2007-04-21

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DALLA FRANCIA Besson e Némirovsky Due delitti, tra l’Arno e Parigi Anni Trenta BOGLIOLO-BOSCO P. VI I ragazzi (meglio ancora le ragazze) amano i libri più dei loro genitori: i giovani lettori (fino ai 15 anni) fanno registrare un indice di lettura superiore di 7 - 10 punti (a seconda delle fasce d’età) rispetto alla media nazionale (che corrisponde al 44,1% della popolazione). E’ il dato di un’ indagine che sarà presentata dall’Associazione editori alla Fiera di Bologna . Dal 24 al 27 aprile vi prendono parte circa 1200 editori, provenienti da 54 Paesi. Accanto agli stand, la grande mostra degli illustratori, ospite d’onore il Belgio francofono. Orario: dalle 9 alle 18 (chiusura venerdì alle 17), ingresso vietato ai minori di anni 18, biglietto giornaliero a 23 euro. Info e programma nel sito: www.bookfair.bolognafiere.it. ROBERTO DENTI Quarantesima edizio- ne del Bolognaragazzi Award alla Fiera del libro per ragazzi che si svolge dal 24 al 27 apri- le. La giuria che mette in rilie- vo «l'eccellenza del progetto editoriale» ha ritenuto che i li- bri migliori, nei tre settori in cui il riconoscimento è artico- lato, siano: - Fiction : Garmanns sommer di Stian Hole (Norvegia) che si è imposto per «un rinnovamen- to dell'immagine... esplicito e vivo». Nelle illustrazioni del vo- lume si trovano riminescenze «dell'avanguardia tedesca del primo dopoguerra, delle ricer- che stilistiche italiane, dei mae- stri del surrealismo, del cine- ma sperimentale, del design fra le due guerre». Un premio che sollecita un ripensamento non soltanto sulla tradizione iconografica ma anche sulla storia che è certamente provo- catoria. - Non Fiction : L'encyclopédie des cancres, des rebelles et autres génies di Jean-Bernard Pouy con illustrazioni di Serge Bloch (Francia). E' un libro davvero particolare dove si raccontano le vicende di trentun personag- gi famosi di tutto il mondo che nella loro vita hanno preso granchi del tutto inaspettati. Le biografie, piuttosto brevi ma esaurienti, sono impronta- te a «una sapiente prova di umorismo grafico» e «anche un grande messaggio, del tutto umano, che deve indurre alla speranza». Nel volume convi- vono «grafica, testo, illustrazio- ni, impostazione della pagina con una coerenza che quasi mai si vede così attuata». - New Horizons : El libro ne- gro de los colores di Menena Cot- tin e Rosana Faría (Messico). Il volume è destinato ai non ve- denti (il testo è anche in braille) ma è una meravigliosa lezione per chi ha la fortuna di usare la vista normalmente. Le pagine sono tutte il nero, mentre il te- sto in lingua spagnola è in bian- co e in braille. «Il giallo ha sapo- re di senape, ma è morbido co- me le piume dei pulcini». I colo- ri sono descritti in poche paro- le e l'uso dei cinque sensi per- mette assonanze anche visive: ogni pagina, a fianco della par- te scritta, porta un sommesso rilievo (visibile anche in contro- luce) degli elementi tattili che favoriscono la comprensione delle similitudini. La commis- sione ha così voluto premiare «un libro che unisce, che fa dia- logare, che spezza remoti impe- dimenti, che abbraccia fruitori molto diversamente motivati». Se ci si fermasse a guardare i tre libri premiati si potrebbe avere la sensazione che la pe- santezza dei nostri tempi abbia preso il sopravvento anche nei libri per la prima infanzia quan- do l'incontro con le «storie» è rappresentato dalle fiabe di tradizione orale, la cui raccolta più nota è quella dei fratelli Grimm, i quali, mantenendo la struttura narrativa basata sul- le drammatiche prove da supe- rare da parte dei protagonisti e quindi sugli elementi condizio- nanti della paura, hanno sem- pre mantenuto un finale positi- vo e consolatorio. Nei libri premiati a Bologna c'è la crudezza delle vicende senza il lieto fine. E' un segno allarmante, un'indicazione che fa supporre che il mondo di og- gi non lasci speranze di salvez- za neppure nei confronti di quei primi anni di vita essenzia- li per la formazione dell'indivi- duo. O, forse, come accade in celebrati festival cinematogra- fici, la giuria premia i film me- no tradizionali perché mettono in evidenza elementi culturali poco noti al grande pubblico che poi, alla fine, va a vedere quelli che risultano più graditi. Infatti le novità dei libri illu- strati esposti dagli editori in Fiera non riflettono soltanto gli elementi di paura ma offrono speranze e serenità ai piccoli lettori. Due i volumi più signifi- cativi: - L'elefante non dimentica (ed. Corraini) «stampato in In- dia per mantenere carta, profu- mi, tecnica e qualità tipografi- ca». Illustrazione di forte im- patto emotivo: protagonista un elefantino che perde il suo gruppo e si unisce ad una man- dria di bufali della quale diven- ta parte integrante. Quando ri- troverà il branco di origine do- vrà scegliere la sua apparte- Com’è cruda BOLOGNA STORIA Il sionismo e i nazisti Il movimento ebraico e la vita di Wiesenthal LOEWENTHAL-DE LUNA P. IX DIARIO DI LETTURA Tra Dante e Rigoni Stern Con un occhio ai «gialli»: Stout e Simenon MANCINELLI P. XI FULMINI NICO ORENGO [email protected] IL MITO APPESO AL FRIGO TUTTO libri LA STAMPA SABATO 21 APRILE 2007 PAGINA I Continua a pagina III Alla Fiera del libro per ragazzi La giuria premia le storie che non conoscono il lieto fine Ma tra gli stand c’è un po’ di serenità, con elefanti che non dimenticano e foche che abbaiano Anche magnetici, ora. Da trovarseli attaccati al frigo, alla lavatrice, alla maniglia del microonde, sulle porte blindate. L’invasione dei Gormiti procede inarrestabile, serie dopo serie: aumenta il Popolo del Mare, il Popolo della Foresta, quello della Terra, dell’Aria e del Vulcano. A Tormentone, Paludis, Dragon e Forgius, si aggiungono altri piccoli eroi colorati e plastificati, alati, cornuti, proboscitati. Però, però, oltre le «anime belle» delle sorpresine Kinder, tutte meduse e stelle marine, quei mostri portano i bambini verso il racconto dei Miti. FINO AI 15 ANNI LEGGONO PIÙ DEI PAPÀ Illustrazione di Stian Hole da «Garmanns sommer» premiato a Bologna come miglior novità di «Fiction» p SETTIMANALE LEGGERE GUARDARE ASCOLTARE NUMERO 1560 ANNO XXXI [email protected] W

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Pagina Fisica: LASTAMPA - TORINO - I - 21/04/07 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/01 - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 20/04/07 17.23

DALLA FRANCIABessone NémirovskyDue delitti, tral’Arno e ParigiAnni TrentaBOGLIOLO-BOSCO P. VI

I ragazzi (meglio ancora leragazze) amano i libri più deiloro genitori: i giovani lettori(fino ai 15 anni) fanno registrareun indice di lettura superiore di7 - 10 punti (a seconda dellefasce d’età) rispetto alla medianazionale (che corrisponde al44,1% della popolazione). E’ ildato di un’ indagine che saràpresentata dall’Associazioneeditori alla Fiera di Bologna .

Dal 24 al 27 aprile vi prendonoparte circa 1200 editori,provenienti da 54 Paesi.Accanto agli stand, la grandemostra degli illustratori, ospited’onore il Belgio francofono.Orario: dalle 9 alle 18 (chiusuravenerdì alle 17), ingressovietato ai minori di anni 18,biglietto giornaliero a 23 euro.Info e programma nel sito:www.bookfair.bolognafiere.it.

ROBERTODENTI

Quarantesima edizio-ne del Bolognaragazzi Awardalla Fiera del libro per ragazziche si svolge dal 24 al 27 apri-le. La giuria che mette in rilie-vo «l'eccellenza del progettoeditoriale» ha ritenuto che i li-bri migliori, nei tre settori incui il riconoscimento è artico-lato, siano:- Fiction: Garmanns sommer

di Stian Hole (Norvegia) che siè imposto per «un rinnovamen-to dell'immagine... esplicito evivo».Nelle illustrazioni del vo-lume si trovano riminescenze«dell'avanguardia tedesca delprimo dopoguerra, delle ricer-che stilistiche italiane, deimae-stri del surrealismo, del cine-ma sperimentale, del designfra le due guerre». Un premioche sollecita un ripensamentonon soltanto sulla tradizioneiconografica ma anche sullastoria che è certamente provo-catoria.-NonFiction:L'encyclopédie

des cancres, des rebelles et autresgénies di Jean-Bernard Pouycon illustrazionidi SergeBloch(Francia). E' un libro davveroparticolare dove si raccontanole vicende di trentun personag-gi famosi di tutto il mondo chenella loro vita hanno presogranchi del tutto inaspettati.Le biografie, piuttosto brevima esaurienti, sono impronta-te a «una sapiente prova diumorismo grafico» e «ancheun grandemessaggio, del tuttoumano, che deve indurre allasperanza». Nel volume convi-vono «grafica, testo, illustrazio-ni, impostazione della paginacon una coerenza che quasimai si vede così attuata».- NewHorizons: El libro ne-

gro de los coloresdiMenenaCot-tin e RosanaFaría (Messico). Ilvolume è destinato ai non ve-denti (il testo è anche in braille)ma è una meravigliosa lezioneper chi ha la fortuna di usare lavista normalmente. Le paginesono tutte il nero, mentre il te-sto in lingua spagnola è in bian-co e in braille. «Il giallo ha sapo-re di senape, ma è morbido co-me le piumedei pulcini». I colo-ri sono descritti in poche paro-le e l'uso dei cinque sensi per-mette assonanze anche visive:ogni pagina, a fianco della par-

te scritta, porta un sommessorilievo (visibile anche in contro-luce) degli elementi tattili chefavoriscono la comprensionedelle similitudini. La commis-sione ha così voluto premiare«un libro che unisce, che fa dia-logare, che spezza remoti impe-dimenti, che abbraccia fruitorimoltodiversamentemotivati».Se ci si fermassea guardare

i tre libri premiati si potrebbeavere la sensazione che la pe-santezzadei nostri tempi abbiapreso il sopravvento anche neilibri per la prima infanzia quan-do l'incontro con le «storie» èrappresentato dalle fiabe ditradizione orale, la cui raccoltapiù nota è quella dei fratelliGrimm, i quali, mantenendo lastruttura narrativa basata sul-le drammatiche prove da supe-rareda partedei protagonisti equindi sugli elementi condizio-nanti della paura, hanno sem-premantenuto un finale positi-vo e consolatorio.Nei libri premiati a Bologna

c'è la crudezza delle vicendesenza il lieto fine. E' un segnoallarmante, un'indicazione chefa supporre che il mondo di og-gi non lasci speranze di salvez-za neppure nei confronti diquei primi anni di vita essenzia-li per la formazione dell'indivi-duo. O, forse, come accade incelebrati festival cinematogra-fici, la giuria premia i film me-no tradizionali perchémettonoin evidenza elementi culturalipoco noti al grande pubblicoche poi, alla fine, va a vederequelli che risultanopiù graditi.Infatti le novità dei libri illu-

strati esposti dagli editori inFieranon riflettonosoltantoglielementi di paura ma offronosperanze e serenità ai piccolilettori. Due i volumi più signifi-cativi:- L'elefante non dimentica

(ed. Corraini) «stampato in In-dia permantenere carta, profu-mi, tecnica e qualità tipografi-ca». Illustrazione di forte im-patto emotivo: protagonista unelefantino che perde il suogruppo e si unisce ad unaman-dria di bufali della quale diven-ta parte integrante. Quando ri-troverà il branco di origine do-vrà scegliere la sua apparte-

Com’è crudaBOLOGNA

STORIAIl sionismoe i nazistiIl movimentoebraico e la vitadi WiesenthalLOEWENTHAL-DE LUNA P. IX

DIARIO DI LETTURATra Dantee Rigoni SternCon un occhioai «gialli»: Stoute SimenonMANCINELLI P. XI

FULMININICO ORENGO

[email protected]

IL MITOAPPESO

AL FRIGO

TUTTOlibriLA STAMPA

SABATO 21 APRILE 2007PAGINA I

Continuaa pagina III

Alla Fiera del libro per ragazziLagiuriapremia le storie

chenonconoscono il lieto fineMa tragli standc’èunpo’ di serenità,

conelefanti chenondimenticanoe foche cheabbaiano

Anche magnetici, ora. Da trovarseli attaccati al frigo,alla lavatrice, alla maniglia del microonde, sulleporte blindate. L’invasione dei Gormiti procedeinarrestabile, serie dopo serie: aumenta il Popolo delMare, il Popolo della Foresta, quello della Terra,dell’Aria e del Vulcano. A Tormentone, Paludis,Dragon e Forgius, si aggiungono altri piccoli eroicolorati e plastificati, alati, cornuti, proboscitati.Però, però, oltre le «anime belle» delle sorpresineKinder, tutte meduse e stelle marine, quei mostriportano i bambini verso il racconto dei Miti.

FINOAI 15 ANNILEGGONO

PIÙDEI PAPÀ

Illustrazionedi Stian Holeda «Garmannssommer»premiatoa Bolognacome migliornovitàdi «Fiction»

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Pagina Fisica: LASTAMPA - TORINO - II - 21/04/07 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/02 - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 20/04/07 17.23

Illustre amore». Così, aocchio, potrebbe essere iltitolo di un album diFranco Battiato. «Conil raggiro di una poesia

/ ti sfiora il velo dell’animamia» è purissimo Mogol.«Esplodeva la notte / e iomiincantavo a guardare», èqualcosa di simile a RenatoZero. «Ti prego, senti / cometi amo / se tu non menti» èsulle piste di Eros Ramaz-zotti. «Ti chiedo soltanto /un grande piacere / se meri-to amore /fammelo sapere»è in piena zona RiccardoCocciante. «Nasilino, sorri-sino, / te ne vai col cagnoli-no. / Io ti dico: “chi sei tu?” /Tu rispondi: “chi vuoi tu”. /Io ti voglio piccolina / con latua tuta azzurrina: / ma secresci un po’ di più / anchecon le scarpe blu» è fra Ser-gio Endrigo versione pro in-fanzia e Pippo Franco. «Do-ve si nasconde l’occhio vano/ se una paura scialba lo raf-fredda» è una delle vette evale un Ivano Fossati me-dio. «Senti che vento tiralaggiù… / dammi riparo chenon l’ho più» è un VascoRossi in fase ripetitiva. «Ame che ero sentimentale /proprio tu hai fatto passare/ tutta la romanticheria: /come un cappello volatovia» più omeno lo aveva giàscritto, al ginnasio, la miacompagna di banco bravain italiano. Si segnalano lerime vivo/scrivo, passi/sas-si, cuore/amore, rosa/spo-sa, giardino/bambino, dol-cezza/carezza/tristezza/te-nerezza, bandiera/primave-ra/lusinghiera/sera, ma an-che stagione/emozione e so-prattutto smanceria/ecola-lia. A tutto questo portanogli anni, e l’insoddisfazione,l’ansia di lasciare una trac-cia che sia solo carta strac-cia (una rima lasciatela an-che ame). E’ successo pure aDuccio Trombadori, ai tan-ti conosciuto come giornali-sta, ai pochi come poeta. Laraccolta si chiama, appun-to, «Illustre amore», di Chri-stian Maretti editore, 123pagine, 11 euro.

LA RUPETARPEA

LUCIOCALPURNIO BESTIA

ILLUSTREAMORE,

MI STRAZI

LA POSTA DI CARLO FRUTTERO

OFFICINAITALIA

DOVE SI CREA

Un Festival dal 3 al 5 maggio a Milano,«inventato» da Antonio Scurati e Alessandro Bertante:

la letteratura in dialogo con tuttele altre forme d’espressione artistica

SCRIVERE ACarlo Fruttero, Tuttolibri-La Stampa, via Marenco 32, 10126 Torino [email protected]

Che squadragli italiani...Gentile signor Fruttero, i miei figli mihanno regalato per Natale l'abbonamento aSky. Non sono ancora proprio una vecchiama ho molti acciacchi e passo molto tempoin casa, convivendo col mio status dipensionata (insegnavo lettere in un liceo).Questi nuovi canali di cui posso orausufruire mi lasciano però un po'sconcertata. Allora per sopperire i figli mihanno donato una specie di storia o guidadi questo mondo sconosciuto, dove c'è

tutto, spiegato e raccontato dalle origini aoggi. «Buona maestra» è il titolo,Mondadori l'editore, Aldo Grasso l'autore,critico illustre, a quanto pare. Ma nel suolungo e preciso elenco ci sonopraticamentesolo delle «serie» americane(poi quasi tutte tradotte anche da noi), enon si parla delle nostre che pure a mepiacevano. «Il maresciallo Rocca», peresempio, lo seguivo con grande gioia. Eanche «La squadra» e «Distretto di polizia»mi sembravano molto ben fatte. Se pensoalle facce di Star Trek, una serie che ilcritico esalta…. Vorrei più giustizia, ecco.Quando davo i voti io, cercavo sempre diessere obiettiva.Maddalena Vincenzi, Ancona

Cara Maddalena, già il titolo del libroin questione (cheho letto anch'io) «Buonamaestra» è un'esagerazione provocato-ria. Grasso è in realtà uno di quei piemon-tesi passionali che nonmancano tra la no-stra gente, calunniosamente considerataflemmatica,reticente,prudente.Pensi so-loaVittorioAlfierieaCavour,aCeronettie Giorgio Bocca. Voi dite che la tv è unacattiva maestra? Ci sfida l'autore. E io vidimostrerò che invece è buona, buonissi-ma, esemplare.E comeun focoso avvoca-todifensoremonta la suaarringasenzari-sparmiare il fiato.La tesi di fondomi sem-bra essere che le «serie» televisive hannoin sostanza sostituito la narrativa di largointrattenimento, Dickens, Sue, ecc. Que-

sto più o meno s'intuiva, ma Grasso evitadi infliggercigrigieconsiderazionisociolo-giche, si mette in viaggio tra quelle nuoveavventure combinatorie, ce le racconta,nemette in rilievo i pregi sfuggiti a noi di-stratti, ne distingue le categorie e sub-ca-tegorie, insommamette insiemeconentu-siasmo di fan una vera e propria guida,con tantodi corposi indici.Bravi, bravissi-mi questi americani, proclama senza esi-tazione. E mi ricorda il 1940 o giù di lì,quando uno leggeva soltanto Faulkner eHemingway trascurando magari - ingiu-stamente, lei ha ragione - Palazzeschi eSoldati. Viva dunque la Squadra (ma in-tantom'èvenuta la curiositàdidareun'oc-chiataall'isoladiLost).

