10 novembre 2014 angela forti anno 0, numero 1 caporedattore · in tutti i quattro i giorni con un...
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Anno 0, numero 1
10 novembre 2014
Caporedattore:
Angela Forti
Anno 1, numero 1
10 novembre 2014
Caporedattore:
Angela Forti
10 novembre 2014
Lucca Comics and Games 2014: un evento all’insegna della creatività
Di Laura Bellettini, pagina 2
SLA!
Di Angela Forti, pagina 3
Dai giochi ai videogiochi
Di Steven Salomone, pagina 5
“Il processo” di Kafka e il suo sordido meccanismo
di Rachele Cecchi, pagina 6
Buh.
Di Davide Paturzo, pagina 6
La colonna sonora della nostra vita
di Anna Maggi, pagina 7
Arbitrobot.2000
di Claudio Benedetto Maggi, pagina 8
Dai quadrati alle cartine (geografiche)
di Simone Romeni, pagina 9
De Bello Scholastico
pagina 11
Giochi
pagina 13
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CAFFÈ PACINOTTI
Nei giorni 3031 Ottobre e 12 Novembre a Lucca si
è svolto l'incontro più atteso dagli amanti dei fumetti:
Lucca Comics and Games, festival internazionale del
Fumetto, del Gioco e dell'Illustrazione.
L'evento si è distinto per la grande affluenza di visi
tatori, che ha raggiunto la cifra di 240.000 presenze
in tutti i quattro i giorni con un picco il sabato di
100.000 persone.
Quest'anno ci sono state diverse novità, ad esempio
l'area dedicata al fumetto giapponese e alle tradizioni
dello stesso Paese, nelle edizioni precedenti era il
Japan Palace, in cui un edificio era stato dedicato ai
prodotti nipponici, quest'anno quello spazio si è evo
luto in Japan Town au
mentando il numero degli
stand.
In quest'area si trovava
anche un'esposizione del
tutto particolare: per i 35
anni di Mobile Suit Gun
dam, l'Italian Gunpla
Builder, con la collabora
zione di Gundam Italian
Club, ha presentato una
mostra dove è stato pos
sibile ammirare modelli
storici della serie tra cui un Gundam in scala 1/12 .
Altre novità le troviamo tra le case editrici di fumetti
più famose quali Bonelli Editore e Panini Comics
che quest'anno si sono allargati in padiglioni perso
nali, in cui hanno potuto allestire vari stand con tutte
le loro pubblicazioni.
Per la Panini, inoltre, è un'edizione particolare, per
ché il 30 settembre dell'anno scorso è stata acquisita
Disney Italia, infatti si è tenuta una conferenza saba
to pomeriggio in cui l'intero staff della Disney è stato
intervistato dall'editrice Valentina De Poli in relazio
ne alle novità in uscita,
frutto del lavoro di un anno di collaborazione. Tra
queste la ristampa dei Disney Manga, ovvero capola
vori Disney illustrati da fumettisti giapponesi. La
collana comprende il ben noto Kingdom Hearts, già
pubblicato, più titoli nuovi, una riedizione di PK
Giant, la saga di Darken Blot e, in particolare, la pa
rodia del libro “ Lo strano caso del Dottor Jekyll e
Mister Hyde” di R.L. Stevenson che prevede la tra
sformazione di un topo in un papero intitolata “Lo
strano caso del Dottor Ratkyll e Mister Hyde”.
Di fronte al padiglione che ospitava la Warner Bros
in Piazza S. Michele, era parcheggiata una Batmobi
le. Quest'anno, infatti si sono festeggiati i 75 anni del
Cavaliere Oscuro e nell'occasione è uscito il videoga
me Batman: Arkham Knight.
Altri mezzi sono stati parcheggiati in una suggestiva
cornice lucchese, infatti, in Piazza Anfiteatro sono
scesi i Caccia di Star Wars a grandezza naturale.
Un appuntamento da non per
dere è stato al palco “ Music &
Cosplay” quando alcuni tra i
grandi artisti ospiti del festival
hanno lasciato l'impronta delle
mani per la futura via dei Co
mics, Ciruelo, Gipi, Masakazu
Katsura, Leo Ortolani e Silver.
Di quest'ultimo, presso Palazzo
Ducale, sede di
numerose mostre, è stata alle
stita una sua personale per i 40
anni di Lupo Alberto.
Forse, anche più degli altri anni, numerosi sono stati
i cosplayers, fenomeno giunto dal Giappone che vede
persone di ogni età travestirsi e interpretare perso
naggi dei fumetti e dei cartoni animati.
Le strade pullulavano di supereroi, principesse, elfi,
guerrieri ma anche personaggi inventati da chi li in
terpretava. Questo fenomeno esalta la creatività di
coloro che lo praticano, poiché spesso abiti, armi e
accessori vari sono opera dello stesso cosplayer, che
con materiali di vario genere ha potuto costruire il
personaggio che ama di più.
