12- dicembre 2017 -...

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AVVENTO: TEMPO DI ATTESA ATTENDIAMO IL SIGNORE CHE VIENE L'oggetto centrale della speranza cristiana non può essere altro. In Avvento celebriamo tutto il grande mistero della venuta del Signore: esso va dalla prima venuta a Betlemme, che ha risposto all'attesa del popolo antico, fino all'ultima venuta del Re della gloria, che colmerà l'attesa della Chiesa. Entro questi due termini estremi si colloca un terzo avvento: quello che ha luogo nella Chiesa e nella vita cristiana, soprattutto per mezzo dei sacramenti. È quello che nella preghiera del Signore esprimiamo con l'invocazione: “Venga il tuo Regno”. La prima venuta a Betlemme è rievocata dalla festa del Natale, a cui questo tempo prepara. Siamo esortati ad attendere con fede, con impegno e con gioia una solennità che ci recherà gaudio e salvezza. L'ultima venuta del Signore, quando verrà nella gloria a chiudere la storia del mondo e a introdurci nel Regno, l'attendiamo con una speranza che si rinnova sempre. Ne abbiamo già una caparra nel dono del suo Spirito, e una anticipazione nella presenza del Risorto in mezzo a noi; ma questo non spegne in noi il desiderio di contemplarlo faccia a faccia nella gloria del suo avvento. “Proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta”. La continua venuta nella Chiesa e in ogni anima, è la grande realtà che riempie il tempo presente. Per questo l'attesa non è mai colmata. Le anime lo aspettano, perché non hanno ancora raggiunto la piena appartenenza a Cristo; la Chiesa lo aspetta, perché le realtà che essa possiede non sono ancora definitive; il mondo lo aspetta, perché la missione della Chiesa non ha ancora portato fino ai suoi confini la testimonianza evangelica. Questa speranza conosce Dicembre 2017 - Anno 20 (n° 229) Mensile della Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco

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AVVENTO: TEMPO DI ATTESA

ATTENDIAMO IL SIGNORE CHE VIENE L'oggetto centrale della speranza cristiana non può essere altro. In Avvento celebriamo tutto il grande mistero della venuta del Signore: esso va dalla prima venuta a Betlemme, che ha risposto all'attesa del popolo antico, fino all'ultima venuta del Re della gloria, che colmerà l'attesa della Chiesa. Entro questi due termini estremi si colloca un terzo avvento: quello che ha luogo nella Chiesa e nella vita cristiana, soprattutto per mezzo dei sacramenti. È quello che nella preghiera del Signore esprimiamo con l'invocazione: “Venga il tuo Regno”. La prima venuta a Betlemme è rievocata dalla festa del Natale, a cui questo tempo prepara. Siamo esortati ad attendere con fede, con impegno e con gioia una solennità che ci recherà gaudio e salvezza. L'ultima venuta del Signore, quando verrà nella gloria a chiudere la storia del mondo e a introdurci nel Regno, l'attendiamo con una speranza che si rinnova sempre. Ne abbiamo già una caparra nel dono del suo Spirito, e una anticipazione nella presenza del Risorto in mezzo a noi; ma questo non spegne in noi il desiderio di contemplarlo faccia a faccia nella gloria del suo avvento. “Proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta”. La continua venuta nella Chiesa e in ogni anima, è la grande realtà che riempie il tempo presente. Per questo l'attesa non è mai colmata. Le anime lo aspettano, perché non hanno ancora raggiunto la piena appartenenza a Cristo; la Chiesa lo aspetta, perché le realtà che essa possiede non sono ancora definitive; il mondo lo aspetta, perché la missione della Chiesa non ha ancora portato fino ai suoi confini la testimonianza evangelica. Questa speranza conosce

Dicembre 2017 - Anno 20 (n° 229) Mensile della Comunità Parrocchiale di Torri del Benaco

un ritmo progressivo: ogni anno è nuova, perché mentre lascia dietro di sé le tappe raggiunte, si protende verso nuove mete. Dal 17 al 23 dicembre, giorni della Novena, sfuma l’orientamento prevalente al futuro e si intensifica la memoria della venuta storica del Signore. Durante questo periodo ci accompagnerà la corona dell’Avvento che è un segno tipico dell’Avvento nelle chiese e nelle case dei cristiani. Si è diffusa a partire dal XVI secolo nei paesi germanici, tra protestanti e cattolici, nell’America del Nord e poi negli altri paesi. È composta da un grande anello fatto di rami sempreverdi intrecciati (abete, oppure tasso, pino, alloro) su cui sono fissati quattro ceri posti ad uguale distanza tra loro. Il sempreverde richiama la speranza portata dal Signore che vive per sempre in mezzo agli uomini; i quattro ceri, che si accendono progressivamente nelle quattro settimane di Avvento (ogni domenica se ne accende uno in più), sono simbolo della luce di Gesù che si fa sempre più vicina e intensa, attraverso le tappe della storia della salvezza e l’annuncio dei profeti. Una tradizione suggerisce il nome dei quattro ceri: candela della Profezia, di Betlemme, dei Pastori, degli Angeli. La corona, collocata su un tavolo, diviene il centro attorno a cui tutta la famiglia si riunisce per un momento serale (quotidiano o settimanale) di preghiera. Buon Avvento! don Giuseppe “VI ANNUNCIO UNA GRANDE GIOIA” Avvento 2017 – in cammino insieme a tutta la Diocesi Il tempo scorre e riparte un nuovo anno nel quale la Chiesa annuncia e celebra il Mistero di Cristo. Inizia con il tempo dell’Avvento, tempo in cui si cerca di rallentare il passo, di mettersi in ascolto, di aprire il cuore per accogliere la Misericordia di Dio che si fa uomo. La vita di Gesù è tutta un racconto fatto all’umanità. E la prima predica è il pianto di un bambino nella grotta di Betlemme. È un pianto uguale a quello di tutti i bambini del mondo, ma porta in sé la risposta alla più grande attesa di tutta l’umanità. Ad un orecchio distratto e indaffarato, quel suono, al massimo, è un fastidio da evitare. Solo chi allena il cuore all’ascolto può accorgersi della differenza, così da scoprire un amore che tocca profondamente il cuore e invita a cercare la gioia. L’incontro con il Bambino porta sempre alla gioia! Maria, la Vergine Madre, ci mostra come l’ascolto della Parola diventa in lei vita, la Vita di Dio, la Vita del Figlio. Lei, la Donna dell’ascolto, è immagine di tutti noi credenti, è immagine della Chiesa che avendo ascoltato l’annuncio, porta in sé la presenza del suo Salvatore. E ora non può tacere la bellezza di quell’incontro che l’ha fatta Sposa e Madre. Oggi la nostra Chiesa di San Zeno non può tacere quell’incontro che l’ha generata e che continua a rigenerarla nell’amore. Non può essere sorda alla chiamata del Signore a vivere una comunione sempre più profonda con Lui e con tutti i fratelli che incontra sulla sua via. Dalla comunione, infatti, nasce la gioia perché la solitudine è vinta. Questa gioia è per 2