Antonio Scurati

Che cos’è «la creativitàartistica italiana»?Forse lo si capirà trail 3 e il 5maggio pros-simi durante «Offici-

na Italia», il primo festival sul-l’argomento che avrà luogo allaPalazzina Liberty di Milano.L’hanno inventato due scritto-ri: Antonio Scurati, la cui posi-zione di punta nel nostro pano-rama letterario è ben nota eAlessandroBertante,romanzie-re e soprattutto saggista (in ar-rivo, da Agenzia X,Contro il ’68-Lagenerazioneinfinita).Al cen-tro della scena, la letteratura«con la sua enorme vitalità e ilsuo prestigio in dialogo con tut-te le altre forme d’espressioneartistica.Un centro da cui si di-partono a raggiera, cinema, ar-ti visive, teatro, fotografia, desi-gn, moda, giornalismo, musi-ca... momento d’incontro e difrontiera fra i diversi linguaggidella comunicazione artisticama soprattutto, fra i territoridell’arte e quelli della vita». Unnuovo appuntamento al quale,ogni anno, saranno chiamati «imigliori autori italiani a legge-re, in anteprima, brani delleoperechevannocreando(quin-di anche un festival dell’inedito,c’era una volta Ricercare a Reg-gio Emilia, ma è un’altra sto-ria...)», invitati poi ad incontra-re, nei rispettivi ambiti creativi,alcunidei loro«maggiori».

MILANO ALL’ATTACCOProtagonisti di questa primaedizione: Saviano e LucarellichediscuterannoconCarloBo-nini, l’inviato di Repubblica aGuantanamo, sul valore dei re-portagese la lorocapacitàdi in-cidere «nella carne del mon-do»; Baricco, neo regista, che

fronteggerà Salvatores e Marto-ne sulle specificità dei diversi lin-guaggi artistici e sul ruolo del li-bro in una civiltà dominata dallacultura dell’immagine; Canfora,Buttafuoco, Piperno e Scuratimedesimo che indagheranno,non senza polemiche, sul signifi-cato della narrazione storica nel-l’epoca del revisionismo. «Offici-na Italia» vuole essere una «di-scesaalle radicidella scrittura»eun osservatorio sulla nostra sce-na letteraria, volendodel pari co-operare ad un rilancio di Milano,che «resta la città dell’editoriama che ha diluito negli ultimi an-ni, il suo ruolo storico di città del-la cultura...». Operazione peral-tro già molto bene avviata dalla«Milanesiana».

«SCRITTORI&GIOVANI»Altra kermesse, seconda edizio-ne internazionale,aNovaraedin-torni organizzata da Interlinea.Aperta oggi da Claudio Magris,si chiuderà il 12 maggio con BenJalloun. Tema 2007: le «radici»(del cambiamento, dell’Europa,della pace, del giallo, del viaggio,delle storie ecc). Cees Noote-boomeAndreaDeCarlo,SandraCisneros e XiaoluGuo, la OggeroeTawfik,BarberoeVassalli, l’ira-niano Bijan Zarmandili ne parle-rannoa una plateadi giovanidel-le scuole superiori. Giovani spe-ciali che nei passati 12 mesi han-no letto le loro opere grazie adunadistribuzionegratuitadi cen-tinaia di copie promossa dallaProvincia. Il che sembramolto dimodama può risultare di grandeimportanza.

RAGAZZI E RAGAZZINon c’è da illudersi. A propositodel drammadiMatteo, il sedicen-ne che a Torino si è ucciso per-

ché trattato come un «diverso».Un libro non può far moltissimoper aiutare le migliaia di coeta-nei che affrontano il problemadella omosessualità. Può farequalcosa, però. A 16 anni dallaprima edizione, Feltrinelli ri-stampa il libro di Piergiorgio Pa-terlini Ragazzi che amano ragaz-zi. Né manuale, né testo militan-te,ma«un tour - dice l’autore - al-la ricerca dell’adolescenza omo-sessuale sommersa»; voci, tragi-che ma talvolta anche serene.Moltecose sonocambiatedaallo-ra, ma non abbastanza, comepurtroppo possiamo constatare.Ragazzi che amano ragazzi ritor-naconun’appendicedi letterear-rivate a Paterlini dal ’91 a oggi.Per una voltanon si tratta solo dibusinesseditoriale.

RAGAZZE E RAGAZZEAnche il nuovo saggio a cura diNerina Milletti e Luisa Passeri-niFuori della norma - Storie lesbi-che nell’Italia della prima metàdel ’900, in uscitadaRosenberg&Sellier, si presenta come un col-lage di interventi e di personag-gi di notevole interesse, il chenon sorprende dato il calibrodelle sei studiose presenti. Ci so-no naturalmente intricate vicen-de amorose (esemplare quelladi Lina Poletti, amante primadellaAleramo,poi dellaDuse, in-fine, per 40 anni, tra le bracciadella contessa Rasponi senzamai rinunciarealla sua battaglia«politica»), ma quello che piùconta è una lettura della storiaitaliana prima e durante il fasci-smo attraverso le lotte femmini-ste, le censure mussoliniane, ilcoraggio e la determinazionedelle donne «diverse». Spessopiù forti, ieri come oggi, dei lorocompagnidi strada.

MIRELLAAPPIOTTI

Agenda TuttolibriSABATO 20 APRILE 2007

LA STAMPAII

PROSSIMAMENTE

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Pagina Fisica: LASTAMPA - TORINO - III - 21/04/07 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/03 - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 20/04/07 17.24

I VERIBOYSAMANOILPERICOLO

LUIÈPIRATAELEIFALABULLA

Controcorrente Unmanuale sfidauna pedagogia ipocrita e «molle»

ANTONIOFAETI

Mentre sfoglio, rive-do, rileggo Il pericoloso librodelle cose da veri uomini diConn Iggulden e Hal Iggul-den, mentre irresistibilmentegodo perché in esso riapparel’antico fascino dell’oro, delnero, del rosso, in una coperti-na che par fatta da Trevescon l’aiuto di Perino, pensoche questo volume mi ricon-duce, primadi tutto, aimiei se-dici anni di ruolo nella scuolaelementare e ai quesiti chemiponevo allora sulle letturedavveroamatedaibambini.Un famoso e acutissimo

«collega», quel Peter Bichsel,maestro elementare fino al1968, che fra l’altro ha scrittoAlmondo ci sono più zie che let-tori, spiega con chiarezza per-ché il suo libro preferito, dabambino, nonera un romanzoma una raccolta di suggeri-menti tecniciper imbianchini,il Grande manuale Koch sullapittura, dove, ovviamente, perpittura si intendeva la nobile,importantissima tinteggiatu-radeimuridelle case.Reso ardito dalla lettura

del libro per i veri uomini, ementre si aprono, ancora unavolta, i fascinosipadiglionidel-la Fiera del libro per ragazzidi Bologna, oso dire che, dabambino, i miei libri più amatinon erano Cuore, Pinocchio, ilCorsaro Nero, I ragazzi dellavia Paal, ma solo due, eterni,immutabili, dotati di immen-so fascino: Il mondo prima del-la creazionedell’uomodiCamil-lo Flammarion, illustrato conoltre 400 figure, e Le razzeumanediLuigiFiguiercon316incisioni.Anche nella poesia scritta

da Guido Gozzano «in mortedi Giulio Verne» dove si diceche lo scrittore francese ave-va reso «pensose» le adole-scenzedi tanti ragazzi, o inRo-magna di Pascoli, dove il ra-gazzino di San Mauro legge ilMemorialedi Sant’Elena, si col-gono note di questo tipo. E

ora, il libro dei veri uomini par-la di archi, frecce, battaglie, ge-nerali, scienziati, scoperte, ri-sorse tecniche, mappe, meravi-glie, fossili.C’è, naturalmente, uno

splendido capitolo in cui si inse-gna a costruire una casa sull’al-bero, e il capitolo sembra scrit-to obbedendo agli autori di unideale «manualeKoch». E ci so-no varie frasi latine «da cono-scere», che rimandano alla vitacolta, spassosa, sapiente, balor-da dei protagonisti di Stalky &C. di Kipling, un libro su quelleadolescenze di un tempo in cuila durezza di una vita davveroavventurosa si mescolava al ri-so genuino delle burle adole-scenziali.Anche il libro «pericoloso»

è un libro che si autodefinisce«manuale», anche se parla digenerali e di bricconi, e non diimbianchini. È un libro che sipone contro unagrande quanti-tà di nequizie, di immondizie,di scurrilità, di compromessipedagogici più omeno indecen-ti. È quindi un libro contro il«politicamente corretto», que-sto planetario deposito di im-mondizie che non si sa più co-me smaltire e che ha, diabolica-mente, pervertito l’ontologiadiogni colloquio, tra bugie surge-late e fraseggio da salotto igno-bile. È un libro contro la «cultu-

ra del piagnisteo», ovvero con-tro l’ipocrita esibizione di infi-niti elenchi di «diritti» mentrenon si indicamai a chi siano as-segnati i «doveri», tacendo delfatto che dove nessuno compieil proprio dovere, nessuno pos-siede alcundiritto.Il libro è un omaggio a Luigi

Bertelli, detto Vamba, a centoanni dalla creazione del suo«giornalino», perché il babbo

di Giannino Stoppani creò laparola «panciafichismo»per al-ludere a chi ostenta un’orribilepancia piena di fichi e poi bat-tezza lei e loro comenobili idea-li. È anche un libro contro il«narcisismo di massa» e con-tro il «bovarysmo di massa»,due malattie mentali del no-stro mondo, diffuse ovunque,tra disimpegno, ipocrisia, mol-lezze, salotti, viaggi da trivio,chiacchiere infinite.È bene dire con chiarezza

che, se non lo si usa, davvero,come un manuale, questo è unlibro inutile, se non dannoso.Come ogni manuale è prope-

deutico, «preludea», «vienepri-ma». Tanto, anzi tantissimode-ve seguire. Il libro si riferisce aun’intera biblioteca, se ad essanon si vuol pensare si lasci pureil «pericoloso» lì doveè e si vadaavanti congli amoretti suipontie le lordure tipo «Tania ti amobyRenato» a sporcareunmurotirato su dal Vanvitelli. Il «peri-coloso»vieneprimadel già cita-toKipling, primadiLondon, pri-ma di Stevenson, di Traven, diPoe, di Curwood, di Salgari, diCooper, di Scott, di Melville, diConrad... Ma, mi si lasci direche un nome va citato da solo,va illuminato di luce speciale:da quando creò Tommy River,daquando inventò le sue inchie-ste sul Corriere dei Piccoli, daquandoscrisse iQuattrodi Can-dia, con il lindore di unmaestrodella nostra lingua, è al prezio-so maestro del Cielo d’Oro, chebisogna tornare, è al nostrograndeeunicoMinoMilani.Ogni libro chepensi di conta-

re davvero sa di dover cercareil suo posto in uno scaffale. È loscaffale dell’incongruo, quellodelle scomposizioni, quello del-le porte da aprire in nome diVirginia Woolf. Chissà che il«pericoloso» non si trovi, giànella prossima, caldissimaesta-te, tramolti suoi fratelli, in quel-la casa sull’alberoche insegnaacostruire.

nenza e la sorpresa nonman-ca. Un bellissimo libro (Anu-shkaRavishankareCristianePieper gli autori) dal fascinosottile e profondo (età 4-5 an-ni). Alla Fiera è presente an-che, sempre pubblicato estampato in India in linguaitaliana, Antigone (ed. Lapis)dalla tragedia di Sofocle: untestomoltomisurato con otti-me immagini (età 10-12 anni).- Ma gli animali si lavano i

denti? di Wiesner-Müller-Mattei, originale francesepubblicato in Italia dalle edi-zioni Fabbri. Qualche titolofra i cinquantadue capitoli incui è diviso il volume: «Le fo-che abbaiano?», «Imaiali san-no fischiare?», «Esistono co-nigli senza figli?», «Il pastoretedesco parla inglese?». Do-

mande divertenti e provocantile cui risposte rappresentanoun ottimo testo di divulgazionecon illustrazioni estremamen-te piacevoli in stile ottocente-scomadi grande efficacia emo-tiva (8-10 anni).Se è possibile individuare

alla Fiera qualche libro cheesce dalla media per il tipo diimmagini (ma è sempre indi-spensabile controllare il livel-lo della narrazione, spessonon all'altezza delle esigenzedel racconto), più complesso èrendersi conto se la narrativaè ancora capace di attirare igiovani lettori, che vanno ov-viamente considerati con lasuddivisione a seconda dell'età. Dagli otto ai dieci anni èancora abbastanza facile in-durre i ragazzini a leggere li-bri anche collaudati o qualchenovità di livello accettabile:l'influenza della scuola rimane

valida (ne è testimonianza lacollana «Il battello a vapore»che ogni anno incrementa sen-sibilmente le vendite) quandol'insegnante esercita un'azio-ne convincente, anche se i Pro-grammi Moratti non fanno ilminimo accenno alla lettura(che non sia quella strettamen-te didattica) e non utilizzanomai neppure la parola.Per quest'età il formato ta-

scabile del libro è sempre vali-do, mentre sembra avere or-mai perso la sua funzione perl'età della scuola media doveimperversano libri rilegati ilcui alto prezzo ha una forte in-cidenza negativa. Questa scel-ta editoriale non è forse la cau-sa determinante nell'abbando-no della lettura da parte dei ra-gazzi dagli undici anni in avan-ti per i quali il genere fantasy èl'unico ad esercitare un certointeresse.

All'anticipo dell'età adole-scenziale, che è sempre statail momento in cui il romanzocessava la sua forza di attra-zione (non fosse altro che perl'imitazione della società adul-ta di pessimo esempio, ancheper quanto riguarda la lettu-ra) si aggiunge in questi ultimianni la scomparsa di scrittoriche nell'ultima parte del seco-lo scorso hanno segnato unmomento di grande fervoreletterario.La narrativa per l'età della

scuola media è in fase di crisi,non c'è dubbio. L'editoria si èquindi orientata, oltre che suilibri per la prima infanzia, suiromanzi per i «giovani adulti»che in Italia (al contrario, adesempio, degli Stati Uniti) so-no una categoria sconosciuta.Quando i giovani arrivano adaffrontare nuovi argomenti ocercano risposte alle nuove cu-riosità, si rivolgono ai libri peradulti. L'esempio del successodi Moccia è significativo esconsolante.

