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Page 1: 18 IX giovedì - MITO SettembreMusica · re tra gli anni 1938-1943. La seconda è Hymne à l’amour (1949), che Édith ... dia di Milonga en Ay menor di Piazzolla, accompagnata da

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giovedì

LA BELLA MUSICA NEL TUO QUARTIERE

Canti raminghi

Page 2: 18 IX giovedì - MITO SettembreMusica · re tra gli anni 1938-1943. La seconda è Hymne à l’amour (1949), che Édith ... dia di Milonga en Ay menor di Piazzolla, accompagnata da

Arrangiamenti di Alberto VindrolaI racconti di Gabriel García Márquez sono liberamente adattatida Mauro Ginestrone

ArchitanghiArtisti del Teatro Regio

Manuela Giacomini, sopranoMauro Ginestrone, voce recitanteRoberto Baiocco, flautoAlessandro Dorella, clarinettoEnrico Luxardo, violinoFranco Mori, violaGiulio Arpinati, violoncelloMichele Lipani, contrabbassoRanieri Paluselli, percussioni

In collaborazione conTeatro Regio

Si ringraziano per la collaborazione

Gli Architanghi sulle ali di Ermes

Con il consueto sguardo obliquo e acuto che ha contraddistinto la loro storia sin dagli esordi nel 2001, gli Architanghi offrono questo ultimo progetto coerentemente alla loro filosofia sul fare e pensare musica, coniugando magistralmente leggerezza e rigore, coraggio e grazia. Questo punto di vista spalanca all’ensemble “regio” le porte di combinazioni sorprendenti, dove l’arte degli intrecci e dei legami tra quelle reti di senso che sono le opere musicali, si manifesta coinvolgendo conoscenze e passioni nell’impostare programmi, senza seguire gerarchie se non quelle cangianti della propria curiosità. Anche per l’occasione, il pathos delle loro aperture esecutive comunica quel brivido sottile, rapinoso e seducente che ha la musica quan-do scorrono in lei il sangue, la linfa e il respiro di Ermes, inventore della lira e della scala musicale; dio creativo dotato della sovrana lievità che nel pantheon mitologico lo identifica nel ruolo del ramingo. Ed è proprio per questo che il titolo del concerto, oltre alla risonanza letteraria che rimanda a García Márquez, sembra ispirarsi al girovagare di Ermes, facendo parteci-pare l’ascoltatore a una degustazione sonora del molteplice. In aggiunta, i suoi episodi, proteiformi e plurali, sono illuminati da nuances letterarie, con lo spazio dato alla parola che con equilibrio si sovrappone o si alterna alle composizioni; è cantata da un soprano o interpretata da una voce recitante. Il viaggio prende avvio dalla Parigi che ha saputo attrarre, sostenere e amare artisti e intellettuali raminghi: il clima è quello di metà Novecento, riecheg-giato da due celebri chansons che vivono «in un presente fuori dal tempo» (Gadamer). La prima è Que reste-t-il de nos amours? (1942), scritta da Charles Trenet insieme al pianista jazz marsigliese Léo Chauliac, suo accompagnato-re tra gli anni 1938-1943. La seconda è Hymne à l’amour (1949), che Édith Piaf ha dedicato al suo grande amore tragicamente scomparso scrivendo i

Canti raminghi. Tango e canzoni, poesia e racconti di autori erranti

Charles Trenet (1913-2001)Léo Chauliac (1913-1977)Que reste-t-il de nos amours?Testo di Charles TrenetMauro Ginestrone, voce recitante

Marguerite Monnot (1903-1961)Édith Piaf (1915-1963)Hymne à l’amourTesto di Marguerite Monnot ed Édith PiafManuela Giacomini, soprano

Gabriel García Márquez (1927-2014)L’aereo della bella addormentataMauro Ginestrone, voce recitante

Astor Piazzolla (1921-1992)Milonga en Ay menor

George Gershwin (1898-1937)The Man I LoveTesto di Ira Gershwin (1896-1983)Manuela Giacomini, soprano

Astor PiazzollaLa muerte del ÁngelJuanito Laguna ayuda a su madreTesto di Horacio Ferrer (1933)Mauro Ginestrone, voce recitante

Quirino Mendoza y Cortés (1862-1957)Cielito lindoTesto di Quirino Mendoza y CortésManuela Giacomini, soprano

Moisés Simons (1889-1945)El Manisero (The Peanut Vendor)

