1 diritto di accesso e diritto alla privacy brescia, 9 novembre 2006 trasparenza, semplificazione,...
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Diritto di accesso e diritto alla privacy
Brescia, 9 novembre 2006
Trasparenza, semplificazione, responsabilità.
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Il servizio scolastico
Area didattica e formativa
Area gestionale
Area organizzativ
a
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L. 241/90
TRASPARENZA
ACCESSO
PARTECIPAZIONE
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Il documento amministrativo Per documento amministrativo si intende "
ogni rappresentazione grafica, fotocinematografica, elettromagnetica o di qualunque altra specie del contenuto di atti, anche interni o non relativi ad uno specifico procedimento, detenuti da una pubblica amministrazione e concernenti attività di pubblico interesse, indipendentemente dalla natura pubblicistica o privatistica della loro disciplina sostanziale" (art. 22, lett. C, l. n. 241/1990).
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Il diritto di accesso ha assunto rilevanti finalità di pubblico interesse in quanto“ principio generale dell’attività amministrativa al fine di favorire la partecipazione e di assicurarne l’imparzialità e la trasparenza”. La norma inoltre specifica che esso attiene “ai livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale ai sensi dell’art. 117, secondo comma lettera m) della Costituzione”.
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L’art. 3 del recente regolamento – D.P.R. 184/2006 – sancisce l’obbligo della P.A. interessata da una richiesta di accesso di dare notifica agli eventuali controinteressati in merito alla richiesta pervenuta, così da garantire a tutti i soggetti che possono vedere lesa la propria riservatezza l’opportunità di una motivata opposizione.
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Mentre la formulazione originaria dell’art. 22 riconosceva tale diritto esclusivamente in favore di chi avesse interesse “per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti” (e successivamente il regolamento di attuazione all’art. 2 precisava che l’accesso potesse essere esercitato “da chiunque vi abbia un interesse personale e concreto per la tutela di situazioni giuridicamente rileventi”) l’art.22 nel testo vigente definisce “interessati” all’accesso “tutti i soggetti privati, compresi quelli portatori di interessi pubblici o diffusi, che abbiano un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata (prima era “rilevante”) e collegata al documento al quale è chiesto l’accesso”.
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L’esercizio del diritto di accesso
Ai sensi della nota ministeriale n. 7657 del 20.12.2005 deve essere favorito l'esercizio del diritto-dovere del genitore separato o divorziato non affidatario, (articoli 155 e 317 c.c.) di vigilare sull'istruzione ed educazione dei figli e, di conseguenza, l'esercizio del diritto di accedere alla documentazione scolastica degli stessi.
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Qualora le informazioni siano contenute in strumenti informatici, le copie dei dati informatizzati possono essere rilasciate su supporti forniti dal richiedente (cd, floppy, carta) oppure mediante collegamento informatico (d.p.r. 184/2006)
L’esercizio del diritto di accesso
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Se sulla base del documento richiesto non risultano esservi dei controinteressati, il diritto di accesso può essere esercitato in via informale mediante richiesta, anche verbale, rivolta all'amministrazione che ha formato il documento o che lo detiene stabilmente
Se sulla base del contenuto del documento si riscontra l’esistenza di controinteressati, la richiesta d’accesso deve essere formale (d.p.r. 184/2006).
L’esercizio del diritto di accesso
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L’ 13 del d.p.r. 184/2006 prevede che le pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 22, comma 1, lettera e), della legge, assicurino che il diritto d'accesso possa essere esercitato anche in via telematica. Le modalità di invio delle domande e le relative sottoscrizioni sono disciplinate dall'art. 38 del dpr n. 445/2000, e successive modificazioni, dagli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 11 febbraio2005, n. 68 [15], e dal d.lgs n. 82/2005, e successive modificazioni. La procedura va regolamentata
L’esercizio del diritto di accesso
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Il diniego di accesso nella scuola
Per quanto riguarda in particolare la scuola il d.m. n. 60/1996 consente all’amministrazione scolastica il diniego di accesso per le seguenti categorie di documenti:
a) rapporti informativi sul personale dipendente; b) documenti concernenti informazioni di carattere psico-
attitudinale, con esclusione di quelli concernenti i criteri generali fissati dall’Amministrazione;
c) documenti rappresentativi di accertamenti e dichiarazioni medico-legali;
d) documenti relativi alla salute delle persone; e) documenti rappresentativi di interventi dell’autorità giudiziaria
o delle Procure della Corte dei Conti relativi a soggetti per i quali si delinea responsabilità civile, penale o amministrativa, comprese relazioni alla Corte dei conti e atti di promovimento di azioni di responsabilità davanti all’autorità giudiziaria.
