2002 - giornalino palio
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Giornalino del Rione Bianco - Palio 2002TRANSCRIPT



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SOMMARIOSenti chi parla ..................................foglio 2
La parola alla scuderia .......................foglio 3
Niballo Palio di Faenza ......................foglio 4
Il Palio al Rione Bianco .....................foglio 7
Palio che passione............................foglio 10
Un Rione di sbandieratori.................foglio 12
Costumi del Caporione e Dama .........foglio 13
Il Rione e la storia ...........................foglio 14
Chi li ha visti? .................................foglio 15
Il Chiostro è vivo..............................foglio 17
Accadrà ...........................................foglio 20
Garanzia di riservatezza per i soci: Assicuriamo la massima riservatezza su-gli indirizzi custoditi nell’impianto elettronico del Rione Bianco (come dalegge n.675/96). Li utilizziamo esclusivamente per l’invio di notizie del-l’Associazione e della presente rivista.
Le foto di copertina sono di Foto BG
Periodico a cura del Rione Bianco - Piazza Fra Sabba, 5 - Direttore responsabile Fran-cesco Gorini - Autorizzazione del Trib. di Ravenna n. 738 del 29/2/84 - Sped. in abb. po-st. Gr. IV/70 - Pubblicità inferiore al 70% - Impaginazione elettronica: Graphic Line Faen-za - Stampa: Tipografia Romagna Faenza - Anno 19 - N.1 Giugno 2002
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ROBERTO MONTUSCHI 2002Cosa significa essere il Caporione del Bianco?Il Caporione del Bianco non deve mai dimenticare di essere ilportavoce di un gruppo meraviglioso che sotto certi aspetti sisente anche un pò particolare rispetto agli altri Rioni.In primo luogo però, ritengo che quest’incarico richieda unimpegno che non concede distrazioni perché occorre sempreottenere il massimo ad ogni livello, nel rispetto delle regoledel gioco. Il Rione Bianco è una delle cinque forze che dannovita al Palio nella città di Faenza, di conseguenza vi è ancheuna certa responsabilità verso coloro che attraverso la figuradel Caporione, si aspettano che tutto stia andando come vor-rebbero, (ovviamente sempre per il meglio).
In questi 16 anni prova a ricordare le cose più belle e quel-le più brutte.La cosa più ovvia sarebbe ricordare le due vittorie consecuti-ve al Palio del 1990 e 1991 o una delle tante imprese dei no-stri sbandieratori.Ma le sensazioni più belle si provano quando, con qualunquerisultato ottenuto, il Rione dimostra di essere unito con la vo-glia di riprovarci alla prossima occasione, e ciò vuol dire chequalcosa di valido si è riusciti comunque a costruire.Una “cosa bella” è quando ti ritrovi nel Chiostro durante lasettimana del Palio, stanco morto ma senza la minima vogliadi voler salutare quelli che ancora non si danno per vinti.I ricordi più brutti sono per quelle persone con cui hai con-diviso trepidazioni e scoramenti e che nonostante manchinoda tempo vorresti rivolgerti ancora a loro per un consiglio; inquel momento ti senti impotente e puoi reagire solo facendoaffidamento su tutta la forza del gruppo.
Cosa pensi di fare, come Caporione, per portare il Palio alRione Bianco?Il mio obiettivo è di cercare di dare il massimo della fiduciaall’attuale gruppo di scuderia affinché possa essere messo incondizione di maturare le esperienze sin d’ora fatte. Abbiamouomini e mezzi, si tratta di trovare gli stimoli più efficaci perlavorare sempre con entusiasmo. Ritengo non sia un buon si-stema quello di cambiare e rinnovarsi troppo spesso.
Alla famosa domanda :”Il tuo cuore galoppa o sventola?” u-na volta rispondesti:”Sventola!”E’ ancora così oggi? (non rispondere “pedala”).Il primo impegno che si assume un Caporione è senz’altroquello di vincere il Palio, perciò il mio cuore “galoppa”.Mi sembra però comprensibile che il desiderio di un rionaleimpegnato agonisticamente, possa essere quello di vincere lapropria gara; tamburino, sbandieratore o cavaliere che sia.Se smetterò di fare il Caporione e potessi riprendere in manole bandiere credo tornerei a rispondere che “sventola”.
La gara, il successo o l’avvenimento che ti ha emozionato dipiù in questi anni da Caporione.La seconda vittoria consecutiva al Palio del 1991 e la decimaconquista consecutiva della Botte nel 1999. Riconfermarsi nonè mai facile.
In questi anni hai visto crescere in maniera molto impor-tante i rapporti tra Caporioni ed Amministrazione, cosa a-vresti ancora da chiedere per una crescita definitiva del Pa-lio del Niballo?Ora che questa collaborazione si è consolidata, possiamo pro-porci a pieno titolo anche a quella parte di città che ancoranon ci conosce fino in fondo. Per questo vorrei che in un pros-simo futuro tutto ciò si trasformasse in un reciproco rappor-
SENTI CHI PARLA to di stima e fiducia a 360 gradi.
Mancano pochi giorni alle prossime gare, due parole per lascuderia e due per gli sbandieratori.Se avessi la bacchetta magica che trasforma l’impegno in ri-sultati , la userei per tutti loro nella certezza di ottenere solopiazzamenti di prim’ordine.
Antonella, tua moglie, ti ha accompagnato in questi 16 an-ni da Caporione, quanto ha influito sulle tue scelte?Ha influito indirettamente ma non poco, poiché è riuscita adoccuparsi della famiglia anche al posto mio. L’argomento rio-ne non è mai entrato nei nostri rapporti in maniera invaden-te, ciononostante non le è mai stato troppo difficile capirequando qualcosa non andava; e questo ti può essere utile senon altro per avere un confronto più obiettivo.
