degli enti locali la dimensione qua-
litativa della significatività essendo l’informativa di bilancio rivolta alla conoscenza della programmazione e rendicontazione di una attività pubblica scaturente da elezioni ammini-strative.
Principio di revisione 330 “Le procedure di revisione in risposta ai rischi identificati e
valutati”
Il revisore deve definire e porre in essere le risposte generali di revisione per fronteggiare i rischi identificati e valutati di errori significativi a livello di bilancio. Il revisore deve, quindi, porre in essere procedure di revisione la cui natura, tempistica ed
estensione sia in funzione delle ragioni poste a base della valutazione dei rischi acquisendo elementi probativi idonei. Allo scopo porrà in essere due tipologie di controlli: i controlli di conformità (tesi a
acquisire elementi probativi sull’efficacia operativa del sistema di controllo interno) e i controlli di validità (tesi ad acquisire elementi probativi sui dati di bilancio).
Aspetti peculiari della revisione negli enti locali
Rispetto a tale principio i concetti base non presentano particolari peculiarità per la revisione degli enti locali. È chiaro che anche nel caso degli enti locali la rispondenza tra natura, estensione e tempistica dei controlli e rischi identificati e valutati, è essenziale per poter dare coerenza all’iter di revisione e alle conclusioni cui si giunge.
Principio di revisione 500 “Elementi probativi della revisione”
Per il principio di revisione in esame l’obiettivo del revisore è quello di definire e svol-gere procedure di revisione che gli consentano di acquisire elementi probativi sufficienti ed appropriati per poter trarre conclusioni ragionevoli su cui basare il proprio giudizio. La caratteristica dell’appropriatezza degli elementi probativi misura la qualità degli
stessi, ossia la loro pertinenza e attendibilità.
Percorso specialistico 21
I nuovi principi di comportamento del CNDCEC
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La caratteristica della sufficienza misura, invece, la quantità degli elementi probativi ed è influenzata dalla valutazione effettuata dal revisore dei rischi di errori significativi e anche dalla qualità degli elementi probativi stessi.
Aspetti peculiari della revisione negli enti locali
I nuovi principi di revisione negli enti locali richiamano espressamente, in alcuni passaggi, gli strumenti di revisione e i conseguenti elementi probativi tipici della revisione aziendale quali, le conferme esterne (circolarizzazioni a terzi), le conte fisiche; le indagini (interviste presso responsabili).
Principio di revisione 520 “Procedure di analisi comparativa”
In fase di pianificazione della revisione il revisore deve svolgere procedure di analisi comparative. Tali analisi consistono nel raffrontare bilanci intermedi, indicatori di bilancio, margini e
altri aggregati relativi: • ad analoghi periodi di diversi anni o periodi; • a dati della società confrontati con dati di settore; • a scostamenti tra importi previsionali e importi a consuntivo.
Lo scopo principale è: • verificare il peso che le singole voci di bilancio hanno sul totale. È evidente, infatti,
che l’attenzione del revisore in fase di procedure di verifica si concentrerà maggior-mente sulle voci più rilevanti (cosiddetta analisi verticale);
• cogliere fluttuazioni anomale che potrebbero essere sintomatiche di un rischio signi-ficativo di errore (cosiddetta analisi orizzontale).
Il revisore una volta rilevate le anomalie e le incoerenze tra i dati oggetto di analisi comparativa chiederà spiegazioni alla direzione e all’esito ricercherà adeguati e sufficienti elementi probativi.
Aspetti peculiari della revisione negli enti locali
Nell’ambito della revisione degli enti locali le procedure di analisi comparativa possono essere di notevole aiuto al fine di identificare rischi di errori e per indagare casi di inefficienza ed inefficacia della gestione. Una analisi degli scostamenti tra bilancio di previsione e rendiconto consente, ad esem-
pio, al revisore di cogliere eventuali errori in termini di congruità, compatibilità ed atten-dibilità delle previsioni ma anche di eventuali inefficienze della gestione. Il trend di alcune entrate e spese consente al revisore di verificare se vi sono scostamenti anomali o inusuali da indagare maggiormente. Il revisore potrà, inoltre, effettuare anche un’analisi dei principali indicatori di bilancio,
di efficienza ed efficacia dei servizi pubblici al fine di cogliere eventuali anomalie e inda-gare sulle cause delle stesse.
Principio di revisione 530 “Campionamento di revisione ed altre procedure di verifica con
selezione delle voci da esaminare”
Il principio in esame si applica quando il revisore, nello svolgimento di procedure di revisione, decide di utilizzare il campionamento.
Percorso specialistico 22
Gli aspetti introduttivi alla revisione degli enti locali e i controlli sulla programmazione
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Nel principio 530 sono riportate una serie di indicazioni su come procedere alla defini-zione del campione, al suo dimensionamento, alla proiezione degli errori e alla valutazione dei risultati. Ciò che è importante sottolineare ai nostri fini è che il revisore deve: • determinare una dimensione del campione sufficiente a ridurre il rischio di campio-
namento ad un livello sufficientemente basso; • selezionare gli elementi del campione in modo che ciascuna unità di campionamento
all’interno della popolazione abbia una possibilità di essere selezionata; • dimensionare il campione mediante applicazione di una formula statistica o mediante
l’esercizio del giudizio professionale.
I principali metodi di selezione dei campioni citati nel Principio di revisione 530 sono la selezione:
• casuale; • sistematica (per intervalli monetari o non monetari); • accidentale, in cui il revisore non segue nessuna tecnica strutturata ma dovrebbe
evitare qualsiasi distorsione consapevole o prevedibile.
Aspetti peculiari della revisione negli enti locali
Come già detto in precedenza nella revisione degli enti locali il campionamento è una procedura di revisione senz’altro applicabile. Come previsto dall’art. 239 del TUEL occorre che le tecniche di campionamento siano motivate. A tale scopo il revisore dell’ente locale potrà senz’altro far riferimento al Principio di revisione 530.
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Le nuove regole di nomina dei revisori degli enti locali
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LE NUOVE REGOLE DI NOMINA DEI REVISORI DEGLI ENTI LOCALI
di Ermando Bozza
INDICE
LE NUOVE REGOLE DI NOMINA DEI REVISORI DEGLI ENTI LOCALI ..................... 23
INDICE ........................................................................................................................................... 23
1 PREMESSA .............................................................................................................................. 24
2 REQUISITI DI PRIMA APPLICAZIONE ........................................................................... 24
3 REQUISITI A REGIME ......................................................................................................... 25
4 PROCEDURA DI SCELTA DELL’ORGANO DI REVISIONE
ECONOMICO-FINANZIARIO ............................................................................................. 27
4.1 Esordio dei revisori supplenti ........................................................................................... 27
4.2 Presidente del Collegio dei revisori .................................................................................. 27
Percorso specialistico 24
Gli aspetti introduttivi alla revisione degli enti locali e i controlli sulla programmazione
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1 PREMESSA
L’atteso decreto attuativo delle disposizioni introdotte dal DL 138/2011 è stato
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 20.3.2012 n. 67. Le disposizioni contenute nel citato
decreto entreranno in vigore il 4.4.2012. Tale data è particolarmente importante per
coloro i quali vogliono proporsi come revisori negli enti locali in quanto costituisce il
termine massimo entro il quale presentare apposita richiesta presso un ente locale per
chiedere di essere nominati nell’organo di revisione.
L’elenco in cui saranno inseriti gli aspiranti revisori è a livello regionale in relazione
alla residenza anagrafica di ciascun richiedente.
Tale circostanza è alquanto peculiare in quanto potrebbe sovrintendere ad un peri-
metro regionale vincolante per la nomina. Tale circostanza, di dubbia costituzionalità,
comporterebbe l’impossibilità di un professionista con residenza in una regione di
essere nominato revisore in un ente locale di una regione diversa da quella di residenza.
2 REQUISITI DI PRIMA APPLICAZIONE
L’art. 1 del DM 23/2012 “Elenco dei revisori dei conti degli enti locali” prevede che
presso il Ministero dell’Interno – Dipartimento per gli affari interni e territoriali –
è istituito l’Elenco dei revisori dei conti degli enti locali, nel quale sono inseriti su
richiesta, i soggetti iscritti nel Registro dei revisori legali di cui al DLgs. 27.1.2010
n. 39 nonché gli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
L’art. 4 dello stesso decreto “Requisiti per l’inserimento nell’elenco in sede di prima
applicazione” tra i requisiti richiesti per l’inserimento nell’elenco in fase di prima
applicazione prevede che l’aspirante revisore debba aver avanzato, entro la data di
entrata in vigore del decreto (4 aprile 2012), richiesta di svolgere la funzione quale
organo di revisione di ente locale.
A fronte delle numerose richieste di chiarimento il Ministero ha chiarito, con un pro-
prio comunicato del 17.02.2012, che per dare seguito a quanto disposto dal citato art. 4
del DM 23/2012 bisogna dimostrare di aver avanzato la richiesta, su semplice istanza
rivolta ad un ente locale, di voler svolgere la funzione di revisore. La richiesta deve
essere inoltrata con raccomandata o tramite posta elettronica certificata prima dell’en-
trata in vigore del DM.
Dubbi sono sorti se l’adempimento in questione sia onere soltanto di chi non abbia
mai esercitato l’attività di revisore dei conti in un ente locale o mai presentato domanda
per essere nominato o se l’onere si estenda a tutti.
Al riguardo è sicuramente comportamento più prudenziale inviare comunque la do-
manda ad un ente locale prima della data del 4.4.2012.
La comunicazione preventiva è soltanto uno dei requisiti richiesti in fase di prima
applicazione.
Si segnala che possono presentare la comunicazione anche coloro i quali sono iscritti
soltanto all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e non al Registro
dei revisori.
Il DM 23/2012 prevede altri requisiti stringenti graduati in base alla fascia demo-
grafica di appartenenza dell’ente:
Percorso specialistico 25
Le nuove regole di nomina dei revisori degli enti locali
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Fascia demografica Requisiti di anzianità
di iscrizione Requisiti di esperienza Requisiti di formazione
1 - Comuni fino a 4.999
abitanti
Iscrizione da almeno 2
anni nel Registro dei revi-
sori legali o all’Ordine dei
Dottori Commercialisti ed
Esperti Contabili
Nessuno Almeno 15 crediti forma-
tivi acquisiti nel triennio
2009-2011 riconosciuti
dai competenti ordini pro-
fessionali o associazioni
rappresentative degli
stessi per aver parteci-
pato a corsi e/o seminari
formativi in materia di
contabilità pubblica e ge-
stione economica e finan-
ziaria degli enti locali
2 - Comuni da 5.000 a
14.999 abitanti
Iscrizione da almeno 5
anni nel Registro dei revi-
sori legali o all’Ordine dei
Dottori Commercialisti ed
Esperti Contabili
Aver svolto almeno 1 in-
carico di revisore dei con-
ti presso un ente locale
per la durata di 3 anni
Come sopra
3 - Comuni con popola-
zione ≥ 15.000 abitanti e
province
Iscrizione da almeno 10
anni nel Registro dei revi-
sori legali o all’Ordine dei
Dottori Commercialisti ed
Esperti Contabili
Aver svolto almeno 2 in-
carichi di revisore dei
conti presso un ente lo-
cale per la durata di 3
anni ciascuno
Come sopra
Come è evidente un iscritto da meno di due anni all’Ordine o al Registro dei revisori
non potrà svolgere attività di revisione negli enti locali.
L’incrocio dei tre requisiti: anzianità di iscrizione, esperienza sul campo e crediti
formativi è tale da restringere notevolmente la platea di professionisti in grado di
iscriversi nelle liste di “selezione”.
Un dubbio sorto in merito alla domanda da presentare prima del 4.4.2012 è quello
relativo alla necessità o meno di presentare separate domande per ogni fascia demogra-
fica per la quale si ritiene di voler essere iscritto in elenco. Al riguardo, come chiarito
dal CNDCEC, basta presentare una sola domanda senza necessità di far riferimento alle
fasce indicate nel decreto ministeriale.
Anche in merito all’ente locale al quale fare domanda CNDCEC ha chiarito che la
stessa può essere presentato in un qualsiasi ente della regione di residenza a prescindere
dall’eventuale scadenza dell’organo di revisione in carica.
3 REQUISITI A REGIME
A regime i requisiti di iscrizione cambiano, rispetto a quelli di prima applicazione,
nel modo sintetizzato nella tabella che segue:
Percorso specialistico 26
Gli aspetti introduttivi alla revisione degli enti locali e i controlli sulla programmazione
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Fascia demografica Requisiti di anzianità
di iscrizione
Requisiti
di esperienza
Requisiti di formazione
(1.1 - 30.11 anno precedente)
1 - Comuni fino a
4.999 abitanti
Iscrizione da almeno 2
anni nel Registro dei revi-
sori legali o all’Ordine dei
Dottori Commercialisti ed
esperti contabili
Nessuno Almeno 10 crediti formativi per
aver partecipato a corsi e/o se-
minari formativi in materia di
contabilità pubblica e gestione
economica e finanziari degli
enti locali i cui programmi di ap-
profondimento ed i relativi test
di verifica siano stati preventi-
vamente condivisi con il Mini-
stero dell’Interno
2 - Comuni da 5.000
a 14.999 abitanti
Iscrizione da almeno 5
anni nel Registro dei revi-
sori legali o all’Ordine dei
Dottori Commercialisti ed
Esperti Contabili
Aver svolto almeno
1 incarico di reviso-
re dei conti presso
un ente locale per la
durata di 3 anni
Come sopra
3 - Comuni con po-
polazione ≥ 15.000
abitanti e province
Iscrizione da almeno 10
anni nel Registro dei revi-
sori legali o all’Ordine dei
Dottori Commercialisti ed
Esperti Contabili
Aver svolto almeno
2 incarichi di reviso-
re dei conti presso
un ente locale per la
durata di 3 anni cia-
scuno
Come sopra
A regime la richiesta di inserimento nell’elenco andrà presentata al Ministero –
Dipartimento per gli Affari interni e territoriali – in modalità telematica, nelle pagine
del sito appositamente dedicate compilando un apposito modello da sottoscrivere con
firma digitale. Il modello prevede anche la possibilità di indicare uno o più ambiti pro-
vinciali nei quali non si è disponibili ad assumere l’incarico all’interno della propria
Regione di riferimento.
Il termine per la presentazione delle domande sarà fissato con apposito avviso pub-
blicato sulla Gazzetta Ufficiale e con avviso sul sito del Ministero.
Entro 90 giorni dal termine di presentazione delle domande il Dipartimento per gli
Affari interni provvede a verificare la documentazione e a formare l’elenco da cui
saranno estratti i revisori fino al 28.2.2013.
Sarà poi fissato un termine massimo di 30 giorni entro il quale i soggetti già iscritti
nell’elenco valido fino al 28.2.2013 dovranno dimostrare il possesso dei requisiti e chi
non è iscritto potrà iscriversi (qualora ne abbia i requisiti).
Per le nomine che interverranno dall’1.3.2013 al 31.12.2013 si farà riferimento
all’elenco aggiornato come sopra descritto.
Dall’1.1.2014 si andrà a regime per cui i requisiti di mantenimento nell’elenco do-
vranno essere dimostrati, a pena di cancellazione, dagli iscritti secondo modalità e
termini comunicati con apposito avviso che sarà valido anche per chi vuole iscriversi
per la prima volta.
Percorso specialistico 27
Le nuove regole di nomina dei revisori degli enti locali
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4 PROCEDURA DI SCELTA DELL’ORGANO DI REVISIONE ECONOMICO-FINAN-
ZIARIO
I revisori dei conti degli enti locali saranno scelti mediante estrazione a sorte dal-
l’elenco formato in base alle disposizioni del DM n. 23/2012.
Gli enti locali sono tenuti a comunicare alla Prefettura competente la scadenza
dell’incarico del proprio organo di revisione almeno 15 giorni prima nel primo mese di
effettivo avvio del nuovo procedimento di scelta e a regime 2 mesi prima della sca-
denza stessa.
La Prefettura comunica agli enti locali interessati il giorno in cui si procede alla
selezione pubblica dei revisori che avverrà con sorteggio basato su procedure infor-
matiche.
Dell’esito del procedimento di selezione viene data comunicazione all’ente locale
interessato affinché lo stesso provveda con delibera di consiglio, a nominare quale
organo di revisione economico-finanziaria, i soggetti estratti previa verifica di eventuali
cause di incompatibilità o di altri impedimenti.
4.1 ESORDIO DEI REVISORI SUPPLENTI
I revisori sorteggiati per ogni posto saranno tre: il primo è quello designato per la
nomina mentre gli altri due subentrano nell’ordine di estrazione in caso di rinuncia o
impedimento ad assumere l’incarico da parte del soggetto designato.
4.2 PRESIDENTE DEL COLLEGIO DEI REVISORI
Cambia anche la modalità di nomina del Presidente del Collegio dei revisori: tra i tre
componenti estratti viene eletto presidente quello che vanta un maggior numero di
incarichi pregressi e a parità di numero quello che ha svolto la funzione presso enti di
maggiore dimensione demografica.
Percorso specialistico 29
Il sistema delle rilevazioni preventive degli enti locali
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IL SISTEMA DELLE RILEVAZIONI PREVENTIVE DEGLI ENTI LOCALI
di Sandro Spella e Andrea Ziruolo
INDICE
IL SISTEMA DELLE RILEVAZIONI PREVENTIVE DEGLI ENTI LOCALI ................................... 29
INDICE .......................................................................................................................................................... 29
1 PREMESSA - SISTEMA DELLE RILEVAZIONI PREVENTIVE DEGLI ENTI LOCALI ......... 30
1.1 Bilancio di previsione annuale ....................................................................................................... 30
1.2 Struttura del bilancio di previsione annuale .................................................................................. 30
1.3 Equilibri di bilancio ........................................................................................................................ 38
1.4 Istituti di flessibilità nella programmazione di bilancio................................................................. 40
1.5 Relazione previsionale e programmatica ed il bilancio di previsione pluriennale ........................ 40
1.6 Piano esecutivo di gestione ............................................................................................................. 45
1.7 Piano dei conti ................................................................................................................................. 46
2 GESTIONE FINANZIARIA .................................................................................................................. 47
2.1 Istituti di flessibilità del bilancio ..................................................................................................... 47
2.2 Variazioni di bilancio ...................................................................................................................... 47
2.3 Variazioni di piano esecutivo di gestione ....................................................................................... 49
2.4 Prelevamenti dal fondo di riserva ................................................................................................... 50
2.5 Fondo svalutazione crediti .............................................................................................................. 51
2.6 Fondo svalutazione crediti nei documenti di programmazione finanziaria ...................................... 52
2.7 Anticipazione di tesoreria................................................................................................................ 54
Percorso specialistico 30
Gli aspetti introduttivi alla revisione degli enti locali e i controlli sulla programmazione
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1 PREMESSA - SISTEMA DELLE RILEVAZIONI PREVENTIVE DEGLI ENTI LOCALI
1.1 BILANCIO DI PREVISIONE ANNUALE
La disciplina del bilancio di previsione annuale è contenuta nel Titolo II, Parte II
(Ordinamento finanziario e contabile) del DLgs. 267/2000, dedicato alla “program-
mazione e bilanci”. In esso al capo I, relativo alla “programmazione”, sono individuati i
documenti contabili di previsione, da redigere entro il 31 dicembre dell’esercizio prece-
dente a quello cui si riferiscono, nei seguenti:
• il bilancio annuale di previsione (art. 165);
• la relazione previsionale e programmatica (art. 170);
• il bilancio di previsione pluriennale (art. 171);
• altri allegati (art. 172);
• il piano esecutivo di gestione (art. 169).
I documenti di programmazione esprimono prospetticamente quanto l’amministrazio-
ne intende fare nel periodo di riferimento, valorizzando le risorse a disposizione e la
loro destinazione.
1.2 STRUTTURA DEL BILANCIO DI PREVISIONE ANNUALE
Lo schema del documento di previsione, introdotto con il DPR del 31.1.96 n. 194,
pur conservando la stessa struttura, varia nei suoi contenuti a seconda della tipologia di
ente locale a cui si riferisce, poiché differenti sono le necessità rappresentative delle
diverse tipologie di autonomie locali in quanto le leggi costituzionale ed ordinaria
hanno affidato ad esse differenti funzioni istituzionali. Difatti, il decreto presidenziale
richiamato individua ben quattro tipologie di enti locali in funzione delle quali caratte-
rizzare il contenuto del bilancio (Province, Comuni ed Unioni di comuni, Comunità
montane e Città metropolitane). Nelle considerazioni che seguono, lo schema preso a
riferimento è quello relativo ai comuni ed alle unioni di comuni (modello n. 2 del DPR
194/96), la cui struttura è identica a quella dei bilanci degli altri enti locali ma dai quali
differisce, come già anticipato, per parte del contenuto.
Il bilancio di previsione, ma come si vedrà meglio in seguito ciò vale anche per il
bilancio di previsione pluriennale e per il conto del bilancio (documento del rendiconto
redatto secondo competenza finanziaria), ha una struttura a sezioni divise e contrap-
poste. La contrapposizione delle due sezioni è immediatamente visibile solo nei quadri
riepilogativi in quanto contenuti nella stessa pagina del documento. Nel bilancio vero e
proprio, invece, data l’ampiezza dell’informazione richiesta per le entrate e per le spese,
le due ripartizioni sono poste una di seguito all’altra.
Nella prima delle due sezioni, relativa alle entrate, ai sensi dell’art. 165 co. 2 del
DLgs. 267/2000, (struttura verticale) è ordinata gradualmente in titoli, categorie e risor-
se, in relazione, rispettivamente, alla fonte di provenienza, alla tipologia ed alla speci-
fica individuazione dell’oggetto dell’entrata. La sezione relativa alle spese, invece, ai
sensi del quinto comma del richiamato art. 165, è articolata verticalmente in titoli, fun-
zioni, servizi ed interventi, in relazione, rispettivamente, ai principali aggregati econo-
mici, alle funzioni degli enti, ai singoli uffici che gestiscono un complesso di attività ed
alla natura economica dei fattori produttivi nell’ambito di ciascun servizio. La riclassifi-
Percorso specialistico 31
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cazione proposta per la parte spesa è sia per natura, relativamente ai titoli ed agli
interventi, che per destinazione, con riferimento alle funzioni ed ai servizi.
La parte entrata si compone di 6 titoli, categorie e risorse. Queste ultime (unità ele-
mentari di bilancio per la parte entrata) non sono state individuate dal legislatore poiché
variano nel numero in relazione alla politica delle entrate adottata dall’ente e consentita
di esercizio in esercizio da quanto stabilito dai legislatori nazionale e regionale.
La parte spesa, invece, (modello n. 2 relativo a Comuni ed Unioni di Comuni) si
compone di 4 titoli, 14 funzioni, 52 servizi, 9 interventi per le spese correnti e 10 per le
spese in conto capitale che moltiplicati per i 52 servizi diventano 995 unità elementari
di spesa, alle quali occorre sommare i 2 interventi di parte corrente del servizio 08 della
funzione 01 (fondo svalutazione crediti e fondo di riserva) ed i 5 interventi del terzo
titolo (il quale è riferito ad un’unica funzione “funzioni generali di amministrazione, di
gestione e di controllo” e ad un unico servizio “gestione economica, finanziaria, pro-
grammazione, provveditorato e controllo di gestione”), per un totale di 1002 voci di
spesa.
Lo schema di bilancio, redatto nella forma a sezioni divise e contrapposte, deve pre-
sentare il seguente contenuto:
ENTRATE
Titolo I - entrate tributarie:
01) categoria 1^ - imposte;
02) categoria 2^ - tasse;
03) categoria 3^ - tributi speciali ed altre entrate
tributarie proprie;
Titolo II - entrate da contributi e trasferimenti correnti dello Stato, della Regione e di altri enti pubblici
anche in rapporto all’esercizio di funzioni delegate dalla Regione:
01) categoria 1^ - contributi e trasferimenti cor-
renti dallo Stato;
02) categoria 2^ - contributi e trasferimenti cor-
renti dalla Regione;
03) categoria 3^ - contributi e trasferimenti cor-
renti dalla Regione per funzioni delegate;
04) categoria 4^ - contributi e trasferimenti
correnti da parte di organismi comunitari ed
internazionali;
05) categoria 5^ - contributi e trasferimenti
correnti da altri enti del settore pubblico;
Titolo III - entrate extratributarie:
01) categoria 1^ - proventi dei servizi pubblici;
02) categoria 2^ - proventi dei beni dell’ente;
03) categoria 3^ - interessi su anticipazioni e
crediti;
04) categoria 4^ - utili netti delle aziende spe-
ciali e partecipate, dividendi di società;
05) categoria 5^ - proventi diversi;
Percorso specialistico 32
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Titolo IV - entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossione di crediti:
01) categoria 1^ - alienazioni di beni patrimo-
niali;
02) categoria 2^ - trasferimenti di capitale
dallo Stato;
03) categoria 3^ - trasferimenti di capitale
dalla regione;
04) categoria 4^ - trasferimenti di capitale da
altri enti del settore pubblico;
05) categoria 5^ - trasferimenti di capitale da
altri soggetti;
06) categoria 6^ - riscossione di crediti;
Titolo V - entrate derivanti da accensioni di prestiti:
01) categoria 1^ - anticipazioni di cassa;
02) categoria 2^ - finanziamenti a breve
termine;
03) categoria 3^ - assunzioni di mutui e pre-
stiti;
04) categoria 4^ - emissione di prestiti
obbligazionari;
Titolo VI - entrate da servizi per conto terzi:
01) ritenute previdenziali ed assistenziali al
personale;
02) ritenute erariali;
03) altre ritenute al personale per conto terzi;
04) depositi cauzionali;
05) rimborso spese per servizi per conto terzi;
06) rimborso di anticipazione di fondi per il
servizio di economato;
07) depositi per spese contrattuali.
SPESE
Titolo I - spese correnti:
funzione 01: funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo
servizio 01: organi istituzionali, partecipazione e decentramento:
01) personale;
02) acquisto di beni di consumo e o di ma-
terie prime;
03) prestazioni di servizi;
04) utilizzo beni di terzi;
05) trasferimenti;
06) interessi passivi e oneri finanziari di-
versi;
Percorso specialistico 33
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07) imposte e tasse;
08) oneri straordinari della gestione cor-
rente;
09) ammortamenti di esercizio;
servizio 02: segreteria generale, personale e organizzazione
+
servizio 03: gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato e
controllo di gestione
+
servizio 04: gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali
+
servizio 06: ufficio tecnico
+
servizio 07: anagrafe, stato civile, elettorale, leva e servizio statistico
01) personale;
02) acquisto di beni di consumo e o di materie
prime;
03) prestazioni di servizi;
04) utilizzo beni di terzi;
05) trasferimenti;
06) interessi passivi e oneri finanziari diversi;
07) imposte e tasse;
08) oneri straordinari della gestione corrente;
09) ammortamenti di esercizio;
10) fondo svalutazione crediti;
11) fondo di riserva;
servizio 08: altri servizi generali
funzione 02: funzioni relative alla giustizia
servizio 01: uffici giudiziari
+
servizio 02: casa circondariale e altri servizi
+
Titolo II - spese in conto capitale:
funzione 01: funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo
servizio 01: organi istituzionali, partecipazione e decentramento
1) acquisizione di beni immobili;
2) espropri e servitù onerose;
3) acquisti di beni specifici per realizzazioni in
economia;
4) utilizzo di beni di terzi per realizzazioni in
economia;
5) acquisizione di beni mobili, macchine ed
Percorso specialistico 34
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attrezzature tecnico-scientifiche;
6) incarichi professionali esterni;
7) trasferimenti di capitale;
8) partecipazioni azionarie;
9) conferimenti di capitale;
10) concessioni di crediti ed anticipazioni.
servizio 02: segreteria generale, personale e organizzazione
+
servizio 03: gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato e
controllo di gestione
+
servizio 04: gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali
+
servizio 06: ufficio tecnico
+
servizio 07: anagrafe, stato civile, elettorale, leva e servizio statistico
+
servizio 08: altri servizi generali
+
funzione 02: funzioni relative alla giustizia
servizio 01: uffici giudiziari
+
servizio 02: casa circondariale e altri servizi
+
Titolo III - spese per rimborso di prestiti:
funzione 01: funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo
servizio 03: gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato e
controllo di gestione
1) rimborso per anticipazioni di cassa;
2) rimborso di finanziamenti a breve termine;
3) rimborso di quota capitale di mutui e
prestiti;
4) rimborso di prestiti obbligazionari;
5) rimborso di quota capitale di debiti plu-
riennali.
Titolo IV - spese per servizi per conto di terzi:
1) ritenute previdenziali ed assistenziali al
personale;
2) ritenute erariali;
3) altre ritenute al personale per conto
terzi;
4) restituzione dei depositi cauzionali;
Percorso specialistico 35
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5) spese per servizi per conto terzi;
6) anticipazione di fondi per il servizio di
economato;
7) restituzione di depositi per spese con-
trattuali.
Il bilancio dell’ente locale affianca alla struttura verticale una disaggregazione oriz-
zontale (struttura orizzontale) del contenuto delle risorse e degli interventi affinché sia
amplificato il contenuto informativo delle sue unità elementari. L’informazione conse-
guente è di tipo meramente descrittivo per la struttura verticale, mentre è di tipo
descrittivo-contabile per quella orizzontale.
Conseguentemente (si veda la tavola 1 per le entrate e la tavola 2 per le spese) la
prima colonna riporta la codifica della voce di conto a cui si riferisce, alla seconda
colonna, invece, è affidata la descrizione del conto, sviluppando la struttura verticale
del bilancio, le altre colonne, ad eccezione dell’ultima, sono deputate all’esplicitazione
dei valori di ogni unità contabile di parte entrata e di parte spesa.