tutti. Nessuno ne è escluso. A tutti va annunciata. Con amore e con infinita tenerezza. lo slogan dell’Avvento 2017 “VI ANNUNCIO UNA GRANDE GIOIA” (Lc 2,10) Maria Icona della Chiesa accoglie la Parola di Dio e porta nel mondo il Figlio Gesù, gioia e salvezza per il mondo intero. Il segno di questo Avvento Quest’anno abbiamo voluto far coincidere il segno con una immagine, L’ANNUNCIAZIONE DI MATTHIAS STOMER alla quale avvicinare il libro della Parola di Dio aperto e una lampada accesa, quasi a riprendere nella realtà ciò che dice l’immagine. L’originale della tela dell’Annunciazione di Stomer è alta 113 centimetri e larga 166, realizzata probabilmente a Napoli, oggi custodita nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Descrizione dell’immagine dell’Annunciazione La tela dell’Annunciazione libera la poesia vibrante del suo caldo luminismo, tutto giocato su accostamenti coraggiosi di colori. Il rosso e l’azzurro di Maria, presenze canoniche della pittura sacra, si concretano nella veste e nel manto e di nuovo tornano a striare la sciarpa. Il volto soave della Vergine esprime molto bene l’emozione: è sbalordita di fronte all’irrompere di un evento che supera ogni sua aspettativa di vita e che sconvolge ogni piano umano. Dio compie la storia della salvezza del suo popolo e Lei ne diventa involontaria protagonista. Dio ha scelto Lei, l’umile sua serva. Anche la mano sul petto sembra dire: “Proprio io?”. I piani di Dio non sono i nostri e come ha chiamato Maria, così chiama ogni discepolo del Signore a compiere il suo Regno nel suo tempo. Il Mistero dell’Amore si fa carne, entra nella storia. La Comunione del Padre si fa presenza viva. Accoglierla è iniziare a viverla. Maria è colta nel gesto di leggere la Parola. È dall’ascolto della Parola, che Dio si incarna nella sua vita, nella sua storia. L’ascolto genera la presenza di Gesù in Lei. Così come l’ascolto della Parola genera nella Chiesa la presenza del suo Signore. Maria e l’angelo sono illuminati straordinariamente da una candela posta al centro. Non basta l’ascolto, occorre anche la luce della fede. È notte e la parola non può essere letta senza luce. Così la parola scritta nel libro, senza la fede resta lettera buia, morta. La fede, dono di Dio, viene dalla preghiera, dallo Spirito Santo. Maria seduta ad un tavolo e vestita come nel tempo dell’autore, toglie del tempo alla notte per leggere. Maria è l’icona della Chiesa di tutti i tempi anche della nostra Chiesa di oggi. 3

Lo stare seduti rubando tempo alla notte, al riposo, non è tempo ozioso, ma tempo d’ascolto, tempo di silenzio, tempo di calma e di pace, tempo di lettura e meditazione della Parola di Dio fuori dalla frenesia del giorno. La notte, il buio è illuminato dalla luce della fede che viene dallo Spirito Santo. È Lui che compie il miracolo della Parola che si fa carne, perché solo nella luce della fede la parola diventa Buona Notizia. L’annuncio sarà efficace solo se anche noi come Maria, sapremo prenderci del tempo per stare seduti nell’atteggiamento tipico del discepolo, cioè sapremo fermarci per dare tempo e spazio al Mistero di Cristo. L’angelo Gabriele è messaggero dell’annuncio. Ancora di rosso si tinge la cinta annodata in vita, che stringe ai suoi fianchi, mentre uno scialle scuro, buttato dietro le spalle come capita a chi sopravviene a passo svelto, è guarnito di una frangia dorata che sa di Palestina. Lui annuncia il mistero che dischiude la gioia. L’avvento è il tempo di attesa della gioia che viene: questa è la buona notizia che arriva sempre inaspettata, quando il tempo e lo spazio permettono ai nostri orecchi di sentire la Parola. CENTRI DI ASCOLTO AVVENTO 2017 I Centri di Ascolto (della Parola) sono un’esperienza diffusa di incontro e di preghiera a partire dalla Parola di Dio. Varie modalità permettono di incontrarsi attorno alla Scrittura: gruppi stabili e momenti in famiglie durante i tempi forti dell’Avvento e della Quaresima. A livello diocesano vengono preparati e diffusi i sussidi che approfondiscono varie tematiche dell’Avvento e della Quaresima. L’esperienza dei Centri di ascolto nella nostra parrocchia è nata nell’anno 2000 in occasione del bimillenario della nascita del Signore. Fin dall’inizio si sono svolti in alcune famiglie della parrocchia che hanno accolto i partecipanti nelle loro case insieme ai coordinatori del gruppo. Attualmente i gruppi sono 6, formati da dieci-quindici persone che con l’aiuto di un animatore, si accostano ai libri della Sacra Scrittura per riflettere e pregare. Lo scopo Lo scopo dei centri di ascolto della Parola è di introdurre le persone ad una capacità di leggere il Vangelo e la Bibbia con metodo e profondità, così da poter riscoprire la ricchezza della Parola di Dio e saperla condividere. È NATO THOMAS Congratulazioni a mamma Daniela e a papà Alessandro È NATA GAIA Congratulazioni a mamma Lara e a papà Matteo 4