In questo quattro giorni si sono susseguiti incontri
con gli autori, prime cinematografiche di cartoni ani
mati, incontri per i giochi di ruolo e la possibilità per
molti di far vedere i propri disegni agli editori, tutti
eventi all'insegna della creatività.
Lucca Comics 2014: un evento all’insegna della creatività di Laura Bellettini, III^E
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All’inizio del 2014 si diffonde su tutti i social net
work americani l’ “ice bucket challenge”, che arri
va in Italia solo durante l’estate: la sfida consiste
nel pubblicare un video nel quale ci si rovescia in
testa un secchio d’acqua ghiacciata pubblicizzando
la raccolta fondi dedicata alla ricerca sulla SLA.
La SLA, o sclerosi laterale amiotrofica, è una ma
lattia neurodegenerativa che colpisce i neuroni
motori all’interno del sistema nervoso conducen
doli alla degenerazione e, nel maggiore dei casi,
alla morte.
La degenerazione di una cellula neurale determina
la sua incapacità a comunicare coi i recettori pre
senti nelle fibre muscolari e, quindi, ad iniziare e
controllare le diverse fasi del movimento.
In seguito alla perdita delle trasmissioni segnaleti
che, i muscoli si atrofizzano e procedono gradual
mente alla completa paralisi.
Sebbene la casistica annuale sia in lieve aumento,
la sclerosi laterale amiotrofica viene considerata
malattia rara: l’incidenza è di circa 3 abitanti su
100.000, di cui solamente un 5% risulta affetta da
forma familiare; la malattia si presenta maggior
mente negli uomini che nelle donne, e la sua
probabilità diventa minima passati gli 80anni.
Descritta per la prima volta nel 1860 dal neu
rologo francese Jean – Martin Charcot, la
SLA ha una sintomatologia ed un’evoluzione
di durata variabile da paziente a
paziente: il malato solitamente va incontro
alla perdita progressiva e irreversibile della
normale capacità di deglutizione, dell’artico
lazione della parola e del controllo dei mu
scoli scheletrici, con conseguenze sul funzio
namento dell’apparato respiratorio; in molti
casi, per la sopravvivenza dell’individuo è
necessario il ricorso a mezzi di respirazione
artificiale.
La ricerca in questo campo ha fatto numerosi
passi avanti nel corso degli
ultimi anni, ma l’eziopatogenesi ed una
possibile cura rimangono ancora sconosciu
te.
Le cause della malattia sono di tipo genetico; le
ipotesi riguardanti la degenerazione dei neuroni
motori sono di due tipologie:
1. Danno eccitotossico
Numerosi studi sono centralizzati sul possibile
ruolo del glutammato nel processo di degenerazio
ne: l’acido glutammico è un amino-acido che ha
funzione di messaggero chimico — o neurotra
smettitore; in molti casi i pazienti malati di SLA
riportano livelli di glutammato molto alti all’inter
no del plasma o del liquido cerebro-spinale: tali
eccessi potrebbero essere causati sia da un difetto
di ricaptazione da parte degli astrociti (cellule ner
vose con funzione di assistenza metabolica) , sia
dalla presenza di reazioni autoimmuni difettose
secondo le quali gli anticorpi prodotti dall’indivi
duo attaccano i neuroni dell’individuo stesso. Tali
eccessi di glutammato, in fase sperimentale hanno
comportato la morte dei neuroni.
2. Danno ossidativo
Questa seconda ipotesi relaziona la degenerazione
neuronale a possibili mutazioni del gene adibito
alla produzione dell’enzima SOD1
CAFFÈ PACINOTTI
SLA! di Angela Forti, III^A
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CAFFÈ PACINOTTI
(dismutasi Cu/Zn), che ha funzione antiossidante e
riduce il livello di ione superossido, un radicale
libero tossico prodotto durante il metabolismo os
sidativo cellulare (vi prego di prendere per buono
ciò che vi ho appena detto).
Tali mutazioni determinerebbero nell’area contin
gente alle cellule nervose un accumulo anomalo di
radicali liberi, che potrebbero avere un importante
ruolo nell’interruzione delle funzioni cellulari
(questi infatti conducono un progressivo danneg-
giamento a organuli e proteine di fondamentale
importanza per lo svolgimento dei cicli vitali della
cellula).
Molto importanti nello sviluppo della malattia
vengono considerati i fattori ambientali: tramite
analisi retrospettive e sezioni sperimentali è stata,
ad esempio rivelata, una possibile correlazione tra
la manifestazione della patologia e l’esposizione
ad agenti tossici, soprattutto fitofarmaci.
Finora non è stata scoperta alcuna cura definitiva,
ma si è proceduti all’approvazione di un primo
trattamento farmacologico in grado di rallentare lo
sviluppo delle patologia.
