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180208 RASSEGNA STAMPA 180207 GLIFOSATO PARLAMENTO UE APPROVA COMMISSIONE DI INCHIESTA ansa 180207 IL BABY CHE FA PAURA ALLE MICOTOSSINE risoitaliano 180207 MAIS PER SCEGLIERE L’IBRIDO GIUSTO, NON BISOGNA GUARDARE SOLO LA PRODUTTIVITÀ il nuovo agricoltore 180208 USACINA, IL DEFICIT INCENDIA LA GUERRA DEI COMMERCI La Repubblica

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    18-‐02-‐08  RASSEGNA  STAMPA    18-‐02-‐07  GLIFOSATO-‐  PARLAMENTO  UE  APPROVA  COMMISSIONE  DI  INCHIESTA  ansa    18-‐02-‐07  IL  BABY  CHE  FA  PAURA  ALLE  MICOTOSSINE    risoitaliano    18-‐02-‐07  MAIS-‐  PER  SCEGLIERE  L’IBRIDO  GIUSTO,  NON  BISOGNA  GUARDARE  SOLO  LA  PRODUTTIVITÀ    il  nuovo  agricoltore    18-‐02-‐08  USA-‐CINA,  IL  DEFICIT  INCENDIA  LA  GUERRA  DEI  COMMERCI  La  Repubblica  

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    GLIFOSATO:  PARLAMENTO  UE  APPROVA  COMMISSIONE  DI  INCHIESTA  

    Nel mirino Commissione Ue, Efsa e possibili conflitti interesse

    Sconfitto dagli Stati, che hanno rinnovato per 5 anni l'autorizzazione del glifosato, il Parlamento Ue non si dà per vinto nella battaglia contro il più famoso erbicida in circolazione, approvando oggi, per alzata di mano, la creazione di una Commissione ad hoc chiamata ad esaminare le procedure comunitarie di autorizzazione dei pesticidi. In particolare, la commissione dell'Eurocamera, che avrà una vita di 9 mesi, dovrà esaminare le possibili défaillances nei metodi di valutazione ed autorizzazione scientifica, il ruolo della Commissione Ue nel rinnovo dell'autorizzazione del glifosato e l'esistenza o meno di possibili conflitti di interesse nella procedura di approvazione. I 30 membri della nuova Commissione, che

  • verranno eletti giovedì, dovranno inoltre valutare il ruolo delle Agenzia della Ue, tra cui l'Efsa di Parma, e indicare se dispongono delle risorse umane e finanziarie adeguate per poter realizzare i loro compiti. Alla fine delle sue indagini, la Commissione presenterà il suo rapporto, che dovrà essere approvato dalla plenaria di Strasburgo.

  • IL  BABY  CHE  FA  PAURA  ALLE  MICOTOSSINE    Il convegno dell'Ente Risi dimostra che esiste anche una strategia sanitaria contro le importazioni

     Pienone di pubblico per il convegno “Progetto BabyRice: i risultati del primo anno di lavoro” svoltosi, ieri, 7 febbraio, al Centro Ricerche dell’ Ente Risi. Presenti Marianna Garlanda di Regione Lombardia (il progetto pilota “Baby Food: un mercato da riconquistare” è cofinanziato nell’ambito della mis. 16.2.01 del PSR Lombardia), il direttore generale dell’ENR Roberto Magnaghi, il team tecnico-scientifico coordinato da Marco Romani di Ente Risi e composto Gian Maria Beone, Maria Chiara Fontanella, Terenzio Bertuzzi e Paola Giorni dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, da Maria Martin dell’Università di Torino oltre che da Umberto Rolla, Eleonora Miniotti e Gianluca Beltarre dell’Ente Risi. Presenti i responsabili delle aziende agricole coinvolte nel progetto, dal soggetto capofila Giovanni Daghetta a Paolo Braggio e Roberto Gamalerio, oltre al consulente agronomico Flavio Barozzi. Tutti coordinati dalla professoressa Elisabetta Barberis, docente di Chimica Agraria e pro-rettore dell’ Università di Torino, che ha svolto la funzione di moderatore al convegno. Da cui sono emersi i primi risultati di una sperimentazione tesa da un lato a verificare in campo l’applicabilità di protocolli per la riduzione dell’assorbimento di metalli pesanti, dall’altro ad indagare nel settore finora inesplorato delle possibili contaminazioni da micotossine nel riso.