In settembre ci saranno le elezioni. Sai che tutto il Rione tivuole Caporione, sei anni fa hai avuto un momento in cuipensavi ci fosse bisogno di cambiare qualcosa e hai lanciatodei messaggi e dei programmi che puntualmente si sono rea-lizzati. Che messaggio vuoi dare adesso, prima del Palio, aituoi rionali?Un Rione che si definisce forte dovrebbe disporre sempre diuna valida alternativa altrimenti il Caporione diventa un per-sonaggio di necessità. Ogni volta che ci sono le elezioni, nel-la migliore delle ipotesi si presenta un secondo candidato chesi pone in contrapposizione all’attuale. Se invece ci fosse an-che un’alternativa con la voglia migliorare il percorso prece-dente ci sarebbe solo più entusiasmo e più idee nuove.Ritengo che proseguire per la strada intrapresa, sia il sugge-rimento migliore che si possa dare, in primo luogo per nonrifarsi di nuovo da capo, ma soprattutto se siamo convinti diquanto sia alla nostra portata il traguardo che ci manca da piùtempo.
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Io non sono come “gli altri” che hanno bisogno di sentire l’odore del tiglio per dire è Palio, per me il tiglio è in fiore tutto l’an-no!Un odore forte, fantastico, magico che ti da la forza, e ti fa sentire consapevole di essere parte del Popolo Borghigiano, un Po-polo fiero, orgoglioso e unito che lotta per la conquista del Palio, che deve essere il sogno di tutti. Perché non basta essere eufo-rici e felici alle porte di giugno per l’arrivo di una festa di tutti (anche faentini), bisogna lottare, soffrire, sacrificarsi e divertir-si tutto l’anno per far si che dopo la battaglia la festa diventi solo la nostra, poiché dobbiamo capire che portare quello Stracciorosso nel nostro amato Borgo deve essere un dovere di tutti per poi sapere che su quel drappo c’è un pezzo di ognuno di noi.Vorrei che i più giovani non facessero l’errore fatto da alcuni di noi quando “quel giorno” (avendo vinto) non eravamo consa-pevoli di ciò che stava succedendo. In quel momento avevamo Tutto ma non comprendemmo la grandezza di quell’istante.Mi piacerebbe far capire a tutti che fare parte del “NOSTRO RIONE” non significa entrarci il primo di giugno per poi sparire lasera finito il Palio, non significa girare per le strade del Borgo o della città col fazzoletto al collo, perché questa è la moda, nonsignifica essere presenti in curva “la nostra curva” per urlare due canzoni o inveire contro gli altri quattro; no il Rione non è so-lo questo , il Rione vive tutti i giorni dell’anno e dipende da noi “solo da noi” dargli vitalità, frequentandolo e frequentandoci,vivendo assieme tutte le emozioni che ognuno di noi può cogliere, e che ci portano ogni anno a soffrire per quelle otto tornateche ci tolgono il respiro.Dovremmo essere sempre di più per mettere insieme tutta la forza che serve per tagliare primi il traguardo, quel “TRAGUARDOIMPORTANTE CHE IN BORGO E’ LA VITA!”
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NIBALLO PALIO DI FAENZA
MANIFESTAZIONI PALIO DEL NIBALLO 2002DAL 1 AL 23 GIUGNO
TORNEO DELLA BIGORDA D’ORO6° EDIZIONE
SABATO’ 1 GIUGNOStadio Comunale “Bruno Neri” dalle ore 18.30 alle ore 21
PROVE DEL 6° TORNEO DELLA BIGORDA D’ORO
DOMENICA 2 GIUGNOPiazza del Popolo ore 21
GIURAMENTO DEI CAVALIERI DEL TORNEO DELLA BIGORDAGARA DELLE BANDIERE SPECIALITA’ COPPIA
Con la partecipazione di coppie di alfieri bandieranti che nonabbiano effettuato la gara della botte e siano under 25
LUNEDI 3, MARTEDI 4, GIOVEDI 6, VENERDI 7 GIUGNO
Stadio Comunale “Bruno Neri” dalle ore 18.30 alle ore 21PROVE DEL 6° TORNEO DELLA BIGORDA D’ORO
MERCOLEDI 5 GIUGNOStadio Comunale “Bruno Neri” dalle ore 19.30
PROVE UFFICIALI DEL 6° TORNEO DELLA BIGORDA D’ORO
DOMENICA 9 GIUGNOStadio Comunale “Bruno Neri” alle ore 19
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NIBALLO PALIO DI FAENZA
MANIFESTAZIONI PALIO DEL NIBALLO 2002DAL 1 AL 23 GIUGNO
NIBALLO PALIO DI FAENZA 200246° EDIZIONE
MERCOLEDI’ 12 GIUGNO VENERDI’ 14 GIUGNO
Stadio Comunale “Bruno Neri” dalle ore 18.30 alle ore 21PROVE DEL 46° PALIO DEL NIBALLO
DOMENICA 16 GIUGNO Piazza del Popolo alle ore 21GIURAMENTO DEI CAVALIERI
GARA DELLE BANDIERE: SPECIALITA’ COPPIA
LUNEDI’17 GIUGNO VENERDI’ 21GIUGNO
Stadio Comunale “Bruno Neri” dalle ore 18.30 alle ore 21PROVE DEL 46° PALIO DEL NIBALLO
MERCOLEDI’ 19 GIUGNOStadio Comunale “Bruno Neri” alle ore 19.30PROVE UFFICIALI DEL 46° PALIO DEL NIBALLO
DOMENICA 23 GIUGNOStadio Comunale “Bruno Neri” ore 19.00
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IL PALIO AL RIONE BIANCOfo
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MANIFESTAZIONI PALIO DEL NIBALLO 2002DAL 1 AL 23 GIUGNO
TORNEO DEGLI ALFIERI BANDIERANTI 200246° EDIZIONE
DOMENICA 2 GIUGNOPiazza del Popolo alle ore 21
GARA DELLE BANDIERE: SPECIALITA’ GIOVANI COPPIECON LA PARTECIPAZIONE DI COPPIE DI ALFIERI BANDIERANTI
CHE NON ABBIANO EFFETTUATO LA GARA DELLA BOTTE E SIANO UNDER 25
DA LUNEDI’ 3 A VENERDI’ 7 GIUGNOE DA LUNEDI’ 10 A VENERDI’ 14 GIUGNO
Parco della Commenda ore 21ALLENAMENTI E PROVE DEGLI SBANDIERATORI
DEL RIONE BIANCO
SABATO 15 GIUGNOPiazza del Popolo ore 20.30
TORNEO TRA GLI SBANDIERATORI E MUSICI DEI 5 RIONISpecialità: singolo, piccola squadra, grande squadra, musici.
