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MARIAPOLI MARIAPOLI Notiziario interno del movimento dei focolari ANNO XXVIII N 9 SETTEMBRE 2011 MENSILE n n a a s s c c e e a a R R o o m m a a l l « « A A s s s s o o c c i i a a z z i i o o n n e e C C h h i i a a r r a a L L u u b b i i c c h h » » C C o o n n g g r r e e s s s s o o E E u u c c a a r r i i s s t t i i c c o o a a d d A A n n c c o o n n a a i i l l c c o o n n t t r r i i b b u u t t o o d d e e i i F F o o c c o o l l a a r r i i v v i i a a g g g g i i o o i i n n G G r r a a n n B B r r e e t t a a g g n n a a d d i i a a l l o o g g o o a a t t u u t t t t o o c c a a m m p p o o

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MARIAPOLIMARIAPOLIN o t i z i a r i o i n t e r n o d e l m o v i m e n t o d e i f o c o l a r i

ANNO XXVIII N 9 SETTEMBRE 2011 MENSILE

nnnnaaaasssscccceeee aaaa RRRRoooommmmaaaa llll ’’’’««««AAAAssssssssoooocccciiiiaaaazzzziiiioooonnnneeeeCCCChhhhiiiiaaaarrrraaaa LLLLuuuubbbbiiiicccchhhh»»»» CCCCoooonnnnggggrrrreeeessssssssoooo EEEEuuuuccccaaaarrrr iiii ssss tttt iiii ccccoooo aaaadddd AAAAnnnnccccoooonnnnaaaa iiiillll ccccoooonnnnttttrrrriiiibbbbuuuuttttoooo ddddeeeeiiii FFFFooooccccoooollllaaaarrrriiii

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ddddiiiiaaaallllooooggggoooo aaaa tttt uuuu tttt tttt oooo cccc aaaa mmmm pppp oooo

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gliato da simili tendenze, spreca inutil-mente energie, generando così nella suavita un pericoloso squilibrio.

Non è certo da generalizzare, ma si devepure ammettere che anche fra noi ci puòessere il pericolo di considerare, adesempio, l’attività dell’Opera così im-portante, così unica, da credere di doverspendere quasi tutto il tempo che si ha,a preparare programmi, lettere, giorna-te, articoli, interviste, a pronunciare di-scorsi, e così via.E tale pensiero può essere così dominan-te da vedere inutili i giorni pur dovuti alriposo, o da considerare le malattie, cheDio permette per un suo preciso fined’amore, intralci alla propria vita.Così succede che, nell’ora dedicata diret-tamente a Dio, si preghi in fretta, o di-strattamente, per continui pensieri chetornano e ritornano sempre sull’attività.Così accade che quando occorre dedicar-si allo studio, all’aggiornamento, adesempio, importanti impegni pure que-sti, non lo si faccia; e se si fa, non lo si fadiligentemente.E ancora può essere che, se accanto ai do-veri diretti al servizio dell’Opera, ci si de-ve impegnare in una professione esternaad essa, la si sopporti come una peniten-za; e che non ci si sappia fermare per co-municare le proprie esperienze spiritualiai fratelli o alle sorelle, ma si preferisca ri-mandare, per poi, in pratica, trascurarequesto dovere.

CARISSIMI, STANNO TERMINANDO

(almeno in alcune parti del mondo)le nostre vacanze in montagna o al maredove, fra le meraviglie del Creatore, ab-biamo cercato di recuperare forze fisicheper poterci rimettere presto al serviziodell’Opera che Dio ci ha affidato.Nello stesso tempo abbiamo voluto ri-prendere quelle forze spirituali che, du-rante lo scorso anno, si erano un po’ af-fievolite e avevano bisogno d’un recupe-ro per tanto impegno profuso e non sem-pre centrato.Siamo, infatti, figli e figlie del nostro tem-po di cui, se, da una parte, ammiriamo,stupefatti, le conquiste tecniche e scienti-fiche, avvertiamo anche certe esagerateesigenze, che, se non ben misurate, mi-nacciano di consumarci inutilmente.E allora, preparandoci all’inizio del nuo-vo «Anno ideale» – così chiamiamo nelMovimento il periodo che va da un ot-tobre all’altro –, non sarà inutile un pic-colo esame per vedere cosa in noi va be-ne e cosa non va.

Siamo figli del nostro tempo che ama, equasi adora, l’attivismo folle, che apprez-za quasi esclusivamente nelle personel’efficienza, che valorizza alcune profes-sioni e sottovaluta, se non disprezza, al-tre; che copre di silenzio certi momentidella vita per paura, nell’illusione di can-cellarli…E questo modo di pensare può arrivare ainfluenzare qualcuno di noi che, abba-

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spiritualitàspiritualità

Una grazia in più

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«Una goccia di semplice obbedienza va-le un milione di volte di più che un vasointero della più fine contemplazione»1.E fa dire a Nicola de Flüe che l’obbe-dienza è la più alta virtù.

Così, per ben obbedire, già prima checominci il nuovo anno, meditiamo, peresempio, sui nostri Statuti e Regolamen-ti (io ho già cominciato a farlo con gran-de beneficio); meditiamo la parte che ri-guarda ogni punto della nostra spiritua-lità e ogni aspetto della volontà di Dioche ci riguarda in ogni momento presen-te della vita, consapevoli che – e questo èun grande dono – per ogni azione checompiamo in questa maniera c’è una gra-zia speciale, aggiunta alla «grazia santifi-cante»: la cosiddetta «grazia attuale», unaiuto del momento che «consiste concre-tamente in illuminazioni dell’intelligen-za e inclinazioni al bene, sia nella volontàche nella sensibilità»2. Una grande cosa acui poco, forse, pensiamo.Cerchiamo […] di sfruttarla al massimo.Quindi, attimo presente quella volontàdi Dio. Ci ritroveremo […] con moltidoni di luce e di forza in più nell’anima.

Questi e molti altri, purtroppo, sono sba-gli in cui possiamo incorrere.

Ma, quando le cose stanno così, si è benlontani dal tendere a quella perfezione acui siamo chiamati, e dal raggiungere lamèta che ci siamo proposti in momentiilluminanti della nostra vita!Sì, perché tutti siamo chiamati veramen-te a farci santi ed a divenirlo secondo ilCuore di Dio.Quel Dio che ci ama uno per uno diamore immenso e ha sognato e disegna-to per noi un doveroso cammino da se-guire, e un traguardo preciso da rag-giungere. […]

E allora occorre rimettersi per bene nel-la «vita ideale» perché il rimedio a questimali c’è e noi lo conosciamo: è chiama-to sanatotum (guarisce tutto), ed è cosìessenziale che – come abbiamo detto al-tre volte – al solo nominarlo, manda isanti in estasi. Esso è: fare ciò che Diovuole, la sua volontà, cioè obbedire aDio, che è poi il modo d’amarlo;quell’obbedire così importante che fa di-re a santa Maria Maddalena de’ Pazzi:

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Dal Collegamento CH del 16 agosto2001 pubblicato su In unità verso il Pa-dre, Città Nuova, Roma 2004 1 W.Mühs, Per amore del regno, Cinisello Bal-samo, 1999, p. 103.2 A. De Sutter, in Dizionario di spiritualità, vol.I,Roma 1975, p.912.

Chiara a Montet il 15 agosto 2001

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Dall’1 al 9 settembre Emmause Giancarlo sono stati in GranBretagna. Durante il Collega-mento telefonico hanno aggior-nato in diretta da Rocca di Pa-pa, insieme a Cathy e Frank daLondra, con interventi sponta-nei e molto efficaci di cui ripor-tiamo stralci.

Cathy Grue e Frank Johnson, delega-ti dell’Opera per la Gran Bretagna:«Il primo appuntamento di Emmaus eGiancarlo è stato con il Consiglio di coor-dinamento zonale. Un momento di fami-glia, in cui vari membri hanno potuto pre-sentare qualche aspetto della realtàdell’Opera in zona. Ne è seguito un dialogovivo. Di rilievo l’aggiornamento dei focola-rini anglicani sul loro incontro con Em-maus del giugno scorso, in cui aveva presomaggior forza la realtà per cui, prima di tut-to, siamo uno per il Carisma, tutti figli di

Chiara. L’aspetto ecumenico è stato poi illeitmotiv di questi giorni speciali.

Sabato 3 alla Giornata per gli interni delMovimento era presente anche una rappre-sentanza dall’Irlanda. Dalle esperienze, fortie significative, emergeva l’impatto dell’Idea-le nella società che ci circonda e quanto lanostra vita porti avanti l’ecumenismo. Inun’atmosfera di grande gioia, le risposte diEmmaus e Giancarlo risultavano chiare, enello stesso tempo incisive e profonde. Tut-ti sono partiti incoraggiati e lanciati a porta-re Gesù con loro sulle strade delle loro città.

Alla sera c’è stato l’incontro con i giovani,più di ottanta, provenienti da Londra e da al-tre città. Tra loro i gen, ma tanti venivano dagruppi della Parola di vita. Dopo una presen-tazione del Movimento ed una meditazionesulla potenza della Parola, si sono divisi ingruppi per mettere in comune le loro espe-rienze di Vangelo vissuto. Emmaus stessa neha raccontate alcune delle sue, e tra i giovanic’è stato un profondo ascolto, cui ha fatto se-guito un dialogo spontaneo con lei. Una se-rata piena di gioia.

Domenica 4 l’incontro dei focolarini dellaGran Bretagna. Nonostante fossimo in 70,abbiamo avuto l’impressione di trovarci inun semplice incontro di focolare. All’inizioEmmaus aveva espresso il desiderio che fos-se una mattinata di luce, ed è stata così.

Giancarlo: «Diversi gli appuntamenti im-portanti. Siamo stati due volte al LambethPalace, nella sede londinese dell’arcivescovo

viaggio in Gran Bretagnaviaggio in Gran Bretagna

Un arcobalenoper Welwyn Garden City

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di Canterbury Rowan Williams. Nella pri-ma serata alla conclusione di una cena in cuiera presente anche il nuovo Nunzio aposto-lico Antonio Mennini, l’Arcivescovo ha sot-tolineato che la Chiesa anglicana ha sempreavuto un rapporto diretto con il Movimen-to dei Focolari, dal quale si sentono “stimo-

lati” nel cammino dell’ecumenismo.Il secondo appuntamento al Lambeth Palaceè stato l’8 settembre. Con i Vescovi si è pre-gato insieme all’arcivescovo Williamsnell’antichissima cappella, scelta perché te-stimone dei tempi in cui la Chiesa cattolicae la Chiesa anglicana erano unite. È segui-

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Emmaus: «Siamo partiti quando iniziava la Parola di vita “Bisognava far festa e ral-legrarsi…” Lc 15,32. Mi aveva fatto impressione leggervi questa frase di Chiara:“L’ostacolo maggiore a Dio Amore è proprio la vita di coloro che accumulano azio-ni, opere, mentre Dio vorrebbe il loro cuore”. Parlava naturalmente del figlio mag-giore della parabola del figliol prodigo.Ho sentito che Dio mi chiedeva di fare questa conversione: andare per dare il miocuore a Dio, attraverso i fratelli, quindi aprendolo ai fratelli; e capire dopo che cosaDio ci fa vedere. Mi sembra di poter dire che tutti – ce lo siamo comunicato – han-no cercato di avere il cuore aperto. Alla fine abbiamo rivisto in una luce nuova e con una potenza straordinaria la visio-ne che Chiara aveva avuto della Cittadella della Gran Bretagna, in particolare la suaspecificità ecumenica, messa in luce anche per un insieme di fatti avvenuti in queiPaesi, significativi capitoli della storia dell’Opera dal punto di vista ecumenico e inquei luoghi. Quindi: rimettere a fuoco e ridare vitalità alla Cittadella di Welwyn GardenCity, luogo in cui questa caratteristica ecumenica può essere manifesta più che al-trove.Questa idea, ha reso tutti felici. E ci sembrava sottolineata dal fatto che proprio nel-la Cittadella si stesse svolgendo l’incontro dei Vescovi, che lì ricevevano la testi-monianza di focolarini e focolarine di varie Chiese presenti, e al contempo davanoloro testimonianza in quanto Vescovi nutriti dal carisma di Chiara».