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Il differimento dell’accesso L'accesso non può essere negato ove sia sufficiente fare
ricorso al potere di differimento (art. 24, comma 4 l. n. 241/90). Il differimento può essere disposto al fine di tutelare gli interessi dell’amministrazione (art. 24, c.6, legge n. 241/90)
L’atto che dispone il differimento dell’accesso ne indica la durata (art. 9 d.p.r. n. 194/2006) (Allegato b)
Il DM n. 60/1996 consente il differimento dell’accesso con riguardo ai seguenti documenti: relazione finale e documentazione richiamata in caso di incarichi ispettivi nei confronti di dipendenti, scuole o enti vigilati (fino alla conclusione del procedimento); elaborati e schede di valutazione nei procedimenti concorsuali e di selezione del personale (fino alla conclusione delle varie fasi procedurali ed esclusi gli atti relativi ad altri concorrenti); offerte contrattuali nei procedimenti di scelta del contraente (fino alla conclusione del procedimento)
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La tutela per l’accesso Se si tratta di documenti delle
amministrazioni dello stato, sia centrali che periferiche, si può proporre ricorso giurisdizionale o alla Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi, la quale, nel caso di rifiuto o differimento motivato per la tutela di dati personali di terzi, deve chiedere il parere al Garante dei dati personali
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Le responsabilità del “responsabile del procedimento”
Il responsabile del procedimento deve curare: l’instaurazione del procedimento su istanza o di ufficio; l’attività istruttoria (adottando ogni misura idonea all’adeguato e sollecito svolgimento dell’istruttoria); il rispetto dei termini del procedimento, sollecitando il responsabile dell’atto finale o provvedendo direttamente all’adozione dell’atto (se personalmente ha l’obbligo di adottarlo); le comunicazioni, pubblicazioni e notificazioni
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Attraverso un puntuale inserimento aggiuntivo nel testo dell'articolo 6 (compiti del responsabile del procedimento) della legge 241 è ora stabilito che l'organo competente per l'adozione del provvedimento finale, ove sia diverso dal responsabile del procedimento, non può discostarsi dalle risultanze dell'istruttoria condotta dal responsabile del procedimento, se non indicandone la motivazione nel provvedimento finale.
La modifica rappresenta un indiscutibile rafforzamento delle garanzie a favore dei cittadini. Se, infatti, il responsabile del procedimento è l'interlocutore privilegiato verso l'esterno e dialoga direttamente con gli utenti, è chiaro che l'obbligo di motivare espressamente eventuali scostamenti dall'istruttoria impegnerà anche il responsabile dell'adozione dell'atto a tenere in adeguato conto tutte le risultanze del dialogo istruttorio che è stato intessuto con l'esterno.
Le responsabilità del “responsabile del procedimento”
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La trasparenza nell’azione amministrativa
In particolare: la documentazione
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La direttiva 8.5.2002 (Semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi) ricorda che tutti i testi e documenti prodotti dalle amministrazioni devono essere pensati e scritti per essere compresi da chi li riceve e per rendere comunque trasparente l'azione amministrativa.
direttiva 8.5.2002
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C.M. n. 249/1998, Capo III
………..Occorre, ovviamente, fare salvo il principio inderogabile di apprestare nella scuola una documentazione che offra possibilità di ricostruire gli iter procedurali e decisionali seguiti nello svolgimento dell’attività didattica, al fine di rispondere ai principi di trasparenza e visibilità dell’azione sanciti dalla legge 241/90
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Direttiva PCM - dipartimento per l'innovazione e le tecnologie - 04.01.2005: Linee guida in materia di digitalizzazione dell'amministrazione (G.U. 12.02.2005, n. 35).
g) l'accesso on-line all'iter delle pratiche mostra difficoltà legate al notevole impatto organizzativo. É comunque in crescita la diffusione del protocollo informatizzato, prerequisito della trasparenza amministrativa
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D.P.C.M. 14.10.2003: Approvazione delle linee guida per l'adozione del protocollo informatico e per il trattamento informatico dei procedimenti amministrativi.
Il protocollo informatico e, più in generale, la gestione elettronica dei flussi documentali hanno la finalità di migliorare l’efficienza interna degli uffici attraverso l’eliminazione dei registri cartacei, la riduzione degli uffici di protocollo e la razionalizzazione dei flussi documentali. L’adozione di tali sistemi migliorerà inoltre la trasparenza dell'azione amministrativa attraverso strumenti che facilitano l’accesso allo stato dei procedimenti ed ai relativi documenti da parte di cittadini, imprese ed altre amministrazioni
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O.M. 30.12.2004, n. 91: Indizione e svolgimento per l’a.s. 2004/2005 dei concorsi per titoli per l’accesso ai ruoli provinciali, relativi ai profili professionali dell’area A e B del personale ATA statale degli istituti e scuole di istruzione primaria, secondaria, degli istituti d’arte, dei licei artistici, delle istituzioni educative e delle scuole speciali statali, ai sensi dell’art. 554 del D.Lvo. 16.4.1994, n. 297.
11.5 Ai fini dell’applicazione delle disposizioni di cui alla legge 7.8.1990, n. 241 sulla trasparenza dell’attività amministrativa e l’accesso ai documenti amministrativi, gli Uffici scolastici adottano ogni opportuna iniziativa per consentire l’accesso ad atti e documenti che riguardino la posizione degli interessati. Ai fini dell’esercizio del diritto di accesso ai documenti amministrativi, devono essere osservate le disposizioni di cui al dPR 27.6.1992, n. 352.
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D.M. 03.08.2005, prot. n. 456
Art. 4 - 1. I bandi di concorso prevedono
disposizioni atte a garantire la trasparenza di tutte le fasi del procedimento e indicano i criteri e le procedure per la nomina delle commissioni giudicatrici e dei responsabili del procedimento ai sensi della legge n.241/1990, nonché le modalità per lo svolgimento delle prove.
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Occorrerà, inoltre, procedere a puntuali ricognizioni dei dati trattati alla luce delle disposizioni vigenti e alla revisione delle modalità di gestione degli stessi, ponendo particolare attenzione alla necessità di garantire agli interessati l'esercizio del diritto di accesso ai dati che li riguardano e degli altri diritti sanciti dall'art. 7 del Codice, nonché alle problematiche relative all'accesso ai documenti amministrativi ed alla necessità di contemperare le esigenze di trasparenza dell'azione amministrativa con quelle di tutela del diritto alla protezione dei dati personali
Dir. pcm 11.02.2005, n. 1: Misure finalizzate all'attuazione nelle pubbliche amministrazioni delle disposizioni contenute nel D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, recante Codice in materia di protezione dei dati personali, con particolare riguardo alla gestione delle risorse umane. (G.U. 28.04.2005, n. 97).
