15 codice civile

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Codice civile 1. R.D. 16 marzo 1942, n. 262. Approvazione del testo del Codice civile. (G.U. 4 aprile 1942, n. 79). DISPOSIZIONI SULLA LEGGE IN GENERALE CAPO I DELLE FONTI DEL DIRITTO Art. 1. Indicazioni delle fonti. Sono fonti del diritto: 1. le leggi; 2. i regolamenti; 3. le norme corporative ( 1 ); 4. gli usi. ––––––––––– (1) Il R.D.L. 9 agosto 1943, n. 721, ha soppresso l’ordinamento corporativo fascista. Art. 2. Leggi. La formazione delle leggi e l’ema- nazione degli atti del Governo aventi forza di legge sono disciplinate da leggi di carattere costituzionale. Art. 3. Regolamenti. Il potere regolamentare del Governo è disciplinato da leggi di carattere costitu- zionale. Il potere regolamentare di altre autorità è esercita- to nei limiti delle rispettive competenze, in confor- mità delle leggi particolari. Art. 4. Limiti della disciplina regolamentare. I regolamenti non possono contenere norme contrarie alle disposizioni delle leggi. I regolamenti emanati a norma del secondo com- ma dell’articolo 3 non possono nemmeno dettare norme contrarie a quelle dei regolamenti emanati dal Governo. Artt. 5-7. Omissis ( 1 ). ––––––––––– (1) Articoli abrogati dal R.D.L. 9 agosto 1943, n. 721. Art. 8. Usi. Nelle materie regolate dalle leggi e dai regolamenti gli usi hanno efficacia solo in quan- to sono da essi richiamati. Le norme corporative prevalgono sugli usi, anche se richiamati dalle leggi e dai regolamenti, salvo che in esse sia diversamente disposto ( 1 ). ––––––––––– (1) Comma abrogato a seguito della soppressione dell’ordinamento corporativo fascista disposta dal R.D.L. 9 agosto 1943, n. 721. Art. 9. Raccolte di usi. Gli usi pubblicati nelle raccolte ufficiali degli enti e degli organi a ciò autorizzati si presumono esistenti fino a prova con- traria. CAPO II DELL’APPLICAZIONE DELLA LEGGE IN GENERALE Art. 10. Inizio dell’obbligatorietà delle leggi e dei regolamenti. Le leggi e i regolamenti divengo- no obbligatori nel decimoquinto giorno successivo a quello della loro pubblicazione, salvo che sia altri- menti disposto. Le norme corporative divengono obbligatorie nel giorno successivo a quello della pubblicazione, sal- vo che in esse sia altrimenti disposto ( 1 ). ––––––––––– (1) Comma abrogato a seguito della soppressione dell’ordinamento corporativo fascista, disposta dal R.D.L. 9 agosto 1943, n. 721. Art. 11. Efficacia della legge nel tempo. La leg- ge non dispone che per l’avvenire: essa non ha effet- to retroattivo. I contratti collettivi di lavoro possono stabilire per la loro efficacia una data anteriore alla pubbli- cazione, purché non preceda quella della stipula- zione. Art. 12. Interpretazione della legge. Nell’appli- care la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse, e dalla inten- zione del legislatore. Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali dell’ordina- mento giuridico dello Stato. © Laurus Robuffo

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DISPOSIZIONI SULLA LEGGE IN GENERALE R.D. 16 marzo 1942, n. 262. Approvazione del testo del Codice civile. (G.U. 4 aprile 1942, n. 79). © Laurus Robuffo 1. C APO I DISPOSIZIONI GENERALI Art. 11. Persone giuridiche pubbliche. Le pro- vince e i comuni, nonché gli enti pubblici ricono- sciuti come persone giuridiche godono dei diritti © Laurus Robuffo © Laurus Robuffo © Laurus Robuffo © Laurus Robuffo

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Codice civile

1.

R.D. 16 marzo 1942, n. 262. Approvazionedel testo del Codice civile. (G.U. 4 aprile1942, n. 79).

DISPOSIZIONISULLA LEGGE IN GENERALE

CAPO IDELLE FONTI DEL DIRITTO

Art. 1. Indicazioni delle fonti. Sono fonti deldiritto:

1. le leggi;2. i regolamenti;3. le norme corporative (1);4. gli usi.

–––––––––––(1) Il R.D.L. 9 agosto 1943, n. 721, ha soppresso

l’ordinamento corporativo fascista.

Art. 2. Leggi. La formazione delle leggi e l’ema-nazione degli atti del Governo aventi forza di leggesono disciplinate da leggi di carattere costituzionale.

Art. 3. Regolamenti. Il potere regolamentare delGoverno è disciplinato da leggi di carattere costitu-zionale.

Il potere regolamentare di altre autorità è esercita-to nei limiti delle rispettive competenze, in confor-mità delle leggi particolari.

Art. 4. Limiti della disciplina regolamentare. Iregolamenti non possono contenere norme contrariealle disposizioni delle leggi.

I regolamenti emanati a norma del secondo com-ma dell’articolo 3 non possono nemmeno dettarenorme contrarie a quelle dei regolamenti emanatidal Governo.

Artt. 5-7. Omissis (1).–––––––––––

(1) Articoli abrogati dal R.D.L. 9 agosto 1943, n.721.

Art. 8. Usi. Nelle materie regolate dalle leggi edai regolamenti gli usi hanno efficacia solo in quan-to sono da essi richiamati.

Le norme corporative prevalgono sugli usi, anchese richiamati dalle leggi e dai regolamenti, salvo chein esse sia diversamente disposto (1).–––––––––––

(1) Comma abrogato a seguito della soppressionedell’ordinamento corporativo fascista disposta dalR.D.L. 9 agosto 1943, n. 721.

Art. 9. Raccolte di usi. Gli usi pubblicati nelleraccolte ufficiali degli enti e degli organi a ciòautorizzati si presumono esistenti fino a prova con-traria.

CAPO IIDELL’APPLICAZIONE

DELLA LEGGE IN GENERALE

Art. 10. Inizio dell’obbligatorietà delle leggi edei regolamenti. Le leggi e i regolamenti divengo-no obbligatori nel decimoquinto giorno successivo aquello della loro pubblicazione, salvo che sia altri-menti disposto.

Le norme corporative divengono obbligatorie nelgiorno successivo a quello della pubblicazione, sal-vo che in esse sia altrimenti disposto (1).–––––––––––

(1) Comma abrogato a seguito della soppressionedell’ordinamento corporativo fascista, disposta dalR.D.L. 9 agosto 1943, n. 721.

Art. 11. Efficacia della legge nel tempo. La leg-ge non dispone che per l’avvenire: essa non ha effet-to retroattivo.

I contratti collettivi di lavoro possono stabilireper la loro efficacia una data anteriore alla pubbli-cazione, purché non preceda quella della stipula-zione.

Art. 12. Interpretazione della legge. Nell’appli-care la legge non si può ad essa attribuire altro sensoche quello fatto palese dal significato proprio delleparole secondo la connessione di esse, e dalla inten-zione del legislatore.

Se una controversia non può essere decisa conuna precisa disposizione, si ha riguardo alledisposizioni che regolano casi simili o materieanaloghe; se il caso rimane ancora dubbio, sidecide secondo i principi generali dell’ordina-mento giuridico dello Stato.

© Laurus Robuffo

© Laurus Robuffo

Art. 13. Esclusione dell’applicazione analogicadelle norme corporative (Omissis) (1).–––––––––––

(1) L’ordinamento corporativo fascista è statosoppresso dal R.D.L. 9 agosto 1943, n. 721.

Art. 14. Applicazione delle leggi penali ed ecce-zionali. Le leggi penali e quelle che fanno eccezio-ne a regole generali o ad altre leggi non si applicanooltre i casi e i tempi in esse considerate.

Art. 15. Abrogazione delle leggi. Le leggi nonsono abrogate che da leggi posteriori per dichiara-zione espressa del legislatore, o per incompatibilitàtra le nuove disposizioni e le precedenti o perché lanuova legge regola l’intera materia già regolata dal-la legge anteriore.

Art. 16. Trattamento dello straniero. Lo stra-niero è ammesso a godere dei diritti civili attribuitial cittadino a condizione di reciprocità e salve ledisposizioni contenute in leggi speciali.

Questa disposizione vale anche per le persone giu-ridiche straniere.

Artt. 17-31. Omissis.–––––––––––

Abrogati dall’art. 73, L. 31 maggio 1995, n. 218recante «Riforma del sistema italiano di diritto inter-nazionale privato», riportata oltre in questa voce.