Frank, Cathy e tutti della Gran Bretagna scrivono a Emmaus dopo il Collegamen-to: «Tornando a casa Welwyn Garden City era tutta avvolta da un enorme lumino-so arcobaleno che ci sembrava segno della protezione di Maria e della benedizio-ne di Chiara per fare insieme i passi in questa nuova avventura».

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Londra, 3 settembre. L’incontro con la comunità

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to il pranzo alla conclusione del quale il Pri-mate della Chiesa d’Inghilterra ha tenutoun discorso teologico, ma anche profonda-mente spirituale, sulla Parola nella Tradi-zione anglicana.Questa esperienza – continua Giancarlo – ècontinuata nel pomeriggio nella cattedralecattolica di Westminster, con l’accoglienzadell’arcivescovo Vincent Nichols, seguita daiVespri e dalla Messa concelebrata. I Vescovidelle diverse Chiese al momento della comu-nione hanno ricevuto ciascuno personalmen-te la benedizione dall’arcivescovo Nichols».Cathy e Frank: «La giornata dell’8 set-tembre si è conclusa con una visita allaWestminster Central Hall, sede centraledella Chiesa metodista in Gran Bretagna. Ilrappresentante metodista, il rev. MartinTurner, ha dato il benvenuto ai presenti conuna vivace presentazione del lavoro del loroCentro insieme ad un sincero apprezzamen-to del Movimento dei Focolari. Durante la sua permanenza a Londra, il 6settembre Emmaus ha avuto un incontro conBhai Sahib Mohinder Singh, responsabile diun grande organizzazione Sikh, il Guru Na-nak Niskam Sevak Jatha, dedicata al serviziodell’umanità, che ha la sua sede in Inghilter-

viaggio in Gran Bretagnaviaggio in Gran Bretagna

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Vescovi di diverse Chiesea Welwyn Garden City Il card. Miloslav Vlk in diretta daWelwyn Garden City: «Stiamo vivendo ilnostro trentesimo Convegno ecumenico(6 – 13 settembre), dal tema “La paroladi Dio e la sua forza trasformante”. Sia-mo 30 Vescovi, anglicani, ortodossi, si-ro–ortodossi, metodisti, luterani, cattoli-ci e proveniamo dall’India, Australia,Brasile, Stati Uniti e da vari Paesi del-l’Europa. L’intervento di Emmaus su “Una spiri-tualità ecumenica nata dalla vita dellaParola” e la condivisione delle nostreesperienze ci hanno portati in un’atmo-sfera di profonda unità con la qualeabbiamo vissuto tutti gli eventi. Nella Giornata aperta, presenti Emmause Giancarlo, abbiamo potuto condivide-re la nostra unità con altri 25 Vescovi eChurch–leader invitati dai delegati dellazona. Nel dialogo con loro, è emersoevidente il contributo rinnovatore dellaspiritualità di Chiara nelle diverseChiese e Comunità presenti».

(vedi anche i siti focolare.org e cittanuova.it)

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Welwyn Garden City. Emmaus e MariPonticaccia a colloquio con l’arcivesco-vo Longley di Birmingham

ra, ma è presente anche in Africa e natural-mente in India, dove è nata. Egli aveva in-contrato Chiara a Roma, ad Assisi e a Londranel giugno 2004. Durante la conversazioneBhai Sahib parlava del dialogo come di un«trialogo» dove fra chi parla e chi si ascolta vi-cendevolmente c’è la presenza di Dio. C’èstato un caloroso invito a visitare il loro cen-tro a Birmingham e ad incontrarci ancora».

«Una forte impressione – conclude Giancar-lo –: questi momenti non nascevano dal caso,esprimevano la continuità e la testimonianzadi vita dell’Opera in tutti questi decenni».

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Da Lubiana Chiara Cuneo eJanez Oven (Parac), i delegatidi zona, ci raccontano:«L’indimenticabile settimana che ab-biamo vissuto dall’1 al 6 agosto conEmmaus e Giancarlo ci ha fatto ri-cordare l’episodio della Trasfigura-zione sul Monte Tabor, dove umanoe divino si toccano, dove la luce tra-sforma e fa vedere in un’ottica nuovail dover essere di persone e cose. Tutto ha inizio all’aeroporto di Ron-chi–Trieste, dove una folla festante diitaliani e sloveni accoglie Emmaus e Gian-carlo, accompagnati da Fonte Mantovani ePeppino Di Giacomo: è la gente di Chiarache si riunisce, e la gioia si moltiplica.Seguono giorni intensi e densi di momentisignificativi: con il Consiglio di zona, confocolarini e focolarine, con alcuni Vescovi epersonalità politiche e religiose, con sacer-doti e religiosi, con alcuni responsabili deiMovimenti, con i gen e le gen, con i e le vo-lontarie.

E poi, la visita all’asilo “Raggio di Sole”,considerato a livello internazionale un’ini-ziativa di notevole spessore civile ed educati-vo. Sono 28 le persone che portano avantiquesto progetto, che coinvolge 120 bambinidai sei mesi ai sei anni e le loro famiglie, an-che di etnie, religioni e convinzioni diverse. Emmaus ha invitato gli educatori al “dove-re di scrivere la loro straordinaria esperien-za, affinché i pedagogisti traccino delle lineeper un nuovo modello educativo”. L’asilo,infatti, è un progetto–pilota che per la no-vità e la solidarietà si collega all’Economia diComunione: questa scuola vi rientra piena-

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mente, soprattutto per l’impegno a educarei bambini in una dimensione relazionale ba-sata sull’”Amatevi gli uni gli altri come io hoamato voi” (Gv 15,12). Emmaus, concluden-do la visita, ha dato come protettori Virgoed Eletto Folonari, che sin dagli inizi delMovimento dei Focolari hanno avuto unamore speciale per “i piccoli”.

Infine l’incontro con la comunità. Nel Pa-lazzetto dello sport di Medvode 1200 per-sone, gen4 compresi, hanno vissuto un po-meriggio indimenticabile.“Dalla prima scintilla al fuoco”: con questotitolo si sono ripercorse in breve le tappedella storia dell’Ideale in Slovenia, tra lequali la visita di Chiara al Parlamento nel1999. Una pagina significativa di essa è sta-ta scritta ora da Emmaus e Giancarlo chehanno donato a piene mani sapienza e luce.Emmaus ha conquistato la sala pronuncian-do in sloveno la parola “Coraggio!” (Pogum),infondendo entusiasmo e ardore di “Vivere,vivere il Vangelo”».

(vedi anche Città Nuova n. 17/2011)

«Pogum, coraggio»

viaggio in Sloveniaviaggio in Slovenia

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tre davanti alla sofferenzaumana…”. Oltre al concerto del GenRosso al Forum di Barcellonail 13 agosto, con più di 35.000giovani da tutto il mondo,quattro gli appuntamenti te-nuti dai Focolari: due seratecon circa 10.000 giovani chehanno condiviso i messaggidel nuovo concerto del GenRosso: “Dimensione indelebi-le”, il musical “Life, Love, Li-ght” sulla vita di Chiara Lucee una serata di “Adorazione eGet Together”, con la presen-tazione dei Giovani per unMondo Unito. Tutte manife-

stazioni inserite nel Libretto del pellegrino».

Maria: «Una sessantina di gen e giovani perun Mondo Unito, sostenuti da tutta la co-munità, avevano lavorato da mesi per prepa-rare questi momenti, in modo particolare ilmusical su Chiara Luce.L’auditorio all’aperto, allestito dal Gen Ros-so – che ha curato tutta la parte tecnica deglieventi – si è riempito di 5000 giovani. La po-tenza dell’Ideale li ha conquistati fin dal pri-mo momento, portandoli in un crescendo at-traverso le tappe della vita di Chiara Luce.Straordinario il momento di “salotto in fa-miglia” con i suoi genitori, che si è conclusotrascinando tutti verso la santità con il mot-to di Chiara: “Sarò santa se sono santa subito”.Gioia e solennità anche per il “Get To-gether” nella Chiesa dedicata alla Madonnadel Carmelo, al centro di Madrid, già colmamezz’ora prima di giovani desiderosi di par-tecipare all’adorazione di Gesù nell’Eucare-stia. Con una breve presentazione dei Gio-

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GMG a MadridGMG a Madrid

La santità come meta

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A Madrid, dal 16 al 21 agosto, siè svolta la Giornata Mondialedella Gioventù. Ce ne parlano idelegati di zona e Maria Peral-varez (una gen di Madrid).

Reme Selva: «Nel cuore dell’estate, Madriddiventa un mosaico vibrante di popoli: unamoltitudine di giovani invade la metropolispagnola di colori e di entusiasmo. Sono ar-rivati da tutto il mondo per la XXVI edizio-ne della GMG. La preparazione è sentita eprofonda: il Papa augura a tutti che sia unincontro dei giovani con Dio e li invita aprendere sul serio la propria fede “generosa-mente e senza mediocrità, avendo in cuore lameta della santità”.Il venerdì pomeriggio è dedicato alla ViaCrucis. In un silenzio intenso, il Papa chie-de ai giovani di non chiudere gli occhi al do-lore: “Voi che siete molto sensibili all’idea dicondividere la vita con gli altri, non passate ol-

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Il Gen Rosso in GiamaicaSu invito del Consiglio Ecumenico delle Chiese arrivatoci attraverso Emmaus, dal 17 al24 maggio scorso il Gen Rosso ha partecipato a Kingston,capitale della Giamaica, allaConvocazione Ecumenica Internazionale su «Pace, Giustizia e Salvaguardia del crea-to».1000 gli intervenuti, di 100 nazioni.Contemporaneamente al ricco programma di preghiera, esperienze e approfondimen-ti della Bibbia, il Gen Rosso era ingaggiato in vari workshop in una scuola di TrenchTown (patria di Bob Marley, il grande cantautore giamaicano considerato dal suo po-polo una guida spirituale) con 50 giovani provenienti anche da altri quartieri violenti, alfine di preparare il loro inserimento nel Musical Streetlight. La domenica, nella catte-drale di Kingston gremita, uno dei celebranti chiede di presentarci. Arriviamo così ad unprimo annuncio, nell’isola, della storia dell’Ideale. Alla sera, al teatro–tenda del Convegno, presenti 700 persone di ogni ceto sociale, il rev.dr. Olaf Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, introduceval’originale progetto «Forti senza violenza» con la rappresentazione di Streetlight da par-te del Gen Rosso sul palco insieme ai 50 giovani attori. Al termine così diceva: «C’è bi-sogno di un messaggio forte come questo. Mi porto questo spettacolo come un segno disperanza». L’indomani, con l’Associazione Starkmacher, abbiamo messo a punto il pro-getto educativo. Prima di partire, passando per Trench Town a ringraziare i 50 ragazzi/e,abbiamo raccolto impressioni di gioia, sorpresa, fiducia ritrovata e coraggio ad andareavanti sulla strada dell’amore e dell’unità.

Valerio Gentile

vani per un Mondo Unito, si lancia il Gen-fest 2012: gli applausi entusiasti fanno in-tuire la grande attesa dell’evento! Poi il di-scorso di Chiara su Gesù Vita ai giovani ra-dunati a La Coruña nella GMG del 1989;con questo respiro altissimo, si è adoratoGesù nell’Eucarestia, un momento profon-do a tu–a–tu con Lui».

José Luis Romero: «Una preparazione al mo-mento culmine della GMG: la Veglia all’ae-rodromo Cuatro Vientos, incominciata conla processione della Croce, portata da giova-ni dei cinque continenti. Inizia un coinvolgente dialogo dei giovani colPapa, quando un temporale gli impedisce dicontinuare. Riparato da tre ombrelli, nonsmette di sorridere, mentre la forte pioggia glibagna i vestiti e i fogli che tiene in mano. So-no momenti indimenticabili, la tempestanon ferma la gioia vibrante dei giovani, nes-

suno si muove.“Giovani, grazieper la vostragioia, grazie perla vostra resisten-za! La vostra for-za è maggiore diquella della piog-gia!” dice il San-to Padre.

Per la Messa conclusiva, il Papa percorrenella “papa–mobile” la via centrale dell’ae-rodromo, salutando la folla di giovani chehanno pernottato nella spianata; i mediaparlano di due milioni circa. Durante laMessa, li invita con forza a “seguire Gesù nel-la fede”, a “camminare con Lui nella comu-nione della Chiesa. Non si può seguire Gesù dasoli” e li incoraggia a inserirsi nelle parroc-chie, nelle comunità e nei Movimenti».

