13 area dello stretto mara · 2014-07-15 · assoluto, il settore turistico della provincia ha...
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Progetto Pilota
“Azioni volte a favorire il passaggio
di alcuni Soggetti Responsabili/Responsabili Unici
verso Agenzie di Sviluppo Locale”
RAPPORTO D’AREA
Regione: CALABRIA
Provincia: REGGIO CALABRIA
Soggetto Responsabile:
PATTO TERRITORIALE DELLO STRETTO S.p.A.
Patto Territoriale:
PATTO TERRITORIALE AREA DELLO STRETTO
“GENERALISTA”
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Indice:
1. Analisi di contesto
1.1 Caratteristiche socio-economiche dell’area di riferimento
1.2 Analisi del patto
1.3 Punti di forza e di debolezza
2. Potenzialita’ della futura eventuale agenzia
2.1 Caratteristiche strutturali dei Soggetti Responsabili/Responsabili Unici
2.2 Valutazione dei Soggetti Responsabili/Responsabili Unici
3. Prospettive della futura eventuale agenzia
4. Tabella di swot riepilogativa
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1. ANALISI DI CONTESTO
1.1 CARATTERISTICHE SOCIO-ECONOMICHE DELL’AREA DI RIFERIMENTO
L’analisi del territorio, nei suoi punti d’eccellenza e sulle relative deficienze, rappresenta un
supporto concreto per la nascente progettualità delle Agenzie di Sviluppo Locale. Infatti, il
contesto socio – economico, valutato in profondità, ritrae uno spaccato privilegiato rispetto ad
alcune dinamiche in atto sull’area di riferimento.
a) La situazione demografica
La provincia di Reggio Calabria ha un’estensione di 3.183 kmq (circa 1/5 della superficie regionale)
e comprende 97 comuni con una popolazione complessiva di 565.756 abitanti, pari a circa il 28%
della popolazione della Calabria, con una densità abitativa pari a 177,97 ab/kmq., superiore a
quella calabrese (133,20) e del Mezzogiorno (169,53), ma inferiore a quella italiana (199,26).
Il territorio provinciale comprende tre macro aree: il circondario dello Stretto di cui fanno parte 22
comuni, il circondario della Piana di Gioia Tauro con 33 comuni e il circondario della Locride che
comprende 42 comuni.
Le dinamiche della popolazione degli ultimi decenni hanno comportato la concentrazione della
popolazione prevalentemente nella città capoluogo (180.353 abitanti) e nei centri costieri ed
hanno causato un progressivo abbandono dei paesi montani. A parte Reggio Calabria, nessun altro
centro della provincia supera i 20.000 abitanti; i comuni più popolosi sul versante tirrenico sono
Palmi (19.432 abitanti), Gioia Tauro (17.762 abitanti), Taurianova (15.799 abitanti) e Rosarno
(15.051 abitanti); sullo Jonio il centro più importante, in questo senso, è Siderno (16.734 abitanti).
Il continuum insediativo nell’area costiera e all’interno del circondario della Piana, determina, di
fatto, la conurbazione di diversi centri tra loro limitrofi così da far parlare di “Città della Piana” (per
il polo Rosarno/Gioia Tauro/Palmi);sono di fatto unificati, poi, i Comuni di Siderno e Locri che
formano un agglomerato di circa 30.000 abitanti. Nelle aree interne, 21 comuni sono sotto i mille
abitanti residenti.
L’andamento demografico dell’ultimo decennio mostra una sostanziale stabilità della popolazione,
che tra il 2001 e il 2009 è cresciuta di 2.206 unità (+0,4 %), anche se il trend più recente (2007-
2009) ha visto una decrescita di 1.618 unità. Di fatto il movimento naturale è stagnante (nel 2009 il
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tasso di natalità è pari a 9,4, la mortalità è pari a 10,0), mentre la crescita della popolazione è data
soprattutto dagli arrivi di stranieri, significativa nel 2003 e nel 2007, in relazione alle “finestre” di
regolarizzazione degli immigrati. Gli stranieri sono 18.511 (la più alta presenza tra le province
calabresi) e il 58,4% è costituito da extracomunitari con permesso di soggiorno.
La popolazione del Reggino è relativamente giovane, con una percentuale d’individui di età fino ai
14 anni pari al 15,1 % (14° posto tra le 107 province), mentre il carico delle classi senili (18,7%) è
minore rispetto al valore medio nazionale. L’età media è pari a 41,0 anni (2009) e la popolazione
femminile (51,5%) è superiore a quella maschile.
b) Tessuto imprenditoriale
Alla fine del 2009 risultano attive nella provincia 43.593 imprese, in lieve diminuzione rispetto al
2008, per effetto di 3.188 nuove iscrizioni e 3.355 cessazioni; la variazione percentuale dello stock
di imprese attive nel biennio 2008-2009 (-0,5%) risulta in linea con la media nazionale (-0,6%).
Il tessuto economico reggino mostra una crescente tendenza alla terziarizzazione, secondo uno
schema di incremento in linea con la situazione regionale, ma non con quella nazionale.
Il tessuto imprenditoriale è caratterizzato da un nucleo consistente di aziende individuali (81,4%)
di piccola e piccolissima dimensione, sia per l’industria che per i servizi; la quasi totalità delle
imprese, infatti, ha meno di 10 occupati. Il comparto di maggior rilievo è senz'altro il Commercio,
che assorbe il 38,4% delle imprese (4° posto tra le province italiane). Discreta appare, inoltre, la
presenza delle attività artigianali (22,6%), anche se inferiore al dato medio registrato a livello
nazionale (28%). Per quanto riguarda la densità imprenditoriale ogni 100 abitanti, la provincia
reggina (7,7%) è terzultima nella classifica regionale, davanti a Vibo Valentia e Cosenza, e 92-esima
nella relativa graduatoria nazionale.