LIBRO PRIMO

DELLE PERSONE E DELLA FAMIGLIA

TITOLO I

DELLE PERSONE FISICHE

Art. 1. Capacità giuridica. La capacità giuridi-ca si acquista dal momento della nascita.

I diritti che la legge riconosce a favore del conce-pito sono subordinati all’evento della nascita.

Art. 2. Maggiore età. Capacità di agire (1). Lamaggiore età è fissata al compimento del diciottesi-mo anno. Con la maggiore età si acquista la capacitàdi compiere tutti gli atti per i quali non sia stabilitauna età diversa.

Sono salve le leggi speciali che stabiliscono un’etàinferiore in materia di capacità a prestare il propriolavoro.

In tal caso il minore è abilitato all’esercizio deidiritti e delle azioni che dipendono dal contratto dilavoro.–––––––––––

(1) Articolo così sostituito dall’art. 1, L. 8 marzo1975, n. 39.

Art. 3. (1).–––––––––––

(1) Abrogato dall’art. 1, L. 8 marzo 1975, n. 39.

Art. 4. Commorienza. Quando un effetto giuri-dico dipende dalla sopravvivenza di una persona aun’altra e non consta quale di esse sia morta prima,tutte si considerano morte nello stesso momento.

Art. 5. Atti di disposizione del proprio corpo.Gli atti di disposizione del proprio corpo sono vieta-ti quando cagionino una diminuzione permanentedella integrità fisica, o quando siano altrimenti con-trari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costu-me.

Art. 6. Diritto al nome. Ogni persona ha dirittoal nome che le è per legge attribuito.

Nel nome si comprendono il prenome e il cogno-me.

Non sono ammessi cambiamenti, aggiunte o retti-fiche al nome, se non nei casi e con le formalità dal-la legge indicati.

Art. 7. Tutela del diritto al nome. La persona,alla quale si contesti il diritto all’uso del proprionome o che possa risentire pregiudizio dall’uso chealtri indebitamente ne faccia, può chiedere giudi-zialmente la cessazione del fatto lesivo, salvo ilrisarcimento dei danni.

L’autorità giudiziaria può ordinare che la sentenzasia pubblicata in uno o più giornali.

Art. 8. Tutela del nome per ragioni familiari.Nel caso previsto dall’articolo precedente, l’azionepuò essere promossa anche da chi, pur non portandoil nome contestato o indebitamente usato, abbia allatutela del nome un interesse fondato su ragioni fami-liari degne d’essere protette.

Art. 9. Tutela dello pseudonimo. Lo pseudoni-mo, usato da una persona in modo che abbia acqui-stato l’importanza del nome, può essere tutelato aisensi dell’articolo 7.

Art. 10. Abuso dell’immagine altrui. Qualoral’immagine di una persona o dei genitori, del coniu-ge o dei figli sia stata esposta o pubblicata fuori deicasi in cui l’esposizione o la pubblicazione è dallalegge consentita, ovvero con pregiudizio al decoro oalla reputazione della persona stessa o dei detti con-giunti, l’autorità giudiziaria, su richiesta dell’inte-ressato, può disporre che cessi l’abuso, salvo il risar-cimento dei danni.

TITOLO IIDELLE PERSONE GIURIDICHE

CAPO IDISPOSIZIONI GENERALI

Art. 11. Persone giuridiche pubbliche. Le pro-vince e i comuni, nonché gli enti pubblici ricono-sciuti come persone giuridiche godono dei diritti

secondo le leggi e gli usi osservati come diritto pub-blico.

[Art. 12. Persone giuridiche private. (1) Leassociazioni, le fondazioni e le altre istituzioni dicarattere privato acquistano la personalità giuridicamediante il riconoscimento concesso con decretodel Presidente della Repubblica.

Per determinate categorie di enti che esercitano laloro attività nell’ambito della provincia, il Governopuò delegare ai prefetti la facoltà di riconoscerli conloro decreto].–––––––––––

(1) Articolo abrogato dall’art. 11 del D.P.R. 10febbraio 2000, n. 361.

Art. 13. Società. Le società sono regolate dalledisposizioni contenute nel libro V.

CAPO IIDELLE ASSOCIAZIONIE DELLE FONDAZIONI

Art. 14. Atto costitutivo. Le associazioni e le fon-dazioni devono essere costituite con atto pubblico.

La fondazione può essere disposta anche con testa-mento.

Art. 15. Revoca dell’atto costitutivo della fon-dazione. L’atto di fondazione può essere revocatodal fondatore fino a quando non sia intervenuto ilriconoscimento, ovvero il fondatore non abbia fattoiniziare l’attività dell’opera da lui disposta.

La facoltà di revoca non si trasmette agli eredi.

Art. 16. Atto costitutivo e statuto. Modificazioni.L’atto costitutivo e lo statuto devono contenere ladenominazione dell’ente, l’indicazione dello scopo,del patrimonio e della sede, nonché le norme sull’ordi-namento e sulla amministrazione. Devono anche deter-minare, quando trattasi di associazioni, i diritti e gliobblighi degli associati e le condizioni della loroammissione; e, quando trattasi di fondazioni, i criteri ele modalità di erogazione delle rendite.

L’atto costitutivo e lo statuto possono inoltre con-tenere le norme relative alla estinzione dell’ente ealla devoluzione del patrimonio, e, per le fondazioni,anche quelle relative alla loro trasformazione.

[Le modifiche dell’atto costitutivo e dello statutodevono essere approvate dall’autorità governativanelle forme indicate nell’articolo 12]. (1)–––––––––––

(1) Comma abrogato dall’art. 11 del D.P.R. 10febbraio 2000, n. 361.

Art. 17. Acquisto di immobili e accettazione didonazioni, eredità e legati (1).–––––––––––

(1) Articolo abrogato ad opera dell’art. 13, L. 15maggio 1997, n. 127.

Art. 18. Responsabilità degli amministratori.Gli amministratori sono responsabili verso l’entesecondo le norme del mandato. E però esente daresponsabilità quello degli amministratori il qualenon abbia partecipato all’atto che ha causato il dan-no, salvo il caso in cui, essendo a cognizione chel’atto si stava per compiere, egli non abbia fattoconstare del proprio dissenso.

Art. 19. - Limitazioni del potere di rappresen-tanza. Le limitazioni del potere di rappresentanza,che non risultano dal registro indicato nell’articolo33 (1), non possono essere opposte ai terzi, salvo chesi provi che essi ne erano a conoscenza.–––––––––––

(1) L’articolo 33 è stato abrogato dall’art. 11 delD.P.R. 10 febbraio 2000, n. 361. Il registro delle per-sone giuridiche è ora previsto e regolato dagli artt. 1-4 del D.P.R. 361 cit.

Art. 20. Convocazione dell’assemblea delleassociazioni. L’assemblea delle associazioni deveessere convocata dagli amministratori una voltal’anno per l’approvazione del bilancio.

L’assemblea deve essere inoltre convocata quandose ne ravvisa la necessità o quando ne è fatta richie-sta motivata da almeno un decimo degli associati. Inquesto ultimo caso, se gli amministratori non viprovvedono, la convocazione può essere ordinatadal presidente del tribunale.

Art. 21. Deliberazioni dell’assemblea. Le deli-berazioni dell’assemblea sono prese a maggioranzadi voti e con la presenza di almeno la metà degliassociati. In seconda convocazione la deliberazioneè valida qualunque sia il numero degli intervenuti.Nelle deliberazioni di approvazione del bilancio e inquelle che riguardano la loro responsabilità gliamministratori non hanno voto.

Per modificare l’atto costitutivo e lo statuto, se inessi non è altrimenti disposto, occorrono la presenzadi almeno tre quarti degli associati e il voto favore-vole della maggioranza dei presenti.

Per deliberare lo scioglimento dell’associazione ela devoluzione del patrimonio occorre il voto favo-revole di almeno tre quarti degli associati.

Art. 22. Azioni di responsabilità contro gliamministratori. Le azioni di responsabilità controgli amministratori delle associazioni per fatti da lorocompiuti sono deliberate dall’assemblea e sonoesercitate dai nuovi amministratori o dai liquidatori.

Art. 23. Annullamento e sospensione delle deli-berazioni. Le deliberazioni dell’assemblea contra-rie alla legge, all’atto costitutivo o allo statuto pos-sono essere annullate su istanza degli organi del-l’ente, di qualunque associato o del pubblico mini-stero.

L’annullamento della deliberazione non pregiudi-ca i diritti acquistati dai terzi di buona fede in base

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ad atti compiuti in esecuzione della deliberazionemedesima.