Pertanto:
• la colonna n. 3 contiene gli accertamenti per le entrate e gli impegni per le spese
dell’ultimo esercizio chiuso (periodo X-1);
• la colonna n. 4 accoglie le previsioni definitive dell’esercizio in corso (periodo X);
• le colonne n. 5 e 6 includono le variazioni, rispettivamente, aumentative e dimi-
nutive delle previsioni relative all’esercizio di competenza (periodo X+1) rispetto
alle previsioni definitive dell’esercizio in corso;
• la colonna n. 7 riporta il risultato dell’operazione di somma o diminuzione testé
richiamata;
• la colonna n. 8 evidenzia, della voce di conto a cui si riferisce, particolarità utili ai
fini della tenuta di una corretta contabilità.
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Tavola 1 - Sezione di bilancio parte entrata
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Tavola 2 - Sezione di bilancio parte spesa
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1.3 EQUILIBRI DI BILANCIO
Nella costruzione del bilancio di previsione (sia annuale che pluriennale) il legisla-
tore ha fissato le relazioni tra le entrate e le spese da rispettare, affinché sia garantito
l'equilibrio finanziario della gestione prospettica. Al riguardo occorre rispettare, oltre al
pareggio complessivo tra le entrate e le spese previste, anche il verificarsi di equilibri
parziali quali l’equilibrio economico, la copertura degli investimenti, il bilanciamento
dei conti di entrata e di spesa riferiti all’anticipazione di tesoreria, la capacità di inde-
bitamento e la compensazione tra le entrate e le spese dei servizi per conto terzi.
Circa l’equilibrio economico, la norma contabile (art. 162 co. 6 del DLgs. 267/2000)
lo riferisce alla differenza, che deve essere sempre positiva, tra le entrate correnti (titolo
I entrate tributarie + titolo II entrate da trasferimenti + titolo III entrate extratributarie) e
la somma tra le spese correnti (titolo I) e la quota capitale delle rate di rimborso dei
prestiti attinti. Il suo verificarsi in fase di previsione garantisce per l’esercizio futuro la
capacità dell’ente di assolvere gli impegni contratti per il funzionamento dell’ammini-
strazione. Impegni, questi ultimi, che devono essere coperti ricorrendo direttamente a
denaro o a crediti monetizzabili nel breve termine o ad avanzo di amministrazione
oppure ad entrate una tantum. Ne consegue che per la corretta correlazione tra le fonti
(entrate) e gli impieghi (spese) di capitale, le entrate destinate al finanziamento delle
spese di funzionamento devono essere quelle dei primi tre titoli. Tale equilibrio, a se-
guito dell’emanazione in data 4.7.2002 del “Principio Contabile n. 1 - finalità e
postulati dei princìpi contabili degli enti locali” da parte dell’apposita commissione
dell’Osservatorio per la finanza e la contabilità degli enti locali, è da denominarsi
equilibrio corrente. Infatti, al punto 52, relativo al principio di pareggio finanziario, è
indicata quale condizione di equilibrio finanziario quella di cui all’art. 162 co. 6 del
DLgs. 267/2000, su richiamata e denominata di “equilibrio economico”, dopodiché al
punto 53 è precisato che: “si parla con riferimento a ciò, del divieto di presentare in di-
savanzo la situazione corrente. Tale denominazione sostituisce, correttamente, quella di
situazione economica prima utilizzata, onde evitare confusione terminologica tra con-
cetti finanziari ed economici”.
L’equilibrio corrente le cui modalità di calcolo sono indicate nel quadro dei risultati
differenziali, con cui si chiude il modello di bilancio indicato dal DPR 194/96, trova
una sua ulteriore specificazione nell’equilibrio economico-finanziario o corrente di
amministrazione. Differentemente dal primo, quest’ultimo prende in considerazione
anche il risultato di amministrazione ereditato dalla precedente gestione. Sui contenuti
del risultato richiamato, sulla sua determinazione e sulle modalità di utilizzo si rinvia a
quanto scritto nel capitolo relativo alla rendicontazione, mentre, per quanto concerne la
fase relativa alla previsione di bilancio questo equilibrio non è presente nella modelli-
stica di legge. Qualora si desiderasse simularlo anticipatamente occorre procedere ex-
tracontabilmente.
Il risultato di amministrazione a cui si fa riferimento è quello relativo all’esercizio in
chiusura durante il quale si programma il bilancio dell’anno finanziario futuro. Inoltre,
l’aggettivazione “presunto” sottolinea come quel dato non sia ancora definitivo nel suo
valore, poiché lo sarà solamente a seguito dell’approvazione del conto del bilancio
entro il 30 di giugno dell’anno successivo. Ne consegue che l’importo iscritto nel
Percorso specialistico 39
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bilancio di previsione potrà essere soggetto a revisioni a seguito della deliberazione del
rendiconto, generando di riflesso le dovute variazioni alle previsioni di bilancio.
A seconda del tipo di risultato di amministrazione presunto (avanzo presunto di am-
ministrazione oppure disavanzo presunto) è diversa la relativa iscrizione in bilancio.
Infatti, in caso di valore positivo, il suo importo individua un’ulteriore risorsa finanzia-
ria con cui dare copertura – per la parte non vincolata nella destinazione – a nuove
spese. Invece, nel caso di disavanzo di amministrazione presunto occorre programmar-
ne il ripiano, inserendolo in contropartita alle entrate come una qualsiasi spesa. Poiché
l’eventuale disavanzo di amministrazione può essere ripianato nell’esercizio in cui è
emerso, a seguito della verifica dello stato di attuazione dei programmi, e nei due suc-
cessivi (art. 193 co. 3 del DLgs. 267/2000) in relazione alla sua entità ed alle disponi-
bilità finanziarie dell’ente, l’incidenza dello stesso può essere distribuita sul triennio di
riferimento del bilancio di previsione pluriennale.
La copertura degli investimenti riguarda la correlazione fonti-impieghi relativa alle
opere pubbliche dell’esercizio futuro. Pertanto, occorre, nel rispetto dell’art. 201 del
TUEL relativo al finanziamento di opere pubbliche, verificare l’esistenza di entrate
sufficienti alla copertura delle ipotizzate spese di investimento (titolo secondo). Le
entrate sono quelle dei titoli IV e V, di quest’ultimo, però, non va considerata la risorsa
per anticipazione di tesoreria per le ragioni che saranno descritte di seguito. Del titolo
quarto, invece, non devono essere considerate le entrate da alienazioni patrimoniali
destinate alla copertura di debiti fuori bilancio di parte corrente e/o del disavanzo pre-
sunto di amministrazione. Accanto ad esse, inoltre, occorre considerare anche il presun-
to avanzo di amministrazione per la quota non soggetta a vincolo di destinazione op-
pure non già posta a copertura di altre spese. Oltre all’avanzo di amministrazione altre
risorse a cui ricorrere sono le entrate una tantum, quelle relative agli oneri di urbanizza-
zione (c.d. “legge Bucalossi”), ai proventi delle concessioni stradali e delle infrazioni
del codice della strada.
L’anticipazione di tesoreria, anch’essa approfondita nel prosieguo del lavoro, indivi-
dua lo strumento messo a disposizione dal legislatore per poter sopperire alla rigidità
autorizzatoria del bilancio nei casi di asincrono fluire delle entrate rispetto ai tempi di
deflusso delle uscite. Affinché il ricorso a questo istituto di flessibilità non si trasformi
in una pericolosa forma di indebitamento sul conto di tesoreria, il legislatore vincola ai
tre dodicesimi delle entrate correnti accertate nel penultimo anno precedente (art. 222
del DLgs. 267/2000) l’ammontare del ricorso a tale forma di finanziamento.
Per via della sua strumentalità al tamponamento della temporanea assenza di liquidità
dell’amministrazione locale, la sua previsione in bilancio non può essere finalizzata alla
copertura di specifiche spese. Pertanto, al fine di compensare l’iscrizione in bilancio di
questa risorsa (titolo V, categoria 01: “anticipazioni di cassa”), si riporta in parte spesa
un intervento speculare (titolo III, funzione 01, servizio 03, intervento 01: “rimborso
per anticipazioni di cassa”) affinché neutralizzi, ai fini del pareggio di bilancio, la ri-
spettiva previsione di entrata. In ogni caso, il ricorso all’anticipazione di tesoreria inci-
de sulla consistenza di cassa e provoca una doppia movimentazione contabile nella
quale si registra il saldo finanziario di un conto di cassa, finanziario, economico o patri-
moniale.
Percorso specialistico 40
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La capacità di indebitamento, negli enti locali non dichiarati strutturalmente defici-
tari e dissestati, riferisce al 25% delle entrate correnti dell’esercizio precedente il limite
di incidenza degli interessi passivi pagabili dall’amministrazione territoriale, compor-
tando conseguentemente un vincolo all’assunzione di mutui passivi.
Da ultimo, le entrate e le spese per servizi per conto terzi individuano le poste di giro
dell’ente, pertanto, devono essere rigorosamente in pareggio tra loro. Tant’è che ogni
capitolo delle “entrate per servizi per conto terzi” deve avere in contropartita tra le
“spese per conto terzi” un capitolo perfettamente antitetico.
La stessa correlazione di equilibrio deve essere sempre verificata anche per le entrate
con vincolo di destinazione dei titoli I e II e le relative spese.
1.4 ISTITUTI DI FLESSIBILITÀ NELLA PROGRAMMAZIONE DI BILANCIO
Da quanto finora scritto emerge che il carattere autorizzatorio del bilancio di previ-
sione si riflette sulla gestione irrigidendola all’interno della destinazione e degli stanzia-
menti di spesa deliberati. Ne consegue che, sebbene la preventiva autorizzazione alla
spesa sia un elemento di controllo continuo sull’operato degli amministratori (indirizzo
politico-amministrativo) e dei dipendenti (indirizzo tecnico-amministrativo), le esigen-
ze gestionali, invece, risentono negativamente di questo vincolo all'operatività.
Al fine di rendere meno stringente per la gestione questo carattere del documento
previsionale, il legislatore ha introdotto quattro istituti contabili in grado di restituire al
bilancio di previsione la giusta flessibilità alle necessità che in corso di esercizio posso-
no verificarsi, da cui la qualificazione di istituti di flessibilità. Essi sono:
• le variazioni;
• i prelevamenti dal fondo di riserva;
• il fondo svalutazione crediti;
• l’anticipazione di tesoreria.
Sebbene i quattro strumenti richiamati saranno approfonditi nel capitolo riservato alla
gestione finanziaria del bilancio, in questa sede si è ritenuto corretto indicarne la
presenza perché in fase di predisposizione dei documenti di programmazione – relati-
vamente ai soli prelievi dal fondo di riserva, fondo svalutazione crediti ed anticipazione
di tesoreria – è comunque necessario prevederne l'importo da stanziare in osservanza
di quanto previsto dalla norma contabile. Comunque, al fine di evitare duplicazioni
nella trattazione degli argomenti, lo sviluppo degli istituti di flessibilità è rinviato ai
paragrafi specifici affidati ai capitoli sulla gestione finanziaria e sulla rendicontazione.
1.5 RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA ED IL BILANCIO DI PREVISIONE PLURIENNALE
La relazione previsionale e programmatica ed il bilancio di previsione pluriennale
costituiscono gli allegati al bilancio di previsione (art. 151 del DLgs. 267/2000). Nono-
stante il ruolo formale di secondo piano relativamente a quest’ultimo, sotto il profilo so-
stanziale i due prospetti informativi richiamati esprimono documenti di primaria
importanza così come è stato commentato precedentemente.
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Comunque, ai fini della registrazione dei fatti aziendali l’analisi di tali documenti non
è di alcuna utilità se non per le considerazioni affidate al paragrafo successivo (§ 2.2.6)
trattante il piano esecutivo di gestione.
Della relazione previsionale e programmatica, disciplinata nei suoi contenuti dall’art.
170 del DLgs. 267/2000, i relativi modelli sono stati introdotti con il DPR 326/1998.
Ad essi è affidata l’illustrazione della programmazione di bilancio a seconda del tipo di
ente locale a cui si riferiscono, così come si è visto per il bilancio di previsione annuale.
Nel processo di programmazione degli enti locali, la relazione previsionale assume
un ruolo di primo piano, poiché rappresenta l’anello di congiunzione tra il bilancio di
previsione e gli indirizzi amministrativi e politici che si intendono seguire nel periodo
considerato.
Il bilancio di previsione pluriennale, invece, è lo strumento che traduce in termini
finanziari i programmi ed i progetti descritti nella relazione previsionale e programma-
tica.
Così come il bilancio annuale, del quale condivide la struttura ad eccezione della plu-
riennalità, è redatto secondo competenza finanziaria. Inoltre le sue previsioni di spesa
hanno carattere autorizzatorio in quanto gli stanziamenti riportati costituiscono il limite
superiore agli impegni sulla spesa pluriennale. A seguito dell'estensione del carattere
autorizzatorio anche al bilancio pluriennale (art. 151 co. 2 del DLgs. 267/2000), la pre-
visione ad esso affidata assume contenuti di estremo rilievo sotto il profilo gestionale,
consentendo ai dirigenti ed ai responsabili di servizio dell’ente di effettuare determi-
nazioni di impegno incidenti sul triennio.
Il bilancio di previsione pluriennale è accolto in uno schema identico a quello relativo
al bilancio di previsione annuale con le uniche specificità di indicare nelle voci di conto
gli importi relativi al futuro triennio e di distinguere, in un ulteriore prospetto, anch’es-
so introdotto con il DPR 194/96 e poi ripreso anche nella relazione previsionale e pro-
grammatica, l’importo delle spese correnti a seconda che sia relativo ad un’attività
consolidata o di sviluppo, a sottolineare come sia richiesta una sempre maggiore atten-
zione per la programmazione.
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Tavola 3 - Il bilancio di previsione pluriennale (per redazione manuale) - Sezione dedicata
alla descrizione dei programmi
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1.6 PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE
Il piano esecutivo di gestione (PEG) è il documento con il quale il legislatore conta-
bile ha inteso realizzare la separazione tra indirizzo politico ed indirizzo gestionale.
Infatti, è attraverso il suo contenuto che la giunta, nel rispetto degli indirizzi di bilancio
deliberati dal consiglio, autorizza il proprio personale dirigente, o ricoprente posizione
organizzativa, a realizzare gli obiettivi di gestione. I quali, insieme alle risorse finan-
ziarie necessarie al loro conseguimento, sono formalizzati nel PEG.
Esso, differentemente dal bilancio e dagli altri prospetti contabili richiesti normativa-
mente, non dispone di un modello fornito dal legislatore, ma solo di princìpi redazio-
nali affidati al contenuto dell’art. 169 del TUEL. Inoltre, alla sua redazione sono tenuti
tutti gli enti locali, fatta eccezione dei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abi-
tanti e le comunità montane.
Contabilmente il PEG esprime la graduazione del bilancio di previsione attraverso la
disaggregazione delle risorse in capitoli, per l’entrata, quindi, dei servizi in centri di
costo e degli interventi in capitoli, per la spesa.
Pertanto, per mezzo del PEG di ogni servizio saranno noti, tramite l’ulteriore analisi,
i centri di responsabilità (centri di costo) titolari delle attività appartenenti ai servizi di
bilancio indicati negli schemi ufficiali, quindi, le entrate e le spese, valorizzate nei capi-
toli, che si conseguiranno e sosterranno nel singolo centro di costo.
Si evince, quindi, come il PEG offra un’informazione più analitica rispetto a quella
del bilancio di previsione annuale, al quale è rimesso il solo ruolo di documento di
indirizzo politico, mentre al PEG è stata affidata la funzione di indirizzo sulla gestione.
Inoltre, poiché l’organizzazione di ogni amministrazione territoriale differisce dalle
altre, la scomposizione del contenuto del bilancio per centri di costo rende possibile la
ricongiunzione tra la dotazione organica di fatto dell’ente e quella delineata dalla
riclassificazione per destinazione dello schema di bilancio ex DPR 194/96, purché siano
“un’ulteriore graduazione […] dei servizi”.
Il PEG, oltre ad essere uno strumento per la gestione, è un documento della conta-
bilità generale. Ciò fa sì che i conti in esso contenuti si riflettano sulla tenuta delle
scritture, in quanto, esprimendo il livello più analitico (capitoli) del quadro contabile
richiesto dal bilancio, è attraverso la loro movimentazione che si aggiorna il sistema
delle rilevazioni. Inoltre, qualora fosse disponibile un ulteriore livello di analisi conta-
bile (sub-capitoli o articoli), presente in quegli enti in cui questa soluzione è necessaria
sotto il profilo conoscitivo e possibile sotto quello operativo, le scritture sono da riferire
a quest’ultimo.
Comunque, nonostante il PEG esprima contabilmente la disaggregazione delle unità
elementari del bilancio di previsione, ricomposte per centro di costo, presenta un'ecce-
zione relativamente al fondo di riserva. Infatti, il richiamato istituto di flessibilità non è
spalmabile sui singoli centri di costo poiché, esprimendo lo stanziamento per la
gestione delle spese imprevedibili, non è possibile determinarne in fase di programma-
zione l'entità e la destinazione. Diversamente da quest'ultimo, il fondo svalutazione
crediti, invece, teoricamente potrebbe essere riclassificato pro-quota sui singoli centri di
costo, in quanto titolari dei crediti (residui attivi) che si presume di dover svalutare nel
successivo esercizio amministrativo. Tale ripartizione, che offrirebbe l’opportunità di
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un corretto collegamento tra il sistema di contabilità finanziaria e quello di contabilità
economico-patrimoniale il cui fine non sia quello minimale, operativamente è al con-
trario disatteso in modo pressoché uniforme.
1.7 PIANO DEI CONTI
Il dettaglio offerto dalla disaggregazione delle risorse e degli interventi in capitoli
esprime il contenuto minimo che il piano dei conti deve soddisfare in funzione del PEG.
In tal senso, nella costruzione del quadro contabile i criteri da osservare devono innan-
zitutto fare riferimento ai vincoli normativi e solo in seconda battuta alle esigenze
gestionali ed alle necessità conoscitive di terzi soggetti.
Il DPR 194/96 nell’individuare gli schemi di bilancio, definisce all’art. 2 intitolato:
“Denominazione e numerazione delle unità elementari e degli aggregati di bilancio”,
l’informazione minima che deve essere garantita dal piano dei conti. Al co. 3 del-
l’articolo richiamato il legislatore contabile indica il contenuto del bilancio di previ-
sione la cui struttura è già stata descritta nello specifico paragrafo.
L’analiticità del quadro contabile è espressione dei fini che alimentano il processo
decisionale del sistema gestionale. Inoltre, poiché i conti devono essere riclassificati in
modo da soddisfare obiettivi spesso diversi ed in alcuni casi alternativi, la loro indivi-
duazione deve essere strumentale all’uso ipotizzato. Infatti, data la particolare riclassi-
ficazione del bilancio per natura e per destinazione, il piano dei conti avrà contenuto
differente a seconda che si voglia favorire il raggiungimento di particolari obiettivi o
rilevare l’efficienza e l’economicità di tutti o solo di alcuni centri di costo, ecc.
Al piano dei conti di origine finanziaria, a seguito dell’introduzione della tenuta ob-
bligatoria della contabilità economica e nei casi in cui si adotti un sistema di contabilità
integrato (per la cui analisi si rinvia al capitolo dedicato alla contabilità economica),
deve essere correlato il piano dei conti economici necessario per la redazione del conto
economico e del conto del patrimonio. Poiché il sistema di scritture attraverso il quale
procedere alla rilevazione della dimensione economico-patrimoniale dei fatti aziendali
è rimesso all’autonomia dell’amministrazione (art. 272 del DLgs. 267/2000), anche per
questo punto si rinvia l’approfondimento del piano dei conti economici al capitolo
dedicato alla contabilità economica.
Con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze 24.6.2002, sono stati defi-
niti gli elenchi con cui sono stati individuati i codici di bilancio di cui all’art. 3 del DPR
194/96 e la nuova descrizione e numerazione delle voci economiche per le province, i
comuni, le unioni di comuni, le città metropolitane e le comunità montane.
Accanto alla rilevanza codificatoria, il contenuto del decreto assume particolare si-
gnificato relativamente alla riclassificazione offerta delle voci economiche di parte
entrata rispetto alla struttura di bilancio. Tale circostanza ha consentito di superare i
dubbi circa la corretta collocazione in bilancio delle entrate individuabili nell’unità
elementare di bilancio: la risorsa. Infatti, nell’attività di ricerca svolta è stato rinvenuto
spesso l’erroneo appostamento della voce “addizionale IRPEF” nell’ambito del titolo II
delle entrate. Similmente è stato riscontrato e si riscontra tuttora anche per la “com-
partecipazione IRPEF” e l’“addizionale sul consumo di energia elettrica”.
Di seguito si riporta l’elencazione delle voci economiche di cui al DM richiamato
Percorso specialistico 47
Il sistema delle rilevazioni preventive degli enti locali
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sottolineando come esse siano riferibili alle sole fasi della riscossione e dell’ordina-
zione. Difatti, il dettaglio contabile richiesto dal legislatore in questa circostanza è
relativo alla sola competenza di cassa, mentre, la documentazione deliberata dall’ammi-
nistrazione locale e la gestione delle previsioni autorizzatorie di spesa sono osservanti
del principio della competenza finanziaria. Per questo motivo la misurazione del valore
delle voci economiche deve essere determinata in occasione del collegamento tra la
competenza finanziaria e quella economica che avviene in concomitanza della fase
della riscossione per le entrate e dell’ordinazione per le spese.
2 GESTIONE FINANZIARIA
Definiti i contenuti della programmazione attraverso la deliberazione del bilancio di
previsione annuale e dei suoi allegati, la struttura tecnica dell’amministrazione pubblica
ha ricevuto l’autorizzazione ad operare secondo quanto tracciato dagli indirizzi politici
e gestionali deliberati.
2.1 ISTITUTI DI FLESSIBILITÀ DEL BILANCIO
Come già anticipato, il carattere autorizzatorio dei documenti di previsione si riflette
sulla gestione irrigidendola all’interno degli stanziamenti deliberati con il bilancio. Al
fine di superare questo carattere del documento previsionale, il legislatore ha introdotto
quattro istituti contabili in grado di restituire alla gestione finanziaria la duttilità neces-
saria a fronteggiare il differente verificarsi dei fatti aziendali rispetto a quanto previsto
ad inizio esercizio. Gli istituti che si vanno a commentare sono:
• le variazioni di bilancio;
• le variazioni di piano esecutivo di gestione;
• i prelevamenti dal fondo di riserva;
• il fondo svalutazione crediti;
• le anticipazioni di tesoreria.
In materia di variazioni, la presenza dei due documenti programmatori richiamati
individua il campo di intervento del consiglio e della giunta, rispettivamente competenti
sul bilancio e sul PEG, poiché ogni variazione alle previsioni deliberate deve essere
proposta all’organo che le ha autorizzate precedentemente, affinché rideliberi in merito.
Circa l’utilizzo dei due fondi richiamati, invece, le modalità di impiego sono indicate
nei paragrafi che li approfondiranno data la loro specificità rispetto all’intero quadro
ordinamentale.
2.2 VARIAZIONI DI BILANCIO
Le variazioni di bilancio sono disciplinate all’art. 175 del DLgs. 267/2000. In esso è
stabilito che, con delibera dell’organo consiliare, al bilancio di previsione possono
essere apportate variazioni nelle entrate e/o nelle spese nel corso dell’esercizio di com-
petenza, comunque non oltre la data del 30 novembre. Comunque, al quarto comma è
precisato che ai sensi dell’art. 42 le variazioni di bilancio possono essere adottate dal-
l’organo esecutivo in via d’urgenza, salvo ratifica, a pena di decadenza, da parte
dell’organo consiliare entro i sessanta giorni seguenti e comunque entro il 31 dicembre
dell’anno in corso se a tale data non sia scaduto il predetto termine.
Percorso specialistico 48
Gli aspetti introduttivi alla revisione degli enti locali e i controlli sulla programmazione
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In tal modo con l’istituto delle variazioni di bilancio si introduce un elemento di fles-
sibilità nella programmazione originariamente cristallizzata nei documenti del bilancio di
previsione.
Pertanto, si ha una variazione di bilancio ogni volta che, presentandosi la necessità di
stanziamenti in misura superiore a quella originariamente finanziata nell’intervento di bi-
lancio, l’organo consiliare ne delibera l’adeguamento attraverso il ricorso a maggiori entra-
te (variazione modificativa) e/o storni di fondo da altri interventi (variazione permutativa).
Analoga deliberazione è necessaria nel caso in cui, verificato il venir meno di parte delle
entrate previste, si procede alla rettifica in diminuzione (variazione modificativa) delle rela-
tive risorse e degli interventi ad esse correlati, nel caso di entrate con il vincolo di destina-
zione, o che il consiglio ritiene di non realizzare nell’esercizio.
Le variazioni possono essere di due tipi:
• variazioni in senso stretto;
• storno di fondi.
Le variazioni in senso stretto (variazioni modificative) si riferiscono ad incrementi
delle voci di spesa conseguenti ad aumenti delle entrate in egual misura. Un esempio è
quello dell’adeguamento tariffario in corso di gestione relativo ai servizi a domanda
individuale che si scopre non coperti nella misura percentuale minima di legge. Ne
consegue che l’adeguamento in aumento della previsione della risorsa del titolo III
dell’entrata, relativa al servizio in oggetto, consente di liberare la previsione di entrata
non vincolata dal finanziamento della minore copertura di legge del servizio a domanda
individuale (principio dell’unità), e di destinarla a sovvenzionare una spesa precedente-
mente non prevista o una spesa già programmata, incrementandone il relativo stanzia-
mento, oppure una soluzione mista alle due indicate.
Le variazioni in senso stretto, come già anticipato, possono riferirsi anche a riduzioni
delle previsioni iniziali di spesa in conseguenza del venir meno, in tutto o in parte, delle
entrate programmate.
Però, qualora queste ultime fossero vincolate nella propria destinazione, sia per legge
(ad esempio: il 50% degli oneri di urbanizzazione e delle sanzioni per violazione del
codice della strada) sia per scelta programmatica (solo al verificarsi di una determinata
entrata si possono sostenere le spese ad essa correlate; ad esempio a seguito dell’otteni-
mento di un finanziamento regionale oppure di maggiori proventi dalle manifestazioni
fieristiche), gli interventi ai quali ridurre lo stanziamento iniziale sono automaticamente
individuati dalle correlazioni delineate in sede di programmazione del bilancio. Invece,
se l’entrata da diminuire è indistintamente dedicata al finanziamento delle spese previ-
ste, l’organo consiliare in sede di variazione del bilancio di previsione deve indicare gli
interventi da rettificare.
Operativamente questa tipologia di variazione si delibera in sede di verifica dello
stato di attuazione dei programmi (art. 193 co. 2 del DLgs. 267/2000), o, in corso d’an-
no, a seguito di un minor accertamento delle entrate che si erano previste oppure della
mancata attivazione di un progetto attraverso il quale incamerare risorse finanziarie (il
riferimento, ad esempio, potrebbe riguardare il programma di recupero dell’evasione
fiscale sull’ICI).
Percorso specialistico 49
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Lo storno di fondi, invece, riguarda il trasferimento in rettifica di previsioni di spesa, in
tutto o in parte, dagli stanziamenti inizialmente affidati ad uno o più interventi di bilancio
a favore di uno od altri interventi di bilancio dimostratisi incapienti rispetto alle esigenze
finanziarie manifestatesi in corso di gestione. La scelta delle voci di bilancio da cui attin-
gere disponibilità finanziaria ricade su previsioni relative ad attività finanziate in misura
eccedente l’effettivo fabbisogno oppure ad attività aventi valenza strategica subordinata al
conseguimento dell’oggetto a favore del quale è stato destinato l’importo rettificato.
Diversamente dalle variazioni in senso stretto, che operano una modificazione reale
delle previsioni iniziali, generando un aumento o una diminuzione di pari ammontare
sia sul totale delle entrate sia sul totale della spesa (variazioni modificative), attraverso
lo storno di fondi si realizza una permutazione finanziaria (variazioni permutative).
Difatti, trasferendo in tutto o in parte lo stanziamento di uno o più interventi a favore di
uno o altri interventi, non si genera una variazione del valore complessivo della spesa
programmata in bilancio (ipotesi E), facendo sì che il risultato globale della spesa non
subisca alcuna modificazione.
A seguito dell’introduzione del carattere autorizzatorio delle previsioni pluriennali
(art. 171 co. 4 del DLgs. 267/2000), con le stesse modalità descritte per il bilancio di
previsione annuale, anche sul pluriennale è opportuno apportare le dovute variazioni
qualora con riferimento al triennio considerato dovessero venire meno i presupposti
relativi al conseguimento di entrate e/o all’opportunità del sostenimento di spese ivi
iscritte.
2.3 VARIAZIONI DI PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE
Nell’ambito dell’autonomia gestionale riconosciuta ai responsabili di servizio degli
enti, l’ordinamento finanziario-contabile consente a questi ultimi di proporre alla giunta
le variazioni del PEG suggerite dall’andamento della gestione (art. 177 co. 1 del DLgs
267/2000), nel rispetto delle modalità procedurali definite dal regolamento di contabilità.
Variazioni che (art. 175 del DLgs 267/2000), dovranno essere accolte dalla giunta o,
comunque, motivate se disattese (art. 177 co. 2 del DLgs. 267/2000).
Oggetto delle variazioni di PEG possono essere spostamenti di valori tra:
• le entrate, capitoli previsti nell’ambito della stessa risorsa;
• le spese, capitoli dello stesso centro di costo previsti nell’ambito dello stesso inter-
vento;
• le spese, capitoli previsti nell’ambito dell’intervento dello stesso servizio anche se
appartenenti a centri di costo diversi.
Nel caso in cui la variazione al piano esecutivo di gestione è proposta dal responsa-
bile del centro di costo, deve allegare una relazione motivata in cui sono indicate le
ragioni della proposta di variazione. La relazione deve contenere:
• le valutazioni del responsabile del servizio dal punto di vista tecnico-gestionale ed
economico-finanziario;
• i dati finanziari sullo stato degli accertamenti delle risorse e degli impegni sugli
interventi;
Percorso specialistico 50
Gli aspetti introduttivi alla revisione degli enti locali e i controlli sulla programmazione
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• i dati e le notizie sullo stato di attuazione dei programmi e dei progetti nonché sul-
la realizzazione degli obiettivi;
• le valutazioni del responsabile del servizio riferite alle conseguenze in termini di
programmi, di progetti e di obiettivi gestionali che derivano dall’eventuale
mancata accettazione totale o parziale della proposta di modifica;
• le valutazioni del servizio finanziario con riferimento al coordinamento generale
delle entrate e delle spese di bilancio.