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Erano “gocce d’oro” che hadeposto nel cuore di ciascu-no, illuminando l’altissimavocazione alla quale Dio ciha chiamati.

Presentando la comunitàdell’Ecuador a Bruna, ab-biamo goduto della realtàche ne emergeva: l’unitànella diversità di culture! Ciha sorpreso la convinzionee l’autorevolezza con laquale Bruna si è espressa:“… Mi sembra che non ave-te lasciato da parte i puntidelicati dell’Ecuador: i rap-porti interculturali. In que-

sta nazione è necessario un ‘farsi uno piùprofondo’, avere un cuore grande, saper dialo-gare […]. Se in un Paese come questo, che nonè così grande, riusciamo a portare questa fra-ternità, un giorno potremo dire: venite, veni-te in Ecuador se volete vedere un popolo uni-to!”. Sono tutti partiti decisi ad “accenderetanti fuochi” nelle proprie comunità perchéciò si realizzi.

Poi, il Perù! Una vivissima e profonda co-munità, tutta vestita a festa. Alla domanda:“Dopo essere stata tanti anni in focolare conChiara, com’è ora la tua unità con Em-maus?” Bruna ha detto che il primo regaloche Chiara ci ha fatto dal Cielo, è stato dar-ci lei come presidente, spiegando come Em-maus aiuta tutti ad essere quella famiglia cheChiara ha lasciato come eredità. La rispostaha commosso profondamente.La presenza di Bruna fra noi ha confermatola grandezza dell’Ideale e, allo stesso tempo,la semplicità della vita quotidiana in Dio».

Aurelio Soto Duque e M. Soledad(Sole) Rubiano aggiornano da Bogotà:

«Dal 26 aprile al 3 giugno abbiamo avutoBruna nella nostra zona che comprende ol-tre la Colombia, l’Ecuador e il Perù. Ha vi-sitato le capitali Bogotá, Quito e Lima. So-no stati giorni che ci hanno riportato alla ra-dicalità, all’essenza del Vangelo.Nei tre Paesi si sono susseguiti incontri conle comunità, i giovani, i gen, i focolarini e lefocolarine, le religiose, i sacerdoti e ha salu-tato anche sette Vescovi. Superando grandidifficoltà come alluvioni, autostrade chiuseper lo straripamento dei fiumi – come è suc-cesso in Colombia – tutti sono arrivati agliincontri pieni di entusiasmo.

Comunicando la vita dei primi tempi, Bru-na ha donato la sua esperienza di unità conChiara, sul come fare ad essere fedeli alla vo-lontà di Dio, fino a quella vissuta prima edopo la partenza di Chiara per il Paradiso.

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viaggio di Bruna in Colombia – Ecuador – Perùviaggio di Bruna in Colombia – Ecuador – Perùc

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1 Alla radice del Carisma

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Sulle orme di ChiaraHelmut Sievers (Chiarama): «Specialissimo l’incontro estivo di Vescovi animatoridegli altri convegni, svoltosi per la prima volta nel Centro Mariapoli “Chiara Lubich” aCadine, dal 3 al 13 agosto. Per i 68 partecipanti era un continuo camminare sulle orme diChiara nei luoghi delle sue scoperte, della sua vita con le prime focolarine e la nascentecomunità. Era palpabile l’intervento di Dio, visibile anche oggi nell’azione “TrentoArdente”. Ma più ancora: questi giorni sono stati una coinvolgente contemplazione dellaspiritualità e degli scritti di Chiara, in particolare quelli del ’49, presentati da AlbaSgariglia e Jesùs MoránTra le personalità incontrate l’arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, che ha datogrande rilievo all’incontro sulla stampa diocesana, suscitando numerosi echi positivi anchenelle radio e alla Tv regionale. Il Sindaco della città ai Vescovi, in risposta alla presentazio-ne del cardinal Miloslav Vlk, ha parlato entusiasta di Chiara. Diceva: “Abbiamo donatoChiara al mondo e Chiara fa ritornare il mondo a Trento”. Si sono affrontate pure le tematiche attuali: dalla preparazione al Sinodo 2012 sullaNuova Evangelizzazione, al tema dell’anno “La Parola vissuta nel carisma di Chiara”,esposto “magistralmente” da Emmaus; dalla presentazione dell’Opera oggi all’aspettodell’irradiazione spiegato dal co–presidente Giancarlo. Un vivace dialogo si è svolto sucome incarnare e trasmettere il Vangelo nella società odierna.Tutti sono partiti nella gioia di un’esperienza di comunione più che mai profonda e con-

vincente, vera realizzazione del Patto d’unitàrinnovato con nuovo fervore.

ALCUNI DEI TITOLI APPARSI SUI GIORNALI.Vita Trentina del 3 agosto titola «Vescovi ascuola da una donna»; l’Ansa il 4 agosto, pub-blica «Religione: Focolari, in Trentino 69vescovi da 4 continenti. Da ieri per dieci gior-ni, nella terra di Chiara Lubich»; L’Adige del5 agosto scrive «Ben 69 vescovi al CentroMariapoli nel nome di Chiara»; e sempre il 5agosto il Corriere del Trentino «Vescovi diquattro continenti a Cadine».

incontro dei Vescovi a Trentoincontro dei Vescovi a Trento

Trento, agosto 2011. I Vescovi a piazza Cappuccini

Nuldi x 2

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timana insieme, in quanto co–responsabilidi zonetta, con Darci Rodrigues e Gusti Og-genfuss per guardare alle sfide dell’unitàdell’Opera.

Un momento molto bello – benedetto dalcielo sereno per l’occasione – è stato il gior-no 11, festa di santa Chiara, con Messa, ce-na e festa, tutto all’aperto. La Scuola è cul-minata con la presenza di Emmaus e Gian-carlo venuti a vivere un momento di comu-nione con i partecipanti il giorno 12 agosto.

Il 13, dopo una mattinata di condivisione euna Messa conclusiva per la Scuola, Em-maus e Giancarlo si sono fermati altri tregiorni a Montet. I vari incontri, visite, e unafesta hanno permesso loro di conoscerel’“oggi” della Cittadella, e di sentire le espe-rienze di gran parte dei suoi abitanti. Parti-colarmente belli e importanti gli incontricon la Scuola delle focolarine e quella dei fo-colarini. È stata l’occasione per Emmaus eGiancarlo di stabilire un’unità personalecon loro che si preparano ad andare nelle zo-ne, spalancando l’anima di tutti su quellasenza confini di Chiara.È stata sottolineata pure l’importanza dellareciprocità tra le generazioni, dove ciascunocon le sue caratteristiche, è dono d’amore aglialtri, al di là di ogni differenza, anche di età.

La “parola d’ordine”di Emmaus è statad’incoraggiare tutti avivere la Parola – iltema dell’anno en-trante – con inten-sità, come Chiara e leprime focolarine, inmodo che ci trasfor-mi e diventi testimo-nianza incontestabileper illuminare la“cantina buia” delmondo di oggi».

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alla Cittadella Foco di Montetalla Cittadella Foco di Montet

TestimonianzaincontestabileRobert Chaudonne da Montet: «Nellaprima metà del mese di agosto, la MariapoliFoco, ha più che raddoppiato la sua popo-lazione per accogliere la Scuola dei respon-sabili di focolare e di zonetta.70 focolarine e 55 focolarini si sono ritrova-ti distintamente la prima settimana comeresponsabili di focolare rispettivamente conSerenella Silvi e Hans Jurt. La seconda set-

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Entra nel vivo la preparazionedell’appuntamento del 12maggio 2012, di «Insieme perl’Europa».

Il Comitato d’orientamento ha ricevuto larisposta affermativa da parte del Presidentedel Parlamento europeo: la manifestazionedel 12 maggio potrà svolgersi, in via del tut-to eccezionale, nella prestigiosa sala Emici-clo del Parlamento europeo a Bruxelles.Un luogo altamente simbolico, dunque, se-de di istituzioni dell’Unione Europea, e unadata importante, quella dell’Anno europeodella solidarietà tra le generazioni. Bruxelles 2012 è la prossima tappa del cam-mino, ormai decennale, di «Insieme perl’Europa».Sono varie le iniziative e manifestazioni,previste sino ad ora in più di 100 città eu-ropee, che si svolgeranno in contemporaneaall’evento di Bruxelles. Un collegamento viainternet e via satellite intreccerà le cittàcoinvolte nell’iniziativa come parti costitu-tive di un unico multi–evento. Il sito www.together4europe.org, rinnovatoper l’occasione, può essere consultato perinformazioni e mettere in rete le iniziativelocali. Dal sito si possono scaricare sia lapresentazione video dei dieci anni di «Insie-me per l’Europa» sia la nuova brochure inquattro lingue, che può servire come invitoalle personalità del mondo politico, cultura-le e sociale. L’ufficio al Centro del Movimento è a vo-stra disposizione per eventuali chiarimenti.

Ci danno tanta gioia il fervore e l’entusia-smo con cui la comunione tra i Movimentiè portata avanti. Tra le varie iniziative, la piùrecente è quella in agosto dell’Irlanda delNord. Nella Comunità di Corrymeela –movimento cristiano per la pace – si è svol-to il terzo week-end di lavoro, con una ses-santina di membri di quattro Movimenti diChiese diverse. Proprio la Parola di Vita«Molti un solo corpo» di Paolo (1 Cor12,20) con il commento di Chiara è stataaccolta e vissuta in profondità.

Una novità per la stampa viene dalla Ger-mania. In occasione del prossimo viaggio diBenedetto VXI in Germania è uscito un librodi 18 lettere al Papa, scritte da personalitàevangeliche tedesche. Il titolo di copertina è«Caro fratello a Roma!». Nella prima letterail vescovo luterano Johannesdotter presentaInsieme per l’Europa: «Stannonascendo – scrive – proprionell’Europa scristianizzatadell’Ovest, Movimenti nuo-vi, vivai, comunità di vitaimpegnata, a cui partecipa-no persone di tutte le età.Vanno oltre le frontiere enel cammino di Insiemeper l’Europa desideranocontribuire a consegna-re al futuro dell’Euro-pa l’eredità cristiana».

Clara Squarzon e Gabri Fallacara

Insieme perl’Europa

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La brochure

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A fine agosto a Curitiba, capitale dello stato delParaná in Brasile, si è reso omaggio a Chiara conuna serie di importanti eventi pubblici. Se neparlerà nel prossimo Collegamento di novembre.

Nasce a Roma l’«AssociazioneChiara Lubich per la pneumolo-gia». Intervista al prof. SalvatoreValente, del Policlinico Gemelli,promotore dell’iniziativa.

Chiara colpisce ancora.Fra le tante iniziative checontinuano a fiorire, ispi-rate dalla sua figura e dalcarisma donatole da Dio,l’ultima nata è l’«Associa-zione Chiara Lubich per lapneumologia - Onlus». Havisto la luce a Roma,nell’ambito del PoliclinicoGemelli, l’ospedale che haaccompagnato la fase fina-le della sua vita.

Tutti ricorderanno che il 12 marzo 2008Chiara espresse un desiderio: «Lasciatemitornare a casa». Il 14, alle ore nove, la par-tenza per il Cielo. Difficile immaginare allora che quella richie-sta di tornare a casa avrebbe messo in motoun processo che, come ci racconta il prof. Sal-vatore Valente, professore ordinario di Pneu-mologia al Gemelli, che seguì Chiara fino al-la fine, avrebbe dato vita ad un’associazione:«Il fatto che Chiara nelle ultime ore di vitaabbia deciso di voler tornare a casa, mi ha fat-to riflettere. È necessario comprendere che ilpaziente sofferente ospedalizzato vive una

condizione drammatica e complessa per lecondizioni intrinseche alla malattia e per ilcontesto logistico in cui si trova. In partico-lare ciò può divenire intollerabile quando lacondizione è prolungata e ricorrente. L’in-sufficienza respiratoria cronica, che presentaperiodiche riacutizzazioni, ha appunto que-ste caratteristiche e può trasformarsi in un in-cubo, specie quando all’intensità crescentedelle procedure mediche non si accompagniun impegno di attenzione, umanità e confor-to per il fratello sofferente. In tal caso il ritor-no nel proprio ambiente di vita abituale ri-sulta di per sé di sollievo. Dopo la morte diChiara, in occasione di ringraziamenti rice-vuti da alcuni rappresentanti del Movimen-to, ho immaginato l’istituzione di una Asso-ciazione che favorisse lo sviluppo di studi fi-nalizzati a migliorare i risultati degli inter-venti medici in questa condizione patologicae, nel contempo, curasse l’impegno di uma-nizzazione di tutte le fasi di questo percorso,spesso lungo, di malattia».