Il presidente del tribunale o il giudice istruttore,sentiti gli amministratori dell’associazione, puòsospendere, su istanza di colui che ha proposto l’im-pugnazione, la esecuzione della deliberazione impu-gnata, quando sussistono gravi motivi.

Il decreto di sospensione deve essere motivato edè notificato agli amministratori.

L’esecuzione delle deliberazioni contrarie all’ordi-ne pubblico o al buon costume può essere sospesaanche dall’autorità governativa.

Art. 24. Recesso ed esclusione degli associati.La qualità di associato non è trasmissibile, salvo chela trasmissione sia consentita dall’atto costitutivo odallo statuto.

L’associato può sempre recedere dall’associazionese non ha assunto l’obbligo di farne parte per untempo determinato. La dichiarazione di recessodeve essere comunicata per iscritto agli amministra-tori e ha effetto con lo scadere dell’anno in corso,purché sia fatta almeno tre mesi prima.

L’esclusione d’un associato non può essere delibe-rata dall’assemblea che per gravi motivi; l’associatopuò ricorrere all’autorità giudiziaria entro sei mesidal giorno in cui gli è stata notificata la deliberazio-ne.

Gli associati, che abbiano receduto o siano statiesclusi o che comunque abbiano cessato di apparte-nere all’associazione, non possono ripetere i contri-buti versati, né hanno alcun diritto sul patrimoniodell’associazione.

Art. 25. Controllo sull’amministrazione dellefondazioni. L’autorità governativa esercita il con-trollo e la vigilanza sull’amministrazione delle fon-dazioni; provvede alla nomina e alla sostituzionedegli amministratori o dei rappresentanti, quando ledisposizioni contenute nell’atto di fondazione nonpossono attuarsi; annulla, sentiti gli amministratori,con provvedimento definitivo, le deliberazioni con-trarie a norme imperative, all’atto di fondazione,all’ordine pubblico o al buon costume; può scioglie-re l’amministrazione e nominare un commissariostraordinario, qualora gli amministratori non agisca-no in conformità dello statuto e dello scopo dellafondazione o della legge.

L’annullamento della deliberazione non pregiudi-ca i diritti acquistati dai terzi di buona fede in basead atti compiuti in esecuzione della deliberazionemedesima.

Le azioni contro gli amministratori per fatti riguar-danti la loro responsabilità devono essere autorizza-te dall’autorità governativa e sono esercitate dalcommissario straordinario, dai liquidatori o dai nuo-vi amministratori.

Art. 26. Coordinamento di attività e unificazio-ne di amministrazione. L’autorità governativa può

disporre il coordinamento delle attività di più fonda-zioni ovvero l’unificazione della loro amministra-zione, rispettando, per quanto possibile, la volontàdel fondatore.

Art. 27. Estinzione della persona giuridica. Oltreche per le cause previste nell’atto costitutivo e nellostatuto, la persona giuridica si estingue quando lo sco-po è stato raggiunto o è divenuto impossibile.

Le associazioni si estinguono inoltre quando tuttigli associati sono venuti a mancare.

[L’estinzione è dichiarata dall’autorità governati-va, su istanza di qualunque interessato o anche d’uf-ficio]. (1)–––––––––––

(1) Comma abrogato dall’art. 11 del D.P.R. 10febbraio 2000, n. 361.

Art. 28. Trasformazione delle fondazioni.Quando lo scopo è esaurito o divenuto impossibile odi scarsa utilità, o il patrimonio è divenuto insuffi-ciente, l’autorità governativa, anziché dichiarareestinta la fondazione, può provvedere alla sua tra-sformazione allontanandosi il meno possibile dallavolontà del fondatore.

La trasformazione non è ammessa quando i fattiche vi darebbero luogo sono considerati nell’atto difondazione come causa di estinzione della personagiuridica e di devoluzione dei beni a terze persone.

Le disposizioni del primo comma di questo artico-lo e dell’articolo 26 non si applicano alle fondazio-ni destinate a vantaggio soltanto di una o più fami-glie determinate.

Art. 29. Divieto di nuove operazioni. Gli ammi-nistratori non possono compiere nuove operazioni,appena è stato loro comunicato il provvedimento chedichiara l’estinzione della persona giuridica o il prov-vedimento con cui l’autorità, a norma di legge, haordinato lo scioglimento dell’associazione, o appenaè stata adottata dall’assemblea la deliberazione discioglimento dell’associazione medesima. Qualoratrasgrediscano a questo divieto, assumono responsa-bilità personale e solidale.

Art. 30. Liquidazione. Dichiarata la estinzionedella persona giuridica o disposto lo scioglimento del-l’associazione, si procede alla liquidazione del patri-monio secondo le norme di attuazione del codice.

Art. 31. Devoluzione dei beni. I beni della per-sona giuridica, che restano dopo esaurita la liquida-zione, sono devoluti in conformità dell’atto costitu-tivo o dello statuto.

Qualora questi non dispongano, se trattasi di fon-dazione, provvede l’autorità governativa, attribuen-do i beni ad altri enti che hanno fini analoghi; se trat-tasi di associazione, si osservano le deliberazionidella assemblea che ha stabilito lo scioglimento e,quando anche queste mancano, provvede nello stes-so modo l’autorità governativa.

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I creditori che durante la liquidazione non hannofatto valere il loro credito possono chiedere il paga-mento a coloro ai quali i beni sono stati devoluti,entro l’anno dalla chiusura della liquidazione, in pro-porzione e nei limiti di ciò che hanno ricevuto.

Art. 32. Devoluzione dei beni con destinazioneparticolare. Nel caso di trasformazione o di scio-glimento di un ente, al quale sono stati donati olasciati beni con destinazione a scopo diverso daquello proprio dell’ente, l’autorità governativadevolve tali beni, con lo stesso onere, ad altre per-sone giuridiche che hanno fini analoghi.

[Art. 33. Registrazione delle persone giuridi-che. In ogni provincia è istituito un pubblico regi-stro delle persone giuridiche.

Nel registro devono indicarsi la data dell’attocostitutivo e quella del decreto di riconoscimento,la denominazione, lo scopo, il patrimonio, la dura-ta, qualora sia stata determinata, la sede della per-sona giuridica e il cognome e il nome degli ammi-nistratori con la menzione di quelli ai quali è attri-buita la rappresentanza.

La registrazione può essere disposta anche d’ufficio.Gli amministratori di un’associazione o di una fonda-zione non registrata, benché riconosciuta, rispondonopersonalmente e solidalmente, insieme con la personagiuridica, delle obbligazioni assunte].–––––––––––

(1) Articolo abrogato dall’art. 11 del D.P.R. 10febbraio 2000, n. 361.

[Art. 34. Registrazione di atti. Nel registrodevono iscriversi anche le modificazioni dell’attocostitutivo e dello statuto, dopo che sono stateapprovate dall’autorità governativa, il trasferimentodella sede e l’istituzione di sedi secondarie, la sosti-tuzione degli amministratori con indicazione diquelli ai quali spetta la rappresentanza, le delibera-zioni di scioglimento, i provvedimenti che ordinanolo scioglimento o dichiarano l’estinzione, il cogno-me e il nome dei liquidatori.

Se l’iscrizione non ha avuto luogo, i fatti indicatinon possono essere opposti ai terzi, a meno che siprovi che questi ne erano a conoscenza].–––––––––––

(1) Articolo abrogato dall’art. 11 del D.P.R. 10febbraio 2000, n. 361.

Art. 35. Disposizione penale. Gli amministrato-ri e i liquidatori che non richiedono le iscrizioniprescritte [dagli articoli 33 e 34, nel termine esecondo le modalità stabiliti dalle norme di attua-zione del codice,] (1) sono puniti con la sanzioneamministrativa del pagamento di una somma da lireventimila a lire un milione (da 10 a 516 euro).–––––––––––

(1) Comma così modificato dall’art. 11 del D.P.R.10 febbraio 2000, n. 361.

CAPO IIIDELLE ASSOCIAZIONI

NON RICONOSCIUTE E DEI COMITATI

Art. 36. Ordinamento e amministrazione delleassociazioni non riconosciute. L’ordinamentointerno e l’amministrazione delle associazioni nonriconosciute come persone giuridiche sono regolatidagli accordi degli associati.

Le dette associazioni possono stare in giudizio nel-la persona di coloro ai quali, secondo questi accordiè conferita la presidenza o la direzione.

Art. 37. Fondo comune. I contributi degli asso-ciati e i beni acquistati con questi contributi costi-tuiscono il fondo comune dell’associazione. Finchéquesta dura, i singoli associati non possono chiede-re la divisione del fondo comune, né pretenderne laquota in caso di recesso.