DOMENICA 16 GIUGNOPiazza del Popolo ore 21
GIURAMENTO DEI CAVALIERIGARA DELLE BANDIERE: SPECIALITA’ COPPIA TRADIZIONALE
I vincitori si aggiudicano la botte di Albana
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IL PALIO AL RIONE BIANCO
SETTIMANA DELLA BIGORDA COLORI E SAPORI NEL CHIOSTRO
DIVERTIMENTO E CUCINA TIPICA NEL CHIOSTRO DELLA COMMENDA
DA LUNEDÌ 3 GIUGNO A VENERDÌ 7 GIUGNOIl Rione Bianco apre i cancelli del Chiostro della Commenda per trascorrere in allegria le serate che precedono la sfida
per la conquista della Bigorda d’Oro 2002.Ogni sera dalle 19,30 in poi si potranno degustare piatti diversidella migliore “Tradizione Rionale” accompagnati da buon vino.
Il menù di tutte le sere prevede primi piatti, bruschette, carne alla brace e dolci.
Le serate saranno accompagnate dalla musica di Ghill...canzone d’autore, parole da ascoltare & musica cruda...
Inoltre sarà possibile visitare il Museo Rionale allestito al piano superiore del Chiostro
dalle ore 21,00 alle ore 23,00
SABATO 8 GIUGNOAll’imbrunire, presso la Chiesa della Commenda sarà impartita
la Benedizione a tutti i rionali e i borghigiani in occasione del VI° Torneo della Bigorda d’Oro.
Seguirà Gran Buffet della Vigilia. (su prenotazione)
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IL PALIO AL RIONE BIANCO
SETTIMANA DEL PALIO 2002ASPETTANDO IL NIBALLO
PARCO DELLA COMMENDA ORE 21
LUNEDI’ 17 GIUGNOSpettacolo musicale con il gruppo “VERGAS”
MARTEDI’ 18 GIUGNOSpettacolo musicale con il gruppo “DEVILS”
MERCOLEDI’ 19 GIUGNOSerata dialettale degli “AMICI DEL TEATRO” di Cassanigo
Il titolo è “Una vacanza premi”
GIOVEDI’ 20 GIUGNO“ANTIDOTUM TARANTULAE”
musiche popolari di tutto il mondo
VENERDI’ 21 GIUGNOEsibizione dei ballerini di GIORGIO VASSURA
e le Magiche Fruste di Romagna
SABATO 22 GIUGNOAll’imbrunire, sul sagrato della Chiesa della Commenda
Cerimonia di Benedizione del Cavallo ed Investitura del Cavaliere in occasione del 46° Palio del Niballo.
Dal lunedì al giovedì sarà inoltre possibile visitare il Museo Rionale allestito al piano superiore del Chiostro
dalle ore 21,00 alle ore 23,00.
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IL PALIO AL RIONE BIANCO
SETTIMANA DEL PALIO 2002ASPETTANDO IL NIBALLO
CUCINA TIPICA NEL CHIOSTRO DELLA COMMENDADA LUNEDÌ 17 A VENERDÌ 21 GIUGNO
Nel suggestivo scenario del Chiostro della Commenda illuminato di soli ceri si possono riviverele emozioni delle cene che si svolgevano nel Medio Evo.
MENU’ PER TUTTE LE SERE
SABATO 23 GIUGNOCena Propiziatoria per il Palio 2002 (aperta a tutti su prenotazione).
La serata sarà accompagnata dalle canzoni degli ASIVO BAND.
PRIMI PIATTIStrozzapreti all’amatriciana, Polentacon ragù, Tortelloni al burro e salvia,Pennette all’arrabbiata, Tortellini al
ragù, Cappellacci ai porcini.
SECONDI PIATTI ALLA BRACESalsiccia, Spiedini, Castrato, Misto dicarni, Fiorentina con verdure a scelta.
CONTORNICipolle, Melanzane e Pomodori gratinati,
Patate fritte surgelate.
SPECIALITÀFritto di molluschi e crostacei,
Zuppetta di molluschi e crostacei, Bocconcini di somarino con polenta.
BUFFETCassata alla siciliana,
Torta della nonna al cioccolato.
LUNEDÌ 17 GIUGNOGobbeti con gamberi e zucchine.
MARTEDÌ 18 GIUGNOLinguine allo scoglio.
MERCOLEDÌ 19 GIUGNOPaella e Sangria.
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VENERDÌ 21 GIUGNORisotto ai frutti di mare.
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Luigi Poggiali, cavaliere delRione Bianco ha vinto il Palio del 1984su Pantera.
Quante corse hai disputato?Ho disputato in tutto sei corse del Palio.
Cosa ricordi della vittoria del 1984?La prima cosa che ricordo è Roberto Pa-tuelli che per primo mi trascina giù dalcavallo per abbracciarmi, in quel momentoio non ci credevo ancora.Mi ricordo la grande gioia mia e di tuttoil popolo del Rione Bianco.
Cosa non funzionò nel 1985?Sicuramente l’inesperienza in fatto di ca-valli. I cavalli non sono delle macchine, avolte vanno in un modo e a volte in un al-tro. Certamente abbiamo intrapreso la stra-da opposta a quella giusta.Noi caricavamo il cavallo ma forse egli a-vrebbe dato di più se fosse stato “acqua e sapone”.
Cosa è cambiato oggi nella preparazione del cavallo e del ca-valiere rispetto ai tuoi tempi?Secondo me le cose sono cambiate come strutture, disponi-bilità, numero di persone che lavorano e… anche qualità dellavoro. Oggi esistono strutture che ai miei tempi non esiste-vano.
