2009-1 oratorio di anghiari

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1 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI N. 1 FEBBRAIO - MARZO 2009

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PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHI 1 P o s te I ta li a n e S .p .A . - S p e d . in A .P . D .L . 3 5 3 /2 0 0 3 ( c o n v . in L . 2 7 /0 2 /2 0 0 4 n ° 4 6 ) a r t. 1 , c o m m a 2 , D C B /5 2 /2 0 0 4 - A R E Z Z O - T a r if f a p a g a ta - T a x e p e r ç u e l'editoriale di enzo papi Qui sotto la Basilica dell’Annunciazione a Nazareth. 2 di Vera Cuccini 3 Oggi parliamo di: * Alcune note biografiche di don Francesco sono a pag. 26.

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Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A

.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, com

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EZZO - Tariffa pagata - Taxe perçue

PERIODICO DEL VICARIATO DI ANGHIARI E MONTERCHIN. 1 FEBBRAIO - MARZO 2009

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L'ORATORIO DI ANGHIARI - Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/52/2004 - AREZZO - Tariffa pagata - Taxe perçueAnno XLIV - Periodico del Vicariato di Anghiari e Monterchi. Con approvazione della Curia di ArezzoAut. Tribunale di Arezzo n. 5 del 28 aprile 1967 - Dir. Resp. Enzo Papi - Stampa: Grafiche Borgo, Sansepolcro.Redazione:donmarcosalvienzopapimariodelpiaalessandrobivignanistefanobigiarini.

Il vecchio calendariodi Vera Cuccini

L’anno nuovo è arrivato,il vecchio calendarioha lasciato il suo postosubito occupato dall’altroche fa bella mostra di sé.Stringo tra le mani il passato;non posso subito cestinarlo,troppi ricordi, or felici,or tristi, rimangono nelle suepagine ormai scolorite.L’apro, lo sfoglio mese dopo mese,leggo i miei appunti, le notedi avvenimenti, di date da nondimenticare e mi commuovopur essendo certa che i ricordisegnati in quelle paginesaranno sempre vivi e impressinella mia mente e nel mio cuore.

l'editoriale di enzo papi

In copertinaLa copertina di questo numero

uno, XLIV anno di pubblicazione del nostro periodico, riporta una delle mete del pellegrinaggio che un gruppo di anghiaresi, guidati da don Marco, ha compiuto recandosi in Terra Santa.

Siamo a Gerusalemme ed i pelle-grini sono all’interno della Basilica dell’Anastasis (costruita nel luogo del Calvario) sono in attesa di entrare al Santo Sepolcro (foto L. Leonardi).

Qui a lato l’editoriale di Enzo Papi sul pellegrinaggio. Se ne parla ancora a pag. 17, 19 e 25.Qui sotto la Basilica dell’Annunciazione a Nazareth.

Quanto hanno costruito i Crociati! Se si pensa che tutti i santuari che visitiamo in Terra Santa, e sono tanti, sono stati fatti in un secolo e mezzo, da gente venuta da fuori, lontana dalle tecniche, dai mezzi e dalle macchine che conoscevano nei paesi d’origine -in Europa, dalla Puglia alla Francia- la visione dei resti del XII secolo, disseminati ovunque, sotto o accanto alle grandi chiese moderne del XIX secolo, è impressionante; ha dell’incredibile! Certamente tanta attività documenta il fervore e la gioia della fede che, dopo tanto tempo, si trova di nuovo a tu per tu con i luoghi che avevano visto la vita terrena di Dio e così, con i santuari romanici, con quelle belle pietre bianche, di calcare, squadrate con grande maestria, i crociati hanno voluto dare una veste di bellezza, degna di Dio, alla gioia per i luoghi santi ritrovati. Non hanno scherzato e non si sono risparmiati nel ricostruire! Come improvvisati, ma attentissimi archeologi hanno individuato tutti i siti bizantini, tutte le chiese cadute in rovina durante l’occupazione araba e, in quei siti esatti, su quegli antichissimi resti cristiani del IV, V, e VI secolo hanno innalzato le loro lodi di pietra; edifici magnifici se si contempla quelli giunti intatti fino a noi come la chiesa di Sant’Anna presso la piscina di Bethesda o quella di Abu Gosh, sul sito della antica Emmaus.

***È pure degna di grande ammirazione, per noi pellegrini del 2000, che si è accom-pagnato don Marco in quel cammino di Terra Santa col quale il parroco ha voluto ricordare i suoi 25 anni di sacerdozio, l’opera dei Francescani; i figli di Francesco meritano il titolo che portano di Custodi della Terra Santa. Dal Trecento, espulsi tutti i crociati dalla Palestina per il ritorno del Saladino, abbandonati tutti i santuari, sono stati una presenza, inerme e decisa, siglata dal martirio lungo i secoli di ben 1500 frati, che, nella rovina generale dell’edilizia crociata, ha preservato e difeso il piccolo gregge arabo-cristiano e custodito la memoria dei santi siti: Nazareth, Cana, il Monte delle Beatitudini, la Basilichetta del Primato di Pietro, Cafarnao; i molti luoghi di Gerusalemme come il Santo Sepolcro, la Tomba della Madonna, il Getsemani, il Cenacolo, la grotta del Pater Noster, la piscina di Bethesda, il luogo stesso della Natività a Betlemme sono oggi siti archeologicamente certi proprio grazie a questa loro opera di custodia. Con acume scientifico, garantito appunto dalla presenza secolare in questi luoghi, quando era possibile, nell’800 in partico-lare, ma anche nel ‘900, hanno acquistato e ottenuto il controllo di un gran numero di siti inutili, abbandonati dalla produzione, luogo di rovi, di erbacce e di pietrame sgangherato, nei quali, con infinita pazienza, da provetti archeologi -padre Bagatti, padre Corbo, padre Loffreda, padre Piccirillo hanno dato vita ad una splendida scuola di archeologia cristiana che ha conquistato la stima di tutto il mondo-, con un lavoro paziente di scavo, hanno recuperato il livello crociato e, sotto questo, il livello bizantino e sotto quello bizantino le grotte, le strutture i resti della primitiva chiesa giudeo-cristiana, quella dei tempi di Gesù. Così oggi grandiose basiliche moderne, spesso visibili da lontano, quando il pullman ancora non è arrivato alla meta, indicano i siti più importanti della fede cristiana, siti che sono tornati luoghi di preghiera per le piccole comunità cristiane del posto, latine, maronite, armene, ortodosse, protestanti, melkite, copte, e per i tanti pellegrini che giungono da ogni parte del mondo; nel nostro giro le nostre preghiere si sono incrociate con quelle americane, filippine, russe, cinesi, giapponesi…

***La fede è dono che viene dall’alto, completamente gratuito, e non chiede alcuna prova scientifica per essere e per divenire vera e certa. Un dono si accetta per quello che è, così come ti è dato, nel momento contingente che ti raggiunge: una persona, una situazione, una parola, una vicenda della vita… Ciò non toglie che le persone, le parole, le vicende della vita siano le occasioni concrete attraverso le quali esso ti raggiunge rendendo certa e gioiosa la tua appartenenza a Cristo ed alla sua Chiesa. L’archeologia della Terra Santa, gli arabo-cristiani, le grandi basiliche moderne, i Francescani ed il loro lavoro sono i dati concreti, certi che, scorrendo sotto i tuoi occhi, diventando parola, documento storico ed umano, testimoniano la concretezza del dono ricevuto e la stessa scientificità archeologica del fatto al quale, per grazia, ti sei consegnato. Il pellegrinaggio in Terra Santa è anche questo; soprattutto questo. Non c’entra niente col sentimentalismo!

Terrasanta

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Conversazioni con don Francesco* Oggi parliamo di:

Il disagio giovanile non è disagio ma solitudine

Perché occorre un senso? Cosa fa diventare un’ idea uno scopo per la vita?Occorre uscire dalla dinamica del mondo che tutto passa, che bisogna cogliere l’attimo. Bisogna recuperare dei valori che ci facciano comprendere che la vita ha bisogno di rispetto, di naturalezza. Tornare alla semplicità delle coseCome influisce l’educazione ricevuta in famiglia o meglio quanto è necessaria?“La famiglia ha sempre avuto un ruolo fondamentale nell’edu-cazione dei giovani ma molto spesso tende a creare un clima eccessivamente protettivo, ovattando le difficoltà per evitare la sofferenza ai propri cari. In questo modo, però, si rischia di non fornire alle nuove generazioni quella capacità e sicurezza di fronte alle difficoltà.Se occorre un senso e l’istituzione familiare assume un ruolo sempre più fondamentale, come si spiegano le incapacità dei giovani ad affrontare certi aspetti della realtà?L’assenza di un metodo, maturato nel tempo e ben consolidato, ci fa sentire in qualche modo incapaci e spiazzati, ci rende vulnerabili e bisognosi di appoggio e certezze che solo negli altri crediamo di poter trovare e non ci sforziamo di trovarle in noi stessi.Quale atteggiamento bisognerebbe assumere per essere felici e appagati?Per poter formare la propria persona giungendo ad una forte consapevolezza di se e conoscersi dovremmo capire chi siamo cercando, se non ancora acquisito, un proprio modo di rap-portarsi alla realtà. Solo la particolare capacità di relazionarci saprà dirci che persona abbiamo realizzato. Delineata con limpidità la nostra personalità saremo appagati di noi stessi, non cercheremo conferme negli altri e questi ultimi ci accet-teranno per ciò che siamo.Come si acquisisce un metodo?Acquisire un metodo è un’operazione graduale, occorre del tempo. Una forte influenza deriva dal contesto familiare. Le esperienze di vita e frequentare più ambiti sociali possono essere un’ottima soluzione per confrontare le opinioni degli altri e crearsene una propria. La certezza di quali valori per noi sono più importanti ci fa estrapolare i punti di forza del nostro carattere, sfruttandoli di fronte ai problemi.Quanto può incidere il senso del sacro?Il sacro incide nel crearsi un metodo e una personalità oppure aiuta nei momenti di smarrimento e inadeguatezza di fronte alla realtà?In entrambi i casi può essere d’aiuto nel trovare risposte se si è disponibili a porsi delle domande. Nel primo caso il particolare modo di vivere la fede si riflette nel nostro modo di agire.Nella seconda ipotesi la fede può spronare ad agire ottimisti-camente vedendo dietro all’inspiegabile un qualche progetto

prestabilito. Nei momenti di disagio serve di appoggio come profonda convinzione dell’animo di fronte ad un vuoto di certezze.

Le poche ma importanti riflessioni di Margherita ci fanno ben comprendere che parlare di disagio giovanile voglia dire parlare di educazione, senso della vita e definitività del nostro essere ossia certezza di un futuro che può fondarsi su salde radici nel presente. Fin dall’antichità il tema dell’educazione ha coinvolto i maestri più importanti della filosofia come anche della letteratura e mitologia.

Educare è parlare di qualcosa che attiene strettamente alla sfera del vissuto, ognuno di noi può ripresentare, o meglio, proporre una linea educativa, un modello educativo che sia espressione di una esperienza personale, che coincida con il presentare all’educando, al giovane, un modello di paragone che abbia come dinamica lo spazio di intercessione tra libertà, disciplina e amore. Al di fuori di questa dinamica, l’educazione del ragazzo rischia di essere oppressiva o lassista, portando ad un uso della libertà che può diventare pragmatico ossequio di una legge o pura anarchia morale, il relativismo culturale di cui anche Benedetto XVI avvisa del pericolo in molti dei suoi interventi.

Nel linguaggio della fede, o meglio, nella tradizione cri-stiana l’arte di educare è riassumibile nel passo del Vangelo di Giovanni (Gv 1, 35-39) in cui il Battista incontrando il Signore indica ai suoi discepoli chi bisogna seguire “Ecco l’agnello di Dio!”. L’evangelista annota che il precursore del Messia fissa lo sguardo su Gesù come ad indicarlo ai suoi discepoli, che udendo quelle parole seguirono il Maestro. In questi brevi passi, quasi fisicamente, si realizza la dinamica dell’ambito educativo: un passaggio a tre che prevede l’edu-catore, l’educando e il Creatore, Colui che è Via, Verità e Vita. Storicamente questa forma ci è data nella Chiesa, tramite sacramentale della Presenza del Signore Gesù nel mondo.

Il disagio giovanile non è altro che una sconnessione tra qualcuno di questi elementi (educatore, educato, Creatore) e i tre fattori dinamici di questa esperienza (libertà, disciplina e amore). Questo corto circuito crea un vuoto ed è il vuoto di cui la nostra società è imbevuta; un vuoto che, seppur avvertito, si pensa di togliere mascherandolo con la pluralità delle scelte: non c’è la Verità ma tante verità che solamente da adulti possiamo scegliere senza bisogno di alcuna indica-zione, nell’idea che l’assenza di radici permette la vera scelta. Credo che ogni genitore come ogni vero educatore avverta questa diabolica tentazione ma allo stesso tempo avverta più interessante la sfida educativa di un rapporto basato su libertà e verità. Nei prossimi interventi trattando di Verità e Libertà approfondiremo meglio questo passaggio.* Alcune note biografiche di don Francesco sono a pag. 26.

Mai come in questo periodo storico assistiamo ad una grande proliferazione di agenzie educative e formative che sembrano raccogliere e rispondere alle esigenze così nuove e allo stesso tempo uguali dei giovani. Nella lettera che Papa Benedetto XVI ha scritto lo scorso anno ai fedeli della sua Diocesi, ha sottolineato che il disagio e i problemi dei giovani sono gli stessi di sempre, non esiste un nuovo giovane ma, probabilmente, nuovi orizzonti storici dove i giovani devono poter confrontarsi. Per confrontarsi occorrono gli strumenti e solo l’appartenenza ad un luogo educativo sicuro, che sappia far coincidere amore ed educazione nell’appartenenza alla Verità, può concedere questa possibilità.Assistiamo, ormai quotidianamente, a dibattiti e discussioni sul tema del disagio giovanile: in cosa consiste? Cosa vuol dire disagio? I nostri giovani sono realmente disagiati e lo sono loro per la prima volta?Margherita, un’adolescente studentessa di Liceo al quarto anno, definisce così l’attuale situazione: “La nostra vita necessita di un senso, ossia io devo poter arrivare a novanta anni o quanti ne vivrò, con uno scopo, dimostrando che le cose hanno un senso, altrimenti arrivi alla fine della tua vita che non hai lasciato alcun segno”

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CALENDARIO LITURGICO a cura di Franco Cristini

Mese di Febbraio 20091° febbraio domenica – Domenica IV del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.2 febbraio lunedì - Presentazione di Gesù al Tempio. Cande-lora. Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario. “O luce delle genti, illumina il tuo popolo.” I nostri occhi vedano la tua salvezza, o Signore.3 febbraio mercoledì - San Biagio, vescovo e martire. La tradizione lo considera guaritore dei mali di gola. Fu vescovo di Sebaste in Armenia (IV secolo).5 febbraio giovedì - Sant’Agata vergine e martire. Primo Gio-vedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni. Sant’Agata subì il martirio Catania a dove è venerata.Primo Venerdì del mese a Micciano è anticipato a questo giovedì sempre alle ore 20 con la celebrazione della S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.6 febbraio venerdì - Primo venerdì del mese. Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adorazione.8 febbraio domenica – Domenica V del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo.11 febbraio mercoledì - Beata Maria Vergine di Lourdes. Nel 1858 l’Immacolata Vergine Maria apparve a Bernardette Soubirous, presso Lourdes in Francia, nella grotta di Massa-bielle. Maria chiamò i peccatori alla conversione e suscitò nella Chiesa un movimento intenso di preghiera e di carità, la quale produsse una sollecitudine speciale per i malati, giornata dedicata appunto ai malati.14 febbraio sabato - San Valentino. Alle ore 16, nella chiesa di Propositura, S. Messa alla presenza dei malati di tutta la parrocchia. Al termine seguirà un momento di ristoro.15 febbraio domenica – Domenica VI del Tempo Ordinario. Sante Messe secondo l’orario festivo. Festa grande ad Arezzo in occasione della Madonna del Conforto.22 febbraio domenica – Domenica VII del Tempo Ordinario. Santa Margherita da Cortona. Sante Messe secondo l’orario festivo.25 febbraio mercoledì - Le Ceneri. Inizio della Quaresima. Alle ore 18 nella chiesa di Propositura ad Anghiari e alle ore 21 nella chiesa di Tavernelle, siamo tutti invitati alla S. Messa durante la quale potremo ricevere, quale gesto simbolico di penitenza, l’applicazione delle Ceneri.

Inizia il Tempo di Quaresima(40 giorni)

Tutti i venerdì di quaresima, alle ore 17,30 in Propositura ad Anghiari e alle ore 16 nella chiesa di Tavernelle, pia pratica della Via Crucis.