Art. 38. Obbligazioni. Per le obbligazioni assun-te dalle persone che rappresentano l’associazione iterzi possono far valere i loro diritti sul fondo comu-ne. Delle obbligazioni stesse rispondono anche per-sonalmente e solidalmente le persone che hanno agi-to in nome e per conto dell’associazione.–––––––––––

La Corte Costituzionale, con sentenza 25 gennaio- 8 febbraio 2006, n. 41, ha dichiarato l’illegittimitàcostituzionale del combinato disposto degli articoli38 e 102 (trubricato «Persone che possono fareopposizione» ed inserito nella Sezione III titolata«Del e opposizioni al matrimonio») del codice diprocedura civile, nella parte in cui, in ipotesi di liti-sconsorzio necessario, consente di ritenere impro-duttiva di effetti l’eccezione di incompetenza territo-riale derogabile proposta non da tutti i litisconsorticonvenuti.

Art. 39. Comitati. I comitati di soccorso o di bene-ficenza e i comitati promotori di opere pubbliche,monumenti, esposizioni, mostre, festeggiamenti esimili sono regolati dalle disposizioni seguenti, salvoquanto è stabilito nelle leggi speciali.

Art. 40. Responsabilità degli organizzatori. Gliorganizzatori e coloro che assumono la gestione deifondi raccolti sono responsabili personalmente esolidalmente della conservazione dei fondi e dellaloro destinazione allo scopo annunziato.

Art. 41. Responsabilità dei componenti. Rap-presentanza in giudizio. Qualora il comitato nonabbia ottenuto la personalità giuridica, i suoi com-ponenti rispondono personalmente e solidalmentedelle obbligazioni assunte. I sottoscrittori sono tenu-ti soltanto a effettuare le oblazioni promesse.

Il comitato può stare in giudizio nella persona delpresidente.

Art. 42. Diversa destinazione dei fondi. Qualorai fondi raccolti siano insufficienti allo scopo, o que-

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sto non sia più attuabile, o, raggiunto lo scopo, siabbia un residuo di fondi, l’autorità governativa sta-bilisce la devoluzione dei beni, se questa non è statadisciplinata al momento della costituzione.

TITOLO IIIDEL DOMICILIO E DELLA RESIDENZA

Art. 43. Domicilio e residenza. Il domicilio diuna persona è nel luogo in cui essa ha stabilito lasede principale dei suoi affari e interessi. (1)

La residenza è nel luogo in cui la persona ha ladimora abituale.–––––––––––

(1) Il domicilio, agli effetti fiscali, è disciplinatodall’art. 2 D.P.R. 29 settembre 1973, n. 597 «Istitu-zione e disciplina dell’imposta sul reddito delle per-sone fisiche», e dall’art. 2 D.P.R. 22 dicembre 1986,n. 917 «Approvazione del testo unico delle impostesui redditi».

Art. 44. Trasferimento della residenza e deldomicilio. Il trasferimento della residenza non puòessere opposto ai terzi di buona fede, se non è statodenunciato nei modi prescritti dalla legge.

Quando una persona ha nel medesimo luogo ildomicilio e la residenza e trasferisce questa altrove,di fronte ai terzi di buona fede si considera trasferi-to pure il domicilio, se non si è fatta una diversadichiarazione nell’atto in cui è stato denunciato iltrasferimento della residenza.

Art. 45. (1) Domicilio dei coniugi, del minore edell’interdetto. Ciascuno dei coniugi ha il propriodomicilio nel luogo in cui ha stabilito la sede princi-pale dei propri affari o interessi (2).

Il minore (2) ha il domicilio nel luogo di residenzadella famiglia o quello del tutore. Se i genitori sonoseparati o il loro matrimonio è stato annullato osciolto o ne sono cessati gli effetti civili (3) o comun-que non hanno la stessa residenza, il minore ha ildomicilio del genitore con il quale convive.

L’interdetto ha il domicilio del tutore.–––––––––––

(1) Così sostituito dall’art. 1, L. 19 maggio 1975,n.151, «Riforma del diritto di famiglia».

(2) La Corte costituzionale, con sentenza 14 luglio1976, n. 171, ha dichiarato l’illegittimità dell’art.45 primo comma, in riferimento agli artt. 3 e 29cost., nella parte in cui, in caso di separazione difatto dei coniugi ed ai fini della competenza per ter-ritorio nel giudizio di separazione, prevede che lamoglie, la quale abbia fissato altrove la propriaresidenza, conservi legalmente il domicilio delmarito.

(3) Si veda la L. 1° dicembre 1970, n. 898, «Disci-plina dei casi di scioglimento del matrimonio».

Art. 46. Sede delle persone giuridiche. Quando

la legge fa dipendere determinati effetti dalla resi-denza o dal domicilio, per le persone giuridiche si hariguardo al luogo in cui è stabilita la loro sede.

Nei casi in cui la sede stabilita ai sensi dell’arti-colo 16 o la sede risultante dal registro è diversa daquella effettiva, i terzi possono considerare comesede della persona giuridica anche quest’ultima.

Art. 47. Elezione di domicilio. Si può eleggeredomicilio speciale per determinati atti o affari.

Questa elezione deve farsi espressamente periscritto.

2.

L. 31 maggio 1995, n. 218. Riforma del siste-ma italiano di diritto internazionale privato.

TITOLO IDISPOSIZIONI GENERALI

Art. 1. Oggetto della legge. 1. La presente leggedetermina l’ambito della giurisdizione italiana, pone icriteri per l’individuazione del diritto applicabile edisciplina l’efficacia delle sentenze e degli atti stra-nieri.

Art. 2. Convenzioni internazionali. 1. Le dispo-sizioni della presente legge non pregiudicano l’ap-plicazione delle convenzioni internazionali in vigo-re per l’Italia.

2. Nell’interpretazione di tali convenzioni si terràconto del loro carattere internazionale e dell’esigen-za della loro applicazione uniforme.

TITOLO IIGIURISDIZIONE ITALIANA

Art. 3. Ambito della giurisdizione. 1. La giuri-sdizione italiana sussiste quando il convenuto èdomiciliato o residente in Italia o vi ha un rappre-sentante che sia autorizzato a stare in giudizio a nor-ma dell’articolo 77 del codice di procedura civile enegli altri casi in cui è prevista dalla legge.

2. La giurisdizione sussiste inoltre in base ai crite-ri stabiliti dalle sezioni 2, 3 e 4 del titolo Il dellaConvenzione concernente la competenza giurisdi-zionale e l’esecuzione delle decisioni in materiacivile e commerciale e protocollo, firmati a Bruxel-les il 27 settembre 1968, resi esecutivi con la legge21 giugno 1971, n. 804, e successive modificazioniin vigore per l’Italia, anche allorché il convenutonon sia domiciliato nel territorio di uno Stato con-traente, quando si tratti di una delle materie compre-se nel campo di applicazione della Convenzione.Rispetto alle altre materie la giurisdizione sussiste

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anche in base ai criteri stabiliti per la competenzaper territorio.

Art. 4. Accettazione e deroga della giurisdizio-ne. 1. Quando non vi sia giurisdizione in baseall’articolo 3, essa nondimeno sussiste se le partil’abbiano convenzionalmente accettata e tale accet-tazione sia provata per iscritto, ovvero il convenutocompaia nel processo senza eccepire il difetto digiurisdizione nel primo atto difensivo.

2. La giurisdizione italiana può essere convenzio-nalmente derogata a favore di un giudice straniero odi un arbitrato estero se la deroga è provata periscritto e la causa verte su diritti disponibili.

3. La deroga è inefficace se il giudice o gli arbitriindicati declinano la giurisdizione o comunque nonpossono conoscere della causa.

Art. 5. Azioni reali relative ad immobili sitiall’estero. 1. La giurisdizione italiana non sussisterispetto ad azioni reali aventi ad oggetto beni immo-bili situati all’estero.

Art. 6. Questioni preliminari. 1. Il giudice italia-no conosce, incidentalmente, le questioni che nonrientrano nella giurisdizione italiana e la cui soluzioneè necessaria per decidere sulla domanda proposta.

Art. 7. Pendenza di un processo straniero. 1.Quando, nel corso del giudizio, sia eccepita la pre-via pendenza tra le stessi parti di domanda avente ilmedesimo oggetto e il medesimo titolo dinanzi a ungiudice straniero, il giudice italiano, se ritiene che ilprovvedimento straniero possa produrre effetto perl’ordinamento italiano, sospende il giudizio. Se ilgiudice straniero declina la propria giurisdizione ose il provvedimento straniero non è riconosciutonell’ordinamento italiano, il giudizio in Italia prose-gue, previa riassunzione ad istanza della parte inte-ressata.