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D.I. 1° febbraio 2001, n. 44: Regolamento concernente le "Istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche" (G.U. 09.03.2001, n. 57 - S.O. n. 49/L).Art. 2 - Anno finanziario e programma annuale
2. La gestione finanziaria delle istituzioni scolastiche si esprime in termini di competenza ed è improntata a criteri di efficacia, efficienza ed economicità e si conforma ai principi della trasparenza, annualità, universalità, integrità, unità, verid
Area gestionale
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D.I. 1° febbraio 2001, n. 44: Regolamento concernente le "Istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche"
Ai fini della massima trasparenza e pubblicità, il conto consuntivo deve essere affisso all’albo dell’istituzione scolastica entro quindici giorni dall’approvazione ed inserito, ove possibile, nell’apposito sito WEB dell’istituzione medesima
Area gestionale
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D.I. 1° febbraio 2001, n. 44: Regolamento concernente le "Istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche" (G.U. 09.03.2001, n. 57 - S.O. n. 49/L).
Art. 35 - Pubblicità, attività informative e trasparenza dell’attività contrattuale
1. Copia dei contratti e delle convenzioni conclusi con l’ordinaria contrattazione è messa a disposizione del Consiglio di istituto nella prima riunione utile ed affissa all’albo della scuola.
2. Una relazione sull’attività negoziale svolta dal dirigente dell’istituzione scolastica è presentata alla prima riunione successiva del Consiglio di istituto. Il dirigente riferisce, nella stessa sede, sull’attuazione dei contratti e delle convenzioni.
3. È assicurato l’esercizio del diritto di accesso degli interessati alla documentazione inerente l’attività contrattuale svolta o programmata, ai sensi degli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241.
4. Il direttore provvede alla tenuta della predetta documentazione. 5. Il rilascio delle copie della documentazione in favore dei membri
del Consiglio di istituto e degli altri organi dell’istituto è gratuito ed è subordinato ad una richiesta nominativa e motivata.
Area gestionale
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legge 7 giugno 2000, n. 150 La legge 7 giugno 2000, n. 150 ha
introdotto nell’ordinamento giuridico un’organica disciplina delle "attività di informazione e di comunicazione" svolte dalle pubbliche amministrazioni.
Circa le finalità dell’intervento, l’art. 1 precisa che le disposizioni mirano ad attuare i princìpi di "trasparenza" e di "efficacia" dell’azione amministrativa. Le nuove norme, peraltro, lasciano ferme tutte le vigenti disposizioni in materia di "pubblicità legale od obbligatoria" degli atti amministrativi.
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Trasparenza e carta dei servizi
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In quali documenti della scuola si parla di trasparenza ?
Art. 5 PARTECIPAZIONE, EFFICIENZA, TRASPARENZA5.1 Istituzioni, personale, genitori, alunni, sono protagonisti e responsabili dell’attuazione della “Carta”, attraverso una gestione partecipata della scuola, nell’ambito degli organi e delle procedure vigenti.I loro comportamenti devono favorire la più ampia realizzazione degli standard generali del servizio.5.2 Le istituzioni scolastiche e gli enti locali si impegnano a favorire le attività extrascolastiche che realizzano la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile, consentendo l’uso degli edifici e delle attrezzature fuori dell’orario del servizio scolastico.5.3 Le istituzioni scolastiche, al fine di promuovere ogni forma di partecipazione, garantiscono la massima semplificazione delle procedure ed un’informazione completa e trasparente.5.4 L’attività scolastica, ed in particolare l’orario di servizio di tutte le componenti, si informa a criteri di efficienza, di efficacia, di flessibilità, nell’organizzazione dei servizi amministrativi, dell’attività didattica e dell’offerta formativa integrata.
Carta dei servizi della scuola: Principi e criteri di attuazione, finalità, materiale illustrativo - giugno 1995
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Carta dei servizi della scuola: Principi e criteri di attuazione, finalità, materiale illustrativo - giugno 1995
8. SERVIZI AMMINISTRATIVI 8.1 La scuola individua, fissandone e
pubblicandone gli standard e garantendone altresì l’osservanza ed il rispetto, i seguenti fattori di qualità dei servizi amministrativi: celerità delle procedure; trasparenza; informatizzazione dei servizi di segreteria; tempi di attesa agli sportelli; flessibilità degli orari degli uffici a contatto con il pubblico.
8.2 Ai fini di un miglior servizio per l’utenza, si può derogare dagli standard fissati
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Carta dei servizi della scuola: Principi e criteri di attuazione, finalità, materiale illustrativo - giugno 1995
Contratto formativoIl contratto formativo è la dichiarazione, esplicita e partecipata, dell’operato della scuola. Esso si stabilisce, in particolare, tra il docente e l’allievo ma coinvolge l’intero Consiglio di interclasse o di classe e la classe, gli Organi dell’istituto, i genitori, gli Enti esterni preposti od interessati al servizio scolastico.
Area didattica e formativa
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Carta dei servizi della scuola
Sulla base del contratto formativo, elaborato nell’ambito ed in coerenza degli obiettivi formativi definiti ai diversi livelli istituzionali:
l’allievo deve conoscere:- gli obiettivi didattici ed educativi del suo curricolo- il percorso per raggiungerli- le fasi del suo curricolo
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Carta dei servizi della scuola
il docente deve:- esprimere la propria offerta formativa- motivare il proprio intervento didattico- esplicitare le strategie, gli strumenti di verifica, i criteri di valutazione
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Carta dei servizi della scuola
il genitore deve:- conoscere l’offerta formativa- esprimere pareri e proposte- collaborare nelle attività.