Il metodo Sappiamo che il maestro interiore è lo Spirito Santo, il quale guida ciascuno di noi mentre si accosta ai testi sacri, ma sappiamo pure che la Parola di Dio deve essere rispettata nella sua oggettività a questo scopo il metodo seguito prevede di: • Osservare ossia interrogare il testo (trovare personaggi, cosa fanno o dicono, …); • Interpretare cioè capire il o i messaggi del brano e i temi principali; • Applicare cioè capire che cosa Dio "mi vuol dire" cercando il significato del brano "per me oggi" e in che rapporto sta questa parola con la "mia" vita e cosa mi invita a fare; • Lodare e pregare per rispondere a Dio che "mi" ha parlato. Gli incontri si svolgono presso le famiglie e la durata è all'incirca di un'ora. Sono sette le caratteristiche che costituiscono l’originalità e la bellezza di questa esperienza. 1. La casa resa disponibile per l’accoglienza. 2. La famiglia ospitante. 3. Il gruppo di persone del vicinato che partecipano. 4. L’animatore o l’animatrice precedentemente preparati che guidano il gruppo. 5. La lettura della parola di Dio contenuta nella Sacra scrittura. 6. Lo scambio di esperienze che vengono presentate o le riflessioni che vengono condivise. 7. La disponibilità ad accogliere chiunque desidera partecipare o per legami di amicizia o per scelta personale. 5

CENTRI DI ASCOLTO AVVENTO 2017 FAMIGLIE OSPITANTI, ANIMATORI, GIORNO E ORA DEI CENTRI DI ASCOLTO Famiglia Benaglio Catullo e Caterina • Tonelli Lucrezia, Vedovelli Caterina Mercoledì ore 15.00 ------------------------ Famiglia Pescetta Ottorino e Luigina • Suor Adelia Venerdì ore 20.30 ------------------------ Famiglia Bertera Ferruccio e Renata • Carli Nadia Mercoledì ore 15.00 ------------------------ Famiglia Pescetta Patrizia • Vedovelli Valeria Martedì ore 20.30 ------------------------ “Casa del Padre” • Suor Giovanna Paola Mercoledì ore 15.00 ------------------------ Famiglia Giacometti Chiara (S. Faustino) • Consolini Aldina Giovedì ore 15.00

LA NOVENA DI NATALE La Novena di Natale fu eseguita per la prima volta a Torino nel Natale del 1720, nella chiesa dell'Immacolata. Si celebra nei nove giorni precedenti la solennità del Natale cioè a partire dal 16 dicembre fino al 24. Comprende canti, preghiere e brani biblici, soprattutto presi dai profeti e dal Vangelo, che vogliono aiutare i fedeli a prepararsi spiritualmente alla festa della nascita di Gesù. Fino al Concilio Vaticano II (1965) si celebrava in latino, dopo il Concilio si sono fatte le traduzioni nelle varie lingue. Per capire meglio la Novena del Natale è bene ricordare che in generale, le novene sono celebrazioni popolari sorte nell'arco dei secoli per affiancare le celebrazioni liturgiche ufficiali. Esse sono raccolte nel grande repertorio dei così detti "pii esercizi". Padre Castellano, insigne liturgista, afferma che “i pii esercizi si sono sviluppati nella pietà occidentale del Medioevo e dell'epoca moderna per coltivare il senso della fede e della devozione verso il Signore, la Vergine, i santi, in un momento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti della Bibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgenti rimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano”. LE ORIGINI STORICHE DELLA NOVENA La Novena del Santo Natale fu eseguita per la prima volta in una casa di missionari vincenziani di Torino nel Natale del 1720. Fu istituita per iniziativa di padre Carlo Antonio Vacchetta che insieme al beato Sebastiano Valfré, nutriva una devozione straordinaria verso l'umanità di Gesù e la propagava invitando i fedeli a contemplare e ad adorare il mistero dell'Incarnazione e della Natività di Cristo. In questo ambiente fu scritta e per la prima volta eseguita in canto la Novena di Natale. La tradizione attribuisce a padre Vacchetta anche la redazione dei testi e della musica. Grazie alle missioni popolari che i Vincenziani continuamente predicavano al popolo, la Novena fu diffusa in Piemonte, e da qui in tutta Italia. La diffusione fu facilitata dal fascino del canto che veniva eseguito e dalla semplicità della melodia. A favorirne la devozione e la diffusione fu la marchesa di Caluso che frequentando la chiesa dell'Immacolata restò particolarmente commossa dalle funzioni di preparazione al Natale, per cui stabilì nelle sue disposizioni testamentarie che si facesse "ogni anno e in perpetuo la suddetta Novena". SIGNIFICATO DELLA NOVENA Le profezie della nascita di Gesù furono tratte da brani dell'Antico Testamento e particolarmente dal profeta Isaia. In esse è espresso non solo il profondo desiderio messianico dell'Antico Testamento con il desiderio che Dio si faccia presente sulla terra, ma in maniera espressiva viene cantata la supplica per la venuta di Gesù, l'eterno Presente nella storia degli uomini. Varie sono le metafore che alimentano la gioia dell'attesa nella Novena: Gesù verrà come luce, come pace, come rugiada, come dolcezza, come novità, come Re potente, come dominatore universale, come bambino, come Signore giusto. La Novena vuole suscitare un atteggiamento nel credente: fermarsi ad adorare colui che nasce a Betlemme. LA FORMA TRADIZIONALE La novena di Natale, pur non essendo "preghiera ufficiale" della Chiesa, costituisce un momento molto significativo nella vita delle nostre comunità cristiane. Proprio perché non è una preghiera ufficiale essa può essere realizzata secondo diverse usanze, ma un indiscusso "primato" spetta alla novena tradizionale, nella notissima melodia gregoriana nata sul testo latino ma diffusa anche nella versione italiana curata dai monaci benedettini di Subiaco. Alceste 6 NOVENA DI NATALE 16-24 DICEMBRE 2017 ORE 18.00