Il Settore Turistico contribuisce in modo ridotto alla creazione di ricchezza locale con una incidenza
sul totale provinciale pari al 2,3%, contro una media regionale del 3% (Italia 3,8%).In valore
assoluto, il settore turistico della provincia ha prodotto nel 2007 circa 184 milioni di euro, pari al
20,4% del PIL turistico regionale (inferiore solo alla provincia di Cosenza).
L'Artigianato costituisce un comparto a bassa redditività, fornendo un apporto pari al 10,2%.
c) Mercato del lavoro
Il mercato del lavoro in provincia di Reggio Calabria presenta alcune criticità: tra il 2006 e il 2010, i
dati contrassegnano una diminuzione del numero degli occupati (-8,4%) più alta rispetto al dato
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medio regionale (-6,7%) e nazionale (-0,5%). Nella Provincia di Reggio Calabria il tasso di
disoccupazione ufficiale è passato dall’11,3% del 2009 all’11,6% del 2010 (Italia 8,4%), con dati
differenti per genere maschile (9,9%) e femminile (14,4%).
Incoraggiante è quanto si deduce dall’analisi degli occupati per titolo di studi: gli occupati più
qualificati resistono meglio agli effetti della crisi e nel triennio 2008-2010 si riduce il numero dei
lavoratori con licenza elementare o senza titolo di studio (-3,7%) mentre cresce il numero dei
lavoratori con diploma di scuola superiore (+1,8%).
Permane, comunque, la piaga del lavoro nero, l’occupazione irregolare in provincia ha raggiunto
una quota del 20,2% (dato medio nazionale 10,2%).
d) Prestazioni economiche
Il Prodotto Interno Lordo procapite nella Provincia di Reggio Calabria è pari a 16.422 Euro, in linea
col valore regionale di 16.741 Euro, ma ampiamente al di sotto del dato nazionale che si attesta sui
25.263 Euro. Nel 2008, Reggio Calabria, è stata la provincia italiana che ha manifestato la
contrazione del PIL più intensa (-5,3%; Italia -1%), anticipando, così, la dinamica recessiva
nazionale del 2009. Il biennio recessivo, ha generato effetti deleteri prolungati sulla domanda
interna, indebolendo il circuito economico interno e inducendo le famiglie a ricorrere al credito al
consumo per sostenere i propri standard di vita e controbilanciare la riduzione delle retribuzioni.
Nel 2009, il sistema economico reggino ha rappresentato il 27,6% della ricchezza prodotta a livello
regionale, confermandosi come la seconda realtà produttiva della Calabria, preceduta dalla sola
Provincia di Cosenza (36,3% sul totale regionale). La provincia di Reggio Calabria contribuisce alla
formazione del valore aggiunto italiano per lo 0,60% rivelando un benessere economico più diffuso
rispetto alla situazione calabrese. La misura dell'incremento di valore, che avviene nell'ambito
della produzione e distribuzione di beni e servizi per il territorio reggino, è caratterizzata da una
forte incidenza del Terziario (79,9%) e, in parte minimale, dell’Agricoltura (6%). L’apporto del
Settore Industriale è considerato modesto seppur si attesta al 14,2 % segnando un trend negativo
rispetto allo stesso dato su scala regionale (15,8%) e soprattutto nazionale (17,2%). Per concludere
le considerazioni inerenti al plusvalore è necessario attenzionare il settore culturale, dove gran
parte del dato è condizionato dai lavori di architettura (53%), destinando una parte marginale alle
attività dei beni culturali.
Nell’ultimo decennio si è registrata una crescita media del suddetto VA complessivo pari a (+1,9%),
dovuto principalmente alla performance delle costruzioni (+3,9%). Anche la crescita nominale
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registrata dal Manifatturiero (+0,9%) e dai Servizi (+1,9%) si presenta in termini positivi,
nonostante le intensità rilevate siano inferiori, per entrambi i settori, alla media nazionale.
e) Apertura dei mercati
La provincia si distingue per la scarsa tendenza dell'imprenditoria locale all'internazionalizzazione e
per il prevalente orientamento verso il mercato interno; sia la propensione all'export (2,3%) che il
tasso di apertura (5%), infatti, rilevano performance molto contenute, posizionando Reggio
Calabria tra le province italiane meno aperte agli scambi commerciali.
Nel 2008, Reggio Calabria ha esportato merci per circa 163 milioni di euro ed ha compiuto
importazioni per circa 185,3 milioni di euro. Le esportazioni sono dirette principalmente verso i
Paesi dell’Unione Europea e del nord Africa e i principali prodotti venduti (per valore complessivo)
sono le locomotive (officine O.Me.Ca. di Reggio Calabria) seguite dai prodotti chimici e chimici di
base; al quarto posto si collocano i prodotti agricoli e ortofrutticoli che costituiscono anche i
principali beni importati. I primi tre paesi destinatari delle esportazioni provinciali sono il Marocco,
la Germania e la Spagna mentre le importazioni provengono principalmente dagli USA , dalla
Germania e dalla Spagna.
La Provincia di Reggio Calabria è consolidata, nel proscenio regionale (preceduta solo da Vibo
Valentia) nell’ambito dell’apertura agli scambi con l’estero: il dato del 3,7% del 2009 determinante
lo scambio delle merci in rapporto al Prodotto Interno Lordo, risulta essere superiore di quasi un
punto percentuale rispetto al dato regionale, ma ancora molto inferiore rispetto a quello
nazionale. Il tasso di copertura a livello provinciale si attesta al 78,9%,di venti punti superiore a
quello regionale, indicando la maggiore propensione dell’economia reggina a bilanciare il rapporto
tra import ed export.
f) Competitività
La Provincia di Reggio Calabria presenta (nel 2009) un indice totale di dotazione infrastrutturale
(92,9%) superiore alla media regionale (74,7%) e del Mezzogiorno (80,4%). Questi dati
suggeriscono, per via di un preliminare confronto con quelli del biennio precedente, una
determinata tendenza al ribasso nei settori presi in esame appartenenti all’area di riferimento.
