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Paolo Calzini, Franco Cardini, Paolo De Ioanna, Rita di Leo, Roberto Esposito, Sergio Fabbrini, Paolo Garimberti, Paolo Gentiloni, John Harper, Guido Moltedo, Romano Prodi, Sergio Romano, Mario Tronti L’Europa nel mondo: tra passato e presente IDEE PER IL FUTURO DELL’ EUROPA Prefazione di Luigi Zanda

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Paolo Calzini, Franco Cardini,Paolo De Ioanna, Rita di Leo,

Roberto Esposito, Sergio Fabbrini,Paolo Garimberti, Paolo Gentiloni,

John Harper, Guido Moltedo,Romano Prodi, Sergio Romano,

Mario Tronti

L’Eu

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te

IDEEPER ILFUTURO

DELL’EUROPA

Prefazione di Luigi Zanda

Di questi tempi si parla spesso di crisidel progetto europeo, di terrorismo, grandi

migrazioni, potenze emergenti.Quale riforma di se stessa può intraprendere

l’Europa? Quali politiche economiche adottareper uscire dalla crisi e affrontare i grandi gigantieconomici che la circondano? Che ruolo possono

e devono avere i cittadini europei? A questeed altre pressanti domande Paolo Calzini,

Franco Cardini, Paolo De Ioanna, Rita di Leo,Roberto Esposito, Sergio Fabbrini,

Paolo Garimberti, Paolo Gentiloni, John Harper,Guido Moltedo, Romano Prodi,

Sergio Romano e Mario Tronti hanno tentatodi rispondere avanzando proposte

utili alla politica e alla società

€ 12,00

2000.1476 L’Europa nel m

ondo: tra passato e presente

FrancoAngeliLa passione per le conoscenze

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Paolo Calzini, Franco Cardini,Paolo De Ioanna, Rita di Leo,

Roberto Esposito, Sergio Fabbrini,Paolo Garimberti, Paolo Gentiloni,

John Harper, Guido Moltedo,Romano Prodi, Sergio Romano,

Mario Tronti

L’Eu

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IDEEPER ILFUTURO

DELL’EUROPA

Prefazione di Luigi Zanda

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Indice

Prefazionedi Luigi Zanda pag. 9

Nota editoriale » 13

La Russia di Putin e l’Europa

Continuità nei rapporti tra Russiaed Europa?di Paolo Calzini » 17

Le ragioni della Russia di Putindi Sergio Romano » 31

La tela di Putindi Paolo Garimberti » 38

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La Cina e l’Europa

L’Italia e la sfida della nuovaVia della setadi Paolo Gentiloni pag. 49

L’Europa volga lo sguardo a Orientedi Mario Tronti » 59

La Via della seta:un legame con l’Europao una politica regionale cinese?di Romano Prodi » 67

Gli Stati Uniti dopo il voto e l’Europa

La “permanent campaign”del Presidente Trumpdi Guido Moltedo » 85

Il caso Donald Trumpdi Rita di Leo » 91

Trump e l’Europa: prime impressionidi John Harper » 115

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L’Europa tra crisi economicae riforma del Welfare

La prospettiva dell’unione federaledi Sergio Fabbrini pag.125

Non sono tempi ordinari per l’Europadi Paolo De Ioanna » 135

Le radici dell’Europa

Europa e filosofiadi Roberto Esposito » 145

Europa e/o Occidentedi Franco Cardini » 161

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Prefazione

Anche quest’anno i senatori del Partito Democrati-co hanno promosso un nuovo ciclo di conferenze, que-sta volta su L’Europa nel mondo: tra passato e presen-te. Abbiamo chiamato a confrontarsi su questo temaintelligenze del nostro Paese: storici, filosofi, politici egiornalisti. Convinti che il ruolo dell’Europa e le sfideche si appresta ad affrontare non solo incideranno sullenostre politiche, ma saranno anche fondative della nuo-va fase storica cui andiamo incontro.

L’Europa, proprio per il suo non essersi determinatada precisi confini naturali, chiamata semplicemente nel-l’antichità erebos, il luogo dove tramonta il sole, ha vi-sto condizionare la sua stessa esistenza da questo fatto-re. La sua costruzione è squisitamente politico-filo-sofica, costruita faticosamente sul concetto, sulla ragio-ne, sul pensiero politico.

L’Oriente si costruisce storicamente e politicamentesul principio dispotico. L’Europa, l’Occidente conti-nentale sulla pluralità delle polis. Questo è un fattorestorico, non certo un giudizio politico.