Il riluzolo, un farmaco
dei benzotiazoli, svol
ge infatti un’azione
antiglutamatergica,
cioè riduce il rilascio
di glutammato eccessi
vo.
Tale trattamento è ri
sultato funzionale nel
rallentamento del peg
gioramento sintomati
co, specialmente per
ritardare la necessità della ventilazione artificiale
nei vari pazienti.
La AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Latera-
le Amiotrofica, è un’associazione onlus nata del
1983 con il progetto di diventare il soggetto na
zionale di riferimento per la tutela, l’assistenza, la
cura dei malati di SLA e per lo sviluppo della ri
cerca scientifica nel campo della malattia.
Chiunque può donare un contributo in denaro alla
fondazione tramite versamento on line, postale o
bancario.
Le planarie (Planarium) possiedono una faringe (tubo
di tessuto muscolare) esterna. Questa penetra all’in-
terno della preda e rilascia in essa dei succhi digestivi,
grazie ai quali la digestione dell’organismo inizia all’
esterno della cavità gastrovascolare della planaria.
Successivamente il cibo, in parte già digerito, è
risucchiato all’interno della cavità e smaltito
definitivamente.
La retina delle rane è dotata di cellule adatte a individuare il movimento, ed è appunto questo lo stimo
lo che permette alla lingua della rana di dirigersi ad altissima ve
locità verso l’oggetto da cui il movimento proviene. Paradossal
mente, se una rana fosse lasciata in una stanza piena di mosche
morte e, quindi, immobili, probabilmente morirebbe di fame.
Lo sapevi che…
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CAFFÈ PACINOTTI
Dai giochi ai videogiochi di Steven Salomone, I^F
L'idea di Thomas Goldsmith alla metà del '900 di
realizzare il primo videogioco fu un'intuizione
che avrebbe trasformato completamente il modo
di giocare delle nuove generazioni.
Fino ad allora i ragazzi giocavano insieme per
strada, nei cortili dei palazzi, nelle parrocchie e
nelle piazze. Giocavano a pallone, a ruba-
bandiera, a biglie o con i tappini.
Oggi si organizzano manifestazioni nelle piazze
per far giocare i bambini ad alcuni di questi gio
chi , dei quali, altrimenti, non conoscerebbero
l'esistenza.
Con la nascita del videogioco il modo di giocare
si trasforma lentamente fino a cambiare radical
mente.
La grafica del primo videogioco non poteva esse
re disegnata elettronicamente sullo schermo, così
i progettisti decisero di applicare delle etichette
stampate su pellicola trasparente nei punti in cui
si trovavano i bersagli da colpire con un razzo.
Lo schermo era costituito da un telo nero con del
le sagome di persone bianche, che erano
Il prototipo non ebbe molto successo principal
mente per il costo esagerato e quindi il progetto
venne abbandonato.
Dopodiché si decise di costruire un apparec
chio ,denominato poi “consolle”, in grado di leg
gere più videogiochi.
Il prototipo di consolle ebbe più successo e così si
decise di crearne e perfezionarne altre fino a
quando negli anni '60 nasce quella che si chiama
“prima generazione di consolle” ,
a cui ne seguiranno altre sette.
Oggi siamo all'ottava generazione e le varie case
produttrici si contendono i primati di vendite.
I primi produttori furono SEGA e Nintendo, che
produsse il Game boy, prima consolle portatile.
Seguirono Sony e Microsoft, già forti sul merca-
to con altre tipologie di prodotto e che intuirono
la portata del mercato del videogioco.
Il momento di più grande sviluppo dei videogio
chi, denominato “Età dell'oro, iniziò con la secon
da generazione di consolle e fu caratterizzato dal
la nascita delle sale giochi. Nel 1980 uscì il PAC-
MAN che ebbe un successo tale che ancora oggi
si trova nei formati scaricabili sui cellulari.
Il grande cambiamento portato dai videogiochi è
stato il fatto che dal giocare in gruppo per le stra
de si è passati a giocare nelle sale giochi e con le
consolle a giocare da soli.
Ma una grande novità ci ha riportato a giocare
insieme, anche se i giocatori a volte non si cono
scono o sono molto lontani: il gioco on-line.
Ora le consolle più moderne consentono di gioca
re utilizzando la linea internet e attraverso una
cuffietta dotata di microfono ci si può connettere
con i propri amici o con perfetti sconosciuti in
ogni parte del mondo.
Dal gioco nel cortile al gioco on-line, di strada se
ne è fatta tanta e anche se noi camminiamo mano
nella mano con la tecnologia non dobbiamo di
menticarci di giocare come si faceva una volta,
insieme nei giardini o nelle piazze .