A livello di categorie infrastrutturali i dati mostrano una dotazione d’infrastrutture sociali ed
economiche abbastanza soddisfacenti, con tre indicatori su dieci che evidenziano valori superiori
alla media nazionale.
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La dotazione d’infrastrutture sociali, pur essendo deficitario per via del peggioramento delle
strutture per l’istruzione, rappresenta la realtà più sviluppata della regione, dopo Catanzaro, con
un indice generale, fatta 100 la media italiana, di 74,5; nello specifico si può vedere come le
strutture di tipo culturale e ricreativo siano maggiormente deficitarie (con un indice di dotazione di
33 – 38,1 nel 2001), mentre come quelle sanitarie si trovino leggermente al di sotto della media
italiana (con un indice di 79,8) e quelle per l'istruzione poco più oltre ( 110,6).
Nel caso delle infrastrutture economiche si evidenziano, nei due anni in questione, forti
disomogeneità dei dati sia per la Provincia di Reggio Calabria che per la Regione nel suo
complesso. In particolare, si assiste a una riduzione quantitativa della rete viaria e di quella
ferroviaria (quest’ultima, tuttavia, mantiene comunque un valore superiore alla media nazionale).
In senso negativo, infine, si deve segnalare il progressivo deterioramento della situazione portuale
che, con riferimento al 2009, evidenzia una riduzione consistente dell’indicatore. Indicazioni
positive vengono, invece, dall’indice sulla dotazione aeroportuale, sensibilmente cresciuto rispetto
al 2007.
g) Qualità della vita
Gli indicatori della Qualità della vita collocano la Provincia di Reggio Calabria agli ultimi posti nel
contesto nazionale: 90° posto nelle specifiche classifiche elaborate da Legambiente e “Italia Oggi”
e 92° posto per “Il Sole-24 ore”. Nel 76,3% dei Comuni della Provincia reggina sono stati rilevati
problemi di natura insediativa. La Provincia di Reggio si caratterizza anche per uno modesto
ricorso alla uso della raccolta differenziata dei rifiuti domestici con l’8,9% (75-esima in Italia).
Reggio Calabria si colloca al primo posto della graduatoria nazionale per il numero di persone
denunciate ogni 100.000 abitanti, sotto alla media nazionale ed a quella della macro-ripartizione,
si confermano gli indici di incidentalità stradale; la mortalità per tumori sul totale dei decessi è tra
le più basse registrati a livello nazionale.
1.1.1 Enogastronomia, Artigianato e Cultura
La cucina tipica della provincia reggina, definita “povera” ma molto invitante, è legata da secoli ai
prodotti della terra, alle attività della pesca, della caccia, della pastorizia e dell'allevamento. Lungo
la costa esiste in gran quantità il pesce fresco e in particolare la Costa Viola si caratterizza per il
pescespada (da maggio a settembre), la cui pesca, che si tramanda da secoli, rappresenta una vera
attrazione. Le località di Cittanova e di Mammola si fanno conoscere per la preparazione del pesce
stocco, dalle cui interiora si ottengono le "ventricelle". In tutta la provincia è diffusa la cucina a
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base di maiale e, in alcune zone, quella a base di capra. Nella Piana di Gioia Tauro troviamo
un’ottima qualità, l’olio d'oliva; in Aspromonte spicca la produzione casearia di ricotte e formaggio
pecorino. Lungo la fascia tirrenica sono particolarmente rinomati gli agrumi: le arance, i limoni,
tipo "verdello", che cresce lungo la Costa Viola.
Il bergamotto, agrume che fruttifica solo lungo la fascia costiera della Provincia di Reggio Calabria,
è fondamentale per la sua essenza anche nell'industria profumiera. Altri frutti tipici sono: le anone,
i kiwi e i fichidindia.
Tra i vini ricordiamo il Greco e il Mantonico di Bianco, il Cerasuolo di Scilla, il Pellaro, il vino di
Sambatello e i vini di Bivongi.
Notevole la varietà di dolci tipici, molti dei quali si preparano in occasione delle festività: dai
"cuddhuraci" pasquali ai "petrali" natalizi. Famoso è il torrone di Bagnara. Durante le feste
patronali si mangiano "i 'nzuddhi", dalla forma bizzarra, preparati con miele, farina e zucchero.
In Calabria l'Artigianato è legato alla storia, alle tradizioni e agli aspetti naturali e ambientali. In
alcune aree della provincia reggina permangono antiche tecniche di lavorazione dei prodotti
disponibili in natura: la decorazione della ceramica calabrese è ricca di simboli e di immagini
apotropaiche, memoria di una ritualità magica che deriva dalla tradizione magno - greca. Preziose
sono le giare di Roccella Ionica, prodotto grezzo e lineare..A Gerace si producono i “pinakes”
locresi (formelle votive offerte alla dea Persefone), statuine e oggetti di vario tipo lasciati con il
colore naturale dell'argilla cotta. Di altissima qualità, nell'artigianato ceramico di Seminara, è la
verniciatura dalle tonalità verde/azzurro e giallo/arancio e sono note le maschere ispirate al teatro
greco, i barilotti a forma di pesce, le “ciambelle” e i “babbaluti” (bottiglie antropomorfe).