N. B. Non abbiamo potuto pubblicare la lettera sul giornalino di Novembre in quanto è arrivata quando era già stato stampato. 7

IL LIBRO DEL PROFETA ISAIA Durante il periodo dell’Avvento e nella celebrazione della Novena del Natale ricorrono frequentemente brani di lettura presi dal libro del profeta Isaia. Viene qui di seguito riportato un commento che può aiutare a capire meglio il testo delle singole letture. Introduzione al libro Il libro del profeta Isaia fin dall’antichità è stato il più commentato da ebrei e cristiani. Si era sempre pensato al profeta Isaia come unico autore dei 66 capitoli dell’opera che porta il suo nome, anche se già nel medioevo i filosofi Ibn Ezra (1092- 1167) e, alcuni secoli dopo, Spinoza (1632-1677) avevano messo in dubbio la composizione unitaria del libro. Oggi gli studiosi ritengono che l’opera possa essere meglio considerata come l’unione di tre libri raccolti sotto il nome unico di Isaia. Le tre grandi parti possono essere chiamate primo Isaia, o Proto-Isaia, secondo Isaia o Deutero-Isaia e terzo Isaia o Trito-Isaia. La prima parte del libro è riconducibile all’opera del profeta Isaia vissuto nell’VIII sec. a.C., la seconda di un profeta anonimo dell’esilio (VI sec. a.C.), chiamato «Deutero-Isaia», e la terza, scritta dopo l’esilio (V sec. a.C.), è opera di un altro profeta anonimo, definito come «Trito-Isaia». Proto-Isaia (cc. 1-39) La prima parte (cc. 1-39) dell’opera ci presenta la figura di Isaia attivo come profeta dal 740 al 700 (circa 40 anni) a Gerusalemme. Il lusso e il benessere avevano fatto dimenticare completamente la legge di Dio: i ricchi spogliavano senza pietà i poveri, mossi esclusivamente dalla preoccupazione di aumentare le proprie ricchezze. Isaia alza la voce contro le ingiustizie, i giudizi arbitrari, la corruzione delle autorità, l’avidità dei latifondisti, l’oppressione dei governanti e contro una pratica religiosa falsa e ipocrita. Nel 733 a.C. il regno di Aram (Siria) e il regno di Efraim (Israele) fanno lega contro il regno di Giuda per costringerlo a unirsi a loro contro la minaccia assira: è la guerra. A partire da questo momento il tema dominante degli oracoli di Isaia non è più la critica sociale e religiosa, ma la critica politica. Il profeta cerca di convincere il re Acaz a non confidare nelle alleanze politiche. Se vuole assicurare pace a Gerusalemme e al regno di Giuda deve riporre la sua fiducia solo nel Signore, ma sfortunatamente fallisce nel suo intento. Il re Acaz diviene vassallo assiro, ma Isaia sa che il Signore non abbandona il suo popolo e per questo pu annunciare al re la nascita di un figlio che si chiamerà Emmanuele, Dio-con-noi (7,14). Il profeta riappare nuovamente durante il regno di Ezechia (725-697), figlio e successore di Acaz. Ancora una volta Isaia insiste sull’inutilità delle alleanze politiche e sulla necessità di confidare solo nel Signore, ma il suo messaggio è nuovamente rifiutato da parte dei 8