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CAFFÈ PACINOTTI
In una sua lettera Franz Kafka
scrisse "di una cosa sono convin
to: un libro deve essere un'ascia
per il mare ghiacciato che è den
tro di noi". Questo è l'effetto che
la lettura de "il processo" ha avuto
su di me: la capacità di rompere
qualcosa e allo stesso tempo di
rimanere impresso per molto tem
po in quella fessura nella memoria
e nell'emozione, proprio come fa
un'ascia affilata incastrata in un
blocco di ghiaccio. Quello che
Kafka descrive è un mondo liqui
do, dove apparenza e realtà si
mescolano finché non è più pos
sibile distinguerle, dove un'auto
rità indefinita, una legge non
scritta si inseriscono nella vita di
un'uomo comune accusandolo di
una colpa non dichiarata, che
scava nella sua coscienza come un
tarlo.
Un uomo che non si arrende al
suo destino, che si ostina nel
perseguire quel proposito impro
ponibile di sfuggire a quel proces
so opprimente, di cercare la sua
libertà in un mondo in cui nulla è
libero, in cui le stanze sono calde
e soffocanti, le aule dei tribunali
così piccole che non si può nep
pure alzare la testa senza sbatterla
contro il soffitto, in cui i rapporti
umani sono torbidi e gli uomini
corrotti, in cui fuggire alla propria
colpa è difficile tanto quanto è
facile commetterla.
Il protagonista non può sottrarsi
al corso degli eventi, da quando
una mattina due uomini in divisa
si presentano a casa sua per arre
starlo, il suo percorso continua su
una strada segnata, per quanto
cerchi di deviare da essa, in cui la
descrizione minuziosa diventa
sempre più oppressiva è ridondan
te, fino a raggiungere un finale
preannunciato ma anche estrema
mente enigmatico. Un libro che
confonde, che scardina le certezze
di ognuno con le domande che
suscita." Qualcuno doveva aver
calunniato Josef K., poiché un
mattino, senza che avesse fatto
nulla di male, egli fu arrestato. La
cuoca della sua affittacamere, cioè
della signora Grubach, che ogni
mattino verso le otto gli portava la
prima colazione, quel giorno non
venne. Era la prima volta che una
cosa simile capitava. K. aspettò
un poco; col capo appoggiato al
guanciale, notò che la vecchietta
sua dirimpettaia lo osservava con
una curiosità per lei del tutto in
consueta, ma poi, deluso ed affa
mato ad un tempo, si decise a suo
nare il campanello. Subito bussa
rono alla porta, ed entrò un uomo
che in quella casa K. non aveva
mai visto prima."
L'inizio è folgorante, e allo stesso
tempo divertente perché incom
prensibile. Ladislao Mittner scrive
in una nota della sua Storia della
letteratura tedesca "leggendo agli
amici il primo capitolo del proces
so, Kafka rideva fino alle lacri
me". Del resto è ancora tipica
dell'aggettivo "kafkiano" la me
scolanza della tragedia immane ed
inesplicabile e di quel vuoto grot
tesco e angoscioso che rende la
vita e le azioni del protagonista K.
soltanto una "macchina inutile". E
su questo piano il romanzo non
delude, o forse lo fa, ma è proprio
quella confusa delusione a confic
carsi nel cuore come un'ascia.
“Il processo” di Kafka e il suo sordido meccanismo di Rachele Cecchi, V^A
A me capita spesso, da 4 – 5 anni a questa parte, di
vedere film che vengono promossi come genere
Horror, ma che risultano essere solo un insieme
confuso di mostri fotorealistici realizzati attraverso
l’utilizzo della computer grafica, musica di sotto
fondo inquietante e luce soffusa. Da amante del fi
lone orrorifico quale sono, posso confermare quindi
che negli ultimi anni i film Horror sono realizzati
solo per macinare quattro soldi da dei poveri fans
che sperano, una volta usciti dalla sala, di rimanere
insonni per 2 – 3 settimane e di dover intrattenere
sedute con lo psicologo per spiegare perché non
vogliono aprire la porta di casa.
Un fenomeno analogo è già successo in passato: tra
la fine degli anni '70 e la fine degli anni '80 usciro
no numerosissimi films Horror veramente spavento
si, ma in senso negativo. Shakma, Manos: The
Hands of Fate, Demon Wind, Quella villa in fondo
al parco e altre pellicole coetanee vennero
Buh. di Davide Paturzo, I^F
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CAFFÈ PACINOTTI
“La musica riesce a investire
la scena più banale di tanti
significati”
Ecco come ho pensato di aprire
il numero della nostra nuova
rubrica di musica! La mia gran
diosa idea di introduzione con
frase ad effetto è stata clamoro
samente smontata non appena ho
visto quella sopra riportata; non
è di certo la citazione di un gran
de artista, ma riassume ciò che
per me è la musica: ogni singolo
istante della nostra esistenza può
essere apprezzato, amato, di
sprezzato, può essere vissuto
grazie ad una canzone. Ma la
musica non ha solo questo pote
re, va ben oltre: trasforma le no
stre emozioni, e ciò ci permette
di guardare in modo completa
mente diverso la situazione che
stiamo vivendo.