Il desiderio c’era tutto, ma il tempo di met-ter su un’Associazione non proprio e cosìsono trascorsi mesi e pure qualche anno.Finché non arriva uno scossone da AntonioOgnibeni – Bici (v. profilo a pag 27), chenon solo ricorda al prof. Valente e ad alcu-ni suoi collaboratori l’impegno preso, ma sioffre lui stesso per stendere lo statutodell’Associazione. «Il contributo di Antonioè stato indispensabile e fondamentale, altri-menti non avremmo mai concluso; non ave-vamo gli strumenti né la competenza per po-terlo fare – commenta il primario –. Lui l’hafatto nel giro di un mese». Ed è stata l’ulti-ma cosa realizzata prima della sua malattia epartenza inaspettate.

per Chiaraper Chiara

Da quel «ritorno a casa»

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Il prof. Valente

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Eccola allora l’Associazione che, come dicel’articolo due dello statuto «intende aiutare edassistere soggetti svantaggiati quali malati af-fetti da difficoltà respiratorie in fase cronicae/o riacutizzata». E questo con la ricercascientifica e con un impegno diretto nella for-mazione di quanti a vario titolo sono prepo-sti ad accompagnare le persone affette da talipatologie. Anche perché il confine fra l’assi-curare le cure necessarie e il cadere nell’acca-nimento terapeutico è sempre delicatissimo.È proprio su questo punto che l’Associazionevuole favorire la ricerca per «cercare di capire

La maestra Chiara Lubich e quel paese della Val di soleSabato 27 agosto, c’era tutta la comunità di Ca-stello, frazione di Pellizzano in Val di Sole nelTrentino – dove Chiara ha insegnato nel 1938-39 – per un significativo evento, promossodall’assessore Michele Bontempelli, perché ri-manga nel cuore di tutti il passaggio di Chiaranella valle. Il ricordo di quei giorni è stato affidato – come an-nota un nutrito comunicato stampa della Provin-cia di Trento – a tre allieve di allora, Carmela, Ed-da e Lina, emozionate testimoni, e alle parole diun ospite particolare, l’ex presidente del Consi-glio, Romano Prodi. Al suo fianco il presidente della Provincia Lorenzo Dellai e l’as-sessore alla cultura Franco Panizza. Tanta ardente passione di Chiara nel donarsi aquesti alunni in un posto così sperduto, è parso come il marchio inconfondibile del suoagire: l’amore personale per ciascuno.

«La vicenda di Chiara Lubich - ha detto Dellai - ci richiama, in un momento di gran-de cambiamento come questo, ad un impegno di responsabilità». Panizza ha par-lato di una scintilla «che da questa piccola orgogliosa comunità ha preso vita». Nell’intervento che ha chiuso l’incontro, Romano Prodi ha parlato del pensiero di Chia-ra Lubich, «che ho ritrovato ovunque, nel mondo, sempre contrassegnato da un ecu-menismo mai di di facciata. Invece proposta religiosa, che è anche modello di vita,senza prediche, senza imposizioni, capace di attrarre i giovani. Di questo dialogo cul-turale abbiamo bisogno in un tempo dove tutto cambia con velocità sorprendente».

Maria Grazia Sartori, Roberto Novelli

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con molto equilibrio, buon senso e spirito cri-stiano fino a che punto dobbiamo spingerci equando è il momento di fermarsi. E in que-sto Chiara ci ha insegnato qualcosa: quandolei ha deciso di andare a casa era lucidissima esi è resa conto che stavamo scivolando peri-colosamente su quella criticità», commenta ilprof. Valente. Il quale spera nel contributo ditanti per la comunicazione delle finalitàdell’Associazione che, non solo nel nome, «siispira al carisma di Chiara Lubich».

Aurora Nicosia

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La città di An-cona ha ospi-tato dal 3 all’11settembre ilXXV Congres-so Eucaristiconazionale con-clusosi con lapresenza delPapa.

Nel capoluogo marchigiano sono stati tantii piccoli grandi eventi con l’apporto anchedel Movimento che ha animato alcuni ap-puntamenti fra cui il Convegno «Eucaristiavincolo di unità – Dalla famiglia alla frater-nità universale» sulla grande portata chel’Eucaristia ha nella vita delle famiglie. Que-sto Convegno, svoltosi il 10 settembre, è sta-to aperto dal saluto del card. Angelo Bagna-sco, presidente della Conferenza episcopaleitaliana (CEI), con parole di apprezzamentoper il Carisma e per l’Opera di Maria.

Riportiamo alcuni passaggi dell’interventodel card. Bagnasco, così com’è stato possi-bile ricostruirli.Dico una breve parola anche a nome di suaEminenza il Cardinale Re, legato del SantoPadre per il Congresso Eucaristico e di sua Ec-cellenza Menichelli, il nostro Ordinario dio-cesano di Ancona. Innanzitutto grazie di cuo-re per la vostra presenza, non soltanto a que-sto appuntamento così bello ed importante del-la Chiesa italiana al Congresso Eucaristico,ma per la vostra presenza nella Chiesa nelmondo.Sappiamo tutti, voi in modo particolare, che ilCarisma fondamentale di Chiara è l’unità

16 MARIAPOLI 9/2011

i Focolari al XXV Congresso Eucaristicoi Focolari al XXV Congresso Eucaristico

Il sacramento dell’unitànella Chiesa e l’unità tra gli uomini per corri-spondere anche in modo concreto, a quello cheil Concilio ci ha lasciato parlando della Chie-sa, definendola come il grande Mistero, cioè ilsacramento, segno e strumento dell’intimaunione dell’uomo con Dio e del genere umano. Ebbene, voi siete dentro a questo cuore palpi-tante della Chiesa che è la comunione con Dioe tra gli uomini in Dio. E direi che questo Ca-risma, questo compito, questa grazia è concen-trata nella Santissima Eucaristia, il sacra-mento dell’unità. Ma non si fa unità, voi lo sa-pete, nelle vostre comunità, nei vostri focolarise non guardiamo fortemente a Cristo, all’Eu-caristia; soltanto attraverso lo sguardo di Cri-sto noi possiamo guardare gli uomini, le don-ne del nostro tempo e riconoscerli fratelli e so-relle […] e costruire storie di comunione e diunità. Siate, e voi lo sapete e lo desiderate, nelle no-stre comunità, nelle nostre Diocesi, nelle nostreparrocchie, siate fermento di comunione cor-diale, amorevole, lieta. […].

E il card. Re ha aggiunto: Il cardinale Ba-gnasco ha interpretato molto bene i sentimen-ti miei ed anche dell’Arcivescovo di Ancona –Osimo. Nei miei viaggi nel mondo ho vistoquanto bene fanno i Focolari e gli amici deiFocolari. Dopo la caduta del muro di Berlinoho cominciato a fare i viaggi aldilà del muro eho visto come i focolarini avevano fatto ungrande bene per sostenere i testimoni della fe-de in quella situazione difficile. Quindi gra-zie anche per questo servizio che Chiara ed iFocolari hanno reso alla Chiesa.

Maria Palladini, Franco Monaco

Rimandiamo per un approfondimento aCittà Nuova n. 18/2011 e ai siti www.foco-lare.org e www.cittanuova.it

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270 impegnati di diversenazionalità nel Trentinoper una Scuola con tan-te prospettive.«Carissime e carissimi, sonocontenta di sapervi riuniti alnostro Centro Mariapoli di Ca-dine (TN) per partecipare allaScuola per impegnati del Movi-mento Parrocchiale e del Movi-mento Diocesano. Il titolo èmolto significativo: “Alle originicon Chiara”.Siete allora alla sua scuola, per approfondireil carisma dell’unità e per questo visitate an-che i luoghi dei primi tempi del Movimentoche ne sono una testimonianza tangibile.E voi siete chiamati a mettere in praticaquesta spiritualità nelle vostre comunità,perché nati in seno all’Opera di Maria e per-ciò con il suo stesso fine specifico: “Ut omnesunum sint”.In questi giorni inoltre, attingendo al tesorodi luce che Chiara ci ha lasciato, riscoprire-te insieme all’intera Opera la volontà di Diocome via di santità per tutti. Vi auguro dicuore di realizzare quanto scritto nei Rego-lamenti dei vostri Movimenti: “…animarele strutture della Chiesa particolare: parroc-chie, organismi e ambiti diocesani, perchédiventi sempre più ‘la casa e la scuola dellacomunione’” (Giovanni Paolo II – NovoMillennio Ineunte/43). Che Gesù in mezzo a voi renda tutto questopossibile. Vi saluto con affetto ad uno aduno. In unità, Emmaus».Questo il messaggio che ha accolto al Cen-tro Mariapoli di Cadine i 270 impegnati del

Movimento Parrocchiale e del MovimentoDiocesano, arrivati a grandi o piccoli grup-pi dalle Americhe, dall’Asia, da varie nazio-ni d’Europa e da tutta l’Italia per una Scuo-la che si è svolta dal 21 al 27 agosto. Non èstato solo un andare alle origini con Chiaracome diceva il titolo della Scuola, bensì unostare alla sua scuola. Un tuffo intenso e immediato nei primitempi con due testimoni oculari: Ciro Po-stal e Livia Goller, la visita a Trento, il pat-to dell’unità rinnovato nella Chiesa deiCappuccini di Fiera di Primiero, le medita-zioni sulle realtà di luce del ’49 ai gen, sullavolontà di Dio e su Gesù Abbandonatohanno arricchito il programma.

Un dono particolare il messaggio di Gian-carlo Faletti, che ha aperto nuove prospetti-ve: il suo incoraggiamento a portare avantila realtà giovanile in sinergia con i Giovaniper un Mondo Unito ha avuto una forte ri-sonanza soprattutto nel numeroso gruppodi giovani presenti, che si sono sentiti chia-mati ad essere protagonisti.

Segreteria del Movimento Parrocchiale e del Movimento Diocesano

Ritorno alle origini

movimenti parrocchiale e diocesanomovimenti parrocchiale e diocesano

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Attorno alla fami-glia di Nazareth Ottanta sacerdoti volontari a Lo-reto con Emmaus e GiancarloLa «quarta strada» è la grande intuizione cheChiara ha avuto, oltre 70 anni fa, visitando la«casetta» di Nazareth, racchiusa nel santuariodi Loreto. Accanto a quella «casetta», 80 sacerdoti vo-lontari, perni di zona e di nucleo, hanno vis-suto alla fine di agosto il loro incontro an-nuale. Provenivano dalla maggior parte dellezone europee e da alcune continentali. In questi ultimi anni i sacerdoti volontaristanno compiendo, nel loro incontro annua-

le di agosto, un ideale «pellegrinaggio» allefonti del carisma dell’unità, che da quell’in-tuizione ha preso vita: dopo Trento nel 2009,Ottmaring nel 2010, quest’anno è stata lavolta di Loreto. Ogni volta è come un’«im-mersione» nuova in una realtà che non fini-sce di stupire e coinvolgere.

Ogni mattina l’appuntamento era nella ba-silica inferiore del santuario, proprio al di sot-to della «casetta»: la celebrazione dell’Eucari-stia e delle Lodi, seguita dalla meditazione,dava il «la» alla giornata. Non potevano nonriecheggiare nel cuore e nella mente le paro-le con cui Chiara aveva espresso in quel 1939il suo sogno: «Sarai seguita da una schiera divergini». Ed è riaffiorata, più viva che mai, ladomanda: «Ci stai nella schiera bianca deivergini del carisma dell’unità?».