Mese di Marzo 20091° marzo domenica – Domenica I di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo.3 marzo martedì - Primo martedì del mese. In Propositura alle ore 17 Ora di Guardia con recita del Santo Rosario.5 marzo giovedì - Primo Giovedì del mese. Si invitano i fedeli alla preghiera per le vocazioni.6 marzo venerdì - Primo Venerdì del mese. Nella chiesa di Micciano, alle ore 20, S. Messa per il Gruppo Uomini dei Ritiri di Perseveranza.Nel Santuario del Carmine alle ore 21, S. Messa con adora-zione.8 marzo domenica – Domenica II di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo.15 marzo domenica – Domenica III di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo.19 marzo giovedì - San Giuseppe, sposo della Vergine Ma-ria “Servo fedele e saggio il Signore gli ha affidato la sua famiglia”.

22 marzo domenica – Domenica IV di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo.

25 marzo mercoledì - Annunciazione del Signore. “L’Angelo del Signore portò l’annuncio a Maria: E concepì dallo Spirito Santo” il Verbo di Dio, fatto uomo, è venuto ad abitare in mezzo a noi.29 marzo domenica – Domenica V di Quaresima. Sante Messe secondo l’orario festivo.

Domenica 1° marzo 2009Prima domenica di quaresima

Riunione di tutte le Compagnie e dei soci della Pia Società del Gesù Morto in Propositura, dopo la Messa delle ore 11Per preparare i riti della Settimana Santa.

Madonna del ConfortoDomenica 15 febbraio 2009

Festa della Madonna del Conforto nella Cattedrale di Arezzo

La nostra parroc-chia è invitata alla S. Messa delle ore 22, celebrata dal nostro parroco e animata, al solito, dalla nostra Corale.

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BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE ANNO 2009

Dal giorno 26 febbraio inizierà la benedizione delle famiglie delle parrocchie di Anghiari.L’itinerario segue la falsariga degli anni passati con variazioni minime.Gli orari e le date saranno disponibili tempestivamente presso le chiese della par-rocchia.

S. MESSE FESTIVECELEBRATE NELLE CHIESEDEL VICARIATO DI ANGHIARI...

Ore 8,00 -PIEVE DI MICCIANOOre 8,30 -ANGHIARI: Chiesa di S. StefanoOre 9,00 -CENACOLO DI MONTAUTO " -CATIGLIANOOre 9,30 -ANGHIARI: Chiesa di ProposituraOre 10,00 -SANTUARIO DEL CARMINE " -SAN LEOOre 11,00 -ANGHIARI: Chiesa di Propositura " -PIEVE DI MICCIANO " -VALEALLE " -TAVERNELLEOre 11,30 -VIAIOOre 12,00 -TOPPOLEOre 15,30 -TUBBIANOOre 16,00 -PONTE ALLA PIERA " -PROPOSITURA (1a domenica del mese)Ore 18,00 -ANGHIARI: Chiesa della Croce

... E DI MONTERCHI

Ore 8,45 San Michele Arc.lo a PadonchiaOre 9,30 S. Maria della Pace Le Ville

Ore 10,00 CHIESA della Madonna Bella PocaiaOre 11,15 San Simeone profeta a MonterchiOre 17 (ore 18 estivo) San Simeone a MonterchiUltima domenica del mese chiesa di San Michele Arc.lo a Pianezze ore 16 (ore 17 estivo).

MESSE PREFESTIVE:

Ore 16,00 (ore 18 estivo) Arcipretura MonterchiOre 17,00 Madonna Bella a PocaiaOre 18,00 Propositura Anghiari

Primo venerdì del meseal Carmine

Ogni primo venerdì del mese, al Santuario del Carmine, S. Messa con adorazione alle ore 21.

QuaresimaInizio solenne

Mercoledi 25 febbraio “Le ceneri”Ore 18 in Propositura, ore 21 a Tavernelle

Impegni settimanali- Stazioni Quaresimali nelle chiese del Vica-riato

- Via Crucis

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IL PALTERRE*: dove gli Anghiaresi parlano di Anghiari, e non solo* Queste pagine possono essere lette dagli anghiaresi senza particolari prescrizioni. Per gli altri si consiglia moderazione.

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I nostri lettori scrivonoPubblichiamo volentieri, anche se dopo qualche anno, uno stralcio della lettera di Vally Fastacchini di Arezzo, nostra affezionata lettrice.

...Sono un’anghiarese assai affezionata al suo paese e a tutto quello che riguarda le sue attività. Ho letto più volte, in casa di un’amica, anche lei anghiarese, il Vostro periodico dell’Oratorio. Sarei però molto felice di ricevere anch’io personalmente il giornalino se questo è possibile...

Naturalmente abbiamo provveduto ad inviarle il giornale già da qualche anno e lei non ci fa mancare il suo contributo. E allora ne approfittiamo per rivolgerci in primo luogo a lei ma anche agli altri nostri lettori: se avete dei ricordi o dei racconti legati alla vita di Anghiari e dei suoi abitanti ci farà piacere se ce li invierete. Cercheremo di pubblicarli.

Un grazie a Vally e agli anghiaresi che salutano gioiosamente l’arrivo del giornale nelle loro case.

In breve dal BAGNOLOMarida - Il giovane Riccardo Cangi, già diplomatosi geometra con la bella votazione di 90/100 alla maturità, ha da poco su-perato brillantemente gli esami di abilitazione alla professione conseguendo 50/60.

Congratulazioni vivissime da tutti gli amici e gli abitanti del Bagnolo.

Il padre, Paolo, è stato nominato giudice popolare in Corte di Assise di Arezzo per tre mesi.

Venerdì 19 dicembre 2008di Clèto

In attesa di una visita all’ospedale di Arezzo ascoltavo il colloquio fra due donne.

Ebbene, in poco meno di un quarto d’ora sono riuscite ad utilizzare ben tre proverbi ben conosciuti anche in Valtiberina. Eccoli: Tanti canti, tanti pianti (diceva la mamma di una delle due dato che cantava sempre).

L’acqua corre, il sangue stringe (per dire di un sentimento biologico).

Provar per credere (e questo lo diceva anche mio padre e la sua mamma).

Arte o folliadi Sergio Lombardi

Sovente il confine tra arte e follia è una linea labile e molto sottile per cui credo che sia molto difficile stabilire razionalmente dove termina una e inizia l’altra.

Infatti a suffragare tale ipotesi vi sono degli esempi storici incontrovertibili;

quando Galileo disse che la terra era rotonda fu condannato a morte perché andava contro degli interessi massimalistici della società dell’epoca. Oggi sappiamo con certezza che stava dicendo il vero.

Il Pascoli è finito in carcere, il Manzoni ebbe problemi gravi di carattere esistenziale, tutto questo per dire che nes-suno è profeta in patria e nel proprio contesto sia esistenziale che temporale.

In genere quello che non è compreso viene condannato a priori per cui ritengo necessario un incremento culturale massimalistico perché altrimenti risulta aleatorio pretendere di affermare le proprie convinzioni fondate solo sullo stile delle proprie esperienze personali.

Ripeto, sembrava impossibile che la terra fosse rotonda, e oggi ne abbiamo la certezza, questo è un palese richiamo alla ponderatezza in modo da evitare valutazioni errate intrise di una buona dose di superficialità.

In definitiva è oltremodo presuntuoso arrogarsi la facoltà di lanciare anatemi quando non si è in grado di poter sostenere una determinata tesi ed è improponibile che a gettare le basi per una migliore cultura sia proprio chi osteggia e degrada la cultura stessa, in questo caso è consigliabile una esatta introspezione che riporti nei corretti binari un degradante andamento sociale.

L’orologio della CroceSono ormai tre mesi che l’orologio della Croce fa

il suo lavoro nella facciata di quello che fu il Convento francescano dei frati della Verna.

E per ora lo fa abbastanza bene.Il Comitato organizzatore ha provveduto ad effettuare

una questua presso tutte le famiglie del Borgo della Cro-ce, dalla piazzetta omonima fino alle Logge. Ma molte sono state le famiglie, anche al di fuori di questo peri-metro, che volontariamente hanno fatto pervenire la loro offerta che è stata ben accetta perché ancora la somma raccolta non è del tutto sufficiente.

Se qualcuno di voi avrà piacere di contribuire a que-sta realizzazione lo potrà ancora fare interpellando Frido Camaiti o Mario Del Pia. Ve ne saremo grati.

Ma ecco cosa diceva una relazione dell’Ufficio Tecni-co nel 1907 del nostro orologio:

Informo che le mostre del pubblico orologio si trovano deperite tanto nella scrittura quanto nell’intonaco pel quale non si può apprezzare l’importare preciso della riparazione prima di aver fatta l’armatura ma in ogni modo la spesa credo che non sarà superiore a lire trenta.

Le carte di MonterchiNon si parla qui di documenti interessanti la storia del paese lungo il Cerfone ma delle carte da gioco.Sono passato da Frizzino in occasione della locale fiera di Sant’Antonio e ho visto delle persone che giocavano a carte intorno ad un tavolino.Mi sono reso conto così che loro usano le carte napoletane, quelle coi bastoni, le coppe, le spade e i denari e che vengono usate anche in Umbria ed in altre regioni d’Italia.

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...il Palterre ovvero Ridendo castigat moresQuel gufo di Maccarino

Il Tasso di buona memoria ave-va un tasso fra le cui radici abitava un tasso.

Invece Giovanni Valbonetti di Maccarino ha un pino fra i cui rami abita un gufo. Ed è anche un bel gufo. Vi staziona ormai da oltre quattro anni. La notte va a caccia e poi, durante tutto il giorno, dorme fra i rami del Pino di Maccarino.

Capita ogni tanto che si assenti per due o tre giorni ma poi, fino ad ora, è sempre ritornato.

Poi, verso gli ultimi giorni di dicembre una bellissima sorpresa. Aveva portato con sé un compagno o una compagna (non abbiamo potuto accertare chi aveva i baffi). Ora non rimane che collocare fra i rami della pianta la casetta in legno da tempo programmata per ospitare... l’ospite appunto.

Bravo Giovanni; ma bravo anche al gufo.

La foto di Emmedipì è molto defilata per non disturbare l’ospite di Maccarino.

in Viale Gramsci

Fiocco rosa ad Anghiari

E nata Sofia una bella bimba bruna di Kg 3.650 di peso, secondogenita di Pierluigi e Tracey Lega che va ad aggiungersi al fratellino Oscar.

Felicitazioni al babbo e alla mamma della piccola Sofia e a tutta la famiglia Lega dimorante nella Villa dove un tempo insisteva la chiesa con Compagnia dello Spirito Santo.

La vignetta di Scacciapensieri:A mali estremi...

Gocce di memoriadi A+B=AB

=> Marco e la raccolta del cartone.=> Lamberto e la carta gialla del macello.=> Pilade e il suo modo di fischiare.=> Gastone e le pelli di coniglio.=> Dante e la raccolta delle offerte alla messa.=> Valentino e le sedie da impagliare.=> Alipio e i suoi lavori con il traforo.

Del TU e del Leidi A+B=AB

Quando ho iniziato a lavorareMi rivolgevo agli altri dando del “Lei”mentre loro mi davano del “Tu”chiedendomi di fare altrettanto.Ora che sono riuscito ad abituarmia dar loro del “Tu”gli altri mi danno del “Lei”.Che questo sia l’inizio dellamia passata “giovinezza”???

Offerte per la parrocchia

La Corale don Vittorio Bartolomei ha fatto pervenire l’of-ferta di 300 euro per la parrocchia.

Mario e Marida Redenti inviano la loro offerta di 300 euro per le opere parrocchiali.

Ancora per le opere parrocchiali sarà utilizzata la somma di 200 euro mandata da Franco ed Iride Testerini.

Il nostro grazie a Mario e Marida, a Franco ed Iride e alla Corale (con il loro canto sono di aiuto alle celebra-zioni liturgiche) per le loro offerte che ci permettono di svolgere al meglio le attività in cui la parrocchia è im-pegnata.

Baldino e pulendadi Clèto e Bivale

Da un a indagine approfondita, ma non troppo, risulta che le famiglie anghiaresi che ancora oggi ammanniscono il baldino (noto dolce a base di farina di castagne) sono un discreto numero.

Quelle che invece preparano la pulenda dolce (per quelli che non sono di Anghiari sarebbe la polenta fatta con la soli-ta buona farina di castagne), sono veramente poche. Da una stima fatta risulterebbero in totale meno di venti famiglie, ricordando che solo il Ponte alla Piera ne sforna quasi dieci.

Mentre si invitano i concittadini, in particolare quelli delle frazioni, a riproporre questo piatto tipico delle nostre

zone, ci aspettia-mo un incremento da parte degli an-ghiaresi originari di Caprese.

Nella foto di Emmedipì ci si ap-presta ad amalga-mare la farina dopo averla fatta cuocere per circa 50 minuti dentro il paiolo.

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L’aggregato rurale di Verazzano, distante da Anghiari circa 8 km, è situato su di una collina alta 569 m s.l.m, tra il Rio di S. Rufillio e quello della Cestola, affluenti della Sovara, non distante da Toppole, con il cui castello fu legato storicamente. Il nucleo delle case coloniche è certamente di antica origine, anche se rimaneggiate, con la chiesetta dedicata alle sante martiri Flora e Lucilla. Sono interessanti alcuni particolari architettonici, come una loggetta a ponte con colonnine. Le sparse case sono abitate d’estate o da qualche famiglia straniera. Questa chiesa agli inizi e certamente nel 1058 era soggetta al Vescovo di Arezzo, poi all’Abbazia delle Sante Flora e Lucil-la, quindi ai Camaldolesi e al Capitolo aretino di S. Donato. Nel giugno del 1112, l’abate di S. Fiora vende a Ugo, figlio di Rigo, la corte di Toppole e di Verazzano, per liberare dal pegno le corti di Montione e di Galognano (vedi Pasqui V. Documenti per la storia della città di Arezzo – Firenze 1899, T. I° n°30). Nel 1141 la chiesa di Verazzano è riconosciuta dallo stesso suo rettore Carità soggetta alla giurisdizione della Diocesi tifernate.

Nel febbraio 1147, Quintavalle del fu Ugo dei Longobardi di Galbino cede all’Eremo di Camaldoli tutti i suoi diritti sulla villa di Verazzano: “quod et quem habebat in villa de Verazano, praeter solum patronatum dictae villae” (A.S.F. Camaldoli, appendice n°8, C. CX). Controversie sorte tra la Canonica di S. Donato e l’Eremo di Camaldoli, furono risolte l’8 maggio 1173, con la seguente permuta: i canonici aretini di S. Donato cedono il castello di Moggiona al priore di Camaldoli, che a sua volta cede la metà del castello di Toppole e quanto aveva acquistato dall’Abbazia di S. Fiora “in villa de Verazano” (Annali Camaldolesi, anno 1173).

Nel 1208 era rettore di questa chiesa il prete Giovanni, che, insieme a quello di Toppole, nel 1210 si rifiutò di assi-stere alla consacrazione della chiesa di Celle, celebrata dal Vescovo tifernate Giovanni, non riconoscendosi obbligato ad

offrire il proprio obolo. Ma nel 1268 il Vescovo castellano Niccolò, giunto alla Pieve della Sovara, designò quattro preti di questo territorio, tra i quali Diotaiuti di Verazzano, per la dichiarazione che tutto il plebanato apparteneva alla sua Diocesi, con diritto al consueto censo. In seguito la corte di Verazzano cadde sotto il dominio dei Tarlati da Pietramala e poi nel 1384 passò sotto quello della Repubblica Fiorentina. Nel 1520 venne a far parte della nuova Diocesi di Sansepolcro. Nel 1566, la chiesa di Verazzano, unita al Capitolo della Catte-drale di Sansepolcro, minacciava rovina in più parti. Due anni dopo, soltanto il pavimento era stato restaurato, con i relativi sepolcri e lastricati. Vi era vicario un certo Don Giacomo di Domenico da Monterchi.

Il 9 luglio 1583 anche questa chiesa fu visitata da mons. Peruzzi, visitatore apostolico, dal cui verbale in lingua latina riassumiamo le seguenti notizie: era una chiesa parrocchiale

annessa alla mensa capi-tolare del Borgo; aveva un reddito annuale di 67 staia di grano, ricavato da affitti versati dal suo vicario perpetuo don Francesco Ghiselli. Il numero degli abitanti, per la Comunio-ne, era di 40, che si comu-nicavano regolarmente. Il visitatore ordinò al cappel-lano perpetuo di redigere un registro decente per distinguere coloro che si comunicavano da quelli che non soddisfacevano il precetto pasquale. Non potrà essere ammesso alla S. Comunione chi non si sarà confessato dal vicario perpetuo o da altro sacer-dote “de eius licentia”.

LE NOSTRE CHIESE NELLA STORIA E NELL’ARTEdi don Quinto Giorgini

La chiesa delle Ss. Flora e Lucilla a Verazzano

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La chiesa risultava in pessimo stato: cattivo il tetto, scrostate le pareti, l’altar maggiore privo del necessario per celebrarvi, mancavano inoltre il calice, la patena… e pochissimi erano i paramenti, c’era solo una pianeta bianca. Il visitatore, rivolto a don Francesco, vicario perpetuo ed affittuario, disse – Lei non versi ai canonici del Borgo i frutti del presente anno, ma li tenga in sequestro presso di sé per i necessari lavori di restauro del tetto, del pavimento, delle pareti, che vanno intonacate e imbiancate. Sull’altare maggiore “sint pictae imagines sancta-rum Florae et Lucillae” e poi sia ornato di croce, candelieri, tovaglie, calice, pisside ecc. Inoltre il visitatore comanda di portare con più decoro la comunione ai malati.