Sicuramente vi sarà capitato di
passeggiare per un parco, essere
barricati in camera con la vostra
solitudine o rovinare la vostra
dieta di mesi svuotando il frigo
rifero torturandovi per un qual
che problema che sembra occu
pare nella vostra esistenza una
fonte di eterna disperazione: na
turalmente la playlist per eccel
lenza è formata da canzoni da
depresso-suicida, che effettiva
mente sono molto efficaci nel
farci sentire PEGGIO. Mentre
questo processo autodistruttivo è
in corso, improvvisamente arriva
una canzone di tutt’altro genere,
magari addirittura allegra, che
muta il nostro modo di vivere
quella situazione in maniera
radicale: ripeschiamo ricordi
felici che sviano i nostri cattivi
pensieri, oppure sono le stesse
parole del testo a infonderci un
messaggio di speranza, o ancora
ci fa pensare a quel film in cui il
protagonista incasinato alla fine
trova la felicità…
La musica caratterizza la situa
zione che stiamo vivendo. Im
maginate la scena di un film:
una spia russa muscolosa si lan
cia all’inseguimento di un terri
bile killer (o il contrario, come
preferite) ; ora provate ad
applicare colonne sonore diver
se: utilizzate prima la classica
orchestra Zimmeriana e poi l’ul
tima canzone degli Ylvis, il vo
stro stato d’animo muterà sicura
mente (e temo che se non lo farà
La colonna sonora della nostra vita
di Anna Maggi, III^E
realizzate a suon di sangue finto,
attrici che urlano e maschere ben
realizzate, rovinando tremenda
mente l'atmosfera che si sarebbe
dovuta creare. “Le mode ritorna
no sempre in voga!” mi ripeteva
mia nonna, e, come volevasi di
mostrare, eccoci qua. Per realiz
zare un film Horror degno di
questo nome non ci vogliono
necessariamente dei buoni effetti
speciali e qualche jump scare
(spaventi che avvengono in mo-
menti casuali del film), come
invece pensano molti registi. Un
film Horror è un film ragionato,
che mette a dura prova la capaci
tà del regista di trasmettere ter
rore ed inquietudine senza avere
alcuna base di partenza, a diffe
renza di altre tipologie di film.
Con questo non intendo sminuire
le altre categorie cinematografi
che, poiché ognuna di esse pre
senta le proprie difficoltà a livel
lo di realizzazione, ma voglio
fare capire come produrre un
film Horror non sia una cosa alla
portata di tutti i registi.
Il numero di films Horror realiz
zati sono veramente tanti. Si par
te dai grandi classici come Il
gobbo di Notre Dame di William
Dieterle, Nosferatu il vampiro di
Friedrich Wilhelm Murnau e
Frankenstein di James Whale,
fino ad arrivare ad Alien di Rid-
ley Scott ed ai più recenti Cube
– Il Cubo di Vincenzo Natali e
Saw – L'enigmista di James
Wan. Inoltre ultimamente stanno
uscendo un gran numero di re
make di film horror passati, da
segnalare Non aprite quella por-
ta ed The Eye. Purtroppo la cine-
matografia italiana non presenta
lungometraggi degni di nota, ma
la maggior parte dei pochi titoli
Horror “Made in Italy” sono sta
ti prodotti da Dario Argento, un
grandissimo regista italiano rico
nosciuto a livello internazionale.
In conclusione, i films Horror
sono difficili da realizzare, ma la
mentalità contemporanea di al
cuni registi sembra opporsi, ro
vinando così la storia di questo
genere cinematografico.
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8
CAFFÈ PACINOTTI
“C’è chi preferisce parlare alle
macchine che alle persone,
preferisco parlare alle persone.”
Quando Michel Platini, attuale
presidente della UEFA, dice ciò,
riassume l’opinione di tutti coloro
che ritengono l’utilizzo della mo
viola in campo e di altre
apparecchiature elettroniche per
giudicare situazioni sospette du
rante una partita di calcio un’a
berrazione nei confronti di questo
gioco.
L’opinione contraria, spesso sca
turita da una considerazione su
perficiale sull’argomento, ritiene
più che logico l’utilizzo delle sud
dette apparecchiature per omettere
dai risultati delle partite quegli
errori arbitrali che spesso fanno
discutere tifosi e commentatori. I
sostenitori di questa opinione si
ispirano a modelli di sport come il
tennis o la scherma, dove l’arbitro
può consultare un dispositivo elet
tronico che gli dà la possibilità di
rivalutare l’azione.
"Perché non introdurre questi
mezzi anche nel calcio ?", pensa
no in tanti, ritenendo l'ausilio del
le telecamere assolutamente indi
spensabile al lavoro dell'arbitro.
Chi si oppone a tutte queste pro
poste di digitalizzazione parte
dall'opinione che rendere una
macchina il giudice di una que
stione “umana” sia pressoché in
sensato.
