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1 Il Il “ciclo di controllo”: “ciclo di controllo”: • valutazione dei fattori di rischio in senso stretto • elementi di gestione Le fasi del Le fasi del “ciclo di controllo”: “ciclo di controllo”: Fase 0. Preventivo coinvolgimento e consenso di tutti gli stakeholders (dirigenza, lavoratori e loro rappresentanti, medico competente e tecnici della prevenzione, esperti con competenze necessarie sul tema dello stress e non presenti in azienda). Fase 1. Individuare i pericoli e le persone a rischio. Fase 2. Valutare e attribuire un ordine di priorità ai rischi. Fase 3. Decidere le azioni preventive. Fase 4. Intervenire con azioni concrete. Fase 5. Controllo e riesame (la valutazione dei rischi dovrebbe essere periodicamente rivista per essere mantenuta aggiornata). www.osha.europa.eu/it/topics/riskassessment La valutazione dei rischi psicosociali nel La valutazione dei rischi psicosociali nel lavoro: le fasi lavoro: le fasi

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Page 1: 1 Il ciclo di controllo: valutazione dei fattori di rischio in senso stretto elementi di gestione Le fasi del ciclo di controllo: Fase 0. Preventivo coinvolgimento

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Il Il “ciclo di controllo”:“ciclo di controllo”: • valutazione dei fattori di rischio in senso stretto • elementi di gestione

Le fasi del Le fasi del “ciclo di controllo”:“ciclo di controllo”:• Fase 0. Preventivo coinvolgimento e consenso di tutti gli

stakeholders (dirigenza, lavoratori e loro rappresentanti, medico competente e tecnici della prevenzione, esperti con competenze necessarie sul tema dello stress e non presenti in azienda).

• Fase 1. Individuare i pericoli e le persone a rischio. • Fase 2. Valutare e attribuire un ordine di priorità ai rischi. • Fase 3. Decidere le azioni preventive. • Fase 4. Intervenire con azioni concrete. • Fase 5. Controllo e riesame (la valutazione dei rischi dovrebbe essere

periodicamente rivista per essere mantenuta aggiornata).

www.osha.europa.eu/it/topics/riskassessment

La valutazione dei rischi psicosociali nel lavoro: le fasiLa valutazione dei rischi psicosociali nel lavoro: le fasi

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Non esiste Non esiste lolo strumento. Si sa meglio cosa non è utile fare per strumento. Si sa meglio cosa non è utile fare per misurare bene il rischio da stress lavoro-correlato.misurare bene il rischio da stress lavoro-correlato.Ad esempio, Ad esempio, nonnon è utile: è utile:

- confondere la valutazione dello stressore con quella degli effetti dello confondere la valutazione dello stressore con quella degli effetti dello stress;stress;

- valutare soltanto lo stressore;valutare soltanto lo stressore;- valutare soltanto la percezione dello stressore;valutare soltanto la percezione dello stressore;- affidarsi a una singola rilevazione puntuale (conta il sistema di gestione affidarsi a una singola rilevazione puntuale (conta il sistema di gestione

dei rischi)dei rischi)

Esistono strumenti molto diversi. Ciascun consulente tende a Esistono strumenti molto diversi. Ciascun consulente tende a presentare il proprio come migliore. Ciò che conta è: presentare il proprio come migliore. Ciò che conta è:

- la validità dimostrabilela validità dimostrabile- l’attendibilità dimostrabilel’attendibilità dimostrabile- il riferimento a un modello scientificamente riconosciutoil riferimento a un modello scientificamente riconosciuto

Come misurare lo stress lavoro-correlato Come misurare lo stress lavoro-correlato in relazione alla normativa attualein relazione alla normativa attuale

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Misurare uno o più fattori stressanti, Misurare uno o più fattori stressanti, la percezione o gli esiti dello stress la percezione o gli esiti dello stress dipende dal modello teorico adottato.dipende dal modello teorico adottato.

Diversi modelli daranno quindi origine Diversi modelli daranno quindi origine a valutazione diverse dello stress.a valutazione diverse dello stress.