La proposta di modifica può anche essere riferita ai soli contenuti descrittivi, senza
prevedere la rimodulazione della dotazione finanziaria.
Oltre ad essere proposte dal personale dipendente responsabile di servizio, le varia-
zioni al PEG possono esserlo anche da parte della giunta. Tale soluzione, non ipotizzata
all’interno dell’ordinamento contabile, il quale riporta solamente il caso in cui a
proporle siano i responsabili di servizio, deve essere disciplinata dal regolamento di
contabilità dell’ente. Ne consegue che anche l’organo esecutivo può proporre alla pro-
pria tecnostruttura una variazione delle risorse assegnate oppure degli obiettivi attesi.
Sono poi i responsabili interessati a valutare se l’indicazione di minori risorse consen-
tirà lo stesso di perseguire i risultati fissati precedentemente o se l’indicazione di nuovi
obiettivi è comunque realizzabile con i fattori di produzione inizialmente assegnati.
Qualora la proposta di variazione dovesse alterare l’equilibrio risorse-obiettivi garan-
tito nella precedente assegnazione, i responsabili di servizio devono rinegoziarlo,
poiché sull’entità dei fattori gestiti e sulla difficoltà dei risultati ottenuti saranno valu-
tate le loro indennità di posizione e di risultato.
2.4 PRELEVAMENTI DAL FONDO DI RISERVA
Il fondo di riserva è disciplinato dall’art. 166 del DLgs. 267/2000. Esso, differente-
mente dall’istituto delle variazioni di bilancio, può essere utilizzato entro fine esercizio
per far fronte al verificarsi di spese impreviste attraverso l’istituto della delibera di
giunta. La natura di queste maggiori spese deve riferirsi ad esigenze straordinarie di
bilancio o a dotazioni insufficienti degli interventi di spesa corrente.
La natura delle spese correnti finanziabili con l’utilizzo del fondo di riserva è legata
alla loro non prevedibilità. Ne consegue che è destinabile alla copertura di spese aventi
il carattere dell’eccezionalità o qualsiasi altra destinazione nell’ambito delle spese cor-
renti. La sua utilizzazione, infatti, è consentita direttamente alla giunta (art. 176 del
DLgs. 267/2000), la quale nei termini fissati dal regolamento di contabilità dell’ente,
ma non oltre i trenta giorni successivi e comunque entro il 31 dicembre, deve darne co-
municazione all’organo consiliare.
Operativamente, dal fondo di riserva si storna l’importo necessario a dare copertura
alla spesa non prevista in bilancio, provvedendo ad istituire il relativo intervento di spe-
sa ex novo oppure, qualora la previsione iniziale risulti insufficiente, ad incrementarne
lo stanziamento di bilancio. La delibera di utilizzo del fondo di riserva deve contenere il
preventivo parere dell’organo di revisione ed è immediatamente efficace.
Il valore del fondo di riserva da iscrivere in bilancio deve avere un importo compreso
tra lo 0,3% ed il 2% delle spese correnti (titolo I della spesa) inizialmente previste.
Percorso specialistico 51
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L’indicazione dell’importo minimo è da leggere come l’obbligo di creare un fondo at-
traverso il quale poter fare fronte a quanto non è possibile prevedere in fase di program-
mazione. La percentuale massima del 2%, invece, fissa il limite superiore agli imprevi-
sti verificabili in un’unica soluzione durante la gestione e, dunque, scongiura l’utilizzo
del fondo di riserva da parte dell’organo esecutivo al fine di eludere l’indirizzo di
bilancio ed il controllo del consiglio.
Una volta utilizzato, durante l’esercizio il fondo di riserva può essere ricostituito in
tutto o in parte attraverso variazioni di bilancio, che si ricorda essere di competenza
dell’organo consiliare, al fine di continuare a disporre della posta tramite la quale poter
dare copertura agli imprevisti. Poiché il fondo di riserva può essere attivato entro il 31
dicembre, a differenza delle variazioni di bilancio che non possono essere deliberate
oltre il 30 novembre (le variazioni di PEG non più in là del 15 dicembre), al fine di
poter fare affidamento su almeno uno dei due istituti di flessibilità commentati, a questa
data si procede con la delibera di assestamento di bilancio a ricostituire il fondo di
riserva ricorrendo alle disponibilità non vincolate nella destinazione, attraverso le quali
si era data copertura a spese non ancora impegnate, ed alle economie su capitoli di
spesa parzialmente impegnati.
2.5 FONDO SVALUTAZIONE CREDITI
Il “fondo svalutazione crediti” risponde al contenuto dei princìpi contabili applicati
della prudenza, della competenza economica e della attendibilità e congruità introdotti
con il Principio contabile 1 - “Finalità e postulati dei princìpi contabili degli enti locali”
elaborato dall’Osservatorio per la finanza e la contabili degli enti locali nella seduta
plenaria del 4.7.2002. Poiché i riferimenti richiamati sono di recente istituzione in
quanto non erano stati previsti nell’ordinamento finanziario e contabile degli enti locali,
fino alla data testé ricordata i criteri con cui completare la disciplina della contabilità
pubblica locale dovevano essere mutuati, laddove compatibili, dal codice civile e dai
princìpi contabili vigenti per le società commerciali.
Il ricorso alla disciplina civilistica e privatistica, comunque, non deve essere conside-
rata una forzatura tesa a colmare le lacune della norma amministrativo-contabile, ma è
la naturale conseguenza dell’avvicinamento che quest’ultima pone in essere verso la
normativa sulle società commerciali relativamente ai modelli economico-patrimoniali
del rendiconto.
Ne consegue che il legislatore amministrativo-contabile, non avendo regolamentato
la costituzione e la gestione del fondo svalutazione crediti, se non con un breve richia-
mo alla nota 7 della sezione relativa alla spesa del prospetto di conciliazione (modello
n. 18 del DPR 194/96), rinviando inoltre al regolamento di contabilità di ogni ente l’ul-
teriore disciplina, ha provveduto a fornire indirettamente altri elementi.
Il riferimento è al criterio di valutazione dei crediti, di cui all’art. 230 del DLgs.
18.8.2000 n. 267, ed alla sua previsione all’interno degli schemi di bilancio e di
rendiconto, creando non poche difficoltà agli operatori per la previsione e gestione
dell’istituto contabile in esame. Pertanto, al fine di offrire una disamina esauriente
dell’argomento ed i controlli da effettuare per verificare la corretta contabilizzazione
del fondo e dei suoi riflessi tra bilancio di previsione, gestione e, infine, rendiconto,
Percorso specialistico 52
Gli aspetti introduttivi alla revisione degli enti locali e i controlli sulla programmazione
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quanto segue è stato articolato in funzione dei tre momenti gestionali richiamati,
rinviando al capitolo relativo alla consuntivazione, la descrizione della rendicontazione.
La denominazione di “fondo svalutazione crediti” è presente nella norma amministra-
tivo-contabile, di cui al DPR 31.1.96 n. 194, sia con riferimento all’intervento 10, del
servizio 8, della funzione 1, del titolo primo della spesa del bilancio di previsione, sia
quale elemento da portare in sottrazione alla voce 4 delle immobilizzazioni finanziarie,
di cui al conto del patrimonio (modello n. 20 - DPR 194/96). Inoltre, la svalutazione dei
crediti, non più come fondo ma come costo, è prevista tra gli oneri straordinari del
Conto economico (modello n. 17 - DPR 194/96) e, precisamente, alla voce E27), a se-
guito di apposito accantonamento introdotto per tramite del prospetto di conciliazione.
Ne consegue che la sua trattazione deve necessariamente transitare attraverso il per-
corso previsione-gestione-consuntivazione che si propone.
2.6 FONDO SVALUTAZIONE CREDITI NEI DOCUMENTI DI PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA
Il fondo svalutazione crediti a cui si fa riferimento in questo paragrafo è quello previ-
sto per la sola contabilità finanziaria, in quanto l’approfondimento dell’informazione di
tipo economico-patrimoniale ad esso correlata è affidato alla sezione relativa alla
rendicontazione.
Differentemente dal fondo di riserva, il suo uso è possibile con la deliberazione di
consiglio, salvo il caso in cui, nella relazione tecnica accompagnatoria del bilancio, nel
costituire il fondo siano stati individuati i residui attivi oggetto della successiva e
presunta svalutazione. In quest’ipotesi operativa, infatti, è sufficiente la deliberazione di
giunta. Così come il fondo di riserva, invece, anche il fondo svalutazione crediti ri-
sponde all’applicazione del principio della prudenza precedentemente commentato. La
destinazione del fondo svalutazione crediti, infatti, è rivolta alla copertura dei residui
attivi ereditati dagli esercizi precedenti che sono ritenuti inesigibili o che andranno in
prescrizione entro il termine dell’esercizio di competenza.
La logica che conduce alla valorizzazione del richiamato intervento di bilancio (pre-
visto nell’ambito del titolo primo della spesa, funzione 1, servizio 8 ed intervento 10),
in assenza di una specifica disciplina, se non legata ad un breve richiamo della nota 7
della sezione relativa alla spesa del prospetto di conciliazione (modello n. 18 del DPR
194/96) che inoltre rinvia l’ulteriore disciplina al regolamento di contabilità di ogni
ente, deve essere riferita al dettato normativo sia relativamente all’ordinamento finan-
ziario e contabile, sia, infine, a quanto indicato nella modellistica di bilancio affidata al
DPR 194/96 e nei princìpi contabili, civilistici e professionali. Tra questi ultimi devono
essere inclusi i princìpi, generali o postulati ed applicati, in corso di elaborazione da
parte dell’Osservatorio sulla finanza e la contabilità degli enti locali, che ad oggi ha pre-
disposto un solo principio avente natura generale (principio contabile n. 1).
Il documento n. 15 dei princìpi contabili del Consiglio Nazionale dei Dottori e Com-
mercialisti ed Esperti Contabili, al punto D.II.a) così recita: “il valore nominale dei
crediti in bilancio deve essere rettificato, tramite un fondo di svalutazione apposita-
mente stanziato, per le perdite per inesigibilità che possono ragionevolmente essere
previste e che sono inerenti ai saldi dei crediti esposti in bilancio [Poiché nel bilancio
di previsione finanziario degli enti locali non vi è l’indicazione della gestione dei
residui, i crediti a cui ci si riferisce sono quelli indicati nei residui attivi presenti alla
Percorso specialistico 53
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chiusura dell’esercizio precedente e richiamati nel bilancio di previsione attraverso la
valorizzazione del risultato di amministrazione presunto].
Detto fondo deve essere sufficiente (adeguato ma non eccessivo) per coprire, […]:
• sia le perdite per situazioni di inesigibilità già manifestatesi;
• sia quelle per altre inesigibilità non ancora manifestatesi ma temute o latenti.
Deve inoltre coprire le perdite che si potranno subire sui crediti ceduti a terzi per i
quali sussista ancora un’obbligazione di regresso”.
Sulla non eccessività dell’applicazione del principio applicativo della prudenza si
esprime anche il richiamato postulato “finalità e postulati dei princìpi contabili degli
enti locali”, laddove al punto 88 motiva che “i suoi eccessi devono essere evitati perché
sono pregiudizievoli al rispetto della rappresentazione veritiera e corretta dell’anda-
mento dell’ente locale e rendono il sistema di bilancio inattendibile e non corretto”.
Pertanto, i crediti esistenti alla data di deliberazione del bilancio di previsione sono
quelli sorti nell’esercizio nel quale si programma per il futuro ed in quelli passati ma
non ancora riscossi. Ne consegue che attraverso la costituzione del fondo si cerca di
ovviare al venir meno di residui attivi, il cui accertamento in passato aveva consentito
la copertura di impegni di spesa sicuramente ancora da pagare (residui passivi) e che,
pertanto, ricadono sulla disponibilità finanziaria del bilancio di previsione. Dispon-
ibilità che per il principio del pareggio deve essere fatta convogliare sull’apposito
fondo svalutazione crediti, distogliendola dalla destinazione a favore della spesa per la
gestione corrente, affinché sia garantita la copertura finanziaria messa in pericolo dalla
presumibile inesigibilità di parte dei residui attivi.
Dunque, con il fondo svalutazione crediti si pone rimedio sul come finanziare le
spese rappresentate dai residui passivi nel caso in cui dovesse venir meno la posizione a
credito che ne aveva consentito la copertura finanziaria negli esercizi pregressi. Pertan-
to, a seguito della diminuzione dei residui attivi (componente positiva del risultato
d’amministrazione), sul bilancio corrente si genera una diminuzione dell’avanzo di
amministrazione presunto che deve essere compensata attraverso risorse di competenza
(variazione modificativa) ottenibili con la riduzione di pari importo dello stanziamento
previsto nel fondo svalutazione crediti.
Altra finalità del fondo svalutazione crediti è la preservazione della copertura finan-
ziaria delle spese di competenza ottenuta attraverso la quota disponibile dell’avanzo di
amministrazione.
L’utilizzo del fondo svalutazione crediti, anche se non disciplinato espressamente dal
legislatore, è analogo al fondo di riserva. Pertanto, oltre a contenere il preventivo parere
dell’organo di revisione, può essere utilizzato entro il 31 dicembre di ogni esercizio se
in fase di previsione è stata offerta descrizione del successivo impiego, dandone comu-
nicazione al consiglio nei trenta giorni successivi e comunque entro il 31 dicembre. Nel
caso in cui non ne sia stata programmata la specifica destinazione occorre sottoporlo
alla disciplina delle variazioni di bilancio e, conseguentemente, occorre autorizzarne
l’impiego entro il 30 novembre con delibera di consiglio.
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Per quanto concerne la quota non utilizzata dell’intervento 10 della spesa corrente,
essa costituisce un fondo vincolato che affluisce nel risultato di amministrazione. Nel
caso in cui, invece, il residuo attivo, a fronte del quale è stato costituito il fondo svaluta-
zione crediti, dovesse riscuotersi interamente o in parte oppure dovessero venire meno i
presupposti che hanno spinto all’accantonamento richiamato, è possibile:
• stornare la quota non più a “rischio di insolvibilità” con una adhocratica varia-
zione di bilancio, nel caso in cui la riscossione o il venire meno dell’alea sul suo
buon esito si verificano durante l’esercizio amministrativo;
• levare il vincolo dal fondo del risultato di amministrazione in cui è accolto il rela-
tivo valore, nel caso in cui la riscossione o il venire meno dell’alea sul suo buon
esito si verificano ad esercizio amministrativo concluso.
Il fondo svalutazione crediti è presente anche nel secondo e terzo anno del bilancio
pluriennale, ciò fa sì che relativamente a questi due esercizi la sua previsione sia
sicuramente meno attendibile che non per il primo esercizio, anche se verrà stimata in
relazione al trend storico in osservanza del principio applicato della attendibilità e
congruità (punto 77 del principio contabile n. 1 già richiamato) che al riguardo indica
come «la congruità delle spese deve essere valutata in relazione agli obiettivi program-
mati, agli andamenti storici ed al riflesso nel periodo degli impegni pluriennali». Ne
consegue che i loro importi saranno adeguati nel rispetto del principio applicato della
flessibilità dei documenti previsionali (punto 79 del principio contabile n. 1 di cui
sopra) attraverso la redazione scorrevole del bilancio pluriennale nel successivo periodo
amministrativo.
Nella disaggregazione del contenuto del bilancio di previsione nel piano esecutivo di
gestione, il fondo svalutazione crediti nella prassi contabile è stato trattato secondo tre
modalità di seguito riportate, delle quali però occorre considerare corretta unicamente la
terza. Esse sono:
• il fondo è riclassificato pro quota sui singoli centri di costo titolari dei crediti
(residui attivi) che si presume di dover svalutare nell’esercizio amministrativo al
quale il PEG fa riferimento;
• il fondo è interamente attribuito al centro di costo del servizio, solitamente finan-
ziario, che curerà formalmente il riaccertamento dei residui attivi e che, dunque,
procederà al loro stralcio dal relativo elenco;
• il fondo non è disaggregato in capitoli, ma rimane a livello di intervento.
Come già anticipato, è quest’ultima la soluzione da preferire in quanto nella prima,
allocando pro quota il valore del fondo sui centri di costo del piano esecutivo, si dero-
gherebbe al principio che vede un centro di costo confluire all’interno di un unico
servizio di bilancio, mentre nella seconda si andrebbe a costituire un ulteriore centro di
costo affidato al responsabile del servizio finanziario con al suo interno il solo “fondo
svalutazione crediti” ed eventualmente, qualora si volesse seguire la stessa logica, il
“fondo di riserva”.
2.7 ANTICIPAZIONE DI TESORERIA
L’anticipazione di tesoreria o di cassa è l’ultimo degli istituti di flessibilità consentiti
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dall’ordinamento finanziario e contabile. Con esso si è inteso costituire un filtro in
grado di armonizzare l’asincrono fluire di entrate ed uscite monetarie alle esigenze
gestionali dell’ente locale.
Difatti, nel momento in cui il responsabile del servizio di ragioneria, ai sensi dell’art.
151 co. 4, pone il visto di regolarità contabile attestante la copertura finanziaria, ha
come riferimento la differenza positiva tra la disponibilità sul fondo di cassa più le
entrate accertate e le spese già impegnate. A questi elementi si aggiungono quelli più
soggettivi relativi alle entrate previste che sicuramente si accerteranno nel corso dell’e-
sercizio a fianco delle quali, però, occorre considerare anche gli impegni che necessa-
riamente si dovranno determinare nella gestione.
Poiché i residui attivi iscritti in contabilità possono avere una rotazione più lenta dei
residui passivi, così come i previsti accertamenti possono tardare a verificarsi a fronte
di impegni già assunti, emerge la necessità di pagare questi ultimi alla loro scadenza
ricorrendo alla disponibilità del fondo di cassa o, qualora questa dovesse essere insuffi-
ciente alle occorrenze liquide dell’ente, ad esporsi sul proprio conto corrente attivando
l’indebitamento a breve consentito dall’istituto dell’anticipazione di tesoreria.
Quest’ultima è oggetto dell’art. 222 del TUEL. In esso è indicato nel limite dei tre
dodicesimi delle entrate accertate nel penultimo anno precedente e relative ai primi tre
titoli il tetto di massimo di scoperto accessibile e, dunque, prevedibile nei bilanci di
previsione delle province e dei comuni. Poiché con questo istituto di flessibilità si deve
ottemperare alla momentanea non riscossione di parte delle entrate accertate e previste,
l’iscrizione in bilancio dell’anticipazione avviene sia in entrata (risorsa 05.01.0001), sia
in uscita (intervento 03.01.03.01), affinché compensandosi non incidano sul pareggio
complessivo del documento di previsione annuale.
Per le comunità montane il vincolo su riportato è circoscritto ai primi due titoli di
parte entrata.
Facendo riferimento alle entrate correnti accertate nel penultimo esercizio, poiché
l’ultimo conto del bilancio approvato è quello relativo a questo periodo, il legislatore
vuole che si determini la capacità di indebitamento a breve dell’ente locale in modo
congruo alle sue effettive disponibilità finanziarie.
Affinché il tesoriere conceda all’amministrazione locale l’anticipazione di tesore-
ria prevista in bilancio, nella norma richiamata è richiesta la deliberazione di giunta
a favore del tesoriere nella quale deve essere indicato l’importo da mettere a dispo-
sizione dell’ente. Solitamente, in occasione dell’attivazione dell’istituto in esame,
che si ricorda essere eventuale, la giunta nella propria delibera indica l’importo del-
lo stanziamento previsto in bilancio, anche se l’utilizzo che ne consegue potrebbe
non impiegarlo interamente.
Sull’anticipazione di cassa anche il tesoriere deve effettuare un’azione di controllo
circa la regolarità contabile. Ne consegue che deve procedere al riscontro della sua
corretta determinazione nel bilancio di previsione annuale, quindi a non consentirne il
superamento durante l’esercizio ed il rispetto della procedura per il suo impiego.
La rilevazione contabile dell’anticipazione di tesoreria trae origine dalla deliberazio-
ne giuntale di autorizzazione, quindi, il responsabile del servizio finanziario provvede a
trasmetterla al tesoriere in allegato all’ordinativo di incasso, attraverso il quale si chiede
Percorso specialistico 56
Gli aspetti introduttivi alla revisione degli enti locali e i controlli sulla programmazione
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l’accreditamento sul conto di tesoreria della somma necessaria al pagamento dell’im-
porto indicato nell’ordinativo o negli ordinativi di pagamento, anch’essi allegati. La
reversale ed il mandato di pagamento emessi, o in caso di più mandati il loro valore
complessivo, sono di pari ammontare.
Pertanto, laddove la delibera autorizza all’utilizzazione dell’intera previsione di bi-
lancio, con l’ordinativo d’incasso avviene la comunicazione al tesoriere dell’entità
dell’anticipazione, importo che è determinato dall’oggetto dell’ordinativo di pagamen-
to. In esso, infatti, sono indicati la spesa, la causale ed il creditore, o i creditori in caso
di mandato plurimo, a cui favore deve avvenire il pagamento.
A seguito dell’attivazione dell’anticipazione di cassa, occorre monitorare il riaffluire
delle entrate sul conto di tesoreria, in attesa delle quali si era provveduto all’utilizzo
dell’istituto in esame, affinché si ricostituisca sul conto corrente dell’ente locale la ca-
pacità dell’ulteriore prelievo indicata nei tre dodicesimi delle entrate correnti del
penultimo esercizio chiuso.
La verifica extracontabile della disponibilità di cassa avviene sui seguenti elementi
comunicati dal tesoriere:
• (+) fondo di cassa iniziale;
• (+) residui attivi incassati;
• (+) reversali incassate;
• (–) residui passivi pagati;
• (–) mandati pagati;
• (=) posizione conto di tesoreria < 3/12 titoli I, II, III entrate penultimo esercizio.
Determinata extra-contabilmente la disponibilità del proprio conto di tesoreria, si pro-
cede all’accertamento ed all’impegno rispettivamente sulla risorsa 05.01.0001 e
sull’intervento 03.01.03.01 di bilancio. Creata la disponibilità finanziaria sul conto di
tesoreria, nell’ambito della delibera giuntale di autorizzazione, il responsabile finanzia-
rio con propria determina emette l’ordinativo di pagamento a favore del creditore o dei
creditori dell’ente.
Ne consegue che accertando ed impegnando sulle voci di bilancio relative all’antici-
pazione di tesoreria ogni qualvolta vi sia necessità dell’istituto in esame, negli enti che
vi ricorrono l’ammontare degli accertamenti e degli impegni a fine esercizio sono
solitamente maggiori dello stanziamento inizialmente previsto in bilancio, anche se lo
scoperto di conto corrente non ha mai oltrepassato i richiamati tre dodicesimi.
Nel momento in cui la disponibilità monetaria sul conto di tesoreria si è ricostituita
attraverso la riscossione degli accertamenti emessi, è possibile procedere a nuovi paga-
menti da sostenere riattivando l’istituto di flessibilità in esame. Però, qualora la previ-
sione iniziale di ricorso all’anticipazione di tesoreria sia stata interamente accertata ed
impegnata, occorre adeguare formalmente la disponibilità della risorsa 5.01.0001 e
dell’intervento 3.01.03.01 alle nuove esigenze di liquidità attraverso l’istituto della
variazione di bilancio.
Ne consegue che solo dopo la deliberazione consiliare di approvazione della varia-
zione di bilancio, la giunta può autorizzare con propria delibera il prelievo in anticipa-
zione di cassa per la quota neo-istituita.
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
Dott. Ermando Bozza
I CONTROLLI INTERNINel corso degli anni ’90 il sistema dei controlli negli EE.LL. ha subito radicali cambiamenti:
PRIMA:
CONTROLLI PREVENTIVI
CORECO
L. Cost. 3/2001
DOPO:
CONTROLLI COLLABORATIVI
� Cultura manageriale per obiettivi
� Efficienza efficacia economicità
Art. 147 TUEL:
� Controllo di regolarità amministrativa e contabile
� Controllo di gestione
� Valutazione dirigenza
� Controllo strategico
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
2
57
È esercitato:
dai responsabili dei servizi competenti
dal segretario (art. 97 TUEL)
Collaborazione e assistenza
giuridico amministrativa nei
confronti degli organi dell’ente
in ordine alla conformità
dell’azione amministrativa alle
leggi, statuto, regolamenti
CONTROLLO DI REGOLARITÀ AMMINISTRATIVA E CONTABILE
3
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
IL CONTROLLO CONTABILE E FINANZIARIO
È esercitato da:
Responsabile del servizio finanziario
Controllo preventivo di
regolarità contabile e di
copertura finanziaria
sugli atti comportanti
spese o diminuzione di
entrate
ORGANO DI REVISIONE CONTABILE:
deve verificare la regolarità finanziaria ed
economica dei fatti gestionali, ma anche dei
comportamenti in materia fiscale, contabile,
contrattuale, sulla gestione del personale e,
in genere, di valutazione dell’attività
amministrativa
Resta il divieto stabilito dal DLgs. n. 286/99 di affidare verifiche di regolarità contabile
a strutture addette al controllo di gestione, alla valutazione dei dirigenti, al controllo
strategico
4
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
58
IL CONTROLLO FINANZIARIO
È un controllo fondamentale facente capo al corpo dei controlli di regolarità amministrativa-contabile
È l’insieme degli atti, verifiche, controlli e riscontri diretti acontrollare il permanere del pareggio finanziario complessivo,dell’equilibrio finanziario di parte corrente e della liquidità pressoil tesoriere.
Fase preventiva: attiene alla verifica di veridicità delle previsioni di bilancio ,dell’attendibilità degli stanziamenti di entrata, della compatibilità e congruità
delle previsioni di spesa nonché della coerenza complessiva con gli strumentidi programmazione
Fase concomitante: attiene al controllo periodico sullo stato delle entrate edelle spese, con il parere di regolarità e con le attestazioni di copertura
finanziaria (resp. Serv. Fin.) e la vigilanza periodica (Organo revisione)
Fase successiva: analisi dei risultati della gestione finanziaria di competenza,dei residui, risultato di amministrazione e di cassa
5
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
IL CONTROLLO DI GESTIONE (Artt. 196-197-198 TUEL)
È uno strumento di supporto direzionale finalizzato a verificare l’utilizzo ottimale, in termini di costi/risultati, delle risorse disponibili per il raggiungimento degli obiettivi dell’azione amministrativa.Negli EE.LL. ha trovato scarsa diffusione.
L’art. 198-bis del TUEL ha introdotto l’obbligo di inoltro del referto sul controllo di gestione, oltre che agli amministratori e ai responsabili dei servizi, anche alla Corte dei Conti.
6
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
59
LA VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA
L’operato dei dirigenti e delle P.O. deve essere oggetto di valutazione in quanto essi sono responsabili, in via esclusiva, degli obiettivi loro assegnati attraverso il Peg e il Piano dettagliato degli obiettivi/Piano delle performance.Alla valutazione è correlata l’attribuzione nell’an e nel quantum della retribuzione di risultato.La valutazione è effettuata da un apposito ORGANISMO DI VALUTAZIONE, che individuerà metodologie e criteri da comunicare preventivamente al valutato
7
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
IL CONTROLLO STRATEGICO
È il controllo preordinato alla valutazionedell’adeguatezza delle scelte compiute in sede di attuazione dei piani, programmi ed altri strumenti di determinazione dell’indirizzo politico, anche in termini di congruenza, coerenza interna ed esterna, nonché di adeguatezza tra obiettivi e finalità poste a confronto con lo stato di realizzazione degli obiettivi predefiniti.
È un controllo che sintetizza le altre forme di controllo ed è di supporto al ciclo della programmazione.
8
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
60
INTRODUZIONE - ORGANO DI REVISIONE
In Italia non sono stati ancora emanati, con caratteredi obbligatorietà, né i principi contabili, né i principi direvisione per le PA, per cui gli stessi andranno ricercatiattraverso la considerazione delle fonti normativespecifiche ed attraverso le conoscenze economico-aziendaliUn riferimento in materia è comunque rinvenibile:� nei principi contabili emanati dall’Osservatorio
sulla Finanza e la Contabilità degli EE.LL.
� Nei principi di vigilanza e controllo del CNDCEC
(novembre 2011).
9
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
L’ORGANO DI REVISIONE
• La disciplina dell’organo di revisione è regolata dal Titolo VII, parte seconda, del TUEL.
• Il TUEL regolamenta il funzionamento ed i compiti e ne dettaglia le funzioni, lasciando all’autonomia statutaria dell’ente la possibilità di ampliarli e di definire alcune procedure.
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI EE.LL.
10
61
L’ORGANO DI REVISIONE
• Abbiamo, dunque, norme INDEROGABILI
Modalità di elezione Art. 234, co.1
Composizione Art. 234, co.2
Durata Art. 235, co.1
Inizio e termine incarico Art. 235, co.1
Incompatibilità e ineleggibilità Art. 236
Funzioni Art. 239
Responsabilità Art. 240
Compensi Art. 241
11
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
• e norme DEROGABILI
Revocabilità e cause
di cessazione
235, c. 2,3
Funzionamento 237
Limite incarichi 238
12
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
L’ORGANO DI REVISIONE
62
ELEZIONI E REQUISITI DELL’ORGANO DI REVISIONE
▪ Comuni con <15.000 abitanti (comunità montane, unioni di comuni).
REVISORE UNICO eletto dal C.C. a maggioranza assoluta dei componenti.
▪ Negli ALTRI ENTI: Collegio dei Revisori composto da 3 componenti eletti dal C.C. con voto limitato a 2 componenti.
Vecchio sistema
13
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
14
REQUISITI:I 3 componenti del COLLEGIO sono scelti:▪ uno tra gli iscritti al registro dei revisori contabili, che
svolge il ruolo di Presidente;▪ uno tra gli iscritti nell’albo dei dottori commercialisti;▪ uno tra gli iscritti nell’albo dei ragionieri.