Se ogni anno l’incontro di fine agosto ha ilsignificato di rivederci tra responsabili delladiramazione, quest’anno ha assunto la tona-lità della «famiglia» di Nazareth, con la leg-gerezza e la libertà che essa comporta. Ciportavamo in cuore anche l’esperienza delCongresso di febbraio con la riscoperta de-gli «strumenti di spiritualità», che ha dona-to un’intonazione nuova alla vita di moltinuclei. Di qui, affrontare i problemi e i te-mi relativi alla vita di sacerdoti volontari ealla nostra presenza nella Chiesa come sa-cerdoti diocesani ha avuto come una tintaparticolare, la sicurezza di poter essere vera-

mondo sacerdotalemondo sacerdotale

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Educatori nei seminaria Vallombrosa Nella imponente abbazia di Vallombrosa,dal 17 al 30 luglio si sono dati appunta-mento 24 formatori di seminari di tre con-tinenti e di 13 nazioni per la seconda partedel Corso teologico–pastorale per educato-ri nei seminari. Forte il coinvolgimento re-ciproco tra i partecipanti e coloro che han-no portato il loro qualificato contributo.Ha sorpreso la ricchezza di stimoli e conte-nuti emersi per una formazione che megliorisponda alle attese della Novo millennioineunte (n. 43), per una Chiesa «casa e scuo-la di comunione». Promosso dai sacerdotidel Movimento dei Focolari e collegatoall’Istituto Univesitario Sophia di Loppiano,il Corso ha il sostegno della Congregazioneper l’Educazione Cattolica. Strutturato suquattro settimane residenziali in un bien-nio, sarà proposto anche in futuro.

d. Hubertus Blaumeiser(vedi anche il sito www.focolare.org)

24 agosto. L’arrivo di Emmaus a Loretoaccolta da d. Tonino Gandolfo e dai sacerdoti volontari.

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mente portatori della «no-vità» del Vangelo oggi.

A dare il suggello a tutto que-sto, la presenza di Emmaus eGiancarlo proprio al cuoredell’incontro. Un momentoin cui la «famiglia» si è arric-chita ed allargata, per aprirciinsieme a ciò che lo SpiritoSanto «suggerisce» all’Opera ealla Chiesa in questa fase delcammino. Nel dialogo, prolungatosi pertutta la mattinata, si è spazia-to dalla realtà dell’Opera oggialla vita di nucleo, dal sensodell’essere responsabili alla vi-ta della Chiesa nelle sue luci enelle sue ombre. Due aspetti,forse, sono emersi in modopiù incisivo: la «maternità»che contraddistingue i nostriruoli di responsabilità e l’amo-re per la Chiesa, che abbracciacontemporaneamente e deli-catamente chi ha compito diguida e chi sembra opporre re-sistenze poco giustificate. Fino a percepire con intensitànuova quanto non siano lanostra bravura o le nostre ca-pacità a risolvere i problemi oportare avanti l’Opera o laChiesa, ma solo Gesù «vivo»fra noi, luce di vita e medicinaper tutti i mali. Per questo ai piedi di Maria econ lei abbiamo rinnovatoquel «patto» di amore vicen-devole, da cui può scaturire lapresenza di Gesù risorto. Nel-la «quarta strada» ci sentiamopiù che mai ingaggiati!

d. Tonino Gandolfo

Dal Castello interiore al Castello esterioreSono arrivati in 70 nella Cittadella di Madridper il Cantiere gens dal 6 al 13 agosto.Il messaggio di Emmauscon la citazione dal librodei Proverbi: «Il fratello aiu-tato dal fratello è come unacittà forte» ci ha orientatosubito a vivere i rapportinella reciprocità. «Sonomolto contento di aver re-spirato in questa Cittadellaquel clima buono che solouna vera famiglia può da-re», così un seminarista acommento del cantiere.Questa realtà di pienezza edi luce ci ha accompagnati e avvolti dai momenti di rifles-sione, ai dialoghi, ai lavori manuali sotto il sole. Il tema del Cantiere «Dal Castello interiore al Castelloesteriore: per farci santi insieme» ha messo in luce il rap-porto tra la spiritualità di s. Teresa d’Avila e quella diChiara. Ad aiutarci a coglierne la distinzione e la conti-nuità-complementarietà le meditazioni sulla spiritualitàcollettiva. Durante la visita ad Avila e a Segovia abbiamotrovato con commozione nel libro dei pellegrini quantovi scrisse Chiara nel 2002: «Grazie S. Teresa di tutto quan-to hai fatto per noi durante la nostra storia. Grazie! Ma ilpiù bel grazie te lo diremo in Paradiso. Continua a vegliaresu tutti noi, sul nostro “Castello esteriore” che lo Sposo ha su-scitato sulla terra a completamento del tuo “Castello interio-re” per far la Chiesa bella come la desideravi».La serata aperta preparata dai gens per le persone del po-sto ha fatto dire a un pilota: «Ho viaggiato tanto ma quiho trovato la cosa più bella della mia vita».Il Cantiere si è concluso solennemente con la Messa pre-sieduta dal vescovo amico Andrés Carrascosa che, con lasua testimonianza, ha fatto percepire una Chiesa comu-nione attraente, vivace, impegnata e gioiosa.

d. Alexander Duno

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I viaggi di alcune famiglie foco-lare durante il periodo estivo. Da diverse zone era giunta richiesta di ave-re, almeno temporaneamente, la testimo-nianza di alcune famiglie focolare. Così, ac-canto ai trasferimenti a lungo termine chevia via si stanno realizzando – una coppiadella zona di Trento è in partenza per la Cit-tadella Piero in Kenya, un’altra della Sarde-gna è attesa alla scuola Loreto di Loppiano,mentre due famiglie congolesi di Lubumba-shi sono appena partite rispettivamente perLibreville in Gabon e per Goma in Congo–, ecco prendere consistenza anche i trasfe-rimenti temporanei.

Da Milano in Israele. I primi a partire sonostati Laura e Dario Granata. Era questa ladecima volta che da Milano si recavano inIsraele per incontrare le famiglie che abita-no in luoghi lontani dal focolare o in terri-tori dai quali non sempre si riesce ad otte-nere il visto per uscire. Il loro viaggio è sta-to l’occasione per rinsaldare l’unità con tan-te coppie che, con i loro bambini, si eranoriunite per una breve vacanza a Jenin ed unascuoletta di formazione ad Haifa. Indimen-ticabile il pranzo da una famiglia araba cri-

stiana di Gerusalemme, presente anche unacoppia di ebrei di Tel Aviv.

Da Torino nelle Filippine. Barbara e PaoloRovea della zona di Torino sono invece par-titi assieme a Marco e Miriam, due dei lorocinque figli, entrambi gen3. Destinazione: ilsud delle Filippine, un’area costellata di iso-le dalle quali per partecipare agli incontri sidebbono affrontare impegnativi sposta-menti in bus e traghetti. Per una volta al-meno, sarebbero stati gli stessi Rovea a re-carsi nelle diverse isole (Cebù, Negros, Min-danao, ecc.). L’accoglienza è stata eccezio-nale per una visita considerata da tanti «unatto d’amore personale». Nelle tre settima-ne di permanenza i Rovea hanno incontra-to famiglie – con un’attenzione particolareper quelle più giovani –, fidanzati, animato-ri, gruppi di adolescenti e di giovani. Fra itanti frutti, rinnovate adesioni a Dio, impe-gno per l’Opera, dedizione anche come fa-miglie nel sociale.

Dai Castelli Romani in Centro America.Dal 22 giugno al 17 agosto, dai Castelli Ro-mani Fiorella e Andrea Turatti sono torna-ti in Centro America, dove in passato ave-vano vissuto otto anni trasferiti per l’Opera.

famiglie–focolarefamiglie–focolare

Tanti itinerari un unico stupore

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Foto a sinistra, Tes e Floro Flores (a sinistra) a Bombay in India .Foto a destra. Antonia e Paco Sanchez con Javier dalla Spagna a Loppiano.

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Con loro è andato Juan Diego, il loro figliosedicenne, che ancora prima di partire erastato ingaggiato per aiutare ad animare al-cuni incontri per adolescenti nei diversiPaesi che avrebbero visitato. Prima tappaGuatemala, poi El Salvador, Honduras,Santo Domingo, Nicaragua. Qui, nella ca-pitale Managua la famiglia Turatti ha fattososta per tre settimane, svolgendo la funzio-ne di «focolare temporaneo», con grandegioia della comunità, assieme alla quale hacurato la preparazione e lo svolgimento del-la Mariapoli. A conclusione del viaggio An-drea e Fiorella sono stati anche in Haiti perpartecipare alla Mariapoli di Mont Organi-sé e visitare il Centro di accoglienza realiz-zato in partnership da AMU, Famiglie Nuo-ve e Giovani per un Mondo Unito.

Dalla Spagna e dalla Sicilia a Loppiano. Nelfrattempo, dalla Spagna sono giunti a Lop-piano Antonia e Paco Sanchez con Javier, ilfiglio quattordicenne che per tre settimane sisarebbe improvvisato assistente gen4. Il com-pito dell’intera famiglia era infatti accoglierele numerose famiglie che, approfittando delperiodo di vacanza, come ogni estate sareb-bero approdate alla Cittadella, ospiti negliappartamenti vuoti della Scuola. E mentre igenitori si dedicavano all’approfondimentodi temi specifici e alla comunione fraterna,Javier intratteneva i bambini con giochi e sce-nette «ideali», con grande gioia delle famigliepartecipanti. Ad agosto sono poi arrivati inloro sostituzione dalla Sicilia Maria e FrancoLeonora i quali, con l’apporto anche di alcu-ni focolarini che in passato hanno contribui-

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to non poco allo sviluppo dell’Opera nelmondo, hanno realizzato momenti di comu-nione davvero speciali.

Da Manila in India. Per tutto agosto invece,Tes e Floro Flores di Manila, hanno avuto co-me meta l’India. La lingua inglese e la comu-ne cultura asiatica, pur nella diversità delle suevarie espressioni, hanno facilitato il loro nonsemplice compito di incontrare le diverse co-munità di quell’immensa nazione. All’arrivoad ogni aeroporto, commovente l’accoglienzacon collane di fiori e l’applicazione del «bin-di» rosso sulla loro fronte, segno onorifico e dibenvenuto. Tappe principali Mumbai, Goa,Bangalore, dove hanno tenuto altrettante«scuolette» per famiglie spesso appartenenti aetnie, lingue, tradizioni diverse. Nei reportages inviati puntualmente dai Flo-res – con il racconto anche della calorosissi-ma ospitalità presso le famiglie indiane e in-teressanti sopralluoghi ai progetti umanita-ri di AFN (Azione Famiglie Nuove) – e dal-le altre famiglie-focolare che hanno viaggia-to quest’anno, si nota come in ambienti co-sì differenti, la famiglia esprima un’unicagrande esigenza: l’amore. Amore nella cop-pia, con i figli, fra generazioni, verso gli al-tri. E ancora una volta e ad ogni latitudine,è la spiritualità di Chiara a rivelarsi grandeed efficace risorsa.Tanti itinerari, un unico stupore: andate per«dare» si ritrovano loro stesse molto più«ricche». Un’esperienza che augurano a tut-te le famiglie-focolare del mondo.

Anna e Alberto Friso

Foto a sinistra, Fiorella e Andrea Turatti con Juan Diego (a destra) in Nicaragua.Foto a destra. Barbara e Paolo Rovea (1ª e 3° da destra) con i figli all’arrivo a Cebu.

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Vescovi in AsiaVescovi in Asia

«Siamo tornati a casa»

in Asia avevano accolto l’Ideale per primi econosciuto Chiara personalmente, comemons. Ti-Kang (da Taiwan), hanno edifica-to i presenti per sapienza, profonda umiltà esemplicità evangelica.

Il continuo e profondo scambio di espe-rienze cementava man mano l’unità tra tut-ti, a conferma che la fedeltà all’Ideale pro-duce frutti sempre nuovi nella vita persona-le, nella Chiesa e nella società che ci circon-da. Per l’ascolto e l’accoglienza reciproca iVescovi si sono sentiti liberi di donare an-che difficoltà vissute: ciò ha permesso di«entrare» nell’altrui diocesi scoprendo il vol-to di Gesù Abbandonato e di amarLo nellesue diverse piaghe. E spesso succedeva che le esperienze concre-te degli interni e interne della zona nei di-versi ambiti - giovani, famiglia, economia -rispondessero ai loro «perché».La proiezione del recente DVD «Vescovi inuna Chiesa comunione - collegialità vissuta»,è stata una testimonianza concreta e - per al-cuni dei presenti - una «scoperta» della vita«ideale» dei «nostri» Vescovi in tutto il mon-do. Era evidente la comunione effettiva e af-fettiva tra i Vescovi, auspicata dagli ultimi Pa-pi. Mons. G. Alminaza, vescovo di LLoiloCity (Filippine) scriveva dall’aeroporto: «Unseme è stato gettato, seme che un giorno avràgrande influenza nella Chiesa in Asia».

