10 anni associazione micaela onlus
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Libro creato in occasione dei 10 anni dell'Associazione Onlus Micaela, che sostiene le donne vittime di sfruttamento e le aiuta a reinserirsi nella società.TRANSCRIPT
10ANNI
Equilibri fragili. Vulnerabilità sociali e diritti
“ “Associazione Micaela Onlus
Tavola Rotonda del 20 - 12 - 2012
Relatori
Esecuzione di “Uno scialle in dono” del maestro Stefano Ottomano e dell’ orchestra dei suoi allievi “Ionisation”.
a seguire
Musica popolare con “I musicanti del paese azzurro”
21 OttobreOre 11.00, Parrocchia S.Nicola di Bari - Adelfia (Ba) Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Francesco Cacucci - Arcivescovo di Bari-Bitonto
Fabrizio Longhi Ricercatore di Bergamo Fatti umani: intercultura e dialogo interreligioso
don Armando Zappolini Presidente del C.N.C.A. Per un nuovo Welfare,i diritti alzano la voce
Rossana Rubino Presidente della Cooperativa Sociale AL.I.C.E. di Triggiano (Ba) Lavorare in rete per ridurre l’incertezza del vivere sociale
Suor Nieves Rodriguez Responsabile comunità di accoglienza “Kairos” di Bergamo. Donne a contrabbando: prostituzione, tratta e sfruttamento.
Suor Raquel del Amo Responsabile dell’Associazione Micaela onlus di Adelfia. Dieci anni di lavoro sociale con le donne vittime di tratta
Referente della Regione PugliaProgetti ed impegni futuri
Vito AntonacciSindaco di AdelfiaSaluti e chiusura
Modera
Vito Mariella Operatore Ass. Micaela Onlus
“EQUILIBRI FRAGILI. VULNERABILITA’ SOCIALI E DIRITTI”
Le persone si dividono candidamente in due categorie: quelle che dividono le persone in due categorie e quelle che non lo fanno.La codarda frustata della dicotomia separa nettamente due opposti, senza contemplare alcuna sfumatura logica. Bene e male, fatto e valore, pensiero e azione, pubblico e privato, laico e religioso, fanno parte di una canuta postura dicotomica di rappresentazione, cognitiva ed emotiva, della realtà.
Il vivere sociale in qualità di caregivers, operatori di cura, ci impone invece di rimuovere quegli atteggiamenti antitetici con il solo intento di promuovere il ben - essere comune, quello comunitario che marcia al di sopra delle categorie umane.
Il venti ottobre, in occasione (e forse con il pretesto) dei dieci anni di lavoro in Puglia con le donne immigrate vittime di tratta, abbiamo coordinato una tavola rotonda dal titolo “Equilibri fragili. Vulnerabilità sociali e diritti” durante la quale si è incoraggiato un dialogo ecclettico, e non discorde (e dicotomico) tra funzionari della Pubblica Amministrazione, operatori del Privato Sociale, operatori religiosi ed educatori professionali delle comunità di accoglienza.
Persone con ruoli, competenze e biografie differenti hanno conversato, comprendendosi, sulle cosiddette best practices in materia di diritti ed inclusione sociale, rivelando finalmente ad una platea di duecento persone la necessità di cominciare a parlare un idioma che associ pubblico e privato, laico e religioso, e che sia ripulito da certe dissociazioni terminologiche e concettuali che non creano comunità, anzi la sfasciano.
COMUNITA’ MICAELA, Adelfia e Bari
Il carisma di Micaela, fondatrice della nostra Congregazione di Suore Adoratrici del Santissimo Sacramento e della Carità, rivive quotidianamente nella schietta asserzione di “liberare le donne” perchè esse sono nostre figlie.
Avvicinarsi al diverso, accoglierlo e condividere la nostra vita con lui è il modo migliore per rompere le distanze, fermare i giudizi, le condanne, dare la possibilità di cambiamento, creare uguaglianza e sperimentare la compassione (il sentire - con), scoprendo che si ha il balsamo per guarire certe ferite. Tutto ciò ci fa sentire vive, protagoniste di azioni feconde e piene di senso, azioni che liberano e ci liberano dalle forme più subdole della schiavitù.
Durante questi dieci anni di lavoro sociale con le donne vittime di tratta sono state tante le persone che si sono avvicinate alle nostre comunità, hanno creato relazioni concrete e legami affettivi importanti con noi e le nostre donne, stimolato la loro crescita personale.
Tanti sono i benefici di colui che accoglie, ma questo non vuol dire che il nostro sia un lavoro facile e egualmente corrisposto; spesso ci sentiamo dire “voi date tutto ma loro non sembrano cosi felici, forse non riconoscano”; non possiamo obliare il fatto che le donne che accogliamo sono ferite nell’animo e nel corpo, sono legate da catene fatte di abusi e maltrattamenti e spesso le nostre regole e le nostre attese sono difficili da capire, perchè si declinano in un tempo precario e limitato e soprattutto nell’attesa di un futuro che appare loro incerto.