FERDINANDOALBERTAZZI

Sugli scaffalidegli edi-tori italiani a Bologna risalta-no autori di riferimento, colla-ne invoglianti e l'attenzioneconsolidata ai pre e ai primilettori.DaFanucci,PaolaZan-noner fa vetrina con La setti-ma strega «in arte» Meg Mel-lows, liceale«presceltaper sal-vare se stessa in un altromon-do, inunaltro tempo»,cheunacreatura fantasmatica salvaperciò da una ragazza-lupo.Per Meg s'inizia un'intrigantepluriclonazione lungo i secoli,nel dipanarsi di eventi storiciben connotati e con missionisalvifichefinalizzatealla«rina-scita del Pensiero grazie al po-tere di una donna», com'è nel-lecordedell'autrice.Nello standSalani campeg-

giaPiantatela!urlato rabbiosa-mente dall'occhialuta Mandy,dieci anni portati goffamente.EgiùunoschiaffoaKim, lapiùimpestata di un «trio di scher-ni» nell'intrigante romanzo diJacqueline Wilson sul bulli-smo rosa, dove un'amica in af-fidamento e un corteggiatoreimbranatoaiutanoMandya ri-comporre il puzzle di un'auto-stima appagante. In Il pontespezzato Philip Pullman, altroautore culto dei ragazzi, trat-teggiaconvigore le inquietudi-ni adolescenziali di Ginny, co-stretta a ricomporre la pro-pria identità in frantumiper lascoperta di un fratellastro e dialtre verità terremotanti,emerse dal passato in cui sieraaccoccolataconfiducia.Per mille bombarde scop-

piate fa da slogan alle storie diPirati all’Arrembaggio firmatedaSebastianoRuizMignone etargate EL. In Contro tutte lebandiere e in I Sette Dormientid’Oro il giovane Timmy Kid el'ex barbiere Mongard s'im-provvisano strateghi di unaciurmabrancaleonesca,alla ri-cerca di leggendari tesori nel-lo scintillaredelle lame.Tragli autoriPiemme incu-

riosiscono Il ritorno dell’abomi-

nevole selvatico in campetti dicalcioepistedi circo,nel raccon-to a parole e disegni di CeccoMariniello e, in particolare, lefiabe trasformate di RobertoDenti, che inOrchi balli incantesi-mi reinventa Cappuccetto Ros-so, Cenerentola, Pollicino, Bian-canevee ilPifferaioMagico.Tra le collanemoltogettona-

te di letteratura al femminile siinserisceVietatoalle ragazzedel-la Sonda. Anche qui sono in pa-gina le esaltazioni e i turbamen-ti delle infatuazioni e degli amo-ri adolescenziali, però con unavariante stuzzicante ideata daSabine Both e Frank Reifen-berg: le stesse situazioni sonovi-ste dalla parte di lei in Provaciancora,Nelly!, mentre inProvaciancora, Mick! sono raccontatedalla parte di lui strizzando l'oc-chioall’esilaranteWoodyAllen.Conuna storiamuta, una se-

quenza di immagini molto levi-gate, Agostino Tràini firma perGallucci Che fretta c’è dove unalumachina con il ghiribizzo dibersi un caffè si accuccia su unfiore e ne aspetta pazientemen-te la crescitaperarrivarealla fu-mante tazzina, prima di unirsialle amiche in giocose discese li-bere sugli sci e in corsemoviole-schesullepisted'atletica.Cartonati di grande formato

peroffrire ai primi lettori classi-ci dell'avventura e del noir pun-tando sul fascino delle immagi-ni: sono i Lampi di OrecchioAcerbo, tenuti a battesimo daIsis di Silvina Ocampo con le ta-vole di uno straordinario PabloAuladell. Misteriosa e contur-bante, la piccola protagonistasta alla finestra, senzaguardareperriuscireavedere il baluginiodacui emergerà lametamorfosiche sente prendere forma den-trodi sé e che aspetta con impa-zienzadi«indossare».Con ilCastoroci si aggira fra

I corvi - unica fiaba (senzapessi-mismi) di Aldous Huxley - e lagiocherellona Gisella pipistrelladi JeanneWillis e Tony Ross. Esi chiude il giro con Riccardo ilsaggio, cane senza collare diEricBattutperBohem.

Italiani in Fiera Giro fra le novità,dai primi lettori agli adolescenti

pp Conn e Hall Igguldenp IL PERICOLOSO LIBRO DEL-

LE COSE DA VERE UOMINIp trad. di Tommaso Percivalep a cura di P. Baccalariop MONDADORI, pp. 312, ! 17

p

Napoleone in un ritratto da «L’encyclopédie des cancres»

Segue da pagina I

JohnLennon inun ritrattoda«L’encyclopédiedescancres»

Istruzioni per una vitaavventurosa: costruirsiuna casa sull’albero,esplorare meraviglie,giocare con archi e frecce

CrudaBologna, senza lieto fine

Ragazzi TuttolibriSABATO 21 APRILE 2007

LA STAMPA III

W

Page 4: 2007-04-21

Pagina Fisica: LASTAMPA - TORINO - IV - 21/04/07 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/04 - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 20/04/07 17.24

Mi continuano ascrivere preoc-cupati lettori iquali protesta-no perché la no-

stra lingua si sta - dicono -sempre più inquinando e de-teriorando a causa degli an-glicismi che la invadono, esuggeriscono di fare qualco-sa. Io rispondoche più si ème-scolati e più si è ricchi. La for-za dell'inglese non sta forsenell'aver incorporatonegli ul-timi secoli gran quantità dilatinismi, grecismi, francesi-smi, esotismi? Già Leopardinello Zibaldone ammonivache rifiutare parole forestie-re, quelle necessarie e insosti-tuibili, significa volersi isola-re dal mondo, «trattar dabarbara e illecita una nuovaidea e un nuovo concetto del-lo spirito umano». Le lingueche hanno un più alto livellocivile e culturale sono pro-prio quelle che possiedono unvocabolario molto composi-to, una complessità raggiun-taattraverso i contatti piùdi-versi con altri popoli e con al-tre lingue. Ricordo che piùvolte, negli anni dell'Univer-sità, il mio maestro ci ricor-dava l'impressione che il visi-tatore prova entrando a Ve-nezia in San Marco, quellospettacolo indimenticabile diarmonia, di totalità, di fron-te aimarmi, e le pietre e le co-lonne che i veneziani hannoportato da terre lontane amaggior gloria del loro santoedella loroRepubblica.Comunque sia, oggi è pur ve-ro che il modello angloameri-cano raggiunge eccessi di ag-gressività superiore rispettoa quanto accadeva in passa-to davanti alla potenza di al-tre lingue straniere. Special-mente se guardoamanifesta-zioni di superficie, spesso ridi-cole. Come la moda di tra-sformare ogni angolo di stra-da italiana in una colata diinsegne inglesi. Vedo che aTorino c'è unaClinic car au-toriparazioni, e sono tante leinvenzioni del tutto gratuite,del tipo Tewy's bar, che nonsi sa che voglia dire. Suonainglese, e tantobasta.

PAROLEIN CORSO

GIAN LUIGIBECCARIA

CHE NONSUONI SOLO

INGLESE

pp Marco Cassardop VA A FINIRE CHE NEVICAp CAIROEDITOREp pp. 238, ! 15p ROMANZO

pp Marco Vespap NATA IN RIVA AL MAREp MARSILIO, pp. 157, ! 14p Omar Di Monopolip UOMINI E CANIp ISBN, pp. 234, !13

SERGIOPENT

Per un bel po' di tem-po nessun narratore del sud invena di occuparsi di disagi so-ciali, malavita e delinquenza,potrà esentarsi dal confrontopsicologico con il pugno nellostomaco di Roberto Saviano edel suoGomorra. Il suddelBel-paesenonè solomafia e corru-zione, per fortuna,maci siamosentiti appioppare un attesta-to di «ingenuità» quando ave-vamo difeso la forza dell'inda-gine indirettadiSaviano. I cla-morosi risultatidel libroci han-

no dato ragione, anche se ovvia-mente tutti preferiremmo laquiete di un sud ricco e adagiatonella bellezza del suo paesaggioedellaculturamillenaria.Con Saviano devono fare i

conti anche Marco Vespa eOmarDiMonopoli.Duebei libri,sinceri e sofferti, uno in punta dipiedi - quello di Vespa - l'altrolerciocomeil degradodellevora-gini sociali accantonatedallapo-litica dell'opportunismo. SiciliaePuglia, gliAnni ‘80adiVespa ela fine di un ‘900 - per Di Mono-poli - in cui la barbarie sembraessere diventata l'unica arma didifesacollettiva.Lamalavitac'è,sovrasta geografie e personag-gi, grava sui paesaggi caldi e av-volgenti come una cappa dipiombo che costituisce l'inevita-bile, quasi necessaria nervaturadel tessutosociale.MarcoVespa tracciaconsot-

tile disincanto un percorso in-nanzitutto psicologico, con la fi-gura dell'inquieta e arrapantenotaia cataneseMariaTrigòna -Nata in riva almare - benestanterampolla di un'antica casata dinotai.Desiderataecontesa,avvi-luppata in una fanghiglia di co-noscenze altolocate che decido-no le sorti del consorzio civile lo-cale,Mariaè unadonnadestina-taaperdersi inunmondocheco-nosce solo in superficie. Vittimadiunabbaglio,diun'istintività in

qualche modo accentratrice, ladonna smuovemari e monti fin-gendo che il simbolico, mortife-ro mazzo di crisantemi lasciatoda ignoti a casa del suo amante,famoso nome dell'avvocaturacittadina, sia invece stato desti-nato alla blasonata famiglia Tri-gòna. L'equivoco voluto scatenauna serie di ulteriori equivoci incui la mano occulta della poten-te famigliaCalafatosembracala-recomeunmacignoa schiaccia-re certezze secolari. Dubbio didonna inquieta o fantasia mala-tadi protagonismo?Inuncaso onell'altroMariaassiste impoten-te al suo crollo psicologico e unacertezza comunque viene a gal-la, ancheper il lettore,primadel-la squallida, anonima fine delladonna: tutti sono amici e collusicon tutti. L'ostilità è solo un ab-bagliodel caso, inunmondopro-vinciale ottuso e apatico in cui legrandi manovre riguardanoogni personaggio, dal politico allegale, dall'arrivista all'élite diprofessionisti che hanno davve-ro«lemanisullacittà».Tanto raffinato e sottile è il

romanzo di Vespa, quanto sto-machevole nel suo iperrealismoè l'esordiodiOmarDiMonopoli:unwestern in terra di Puglia, unromanzo aspro e senza sorrisicheci rimandaaunneorealismoaggiornato in versione splatter,con tanto di teste sfondate dapallettoni e uomini sbranati dapitbull addestrati a suon di ba-stonateai combattimenti conal-tri cani. C'è un parco naturaledacrearealpostodiunavecchiasalina,ci sono fantasmid'umani-tà in attesadi sfrattodai loroba-raccamenti abusivi, c'è un vec-chio impazzitocheabbattecara-binieri a fucilate, c'è una fami-glia - i Minghella - in stile Nonapritequellaporta, chevivesemi-nandoil paniconellazona, la fitti-zia Torre Languorina che po-trebbediventareunedenper tu-risti. In una frenetica settimanadistragiesbudellamenti i cattivivengono annientati o incarcera-ti, il guardianodella riserva -Ni-co - ritrova un barlume di fidu-cia nel futuro, il vecchio maneg-gione don Titta Scarciglia rice-ve la giustapunizione,ma in fon-do tutto resta come prima, inuna terradinessunodove lame-stizia affamata degli abitantinonvede l'utilitàdi salvarequat-tro anatre selvatiche mentre lo-rocrepanodi famedasecoli, allafaccia dellamalavita e della poli-tica locale.Trucee ripugnante,bavosoe

trasudante odio e violenza, nellesue isterizzazioni urlate il ro-manzoèun attod'accusaapertoe senza appigli occasionali, nelladelirante,manon incredibile, re-sa dei conti di un intero sistemasociale imbarbarito dalle circo-stanze. Anche questa è ingenui-tàdi letturadapartedel critico?

MASSIMOROMANO

Sulla soglia degli ot-tant'anni, Giuseppe D'Agataci regala un piccolo grande li-bro, modernissimo e insiemedémodé, ispirato a uno speri-mentalismodi classe, costella-to di frecce di ironia che ralle-grano la mente del lettore.Scrittore defilato, ha avuto al-meno duemomenti di notorie-tà con i romanzi Il medico dellamutua (1964), divenuto popola-re anche grazie al film con Al-berto Sordi, e Il segno del co-mando (1987), tratto da unosceneggiato televisivo dei pri-mi Anni Settanta a cui lo scrit-tore aveva collaborato, storiadi uno studioso inglese a cac-cia di un diario di Byron in unaRoma esoterica e misteriosa,che aveva appassionato milio-ni di italiani.Dedicato a tre scrittori

sperimentali precocementescomparsi, Enrico Filippini,Pietro Buttitta e Adriano Spa-tola, questo breve romanzo ri-

flette uno sguardo presbite estraniato rispetto al mondo at-tuale e si regge su un ritmosincopato che miscela tre filinarrativi. Un concerto di jazzalla Carnegy Hall, tempio del-la musica classica, domenica16 gennaio 1938, «la notte chela musica scoprì l'America»;un vecchio scrittore costrettoa lasciare la casa in cui abita,un antico palazzo del '500, e atrasferirsi presso il figlio; ipassi che rimbombano sulla

testa del vecchio scrittore, unridondante TUM TUM cheproviene dalla soffitta e in-quieta il lettore più ancora delpersonaggio.Don Ciccì, cugino dello

scrittore, quella notte aveva di-ciott'anni ed era lì ad applaudi-re lo swing di Benny Goodmanal clarinetto e Gene Krupa allabatteria. Ora, ottantaseienneboss molisano in pensione, glimanda una copia di due cd,uno con la registrazione delconcerto e l'altro con i soli ap-plausi. Intanto lo scrittore sen-te dei passi camminare nellasoffitta disabitata, che all'ini-zio del Novecento era occupa-ta dalla scuola di danza di Ma-rina Petrova, prima ballerinadel Teatro Comunale di Bolo-gna. E' convinto che quei passiappartengano a Vittorini, ilsuo maestro, di cui aveva lettoda ragazzoConversazione in Si-cilia, vinto alla lotteria dal pa-dre tipografo, che consideravail libro «prima di tutto un fattovisivo, una questione di oc-

chio. Doveva piacere all'oc-chio. Doveva esserci un equili-brio ideale e concreto fra bian-co e nero, fra spazi bianchi eneri blocchi di scrittura. Frapagine e righe».Nella sua biblioteca ci so-

no duemila libri, ma il figlio,che lo ospita in una stanza acasa sua, gli impone di sce-glierne cinquanta, gli altri do-vrà sistemarli nelle scatole eportarli in soffitta. Una sceltadifficile, «come scegliere unadonna dall'harem», semplifi-cata se si decide di selezionar-ne uno per autore, tanto «c'èchi con uno ricopiandolo cicampa una vita».D'Agata sa che in letteratu-

ra non conta la trama,ma il rit-mo, e culla il lettore con quel ri-dondanteTUMTUMverso unfinale aperto. Chi si nascondenella soffitta? Che differenzac'è tra i vivi e i morti, tra i librie gli esseri umani, tra i giovanie i vecchi («Non è che i giovanisono invecchiati e io non mene sono accorto?»)?

BRUNOQUARANTA

Tra Milano e Torino,traTorinoeMilano.Due fratel-li, due vicende che qua e là siconfondono, ma spesso, orgo-gliosamente, si dispieganosoli-tarie.Sul filo di uno stordimen-to che le fughe nel passato, ri-cordando il cuneese alveo do-mestico,appena levigano.MarcoCassardo,dopoBelli

e dannati, «una dichiarazioned’amore al Toro e a Torino»,avverte la bandella, firma il pri-mo romanzo:Vaa finire che ne-vica. O forse un «fotoroman-zo», l’autore che infine soggia-ce ai suoi personaggi, da lorocome ipnotizzato. Istantaneadopo istantanea. Ogni «scat-to» effettuato ricorrendo auna lingua che vorrebbe esse-re semplice, drammaticamen-te, maledettamente semplicecome il quotidiano male di vi-vere. Invece rivelandosi flebi-le, ecco: solo semplice,non rag-giungendo la nota tragica (onecessaria). La cronaca chenon diventa, che esita a diven-tare, letteratura, rappresenta-zione cioè poetica, «esempla-re»,del quotidianoagone.Siamo a Torino. Riaprire

Giovanni Arpino, rileggere lasua lezione impavida, sarebbeutile: «Questa realtà che gli è

capitata tra lemani, come la sab-bia tra le mani di un muratore,chi scrive deve saperla forzare,“inventare”, e da sabbia farla ce-mento,mattoni, linea retta, equi-libriodi proporzioni».Torino, soprattutto Torino

(«Mi piace, qui mi sento più amio agio che aMilano. C’èmenoeuforia, meno bugie. Torino miassomiglia, è importante viverein una città che ti assomiglia») èil teatrodiMarcoCassardo, del-le sue anime ferite, disorientate,agre. Dario è un avvocato abile,di sicuro avvenire, eternamentefidanzato.Conunamacchia pro-fessionale che non gli darà tre-gua, finoall’estremacorsa.Erco-le si è avvicinato alla laurea, nonraggiungendola. Troppe le di-strazioni: il cinema (sì, è un cine-filo, la passione per Malle), il la-voro nella bottega di famiglia, ledonne (mercenarie e non). Mes-so alle strette dal padre, sbar-cherà il lunario occupandosi oradi frullatori, oradi utensili da cu-cina, ora di ticket autostradali...Nel frattempo - accade aMilano- conoscendo Clara e innamo-randosene. La raggiungerà sot-

to la Mole, dove la donna lavorainuna libreriadiSanSalvario.Apoco a poco calandosi nel suoviolentosegreto.«La luce dei lampioni è la ci-

fra di Torino. E’ un giallo diver-so da tutti gli altri, si accende disera, evapora con le prime lucidell’alba. Nell’atlante dei colorinon c’è - si rammarica MarcoCassardo -. E’ un peccato». Per-ché Va a finire che nevica ha ilpregiodi nonarrendersi al «gial-lo», un genere, nonostante le ap-parenze, così estraneo a Torino,al suo cuore dostevskijano. Sipuò cominciare (o continuare)da qui, da questa non lieve con-quista.