L'arbitro non è solo un giudice,
ma è parte integrante del gioco del
calcio : si muove in
campo con i giocatori, deve essere
pronto sull'azione e avere un'am
pia visione del gioco,
deve avere caratteristiche fisiche
simili ad un calciatore per resi
stenza , corsa etc.
Come qualsiasi calciatore può
sbagliare. In altri sport, dove l'ar
bitro è in realtà solamente un giu
dice decretato all'assegnazione del
punteggio, resta un soggetto estra
neo rispetto al gesto atletico, cosa
che come abbiamo detto non av
viene per il calcio, dove l'arbitro è
parte integrante della gara, e per
questo colui che , meglio di qua
lunque mezzo tecnico, è in grado
di valutarla nel modo più equo.
In merito alla questione, il Presi
dente della FIFA , Joseph Blatter
ha dato il suo consenso all'utilizzo
della moviola in campo, come già
è accaduto nel recente
Mondiale brasiliano. Durante
l'arco della competizione infatti
l'arbitro è stato munito di uno
speciale orologio che in caso di
episodio dubbio circa l'ingresso
della palla in rete, riceveva un
segnale dalle telecamere e lo
avvisava se la palla era entrata
oppure no.
Da notare che due anni prima, in
occasione degli Europei 2012, la
UEFA aveva introdotto invece
degli arbitri supplementari, detti
giudici di porta, con il compito di
giudicare l'ingresso dei palloni in
rete e coadiuvare l'arbitro negli
episodi dubbi in area di rigore.
Insomma, più o meno la stessa
funzione delle telecamere. Ma la
considerazione più importante in
merito è quella che, comunque la
si pensi, alla fine anche ciò che
viene estrapolato dalle immagini
delle telecamere necessita di
un’interpretazione, e quindi l’uni
co risultato sarebbe poi quello di
vedere sminuita la figura, ribadi
sco fondamentale, dell’arbitro.
Arbitrobot.2000 di Claudio Benedetto Maggi, II^C
temo che dovrete seriamente preoccuparvi).
La musica quindi fa parte di noi, ma bisogna cercare
in qualche modo di condividerla! Per questo motivo
vi invito a farvi avanti per regalare a tutti uno spunto
per nuove emozioni: chiunque desideri condividere
articoli, canzoni (anche scritte da voi!) o semplice
mente segnalare concerti interessanti può farlo man
dando il materiale alla redazione!
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CAFFÈ PACINOTTI
È mezzanotte (e dovete ancora ragionevolmente
iniziare a studiare per la verifica di domani).
Voglio sapere quante ore devono passare perché
siano le nove del mattino. Facile: 9 ore. Ma anche
9 + 24 = 33, se mi accontento anche delle tre del
giorno dopo. In generale andrà bene qualsiasi nu
mero nella forma con k naturale (ma se ci
pensate... anche intero!, ottengo le tre del giorno
prima, …).
Per chi ha masticato un pochetto di olimpiadi di mate
matica, la mia richiesta era risolvere l'equazione con
gruenziale x ≡ 9 (mod 24). La risposta è stata: 9 + 24k.
Ovvero ho trovato infinite x che rispettino la mia richie-
sta (nelle equazioni algebriche di primo grado potevo
trovare una sola soluzione!, potevo... o dovevo?).
Innanzitutto, cosa ho chiesto? Ho chiesto quali sono
quei numeri tali che il loro quadrato diviso per m dia
resto n. Esempio: 52 ≡ 1 (mod 12).
Giunti a questo punto posso pormi due questioni
decisamente differenti:
Cercare le x tali che x2 ≡ n (mod m) (ovvero calcola-
re la radice quadrata di n modulo m)
Oppure
Cercare le n per cui esiste un x tale che
x2 ≡ n (mod m).
Facciamo due esempi:
x2 ≡ 1 (mod 4) è risolta per tutti e soli gli x dispari
(facile da dimostrare: in modulo 4 esistono solo i nume-
ri 0, 1, 2, 3; i cui quadrati sono 0, 1, 4 = 0, 9 = 1. I nu
meri che divisi per quattro danno un resto dispari sono
quindi congrui a 1, ma i numeri che divisi per quattro
danno un resto dispari sono tutti e soli i numeri dispari!
- Dimostrarlo).
x2 ≡ k (mod 4) può essere risolta solo per k = 0, 1:
abbiamo visto infatti che qualsiasi quadrato modulo 4
dà i risultati 0 o 1, pertanto non esistono x tali che il loro
quadrato modulo 4 faccia 2.
Ragionamenti del genere sono il pane quotidiano
se si vuole dimostrare che certi numeri non possono
essere quadrati perfetti. Naturalmente questo non impli-
ca che un numero congruo ad 1 modulo 4 sia un quadra
to perfetto (vedi 5).