Sono molteplici le strategie che noi come educatori mettiamo in gioco per rendere il periodo dell’accoglienza il più fecondo possibile.
Con soddisfazione e riconoscimento anche noi abbiamo sperimentato l’accoglienza da parte del territorio di Adelfia e di Bari; abbiamo fruito dei Servizi Pubblici, creato amicizie sincere e generose, abbiamo persino trovato opportunità di inserimento lavorativo per le nostre donne (ammetto che questo è il contributo più prezioso ed efficace per raggiungere l’obiettivo del loro “cambiamento” che nobiliti la persona e curi le ferite).
Consideriamo inoltre molto importante educare alla legalità, al senso civico, alla trasparenza, al rispetto delle cose, alla collaborazione, alla sobrietà, al vivere il territorio come la casa comune dove i diritti di tutte le persone siano rispettati.
Educare all’ascolto, al dialogo e al confronto; educare la sensibilità, l’affettività, la sessualità, educare alla parità di genere e alla non violenza diventa necessario perchè ancora oggi non si placa la violenza che si scatena nei confronti delle donne.
Durante questi dieci anni abbiamo studiato il fenomeno della tratta e siamo oramai convinte che alla radice dello sfruttamento della persona sta il denaro ( e soprattutto il potere del “dio denaro”): in ricerca di denaro si muovono le vittime fuggendo da situazioni di estrema povertà; con il denaro i clienti comprano il piacere facile e praticao il dominio sulle donne; il denaro muove le mafie e consente
loro di trafficare esseri umani; il consumo e lo spreco regnano nella società attuale che, quasi distratta, contempla il fenomeno della tratta, lo giudica ma difficilmente si sente responsabile, vorrebbe non vederlo e lotta soltanto affinchè esso “venga allontanato”.
Il modello dell’ abbondanza che offre la nostra società crea grossi vuoti nei giovani e rende molto difficile alle donne l’allontonamento dalla strada.
Le difficoltà economiche galleggiano anche nelle associazioni e nelle cooperative del privato sociale che, preoccupate per la scarsità di risorse, perdono energie e creatività nello svolgimento del proprio lavoro, rendendo persino competitivo ed ansiogeno il lavoro di rete.
Noi invochiamo un altro Dio che ci liberi da questo potere ingannevole.
Suor Raquel del AmoResponsabile e coordinatrice
Comunità Micaela
Il sociale è ricerca di qualità di vita nella terra di tutti, e per questo ha a che fare non solo con le politiche sociali, ma con gli assetti urbanistici, l’ambiente, l’economia, le culture che orientano operatività e indirizzi della vita della gente. “Vi occupate del bene comune primario”, ci è stato detto, “quello del convivere da diversi sullo stesso territorio”. È tempo che questo patrimonio, che abbiamo costruito assieme a molti, diventi cifra di cittadinanza diffusa.
La sapienza collettiva, da sempre, nasce e si sviluppa, spesso inaspettata, attorno a persone, luoghi ed esperienze che sanno mostrare frammenti di anticipazione, brandelli di modi di lavorare e convivere nei quali è possibile riconoscere traccia dell’atteso insperato.
Alle federazioni regionali del CNCA, ai gruppi ad hoc, alle singole organizzazioni aderenti al CNCA è affidato il mandato di “rompere i recinti”,
senza appesantimenti di autocelebrazioni, ma con la memoria docente dell’esperienza, senza appiattirsi nell’omologazione, ma innescati nella convivialità delle relazioni, delle prassi, dei pensieri; senza necessità di difendere identità, ma abitando al pianterreno delle fatiche e delle ricerche che attraversano il vivere nostro, dei compagni cui ci siamo affiancati e di molti altri che ci sono sconosciuti.