    Sul fronte delle possibili contaminazioni da metalli pesanti i dati sperimentali hanno evidenziato risultati non sempre univoci e che necessiteranno di ulteriori approfondimenti e accertamenti (anche se apparirebbe utile, sulla base dei primi dati raccolti, una verifica preliminare dell’idoneità dei suoli alla coltivazione del riso per baby food basata sulle caratteristiche chimico-fisiche ed idrauliche dei terreni, con preferenza per quelli che consentono una rapida e decisa asciutta in fase di levata o “mid season drainage”). Su quello delle micotossine, finora sostanzialmente non studiato dalla letteratura scientifica europea (il che rende il progetto Baby Food una sorta di vero apripista in questo campo della

  • ricerca), i dati relativi alla produzione di riso nazionale appaiono piuttosto confortanti, in particolare se raffrontati con le numerose allerte per contaminazione da micotossine su partite di riso di provenienza estera (soprattutto asiatica). Come emerso nel corso del convegno i dati della sperimentazione potranno risultare utili non solo nella “nicchia” della produzione di riso per prima infanzia, ma per garantire un sempre maggiore qualità del riso italiano in generale. Magari contribuendo a differenziarlo ed a certificarne la qualità, ad esempio sul fronte delle micotossine, rispetto al prodotto di importazione. Autore: Marco Sassi

  • MAIS:&PER&SCEGLIERE&L’IBRIDO&GIUSTO,&NON&BISOGNA&GUARDARE&SOLO&LA&PRODUTTIVITÀ&

    Le prove agronomiche sugli ibridi di mais nel 2017, coordinate dalla sede di Bergamo del Crea, forniscono ancora una volta indicazioni preziose agli agricoltori e ai contoterzisti che si apprestano a scegliere quali mais seminare.

    La resa media generale degli ibridi messi a confronto per le classi 500, 600 e 700 è stata nel 2017 di 128,9 ql/ha, cioè di ben 21 ql/ha inferiore a quella del 2016, e questo la dice lunga sull’andamento climatico di un anno difficile.

    Le produzioni medie delle classi 500, 600, 700 Nel dettaglio, gli ibridi di classe 500 hanno prodotto in media 127,7 ql/ha con umidità del 19,5%, quelli di classe 600 hanno prodotto 129,4 ql/ha con umidità media del 21,5%, mentre gli ibridi di classe 700 hanno raggiunto una media di 130,1 ql/ha con umidità di 22,1%.

    Fate attenzione agli ibridi più stabili L’aspetto più interessante da rilevare osservando i dati del Crea è l’elenco degli ibridi che in tutte le nove località di prova della Pianura Padana, dal Piemonte al Friuli-Venezia Giulia, hanno raggiunto un giusto compromesso tra la stabilità della loro risposta agronomica nei diversi ambienti, unita a un’elevata produzione. Si tratta dunque degli ibridi che possiamo considerare più affidabili, quelli cioè che fanno portare a casa sempre un buon raccolto, anche se non sempre sono quelli con il più elevato potenziale produttivo. Riteniamo infatti che l’alta produttività sia un fattore importante, ma solo se unito all’affidabilità dell’ibrido nei confronti di diverse condizioni di fertilità e di ambiente di coltivazione.

    Gli ibridi più stabili e produttivi

  • Ecco gli ibridi che hanno manifestato nel 2017 questa peculiare caratteristica:

    • KENFRANCOS (Kws) • P0937 (Pioneer) • P1501 (Pioneer) • KEYANNIS (Kws) • DKC6650 (Dekalb) • KEFIEROS (Kws) • LG30.600 (Limagrain) • P1672 (Pioneer) • MAS 78.T (Maisadour) • SY BRABUS (Syngenta) • P1574 (Pioneer) • P1470 (Pioneer) • P1134 (Pioneer) • KWS PORTOFINO (Kws) • P1733 (Pioneer) • SYHYDRO (Syngenta) • SY ANTEX (Syngenta) • SISMICO (SIS) • P1817 (Pioneer)

    Gli ibridi più produttivi Se invece volete sapere gli ibridi che si sono distinti per la massima produzione, ma non sempre per la stabilità, ecco l’elenco:

    Classe&500&

    • P1134 (Pioneer) • KEFIEROS (Kws) • SISMICO (SIS) • P0937 (Pioneer) • KONTIGOS (Kws)

    Classe&600&

    • P1470 (Pioneer) • KENFRANCOS (Kws) • DKC6728 (Dekalb) • P1547 (Pioneer) • P1672 (Pioneer)

    Classe&700&

    • SY ANTEX (Syngenta) • P1817 (Pioneer) • SY BRABUS (Syngenta) • MAS78T (Maisadour) • P1733 (Pioneer)

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