Ribadì mons. Peruzzi a don Francesco: - Lo ricordi bene, non dia niente a nessuno delle entrate della chiesa, se non per ingiunzione dell’ordinario, esse dovranno essere usate per quanto sopra stabilito, altrimenti tutto dovrà esser fatto a sue spese, con in più una multa di 100 scudi. Il visitatore ordinò anche di pubblicare e celebrare in chiesa i matrimoni, che dovranno essere registrati in un libro e di procurare un confessionale. Oltre l’altar maggiore, ce n’erano due laterali, dedicato uno alla Concezione della Vergine, l’altro a S. Lucia, sprovvisti anche questi del necessario per la celebrazione eu-caristica, ma poiché questi avevano i “patroni”, il visitatore intimò ad essi, entro sei mesi, di restaurarli e procurare l’icona, croce, candelieri ecc. altrimenti dovranno essere demoliti. Non esisteva il cimitero, per cui i morti venivano sepolti in chiesa, in tombe regolarmente coperte.

Nel 1593, troviamo rettore di questa chiesa, ancora in pessime condizioni, don Paolo Bartolomei. Il Vescovo decise di costruirne una nuova, sequestrando i frutti del beneficio. La parrocchia era composta da una decina di famiglie. Nel 1649 le anime alla comunione erano salite a 90 e sulla parete dell’altare era stata dipinta l’immagine delle sante patrone, la cui festa si celebra il 29 luglio. L’abitazione del rettore era allora distante dalla chiesa quanto un tiro di schioppo. Essendo trovato tutto in regola, è da supporre che la chiesa fosse stata ricostruita. Tralasciamo le visite pastorali dei secoli successivi per arrivare agli inizi del secolo XX, quando nel 1912 troviamo a Verazzano don Giuseppe Chimenti in qualità di Economo spirituale, il quale in una sua lettera in data 3 ottobre attesta che è stato rifatto l’inventario degli “stabili, oggetti e arredi” di questa chiesa e che “nulla esiste né di arte né di antico”. Negli anni successivi troviamo parroco don Andreucci, che resse la parrocchia fino al 1936. Dal sinodo diocesano biturgense del

1941 apprendiamo che Verazzano conta-va 250 abitanti e ne era parroco dal 1937 il giovane don Domenico Mencaroni, che verrà ucciso dai tedeschi a Tortigliano il 17 luglio 1944, con l’accusa di essere antinazista e di aver protetto i partigiani. Aveva solo 35 anni. Non valsero a sal-varlo dalla furia nazifascista l’accorata preghiera e la straziante supplica della vecchia madre ultraottuagenaria, che rivolta ai tedeschi affermava: “Mio figlio è buono, non fa politica e aiuta tutti…”. Oggi la chiesa è affidata a don Mario Montini, parroco di Toppole, a cui è stata annessa nel 1986 da un decreto vescovile di mons. D’Ascenzi. Attualmente il culto vi si svolge saltuariamente per cui risulta difficile visitarla.

Concludiamo con la descrizione som-maria delle sue strutture: è di forma rettangolare (circa m. 11x7), priva di abside, orientata verso nord, quindi non è più l’antica chiesa medievale che da testimonianze orali risultava ubicata poco distante dall’attuale caseggiato, probabilmente abbandonata verso la metà del XVII secolo. Sulla bella facciata, rialzata rispetto al tetto, si erge un campaniletto a vela in pietra, privo delle due campane che sono state portate in custodia a Toppole. Un bel occhio permette alla luce di illuminare l’interno, caratterizzato dall’altar maggiore di pietra rivolto al popolo e da un altro piccolo altare laterale con tabernacolo marmoreo. Il portale d’ingresso presenta stipiti e architrave di pietra serena, sul quale è sormontata una lunetta in pietra, in forma rettangolare ma chiusa. Alla sinistra della facciata della chiesa è ubicata la canonica aderente al palazzo Gavelli. Il beneficio di questa chiesa ex-parrocchiale, in parte venduto, era di 41 ettari, in gran parte boschivo. Quale sarà il suo futuro e quello di tante altre chiese simili a questa delle nostre colline? Soltanto i buoni cristiani che in esse furono battezzati ed educati alla fede potranno conservarle e frequentarle almeno in certe particolari ricorrenze, anche a ricordo dei propri antenati.

Nell’altra pagina - In alto: veduta panoramica dell’abitato da Verazzano con l’indicazione dei nuclei abitati: Case da piedi, Ca’ del Riccio e case da sommo dove si torva anche la chiesa delle Sante Flora e Lucilla. Sotto: veduta della facciata della chiesa con gli stipiti, il rosone ed il timpano in pietra realizzato dallo scalpel-lino anghiarese Alfredo Mazzi nel secolo scorso in occasione di un restauro.

In questa pagina - Veduta del nucleo delle “Case da sommo” dall’alto, con la chiesa e la casa canonica affiancata alla sua sini-stra, e dal basso della strada, che corre parallela a tutto l’abitato e che in alcune carte è menzionato come Case Gavelli.

Le nostre chiese...

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Riportiamo in questo numero due belle preghiere dei nostri nonni e bisnonni. La prima, l’Ave Maria di Santa Chiara, è stata ricordata da Ruggeri Rina originaria di Urliano, mentre la seconda, la Preghiera alla Madonna di Sigliano, è stata ricordata da Anna Giorni Bernardini originaria di Caprese.

L’Ave Maria di Santa ChiaraL’Ave Maria di Santa Chiarabenedetto chi l’impara.La imparò san Pellegrinopoi la insense a San Martino.San Martino va a suonar le tre campanetre pei vivi tre pei mortitre pei santi paternostri.Si voltò in là a traversolo vide il paradiso apertoc’era una colombina rossacon una candelina accesa in bocca.La candelina scoppiòe tutto il mondo illuminòilluminò la Vergine Maria:«O dove andate madre pia?»vado in cerca del mio figlioloson tre giorni che non lo trovolo vidi là su quei monticon le mani piegato aggiunteportava la croce e non potevachi gli dava una lanciatachi gli dava una coltellatasangue rosso gli colavala Madonna l’asciugaval’asciugava col velo bianconome del Padre, del Figlio e Spirito Santo.

Preghiera alla Madonna di SiglianoMadonna ai tuoi piediun peccatore dimanda e s’assicuravolgigli i tuoi begli occhipegno di pacenella sua sventura.

D’ogni malizia pienoper te dimanda al suo Signor perdonoOh! Digli, digli almeno,che tristo non lo lasciin abbandono.

Madonna prendi i baci mieie portami nell’alma il bel sereno.Tu che pietosa sei,baciami e stringiun peccatore al seno.

Le preghiere dei nostri nonni

Promesse da mercan(t)e!Ete finito de fere i tonfi? Io ‘n ve capisco! Pe’ la notte de

l’ultimo de l’anno era ‘l finimondo: fochi, sfiaccolète… e certe tronète che facìon tremere! E, ‘n mezzo a ‘stu sbalinìo, c’era ‘na covvèta de gatti che nn’aìon logo: fuggi, scappa, stolza, barulla... cur un pelo ritto e cert’occhi sbaleneti… che parìa ‘n filme de Dario Argento!

Meno mèle che i mia m’en porto ‘n chèsa, perché m’era preso ‘na fifa canina! Me so’ sfiondèto subbito ‘n su la mi’ poltrona “acanèta”(che udora de chène!) e, a mezzanotte, me so’ rusicchièto ‘n bel biscotto gigante, de queli che m’ha porto ‘l Ceppo. O meglio, la Befèna anticipèta, perché, la sera de la vigiglia, me l’ha deti la mi’ padrona, che m’ha fatto anche la preddica: “Ecco, Pippino, questo è il tu’ regalo! Mi raccomando, da’ sempre retta al “tato”, specialmente a caccia! Capito?”

Senza tanta cunvinzione, pel bon de la pace, gn‘ho ‘mpru-misso, cu’ l’occhi e cu’ la coda, de fere el bravo.

Ma a caccia, tra Natale e Chèpodanno, n’è socesse de le belle! Cun noi c’era anche la Mirka: ci la portono cume esempio, per famme doventere più calmo, ma cun lei io me agito anche de più! La Mirka caccia “stretta”, che vol dire che ‘n s’alontèna mai dal padrone: camina piano, cul su’ nasino ‘n terra…pu’, quande “senti”, movi la coda cur un garbino, che per che squisci le mosche! E vorrebbe che anch’io facesse uguale: “Vedi, scerì, fa’ comme muà, con savuàr fèr!” Io la capisco poco perché ancora aramesta el francese cu l’itagliano, ma me pieci…e abozzo!

Però ‘l maschio so’ io e faccio cume me pèri! Lei caccia stretta? Io caccio largo, anzi estralargo! El padrone è al Tevere? Io so’ a la Singerna! Gna che n’apprufitti, che presto chiudi le cacce e addio corse! Cusì, nn’ho mantinuto la prumissa e ‘na volta so’ artonno doppo du’ ore; alora m’è toccheto surbimme ‘na doppia minestra de brontoli: da la Mirka (che è gelosa e pensa che vèda ghietro a quel’altre cagne) e dal Pélo (che l’ho fatto cadere e ha preso ‘n rincricco a la schina)!

El giorno doppo… bisse! Lu’ ha porto via i biscotti e, quand’era ora d’argire, ha avièto a chiamamme, a fischière e a mostramme ‘l biscotto: Me facìa i chiocchi la gola, ma ho risistito! E, ‘ntanto che io facìo le lontananze, la Mirka s’è avicinèta e… zac! Gn’ha preso el biscotto e l’ha mangèto! Io me so’ ardoppo ‘n tra le sancastre, che tirèa n’aria de bufera! Pu’ ho sintito partire l’automobile.

“Alé! Ci semo! Se n’è ito e m’ha lascio qui! Stavolta l’ho fatta grossa!”

Ma doppo ‘na vintina de minuti arsento l’automobile e, da ghietro a ‘na spiniccia, li veggo tutti tre: lu’, lei e la nonna: è ito a chiamere i rinforzi! ‘Ntanto che lu’ fischia a ultrasoni, ultrarabbièto, veggo la padrona che scendi; alora arpenso a quel che gn’aìo ‘mprumisso e me vergogno.

Me gni presento davanti cul muso più a vittima che posso, cu’ l’occhi a pescio fraglio, da ‘nnocente… e, per fagni festa, sventolo la coda forte cume la pèla de n’elicottero. E quande lei dici:”Pippo! Giù! Terra!”… io me butto, che dico ‘n terra, più ‘n giù, a trippa pe’ l’aria, pronto per la grattèta.

Ma ‘nveci de la grattèta è arivo n’occhièta severa e pu… clacchete! El guinzaglio! E tutti a chesa, lipperlì arabbièti neri, ma degià emo arfatto le peci!

Però pe’ l’anno novo, prometto… no! Sarà meglio che ‘n prometta gnente!

Ora ve faccio tanti auguri e ve do de bècio!Pippo

cronache dai RenicciVITA DA CHÈNI

a cura del cane Pippo

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Una storia per pensare: riflessioni a cura di Laura TaddeiLA PAGINA DELLA CARITAS

La predicaUn giorno, un vecchio eremita, famoso per la sua saggezza, incontrò un giovane discepolo.

Era un giovane semplice e buono e il vecchio saggio gli voleva molto bene.Incontrandolo gli disse: “Vieni, andiamo a predicare”.“Padre mio”, rispose, “sai che ho poca istruzione e poca esperienza, come potrei parlare

alla gente?”Ma poiché il vecchio saggio insisteva, il giovane acconsentì. Girarono per tutta la città,

pregando in silenzio per tutti coloro che lavoravano nelle botteghe e negli orti: Sorrisero ai bambini, specialmente a quelli più poveri. Scambiarono qualche parola con i più anziani. Accarezzarono i malati. Aiutarono una donna a portare un pesante recipiente pieno d’acqua. Dopo aver attraversato più volte tutta la città, il vecchio saggio disse: “Bene, è ora di tornare a casa”. “E la nostra predica?” disse il giovane con espressione meravigliata. “L’abbiamo fatta… L’abbiamo fatta”, rispose sorridendo il santo.

Tutti noi, cristiani in virtù del battesimo, siamo chiamati a vivere la fraternità attraverso le opere dell’amore. Gli operatori della caritas parrocchiale, oltre che nell’ambito privato e perso-nale della famiglia, del lavoro, lo svolgono in comunione fra di loro, sostenendosi e mettendo insieme le loro forze per obbiettivi comuni. Non importano tanto le competenze o capacità particolari, Gesù stesso ci ricorda, in Mt 25,31, che saremo giudicati non su quanti corsi o con-vegni avremo fatto, ma più semplicemente sulle opere di misericordia: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”, perché, dirà ai suoi discepoli stupiti, “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Perciò nelle nostre parrocchie, durante il periodo natalizio, è stata promossa una raccolta di generi alimentari, come già negli anni scorsi, non solo per un puro interesse economico, ma per sensibilizzare tutti i fedeli alla condivisione con il prossimo più bisognoso. Sono stati quindi confezionati e distribuiti circa una ventina di pacchi per altrettante famiglie indigenti, oltre a continuare la normale attività di ascolto e di visita ai malati e alle persone sole.

Siamo consapevoli anche che il nostro agire deve essere teso a mostrare l’amore di Dio, perché nel soddisfacimento del suo bisogno, l’altro possa incontrare il Bene più prezioso per la vita di ogni uomo.

Perché: “La gente ha così tanta fame di Dio”, come ripeteva spesso Madre Teresa di Cal-cutta, dopo aver visto da vicino nei paesi dell’ex-Unione Sovietica, come il desiderio spirituale fosse stato soffocato per anni. Le parole di questa Beata della carità, che ha percorso tutto il mondo servendo i più poveri dei poveri, rivolte ai suoi collaboratori, religiosi e laici, sono anche per tutti noi: “…Dio ha mostrato la sua grandezza servendosi del niente, quindi rimaniamo sempre nel nostro niente per lasciare a Dio mano libera nel servirsi di noi senza consultarci. Ricordate il vangelo delle cinque dita (una parola per ogni dito della mano): LO-AVETE-FATTO-A-ME.

Ricordate: l’amore comincia nella propria casa, la nostra comunità, la nostra famiglia.Ricordate: le opere dell’amore sono opere di pace… Cercate di essere voi l’amore di Gesù, la compassione di Gesù, la

presenza di Gesù gli uni per gli altri e per i poveri che servite, e pregate perché possiamo crescere in questo amore.”

Anche quest’anno, nella giornata del malato, ognuno potrà dare il suo contributo per poter permettere a tante persone di ricevere comunitariamente il Sacramento della guarigione, l’unzione dei malati.

Nessuna opera di misericordia ci può dare più gioia di questa: vedere in azione le meraviglie della Misericordia di Dio.

La Carità si fa in tanti modidi Franco Cristini

Ottima l’iniziativa di quattro amiche: invece di scambiarsi i soliti e spesso superflui pensierini (borselli, bagno-schiuma, fazzolettoni o quant’altro) hanno deciso di donare i soldi destinati all’acquisto del regalo ad un’opera di beneficenza, in particolare alla Caritas parrocchiale.È questo un gesto veramente degno di ammirazione e da prendere come esempio in tante altre occasioni.La Caritas ringrazia e cercherà di utilizzare nel modo migliore questa somma di denaro aiutando fratelli e sorelle, tutti figli di Dio, che verranno a bussare alla porta di questa istituzione.

Pace e bene

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Fotocronaca

Sant’Antoniodi G.M.

Domenica 18 gennaio (la festa cade il 17), come consuetudine, nella chiesa di Santo Stefano, si è fatto la festa di Sant’Antonio protettore degli animali.

Il santo viene raffigurato con la lunga barba e infatti i nostri vecchi (molto devoti a questo santo perché il bestiame era una ricchezza per le famiglie) dicevano per farsi capire e a scanso equivoci: San-t’Antonio da la barba bianca.

In questa occasione, alla Messa delle 8,30, dopo la benedizione dei panini (distribuiti poi a tutti i presenti) viene fatta la benedizione anche dei man-gimi e del fieno destinati agli animali della zona alla presenza del festarino titolare (per anzianità) e di un ispettore di Casale.

Essendo la nostra una Comunità rurale questa festa è molto sentita e seguìta ancora oggi dai par-rocchiani.

ZampogneSono comparsi all’avvicinarsi del

natale e tutti quelli di una certa età si sono subito ricordati di quelli che dal-l’Abruzzo giravano di paese in paese per racimolare qualche offerta.

Questi invece avevano tutta un’aria familiare. Ed infatti uno è apprezzato abitante della Stazione che si è diplo-mato in un prestigioso conservatorio del Belgio. L’altro è sì Borghese ma valido musicista e musicologo e ricercatore di antichi strumenti musicali locali. E così, per tre serate, sotto l’ègida della Pro Loco, hanno girato per tutte le stradine del centro storico di Anghiari, per la piazza, per il Borgo della Croce, per il Terrato e al Teatro. Nella foto di Emmedipì li vediamo mentre scendono per i Cordoni e si dirigono sicuri verso Piazza cazzotti o Mameli.