CRISANTEMIEWESTERNDELSUD

pp Giuseppe D'Agatap I PASSI SULLA TESTAp BOMPIANIp pp.102, ! 7,0p ROMANZO

D’Agata è nato a Bologna nel1927, diventò popolare con «Ilmedico della mutua» (1964), an-che grazie al film con AlbertoSordi, e «Il segno del comando»(1987), un giallo esoterico trattoda uno sceneggiato televisivodei primi Anni Settanta

D'Agata Unvecchio scrittore,il suomaestro, 50 preziosi libri

I FRATELLISOMMERSIDALLANEVE

Vespa e Di Monopoli Tra Siciliae Puglia, Anni Ottanta eNovanta

Particolareda un dipintodi RenatoGuttuso«Figure, tavoloe balcone»1942

SE INSOFFITTAPASSEGGIAELIOVITTORINI

Cassardo Unavvocato di sicuroavvenire e un vagabondo cinefilo

ATorino, dove «c’èmeno euforia, menobugie»: un teatrodi anime ferite,disorientate, agre

Narrativa italiana TuttolibriSABATO 21 APRILE 2007

LA STAMPAIV

Giuseppe D’Agata

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Page 5: 2007-04-21

Pagina Fisica: LASTAMPA - TORINO - V - 21/04/07 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/05 - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 20/04/07 17.24

RUGGEROBIANCHI

Messa in ombra in questi ul-timi anni dal rilancio di J. R. R.Tolkien e dal grande successo di au-tori come Philip Dick e StephenKing (il quale peraltro ne riconosceil decisivo influsso in Danse Maca-bre, tradotto da Edoardo Nesi perTheoria nel 1992), la figura diHoward P. Lovecraft - dalla cuiscomparsa ricorrono i 70 anni - haperso quella posizione centrale nelcampo della narrativa fantastica dicui fino ai primi Anni Novanta gode-va anche in Italia, sulla scia di I mo-stri all’angolo della strada, la classi-ca antologia dell’horror proposta daFruttero e Lucentini in un Omnibusdel 1966.Sono lontani i tempi in cui editori

grandi e piccoli (Mondadori, Fanuc-ci, Agpha Press) si contendevano lostravagante e lussureggiante scritto-re di Providence, autentico oggettodi culto per studiosi devoti e appas-sionati come Gianfranco de Turris eSebastiano Fusco (autori del «Casto-ro» su Lovecraft edito da Nuova Ita-lia nel 1979), Giuseppe Lippi e Clau-dio De Nardi (curatore del volumebiografico Vita privata di H. P. Love-craft,Reverdito Editore, 1987).

IN CONFLITTO CON ASIMOVL’oscurarsi della fortuna di Love-craft al chiudersi del Novecento ave-va buone ragioni. La sua «filosofia»,la sua visione del mondo e della sto-ria, suonava allora retrò e addiritturareazionaria, invischiata com’è in unavisione idealistica e pseudoarcadicadi una «sana» provincia americanaopposta a un «orrido» paesaggio me-tropolitano caotico e convulso, vitti-ma della frenesia tecnologica, dellamassificazione e del cosmopolitismoe «minato» dall’immigrazione selvag-gia e dal meticciato.In un contesto ancora dominato

da ideologie contrapposte ma ormaiorientato verso la globalizzazione, lepagine di questo autore onirico e vi-sionario eppur malato di nostalgia,che esplorava territori immaginarima sdegnava di viaggiare nel mondoreale, fuggendo orripilato da NewYork per rinserrarsi nel suo agresteRhode Island e dare spazio a una sin-golare topografia del sogno, veniva-

no inevitabilmente intese come un col-po basso alla modernità, un’aristocra-tica chiusura al nuovo e un sostanzialerifiuto di qualsiasi forma di democra-zia aperta, in radicale conflitto conquella voglia e quel bisogno di nuovoche, almeno da Asimov in poi, connota-va ogni forma del fantastico, dalla SFalla Fantasy.Ma oggi, nel bene e nelmale, il clima

è cambiato. In un’epoca restia agli uni-versali e agli assoluti, artefice e testi-mone della morte delle ideologie, cheinizia da avvertire limiti e minacce del-la globalizzazione, non sorprende che ilcreatore deimiti di Cthulhu, lo «scopri-tore» del «libro proibito» del Necrono-micon (rimasto forse non a caso, vistala moda del satanismo, l’unico suoscritto in catalogo nelle edizioni Fanuc-ci), ritorni all’improvviso sulla scena.Negli Stati Uniti ha trovato spazio

addirittura nella Library of America,la Pléiade d’oltre Atlantico, assurgen-do assieme a Dick al rango di classicomoderno. E in Italia Gianfrancode Tur-ris, da sempre suo fervente cultore, hadato alle stampe con Massimo BerrutiIl guardiano dei sogni.Sempre per mano di De Turris sta

inoltre uscendo, in collaborazione conSebastiano Fusco, L’orrore della realtà(Edizioni Mediterranee) che raccogliecon ampi commenti e annotazioni lelettere scritte tra il 1915 e il 1937; men-tre Rizzoli annuncia per maggio unanuova edizione di Il caso di Charles Dex-ter Ward (tr. Margherita Crepax, intr.Valerio Evangelisti), l’unico suo roman-zo portato sullo schermo daRoger Cor-man in La città dei mostri.

NELLA TERRA DEI SOGNIIl guardiano dei sogni presenta in rigo-rosa sequenza critica e cronologica icinque racconti imperniati sull’avven-turoso viaggio di Randolph Carter, al-ter ego dello stesso Lovecraft, nellaTerra dei Sogni, oltre i settecento gra-dini del Sonno Profondo, in un ultra-mondo popolato da ghoul (esseri fanta-smatici di carrolliana memoria), shan-tak (orrendi uccelli ippocefali), night-gaunt (misteriosi e inquietanti «magrinotturni») e altre spaventevoli creatu-re: un percorso obbligato per chi, pos-sedendo come il protagonista la tali-smanica «chiave d’argento», aspiri aincontrare o almeno intravedere glidei terrestri e quelli oltre la Terra, ma-

gari strappando pillole di conoscenzaa Nyarlathopet, enigmatica incarna-zione del Caos Strisciante. Un territo-rio insieme fisico e mentale, storico eonirico, interno ed esterno allo spazio-tempo, aggrovigliato come un labirin-to di scatole cinesi, nel quale lo scopri-re e il creare coincidono; un luogo, co-me sottolinea De Turris, al croceviatra i mondi orrifici serpeggianti sottole strutture del nostro quotidiano equelli alternativi e «altri» di Cthulhu;un universo ostile e geloso del nostro oforse soltanto ad esso estraneo e indif-ferente.

ECHI DI COLERIDGE E POEUn’anomala terra di mezzo grondantedi echi omerici e danteschi, orfici e mil-toniani,ma anche di allusioni a Colerid-ge e a Poe (la lettera in appendice alracconto L’innominabile riprende sco-pertamente Lo strano caso del signorValdemar), di rimandi alle Mille e unanotte e di immagini corpose e mostruo-se ispirate all’amatissimo GustaveDoré. Tutte «fonti», peraltro, che loscrittore stesso discute ampiamentenel saggioL’orrore soprannaturale in let-teratura, curato da Malcolm Skey perTheorianel 1989.Forse proprio questa tendenza al

medley, questo gusto barocco della con-taminazione aiuta a comprendere ilriaffacciarsi di Lovecraft sulla scenacontemporanea. Scrittore per vocazio-ne antistorico e antimoderno, il visiona-rio di Providence anticipa a tratti, amo-do suo, il mosaico impietoso e inquie-tantedella postmodernità.

I TITOLI

FRANCESCA SFORZA

Nella Ceceniadi Putin= La Cecenia al tempo diPutin. La terza guerra diindipendenza contro i russi,«intestina, intermittente,incomprensibile agli stranieri;prevalgono la guerra e l’amoreper il saccheggio tra ceceni,messi gli uni contro gli altri dalla“normalizzazione” putiniana»,come spiega Enzo Bettiza nellaprefazione al reportage diFrancesca Sforza«Mosca-Grozny: neanche unbianco su questo treno»(Salerno editrice, pp. 137, ! 12).Il «Mosca-Grozny» è l’unicocollegamento attivo fra le duecapitali. Francesca Sforza, giàcorrispondente de «La Stampa»da Mosca, ne è un passeggerosempre all’erta, pronto araccogliere ogni segnale checonduca, o prima o poi, altermine della notte, o alla suairriducibilità.

IN CALABRIA

Alvaro, Pavesee il mito= Corrado Alvaro è lamaggiore voce calabrese delNovecento. Cesare Pavese, inCalabria, a Brancaleone, hatrascorso il tempo del confino.Un convegno svoltosi nell’apriledi cinque anni fa ha volutoaccomunare i due scrittori nelsegno del mito. Gli atti, «CorradoAlvaro e Cesare Pavese nellaCalabria del mito», vedono ora laluce per i tipi di Rubbettino (pp.271, ! 22), a cura di Aldo MariaMorace e Antonio Zappia.

CONVEGNO

L’Inventariodi Gina Lagorio= Scomparsa nel 2005, GinaLagorio sarà ricordatadall’Università di Milano il 26aprile (via Festa del Perdono 7,ore 15). Tema de pomeriggio distudi: «”Inventario” e le carte diGina Lagorio» («Inventario» è iltitolo di un libro che la scrittricepubblicò nel 1997, orariproposto negli OscarMondadori, a cura di GiovannaIoli, introduzione di Gian LuigiBeccaria). Introduce il presidedella Facoltà di Lettere eFilosofia, Elio Franzini. CoordinaLuca Clerici. Relazioni di GianLuigi Beccaria, Marco Bologna,Ilaria Bonomi e ElisabettaMauroni, Giovanna Ioli e MarcoRevelli.

H. P. LOVECRAFTIl guardiano dei sogni.Le avventuredi Randolph Cartera cura di Guanfranco de Turristraduzione di Massimo BerrutiBOMPIANI, pp. 304, !8,50

Howard Phillips Lovecraft nacque aProvidence nel 1890 e vi morì nel 1937.Sono disponibili in libreria diverse sueraccolte. Tra le edizioni più recenti:«Tutti i racconti 1897 - 1922»,Mondadori e «Le storie del ciclo diCthulhu» in due volumi NewtonCompton, che ha in catalogo anche «Lacasa stregata», «La morte alata», «Ilmisterioso caso di Charles Dexter» el’edizione integrale di «Tutti i romanzi ei racconti». Tra i saggi ricordiamoquello di Houellebecq, Bompiani 2005.

Un’illustrazionediHans RudolfGiger ispirataal «Necronomicon»di Lovecraft

Anniversario Scompariva settant’anni faun capofila della narrativa fantastica

LOVECRAFTCHEORRORELAREALTA’

Il classico TuttolibriSABATO 21 APRILE 2007

LA STAMPA V

BLOC NOTES

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Pagina Fisica: LASTAMPA - TORINO - VI - 21/04/07 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/06 - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 20/04/07 17.24

pp Margaret Atwoodp DISORDINE MORALEp trad. di Raffaella Bellettip PONTE ALLE GRAZIE, pp. 228, !15

pp Irène Némirovskyp JEZABELp Trad. di Laura Frausin Guarinop ADELPHIp pp. 194, ! 16,50p ROMANZO

pp Philippe Bessonp UN RAGAZZO ITALIANOp trad. di Francesco Brunop GUANDAp pp. 188, ! 14p ROMANZO

CLAUDIOGORLIER

Leggere il giornale:un rituale che, con il trionfodella comunicazioneelettroni-ca, sembra riservato a nostal-gici anziani. Sono anziani,non a caso, i personaggi di Lebrutte notizie, il racconto cheapre il nuovo, inquietante e lu-cido libro di Margaret Atwo-od, Disordine morale. Il matti-no Gilbert, detto Tig, e la mo-glie Nell, che racconta in pri-mapersona, compionoappun-to il rito della letturadel quoti-diano, e ne ricavano soltantonotizie preoccupanti, a comin-ciare da quella di un assassi-nio politico. I due sono ancoraa letto; in attesadel caffè,Nellvorrebbe letteralmente pas-sare la brutta notizia al mari-to, come un’autentica patatabollente. Anche se non piac-ciono, riflette la donna, c’è bi-sogno di cattive notizie, para-dossalmente, ma non troppoper essere preparati. I due sela sono sempre cavata, se la

caveranno ancora, pur se il ri-schio incombe. Con una carat-teristica operazione manipola-trice delle dimensioni spazio-temporali, esplode la notiziache i barbari sono alle porte,stanno attraversando il Reno,in un fantastico impero roma-no. Sembra inevitabile ram-mentareBuzzati o Coetzee,main effetti il mondo surrealeprontoadivampareappartieneschiettamentealla scrittrice ca-nadese, oggi sessantasettenne,consegnandoci il sensodel caosimminente, del pericolo ormaidilagante, che oggi ci minaccia,le «brutte notizie» impartitecidal quotidiano. L’esperienza èinsiemevissutae immaginaria.La coppia di anziani figura

in nove degli undici raccontiche compongono il volume, e si-gnificativamente in Le entità, ilnono, nel quale fa la sua com-parsa un’ospite, la immobiliari-sta Lillie, anziana lei pure, ve-dova con figli e saggia consi-gliera, l’incubo si scioglie. «Al-la fine - osserva Nell - tutti noi

diventeremostorie. Oppure di-venteremo entità. Forse è lastessa cosa». L’immaginario,lo scatto narrativo, manovra-no, trasformano la realtà. Que-sta peculiare strategia presen-te in tutta l’opera ormai assairicca di Atwood, con il pene-trante sforzo di scongiurare, dineutralizzare l’incubo, il miste-ro, si dilata ulteriormente neidue cruciali racconti finali Ilfiasco del Labrador e I ragazzidel Laboratorio.Fiasco è, metaforicamente,

un tragico insuccesso, evocatodalpadredel narratore - astutoespediente di pretesa autobio-

grafia -, il quale, seduto accan-to al fuoco, sorride ascoltandolamoglie che legge uno dei libriprediletti, il resoconto, addirit-tura del 1903, di due esplorato-ri e del loro tentativo di «pene-trare nelle ultime regioni sel-vaggenon registrate sullemap-pe del Labrador e di scrivereuna serie di articoli sulle loroavventure».Così, azionee scrit-tura si fondono. «Imbecilli»,bolla il padre i due avventurieriamericani, Hubbard eWallace,i quali si infilanonella direzionesbagliata: moriranno di fame edi freddo.Con un folgorante gioco di

prestigio, nell’ascoltare perl’ennesima volta l’avventura ilpadresi immedesimaeper cosìdire vi entra, ritornando, però,vivo. Rammentiamo il titolo diuno dei libri teorici fondamen-tali diAtwood,Survival, soprav-vivenza, dove la lotta con la na-tura diviene un autentico para-digma letterario.La natura è bi-fronte, duramente nemica maesorcizzabile se la si sa affron-

tare. Il padre, vittima di ripetu-ti ictus, ha imparato egli stessoa sopravviverearticolandocosìun irresistibile effetto spec-chio.Egli sopravvive, e pur sen-za cancellare il dubbio esisten-zialeguardaal futuro.In I ragazzi del Laboratorio,

la voce narrante appartiene auna figlia devota, la quale rac-conta alla madre vecchia e cie-ca storie che dovrebbero tuttechiudersi con un lieto fine, for-se: ad esempio quella dei dueragazzi del titolo Cal e Ray, chesvaniscono sulle colline con unindiano. Semancherà una veraconclusione, un genuino lieto fi-ne apparirà una conclusioneaperta,metanarrativa. In effet-ti, come ci insegnano Tig e Nellnel raccontoche dà il titolo al li-bro, viviamo in una formadi di-sordinemorale, e dobbiamoac-cettarlo, sopravvivere, soprat-tutto raccontarlo. Ma «non an-cora», o, allo stesso tempo«adesso». Una scommessa sulpossibile, grazie al talento ma-gicodiMargaretAtwood.

GIOVANNIBOGLIOLO

A una prima, incautavalutazione, Philippe Bessonappare come la voce più origi-nale del romanzo francesedel nuovo secolo. Tale è sem-brato al debutto, nel 2001,quando, con una storia dima-gistrale delicatezza e rigore,si era presentato come unasorta di Radiguet sedotto daMarcelProust. E tale sembraoggi, dopo che sette libri insei anni hanno reso riconosci-bile il suo timbro e hanno fa-miliarizzato i lettori con la

sua straordinaria capacità direstituire in una prosa traspa-rente e castigata l'ascolto dellepiù lievi vibrazioni dei senti-menti e l'emergere di quelle lo-ro impercettibili dissonanzeche rivelano censure, rimozio-ni, immedicabili disarmonie.Caratteristica non occasio-

nale è subito parsa la sua scel-ta di collocare gli intrecci negliinterstizi o aimargini di biogra-fie conosciute oppure nel pri-ma e nel dopo dell'istante im-mobilizzato in un quadro: dopoL'amico di Marcel Proust, rac-conto di un'iniziazione amoro-sa in una Parigi che non vuolessere soltanto una retroviadella Grande guerra, I giornifragili di Arthur Rimbaud, dia-rio della straziante agonia delpoeta redatto dalla sorella Isa-belle; dopo E le altre sere ver-rai?, di cui sono protagonisti ladonna con l'abito rosso e i treuomini raffigurati da EdwardHopper al bancone di un bardel New England, Un ragazzoitaliano, che s'ispira a una dellefiguremaschili dipinte da Filip-pino Lippi sulle pareti dellaCappellaBrancacci.Qui però la fascinazionedel-

la pittura si limita all'illustra-zionedella copertinae la storiadel giovane fiorentino ricciolu-to che vi compare è tutt'altroche una painting fiction. Se di

una mediazione culturale, se-condo il vezzo di Besson, si de-ve considerare debitrice, non ènell'arte del Quattrocento cheessa va cercata, ma piuttostonelle citazioni - sullamorte, sul-la solitudine, sul destino - dalMestiere di vivere di Pavese chescandiscono le quattro partidel romanzo.Siamo infatti nella Firenze

d'oggi, di fronte a un nudo fat-to di cronaca: sulla sponda sini-stra dell'Arno, vicino al pontedi Santa Trinita, è stato trova-to, già in parte sfigurato dalladecomposizione, il corpo di ungiovane, Luca Salieri. Nessunadelle ipotesi sulla causa dellasua morte - incidente, delitto,suicidio - sembra credibile el'indagine che dovrebbe sco-prirla rimane sullo sfondo, so-vrastata dalla ricerca di un'al-tra più importante verità, quel-la della sua persona, che né glialtri - la fidanzataAnna e il pro-stituto Leo - né lui stesso pos-siedono fino in fondo. A con-durla sono questi stessi tre per-sonaggi, a cui la morte di unodi loro ha rivelato improvvisa-mente la solitudine che aveva-no saputo mimetizzare dietrole sembianzedell'amicizia, dell'amore, del sesso.Tutto è affidato alle loro tre

voci monologanti: Luca che -come laAddieBundren diMen-tre morivo di Faulkner - con-templa attonito il proprio disfa-cimento e l'agitarsi del mondoche è stato suo, Leo che riven-dica la dignità e la forza del lo-ro legame,Anna che non si ras-segna alla parte di equivoco edi menzogna che quella morteimprovvisa ha rivelato e vuoleassaporare fino in fondo l'acresaporedella verità. E tutto sen-za una forzatura, senza unoscarto di tono, senza un colpo

di scena, con un nitore e unacastigatezzadi scrittura esem-plari. Perfino l'Italia, che neiromanzi stranieri risulta spes-so involontariamente caricatu-rale, appare come una cornicenecessaria, un ingrediente in-sostituibiledell'insieme.Con Besson, non è più una

sorpresa. Resta da vedere sequesto scrittore che ha trovatodi colpo la sua perfetta misuravorrà continuare a suonare lasua piccolamusica o saprà cor-rere il rischio di orchestraretrame più complesse, intrec-ciando i temi di questi suoi esilirécits in un più corposo, polifo-nico romanzo.