La parabola del Cnca, a trent’anni dall’intuizione di pochi sul mettersi in gioco assieme, reciprocamente, con e per le moltitudini degli affaticati, trova una sua descrizione nella parola africana “ubuntu”, che significa “essere quel che siamo per merito di ciò che siamo tutti”. Don Armando Zappiloni,
Don Armando ZappoliniPresidente del Coordinamento Nazionale
delle Comunità di Accoglienza
SERVIZI OFFERTI
Unità mobile di strada
Accoglienza abitativa
Accompagnamenti socio - sanitari
Orientamento legale
Formazione scolastica
Counseling e psicoterapia
Inserimento sociale e lavorativo
FINALITÀ STATUTARIE
Promuovere la solidarietà e l’attenzione a situazioni di bisogno, di disadattamentoe il rispetto della vita
Creare ambiti di accoglienza per lo svolgimento dei programmi terapeutici nel rispetto della libertà e della dignità della persona
Favorire l’inserimento sociale delle donne
UNITA’ MOBILE DI STRADAPrevenzione sulle malattie sessualmente trasmissibili, orientamento alla fuoriuscita dal circuito
dello sfruttamento e accompagnamento ai servizi socio-sanitari ai sensi dell’art. 13 della Legge n. 228 del 2003
32%romena
68%nigeriana
Anno2008-2009
Anno2009-2010
Anno2010-2011
Anno2011-2012
n. accompagnamentisocio-sanitari
n. contatti
n. uscite
6412
1362
134
51
2679
156
79
1957
55
60
221
396
Km percorsi: 80.000 (da giugno 2008)
Nazionalità delle donne incontrate
ACCOGLIENZA RESIDENZIALEAssistenza individualizzata e protezione sociale
come disciplinato dall’art. 18 del D.Lgs n.286 del 1998
Paesed’originedelle donne
accolte
AlbaniaRomania
Bulgaria
MontenegroSlovenia
Repubblica della MoldovaUcraina
GeorgiaRussia
MaroccoTunisia
ColombiaBrasile
NigeriaGambia
Costa d’AvorioEtiopia Cina
05
101520253035404550
Tipologia di sfruttamento
82% sfruttamento sessuale in strada
9% sfruttamentosessuale indoor
5% accattonaggio
4% sfruttamento lavorativo
Ingresso nel programmadi protezione social e
con o senza denunci a
senza denuncia
36%
con denuncia
64%
22-26
27-31
32-35neonati
18-21anni
anni
anni
anni
40-50anni
35-40anni
14-17anni
43%
6%
28%7%
10%
7%4% 2%
Età anagrafica delle ospiti
“Tantissimi auguri per i dieci anni. Con tanto affetto tutte le suore della Comunità di Roma. Vi auguriamo altri dieci!”
“10 anni di storia e di liberazione!!! Vale la pena che venga celebrato... unite nella gioia e nello stesso impegno. Con tanto affetto Nieves, Giusy, Doly e Soledad”
“Auguri per i dieci anni della comunità. Vi auguro di vero cuore che la nostra passione per Cristo attraverso una eucaristia incarnata nella storia di tutti i giorni continui a dare senso alla vostra vita, di laici e suore che lottano senza sosta per la liberazione della donna, dentro della grande famiglia adoratriz. Vi abbraccio con tanto affetto. Suor Fara”
“Donne intrepide che non temono le onde furiose perchè una roccia le fa da piedistello. Donne che nella fatica conquistano la gioia e il senso di “nutrire ”. Queste donne siete/siamo voi/noi. A voi, oggi, auguri Pilar Solis”
“Carissime sorelle e operatori, grazie!Le vostre vite silenziose e attente, che intervengono per cucire smagliature, suturare le ferite, riempire i vuoti, riportare dignità umana, giustizia e legalità nella quale credere ancora rinsaldano la fede. Le vostre vite in cambio di altre vite: è l’agape che unisce. Grazie per questi 10 anni di opere e di testimonianze di fede viva vissuti in terra di Puglia. Vi porto nel cuore e prego per voi. Un abbraccio Filippo Gargano”
10 anni di Associazione Micaela
“Un ringraziamento speciale va fatto anche alla Fundacion de Solidaridad Amaranta della città di Madrid che in occasione del nostro decimo anniversario, augurandoci un buon lavoro, ha tonificato il nostro sentimento di appartenenza ad un sistema di aiuto alla donna di carattere sovranazionale ed europeo.”
La nostra festa è stata voluta e promossa dall’ Arcivescovo Mons. Francesco Cacucci che nell’ambito della visita pastorale nel mese di Aprile, mentre passeggiava sul viale del nostro giardino, parlando dell’importanza di fare memoria, ricordava i dieci anni trascorsi dalla sua apertura, durante la quale lui stesso tagliava il nastro dell’inaugurazione.
A causa di impegni importanti, l’Arcivescovo Mon. Cacucci non ha potuto essere presente ai lavori della Tavola Roronta ma c’era alla Celebrazione della Eucaristia; una celebrazione che ci ha riscaldato il cuore
NELLO SPEZZARE IL PANE e accarezzato la mente con le sue parole, sintetiche e magistrali, di riconoscimento e stima del nostro carisma, facendoci sentire nel cuore della CARITAS della CHIESA.
Ci ha detto che ha accolto e voluto sin dall’inizio questo servizio all’interno della Diocesi e ha confermato la sua volontà di continuare a sostenerlo.
Partite da “zero”, tutto quello che si è compiuto in questi dieci anni è un qualcosa di inatteso e di sorprendente.