I manufatti di legno sono espressione della vita contadina e rurale. I pastori dell'area grecanica
producono strumenti di lavoro come stampi per la ricotta o per dolci, cucchiai e conocchie. L'alta
qualità del legno calabrese, la manualità e l'inventiva degli artigiani rendono unici gli strumenti
musicali dei liutai, le barche dei “maestri d'ascia” (famosi quelli di Bagnara) e le pipe, ricavate dalla
lavorazione della radica d'erica. Originali sono le tabacchiere realizzate con la buccia del
bergamotto come pure le ceste ornamentali lavorate con il vimini.
Nell'area grecanica è tradizionale la lavorazione della pianta della ginestra, che trattata secondo
antiche procedure, è trasformata in un filato che lavorato su antichi telai, serve alla realizzazione
di coperte; nei piccoli centri della provincia si lavorano, inoltre, le pezzare, tappetini, copritavoli e i
copriletto ottenuti con cascami di stoffa.
La Provincia di Reggio offre numerose testimonianze artistiche e archeologiche del suo importante
passato, quella civiltà magno - greca di cui ancora oggi abbiamo importantissime testimonianze nel
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museo di Reggio Calabria ed in altre aree archeologiche come quella di Locri. Poco, tuttavia, è
quanto, è giunto a noi: pinakes, sculture, resti di templi e di santuari, monete. Sul territorio si
distinguono le importanti tracce lasciate da altre culture, come quella bizantina,e anche antichi
borghi ricchi di storia, di beni culturali e di tradizioni, molte delle quali ereditate dai popoli che nei
secoli occuparono questi luoghi: arabi, normanni, svevi, angioini e aragonesi.
1.1.2 Patrimonio Ambientale
La Provincia di Reggio Calabria possiede un ingente patrimonio naturale. Il Parco Nazionale
dell’Aspromonte comprende 37 comuni, tutti nella Provincia di Reggio Calabria, e si estende su
un’area di circa 67.000 ettari. Nella sua parte centrale si trova la punta più alta del massiccio,
Montalto o monte Cocuzzo che misura 1.956 mlm. Vi si trova l’osservatorio per la biodiversità e
l’isola botanica, la stazione sciistica di Gambarie dotata di strutture ricettive e moderne
attrezzature di risalita, frequentata da appassionati della neve provenienti da Sicilia e Puglia.
Vi sono circa 200 chilometri di coste idonee ad attività turistiche e pescherecce dirette e indotte. Il
monitoraggio del mare effettuato da Arpacal e dall’Azienda Sanitaria nell’estate 2010 ha
evidenziato la balneabilità del 94% di costa. Per quanto concerne il settore termale si devono
incoraggiare le azioni a favore degli stabilimenti di Galatro (Piana) e Antonimina (Locride), che
costituiscono una importante risorsa, non adeguatamente sfruttata.
La Costa viola, la Rocca di Scilla, lo Stretto di Messina, costituiscono luoghi mitologici e paesaggi
capaci di attrarre l’interesse dei turisti di tutto il mondo. ,
1.1.3 Marketing Territoriale
Il Marketing territoriale, principalmente rivolto alla valorizzazione culturale – turistica, vede attive
sul territorio numerose iniziative quali: il festival “Roccella jazz”, una delle più importanti
manifestazioni internazionali del settore, patrocinato anche dal Ministero per i Beni e le Attività
Culturali; i festival musicali “Paleariza” nell’area grecanica e “Kaulonia tarantella power”, il Premio
“Mia Martini” a Bagnara Calabra, riservato a giovani cantanti emergenti, il Premio letterario
Corrado Alvaro, il Pentedattilo film – festival del cortometraggio. Di grande interesse è l’uso della
produzione agroalimentare a scopi turistici da cui sono nate iniziative interessanti in diversi centri
della Provincia:
• PrimOlio a San Giorgio Morgeto;
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• Fiera mercato Città di Gerace, in collaborazione tra l’Amministrazione Comunale e le
Associazioni dei commercianti della Locride, per promuovere le attività produttive locali
(artigianato, turismo artistico/religioso);
• Sapori e saperi mediterranei, mostra mercato dell’Enogastronomia e dell’Artigianato
calabrese di qualità a Roccella Ionica;
• Gran Tour gastronomico in Aspromonte, evento organizzato dalle Associazioni Slow food e
Terra Madre, un viaggio didattico riservato a trenta studenti dell’Università di Scienze
Gastronomiche di Colorno (PR), mirato alla conoscenza del territorio aspromontano
attraverso i sapori dei suoi prodotti e i saperi della sua gente;
• Partecipazione della CCIAA di Reggio Calabria, al salone VINITALY (Verona, 8-12/4/2010),
dedicato all’Enogastronomia: i padiglioni del Sol (salone dell’extravergine) e Agrifood
(spazio per l’agroalimentare: conserve alimentari, dolci tipici e golosità al bergamotto,
etc….).
Da rendere evidente è l’iniziativa che vede coinvolti otto comuni dell’area grecanica, distante 100
a 149 km dal capoluogo, che versa in condizioni di forte disagio per via delle insufficienti
infrastrutture viarie. Il Piano Strutturale Associato, denominato “La città dei Greci di Calabria;
l’area risulta essere molto volitiva, motivo per cui altri dieci comuni si sono impegnati nella
definizione di un Disciplinare per la valorizzazione e la promozione dell’olio extravergine come
tipicità di qualità del territorio e volano di sviluppo socio-economico. A conferma dei grandi
margini di sviluppo che la Locride ha, dobbiamo sottolineare come Roccella e Marinadi Gioiosa
Jonica, comuni della zona ora in esame, da diversi anni sono Bandiera Blu, prestigioso
riconoscimento all’offerta turistico/ambientale che valuta la qualità delle acque, la vocazione
ambientalista e i servizi turistici.
Per il prossimo futuro sono in progettazione azioni atte ad istituire parchi marini a Scilla e sulla
Costa dei Gelsomini e un Protocollo d’intesa tra i Comuni di Pazzano e di Mongiana (VV), mirato
alla valorizzazione del patrimonio archeologico/industriale del polo siderurgico borbonico.