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Direttiva Presidenza del Consiglio dei Ministri - Funzione Pubblica 24.03.2004: Misure finalizzate al miglioramento del benessere organizzativo nelle pubbliche amministrazioni. (G.U. 5.4.2004, n. 80)
Per migliorare le prestazioni e gli effetti delle politiche pubbliche, è importante offrire agli operatori la possibilità di lavorare in contesti organizzativi che favoriscono gli scambi, la trasparenza e la visibilità dei risultati del lavoro, in ambienti dove esiste un'adeguata attenzione agli spazi architettonici, ai rapporti tra le persone e allo sviluppo professionale
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Direttiva Presidenza del Consiglio dei Ministri - Funzione pubblica 24.03.2004: Rilevazione della qualità percepita dai cittadini. (G.U. 05.04.2004, n. 80)
Anche la comunicazione esterna svolge un ruolo di grande rilievo in quanto:
– favorisce la partecipazione attiva dei cittadini all'intervento;
– rafforza la credibilità dell'amministrazione, conferendo trasparenza ai dati raccolti, rendendo visibile l'organizzazione dei servizi e mostrando come le azioni correttive abbiano inciso sulla loro qualità
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Direttiva P.C.M. 18.12.2003: Linee guida in materia di digitalizzazione dell'amministrazione per l'anno 2004 (G.U. 04.02.2004, n. 28)
Il CNIPA avrà cura di supportare tutte le amministrazioni nella realizzazione delle azioni necessarie a conseguire i risultati di cui sopra.
c) trasparenza dell'azione pubblica.Dal 1° gennaio 2004, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 445/2000, diventa obbligatorio per tutte le amministrazioni l'utilizzo del protocollo informatico che riguarda, in questa prima fase, il "nucleo minimo", ossia l'automazione del registro di protocollo che rappresenta solo il primo passo verso la completa automazione degli scambi informativi e la realizzazione della trasparenza amministrativa
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Nota 7/11/2003, n. 2794(LINEE GUIDA PER UNA SCUOLA DI QUALITÀ)
Fondamentale nella gestione di un tale sistema si rivela la documentazione che permette di formalizzare chi fa - che cosa - quando, di stabilire cioè le responsabilità per ogni attività, la sequenza rigorosa delle operazioni, i controlli e le misurazioni necessari. Il controllo continuo delle attività garantisce la conformità del processo ai requisiti fissati in fase progettuale, il raggiungimento degli obiettivi, l’andamento e i risultati del processo stesso: diviene, dunque, strumento per la garanzia del soddisfacimento dei requisiti che caratterizzano l’offerta formativa di ogni singola istituzione. La documentazione consente, inoltre, la riproducibilità del processo secondo le modalità fissate e indipendentemente dalla figura dell’operatore, permettendo la valorizzazione del cospicuo patrimonio di esperienze realizzate, con conseguente implementazione e diffusione delle buone pratiche, a vantaggio dello sviluppo e della competitività dell’intero sistema di istruzione e formazione. La raccolta, sistematica ed organizzata di materiale documentale garantisce, peraltro, la trasparenza e sostiene la comunicazione, il confronto e la collaborazione in una dimensione locale, nazionale, europea.
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D.M. lavoro 31.05.2001: Certificazione nel sistema della formazione professionale (G.U. n. 139 del 18.6.2001)
Art. 1 - Finalità 1. La certificazione, nel sistema della
formazione professionale, è finalizzata a garantire la trasparenza dei percorsi formativi e il riconoscimento delle competenze comunque acquisite dagli individui per il conseguimento dei relativi titoli e qualifiche, per consentire l'inserimento o il reingresso nel sistema di istruzione e formazione professionale nonché' per agevolare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro.
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D.M. lavoro 31.05.2001: Certificazione nel sistema della formazione professionale (G.U. n. 139 del 18.6.2001)
Art. 5 - Tipologia delle certificazioni 1. La certificazione delle competenze, secondo
quanto disposto dall'art. 3 del presente provvedimento, può essere effettuata:
a) al termine di un percorso di formazione professionale di norma finalizzato all'acquisizione di una qualifica, tenuto conto degli indicatori di trasparenza, modificando ed integrando quanto disposto dal decreto 12 marzo 1996 del Ministro del lavoro e della previdenza sociale
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La trasparenza nelle relazioni sindacali
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Nota Aran 27.05.2004, prot. 4260: Delegazione trattante e titolarità delle prerogative nei luoghi di lavoro.
La definizione dei protocolli locali è lasciata ai soggetti del luogo di lavoro che devono valutare autonomamente le regole di correttezza e opportunità a cui improntare le relazioni sindacali, tenuto conto dell'ampio spazio che i contratti quadro e di lavoro lasciano in ordine ai comportamenti da tenere in sede di incontri sindacali. Il sistema delle relazioni sindacali è, infatti, improntato ai principi di responsabilità, correttezza, buona fede e trasparenza ed orientato alla prevenzione dei conflitti, principi che debbono essere condivisi tra le parti.
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Contratto collettivo nazionale del comparto scuola quadriennio giuridico 2002-05 e 1° biennio economico 2002-03 (sottoscritto il 24.07.2003)
Sezione II - Personale Amministrativo, tecnico e ausiliario
Art. 89 - Obblighi del dipendente (art. 57 del CCNL del 1995)
e) nei rapporti con il cittadino, fornire tutte le informazioni cui abbia titolo, nel rispetto delle disposizioni in materia di trasparenza e di accesso alle attività amministrative previste dalla legge 7.8.1990 n. 241, dai regolamenti attuativi della stessa vigenti nell'Amministrazione, nonché agevolare le procedure ai sensi del d.lgs. n. 443/2000 e del dPR n. 445/2000 in tema di autocertificazione;
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Contratto collettivo nazionale del comparto scuola quadriennio giuridico 2002-05 e 1° biennio economico 2002-03 (sottoscritto il 24.07.2003)
Art. 3 - obiettivi e strumenti (art. 3 del CCNL 1999) 1. Il sistema delle relazioni sindacali, nel rispetto
delle distinzioni dei ruoli e delle rispettive responsabilità dell’amministrazione scolastica e dei sindacati, persegue l’obiettivo di contemperare l’interesse dei dipendenti al miglioramento delle condizioni di lavoro e alla crescita professionale con l’esigenza di incrementare l’efficacia e l’efficienza dei servizi prestati alla collettività. Esso è improntato alla correttezza e trasparenza dei comportamenti.