sacerdoti e dei profeti di corte. Le circostanze ancora una volta danno ragione a Isaia: il regno di Giuda è devastato e Gerusalemme 6 viene assediata dal re assiro Sennacherib (701). Tuttavia Isaia, anche se continua ad annunciare il castigo, sa che dal tronco di Iesse spunterà un germoglio (11,1). Il popolo pu cadere nell’arroganza e nel peccato, ma il Signore resta fedele. Nel messaggio del primo Isaia c’è sempre una prospettiva di speranza e salvezza. Deutero-Isaia (cc. 40-55) La seconda parte di Isaia (cc. 40-55) presenta la missione di un profeta attivo tra i deportati a Babilonia durante l’esilio. La rapida decadenza dell’impero babilonese e la comparsa sul panorama internazionale della nuova potenza persiana caratterizzano il messaggio della seconda parte del libro. Questa sezione è conosciuta anche come «libro della consolazione», a motivo dei primi versetti: «Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata» (40,1-2). Il profeta annuncia ai suoi compagni di esilio l’imminente liberazione e il ritorno in patria. Israele è stato duramente castigato e la sua sofferenza lo ha purificato dalle iniquità del passato. Il tema dominante è innanzitutto l’uscita da Babilonia (cc. 40- 48) e poi quello del ritorno a Gerusalemme (cc. 49-55). Il profeta riprende lo schema dell’esodo e della marcia verso la terra promessa: il popolo tornerà a Gerusalemme e il deserto fiorirà al suo passaggio. Mentre nel primo esodo emerge prepotente la figura di Mosè, in Isaia è un pagano a svolgere un’analoga funzione: Ciro, re di Persia, menzionato esplicitamente due volte (44,28 e 45,1). Altro tema importante toccato dal profeta è quello della unicità di Dio. Il profeta si impegna su questo tema come nessun altro prima di lui. È lui a formulare il monoteismo: «Così dice il Signore, il re d’Israele, il suo redentore, il Signore degli eserciti: Io sono il primo e io l’ultimo; fuori di me non vi sono dèi» (44,6). Creatore del mondo e signore della storia è solo il Dio di Israele. Nel testo sono presentate anche quattro composizioni che ruotano intorno a un personaggio misterioso, il «Servo di Jhwh» (Is 42,1-4; 49,1-6; 50,4-9; 52,1353,12), che alcuni identificano con un individuo, altri con il popolo di Israele. Il Nuovo Testamento scorgerà in questo «servo di Jhwh» un annuncio di Cristo. Trito-Isaia (cc. 56-66) Nel dopo esilio al libro di Isaia venne aggiunta una terza parte (cc. 56-66). Il messaggio è rivolto agli israeliti impegnati a ricostruire la comunità religiosa di Gerusalemme. Il profeta si presenta come l’inviato dello Spirito del Signore per annunciare la buona notizia ai poveri e a prendersi cura dei disperati (61,1). Egli condanna le ingiustizie sociali e invita a recuperare il senso religioso. Davanti al problema del rifiuto e del disprezzo nei confronti degli stranieri, alcuni testi del terzo Isaia rivelano un atteggiamento eccezionalmente aperto verso di loro, capace di accettare addirittura che partecipino al culto insieme alla comunità (56,3- 7). A partire dal c. 60, il libro presenta una svolta impressionante: se prima abbondavano gli oracoli di giudizio e di castigo, ora sono le promesse di salvezza a 7 caratterizzare i suoi interventi. I cc. 63-64 sono una meditazione sulla storia come luogo della rivelazione di Dio, e nei cc. 65-66 si avverte un clima pieno di speranza e gioia. Israele ha un valido motivo per sperare in un futuro migliore: Dio non abbandonerà mai il suo popolo. don Nicola SONO TORNATI AL PADRE SILVIO EMMA 9

Il matrimonio è un laboratorio "artigianale" di tutti i giorni. Perché il marito ha il compito di fare più donna la moglie e la moglie ha il compito di fare più uomo il marito. Crescere anche in umanità. Questo si chiama crescere insieme. Ma questo non viene dall'aria, il Signore benedice, ma viene dalle vostre mani, dai vostri atteggiamenti, procurare che l'altro cresca, lavorare per questo. E i figli avranno questa eredità di avere un papà e una mamma che sono cresciuti insieme facendosi uno all'altro più uomo e più donna». Con queste parole a braccio Francesco ha concluso l'udienza con oltre 30mila fidanzati ormai prossimi al matrimonio, venuti in piazza San Pietro nel giorno di San Valentino. L'incontro è stato organizzato dal Pontificio consiglio per la famiglia. «Non dobbiamo lasciarci vincere dalla cultura del provvisorio!». Se l'amore «non è solo un sentimento, uno stato psicofisico», ma è «una relazione», allora è ancora possibile, anche oggi amarsi senza aver paura del «per sempre», ha detto il Papa, rispondendo alle domande di tre coppie. La prima era incentrata sulla paura del impegnarsi per sempre. «Oggi tante persone hanno paura di fare scelte definitive, per tutta la vita, sembra impossibile… E questa mentalità porta tanti che si preparano al matrimonio a dire: “stiamo insieme finché dura l’amore”». L’amore, ha detto Francesco, «è una relazione, una realtà che cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli!». La casa del matrimonio non va fondata «sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono, ma sulla roccia dell’amore vero, l’amore che viene da Dio... Come l’amore di Dio è stabile e per sempre, così anche l’amore che fonda la famiglia vogliamo che sia stabile e per sempre. Non dobbiamo lasciarci vincere dalla “cultura del provvisorio”!». Dunque, la paura del «per sempre», ha detto il Papa, «si cura giorno per giorno affidandosi al Signore Gesù in una vita che diventa un cammino spirituale quotidiano, fatto di passi, di crescita comune». E il «per sempre» non è solo «una questione di durata! Un matrimonio non è riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani. Chiedete a Gesù di moltiplicare il vostro amore». Francesco ha invitato i fidanzati e gli sposi a pregare gli uni per gli altri: «"Signore dacci oggi il nostro amore 10