1.2 ANALISI DEL PATTO
a) La stesura del Patto e le sue caratteristiche
Dal 1997, anno in cui nella Provincia di Reggio Calabria ha avuto inizio la discussione in merito
all’avvio dei percorsi di sviluppo previsti dal Patto Territoriale, è partita un’opera di sussidiarietà e
accompagnamento di più attività di servizi, a dispetto delle azioni di sollecito nel mercato della
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produzione; pochissimo è stato dedicato all’agricoltura e di conseguenza alle attività di
trasformazione Elaborando ampie logiche di condivisione e di coesione socio – imprenditoriale, il
Patto si erge a essere punto di riferimento per l’intera area, per via del suo forte impatto
innovativo, dato, ad esempio,dalle attività di cablaggio di tecnologie per la produzione di energia
fotovoltaica.
Da rilevare, altresì, la percezione marginale della presenza del Patto da parte del mondo politico e
del mondo imprenditoriale. Si è all’inizio attivata una logica di sviluppo generale ma supportata
male dalle Istituzioni; Il Patto dell’Area dello Stretto, perciò, è stato una buona base di partenza
che necessita di essere implementato soprattutto nell’sfera della condivisone di nuove e
interessanti progettualità che andranno ad investire la Provincia di Reggio Calabria.
b) Le origini e la concertazione
L’iniziativa è stata intrapresa dal Comune di Reggio Calabria e dall’Amministrazione Provinciale,
che hanno fatto da cerniera tra Ente Pubblico e mondo imprenditoriale. La ragione iniziale che ne
determinò l’avvio è da ricercarsi nel fatto che il Patto rappresentava per il territorio, uno
strumento per mettere in relazione gli Enti locali e le Associazioni di categoria tutte. Dopo una
prima fase in cui la partecipazione è stata reale e fattiva, in cui il confronto tra la parte pubblica e
la parte degli interessi privati ha costruito un vero e proprio gruppo di lavoro, ognuno ha, poi,
difeso i propri interessi per via dell’assenza di gran parte del sistema creditizio locale.
Con la denominazione di Patto Territoriale dello Stretto S.p.A., ai sensi della delibera CIPE del
21/03/1997, è stata costituita la società, in data 03/03/2000, a prevalente capitale pubblico.
I soci del Patto sono le Amministrazioni locali, la Provincia e la Città Capoluogo. Ne fanno parte
altresì i comuni sino a Scilla per la fascia tirrenica e sino a Palizzi per la fascia jonica, i comuni
dell’area grecanica e i comuni dell’area aspromontana a ridosso della città di Reggio Calabria.
I soci più importanti sono gli Enti Pubblici Economici, le Organizzazioni Imprenditoriali più
rappresentative ed alcuni Istituti di Credito a valenza nazionale.
Le scelte caratterizzanti il Patto sono state:
• finanziare esclusivamente i progetti imprenditoriali, senza riservare risorse alle
infrastrutture, nella consapevolezza che tali interventi potevano beneficiare di ampio
sostegno nelle misure del POR Calabria 2000-2006 in quanto zona Obiettivo 1;
• imporre un tetto agli investimenti ammissibili, non oltre due milioni di euro, privilegiando
forme imprenditoriali di piccole dimensioni e favorendo le opportunità di sviluppo delle
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produzioni artigianali, degli investimenti volti alla valorizzazione dei prodotti tipici ed
identificativi del territorio, del Turismo e delle Cooperative sociali.
• puntare sul Turismo quale ambito trainante dell’economia locale in termini settoriali;
• puntare sugli altri settori individuati: servizi e manifatturiero, agricoltura e agroindustria.
Attraverso l’analisi dei punti di forza e di debolezza del territorio, il Patto ha individuato un
obiettivo globale e un obiettivo generale:
• obiettivo globale: l’attivazione di un processo economico e sociale fondato sulla
concertazione fra le forze locali, che in cooperazione determinano scelte e strategie di
sviluppo, assunzione di responsabilità nell’attuazione, gestione e controllo del programma;
• obiettivo generale: migliorare e qualificare il sistema produttivo locale, ampliare la base
occupazionale promuovendo nuove iniziative imprenditoriali, soprattutto giovanili e
femminili, in un’ottica di valorizzazione dei processi di cooperazione imprenditoriale, delle
produzioni tipiche ed identificative del territorio e dei sistemi turistici locali e della loro
integrazione con le risorse ambientali e culturali dell’area.
Il Patto Territoriale dello Stretto ha promosso un’intensa attività di concertazione con attori locali
su molti aspetti dello sviluppo locale, a cornice delle attività imprenditoriali promosse nel
programma, quali: il Protocollo della legalità, il Protocollo su Concertazione, flessibilità e
formazione, il Protocollo volto alla semplificazione delle procedure amministrative a favore delle
imprese promosse nel Patto, il Protocollo inserimento lavorativo fasce deboli e pari opportunità, il
Protocollo sul Credito e Finanza Aziendale.
c) I risultati diretti e l'impatto sul contesto locale
L’investimento finanziato dal Patto Territoriale evidenzia un ammontare totale dell’azione
“PATTO” di circa 48 milioni di euro, a fronte di un onere a carico dello Stato di circa 29 milioni di
euro e un incremento occupazionale di circa 550 unità lavorative.
Sono state ammesse a finanziamento n. 57 iniziative, di cui: n. 5 settore agricoltura; n. 16 settore
agroalimentare; n. 12 settore PMI; n. 9 settore servizi; n. 15 settore turismo. Di queste otto
aziende hanno rinunciato e per trentacinque è stato eseguito il collaudo finale.