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Guardando alla storia dell’Europa (guerre di reli-gione, rivoluzione francese, guerre mondiali e totalitari-smo, dopoguerra) vediamo come l’Europa, nei suoimomenti più gravi, tende sempre a riaffidarsi alla forzacostituente del suo pensiero.

Oggi, all’interno di una crisi globale e nel mezzo diun processo gigantesco di trasformazione delle società,viviamo a tutti gli effetti uno di questi momenti, caricodi incertezze che non riguardano solo il nostro conti-nente, ma certo lo investono con tutta la loro forza de-stabilizzatrice.

È ormai impossibile rimandare ulteriormente i nodidi fondo che l’ancora non realizzata unificazione euro-pea porta con sé, nonostante gli intenti e i profondi di-battiti che su questo tema si sono succeduti dagli anniCinquanta in poi, tra i principali attori che la vollerofortemente.

L’economia, alla base della scelta maturata proprionegli anni Cinquanta soprattutto per via della Francia,non solo si è dimostrata un collante non sufficiente, maal contrario ha fatto sì, in particolare nei momenti dicrisi, che prendessero il sopravvento i diversi interessi.

Nel dipanarsi del nostro ciclo di conferenze, c’è chiha parlato di un quadro istituzionale europeo inade-guato, delle difficoltà delle politiche intergovernative edella necessità di riforma dei trattati, di un’unione poli-tica che non sia uno stato federale, ma un’unione fede-rale. C’è chi ha evocato, alla base di un nuovo inizio, lanecessità della scrittura di una Costituzione europea,

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della costruzione di un popolo europeo che si doti diuna lingua comune, di una storia comune condivisa, diuna pubblica opinione consapevole.

La politica non può girarsi dall’altra parte se vuoleaffrontare con strumenti adatti ciò che appare a tutti glieffetti come una nuova e inedita sfida, impattante comee forse più della scoperta dell’America, vale a dire laglobalizzazione intesa non solo come fenomeno squi-sitamente economico, ma prima ancora politico e bio-politico.

E i grandi flussi migratori che stanno investendo ilcontinente sono una parte della mondializzazione deiproblemi. Masse di uomini e donne che si muovono allaricerca di salvezza, spinti da guerre e dai grandi cam-biamenti climatici.

A un’Europa rifondata potrebbe spettare il compitodi essere il motore della “civilizzazione della globaliz-zazione” e della ricostruzione di un nuovo “ordinemondiale” basato sui principi della pace e del diritto.Ovvero il consapevole attore di quel principio di ragio-nevolezza secondo il quale la qualità dello sviluppoeconomico non può prescindere dalla qualità delle isti-tuzioni pubbliche.

Ecco perché all’Europa servono forti istituzioni po-litiche comuni.

Anche per queste ragioni il ciclo di conferenze delgruppo del PD al Senato è stato aperto a spunti di os-servazione specifici sui tre protagonisti della politicamondiale, Stati Uniti, Cina e Russia. Guardandoli dal

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punto di vista europeo, vale a dire con tutte le implica-zioni politiche ed economiche che ci riguardano.

L’elezione di Trump, sebbene sia ancora troppo pre-sto per tirare le somme, ha comunque significato la fine(forse temporanea) dell’idea dell’America come ege-mone liberale e leader dell’Occidente. Trump è il primopresidente americano “euroscettico”, il che consegna difatto all’Europa il compito, tra i vari, di decidere qualeprotagonismo avere e quale peso nei rapporti tra legrandi potenze del nuovo mondo: USA e Cina, Russia eIndia, Africa e Sud America.

Sono molti altri i temi ancora da affrontare in que-sto vasto campo, i nodi da sciogliere, e tutti richiedonoattente valutazioni e grande sensibilità politica.

Senza alcuna pretesa di esaurire temi di questacomplessità e, al contrario, consapevoli di quanto im-pegno e attenzione bisognerà avere, in questo scorciofinale di legislatura il nostro compito sarà quello di faragire la volontà di rinnovamento nell’azione politicaparlamentare e nella società.

Luigi ZandaPresidente Gruppo PD Senato

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Nota editoriale

I testi raccolti in questo volume sono costituiti dallerelazioni tenute per il ciclo di conferenze L’Europa nelmondo: tra passato e presente promosso dal Gruppodel Partito Democratico del Senato della Repubblica edal suo Ufficio Studi e Ricerche.

Gli incontri si sono tenuti a Roma presso la SalaAtti Parlamentari della Biblioteca del Senato della Re-pubblica “Giovanni Spadolini” e la Sala Zuccari diPalazzo Giustiniani tra il dicembre del 2016 e il lugliodel 2017.