Domenica 31 Dicembre nella Solennità della Sacra Famiglia celebreremo gli Anniversari di Matrimonio IL MATRIMONIO: AMARSI PER SEMPRE “SIGNORE DACCI OGGI IL NOSTRO AMORE QUOTIDIANO” Alcune esortazioni di papa Francesco sul matrimonio 10

quotidiano", perché l'amore degli sposi è il pane quotidiano dell'anima». Una preghiera che il Papa ha fatto ripetere per due volte ai presenti in piazza San Pietro. Alla domanda sullo «stile» della vita di coppia, Francesco ha risposto riproponendo le tre parole - permesso, grazie, scusa - che già più volte ha ripetuto come fondamentali per una famiglia. «“Permesso?”. È la richiesta gentile di poter entrare nella vita di qualcun altro - ha detto il Papa - con rispetto e attenzione. Bisogna imparare a chiedere: posso fare questo? Ti piace che facciamo così? Che prendiamo questa iniziativa, che educhiamo così i figli? Vuoi che questa sera usciamo?... Insomma, chiedere permesso significa saper entrare con cortesia nella vita degli altri. A volte invece si usano maniere un po’ pesanti, come certi scarponi da montagna! L’amore vero non si impone con durezza e aggressività... E oggi nelle nostre famiglie, nel nostro mondo, spesso violento e arrogante, c’è bisogno di molta più cortesia». «“Grazie”. Sembra facile pronunciare questa parola - ha spiegato Francesco - ma sappiamo che non è così… Però è importante! La insegniamo ai bambini, ma poi la dimentichiamo! sappiamo ringraziare? Nella vostra relazione, e domani nella vita matrimoniale, è importante tenere viva la coscienza che l’altra persona è un dono di Dio, di cui sempre rendere grazie. E in questo atteggiamento interiore dirsi grazie a vicenda, per ogni cosa. Non è una parola gentile da usare con gli estranei, per essere educati. Bisogna sapersi dire grazie, per andare avanti bene insieme». «Scusa». «Nella vita facciamo tanti errori, tanti sbagli. Li facciamo tutti. Forse non c’è giorno in cui non facciamo qualche sbaglio. Ecco allora la necessità di usare questa semplice parola», ha osservato Francesco. «Impariamo a riconoscere i nostri errori e a chiedere scusa. “Scusa se ho alzato la voce”; “scusa se sono passato senza salutare”; “scusa se ho fatto tardi”, “se questa settimana sono stato così silenzioso”, “se ho parlato troppo senza ascoltare mai”; “scusa se mi sono dimenticato”… Anche così cresce una famiglia cristiana. Sappiamo tutti che non esiste la famiglia perfetta, e neppure il marito perfetto, o la moglie perfetta. Non parliamo della suocera perfetta. Esistiamo noi, peccatori. Gesù, che ci conosce bene, ci insegna un segreto: non finire mai una giornata senza chiedersi perdono... È abituale litigare tra gli sposi, ma mai finire la giornata senza fare la pace!». Se non finisci la giornata facendo la pace, «quello che hai dentro, il giorno dopo è più freddo, è più duro...». Infine il Papa ha risposto a una domanda sulla festa del matrimonio. «Fate in modo che sia una vera festa, una festa cristiana, non una festa mondana!», ha detto, indicando nella presenza di Gesù - come avvenne alle nozze di Cana - «il segreto della gioia piena, quella che scalda il cuore veramente». Al tempo stesso, però - ha aggiunto - «è bene che il vostro matrimonio sia sobrio e faccia risaltare ciò che è veramente importante. Alcuni sono più preoccupati dei segni esteriori, del banchetto, delle fotografie, dei vestiti e dei fiori... Sono cose importanti in una festa, ma solo se sono capaci di indicare il vero motivo della vostra gioia: la benedizione del Signore sul vostro amore». dalle esortazioni di papa Francesco HANNO CELEBRATO IL MATRIMONIO CRISTIANO PARROCCHIA DI PAI MASSIMILIANO E FEDERICA 11

GIOVANI LICEALI IN TANZANIA: ESPERIENZA DI VOLONTARIATO ESTIVO CON I PADRI SIMMATINI Ti cambierà la vita, mi dicevano quando ancora non avevo deciso niente, quando ancora sentivo l'Africa una cosa lontana. Poi ho iniziato a credere che queste persone avessero ragione e che la mia vita fosse pronta per essere cambiata. Dopo 45 lunghe ore di viaggio, tutto ha cominciato a prendere forma e la magia di quel posto lontano, che ormai è dentro i nostri cuori, ha cominciato a prendersi tutto di noi così da farci sentire parte di un grande disegno, degno di essere colorato. Era come vivere in una bolla di estrema bellezza. Siamo partiti spinti da qualcosa più grande di noi. L'Africa è sempre stata solo un continente segnato sulla carta, niente di più. A volte ci trovavamo a pensare: ''Chi l'avrebbe mai detto che le nostre gambette bianche avrebbero camminato chilometri su quella terra rossa? '' E invece siamo stati chiamati a partire e dare il nostro piccolo contributo. Malta e mattoni sono stati i nostri pesantissimi amici di tutte le mattine, ma sapere che il nostro aiuto sarebbe stato prezioso per finire il grande disegno, faceva sentire meno la fatica. Noi, uomini bianchi pieni di tutto, abbiamo imparato da loro come si vive la felicità. Guardando i bambini correrci incontro impazienti di ricevere una caramella e sorprendendoci di quanto ci sentivamo appagati prendendoli in braccio o facendoli ballare, abbiamo capito che stavamo facendo qualcosa di giusto, qualcosa di grande. Impari veramente a vivere quando senti di essere libero, noi ci sentivamo liberi mentre l'aria ci accarezzava sopra a quel pick-up che oltre ai lividi sulla schiena e la faccia rossa dalla polvere che sollevava, ci ha regalato panorami unici e emozioni vere.