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Contratto collettivo nazionale del comparto scuola quadriennio giuridico 2002-05 e 1° biennio economico 2002-03 (sottoscritto il 24.07.2003)
Art. 6 - Relazioni a livello di istituzione scolastica (art. 6 del CCNL 1999 ed art. 3 del CCNL 15.3.2001)
5. Fermo restando il principio dell'autonomia negoziale e nel quadro di un sistema di relazioni sindacali improntato ai criteri di comportamento richiamati di correttezza, di collaborazione e di trasparenza, e fatto salvo quanto previsto dal precedente comma, decorsi venti giorni dall'inizio effettivo delle trattative, le parti riassumono le rispettive prerogative e libertà di iniziativa.
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CCNL relativo al quadriennio normativo 1998/2000 ed al biennio 1998/1999 del comparto scuola (sottoscritto in data 26.5.1999)Art. 10 – Doveri dell'amministrazione scolastica
1. Allo scopo di realizzare un sistema che coniughi efficienza ed efficacia del servizio e la trasparenza amministrativa in tutte le strutture scolastiche i responsabili delle medesime sono tenuti ad adottare i comportamenti di cui ai commi seguenti. I responsabili delle strutture scolastiche sono tenuti a compiere gli atti formali necessari per eliminare le fiscalità burocratiche che aggravano l'adempimento degli obblighi dei dipendenti.
Al medesimo scopo deve essere privilegiata la comunicazione verbale nell'ambito degli organi collegiali, contenendone la verbalizzazione entro il limite strettamente indispensabile e deve essere data integrale attuazione alla normativa in materia di semplificazione e trasparenza amministrativa
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Il procedimento valutativo soggiace al principio di trasparenza?
In che misura?
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Direttiva 06.05.2005, n. 49 La somministrazione delle prove, per
ciascun ciclo scolastico, dovrà essere effettuata contestualmente su tutto il territorio nazionale stabilendo un'unica data per lo svolgimento delle stesse.
La somministrazione dovrà favorire forme e mezzi d'intervento idonei a garantire la trasparenza e l'affidabilità dei dati rile
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C.M. 24.11.2000, prot. n. 4210/ESC/10: Linee guida per l’attuazione dell’obbligo formativo (Legge 17 maggio 1999, n. 144, art. 68 – D.P.R. 12 luglio 2000, n. 257 pubblicato sulla G.U. 15.09.2000, n. 216).
Le certificazioni costituiscono momenti importanti nel sistema dell’obbligo formativo in quanto assicurano la trasparente descrizione del percorso svolto e delle competenze acquisite allo scopo di consentirne la leggibilità, la riconoscibilità e la valutabilità anche come crediti in successivi percorsi di istruzione e formazione. Area
didattica e formativa
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C.M. 02.09.1998, n. 371: Applicazione dello Statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria.
La scuola dello Statuto e dell’autonomia è un’istituzione che costruisce con gli studenti, con le loro famiglie, e con il territorio un rapporto forte, responsabile e trasparente, nell’intento di venire incontro alla domanda sociale di formazione e di sviluppare percorsi capaci di rispondere in modo differenziato ai bisogni individuali
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Direttiva 06.02.2001: Linee guida per l'attuazione, nel sistema di istruzione, dell'Accordo sancito dalla Conferenza unificata il 2 marzo 2000. (G.U. del 29.05.2001, n. 123)
4.La certificazione. Ogni percorso modulare si conclude
con la trasparente descrizione del percorso svolto e delle competenze acquisite allo scopo di consentirne la leggibilità e il loro eventuale riconoscimento con valore di credito in successivi percorsi di istruzione e formazione. Area
didattica e formativa
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Art. 14, comma 3, d.p.r. n. 275/99
I docenti hanno il compito e la responsabilità della progettazione e dell'attuazione del processo di insegnamento e di apprendimento
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5. La scelta, l'adozione e l'utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici, ivi compresi i libri di testo, sono coerenti con il Piano dell'offerta formativa di cui all'articolo 3 e sono attuate con criteri di trasparenza e tempestività. Esse favoriscono l'introduzione e l'utilizzazione di tecnologie innovative.
d.p.r. n. 275/1999 Art. 4 - Autonomia didattica
strumenti didattici
metodologie
Libri di testo
Area didattica e formativa
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C.M. 07.08.1998, n. 349: Snellimento attività amministrativa - Applicazione legge 15 maggio 1997, n. 127 modificata e integrata dalla legge 16 giugno 1998, n. 191. Indicazioni operative sulle certificazioni.
Occorre, ovviamente, fare salvo il principio inderogabile di apprestare nella scuola una documentazione che offra possibilità di ricostruire gli iter procedurali e decisionali seguiti nello svolgimento dell’attività didattica, al fine di rispondere ai principi di trasparenza e visibilità dell’azione sanciti dalla legge 241/90.