Il prossimo anno tornate che vi aspettiamo!

Ceppodi Emmedipì

Ogni anno, quando si avvicina il 24 di-cembre, si ripropone il dilemma. E non per il mio compleanno o di Franco. Il dilemma si ripropone su come agghindare il Ceppo.

Sarà meglio continuare ad agghindarlo con il vestito rosso che sa tanto di supermercati e di vetrine, o riproporlo con gli indumenti di un vecchio nonno di oltre cinquant’anni fa ma che poi i bambini del 2000 non capi-rebbero.

E così con un Ceppo della Stazione, dopo che aveva espletato il suo dovere di Babbo Natale, abbiamo fatto un esperimento mai tentato.

Abbiamo sostituito la bianca barba del babbo Natale con la barba stopposa del Ceppo di alcune generazioni fa e frutto dell’opera paziente del Fischio di Viaio.foto Emmedipì

foto Emmedipì

foto Emmedipì

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NOTE DALLA MISERICORDIAa cura di Massimo Redenti

Le vostre offerte

Anonimo (Z. A.) 100Bartoli Guido - i familiari alla memoria 400Berlicchi Franco 10Bruttini Santi - i familiari alla memoria 400Casi Giusto - i familiari alla memoria 430Checcaglini Anna - i familiari alla memoria 112Corsi Celestino e famiglia in memoria di Bruttini Santi 10Fatighenti Maria Chiara 10Floridi Dr. Fulvio in memoria di Bruttini Santi 50Floridi Dr. Fulvio in memoria di Busatti Ior Angiolo 50Giornelli Adriana 40I dipendenti comunali in memoria di Carria Giusep-pina, Loddi Cristiana e Catacchini Vilmo 349Impresa edile di Senesi Mauro e Danilo 200Lazzeroni Gulnara - i familiari alla memoria 150M o n t i n i C amb i G ab r i e l l a i n memo -ria di Cambi Marcello e Rosa 150Pecorari Assunta - i familiari alla memoria 400Rossi Alvara 50Santi Assunto 10Valentini Giuseppe - i familiari alla memoria 200

Che Dio ve ne renda merito.

Gli ultimi iscritti

Fatighenti Maria ChiaraPiccini LuigiConti Maria GraziaGhignoni NellyPiccini Fiammetta

A tutti loro il nostro più fraterno ringraziamento

Lettera aperta a tutti i volontari

Carissime consorelle e confratelli,l’anno sta volgendo al termine e nell’occasione dei doverosi

e sentiti auguri di Felice Anno Nuovo, colgo l’occasione per fare anche una rapidissima sintesi dell’attività sostenuta nel 2008 dalla nostra Associazione.

L’anno appena trascorso Vi ha visti impegnati in maniera puntuale ed incisiva dal punto di vista strettamente legato al volontariato sociale, con 2.905 servizi effettuati con i nostri automezzi per una percorrenza complessiva di Km. 98.488 (dati al 30 novembre).

Altre iniziative Vi hanno visti protagonisti in prima persona, durante la “giornata del malato” (11 febbraio), con l’organizzazione della festa del 3 maggio, della lotteria, della tombola, dei fuochi pirotecnici e delle iniziative collegate.

Siete stati presenti anche alle iniziative strettamente connesse all’ambiente religioso (processioni, ritrovi…) ed avete partecipato ai magistrati aperti a tutti gli operatori di volontariato, dimostrando sensibilità e senso di appartenenza.

Avete assicurato la Vostra presenza nelle manifestazioni organizzate dal “Gruppo Donatori di Sangue Fratres” e siete stati vicini alla Confraternita in occasione dell’annuale assemblea.

Anche con il Vostro aiuto siamo riusciti a tenere aperta la sede del nostro museo storico dando la possibilità a tanta gente di “toccare con mano” la secolare storia di volontariato e carità cristiana della nostra Misericordia.

Avete collaborato nell’organizzazione di nuovi corsi di volontariato e siete stati presenti in occasione di serate organizzate per il “ripasso” delle conoscenze specifiche di settore.

Siete stati puntualmente impegnati nei servizi di emergenza (118 e reperibilità).

Non vi siete tirati indietro nemmeno nella riscossione delle quote sociali, né tantomeno negli aspetti contabili ed amministrativi della nostra Associazione, compreso il “seguimento” dei lavori sulle strutture immobiliari, dalla sede del museo storico al garage ed alla facciata della Sede sociale.

Come se non bastasse, alcuni di Voi mi hanno proposto di rinunciare al consueto omaggio di fine anno (panettone e spumante) per utilizzare l’importo corrispondente nell’acquisto di attrezzatura minuta al servizio della nostra comunità (stampelle, deambulatori etc.). E così faremo.

Con immenso orgoglio Vi rendo atto della Vostra generosità ed impegno, constatando che le lontanissime radici della nostra storia continuano a far crescere una bellissima pianta, con splendidi rami, verdi e fresche foglie, e carica di frutti prelibati. Il testimone lasciatoci dai primi volontari del quattordicesimo secolo continua evidentemente ad essere posto in buone mani.

Grazie a Voi, la comunità anghiarese può andare fiera della nostra Confraternita.

Rinnovo a tutti Voi ed ai Vostri familiari i migliori auguri di Felice Anno Nuovo.

Che Dio Ve ne renda merito.

IL GOVERNATOREMassimo Redenti

Qui sopra la sede della Misericordia in Via Matteotti, lì dove c’era l’Ospizio di Fra’ Damaso.La sede è stata oggetto di alcuni lavori di risanamento e della sistemazione della facciata con la croce in legno ed altri arredi.Nella foto i più attenti potranno intravedere ulteriori in-terventi in fase di elaborazione elettronica.

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Dal Gruppo Donatori di Sangue “Fratres”Anghiari

sito internet: www.fratresanghiari.it e.mail: [email protected]

Gli auguri del Presidente Nazionale

Firenze, 22 dicembre 2008. “Siamo ormai prossimi alla conclusione dell’anno e ci domandiamo se esso è stato proficuo, se abbiamo realizzato quello che volevamo, se abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità.

Molti ci saranno riusciti, altri saranno insoddisfatti, molti saranno felici, altri meno.

Voi che avete donato il sangue nello spirito di solidarietà cristiana che ci distingue, potrete godere di una felicità del tutto particolare: la certezza che con questo piccolo gesto avete permesso ai nostri fratelli ammalati di vivere la festa del Santo Natale che auguro a Voi, alle vostre famiglie, ai vostri cari di trascorrere con serenità e gioia, simbolicamente uniti da quello spirito di fratellanza che caratterizza la grande famiglia dei Fratres.

A tutti l’esortazione affinché siate ugualmente generosi nel corso del prossimo anno e possiate essere di esempio per coloro che ancora non hanno gustato la gioia di donarsi agli altri. Vostro Luigi Cardini ”.

Importanti risultati nel 2008 per il GruppoUnico in provincia per la crescita delle donazioni annuali

Al di là di ogni più rosea aspettativa, visto l’andamento fortemente negativo dei primi sei mesi dell’anno, il bilancio finale delle donazioni dei nostri volontari al 31 dicembre 2008 è risultato di CINQUECENTOOTTANTAQUATTRO unità di sangue e di plasma , con un +21 rispetto a quello dell’anno precedente.

Tanta la soddisfazione di tutti noi, consiglieri ed iscritti, per essere riusciti ancora una volta a tenere fede al proprio impegno, nell’importante campo della donazione del sangue. Ancor più contenti nell’apprendere dalla viva voce della dott.ssa Paola Vannini, responsabile del Centro Trasfusionale di Sansepolcro, durante il consueto saluto ai presenti al pranzo sociale di fine anno, che il Gruppo Fratres di Anghiari è stato l’unico tra tutte le altre associazioni della provincia, AVIS comprese, ad aver incrementato il numero delle donazioni rispetto al 2007.

Riprende quindi a sa-lire, dopo la battuta d’arre-sto dell’anno precedente, la colonnina di mercurio dei risultati messi a segno dal gruppo, in linea con quanto suc-

cesso nei trentadue anni di attività, a riprova del buon livello di efficienza da sempre dimostrato e dell’elevato grado di coinvolgimento e di consenso nella popolazione del paese.

Consapevoli della necessità di continuare con immutato entusiasmo nel quotidiano impegno di promuovere e conso-lidare tra la nostra gente la cultura della solidarietà e della donazione, che spingono concretamente a gioire con chi gioisce ed a soffrire con chi soffre, anche in virtù delle proprie radici

cristiane, continuiamo ad invitare quanti ancora non “hanno gustato la gioia di donarsi agli altri” a prendere seriamente in considerazione la possibilità di entrare a far parte della nostra grande famiglia, con un particolare appello alle persone di fede. D’altronde “il donare” è tipico del cristiano e chi meglio di lui ha una sensibilità particolare rivolta ai più deboli, ai malati ed ai bisognosi, sull’esempio di Cristo che per salvare l’uomo non ha esitato a dare per primo tutto il Suo Sangue.Il presidente

Cambiamenti nel Consiglio Direttivo del GruppoRidistribuiti alcuni incarichi dopo le dimissioni del segretario economo

“Carissimo Pietro, a seguito del nostro colloquio di alcuni giorni fa, in cui ti ho illustrato gli avvicendamenti riguardanti la mia situazione personale…”

Iniziava così la lettera con la quale l’amico Alessandro comunicava, alla Presidenza ed al Consiglio Direttivo della nostra Associazione, la decisione di farsi da parte a seguito di importanti scelte di vita personali che, obbligandolo a dedicare gran parte del suo tempo alla propria formazione ed a stare lontano dalla propria residenza per quasi tutta la settimana, non erano più compatibili con l’incarico di segretario economo ricoperto da tanti anni, con passione e competenza.

“All’interno del Gruppo – continuava la lettera- ho davvero respirato ed imparato una genuina affezione al volontariato ed all’associazionismo in genere, tutto improntato a quella fratellanza che lo stemma “FRATRES” porta inciso. Sono stati quindi anni che ricordo con gioia ed il cui distacco non è così facile, poiché mi trovo a lasciare un luogo umano in cui ognuno incontra la concretezza dello Spirito Cristiano, testimoniato dal donarsi gratuitamente all’altro, in anonimato e senza attenderne riconoscenza… È grazie all’incontro con ognuno di voi ed all’esperienza vissuta all’interno del Gruppo, che l’ipotesi di stringermi a questa Carità, a questo Amore che si è donato a noi per primo, si è fatta possibilità concreta, tanto da intraprendere un serio cammino di verifica personale. Il dispiacere di questo distacco assume, diversamente, la gioia del cominciare. Come il mio inizio nel Direttivo dei Fratres di Anghiari, in questa esperienza di carità e generosità, così diventa possibile un nuovo passo, che innegabilmente si compie dopo il precedente e di cui lo stesso precedente è stato parte importante. Un saluto cordiale a tutti, confermando ad ognuno sentimenti di fraterna gratitudine ed intima amicizia. Alessandro Bivignani.”

Prendendo atto di quanto comunicato, il Consiglio Direttivo accettava le dimissioni di Alessandro da segretario economo ma lo invitava a rimanere al suo interno come semplice consigliere, ringraziandolo per quanto fatto a favore del buon funzionamento dell’associazione e felice di aver indirettamente contribuito a far maturare in lui una scelta di vita di totale donazione verso tutti, così impegnativa e, oggi più che mai, coraggiosa, con la certezza che l’amarezza del lasciarsi è ampiamente superata dalla bellezza del nuovo.

Al posto di Alessandro veniva nominato l’amico Pernici Ermindo, da sempre socio sostenitore del Gruppo mentre la volontaria-donatrice Berni Giovanna si rendeva disponibile per assolvere alla funzione di segretaria.

Nella foto la dott.ssa Paola Vannini al tavolo della presidenza durante il pranzo sociale 2008.

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Dal Gruppo Fratres...

PREMIATI I VENTITRE NUOVI SOCI DONATORI 2008Per il terzo anno consecutivo, il Consiglio Direttivo ha deliberato di dare concretamente il “benvenuto” a quanti si sono

iscritti per la prima volta al Gruppo e ringraziarli pubblicamente per la scelta operata, consapevole dell’importanza che riveste in ogni associazione l’arrivo di nuovi volontari, linfa vitale per poter continuare nel tempo la propria missione.

Questi i nomi dei ventitrè donatori di sangue che sono stati premiati nel corso del pranzo sociale del dicembre scorso, con la consegna da parte delle autorità presenti di una pregevole copia del libro “Gli Annali della Terra di Anghiari”, dello storico anghiarese Lorenzo Taglieschi, èdito dal gruppo stesso nel lontano 1991: Tramontani Serena, Venturini Enrico, Rossi Paolo, Burrion Magalì, Piccini Coralie, Frosina Salvatore, Maniscalchi Martina, Carria Lorella, Maggioni Marco, Pernici Elena, Leonardi Monia, Manenti Matteo, Lupascu Alexandru, Bruttini Luigi, Crulli Elisabetta, Gigli Massimo, Bivignani Vittorio, Salvi don Marco, Donati Sarti Fabiana, Perugini Antonella, Jonak Jan, Cima Giorgio e Camaiti Elia.

Il Consiglio Direttivo

FOTOCRONACA DELL’ANNUALE GIORNATA DEL DONATOREPienamente riuscite le manifestazioni previste per il consueto appuntamento di fine anno, che da sempre costituisce un importante momento di aggregazione sociale ed occasione per fare festa insieme e rinnovare la propria adesione a quelle che sono le finalità del nostro “fare gruppo”. Articolate in due giorni, hanno visto la partecipazione di tanta gente e con-seguito consensi da parte di molti. Lasciamo ad alcune immagini fotografiche relative ai momenti più salienti, il compito di descrivere l’atmosfera di ascolto, di fratellanza e di festa che ha contraddistinto le GIORNATE DEL DONATORE 2008.

A sinistra: Celebrazione eucari-stica: Le autorità civili e militari e le numerose rappresentanze delle altre associazioni presenti, con i loro labari.A destra - Convegno medico: I dottori Marco Rossi e Riccardo Conti, relatori su : Le Epatiti B - C e le vaccinazioni nell’adulto.

A sinistra: Il Concerto di Nata-le: I tre giovani strumentisti ed i cantori delle due associazioni co-rali, protagonisti della serata.

A destra - Il pranzo sociale: Una parte dei duecentoquaranta partecipanti, alle prese con le portate del ricco menù.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI SOCIALI

VEGLIONE DI SAN VALENTINO

SABATO 14 FEBBRAIO ore 21,30, in collaborazione con la locale Confraternita di Misericordia presso il Palazzetto dello Sport (g.c.). Musica dal vivo, cotillons, Buffet di Mezzanotte e tanta ma tanta allegria.

ASSEMBLEA SOCIALE ORDINARIA

SABATO 14 MARZO, Sala della Confraternita di Misericordia.Ore 15.30: Prima Convocazione. Ore 17.15: Seconda Convocazione.ORDINE DEL GIORNO: Relazione sociale del presidente ed approvazione bilanci consuntivo 2008 e preventivo 2009.

V I A S P E T T I A M O N U M E R O S I ! ! !

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AVVENTOSulla strada con Te

Come tutti gli anni, noi catechisti insieme a don Marco, don Stanislao e Fabio diacono, ci siamo incontrati per pensare ai possibile segni con i quali animare la liturgia dell’Avvento in modo da aiutare tutta la comunità a vivere in maniera più attenta e consapevole il mistero dell’Incarnazione.

È emersa l’idea di realizzare due strade con materiale povero che richiamassero l’idea del cammino di fede e conversione che ogni cristiano è chiamato a fare sempre ma in modo particolare in questo tempo forte dell’anno in cui la venuta di Cristo si presenta non come evento da commemorare ma come fatto che riaccade nella nostra quotidianità.

Abbiamo coinvolto nella preparazione di questi segni i no-stri bambini del catechismo: ogni sabato infatti, a turno, le classi hanno preparato la liturgia per la domenica, approfondendo la Parola e mettendone a fuoco i messaggi principali.

Sono stati poi distribuite durante la Messa delle frasi signi-ficative della Parola che, riportate a casa, potessero accompa-gnare la nostra preghiera e la nostra riflessione settimanale.

Le due strade si sono riempite nel corso delle quattro settimane di vari personaggi realizzati con cartone dal nostro generoso e infaticabile Giuseppe che con le sue doti e la sua pazienza ha supplito alle nostre scarse capacità artistiche!

Il contributo di tutti nel realizzare insieme questo piccolo segno ci ha aiutato a camminare nell’unità e nella condivisione e ci ha permesso di non perdere di vista i significati di questo

Evento: talvolta infatti, presi solo dal fare e dal dover fare

rischiamo di perdere di vista che non conta la quantità degli im-

pegni che riusciamo a portare a termine ma la capacità di leggere in essi il senso e il valore per la nostra vita in Cristo.

Catia e Norma

Dopo il rientro dalla Terra Santa che per grazia di Dio ho potuto visitare, sento di dover condividere la gioia che ha suscitato in me la terra di Gesù con la seguente preghiera che mi è sgorgata dal cuore. Marida.