CAMMINO DI PREPARAZIONE

AL MATRIMONIO RELIGIOSO

2017 - 2018 Vicarie Lago Veronese - Caprino CASTELNUOVO In parrocchia Tel. 045 7570038 Giovedì 20.30 - 11 GENNAIO BEATO ANDREA Tel. 045 7551400 Sabato 20.30 - 13 GENNAIO CAPRINO Tel. 045 7241077 Lunedì 20.45 - 15 GENNAIO BARDOLINO Teatro Corallo Tel. 045 7210016 Mercoledì 20.45 - 10 GENNAIO --------------------------------------- È bene prendere contatto per tempo con i parroci per fare l’iscrizione e per eventuali informazioni. 12

Dicevano che è proprio quando non hai niente che capisci di avere tutto. Abbiamo avuto l'onore di conoscere persone che non avevano nulla, ma erano più felici di noi che abbiamo tutto. Abbiamo respirato aria d'infinito solo guardando i bellissimi sorrisi che coloravano i nostri pomeriggi. Abbiamo imparato che è più bello dare che ricevere, abbiamo imparato che le piccole cose sono davvero quelle che ti cambiano la vita. La nostra vita è cambiata perché quel posto magico e irreale ha cambiato noi. Abbiamo imparato a guardare quanto è bello giocare col nulla e sentire di avere tutto. Fare di un telo una gonna e di un fuoco il nostro sole. Essere felici di guardare l'orizzonte e sapere che c'è ancora molto da scoprire, ma che il nostro pezzo d'infinito possiamo averlo sotto i piedi. Abbiamo ammirato panorami stupendi che sembravano cullarci dentro un mondo che l'uomo disegna come crudele e violento, quando basta guardare in alto per scoprire che c'è molto di più del materiale, che c'è sempre molto di più anche dietro un semplice sorriso. Abbiamo visto un cielo coperto di stelle capaci di farci sentire parte di esse. Stelle che racchiudono desideri inespressi e che unendole sembra si possa colorare tutto il cielo, tanto vasto è il loro manto. Ci siamo persi nell'immensità delle cose semplici. Quando il colore della pelle era solo una bellissima caratteristica, quando le parole non avevano potenza di fronte agli occhi profondissimi di bambini senza niente. Bambini che vivevano in gruppo, come una grande famiglia, magari malati o con poche risorse di vita. E dentro a quel grande girotondo ci sentivamo parte della loro felicità. Posso dire quindi che sì, la vita me l'ha cambiata e mi ha insegnato tanto, portandomi a capire il vero valore delle situazioni, della gente e di tutte quelle piccole cose che ogni giorno facciamo senza neanche renderci conto e che certe persone non sono così fortunate come noi ad avere il lusso di possedere tutto. Noi lo chiamiamo lusso, ma quando vivi con niente, quando basta ballare attorno a un fuoco con la stessa musica per essere felice, capisci quanto di superfluo ci sia al mondo e quanto questo condizioni l'essere umano. Noi che viviamo con ogni agio, che ci lamentiamo per ogni singola cosa, che tendiamo a guardare più le crepe di una casa che la bellezza della sua funzione, dovremmo imparare a sostituire un lamento con un grazie. Polepole ci dicevano. Piano piano le cose andranno al loro posto. Dicono che l'Africa sia un posto magico, che appena ci vai te ne innamori. Bene, noi abbiamo imparato ad amare ogni angolo di quella piccola parte che abbiamo avuto l'onore di vivere. Ora ci sentiamo arricchiti. Resterà un'esperienza indelebile nei nostri cuori, non solo per la sabbia rossa che ancora colora le nostre magliette, ma per la potenza dell'infinito che per venti giorni abbiamo respirato. Forse le parole non rendono la grandezza di tutto ciò, come se fosse tutto troppo prezioso per essere raccontato. Mi sento quindi di ringraziare i miei compagni di avventura. Da un gruppo di persone qualunque siamo diventati degli ottimi amici che hanno saputo completarsi a vicenda. Grazie Francesca, Margherita, Camilla, Camilla, Isabella, Stella, Annalisa, Novella, Alessandro, Leonardo, Sebastiano, Giovanni. Grazie alla professoressa Pomari, che ha saputo essere nostra compagna di avventure e anche nostra amica. Un grazie speciale va a lei, Don Zanon, che ha saputo trasmetterci la bellezza e la magia di tutto questo con la semplicità di un bambino. Incitandoci a salire sopra agli alberi, perché è da lì che si respira la vera libertà. Plinio il vecchio diceva: “Dall'Africa c'è sempre qualcosa di nuovo”. Noi quel qualcosa l'abbiamo scoperto e vissuto, ora tocca a voi prendere parte di questa infinita bellezza. Cecilia Sartori 13