GABRIELLABOSCO

Tutto il romanzo ègiocato nel primo capitolo,quaranta tese e densissimepagine per capire veramentele quali è poi necessario il re-sto del libro.A lettura ultima-ta, si deve tornare su quel ca-pitolo d'apertura, e rilegger-lo. Ogni parola, ogni riga,ogni frase ci suonerà diver-sa, ribaltata. Un meccani-smo di straordinaria sapien-za narrativa.Jezabel si apre con la sce-

na di un processo. Siamo aParigi, in un'aula di tribunalesoffocata dal caldo umido diun'estate piovosa, circa ame-tà degli Anni Trenta. L'impu-tata è una donna di grandebellezza, non più giovane mapreservata dal tempo. Ha uc-ciso un uomo, Bernard Mar-tin, ventenne, squattrinatostudente di lettere, conosciu-to un anno prima del delitto.La donna, Gladys Eysenach,non nega di averlo ucciso, enon chiede clemenza. La dife-sa invoca il delitto passiona-le: ossessionata dal terroredell'età e legata al conte ita-liano Aldo Monti, nel timoreche lui la tradisse con donnepiù giovani, si sarebbe con-cessa l'avventura con il ven-

tenne per dimostrare soprat-tutto a se stessa quanto anco-ra era desiderabile. Poi la vi-cenda avrebbe preso una brut-ta piega e Gladys Eysenach -sotto ricatto - avrebbeperso latesta all'idea di venir smasche-rata. E avrebbe sparato ucci-dendoMartin. Dalle parole deitestimoni chiamati a deporre

emerge il ritratto dell'imputa-ta vista dal di fuori, e suscitapietà quel terrore patologicodella vecchiaia che ha fatto diGladys un'assassina. È lei Je-zabel, che nella tragedia di Ra-cine appare in sogno alla figliaAthalie, parata di finta bellez-za e apparentemente intatta,ma già carpita da un pallore dimorte.La condanna è lieve, cinque

anni, per via delle attenuanti.Sfollato il pubblico dall'au-

la del tribunale, comincia illungo racconto della vita diquella donna. Questa volta, ilritratto è dall'interno. L'autri-ce, Irène Némirovsky, ci parla

qui - per interposta persona -di sua madre. Inventando lastoria di Gladys Eysenach,cerca lei stessa di capire comepossa una donna, come abbiapotuto sua madre, vivere lapropria vita completamentedominata dall'amore di sé. Co-me Gladys, la madre di Irèneaveva cercato nella vacuezzadella vita mondana, in relazio-ni superficiali, viaggi, soldi,gioielli, il travestimento po-sticcio a un immenso vuoto in-teriore. La flessuosità del suocorpo, la bellezza del suo voltoche il tempo sembrava non po-ter scalfire erano state l'unicaragione di vita. Irène, figlia,aveva sofferto nell'infanzia enell'adolescenza. Crescendo,aveva percepito l'odio dellamadre che vedeva in lei l'inac-cettabile denuncia del passa-re degli anni.La figlia di Gladys, nel ro-

manzo, ha una sorte tragica,dolorosissima. Anche IrèneNémirovsky ha avuto un desti-no tragico, che la follia dellastoria le ha riservato. Ebrearussa nata a Kiev nel 1903, fuo-ruscita con la famiglia dopo larivoluzione e approdata dopoun lungo peregrinare nella Pa-rigi delle années folles - am-biente ideale per le intempe-ranze dellamadre -morì a Au-schwitz nel '42. Lasciava duebambine, salvate dalla dedizio-ne di una governante, che (di-sconosciute dalla nonna, inca-pace d'amore anche nei loroconfronti come lo era statacon Irène) da adulte hanno de-dicato la vita alla riscopertadella loro mamma, grandissi-ma scrittrice. Adelphi ha giàpubblicato alcuni dei suoi ca-polavori, come David Golder ela Suite francese, e con Jezabel(nella bella traduzione di Lau-ra Frausin Guarino) aggiungeun tassello toccante al mosai-co della sua opera.Nella tragedia classica, è il

peccato di tracotanza, com-messo dai padri o dalle ma-dri, a condannare i figli. Cosìavviene in Jezabel. Ma IrèneNémirovsky, che pure in que-sto come in altri suoi libri dàsfogo al dolore di un'infanziarubata, riesce ad attuare il ri-scatto. Con la scrittura salvase stessa, certo, ma attraver-so la finzione assolve quasidel tutto anche la madre. Sipuò leggere il perdono, inquesto romanzo, un perdonoliberatorio. Il che non toglieniente alla lucidità del ritrat-to, anzi la accresce. GladysEysenach viene rivoltata co-me un guanto, come quel pri-mo capitolo che alla secondalettura vi apparirà in una nuo-va luce, quasi l'autrice l'aves-se riscritto mentre voi volta-vate le pagine.

BRUTTENOTIZIEPERGLIANZIANI

Atwood «Disordinemorale»,il mondo surreale pronto a divampare

SFIGURATOACCANTOALL’ARNO

DIETROILDELITTOLAMADRE

Philippe Besson «Un ragazzoitaliano» nella Cappella Brancacci

Filippino Lippi«Crocifissionedi san Pietro»,part. conprobabileautoritratto,Firenze,Santa Mariadel Carmine,CappellaBrancacci

Tre personaggi a FirenzeLamorte di uno di lororivela agli altri lasolitudine che avevanosaputo mimetizzare

Irène Némirovsky

Némirovsky Passione e ricattonella Parigi degli Anni Trenta

In «Jezabel» la scrittricecerca di capire comeuna donna abbiapotuto vivere dominatadall’amore di sé

Narrativa straniera TuttolibriSABATO 21 APRILE 2007

LA STAMPAVI

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Pagina Fisica: LASTAMPA - TORINO - VII - 21/04/07 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/07 - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 20/04/07 17.24

MARCOVOZZA

Quando si parladi senso, logi-ca o filosofia dell'amore, si

avanza una pretesa per nulla eviden-te: quella cioè che dell'esperienzaamorosa si possa offrire una spiega-zione razionale che ne restituisca ap-punto il senso, la grammatica o la ra-gion d'essere.Qualcuno potrebbe dis-sentire clamorosamente: Kierke-gaard sosterrebbe che il dominio dell'eros è inesplicabile, se non imperscru-tabile,mentreValéryavrebbe aggiun-to che si tratta del mero «vagito dell'ineffabile».La dialettica della ragione argo-

mentativa è resa inoperante dal ca-priccio amoroso, dal turbamento edall'inquietudine che esso comporta,tuttavia è possibile mettere almenoun po' d'ordine per portarne alla lucegli elementi costitutivi. Cominciandoad esempio col dire - come fa Gaspa-rotti nella suaFilosofia dell’eros - che ildesiderio è sostenuto dalla distanzache separa l'amante dall'amato, cosìcome la filosofia continua a cercarepoiché non possiede la verità, né alcu-na evidenza solare. La distanza, o laseparatezzadegli esseri, è la condizio-nedi possibilitàdel desiderioche, qua-lora venga posto in regime di eccessi-va prossimità, è destinato ad estin-guersi.La distanza non va temuta quanto

auspicata anche perché in tal modol'altro si sottrae alla logica dell'appro-priazione e rimane sovrano nella suainalienabile alterità: la carezza espri-mebene - comeha notatoLévinas - ta-le virtuosa trascendenza perché essavuole colmare la distanza senza con-sumarla nel possesso. Soltanto sulfondamento di queste premesse a ca-rattere etico, Eros continua ad esserel'esperienzadi un'apertura inesauribi-le, l'avventura inconfigurabile dell'in-contro, l'epifania del possibile, l'ospi-talità dell'estraneo, il donodi una con-divisione inattesa.Il cercare inappagatoè lamodalità

del desiderio così come della filosofia:amore e verità sono sempre al di làdelle nostre capacità di catturadefini-tiva; è il percorso per avvicinarsi adessi che continua a sedurci, col ripro-porsi come distanza abissale e incol-mabile. L'unica fedeltà possibile aEros è quella rivolta alla sua distanza,

alla perenne ricerca di un rapportarsiche non è tale se non in forma asimme-trica e paradossale, come ha ben vistoLacan: «Amare è donare ciò che non siha aqualcunochenon lo vuole». Sul pia-nodel desiderio, l'amoreèmetafora illu-soria, speculare e triangolare, dono diunamancanza.Altroche reciprocità!Il desiderio si rinnova come passio-

ne inesausta dell'incontro, apertura all'inconfigurabile, incanto per la differen-za, esplorazione dell'altrove, nella spe-ranza - come diceva Plutarco - che un'emanazione divina prenda la forma di«un'invitanteaffinità». In nessun luogo,Orfeo avrebbe potuto raggiungere Eu-ridice, l'inafferrabile che si dilegua persempre.Nella sferadel desideriovi è rappre-

sentazionema non comunicazione, cri-stallizzazione ma non relazione. Sonoforse queste «le lacrime di Eros» a cuialludevaBataille, lo sfociare della sedu-zione inevitabilmente in malinconia edisperazione di cui parlava Kierke-gaard? L'evidenza ci suggerisce - comeben scrive Moroncini nel saggio Sul-l’amore - che «desiderare stanca», sfini-

sce anche gli inesausti.Qualemetamor-fosi può sopportare l'hommedudésir, suquale altro piano può trasferire la suaricerca? Su quello degli affetti, per iquali vige una logica contraria a quellacontraddittoria e intransitiva che valeper i desideri, secondo quella che chia-merei«la leggediAdolphe».

UN’EDUCAZIONE ESTETICAUna volontà costruttiva e progettualericerca la continuità e l'affidabilità degliaffetti, istituisce la condivisionedei valo-ri con strenuapassionedel legame, indi-vidua il bene comune nel punto d'incon-tro tra mondo degli affetti e mondo deisignificati. In tal senso - come affermapersuasivamenteBencivenga inLa logi-cadell’amore - «perquantoarduoe raro,un amore duraturo non è impossibile».Ci si trova collocati nell'eccellenza deldestino quando la persona amata siastiene dalle sterili strategie che incre-mentano il potere del desiderio e inter-viene come soggettività costitutiva delnostro progetto esistenziale, un interlo-cutore privilegiato che si propone comearteficedi un salvifico con-essere. La pos-

sibilitàdel legameaffettivoriscatta il de-sideriodalla sua raffinatama improdut-tiva economia pulsionale che è l'originema non il fine di una relazione d'amorecapacedi generarebellezza.Così l'amo-rediventaesperienzadelmondo, educa-zione estetica, nuova infinità interna al-la vita stessa.Sulla falsariga della scansione dell'

aut-aut kierkegaardiano (che non è unatrionfaleprogressione), è possibile acce-dere - proprio partendo dall'esperienzaintramondana dell'affettività - alla di-mensione metafisica o religiosa dell'amore,checonsistenell'anelitoall'unitàtrascendente, esemplarmente suggeri-ta in un saggio del 1912, Il senso dell’amo-re, dalla Susman, fecondaallievadi Ber-gson e soprattutto di Simmel, il grandemaestrodella filosofia della vita, il qualeaveva scritto che il vero problema dell'amorenon è quello di essere corrisposti(circostanza fortuita e accidentale)ben-sì quello di nutrire una profonda stimaper l'altro, la fiducia per il suo orienta-mento al Bene. In tal senso, si potrebbeconcludere che la vera domanda dell'amorenonè: «Miami?»,bensì: «Ami?».

GIANFRANCOMARRONE

Che cos'è il lusso?Ricchezza, esclusività, ricer-catezza, ostentazione. Insom-ma, roba per pochi fortunati.Tutto qui? Proviamo a consi-derare due verosimili perso-naggi attuali.Il primo èuna signora indi-

gente, che riceve ogni setti-mana il sussidio per poter ti-rare avanti. Regolarmente,non appena ha la busta, sifionda con i bambini nell'iper-mercato più vicino, doveriempiono il carrello di pro-dotti inutili: pacchi giganti dipatatine fritte e casse con bi-bite gassate; fritture surgela-te, ed enormi confezioni di bir-ra, merendine e caramelle.Poinonhanno il denaroper laretta della scuola e la bollettadella luce.Il secondo è un ragazzo

sulla trentina, elegante senzaessere dandy, educato manon affettato. Abita a Parigiin una piccola casa in affitto.

Privodi cucina,mangia al risto-rante o si fa recapitare su quelche occorre per soddisfare glisfizi del momento. Non ha lamacchina e gira in taxi. Quan-do occorre, prende in affittouna 4x4 per le gite in campa-gna con gli amici o unadecapot-tabile per fuggevoli avventuregalanti. Non si fa scrupoli a farshopping a Milano o a Londra,ma sempre nel periodo dei sal-di. Investe ogni anno in camiceemagliette, pantaloni emaglio-ni non troppoallamoda, perpo-terli usare anche negli anni suc-cessivi.Ecco due tipologie di perso-

ne che, pur non appartenendoalle classi agiate, vivono in mo-doopposto le loro esperienzedilusso. La prima sperperanel gi-ro di pochi minuti quel che leservirebbe per poter viverequantomeno dignitosamente:baratta la propria quotidianitàcon la felicità di un attimo. Il se-condo gode nel non possederee nell'aver a disposizione i ser-vizi giusti nel momento oppor-

tuno. La prima è un Marcoval-do postmoderno, per la quale ilwelfare è la via d'accesso al lus-so di massa, allo spreco diffusoe democratizzato. Il secondo èil protagonista esemplare dell'era dell'accesso, che ragiona intermini di immaterialità e godepiù per le possibilità d'azioneche non per la proprietà fisicadi beni. La prima è il bersagliopiù tipico della società dei con-sumi, che trova realizzazionenell'acquisto fine a se stesso. Ilsecondo vive in unmondo fattodi esperienze e vuoto di cose.Laprima è irrazionale; il secon-do calcolatore. La prima è unafra tanti; il secondovanta esclu-sività. Eppure entrambi sononel lusso.Come mai? Secondo Thier-

ryPaquot - filosofo francesegiàautore di un'Arte della siesta, dicui è ora uscito da CastelvecchiunElogio del lusso.Ovvero l'utili-tà dell'inutile (pp. 155,!12, 50) -la cosa si spiega abbastanza fa-cilmente se si considera la para-dossale situazione delle società

contemporanee. Da una partel'organizzazione dell'economiae del commercioporta a unadi-stribuzione sempre più capilla-redei benidi consumo,dimodoche qualsiasi cosa arriva achiunque.È, appunto, il lussodimassa, l'esclusività per tutti.Anche la signora indigente hadiritto al suo pasto chic con vi-no e formaggi, anche se non ac-quistati proprio da Fauchon.D'altraparte, questa spasmodi-ca voglia di possedere qualsiasicosa fa sì chenulla abbiapiù im-portanza in sé,masoloperquelche significa. Nasce la societàimmateriale, e i servizi si sosti-tuisconoai beni.Da qui il giova-ne senza casa e automobile,macolmondoai suoi piedi.Scappatoie? Nessuna forse.

Basta soltanto, dicePaquot, riu-scire a vivere in unmodo comenell'altro il gusto dell'inutile, ag-girando a tutti i costi il ricattodel funzionalismo. Il lusso, pernulla paradossalmente, è il peg-gior nemico d'ogni pianificazio-ne sociale epolitica.

PAROLA D’ORDINE:“ LUSSODIMASSA”

«Leda e il cigno» (part.): un’immagine dal catalogo Electa per la mostra «Eros» al Colosseo di Roma fino al 16 settembre

Filosofia del desiderio Un’avventura,un dono, un incontro sempre «asimmetrici»

Consumi e costumi Quel che era«esclusivo» è diventato «per tutti»

Eros, «forza divina che non conosceregole», quelle regole invecerigidissime per i comuni mortali, apre eaccompagna il viaggio di EvaCantarella nella sessualità dell’AnticaGrecia in «L’amore è un Dio. Il sesso e lapolis» (Feltrinelli, pp. 180, ! 13).A Eros, «mito oscuro» e «libidomaschile», si contrappone «La rinascitadi Afrodite», saggio di Ginette Parisedito da Moretti&Vitali con unaprefazione di Bianca Garufi (pp. 182,! 12): l’autrice, studiosa di psicologia emitologia, propone una (femminile)coscienza della sessualità come gioia divivere, lontana sia dal senso di colpache dalla gratuita avventura. I rimedi egli espedienti escogitati tra Medioevoe ‘700 per suscitare il piacere sessualesono stati raccontati in un saggio del1989 da Piero Camporesi, «I balsami diVenere», ora riproposto da Garzanti(pp. 126, ! 12).