Sui tuoi passiGrazie, perché ho potuto camminare

sui tuoi passi,ascoltare il tuo grido silenzioso

nell’umiliante frastuono della via dolorosa.Ho scalato con te

la cima impervia delle tentazioni,rimanendo nel mio deserto

a bearmi in assurde comodità.Nella grotta di Nazaret

ho respirato la gioia dell’annuncioche nella statica grigia pietra

ha affidato a Maria la PAROLA.Insieme ai rudi pastori

mi sono inchinata alla tua mangiatoia,portando con me lo smarrimento

delle mie mani vuote.Nella spianata del tempio

ti ho visto sicuroannunciare ad ansiosi genitori

il tuo già presente futuro.Al verde Giordano

ho udito il lieve frusciodella santa colomba

che poneva alleanza tra cielo e terra.Le pesanti anfore a Cana

mi han fatto gustarela delizia del mio convito nuziale

in cui tu celebravi dall’alto.Nel tuo lago ti ho visto riflesso,

a’ tuoi piedi lambire la riva,lo sguardo rivolto a tuo Padre.

Mi inviti alla pesca,ma zavorrata da mille incombenze

indugio in disparte pensosa.Eppur tu ci chiami beati,

ma quanto lontani noi siamodal tuo semplice stile di vita.

Seda, Signore, le nostre tempestee ripara le falle della nostra povera barca.

Dacci la fede del povero ciecoche nella piscina aspettavae della vedova che a Naim

riebbe la gioia del figlio perduto.Resta con noi nel cenacolo

della nostra dimora,rinnova il lavacro

delle nostre superficialitàe siediti alle nostre mense opulente

per ridarci il gusto del cibo essenziale.

Che i nostri tradimentinon ci allontanino troppo da te;può cantar anche più di tre volte

il gallo per noi:donaci il coraggio e l’ardire di Pietro.

Tra cavi ulivi del Getsemaniappoggio la testa, Signore,

per vegliare almeno un’ora con te.Ma il sonno mi prendee già sei nel Golgota.

Il legno della croce è piantato,tu non hai opposto resistenza.

Hai bevuto fino in fondoil calice amaro delle nostre debolezze.

E mentre noi, tardi di cuore,siam fermi al sepolcro,tu già ti mostri glorioso.

Sulla via di Emmaus ci incontrie lì ci tieni per mano:la paura è scomparsa,

ma non è ancora forte coraggio.Donaci la grazia di annunciarti,

Signore.

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Carla Leonardi, per commemorare la festa della donna del 2008, ci fece pervenire questa poesia di Madre Teresa di Calcutta. Noi ve la proponiamo quest’anno.

Solo per donne fenomenalidi Madre Teresa di Calcutta

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,i capelli diventano bianchi,i giorni si trasformano in anni...Però ciò che è importante non cambia;la tua forza e la tua convinzione non hanno età.Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.Dietro ogni successo c’è una delusione.Fino a quando sei viva, sentiti viva.Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.Non vivere di foto ingiallite...Insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.Quando non potrai camminare veloce, cammina.Quando non potrai camminare, usa il bastone.Però non trattenerti mai!!!

Io pellegrina in Terra SantaUn’organizzazione attenta ed efficiente, una compagnia

gradevole e pervasa da un sincero cameratismo ed un desiderio da anni rinviato, hanno creato una splendida cornice al mio viaggio sulla terra di Gesù.

Ciò che ho vissuto interiormente in questi giorni è stato di gran lunga superiore alle mie aspettative, anche se la mia cu-riosità e voglia di toccare con mano è stata in parte delusa.

I luoghi della vita di Gesù, contesi da varie confessioni religiose, e che immaginavo semplici, scarni, così come si evincono dal Vangelo, mi sono apparsi troppo paludati e impreziositi da orpelli.

Ho faticato a cogliere la povertà della grotta della natività, soffocata da tendaggi e numerose lampade e da rumorose preghiere collettive, a immaginare Gesù carico della Croce lungo la Via Dolorosa divenuta folcloristico mercato arabo, a vederlo sul Golgota in croce, dove adesso un foro inquietante tifa sentire la spaccatura della roccia, provocata dal terremoto e dove pellegrini veloci ti spingono a proseguire.

Tuttavia l’ascolto di brani evangelici in loco mi ha per-messo di contestualizzare ogni avvenimento e di assaporarne il messaggio.

Ed ecco che allora alle immagini confuse che gli occhi del corpo percepiscono si sovrappongono pacate e struggenti le azioni del Maestro e la sua parola di beatitudine; beati i miti, i puri di cuore… echeggiano le dolci propaggini del lago di Tiberiade, luogo che per eccellenza mi ha fatto incontrare la presenza di Gesù e dove puoi gustare lo stesso semplice scenario di 2000 anni fa.

Gli olivi secolari del Getsemani, sul cui poderoso tronco si è forse appoggiato il Maestro, la stanza del Cenacolo in cui aleggia palpabile la tristezza del congedo con i suoi, il desertico monte delle Tentazioni, mi hanno consegnato un’immagine profondamente umana di Gesù, ma anche fatto interiorizzare il suo Divino messaggio.

Il ritorno a casa, dopo una simile indicibile esperienza, esige ora di rivivere in profondità, nel tempo e nel silenzio, quanto le immagini hanno evocato e di annunciare con maggior coraggio il messaggio di speranza che proviene dal Sepolcro vuoto.

Marida

Giornale, Poste e contributiIl numero di dicembre dell’Oratorio, quello con il calendario, è stato consegnato abbastanza in ritardo alle vostre abitazio-ni. Gli uffici postali spiegano in parte con alcuni indirizzi che sarebbero errati. Vi invitiamo pertanto, anche per facilitare il compito dei postini, di controllare il vostro indirizzo ed in caso di errore comunicarlo alla parrocchia.Per i vostri contributi, giunti numerosi in questi ultimi giorni, potete rivolgervi ai collaboratori della parrocchia o utilizza-re i bollettini postali, disponibili anche all’ufficio postale di Anghiari, con la seguente intestazione:INSIGNE PROPOSITURA S. BARTOLOMEO APOSTOLO ANGHIARIC/C n. 11802527Grazie a chi già ha fatto pervenire la sua offerta ma anche a coloro che ce la faranno pervenire prossimamente.

Il tempo di Frido 1Forse non ci avete fatto caso ma Frido nel calendario

2008 dell’Oratorio aveva fatto la previsione che dopo il 20 dicembre una perturbazione fredda sarebbe scesa verso le nostre regioni.

E così è stato e la mattina del 25 abbiamo potuto vedere che dai monti dalla Faggeta fino al monte di San Giustino aveva nevicato. Tutto ciò è stato possibile con la grande esperienza e con l’archivio di dati di decenni e decenni. O bravo Frido.

Il tempo di Frido 2Forse non ci avete fatto caso ma Frido nel calendario

2009 dell’Oratorio ha previsto che nei mesi che vanno da gennaio a maggio le temperature medie saranno da -1 a +5.

Quando gli è stata contestata la previsione in un pri-mo momento ha detto sicuro che il Caporedattore aveva senz’altro sbagliato a scrivere. Quando il Caporedattore ha negato in modo reciso ha avuto il coraggio di affermare: «State calmi! Ho sempre indovinato le mie previsioni. Magari si avvera anche questa!»

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Da Monterchi, a cura di don Quinto GiorginiQuaresima 2008

Dalle nostre ParrocchieDa Santo Stefano, a cura di GM

Presepe

Fino al 28 febbraio continua il corso di preparazione al matrimonio tenuto dal parroco dalle ore 21 alle 22,30 nel circolo di Pocaia.

Domenica 1° febbraio festa di San Biagio, patrono di Pocaia, ore 10 S. Messa a San Biagio, ore 16 S. Messa a San Biagio seguita dalla benedizione tradizionale della gola.Mercoledì 25 febbraio inizia la quaresima con astinenza e digiuno. S. Messa delle Ceneri alle 16 a Monterchi alle ore 17 a Pocaia.In Quaresima incontri settimanali di catechesi e preghiera per i catechisti, per i gruppi di preghiera e persone di buona volontà. Vengono fatti alternativamente una volta il mercoledì, una volta il giovedì, sempre dopo cena nella chiesa della Madonna Bella come regola perché è più piccola ed è riscaldata.

Benedizione delle famiglieSabato 21 marzo dalle 9 alle 13 benedizione delle famiglie delle frazioni di Gambazzo, Pianezze e Tarsignano.Lunedì 23 marzo, primo pomeriggio, benedizione delle fa-miglie di Ripoli, Fonaco e Borgacciano. Dal 24 al 28 marzo benedizione delle famiglie della parrocchia di san Biagio.Dal 30 marzo al 4 aprile benedizione delle famiglie della parrocchia di Monterchi.

Ricordiamo il novantesimo compleanno della brava e arzilla signora Beppina Romiti in Minozzi, celebrato lo scorso 4 ottobre, assieme a tutti i suoi familiari.AD MULTOS ANNOS! Tanti auguri di serenità e di buona salute a questa nostra brava nonnina.

Natale, e subito viene in mente la festa, ma innanzitutto il presepe.

Ecco che a Santo Stefano, nella nostra chiesa, ogni anno viene raffigurata la natività e anche quest’anno è stato realizzato un presepe che ha meritato di essere visto.

Si può dire pure che la presenza dei visitatori è stata notevole e tutti quanti hanno apprezzato e lodato l’opera.

Si deve dare atto e fare i nostri omaggi al gruppo di amici che con sacrificio, lavorando la sera dopo cena, ci hanno fatto stupire per come è stato realizzato questo presepe, raf-figurando il mondo contadino di diversi anni fa che molti di noi ci ricordiamo bene com’era. Ma da notare che il centro dell’attenzione era rappresentato dalla natività.

Da notare la pittura delle pareti la quale è stata eseguita da un artista pittore tale Droghini Michele da Fano che, tran-sitando da queste parti, ha voluto lasciare traccia della sua arte. Lo ringraziamo infinitamente e la sua opera potrà essere utilizzata negli anni a venire.

Dobbiamo ora onorare i nostri partecipanti realizzatori e tali sono: Augusto Polcri, Massimo Foni, Piero Giorni, Michele Dini, Davide Nicchi, Fabrizio Cristofani, Franco Albiani, Senio Ruggeri, Stefano Paoloni e Alessio Polcri.

La Comunità vi è grata di quello che avete fatto e state facendo augurandovi un buon 2009.

L’illuminazione

L’illuminazione del viale si è potuta fare “in qualche modo” perché il personale è sempre meno e gli anni sono sempre più. Perciò quello che è stato fatto è il massimo che ci hanno permesso le nostre forze. Da notare anche che nei giorni di messa in opera era freddo e pioveva. Confidiamo che questa cosa continui, magari con nuovi partecipanti e con forze nuove.

Ringraziamo ora chi si è dato da fare (che eravamo in quattro) e a loro va il nostro compiacimento.

Festa di Sant’Antonio a Monterchi

Annuale festa al Mercatale di Monterchi nel giorno di San-t’Antonio il 17 di gennaio. La festa, programmata anche per domenica 18 è stata favorita da un tempo discreto.Trattori e banchi vari hanno animato il piazzale dedicato proprio al mercato e che è stato ampliato con un comodo parcheggio e più spazio per gli ambulanti. Peccato che di animali ce n’erano veramente pochi.Qualche maiale, delle belle caprette nane e una con dei corni bellissimi, un pony ed due bei somarini.

***Nella foto invece vediamo don Quinto, attorniato da nume-rosi proprietari di animali domestici e non, che si prepara ad impartire la benedizione ai mangimi per gli animali, grano, orzo e quant’altro e gli animali stessi presenti nel piazzale del mercatale.

Notizie in breve

A marzo, con data da stabilirsi, verrà eletto in Monterchi il nuovo Magistrato della Confraternita della Misericordia.

Il presepi di Monterchi e delle Ville hanno avuto un grande successo e numerosa partecipazione di persone vicine e lontane. Piena soddisfazione quindi per coloro che si sono impegnati con notevoli sacrifici.Auguri agli organizzatori.

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Dalle nostre parrocchie

Da San Leo Da S. Lorenzo

a cura di A. Dellacasina

Natale a San Lorenzo

Come ormai è tradizione, anche quest’anno abbiamo celebrato a San Lorenzo la festività del Natale con la messa della notte di Natale.

Don Stanislav, ormai sempre più padrone della lingua italiana, ha celebrato la funzione religiosa coa-diuvato dal suo connazionale Don Mario, davanti ad una chiesa piena di fedeli.

Le difficoltà affrontate per rendere tutto questo possibile sono state notevo-li. Va ricordato infatti che la chiesa di San Lorenzo e l’adiacente casa parrocchiale sono attualmente in fase di restauro, e tutto l’impianto elettrico è inattivo. Abbiamo dovuto per questo effettuare un allacciamento provvisorio, prelevando la corrente elettri-ca dalla casa del Piccini, che ringraziamo per la sua cortese disponibilità.

Al termine della funzione religiosa, nel piazzale della chiesa, davanti ad un grosso fuoco, ci siamo scambiati gli auguri, con un bicchiere di vinsanto ed una fetta di panettone.S. Lorenzo, 26 dicembre ‘08

Il 5 ottobre 2008

S. Leo ed Anghiari di nuovo in pellegrinaggio

Siamo alla soglia dell’inizio di un nuovo anno catechistico e quale miglior modo per inaugurarlo che andare in pellegrinaggio a Bolsena e Orvieto?

Due splendidi luoghi, il primo nel Lazio e il secondo nella nostra bella, verde e vicina Umbria, che custodiscono importanti reliquie attestanti un miracolo eucaristico verificatosi nel 1263 d.c. proprio a Bolsena.

Di quest’ultima abbiamo visitato la splendida cattedrale, mentre ad Orvieto il maestoso Duomo, uno tra i più grandi e belli d’Italia.

Il miracolo eucaristico avvenne sotto gli occhi increduli di un parroco pellegrino, giunto da Praga in Italia, per trovare risposte alla sua vacillante fede.

Fermatosi a Bolsena chiese di poter celebrare la S. Messa nelle catacombe locali dove si trovano i resti mortali di Santa Cristina, la bambina morta martire dopo aver vissuto disumane sofferenze durante la grande persecuzione di Diocleziano ai cristiani.

In quella precisa occasione, alla consacrazione dell’ostia, una volta spezzata, questa co-minciò a stillare gocce di sangue, lo stesso che ha macchiato i marmi sottostanti l’altare ed il corporale con il quale l’altare era per l’occasione apparecchiato.

I marmi in questione sono conservati nel santuario di Bolsena, mentre il corporale fu prele-vato dal Vescovo di Orvieto sotto l’ordine del papa Urbano IV in persona e trasferito insieme alla sacra ostia e ai lini dell’altare in una cappella costruita presso il Duomo di Orvieto.

Sempre il papa Urbano volle poi istituire una festa che evidenziasse e ricalcasse l’impor-tanza dell’eucaristia e stabilì pertanto che ogni anno il giovedì dopo la festa della SS. Trinità si celebrasse il Corpus Domini.

La processione in occasione del Corpus Domini, è divenuta a Bolsena una vera e propria tradizione, arricchita da una magnifica infiorata lungo tutto il tratto che viene percorso e che con il lavoro e l’impegno di molte persone è tale da considerarsi un tributo d’arte pura.

L’infiorata in questa occasione non l’abbiamo vista, ma ci accontentiamo, perché dopo una splendida giornata in compagnia e come dopo ogni pellegrinaggio siamo tornati a casa arricchiti di fede, di speranza e per i bambini presenti, che erano numerosi, quello che hanno visto e sentito, non potrà che essere un bel bagaglio da portarsi dietro, soprattutto per coloro che quest’anno riceveranno la loro prima comunione proprio in occasione del Corpus Domini.

Proprio con loro ci vediamo presto, ogni sabato presso l’oratorio di San Leo per il cate-chismo.

Dal Carmine, a cura di Francesca

Terra d’IsraeleUn pellegrinaggio è il modo migliore per scoprire la Terra Santa e comprendere così molto meglio i Vangeli.Questo è quanto è successo a me e mio marito proprio pochi giorni fa.Abbiamo avuto il privilegio di visitare quei luoghi scelti da Gesù per nascere e vivere la sua vita, di questo ringrazio

Don Marco che ci ha accompagnato.È stato veramente emozionante quando siamo arrivati al lago di Tiberiade, lì ho pensato che pure Gesù aveva calpestato

quei sassi e visto quell’orizzonte.È il luogo, a mio parere, in cui possiamo raccoglierci in preghiera perché non è stato stravolto da costruzioni o altro

ma abbastanza tranquillo, così pure il monte delle Beatitudini.Siamo andati a Betlemme dove abbiamo incontrato Don Cornioli il quale vive da sei mesi in una parrocchia di Beit

Sahour, il parroco di lì ci ha raccontato un po’ le difficoltà che le famiglie di Betlemme incontrano ogni giorno a causa del muro che è stato costruito, brutto pensare che hanno un permesso (chi lavora a Gerusalemme) dalle 7 alle 19 della sera e non possono dormire di là. In un’epoca in cui i muri si sono abbattuti, qui è stato costruito.