Il REVISORE UNICO deve essere scelto tra i soggetti dicui sopra.
Vecchio sistema
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
ELEZIONI E REQUISITI DELL’ORGANO DI REVISIONE
63
Nuovo sistema
Avviso pubblico per la presentazione delle domande nell’elenco regionale (G.U. 15.06.2012)
� Art. 16 L. 148/2011� DM 15.02.2012 n. 23
Sorteggio pubblico da un elenco regionale sulla base della residenza anagrafica
15
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
ELEZIONI E REQUISITI DELL’ORGANO DI REVISIONE
L’ELENCO REGIONALE
È SUDDIVISO IN 3 FASCE:
FASCIA 1
Comuni fino a 4.999
abitanti
FASCIA 2
Comuni da 5.000 a 14.999 abitanti
FASCIA 3
Comuni con più
di 15.000 abitanti e province
16
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
64
I REQUISITI DI ISCRIZIONE – PRIMA APPLICAZIONEFascia demografica Requisiti di anzianità di
iscrizione
Requisiti di
esperienza
Requisiti di formazione
1 - Comuni fino a 4.999
abitanti
Iscrizione da almeno 2
anni nel registro dei
revisori legali o
all’Ordine dei Dottori
Commercialisti ed
esperti contabili
Nessuno Almeno 15 crediti formativi
acquisiti nel triennio 2009-
2011 riconosciuti dai
competenti ordini
professionali o associazioni
rappresentative degli stessi
per aver partecipato a corsi
e/o seminari formativi in
materia di contabilità
pubblica e gestione
economica e finanziaria
degli enti locali
2 - Comuni da 5.000 a
14.999 abitanti
Iscrizione da almeno 5
anni nel registro dei
revisori legali o
all’Ordine dei Dottori
Commercialisti ed
esperti contabili
Aver svolto almeno 1
incarico di revisore
dei conti presso un
ente locale per la
durata di 3 anni
Come sopra
3 – Comuni con
popolazione ≥ 15.000
abitanti e province
Iscrizione da almeno 10
anni nel registro dei
revisori legali o
all’Ordine dei Dottori
Commercialisti ed
esperti contabili
Aver svolto almeno 2
incarichi di revisore
dei conti presso un
ente locale per la
durata di 3 anni
ciascuno
Come sopra
17
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FASI DI PRIMA APPLICAZIONE
Entro il 16 luglio 2012
Domanda per via telematica su apposito modello
Scelta della fasciadell’ente
Province della regione cui non si vuole partecipare
Autocertificazione requisiti
Il Ministero dell’Interno con comunicato del 15.6.2012 ha chiarito che prima dell’avvio del nuovo sistema di nomina gli enti che vedono scadere l’organo di revisione, compreso la prorogatio di 45 gg., possono procedere alle nomine con il vecchio sistema.
18
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
65
Fascia demografica Requisiti di anzianità di
iscrizione
Requisiti di
esperienza
Requisiti di formazione (1/1
– 30/11 anno precedente)
1 - Comuni fino a 4.999
abitanti
Iscrizione da almeno 2
anni nel registro dei
revisori legali o
all’Ordine dei Dottori
Commercialisti ed
esperti contabili
Nessuno Almeno 10 crediti formativi
per aver partecipato a corsi
e/o seminari formativi in
materia di contabilità
pubblica e gestione
economica e finanziari degli
enti locali i cui programmi di
approfondimento ed i
relativi test di verifica siano
stati preventivamente
condivisi con il Ministero
dell’Interno
2 - Comuni da 5.000 a
14.999 abitanti
Iscrizione da almeno 5
anni nel registro dei
revisori legali o
all’Ordine dei Dottori
Commercialisti ed
esperti contabili
Aver svolto almeno 1
incarico di revisore
dei conti presso un
ente locale per la
durata di 3 anni
Come sopra
3 – Comuni con
popolazione ≥ 15.000
abitanti e province
Iscrizione da almeno 10
anni nel registro dei
revisori legali o
all’Ordine dei Dottori
Commercialisti ed
esperti contabili
Aver svolto almeno 2
incarichi di revisore
dei conti presso un
ente locale per la
durata di 3 anni
ciascuno
Come sopra
I REQUISITI DI ISCRIZIONE – A REGIME
19
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FASI DI AVVIO DELLA RIFORMA
14 ottobre 2012
Formazione dell’elenco degli aspiranti revisori da parte del MININTERNO
Pubblicazione in G.U. Data di effettivo avvio del nuovo sistema
Gli EE.LL. sono tenuti a comunicare alla Prefettura la scadenza dell’incarico
almeno 15 gg. prima nel mese di avvio del procedimento
almeno 2 mesi prima
Estrazione a sorte in seduta pubblica 3 nominativi 1 effettivo
2 supplenti
Il presidente è quello con più incarichi e a parità si
guarda all’ente di maggior dimensione demografica
Delibera del consiglio previa verifica incompatibilità, rinuncia, ecc.
28 febbraio 2013
20
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
66
LE FASI SUCCESSIVE
Chi ha maturato nel tempo i requisiti di iscrizione potrà iscriversi, dopo la prima fase di applicazione del nuovo sistema
Avviso su GU con cui si fisserà il termine, non superiore a 30 gg., entro il quale chi intende iscriversi deve dimostrare il possesso dei requisiti e quelli già iscritti il mantenimento degli stessi
1 marzo 2013 31 dicembre 2103
21
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FASE A REGIME
• Dal 1° gennaio 2014 l’elenco viene aggiornato annualmente al primo gennaio di ogni anno
22
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
67
INIZIO, DURATA E LIMITI DELL’INCARICO
• L’organo di revisione entra in carica dalla data di esecutività della delibera
• (Art. 235 co.1) -• sarebbe opportuno che lo Statuto o il regolamento di
contabilità dell’ente subordino l’elezione
all’accettazione della carica e all’attestazione resa
nelle forme di legge di non sussistenza di cause di
incompatibilità e ineleggibilità e del rispetto del
limite di incarichi.
23
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
La CESSAZIONE dell’incarico può essere determinato da:
1. scadenza del mandato;2. dimissioni volontarie;3. impossibilità a svolgere l’incarico per un periodo di tempo stabilito
dal regolamento dell’ente;4. revoca per inadempienza
(è necessario regolamentare tale fattispecie, disponendo che sia il Collegio a
riferire al Consiglio, al quale spetta dichiarare, previa contestazione all’interessato,
la decadenza e provvedere contestualmente alla sostituzione).
Essendo l’incarico collegato all’iscrizione all’albo o registroprofessionale può essere considerata causa di decadenza lacancellazione dall’albo o registro.
24
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
INIZIO, DURATA E LIMITI DELL’INCARICO
68
La SCADENZA del mandato è fissata in 3 anni dalla data di esecutività della delibera.L’organo di revisione può continuare la sua attività per non più di 45 gg. (art. 3 L. n. 444/1994)Decorso il suddetto termine l’organo di revisione DECADE ed eventuali atti adottati sono NULLI.I revisori sono rieleggibili una sola volta.
25
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
INIZIO, DURATA E LIMITI DELL’INCARICO
La responsabilità per i danni conseguanti agli atti nulli o alla mancanza dell’organo di revisione è imputata ai titolari della competenza alla ricostituzioneSalvo il caso di decadenza automatica di cui sopra vige il PRINCIPIO DELLA CONTINUITÀAMMINISTRATIVA, per cui il/i revisore/i, deve assolvere alla sue funzioni fino all’accettazione della carica da parte del nuovo organo.
Nel caso di DIMISSIONI VOLONTARIE è necessario che il dimissionario resti in carica fino all’accettazione dell’incarico del sostituto.
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI EE.LL.
26
INIZIO, DURATA E LIMITI DELL’INCARICO
69
LIMITE DI INCARICHI (art. 238): Ciascun revisore non potrebbe assumere complessivamente più di 8 incarichi negli EE.LL., così distinti:Non più di 4 in comuni con popolazione < a 5.000 abitanti e nelle comunità montane.Non più di 3 in comuni con popolazione tra 5.000 e 99.999.Non più di 1 in comuni con popolazione ≥ 100.000 abitanti o province.
La limitazione è DEROGABILE con diversadisposizione contenuta nel regolamento di contabilità.
27
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
INIZIO, DURATA E LIMITI DELL’INCARICO
INCOMPATIBILITÀ E INELEGGIBILITÀ (ART. 236 TUEL)
• L’incompatibilità è un impedimento che non consente il corretto svolgimento dell’attività per un cumulo di funzioni o situazioni che potrebbero presentare un conflitto di interessi
Se viene rimossa non rende nulla l’elezione se preesistente e non comporta
la decadenza se sorge durante il mandato
28
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
70
• L’ineleggibilità è causa ostativa all’elezione e se quest’ultima è avvenuta è nulla e insanabile fin dall’origine.
29
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
INCOMPATIBILITÀ E INELEGGIBILITÀ (ART. 236 TUEL)
INCOMPATIBILITÀ E INELEGGIBILITÀ (ART. 236 TUEL)
b) Art. 236 co. 2 TUEL: componenti degli organi dell’ente locale; coloro chehanno ricoperto incarichi in organi dell’ente locale nel biennio precedentela nomina; membri del Coreco; segretario e dipendenti dell’ente; dipendentidelle regioni, province, città metropolitane, comunità montane, unioni di comuniper incarichi negli EE.LL. compresi nella circoscrizione territoriale di competenza.
a) Art. 2399 c.c.: non possono essere eletti revisori e se eletti decadono:l’interdetto, l’inabilitato, il fallito, chi è stato condannato ad una pena checomporta l’interdizione anche temporanea dai pubblici uffici o l’incapacità aesercitare uffici direttivi – coniuge, parenti e affini degli amministratori entro il IVgrado – coloro che sono legati all’ente o alle società da questi controllate da unrapporto continuativo di opera retribuita.
CAUSE
Segue…30
c) Art. 236 co. 3 TUEL: incarichi o consulenze presso l’E.L.; incarichi o consulenze presso organismi o istituzioni dipendenti o comunque sottoposti al controllo o vigilanza dello stesso.
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
71
La VERIFICA DELLE CAUSE DI INELEGGIBILITÀE INCOMPATIBILITÀ può essere effettuata sia all’atto dell’elezione, sia con autocertificazione del nominato, secondo modalità e termini previsti nello statuto o nel regolamento di contabilità.
31
d) Superamento del limite degli incarichi (art. 238 TUEL)
e) Altre cause previste nello Statuto e nel regolamento di contabilità
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
INCOMPATIBILITÀ E INELEGGIBILITÀ (ART. 236 TUEL)
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
• PREMESSA:
- Il Collegio dei revisori non è da intendersi quale COLLEGIO PERFETTO, per cui in caso di assenza per malattia o altro motivo, può legittimamente operare, purché siano presente almeno 2 componenti.
- Le MODALITÀ DI FUNZIONAMENTO devono essere disciplinate nello statuto o nel regolamento di contabilità.
- Il comma 3 dell’art. 239 TUEL ha statuito che l’organo di revisione sia dotato dei mezzi necessari per lo svolgimento dei propri compiti, come disposto dalle norme statutarie o regolamentari.
32
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
72
L’organo di revisione può avvalersi, per l’espletamento delle funzioni a proprie spese, di COLLABORATORI aventi i requisiti richiesti dal legislatore. I collaboratori devono essereincaricati con apposita determinazione del collegio e di tale incarico deve essere data comunicazione al sindaco. Per i collaboratori valgono le stesse norme di incompatibilità e
ineleggibilità stabilite per i revisori.
33
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
- SEGRETARIO: è opportuno che il collegio dei revisori sia coadiuvato da un segretario referente, che raccoglie le scritture e la documentazione del collegio e cura i rapporti con gli altri organi e la struttura dell’ente.
- PRESIDENTE: è necessario disciplinare attraverso l’autonoma regolamentazione le funzioni del presidente del Collegio.
34
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
73
- Ad esempio
Il Presidente convoca il Collegio anche in via breve, a cura
del segretario. Formula il programma di lavoro di
ciascuna seduta e presiede il collegio. Nel caso di inerzia
ingiustificata del presidente la convocazione del collegio
può essere richiesta da altri componenti. Il presidente può
assistere alle sedute del consiglio e degli altri organi
collegiali in rappresentanza dell’intero collegio. Il Presidente
sottoscrive gli atti fiscali dell’ente, le certificazioni e
attestazioni quando richieste per legge.
35
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
INSEDIAMENTO:L’insediamento, che segue l’elezione, la verifica del possesso dei requisiti e l’accettazione resa dai singoli componenti eletti, determina il momento di inizio dell’attività dell’organo di revisione.La prima convocazione, di norma, è disposta dal Sindaco; in seguito l’organo funziona su impulso del suo presidente. In caso di inerzia nella prima convocazione, provvede il presidente, previa diffida, dandone comunicazione al consiglio.
36
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
74
� Con l’insediamento il Collegio prende possesso dell’ufficio, determina le regole interne al suo funzionamento e inizia a svolgere l’attività, ivi compreso l’esame di eventuali rendiconti arretrati per i quali non sia stata ancora presentata la relazione dei revisori.
� L’organo di revisione individua altresì le forme dicollaborazione operativa da chiedere all’amministrazione, inaggiunta a quelle espressamente previste dall’art. 239 TUEL,valuta se esista la necessità di richiedere l’assegnazione diuno staff o di strutture adeguate, determina il calendario e lacadenza delle proprie adunanze e quant’altro non previsto edisciplinato nel regolamento dell’ente.
37
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
Nella riunione di insediamento è opportuno richiedere copia dei documenti che vanno a costituire il c.d. “permanent file”, ossia:▪ delibera di elezione;
▪ statuto;
▪ regolamento di contabilità;
▪ libro dei verbali dell’organo di revisione;
▪ regolamento dei contratti;
▪ regolamento del Consiglio;
▪ regolamento delle istituzioni;
▪ regolamento degli uffici e dei servizi;
▪ regolamento di accesso ai documenti amministrativi;
▪ regolamento sul termine dei procedimenti e responsabile.
38
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
75
� Regolamento sulla trasparenza.� Regolamento per l’erogazione di contributi e sovvenzioni.� Regolamento dei servizi pubblici e carte dei servizi.� Regolamento delle OO.PP.� Regolamento dell’economato.� Regolamento degli agenti contabili interni.� Pianta organica del personale.� Regolamento per la disciplina generale delle entrate comunali.� Regolamento ICI-IMU.� Regolamento TARSU o TIA.� Regolamento TOSAP o COSAP.� Regolamento per l’accertamento con adesione.� Regolamento per l’annullamento degli atti in autotutela in materia di tributi
locali.
39
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
▪ Bilancio di previsione dell’esercizio in corso ed allegati.
▪ PEG dell’esercizio in corso.
▪ Linee strategiche di mandato e relativo verbale di approvazione da parte del C.C.
▪ Piano Generale di sviluppo.
▪ Relazioni sul rendiconto e parere sull’ultimo bilancio del precedente organo di revisione.
▪ Elenco delle società ed enti partecipati con annessi prospetti informativi.
▪ Bilanci dell’ultimo esercizio approvato delle società ed enti partecipati.
▪ Prospetti di verifica del patto di stabilità per i periodi antecedenti l’insediamento.
▪ Atti intercorsi con Corte dei Conti, RGS, Funzione Pubblica, ecc.
Dell’insediamento va redatto VERBALE40
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
76
• IL VERBALE� Il Collegio ha l’obbligo di redigere un verbale delle
riunioni e decisioni adottate nonché delle ispezioni e verifiche effettuate (art. 237 TUEL)
� Il Verbale quale atto compiuto nell’esercizio di pubbliche funzioni è dotato di certezza legale e fede fino a querela di falso dei fatti in esso narrati e avvenuti alla presenza dell’organo pubblico che li certifica
41
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
Per la verbalizzazione il Collegio si avvale di un dipendentedell’ente con le funzioni da segretario; in mancanza la funzione è svolta da un componente del collegio.
Non esiste alcun obbligo di riportare i verbali su un libro previamente vidimato e bollato.
Il verbale deve assumere FORMA SCRITTA e deve contenere le seguenti indicazioni:
▪ numerazione progressiva per anno;
▪ indicazione data, luogo riunione, ora di inizio e termine della seduta;
▪ indicazione dei componenti presenti;
▪ motivazione di assenza e sua giustificazione.
42
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
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▪ Individuazione di altri partecipanti alla seduta.▪ Indicazione degli argomenti trattati, delle decisioni assunte,
delle ispezioni e verifiche effettuate e dell’esito delle stesse.▪ Individuazione dei provvedimenti o procedimenti ritenuti
irregolari, dei responsabili, e modalità di segnalazioni.▪ Approvazione dei componenti del collegio o i motivi di
mancata approvazione.▪ Sottoscrizione dei componenti presenti e del segretario
verbalizzante.▪ I verbali devono essere raccolti e conservati a cura del
presidente del collegio o del segretario, utilizzando le strutture dell’ente.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
LE CARTE DI LAVORO (PdR 230)L’organo di revisione nella sua attività dovrà avvalersi delle carte di lavoro, le quali, unitamente ai verbali, hanno effetto probatorio circa l’attività espletata.Le carte di lavoro servono anche per dimostrare i processi logici e sistematici attraverso i quali si è giunti a formulare un parere o una relazione oltre che a mostrare gli elementi probativi a supporto degli stessi.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
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È opportuno che copia del verbale sia trasmessa al sindaco, al presidente del consiglio e, se ritenuto necessario, ai componenti dell’organo esecutivo e del consiglio.
MODALITÀ DELLE VOTAZIONI:La materia può essere disciplinata dal regolamento dell’ente.Il Collegio decide con voto palese e a maggioranza semplice.Non è ammissibile l’astensione salvo il caso di conflitto di interessi.Il voto contrario va motivato e messo a verbale.L’assenza di indicazioni equivale ad unanimità.I soggetti eventualmente invitati alla sedute non possono presenziare alle votazioni.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
L’ACCESSOIl revisore HA DIRITTO DI ACCEDERE agli atti e ai documenti dell’ente necessari per lo svolgimento della funzione in modo pieno e senza limiti di tempo.
Deve, comunque, mantenere la RISERVATEZZA, sui documenti esaminati.
Il comma 2 dell’art. 239 TUEL dispone la trasmissione al collegiodei seguenti documenti:
a) decisioni di annullamento delle delibere da parte dei preposti organi;
b) attestazioni di assenza di copertura finanziaria sulle delibere di impegno di spesa.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
FUNZIONAMENTO DEL COLLEGIO DEI REVISORI
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LE FUNZIONE DEL COLLEGIO DEI REVISORI (ART. 239, co. 1 TUEL)
Le funzioni obbligatorie sono così riassumibili:
a) Collaborazioneb) Pareri obbligatori sul bilancio e relative variazionic) Vigilanzad) Relazione sul rendiconto (attestazioni, rilievi e proposte)e) Referto per gravi irregolarità nella gestionef) Verifiche di cassa
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
LE FUNZIONE DEL COLLEGIO DEI REVISORI (ART. 239, co. 1 TUEL)
COLLABORAZIONE CON L’ORGANO CONSILIARE:
La collaborazione ha come destinatario il CONSIGLIO e non la Giunta o la struttura operativa.
La collaborazione si concretizza in:� Pareri� Proposte� Osservazioni� Rilievi� Suggerimenti� Interventi, anche partecipando alle riunioni degli organi collegiali.
L’art. 239 del Tuel rinvia alle disposizioni statutarie e regolamentari l’individuazione delle modalità con le quali deve avvenire la collaborazione.In assenza di apposite norme statutarie o regolamentari la collaborazione si estrinsecherà di volta in volta secondo le richieste ed indicazioni del consiglio.
Collaborazione non deve significare consulenza.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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NORME DI COMPORTAMENTO CNDCEC COLLABORAZIONE
“La collaborazione si concretizza di norma con pareri, rilievi, osservazioni e proposte sugli aspetti economici,
patrimoniali e finanziari dell’area di competenza
consiliare, tese a conseguire attraverso la
responsabilizzazione dei risultati una migliore efficienza,
produttività, efficacia ed economicità della gestione,
nonché ad ottenere il miglioramento dei tempi e dei
modi dell’azione amministrativa”.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
“Il regolamento dovrà stabilire procedura,
tempi,modalità e forme mediante cui va resa la
collaborazione; così come dovrà precisare, nei limiti
consentiti, il concetto di <<grave irregolarità>> formale
e/o sostanziale che determina l’obbligo della immediata
denuncia al consiglio e prevedere come necessaria
l’acquisizione al collegio di chiarimenti da parte
dell’ufficio o dell’organo cui la grave responsabilità appare
addebitabile, prima della formalizzazione definitiva del
rilievo”
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
NORME DI COMPORTAMENTO CNDCEC COLLABORAZIONE
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LE FUNZIONE DEL COLLEGIO DEI REVISORI LA COLLABORAZIONE
• Gli oggetti della collaborazione potrebbero riguardare, a titolo esemplificativo:▪ approvazione di piani economico-finanziari;
▪ disciplina dello stato giuridico e assunzioni del personale;
▪ approvazione di piante organiche;
▪ convenzioni con altri enti pubblici;
▪ riequilibrio della gestione;
▪ concessione a terzi di pubblici servizi;
▪ disciplina delle tariffe e prezzi di cessione delle aree fabbricabili;
▪ acquisizioni e alienazioni di immobili.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
I PARERI (ART. 239, co.1, lett. b), TUEL)
▪ I pareri previsti dalle norme sono OBBLIGATORI.
▪ Le modalità e i tempi per esprimerli non sono stabiliti dal TUEL(ad eccezione del rendiconto) per cui occorre far riferimento allostatuto e ai regolamenti.
▪ Si è posto il problema se il parere dei revisori sulle proposte dideliberazione debba essere messo prima o dopo il parere diregolarità tecnica e contabile. L’unico riferimento normativocontenuto nel TUEL è quello dell’art. 239, comma 1, lett. b)laddove si prevede che il parere debba tener conto del parereespresso dal responsabile del servizio finanziario e, quindi, vadaapposto dopo quest’ultimo.
▪ Si ritiene che dovendo il revisore sincerarsi anche dellacompletezza della delibera il parere debba essere appostodopo aver acquisito il parere di regolarità tecnica e il visto dicopertura finanziaria.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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PARERI SUL BILANCIO E SUE VARIAZIONI (ART. 239, co. 1, lett. b), TUEL)
• Sulle previsioni di bilancio annuale e pluriennale, sui programmi e sui progetti e relative variazioni, l’organo di revisione DEVE esprimere un MOTIVATO GIUDIZIO OBBLIGATORIO di:▪ CONGRUITÀ
▪ COERENZA
▪ ATTENDIBILITÀ
delle previsioni e dei progetti e programmi.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
PARERI SUL BILANCIO E SUE VARIAZIONI (ART. 239, co.1, lett. b), TUEL)
• COERENZA- Occorre assicurare un nesso logico e conseguente
fra la pianificazione, la programmazione e la previsione. Gli atti relativi devono essere strumentalial perseguimento dei medesimi obiettivi.
INTERNA ESTERNA
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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PARERI SUL BILANCIO E SUE VARIAZIONI(ART. 239, co.1, lett. b) TUEL)
COERENZA ESTERNA▪ Rispetto degli obiettivi di finanza pubblica (Patto di stabilità;
riduzione dei costi del personale, ecc.)
▪ Connessione tra la programmazione dell’ente e quella regionale
COERENZA INTERNA▪ RPP conseguente alla pianificazione dell’ente e agli atti
fondamentali della gestione (PGS; Programma triennale LL.PP.; Programma fabbisogno personale; piani economico-finanziari; PRG, ecc.)
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
PARERI SUL BILANCIO E SUE VARIAZIONI (ART. 239, co.1, lett. b), TUEL)
ATTENDIBILITÀ E CONGRUITÀConcerne la verifica dell’accertabilità ed esigibilità delle previsioni di entrata e la congruità e compatibilità delle previsioni di spesa.
Attendibilità delle entrate: deve essere valutata in relazione all’accertabilità delle stesse tenendo conto degli atti che predeterminano il diritto alla riscossione, di idonei ed obiettivi elementi di riferimento, nonché fondate su aspettative di acquisizione ed utilizzo delle risorse (Pcel).
Non a caso la normativa prevede che tutti gli atti relativi a tariffe, aliquote di imposta, detrazioni, prezzi di cessione delle aree o fabbricati siano adottati prima dell’approvazione del bilancio ed allegati allo stesso.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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Se dall’esame scaturiscono previsioni di entrate prive della certezza dell’accertabilitànel corso dell’esercizio, o meglio la cui accertabilità dipenda da atti o azioni da porre in essere, queste devono essere evidenziate nel parere dell’organo di revisione e opportunamente collegate a previsioni di spesa da impegnarsi solo al conseguimento di tali entrate
PARERI SUL BILANCIO E SUE VARIAZIONI(ART. 239, co.1, lett. b), TUEL)
5757
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
PARERI SUL BILANCIO E SUE VARIAZIONI (ART. 239, co.1, lett .b), TUEL)
CONGRUITÀ DELLE SPESEdeve essere valutata in relazione agli obiettivi programmati, agli andamenti storici, al riflesso nel periodo degli impegni pluriennali.
La mancata congruità della previsione di spesa per
fattori produttivi consolidati e necessari ad assicurare il
funzionamento dei servizi gestiti (oneri per il personale, ammortamento mutui, utenze, ecc.) deve essere evidenziata nel giudizio, al fine di richiedere al Consiglio un adeguamento delle previsioni o un diverso indirizzo gestionale.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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• Per quanto concerne la DISCREZIONALITÀDELLE SPESE, non compete all’organo di revisione sindacare le scelte operate dall’ente nell’esercizio della propria autonomia
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
PARERI SUL BILANCIO E SUE VARIAZIONI (ART. 239, co.1, lett .b), TUEL)
• C.M. Mininterno n. 28/FL/1997• Il contenuto del parere dovrà tener conto anche:
▪ del parere espresso dal responsabile del servizio finanziario ai sensi dell’art. 153 del TUEL;
▪ dei parametri di deficitarietà strutturale stabiliti dall’apposito DM e di ogni altro elemento utile per verificare l’equilibrio finanziario;
▪ delle variazioni rispetto all’anno precedente;▪ l’organo di revisione è tenuto a suggerire all’organo consiliare
tutte le misure atte ad assicurare l’attendibilità e la congruitàdelle poste contabili;
▪ degli obiettivi di finanza pubblica;▪ il parere andrà espresso anche sugli emendamenti al
bilancio (attenzione al regolamento).
6060
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
PARERI SUL BILANCIO E SUE VARIAZIONI (ART. 239, co.1, lett .b), TUEL)
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I PARERI SULLE VARIAZIONI DI BILANCIO (ART. 175 TUEL)
L’organo consiliare può variare, entro il 30.11, gli stanziamenti di competenza. Entro tale data può essere adottato anche il c.d. “assestamento”.Il pareggio finanziario complessivo deve essere mantenuto nel corso di tutto l’esercizio finanziario, così come gli altri equilibri di bilancio, per cui è vietato:▪ finanziare spese correnti con entrate in c/capitale;
▪ compensare le minori entrate correnti con maggiori entrate in
c/capitale o minori spese della stessa natura;
▪ spostare dotazioni nei servizi c/terzi per finanziare altre spese o
coprire minori entrate;
▪ modificare il vincolo di destinazione delle entrate stabilito dalle leggi o
da atti interni;
▪ spostare somme tra residui e competenza
Le variazioni di bilancio possono riguardare anche stanziamenti
sul pluriennale
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
LE VARIAZIONI ADOTTATE DALLA GIUNTA IN VIA D’URGENZA
• L’art. 42 del TUEL prevede che la giunta in via d’urgenza può assumere i poteri del consiglio e adottare variazioni di bilancio salvo ratifica, a pena
• di decadenza, entro 60 gg. e comunque entro • il 31.12 se a tale data non siano scaduti i 60 gg.• Se il consiglio non ratifica o ratifica parzialmente • deve, entro 30 gg. e comunque entro il 31.12, • adottare i provvedimenti ritenuti necessari • nei riguardi dei rapporti eventualmente sorti • sulla base della deliberazione non ratificata.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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LE VARIAZIONI ADOTTATE DALLA GIUNTA IN VIA D’URGENZA
• Quando va apposto il parere dell’organo • di revisione?
PRIMA DELLA DELIBERA DI GIUNTA
NO
Solo se previsto nel regolamento
PRIMA DELLA RATIFICA DEL CONSIGLIO
SI
In linea generale
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
PARERI SUI PIANI ECONOMICO-FINANZIARI
▪ Il DM del 4/10/91 prevede che nei comuni con più di 5.000 abitanti il collegio esprima il proprio parere sui piani finanziari degli investimenti.
▪ Oggi il rinvio andrebbe fatto all’art. 201 del TUEL che impone la redazione di un piano economico finanziario per l’esecuzione
di nuove opere finanziate con ricorso al credito, di importo >
a € 516.456,90, per il quale deve essere pagato dall’utente un
prezzo o tariffa.▪ Detto piano dovrà essere assentito da un istituto di credito ed ha
la finalità di determinare una tariffa per il servizio offerto in grado di assicurare l’equilibrio economico-finanziario dell’investimento.
▪ Successivamente i revisori dovranno vigilare, per tutta la durata del piano, che gli strumenti di programmazione siano coerenti e contengano i riflessi finanziari del piano.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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PARERE SULLA RICOGNIZIONE DEI PROGRAMMI
• L’art. 193 del TUEL dispone che con periodicità stabilita dal regolamento di contabilità e, comunque, entro il 30.09, l’ente effettui una ricognizione dello stato di attuazione dei programmi con verifica della salvaguardia degli equilibri finanziari.
• La legge non impone il parere dei revisori in materia (salvo il caso di associata variazione di bilancio).
• Attenzione al regolamento di contabilità
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
TERMINI E MODALITÀ DI ESPRESSIONE DEI PARERI
▪ BilancioEspressione del parere sulla proposta di bilancio annuale, pluriennale, RPP e relativi allegati predisposti o approvati dall’organo esecutivo entro 15 gg. dal ricevimento (es. di previsione regolamentare).Nel caso di accoglimento di emendamenti consiliari allo schema di bilancio, formulazione di un ulteriore parere entro 5 gg. dal ricevimento della proposta di accoglimento (es. di previsione regolamentare).