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Statuto delle studentesse e degli studenti (d.P.R. 24.06.1998, n. 249)
Nell’art. 2 (diritti) lo Statuto porta nella vita scolastica diritti fondamentali della persona quali: la libertà di opinione e di espressione, di riunione e di associazione, di accesso all’informazione. Riveste particolare significato l’attenzione posta alla necessità che gli insegnanti esercitino il diritto-dovere di determinare il percorso didattico attivando un dialogo con gli studenti sulle scelte di loro competenze in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione trasparente e tempestiva volta a sviluppare un’autovalutazione, che metta in luce i punti di forza e di debolezza e che permetta di migliorare il rendimento individuale Area
didattica e formativa
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Statuto delle studentesse e degli studenti (d.P.R. 24.06.1998, n. 249)
Art. 2 – Diritti 4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva
e responsabile alla vita della scuola. I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento.
Area didattica e formativa
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CM. 25.10.1993, n. 302: Educazione alla legalità. È necessario allora che la scuola offra ai giovani
l'immagine coerente di " luogo " dove i diritti e le libertà di tutti, nel reciproco rispetto, trovano spazio di realizzazione, dove le aspettative dei ragazzi ad un equilibrato sviluppo culturale e civile non vengono frustrate.
In questa prospettiva vanno particolarmente sottolineati i rapporti che si instaurano all'interno della comunità classe. Una valutazione del rendimento scolastico ispirata a criteri di trasparenza, coerenza, equità e solidarietà può, ad esempio, costituire in molti casi una lezione di legalità più efficace di tante parole.
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Gli esami
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Pubblicità degli atti nella scuola
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In quali documenti della scuola si parla di pubblicità?
Una forma speciale di pubblicità-notizia è rinvenibile nell’art. 6, comma 2, d.p.r. n. 249/1998, che fa obbligo alle scuole secondarie (medie e superiori) di fornire agli studenti all’atto dell’iscrizione una copia dello Statuto degli studenti e dei documenti fondamentali (regolamento; Carta dei servizi) adottati dalla scuola.
L’ art. 14, comma 7, del d.p.r. n. 275/1999 (regolamento sull’autonomia scolastica) prevede che i provvedimenti adottati dalle istituzioni scolastiche diventano definitivi il quindicesimo giorno dalla loro pubblicazione all’albo della scuola.
l’art. 43 del T.U. n. 297/1994 stabilisce che gli atti del consiglio di circolo o di istituto sono pubblicati all’albo e nel contempo prevede un generale divieto di pubblicazione di atti concernenti singole persone, salvo contraria richiesta degli interessati
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CIRCOLARE 16 aprile 1975 n. 105: Regolamento tipo per il funzionamento dei circoli didattici e degli istituti e scuole di istruzione secondaria ed artistica.Art. 13 - Pubblicità degli atti. La pubblicità degli atti del consiglio di circolo o di istituto, disciplinata dall‘art. 27 del decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974 n. 461 deve avvenire mediante affissione in apposito albo di circolo o istituto, della copia integrale - sottoscritta e autenticata dal segretario del consiglio - del testo delle deliberazioni adottate dal consiglio stesso.L'affissione all'albo avviene entro il termine massimo di otto giorni dalla relativa seduta del consiglio. La copia della deliberazione deve rimanere esposta per un periodo di 10 giorni.I verbali e tutti gli atti scritti preparatori sono depositati nell'Ufficio di segreteria del Circolo od Istituto e - per lo stesso periodo - sono esibiti a chiunque ne faccia richiesta.La copia della deliberazione da affiggere all'albo è consegnata al direttore didattico o al preside dal segretario del consiglio; il direttore didattico o il preside ne dispongono l'affissione immediata e attestano in calce ad essa la data iniziale di affissione.Non sono soggetti a pubblicazione gli atti e le deliberazioni concernenti singole persone, salvo contraria richiesta dell'interessato.
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L’art. 15 del T.U. dispone che l’avviso di convocazione di assemblea di genitori, con relativo ordine del giorno, va comunicato mediante affissione all’albo.
Altri casi di obbligo di affissione all’albo:le punizioni disciplinari inflitte agli alunni (c. 6 art. 17 T.U. abrogato dal d.p.r. n. 275/99); i provvedimenti di conferimento di supplenze (prima della stipula dei contratti individuali) ; gli esiti finali di studio; le assemblee sindacali; il codice disciplinare
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d.P.R. 8 marzo 1999, n. 275
L’art. 14, comma 7, del d.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, recante il regolamento sull’autonomia scolastica, a decorrere dal 1° settembre 2000 dispone che tutti i provvedimenti adottati dalle scuole (compresi quelli riguardanti la carriera degli alunni e la valutazione), fatte salve le norme speciali in materia di disciplina del personale e degli studenti, devono essere pubblicati all’Albo della scuola e diventano definitivi il quindicesimo giorno della pubblicazione
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Conseguenze giuridiche
La comunicazione all’albo determina (con presunzione legale, che ammette prova contraria, consistente nel dimostrare che l’interessato non poteva oggettivamente prenderne visione) la conoscenza legale dell’atto ai fini del decorso del termine per impugnarlo
Per gli atti amministrativi destinati ad incidere direttamente nella sfera giuridica di specifici destinatari (cd. atti recettizi) deve ritenersi sussistente, comunque, un obbligo di comunicazione personale, a meno che la legge non dichiari espressamente l’equipollenza tra pubblicità legale e comunicazione individuale.
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Protezione dei dati personali
non consiste nellacopertura
ma nella loro“difesa”
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Art. 11 MODALITA’ DEL TRATTAMENTO E REQUISITI DEI DATI
Le modalità di trattamento
•Liceità e correttezza
•Raccolta e registrazione per scopi determinati, espliciti e legittimi
•Esattezza
•Pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità di utilizzo
•Conservazione finalizzata all’identificazione dell’interessato per il periodo necessario al raggiungimento dello scopo di raccolta e trattamento
TITOLO III REGOLE GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI
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Informativa
L’art. 13 prevede i contenuti e i termini dell’informativa all’interessato o alla persona presso la quale sono raccolti i dati personali.