Alberto Vindrola (1944)Sentimental milonga

Gabriel García MárquezLa notte dei pivieriMauro Ginestrone, voce recitante

Pablo Beltrán Ruiz (1915-2008)Quién será

Astor PiazzollaFear da Five Tango Sensations

Hugo Blanco (1940)José Manzo Perroni (1927)Moliendo caféManuela Giacomini, soprano

versi in seguito musicati dalla fedele collaboratrice Marguerite Monnot, pianista e allieva di Nadia Boulanger come in futuro lo sarà Piazzolla. Questo preambolo vibrante di nostalgia è seguito da un testo che racconta come può essere palpitante un viaggio aereo transoceanico per un passeg-gero, se al suo fianco si siede una donna bellissima quanto enigmatica e irraggiungibile, forse orientale o sudamericana. È L’aereo della bella addormentata, scritto in maniera definitiva nel 1982 da Gabriel García Márquez, dopo una rocambolesca vicenda di smarrimenti e ricostruzioni, riguardante tutte le novelle raccolte in Dodici racconti raminghi. E quando l’aereo sta per atterrare «nell’amazzonia di New York», la celestiale melo-dia di Milonga en Ay menor di Piazzolla, accompagnata da una serie d’im-magini, allude ai pensieri che attraversano i sogni di questa creatura spro-fondata senza intermittenze in un sonno da cui si sveglierà solo all’arrivo. La Grande Mela è anche George Gershwin, emblema della “Tin Pan Alley”, fucina di songs per il teatro musicale, diventate evergreen a furia di incan-descenti prove jazzistiche. Il brano scelto per questa tappa è The Man I Love (1927), remake del precedente The Girl I Love (1924) ma con il testo di Ira Gershwin nella versione al femminile, che diventerà quella definitiva per il cuore del pubblico.Il bruciante e movimentato intarsio fugato a quattro voci che introduce La muerte del Ángel (1962) ci porta con Astor Piazzolla nell’emisfero australe. Ed è sempre del maestro di Mar del Plata il brano che segue, questa volta con la letra di Horacio Ferrer ispirata alla figura di Juanito Laguna, perso-naggio creato dal pittore Antonio Berni per una serie di collage materici di denuncia sociale sul disagio dei bambini nelle villas miserias che stringo-no drammaticamente Buenos Aires. La versione di Juanito Laguna ayuda a su madre è proposta con il testo recitato, come lo aveva interpretato proprio Ferrer nell’lp En persona, inciso con Piazzolla nel 1970.Si ritorna a un’atmosfera romantica con il ritmo ternario di un celebre huapango, Cielito lindo (1882) del messicano Quirino Mendoza y Cortés, e quindi a quella vociante di una calle cubana dove gli ambulanti intona-no i loro pregones: in questo caso è un venditore di arachidi, El Manisero (1928), di cui Moisés Simons compose un colorito ritratto in musica al tavolino dell’elegante bar La Campana dell’Avana.Ad arrangiare per gli Architanghi la musica in programma ci ha pensa-to Alberto Vindrola, che ha trovato spazio anche come autore con una composizione intitolata Sentimental milonga, un omaggio ai tempi lenti e ai climi languidi di Piazzolla. Dopo quest’episodio strumentale, ritorna la felice scrittura di García Márquez, nella forma immaginifica del realismo magico di La notte dei pivieri (1953), racconto che fluttua e pulsa vischioso senza schiudere varchi nel suo angoscioso spazio claustrofobico. La «dura aria tagliente di alba invisibile» in cui si snoda la trama recitata, è adagia-ta sulle note di Quién será, un mambo-beat coevo del messicano Pablo Beltrán Ruiz, anch’esso divenuto immortale. Appartenente alle Five Tango Sensations (1989) di Piazzolla, Fear è l’ul-timo movimento della serie, annunciato dall’onda melanconica di un contrappunto che sviluppa poche cellule melodiche, facendole emergere e scomparire in un canovaccio iridescente, dove nella sua tenace fibra ritmica, ossessiva e sofferente si agita l’essenza del tango. Ultima stazione del viaggio è una pittoresca pagina della musica d’intratte-nimento come Moliendo café (1958), la cui paternità è stata disputata nei tribunali venezuelani tra Hugo Blanco e suo zio José Manzo Perroni. A chi non è mai capitato di essere messo di buonumore dalla sua travolgente euforia? O, perfino… non ha ballato sul suo ritmo plastico, magari nell’oc-casione di un Capodanno o in qualche balera dal nome esotico, nella sgangherata interpretazione di un’orchestrina con curiose giacche di lamé?

Franco Finocchiaro