▪ Atti gestionaliEspressione del parere entro 5 gg. dal ricevimento della proposta di deliberazione o della richiesta (es. di previsione regolamentare). Le proposte di delibere devono essere munite dei pareri e attestazioni
di legge.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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TERMINI E MODALITÀ DI ESPRESSIONE DEI PARERI
• ITERLa richiesta di acquisizione del parere può essere effettuata dal sindaco, dal presidente del consiglio, dal segretario comunale, dai dirigenti o funzionari dell’ente e trasmessa dal segretario del collegio ai revisori anche per fax, facendo seguire l’originale.
Ogni gruppo consiliare, con richiesta sottoscritta dal capogruppo al presidente del C.C. o al sindaco, nonché l’organo esecutivo possono chiedere pareri all’organi di revisione sugli aspetti economici, patrimoniali e finanziari delle proposte di deliberazione di competenza.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
LE LINEE GUIDA DELLA CORTE DEI CONTI
� I commi 166 e segg. della L. Finanziaria 2006 hanno introdotto importanti innovazioni in materia di controllo sugli EE.LL.
� È prevista una stretta relazione tra organo di revisione e sezioni regionali della Corte dei Conti su aspetti fondamentali dell’ attività amministrativa:1. conseguimento o mantenimento degli equilibri finanziari;2. osservanza del vincolo previsto dall’art. 119 della Cost. in
materia di indebitamento;3. rispetto del patto di stabilità interno;4. rispetto delle normative in materia di personale.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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LE LINEE GUIDA DELLA CORTE DEI CONTI
• L’organo di controllo ha l’obbligo di relazionare sui citati aspetti alla Sezione Regionale della Corte dei Conti sia sul bilancio di previsione che sul rendiconto.
• La Sezione autonomie della Corte dei Conti, approva con apposite delibere le linee guida e la relazione/questionario in materia di bilancio di previsione e di rendiconto.
• Il questionario è differenziato per:▪ Province▪ Comuni con abitanti > a 5.000▪ Comuni con abitanti < a 5.000
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
LE LINEE GUIDA DELLA CORTE DEI CONTI
Il questionario è suddiviso in 3 parti
Dati di identificazione dell’ente
Risposte prioritarie per mettere in evidenza criticità che saranno approfondite
nella terza parte
Esposizione di una serie di dati ed elementi a dimostrazione del rispetto degli equilibri, dei vincoli di bilancio e degli obiettivi di finanza pubblica
1
2
3
70
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
91
LE LINEE GUIDA DELLA CORTE DEI CONTI
Per buona parte i dati richiesti sono contenuti nello schema di parere sul bilancio:
▪ Verifica degli equilibri e vincoli di bilancio• Verifica degli equilibri dal punto di vista formale e sostanziale,
elencazione delle entrate eccezionali e non ricorrenti e loro correlazione con spese aventi medesima caratteristica. Andamento di alcune poste di entrata che presentano criticità quali: oneri di urbanizzazione (vincolo); sanzioni codice della strada (vincolo); plusvalenze (vincolo); entrate per recupero evasione
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
▪ Aziende, istituzioni e partecipazioni azionariedati per partecipazioni in organismi che per tre anni hanno chiuso in perdita.
▪ Verifica della capacità di indebitamentoevoluzione dell’indebitamento; incidenza degli oneri finanziari e quota capitale dei prestiti; rispetto del limite di cui all’art. 204 TUEL.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
LE LINEE GUIDA DELLA CORTE DEI CONTI
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▪ Verifica del rispetto del vincolo in materia di indebitamentoil ricorso all’indebitamento deve essere previsto solo per spese di investimento; occorre dettagliare le forme di indebitamento e gli impieghi; occorre esporre gli strumenti di finanza innovativa che si intendono porre in essere.
▪ Rispetto del patto di stabilità interno
▪ Spesa per il personalerispetto delle norme in materia di vincoli di spesa e riduzione del costo del personale, incidenza sulle spese correnti, fondo delle risorse decentrate, ecc.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
LE LINEE GUIDA DELLA CORTE DEI CONTI
VIGILANZA (ART. 239, co.1 lett. c)
• Le AREE di attività da sottoporre alla vigilanza • e controllo sono:
▪ rispetto del patto di stabilità▪ acquisizione delle entrate▪ effettuazione delle spese▪ attività contrattuale▪ amministrazione dei beni▪ completezza della documentazione▪ adempimenti fiscali▪ tenuta della contabilità
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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VIGILANZA (ART. 239, co.1 lett. c)
• Deve essere svolta sulla intera gestione diretta e indiretta dell’ente, ivi comprese le partecipazioni finanziarie sotto qualsiasi forma espresse (Corte dei Conti delib. N. 2/1992)
• Non deve limitarsi agli aspetti formali ma deve essere estesa al controllo degli aspetti sostanziali di natura finanziaria, patrimoniale ed economica della gestione
• Può sfociare in una denuncia o segnalazione al C.C. e i risultati della stessa confluiscono nelle relazioni periodiche e comunque nella relazione al rendiconto
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
VIGILANZA (ART. 239, co.1 lett. c)
▪ “È una attività generale, sistematica, duratura e tipicamente
ausiliaria”, da effettuarsi anche con tecniche di campionamento
opportunamente motivate”.
▪ Nel caso di mancata vigilanza e segnalazione con dolo o colpa grave i revisori possono essere chiamati a rispondere solidalmente del danno arrecato.
▪ Stesso dicasi nel caso di omissioni dei revisori per il danno che non avrebbe avuto luogo se gli stessi avessero tenuto una condotta diligente.
CORTE DEI CONTI
76
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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NORME DI COMPORTAMENTO DEL CNDCEC
“Il controllo contabile del revisore non consiste nel ripercorrere il lavoro già svolto dai funzionari dell’ente locale”
Il contenuto del controllo contabile riguarda:a) verifica del rispetto della legge, dello statuto e dei
regolamenti nelle procedure contabili;b) verifica del rispetto dei principi contabili approvati in materia
di contabilità pubblica e, per quanto applicabili, nel sistema di contabilità privatistica;
c) verifica sui metodi, sulle tecniche e sulle procedure di rilevazione contabile dei fatti amministrativi dell’ente nonché sulle tecniche di controllo previste da tali procedure.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
In merito alla precedente lett. c) (sistema di controllo interno) il controllo deve essere effettuato come segue:� Indagine preliminare per identificare le procedure (ordini di
servizio, funzioni, organigrammi, ecc.), formalizzate o meno, che sono a monte dei fatti amministrativi
� Identificazione e valutazione delle tecniche di controllopreviste da tali procedure
In conseguenza del processo di valutazione il revisore raggiungerà due diversi tipi di conclusione:
▪ Le tecniche di controllo sono inesistenti o inaffidabili▪ le tecniche di controllo sono valide (almeno apparentemente) (ancorché non
del tutto formalizzate) (ma presentano le seguenti carenzeO)
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NORME DI COMPORTAMENTO DEL CNDCEC
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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▪ Tutti i lavori dovranno essere documentati e risultare dalle carte di lavoro dei revisori.
▪ Il Controllo contabile richiede il preliminare controllo delle procedure, riconducibili ai seguenti CICLI DI OPERAZIONI, che devono essere oggetto di controllo amministrativo.
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NORME DI COMPORTAMENTO DEL CNDCEC
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
CICLI DI OPERAZIONI▪ Ciclo delle entrate tributarie
▪ Ciclo delle entrate con destinazione vincolata
▪ Ciclo delle altre entrate
▪ Ciclo delle spese per il personale
▪ Ciclo dell’attività contrattuale
▪ Ciclo delle altre spese
▪ Ciclo degli adempimenti fiscali
▪ Ciclo del patrimonio e amministrazione dei beni
▪ Ciclo del contenzioso e affari legali in corso
▪ Ciclo dei servizi di cassa e tesoreria
▪ Ciclo di sintesi del bilancio
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NORME DI COMPORTAMENTO DEL CNDCEC
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
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REVISIONE ECONOMICA DELLA GESTIONE
� È strumentale alla funzione di collaborazione con il c.c. nonché alla predisposizione della relazione al rendiconto, anche in relazione alle valutazioni di “efficacia” che la g.c. deve presentare in sede di rendiconto.
� Lo scopo è quello di accertare se l’ente gestisce e utilizza le consistenze di beni (patrimoniali e finanziari) e di personale in maniera efficace, efficiente ed economica.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
REVISIONE ECONOMICA DELLA GESTIONE
• Funzioni periodicheIl Collegio dovrà:
� esaminare periodicamente i rapporti periodicisulla contabilità ed eventuali altri rapporti fornitidai sistemi di controllo interno nonché i reportsull’attuazione del Peg;
� riferire tempestivamente al c.c. situazioni di graviinefficienze, sprechi, irregolarità desumibili dairapporti stessi.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
97
REVISIONE ECONOMICA DELLA GESTIONE
• Funzioni saltuarie▪ Carichi di lavoro del personale dipendente
▪ Utilizzo autoveicoli, macchine e attrezzature
▪ Politica delle scorte di magazzino
▪ Utilizzo del patrimonio immobiliare
▪ Modelli di gestione dei ss.pp.ll.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
RELAZIONE AL RENDICONTO (ART. 239, co. 1, lett.d)
• Elemento essenziale▪ Attestazione della corrispondenza del
rendiconto (conto del bilancio, conto economicoe conto del patrimonio) alle risultanze dellagestione.
▪ L’attestazione ha valore di certificazione dellaconformità dei dati del rendiconto con idocumenti contabili, gli inventari e i conti deltesoriere e degli altri agenti contabili.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
98
REFERTO - SEGNALAZIONE DEI GRAVI IRREGOLARITÀ(ART. 239, co.1, lett. e)
� Il Legislatore dispone l’obbligo di referto all’organo consiliare su gravi irregolarità di gestione, con contestuale denuncia ai competenti organi giurisdizionali ove si configurino ipotesi di responsabilità (danno erariale; reato penale).
� Gli aspetti procedurali del referto devono essere precisati nel regolamento.
� La segnalazione al C.C. spetta al Collegio e non al singolo revisore.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
LE “GRAVI IRREGOLARITÀ” COME DEFINITE NELLE LINEE GUIDA DELLA CORTE DEI CONTI
� Il concetto di “gravi irregolarità” esplicitato nelle linee guida della CdC, è fondato sul concetto sostanziale di tutte le irregolarità, contabili e finanziarie, che mettono in forse l’equilibrio di bilancio e il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica.
� Non vi rientrano le irregolarità generiche e le disfunzioni gestionali in termini di efficienza amministrativa.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
99
Esempi▪ Mancato rispetto dell’equilibrio corrente▪ Mancato rispetto del vincolo di destinazione delle entrate▪ Mancato rispetto del limite di indebitamento ex art. 204 Tuel▪ Mancato rispetto dell’indebitamento solo per spese di
investimento▪ Errato calcolo della riduzione della spese ai fini del patto di
stabilità▪ Errato calcolo della spesa del personale ai fini del rispetto dei
vincoli specifici imposti dalla normativa▪ Mancato rispetto dei limiti del patto di stabilità o della riduzione
del costo del personale
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LE “GRAVI IRREGOLARITÀ” COME DEFINITE NELLE LINEE GUIDA DELLA CORTE DEI CONTI
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
VERIFICHE DI CASSA(ART. 239, c.1 lett. f TUEL)
• L’organo di revisione:� deve provvedere con cadenza trimestrale alle verifiche ordinarie
di cassa, alle verifiche della gestione del servizio di tesoreria e dellegestioni degli altri agenti contabili (economo, riscuotitori speciali,consegnatari, sub-consegnatari, ecc.);
� deve partecipare, alle verifiche straordinarie di cassa (art. 224Tuel), necessarie in caso di mutamento del sindaco. L’organo direvisione partecipa unitamente agli amministratori cessanti edentranti, al segretario e al responsabile dei servizi finanziari.
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L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
100
I CONTROLLI SUL PATTO DI STABILITÀ
Enti soggetti Enti non soggetti
▪ Regioni
▪ Province
▪ Comuni > 5.000 ab.
▪ Comunità montane > 50.000 ab.
▪ Unioni di comuni
▪ Consorzi tra ee.ll.
▪ Comuni < 5.000 ab.
▪ Istituzioni
▪ Comunità montane < 50.000 ab.
▪ Comunità isolane
La popolazione da prendere in considerazione è quella residente alla fine del penultimo anno precedente a quello considerato dall’Istat (31.12.2010) per comuni e province e dall’Uncem per le comunità montane
Il DL 138/2011 (art. 16, co. 31) ha esteso a decorrere dal 2013 l’obbligo del rispetto del patto di stabilità interno ai comuni con popolazione > 1.000 abitanti e dal 2014 alle Unioni di Comuni costituite da comuni con popolazione < a 1.000 abitanti, secondo le regole previste per i comuni con corrispondente popolazione
89
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
GLI OBIETTIVI PROGRAMMATICI
Gli EE.LL. devono conseguire , per ciascun anno 2012-2013 e successivi, un saldo finanziario in termini di competenza mista non inferiore al valore dell’obiettivo “specifico” che varia a seconda se l’ente è qualificato come “virtuoso” o “ non virtuoso”.
Calcolo dell’obiettivo “NON VIRTUOSI”1. Calcolo media degli impegni delle spese correnti per il triennio 2006-
20082. Decurtazione dei tagli dei trasferimenti erariali di cui all’art. 14, c. 2,
D.L. 78/20103. Applicazione dell’aliquota del 16% per il 2012; 15,80% per il 2013 e
2014
Calcolo dell’obiettivo “VIRTUOSI”1. Dovranno conseguire un obiettivo strutturale pari a ZERO
90
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
101
2006 2007 2008
Spese correnti (impegni) 20.884 21.964 22.436
Media delle spese correnti 2006-2008 21.761
3.482 3.438 3.438
SALDO OBIETTIVO COMUNI NON
VIRTUOSI 1.807 1.763 1.763
Percentuali da applicare alla media delle
spese correnti Comuni non virtsuosi 16% 15,80% 15,80%
Riduzione dei trasferimenti erariali di cui
al c. 2 art. 14 DL 78/2010 - 1.675 - 1.675 - 1.675
Riduzione dei trasferimenti erariali di cui
al c. 2 art. 14 DL 78/2010 - 1.675 - 1.675 - 1.675
SALDO OBIETTIVO AL NETTO DEI
TRASFERIMENTI 1.720 1.676 1.676
Saldo Obiettivo come % sulla spesa
media 3.395 3.351 3.351
MODALITA' DI CALCOLO OBIETTIVO 2012-2014
Percentuali da applicare alla media delle
spese correnti 2006-2008 15,60% 15,40% 15,40%
91
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
LA COMPETENZA “MISTA”
Tit. ENTRATA Cassa/competenza
Si/no
Tit. SPESA Cassa/competenza
Si/no
I Tributarie Comp. Si I Spese correnti Comp. Si
II Trasferimenti Comp. Si II Investimenti (*) Cassa Si
III Extra-tributarie Comp. Si III Rimborsi debiti No
IV Alienazioni; Trasf. c/capitale (*)
Cassa Si (*) Al netto delle riscossioni/concessoni di crediti
V Accensione di prestiti
No
ESCLUSIONI
1. Risorse statali e spese correnti e in c/capitale per calamità naturali (dichiarazione di stato d’emergenza);
2. Risorse statali e spese correnti e in c/capitale per i “grandi eventi” (c. 5, art. 5-bis L. 401/2001);
3. Entrate provenienti direttamente o indirettamente dalla UE e relative spese di parte corrente e in c/capitale
4. Entrate trasferite dall’ISTAT per il censimento e relative spese;
5. Comuni dissestati della provincia dell’Aquila;
6. Comune di Parma per le risorse statali e spese connesse alla sede dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare;
7. Spese sui beni ricevuti con federalismo demaniale nei limiti sostenuti dallo Stato per gestione e manutenzione;
8. Anni 2013 e 2014 spese per investimenti infrastrutturali finanziati con il “bonus” dismissioni partecipate (art. 5, c. 1, DL
138/2011)
92
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
102
Ok con stanziamenti di bilancio 93
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
COME CONTROLLARE I DATI DI CASSA PER GLI INVESTIMENTI
L’organo di revisione può far riferimento alla sez. 4.1 della RPP dove vengono riportate le OO.PP. finanziate negli anni precedenti e non realizzate in tutto o in parte con l’indicazione dell’importo impegnato e di quanto già liquidato, l’entità degli importi ancora da liquidare deve trovare una ragionevole copertura nell’entità delle previsioni dei pagamenti in conto capitale così come indicati nel prospetto dimostrativo del patto di stabilità.
L’emersione di una massa critica di pagamenti ancora da operare in relazione ad opere già avviate ed in parte già liquidate rispetto alle previsioni calate nel prospetto del patto di stabilità deve essere oggetto di motivata ed argomentata relazione scritta dal parte del dirigente/responsabile dell’ufficio tecnico che en dimostri la ragionevole sostenibilità
94
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
103
Totale Già liquidato
Adeguamento edifici pubblici alle norme di sicurezza 401 2011 200.000,00 - MUTUO 40953
Efficientamento energetico scuole 401 2011 200.000,00 60.500,00 MUTUO 42123
Messa in sicurezza edifici scolastici 401 2011 300.000,00 - MUTUO 42309
Manutenzione straordinaria strade 801 2011 700.000,00 - MUTUO 45871
Consolidamento Colle Erminio 801 2011 125.000,00 - Contributo Regione 47681
Manutenzione marciapiedi 801 2011 275.000,00 - MUTUO 45883
Alloggi Edilizia residenziale 902 2008 879.948,74 - Contributo Regione 43356
Calamità naturali 903 2006 200.000,00 119.853,99 Contributo regionale 43324
Completamento rete metanifera 114 2005 625.000,00 566.569,97 MUTUO 48260
Edificio bioarchitettura Centro Anziani 1003 2008 697.000,00 59.648,58 Contributo Stato 43390
Manutenzioni straordinarie e messa in sic. Edifici scolastici 404 2010 300.000,00 16.150,00 MUTUO 42309
Realizzazione parcheggio in via S. Chiara 801 2010 80.000,00 - MUTUO 47661
Realizzazione rotatoria Villa Andreoli 801 2010 350.000,00 827,56 MUTUO 45874
Rifacimento marciapiedi Corso Trento e Trieste 801 2010 950.000,00 11.965,81 MUTUO 47633
Ristrutturazione nuovo comando P.M. 301 2010 178.000,00 88.902,17 MUTUO 42303
6.059.948,74 924.418,08
5.135.530,66
3.819.055,52
1.316.475,14
Differenza impegni e liquidaz.
Importo pagamenti previsti 2012
Differenza
4.1 ELENCO DELLE OPERE PUBBLICHE FINANZIATE NEGLI ANNI PRECEDENTI E NON
REALIZZATE (IN TUTTO O IN PARTE) Importo
Descrizione (oggetto dell'opera)
Codice funzione e
servizio
Anno di impegno
fondi
Fonte di finanziamento
(descrizione estremi)
95
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
IL PATTO DI STABILITÀ NEL BILANCIO DI PREVISIONE
Il Bilancio di previsione deve essere già in linea con gli obiettivi del Patto di stabilità
Impresa ardua visto che il Patto richiede anche dati di cassa
La Legge di Stabilità (L. 183/2011) ha richiesto di allegare al Bilancio annuale
e pluriennale un prospetto di competenza mista con il quale l’Ente dà conto
del rispetto degli obiettivi
Vincolo all’attività programmatoria
96
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
104
IL PATTO DI STABILITA’ NELLA GESTIONE
VARIAZIONI DI BILANCIOVERIFICA RISPETTO PATTO DI STABILITÀ
ART. 9 co.1 lett. a) n. 2 DL 78/2009
Obbligo per il funzionario che adotta
impegni di spesa di accertare
preventivamente che il programma
dei conseguenti pagamenti sia
compatibile con i relativi
stanziamenti di bilancio e con le
regole di finanza pubblica
Responsabilità disciplinare e amministrativa
9797
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
IL SISTEMA DEI MONITORAGGI E CONTROLLI
• Comunicazione degli obiettivi programmatici sulla base dei prospetti dimostrativi definiti da apposito decreto MEF
• Entro 45 gg. dalla pubblicazione del decreto in GU• Sanzioni
Obiettivi programmatici
• Vanno comunicate le informazioni sulle risultanze in termini di competenza mista secondo il prospetto e le modalità definite con decreto MEF, tramite sito web RGS
• Entro 30 gg. dalla fine del periodo di riferimento
Monitoraggio semestrale
• La comunicazione del risultato finale annuale del rispetto degli obiettivi va inviata entro il 31 marzo dell’anno successivo
• Firma del legale rappresentante e del responsabile del servizio finanziario nonché dell’organo di revisione
• Sanzioni• 15 maggio (15 gg. successivi all’approvazione del
rendiconto) : termine ultimo per la rettifica dei dati
Certificazione finale
98
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
105
LA CORTE DEI CONTI E IL PATTO
E’ uno dei capisaldi dei controlli delle Sezioni Regionali della Corte dei Conti
Questionari sui bilanci preventivi e consuntivi
Accertamento mancato rispetto
Adozione misure correttive
Vigilanza sull’applicazione delle sanzioni
Il DIPARTIMENTO DELLA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO provvede ad effettuare tramite i servizi ispettivi di finanza pubblica, verifiche sulla regolarità della gestione amministrativo-contabile che si estendono anche al Patto di Stabilità
99
L’ORGANO DI REVISIONE NEGLI ENTI LOCALI
LA METODOLOGIA DI LAVOROVigilanza e controllo contabile
100
106
Pianificazione
Programmi di revisione
Verifiche, ispezioni, controlli
Elementi probativi sufficienti ed appropriati
Giudizio sul bilancio
L’ITER DELLA REVISIONE
LA METODOLOGIA DI LAVORO
101
SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
102
CAPACITA’ DI AUTOCONTROLLOINSIEME DELLE DIRETTIVE, DELLE PROCEDURE E DELLE PRASSI OPERATIVE TESE A RAGGIUNGERE I SEGUENTI
O B I E T T I V I
STRATEGICI OPERATIVI
Volti a valutare l’adeguatezza delle scelte compiute in sede di programmazione di determinazione dell’indirizzo politico, tra risultati conseguiti e obiettivi predefiniti
Volti a garantire l’efficacia e l’efficienza delle attività’ operative dell’ente e le valutazioni dei dirigenti
di REPORTING
Volti a garantire l’attendibilità e l’affidabilità dei dati
di CONFORMITÀ
Volti a garantire attraverso il controllo di regolarità amministrativa e contabile, la legittimità, regolarità e correttezza dell’azione amministrativa
LA METODOLOGIA DI LAVORO
107
Pianificazione
� Studio dell’ente e della sua organizzazione
� Valutazione del sistema di controllo interno
� Valutazione delle aree e dei fattori di rischio
Programmi di revisione Risposta ai rischi di revisione:
� Natura, estensione e tempistica dei controlli
Esecuzione
Conclusione
� Controlli mirati� Controlli a campioneElementi probativi sufficienti
ed appropriati
� Relazioni e pareri
LA METODOLOGIA DI LAVORO
103
RELAZIONE DELL’ORGANO DI REVISIONE
Relazione del
revisore
Vigilanza periodica
Sufficienti ed appropriati elementi probativi
Controlli specifici sul rendiconto
LA METODOLOGIA DI LAVORO
104
108
ART. 2 COMMA 2 DLGS. N. 286/99
LE VERIFICHE DI REGOLARITÀ CONTABILE DEVONO RISPETTARE IN QUANTO APPLICABILI ALLA PA, I PRINCIPI GENERALI DELLA REVISIONE AZIENDALE ASSEVERATI DAGLI ORDINI E COLLEGI PROFESSIONALI OPERANTI NEL SETTORE.
PRINCIPI EMANATI DAL CNDCEC
PRINCIPI INTERNAZIONALI ISA
LA METODOLOGIA DI LAVORO
105
RIS. AG. ENTRATE 90/E DEL 17.9.2010
L’Organo di revisione degli EE.LL. svolge la stessa funzione di garanzia – in merito alla regolarità contabile e finanziaria – che il DLgs. n. 39/2010 attribuisce al revisore legale dei conti relativamente alla situazione contabile e finanziaria delle società di capitali, presso le quali esercita la funzione e che tra le competenze dell’Organo di revisione rientra quello di ASSEVERARE i conti pubblici, nel senso proprio di garantire che gli elementi contabili comunicati all’AF corrispondano a quelli indicati nelle scritture contabili.La sottoscrizione dell’organo di revisione ha la stessa valenza giuridica del visto di conformità di cui all’art. 35 del DLgs. n. 241/97.
LA METODOLOGIA DI LAVORO
106
109
LE TECNICHE DI REVISIONE
� L’attività di controllo richiede un’attività di PIANIFICAZIONE DELLA REVISIONE E DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI REVISIONE
� Il revisore dovrà redigere un PIANO GENERALE DI CONTROLLO AMMINISTRATIVO E CONTABILE� e il PROGRAMMA DI REVISIONE che stabilisce
natura, ampiezza e tempistica dei controlli� Occorre evitare verifiche ripetitive e formali
LA METODOLOGIA DI LAVORO
107
LE TECNICHE DI REVISIONE
� Il revisore, al fine di limitare il rischio di revisione, effettua un esame delle PROCEDURE e dei SISTEMI CONTABILI-AMMINISTRATIVI adottati attraverso SONDAGGI A CAMPIONE per testare l’operatività del sistema di controllo interno e attraverso INTERVISTEai responsabili di settori, attraverso CONFERME ESTERNE, CONTE FISICHE e ne valuta gli effetti sulla regolarità amministrativa e contabile e sulla corretta rilevazione degli atti di gestione nel sistema informativo (bilancio, peg, mandati, reversali, tesoreria, rendiconto, ecc.).
LA METODOLOGIA DI LAVORO
108
110
LE TECNICHE DI REVISIONE
� LE TECNICHE CAMPIONARIEÈ impossibile escludere in modo assoluto la presenzadi errori o irregolarità in quanto la revisione non puòessere estesa.Il revisore procederà ad effettuare controlli a campione la cui estensione per ogni area amministrativo-contabileè in funzione del rischio stimato.
LA METODOLOGIA DI LAVORO
109
IL CAMPIONAMENTO
• Funzionamento di un controllo previsto dalle procedure della società –deve rimanere evidenza del controllo svolto (es. liquidazione di spese)
• Funzionamento di un controllo previsto dalle procedure della società –deve rimanere evidenza del controllo svolto (es. liquidazione di spese)
Procedure di
conformità
• Verifica degli importi attraverso analisi dettaglio su operazioni e saldi
• Verifica degli importi attraverso analisi dettaglio su operazioni e saldi
Procedure di validità
LA METODOLOGIA DI LAVORO
110
111
TIPOLOGIE DI CAMPIONAMENTO
� Selezione casuale del campione� Utilizzo del calcolo delle probabilità
per valutare i risultati del campione.� Il campionamento implica la verifica di alcuni
elementi (unità) tratti da un insieme di operazioni (popolazione), allo scopo di poter “inferire” le caratteristiche di attendibilità dell’insieme di operazioni nel suo complesso.
Statistico
� Pur senza fornire tutte le garanzie di attendibilità e oggettività di quello statistico è utilizzabile in tutte le aree in cui il numero totale di elementi della popolazione è basso o quando le caratteristiche della popolazione consentono al revisore di estrarre un campione utilizzabile per il raggiungimento degli obiettivi prefissati (es. operazioni anomale; tutte le voci superiori a un certo importo)
A giudizio del
revisoreNon è possibile parlare di campionamento di revisione in quanto i risultati delle procedure
applicate alle voci selezionate non possono essere estesi all’intera popolazione.
LA METODOLOGIA DI LAVORO
111
METODOLOGIA DEL CONTROLLO CONTABILE
Il revisore non deve ripercorrere il lavoro già svolto dai funzionari ma deve:
� verificare la compliance normativa, statutaria e regolamentare;� verificare il rispetto dei principi contabili;� verificare le tecniche, i metodi le procedure di rilevazione contabile
dei fatti e degli atti amministrativi dell’ente e di allocazione contabile delle entrate e delle spese, nonché le misure di controllo previste dalle procedure.
La verifica del sistema di controllo interno va effettuata:� con indagine preliminare per identificare le procedure (ordini di
servizio, funzioni, organigrammi, ecc.) che sono a monte dei fatti e degli amministrativi;
� tramite identificazione e valutazione delle tecniche di controllo previste da tali procedure.
LA METODOLOGIA DI LAVORO
112
112
LA VALUTAZIONE DEL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
Al termine del controllo il revisore giungerà a due tipi di conclusione:
Controlli inesistenti ed
inaffidabili
Relazione al C.C. con descrizione delle
debolezze riscontrate e suggerimenti
Controlli di dettaglio estesi sui dati
contabili generati dalle procedure inaffidabili
Controlli validi anche se non formalizzati
Sondaggi ed interviste sull’effettiva
applicazione dei controlli e sulla loro
efficacia
Controlli di dettaglio meno estesi
Il revisore non sarà responsabile per eventuali errori non riscontrati nella misura in cui avrà individuato nella propria relazione le debolezze procedurali
LA METODOLOGIA DI LAVORO
113
LE TECNICHE DI REVISIONE
Solo al termine del processo di revisione, ordinate edarchiviate le carte di lavoro, il revisore potrà:
� esprimere un giudizio motivato di regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione;
� attestare la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione.
LA METODOLOGIA DI LAVORO
114
113
INTRODUZIONE AI CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
DI PROGRAMMAZIONE, GESTIONE E RENDICONTAZIONE
LE REGOLE DI COMPORTAMENTO
Il Revisore deve essere consapevole, nell’esecuzione delle procedure di revisione e nella valutazione ed esposizione delle proprie conclusioni, che la NON CONFORMITÀ dei comportamenti dell’organo di governo dell’E.L. alle leggi, regolamenti, statuto, principi contabili, può avere EFFETTI SIGNIFICATIVI, anche a cascata, sui vari ATTI DI PROGRAMMAZIONE, GESTIONE E RENDICONTAZIONE (compresi bilancio di previsione e rendiconto).