L’azione del Patto è stata virtuosa, al punto che a fronte di 357 unità lavorative previste, ne sono
state assunte 550. Gran parte dei progetti degli investitori privati sono stati approvati e hanno
raggiunto le fasi di realizzazione previste nei tempi e nei modi propri del Patto. Come positiva
conseguenza si è determinata la creazione di nuove imprese e una crescente consapevolezza
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imprenditoriale. L’esperienza in quanto tale e al di là dei risultati conseguiti, è riuscita comunque
ad imporsi come naturale metodologia e processo operativo di coordinamento di sviluppo su
macro territorio e su lungo periodo, lasciando, comunque, ancora molto lavoro da svolgere per
superare quelle impostazioni miopi che non si rendono conto che ricchezza e sviluppo non
possono riguardare parti minimali del territorio, e che se così fosse sarebbero destinate nel
breve/medio periodo ad esaurirsi e ripiegarsi su se stessi.
Efficacia percepita del patto
L'esperienza della Programmazione Negoziata ha inciso sulle leve dello sviluppo locale: capacità
innovativa delle imprese, qualità dei prodotti, cooperazione, dotazione di servizi alle imprese,
rapporti di fiducia tra le imprese, rapporti di fiducia tra gli attori privati e pubblici.
1.3 PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA
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Per individuare i punti di forza e di debolezza di un’area d’intervento, bisogna studiare la stessa
area con un modello d’indagine riferita al contesto. Nel nostro caso si è individuato un campione
eterogeneo,in cui alcuni degli attori dovevano necessariamente essere stati protagonisti nella fase
della concertazione e della programmazione.
Inizialmente, si è attivata una fase di contatto telefonico e in seguito un’intervista guidata, con un
modello di questionario a domanda e con tabelle di analisi swot.
I soggetti individuati sono stati: il Presidente della Provincia di Reggio Calabria; il Direttore di
Confcommercio della Provincia di Reggio Calabria; il Dirigente del settore Servizi Esternalizzati e
Organismi Partecipati del Comune di Reggio Calabria; l’Assessore alla Comunità Montana
“Versante Dello Stretto”. La scelta è stata dettata dal ruolo che gli stessi ricoprivano nel 1997 e
soprattutto per la loro partecipazione diretta alla Programmazione Negoziata.
a) Flussi demografici
Possiamo definire i flussi demografici stabili, con una tendenza alla crescita: l’invecchiamento riguarda in
particolare le zone interne del territorio della provincia, poiché le giovani generazioni si spostano verso le
aree antropizzate dei centri urbani. L’unico esempio in cui si è verificata attrazione di popolazione e
manodopera riguarda l’area della Piana di Gioia Tauro nell’hinterland del Porto stesso. I giovani con alto
profilo formativo, sempre più sovente, decidono di spostarsi in altre zone d’Italia per trovare lavoro; di
contro vi è un forte richiamo dai paesi extra comunitari e non, soprattutto, per lo svolgimento di lavori
agricoli,assistenza familiare e ospedaliera.
b) Mercato del lavoro
Il mercato del lavoro è prevalentemente orientato ai servizi; il settore industriale ha subito negli anni una
flessione; la disoccupazione è per gran parte di tipo strutturale ed è ovviamente presente un eccedenza di
domanda sull’offerta che coinvolge tutti i settori, soprattutto nelle fasce di medio e alto livello formativo
e professionale. Il tutto è connesso alla scarsità di investimenti pubblici nelle opere pubbliche e in una
inequivocabile caduta della attività edilizia abitativa.
c) Competitività
Non esiste un settore specifico che prevale sugli altri, anche se negli ultimi anni il settore turistico ha
ricevuto più attenzione dall’Amministrazione Comunale, ottenendo risultati confortanti. Bisogna pensare
a una politica di sviluppo settoriale: in Agricoltura specialmente bisogna ripensare il settore, nel senso di
realizzare una filiera che comprenda tutte le fasi dalla produzione alla trasformazione, sino alla
commercializzazione.
d) Formazione imprenditoriale
Gli interventi d’investimento degli ultimi anni, hanno prodotto la nascita di numerose aziende e attività,
che hanno permesso di poter considerare la crescita avvenuta tale da compensare una mortalità
significativa: la spinta delle nuove imprenditorialità, fa da contraltare alle cessazioni spesso causate dalla
difficoltà di accesso al credito e dalla difficoltà di reggere la concorrenza di un mercato globalizzante in
sede locale.
e) Dotazione infrastrutturale
La dotazione infrastrutturale del territorio presenta dei punti di forza significativi, soprattutto per la
presenza dell’Aeroporto dello Stretto e dei porti di Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Gioia Tauro,
anche se la rete infrastrutturale risente di notevoli ritardi dovuti alla posizione geografica, rispetto al resto
del Paese. Una criticità particolare è connessa all’isolamento delle aree interne rispetto ai centri costieri
antropizzati e collegata ad una inadeguata rete di secondo livello delle infrastrutture stradali. Aggiungasi
un’errata strategia sul trasporto aereo, che vede anche qui un’eccessiva polverizzazione a svantaggio dei
costi. Anche in questo caso, l’assenza di una strategia regionale per il trasporto delle merci e la logistica, la
cantierizzazione dell’autostrada Salerno - Reggio Calabria e lo stato di abbandono in cui versa la rete
ferroviaria, determinano un forte rallentamento per lo sviluppo economico del territorio.
f) Istruzione e riqualificazione
Vi è anche da segnalare la presenza di un sistema universitario locale (Università Mediterranea)
dall’offerta formativa sufficientemente ampia e in continua evoluzione e la presenza di strutture
d’istruzione secondaria diverse per specializzazioni, che garantiscono l’opportunità di un’ampia
offerta formativa. In atto su tutto il territorio vi sono dei processi di sviluppo incentrati su un
elevato fabbisogno di risorse umane qualificate: dovrebbe essere riqualificato e rilanciato il
sistema di formazione professionale legato alla manodopera da impiegare in sede locale, e, la
riqualificazione è strettamente connessa a una strategia di innovazione d’impresa, che registra
attuazioni percentualmente tra le più basse del pianeta aziendale italiano.