ALTRI TITOLI

ROMANO GASPAROTTIFilosofia dell'ErosBOLLATI BORINGHIERI, pp.170, ! 14ERMANNO BENCIVENGALa logica dell'amoreARAGNO ,pp.160, ! 16MARGARETE SUSMANIl senso dell'amoreDIABASIS, pp.130, ! 14BRUNO MORONCINISull'amoreCRONOPIO, pp.170, !14

I LIBRI

EROSAMAENONCHIEDE“MIAMI ?”

Idee TuttolibriSABATO 21 APRILE 2007

LA STAMPA VII

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Page 8: 2007-04-21

Pagina Fisica: LASTAMPA - TORINO - VIII - 21/04/07 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/08 - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 20/04/07 17.24

PERLARESISTENZALAVERITÀNONHABISOGNODELMITO

Vigilia del 25 aprile Fosse Ardeatine eMarzabotto,le stragi tedesche, unamemoria «fatta e disfatta»

GIORGIOBOATTI

Aogninuovo anniver-sario del 25 aprile chi ha potu-to assistere ai mutamenti in-tervenuti nel corso del temponella ricorrenza della Libera-zione, registra - e non solo nel-le celebrazioni ufficiali - unatonalità emotiva sempre piùrarefatta, compensata da unaeducazioneallamemoria sem-pre più diffusa e articolata instrumenti utili quali, peresempio, laGuida ai luoghi del-la guerra e della resistenza nel-la provincia di Torino.E' quasi come se, in tutto il

Paese, a oltre sessant'anni daquei fatti, e con la scomparsadimolti deiprotagonisti, fossemutata l'angolazione stessacon la quale ci si pone davantia una stagione fondamentaleper la definizione dell'identitàpoliticadella nostraRepubbli-ca. Recenti e superficiali pole-miche inducono spesso a di-menticare un dato positivo.Ovveroquantodi nuovoedi ri-levante, sia nella quantità difonti reperite e di ricerche in-novative sia nella qualità espessore delle interpretazionistoriografiche, abbia caratte-rizzato negli ultimi anni l'ap-proccioal temadellaResisten-za, della lotta partigiana, e piùin generale alle vicende italia-nedel biennio 1943-‘45.L'ultimadozzinad'anninon

è passata invano se dall'operadi Claudio Pavone Una guerracivile. Saggio storico sulla mora-lità della Resistenza, che, editada Bollati Boringhieri nel 1994,fece da poderoso battistradanell'innovare categorie inter-pretative, si è arrivati ai nuovistudi, alle ricerche a tutto azi-mut, alle preziose puntualizza-zioni metodologiche che San-dro Peli ha lucidamente censi-to nel suo saggio La Resistenzain Italia (Einaudi, 2004). Moltoè cambiatonella capacitàdi da-re voce essenziale, ma nonsemplificatrice o omologatri-ce, alla complessità delllaResi-stenza, come è stato dimostra-to da Alberto Cavaglion nelsuo eccellente lavoro La Resi-

stenza spiegata a mia figlia (L'an-coradelMediterraneo,2005).Caratteristica comune a

molti dei nuovi lavori è la curaconcui si èmessa in luce la com-plessa stratificazione di narra-zioni, interpretazioni, legittima-zioni di parte, che confluisconoacomporre la complessa fabbri-ca della memoria inerente laResistenza.A questo tipo di ap-porti storiografici appartiene ildensissimo saggio di JoachimStaron, Fosse Ardeatine e Mar-zabotto. Storia e memoria di duestragi tedesche, apparso in Ger-mania nel 2002 e ora tradottodaEnzoMorandiper ilMulino.Alle Fosse Ardeatine, nel

marzo del 1944, oltre trecentoprigionieri furono fucilati dainazisti per rappresaglia dopol'attentatogappistadi viaRasel-la che aveva provocato unatrentinadi vittime tra soldati te-deschi: le esecuzioni duraronodiverse ore. Le vittime, assassi-nate conuncolpodi rivoltellaal-la nuca, ma a volte massacratecol calcio del fucile, rappresen-

tavano tutto il composito mon-do della gente di Roma sottol'occupazione nazista: c'eranoebrei e ufficiali di statomaggio-re, popolanie preti,militanti po-litici e ragazzi giovanissimi. Lostessoanno, a settembre, repar-ti delle divisionidi élitedelleSS,scatenate in un rastrellamentoanti-partigiano sull'appenninobolognese, nella zona diMarza-botto, sterminaronooltre sette-cento civili, tra i quali numero-sissimibambiniedonne.Su queste due pagine tragi-

che, diventate «luoghi dellame-moria» fondamentali dell'Italiarepubblicana, Staron non si li-mita a ricostruire i fatti. La suaricerca si basa su un vastissimomateriale: le indagini della giu-stiziamilitare,alleatae italiana;i processi celebrati controgli uf-

ficiali nazisti responsabili (pe-raltro in gran parte presto libe-rati); le motivazioni delle con-dannedi alcuni (imaggioriKap-pler e Reder) e le influenze in-ternazionali che giocarono a fa-voredi altri (gli inglesi, ad esem-pio, protessero il marescialloKesserlingper timoredi sminu-ire, svilendo la figuradell'avver-sario, la «propria» campagnad'Italia ), le reazioni dell'opinio-ne pubblica italiana e tedesca, ilprevalere della ragion di Statosu quelle della giustizia da ren-derealla vittime.Accostando tutti questi di-

versi elementi, il lavoro di Sta-ron consente di cogliere quantifattori, spesso confliggenti, ab-biano giocato nel «fare e disfa-re memoria» attorno a questedue stragi. Emerge ad esempiocome, a seconda delle angola-zioni chiamate in causa, i «mi-sfatti» possanodiventare, sem-plicemente, asettici «fatti». Avolte persino un'apparente ca-valleresca accettazione di re-sponsabilità, come quella diKesserling rispetto alle Ardea-tine, è solo un alibi, da giocarecontro la sicura impiccagioneche attenderebbe l'alto ufficia-le nazista se ammettesse di es-sere stato, nei giorni delmassa-cro, fuori Roma, perché coin-volto nella sbrigativa messa amorte, a La Spezia, di un com-mandodi uomini dell'intelligen-ce statunitense. Un crimine -per gli americani assai più bru-ciante dellamortedei trecento-trentacinque italiani delle Ar-deatine - che lo avrebbe porta-to dritto dritto al patibolo, co-me accadde infatti al suo sotto-posto, il generaleDostler.Staron documenta come

l'interesse particolare dettatodagli equilibri politici del mo-mento abbia indotto nel dopo-guerra le autorità italiane a fre-nare l'azionedella giustizia con-tro i responsabili delle stragi te-desche: la ritrosia delle autori-tà italiane nel giudicare diretta-mente i criminali tedeschi, affi-dati volentieri, almeno inizial-mente, alle corti alleate, si spie-ga infatti col timore di creareun precedente, e dunque vederprocessare i propri generali dacorti jugoslave, o greche, per leefferatezze compiute anchedalle truppe del Regio Esercitonelle zone di occupazione.Tutti elementi che fanno

comprendere ancora una voltaquanto sia stata saggia la scel-ta di festeggiare la Liberazionenon il giorno della capitolazio-ne delle truppe tedesche (il 29aprile 1945) o dell'armistiziotra le armate europee in guer-ra ma il 25 aprile, giorno in cui,nelle città dell'Italia settentrio-nale, la sollevazionedi partigia-ni e popolazione segna un nuo-vo inizio della nostra storia co-mune.

[email protected]

pp Joachim Staronp FOSSE ARDEATINE

E MARZABOTTOIl Mulino, pp. 545, !28

p LUOGHI DELLA GUERRAE DELLA RESISTENZANELLA PROVINCIA DI TORINO

p a cura della Provincia di Torinoe dell’ Istituto Piemonteseper la storia della Resistenza

p Blu edizioni, pp.335, ! 14

Le indagini e i processifra responsabilità, alibie ragion di Stato:la difficile e contrastataazione della giustizia

Sulle sofisticate operazioniorchestrate dall'intelligencestatunitense di Allen Dullesper condizionare le azionidella Resistenza si soffermaFranco Giannantoni nelvolume «L'ombra degliamericani sulla Resistenza alconfine tra Italia e Svizzera»(Ed.i Essezeta-Arterigerewww.arterigere.it, pp. 605,! 27).In contrapposizione ai grandigiochi dei potenti sempreattuale è la testimonianzaofferta da Francesco BertiArnoaldi in «Viaggio conl'amico» (Sellerio, pp. 133,! 10).Vi si racconta l'itinerario divita di Giuliano Benassi,cattolico democratico eresistente fuori d'ogniraggruppamento, fucilato inun campo di concentramentoin Germania. Il libro, uscitogià nel 1990 è ripubblicatoda Sellerio con le stupendepagine del breve saggio «Nelsegno di Antigone» con cuiAlessandro Galante Garronelo presentava allora ailettori.

Altri titoli

LONTANO E VICINOENZO

BIANCHI

VOCI DALL’EREMODI DOSTOEVSKIJ

Tradotti per la prima volta i testi dei «grandi monacidi Optina Pustyn», il monastero che affascinò l'intelligencija

russa, da Gogol' a Tolstoj, da Solov'ev fino a Florenskij

Illustrazionedi AlessandroGottardoda «60testimonianzepartigiane»,Zoolibri,2005

Storia TuttolibriSABATO 21 APRILE 2007

LA STAMPAVIII

Pare si stia avvicinan-do la possibilitàdi unincontro tra il papa eil patriarca di Mo-sca, eventualità che

in passato ha incuriosito so-vente più il mondo laico chenon quello ecclesiale, dove in-vece non ha cessato di cresce-re la consapevolezza dei cri-stiani d'oriente e d'occidentedell'importanza di conoscersipiù a fondo, di condividere lerispettive ricchezze spirituali,di riconoscere nella tradizio-ne dell'altro la comune ricer-ca di una rinnovata fedeltà almessaggio evangelico. E aquesto scambiodi doni contri-buisce non poco la traduzionee la pubblicazionidi testi degliautori spirituali più significati-vi, la diffusione di vicende epersonaggi che hanno incar-nato il vangelo in contesti sto-rici, sociali e culturali estre-mamentediversi.E' il caso del volume che

raccoglie i testi dei «grandimonaci di Optina Pustyn»(Iconografia dell'anima. Vocidal grande eremo russo, Paoli-ne, pp. 360,!32), con un'esau-riente anche se a tratti impre-cisa introduzione di LucianaMirri. E' un'antologia, tradot-ta per la prima volta in italia-no da Rossella Zugan, delleparole degli starcy del mona-stero di Optina, nella provin-cia russa diKaluga, un centrodi irradiamento spiritualeche ha saputo condurre a Diomigliaia di semplici fedeli enel contempo di affascinarel'intelligencija russa del XIXsecolo: quasi tutti i grandiprotagonisti della cultura rus-sa moderna - da Gogol' a

Tolstoj, daDostoevskij a Solov'ev fino a Florenskij - hanno so-stano presso le mura di questomonastero.Ci è così data l'opportunità

di ripercorrereattraverso la vo-ce stessadei suoi padri spiritua-li questa appassionante avven-tura umana e spirituale, fino altragico epilogo in epoca sovieti-ca.Nonèun caso se anche la re-cente rinascita della vita e dell'irradiamentomonastico inRus-sia ha trovato in Optina uno deicontesti più propizi: nella tradi-zione più pura di quel monaste-ro vi è un profondo equilibriotradesideriodiDio eamoredel-la terra, uniti a un sapiente di-scernimento di ciò che abita ilcuoredell'uomo. «Eccouno chesapentirsi!», ebbe così ad escla-mare lo starec Amvrosij subitodopoaverdialogatoconDostoe-vskij, che a lui si ispirerà pertratteggiare la figura dello sta-recZosimaneiFratelli Karama-zov. E questacapacitàdi «legge-re nell'anima come in un libro»,di saper dipingere una vera epropria «iconografia dell'ani-ma» nasceva dalla grande cari-tà di questi uomini: tutti quantiaccorrevano al monastero diOptina trovavano dei cuori ca-paci di amarli fino a identificar-si con loro, fino ad amare tuttociò checostituiva la lorovita.Sì, è di incontri di questo tipo

con la carità vissuta e testimo-niata che abbiamo bisogno an-cora oggi per il nostro agirequotidiano,perché«il padre spi-rituale è soltanto una colonnachemostra la strada,ma il cam-mino bisogna farlo da soli: se ildiscepolonon simuove, nonan-dràdanessunaparte,masi per-deràpresso la colonna».

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Page 9: 2007-04-21

Pagina Fisica: LASTAMPA - TORINO - IX - 21/04/07 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/09 - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 20/04/07 17.24

ELENALOEWENTHAL

Sion è un'altura di Gerusa-lemme, una città che la storia hasparpagliato un po' come Roma fra isuoi sette colli. In ebraico si chiama-no «montagne», queste pieghe sulsuolo della Terra Promessa. Ma co-me capita spesso da queste parti,l'occhio stupisce di fronte alle mode-ste proporzioni della geografia e lamente si domanda come abbia potu-to, un posto così piccolo, sollevaretanta storia.Sion diventa presto, soprattutto

grazie al salmo 137, il luogo di una no-stalgia inguaribile: dettato di unamemoria che non è lecito dimentica-re, di un oblio che è minaccia fisica:«Sulle rive dei fiumi di Babilonia cisiamo seduti e abbiamo pianto il ri-cordo di Sion… Se ti dimentico, Geru-salemme, la mia destra si dimentichidi sé, la mia lingua si attacchi al pala-to». Da allora, il «monte» di Sion di-

venne il faro spento della Diaspora, ilpunto della Terra Promessa visibileda ogni remota distanza: non con gliocchi del corpo, certo, bensì conquelli della mente di cui la linguaebraica dota l'individuo.Per questo il movimento naziona-

le ebraico porta, inevitabilmente, ilnome di sionismo: «È questo il sensoultimo dell'autonomia politica chetutte le scuole di pensiero del sioni-smo cercano, il desiderio di non esse-re più argomento di discorso, ma diparlare, finalmente. Invenzione exnovo del soggetto alienato e ritornoall'autenticità di sé, al di là delle mil-le poste in gioco politiche che ha rive-lato e attivato in un secolo di storia,il sionismo è stato davvero un'impre-sa di decolonizzazione psichica dell'essere-ebreo».Così scrive Georges Bensoussan

nella conclusione de Il sionismo. Unastoria politica e intellettuale: 1860-1940: due volumi pubblicati in italia-

no da Einaudi, con la sapiente tradu-zione di Monica Guerra e una curaeditoriale davvero impeccabile (esempre più rara, fra l'altro).Il sionismo è un movimento seco-

lare. Non è il risarcimento dell'Euro-pa colpevole al proprio ebraismosterminato - e ai danni di una popola-

zione araba vittima di una presuntacolonizzazione: «La legittimità ebrai-ca non deriva dalla tragedia degliebrei d'Europa, ma da se stessa».Israele non è un «regalo» dell'Occi-dente agli ebrei a spese del MedioOriente, bensì il tessuto profondodell'identità ebraica, così come si ar-

ticola lungo duemila anni di storia. Ein particolare in quell'ampio periodo«costruttivo» che va dagli inizi dell'Ottocento sino al 1947, anno in cuiuna risoluzione dell'Onu sancisce lanascita di due Stati «palestinesi»:uno ebraico e uno arabo. Gli ebrei ac-colsero allora con un entusiasmosfrenato questa risoluzione. Il frontearabo la respinse inmassa.L'analisi di Bensoussan è estrema-

mente articolata. Egli parte dalla co-siddetta Zona di Residenza, quellaampia fascia di confine dell'imperorusso dove negli ultimi due secoli era-no state relegate le comunità ebrai-che. Alla fine dell'Ottocento, due ter-zi dell'ebraismo mondiale si trovanoin quella zona, in balia dell'incertez-za e dei pogrom. Ma certo quella«quasi nazione» è l'humus originariodelmovimento sionista organizzato.Bensoussan offre al lettore un

quadro particolarmente esaustivodell'ebraismo moderno e contempo-

raneo: in questo senso la sua non è«soltanto» una storia del sionismo.O meglio: la storia del sionismo è, difatto, la storia dell'ebraismo moder-no e contemporaneo. Esso non è sol-tanto la più grande «invenzione»,ne è piuttosto il midollo, l'autenticalinfa vitale.La scoperta della dimensione poli-

tica come ingrediente necessario eineludibile per la costruzionedel futu-ro s'accosta, nel sionismo, a un princi-pio di continuità storica. «SecondoGershomScholem l'ebraismo è attra-versato da una corrente conservatri-ce che corrisponde al presente, unacorrente restauratrice che rimandaal passato e una corrente utopisticache si proietta nel futuro».Bensoussan è però giustamente

molto cauto nell'accostare il sioni-smo allo slancio messianico: la suapuntuale e documentatissima analisidimostra invece come il ritorno aSion venga proiettato, dalla tradizio-ne ebraica e dalla modernità, in uncontesto di aspirazione più terrenache celeste. Certo, «il sionismo nascedal culto della nazione e sviluppa sol-tanto in seguito l'amore viscerale perla patria,mentre al contrario ogni na-zionalismo si radica prima di tuttonell'amore per il territorio e si allar-ga poi al culto della nazione»: in que-sto senso è unmovimento sui generis.