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
116
114
LE REGOLE DI COMPORTAMENTO
NON CONFORMITÀComportamenti o atti di tipo omissivo o commissivo sia intenzionali che involontari che risultano contrari alle leggi, ai principi contabili, ai regolamenti e allo statuto
• Alcune norme di legge e principi contabili stabiliscono la forma e il
contenuto degli atti, nonché i criteri di redazione degli stessi, i criteri di
valutazione da adottare, le finalità e le informazioni di fornire
• Gli EE.LL. operano in un settore FORTEMENTE REGOLATO sia sotto
il profilo istituzionale che finanziario-contabile e giuslavoristico e
partecipano ad obiettivi di finanza pubblica.
• La non conformità potrebbe essere molto significativa
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
117
LE REGOLE DI COMPORTAMENTO
L’individuazione di comportamenti non conformi, indipendentemente dalla loro significatività richiede:
1 La valutazione della qualità degli atti amministrativi posti in essere dagli organi di governo, dal d.g., dal segretario, dai dirigenti, dai responsabili dei servizi e dal personale e dei possibili effetti sugli altri aspetti della revisione
2 L’individuazione dell’Organo o dei soggetti preposti alla regolarizzazione dei comportamenti non conformi
3 L’individuazione della significatività della non conformità
4 L’individuazione dei soggetti cui segnalare/denunciare la non conformità
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
118
115
LE RESPONSABILITÀ DI COMPLIANCE
� Gli organi dell’Ente sono responsabili della compliance, con l’assistenza giuridico-amministrativa del segretario
� Spetta a loro la responsabilità di prevenzione edindividuazione delle non conformità
• La funzione del SEGRETARIO non è più di controllo di legittimità dei singoli atti, ma di collaborazione, anche propositiva, nei confronti dell’amministrazione, affinché l’azione svolta sia conforme ai principi posti dall’ordinamento giuridico per il raggiungimento degli scopi prefissati dagli amministratori (Circ. Mininterno n. 18/1997)
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
119
PROCEDURE DI COMPLIANCE
1 Emanazione di direttive specifiche agli ufficiMonitoraggio degli obblighi di legge, regolamenti, statuto, principi contabili e accertamento che le procedure operative siano sviluppate secondo una tempistica ed in maniera tale da tener conto degli obblighi
2 Istituzione e gestione di un sistema di controllo interno adeguato alle dimensioni e complessità dell’ente
3 Redazione, divulgazione e applicazione di un codice di comportamento che implichi anche un relazionamento tra i vari dirigenti ed i responsabili dei servizi
4 Accertamento che il personale sia adeguatamente preparato
5 Nomina di consulenti esterni a supporto delle attività degli Uffici e degli organi dell’ente
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
120
116
LE VALUTAZIONI DEL REVISORE IN TERMINI DI COMPLIANCE
� Il revisore non è responsabile della prevenzione dei comportamenti non conformi se non è chiamato a esprimere il parere preventivo sugli atti in fase di predisposizione
� Il revisore potrebbe non individuare non conformità anche se ha correttamente pianificato il lavoro ed eseguito lo stesso in conformità ai principi di revisione (molti atti sono di natura extra-contabile ma hanno impatto su atti di programmazione e gestione)
� Il revisore deve eseguire i controlli con scetticismo professionale
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
121
� Nella fase di PIANIFICAZIONE del lavoro di revisione il revisore deve acquisire unaCONOSCENZA GENERALE DEL QUADRO NORMATIVO E REGOLAMENTAREAPPLICABILE all’ente e del modo in cui questo quadro viene rispettato.
� Nella pianificazione il revisore deve valutare lasignificatività dei rischi in termini di probabilità di accadimento e impatto (es. mancata approvazione del bilancio di previsione o mancato rispetto del patto di stabilità)
� Avvalersi dell’esperienza del nel settore e percorsi formativi� Rifarsi alla prassi di Corte dei Conti, RGS, MEF, MinInterno� Interviste al Segretario, al DG, ai dirigenti, ai responsabili dei servizi sulle procedure
adottate per accertare le non conformità� Chiedere agli stessi soggetti quali siano le leggi, regolamenti che possono avere un
impatto determinante sulla programmazione, gestione e rendicontazione dell’ente� Chiedere la predisposizione di apposite NOTE METODOLOGICHE per tutti gli ATTI
EXTRA-CONTABILI che costituiscono il presupposto per la predisposizione degli atti di programmazione e di rendicontazione che trasformano in “Effetti contabili” le norme di coordinamento della finanza pubblica (Le note vanno inserite nella RPP e nel rendiconto)
Conoscenza generale
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
122
LE VALUTAZIONI DEL REVISORE IN TERMINI DI COMPLIANCE
117
Ottenuta la conoscenza generale il revisore deve:
1 Eseguire le procedure necessarie per identificare casi di non conformità la cui non osservanza potrebbe avere un effetto significativo sugli atti di programmazione (Veridicità, coerenza) e sul rendiconto (true and fair view)
2 Chiedere al segretario, al D.G., ai dirigenti ed ai responsabili di servizio se l’ente ha compiutamente applicato le norme di riferimento
3 Esaminare la corrispondenza intervenuta tra la Corte di Conti, il MEF, la RGS, il Mininterno e l’ente
4 Acquisire elementi probativi sufficienti ed appropriati sul rispetto delle norme e dei principi contabili che hanno effetto sulla determinazione degli importi iscritti negli atti di programmazione e di rendicontazione
5 Inviare preliminarmente una comunicazione scritta al segretario, al D.G., ai dirigenti ed ai responsabili di servizio , con la quale viene espressamente richiesto che ogni caso conosciuto di non conformità, effettiva o potenziale, i cui effetti vengono considerati nel redigere atti di programmazione, gestione e rendicontazione, deve essere portato all’immediata consocenza dell’organo di revisione a mezzo di apposita comunicazione scritta
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
123
LE VALUTAZIONI DEL REVISORE IN TERMINI DI COMPLIANCE
LISTA DELLE PRINCIPALI IRREGOLARITÀ
Procedure di acquisizione di entrate e di erogazione della spesa:▪ Mancata acquisizione di entrate
▪ Mancato esercizio della procedura di riscossione coattiva
▪ Prescrizione del credito
▪ Decadenza dei termini per liquidazione e accertamento tributi
▪ Mancata registrazione di impegni
▪ Esecuzione di impegni nulli
▪ Gestione provvisoria con superamento dei limiti
▪ Esistenza di debiti fuori bilancio non riconoscibili
▪ Distrazione di fondi a destinazione specifica o vincolata
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
124
118
▪ Mancata adozione del provvedimento di riequilibrio
▪ Mancata copertura minima dei costi dei servizi a domanda individuale
▪ Mancata regolarizzazione di ordinazioni di LL.PP. di somma urgenza
▪ Maggiori oneri per ritardati pagamenti non giustificati
▪ Transazioni e riconoscimenti di debiti
▪ Mancato rispetto dei termini di approvazione bilancio e rendiconto
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
125
LISTA DELLE PRINCIPALI IRREGOLARITÀ
LISTA DELLE PRINCIPALI IRREGOLARITÀ
Attività contrattuale• Stipulazione di contratti in violazione di norme di contabilità o
con inosservanza dei necessari accertamenti tecnici
• Mancato rispetto delle norme fondamentali in materia
di procedura di gara
Gestione dei beni▪ Utilizzo di beni demaniali da parte di terzi senza atto di
concessione, o senza canone o con canone irrisorio
▪ Utilizzo di beni patrimoniali da parte di terzi senza atto diconcessione, o senza canone o con canone irrisorio
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
126
119
LISTA DELLE PRINCIPALI IRREGOLARITÀ
▪ Furti e rapine agevolati da comportamenti omissivi
▪ Danni provocati da conducenti di mezzi meccanici
▪ Strumenti costosi inutilizzati
▪ Deterioramento di OO.PP. Iniziate e non completate
▪ Mancato tempestivo espletamento di procedure espropriative
▪ Corretta manutenzione dei beni pubblici
Gestione dei fattori produttivi▪ Illegittima attribuzione e quantificazione di emolumenti ad amministratori
e dipendenti
▪ Illegittimi inquadramenti e promozioni di personale
▪ Assenteismo patologico
▪ Viaggi all’estero senza utilità per l’ente e con soggetti estranei
▪ Pagamento di parcelle per opere non realizzate
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
127
LISTA DELLE PRINCIPALI IRREGOLARITÀ
In generale▪ Gestione occulta di fondi e disponibilità, quali mancata
contabilizzazione di poste attive e passive di rilevante entità
▪ Sovvertimento delle scelte di priorità stabilite dalla legge o daatti di programmazione dell’ente
▪ Utilizzo di f.p. senza contropartita in termini di prodotto oservizio
▪ Mancato conseguimento del previsto equilibrio finanziario,economico, patrimoniale
▪ Inosservanza adempimenti e scadenze in materia fiscale
▪ Pareggio fittizio del bilancio
I CONTROLLI SULLE FASI E SUGLI ATTI
128
120
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
Dott. Ermando Bozza
SOMMARIO
� Le linee programmatiche
� Il Piano Generale di Sviluppo
� La Relazione previsionale e programmatica
� Il Bilancio di previsione pluriennale
� Il Bilancio di previsione annuale
� Il Parere dell’organo di revisione
� Il Piano esecutivo di gestione (PEG)
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
2
121
GLI STRUMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA
Bilancio pluriennale
Bilancio annuale di previsione
Piano esecutivo di
gestione
Relazione previsionale e programmatica
PIANO GENERALE DI SVILUPPO
Missione aziendale
LINEE PROGRAMMATICHE
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
3
LE LINEE PROGRAMMATICHE
Art. 46 co. 3 TUELSTATUTO
Atto di programmazione strategica che abbraccia tutto il mandato e declina gli indirizzi e gli obiettivi che l’Amministrazione persegue. Rappresenta la trasposizione del programma elettorale filtrato dalle concrete possibilità di realizzazione
Deve essere oggetto di aggiornamento o revisione periodica allo scopo di attualizzare gli obiettivi rapportandoli alle novità intervenute e ai risultati raggiunti
Va presentato in Consiglio, nei termini fissati dallo Statuto, e non va votato.
Tutti gli atti programmatori devono essere COERENTI con le linee programmatiche
Il revisore non deve
esprimere parere
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
4
122
I CONTROLLI SULLE LINEE PROGRAMMATICHE
Principio CNDCEC n. 5, punto 33
1 Illustrino gli obiettivi politici del programma elettorale ovvero individuino in forma concreta le iniziative e le azioni che il sindaco si prefigge di intraprendere
2 Siano redatte dal sindaco quale primo adempimento pianificatorio
3 Siano presentate nel termine previsto dallo statuto al consiglio sentita la giunta
4 Siano articolate nei medesimi programmi che verranno sviluppati, in chiave triennale, nella Relazione Previsionale e Programmatica
Il revisore deve verificare che le linee programmatiche:
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
5
IL PIANO GENERALE DI SVILUPPO
Art. 13 DLgs. 170/2006Art. 165 co. 7 TUEL
Documento che ha la funzione di raccordare i diversi livelli di programmazione in un’unica cornice dove vengono declinati obiettivi strategici, azioni, impegni enunciati nelle linee programmatiche, struttura delle responsabilità. SI differenzia dalle linee programmatiche in quanto contiene analisi di fattibilità e proietta gli andamenti economico-finanziari e patrimoniali per l’intero mandato.� Raccorda la pianificazione strategica con la programmazione gestionale� Si collega ai programmi e progetti della RPP� Deve garantire la coerenza con gli altri strumenti di pianificazioneLa legge non stabilisce regole tassative per strutturare il PGS (modulabile in base alle dimensioni e complessità).Deve essere deliberato dal consiglio prima del primo bilancio annuale di previsione.E’ soggetto a revisione periodica.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
6
123
I CONTROLLI SUL PGS
Principio CNDCEC n. 5, punto 47
1 Sia tratto dalle linee programmatiche di cui rende operativi gli obiettivi con le reali possibilità dell’ente
2 Sia un documento tecnico predisposto dalla giunta
3 Definisca il contenuto degli interventi e ne quantifichi il costo
4 Dia evidenza:• delle necessità finanziarie e strutturali per l’espletamento dei servizi che non
abbisognano di investimenti;• delle possibilità di finanziamento con risorse correnti per l’espletamento dei servizi,
oltre alle risorse assegnate in precedenza, nei limiti delle possibilità di espansione;• del contenuto concreto degli investimenti e delle OOPP, delle indicazioni di costo e di
oneri indotti;• delle disponibilità in termini di indebitamento;• del costo delle operazioni finanziarie (leasing; PO; aperture di credito) e delle
possibilità di copertura;• della compatibilità con le disposizioni del patto di stabilità
5 Sia deliberato dal Consiglio prima del primo bilancio annuale del mandato e prima della deliberazione della giunta sul programma triennale dei LLPP e del fabbisogno di personale
6 Venga assoggettato a revisione periodica
Il revisore deve verificare che il PGS:
Motivato giudizio di congruità e coerenza
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
7
I CONTROLLI SUL PGS
Ipotesi di mancata adozione
Corte dei Conti, Sez. riunite
Parere del 31.03.2009
Il revisore deve invitare senza indugio gli organi preposti all’adozione dando evidenza dell’inadempimento alla Sez. Reg.le della Corte dei conti in sede di questionario
La mancata adozione in termini ragionevoli comporta l’obbligo per il revisore di darne referto all’organo consiliare con eventuale denuncia ai competenti organi giurisdizionali ove si configurino responsabilità e di segnalazione alla Prefettura
Non incide sulla legittimità del bilancio di previsione
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
8
124
IL SISTEMA BILANCIO DI PREVISIONEALLEGATI OBBLIGATORI
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
Delibera di conferma o variazione addizionale IRPEF
Prospetto patto di stabilità
Nota oneri stimati contratti derivati
Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari
Piano triennale di contenimento delle spese art. 2 L. 244/2007
Eventuale programma delle collaborazioni autonome art. 46 L. 133/2008
Limite massimo delle spese per collaborazioni autonome art. 46 L. 133/2008
Eventuale delibera Conf. Unificata 1.4.2009 per azioni straordinarie di valorizzazione e
utilizzazione del patrimonio edilizio e urbanistico
Rendiconto penultimo eserc. prec. approvato
Risultanze dei rendiconti unioni di comuni, consorzi, soc. partec
Delibera sulla verifica quantità e qualità aree e fabbricati uso residenziale e produttivo e prezzi
Programma triennale LLPP
Delibere tariffe a aliquote
Tabella parametri deficitarietà strutturale
Programma triennale del fabbisogno di personale
Delibera di destinazione vincolata delle sanzioni codice della strada
Relazione previsionale e programmatica
Bilancio pluriennale
9
LA RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA (art. 170 TUEL)
� È il primo documento da redigere nel processo di formazione del bilancio
� Definisce gli obiettivi generali da raggiungere nel triennio (minimo) e le risorse disponibili
� Gli schemi sono obbligatori� È un allegato del bilancio di previsione� Deve rispettare i postulati di bilancio� Deve essere coerente con le linee programmatiche, il PGS, il
bilancio pluriennale, il bilancio annuale, fabbisogno personale, piano triennale LLPP, piano alienazioni e valorizzazione beni immobili, PEG, ecc.
� Si compone di due parti:a) pianificazione strategicab) programmazione strategica
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
10
125
CONTENUTO DELLA RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA
Caratteristiche generali della popolazione, del territorio, dell’economia insediata e dei servizi dell’ente
Programmi e progetti
Stato di attuazione dei programmi deliberati negli anni precedenti e considerazioni sullo stato di attuazione
Rilevazione per il consolidamento dei conti pubblici
Considerazioni finali sulla coerenza dei programmi rispetto ai piani regionali di sviluppo, ai piani
regionali di settore, agli atti programmatici della regione
Analisi delle risorse
Parte obbligatoria nel solo contenuto
Parte obbligatoria nel contenuto e nella forma grafica
Sezione 1
Sezione 2
Sezione 3
Sezione 5
Sezione 4
Sezione 6
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
11
LA RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA
PIANIFICAZIONE STRATEGICA
� Analisi ambientale (popolazione, territorio, economia insediata)
� Analisi dei servizi (personale in servizio e in pianta organica - strutture attivate e posti disponibili: scuole, residenze anziani, centri sportivi, farmacie, rete fognaria, depuratori, rete gas, raccolta rifiuti, discariche? - )
� Analisi finanziaria e stato di attuazione dei programmi (valutazione delle risorse; possibilità di acquisizione dei mezzi finanziari, fonti di finanziamento, trend storici dell’ultimo triennio; stato attuazione programmi precedenti – OOPP sez. 4.1
PROGRAMMAZIONE STRATEGICA
� Individuazione e redazione di programmi e progetti (obiettivi, spese prevista consolidata e di sviluppo e di investimento e in % su spese finali; responsabile; motivazioni e finalità, risorse umane e strumentali da impiegare; coerenza con piani regionali; fonti di finanziamento correnti e in c/capitale secondo provenienza)
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
12
126
ESEMPIO DI RIEPILOGO DEI PROGRAMMI NELLA RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
13
ESEMPIO DI ANALISI DI UN SINGOLO PROGRAMMA
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
14
127
I CONTROLLI DEL REVISORE1 Predisposizione da parte della giunta
2 Adozione dello schema obbligatorio DPR 326/1998
3 Inserimento e illustrazione delle previsioni delle risorse e impieghi contenute nel bilancio annuale e pluriennale
4 Contenuto minimo ex art. 17 D.lgs. 170/2006
5 Coerenza con linee programmatiche, PGS,e altri strumenti di programmazione
6 Rispetto dei postulati di bilancio (in particolare economicità)
7 Inclusione di un bilancio consolidato delle aziende o enti collegati e partecipati e per la parte investimenti bilancio allargato di tutti gli interventi pubblici programmati sul territorio
8 Elencazione analitica delle OOPP finanziate negli anni precedenti e non ultimate. Il controllo è fondamentale anche ai fini della verifica dell’attendibilità del prospetto dimostrativo del rispetto degli obiettivi del patto di stabilità
9 Presenza di considerazioni in merito alla coerenza dei programmi rispetto ai piani regionali di sviluppo, ai piani regionali di settore e agli altri atti programmatori della regione
10
Presenza di parametri potenzialmente utili a misurare il grado di raggiungimento del risultato e di riferimento per il controllo (costi unitari, modi e tempi dell’azione amministrativa)
11 La RPP deve definire i servizi e le attività dell’ente e i rispettivi responsabili di procedimento e d’obiettivo, affidando a ciascuno gli obiettivi, le risorse e i tempi di attuazione (ovvero l’impegno a definire il tutto con il PEG)
12
Pubblicità
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
27
L’OBBLIGO DI COERENZA DEGLI ATTI SUCCESSIVI
ART. 170 CO. 7 TUEL
Il Regolamento di contabilità deve prevedere casi diinammissibilità e improcedibilità delle deliberazioni di consiglio o digiunta che non siano coerenti con le previsioni contenute nellaRPP
InammissibilitàFa riferimento ad una proposta di deliberazioneesaminata e discussa e successivamente giudicatanon coerente
ImprocedibilitàFa riferimento ad una proposta di deliberazioneritirata prima di essere esaminata e discussa
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
28
134
CASI DI INAMMISSIBILITÀ E IMPROCEDIBILITÀ
CIRC. F.L. 14.11.1997N. 28
• Incompatibilità dell’atto con gli importi che si è previsto di destinare allaspese consolidata, di sviluppo e di investimento;
• mancanza di compatibilità con le previsioni dei mezzi finanziari e dellefonti di finanziamento dei programmi e progetti;
• contrasto con le finalità dei programmi e dei progetti in termini diindirizzi (obiettivi) e dei contenuti;
• mancanza di compatibilità con le risorse umane e strumentali destinatea ciascun programma e progetto
Se si intercettano pareri di regolarità tecnica e contabile con rilievi inordine alla inammissibilità o improcedibilità il revisore deve segnalarel’incoerenza all’organo deliberante (art. 239, c.1, lett. e) TUEL
Le variazioni di bilancio e di PEG spesso comportano variazione della RPP
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
29
PARERE DEL REVISORE SULLA RPP
L’Organo di revisione deve esprimere un PARERE sul contenutodella RPP esprimendo un GIUDIZIO sulla CONGRUITÀ,COERENZA e ATTENDIBILITÀ delle PREVISIONI, deiPROGRAMMI e dei PROGETTI
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
30
PARERE DEL REVISORE SULLA RPP
135
ESEMPIO DI PARERE IN MERITO ALLA RPP
VERIFICA COERENZA DELLE PREVISIONI
8. Verifica della coerenza interna
L’organo di revisione ritiene che gli obiettivi indicati nella relazione previsionale e programmatica e le previsioni annuali e pluriennali siano coerenti con gli strumenti di programmazione di mandato (piano generale di sviluppo) e con gli atti di programmazione di settore (piano triennale dei lavori pubblici, programmazione fabbisogno del personale, piano alienazioni e valorizzazione patrimonio immobiliare ecc.)
Oppure
L’organo di revisione ritenendo che gli obiettivi indicati nella relazione previsionale e programmatica e le previsioni annuali e pluriennali non siano coerenti con gli strumenti di programmazione di mandato (piano generale di sviluppo) e gli atti di programmazione di settore ( piano triennale dei lavori pubblici, programmazione fabbisogno del personale ecc.) nei seguenti aspetti:
…………………………………………………………………………………………….
richiede una esplicita e motivata modifica agli strumenti di programmazione prima o contestualmente alla deliberazione del bilancio.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
31
8.2. Verifica contenuto informativo ed illustrativo della relazione previsionale e programmatica e della coerenza con le previsioni
(Attestare solo gli elementi effettivamente contenuti nella relazione. La mancata indicazione nella relazione di elementi che si ritengono essenziali ai fini illustrativi e i risultati della verifica della coerenza, attendibilità e congruità della previsioni devono essere evidenziate nella parte “ osservazioni e suggerimenti”)
La relazione previsionale e programmatica predisposta dall’organo esecutivo e redatta sullo schema approvato con DPR 3 agosto 1998, n. 326, contiene l'illustrazione della previsione delle risorse e degli impieghi contenute nel bilancio annuale e pluriennale conformemente a quanto contenuto nell'art. 170 del Tuel, nello statuto e nel regolamento di contabilità dell'ente.
Gli obiettivi contenuti nella relazione sono coerenti con le linee programmatiche di mandato e con il piano generale di sviluppo dell’ente.
In particolare la relazione:
a) è stata redatta secondo fasi strategiche caratterizzate da: - ricognizione delle caratteristiche generali; - individuazione degli obiettivi; - valutazione delle risorse; - scelta delle opzioni; - individuazione e redazione dei programmi e progetti;
b) rispetta i postulati di bilancio in particolare quello della economicità esprimendo una valutazione delle attività fondata sulla considerazione dei costi e dei proventi;
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
32
ESEMPIO DI PARERE IN MERITO ALLA RPP
136
a) per l'entrata comprende una valutazione generale sulle risorse più significative ed individua le fonti di finanziamento della programmazione annuale e pluriennale;
b) per la spesa è redatta per programmi, per progetti (eventuale) rilevando distintamente la spesa corrente consolidata, quella di sviluppo e quella di investimento;
c) per ciascun programma contiene: - le scelte adottate e le finalità da conseguire, - le risorse umane da utilizzare, - le risorse strumentali da utilizzare;
d) individua i responsabili dei programmi e degli eventuali progetti attribuendo loro gli obiettivi generali e le necessarie risorse;
e) motiva e spiega in modo trasparente e leggibile le scelte, gli obiettivi, le finalità che s’intende conseguire e fornisce adeguati elementi dimostranti la coerenza delle stesse con le previsioni annuali e pluriennali, con gli obiettivi di finanza pubblica, nonché con : - le linee programmatiche di mandato (art. 46, comma 3, Tuel); - il piano generale di sviluppo dell’ente (art. 165, comma 7, Tuel); - gli strumenti urbanistici e relativi piani d’attuazione; - il programma triennale e l’elenco annuale dei lavori pubblici; - la programmazione del fabbisogno di personale;
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
33
ESEMPIO DI PARERE IN MERITO ALLA RPP
a) contiene un bilancio consolidato delle previsioni delle aziende o enti collegati e partecipati e per la parte investimenti un bilancio allargato di tutti gli interventi pubblici programmati sul territorio;
b) elenca analiticamente i progetti di opere pubbliche finanziate negli anni precedenti e non ancora, in tutto o in parte realizzati;
c) contiene considerazioni sulla coerenza dei programmi rispetto ai piani regionali di sviluppo, ai piani regionali di settore ed agli atti programmatori della regione;
d) contiene parametri potenzialmente utili a misurare il grado di raggiungimento del risultato e di riferimento per il controllo , tesi ad evidenziare in termini unitari i costi, i modi e i tempi dell’azione amministrativa;
e) definisce i servizi e le attività dell’ente e i rispettivi responsabili di procedimento e d’obiettivo, affidando a ciascuno gli obiettivi, le risorse e i tempi d’attuazione; (oppure:contiene l’impegno a definire prima dell’inizio dell’esercizio il piano esecutivo di gestione);
f) assicura ai cittadini, agli organismi di partecipazione ed agli altri utilizzatori del bilancio la conoscenza dei contenuti significativi e caratteristici del bilancio annuale, dei suoi allegati e del futuro andamento dell’ente.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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ESEMPIO DI PARERE IN MERITO ALLA RPP
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IL BILANCIO DI PREVISIONE PLURIENNALE
È documento contabile nel quale vengono indicate le previsioni di natura finanziaria (spese correnti , di investimento e di indebitamento) riferite all’arco temporale considerato nella RPP
▪ È redatto per competenza finanziaria (diritto all’accertamento e obbligo all’impegno)
▪ Si fonda su valutazioni di natura economico-patrimoniale▪ Ha natura previsionale e finanziaria▪ Ha carattere autorizzatorio▪ Copre un arco temporale non inferiore a 3 anni▪ Esprime i dati di spesa aggregati per destinazione (programmi/servizi) e
natura (titoli e interventi)▪ Esprime i dati finanziari di entrata aggregati per fonte di provenienza
(titoli), tipologia (categorie) e oggetto (risorse)▪ E’ articolato in programmi corrispondenti a quelli definiti dalla RPP
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
35
IL RAPPORTO TRA BILANCIO PLURIENNALE E RPP
� La RPP ha lo scopo di individuare un piano generale degli interventi dell’entelocale, illustrando i programmi, i progetti e le relative risorse da utilizzare
� Il bilancio pluriennale di previsione ha la funzione principale la verificacomplessiva dell’entità e della tipologia dei mezzi finanziari idonei a garantireil mantenimento degli equilibri economico-finanziari nel tempo e, inparticolare, la copertura delle spese di funzionamento e di investimento.
Il bilancio pluriennale mette in relazione più esercizi per cui è importante verificarealcuni elementi quali gli impegni pluriennali, le opere pubbliche e gli investimenti,gli oneri indotti dagli stessi, i mutui passivi, che per loro natura incidono sugliequilibri futuri, in termini di spese per interessi passivi e rimborsi di capitale
I riflessi finanziari delle decisioni già prese e delle altre da effettuare (come
in RPP) devono essere attentamente vagliati per rispettare i principi della
veridicità e coerenza delle previsioni di bilancio
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
36
138
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
I CONTROLLIIl revisore deve verificare che il bilancio pluriennale:
1 Sia redatto in conformità a quanto previsto dall’art. 171 Tuel e secondo lo schema DPR 194/1996
2 La parte SPESA sia articolata in programmi, titoli, servizi ed interventi e che le spese correnti siano ripartite tra consolidate (CO) e sviluppo (SV) e che ogni programma evidenzi la spesa complessiva distinta tra spese correnti (CO + SV) e spese di investimenti (IN)
3 Contenga al più l’avanzo di amministrazione presunto solo nel primo anno
4 Gli stanziamenti del primo anno coincidano con quelli del bilancio annuale
5 Le previsioni tengano conto:
Dei principi di bilancio dell’art. 162 Tuel
Dei postulati dei principi contabili degli EELL e del Pcel n. 1, escluso quello dell’annualità
Dei mezzi finanziari destinati alla copertura delle spese correnti e di investimento
Della capacità di indebitamento ex art. 204 TUEL
Delle spese indotte dagli investimenti programmati e stanziati in bilancio (art. 200 Tuel)
Del rispetto degli obiettivi del Patto di Stabilità Interno
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
38
139
I CONTROLLI
5 Le previsioni tengano conto:
Del tasso di inflazione programmato (art. 173 Tuel): il calcolo non deve essere automatico ma occorre tener conto dei costi effettivi e certi e delle maggiori o minori spese scaturenti da impegni assunti negli anni precedenti e dai nuovi programmi
Degli impegni di spesa già assunti ai sensi degli artt. 183, c. 6 e 7, dell’art. 200 e 201, c. 2, Tuel
Delle linee programmatiche e del Pgs
Delle previsioni contenute nel programma triennale e elenco annuale dei LLPP
Delle previsioni contenute negli strumenti urbanistici
Dei piani economico-finanziari approvati e della loro ricaduta nel triennio
Della manovra tributaria e tariffaria deliberata o attuabile in rapporto alla normativa vigente
Della programmazione triennale del fabbisogno di personale di cui all’art. 91 Tuel
Del piano delle alienazioni e valorizzazione del patrimonio immobiliare
Degli equilibri di bilancio (Ec – Sc+K) se Ec<Sc+K la differenza per il solo 2012 può essere coperta con oneri di urbanizzazione. Altre fonti: avanzo di amministrazione per debiti fuori bilancio o mutui (art. 119 Cost.)