2. La pendenza della causa innanzi al giudice stra-niero si determina secondo la legge dello Stato incui il processo si svolge.

3. Nel caso di pregiudizialità di una causa stranie-ra, il giudice italiano può sospendere il processo seritiene che il provvedimento straniero possa produr-re effetti per l’ordinamento italiano.

Art. 8. Momento determinante della giurisdi-zione. 1. Per la determinazione della giurisdizioneitaliana si applica l’articolo 5 del codice di procedu-ra civile. Tuttavia la giurisdizione sussiste se i fatti ele norme che la determinano sopravvengono nel cor-so del processo.

Art. 9. Giurisdizione volontaria. 1. In materiadi giurisdizione volontaria, la giurisdizione sussiste,oltre che nei casi specificamente contemplati dallapresente legge e in quelli in cui è prevista la compe-tenza per territorio di un giudice italiano, quando ilprovvedimento richiesto concerne un cittadino ita-liano o una persona residente in Italia o quando esso

riguarda situazioni o rapporti ai quali è applicabilela legge italiana.

Art. 10. Materia cautelare. 1. In materia cautela-re, la giurisdizione italiana sussiste quando il provve-dimento deve essere eseguito in Italia o quando il giu-dice italiano ha giurisdizione nel merito.

Art. 11. Rilevabilità del difetto di giurisdizio-ne. 1. Il difetto di giurisdizione può essere rileva-to, in qualunque stato e grado del processo, soltan-to dal convenuto costituito che non abbia espressa-mente o tacitamente accettato la giurisdizione ita-liana. È rilevato dal giudice d’ufficio, sempre inqualunque stato e grado del processo, se il conve-nuto è contumace, se ricorre l’ipotesi di cui all’arti-colo 5, ovvero se la giurisdizione italiana è esclusaper effetto di una norma internazionale.

Art. 12. Legge regolatrice dal processo. 1. Ilprocesso civile che si svolge in Italia è regolato dal-la legge italiana.

TITOLO IIIDIRITTO APPLICABILE

CAPO IDISPOSIZIONI GENERALI

Art. 13. Rinvio. 1. Quando negli articoli succes-sivi è richiamata la legge straniera, si tiene conto delrinvio operato dal diritto internazionale privato stra-niero alla legge di un altro Stato:

a) se il diritto di tale Stato accetta il rinvio;b) se si tratta di rinvio alla legge italiana.

2. L’applicazione del comma 1 è tuttavia esclusa:a) nei casi in cui le disposizioni della presente

legge rendono applicabile la legge straniera sullabase della scelta effettuata in tal senso dalle partiinteressate;

b) riguardo alle disposizioni concernenti la for-ma degli atti;

c) in relazione alle disposizioni del Capo XI delpresente Titolo.

3. Nei casi di cui agli articoli 33, 34 e 35 si tieneconto del rinvio soltanto se esso conduce all’appli-cazione di una legge che consente lo stabilimentodella filiazione.

4. Quando la presente legge dichiara in ogni casoapplicabile una convenzione internazionale si seguesempre, in materia di rinvio, la soluzione adottatadalla convenzione.

Art. 14. Conoscenza della legge stranieraapplicabile. 1. L’accertamento della legge stranieraè compiuto d’ufficio dal giudice. A tal fine questipuò avvalersi, oltre che degli strumenti indicati dal-le convenzioni internazionali, di informazioniacquisite per il tramite del Ministero di grazia e giu-

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stizia; può altresì interpellare esperti o istituzionispecializzate.

2. Qualora il giudice non riesca ad accertare la leg-ge straniera indicata, neanche con l’aiuto delle par-ti, applica la legge richiamata mediante altri criteridi collegamento eventualmente previsti per la mede-sima ipotesi normativa. In mancanza si applica lalegge italiana.

Art. 15. Interpretazione e applicazione dellalegge straniera. 1. La legge straniera è applicatasecondo i propri criteri di interpretazione e di appli-cazione nel tempo.

Art. 16. Ordine pubblico. 1. La legge stranieranon è applicata se i suoi effetti sono contrari all’or-dine pubblico.

2. In tal caso si applica la legge richiamatamediante altri criteri di collegamento eventualmenteprevisti per la medesima ipotesi normativa. In man-canza si applica la legge italiana.

Art. 17. Norme di applicazione necessaria. 1. Èfatta salva la prevalenza sulle disposizioni che seguo-no delle norme italiane che, in considerazione del lorooggetto e del loro scopo, debbono essere applicatenonostante il richiamo alla legge straniera.

Art. 18. Ordinamenti plurilegislativi. 1. Se nel-l’ordinamento dello Stato richiamato dalle disposi-zioni della presente legge coesistono più sisteminormativi a base territoriale o personale, la leggeapplicabile si determina secondo i criteri utilizzatida quell’ordinamento.

2. Se tali criteri non possono essere individuati siapplica il sistema normativo con il quale il caso dispecie presenta il collegamento più stretto.

Art. 19. Apolidi, rifugiati e persone con più cit-tadinanze. 1. Nei casi in cui le disposizioni dellapresente legge richiamano la legge nazionale di unapersona, se questa è apolide o rifugiata si applica lalegge dello Stato del domicilio o, in mancanza, lalegge dello Stato di residenza.

2. Se la persona ha più cittadinanze, si applica lalegge di quello tra gli Stati di appartenenza con ilquale essa ha il collegamento più stretto. Se tra lecittadinanze vi è quella italiana, questa prevale.

CAPO IICAPACITÀ E DIRITTI

DELLE PERSONE FISICHE

Art. 20. Capacità giuridica delle persone fisi-che. 1. La capacità giuridica delle persone fisiche èregolata dalla loro legge nazionale. Le condizionispeciali di capacità, prescritte dalla legge regolatricedi un rapporto, sono disciplinate dalla stessa legge.

Art. 21. Commorienza. 1. Quando occorre sta-bilire la sopravvivenza di una persona ad un’altra

e non consta quale di esse sia morta prima, ilmomento della morte si accerta in base alla leggeregolatrice del rapporto rispetto al quale l’accerta-mento rileva.

Art. 22. Scomparsa, assenza e morte presunta.1. I presupposti e gli effetti della scomparsa, dell’as-senza e della morte presunta di una persona sonoregolati dalla sua ultima legge nazionale.

2. Sussiste la giurisdizione italiana per le materiedi cui al comma 1:

a) se l’ultima legge nazionale della persona eraquella italiana;

b) se l’ultima residenza della persona era in Ita-lia;

c) se l’accertamento della scomparsa, dell’assen-za o della morte presunta può produrre effetti giuri-dici nell’ordinamento italiano.

Art. 23. Capacità di agire delle persone fisiche.1. La capacità di agire delle persone fisiche è rego-lata dalla loro legge nazionale. Tuttavia, quando lalegge regolatrice di un atto prescrive condizioni spe-ciali di capacità di agire, queste sono regolate dallastessa legge.

2. In relazione a contratti tra persone che si trova-no nello stesso Stato, la persona considerata capacedalla legge dello Stato in cui il contratto è conclusopuò invocare l’incapacità derivante dalla proprialegge nazionale solo se l’altra parte contraente, almomento della conclusione del contratto, era aconoscenza di tale incapacità o l’ha ignorata per suacolpa.

3. In relazione agli atti unilaterali, la persona con-siderata capace dalla legge dello Stato in cui l’atto ècompiuto può invocare l’incapacità derivante dallapropria legge nazionale soltanto se ciò non rechipregiudizio a soggetti che senza loro colpa hannofatto affidamento sulla capacità dell’autore dell’atto.

4. Le limitazioni di cui ai commi 2 e 3 non si appli-cano agli atti relativi a rapporti di famiglia e di suc-cessione per causa di morte, né agli atti relativi adiritti reali su immobili situati in uno Stato diversoda quello in cui l’atto è compiuto.

Art. 24. Diritti della personalità. 1. L’esistenzaed il contenuto dei diritti della personalità sonoregolati dalla legge nazionale del soggetto; tuttavia idiritti che derivano da un rapporto di famiglia sonoregolati dalla legge applicabile a tale rapporto.

2. Le conseguenze della violazione dei diritti di cuial comma 1 sono regolate dalla legge applicabilealla responsabilità per fatti illeciti.