C’è tanta miseria, bambini ovunque che implorano un euro, senza un sorriso, senza una parola. Non è facile vivere qui.

A Gerusalemme, nei luoghi della passione di Gesù, mi sono trovata spaesata. Troppe voci, troppi flash, cineprese, canti, odori, anche nel Sepolcro tutto è permesso.

L’augurio che di cuore mi sento di fare è che la Terra d’Israele possa presto divenire, per i suoi abitanti e per l’umanità intera Terra di benedizione e di pace.

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La vignetta di Scacciapensieri:

Genitori!!

Presepi 2008 ad AnghiariQui sopra un collage dei presepi di Anghiari. Sono stati

inseriti nella sagoma di Anghiari in notturna tratta dalla foto di Emmedipì riprodotta qui a destra.

Chi ha lavorato alla realizzazione dei vari presepi, esposti nelle nostre chiese ed apprezzati dai numerosi fedeli in visita nelle chiese stesse, riuscirà anche ad individuare la porzione del presepe alla cui realizzazione ha faticosamente parteci-pato assieme ad altri amici.

DateNella cantonata della casa di Cecchino, giù per la Croce,

c’è la data 1464, purtroppo deteriorata.Ai Cordoni, in una antica casa quasi all’inizio della salita c’è

un’altra data, abbastanza simile per fattura, dell’anno 1446.Ho sempre trovato interessante pensare che a distanza di

meno di un ventennio siano sorte queste due abitazioni. L’una proprio all’interno del nuovo Borghetto sorto appena al di fuori delle prime mura di Anghiari e l’altra all’incrocio della strada che uscendo da porta Sant’Angelo portava a Pieve S. Stefano, si incrociava con quella maestra del Borgo e, superato un ponticello, proseguiva verso la Vignolina e la Vigna e dopo aver superato Viaio, guadato il Tevere ed aggirato Montedoglio si immetteva nell’altra strada che proveniva dal Borgo.

Ricordiamoci che la Battaglia di Anghiari era stata com-battuta il 29 giugno 1440.

***Nella facciata dell’Ammazzatoio, da poco restaurata, invece

è tornata in evidenza la data in ghisa del 1855.

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Concorso “BancAaperta”Alla ricerca delle migliori idee per riqualificare lo storico complesso di Villa Gennaioli

Villa Gennaioli diventerà la nuova sede della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo e un centro aperto a tutti gli

anghiaresi. È con questo obiettivo che oltre cento architetti e ingegneri della Toscana e dell’Umbria sono già al lavoro per partecipare al concorso di idee “BancAperta”. I professionisti si faranno carico di presentare un progetto, entro metà marzo, per la ristrutturazione dell’edificio.

Villa Gennaioli, chiamata anche la villa del Leone, simbolo della famiglia, è entrata nel possesso dell’istituto anghiarese per il tramite della Fondazione “Marco Gennaioli Onlus”, costituita in memoria del giovane scomparso alcuni anni fa in un incidente stradale.

“Ed è proprio nel nome di Marco – an-nuncia la mamma Carla Masetti Gennaioli nella conferenza stampa di presentazione del concorso – che l’antico granaio, attiguo alla villa, sarà sede di alcune iniziative che la Fondazione insieme alla Banca promuoverà, come attività culturali e borse di studio per i più giovani”. La villa invece, oltre ad ospitare i nuovi locali della Banca, sarà un luogo aperto al paese. Come spiega il direttore della Banca Renzo Galli: “Una nuova sede che non dovrà essere un santuario, ma anzi un luogo fruibile e accessibile a tutti. Noi siamo la Banca che rappresenta il paese ed è con il paese e con gli anghiaresi che dobbiamo interagire per fare sentire l’istituto di credito sempre più parte integrante di questa realtà”. “Insieme alla Fonda-zione Gennaioli – sottolinea il presidente dell’istituto Paolo Sestini – c’è la volontà di mettere a disposizione questa struttura non solo ad uso della Banca, ma proprio di tutti gli anghiaresi”. Dentro nasceranno sale convegni, spazi per i giovani e per i meno giovani. Insomma un vero e proprio punto di riferimento. “Una grande iniziativa – plaude il vice sindaco Riccardo La Ferla – e il ruolo dell’amministrazione comunale diventa fondamentale. È un intervento che non si limita solo ad Anghiari, ma che si affaccia nell’intero territorio. E poi dal concorso di idee anche noi, come amministratori, potremo ricavare qualche suggerimento”.

Il concorso è stato presentato ufficialmente ai partecipanti lo scorso 17 dicembre nella Sala del Consiglio Comunale. Gli elaborati saranno giudicati da un’apposita commissione composta da otto membri e nominata dal CdA della Banca. La giuria terrà conto: della coerenza del progetto con gli obiettivi del concorso, del carattere innovativo delle soluzioni funzionali proposte, della definizione generale degli accessi, dei parcheggi, della viabilità, della qualità delle principali opere architettoni-che e di arredo urbano e della scelta dei materiali. Il vincitore sarà designato entro il 30 aprile nel corso della Mostra Mercato dell’Artigianato. Ai primi tre classificati sarà corrisposto un premio in denaro.

“È un complesso bello ed elegante – dice il responsabile organizzativo, architetto Paolo Pinarelli – che non può essere altro che valorizzato. Per questo aspettiamo le idee migliori e gli spunti più originali af-finché la villa possa aprirsi al paese”. Ma durante i lavori Villa Gennaioli non resterà chiusa, come annuncia il vice presidente della Banca Nilo Venturini: “In questo periodo di interregno, durante il quale sarà scelto il vincitore e successivamente avviati i lavori, vogliamo insieme alla Fondazione promuovere alcune iniziative da organizzare proprio in questa villa”. Si parla già di una mostra nella quale saranno esposti i progetti presentati e forse di una serie di concerti, magari da organizzare durante la prossima estate. Insomma Villa Gennaioli rinasce. Nel nome di Marco e nel nome di una Banca che si apre al e per il paese.

In alto: Villa Gennaioli o del Leone che diverrà la nuova sede della Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo.Qui sopra: Conferenza stampa di presentazione del Concorso BancAperta.

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Da Tavernelle Rubrica a cura di Alessandro Bivignani

Letterina a Gesù Bambinodi Chiara Natalini

Anche quest’anno si è svolta la tradizionale recita della Be-fana interpretata dai bambini del catechismo di Tavernelle.

“Letterina a Gesù Bambino” è il titolo della Recita: è la storia della nascita di Gesù narrata dai bambini che, con la loro semplicità, hanno saputo raccontare un’ evento che ha cambiato la storia di tutti noi.

La parte recitata è stata accompagnata da canzoni suonate con la chitarra elettrica da Andrea e interpretate dagli stessi bambini.

Sulle note di “Ora si può” sono arrivate le Befane, che hanno deliziato il pubblico con dolci e sorprese premiando i bambini con calze piene di dolci.

Un grazie speciale a tutti i piccoli attori: Serena, Lorenzo, Davide, Nicolas, Cassio, Luca, Jacopo, Nicola, Niccolò, Luca, Noemi, Chiara, Noemi e Andrea che con pazienza ha curato la parte musicale e a tutti coloro che ci hanno aiutato nelle realizzazione. L’appuntamento è al prossimo anno.

Natale e dintorni: il PresepioErano alcuni mesi che, nottetempo, la Tamara del Bagnolo

vedeva rimanere accesa la luce del fondo: chi sarà mai? Il mistero si è svelato il giorno di Natale quando finalmente è calato il sipario sul Presepio nella chiesa di Tavernelle, e si è scoperto che cosa i nostri due amici Massimo e Alfredo avevano combinato quest’anno sul fondo del Bagnolo. Il bravo lettore si ricorderà che l’anno scorso, mentre veniva elogiato l’operato del presepio, fu anche detto che il presepio si sarebbe mantenuto con la stessa base e arricchito di anno in anno. Bene, quest’anno è stata la volta della riproduzione del castello di Galbino, della vicina chiesa e anche della casa di Pergamino. Tutto fatto ad opera d’arte: dalle pietre esterne di vero sasso ai coppi rigorosamente cotti uno ad uno nel forno della stufa.

Ancora una volta ci è sembrato di rivivere il Mistero dell’Incarnazione di Gesù a Betlemme, e sempre più con la percezione che il Figlio di Dio nasce nella nostra vita, nella nostra città, nelle nostre case.

Grazie Massimo e Alfredo!

Per chi suona la campanaPer chi suona non lo so, ma invece posso dire a che ora

suona. Anche perché questo fatto è degno di nota.Tavernelle: ore 7,58 del mattino. A quell’ora non passano

ancora auto per la strada, e mentre passeggio, godendomi il suono del silenzio intercalato solo dai rumori della natura, entra

in funzione, alle 8 in punto, il meccanismo delle campane che iniziano a battere gli otto colpi. Ma, nel silenzio, mi rallegro perché fra un colpo e l’altro sento chiaramente il colpo della campana della chiesa della Croce.

E mi dico: tra Tavernelle e Anghiari non siamo poi così distanti.

Nelle foto di don Stanislaso in alto si vede un momento della recita dei bambini, la sera della vigilia della befana.

Qui sopra le befane accolte calorosamente anche perché stracariche di dolci e regali per i bambini della parrocchia.

Benedizione delle famiglie della parrocchia di Tavernelle e Galbino

Lunedì 30 marzo, mattino; Martedì 31 marzo, pomeriggio; Mercoledì 1° aprile, pomeriggio.

Lunedì 6 aprile, mattino e pomeriggio per la zona di Libbiano.

Offerte per la parrocchia

La famiglia Bergamaschi ha fatto pervenire alla parroc-chia di Tavernelle, in memoria del caro Alfredo, la som-ma di 520 euro per le attività parrocchiali a Tavernelle.

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Dal 2 al 4 Gennaio ho vissuto, come l’anno scorso, l’esperienza della convivenza-studio invernale a Larniano. Quest’anno tuttavia l’ho vissuta in maniera più piena, mi sono messo maggiormente in gioco, anche perché conoscevo già altri ragazzi e questo mi ha permesso sia di stringere nuove amicizie, sia di non dover faticare ad ambientarmi, cosa che mi capita spesso dato il mio carattere introverso. In particolar modo quest’anno mi hanno colpito le testimonianze dei nostri amici Alberto e Maria Chiara.

Dalle loro parole e dal modo in cui raccontavano la loro esperienza e i fatti a loro accaduti, traspariva una felicità immensa. Sono rimasto veramente colpito dal loro modo di porsi nei confronti degli altri e della vita: in particolare ad un certo punto Alberto ha detto: “Ho imparato che quando mi alzo al mattino mi sento più completo se dico SI’”. Allora Don Severino ci ha lanciato una proposta: “Anche se inizia la scuola, martedì, quando vi alzate, dite sì per essere più pieni”. Allora anch’io ho deciso di accettare questa provocazione e ho detto sì.

Samuele

Nelle foto di questa paginaIn alto: Alberto, Don Severino e Maria Chiara poco prima di raccontare le loro testimonianze.Qui a sinistra: Tutti a cena prima del falò.

Larniano, ancora un’esperienza da ricordare

Avvisi per ragazziDopo l’esperienza di Larniano è nata la voglia di rilanciare la proposta per i ragazzi della Parrocchia.

Ragazzi delle Superiori:

- ogni lunedì all’uscita di scuola, presso la sede di GS di Sansepolcro (dietro Ragioneria) c’è il pranzo, l’incontro e lo studio.

- un pomeriggio della settimana (da decidere) ritrovo all’oratorio per la ripresa del lavoro con don Marco.

Ragazzi delle Medie:

- ogni giovedi ritrovo all’oratorio per lo studio insieme ad alcuni professori. Segue la merenda e quindi l’incontro.

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A. Maria Bartolomei, Via novaA. Maria Valentini, Via d’ArezzoAdalgisa Conti, Borghetto di sopraAdamo Grazi, San TommasoAdelmo Mencarini, Motina altaAdriana Conti, Borghetto di sopraAdriano Donati Sarti, Casina MotinaAlberto Montini, Le VilleAlessandro Vichi, MarylandAlfredo Bergamaschi, LibbianoAlvaro Fedi, CarmineAlvise Luconi, SvizzeraAmedeo Tortori, MolinelloAmerigo Santi, TavernelleAnnita Fontana, CasacciaAndrea Iacopucci, La CasinaAndrea Papini, Ca’ di MaurizioAngelo Meucci, Via di San LeoAngiolino Roselli, I cordoniAngiolo Alfonsi, Campo FieraAngiolo Del Barba, BarbinoAngiolo Madiai, PolverieraAnna Maria Guiducci, ArezzoAnna Polverini, Borgo della CroceAnselmo Meucci, ScoianoApollonia Buscosi, BagnoloArialdo don Ruggeri, Ca’ RaffaelloArmando Zanchi, ArezzoAscanio Babbini, Via d’ArezzoAscanio Cambi, Campo della fieraAssunta Del Sere, SansepolcroBrunero Gaetanini, CampallaBruno Acquisti, CatorcioBruno Ghignoni e Luisa, S. StefanoBruno Mangoni, Via NovaBruno Nicchi, San RoccoBruno Polverini, PocaiaCarla Donati Sarti, Borgo della CroceCarla Leonardi, Torre PedreraCarla Pulcinelli, San LeoCarlo Cabassi, RiminiCarlo Cherici, Piazza MercataleCesarina Boldorini, Fraz. S. LorenzoClara Giornelli, CarboncioneClaudio Cambi, Campo della fieraClaudio Citernesi, CarboncioneClorinda Rogai, MelicianoCostantino Mondani, BagnoloDaniela Fedi, PerugiaDario Torelli, ViaioDelfo Venturi, CasacciaDomenica Caporalini, RomaDomenica Pernici, CavrigliaDomenico e Francesca Marzi, MotinaDonato Fantoni, Via del ComuneElbano Meazzini, ArezzoElda Polverini, SansepolcroElena Primitivi, BorghettoElvira Barfucci, TavernelleEnzo Rossi, PantanetoErmindo Capolungo, BartuccinoErmindo Pernici, Ponte CarlettoErnesto Pacini, MilanoEros Petruccioli, Campo della fieraEugenio Guadagni, TavernelleEva Gallai, TerratoEzio Bergamaschi, LibbianoFabiano Giabbanelli, Via del teatroFabiano Gigli, Crocifissino

Fabio Cuccini, Via del CarmineFaliera Tanfi, Mura di sopraFaliero Merendelli, I fabbriFaliero Pernici, Via della RipaFernando Olandesi, GiardinellaFernando Paletti, CasanovaFranca Ciucoli, Borghetto della portacciaFrancesco Bruschetti, Palazzo ScoianoFrancesco Comanducci, Via del CarmineFrancesco Cristini, ArezzoFranco Giorni, ScarpaiaFranco Leonardi, Le strosceFranco Ristori, CapolonaGabriella Camaiti, Borgo della CroceGastone Lodovici, BoziaGastone Mafucci, Ca’ di MaurizioGastone Mercati, TopoGiampaolo Gattari, Via x la FossaGiancarlo Guiducci, Tavarnuzze FIGianni Natalini, TavernelleGianni Santi, Croce del FondoGilberto Frini, MilanoGilda Nespoli, Borgo della CroceGilberto Guiducci, ArezzoGino Giovagnini, TavernelleGiovanna Ottobri, CalenzanoGiovanni Bianchini, Palazzo del PeroGiovanni Giorni, Gardone V.T.Giovanni Graziotti, PocaiaGiovanni Valbonetti, MaccarinoGiuliano Donati, RenicciGiuseppe Dini, Via del CarmineGiuseppe Leonardi, Bagnolo di sottoGiuseppe Menzogni, PratoGiuseppina Guelfi, PiazzolaGrazia Giabbanelli, Campo della FieraUna persona Graziano Zanchi, Campo della FieraIda Panichi, TavernelleIva Polendoni, FrassinetoIvano Cesari, Via del CarmineLaura Di Lauro, GiardinellaLeandro Burioni, Motina altaLeone Bruschi, Poggio del soleLiana Alberti, MonterchiLilia Guadagni, TavernelleLina Acquisti, Via del CarmineLisetta Inghirami, Via della FossaLoretta Santi, PalaiaLoris Omelli, MonterchiLuca Paci, SportoneLuca Portolani, Santa FirminaLuca Viviani, Campo della fieraLuciana Lanari, Le ForcheLuciano Paci, PiazzolaLuigi Boncompagni, FighilleLuigino Gorfini, ValcelleLuisa Petruccioli, Via d’ ArezzoMaddalena Gori, IsabellaManola Lodovici, BoziaMarcella Mari, GiardinellaMarcella Pernici, San Giovanni V.Marcello Gelsumini, Campo della FieraMargherita Pacini, TavernelleMaria Guadagni, InfrantoioMaria Manfroni, RenicciMaria Pia Fabiani, Via del teatroMaria Senesi, CalabriaMariella Guerrini, Renicci

Mariella Panichi, San LeoMario Corazzini, Via del CarmineMario Venturini, CarboncioneMarisa Franchini, InfrantoioMaurizio Manenti, Il BorgoMaurizio Valbonetti, San RoccoMauro Meoni, Via della FossaMilton Del Gaia, RoncioneMirna Matteucci, SansepolcroMonica Magrini, Via del CarmineNatalino Del Pia, TerracinaNella Magri, CerbaiaNello Tizzi, TavernelleNelly Santi, PiazzolaNilo Nicchi, Via di San LeoNivea Matteucci, PisaOlida Lanari, CarboncioneOrazio Leonardi, SansepolcroOsvaldo Rosadi, Ponte alla PieraOsvaldo Verdinelli, MonterchiOvidio Mondanelli, GiardinellaPaola Del Pia, QuarataPaola Olandesi, GiardinellaPaola Tuti Maranesi, RomaPaolo Brandinelli, Piazza del MercatalePaolo Monini, San LeoPierina Giuliani, Via CarminePierluigi Gallai, CastelloPiero e Silvia Matteucci, MotinaPiero Plini, MonteloroPiero Rossi, Ponte alla PieraPietro Mondani, CarminePietro Mondani, La CallaPietro Petruccioli, ViaioPietro Serafini, SansepolcroPrimo Zanchi, Il fossoRaul Fornacini, Campo della FieraRenato Bidossi, ArezzoRenato Panichi, TavernelleRiccardo Mondani, MilanoRina Senesi, SportoneRoselli Angiolino, I CordoniRosita Ghignoni, Chiassa ViaioSaura Cambi, Via del CarmineSilvana Cherici, Campo della FieraSilvana Pierantoni, Il fossoSilvano Rossi, CarboncioneSimona Valbonetti, Via x San LeoSirio Ruggeri, Via del CarmineSperanza Bianchi, Ponte alla PieraStefania Pacini, GiardinellaStefanie Risse, Casa BrunaStefano Cardelli, ScandicciTeresa Bartolomei, LisbonaTeresa Mercati, Via di San LeoTersilia Minelli, Le BucacceTito Bartolomei, Via NovaTullio Ferrini, Ponte alla PieraVasco Coleschi, Via del CarmineVilmo Chiasserini, Bagno a RipoliVittoria Giovagnini, San LeoVittorio Mugelli, InfrantoioVittorio Smacchia, PocaiaWalter Meozzi, CarmineWerther Canicchi, Giardinella

Hanno mandato la loro offerta in me-moria, la famiglia di Giusto Casi e la Vincenzina per il marito Altero Scimia.