Il lettore si trova a spaziare neiluoghi più diversi, della geografia edell'intelletto: dai circoli protosioni-sti nella Diaspora alle comunitàebraiche che in terra d'Israele sonosempre esistite, dalle elaborazionireligiose alla formidabile invenzionedella «diplomazia» ebraica come lostrumento più adatto per raggiunge-re lo scopo di un ritorno politico.Questo fu infatti il grande contri-

buto di Theodor Herzl, che l'analisidi Bensoussan contestualizza in mi-sura adeguata. Il sionismo non fu, in-fatti il lampo di genio di un personag-gio, per quanto eccentrico e straordi-nario. Fu un movimento di massa incui tutto l'ebraismo venne chiamatoin causa, in quel lungo periodo stori-co (due secoli circa, a partire dall'il-luminismo ebraico, chiamatoHaska-lah, che pone le basi del confrontocon l'Emancipazione), in cui ci si ren-de conto che il futuro è garantito so-lo a condizione di prendere in manoil proprio destino, senza più lasciareche sia affidato ad altri.Da quest'esigenza matura un in-

tenso lavorio intellettuale e politi-co. Matura una vera e propria socie-tà: lo Yishuv. La comunità ebraicain terra d'Israele, cioè, prima chefosse pronunciata la dichiarazioned'indipendenza: un «prima» lungomillenni, a dispetto di quanto spes-so si creda.

GIOVANNIDE LUNA

Un po’ James Bond eun po’ Don Chisciotte. SimonWiesenthal è morto nel 2002magià la sua figuraha assuntoi contorni leggendari del «cac-ciatore di nazisti», in grado diispirare film di successo e ro-manzi di avventure (I ragazzivenutidalBrasiledi IraLevin, eDossier Odessa di FrederickForsyth), nonché un fortunatotelefilm Gli assassini sono tranoi, del 1989, in cui fu interpre-tatodaBenKingsley.Quali sianostate le esagera-

zioni letterarie o cinematogra-fiche,Wiesenthal restaunodeiprotagonisti del ’900 (fu perquattro volte candidato al No-bel per lapace, sfiorando il suc-cesso nel 1983, quando gli fupreferito Lech Walesa, e nel1986, quandovinse il suo rivaleElie Wiesel) e il suo ruolo nell'assicurare alla giustizia i nazi-sti scappati dallaGermaniado-po la sconfitta di Hitler fumol-to importante. In una caccia

all'uomo condotta con implaca-bile determinazione, Wiesen-thal scovò dai loro nascondiglisudamericani criminali del cali-bro di Adolf Eichmann e FranzStangl, il boia di Sobibòr e Tre-blinka, e, negli Stati Uniti, Her-mineBraunsteinerRyan, l'aguz-zinasoprannominata«lacavalladi Majdanek». Per un soffio nongli riuscì di catturare anche Jo-sefMengele, «l'angelo stermina-torediAuschwitz».Infaticabile, già solo nel peri-

ododal 1947al 1974 riuscì aman-dare sotto processo 1100nazisti,attirandosi l'odio delle sue pre-de edei loro sostenitori, l'insoffe-renza dei burocrati, l'avversio-ne dei potenti quando - comenelcaso delle sue denunce sui tra-scorsi nazisti del segretario ge-nerale dell'Onu e poi Presidentedella Repubblica austriaca,KurtWaldheim - infranse il mu-rodelle intesediplomatichee de-gli schieramenti geopolitici del-la«guerra fredda».E tuttavia, il Wiesenthal rac-

contato nella biografia di Alan

Levy, Il cacciatore di nazisti(Mondadori, pp. 439, ! 20) nonhanientedell'eroe cinematogra-fico e appare piuttosto un gran-demacinatore di archivi e di do-cumenti, un ingegnere metodi-co e ordinato che si muove conla sagacia del ricercatore stori-co; le sue armi sono le informa-zioni che riesce a ricavare davecchie carte e dalle testimo-nianze dei sopravvissuti: com-pletati i dossier e trasmessa ladocumentazione alle varie poli-

zie interessate, consideravaesaurito il suo compito. Quelloche succedeva dopo, non lo inte-ressava. «Il processo - disse inun incontro con un gruppo distudenti - è più importante dellasentenza,L'informazioneè lami-glior difesa contro gli assassinidi domani. Se dalla storia aveteappreso il pericolo, esso è in par-te scongiuratoperchénonpotràpiù prendervi di sorpresa comeè accaduto ai vostri avi». Nonera un giustiziere o un vendica-

tore; avrebbepotuto far ammaz-zare Stangl pagando 500 dollariaunkiller.Rifiutò.Il libro di Levy è efficacepro-

prio per la sua capacità di resti-tuirci un Wiesenthal umanissi-mo, pieno di contraddizioni, diidiosincrasiepersonali (la sua ri-valità con Eli Wiesel), con alcu-nemanie (la sifilide di Hitler co-me spiegazione del suo antise-mitismo delirante, l'identitàebraica di Cristoforo Colombo),una interpretazionedell'Olocau-sto appiattita sulla formula«odio+tecnologia» («fu la tecno-logia a dare a Hitler la possibili-tà di realizzare quel sogno diodio nutrito per secoli damiglia-ia emigliaia di fanatici: unmon-do senzaebrei»).Ma proprio grazie a questo

approccio non agiografico Levyci introduce in unodei «misteri»più affascinanti che si addensa-no suunpersonaggiocomeWie-senthal; il percorso che portaunuomo così a diventare - comeegli stesso si definiva - il «rap-presentante di tutti coloro che

eranomorti», ad assumere sullesue spalle il peso della tragediadel suo popolo. Comemolti altrisuperstiti si sentì legato al «do-veredi nondimenticare»e lo de-clinònon sul pianodella testimo-nianza ma su quello dell'impe-gno ad assicurare alla giustizia icriminali, interpretandoloamo-do suo. Mai Wiesenthal si sentìlegato a un singolo Stato ed èproprio la mancanza di riferi-mento alla «statualità» politicail timbro di assoluta originalitàdel suo lavoro. Lottò in nomedell'umanità,anchescontrando-si duramente con gli interessiparticolaristici dei singoli Statinazionali: «Ho passato più diquattroanni in campi di concen-tramentocongentedi 15nazionidiverse: ebrei, gentili, zingari co-munisti. Perme l'Olocausto nonè stata solo una tragedia ebrai-ca, ma una tragedia umana...Wiesel scrisse che il mio era unridimensionamento della trage-dia. E invece erano loro a smi-nuirla, riducendola a un proble-matranazisti e ebrei».

«Sabbathin unKibbutz»,un dipintodi YochananSimon, 1947,nellacollezionedel Museodi Tel Aviv.Il saggiodi Bensoussanraccontae spiega comeil sionismoabbiateorizzatoe progettattola comunitàebraicain terrad'Israeleprima chefossepronunciata ladichiarazioned'indipenden-za: un «prima»lungo millenni

WIESENTHAL,ILCACCIATOREDEIDOSSIER

Biografia L’uomo che più contribuìa documentare i crimini dei nazisti

GEORGES BENSOUSSANIl sionismoUna storia politicae intellettuale1860-1940traduzione di Monica GuerraEINAUDIdue volumi in cofanettopp. 1369, ! 130

Georges Bensoussan, docente diStoria contemporanea, ha giàpubblicato con Einaudi «RicordareAuschwitz». In questa sua ricercad’archivio, fra Gerusalemme e Parigi,si è proposto di documentare,raccontare e spiegare l’evoluzione delpensiero sionista, «nella pluralità deisuoi significati». Perché, spieganell’introduzione, l’aggettivo sionista«suona come un insulto», è oggetto distigmatizzazione e persino didemonizzazione. In realtà, sostieneBensoussan, il sionismo, «lungi dalrivolgersi solo agli ebrei», ponedomande capitali del XX secolo: «Chene è dei rapporti tra lingua e nazione,tra popolo e territorio, cosa succede auna fede nel processo globale dilaicizzazione del mondo?». E, «tratutte le risposte ebraiche allamodernità, solo il sionismo èsopravvissuto». Di qui l’invito a fare iconti con quella «nazioneimmaginata, per più di un secolo inbilico tra l’epopea e l’abisso».

IL LIBROOrigini e identità Il percorso politico e intellettualedelmovimento nazionale ebraico, nell’analisi di Bensoussan

«Israele non è un “regalo”dell’Occidente agli ebreia spese del Medio Oriente,bensì il tessuto profondodell’identità ebraica»

SION, LANAZIONEDIVENTAPATRIA

«Il sionismo non fu il lampodi genio di un personaggio,per quanto straordinario,come Theodor Herzl,fu unmovimento di massa»

Memoria TuttolibriSABATO 21 APRILE 2007

LA STAMPA IX

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Page 10: 2007-04-21

Pagina Fisica: LASTAMPA - NAZIONALE - X - 21/04/07 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/10 - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 20/04/07 18.25

LA CLASSIFICA DI TUTTOLIBRI È REALIZZATA DALL’ISTITUTO DEMOSKOPEA DI MILANO, ANALIZZANDO I DATI DELLE COPIE VENDUTE OGNI SETTIMANA, RACCOLTI IN UN CAMPIONE DI 120 LIBRERIE A ROTAZIONE, DI CUI 80 EFFETTIVE. SI ASSEGNANO I 100PUNTI AL TITOLO PIÙ VENDUTO TRA LE NOVITÀ. TUTTI GLI ALTRI SONO CALCOLATI IN PROPORZIONE. LA CIFRA FRA PARENTESI, SOTTO IL PUNTEGGIO, INDICA LA POSIZIONE IN CLASSIFICA NELLA SETTIMANA PRECEDENTE.LA RILEVAZIONE SI RIFERISCE AI GIORNI DAL 7 AL 13 APRILE.

Fra le tante accuseche ultimamentepiovono sulla Cina,questa è la più biz-zarra: per colpa dei

cinesi che sono sempre dipiù e quindi fumano sempredi più, nel mondo cresce ilprezzo delle Bibbie. Perchéla carta usata è la stessa,spiegaDer Spiegel. E poi nonlamentiamoci della scarsaattenzione dei giornali occi-dentali per il rapporto fraCina e libri.Che cos'è un bestseller, in

un Paese di 1300 milioni diabitanti? Pochi mesi fa YuDan, docente universitariaa Pechino, ha pubblicato unbignami del pensiero di Con-fucio. Ha venduto oltre duemilioni di copie, ma più delsuccesso commerciale fasensazione il silenzio-assen-so del partito alla pubblica-zione di un libro sul filosofosinora proibito.- Secondo Icorn.com, as-

sociazione in difesa degliscrittori censurati o perse-guitati, è stato invece toltodal commercio Quale tipo diDio, studio sulla sicurezzadel cibo in Cina del giornali-sta Zhou Qing. Il reportagesull'industria alimentare ci-nese aveva vinto il premioUlysses ed era stato parzial-mente pubblicato su Lettre In-ternational. Peraltro «proibi-re libri ha una lunga tradizio-ne in Cina», scrive seccamen-te su un supplemento cultura-le pechinese lo scrittore HeDong. Sotto la Banda deiQuattro furono requisiti tuttii libri che aveva in casa, com-presi quelli per bambini, e si-gillata la biblioteca pubblica.Mandato a lavorare nei cam-pi nel 1969, rimase per annisenza libri. Uno soltanto gliarrivò miracolosamente, Co-me fu temprato l'acciaio del so-vietico Ostrovskij. Nella ses-sione di pubblica autocritica,quell'unico (invero orribile)

romanzo fu letteralmente fat-to a pezzi. Critica letterariabrutale ma efficace: da allo-ra, appena ha potuto, HeDong è un accanito lettore.- Poeti stranieri tradotti

più venduti nel 2006: primoCelan, secondo Rilke, terzoDylan Thomas. Romanzo be-stseller: la saga Fratelli di YuHua. Molto venduta (e moltopiratata) anche Yu Dan, chedetiene un notevole record:ha autografato 15.060 copiedel suo ultimo libro in 10 ore,mentre del precedente ne fir-mò 10.600 in 8 ore e mezza.C'è poi un settimanale chepropone altre due liste, quelladei libri più sottostimati equindi usciti in tirature trop-po basse (al primo posto leopere di Beckett) e quella del-le «porcherie sovrastimate»(Il cacciatore di aquiloni diKhaled Hosseini, Il mondo èpiatto di Thomas Friedman, efra i cinesi anche qualcunotradotto, per esempio Su

Tong eMo Yan). Ma la classi-fica più curiosa è quella, ap-parsa sul China Business Post,degli scrittori che più si sonoarricchiti con i diritti d'auto-re: al primo posto, con 14 mi-lioni di yuan in dieci anni, lostorico Yu Qiuyu, al secondocon 12 Eryuehe per i suoi ro-manzi sugli imperatori. JiangRong, decimo, pare abbia gua-dagnato 7,2 milioni con Il to-tem del lupo, tradotto daMon-dadori.- Un quotidiano ha pubbli-

cato tre consigli per chi hacomprato Il mio nome è rossodi Orhan Pamuk ma non rie-sce a leggerlo: 1) saltare i ter-mini geografici e toponoma-stici incomprensibili, 2) salta-re i termini religiosi incom-prensibili, inclusi i riferimen-ti al Corano, 3) saltare gli ac-cenni incomprensibili all'ar-te della miniatura. Così, pro-mette, il romanzo diventa leg-gibile (posto che ne rimangaqualcosa).

1. I love shopping per il baby 100Kinsella [-]13,00 MONDADORI

2. Il cacciatore di aquiloni 74Hosseini [1]17,50 PIEMME

3. La cattedrale del mare 59Falcones [3]18,60 LONGANESI

4. Jezabel 59Némirosvky [-]16,50 ADELPHI

5. Non dire notte 56Oz [2]15,00 FELTRINELLI

6. La tredicesima storia 51Setterfield [4]18,00 MONDADORI

7. La ragazza di polvere 41Connelly [-]19,90 PIEMME

8. La luna fredda 40Deaver [-]6,00 SONZOGNO

9. L’innocenza 33Chevalier [7]18,60 NERI POZZA

10. Il piccolo libraio di Archangelsk 28Simenon [5]16,00 ADELPHI

VariaNarrativaitaliana

74

Narrativastraniera Saggistica Tascabili Ragazzi

1. L’ombra del vento 56Ruiz Zafon [1]12,00 MONDADORI

2. La masseria delle allodole 38Arslan [2]10,00 BUR RIZZOLI

3. Libera nos a Malo 25Meneghello [3]7,00 BUR RIZZOLI

4. Le uova del drago 23Buttafuoco [-]6,00 MONDADORI

5. Maigret e il ladro indolente 20Simenon [4]8,00 ADELPHI

6. Imparare democrazia 17Zagrebelsky [10]11,50 EINAUDI

7. E’ una vita che ti aspetto 17Volo [6]7,80 MONDADORI

8. Predatore 17Cornwell [-]6,00 MONDADORI

9. Ti prendo e ti porto via 15Ammaniti [9]8,40 MONDADORI

10. Proibito parlare 15Politkovskaja [8]10,00 MONDADORI

Il cacciatoredi aquiloni

HOSSEINIPIEMME

Jezabel

NEMIROVSKYADELPHI

CHE LIBRO FA... IN CINAGIOVANNA

ZUCCONI

CONFUCIOIN LIBERTA’