Dei due problemi, il secondo è, da un punto di vi
sta matematico, abbastanza più interessante del
primo. I k soluzione di tale problema vengono
chiamati residui quadratici (calcola i residui quadratici
modulo i primi 8 numeri interi – salta 0 e 1 – tanto per
avere un'idea di cosa parliamo).
Un teorema interessante sui residui quadratici af
ferma che se p è un primo diverso da 2, allora dei pos
sibili numeri modulo p la metà sono residui quadratici,
l'altra metà sono nonresidui (modulo 5 abbiamo: 0, 1, 4,
9 = 4, 16 = 1. Ovvero su 6 possibili numeri abbiamo tre
residui: 0, 1, 4). Dimostralo!
Dall'interpretazione meno immediata sono invece
le due leggi di reciprocità di Gauss:
Se almeno uno tra p e q dà 1 modulo 4, allora p è resi-
duo modulo q sse q è residuo modulo p;
Se entrambi p e q danno 3 modulo 4, allora p è resi-
duo modulo q sse q non è residuo modulo p.
Sui residui quadratici si basa la cosiddetta costru-
zione di Paley, che permette di ottenere i grafi di Paley.
***********************************************
Un grafo è semplicemente un ente matematico
G(V, E) caratterizzato da un insieme di punti
(vertici, V) e da un insieme di coppie di tali punti
(che possono essere visualizzate come archi, che
uniscono i due punti della coppia) (edges, E). Il
numero di vertici del grafo viene detto ordine del
grafo, il numero di archi incidenti in un vertice si dice
grado del vertice.
Un grafo di Paley è un grafo di ordine un primo di
Fermat, ovvero un primo p = 1 ( mod 4)
costruito etichettando i vertici con i numeri modu
lo p, ed unendo con un arco quei vertici le cui eti
chette distano un residuo quadratico.
Ora, perché dovremmo essere interessati ad una
cosa artificiosa come i grafi di Paley? Il matemati
co risponderebbe che non è per nulla artificiosa,
non più di all’incirca qualsiasi cosa, addizioni e
moltiplicazioni comprese. In effetti i grafi di Paley
hanno tuttavia qualche proprietà notevole e, cosa
estremamente bella, indagare le proprietà di un
grafo di Paley ci permette di capire sempre
Dai quadrati alle cartine (geografiche) di Simone Romeni, VII^C
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CAFFÈ PACINOTTI
nuove proprietà dei residui quadratici, o di rileg
gerne di note sotto una luce diversa. Partiamo in
grande.
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Chiamiamo H grafo complementare di G se H contiene
gli stessi vertici, ma contiene tutti e soli gli archi non
contenuti in G. Un grafo di Paley è un grafo auto-
complementare, ovvero se faccio il complementare di
un grafo di Paley ottengo un grafo che nella forma è
equivalente (se ragioniamo coi disegnini, altrimenti
abbiamo semplicemente che esiste una funzione che
lega
univocamente EG e EH, ovvero H e G sono
isomorfi… ), vediamo questa proprietà per P(5):
Esempio: Il complementare di P(5) è il grafo trat-
teggiato in figura (una stella a cinque punte), che
può essere riorganizzato in un ciclo di grado 5 sen
za cambiare le adiacenze tra i vertici del grafo.
Notiamo che ora 0 è adiacente a 3 e 2, 2 è adiacen
te a 0 e 4, eccetera. I vertici nel ciclo non sono più
nell’ordine 0, 1, 2, 3, 4 ma nell’ordine 0, 2, 4, 1, 3.
I due grafici sono esattamente equivalenti a meno
di chiamare il vertice x col nome 2x (mod 5).
(Sapresti giustificare perché questa proprietà vale in
generale? Sapresti giustificare l’auto-complementarità
dei P(X)? Pensa ai residui quadratici… )
Sapresti giustificare l’auto-complementarità dei P
(X)? Pensa ai residui quadratici… )
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Immaginiamo ora di colorare i vertici del grafo.
Vorrei colorarli in modo da non avere mai vertici
di colore uguale collegati tra loro (mediante un solo arco).
Il numero minimo di colori che mi permetta di rag
giungere una tale colorazione è detto numero cro-
matico del grafo G, e viene indicato con χ(G). Nel
caso del grafo in figura χ(G) = 3.
Può essere dimostrato che per il grafo P(q) con q
potenza pari di un primo, il numero cromatico è la
radice quadrata di q.
La proprietà in sé non ti dirà nulla, perciò mi per
metto di dirti io che non è affatto una proprietà da
prendere sotto gamba. Il numero cromatico di un
grafo è in generale estremamente difficile da deter
minare, e può essere ricavato esplicitamente (e
viene una cosa decorosa) per pochissime classi di
grafi, tra cui i grafi di Paley suddetti. (Prova a giu
stificare questa proprietà… )
Chiudiamo ora con un’ultima curiosità: per secoli i
matematici hanno cercato la dimostrazione (o la
controprova) del cosiddetto (ora detto, dal momen
to che ha una dimostrazione – altrimenti sarebbe
una congettura) Teorema dei quattro colori, che
afferma: ogni carta geografica politica può essere
colorata con soli quattro colori in modo tale che
nessuno stato confinante abbia colori uguali.