Le vostre offerte numerose e generose

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In Ter-ra Santa per il 25° di sacerdo-zio di don Marco: una trentina di anghiaresi e un picco-lo gruppo di borghe-si! Certo, a Fiumicino, prima del-l’imbarco,

erano in pochi quelli convinti di partire veramente. Le notizie da Gaza e da Israele non erano certo le più rassicuranti! Ma il gruppo è partito comunque e la terra benedetta, e tragica, di Gesù si è aperta con l’aereoporto di Ben Gurion, l’antica Lidda delle Sacre Scritture. Subito il 29, allora, l’incontro con Cesarea Marittima, la residenza ufficiale di Ponzio Pilato, e con la grotta di Elia, al Carmelo, dove è stata celebrata la messa introduttiva al pellegrinaggio.

Il giorno successivo, il 30, e l’ultimo dell’anno, il 31, ecco subito uno dei punti focali del pellegrinaggio. Il luogo più pre-zioso, e archeologicamente certo, a Nazareth, dentro la grande basilica dell’Annunciazione, reca oggi una epigrafe essenziale, come frontale dell’altare per la messa, con la sinteticità affa-scinante del latino: Verbum caro hic factum est. Fede e storia si congiungono in antiche e ben custodite pietre che dicono tutta la concretezza quotidiana dell’evento dell’Incarnazione. Il raccoglimento e la preghiera per noi, per tutti i nostri cari, e per quelli che hanno chiesto un ricordo sono stati spontanei. Con base a Nazareth, dunque, in due giorni intensi e ricchi di stupore, sono state ripercorse tutte le tappe dei tre anni pubblici della missione di Gesù: Cana di Galilea, con la chiesa del primo miracolo, quello della trasformazione dell’acqua in vino ad una festa di nozze, il Monte delle Beatitudini, con lo splendido scenario, sul lago di Genezareth, del famoso Discorso della Montagna, Tabgha, cioè il luogo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, la Chiesetta del Primato, con la pietra nella quale, sopra una mensa di pietra imbandita, il Signore ha affidato a Pietro il mandato di guida della sua chiesa, la sinagoga di Cafarnao, dove Gesù ha solennemente comunicato ai presenti –citando Isaia- il suo compito messianico, e dove è risieduto abitualmente –nella casa di Pietro- durante gli anni del suo ministero pubblico, il Giordano, infine, il fiume nel quale il Battista gli ha amministrato il battesimo, figura del battesimo cristiano che, da duemila anni, la chiesa amministra a tutti i suoi fedeli.

Una breve parentesi archeologica, a questo punto, è stata affrontata dai pellegrini, in Giordania, fra ultimo dell’anno e capodanno. Così sono state visitate la splendida città romana di Jerash, il luogo nel quale Gesù aveva scacciato un gruppo di demoni facendoli precipitare in un branco di porci, e l’in-credibile città rosa di Petra il cui re Areta IV era imparentato con Erode il Grande, il crudele tetrarca della strage degli Innocenti, della decollazione del Battista e dell’imponente secondo Tempio di Gerusalemme che fu distrutto, pietra su pietra, da Tito: una catastrofe che aveva fatto dire a Gesù che sarebbe stato meglio che le donne non avessero mai partorito. Poi, il 2 gennaio, prima del rientro in Israele, il Monte Nebo: qui Jahvè aveva mostrato a Mosè, prima che il liberatore degli Ebrei dall’Egitto morisse, la Terra Promessa.

L’area del Mar Morto, il monastero degli Esseni a Qumran e Gerico, dove Zaccheo, troppo piccolo per la grande folla era salito su un sicomoro per poter vedere il passaggio di Gesù, hanno preceduto, sempre il due gennaio, la salita a Gerusalemme dove il gruppo ha vissuto tre intense giornate, le ultime dell’ itinerario, per conoscere i luoghi della Settimana Santa, della Passione, della Morte e della Resurrezione del Signore: Betania, scena-rio della Resurrezione di Lazzaro e della trionfale giornata delle Palme, il Monte Sion, con il luogo del Cenacolo e la Chiesa del Gallicantus dove Pietro, nella corte di Caifa, per tre volte aveva rinnegato il Maestro e la Basilica della Dormitio della Madonna; poi il Monte degli Olivi, con la cappella del Dominus flevit, l’Orto degli Olivi, la grotta e la basilica del Getsemani, la Tomba della Vergine. E, durante il percorso sui siti della Settimana Santa, la sconvolgente esperienza della Via Crucis lungo le strade della Città Vecchia, la visita al Monte Calvario ed al sepolcro vuoto dentro la basilica del Santo Sepolcro: qui, nella cappella dei Francescani, una s. Messa intensa e toccante.

Una parentesi, dentro i giorni di Gerusalemme, è stata l’uscita verso la vicina Betlemme dove, dentro la basilica costantiniana, si protegge ancora la grotta della Natività. Giornata in cui il gruppo ha avuto anche l’improvviso e scon-certante incontro con la tragica realtà del 2000, della guerra e delle intolleranze ideologiche, documentate dal parroco di Betlemme che ha raccontato le difficoltà degli arabo-cristiani e dei palestinesi di oggi che si trovano a vivere in un mondo diviso nel quale il moderno Muro separatorio, ogni giorno, testimonia l’assurdità terribile della separazione e dell’apar-teid non dichiarato, ma praticato dalle logiche militari e della sicurezza ad oltranza ordinate dal potere politico che oggi controlla tutta la Terra Santa.

In alto a sinistra: Foto ricordo a Gerasa in Giordania sopra gli sca-vi romani.

In alto a destra: La caratteristica chiesa detta la “Grotta del latte”.Qui sopra: Gerusalemme, nella chiesa del Santo Sepolcro, i pellegri-

ni sono in fila per venerare il luogo della crocifissione di Gesù.

Terrasantadi Enzo Papi

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Una lettera, con foto, giunta all’Oratorio

Asilo: Foto ricordo in Piazzola

Torre Pedrera 10 marzo 2007

T’invio una foto storica scattata il 17 giugno 1941 in Piazzola sul lato sinistro dello stupendo Palazzo del Comune, la quale ritrae al completo, in divisa delle grandi occasioni, noi alunni dell’Asilo Comunale Testi nati nel 1935-’36-’37.

Io sono la prima a destra nell’ultima fila in alto, assai imbronciata (mi ricordo bene anche il perché) con accanto Silvano Paceschi e poi Ivano Leonardi.

Davanti a me ci sono Lamberto Ulivi e Vasco Guadagni. Spero vivamente che, quando ti sarà possibile la pubblicherai nell’Oratorio, così molti si rallegreranno di rivedersi nell’età più spensierata. Ricordo tutti quanti i nomi dei miei cari compagni, alcuni dei quali hanno già raggiunto la meta per cui siamo nati.

Ti saluto cordialmente... Un grazie di cuore anche a tutti i tuoi collaboratori.

Carla Leonardi

Don Francesco

Don Francesco Capolupo nasce a Milano il 26 giugno 1980, ma la famiglia si trasferisce in Maremma, a Gavorrano (GR) dove frequenta elementari, medie e partecipa, pur nelle difficoltà del luogo che storicamente è una terra anticlericale, alla vita della parrocchia.

Dopo la cresima abbandona il cam-mino di fede ma durante gli studi liceali a Grosseto, tramite il suo insegnante di religione, incontra il Movimento di CL e si avvicina nuovamente al Cristiane-simo.

Dopo la maturità si iscrive all’Uni-versità di Perugia nella facoltà di Giu-risprudenza ed è durante questo periodo che matura attraverso l’approfondimento dell’esperienza cristiana nel movimento di CL e la direzione spirituale di un amico sacerdote, l’idea della vocazione sacerdotale, e nel 2001 entra a Roma nella Fraternità dei Missionari di San Carlo Borromeo, e frequenta gli studi teologici all’Università Lateranense.

Nel 2004 per un anno fa esperienza missionaria in Sudamerica, in Argentina. Nel settembre 2006 arriva nella Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro dove riceve l’ordinazione Diaconale e suc-cessivamente quella Sacerdotale il 4 ottobre 2008. Già da Diacono e tuttora svolge il suo ministero pastorale nelle Parrocchie di San Paolo e della Cattedrale a Sansepolcro.

La LunaNon si sta parlando del nostro satellite preferito dagli

innamorati ma di una simpatica pecora presente all’antica Fiera di Monterchi, quella che si tiene il 17 gennaio di ogni anno festa di Sant’Antonio, notoriamente protettore degli animali.

Stavo girellando nel piazzale che ospitava uno sparuto gruppetto di animali, quando un allevatore mi ha fatto vedere una delle sue pecore che beveva al biberon come se gnente fosse.

Il motivo è che è stata allevata proprio con quel biberon dato che gli era morta la madre. La pecora si chiama Luna ed il suo a l l e -va to r e abita a Sciano, n e l l a c o l l i -n a d i Padon-chia.

Una richiesta pressanteRivolgo una preghiera a questa Redazione che sem-

brerà strana, ma che ha per finalità quella di rinfrescare la memoria a chi come me ha dimenticato tutto degli anni della più tenera età.

Come molti sanno, mi sono ritrovato nonno con una ni-potina, Eva, figlia di Giorgio e di Francesca Finocchi. Questa ha ora due anni e viene spesso a farmi visita, assillandomi con la richiesta di favole, mettendomi proprio a disagio, perché ricordo tanti titoli come Pinocchio, Cappuccetto rosso ecc., ma tutto si ferma lì e la trama devo inventarla. Vi sono tante altre favole e tiritere che come le prime ne conosco l’esistenza e basta.

Dovrò documentarmi di nuovo per quelle più impe-gnative. Per quelle più brevi, vorrei un aiuto e se con il tempo ne pubblicherete alcune, serviranno sicuramente a molte nonne e nonni e toglierli dai miei imbarazzi e si potrà tramandare i primi e più piacevoli insegnamenti per i piccoli nipoti e farli felici.

È chiedere troppo? Saluti

Athos Camaiti

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CONCERTO di NATALE in PROPOSITURAdi Cesare Ganganelli

Nella serata di sabato 13 dicembre 2008 si è tenuto, nella Propositura di Anghiari, l’ormai tradizionale Concerto di Natale (terza edizione), appuntamento fisso ed inaugurativo delle manifestazioni natalizie anghiaresi. Il concerto, organizzato princi-palmente dal Gruppo Donatori di Sangue Fratres, dal Comune, dalla Parrocchia di Anghiari e dalla locale Filarmonica “Pietro Mascagni”, ha visto la collaborazione di numerosi altri Enti che con il loro prezioso aiuto hanno reso possibile la serata.

Dopo una breve introduzione di Bruno Sannai e la presentazione di Piero Lega, il concerto si è aperto con la parte strumentale affidata a Giulio Camaiti (Pianoforte), Cesare Ganganelli (Organo) e Gabriele Menci (Tromba). Sono state eseguite musi-che appartenenti al repertorio classico compreso fra la seconda metà del 1600 e la prima metà del 1800. Tra di esse spiccano opere come la Sonata in Do Maggiore (op. 110) per pianoforte, composta da L. v. Beethoven, il corale bachiano “Bist du bei mir” (BWV 508) per tromba e organo o ancora la stupenda e brillante Suite in Re Maggiore, scritta da G. F. Häendel, dove la tromba si alterna in un continuo dialogare con l’organo, sfociando nella solenne ed imponente marcia finale.

La seconda parte del concerto, dedicata alla musica vocale, ha visto come ospiti d’eccezione, due realtà corali della Valtiberina: la Schola Cantorum “Don Vittorio Bartolomei” di Anghiari e l’Associazione Corale “I Cantori del Borgo” di Sansepolcro.

La Schola Cantorum “Don Vittorio Bartolomei” diretta per l’occasione da Giulio Camaiti ed accompagnata all’organo da Cesare Ganganelli, ha eseguito oltre ai classici brani polifonici natalizi, due opere significative e molto belle dello stesso Don Vittorio Bartolomei, fondatore e direttore per tanti anni della Schola: l’Alleluia di Natale per coro a voci miste ed il Tui sunt coeli per coro a voci miste ed organo.

L’Associazione Corale “I Cantori del Borgo” di Sansepolcro diretta da Cesare Ganganelli ha aperto la propria esibizione con il canone O Virgo Splendens, inno alla Vergine per sole voci femminili, tratto da “El Llibre Vermell de Montserrat” del XIV secolo.

Sono stati poi eseguiti brani polifonici a cappella, tratti dal grande repertorio delle Christmas Carols come What Child is this (sulla melodia di Greensleeves), Ding dong! Merrily oh high e il brillante Deck the hall.

A conclusione del concerto, i due cori riuniti diretti da Cesare Ganganelli ed accompagnati al pianoforte da Giulio Camaiti ed alla tromba da Gabriele Menci, hanno eseguito O Tannenmbaum, canto natalizio della tradizione tedesca, suscitando grande entusiasmo tra il numeroso pubblico presente.

A conclusione della serata il Gruppo Fratres ha offerto a tutte le persone presenti un momento conviviale presso i locali dell’Oratorio Parrocchiale, con cioccolata calda e dolci tipici natalizi.

Ringraziando le tantissime persone presenti non resta che darsi appuntamento al prossimo anno, quando la Propositura di Anghiari accoglierà nuovamente la quarta edizione del Concerto di Natale.

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Elogio, a sublime ricordo,di Sergio Carboni

Due volte al giorno, Sergio passava, a passo svelto, davanti a casa mia. Aveva tre anni più di me, ma lo invidiavo per il suo dinamismo, poi ad un tratto, non l’ho più visto.

L’uomo che non mi fece ammazzare, “non passa più”, ma io ti vedo sempre, finché avrò accesi questi occhi, per te, come per tante persone, d’amore adorne, lo sguardo unito al ricordo, non perde luce, ma folgorante, entra nella nostra eternità. Devo commemorarti anche per colei che ci ha pre-ceduto e che innumerevoli volte mi ha partecipato la gioia della tua cordialità.

Caro Sergio, mi reca serena pace, contemplare in te tutti gli aspetti positivi a disposizione dell’ “essere umano”.

Il mio non è il saluto ufficiale, al quale non ho potuto presenziare, ma quello di un amico, che ti si rivolge per un unico inestimabile motivo di immensa gratitudine, ancorché ineguagliabile al valore della vita, che conservo ancora, per tuo unico, infinito merito.

Dio ti benedica.