A cura di Pina Peduzzisegreteria Vescovi amici

Si è svolto nella MariapoliPace delle Filippine l’in-contro regionale dei Ve-scovi amici del Movimento.Mentre all’esterno imperversavano iventi pungenti del tifone Falcon che ha col-pito le Filippine nello scorso mese di giugno,il calore di Gesù presente tra i 23 Vescoviprovenienti da diversi Paesi asiatici (Filippi-ne, India, Pakistan, Myanmar, Taiwan, Ma-laysia, Thailandia) per partecipare all’Incon-tro regionale dei Vescovi amici del Movi-mento dei Focolari, ha mantenuto un climadisteso e gioioso per la crescente realtà di co-munione. La presenza accogliente e operosadegli abitanti della Cittadella di Tagaytay hafatto sentire tutti parte viva dell’unica fami-glia di Chiara: «Siamo tornati a casa, nellanostra famiglia!», era l’espressione spontaneapiù volte manifestata.Il Convegno, preparato dall’unità costruitanei primi tre giorni da otto Vescovi anima-tori degli altri convegni con mons. AntonCosa, vescovo di Chisinau (Rep. Moldova),inviato «speciale» del card. Miloslav Vlk, econ mons. Francesco Kriengask, arcivesco-vo di Bangkok, ha segnato una tappa fon-damentale per i Vescovi dell’Asia che aderi-scono alla spiritualità dell’unità.Attorno all’approfondimento del tema del-la volontà di Dio i dialoghi fraterni, le im-pressioni condivise, confermavano che èpossibile raggiungere la santità tipica nostrae contribuire così a realizzare il disegno diDio sull’umanità. La presenza dei Vescovi più giovani ha con-tribuito a creare un’atmosfera semplice difamiglia, di comunione, mentre coloro che

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La Cittadella Lia ha ospitato ilIV Simposio ebraico-cristianoin un clima di grande fraternità.A tre ore di viaggio da Buenos Aires, nellapampa sconfinata, la Mariapoli Lia inO’Higgins, appare come un’oasi di ristoro:le case, i centri d’incontro e le aziendinespuntano qua e là dagli alberi, tutte in ar-monia. Anche l’antico convento ristruttura-to esprime accoglienza e dialogo. È la Citta-della che accoglie il Simposio ebraico-cri-stiano, dal 21 al 26 agosto 2011. Esso inizia con la celebrazione della XVGiornata della Pace. Un video sullo storicoincontro di Chiara con gli ebrei, nella saladella B’nai B’rith, nel ’98 a Buenos Aires, farivivere quei momenti incancellabili e le sueparole risuonano nuove: «Quel “patto” è vi-vo, oggi come allora» dirà qualcuno. Più tardi, cantando il Salmo 133 (132) in gi-rotondo attorno all’ulivo, in un clima di gioia,fraternità e solennità, più di 200 tra ebrei ecristiani, provenienti da Israele, USA, Svizze-ra, Irlanda, Italia, Messico, Perù, Cile, Uru-guay, Paraguay e Argentina, tra cui vari rab-bini, rinnovano il patto dell’amore scambie-vole con l’«abbraccio della Pace» a testimo-niare l’amore che ormai lega gli uni agli altri.

Nei tre giorni che seguono si approfondisceil tema: «Identità e Dialogo, un cammino

che continua» sotto diversi aspetti: intraco-munitario, antropologico, pedagogico, deldiritto o di altre scienze. Ciò che rende pos-sibile il dialogo, pur con punti di vista diver-si, è l’ideale dell’unità che ci unisce e che or-mai fa parte della vita di molti. Ognuno cer-ca di imparare l’arte del «farsi uno» per farspazio all’altro. I giovani non mancano: il lo-ro rapporto è pieno di entusiasmo. Qualcu-no ha sottolineato la cura dei particolari:«Ho molto apprezzato gli sforzi fatti per as-sicurare il cibo kosher. Grazie a voi le diversetendenze del Giudaismo hanno potuto in-contrarsi armoniosamente». Il simposio si conclude nella sede del Mi-nistero degli Affari Religiosi, all’interno delMinistero degli Esteri, nel cuore di BuenosAires. Presenti personalità ebraiche e cristia-ne, civili e religiose. Nelle impressioni finali, una più bella eprofonda dell’altra. Il Rabbino Levi di Firen-ze ha ringraziato il Focolare per il suo contri-buto con posizioni chiare, definendo il nostroimpegno al dialogo una via sicura. Ha chiesto,ora, di collaborare a progetti concreti.«Questa comunione tra noi - qualcuno hadetto - è una porta che aprirà altre porte percontinuare a sviluppare tra gli uominil’Ideale di Chiara che è anche il mio».

Con un gruppo di fratelli e sorelle ebrei piùvicini abbiamo potuto ancheavere un momento di comu-nione su prospettive future.Si sentono, infatti, ormaicoinvolti totalmente ad anda-re avanti come protagonistidi questo dialogo.

Miriam GirardiCentro dialogo interreligioso

Un dialogo che va avanti

in Argentina con gli amici ebreiin Argentina con gli amici ebrei

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È la mattina del 27 agosto, quando l’in-cantevole paesaggio di Tonadico - anticoborgo della Valle del Primiero, nel Trenti-no -, il sorriso del sindaco Aurelio Gadenze la cordialità della sua gente, accolgonoi 38 giovani provenienti da Italia, Birma-nia, Brasile, Filippine e Slovacchia, accor-si a Palazzo Scopoli per partecipare allaSummer School internazionale dedicataalla cultura del dialogo tra le civiltà, allademocrazia e ai diritti nel Mediterraneo.

La scelta è caduta su Tonadico perchèè proprio qui che, durante gli anni ’50,sboccia dalla vita di Chiara e dei primi fo-colarini un nuovo modello di socialità conalla base il patto di amore reciproco. Poinella Mariapoli del ’59 Chiara propone lavia dell’unità dei popoli attraverso l’amore

per la patria altrui come per la propria,pronunciando, con i rappresentanti dellediverse nazioni, tra cui il Brasile, un so-lenne atto di donazione dei popoli a Ma-ria, perchè si acceleri l’unità del mondo.

Il Seminario estivo, organizzato dal Di-partimento di Studi Politici dell’Istituto Uni-versitario Sophia, dal Movimento Politicoper l’Unità e da Comunione e Diritto, hapermesso di aprire una finestra sulla tra-dizione, religione, diritto e politica di Pae-si che percorrono, ancora oggi, la difficilestrada verso la democratizzazione ed ildialogo, elementi fondamentali per la se-renità di un popolo.

Lo studio e l’analisi delle tematiche so-no stati possibili grazie al contributo di pro-fessori e professionisti, impegnati nelle«inondazioni». Non si è trattato di semplicilezioni giuridico-politiche, ma di un ap-profondimento concreto di quelli che sonogli aspetti intrinseci della cultura dei popolidel Mediterraneo e della loro sete di giusti-zia. Ci è parso che ognuno di noi potesseabbracciare l’altro e comprendere i pro-blemi che colpiscono più da vicino la suaterra, la sua gente. È emersa in ciascuno la volontà di creareun mondo migliore e che questo è possi-bile dall’essere uniti, pur nelle diversità.Una sola candela è capace di accender-ne mille: così ciascuno può contribuire acostruire le basi di una società fraterna erispettosa delle regole, partendo dalleproprie piccole realtà.

Ognuno di noi era giunto alla SummerSchool con il suo bagaglio di studi ed espe-rienze di vita, differenti le une dalle altre.Una vita, però, tesa alla ricerca di una giu-stizia che abbiamo osservato più da vicinocon la promessa che, tornati nelle rispetti-ve case e realtà sociali, avremmo cercatodi mantenere vivo quello spirito di unione edi sostegno reciproco che tanto ci ha ani-mato durante quelle splendide giornate.

Natascia Adducci

«Per una cultura del dialogotra le civiltà»Giovani in dialogo su democra-zia e diritti nel Mediterraneo

Summer School internazionale a TonadicoSummer School internazionale a Tonadico

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Mons. Georges Kwaiter Per il dialogo e per la pace

«Mons. Georges Kwaiter, arcivescovo emeritomelkita di Saida (Sidone) del Libano è partitoper il Cielo il 25 luglio. Nato a Damasco (Siria)nel 1928, dopo la sua ordinazione sacerdotaleavvenuta nel giugno ’54, si era dedicato con ze-lo alle diverse parrocchie a lui affidate. Nel ’66con altri due sacerdoti, uno dei quali è l’attualepatriarca melkita Gregorio III, aveva fondato la“Casa della Provvidenza” per ragazzi orfani eabbandonati, attualmente apprezzata scuolaprofessionale che svolge per il Sud del Libanouna missione di bene a favore di tanti giovani.All’inizio degli anni ’70 ha conosciuto la spiri-tualità dell’unità diventando presto un sosteni-tore della prima comunità del Movimento deiFocolari. Nutriva un amore tenerissimo perChiara e solo al sentire menzionare il suo nomeil suo volto s’illuminava.Con l’Ideale nel cuore, aperto a tutte le confes-sioni, durante la guerra che ha devastato il Li-bano per 16 anni, ha lavorato per il dialogo e lapace. Nell’ottobre ’87 è stato consacrato Vesco-vo. Ha trovato una diocesi con chiese distrutte,villaggi in rovina e abbandonati, i fedeli disper-si e rifugiati in altre parti del Paese o all’estero.Senza perdersi d’animo, mons. Kwaiter si è mes-so a medicare le ferite materiali e spirituali cau-sate dall’odio e dalle violenze. Donandosi senzarisparmio, ha cominciato a ricostruire le chiese,a incoraggiare i suoi fedeli sfollati a ritornarenella loro patria, aiutandoli a rifare le loro casee soprattutto aiutandoli a perdonare, esortan-doli a ricominciare da veri cristiani, saldi nellafede. Aveva un rapporto molto bello con la co-munità dell’Ideale della sua regione e seguivaogni realtà con tanto amore. Non perdeva maiun incontro della Parola di vita e condivideva,come tutti, le sue esperienze. Durante un con-vegno dei Vescovi amici del Movimento dei Fo-colari a Castelgandolfo nel 2005, con fervore hascritto alla sua comunità, comunicando la gran-de gioia per la forte esperienza di Gesù in mez-zo che stava vivendo ed augurandosi che potes-se esserci sempre il Risorto vivo fra tutti. Nono-

stante la suasalute mal-ferma negliultimi anni,è stato sem-pre fedeleagli incontricon i Vesco-vi amici delMovimento,sia al centrosia in MedioO r i e n t e .Aveva unamore spe-ciale per Ma-ria. In Suoonore, aveva fatto costruire un grande santua-rio, “Nostra Signora dell’Attesa”, che oggi èpunto centrale della devozione mariana per ilsud del Libano. Ha chiesto di essere seppellitolì, “ai suoi piedi”. La cerimonia delle esequie,con la presenza di varie personalità religiose e ci-vili e presieduta dal patriarca Gregorio III, è sta-ta molto raccolta e commovente. La sua figuraha lasciato in tutti la gioia di avere conosciutoun uomo di Dio. Lungo le strade della città diSaida, si leggeva: “Mons.Kwaiter, uomo di dia-logo e di convivialità” e “Nei momenti più diffi-cili ha potuto compiere la sua missione a servi-zio della Chiesa grazie alla sua saggezza, alla suaapertura e alla sua umiltà”.Ora, mentre preghiamo per Mons. Kwaiter, lopensiamo nel gaudio del Paradiso a contempla-re, in tutto il Suo splendore, Maria che ha tantoamato qui in terra».

dal telegramma di Emmaus

d. Giuseppe BettoliInstancabile evangelizzatoreIl nostro d. Giuseppe era un piccolo grandeuomo, piccolo di statura, ma grande nell’ani-ma; un bambino del Vangelo, che si affidavaal Padre e si lasciava guidare da lui, con unavita che era – come ha detto Emmaus – «co-