Dell’andamento coerente delle spese per il personale con la pianta organica e con la programmazione triennale
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
39
PARERE
L’Organo di revisione deve esprimere un PARERE MOTIVATO sul contenuto del Bilancio di Previsione Pluriennale, esprimendo un giudizio sulla CONGRUITÀ, COERENZA ed ATTENDIBILITÀdelle previsioni
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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140
IL BILANCIO DI PREVISIONE ANNUALE
ART. 162-168 TUELART. 172 – ALLEGATI
DPR 194/96 Modulistica
Il bilancio annuale rappresenta la proiezione annuale:a) delle spese correnti, di investimento e di indebitamento, finalizzate alla
realizzazione dei programmi e degli eventuali progetti illustrati nella Rppb) delle risorse in entrata atte a garantire la copertura delle spese previste
nell’annoc) delle entrate e delle spese relative ai servizi per conto di terzi
il bilancio annuale e il bilancio pluriennale hanno la funzione fondamentale di regolare la funzione autorizzatoria e di dimostrare come l’ente intende garantire nel tempo il mantenimento degli equilibri finanziari e, in particolare, il pareggio di bilancio.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
41
GLI EQUILIBRI DI BILANCIO
ENTRATE TOTALI SPESE TOTALI
ENTRATE CORRENTITit. I + II + III
SPESE CORRENTI (Tit. I)
QUOTA CAPITALE RIMBORSO MUTUI [Tit. III (Int. 3, 4 e 5)] salvo eccezioni di legge
Equilibrio corrente
Equilibrio parte investimenti
=
=Equilibrio generale
ENTRATE IN C/CAPITALETit. IV + V (Categ. 3 + 4)
SPESE IN C/CAPITALETit. II=
Equilibrio anticipazioni di cassa
ANTICIPAZIONI DI CASSA E FINANZ. A BT (Tit. V categ. 1+2) = ANTICIPAZIONI DI CASSA E
FINANZ. A BT (Tit. III Int. 1+2)
Equilibrio servizi conto terzi
Titolo VI = Titolo IV
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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185.500,00
Avanzo corrente
Tit. III Spese per rimborso di prestiti
Finanziamento spese in c/capitale
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
43
GLI ALTRI EQUILIBRI DI BILANCIO
Interessi passiviInt. 6
≤∑ Tit. I, II e III Entrate rendiconto penultimo
esercizio
8% 2012
6% 2013
4% 2014
FONDI A DESTINAZIONE VINCOLATATutte le entrate derivanti da fondi a destinazione specifica o vincolata o perfunzioni delegate dalla regione devono finanziare le spese per le quali sussiste ilvincolo di destinazione.
INTERESSI PASSIVI
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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142
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
45
Tutti gli equilibri devono essere conservati durante la gestione annualedi competenza, anche a seguito di eventuali variazioni di bilancio effettuatenel corso dell’anno, e sono oggetto di verifica da parte dell’assembleaconsiliare, almeno una volta nel corso della gestione, in sede disalvaguardia degli equilibri di bilancio (art. 193 TUEL), affinché venganoadottati tutti i provvedimenti necessari per il ripristinare il pareggio e ilmantenimento degli equilibri stessi.La mancata adozione di tali provvedimenti è equiparata alla mancata
approvazione del bilancio nei termini e provoca lo scioglimento del Consiglio(art. 193 co. 2 del TUEL).
IL MONITORAGGIO DEGLI EQUILIBRI DI BILANCIO
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
46
143
CARATTERISTICHE DEL BILANCIO ANNUALE DI PREVISIONE
Principi(postulati)
� Unità� Annualità� Universalità� Integrità� Veridicità/attendibilità� Pareggio finanziario� Pubblicità
Struttura contabile
� Entrata: Titoli, categorie, risorse� Spesa: Funzioni, servizi, Titoli, interventi
Organo deliberante
� Consiglio
L’art. 162 co. 1 del TUEL stabilisce che “gli enti locali deliberano
annualmente il bilancio di previsione finanziario redatto in termini di competenza, per l’anno successivo, osservando i principi di unità, annualità, universalità ed integrità, veridicità, pareggio finanziario e pubblicità”.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
47
I POSTULATI DI BILANCIOUnità Il totale delle entrate finanzia il totale delle spese salvo eccezioni di legge
Annualità L’unità temporale della gestione è l’anno finanziario (1/1-31/12). Dopo tale termine non possono più effettuarsi accertamenti di entrate e impegni di spesa in conto dell’esercizio scaduto.
Universalità e integrità
Tutte le entrate sono iscritte in bilancio al lordo delle spese di riscossione a carico degli enti locali e di altre eventuali spese a esse connesse. Parimenti tutte le spese sono iscritte in bilancio integralmente, senza alcuna riduzione delle correlate entrate. La gestione finanziaria è unica: sono vietate le gestioni di entrata e di spese che non siano iscritte in bilancio.
Veridicità e attendibilità
Le previsioni di bilancio devono essere sostenute da analisi riferite a un adeguato arco temporale o, in mancanza, da altri idonei parametri di riferimento. Le informazioni devono essere scevre da errori significativi.
Pareggio finanziario
Il bilancio è deliberato in pareggio complessivo e nel rispetto degli altri equilibri richiesti dalla normativa.
Pubblicità I contenuti significativi del bilancio devono essere portati a conoscenza dei cittadini e degli stakeholders.
Significatività e rilevanza
Le informazioni e i valori di bilancio non devono contenere errori significativi sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo
Prudenza Deve trovare applicazione in tutto il sistema bilancio. Devono essere iscritte solo le entrate che si prevede siano accertabili nell’esercizio, mentre devono rientrare nelle spese tutti gli oneri che si prevede di dover impegnare. I suoi eccessi devono essere evitati perché pregiudizievoli della rappresentazione veritiera e corretta dell’andamento dell’ente locale.
Competenzafinanziaria
Le entrate vanno iscritte nel periodo in cui sorge il diritto a riscuotere (accertamento) e le spese in quello in cui sorge l’obbligo a pagare (impegno)
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
48
144
Somme
In aumento In diminuzionerisultanti
1 2 3 4 5 6 7 8
DenominazioneCodice e numero
Schema di bilancio di previsione di un comune (parte entrata)
Risorsa
Previsioni di competenza per l'esercizio al quale si riferisce il presente bilancio
Variazioni
Bilancio di previsione
AnnotazioniAccertamenti ultimo esercizio
chiuso
Previsioni definitive esercizio
in corso
Secondo il sistema di codifica delle entrate
Con totali e subtotali per titoli e categorie. La prima voce dell'entrata è l'eventuale avanzo di amministrazione applicato, suddiviso nelle sue quattro componenti (vincolato, finanziamento investimenti, fondo ammortamento,
non vincolato)
Per il preventivo 2012:accertamenti 2010. Sono desumibili dall'ultimo consuntivo approvato
Per il preventivo 2012: stanziamenti 2011, aggiornati a lla data di approvazione del preventivo 2012
Rispetto alla colonna 4
Stanziamento di competenza per l'esercizio cui il
preventivo si riferisce. È pari a lle colonne (4) + (5) - (6)
Indicazione dell'eventuale rilevanza ai fini IVA (art.
1/4 Dpr 194/96)
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
49
SommeIn aumento In diminuzione risultanti
1 2 3 4 5 6 7 8
Schema di bilancio di previsione di un comune (parte Spesa)
Bilancio di previsione
Intervento Impegni ultimo esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio
in corso
Previsioni di competenza per l'esercizio al quale si riferisce il presente bilancio
Annotazioni
Codice e numero DenominazioneVariazioni
Secondo il sistema di codifica delle entrate
Con totali e subtotali per funzioni, servizi, titoli e categorie.
Per il preventivo 2012:impegni 2010. Sono desumibili dall'ultimo consuntivo approvato
Per il preventivo 2012: stanziamenti 2011, aggiornati a lla data di approvazione del preventivo 2012
Rispetto alla colonna 4
Stanziamento di competenza per l'esercizio cui il
preventivo si riferisce. È pari a lle colonne (4) + (5) - (6)
Indicazione dell'eventuale rilevanza ai fini IVA (art.
1/4 Dpr 194/96)
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
50
145
TITOLO DESCRIZIONE TITOLO DESCRIZIONE
I Entrate tributarie I Spese correnti
II Entrate derivanti da contributi e trasferimenti correnti dello stato, della regione e di altri enti pubblici anche in rapporto all'esercizio di funzioni delegate dalla regione
II Spese in conto capitale
III Entrate extra-tributarie III Spese per rimborso di prestiti
IV Entrate derivanti da alienazioni, da trasferimenti di capitale e da riscossione di crediti
IV Spese per servizi per conto di terzi
V Entrate derivanti da accensione di prestiti
VI Entrate da servizi per conto di terzi
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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SPESE CORRENTI
Funzione
Servizio
Intervento
01- Personale
02- Acquisto beni di consumo
03- Prestazioni di servizi
04- Utilizzo beni di terzi
05- Trasferimenti
06- Interessi passivi e oneri finanziari
07- Imposte e tasse
08- Oneri straordinari gestione corrente
09- Ammortamenti d’esercizio
10- Fondo svalutazione crediti *
11- Fondo di riserva *
*
Servizio 01 08Altri servizi generali
Funzione 01Funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo
Solo in:
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
52
146
INTERVENTO 10 – FONDO SVALUTAZIONE CREDITI
Individua lo stanziamento di spesa finalizzato acompensare l’eventuale mancata riscossione dicrediti. La sua consistenza deve essere calcolatatenendo conto del grado di rischio di inesigibilità deicrediti presenti in portafoglio. Questo stanziamento, inquanto posta rettificativa delle Entrate, non vieneimpegnato nel corso dell’esercizio, e confluiscedirettamente all’interno del risultato di amministrazione
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
53
SPENDING REVIEW (L. 135/2102)
Già dall’esercizio 2012 nel bilancio di previsione va iscritto il fondo perun importo pari almeno al 25% dei residui attivi iscritti al Tit. I (entratetributarie) e III (entrate extra-tributarie), residui aventi anzianità > 5anni (2006 e precedenti)
INTERVENTO 10 – FONDO SVALUTAZIONE CREDITI
Deroga a condizione che vegano redatti i seguenti documenti:
1. Certificazione analitica di ogni residuo da parte dei responsabili dei servizi, in merito alla perdurante sussistenza delle ragioni del credito, sia all’elevato tasso di esigibilità (che deve risultare da congrui elementi giustificativi)
2. Parere motivato dell’organo di revisione
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
54
147
INTERVENTO 11 – FONDO DI RISERVA
Individua uno stanziamento di spesa che può essere utilizzato nel corso della gestione tramite prelievi di somme ad integrazione di altri interventi di spesa corrente o per esigenze straordinarie di bilancio. Tale fondo deve risultare di ammontare non inferiore allo 0,30% e non superiore al 2% delle spese correnti inizialmente previste ed è utilizzato con deliberazione della Giunta da comunicare al Consiglio, secondo le modalità stabilite dal regolamento di contabilità dell’ente
Art. 166 TUEL
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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Individua lo stanziamento per accantonamento finanziario, da iscrivere facoltativamente nell’apposito intervento di ciascun servizio, destinato a diventare un’economia di spesa che rifluisce nel risultato di amministrazione.L’ammontare da iscrivere deve essere pari almeno al 30% della aliquote di ammortamento di cui all’art. 229 TUEL (ammortamenti economici).La parte di avanzo, distinta nel fondo di ammortamento, dovrà essere obbligatoriamente reinvestito nell’acquisto di nuovi cespiti ammortizzabili
INTERVENTO 09 - AMMORTAMENTI DI ESERCIZIO
Art. 167 TUEL
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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148
SPESE IN CONTO CAPITALE
Funzione
Servizio
Intervento
01- Acquisizione di beni immobili
02- Espropri e servitù onerose
03- Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia
04- Utilizzo di beni di terzi per realizzazioni in economia
05- Acquisizione di beni mobili, macchine e attrezzature tecno-scientifiche
06- Incarichi professionali esterni
07- Trasferimenti di capitale
08- Partecipazioni azionarie
09- Conferimenti di capitale
10- Concessone di crediti e anticipazioni
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
# Data E/S Cod Accertamenti
o impegni
Liquidazioni Riscossioni
o
pagamenti
c/comp.
Liquidazioni Riscossioni
o pagamenti
c/residui
Maggiori o
minori
residui
RIFERIMENTI COMPETENZA RESIDUI
Esempio di libro giornale
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
58
ESEMPIO DI LIBRO GIORNALE
149
Tit Art
ProgrRif Importo
(1) (2) (3)
Totale A= B= E=
Progr# Rif
(1) (2) (3)
Totale D = B =
Accertamenti Riscossioni in c/competenza (reversali)
Quadro D: gestione competenza
Economia o diseconomie c/competenza = D - Stanziamenti definitivi (Quadro B) = E = Totale residui da riportare = D - B = C =
(9) (10) (11)(4)Descriz. Data Importo # Rif Data Debitore
(5) (6) (7) (8)Importo
Totale residui da riportare = A - B + E = C = Totale residui accertati = A + E = D =
Debitore Importo
(8) (9)Rif
Denominazioni
Esempio di libro mastro dell'entrata
Quadro B: stanziamenti di competenza
Stanziamentoaggiornarnato
PegCap
(+)Organo: Data (-)Provvedimento Variazione
Stanziamento iniziale:
N.
Mastro entrata
(10) (11) (12)
Titolo:Categoria/capitolo:Risorsa:Capitolo:Articolo:
Data (+) (-)Maggiori o minori residui
Quadro C: gestione residui
Riscossioni in c/residui (reversali)
Stanziamento definitivo:
Residui iniziali
(4) (5) (6)
# Rif Data
(7)
Esercizio:
Quadro A
Oggetto: CapRisorsa
BilancioCodici
Voce EconCat
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
59
IL PROCESSO DI DEFINIZIONE
DELIBERA DI APPROVAZIONE CONSILIARE
PARERE DEI REVISORI SUGLI EMENDAMENTI
DEVONO RISPETTARE IL PAREGGIO DI BILANCIO E LE NORME DI CONTABILITÀ E DEVONO ESSERE PRESENTATI NEI MODI E TERMINI PREVISTI DAL REGOLAMENTO
EVENTUALI EMENDAMENTI
TRASMISSIONE AI CONSIGLIERISECONDO LE MODALITÀ STABILITE DAL REGOLAMENTO DI CONTABILITÀSECONDO LE MODALITÀ STABILITE DAL REGOLAMENTO DI CONTABILITÀ
TRASMISSIONE AL COLLEGIO DEI REVISORIRILASCIO DEL PARERE
PREDISPOSIZIONE DELLO SCHEMA DI BILANCIOBILANCIO ANNUALE; PLURIENNALE E R.P.P.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
60
150
I CONTROLLI1 Verifica delibera di approvazione della giunta
2 Verifica degli allegati obbligatori
3 Acquisizione dei seguenti documenti:
√ Documenti eventualmente previsti dallo statuto o dal regolamento di contabilità
√ Elenco delle spese e delle entrate aventi carattere di eccezionalità
√ Quadro analitico delle entrate e delle spese previste (o conto economico preventivo) dei servizicon dimostrazione della % di copertura
√ Prospetto analitico delle spese di personale previste in bilancio come individuate dal c. 557 art. 1 L. 296/2006 e art. 76 L. 133/2008
√ Prospetto delle spese finanziate con i proventi delle sanzioni per violazione del codice della strada
√ Dettaglio dei trasferimenti erariali, dell’IMU convenzionale, F
√ Prospetto dimostrativo dei mutui e prestiti in ammortamento con evidenza delle quote capitale e interessi
√ Elenco delle spese da finanziare con mutui e prestiti
√ Eventuale preconsuntivo degli organismi totalmente partecipati o sottoposti al controllo dell’ente o relazione degli organi amministrativi sull’andamento della gestione
√ Parere del responsabile del servizio finanziario in merito alla veridicità delle previsioni di bilancio e di compatibilità delle previsioni di spesa, avanzate dai vari servizi. Iscritte nel bilancio annuale e pluriennale
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
61
4 Accertamento dell’avvenuta approvazione della delibera di salvaguardia degli equilibri
(30/09) allo scopo di accertare che:
√ Sono salvaguardati gli equilibri di bilancio
√ Non risultano debiti fuori bilancio o passività probabili da finanziare
√ È possibile rispettare il patto di stabilità interno
√ E’ possibile rispettare le disposizioni sul contenimento delle spese di personale
√ Non sono richiesti finanziamenti straordinari agli organismi partecipati
5 Riscontro del rispetto dei principi del sistema bilancio così come enunciati dall’art. 162
e dall’art. 151 del TUEL
6 Verifica della attendibilità delle entrate: correttezza e realizzabilità delle entrate previste
7 Verifica della congruità delle spese: compatibilità delle previsioni di spesa al fine di
evitare una sottostima delle stesse
8 Verifica della coerenza interna: coerenza con le linee programmatiche, il PGS, la RPP, l’elenco annuale dei LLPP; programma del fabbisogno di personale, gli strumenti urbanistici, Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari, ecc.
9 Verifica della coerenza esterna: coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica (patto di stabilità; norme sul personale e contenimento di altre spese, ecc.); con i piani degli enti sovraordinati
10 Verifica degli equilibri
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
I CONTROLLI
62
151
LE VOCI CRITICHE
VERIFICA DELL’EFFETTIVO EQUILIBRIO DI PARTE CORRENTELa situazione corrente dell’esercizio 2012 è influenzata dalle seguenti entrate e spese aventi carattere di eccezionalità e non ripetitive:
Entrate Spese
- contributo rilascio permesso di costruire
- contributo sanatoria abusi edilizi e sanzioni
- recupero evasione tributaria
- canoni concessori pluriennali ,
- sanzioni al codice della strada
- plusvalenze da alienazione
- sentenze esecutive ed atti equiparati
- eventi calamitosi
- consultazioni elettorali o referendarie locali
- ripiano disavanzi aziende riferiti ad anni pregressi
- oneri straordinari della gestione corrente
- spese per organo straordinario di liquidazione
- compartecipazione lotta all'evasione
- altre
Totale - -
- Differenza
( indicare la parte di entrate o di spese che si ritiene non ricorrente o ripetitiva in termini quantitativi).
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
63
Art.13 PercentualeAbitazione principale e pertinenze Comma 7Immobili non produttivi di reddito fondiario Comma 9Immobili posseduti da soggetti Ires Comma 9Immobili locati Comma 9Fabbricati rurali strumentali Comma 8Altri immobili Comma 6
� Il gettito, determinato sulla base delle aliquote deliberate (o da deliberare) per l’anno 2012 in aumento o diminuzione rispettoall’aliquota base e delle riduzioni deliberate ( o dal deliberare) in aumento rispetto alla misura base ai sensi dei commi da 6 a10 del D.L. n.201 del 6/12/2011 e sulla base del regolamento del tributo è stato previsto in € ????.., con una variazione dieuro ?????????rispetto alla previsione per Ici definitiva 2011 e di euro ?????rispetto alla somma accertata perIci nel rendiconto 2010.
� Le aliquote sono le seguenti:
� La detrazione per abitazione principale è stata deliberata in euro ????� Nella somma prevista è stato tenuto conto della riserva a favore dello Stato di una quota dell’imposta pari alla
metà dell’importo calcolato applicando l’aliquota del 7,6 per mille alla base imponibile di tutti gli immobili diversidalle abitazioni principali e relative pertinenze e degli immobili rurali strumentali ai sensi del comma 11 dell’art. 13del d.l. n. 201/2011.
� Il gettito derivante dall’attività di controllo delle dichiarazioni Ici di anni precedenti è previsto in € ???.,sulla base del programma di controllo indicato nella relazione previsionale e programmatica (oppure: che saràdeliberato con apposito atto della Giunta comunale).L’ente dovrà provvedere a norma dell’art.31, comma 19 della legge 27/12/2002 n. 289 a comunicare ai proprietarila natura di area fabbricabile del terreno posseduto.Nelle spese è prevista la somma di € JJ per eventuali rimborsi di Ici di anni precedenti
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
64
L’IMPOSTA MUNICIPALE PROPRIA
152
Il fondo sperimentale di riequilibrio è stato previsto tenendo conto:� che per gli anni 2012,2013 e 2014 confluisce nello stesso la compartecipazione Iva di cui al
comma 4 dell’art.2 del d.lgs 14/3/2011, n.23;� che sarà diminuito in ragione del gettito stimato ad aliquota base dell’IMU come disposto dal
comma 17 dell’art.13 del d.l. 201/2011.� che sarà diminuito dal 2013 in ragione del gettito derivante dalla maggiorazione dello 0,30%
per mq. della tariffa sui rifiuti e sui servizi come disposto dal comma 13 bis dell’art.14 del d.l.201/2011.
Il fondo perequativo è stato previsto tenendo conto della diminuzione in base al gettito stimato adaliquota base dell’IMU, come disposto dal comma 17 dell’art.13 del d.l. 201/2011 e del gettitoderivante dalla maggiorazione dello 0,30% per mq. della tariffa sui rifiuti e sui servizi comedisposto dal comma 13 bis dell’art.14 del d.l. 201/2011.(Le diminuzioni di cui sopra nel caso di incapienza del fondo sperimentale di riequilibrio e delfondo perequativo dovrà essere rimborsata allo Stato a norma del comma 17 dell’art.13 e dalcomma 13 bis dell’art.14 del d.l. 201/2011ìed occorrerà a tal fine prevedere la spesa nel bilancioannuale e pluriennale.)
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
65
FONDO SPERIMENTALE DI RIEQUILIBRIO E FONDO PEREQUATIVO
Il Consiglio dell’ente con regolamento approvato con delibera n. ... del ??......, ha disposto la conferma (o variazione in aumento) dell’ addizionale Irpef da applicare per l’anno 2012 nella seguente misura:- aliquota unica del ?..% con soglia di esenzione di euro ???- aliquote progressive sulla base degli scaglioni Irpef come
segue4444 con soglia di esenzione di euro444444
( l’art.1, comma 11 del DL 138/2011, convertito nella legge148/2011, ha ripristinato a partire dal 1/1/2012 la possibilità di incrementare fino allo 0,8% anche in una unica soluzione. E’ possibile differenziare l’addizionale in base al reddito con l’obbligo però di utilizzare gli stessi scaglioni previsti per l’IRPEF)Il gettito è previsto in € ............... tenendo conto dei seguenti elementi: (numero contribuenti x imponibile medio risultante dai dati Ancitel o
Min. Finanze)
ADDIZIONALE COMUNALE IRPEF
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
66
153
• Il Comune (capoluogo di provincia o incluso nell’elenco regionale delle località turistiche o d’arte), ai sensi dell’art.4 del DLgs. 23/2011, ha istituito con delibera Cons. n. del ?? una imposta di soggiorno di euro ?.. per notte di soggiorno. L’ente ha provveduto a regolamentare ai sensi dell’art.52 del DLgs.446/97 il tributo con atto ??. del ???
• La previsione per l’anno 2012 è fondata sui seguenti
elementi4444444..
• Il gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo,manutenzione, fruizione e recupero beni culturali e ambientali locali e dei relativi servizi pubblici locali, come indicato nella relazione previsionale e programmatica ( o in prospetto allegato al bilancio).
Per conoscere se un comune può applicare l’imposta visitare il sito:www.finanze.gov.it/export/finanze/Per_conoscere_il_fisco/Fiscalita_locale/addirpef/dati_statistici:htm
IMPOSTA DI SOGGIORNO (sino a 5 €/per notte)
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
67
Il gettito previsto in € ?????. è stato determinato sulla base delle tariffe deliberate dall’ente.• La percentuale di copertura del costo è pari al ?.. %, come dimostrato nella tabella
seguente:
Ricavi - da tassa - da addizionale - - da raccolta differenziata - altri ricavi -
-
Costi - raccolta rifiuti solidi urbani e assimilati - raccolta differenziata - trasporto e smaltimento - altri costi
-
#####Percentuale di copertura
Totale ricavi
Totale costi
• La sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la Campania con parere n.183/2010,ha ritenuto che agli effetti dellacopertura dei costi del servizio debba considerarsi anche l’addizionali ex ECA).
T.A.R.S.U.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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154
L’ente ha previsto nel bilancio 2013, tra le entrate tributarie la somma di euro ???. Per il nuovotributo sui rifiuti e sui servizi istituito con l’art.14 del DL 201/2011 in sostituzione della Tarsurelativa addizionale ex Eca o della TIA. La previsione è suddivisa come segue:•tariffa per servizio rifiuti euro??????•maggiorazione 0,30 a metro quadro per servizi indivisibili euro??.. ( è possibile aumentare lamaggiorazione fino a 0,40 euro e graduarla in ragione della tipologia di immobile e della zona oveè ubicato).La tariffa è determinata sulla base della copertura integrale dei costi del servizio di smaltimentodei rifiuti urbani, dei rifiuti assimilati e dei costi dei servizi indivisibili.Il tributo dovendo essere versato esclusivamente al Comune in bilancio è previsto la spesa per lagestione del servizio.(il comma 29 dell’art14 del DL 201/2011. consente con regolamento la previsione, per i comuniche hanno realizzato sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti, di prevede una tariffacon natura di corrispettivo. In tal caso la tariffa è riscossa dall’affidatario del servizio di gestionedei rifiuti).
TRIBUTO COMUNALE SUI RIFIUTI E SUI SERVIZI
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
69
• L’ente ha provveduto alla istituzione del consiglio tributario con atto n??.. del ???.. (non più obbligatorio) ed ha adottato con atto ?? del ?.. il relativo regolamento
• l’art.1, comma 12 ter del DL 138/2011, convertito nella legge 148/2011, condizionala costituzione del consiglio tributario al passaggio dal 50% al 100% delriconoscimento al Comune dell’evasione recuperata a seguito della suacollaborazione).
• La previsione di euro FFFF è fondata sui seguenti elementi
????????.. ed in merito si osserva??????????????
PROVENTI DA PARTECIPAZIONE ALL’ATTRIVITÀ DI ACCERTAMENTO TRIBUTARIO E CONTRIBUTIVO
(100%, per il triennio 2012/14, delle quote incentivanti dovute ai Comuni sulle somme riscosse a
seguito di accertamenti emessi su loro segnalazioni)
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
70
155
Accertamento
2009
Accertamento
2010
Prev. definitiva
2011
Previsione
2012
� È stata verificata la quantificazione dell’entrata per contributi per permesso di costruire sulla base della attuazione dei piani pluriennali e delle convenzioni urbanistiche attivabili nel corso del 2012.
� I contributi per permesso di costruire sono calcolati in base:� al piano regolatore (o PSC) in corso di approvazione;� al piano regolatore (o PSC)vigente in regime di salvaguardia;� alle pratiche edilizie in sospeso;� all’andamento degli accertamenti degli esercizi precedenti.
� La previsione per l’esercizio 2012, presenta le seguenti variazioni rispetto alla previsione definitiva 2009 ed agli accertamenti degli esercizi precedenti:
CONTRIBUTO PER PERMESSO DI COSTRUIRE
Tenuto conto che l’accertamento di tale particolare entrate dipende dalla richieste di costruire il cui andamento è influenzato dall’andamento del mercato immobiliare si
ritiene necessario impegnare le spese corrispondenti solo al momento
dell’accertamento della entrata
Esempio di suggerimento nel parere
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
CONTRIBUTO PER PERMESSO DI COSTRUIRE
Le opere a scomputo di oneri previste nella relazione previsionale eprogrammatica ammontano ad euro ??????????? .
Per effetto dell’art.1, comma 1, n.1, lettera bb del d.lgs. n.152 del 11/9/2008 è abolita dal 17/10/2008, la comunicazionealla Procura della Corte dei Conti degli atti adottati e di tutta la documentazione relativa alla realizzazione dei lavori ascomputo di oneri di urbanizzazione, per valori inferiori alla soglia comunitaria, (euro 5.150.000), prima dell’avviodell’esecuzione delle opere.
Verificare i criteri di valorizzazione delle opere a scomputo
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
72
156
La destinazione del contributo al finanziamento di spesa corrente risultacome segue:• anno 2010 euro ?? % di cui ?..% a manutenzione ordinaria del verde, delle
strade e del patrimonio comunale;
• anno 2011 euro ?? % di cui ?..% a manutenzione ordinaria del verde, dellestrade e del patrimonio comunale;
• anno 2012 euro ?? % di cui ?..% a manutenzione ordinaria del verde, dellestrade e del patrimonio comunale;
• anno 2013 euro ?? % di cui ?..% a manutenzione ordinaria del verde, dellestrade e del patrimonio comunale;
• anno 2014 euro ?? % di cui ?..% a manutenzione ordinaria del verde, dellestrade e del patrimonio comunale;
CONTRIBUTO PER PERMESSO DI COSTRUIRE
(l’art.2,comma 41 del DL225/2010, convertito in legge 10/2011 ha prorogato solo fino al31/12/2012 la possibilità di destinare il contributo fino alla misura del 50% per finanziarie la spesacorrente e fino ad un ulteriore 25% per manutenzione ordinaria del verde,strade e del patrimoniocomunale: Le percentuali di destinazione per le annualità 2013/2014 non essendo allo statoattuale disciplinate da alcuna norma, sono state mantenute pari a quelle applicabili all'annualità2012,in virtù del principio della continuità per il perseguimento dei medesimi obiettivi di finanzapubblica)
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
73
Rendiconto 2009 Rendiconto 2010 Prev. definitive 2011 Prev.2012 Prev.2013 Prev.2014
I.C.I.
T.A.R.S.U.
ALTRE
Le entrate relative all’attività di controllo delle dichiarazioni subiscono le seguenti variazioni:� In merito all’attività di recupero evasione dei tributi locali si osserva quanto
segue??????.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
74
RISORSE RELATIVE AL RECUPERO DELL’EVASIONE TRIBUTARIA
157
I proventi da sanzioni amministrative sono previsti per il 2012 in € ??? e sono destinati con atto G.C. n?.. del??.per il 50% negli interventi di spesa alle finalità di cui agli articoli 142 e 208, comma 4, del codice della
strada, come modificato dalla legge n. 120 del 29/7/2010.• La Giunta ha stabilito le quote da destinare a ogni singola voce di spesa• La Giunta ha destinato:
a) ai sensi e per le finalità del comma 5 bis dell’art.208 del codice della strada una somma pari ad euro ??.. deiproventi vincolati al finanziamento di assunzioni stagionali a progetto e per il ricorso alla flessibilità nel lavoro.
b) ai sensi e per le finalità del comma 12 dell’art.142 del codice della strada una somma pari ad euro ??.. deiproventi vincolati al finanziamento di spese di personale connesse alle attività di controllo e di accertamento delleviolazioni in materia di circolazione stradale.