I testi vengono pubblicati nella versione rivista eautorizzata dai singoli relatori.

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La Russia di Putin e l’Europa

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Continuità nei rapportitra Russia ed Europa?

di Paolo Calzini

Il confronto fra la Russia e l’Europa – indubbia-mente il più grave dagli anni del dopoguerra fredda –va considerato in una prospettiva di lungo periodo. Unperiodo che si è sviluppato tra fasi alterne segnate dacontrapposizione e cooperazione, a partire dal XVII se-colo per arrivare ai giorni nostri. Alla base del rapportoquale elemento di fondo, figura con aspetti particolarisecondo la congiuntura, la posizione di inferiorità dellaRussia nei confronti dell’Europa. Si tratta di una condi-zione dovuta al persistente stato di relativa arretratezza,evidente sul piano interno del modello politico econo-mico di modernizzazione russo, rispetto a quello Euro-peo, e più in generale occidentale (il blocco euro-atlantico sotto la guida degli Stati Uniti). A questa si-tuazione ha tradizionalmente corrisposto, anche se nonin termini di stretta equivalenza, considerata la presenzadi elementi equilibratori di varia natura (l’estensioneterritoriale, l’arma nucleare, et alia) una condizione disostanziale disparità sul piano internazionale a sfavoredella Russia.

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Fondato su un intreccio articolato di relazioni di va-rio ordine, che lo distinguono da altre esperienze politi-co diplomatiche il rapporto fra la Russia e l’Europa èstato definito non a caso “speciale”. La contrapposizio-ne fra le parti che si relazionano nel ruolo per eccellen-za dell’“altro” ha determinato da parte europea un giu-dizio, fatti salvi alcuni settori (per esempio la cultura),di massima negativo nei confronti della Russia, mentreda parte di quest’ultima si sono manifestati di regolasentimenti allo stesso tempo di attrazione e di rigettoverso la controparte.

L’interrogativo di fondo riguardo alla natura parti-colare di questo rapporto si riassume nella domanda:“La Russia è parte dell’Europa o fa parte dell’Europa?”

A suggerire alcuni elementi di risposta sottolineiamoi principali livelli di interazione fra Russia ed Europa.

Il livello geostrategico. La Russia, che pure si ca-ratterizza per una dimensione territoriale che la porta aestendersi lungo l’intero arco dello spazio euroasiatico,si colloca a pieno titolo sul continente europeo, intesonell’accezione gollista “dall’Atlantico agli Urali”, ve-nendo a collocarsi a ridosso degli stati membri del-l’Unione Europea. Una collocazione che comportanella logica della cosiddetta “fatalità di posizione”un’esposizione diretta, con gli aspetti di vulnerabilitàche questo comporta sotto il profilo della sicurezza,della componente più avanzata e popolosa del Paese, alcomplesso militare euroamericano. Si tratta del fronteoccidentale presidiato dall’alleanza della Nato che si

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conferma come dimostra la successione di conflitti de-gli ultimi due secoli quello decisivo per la sopravviven-za della Russia rispetto a quello orientale che guardaagli stati asiatici, Cina in primo luogo.

Il livello politico ideologico. In riferimento al-l’identità della Russia, soggetto con una propria caratte-rizzazione nazionale specifica, si pone il quesito, se e inche termini si possa parlare della sua appartenenza aquello che viene definito “il grande Occidente”. Uncomplesso, che si riferisce a un’ipotetica entità formatada Russia, Unione Europea e Stati Uniti originati dauna comune discendenza europea, una civiltà fondatasu valori e modelli di sviluppo condivisi. Resta d’altraparte confermata la volontà della Russia di porsi con ipropri tratti politici e cultural-religiosi al centro del“modo russo” a cui fanno riferimento le popolazionirusse e russofone confinate a causa dell’implosione del-l’Unione sovietica fuori dei confini nazionali. A darerisalto alla discussione sulla collocazione o meno dellaRussia nel “grande Occidente”, ha contribuito la re-cente ascesa di un gruppo di nuovi stati medi e mag-giormente appartenenti al continente asiatico, africano esud americano. Un gruppo di stati che configura la na-scita di un complesso ragguardevole, caratterizzato an-che se frammento da una propria identità, secondo laformula del “Occidente e il resto”.

Il livello economico commerciale. L’importanza,del rapporto fra due grandi economie caratterizzate daforte complementarietà è evidente. Per la Russia che