Come mai quando hai chiuso con il Rione Bianco non haicontinuato ad andare a cavallo?Non lo so. Dovevo anche pensare ad altre cose, mi ero appe-na sposato… Inoltre in quegli anni vissuti da cavaliere erodel parere che “o lo facevo bene o meglio niente”.Sicuramente sarei potuto rimanere anche se non correvo ilPalio, ma c’era già un po’ di freddezza nelle persone intornoa me.
Cosa pensi di Pantera?Era l’unica cavalla cui volevo veramente bene, gli altri caval-li non sono come lei.Lei mi ha insegnato tante cose con il suo carattere un po’ e-suberante. Non era un cavallo qualunque sul quale potevanosalire tutti! Con Pantera ho vinto Ferrara e Faenza; secondome con le strutture e le possibilità di oggi avremmo potutovincere molto di più.
Quali sono stati i grandi cavalli del Rione Bianco e del Pa-
PALIO CHE PASSIONE
lio?I cavalli più grandi del Rione Bianco sono stati: Pantera, Quas-saran e Milord ed un cavallo di cui pochi si ricordano che sichiamava Fiamma.I cavalli più grandi del Palio del Niballo, oltre a quelli che han-no vinto, io penso a Leonida e Signa e tra quelli che hannovinto poco sicuramente Baiardo.
Ti sei mai rammaricato che ti abbiano detto di rallentare in
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quella famosa tornata con il Rio-ne Verde?In quel momento subito ho pensato chefosse successo qualcosa, pensavo che sifosse rotto qualcosa (ad esempio un fer-ro…). La sensazione è simile a quando at-traversi un incrocio e qualcuno ti urla“Oh!” e tu ti fermi immediatamente. Do-po non si può piangere sul passato perchéio credevo veramente in ciò che diceva Za-ma, avrà avuto le sue buone ragioni perdirmi di andare piano.
Come vedi dopo 18 anni la diatriba che tiha visto protagonista con Zama e cosa sa-rebbe successo se non aveste litigato?Penso che sul piano tecnico Zama abbiamolto da insegnarmi ancora, sul piano u-mano c’erano diversi punti di vista e cre-do col senno di poi che da ragazzo divent’anni abbia fatto anche delle scelte av-ventate ma lui come uomo di 40 e passaanni avrebbe dovuto fare il fratello maggiore in tutti i sensi:il buon esempio lo doveva dare la persona adulta.Comunque c’erano nel Rione delle persone che hanno fatto ditutto per separarci. So comunque che sono capitate cose più gravi negli anni incui sia io che lui eravamo fuori dal Rione ed il Rione unito èriuscito a risolvere.
Cosa pensi del Rione Bianco, come vedi l’attuale cavaliere?
PALIO CHE PASSIONE
Sicuramente il Rione Bianco è organizzato, lavorano personeche fanno del loro Rione un modo di vita. Di Mino penso chese trova l’ambiente giusto, sa montare bene… e quindi…
Due parole su Bobo.Bobo era un amico, una brava persona, non ho mai sentitoparlare male di lui. Ha dato tanto…L’anno che ho vinto era in campo con me e negli ultimi Paliiche il Rione ha vinto lui era in campo.
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UN RIONE DI SBANDIERATORI
V COME VITTORIAV COME VALMORI
Guardando l’album delle vittorie del Rione Bianco la pre-senza di Maurizio Valmori è quasi totale.Si può cominciare dall’inizio o dalla fine, in ogni caso lui c’èsempre. Presente era nella prima grande squadra vinta e presente ènelle ultime vittorie dei recenti Campionati italiani.Sarà un caso ma credo sia anche un curioso fenomeno (siaMaurizio che il fatto in se).Non scrivo queste righe per incensare l’uomo o l’atleta, maper tenere ben vivo nella testa dei rionali quello che alcunepersone hanno fatto e faranno per rispettare il primo arti-colo del nostro statuto, o come nel caso di Maurizio l’arti-colo uno barra B (vincere…).Tantissime le vittorie nella grande e nella piccola squadra,tante vittorie nei singoli, si, nei singoli, al plurale, perchéMaurizio è uno dei pochi al mondo (gli altri sono comunqueborghigiani) che come per l’album delle vittorie quando sisono vinti dei singoli lui c’era.Valmori ha vinto con Valmori, sta vincendo e ha vinto conUeua, ha vinto con Novantacinque, ha vinto con Gorini, havinto con Ugo, e ha vinto anche con Patuelli.Per lui la differenza che c’è tra partecipare e vincere è abis-sale. Chi legge può pensare alle gare degli sbandieratori, manon è solo quello. Pensiamo alle tante “Benedizioni” che ha organizzato o aquella magnifica festa per la “Benedizione” del 2000.Vincere. Vincere e convincere. Vincere, convincere e diver-tirsi.L’insegnamento più grande che ci sta dando sta in queste treparole: VINCERE CONVINCERE DIVERTIRSI.Questo vale a tutti i livelli o per tutti i “reparti” del Rione. Igiovani che non l’hanno ancora verificato, o i vecchi che selo sono dimenticato, guardino Valmori e verifichino.Se ti diverti trovi la forza per convincere gli altri ad affron-tare l’impegno che indiscutibilmente ci vuole per VINCERE,casomai ancora 110 volte.
T.B.
I GIOCHI OLIMPICI DI SALT LAKE CITY
sa Marittima (Bargelli), Cavadei Tirreni, Torri Metelliane,Asti, Ascoli, l’organizzatore e-ra Pederini Danilo Presiden-te della Federazione Fisb.Che tipo di esperienza hai vis-suto a Salt Lake City?E stata una bella esperienza,il rapporto con gli altri com-ponenti del gruppo è stato per-fetto (anche con Zappaterra)anche se questo non cambieràniente al momento delle ga-re. Mi aspettavo un rapportopiù freddo invece ci siamo di-vertiti molto. Ho così verifi-cato che anche gli altri singolisti d’Italia si allenano moltoperché hanno una grande passione per lo sport della ban-diera.E lo spettacolo?Il regista del nostro spettacolo era Maurizio Nichetti e ab-biamo sbandierato sulla musica di Elisa e Irene Grandi. Cisiamo allenati per tre giorni 7/8 ore e la durata dello spetta-colo è stata di 2 minuti. Grandioso è stato l’afflusso di gen-te e imponente la grandezza delle strutture.