CAPO IIIPERSONE GIURIDICHE

Art. 25. Società ed altri enti. 1. Le società, leassociazioni, le fondazioni ed ogni altro ente, pub-

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blico o privato, anche se privo di natura associativa,sono disciplinati dalla legge dello Stato nel cui terri-torio è stato perfezionato il procedimento di costitu-zione. Si applica, tuttavia, la legge italiana se la sededell’amministrazione è situata in Italia, ovvero se inItalia si trova l’oggetto principale di tali enti.

2. In particolare sono disciplinati dalla legge rego-latrice dell’ente:

a) la natura giuridica;b) la denominazione o ragione sociale;c) la costituzione, la trasformazione e l’estinzione;d) la capacità;e) la formazione, i poteri e le modalità di funzio-

namento degli organi;f) la rappresentanza dell’ente;g) le modalità di acquisto e di perdita della qua-

lità di associato o socio nonché i diritti e gli obblighiinerenti a tale qualità;

h) la responsabilità per le obbligazioni dell’ente;i) le conseguenze delle violazioni della legge o

dell’atto costitutivo.3. I trasferimenti della sede statuaria in altro Stato

e le fusioni di enti con sede in Stati diversi hannoefficacia soltanto se posti in essere conformementealle leggi di detti Stati interessati.

CAPO IVRAPPORTI DI FAMIGLIA

Art. 26. Promessa di matrimonio. 1. La pro-messa di matrimonio e le conseguenze della sua vio-lazione sono regolate dalla legge nazionale comunedei nubendi o, in mancanza, dalla legge italiana.

Art. 27. Condizioni per contrarre matrimonio.1. La capacità matrimoniale e le altre condizioni percontrarre matrimonio sono regolate dalla leggenazionale di ciascun nubendo al momento del matri-monio. Resta salvo lo stato libero che uno deinubendi abbia acquistato per effetto di un giudicatoitaliano o riconosciuto in Italia.

Art. 28. Forma del matrimonio. 1. Il matrimo-nio è valido, quanto alla forma, se è considerato taledalla legge del luogo di celebrazione o dalla leggenazionale di almeno uno dei coniugi al momentodella celebrazione o dalla legge dello Stato di comu-ne residenza in tale momento.

Art. 29. Rapporti personali tra coniugi. 1. Irapporti personali tra coniugi sono regolati dalla leg-ge nazionale comune.

2. I rapporti personali tra coniugi aventi diversecittadinanze o più cittadinanze comuni sono regola-ti dalla legge dello Stato nel quale la vita matrimo-niale è prevalentemente localizzata.

Art. 30. Rapporti patrimoniali tra coniugi. 1. Irapporti patrimoniali tra coniugi sono regolati dallalegge applicabile ai loro rapporti personali. I coniu-

gi possono tuttavia convenire per iscritto che i lororapporti patrimoniali sono regolati dalla legge delloStato di cui almeno uno di essi è cittadino o nel qua-le almeno uno di essi risiede.

2. L’accordo dei coniugi sul diritto applicabile èvalido se è considerato tale dalla legge scelta o daquella del luogo in cui l’accordo è stato stipulato.

3. Il regime dei rapporti patrimoniali fra coniugiregolato da una legge straniera è opponibile ai terzisolo se questi ne abbiano avuto conoscenza o loabbiano ignorato per loro colpa. Relativamente aidiritti reali su beni immobili, l’opponibilità è limi-tata ai casi in cui siano state rispettate le forme dipubblicità prescritte dalla legge dello Stato in cui ibeni si trovano.

Art. 31. Separazione personale e scioglimentodel matrimonio. 1. La separazione personale e loscioglimento del matrimonio sono regolati dalla leg-ge nazionale comune dei coniugi al momento delladomanda di separazione o di scioglimento del matri-monio; in mancanza si applica la legge dello Statonel quale la vita matrimoniale risulta prevalente-mente localizzata.

2. La separazione personale e lo scioglimento delmatrimonio, qualora non siano previsti dalla leggestraniera applicabile, sono regolati dalla legge italia-na.

Art. 32. Giurisdizione in materia di nullità,annullamento, separazione personale e sciogli-mento del matrimonio. 1. In materia di nullità e diannullamento del matrimonio, di separazione perso-nale e di scioglimento del matrimonio, la giurisdi-zione italiana sussiste, oltre che nei casi previsti dal-l’articolo 3, anche quando uno dei coniugi è cittadi-no italiano o il matrimonio è stato celebrato in Italia.

Art. 33. Filiazione. Lo stato di figlio è determi-nato dalla legge nazionale del figlio al momento del-la nascita.

2. È legittimo il figlio considerato tale dalla leggedello Stato di cui uno dei genitori è cittadino almomento della nascita del figlio.

3. La legge nazionale del figlio al momento dellanascita regola i presupposti e gli effetti dell’accerta-mento e della contestazione dello stato di figlio. Lostato di figlio legittimo, acquisito in base alla leggenazionale di uno dei genitori, non può essere conte-stato che alla stregua di tale legge.

Art. 34. Legittimazione. 1. La legittimazione persusseguente matrimonio è regolata dalla leggenazionale del figlio nel momento in cui essa avvie-ne o dalla legge nazionale di uno dei genitori nelmedesimo momento.

2. Negli altri casi, la legittimazione è regolatadalla legge dello Stato di cui è cittadino, al momen-to della domanda, il genitore nei cui confronti ilfiglio viene legittimato. Per la legittimazione desti-

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nata ad avere effetto dopo la morte del genitorelegittimante, si tiene conto della sua cittadinanza almomento della morte.

Art. 35. Riconoscimento di figlio naturale. 1.Le condizioni per il riconoscimento del figlio natu-rale sono regolate dalla legge nazionale del figlioal momento della nascita o, se più favorevole, dal-la legge nazionale del soggetto che fa il riconosci-mento, nel momento in cui questo avviene.

2. La capacità del genitore di fare il riconoscimen-to è regolata dalla sua legge nazionale.

3. La forma del riconoscimento è regolata dallalegge dello Stato in cui esso è fatto o da quella chene disciplina la sostanza.

Art. 36. Rapporti tra genitori e figli. 1. I rap-porti personali e patrimoniali tra genitori e figli,compresa la potestà dei genitori, sono regolati dallalegge nazionale del figlio.

Art. 37. Giurisdizione in materia di filiazione.1. In materia di filiazione e di rapporti personali fragenitori e figli la giurisdizione italiana sussiste, oltreche nei casi previsti rispettivamente dagli articoli 3e 9, anche quando uno dei genitori o il figlio è citta-dino italiano o risiede in Italia.

CAPO VADOZIONE

Art. 38. Adozione. 1. I presupposti, la costitu-zione e la revoca dell’adozione sono regolati daldiritto nazionale dell’adottante o degli adottanti secomune o, in mancanza, dal diritto dello Stato nelquale gli adottanti sono entrambi residenti, ovveroda quello dello Stato nel quale la loro vita matrimo-niale è prevalentemente localizzata, al momentodell’adozione. Tuttavia si applica il diritto italianoquando è richiesta al giudice italiano l’adozione diun minore, idonea ad attribuirgli lo stato di figliolegittimo.

2. È in ogni caso salva l’applicazione della leggenazionale dell’adottando maggiorenne per la disci-plina dei consensi che essa eventualmente richieda.

Art. 39. Rapporti fra adottato e famiglia adot-tiva. 1. I rapporti personali e patrimoniali fra l’a-dottato e l’adottante o gli adottanti ed i parenti diquesti sono regolati dal diritto nazionale dell’adot-tante o degli adottanti se comune o, in mancanza,dal diritto dello Stato nel quale gli adottanti sonoentrambi residenti ovvero da quello dello Stato nelquale la loro vita matrimoniale è prevalentementelocalizzata.

Art. 40. Giurisdizione in materia di adozione.1. I giudici italiani hanno giurisdizione in materia diadozione allorché:

a) gli adottanti o uno di essi o l’adottando sonocittadini italiani ovvero stranieri residenti in Italia;

b) l’adottando è un minore in stato di abbandonoin Italia.

2. In materia di rapporti personali o patrimonialifra l’adottato e l’adottante o gli adottanti ed i paren-ti di questi i giudici italiani hanno giurisdizione,oltre che nelle ipotesi previste dall’articolo 3, ogniqualvolta l’adozione si è costituita in base al dirittoitaliano.

Art. 41. Riconoscimento dei provvedimentistranieri in materia di adozione. 1. I provvedi-menti stranieri in materia di adozione sono ricono-scibili in Italia ai sensi degli articoli 64, 65 e 66.