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Vescovo Georges Kwaiter

a cura di Amata

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stellata di fatti mirabili». Un sacerdote foco-larino pieno di ardore, che sapeva conquista-re le persone a Dio.Incontra il Movimento nel 1960 e rimaneletteralmente folgorato: aveva 48 anni e dal’39 era sacerdote nella diocesi di Parma. Co-me parroco di Corniana, piccolo paese sul-l’Appennino, aveva realizzato un ponte peramore del popolo, facendo anche il que-stuante. Chiara gli diede come motto: «Hi-larem datorem diligit Deus – Dio ama chidona con gioia» (2Cor 9, 7). Quando a Roc-ca di Papa inizia la costruzione del CentroMariapoli – l’attuale Centro dell’Opera–con lavori eseguiti a lotti, in base ai soldiche arrivavano – d. Giuseppe stava sognan-do di costruirsi una casetta al mare perquando sarebbe stato anziano, ma mette isuoi beni in comune. Così poterono ripren-dere i lavori per il Centro! Per vent’anni ha operato come cappellanosulle navi da crociera. In quell’ambientespesso mondano sapeva tessere tali rapporticon tutti - dai macchinisti ai comandanti, aipasseggeri - che nel mese di viaggio matura-vano vere conversioni, con ritorni alla fede.Nutriva poi tutti con la rivista e i libri di CittàNuova. Due suoi volumi raccolgono questagrande esperienza. Col primo: Quel gabbia-no sono io, si attirò l’appellativo di «gabbia-no» che ben esprime la sua fisionomia spiri-tuale oltre quella di un instancabile evange-lizzatore. Durante i suoi viaggi, era messag-gero tra il Centro del Movimento e i focola-ri sparsi nei cinque continenti. Era una veramanna vederlo arrivare con libri o audiore-gistrazioni di Chiara. Per i sacerdoti focola-rini in diocesi lontane, era una consolazionevivere con lui un momento di focolare. È sta-to il primo di loro ad essere inviato a Fontemnel Camerun, dove aveva avuto inizio la col-laborazione col popolo Bangwa. Il problemaera la lingua inglese, così d. Giuseppe parteper Londra, dove al suo arrivo non ha piùl’alloggio previsto. È in metropolitana senzasapere dove andare quando, per una spintainteriore, scende e si guarda attorno. «Cerca

q u a l c u -no?», gliviene chie-sto in ita-liano: è unfocolarino,in mezzo aquella me-tropoli e loconduce infocolare!Dall’82 al2011 viveal Centrodei sacer-doti delMovimen-to, a Grottaferrata. Qui ovunque ha lasciatotracce dei suoi interventi. Aveva saputo rica-vare la cappella ingegnosamente, cosa che glimeritò da parte di d. Silvano Cola il titolo di«archi-tetto» per aver costruito sia gli archiche il tetto. Nell’84 il Movimento in Turchiaaveva preso in consegna la chiesa di Büyük-dere e l’attiguo convento per un incipienteCentro Mariapoli. Egli partì armato di at-trezzi da muratore, idraulico e pittore per la-vorarvi con una piccola squadra di gens. Co-nobbe da vicino Maria Voce (Emmaus), arri-vata proprio in quei mesi a Istanbul. A partire dall’86 rifà una piccola casa al ma-re in Puglia, come luogo di riposo per i fra-telli sacerdoti, mentre lui si ritira in un picco-lo ambiente sotto il tetto.Nel marzo 2009 festeggia il suo 96° com-pleanno e il suo 70° anniversario di ordina-zione. Poco dopo, con l’improvviso arrivo diuna malattia, è costretto all’inattività, che ac-cetta nella pace e con il consueto umorismocela le tante sofferenze. Il 5 settembre d. Giuseppe ha «preso il volo»per la meta più alta. Eravamo attorno a lui ementre spirava abbiamo intonato il canto:«Sono grazie per tutto e per sempre», ispira-to ad una meditazione di Chiara, quale pic-colo «Magnificat» per la sua vita.

d. Hubertus Blaumeiser

d. Giuseppe Bettoli

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«Un periodo di raccolta». CosìBonaria Gessa e ClaudioBattistutti, delegati dell’Operaper la zona di Roma, hannodefinito l’esperienza di questimesi con le partenze per il Cielodi diversi membri della zona.

Antonio (Bici) Ognibeni«Il Regno dei cieli è dei violenti»(Mt 11,12)

Scrive così Emmaus: « Il 19 agosto, Antonio(Bici), focolarino della zona di Roma, ha con-cluso il “santo viaggio” all’ospedale di Anzio(Roma), dove era stato ricoverato per un ma-lore legato ad un tumore diffuso, scoperto solotre mesi fa. Aveva 75 anni.Era nato a Grenoble da genitori trentini ed eraorgoglioso di essere della terra di Chiara che haamato e seguito con fedeltà indiscussa. Così,lui stesso le racconta in sintesi la sua storia inuna lettera del dicembre 2003: “Nel 1952 hoconosciuto l’Ideale a Milano attraverso una bi-cicletta [con Piero Pasolini, Marco Tecilla, Ca-ri (Giorgio Battisti), Oreste Basso], poi per en-trare nel focolare in Piazza Cappuccini a Tren-to, poiché non c’era nessuno, ho scassinato laporta e sono entrato. In Mariapoli poi ti han-no raccontato quello che avevo combinato e tuhai commentato che dei ‘violenti è il Regno deiCieli’ (cfr Mt 11,12) – è diventata la mia Paroladi vita – e poi mi hai dato come nome nuovoBici. Dopo alcuni anni ho lasciato Dio ed ilMovimento per 15 anni, anni di realizzazioneumana, ma di disperazione interiore. Poi nel’72 sono tornato spontaneamente a Dio e alMovimento e ho risentito la vocazione al foco-lare, dove sono entrato nel ’74… Sono felice,avvolto dall’amore di Dio, tuo e dei fratelli.Vorrei che il mio rapporto con Dio sia conti-nuo, come il tuo, per essere altra te”. Dopo ildiploma di ragioniere, aveva iniziato a lavora-re e, studiando la sera, si era laureato in Eco-

nomia e com-mercio alla Cat-tolica di Mila-no. Aveva tro-vato lavoroall’ENI (EnteN a z i o n a l eIdrocarburi) dicui era stato an-che uno dei di-rigenti. Piùavanti, lavo-rando come di-rettore ammi-nistrativo inuna grandeazienda immo-biliare di Mila-no, alla richiesta dei proprietari di fare un’ope-razione poco trasparente aveva risposto loroche non lo avrebbe fatto neppure se “pregato inginocchio”… Questo gli è costato il posto di la-voro!Nel ’79 è a Roma per Città Nuova dove, percirca 30 anni, ha svolto la funzione di diretto-re amministrativo. Con la sua competenza pro-fessionale ha dato un contributo essenziale siaper l’applicazione di nuove normative azienda-li, sia per la sua predisposizione naturale a for-mare le persone in campo amministrativo. Pu-re prezioso il suo apporto alle cooperative CittàNuova - che ha seguito direttamente per più di20 anni - oltre alle tante realtà dell’Opera:AMU, FOCUS,… ed anche ad altre non delMovimento, come alla Cooperativa Agricoladella Val Formazza, all’Associazione NuoviOrizzonti, e ad altre ancora. È stato chiamatoa tenere corsi di Economia presso l’Universitàla Bicocca di Milano, l’Università di Bologna el’Angelicum di Roma. Mai ha avuto una paro-la di vanto. La sua ambizione era quella di“servire” e di impiegare il suo talento a benefi-cio del prossimo che ne aveva bisogno. È statoper tanti un modello di serietà, competenza eamore concreto. Il suo aspetto, che poteva ap-parire un po’ duro e determinato, nascondevauna persona ricca di humour e sensibile, unbambino evangelico.

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Antonio Ognibeni (Bici)

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Al palesarsi improvviso della malattia, ha vo-luto mantenere un atteggiamento di riservatez-za. Ha sofferto molto, ma l’unica cosa cui tene-va era compiere pienamente il volere del Padre.Sono arrivate tante testimonianze su di lui, al-cune donate di persona ai funerali che sono sta-ti celebrati al Centro dell’Opera. La sala erapiena non solo di persone, ma dell’amore cheBici ha dato a tanti».

Anna Maria Molè Il suo «Magnificat»

Scrive Emmaus: «Ha raggiunto la Mariapoliceleste il 17 agosto, proprio un anno dopo Ivo,suo marito, anch’egli focolarino assieme alquale aveva conosciuto l’Ideale dell’unità nel1965 alla Mariapoli di Assisi ». Così scriveEmmaus: «Era mamma allora di tre bambini,cui se ne aggiungeranno negli anni altri tre.Lei ha descritto così quel momento: “La sco-perta di Dio Amore per me coincide con l’in-contro con l’Ideale. La luce nuova, che s’inne-sta sulla mia fede, diventa la presenza amoro-sa di Dio, che tutto segue nella mia quotidia-nità; mi è accanto e non mi lascia sola”.Nel ’75 sente la vocazione al focolare. Per tan-ti anni con Ivo sono stati incaricati di FamiglieNuove e delle Famiglie-focolare e insieme han-no collaborato alle grandi manifestazioni chesi sono svolte a Roma.Anna era acuta, pronta, silenziosa - come Ma-ria che è sempre “madre” - e la sua vita avevala misura grande dell’amore: in casa, in focola-re, in ufficio (è stata segretaria amministrativain un grosso complesso scolastico dell’Eur).Aveva tanta forza d’animo. Così è stata fino al-la fine quando con un filo di voce ha ripetuto:“Tutto è compiuto... tutto Lui ha già pagato”!La Parola di vita che Chiara le aveva donatoera: “… restagli fedele…” (Dt 10,20). Fedeltà,che in Anna si è dispiegata armoniosa durantela sua esistenza.In un brano scritto nel giugno 2009 esprime ilsuo rapporto filiale con Chiara e l’amore per ilsuo carisma: “Penso che per me una delle pro-

ve piùgrandi sa-rebbe per-dere il pro-fumo e ilgusto delleparole diC h i a r a .Ogni suaparola mia c c o g l i e ,mi sazia,mi dà sem-pre la ri-sposta. Inquesto mo-mento del-la mia vita un po’ più dedicato alla famiglia,ogni notizia, ogni flash sulla vita dell’Operami unisce immediatamente a quello che avvie-ne nel mondo ed il mio particolare, per mira-colo, diventa universale. Mi sembra proprioche Maria ha fretta di riportare al suo Figliol’umanità “immacolatizzata”.Un anno fa, contemporaneamente alla parten-za di Ivo per il Cielo dopo una lunga malattia,cominciavano per Anna i segni che le rivele-ranno più tardi un tumore aggressivo. Si susse-guono velocemente operazioni e terapie, chelei offriva per tutta l’Opera, come mi aveva fat-to sapere. Aggiungeva anche: “Con consolazio-ne ho accolto l’invito di Chiara: ‘ Chi ameràGesù abbandonato’? .. Sono qui!... Lei ci hatracciato la strada!”. Così si trasformava sem-pre più in “Anna Maria di Gesù Abbandona-to”, il suo dover essere, come Chiara le avevadetto donandole il nome nuovo.Ultimamente, a qualcuno che le chiedeva dipregare per la Chiesa e per il Papa, lei con unfilo di voce, ha ripetuto più volte energica-mente: “Sì, io amo molto la Chiesa e vivo e of-fro per il Papa. Prego e offro per lui, per tuttele croci che deve portare, per le decisioni chedeve prendere. Ho sempre amato la Chiesa”.Tanti che l’hanno conosciuta, saputo della suapartenza per il Cielo, stanno inviando nume-rosi messaggi, che testimoniano quanto amoreha donato.

Anna Maria Molè

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Anna una volta aveva raccontato: “All’iniziodella mia storia con Lui scrissi che mi sarebbepiaciuto poter cantare un ‘Magnificat’, comeuna piccola Maria. Potrebbe essere questo ilmio piccolo atto d’amore per Lui”.La pensiamo ora con Gesù in Paradiso, dove,insieme a Maria, a Ivo, a Chiara e a tutti i no-stri, potrà offrire il suo “Magnificat”».