COMUNICAZIONI DA PARTE DEL CIRCOLO NOI DI TORRI Lettera inviata agli associati: in seguito all’assemblea nella quale siamo stati eletti come nuovo comitato di gestione, ci siamo trovati a organizzare alcuni momenti per stare assieme giovani, bambini e genitori. Abbiamo quindi previsto questi appuntamenti in collaborazione con la parrocchia e l’amministrazione comunale: - 25/11 GIORNATA COMUNITARIA: torneo di calcetto con merenda con cioccolata calda, dolci e in seguito possibilità di una “pastasciutta” in compagnia; - 12/12 ASPETTANDO SANTA LUCIA: dalle ore 15:00 caccia al tesoro con lettura del racconto di Santa Lucia. Nell’attesa del suo arrivo, merenda con cioccolata calda e dolci; - 17/12 TUTTI A CASA DI SAN GIUSEPPE: prima giornata didattica nella quale ogni bambino che parteciperà potrà costruire la sua capanna per Gesù bambino. APERTURA DEL CONCORSO “MIGLIOR PRESEPE E CAPANNA” - 14/01 FESTA DELLA FAMIGLIA: giornata dedicata ai giochi per bambini e proiezione di alcuni filmati. PREMIAZIONE DELLE CAPANNE E DEI PRESEPI PIU’ BELLI e INIZIO DELLE ISCRIZIONI AL CIRCOLO “NOI” PER L’ANNO 2018; -28/01 GITA SULLA NEVE - 04/02 ASPETTANDO IL CARNEVALE: seconda giornata didattica nella quale il bambino potrà realizzare la propria maschera e costruire accessori per il carnevale; - 11/02 CARNEVALE IN PIAZZA Per ogni manifestazione verrà di volta in volta esposto fuori dal Circolo “NOI” il programma dettagliato della giornata. Ogni giovedì dopo il catechismo, grazie a Francesca e Giada, il Circolo NOI rimarrà aperto per concludere la giornata con una merenda in compagnia. Le quote per l’iscrizione al circolo Noi restano invariate. Si fa presente che il 90% della quota serve per l’iscrizione al circolo “NOI” nazionale e per l’assicurazione. Ringraziamo fin d’ora tutti i genitori e coloro che parteciperanno a questi momenti. Il nostro desiderio è quello di far crescere una famiglia di famiglie dove permettere a bambini e giovani di divertirsi assieme e crescere secondo i valori cristiani. 14

CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI PARROCCHIA DI TORRI NOVENA DI NATALE da sabato 16 a domenica 24 Dicembre ore 10.00 S. MESSA ore 18.00 SOLENNE NOVENA CANTATA ORARIO PER LE CONFESSIONI Sabato 23 e Domenica 24 sarà presente un Padre Confessore straordinario. Sarà disponibile dalle 9.00 alle 12.00 - dalle 15.00 alle 19.00 Lunedì 25 Dicembre ore 8.30 – 12.00 DOMENICA 24 DICEMBRE ore 24.00 S. MESSA DI MEZZANOTTE - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - LUNEDÌ 25 DICEMBRE NATALE DEL SIGNORE S. Messe ore 8.30 – 10.00 – 11.15 - 18.00 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - DOMENICA 31 DICEMBRE ore 11.15 S. Messa per gli Anniversari di Matrimonio ore 18.00 S. Messa e TE DEUM - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - LUNEDÌ 1 GENNAIO 2018 MARIA SANTISSIMA “MADRE DI DIO” GIORNATA MONDIALE PER LA PACE S. MESSE ore 8.30 – 10.00 – 11.15 - 18.00 ore 11.15 S. Messa e VENI CREATOR

PARROCCHIA DI PAI DOMENICA 24 DICEMBRE - ore 24.00 S. MESSA DI MEZZANOTTE - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - LUNEDÌ 25 DICEMBRE NATALE DEL SIGNORE ore 10.00 S. Messa DOMENICA 31 DICEMBRE ore 10.00 S. Messa - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - LUNEDÌ 1 GENNAIO 2018 ore 10.00 S. Messa

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A P P U N T A M E N T I D I C E M B R E 2 0 1 7 OGNI DOMENICA ore 10.00: S. MESSA DELLE FAMIGLIE. ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA E CANTO DEL VESPERO. OGNI LUNEDÌ ore 9.00 - 12.00: TEMPO PER LE CONFESSIONI. ore 11.00 – 12.00: ADORAZIONE EUCARISTICA. OGNI MARTEDÌ ore 16.30: CATECHESI I e II MEDIA. OGNI GIOVEDÌ ore 15.00: CATECHISMO SCUOLA ELEMENTARE. ore 17.00: ADORAZIONE EUCARISTICA. OGNI VENERDÌ INCONTRO GRUPPO ADOLESCENTI / GIOVANI. OGNI SABATO ore 15.00 - 18.00: TEMPO PER LE CONFESSIONI. VENERDÌ 8 SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE SANTE MESSE ORE 8.30 – 10.00 – 11.15 - 18.00 SABATO 9 ore 11.00 S. MESSA A CRERO. MERCOLEDÌ 13 ore 20.00 INCONTRO DI PREGHIERA IN ONORE DI S. ANTONIO. SABATO 16 ore 20.00 INIZIA LA NOVENA DI NATALE DOMENICA 24 ore 24.00 S. MESSA DI MEZZANOTTE LUNEDÌ 25 NATALE DEL SIGNORE SANTE MESSE ORE 8.30 – 10.00 – 11.15 - 18.00 DOMENICA 31 ore 18.00 S. MESSA DI RINGRAZIAMENTO E CANTO DEL “TE DEUM”.

CELEBRAZIONE DELLA LITURGIA PARROCCHIA DI TORRI ORARIO FESTIVO Sabato ore 18.00 S. Messa Domenica ore 8.30 S. Messa ore 10.00 S. Messa ore 11.15 S. Messa ore 17.00 Vespero ore 18.00 S. Messa ORARIO FERIALE ore 17.00 Vespero ore 18.00 S. Messa PARROCCHIA DI PAI ORARIO FESTIVO Sabato ore 19.30 Domenica ore 10.00 Bollettino di informazione Parrocchiale stampato in proprio La Redazione: Don Giuseppe Cacciatori – Daniela Pippa – Anna Menapace - Rosanna Zanolli Collaborazione fotografica: Mario Girardi /Impaginato e stampato da: Daniela Pippa