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Maurizio Reali è stato invitato a partecipare a Salt Lake Citynello Utah per la cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpiciinvernali. L’invito è stato fatto dai componenti della Federa-zione di Torino 2006. Erano presenti esponenti dei primi die-ci gruppi classificati agli ultimi Campionati Italiani Sban-dieratori e Musici, quasi tutti singolisti: Ferrara S.Luca (Zap-paterra), Fossano (Fiandrino), Città Murata Montagnana (Bo-rin), Querceta (Truffelli), Quattro Castella (Pederini E.), Mas-

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I COSTUMI DI CAPORIONE E DAMA
L’accordo di sponsorizzazione conil gruppo LA FAENZA, che consente il rin-novo dei costumi del Capo Rione e della Da-ma (quest’anno spetta al Rione Bianco), èun’importantissima occasione per proseguireil percorso di applicazione delle norme con-tenute nel Regolamento del Niballo, relati-ve alla realizzazione dei nuovi costumi.Il Regolamento in della nostra manifesta-zione prevede i compiti della neo costituitaDeputazione per il Niballo: a tale Deputa-zione sono demandati i compiti di approva-zione dei nuovi costumi rionali in adempi-mento al dettato regolamentare che impo-ne ai Rioni “...l’obbligo di comporre la pro-pria Comparsa rionale in base a studi e ri-cerche storiche tese a ricostruire, tramite larealizzazione dei costumi, rappresentazio-ni di momenti di vita e gesta rionali dellaFaenza del XV° secolo, negli aspetti milita-ri, civili e di organizzazione sociale.”I propri costumi: la Comparsa, come vienedefinita dal Regolamento, sono patrimonio molto sentito dairionali; coloro che li vestono non si sentono solo figuranti,ma parte di un popolo, elemento di una storia ed in quanto aquesto non si può negare che più si rivedono i dati che ci han-no portato alla definizione dei costumi del nostro corteo e piùci si rende conto che allora “non abbiamo badato a spese” nelsenso che abbiamo cercato quanto di più sfarzoso ed elegan-te potessimo trovare; dovessimo rifarlo oggi, forse oggi sa-remmo più moderati.
Il CAPORIONEIl cavallo è quello di Ludovico III, da “Famigli con cavallo ecani” di A. Mantegna, 1474 Mantova, Palazzo Ducale (Vedi IGiganti della pittura Tav.IX).Il Capo Rione è uno dei tre Re Magi della “Adorazione dei Ma-gi” (circa 1430-35) Berlino, Musei di Stato, di Domenico Ve-neziano. La scelta non fu casuale in quanto l’opera - che ap-partiene alla prima maturità di Domenico - figura tra le ope-re fondamentali del primo rinascimento italiano: vi si fondo-no esperienze gotico-internazionali (nello sfarzo delle vesti)sottigliezze di microcosmi fiamminghi (nel paesaggio e nel-l’erba del prato) e conquiste rinascimentali (i cavalli, la saldacollocazione delle figure sul terreno).E’ proprio l’accostamento tra il “gotico” e il “rinascimento”che si fondono in quest’opera pittorica che ci hanno fatto sce-gliere il Capo Rione tra le figure in essa comprese: poiché tut-to il filo conduttore del Corteo Rionale del Rione Bianco, puressendo incentrato sul Gotico, è consapevole dell’arrivo dellanuova moda “il rinascimento” appunto.La DAMA RIONALEE’ il frutto di un mixage di due figure poiché c’era l’esigenzadi individuare un’immagine che permettesse di mantenere latradizione (caratteristica del Rione Bianco) di un abito chefacesse quasi da copertura alla schiena del cavallo. La strut-tura principale del costume e l’ispirazione al tessuto operato,viene dalla “Storia di Elena” di Dario da Treviso, Baltimora,Galleria d’arte Walters; (Vedi I Capolavori, pag. 124) mentrel’acconciatura è di una delle Dame dell’”Adorazione del Sacrolegno e l’incontro di Salomone con la Regina di Saba”.I PALAFRENIERISono tratti dalle figure dell’”Adorazione del Sacro legno e l’in-contro di Salomone con la Regina di Saba”, Piero della Fran-cesca, 1452, Arezzo, Chiesa di San Francesco (Vedi I Gigantidella Pittura Tav.IV). Le GUALDRAPPELa Gualdrappa del Capo Rione è ispirata ad una delle figure de
“Gioco dei tarocchi” di Bonifacio Bembo (circa 1450), Berga-mo Accademia Carrara ( Vedi I Capolavori pag.71)La Gualdrappa della Dama è invece ispirata, per valorizzare laleggiadria e l’eleganza femminile, a quello splendido proget-to di gualdrappa depositato presso la British library (MS Cot-ton Augustus A.III f.28), pur mediandone le forme con la strut-tura tipica delle gualdrappe quattrocentesche ben rappresen-tate dal Paolo Uccello o dal Mantegna Chiunque si appresti a realizzare costumi, chiunque propon-ga disegni, bozzetti, ricerche storiche, progetti più o menocompleti di Comparse rionali, deve fare i conti con le qua-rantacinque edizioni già disputate del nostro Niballo.La ricerca storica e la progettazione di nuovi costumi deveperciò tenere in primo piano le caratteristiche che hanno di-stinto ogni Rione dal 1959 ai giorni nostri. Il rinnovo dellaComparsa rionale non può “passare sul cadavere” dei pionie-ri che hanno fondato i Rioni, che spesso hanno lavorato a ma-no le corazze e le armi, che ne hanno cucito e ricamato i co-stumi, e che, in più di un caso, hanno realizzato il loro lavo-ro con ben pochi documenti a disposizione: non dimenti-chiamo poi che il nostro corteo storico non è sempre statocollocato nel XV° secolo (dal 1410 al 1501 come recita il Re-golamento); negli anni della sua nascita ci si riferiva al ‘600spagnolo.Pertanto, definite le caratteristiche che formano ed identifi-cano la moderna tradizione storica del Rione, caratteristicheche costituiscono elementi di orgoglio e di identità rionale,che non si deve rinnegare, occorre portare la collocazione delprogetto dei nuovi costumi da realizzare in un ambito tem-porale che sia il più corretto possibile, al fine di creare i mag-giori presupposti per il permanere degli elementi di identifi-cazione e caratterizzazione sui quali è fondato il senso del-l’appartenenza rionale e l’amore per i propri costumi.La moderna ricerca storica dispone di una enorme disponibi-lità di informazione e di documentazione pittorica che sonofonti incontestabili per supportare una ricerca costumistica:quadri, affreschi, miniature, costituiscono documento di ri-ferimento per il lavoro del ricercatore e della sartoria.Tutto questo deve però avere un’anima e non solo dei corpiche vestono il costume, la cultura e la ricerca storica devonosapersi confrontare con il Popolo del Rione: il risultato deveessere la convinzione e la condivisione, non l’imposizione dal-l’alto di una scelta; ed questo il Rione Bianco ha l’orgoglio diesserci perfettamente riuscito.