Il teorema nella sua formulazione profana suona
già clamoroso. Ma lo si può tradurre in termini più
matematici, notando che considerando gli stati del
mondo vertici e la relazione di confine come il cri
terio di assegnamento di un arco (arco sì se i due
stati confinano, arco no altrimenti) una cartina po
litica non è altro che un grafo che può essere dise
gnato in un piano (non tutti i grafi possono essere
disegnati in un piano!). Dunque il teorema suona:
il numero cromatico di ogni grafo planare è al
massimo 4. (No, questo non provarci nemmeno, a
giustificarlo; ci son voluti secoli di matematici.
Nulla vieta che tu possa però sforzarti a forzarlo,
cercando configurazioni in cui non valga, e fallen
do miseramente).
4-colorazione della cartina degli USA
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CAFFÈ PACINOTTI
Salve a tutti sono Caesar.
Questi sono i miei satirici commentarii illustrati che potrete trovare nel giornale.
Se qualcuno ha delle lettere di reclamo può benissimo inviarle all'indirizzo "via pattumiera 3"
dove verranno r-accolte con grande felicità e lette al più presto.
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CAFFÈ PACINOTTI
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CAFFÈ PACINOTTI
Giochi
Sudoku facile Sudoku difficile
PROBLEMI (Le stelle indicano difficoltà crescente)
RESIDUI QUADRATICI
1. *Dimostra che a ≡ b ≡ 1 (mod 2) implica che a2 + b2 non sia un quadrato perfetto;
2. *Dimostra che 3 | a, 3 | b sse 3 | a2 + b2; che 7 | a, 7 | b sse 7 | a2 + b2;
3. *Dimostra che 21 | a2 + b2 implica che 441 | a2 + b2;
4. *Dimostra che n ≡ 1 (mod 2) implica che 8 | n2 - 1;
5. *Mostra che 3n - 1, 5n ± 2, 7n - 1, 7n - 2, 7n + 3 non sono quadrati perfetti.
(3 | 6 significa “tre divide sei” o “tre è divisore di sei”)
NUMERI CROMATICI
1. * Trova il numero cromatico di un ciclo (Suggerimento: dividi i casi ciclo dispari-ciclo pari);
2. * Trova il numero cromatico di un albero;
3. ** Dimostra che per ogni grafo vale χ(G) ≤ 1 + Δ(G), dove Δ(G) è il grado massimo del grafo
(il massimo tra i gradi dei suoi vertici, dove il grado di un vertice è pari al numero di archi in esso in-
cidenti);
4. ** (Teorema di Brook) Dimostra che ogni grafo connesso (da un vertice si può arrivare a qualsiasi
altro vertice) che non sia un ciclo dispari o un grafo completo (ogni vertice è collegato da un solo arco
ad ogni altro vertice) vale χ(G) ≤ Δ(G);
5. *** Rimuovi una ad una le ipotesi del Teorema di Brook e mostra che la tesi non segue più.
6. ** Mostra che non esistono grafi con χ(G) = 6 i cui vertici hanno gradi 3, 3, 3, 3, 3, 3, 4, 4, 5, 5, 5, 5.
(Suggerimento: usa il Teorema di Brook)
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CAFFÈ PACINOTTI
I questa rubrica segnaliamo le principali mostre sul territorio provinciale e nazionale:
Giappone: dai Samurai a Mazinga
Treviso - Casa dei Carraresi, 11 ottobre 2014 - 31 maggio 2015;
Corcos, i sogni della Belle Époque
Padova - Palazzo Zabarella, 6 settembre - 14 dicembre 2014;
Amedeo Modigliani et ses amis
Pisa—Palazzo Blu, 3 ottobre 2014—15 febbraio 2015;
Marc Chagall, una retrospettiva
Milano– Palazzo Reale, 17 settembre 2014—1febbraio 2015;
Van Gogh, l’uomo e la terra
Milano—Palazzo Reale, 18 ottobre 2014—8 marzo 2015;
Picasso e la modernità spagnola
Firenze—Palazzo Strozzi, 20 settembre 2014—25 gennaio 2015;
Per maggiori informazioni potete consultare la bacheca presente nell’aula di disegno della
professoressa Rondine al primo piano.
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Angela Forti, Anna Maggi, Claudio Benedetto Maggi, Davide Paturzo, Emma Biglioli,
Laura Bellettini, Paolo Melillo, Rachele Cecchi, Steven Salomone.
Si ringraziano:
La prof. Sergiampietri, docente responsabile, e Simone Romeni.
Art-work in copertina: Emma Biglioli, V A
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