Gli strumenti di valutazione dei fattori di rischio psicosocialeGli strumenti di valutazione dei fattori di rischio psicosociale

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1. VALUTAZIONE DELLE FONTI DI STRESSriguarda principalmente strumenti di rilevazione dei fattori relativi all’organizzazione del lavoro

2. VALUTAZIONE DELLO STRESS INDIVIDUALEriguarda principalmente strumenti di rilevazione delle condizioni di disagio individuali riconducibili al lavoro

3. VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELLO STRESSriguarda principalmente liste di sintomi di cui il lavoratore indica presenza e frequenza

Scelta degli strumentiScelta degli strumenti

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Job Content Questionnaire (JCQ) di Karasek (1979)

ERI (Effort-Reward Imbalance) di Siegrist (1996)

2. Valutazione dello stress individuale2. Valutazione dello stress individuale

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Il modello domanda-controllo

DomandaDomanda

altobasso

ControlloControllo

basso

alto

Fonte: Karasek (1979)

LAVOROALTO

STRAIN

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Il modello domanda-controllo

DomandaDomanda

altobasso

ControlloControllo

basso

alto

Fonte: Karasek (1979)

LAVOROPASSIVO

LAVOROATTIVO

LAVOROBASSO STRAIN

LAVOROALTO

STRAIN

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Il modello domanda-controllo

DomandaDomanda

altobasso

ControlloControllo

basso

alto

Fonte: Karasek (1979)

LAVOROPASSIVO

LAVOROATTIVO

LAVOROBASSO STRAIN

LAVOROALTO

STRAIN

Diagonalestrain

Diagonaleapprendimento

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Dimensioni del modello

Psychological demands – gli stressors psicologici presenti

nell’ambiente lavorativo

Esempi di item JCQ:

– Il mio lavoro mi impegna molto a livello mentale – Durante il lavoro sono sottoposto a richieste tra

loro contrastanti – Il mio lavoro richiede di fare le cose molto

velocemente

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Dimensioni del modello

Decision latitude– controllo potenziale che il lavoratore ha sul

proprio compito e comportamentoa) Decision authority: possibilità di decidereEsempio di item JCQ:– Ho poca libertà di decidere come fare il mio lavoro

b) Skill discretion: ampiezza delle abilitàEsempi di item JCQ:– Il mio lavoro richiede un elevato livello di competenza – Questo lavoro mi permette di sviluppare le mie abilità

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Altre dimensioni (meno utilizzate)

• Sforzo fisico– Sul lavoro devo spesso spostare o sollevare

carichi molto pesanti • Variabili fisiche• Job insecurity • Supporto sociale colleghi

– Le persone con cui lavoro hanno con me un rapporto anche personale

– Le persone con cui lavoro sono competenti

• Supporto sociale superiori– Il mio capo presta attenzione a quanto dico – Il mio capo mi aiuta a portare a termine il lavoro

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SFORZOSFORZO RISULTATORISULTATO

Motivazione

Richieste ambientali

Ricompense

Il modello Effort-Reward Imbalance (ERI) (Siegrist, 1996)

Motivazione

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Il modello ERI: esempio di disequilibrio

Motivazione

Richieste ambientali Ricompense

RISULTATORISULTATO

SFORZOSFORZO

Motivazione

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• Punti forza delle misure self-report Permettono di analizzare la reazione dei lavoratori agli

stressors Sono largamente utilizzati perché sono poco costosi e

facili da analizzare

• Limiti delle misure self-report: Rappresentano percezioni soggettive degli individui e

quindi sono interpretazioni individuali della realtà lavorativa

Possono essere distorte da caratteristiche di personalità, desiderabilità sociale e processi emozionali e cognitivi

Necessità di integrare misure soggettive con indicatori OGGETTIVI

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Osservazione da parte di un esperto

Dati di archivio (ad es. assenteismo, turnover, misure di performance, incidenti)

Misure biologiche (ad es. cortisolo, adrenalina, ecc.)

Valutazione oggettiva: strumentiValutazione oggettiva: strumenti

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Punti forza delle misure oggettive Punto di vista oggettivo sulla realtà lavorativa, meno

filtrato dalla soggettività dei lavoratori

Limiti: Molto costoso Necessità di un esperto per l’osservazione Essendo lo stress un processo dinamico tra l’individuo e

l’ambiente, non tiene in considerazione l’esperienza individuale e la reazione soggettiva agli stressors