g) R&S e innovazione
Occorrerebbe una maggiore integrazione fra sistema universitario, il mondo delle imprese e le pubbliche
amministrazioni, per costruire veri Centri di Ricerca e Sviluppo improntati e finalizzati sia allo sviluppo
locale che, in maniera più ampia,al potenziamento del rapporto tra l’ambito locale e l’intero
paese,permettendo la realizzazione di un polo di eccellenza proiettato verso tutto il mediterraneo ed i
paesi in via di sviluppo.
h) Localizzazioni- acquisizioni esterne
Esistono sul territorio presenze nazionali e internazionali nell’ambito industriale che però non incidono
moderatamente sul fatturato e sull’occupazione locale. In controtendenza gli investimenti esterni stanno
scoprendo dei picchi di eccellenza nel settore agricolo,e, comunque, in termini numerici e di fatturato non
sono ancora significativi per l’economia locale. Alcuni investimenti del governo centrale sul territorio, che
avrebbero dovuto consentire l’attrazione di aziende produttrici esterne (aree di Gioia Tauro e Saline
Ioniche), sono stati puramente illusori giacché le esperienze che si sono volute localizzare sono fallite.
i) Fattori di attrazione e valutazioni ex post
L’area presenta, sia delle zone industriali con disponibilità di aree,sia le infrastrutture principali a supporto
di eventuali localizzazioni ma diverse problematiche hanno interessato il territorio, e possono essere
inquadrate nell’ambito urbanistico ambientale e nell’ambito della sicurezza. Le opportunità sono molte e
legate alla disponibilità di aree per l’attrazione di strutture nel settore agricolo, in quello industriale e in
quello turistico e portuale, vista la favorevole possibilità di accesso dal mare.
j) Politiche pubbliche e pianificazione
Compatibilmente con i vincoli già evidenziati, appare positivo l’operato delle Amministrazioni locali
rispetto alle strategie di sviluppo complessivo: tuttavia è mancata una politica economica locale, poiché si
è stati costretti ad effettuare interventi emergenziali senza poter individuare una proficua strategia
globale. Reggio Calabria, storicamente non ha mai avuto una strategia di programmazione che discenda a
pioggia da normative, nel nostro caso, nazionali e regionali.
k) Cooperazione – sussidiarietà
Esiste un buon rapporta tra i vari livelli istituzionali e l’area oggetto della discussione: tale rapporto di
collaborazione risulta essere proficuo. Si denota, in parte, una forte tendenza all’abbandono da parte del
governo nazionale.
l) Politiche future
L’area è talmente vasta che ogni intervento di politica economica risulta essere idoneo a produrre
dinamiche di sviluppo generalizzate: queste possono essere condivise dalla totalità degli operatori
economici locali e dalle istituzioni, così come dalle forze sindacali nel più ampio rispetto degli interessi
generali. A tal proposito occorrono un’attenta pianificazione a livello territoriale (piani di sviluppo
regionale, provinciale, e di aree omogenee sub provinciali) e una rivalutazione della necessità di un nuovo
quadro sul piano infrastrutturale (reti viarie, aeroporti, reti ferroviarie, reti telematiche acc.) finanziate
con risorse nazionali. Il tutto necessità di un supporto derivante da una maggiore condizione di sicurezza
del territorio. Programmazione, certezza normativa, snellimento burocratico, infrastrutture e servizi:
queste le priorità.
Swot economia locale
Nella Provincia di Reggio Calabria possiamo rilevare alcuni aspetti specifici di positività come la
importante disponibilità delle risorse umane del territorio, la crescente valutazione in merito alle
nuove tecnologie di energia rinnovabili e la notevole disponibilità delle aree produttive in ambito
agricolo e turistico.
Vincoli::
- economie esterne;
- trasporti e viabilità;
- modelli e gestioni delle imprese;
- politiche pubbliche
Opportunità:
- risorse ambientali;
- prodotti tipici;
- università e innovazione;
- risorse umane
2. POTENZIALITA’ DELLA FUTURA EVENTUALE AGENZIA
2.1 CARATTERISTICHE STRUTTURALI DEI SR/RU
Il Patto Territoriale Area dello Stretto S.p.A. è costituita nel 2000 a seguito di un’attività di
concertazione di diversi soggetti locali, con l’obiettivo di gestire le risorse, messe a disposizione
dallo strumento della Programmazione Negoziata, e necessarie allo sviluppo del territorio.
Attualmente la sede del Patto si trova in via S. Sperato, nel Comune di Reggio Calabria. Dispone di
120 mq di uffici, ha una dotazione completa di hardware e software per quattro postazioni PC e i
collaboratori sono due, dedicati alle attività specialistiche e uno addetto all’attività
amministrativa.
Nel primo decennio di attività il Soggetto Responsabile ha attuato una politica volta ad animare il
territorio, attraverso corsi di formazione e azioni di marketing nazionale e internazionale; tutto
questo grazie alle competenze in materia di sviluppo reale e sostenibile possedendo adeguate
capacità di progettazione.
Quest’azione ha permesso alla struttura del Soggetto Responsabile di acquisire una buona
capacità comunicativa al punti di essere centro di molte attività svolte nell’area di interesse.
2.2 VALUTAZIONE DEL SR/RU
Struttura
Positivi i dati risultanti rispetto alla valutazione delle risorse umane, della struttura fisica e
societaria del SR.
Attività e capacità
La quasi sufficiente propensione all’innovazione tecnologica, l’approccio verso delle politiche di
sviluppo integrato e sostenibile, la volontà di orientare strategicamente le dinamiche
imprenditoriali del territorio risultano essere tra le capacità del SR.