E’ un bestseller (duemilioni di copie) il bignami sul pensierodel filosofo sinora proibito, mentre è stato tolto dal commercio

lo studio sulla sicurezza del cibo nel Paese comunista

1. 10+. Il mio mondo ... 27Del Piero [1]14,00 MONDADORI

2. Rivergination 20Littizzetto [6]15,00 MONDADORI

3. Quelli che corrono... 20Baldini [2]13,00 MONDADORI

4. E’ facile smettere di fumare... 18Carr [8]10,00 EWI

5. L’amore è un dio... 15Cantarella [5]13,00 FELTRINELLI

6. Centro d’igiene mentale... 14Cristicchi [4]15,00 MONDADORI

7. Il collo mi fa impazzire 13Ephron [9]10,00 FELTRINELLI

8. Perché gli uomini... 12Argov [-]14,00 SONZOGNO

9. La classe fa la ola... 12Beer (cur.) [-]10,00 RIZZOLI

10. 33 dischi senza i quali... 12Assante; Castaldo [-]15,00 EINAUDI

AI PUNTILUCIANO

GENTA

SHOPPINGE GELOSIA

PER IL BABY

Le pecoree il pastore

CAMILLERISELLERIO

83

56

L’ombradel vento

RUIZ ZAFONMONDADORI

1. Scusa ma ti chiamo amore 89Moccia [2]18,00 RIZZOLI

2. Le pecore e il pastore 83Camilleri [1]10,00 SELLERIO

3. Gomorra... 43Saviano [8]15,50 MONDADORI

4. La leggenda dei monti naviganti 36Rumiz [-]18,00 FELTRINELLI

5. Manituana 37Wu Ming [3]17,50 EINAUDI

6. Il segreto di Ortelia 32Vitali [5]15,00 GARZANTI LIBRI

7. 300 guerrieri... 29Frediani [10]9,90 NEWTON & COMPTON

8. Boccamurata 25Agnello Hornby [9]15,00 FELTRINELLI

9. L’ultima notte bianca 25Perissinotto [-]13,00 RIZZOLI

10. Pornoromantica 22Cutolo [-]13,00 FAZI

1. Inchiesta su Gesù... 75Augias; Pesce [2]17,00 MONDADORI

2. Perché non possiamo... 74Odifreddi [1]14,60 LONGANESI

3. La scomparsa dei fatti... 25Travaglio [3]15,00 IL SAGGIATORE

4. La congettura di Poincaré 19O’Shea [-]18,50 RIZZOLI

5. Una vita con Karol... 13Dziwisz [5]17,00 RIZZOLI

6. Così parlano le stelle 13Hack; Gjergo [-]17,00 SPERLING & KUPFER

7. Tutti i volti dell’arte... 11Caroli; Festa [6]17,00 MONDADORI

8. Il cervello delle donne 10Brizendine [-]18,00 RIZZOLI

9. Dizionario del dandy 10Scaraffia [-]12,00 SELLERIO

10. La vita digitale 9Andreoli [4]10,00 RIZZOLI

1. Il piccolo principe 25Saint-Exupéry [4]7,00 BOMPIANI

2. Un ponte per Terabithia 18Paterson [1]16,00 MONDADORI

3. Le due guerriere. Vol. 2 15Troisi [2]17,00 MONDADORI

4. Ci vuole un fiore. Con cd 12Rodari; Endrigo [3]7,90 GALLUCCI

5. Superstaccattacca Special 10Autori vari [-]9,90 WALT DISNEY ITALIA

6. Ritorno a Rocca Taccagna 10Stilton [-]8,20 PIEMME

7. I due liocorni. Con cd 10Grotti [6]7,90 GALLUCCI

8. La setta degli assassini 10Troisi [-]17,00 MONDADORI

9. Mistero a Parigi 9Stilton [5]14,50 PIEMME

10. I guardiani del crepuscolo 9Luk’janenko [-]17,00 MONDADORI

Fiocco azzurro in classifica: è nato unmatta-tore, il nuovo romanzo della Kinsella, l’iro-nica signora dello shopping. Questa volta èalle prese con l’arrivo del suo baby, tantofelice quanto timorosa, lei che non sa cam-

biare un pannolino e non conosce una ninna nanna.Per di più si ritrova una ginecologa più chemai tren-dy (parto dolcissimo con massaggi thai e fior di lo-to) ma anche - questa proprio non ci voleva - exfiamma del finora insospettabile maritino. Si sa, lagelosia è una brutta bestia. Però, niente paura: cisono pur sempre i dollari, le merci griffate e la pre-

vidente tecnologia ad aiutarti con il passegginoLulu Guinness, l’ideale per le Yummy Mummies. Illieto fine non puòmancare.Meno lieti sono i numeridella classifica. Perché il valore dei 100 punti supe-ra appena, nel nostro campione, le 5000 copie.Quello della Kinsella è un sorpasso in discesa. E sispera sia solo l’effetto del dopo Pasqua. L’altra novi-tà, all’ottavo posto, è Jezabel della Némirovsky, dav-vero «mostruosa» per la bellezza della protagoni-sta, per la bravura dell’autrice.Nella narrativa stra-niera entra anche il nuovo giallo di Connelly con ilsuo detective Bosch alle prese con un delitto irrisol-

to da quasi vent’anni. Fra gli italiani salgono ancorai guerrieri delle Termopili (è riuscito anche da Ma-gic Press il formidabile fumetto di Frank Miller) earriva Pornoromantica di Carolina Cutolo, diretta-mente dal Blog a casa Fazi, quella di Melissa P..Un’alternativa sesso & sturm und drang ai languoridi Moccia e seguaci (come quelli di TVUKDB, titoloacronimodel romanzoFanucciTi voglio un casino dibene, al 19˚ posto). In saggistica, sempre più scienza(Poincaré, le stelle, il cervello delle donne): Odifred-di sarà contento.Ma la prossima settimana arriva ilprof. Ratzinger. Altro che shopping.

I loveshoppingper il babyKINSELLAMONDADORI

Scusa ma tichiamo amore

MOCCIARIZZOLI

Inchiestasu Gesù

AUGIAS; PESCEMONDADORI

75

Perché nonpossiamoessere cristianiODIFREDDILONGANESI

59 59 56

I PRIMI DIECI

Classifica TuttolibriSABATO 21 APRILE 2007

LA STAMPAX

1 100 2 89 3 4 5 74

6 7La cattedraledel mare

FALCONESLONGANESI

8 9Non direnotte

OZFELTRINELLI

10

NA

Page 11: 2007-04-21

Pagina Fisica: LASTAMPA - TORINO - XI - 21/04/07 - Pag. Logica: LASTAMPA/TUTTOLIBRI/11 - Autore: SILRUF - Ora di stampa: 20/04/07 17.24

GIOVANNI BOCCACCIODecameronea cura di Vittore BrancaEINAUDIpp. CXL-1362, !20

«Nell’immaginario popolare - ricordaLaura Mancinelli - il Boccaccio èpresente soprattutto come autoreerotico, scollacciato e burlesco. Ma io- avverte - amo rileggere certenovelle lucenti come gemme trasassolini di fiume. Storie di amoriappassionati e tragici come quello diLisabetta da Messina, che muore didolore perché i fratelli le hannorubato il vaso di basilico in cui avevasotterrato la testa dell’amanteuccisole dai fratelli stessi.

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REX STOUTNero Wolfe contro l’FbiMONDADORIpp. 173, !8,40

È l’ultima avventura di Nero Wolfepubblicata in ordine di tempo daMondadori. Laura Mancinelli prediligei «gialli» che «hanno come centromotore un personaggio umoristico,per esempio il pachidermico NeroWolfe, abituato a svolgere le indaginisenza muoversi da casa, mentrel’indomito aiutante Archie Goodwinsfida le pallottole degli avversari.Invece il «padrone» passa il tempo conle amatissime orchidee, fragili edelicate, chiaro contrappasso con ilpeso corporeo del capo».

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LAURAMANCINELLI

Il mio percorsodi letturapar-teda riletturedi cose amateche torna-noallamemoria comepersonecare in-contrate passeggiando per strada.Per esempio nell’«Inferno» di Dante,dove il poeta rivive le suepassioni in fi-gure indimenticabili al di là della con-danna che la morale del tempo impo-neva al buon cattolico. Quando si par-la di amore come non pensare a Paoloe Francesca trascinati dal vento chemainoncessa, punizionedel loro adul-terio, ma uniti finalmente, abbracciatiper l’eternità? Essi che nella troppobreve stagione del loro amore furonoingannati, traditi e scannati da unma-rito offesonel suo «onore»o nel dirittoconiugale!Dannati?No, consegnati al-la vita eterna nella memoria dei letto-ri, come erano nel pensiero di Danteche li promuove all’immortalità. Mac’è anche l’odio nell’animo del poeta,odio per tanti personaggi del suo tem-po, come il papa Bonifacio VIII, chemette nell’Inferno benché fosse anco-ravivo, tra i dannatiper «simonia», fic-cato a testa in giù in un buco della roc-cia con i piedi bruciati dal fuoco eter-no. E lo dileggia con mordente sarca-

smo: «Se’ tu già costì ritto, Bonifazio?Di parecchi anni mi mentì lo scritto».Di quale scritto si trattanon ci interes-sa.Ci interessano, emolto, le parole ri-volte al papa infedele e al suo ufficio,che non potendo rispondere perchéha la bocca sigillata dalla roccia «fortespringavaconambe lepiote».Condan-nato da Dio alla pena eterna per averusato il potere spirituale a fini politici,cioè temporali. Ci voleva il coraggio diDante permettere all’Infernoun papaancoravivoebenconsapevoledei suoistrumentidi vendetta.Anche nel «Purgatorio» incontro

cari amici, come colui che «biondo erae bello e di gentile aspetto, ma un de’cigli d’un colpo avea diviso», Manfre-di, figlio di Federico II eBiancaLanciadei conti di Agliano, e il colpo che de-turpa il bel volto è la ferita che lo ucci-se in battaglia. Ma lasciamo l’opera diDante altrimenti mi ci smarrisco den-tro! E facciamo un’altra sosta di rilet-tura nella bella prosa di Giovanni Boc-caccio, a cui dobbiamo la prima copiadi quella che volle chiamare DivinaCommedia. Nell’immaginario popola-re il Boccaccio è presente soprattuttocome autore erotico, scollacciato eburlesco. Ma io amo rileggere certenovelle lucenti comegemmetra sasso-lini di fiume. Storie di amori appassio-nati e tragici come quello di Lisabettada Messina, che muore di dolore per-ché i fratelli le hanno rubato il vaso dibasilico in cui aveva sotterrato la testadell’amante uccisole dai fratelli stessi.Tra le diverse corde che fa vibrare lanarrativa di Boccaccio ce n’è una digrande rilevanza attuale nel raccontodi Melchisedech Giudeo, che sottopo-sto dal Saladino ad un quesito con cuiavrebbe voluto prenderlo in fallo peraverlo in suo potere, risponde con lanovelladelle «tre anella».La domandainsidiosa era: quale delle tre religionimonoteistiche fosse la vera. SiamonelMedioevo e le tre grandi religioni deltempo erano la giudaica, quella del

protagonista, la musulmana, quella delSaladino, e la cristiana, la più diffusa inquel tempo. L’insidia era celata nella ri-sposta, perché qualunque fosse stataavrebbe offeso uno dei tre popoli chia-mati in causa. L’ebreo si salvò raccon-tando la storia di un re che aveva tra isuoi tesori un anellopreziosissimoe tan-to caroal suo cuore chemorendoavreb-be lasciato al più giusto dei suoi tre figlidichiarandolocon ciò suoerede.Mapoi-chéamavadipariamore tutti e tre i suoifigli fece fare da un espertissimo orafodue copie identiche dell’anello, sì chenessuno avrebbe potuto distinguerequale era il prototipo. Così fece Dio conle tre religioni che si riconoscevano fi-glie di Abramo e già allora in lotta tra diloro per affermare la propria origine di-vina.Ma se Dio stesso ha voluto celarla,perché mai gli uomini si arrogano il di-rittodi giudicarequale siadelle tre la ve-ra? E di conseguenza la falsità delle al-tre due?Bella domanda, alla quale il no-stro tempocercauna risposta conguer-re che seminanomorte emiseria nei po-poli infelici chedebbonosubirle.Ma sap-

piamo tutti che il vero movente di que-ste guerreè il poterederivantedalla ric-chezza.Ma lasciamo il Medioevo e, prose-

guendo nelle riletture, veniamo a tempia noi più vicini. Un carissimo amico èper me Beppe Fenoglio, con il quale hovissuto idealmente la guerra partigiananelle Langhe, terra che amo anche permerito suo.Manonpenso tanto alParti-gianoJohnnyquantoa racconti comeLamalora, ispirato alla povertà dei suoi pa-esi primadellaguerra, chepurnellabre-vità si apreaunrespiroepico, I trentatrégiorni della città di Alba e altri del gene-re, tutti nati dall’esperienza partigianama scritti sull’onda del ricordo vicinonel tempo, quando la lotta contro fasci-sti enazisti era finita.Venendoai contemporanei,nonpos-

so passare sotto silenzio il fatto chequando si dice romanzo si pensa subitoal «giallo». Quasi tutti gli scrittori di og-gi sonoautori di polizieschi.Perché?Az-zardouna risposta.La tramadel roman-zo giallo, da Simenon ad Agatha Chri-stie, prevede che l’investigatore, in qua-

lunque veste si presenti, risolva il pro-blema, scopra il colpevole, che viene pu-nito come giustizia vuole. O vorrebbe.Perché la realtà è molto diversa. Comeinsegnava tempo fa Leonardo Sciascia,e oggi Carlo Lucarelli. Sono quindi, amodo loro, romanziutopistici.Confesso di essere appassionata let-

trice di tali romanzi. Ma devo confessa-re altresì che prediligo quelli che hannocome centro motore un personaggioumoristico, per esempio il pachidermi-co Nero Wolfe di Rex Stout, abituato asvolgere le indagini senza muoversi dacasa,mentre l’indomitoaiutanteArchieGoodwin sfida le pallottole degli avver-sari. Invece il «padrone» passa il tempocon le amatissimeorchidee, fragili e deli-cate, chiaro contrappasso con il pesocorporeodel capo.Uncaso fortunatohavoluto che alcuni di questi romanzi di-ventasserosoggetti di splendidi sceneg-giati tv, dove l’elefantiaco Nero era im-personato da un indimenticabile TinoBuazzelli e Archie da uno scattante e ir-resistibile Paolo Ferrari. Una piacevolescoperta sono stati perme i gialli di am-

bientemedievale della scrittrice ingleseEllis Peters, contemporaneadell’ameri-canoStout.Si svolgononelXII secolo,altempo delle guerre decennali tra il reStefanoe la cuginaMaudeper la succes-sione al trono dell’Inghilterra. L’animadelle indaginièun fratebenedettinocheha vestito il saio dopo esser vissuto nelmondo per quarant’anni, aver combat-tutonelle crociateper spiritod’avventu-ra, amatomoltedonne, una inparticola-re, dallaquale scopredi aver avutoun fi-glioche incontrerànel corsodi unadellesue spericolate indagini e potrà final-mente amare e proteggere come padre.Anche se il figlio è ormai un prode e im-macolato cavaliere di cui può essere fie-ro. Cadfael è il nome del frate investiga-tore, esperto di preziose erbe medica-mentose che egli stesso coltiva in un or-ticello dell’abbazia, e grazie alle quali èdivenuto il guaritore dell’abbazia stes-sa, centrodi tuttequestevicende.Non amo gialli che fanno leva su «se-

rial killer», il traffico di droghe e più omenoaccettabili congiurepoliticheo ca-si di spionaggio, come la fortunata seriedegli «Zero Zero Sette» di Ian Fleming.Preferiscoquelli intimisticidella provin-cia francese, magistralmente descrittada Simenon, l'intrigo domestico dellaMissMarple di Agatha Christie.Ma de-vo riconoscere che le trame di questogenere non sono infinite e per questo igiallisti si rifugiano nelle devianze dellafollia, della droga o in poco plausibilimi-nacce da ignote potenze ai danni del no-stropianeta.A questo punto abbandono il genere

poliziesco per la faticosa serenità delSergentenellaneve, serenità riconquista-ta da Mario Rigoni Stern dopo le trau-matiche esperienze della ritirata nella

gelida pianura russa in seguito alla bat-taglia del Don. Vi aveva visto moriregran parte dei suoi soldati, uccisi dalfreddo,dalla fameedaibombardamentidi coloro chedifendevano la propria ter-ra.Molti di essi gli chiedevanoangoscia-ti: «Signor sergente, ghe riverem a bai-ta?» ed egli cercava di rassicurarli, purnonosando sperare.Pochi infatti ci arri-veranno. Uno ne ho conosciuto, valdo-stanodiChallant-Saint-Anselme,Osval-doGaspard,morto novantenne qualcheanno fa, che si ricordavadel giovaneser-gente che li esortava a tenere duro pernonperdere la speranza. In una sorta dipudore montanaro Rigoni Stern nonparla mai della disperazione, la mortedell’anima, che pure doveva opprimer-lo, e il lettore la sente.Si riconciliacon lavita a contatto con la sua terra, gli albe-ri, i frutti, Le stagioni, titolo del suo ulti-mo romanzo, in cui i ricordi tristi spun-tano tra la meraviglia del ritrovato cor-so dell’anno, nel suo «brolo» vera terramadre. Anche la neve è bella nell’alto-piano di Asiago, non quella della pianu-ra russa o della sua fugadal Lager in cuierastatorinchiusocomeprigionierodeitedeschi, ricordo quasi ossessivo nell’«Inverno».Ma poi piano piano scomparenelle altre stagioni lasciando il posto apiù lietememorie, anche infantili, di cor-se sfrenateper i prati a primaveraenel-le lunghe sere estive con altri ragazzini,o nell’«Autunno» le prime sciate in nevefresca e intatta, mentre la natura spro-fonda nel silenzio. Ma è soprattutto nelcamminare, nel sentire la sua terra sot-to i piedi, che Il sergente nella neve recu-pera la gioia di vivere anche se ormaivecchio,ma di una vecchiaia serena chenon temelamorte.Io chedamolti anni sonoprivatadel-

l’uso delle gambe e della gioia di cammi-nare, con che cosa potrò recuperarel’amoreper la vita? Forse con la scrittu-ra?Unicaattivitàche lamalattiami con-sente? Grazie Mario dei tuoi libri, tuttimi hanno sempredato la forza di tenereduroeandareavanti.Graziedi cuore.

“LAVITAETERNAE’NELL’ INFERNO”

LE SUE SCELTE

LauraMancinelli

TUTTOlibri RESPONSABILE: NICO ORENGO. IN REDAZIONE: LUCIANO GENTA, BRUNO QUARANTA. E-MAIL: [email protected] SITO INTERNET: www.lastampa.it/tuttolibri/

«Dove Dante rivive le suepassioni in figureindimenticabili oltrela condanna che la moraleimponeva al buon cattolico»

«Se amo le Langhe èanche per merito di Fenoglio,mi affascina la faticosaserenità del Sergente nellaneveMario Rigoni Stern»

AndreadiBuonaiuto,«I demoni» (1365 - 1367),particolaredell’affresconelCappellonedegli Spagnoli inSantaMariaNovellaaFirenze

La vita. Laura Mancinelli è nata a Udine nel 1933. Docente di Letteratura tede-sca e medievale alla Facoltà di Lettere di Torino, dopo aver insegnato a Sassa-ri e a Venezia, ha svolto importanti attività di saggista e traduttrice di classicicome I Nibelunghi e Tristano.

Le opere. Come narratrice ha pubblicato da Einaudi, tra l’altro: «I dodici abatidi Challant», «Il fantasma di Mozart», «I tre cavalieri del Graal», «Raskolnikov»,«Il mistero della sedia a rotelle», «Killer presunto» e «Persecuzione infernale»(questi ultimi costituendo tre episodi dei «Casi del capitano Flores»).

Diario di lettura TuttolibriSABATO 21 APRILE 2007

LA STAMPA XI

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