Enio Buccomino «Appartengo tutto a Lui»

Ancora Emmaus: «II 15 agosto, giorno dellafesta dell’Assunta, Enio, focolarino sposatodella zona di Roma, è arrivato in Cielo dovesarà stato accolto da Maria, che tanto amava.Nato nel 1936, aveva conosciuto l’Ideale a Spi-nazzola (Bari) nel ’59. In una sua lettera aChiara così diceva: “…Venni in Mariapoli aFiera e lì ricevetti la Cresima. Come regalo perquel giorno di festa mi fu dato il libro Medita-zioni, appena uscito, e poi Maras (Alfredo Zi-rondoli) mi accompagnò da te. Ti salutai ap-pena e mi firmasti il libro. Ero contento”.Enio, avendo trovato lavoro a Pescara, vi si eratrasferito e nel ’62 si era sposato con Pina; dalloro matrimonio sono nati tre figli: Michele,Antonella e Giovanni.Nello stesso anno maturava in lui la vocazioneal focolare. Scriveva a Chiara da Ala di Sturanell’estate del ’64: “Ora sento che Dio puòchiedermi tutto, nel modo più assoluto, ed è lo-gico e normale; sono consacrato e appartengotutto a Lui senza limiti. Voglio dirti che sonoa completa disposizione per servire Dio co-munque e dovunque”. Poi, su invito dell’Ope-ra, si era trasferito a Roma con la sua giovanefamiglia, lasciando l’ottimo lavoro e l’ambien-te nel quale si era perfettamente inserito, perassumere la responsabilità dell’ufficio com-merciale dell’Editrice Città Nuova, dove re-sterà per circa 40 anni. L’Editrice era allora aiprimi anni di attività ed Enio ha dato un con-tributo importante dal punto di vista profes-sionale e spirituale.Per motivi di lavoro aveva contatto con molte

persone eper il suotipico ap-proccio in-telligente ecompeten-te si guada-gnava lastima ditutti. Contanta pa-zienza, hasaputo af-f r o n t a r etalvolta si-t u a z i o n icomplessee sofferte.“Di lui – testimonia un focolarino – mi colpi-va la pacatezza con cui viveva gli eventi dellavita. A volte era come se nulla lo sfiorasse, co-me se lui… ben cosciente di tutto, avesse ilcuore altrove, di chi sa che tutto passa e che so-lo Dio resta. Il suo amore radicato in Dio, chelo sosteneva nelle difficoltà quotidiane, davapace”.Anche nella vita di focolare si è distinto per lasua maturità umana e spirituale; costruival’unità con umiltà e sapienza e amava ciascunocosì com’era, senza pretendere nulla. In luispiccava un amore speciale per Maria. Quandoanni fa aveva avuto un grave incidente strada-le raccontava: “Mentre l’auto carambolava e sigirava più volte pensavo a Chiara che avevadetto che quando i “popi”(i focolarini) muoio-no gli va incontro Maria…».Negli ultimi anni segnati dalla malattia (un tu-more ai polmoni) Enio ha progredito in modostraordinario nel “santo viaggio”, con la chiaracoscienza della propria fragilità umana rispet-to alla grandezza della chiamata: “Gesù Ab-bandonato è sempre così nuovo e sconcertantealle nostre persone... sarò fedele fino alla fineai vari volti con cui si presenterà?». E così èstato! Enio è rimasto sereno grazie al suo co-stante “sì” a Gesù, e “grazie all’amore di chi mista vicino”, come lui diceva. Alcuni giorni pri-ma della sua partenza confidava: “Maria mi

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Enio Buccomino

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aiuta a non turbarmi e ad essere nella sua pa-ce, La sento vicina...”. E poco prima di “spic-care il volo”, a Fabrizio, suo responsabile di fo-colare, che lo aveva raggiunto per telefono ave-va confidato, raccogliendo le ultime forze: “So-no sempre lì, dove ci siamo detti l’ultima volta…”. E cioè “in Dio”!Preghiamo per Enio che ora, nel seno del Pa-dre, con Chiara e con i nostri Mariapoliti cele-sti, intercederà per la sua famiglia e per tuttinoi, ancora in cammino».

Maria IcardiVolontaria della prima ora

«Pensavo di essere una cristiana autentica –scrive Maria negli anni ’70 dopo aver cono-sciuto l’Ideale in una Mariapoli a Rieti (allo-ra zona di Roma) –. M’impegnavo in parroc-chia, facevo il mio lavoro con onestà, ma qui

ho scopertoche Dio miama immen-samente eche faccioparte di unaspiritualitàc o l l e t t i v anata dalVangelo».Assistentes o c i a l e ,aveva fattouna bril-lante car-riera co-me ispet-trice del-l ’Opera

di accoglienza degli orfani e siaggiornava continuamente. Diceva: «È grati-ficante avere un posto di responsabilità, maper comandare bisogna essere competenti esapere prima obbedire, altrimenti saremosempre “cembali risonanti”».

Fin da giovanissima ha avuto la passione dicostruire un mondo più giusto e di aiutare lepersone abbandonate. «Da quando sono vo-lontaria ho un’altra visione del lavoro: ognipersona con cui vengo a contatto per me èGesù e lo voglio amare in modo preferenzia-le», scriveva.Le volontarie le sono state accanto accompa-gnandola in questi ultimi mesi. Anche se pri-va di forze, rispondeva ancora con un forte«sì» per vivere il passaparola del giorno. Il 2 ottobre 2010 è partita per il Cielo, a 95anni. Al suo funerale è stato letto un «Atto difede e amore», che Maria avrebbe volutoesprimere a Dio in punto di morte e che ave-va scritto 20 anni fa.

Mario Giraldi Una colonna in Sardegna

Mario ha dieci anni quando si trasferiscecon la famiglia in Sardegna; nel 1949 è a Mi-lano all’Università dove conosce l’Idealegrazie a Ginetta Calliari, ospite alla «Cardi-nal Ferrari», un pensionato per gli universi-tari. Durante una Mariapoli così racconta:

«C’è un invito da parte di Ginetta per an-dare a Trento e vivere per qualche giornocon chi ha ricevuto il carisma dell’unità.L’ultimo sabato di luglio ci troviamo al mat-tino all’alba, siamo in otto, quasi tutti stu-denti universitari.In viaggio Ginetta non lascia spazio alle pa-role facili, ai vuoti generici. L’amore di Dioè presente. Mi si affacciano alla mentepreoccupazioni… Siamo a Verona, le Preal-pi sono visibili… “Vedi quei monti? – diceGinetta – se hai fede quanto un granello disenape puoi dire ai monti di spostarsi e lo-ro si sposteranno”. Sì, anche le preoccupa-zioni possono essere grandi come monta-gne. E la conversione continua sul filo d’orodei consigli evangelici.

Maria Icardi

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A Trentoun gruppodella comu-nità è in at-tesa allas t a z i o n e ,nasce subi-to una co-municazio-ne recipro-ca: c’èscambio dinomi, diprovenien-ze, un mo-do nuovodi comunicare, fatto di ascolto. Veniamoospitati nel focolare maschile in un’abitazio-ne semplice e ordinata, con una storia allespalle di ex pollaio. A sera una cena frugalenel focolare femminile di Piazza Cappuccini.Le stanze sono arredate in maniera essenzia-le; tra queste in una nuda parete spicca un so-lo quadro, con l’immagine di Gesù in croce,che diverrà il mio “compagno di viaggio”.È domenica mattina e ci ritroviamo per laMessa in cattedrale; un’emozione che si ren-de visibile, l’amore e la grazia di Dio hannofatto breccia. Sono tutti volti sereni e gioiosi:un cuor solo e un’anima sola».

Ritornato in Sardegna, Mario ospiterà nellasua casa Ginetta che fa conoscere l’Ideale an-che a Pina, sua futura sposa. Nascono tre fi-gli che egli segue con saggezza. Apprezzatoscrittore, autore e regista, con le sue opereesprime le bellezze della Sardegna, la sua na-tura, l’arte, e la storia. La sua passione è con-tagiosa: nasce un folto gruppo di artisti –«Oltre Mare» – nell’ambito del mondo del-l’arte di Umanità Nuova. Per i loro 50 anni di matrimonio, Mario e Pi-na scrivono a Chiara, che risponde: «Mi uni-sco alla gioia vostra e di tutti coloro che vi ama-no e chiedo a Maria di ricolmarvi di moltissi-

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Mario Giraldi

me grazie». Nel 2007 un ictus lo costringe aletto. Vive tutto con serenità ed ha la gioia ela grande commozione di ricevere in casaEmmaus, durante il suo viaggio per i 60 annidell’Ideale in Sardegna.I volontari del nucleo gli sono costantementevicini e di questi momenti uno di loro ricor-da: «Parlare con lui è stato per me un invitoalla santità».Il 10 giugno - all’età di 86 anni - Mario parteper il Cielo.

I nostri parentiSono partiti per l’Altra vita: Ines, sorella diMarinella Pigoni, consigliera per il Brasile alCentro dell’Opera; Amalia, sorella di Raf-faella, del. zona Russia, di Imelda, deleg. zo-na Messico, e di Gina Bronzino, foc.na aMontreal (Canada); Yvonne, mamma di Ar-lette Samman, deleg. zona Libano, e di Ni-cole, Christian e Micheline, foc.ni sp. in Ca-nada; Marcel, papà di Geneviève Valton, re-sp. Centro Mariapoli in Francia Sud e di Eli-sabeth, foc.na a Montet; Giuliano , f.llo diAtalia Floridi e Kikue Kotake, sorella diTokie (Tochi) Kikuchi, foc.ne alla Mariapo-li Romana; Giuliano, papà di Antonella (An-di) D’Ottavio, foc.na a Malta e di Naldi; Lil-lina, mamma di Tanino Minuta, foc.no allaM.li Romana, di Rita De Vicentis, foc.na sp.a Bari, e di Giovanni, vol.io; Anna, mamma eWolfgang, f.llo di Regina Lechner, foc.na aReggio Emilia (Bologna); Nelida Beatriz,mamma di Aldo Raul (Lito) Amuchastegui,foc.no a Loppiano; Giovanni, figlio di AnnaMaria Bazzini, foc.na sp. a Firenze e f.llo diLaura, foc.na a Fontem; Tancredi, papà diTeodoro Marotta, e Matilde, mamma di Ce-sare Cesarini, foc.ni a Napoli; Anna, sorelladi Lucia D’Antonio, foc.na a Roma; Attilio,papà di Patrizia Biondi, e Arduino, marito diMaria Negrini, foc.ne sp. a Roma.

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2 Pensiero di Chiara. UNA GRAZIA IN PIU

4 Settembre in Gran Bretagna. Dialogo a tutto campo.Vescovi di diverse Chiese a Welwyn Garden City

7 Viaggio in Slovenia8 Alla Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid9 Il Gen Rosso in Giamaica

10 Bruna Tomasi in Colombia, Ecuador e Perù11 Vescovi a Trento sulle orme di Chiara12 L’estate alla Cittadella Foco di Montet13 Insieme per l’Europa. Entra nel vivo la preparazione14 Per Chiara. Nasce a Roma l’«Associazione Chiara Lubich

per la pneumologia-onlus». A Castello in Val di Sole16 Al XXV Congresso Eucaristico nazionale ad Ancona.

Il saluto del card. Bagnasco e del card. Re ai Focolari 17 Movimenti Parrocchiale e Diocesano. Ritorno alle origini18 Mondo sacerdotale. A Loreto. A Madrid. A Vallombrosa20 Famiglie–focolare. I viaggi estivi22 Vescovi dell’Asia alla Mariapoli Pace di Tagaytay23 In Argentina con gli amici ebrei. Un dialogo che avanza24 Summer-school a Tonadico

25 Mariapoli Celeste. Arcivescovo Georges Kwaiter; d. Giusep-pe Bettoli; Antonio Ognibeni (Bici); Anna Maria Molè; Enio Buc-comino; Maria Icardi; Mario Giraldi. I nostri parenti

settembre 2011

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sommario

Questo numero è stato chiuso il 22settembre 2011. Il n. 7-8/2011 è statoconsegnato alle poste il 2 settembre2011. In copertina: Scatti del viaggioin Gran Bretagna.

REDAZIONE: VIA CORRIDONI, 23 - 00046 GROTTAFERRATA(ROMA) - TEL/FAX 06.94.11.788 E-MAIL: [email protected] Mariapoli n. 9/2011 � Mensile � Notiziario interno del Movimento deiFocolari � Direttore responsabile: Caterina Ruggiu � Direz.: Via di Frascati,306 - 00040 Rocca di Papa (Roma) � Autorizzazione del Tribunale di Roman. 5/84 del 10 gennaio 1984 - PAFOM � Stampa: Tipografia Città Nuova, viaSan Romano in Garfagnana, 23 - 00148 Roma - tel/fax 06 6530467

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