Impatto della attività sulla governance territoriale
Possiamo registrare l’influenza del SR in merito alla condivisione delle idee per lo sviluppo, oltre
che per lo snellimento delle procedure amministrative.
Impatto della attività sulla produzione di beni collettivi
Da sottolineare l’impatto, inerente i beni collettivi, nella dotazione di infrastrutture sociali
nell’area di riferimento.
Impatto sul sistema economico territoriale
La provincia reggina ha beneficiato dell’azione svolta dal SR in merito alla qualità dei prodotti e
alla capacità innovativa delle imprese, che hanno assunto entrambe una valenza positiva.
2.3 AUTOANALISI SWOT DEL SR/RU
Struttura
Molto rilevante è l’apporto dato dalle risorse umane, specificatamente nella loro qualità che
assieme all’ottima struttura fisica, fanno dell’Agenzia un punto di riferimento per l’intero
territorio reggino.
Attività e capacità
Negativo il dato della Governance territoriale, in contrasto con l’ottimo indice dato dalla
partecipazione.
Impatto della propria attività sulla governance territoriale
Si rileva un impatto omogeneo in tutti i settori sensibili, in particolare nel rapporto di fiducia con
gli enti pubblici.
Impatto della propria attività sulla produzione di beni collettivi
Si evidenzia, anche in questo caso, l'incisione sulla formazione forza lavoro e sull’attrattività
dell’area per gli investimenti.
Impatto sul sistema economico territoriale
Il SR si impone come ago della bilancia per quanto concerne i rapporti di fiducia e di cooperazione
tra le imprese locali.
3. PROSPETTIVE DELLA FUTURA EVENTUALE AGENZIA
3.1 OBIETTIVI DI SVILUPPO FUTURI DEL SR/RU
Il Soggetto Responsabile ha intenzione di continuare a potenziare lo sviluppo della gestione dei
progetti di rete all’interno dell’economia locale reggina, al fine di creare una serie di nuovi servizi
alle imprese e cercare di migliorare fin quanto possibile la coesione sociale tra pubblico e privato.
Il presente lavoro si propone di essere veicolo e volano di crescita per la nascente Agenzia,
affinché con la conoscenza reale del territorio e delle sue peculiarità, si possano tracciare nuovi ed
interessanti percorsi di fruttuosa operatività concernenti lo sviluppo locale.
Motivi / opportunità per la trasformazione da SR ad Agenzia per il SR
La nuova Agenzia presenta molte opportunità tra cui quella di fornire nuovi servizi fortemente
voluti dagli utenti.
Vincoli per la trasformazione da SR da Agenzia dal punto di vista del SR
I maggiori vincoli per la trasformazione da SR a Agenzia sono dati dalla mancanza di risorse
finanziarie e lo scarso interesse degli Enti Istituzionali.
Motivi / opportunità per la trasformazione da SR ad Agenzia dal punto di vista dei testimoni
privilegiati
Per i testimoni privilegiati le opportunità da privilegiare stano nello sfruttamento delle
competenze e delle relazioni acquisite come SR.
Vincoli per la trasformazione da SR ad Agenzia dal punto di vista dei testimoni privilegiati
Il territorio è perplesso in merito alla ingente mancanza di risorse finanziarie unitamente alla
scarsità delle risorse umane.
4. TABELLA SWOT RIEPILOGATIVA
Punti di Forza:
- R&S e innovazione
- Disponibilità di aree attrezzate
(ASI, PIP, ecc)
- Produzioni agroalimentari di
qualità (salumi, olio e agrumi)
- Presenza forte di attività
commerciali e terziarie e di
potenzialità turistiche ed
ambientali (mare, natura, cultura,
affari, ecc.).
Punti di Debolezza:
- Insufficienti collegamenti tra gli
snodi infrastrutturali ed i centri
urbani e produttivi;
- Difficoltà di inserimento lavorativo
per la componente giovanile della
forza lavoro;
- Reti di trasporti insufficienti ed
inadeguate
- Assenza di una filiera turistica
articolata e diffusa e mancata
valorizzazione del patrimonio
archeologico, ambientale e
naturale.
Opportunità:
- Creazione di posti di lavoro e
individuazione di nuove attività
per rallentare il fenomeno
dell’emigrazione giovanile;
- Possibilità di estendere le
produzioni a maggior valore
aggiunto (DOC, IGP);
- Sviluppo di una filiera integrata
terziario/commercio/turismo;
- Possibilità di sviluppare e
ammodernare la dotazione
infrastrutturale e dei servizi locali
e delle strutture logistiche nel
Territorio.
Vincoli:
- Burocrazia eccessiva;
- Scarsa percezione della legalità;
- Spopolamento da parte dei
giovani;
- Consolidamento di produzioni a
basso valore aggiunto;
- Mancata messa in rete delle
istituzioni e dei soggetti legati;
- Flebile propensione allo sviluppo
turistico.
A cura dell’ Ing. Natale Praticò
Referente territoriale Promuovi Italia SpA
Regione Calabria
Contatti Referente
Tel. +39 3456734180
E-mail [email protected]
Fonti del Rapporto d’Area:
Sole24Ore, Italia Oggi, Legambiente, Osservatorio Industriale, Elaborazioni Provinciali, Banca
d’Italia, Cerved, Istat, Tagliacarne, Regione Calabria; Camera di Commercio Reggio Calabria.
Con la supervisione scientifica del Laboratorio di Economia Locale dell’Università Cattolica del
Sacro Cuore della sede di Piacenza.
Marzo 2011
Promuovi Italia S.p.A.
Via San Claudio, 61 - 00187 Roma
Tel. +39 06 6798883 - Fax +39 06 69295440
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