2. Restano ferme le disposizioni delle leggi spe-ciali in materia di adozione dei minori.

CAPO VIPROTEZIONE DEGLI INCAPACI

E OBBLIGHI ALIMENTARI

Art. 42. Giurisdizione e legge applicabile inmateria di protezione dei minori. 1. La protezio-ne dei minori è in ogni caso regolata dalla Conven-zione dell’Aja del 5 ottobre 1961, sulla competenzadelle autorità e sulla legge applicabile in materia diprotezione dei minori, resa esecutiva con la legge 24ottobre 1980, n. 742.

2. Le disposizioni della Convenzione si applicanoanche alle persone considerate minori soltanto dallaloro legge nazionale, nonché alle persone la cui resi-denza abituale non si trova in uno degli Stati con-traenti.

Art. 43. Protezione dei maggiori d’età. 1. I pre-supposti e gli effetti delle misure di protezione degliincapaci maggiori di età, nonché i rapporti fra l’in-capace e chi ne ha la cura, sono regolati dalla leggenazionale dell’incapace. Tuttavia, per proteggere invia provvisoria e urgente la persona o i beni dell’in-capace, il giudice italiano può adottare le misurepreviste dalla legge italiana.

Art. 44. Giurisdizione in materia di protezio-ne dei maggiori d’età. 1. La giurisdizione italia-na in materia di misure di protezione degli incapa-ci maggiori di età sussiste, oltre che nei casi previ-sti dagli articoli 3 e 9, anche quando esse si rendo-no necessarie per proteggere, in via provvisoria eurgente, la persona o i beni dell’incapace che si tro-vino in Italia.

2. Quando in base all’articolo 66 nell’ordinamentoitaliano si producono gli effetti di un provvedimentostraniero in materia di capacità di uno straniero, lagiurisdizione italiana sussiste per pronunciare i prov-vedimenti modificativi o integrativi eventualmentenecessari.

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Art. 45. Obbligazioni alimentari nella famiglia.1. Le obbligazioni alimentari nella famiglia sono inogni caso regolate dalla Convenzione dell’Aja del 2ottobre 1973 sulla legge applicabile alle obbligazio-ni alimentari, resa esecutiva con la legge 24 ottobre1980, n. 745.

CAPO VIISUCCESSIONI

Art. 46. Successione per causa di morte. 1. Lasuccessione per causa di morte è regolata dalla leg-ge nazionale del soggetto della cui eredità si tratta,al momento della morte.

2. Il soggetto della cui eredità si tratta può sotto-porre, con dichiarazione espressa in forma testa-mentaria, l’intera successione alla legge dello Statoin cui risiede. La scelta non ha effetto se al momen-to della morte il dichiarante non risiedeva più in taleStato. Nell’ipotesi di successione di un cittadino ita-liano, la scelta non pregiudica i diritti che la leggeitaliana attribuisce ai legittimari residenti in Italia almomento della morte della persona della cui succes-sione si tratta.

3. La divisione ereditaria è regolata dalla leggeapplicabile alla successione, salvo che i condividen-di, d’accordo fra loro, abbiano designato la legge delluogo d’apertura della successione o del luogo ovesi trovano uno o più beni ereditari.

Art. 47. Capacità di testare. 1. La capacità didisporre per testamento, di modificarlo o di revocar-lo è regolata dalla legge nazionale del disponente almomento del testamento, della modifica o dellarevoca.

Art. 48. Forma del testamento. 1. Il testamentoè valido, quanto alla forma, se è considerato tale dal-la legge dello Stato nel quale il testatore ha disposto,ovvero dalla legge dello Stato di cui il testatore, almomento del testamento o della morte, era cittadinoo dalla legge dello Stato in cui aveva il domicilio ola residenza.

Art. 49. Successione dello Stato. 1. Quando lalegge applicabile alla successione, in mancanza disuccessibili, non attribuisce la successione allo Stato,i beni ereditari esistenti in Italia sono devoluti alloStato italiano.

Art. 50. Giurisdizione in materia successoria.1. In materia successoria la giurisdizione italianasussiste:

a) se il defunto era cittadino italiano al momentodella morte;

b) se la successione si è aperta in Italia;c) se la parte dei beni ereditari di maggiore con-

sistenza economica è situata in Italia;d) se il convenuto è domiciliato o residente in

Italia o ha accettato la giurisdizione italiana, salvo

che la domanda sia relativa a beni immobili situatiall’estero;

e) se la domanda concerne beni situati in Italia.

CAPO VIIIDIRITTI REALI

Art. 51. Possesso e diritti reali. 1. Il possesso, laproprietà e gli altri diritti reali sui beni mobili edimmobili sono regolati dalla legge dello Stato in cuii beni si trovano.

2. La stessa legge ne regola l’acquisto e la perdita,salvo che in materia successoria e nei casi in cui l’at-tribuzione di un diritto reale dipenda da un rapportodi famiglia o da un contratto.

Art. 52. Diritti reali su beni in transito. 1. Idiritti reali su beni in transito sono regolati dalla leg-ge del luogo di destinazione.

Art. 53. Usucapione di beni mobili. 1. L’usuca-pione di beni mobili è regolata dalla legge dello Sta-to in cui il bene si trova al compimento del termineprescritto.

Art. 54. Diritti su beni immateriali. 1. I dirittisu beni immateriali sono regolati dalla legge delloStato di utilizzazione.

Art. 55. Pubblicità degli atti relativi ai dirittireali. 1. La pubblicità degli atti di costituzione, tra-sferimento ed estinzione dei diritti reali è regolatadalla legge dello Stato in cui il bene si trova almomento dell’atto.

CAPO IXDONAZIONI

Art. 56. Donazioni. 1. Le donazioni sono rego-late dalla legge nazionale del donante al momentodella donazione.

2. Il donante può, con dichiarazione espressa con-testuale alla donazione, sottoporre la donazionestessa alla legge dello Stato in cui egli risiede.

5. La donazione è valida, quanto alla forma, se èconsiderata tale dalla legge che ne regola la sostanzaoppure dalla legge dello Stato nel quale l’atto è com-piuto.

CAPO XOBBLIGAZIONI CONTRATTUALI

Art. 57. Obbligazioni contrattuali. 1. Le obbli-gazioni contrattuali sono in ogni caso regolate dallaConvenzione di Roma del 19 giugno 1980 sulla leg-ge applicabile alle obbligazioni contrattuali, resaesecutiva con la legge 18 dicembre 1984, n. 975,senza pregiudizio delle altre convenzioni internazio-nali, in quanto applicabili.

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CAPO XIOBBLIGAZIONI NON CONTRATTUALI

Art. 58. Promessa unilaterale. 1. La promessaunilaterale è regolata dalla legge dello Stato in cuiviene manifestata.

Art. 59. Titoli di credito. 1. La cambiale, ilvaglia cambiario e l’assegno sono in ogni casoregolati dalle disposizioni contenute nelle Con-venzioni di Ginevra del 7 giugno 1930, sui con-flitti di legge in materia di cambiale e di vagliacambiario, di cui al regio decreto-legge 25 agosto1932, n. 1130, convertito dalla legge 22 dicembre1932, n.1946, e del 19 marzo 1931, sui conflitti dilegge in materia di assegni bancari, di cui al regiodecreto-legge 24 agosto 1933, n. 1077, convertitodalla legge 24 agosto 1934, n. 61.

2. Tali disposizioni si applicano anche alle obbliga-zioni assunte fuori dei territori degli Stati contraenti oallorché esse designino la legge di uno Stato non con-traente.

3. Gli altri titoli di credito sono regolati dalla leggedello Stato in cui il titolo è stato emesso. Tuttavia leobbligazioni diverse da quella principale sono rego-late dalla legge dello Stato in cui ciascuna è stataassunta.

Art. 60. Rappresentanza volontaria La rappre-sentanza volontaria è regolata dalla legge dello Sta-to in cui il rappresentante ha la propria sede d’affarisempre che egli agisca a titolo professionale e chetale sede sia conosciuta o conoscibile dal terzo. Inassenza di tali condizioni si applica la legge delloStato in cui il rappresentante esercita in via princi-pale i suoi poteri nel caso concreto.

2. L’atto di conferimento dei poteri di rappresen-tanza è valido, quanto alla forma, se considerato taledalla legge che ne regola la sostanza oppure dallalegge dello Stato in cui è posto in essere.

Art. 61. Obbligazioni nascenti dalla legge. 1.La gestione di affari altrui, l’arricchimento senzacausa, il pagamento dell’indebito e le altre obbliga-zioni legali, non diversamente regolate dalla presen-te legge, sono sottoposti alla legge dello Stato in cuisi è verificato il fatto da cui deriva l’obbligazione.