G.L.

IL RIONE E LA STORIAfo
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IL PALIO DEL ’59
Antonio Goni è venuto a mancare nelmarzo di quest’anno. Socio del Circolo“I Fiori” è stato consigliere del RioneBianco nei primi anni del Palio.Nel Natale del 2001 aveva donato al Rio-ne Bianco i suoi “ricordi” su quel perio-do vissuto nel Rione.Questi “ricordi” rappresentano per noidei veri “reperti storici” che hanno giàtrovato un posto d’onore nell’archiviorionale.
Bologna 25/6/59
Egr.Sig.Boschi
Domenica mattina alle ore 8.30 saròa Faenza con i cavalli e alle ore 9arriveranno per ferrovia i Cavalierirappresentanti gli “altri Rioni”, sarebbebene che vi fosse qualcuno per accompagnarlidirettamente dalla stazionealla sede del Campo di Gara ove inmattinata si effettueranno le prove.Io arrivo direttamente con i cavalli allostadio e sarebbe bene se vi fosse qualcunocon delle corde robuste per poter fareun filare tra gli alberi e mettere i cavalli. Inoltre io porterò con meuna ventina dei miei libretti di “Equitazione”così mi aiuterà a distribuirliai giovani del Rione “Bianco” facendoglipagare a titolo sportivo solo le spesedi stampa. Il treno dei cavalieri arriveràA Faenza alle ore 8.38.A presto arrivederla con i migliori saluti a lei e a tutto il “Bianco” Rione.
Nicola Fouquè

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CHI LI HA VISTI? (GLI ORI-GINALI). CHI RIVEDRA’ MAI PIU’ LE FORMEL-LE ORIGINALI DI FRA SABBA?CHI E’ IN GRADO DI CERCARE NEICASSETTI DEI MAGAZZINI DEL MU-SEO DELLE CERAMICHE LE SCUL-TURE CINQUECENTESCHE DEL NO-STRO CHIOSTRO?
Questa è la polemica nata dopo il mon-taggio delle copie delle formelle con l’i-scrizione di Fra Sabba nel Chiostro dellaCommenda, polemica che andrà presen-tata a tempo debito a chi di dovere.Per chiarezza ed obiettività si devono peròspiegare come sono avvenute le scelte.Una volta appurato che gli originali nonpotevano e non volevano più essere espo-sti nel luogo originale per una insindaca-bile decisione degli organi di competen-za, il progetto di montaggio non era faci-le perché per cementare le copie si andava ad intaccare pe-santemente la muratura.Dove si era a suo tempo, con il restauro conservativo, lavo-rato con pennello non si poteva distruggere il muro origina-le per montare delle “copie”!.Il modo scelto, pur lasciando a desiderare dal punto di vistaestetico (ma sempre copie sono..) permetterà però di aspor-tare, eventualmente, ogni tavella facilmente ed anche in ca-so si decidesse di rimettere gli originali si tratterebbe di svi-tare due viti ed il gioco è fatto. La riproduzione delle formelledi terracotta del Chiostro è stato oggetto della tesi del Cor-so di perfezionamento Arte del Restauro di Rosanna Manuz-zi, da questa tesi abbiamo assunto una serie informazioni sulpercorso seguito per eseguire le copie.
L’iscrizione sopra le arcate è:VETUSTATE COLAPSAM INSTAURAVIT F.SABBAS DE CAST.MED.M. HIER/SEDENTE CLEMENTE VII PONT.MAXOP-TO.ANNO DOMINI M.D.XXV.Che tradotta significa:“Rovinato dal tempo, Fra Sabba da Castiglione milanese ca-valiere gerosolimitano, lo restaurò sotto il pontificato di Cle-mente VII nell’anno 1525”.Questa scritta situata sul lato sud è costituita da una serie diformelle in terracotta di forma quadrata di circa 22 cm. di la-to, ognuna delle quali presenta al centro una lettera. A se-gnare l’intervallo tra una parola e l’altra è posta un’altra for-mella in terracotta ornata con una fogliolina in rilievo.Tale iscrizione, realizzata in cotto rappresenta un UNICUM. Le formelle e i tondi in terracotta sono stati smontati nel-l’anno 1983 dal professor Tino Barnabè, docente di restauropresso l’Istituto Statale d’Arte della Ceramica di Faenza.Il complesso è costituito da 97 formelle ciascuna recante u-na lettera in rilievo, 6 formelle con foglia semplice, 2 formellecon foglie più articolate.Le formelle di forma quadrata misurano circa 220 mm di dia-metro e circa 28 mm di altezza. La lettera è alta circa 8 mm.In generale vi è un’ampia gamma cromatica dell’argilla e que-ste colorazioni denunciano i vari gradi di cottura. Alcune for-melle hanno delle impronte di animali impresse.Dall’osservazione delle formelle si è potuto dedurre che lostampo per crearle era in legno per cui è stato costruito unostampo in legno per ogni lettera. Per la creazione delle copieè stata utilizzata la stessa tecnica produttiva e la stessa ma-teria prima impiegata per la lavorazione del mattone. La terra usata per i mattoni e per le formelle è un’argilla al-
CHI LI HA VISTI
lo stato molle con un’alta percentuale di acqua.Per i mattoni si utilizzava la sabbia come distaccante ma nel-l’originale la sabbia è completamente assente per cui si è u-tilizzata prima della polvere di biscotto e in seguito della ce-nere di legna. Prima i mattoni devono essere essiccati, la cot-tura avviene a completo essiccamento. Il forno è del tipo Hoff-mann, consistente in una galleria costituita da due tratti ret-tilinei raccordati all’estremità da due canali semicircolari.Questa galleria costituisce la camera di cottura e può essere
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CHI LI HA VISTIfo
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divisa in tanti scomparti o “ca-mere” o “forni”, ognuno dotato di una por-ta di comunicazione con l’esterno.