TITOLO III REGOLE GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI
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Al momento della raccolta dei dati personali da parte dell’istituzione scolastica, l’interessato, ai sensi dell’art. 13 deve essere informato:
•Sulle finalità e modalità di trattamento dei dati;
•Sulla natura obbligatoria o facoltativa del conferimento;
•Sulle conseguenze di un eventuale rifiuto a rispondere;
•Sui soggetti ai quali i dati possono essere comunicati;
•Sui diritti ex art. 7;
•Sul titolare ed il responsabile del trattamento.
E’ esclusa l’informativa quando i dati sono trattati in base ad un obbligo di legge o regolamento o normativa comunitaria
TITOLO III REGOLE GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI
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Art. 15 (Danni cagionati per effetto del trattamento)
1. Chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento di dati personali è tenuto al risarcimento ai sensi dell'articolo 2050 del codice civile.
2. Il danno non patrimoniale è risarcibile anche in caso di violazione dell'articolo 11.
Il richiamo all’art. 2050 del c.c. comporta l’inversione dell’onere della prova a carico di chi svolge attività pericolosa.
Pertanto chiunque provochi un danno ha l’obbligo di dimostrare di aver posto in essere ogni misura idonea ad evitarlo
TITOLO III REGOLE GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI
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In caso di cessazione del trattamento i dati sono:
•distrutti;
•ceduti ad altro titolare per un ulteriore trattamento compatibile con gli scopi originari della raccolta;
•conservati per fini personali e sottratti a comunicazione o diffusione;
•conservati o ceduti ad altro titolare a fini storici statistici o scientifici secondo le disposizioni normative
TITOLO III REGOLE GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI
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Art. 17. Trattamento che presenta rischi specifici
1. Il trattamento dei dati diversi da quelli sensibili e giudiziari che presenta rischi specifici per i diritti e le libertà fondamentali, nonché per la dignità dell’interessato, in relazione alla natura dei dati o alle modalità del trattamento o agli effetti che può determinare, è ammesso nel rispetto di misure ed accorgimenti a garanzia dell’interessato, ove prescritti.
2. Le misure e gli accorgimenti di cui al comma 1 sono prescritti dal Garante in applicazione dei principi sanciti dal presente codice, nell’ambito di una verifica preliminare all’inizio del trattamento, effettuata anche in relazione a determinate categorie di titolari o di trattamenti, anche a seguito di un interpello del titolare.
TITOLO III REGOLE GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI
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PRIVACY
investe responsabilità di soggettiPUBBLICI e PRIVATI
Il codice regola in modo specifico i casi in cui il trattamento avviene a cura di pubbliche amministrazioni
Capo II Regole ulteriori per i soggetti pubblici (art. 18-22)
TITOLO III REGOLE GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI
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Regole ulteriori per i soggetti pubblici (Titolo III-CapoII)
principi applicabili a tutti i trattamenti effettuati da soggetti pubblici
principi applicabili al trattamento dei dati ordinari
principi applicabili al trattamento dei dati sensibili
principi applicabili al trattamento dei dati giudiziari
principi applicabili al trattamento dei dati sensibili e giudiziari
TITOLO III REGOLE GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI
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Principi applicabili a tutti i trattamenti effettuati da soggetti pubblici (art. 18)
la P.A. tratta i dati ordinari se necessario a svolgere le funzioni istituzionali
la P.A. non deve chiedere il consenso (salvo gli enti sanitari per i dati inerenti la salute)
TITOLO III REGOLE GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI
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Principi applicabili al trattamento dei dati ordinari (art. 19)
la P.A. tratta i dati personali solo quando necessario per svolgere le proprie funzioni istituzionali
la comunicazione ad altro ente pubblico, in assenza di espressa previsione di legge o di regolamento, è consentita per lo svolgimento delle funzioni istituzionali e previa comunicazione al Garante
la comunicazione a privati e la diffusione sono ammesse solo quando siano previste da norma di legge o di regolamento
TITOLO III REGOLE GENERALI PER IL TRATTAMENTO DEI DATI
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La privacy nella scuola
I dati utilizzati e trattati dalla scuola concernono:
gli alunni e le rispettive famiglie
il personale scolastico
altri soggetti relativamente ad attività svolte nella scuola o nell’esercizio dell’azione amministrativa
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La privacy nella scuola
La scuola svolge la sua attività nei seguenti ambiti
Attivitàistituzionali
Attività svolte nel ruolo didatore di lavoro
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La privacy nella scuola
Attivitàistituzionali
Il codice consente il trattamento di dati personali “solo per lo svolgimento delle funzioni istituzionali”(2 comma art. 18)
e la comunicazione e diffusione “…unicamente quando sono previste da una norma di legge o regolamento (u.c. art. 19)
I soggetti pubblici non devono richiedere il consenso dell’interessato
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La privacy nella scuola
Funzioni NON Attività
istituzionali
Art. 1 l. 53/03 “Al fine di favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell’età evolutiva, delle differenze e dell’identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla Costituzione……” Attività amministrative strumentali
Art. 18, terzo comma cod.