Art. 62. Responsabilità per fatto illecito. 1. Laresponsabilità per fatto illecito è regolata dalla leggedello Stato in cui si è verificato l’evento. Tuttavia ildanneggiato può chiedere l’applicazione della leggedello Stato in cui si è verificato il fatto che ha cau-sato il danno.

2. Qualora il fatto illecito coinvolga soltanto citta-dini di un medesimo Stato in esso residenti, si appli-ca la legge di tale Stato.

Art. 63. Responsabilità extracontrattuale perdanno da prodotto. 1. La responsabilità per dannoda prodotto è regolata, a scelta del danneggiato, dal-

la legge dello Stato in cui si trova il domicilio ol’amministrazione del produttore, oppure da quelladello Stato in cui il prodotto è stato acquistato, ameno che il produttore provi che il prodotto vi è sta-to immesso in commercio senza il suo consenso.

TITOLO IVEFFICACIA DI SENTENZE

ED ATTI STRANIERI

Art. 64. Riconoscimento di sentenze straniere.1. La sentenza straniera è riconosciuta in Italia senzache sia necessario il ricorso ad alcun procedimentoquando:

a) il giudice che l’ha pronunciata poteva conso-cere della causa secondo i principi sulla competenzagiurisdizionale propri dell’ordinamento italiano;

b) l’atto introduttivo del giudizio è stato portatoa conoscenza del convenuto in conformità a quantoprevisto dalla legge del luogo dove si è svolto il pro-cesso e non sono stati violati i diritti essenziali delladifesa;

c) le parti si sono costituite in giudizio secondola legge del luogo dove si è svolto il processo o lacontumacia è stata dichiarata in conformità a talelegge;

d) essa è passata in giudicato secondo la leggedel luogo in cui è stata pronunziata;

e) essa non è contraria ad altra sentenza pronun-ziata da un giudice italiano passata in giudicato;

f) non pende un processo davanti a un giudice ita-liano per il medesimo oggetto e fra le stesse parti, cheabbia avuto inizio prima del processo straniero;

g) le sue disposizioni non producono effetti con-trari all’ordine pubblico.

Art. 65. Riconoscimento di provvedimenti stra-nieri. 1. Hanno effetto in Italia i provvedimentistranieri relativi alla capacità delle persone nonchéall’esistenza di rapporti di famiglia o di diritti dellapersonalità quando essi sono stati pronunciati dalleautorità dello Stato la cui legge è richiamata dallenorme della presente legge o producono effetti nel-l’ordinamento di quello Stato, anche se pronunciatida autorità di altro Stato, purché non siano contrariall’ordine pubblico e siano stati rispettati i dirittiessenziali della difesa.

Art. 66. Riconoscimento di provvedimenti stra-nieri di giurisdizione volontaria. 1. I provvedi-menti stranieri di volontaria giurisdizione sono rico-nosciuti senza che sia necessario il ricorso ad alcunprocedimento, sempre che siano rispettate le condi-zioni di cui all’articolo 65, in quanto applicabili,quando sono pronunciati dalle autorità dello Stato lacui legge è richiamata dalle disposizioni della pre-sente legge, o producono effetti nell’ordinamento diquello Stato ancorché emanati da autorità di altroStato, ovvero sono pronunciati da un’autorità che sia

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competente in base a criteri corrispondenti a quellipropri dell’ordinamento italiano.

Art. 67. Attuazione di sentenze e provvedimentistranieri di giurisdizione volontaria e contestazio-ne del riconoscimento. 1. In caso di mancata ottem-peranza o di contestazione del riconoscimento dellasentenza straniera o del provvedimento straniero divolontaria giurisdizione, ovvero quando sia necessa-rio procedere ad esecuzione forzata, chiunque viabbia interesse può chiedere alla corte d’appello delluogo di attuazione l’accertamento dei requisiti delriconoscimento.

2. La sentenza straniera o il provvedimento stranie-ro di volontaria giurisdizione, unitamente al provve-dimento che accoglie la domanda di cui al comma 1,costituiscono titolo per l’attuazione e per l’esecuzio-ne forzata.

3. Se la contestazione ha luogo nel corso di unprocesso, il giudice adito pronuncia con efficacialimitata al giudizio.

Art. 68. Attuazione ed esecuzione di atti pubbli-ci ricevuti all’estero. 1. Le norme di cui all’artico-lo 67 si applicano anche rispetto all’attuazione eall’esecuzione forzata in Italia di atti pubblici ricevu-ti in uno Stato estero e ivi muniti di forza esecutiva.

Art. 69. Assunzione di mezzi di prova dispostida giudizi stranieri. 1. Le sentenze e i provvedi-menti di giudici stranieri riguardanti esami di testi-moni, accertamenti tecnici, giuramenti, interrogatorio altri mezzi di prova da assumersi nella Repubblicasono resi esecutivi con decreto della corte d’appellodel luogo in cui si deve procedere a tali atti.

2. Se l’assunzione dei mezzi di prova è chiesta dal-la parte interessata, l’istanza è proposta alla cortemediante ricorso, al quale deve essere unita copiaautentica della sentenza o del provvedimento che haordinato gli atti chiesti. Se l’assunzione è domanda-ta dallo stesso giudice, la richiesta deve essere tra-smessa in via diplomatica.

3. La corte delibera in camera di consiglio e, qua-lora autorizzi l’assunzione, rimette gli atti al giudicecompetente.

4. Può disporsi l’assunzione di mezzi di prova ol’espletamento di altri atti istruttori non previsti dal-l’ordinamento italiano sempreché essi non contrasti-no con i principi dell’ordinamento stesso.

5. L’assunzione o l’espletamento richiesti sonodisciplinati dalla legge italiana. Tuttavia si osserva-no le forme espressamente richieste dall’autoritàgiudiziaria straniera in quanto compatibili con iprincipi dell’ordinamento italiano.

Art. 70. Esecuzione richiesta in via diplomatica.1. Se la richiesta per l’assunzione di mezzi di provadi atti di istruzione è fatta in via diplomatica e la par-te interessata non ha costituito un procuratore che nepromuova l’assunzione, i provvedimenti necessari

per questa sono pronunciati d’ufficio dal giudice pro-cedente e le notificazioni sono fatte a cura del can-celliere.

Art. 71. Notificazione di atti di autorità stra-niere. 1. La notificazione di citazioni a compariredavanti ad autorità straniere o di altri atti provenien-ti da uno Stato estero è autorizzata dal pubblicoministero presso il tribunale nella cui giurisdizionela notificazione si deve eseguire.

2. La notificazione richiesta in via diplomatica èeseguita, a cura del pubblico ministero, da un uffi-ciale giudiziario da lui richiesto.

3. La notificazione avviene secondo le modalitàpreviste dalla legge italiana. Tuttavia si osservano lemodalità richieste dall’autorità straniera in quantocompatibili con i principi dell’ordinamento italiano.In ogni caso l’atto può essere consegnato, da chiprocede alla notificazione, al destinatario che loaccetti volontariamente.

TITOLO V

DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI

Art. 72. Disposizioni transitorie. 1. La presentelegge si applica in tutti i giudizi inziati dopo la datadelle sua entrata in vigore, fatta salva l’applicabilitàalle situazioni esaurite prima di tale data delle pre-vigenti norme di diritto internazionale privato.

2. I giudizi pendenti sono decisi dal giudice italia-no se i fatti e le norme che determinano la giurisdi-zione sopravvengono nel corso del processo.

Art. 73. Abrogazioni (1). 1. Sono abrogati gliarticoli dal 17 al 31 delle disposizioni sulla leggein generale premesse al codice civile, nonché gliarticoli 2505 e 2509 del codice civile e gli articoli2, 3, 4 e 37, secondo comma, del codice di proce-dura civile; gli articoli dal 796 all’805 del codicedi procedura civile sono abrogati a far data dal 31dicembre 1996.–––––––––––

(1) Articolo così sostituito dapprima dall’art. 8,D.L. 28 agosto 1995, n. 361 conv. nella L. 27 otto-bre 1995, n. 437, e successivamente dall’art. 10D.L. 23 ottobre 1996, n. 542 conv. nella L. 23dicembe 1996, n. 649.

Art. 74. Entrata in vigore (1). 1. La presente leg-ge entra in vigore il 1° settembre 1995; gli articolidal 64 al 71 entrano in vigore il 31 dicembre 1996.–––––––––––

(1) Articolo così sostituito dapprima dall’art. 8D.L. 28 agosto 1995, n.361 conv. nella L. 27 ottobre1995, n. 437, e successivamente dall’art. 10 D.L. 23ottobre 1996, n. 542 conv. nella L. 23 dicembre1996, n. 649.

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