Abbiamo capito molto bene che il lavorodi esecuzione delle copie è stato accura-to e rispettoso del sistema originale, manon sono le nostre formelle.Esiste tutta una generazione di giovani esempre di più ne esisteranno nel futuroche non hanno mai visto né mai vedran-no neppure in un museo, gli originali delcinquecento (pur essendo in condizioninon disastrose e comunque tutto è “re-staurabile”). Di fronte a questi esempi continuo a chie-dermi il significato di “storia” ed il signi-ficato di “cultura”.Va bene siamo stati bravi, abbiamo ri-spettato tutto il percorso originale per lacostruzione dei “mattoni”, non abbiamointaccato il sito originale ben conserva-to e restaurato ma gli originali esistono,non avevamo bisogno di ricostruirli per-ché essi vivono ancora e vivranno in “e-terno” la loro vita sotterranea senza ve-dere mai più la luce ed il mondo, osser-vati di nascosto (forse) da chi la cultu-ra la tiene solo per sé.
Daniela Mazzotti
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UN VIVACE CAPITOLO ARTISTICO
GRANDE MOSTRA ALLA COMMENDA, CHIOSTRO E SA-LA DEGLI ANGELI LA PITTURA SU MAIOLICA A FAEN-ZA NEL SECONDO OTTOCENTO
Quest’anno gli amici della Commenda hanno scelto per larassegna conclusa il 12 maggio scorso un tema fra i più sti-molanti della cultura faentina, la brillante e spettacolare e-sperienza della pittura su maiolica, vera sfida vinta controle difficoltà dello smalto e del fuoco, da Achille Farina, il leo-ne della maiolica, vero caposcuola, e dai ben ventiquattropittori maiolicari che intesero conseguire sulla maiolica gliesiti d’arte della pittura a olio e dell’acquerello.Splendidamente disposte sotto le arcate del chiostro ed e-sposte nel decoroso contesto della sala degli angeli, circasessanta opere catturano interesse ed emozioni dei visita-tori con intense suggestioni.I ritratti possenti dipinti da Farina con la tecnica dei coloria impasto esprimono la forza di S.Paolo, la matura autore-volezza di S.Pietro, la ispirata religiosità di S.Marino e atte-stano un’autentica qualità d’arte nell’impostazione figura-tiva romantica, nelle individualità magnanime rappresen-tate.Di impressionante verismo pittorico, di individuazione fi-nemente analitica, la galleria dei ritratti di Angelo Marabi-ni, che da incisore divenne pittore su maiolica a cinquanta-sette anni, e con perfezione esecutiva, frutto di paziente tes-situra cromatica e disegnativa, stupisce per la mirabile ta-volozza, la luminosità dello smalto, la naturalezza e morbi-dezza nella resa dell’incarnato e nei particolari della capi-gliatura, degli elementi dell’abbigliamento, pizzi, gioielli,mediante i quali compone fisionomie individuate con acu-tezza e finezza straordinarie.Oltre alla ritrattistica il paesaggio è un altro “punto di for-za” dei pittori maiolicari.Vero poeta del paesaggio Tomaso Dal Pozzo con immediatafreschezza e felice modulazione della luce dona vibranti at-mosfere e veri brani pittorici con scioltezza di tocco di ac-querello. E’ il pittore delle nostre campagne assolate e splen-denti, ombrose e fresche, di prati e stradelli di campo, po-polati di contadinelle e pastori, di madri e bambini. E’ il pit-tore di intatte nevicate magiche, di cieli gonfi di nuvole, deiriflessi della pioggia sul terreno, del cielo sull’acqua con lu-ce specchiante.Anche un grande dilettante, Giuseppe Ghinassi, eccelle nel-la resa del paesaggio, di una campagna dall’atmosfera as-sorta connotata da una dolce gradazione di verdi: ciuffi d’er-ba, arbusti sottili, chiome delicate di foglie, casolari.Ancora Giuseppe Calzi si dedica al paesaggio in particolarein opere pienamente romantiche in cui è maturata la lezio-ne del suo maestro Romolo Liverani: l’incanto del cielo bludalle cui nubi emerge la luna e i riflessi argentei della sualuce che tremolano sulla superficie di un bacino d’acqua nel“Notturno con eremita”, fino al “Notturno di Porta Imole-se” caratterizzato da un taglio scenografico che ha già delvisionario.La rassegna documenta anche scene di genere, soggetti mi-tologici e religiosi, elementi archeologici tipici dei paesag-gi a rovine, tutti propri del repertorio figurativo ottocente-sco.