Nel trattare i dati il soggetto pubblico osserva i presupposti e i limiti stabiliti dal presente codice, anche in relazione alla diversa natura dei dati, nonché dalla legge e dai regolamenti
Art. 19 Il trattamento è consentito anche in mancanza di una norma di legge o di regolamento che lo preveda espressamente
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La privacy nella scuola
Art. 20
Prevede il trattamento dati sensibili solo se riconosciute le finalità di interesse pubblico
Art. 95 qualifica “di interesse pubblico” le finalità di istruzione e di formazione
Art. 96 regolamenta il trattamento dei dati relativi agli studenti
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La privacy nella scuola
L’art. 95 (Dati sensibili e giudiziari) considera di rilevante interesse pubblico, ai sensi degli artt. 20 e 21, le finalità di
Istruzione e formazione in ambito scolastico,professionale o universitario, con particolare riferimento a quelle svolte anche in forma integrata
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La privacy nella scuola
“espressa disposizione di legge nella quale sono specificati i tipi di dati che possono essere trattati e di operazioni eseguibili”
Manca, in ogni caso, l’
Dunque il trattamento è consentito solo per i dati identificati e resi pubblici dal titolare dei trattamenti, in relazione alle specifiche finalità perseguite nei singoli casi, con atto di natura regolamentare adottato in conformità al parere espresso dal Garante (art. 20)
In questo caso i soggetti pubblici possono richiedere al Garante l’individuazione delle attività che perseguono finalità di interesse pubblico
Dat
i sen
sibi
li
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La privacy e la trasparenza
Soggettopubblico
Esigenza di controllo diffuso sui comportamenti amministrativi
Pericolo di diffusione di massa ingente di informazioni
Criterio della trasparenza amministrativa
Canone della protezione della riservatezza
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La privacy e la trasparenza
Normativa sui dati personali
La conoscenza da parte dei terzi di dati avviene attraverso una specifica forma di TRATTAMENTO
Comunicazione o diffusionepresupposto positivo
legislativo o regolamentare
Deve essere funzionale allo svolgimento di attività istituzionale
Possono esservi limitiposti da legge o
regolamento
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La privacy e la trasparenza
Normativa sull’accesso
Riconosce la rilevanza della riservatezza come possibile limite all’ostensibilità dei documenti amministrativi
Qual è la misura di questa rilevanza
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La privacy e la trasparenza
Nel bilanciamento tra i due interessi contrapposti
ACCESSO RISERVATEZZA
Il cittadino conserva il diritto di visionare i documenti (quindi anche i dati sensibili) quando vi è la motivata esigenza di far valere i propri diritti, non solo in sede giudiziaria
Criterio-guida: massima pubblicità e trasparenza da assicurare a tutti i soggetti legittimati secondo la l. 241
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La privacy e la trasparenza
Cautele
Dati sensibili. Il bilanciamento tra interessi contrapposti è operato dal legislatore e confermato dai regolamenti sull’accessoIl diritto di accesso soccombe alla riservatezza. Tuttavia nel caso in cui il diritto di accesso venga esercitato su atti la cui conoscenza è necessaria per la cura o difesa di interessi giuridici, ma che contengono dati sensibili, il diritto di accesso va permesso nella forma della “visione”
ECCEZIONE: i dati supersensibili (vita sessuale e salute) sono ostensibili solo quando il richiedente, con istanza di accesso, intende tutelare una situazione giuridica di rango almeno pari al diritto dell’interessato, ovvero consistente in un diritto della personalità o un altro diritto o libertà fondamentale e inviolabile.
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DIRITTI DELL’INTERESSATO Art. 7 (Diritto di accesso ai dati personali ed altri diritti)
1. L'interessato ha diritto di ottenere la conferma dell'esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.
2. L’interessato ha diritto di ottenere l’indicazione: a) dell’origine dei dati personali; b) delle finalità e modalità del trattamento; c) della logica applicata in caso di trattamento effettuato con
l’ausilio di strumenti elettronici; d) degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e
del rappresentante designato ai sensi dell’articolo 5, comma 2;
e) dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati.
Art. 7 Codice
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Art. 7 Codice A seguito dell’emanazione del Codice per il diritto di
accesso si configura un sistema binario, dovendosi distinguere l’ipotesi dell’accesso ai dati personali dall’accesso ai documenti amministrativi
accesso ai dati personali
propri
di soggetti terzi
nessun problema di privacy
problemi di privacy
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Esercizio del diritto di accesso ai propri dati personali Per quanto riguarda le modalità di esercizio di
questo diritto, esse sono semplici: il diritto di accesso ai propri dati può essere
esercitato con una richiesta rivolta senza formalità al titolare o al responsabile (art. 8);
la richiesta di accesso può essere inoltrata anche con lettera raccomandata, tramite fax o posta elettronica e può essere formulata anche oralmente (art. 9);
il responsabile può comunicare i dati oralmente o mediante sussidi elettronici (art. 10).
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La natura dei dati personali ex art. 7 La funzione dell’art. 7 del Codice è
limitata alla possibilità di accesso ai dati personali del richiedente allo stato puro, poiché i dati contenuti in documenti amministrativi sono accessibili secondo le disposizioni della l. n. 241/1990
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La natura dei dati personali ex art. 7
Art. 22, comma 4 l. n. 241/90:
….Non sono accessibili le informazioni in possesso di una pubblica amministrazione che non abbiano forma di documento amministrativo, salvo quanto previsto dal d.lgs n. 196 del 2003, in materia di accesso a dati personali da parte della persona cui i dati si riferiscono.
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Gli adempimenti conseguenti all’art. 7 del Codice
“Il diritto di accesso ai dati personali, legittimamente esercitato nel caso di specie in quanto sono trattati dati di carattere personale, determina a carico del titolare o del responsabile del trattamento destinatari della richiesta l'obbligo di confermare l'esistenza o meno delle informazioni di carattere personale relative all'interessato e di comunicarle a quest'ultimo senza ritardo in forma intelligibile, estrapolandole, ove necessario, da registri, archivi, banche dati, atti o documenti che le contengano. Solo quando l'estrazione dei dati risulti particolarmente difficoltosa, l'adempimento della richiesta di accesso può avvenire anche tramite l'esibizione e/o la consegna in copia della documentazione (vedi ad esempio Provv. del 4 luglio 2001, in Bollettino del Garante, n. 22, p. 26 ss.)”