• La quota vincolata è destinata al• Titolo I spesa per euro????• Titolo II spesa per euro????..• In merito si osserva ???????????????????..
SANZIONI AMMINISTRATIVE DA CODICE DELLA STRADA
• La L. 120/2010 ha attribuito il 50% delle sanzioni per violazione dei limiti di velocità all’ente proprietario della strada e specifici vincoli di destinazione.
• È necessario che gli enti contabilizzino distintamente in entrata le varie tipologie di sanzioni (per eccesso di velocità dalle altre) e nella spesa del Tit. I e del Tit. II le varie tipologie di spese finanziate con il vincolo di destinazione.
• Il rispetto del vincolo di destinazione del 50% deve essere assicurato anche durante la gestione e richiede variazioni di bilancio nel caso di maggiori accertamenti rispetto alle previsioni.
• Non possono essere apposti vincoli di spesa su entrate non realizzate o disporre spese per finalità tutelate dal codice della strada senza che le entrate vincolate si realizzino in concreto.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
Accertamento 2009 Accertamento 2010 Prev. def. 2011 Previsione 2012
Tipologie di spese Impegni 2010 Prev. def. 2011 Previsione 2012Spesa CorrenteSpesa per investimenti
residui attivi importo Avanzo vincolato per crediti di dubbia esigibilità
al 1/1/2009
al 1/1/2010
Al 1/1/2011
L’entrata presenta il seguente andamento:
La parte vincolata dell’entrata (50%) risulta destinata come segue:
(La Corte dei Conti sezione regionale di controllo per la Lombardia con delibera n.961/2010/PAR, haritenuto che la destinazione delle risorse da sanzioni per l’applicazione del principio della prudenza siada effettuarsi sulla base dell’effettiva riscossione e non dell’accertamento. In particolare taleprincipio deve essere applicato per il finanziamento delle prestazioni accessorie del personale di poliziamunicipale).
Rispetto alle somme accertate sono rilevati i seguenti residui attivi:Sulla base dei dati di cui sopra a fronte delle previsione di entrata per accertamento sanzioni è previsto nellaspesa un fondo svalutazione crediti di euro??????????.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
76
SANZIONI AMMINISTRATIVE DA CODICE DELLA STRADA
158
(Per le voci di spesa è consigliabile indicare le scelte e gli obiettivi che l’ente intende perseguire anche in termini diaumento o riduzione dei costi, miglioramento qualitativo dei servizi indispensabili, a domanda individuale o produttivi.Sarebbe inoltre opportuno evidenziare e motivare i principali scostamenti rispetto ai dati del rendiconto 2010 e alleprevisioni 2011).Il dettaglio delle previsioni delle spese correnti classificate per intervento, confrontate con i dati delrendiconto 2010 e con le previsioni dell’esercizio 2011 definitive, è il seguente:
Rendiconto 2010
Previsioni definitive
2011
Bilancio di previsione
2012
Incremento %
2012/2011
01 - Personale #DIV/0!
02 - Acquisto beni di cons. e materie pr. #DIV/0!
03 - Prestazioni di servizi #DIV/0!
04 - Utilizzo di beni di terzi #DIV/0!
05 - Trasferimenti #DIV/0!
06 - Interessi passivi e oneri finanziari #DIV/0!
07 - Imposte e tasse #DIV/0!
08 - Oneri straordinari gestione corr. #DIV/0!
09 - Ammortamenti di esercizio #DIV/0!
10 - Fondo svalutazione crediti #DIV/0!
11 - Fondo di riserva #DIV/0!
#DIV/0!
Classificazione delle spese correnti per intervento
Totale spese correnti
SPESE CORRENTI – VERIFICHE DI CONGRUITÀ
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
77
La spesa del personale prevista per l’esercizio 2012 in € ?????. riferita a n. ?? dipendenti, pari a € JJ.. per dipendente, tiene conto della programmazione del fabbisogno, del piano delle assunzioni e :• dei vincoli disposti dall’art. 76 del DL 112/2008 sulle assunzioni di personale a
tempo indeterminato;• dei vincoli disposti dall’ 1/1/2012 dall’art. 9, comma 28 del DL 78/2010 sulla
spesa per personale a tempo determinato, con convenzioni o con contratti di collaborazione coordinata e continuativa;
• dell’obbligo di riduzione della spesa di personale disposto dall’art. 1 comma 557 ( o 562 per gli enti non soggetti al patto di stabilità) della legge 296/2006;
• degli oneri relativi alla contrattazione decentrata previsti per euro ????. pari al ?.% delle spese dell’intervento 01.
L’incidenza percentuale delle spese di personale rispetto alle spese correnti ai sensi del comma 7 dell’art. 76 del DL 112/2008 comprensiva delle spese di personale delle società partecipate come chiarito dalla Corte dei Conti Sezione delle Autonomie con deliberazione n. 14/AUT/2011 depositata il 28/12/11 risulta del ?? %.
SPESE DI PERSONALE
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
78
159
SPESE DI PERSONALE - NORME
Il comma 7 dell’art. 76 del DL 112/2008 dispone che “ E' fatto divieto agli enti nei quali l'incidenza delle spese di
personale è pari o superiore al 50% delle spese correnti di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasititolo e con qualsivoglia tipologia contrattuale; i restanti enti possono procedere ad assunzioni di personale a tempoindeterminato nel limite del 20 per cento della spesa corrispondente alle cessazioni dell'anno precedente.Ai fini del computo della percentuale di cui al periodo precedente si calcolano le spese sostenute anche dalle
società a partecipazione pubblica locale totale o di controllo che sono titolari di affidamento diretto di servizipubblici locali senza gara, ovvero che svolgono funzioni volte a soddisfare esigenze di interesse generale aventicarattere non industriale, né commerciale, ovvero che svolgono attività nei confronti della pubblica amministrazionea supporto di funzioni amministrative di natura pubblicistica. La disposizione di cui al precedente periodo non siapplica alle società quotate su mercati regolamentari. Per gli enti nei quali l'incidenza delle spese di personale èpari o inferiore al 35 per cento delle spese correnti sono ammesse, in deroga al limite del 20 per cento e comunquenel rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno e dei limiti di contenimento complessivi delle spese dipersonale, le assunzioni per turn-over che consentano l'esercizio delle funzioni fondamentali previste dall'articolo21, comma 3, lettera b), della legge 5 maggio 2009, n. 42”).(L’art.4 comma 103 della legge 12/11/2011 n.183 precisa che il limite del 20% del comma 7 dell’art.76 del DL112/2008, si riferisce al personale a tempo indeterminato).(La Corte dei Conti Sezione delle Autonomie con deliberazione n. 14/AUT/2011 depositata il 28/12/11, ha chiarito lemodalità di calcolo per il consolidamento delle spese di personale delle società partecipate ai fini dell’incidenzapercentuale sulle spese correnti).(Il comma 557 ter dell’art.1 della legge 296/2006, dispone che in caso di mancato rispetto della riduzione dispese di personale è fatto divieto agli enti di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, conqualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione continuata e continuativa e disomministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto. E' fatto altresì divieto agli enti distipulare contratti di servizio con soggetti privati che si configurino come elusivi della presente disposizione).
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
79
SPESE DI PERSONALE - CONTROLLI
L’organo di revisione ha provveduto, ai sensi dell’articolo 19, punto 8, dellalegge 448/2001, ad accertare che:
▪ i documenti di programmazione del fabbisogno di personale sianoimprontati al rispetto del principio di riduzione complessiva della spesa,previsto dall’articolo 39 della legge n. 449/97.
▪ Gli oneri della contrattazione decentrata previsti per gli anni dal 2012 al 2014,non superano il corrispondente importo impegnato per l’anno 2010 e sonoautomaticamente ridotti in misura proporzionale alla riduzione delpersonale in servizio, come disposto dall’art.9 del DL 78/2010.
▪ L’ente ha previsto per gli anni dal 2012 al 2014 la riduzione del trattamentoeconomico complessivo superiore a 90.000 euro come disposto dall’art.9,comma 2 del DL 78/2010.
▪ Il trattamento economico complessivo previsto per gli anni dal 2012 al 2014per i singoli dipendente, ivi compreso il trattamento economico accessorio,non supera il trattamento economico spettante per l’anno 2010, come dispostodall’art.9, comma 1 del DL 78/2010.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
80
160
SPESE DI PERSONALE - ESTERNALIZZAZIONI
L’ente avendo esternalizzato nell’anno 2011, i servizi?????.. ha provveduto ai sensi dell’art.3,commi 30,31 e 32 della legge 244/2007, a rideterminare la dotazione organica. L’organo direvisione ha asseverato il trasferimento di risorse umane e finanziarie con verbale n?? del??? ed a trasmettere una relazione al Dipartimento della funzione pubblica e al Ministrodell’Economia. (eventuale: L’organo di revisione ha segnalato i seguenti inadempimenti allaSezione regionale della Corte dei ContiFFFF..)
L’ente avendo deciso di acquisire sul mercato servizi originariamente prodotti all’interno haadottato ai sensi dell’art. 6 bis del DLgs.165/2001, aggiunto dall’art.22 della legge 18/6/2009, n.69,le necessarie misure di congelamento dei posti e di temporanea riduzione dei fondi dellacontrattazione decentrata, fermi restano i conseguenti processi di rideterminazione delle dotazioniorganiche, di riallocazione e di mobilità del personale.
L’organo di revisione deve vigilare sui processi attivati ed evidenziare nei propri verbali i
risparmi effettivamente ottenuti.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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SPESE PER INCARICHI DI COLLABORAZIONE AUTONOMA
(art.46 L. 133/2008)
Il limite massimo previsto in bilancio per incarichi di collaborazione autonoma è dieuro???????
I contratti di collaborazione potranno essere stipulati con riferimento alle attivitàistituzionali stabilite dalla legge. (oppure: con riferimento al programma approvato dalConsiglio).
L’ ente ha provveduto all’aggiornamento del regolamento per gli incarichi dicollaborazione autonoma sulla base delle disposizioni introdotte dall’art.46 della legge133/2008 ed a trasmetterlo entro 30 giorni alla Sezione regionale di controllo dellaCorte dei Conti.
L’ente pubblica regolarmente nel sito istituzionale i provvedimenti di incarico conl’indicazione dei soggetti percettori, della ragione dell’ incarico e del compenso.(La mancata pubblicazione costituisce illecito disciplinare e determinaresponsabilità erariale).
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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SPESE PER ACQUISTO BENI, PRESTAZIONE DI SERVIZI E UTILIZZO DI BENI DI TERZI
In relazione ai vincoli posti dal patto di stabilità interno, dal piano triennale di contenimento delle spese di cui all’art.2,commi da 594 a 599 della legge 244/2007 e delle riduzioni di spesa disposte dall’art. 6 del d.l. 78/2010 la previsione perl’anno 2012 è stata ridotta di euro ???. rispetto alla previsione definitiva per l’anno 2011 e di euro ??.. rispetto alrendiconto 2010.
In particolare le previsioni per l’anno 2012 rispettano i seguenti limiti:
tipologia spesa Rendiconto 2009 Riduzionedisposta
limite Previsione 2012
Studi e consulenze 80%
Relazioni pubbliche,convegni,mostre, pubblicità erappresentanza
80%
Sponsorizzazioni 100%
Missioni 50%
Formazione 50%
Acquisto,manutenzione,noleggio, esercizioautovetture
20%
(l’art.16, comma 26 del DL 138/2011, dispone l’obbligo per i Comuni di elencare le spese di rappresentanza
sostenute in ciascun anno in un prospetto ( lo schema tipo sarà indicato dal Ministro dell’Interno) da allegare
al rendiconto e da trasmettere alla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti. Il prospetto deve
essere pubblicato nel sito web dell’ente entro 10 giorni dalla approvazione del rendiconto )
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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TRASFERIMENTI
In relazione ai vincoli posti dal patto di stabilità interno, l’incremento della spesa rispetto all’esercizio 2011 è stato contenuto nella misura del JJ %.Nella previsione dei trasferimenti ad enti è stata verificato il rispetto di quanto disposto dall’art.6, comma 2 del DL 78/2010, sulla partecipazione onorifica agli organi collegiali anche amministrativi (escluso il rimborso spese ed eventuale gettone di presenza nel limite di 30 euro giornalieri).
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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162
ORGANISMI PARTECIPATI
Nel corso del 2011 l’ente ha provveduto ad esternalizzare i seguenti servizi:?????????????????????????????????.L’ente ha adottato i provvedimenti di trasferimento delle risorseumane, finanziarie e strumentali in misura adeguata alle funzioniesternalizzate.
Per l’anno 2012, l’ente prevede di esternalizzare i seguenti servizi:?????????????????????????????????.Tale previsione comporterà trasferimento delle risorse umane, finanziarie estrumentali in misura adeguata alle funzioni esternalizzate con conseguenteriduzione della dotazione organica, come disposto dal comma 30 dell’art.3della legge 244/2007.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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ORGANISMI PARTECIPATIL’onere a carico del bilancio del Comune per i servizi esternalizzati è così previsto nel bilancio 2012:
Per trasferimenti in conto esercizio
Per trasferimenti in conto impianti
Per concessione di crediti
Per copertura disavanzi di consorzi, aziende speciali ed istituzioni
Per aumenti di capitale non per perdite di società di capitale
Per aumenti di capitale per perdite di società di capitale
Per altro ( da specificare)
A partire dal rendiconto 2012 i comuni e le province devono allegare una NOTAINFORMATIVA dalla quale risulti la VERIFICA che i DEBITI e i CREDITI delle società verso gli enti controllanti, riportati analiticamente nel bilancio, trovino corrispondenza nei residui attivi e passivi risultanti nel rendiconto dell’ente locale alla medesima data.Sull’operazione vigilano gli organi di revisione della società e dell’ente locale,
entrambi obbligati ad asseverare la nota.
In presenza di discordanze, occorre indicare la motivazione e adottare senza indugio e, comunque, entro l’esercizio finanziario in corso i provvedimenti necessari a riconciliare le partite creditorie e debitorie.
Spending Review
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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163
Nelle previsioni si è tenuto conto del divieto disposto dall’art.6, comma 19 del DL78/2010, di apporti finanziari a favore di società partecipate che abbiano registrato
per tre esercizi consecutivi perdite di esercizio o che abbiano utilizzato riserve
disponibili per il ripiano di perdite anche infrannuali.
Le società che hanno registrato perdite per tre esercizi consecutivi o che hannoutilizzato riserve disponibili per il ripiano di perdite anche infrannuali sono le seguenti:società?????????????..società?????????????..
Tutti gli organismi partecipati hanno approvato il bilancio d’esercizio al 31/12/2010(indicare l’eventuale diverso termine), e tale documento è allegato al bilancio di previsione.
I seguenti organismi partecipati nell’ultimo bilancio approvato presentano perdite cherichiedono gli interventi di cui all’art. 2447 del codice civile:????????????????????????????.
La quota a carico del Comune per tali interventi è stata finanziata nel seguentemodo:?????????????
ORGANISMI PARTECIPATI
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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SPESE IN CONTO CAPITALEL’ammontare della spesa in conto capitale, pari a € ???.., è pareggiata dalle entratead essa destinate nel rispetto delle specifiche destinazioni di legge
Le spese d’investimento previste nel 2012 sono finanziate con indebitamento per € ????.così distinto:•euro ? con aperture di credito •euro ? con prestito obbligazionario•euro ? con prestito obbligazionario in pool•euro ? con assunzione di mutui flessibili•euro ? con assunzione di mutui•euro? con cartolarizzazioni di flussi di entrata•euro? con cartolarizzazioni con corrispettivo iniziale inferiore all’85% dei prezzi di mercato dell’attività•euro? con cartolarizzazioni garantite da pubbliche amministrazioni• euro? con operazioni di cessione o cartolarizzazione dei crediti vantati da fornitori di beni e servizi per i
cui pagamenti l’ente assume, ancorchè indirettamente, nuove obbligazioni, anche mediante laristrutturazione dei piani di ammortamento
•euro ? con premio da introitare al momento del perfezionamento di operazioni derivate.
Investimenti senza esborsi finanziari
Oltre agli investimenti previsti nel bilancio, sono programmati per l’anno 2012 altri investimenti senza esborso finanziariocome segue:•per euro ? opere a scomputo di permesso di costruire•per euro ? acquisizione gratuite da convenzioni urbanistiche•per euro ? da permute•per euro ? da project financing•per euro ? da trasferimento di immobili ex art.128, comma 4 e art.53, comma 6 del
DLgs.163/2006
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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INDEBITAMENTO
Verifica della capacità di indebitamento
Entrate correnti (Titoli I, II, III) Rendiconto 2010 Euro
Limite di impegno di spesa per interessi passivi (8%) Euro
Interessi passivi sui mutui in ammortamento e altri debiti Euro
Incidenza percentuale sulle entrate correnti %
Importo impegnabile per interessi su nuovi mutui Euro
2012 2013 2014
Interessi passivi
% su entrate correnti
Limite art.204 Tuel 8% 6% 4%
(Ai sensi dell’art. 119 della Costituzione e dell’art. 30, comma 15, della legge n. 289/2002sussiste il divieto per gli enti di indebitarsi per finanziare spese diverse da quelle diinvestimento. La definizione di indebitamento e delle spese di investimento finanziabili conlo stesso, sono contenute nell’art. 3, commi da 16 a 21 della legge 350/2003).
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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CONTRATTI DI LEASING
La Corte dei Conti con parere n.87/2008 della Sezione controllo della Lombardia,ha affermato che il leasing costituisce una forma di indebitamento ulteriore rispetto aquelle indicate dall'art.3 comma 17 della legge n.350/2003.
l'Organo di revisione deve verificare che i leasing sono destinati all’acquisizionedi investimenti e computare gli interessi al fine del calcolo del limite ex art. 204TUEL.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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PARERE - OSSERVAZIONI E SUGGERIMENTI
Che le previsioni di entrata e spesa corrente, pur complessivamente attendibili e congrue, devonoessere verificate relativamente alle seguenti voci, tenendo conto delle proposte e suggerimentidell’organo di revisione, adottando immediato provvedimento di riequilibrio nel caso si rivelasseroeccedenti o insufficienti per mantenere l'equilibrio economico-finanziario complessivo:
entrate spese........................... ..........................programmi progetti........................... ...........................
(N.B. Proporre un termine per la verifica delle entrate eventuali e indicare quali spese sono autorizzate a condizione)
Esempi di entrate eventuali potrebbero essere:� gettito arretrato di tributi aboliti, entrate per recupero evasione tributaria;� trasferimenti di enti o privati;� contributo per rilascio permesso di costruire;� sanzioni per contravvenzione al codice della strada, dividendi da società partecipate.
E’ necessario assegnare un termine per la verifica delle previsioni nel caso in cui alla data di presentazione dello schema dibilancio non sia ancora approvata le legge di stabilià,definita l’entità della riduzione dei trasferimenti ordinari e la percentuale delcontributo per permesso di costruire da destinare a spesa corrente
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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Che la congruità e l'attendibilità delle seguenti previsioni non è fondata su provvedimenti checonsentono di ritenere attendibile l’entrata, mentre la spesa prevista non appare congrua tenendoconto:• delle obbligazioni assunte e da assumere in relazione agli obiettivi stabiliti negli atti di
programmazione dell’ente;• ai vincoli di finanza pubblica;• alla necessità di finanziare o ricapitalizzare i seguenti organismi partecipati ??.;• alla necessità di costituire un fondo svalutazione crediti congruo con l’andamento storico degli
accertamenti inesigibili;• alla necessità di finanziare debiti fuori bilancio o passività potenziali probabili.
per cui si invita il Consiglio a adottare le misure correttive o i provvedimenti di seguito indicati:entrate inattendibili spese non congrue........................... ..........................programmi progetti........................... .........................
PARERE - OSSERVAZIONI E SUGGERIMENTI
N.B. Suggerire le modalità tecniche e le misure da adottarsi con urgenza, per assicurare gli equilibri previsioni o gestionali, quali adesempio :• per le entrate, atti deliberativi di determinazione aliquote, tariffe, canoni ecc., atti d’indirizzo per azioni di recupero di gettito e comunque
da riportare a ragionevole certezza la previsione;• per le spese:a) adeguamento delle previsioni dei fattori produttivi consolidati ed assolutamente necessari per assicurare il funzionamento dei servizi
gestiti, quali oneri per il personale derivanti da modifiche normative e contrattuali, spese derivanti da disposizioni di legge, onerifinanziari, ammortamenti, svalutazione crediti, manutenzioni e riparazioni non rinviabili, per finanziamento o ricapitalizzazione diorganismi partecipati;
b) riduzione delle previsioni di spesa per fattori produttivi non strettamente necessari oppure rinviabili ad esercizi successivi;c) esternalizzazione di funzioni o servizi pubblici.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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CONCLUSIONI: IL PARERE “MISTO”
Ipotesi 1
L’organo di revisione esprime parere favorevole sulla proposta di bilancio 2012 erelativi allegati relativamente a:� osservanza delle norme di legge, dello statuto dell’ente, del regolamento di
contabilità, dei principi previsti dall’articolo 162 del TUEL, dei postulati dei principicontabili degli enti locali e del principio contabile n. 1 degli enti locali;
� coerenza interna, congruità e attendibilità contabile delle previsioni di bilancio edei programmi e progetti e parere non favorevole relativamente al mancatorispetto del principio della coerenza esterna ed in particolare sulla impossibilitàcon le previsioni proposte di rispettare i limiti disposti dalla legge per il patto distabilità.
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
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CONCLUSIONI: IL PARERE NEGATIVO
Ipotesi 2
L’organo di revisione esprime parere non favorevole sulla proposta di bilancio 2012e relativi allegati in quanto le previsioni di bilancio:
� non rispettano il principio della coerenza esterna ed in particolare gli obiettiviprogrammatici disposti dalla legge per il patto di stabilità interno anno/i ??.;
� non tengono conto degli effetti sanzionatori per il mancato rispetto del patto distabilità interno anno ??.., in particolare per le limitazioni imposte alle spese.
167
IL PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE (PEG)
Normativa� DLgs. 267/2000, art. 169, art. 175 co. 9, art. 177Postulati e Principi contabili� Finalità e postulati dei Principi contabili degli enti locali, Punto 11� Principio contabile n. 1 (Programmazione e previsione nel sistema di bilancio),
Punti da 56 a 67
Costituisce il documento a supporto del processo di budgeting dell’ente ed èredatto in conformità agli indirizzi delle linee programmatiche per azioni e progetti(e/o del piano generale di sviluppo), della relazione previsionale e programmatica e deibilanci pluriennale ed annuale di previsione.il Peg “rappresenta lo strumento attraverso il quale si guida la relazione tra organoesecutivo e responsabili dei servizi. Tale relazione è finalizzata alla definizione degliobiettivi di gestione, alla valutazione e alla successiva assegnazione delle risorsenecessarie al loro raggiungimento” (Punto 56 del Principio contabile n. 1)E’ obbligatorio per i comuni con popolazione >15.000 abitanti
DEFINIZIONE
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
95
RIFERIMENTI NORMATIVI
IL PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE (PEG)
Organizzativa Gli obiettivi discendono direttamente dalle specifichefunzioni svolte da ciascun centro di responsabilità,garantendo un raccordo stretto con la struttura e lerelative attribuzioni
Programmatica Tutte le attività devono essere poste in termini diobiettivo e contenere una precisa ed esplicitaindicazione circa il risultato da raggiungere
Contabile Assegna le dotazioni a ciascun responsabile,garantendo comunque il chiaro collegamento tra glispecifici obiettivi e i relativi fabbisogni di spesa, dientrata, in conto competenza ed in conto residui, perattività ricorrenti, progetti ed investimenti. È suddivisoin capitoli di entrata e uscita come articolazione dellerisorse e interventi. I servizi sono articolati in centri dicosto (art. 169 co. 2 TUEL).
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
NATURA
168
DALLE RISORSE E INTERVENTI AI CAPITOLI
SommeIn aumento In diminuzione risultanti
1 2 3 4 5 6 7 81011015 ICI 3.526.049,80 3.850.000,00 200.000,00 2.100.000,00 1.950.000,00
cap. 380 accertamenti ICI aree fbbricabili 3.103.088,80 3.600.000,00 2.100.000,00 1.500.000,00
cap. 450 Altri recuperi tributari ICI da accertamenti 422.961,00 250.000,00 200.000,00 450.000,00
Risorsa/capitolo Accertamenti ultimo esercizio
chiuso
Previsioni definitive esercizio
in corso
Previsioni di competenza per l'esercizio al quale si riferisce Annotazioni
Codice e numero DenominazioneVariazioni
SommeIn aumento In diminuzione risultanti
1 2 3 4 5 6 7 8funzione 01 Funzioni gen.li di amm.ne, gest, e contr.servizio 01 Organi istituzionali, partec. e decentram.
1010103 prestazione di servizi 267.799,82 247.800,00 500,00 11.300,00 237.000,00
cap. 15000 Indennità di carica amministratori 189.999,93 175.000,00 5.000,00 170.000,00
cap. 15010 Indennità di presenza commissioni 20.000,00 15.000,00 - 5.000,00 10.000,00
cap. 15100 Rimborsi spese agli amministratori 6.000,00 6.000,00 - - 6.000,00
cap. 15110 Compenso nucleo di valutazione 9.300,00 9.300,00 - 1.300,00 8.000,00
cap. 15230 Spese energia ufficio giudice di pace 6.500,00 6.500,00 - - 6.500,00
cap. 15250 Compensi al collegio dei revisori 35.999,89 36.000,00 500,00 36.500,00
Intervento/capitoloImpegni ultimo esercizio chiuso
Previsioni definitive esercizio
in corso
Previsioni di competenza per l'esercizio al quale si riferisce Annotazioni
Codice e numero DenominazioneVariazioni
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
97
BILANCIO
Funzione 04 “Funzioni di istruzione pubblica”
Servizio 02 “Scuola elementare” Servizio 03 “Scuola media”
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Resp. Dr. Bianchi Resp. Dr. Verdi Resp. Dr. Verdi Resp. Dr. Verdi Scuola A
…
Scuola B
…
Scuola C
…
Scuola D
…
Scuola F
…
INDIVIDUAZIONE CORRETTA DEI CENTRI DI COSTO PER IL PEG
Disaggregazione massima
CdC 1 CdC 2 CdC 3 CdC 4 CdC 5 Resp. Dr. Bianchi Resp. Dr. Bianchi Resp. Dr. Verdi Resp. Dr. Verdi Resp. Dr. Verdi
Scuola A
…
Scuola B
…
Scuola C
…
Scuola D
…
Scuola F
…
Disaggregazione minima
CdC 1 CdC 2 CdC 3 Resp. Dr. Bianchi Resp. Dr. Verdi Resp. Dr. Verdi
Scuole A e B
…
Scuola C
…
Scuole D e F
…
DAL SERVIZIO DI BILANCIO AL CENTRO DI COSTO DEL PEG
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
98
169
Obiettivi di gestione
Budget finanziario
Centro di responsabilità
LLPP
Manutenzione ordinaria Scuola “A”
Cap. 12123Acquisto beni di manutenzione
€ 10.000
Cap. 12125Prestazione di servizi
per manutenzioni scolastiche€ 15.000
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
99
LA PARTE DESCRITTIVA
Dirigente: Assessore/i di riferimento:
codice programma codice progetto (eventuale)
capitolidi riferimento
continuazione esercizio precedente valenza strategicaattività consolidataattività di sviluppo
Risultato (descrizione): valore attuale
valore attesoindicatori complessivi tempi gen feb mar apr mag giu
eff icienza lug ago set ott nov diceff icacia
fase 1 eff icienza tempi gen feb mar apr mag giueff icacia lug ago set ott nov dic
fase 2 eff icienza tempi gen feb mar apr mag giueff icacia lug ago set ott nov dic
fase 3 eff icienza tempi gen feb mar apr mag giueff icacia lug ago set ott nov dic
fase 4 eff icienza tempi gen feb mar apr mag giueff icacia lug ago set ott nov dic
fase 5 eff icienza tempi gen feb mar apr mag giu
indicatori intermedi (eventuali)
Attività (descrizione): ____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
complessitàpeso totale
CENTRO DI COSTO (codice e denominazione)
Programma (descrizione)
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
100
170
È DI COMPETENZA DELLA GIUNTAÈ DI COMPETENZA DELLA GIUNTA
Formalmente viene approvato dopo l’approvazione del bilancio di previsione ma in realtà viene redatto prima
Formalmente viene approvato dopo l’approvazione del bilancio di previsione ma in realtà viene redatto prima
Le variazioni di PEG possono essere approvate al più entro il 15 dicembre (art. 175 co. 9 TUEL)
Le variazioni di PEG possono essere approvate al più entro il 15 dicembre (art. 175 co. 9 TUEL)
101
IL PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE (PEG)
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
LE VARIAZIONI DI PEG
BILANCIO EX DPR n. 194/96
Titolo I: Spese correnti Funzione 03: Funzioni di polizia locale Servizio 1.03.02: Polizia commerciale Intervento 1.03.02.02: Acquisto beni di consumo e/o mat. prime € 40.000,00
Piano Esecutivo di Gestione
Centro di Costo: 1 Parte spesa Capitolo 1.03.02.02.01.001: Cancelleria € 15.000,00 Capitolo 1.03.02.02.01.002: Abiti da lavoro € 25.000,00 Importo Intervento di bilancio € 40.000,00 VARIAZIONE: trasferimento di € 2.000,00 dal capitolo “Abiti da lavoro” al capitolo “Cancelleria”,
entrambi appartenenti allo stesso centro di costo ed allo stesso intervento di bilancio: “Acquisto beni di consumo e/o materie prime”.
Centro di Costo: 1 Parte spesa Capitolo 1.03.02.02.01.001: Cancelleria € 17.000,00 Capitolo 1.03.02.02.01.002: Abiti da lavoro € 23.000,00 Importo Intervento di bilancio € 40.000,00
I CONTROLLI SULLA PROGRAMMAZIONE
102
171