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Almeno dieci degli autori esposti erano anche pit-tori a olio, a tempera, ad acquerello e la loro esperienza pit-torica su maiolica attesta una evidente connessione con gliorientamenti della pittura da cavalletto del tempo, dal ro-manticismo alla scapigliatura, alla scuola napoletana, ai mac-chiaioli, a naturalismo e verismo.Alcuni di loro, Pietro Damiani, Giovanni Gulmanelli, Leo-nardo Banzi, Francesco Rava, Ercole Fabbri, con estrema pe-rizia e virtuosismo, seppero conferire un sapore di novitànon calligrafico ma eminentemente pittorico, nell’impres-sione di una freschezza, di un’esecuzione quasi di getto, an-che alla classe decorativa del raffaellesco, ripresa dalla gran-de maiolica rinascimentale.Si trattò dunque di una straordinaria stagione artistica, diuna vera e propria specializzazione locale, di rapporti e discambi fra pittori e manifatture, di collaborazione e di com-petizione fra le maggiori fabbriche Farina e Ferniani, so-prattutto in vista dei grandi appuntamenti delle Esposizio-ni da locali a universali.Quest’esperienza comportò anche sviluppi innovativi svin-colando per esempio la ceramica da un esclusivo uso quoti-diano in favore dell’oggetto d’arte e quindi del godimento e-stetico, di arredo del paesaggio e nelle scene di genere, o dimemoria nel ritratto.Abbiamo inteso con questa mostra far conoscere un vivacecapitolo della civiltà artistica della nostra città, non privile-giato dagli studi né da iniziative espositive, valorizzando nelcontempo l’inestimabile patrimonio dell’arte di Faenza e delcomplesso monumentale dell’amata Commenda.Il numero e l’apprezzamento dei visitatori hanno premiatolavoro e fatica assunti con passione e la collaborazione fat-tiva data agli Amici della Commenda da Rione Bianco, Co-mune di Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche, cuisiamo grati.
Santa Cortesi
Dal 12 al 20 gennaio 2002, presso la Sala degli angeli è av-venuta la mostra di “Sculture e Ceramiche” del nostro so-cio Graziano Tabanelli.
Il 6 marzo 2002 ha avuto luogo un incontro con “SOSDONNA”. A Faenza l’8/3/94 nasce l’associazione SOS Don-na, un centro di accoglienza per donne maltrattate e/o instato di temporanea difficoltà. L’associazione è compostada volontarie che operano sia tramite telefono che attra-verso colloqui personali e uno degli obiettivi primari è dilavorare sulla prevenzione alla violenza.
Sabato 6 aprile 2002, presso la Sala degli angeli si è svoltala presentazione del libro “Bruno Neri il calciatore ed al-tre storie di sport e di guerra” autore Massimo Novelliscrittore giornalista di Torino.
Sposi del RioneMillefiori Stefano e Caterina il 25.05.2002Bresciani Emanuele e Simona il 26.05.2002
TORNEO DI BRISCOLA: vincitori Bruno Nannini e Flo-riano Tassinari.TORNEO DI BECCACINO: vincitori Davide Landi e Gior-gio Linguerri.GARA SOCIALE DI PESCA ALLA TROTA Riolo Terme 14/4denominata “La scampagnata”1°Roy Ciani n.20, 2°Davide Servadei n.18, 3°Floriano Tas-sinari n.14
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In occasione del loro 25° anniversario gli “esiliati” del CIRCOLO BROCCONEhanno festeggiato l’evento presso i locali del Rione Bianco.
Oltre alla cena è stata predisposta anche una mostra fotografica delle attività sportive e non risalenti agli anni 60-70.
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Torneo di Mag-Jong: 1° classificata Franca Lippi.
Preparazione del Bisò
in mezzo alla neve.
Mostra dei Presepi nella neve.
Il cuoco Gianni Babini autore di tante opere d’arteCulinaria.
Tante feste per Natale,
Carnevale, San Valentino
con esperti DISC JOCKEY.
IL CHIOSTRO È VIVO
TANTO LAVORO TANTO DIVERTIMENTO

Dal 2 al 30 giugno SCULTURE DI NEO MASSARIMolte sono le recensioni fatti negli anni sull’opera di Neo Mas-sari, ad esempio quelle di G.Liverani, A.Savioli, F.Gentilini,E.Docci, E. Jacchia.Enrico Docci “Massari sentiva l’orgoglio di fare veramente be-ne il suo lavoro. I suoi raffinati arredi sacri e i sontuosi cor-redi prelatizi gli meritarono l’epiteto di orafo di Dio.Inoltre Massari sbizzarriva liberamente il suo estro lavoran-do in mille altri modi i più diversi tipi di metallo, non gli im-portava se nobile (oro, argento) o più povero (rame, ottone):incideva, sbalzava, granulava, sabbiava, dipingeva a smalto,inventava soluzioni stilistiche sempre nuove in una mirabilesinergia che esaltava mirabilmente il suo mestiere, la sua in-ventiva e il suo spirito creativo. Ma la sua grande passione fu soprattutto la scultura. Produs-se poco ma con meticolosa cura. Le sue testine soffuse di vi-talità e immediatezza sprigionano uno struggente desideriodi vita”.Giuseppe Liverani “Dalla routine della bottega di oreficeriadella famiglia passò ai modesti lavoretti di incisione di inizia-li e da questi a composizioni più complesse ed allo sbalzo. Gra-dualmente dallo sbalzo allo smalto e alla plastica minore, poimaggiore; dal decorativo, dal grazioso al fortemente sentitoed espresso. Si iscrisse poi ai corsi dell’Accademia di Belle Ar-ti di Bologna, dove alla scuola di Ercole Drei, consolidò le os-sa”.Elio Jacchia “A prescindere dalla scultura, ritengo che Mas-sari sia stato il vero riformatore dell’arte dello smalto su me-tallo. Le opere del nostro concittadino, siano esse a sbalzo o ascultura, rappresentano pertanto una indiscussa esperienza,acquisita con fantasiosa genialità e volitivo temperamento”.A proposito di opere smaltate si vuole ricordare la “Sfilata del
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Palio del Niballo” e il gruppo del “Palio del Niballo del RioneBianco” entrambe in rame smaltato.
Dal 14 al 29 settembre QUADRI DI PIER LUIGI FABBRIMostra di Fabbri Pier Luigi pittore, surrealista nato a CasolaValsenio (RA) nel 1955 ha tenuto mostre personali a Parigi,Milano, Faenza, Brisighella. Ha partecipato a rassegne in Ita-lia e all’estero ottenendo premi e riconoscimenti; fra i più im-portanti si citano i premi Biennale di Venezia 1988 e 1990,Rassegna Mondiale a Madrid 1986, Artista del Millenio/acca-demia dei dioscuri a Roma nel 2000. Sue opere sono presen-ti in collezioni pubbliche e private italiane e straniere.
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