A Sergio1° novembre 2008

Son passati ottanta e più anni,da quando uscivi da scuola correndo.Non solo correvi, avevi la cartella in spalla,che come farfalla sbatteva e ritmava il tuo correr pesante.Robusto com’eri esprimevi vigore, affetto e rispetto,verso Nena, tua madre, in vigile attesa.Tempi beati, quando più donne, facevan le mamme.Anche tu, imparasti da mamma e da babbo,le norme di vita.Ovunque inviato sei stato amato.Prima la guerra, ha oscurato i nostri vent’anni, ma...Poi, il fatale, l’iniquo, l’ingiustizia, inventata dall’uomo,fu gettata su noi, “da ugual galantuomo”. Ma tu,inzuppato di acqua e cemento,avesti sempre ragione, con degno commento.La generosità di tuo padre mi illumina ancora la vita.Troppo presto hai abbandonato il tuo orto, la raganella,invenzione di Alfio, che spruzzava di fresco,i tuoi fiori e tuoi frutti... non mi sveglierà più.Fortuna, per merito tuo, ancora mi assiste.Fortuna, per averti incontrato, informato.Ho ancor nell’orecchio, quel: “Sor Carlo un du va?”Vado a casa. “El capitano Bindi lu cerca.”Per grazia di queste parole son qui per dirti:Carissimo Sergio, il tuo chiamarmi Carlinomi ha allietato la vita, e... preparato a quella infinita.Una prece.

Il tuo amico Carlino dal Colle

Notizie dai documenti della parrocchia

La Madonna di LoretoQuest’anno, come sapete, non si è potuta fare la processione

della Madonna di Loreto per le strade di Anghiari vecchio, ma tutto era stato preparato dalle brave massaie di quel rione.

Don Otello parla diffusamente di questa festa nelle sue considerazioni sulla Madonna pubblicate nel numero scorso dell’Oratorio.

Il 10 dicembre del 1953 parteciparono alle celebrazioni in onore di Maria SS. Regina di Loreto tenute in Badia di fronte all’Immagine attribuita a Tino da Camaino, oltre a don Nilo, don Fabio Comanducci, don Attilio Cacioli, don Giuliano Giglioni, don Narciso Panichi e don Vittorio Bartolomei.

Ed ecco il resoconto tratto dai registri della parrocchia:La festa in onore della Madonna, oggi, ha presa veramen-

te una forma straordinaria. Dopo quanto è stato fatto nella solennità dell’Immacolata non poteva continuare in modo migliore l’inizio dell’Anno Mariano. La Compagnia di Loreto, alla quale presiede il Sig. Giorni Giuseppe di Tubbiano ha disposto un programma ben riuscito.

La popolazione ha frequentato la chiesa nella mattinata, ma alla sera abbiamo veduto un affollamento. Alle 17,30 ha celebrato la S. Messa l’Arciprete Don Narciso Panichi e subito dopo dall’antica Abbazia di S. Bartolomeo Ap. è uscita la processione con la maestosa immagine attribuita a Tino da Camaino per le vie del Castello Antico. Queste straducole erano preparate con arte industriosa e abbiamo ammirati con molta lode quadri viventi, rappresentanti scene con soggetti religiosi.

Il tutto si è svolto in un trionfo di luci, per le fiamme delle torce numerose, per la illuminazione delle case, per la ric-chezza delle fiaccole alimentate maestramente dal Cancelliere Matassi Foscolo.

L’Associazione dei Cacciatori si è prodigata per un frequente lancio di razzi colorati, mentre la Filarmonica accompagnava devotamente i canti mariani.

Le sacre cerimonie in Badia sono terminate con l’elevato discorso tenuto dal Rev.mo Pievano di Micciano Don Giu-liano Giglioni.

Ed ecco ora la descrizione della festa del 10 dicembre 1959.

Una delle migliori giornate per godere in una entusiasta manifestazione di fede in Anghiari!

Maria SS. si è manifestata anche quest’anno regina di grazie.

Tutto il Castello Antico in festa. Più ricca la illuminazione, più curati i quadri viventi per la processione, che è avvenuta verso le ore 6, alla sera.

Alle ore 5 S. Ecc. Mgr. Vescovo ha celebrato la S. Messa in Badia, gremita di popolo: era esposta anche l’immagine di Gesù Crocifisso.

S. Ecc. Mgr. Cioli ha parlato ai fedeli dopo la lettura del S. Vangelo e poi nel largo di “Tra le mura” durante la processione: il popolo numerosissimo è rimasto soddisfatto e compreso. L’altoparlante trasmetteva per tutto l’ambiente di Anghiari nuovo.

S. Ecc. Mgr. Vescovo ha elogiato quanti hanno lavorato per dare gloria a Maria SS. nella buona educazione della Gioventù.

Al mattino alle ore 6,30, in Badia, all’Altare della bella Immagine di Tino da Camaino, sono state cantate le litanie lauretane (nell’Umbria e nelle Marche si suonano tutte le campane delle Chiese verso le ore 3 della notte e nelle Chiese si recitano le litanie). Quindi è stata cantata la S. Messa. Altre S. Messe alle ore 7, 9 e 10.

I sacerdoti oltre don Nilo erano stati: Don Giulio Berini, Don Vittorio Bartolomei e Don Gaetano Bernardi.

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Gratitudine di Piero Lega

Lungo la stradina biancae sterrata di campagnaelevo un inno alla naturaalle cose belleche mi circondanoquelle che fino ad ierinon vedevonon toccavocon mano assente e la mente altrovein una corsa senza finecontro il tempoal profumo intensod’erba falciataalle zolle lucentirivolte al soleal vento leggeroalla vezzosa manina d’una bimba brunaall’ombra dell’aceronei giardinettialle frasi sussurratealle parole di paceai pensieri più dolciche inondano il cuoreal sorriso di un bimboall’ultima rosaall’ultima rondine che presto torneràa riportare amore.

(ottobre 2008)

Alle nostre giovanie brave mammine

Cantate più ninna nanna ai vostri bambini.Cresceranno tranquilli e sereni.Eccovene una:

Ninna nanna ninna nannaQuesto bimbo è della mammaDella mamma e del papàQuesto bimbo dormiràDormirà farà un bel sonnoFinché il babbo vien dal BorgoO dal Borgo o da CastelloNinna nanna il bimbo bello

Dormi tesoro e chiudi gli occhiMamma ti culla sopra i suoi ginocchiFa la nanna mio piccinoDormirai nel tuo lettinosognerai Gesù Bambinoe quando il babbo torneràcon un bacio ti sveglierà.

Lettera ad un vecchio amico di LondraAnghiari 1, novembre, 2008

Carissimo Loris,Qui il tempo passa lieve ed i giorni volano lieti in un’atmosfera idillica, in un am-biente bucolico, campestre e boschereccio. Tempo di ghiande e castagne. L’aria è appena intrisa di odore acre e pungente di mosto in fermentazione. Sgorga dalle presse spumeggiante l’olio nuovo. Si sente il profumo forte dell’ultimo tabacco che si sprigiona dai seccatoi fumanti. Il Natale comincia a fare capolino con le strade illuminate per le prossime feste. Quando in modo assai rocambolesco ci conoscemmo a Londra nel.. secolo passato, mi dicesti che il tuo sogno era passare felicemente la vecchiaia ad Anghiari, il più bel paese del mondo e gli occhi ti luccicavano di nostalgia.Beh, e allora? Ricordati che le promesse sono come i debiti e vanno mantenute.Il sole fa capolino dietro le torri e continua ad illuminare a tratti il Borgo Incantato ma il freddo è bel ed arrivato.A parte tutto questo non ho altro da dirti e quindi: “No News, Good News”.Un grande abbraccio da me e Lela.Ciao a presto

Peter Lega

Madonna di Loreto:ma di chi è la festa?di Bivale

Giorno di festa grande in Anghiari vecchio, ma ovviamente per tutto Anghiari.E mentre la Badia si sta riempiendo di persone invitate dal suono delle campane,

anche se sta piovendo a dirotto, mi preparo anch’io ad andare in Badia, pensando che probabilmente la Processione non la potremo fare.

Ma don Marco intuendo i timori delle persone: Faremo lo stesso un gesto di adorazione in chiesa.

Quello che mi ha colpito però, e che voglio condividere con voi lettori, è che recandomi dalla Propositura alla Badia incontro tre parrocchiani i quali, con aria di delusione mi dicono: stasera la processione non la fanno!?

In effetti la realtà è stata come tutti la conosciamo e dovremmo aspettare il 10 dicembre 2009 per pensare a nuovi Quadri viventi. Ma, rientrando a casa, non posso non pensare a chi sono quelli che non hanno fatto la processione. E, soprattutto, perché delle persone della parrocchia si riferiscono a qualcuno che sanno benissimo essere loro stessi.

Lungi dal voler essere un rimprovero di grammatica italiana (non lo è!) resto con il mio dubbio se gesti bellissimi come quello della festa della Madonna di Loreto è vissuto con appartenenza o solo come un fatto esteriore da “vedere”.

E se la processione non si è svolta, continuo a dire: non l’abbiamo fatta!E ora aggiungo anche: al prossimo anno!

OttantaSono questi gli anni festeggiati da Fernando Chialli della Bernocca, esperto

suonatore di fisarmonica, che domenica 18 gennaio ha incontrato alla Locanda di Monterbone parenti ed amici.

La riunione conviviale è stata inaspettatamente organizzata dal nipote Cedric e tutto il parentado si è adoperato per rendere indimenticabile l’incon-tro.

Non è mancata l’esecuzione di alcune canzoni grazie alla fisar-monica del Guiducci.

Nella foto i fratel-li Chialli & Company (una parte).

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Babbo Natale arriva in vespa!

Tradizione rispettata per i Babbi Natale di Anghiari: anche quest’anno sono arrivati in vespa, il giorno della Vigilia del Santo Natale, grazie alla bella iniziativa ideata dal “Motoclub Il Ferraccio – Baldaccio Corse” che ha incantato e divertito grandi e piccini.

I Babbi Natale hanno sfilato attraverso le vie del centro storico, addobbate e illuminate a festa: sono partiti dal piazzale del Campo alla Fiera per poi discendere per Corso Matteotti, Via Mazzini, Viale Gramsci e rientrare infine, accompagnati dalla musica e dal suono dei clacson, in Piazza Baldaccio.

Qui, tra le grida di entusiasmo e di gioia di oltre 200 bambini, i Babbi Natale sono scesi dalle loro vespe, hanno riso e scherzato con tutti e, proprio sotto il grande albero di Natale innalzato nella piazza, hanno distribuito doni a volontà: palloni, panettoni, caramelle e cioccolatini per festeggiare insieme in allegria.

Non c’è che dire, il Babbo Natale anghiarese è un per-sonaggio davvero originale, capace di affascinare e stupire: mantiene aspetto e costume tradizionali, ma si adegua ai tempi moderni ed arriva a bordo di un mezzo a motore anziché della classica slitta.

A dir la verità, neppure la slitta mancava: costruita da un artigiano locale e trainata da un caratteristico pony, ha prece-duto lo “sciame di vespe” ed è servita per portare ai bambini presenti i doni del “Ceppo”.

Con questo termine (il Ceppo) i nonni anghiaresi ancora indicano ai loro nipoti la consegna dei doni la notte di Natale: la sua etimologia si fa risalire al fatto che i doni venivano consegnati davanti al focolare, con l’anziano di casa che batteva con l’attizzatoio nel ceppo di legno messo sul fuoco per la veglia di Natale, distraendo i bambini che si vedevano “piovere dal cielo” i regali.

L’organizzazione dell’evento, curata come sempre dall’as-sociazione “Pro Anghiari” e coordinata dal Presidente Piero Calli, è stata impeccabile. Un ringraziamento particolare va anche all’Amministrazione Comunale, alle Forze dell’Ordine e alle Associazioni che hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione.

Fin da ora l’appuntamento è fissato per il prossimo 24 di-cembre quando il Ceppo giungerà di nuovo in piazza a bordo delle vespe del “Motoclub Il Ferraccio”!

Paese illuminato dal soledi Armando Zanchi

Sorge il soleda padre di famigliaspande i suoi raggi

per riscaldare la figliaFiglia gioviale

con mura trecenteschetra le sue chiese

che vedi lì ben retteCase arroccate

con gioiosi colorie le sue mura

racchiudono i valoriDella Badia

nel centro Medioevalecon campanile

da tutti rispettareQuesto paese

dal sole irradiatofin dal mattino

la sera tramontatoRacchiude case

portoni spalancatie tanti di anni

con stemmi coloratiLa civiltà

fu dono di Firenzela libertà

donata alla sua genteChiese e Teatrobene conservati

da molti gli affreschiche vennero rubati

Piazze e storiee vie intitolatea certe persone

dal paese venerateQuesto paese

di abili conduttoricon tante storie

ed abili guerrieriArmi antiche

in Anghiari costruiteper tutto il mondo

sono lì finiteCome il suo popolo

che un dì vi à dimoratoma il suo cuore

restato lì attaccatoQuesto grande sole

che scalda il mattinoquesto paese

non cada in declinoIl nostro Anghiaridal lago corrotto

poco è il solela nebbia à prodotto:

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CRONAC HETTA dei fatti più strani, più importanti o più semplici, avvenuti ad Anghiari e narrati da me Anghiarino Anghiarese.

Mese di Novembre 2008Sabato 1°. Oggi è morta Anna Checcaglini in Bacci. Aveva 77 anni ed abitava alla Stazione ma la sua famiglia ha abitato per anni in Piazzola.Lunedì 3. Oggi è morto Gian Enrico Frini di anni 82. Abitava a Milano ma la sua famiglia era originaria di Anghiari.*Stamani sono passato dal Magrini a Galbinaccio e m’ha detto che proprio oggi ha piantato un castagno dove prima ce n’era uno molto grosso.Giovedì 6. Oggi è morto Dino Ferrini di anni 81. Abitava al Ponte alla Piera ed è stato per molti anni Consigliere Comunale. Era esperto dei boschi e delle piante.Venerdì 7. Stamani, alle 11 e un quarto, mentre parlavo con Gino di Barliano o non è caduta una noce in mezzo alla Croce. Mi sa che l’ha fatta cadere un corvo o una taccola.*Poi, più tardi, ho visto passare Fernando della Bernocca con la macchina tutta piena di bancali.*Oggi è morto Valentino Tofanelli di Anni 78. Abitava al basso di Scandolaia, dopo il Cerfone.Mercoledì 12. Oggi è morto Giuseppe Valentini di anni 87. Abitava a Tubbiano ma la famiglia proviene da Pianettole, dal Poderuzzo.Mercoledì 19. Stamani ho incrociato Dino di Colcellalto al mercato di Anghiari ma non ho fatto in tempo a fermarmi e manco lui dopo è venuto a trovarmi.Giovedì 20. Oggi è morto Santi Bruttini di anni 69. Abitava ai Fabbri ma per molti anni ha abitato nel podere dei Lucchesi, a Valealle.Domenica 23. Meno male che Gastone ieri sera ha raccattato gli strami dei pomodori (coi pomodori) perché stamani ha fatto una brina...*Oggi è morto Francesco Rossi di anni 85. Abitava ad arezzo ma la sua famiglia era originaria di Upacchi.Lunedì 24. Oggi è morto Alessandro Ferrini di anni 89. Abitava ai Renicci ma per molti anni ha abitato a Trieste dove suo padre si era trasferito dopo la prima guerra mondiale.*Stamani don Marco è rimasto bloccato per la Libbia, meno male che dopo poco è passato lo spazzaneve.Martedì 25. Oggi al Ponte dei Sospiri ho visto Vasco Giorni, quello che faceva la guardia ad Anghiari, con una carrettata di insalata.Giovedì 27. Iersera sono andato a letto col “prete” che con mia moglie s’è rimesso il foco a letto e fa molto comodo.Venerdì 28. Oggi è morto Luigi Boncompagni di anni 88. Abitava ad Arezzo ma era originario di Montemercole dove tornava spesso e volentieri.Domenica 30. Alle 10,30, dopo la Messa in Badia per la festa della Misericordia, una grandine improvvisa e abbondante s’è abbattuta su Anghiari.

Mese di Ottobre 2008Lunedì 1°. Oggi è morta Crestina Lagrimini vedova Gabrielli di anni 90. Abitava a Sansepolcro ma la ricordiamo di quando stava in piazza e i suoi gestivano il bar Garibaldi.Mercoledì 3. Oggi è morta Gulnara Lazzeroni in Tofani. Aveva 88 anni ed abitava a Viaio. Il suo nome particolare è stato messo dal babbo colpito dal personaggio de il “Corsaro” di Giuseppe Verdi.Sabato 6. Oggi è morta Assunta (Tina) Pecorari in Casucci per una grave malattia. Abitava al Campo della Fiera ma era originaria di Sansepolcro.Domenica 7. Oggi Gastone e Company, hanno montato le luci di Natale.Giovedì 11. Oggi con due gru, benché pioveva, hanno messo in piazza l’albero di Natale.Mercoledì 17. Oggi è morto Giusto Casi. La sua famiglia era originaria della Marca, per la vecchia via di Caprese, ma ultimamente abitava allo Sterpeto.Giovedì 18. Stasera ero a una cena dalla Doretta a Tavernelle e ho potuto assaggiare i cavallucci e il panforte preparati da Cinzia appassionata fabbricatrice di dolci di Tavernelle.Giovedì 25. Stanotte ha fatto una incaciatina di neve ai monti il tutto come previsto da Frido.Sabato 27. Oggi è morto Mario Piccini di anni 78. Abitava all’Infrantoio ma la sua famiglia ha abitato anche al podere La Strada e poi a Caprese.Domenica 28. Oggi è morta Agostina (Fausta) Severi in Giovagnoli. Aveva 79 anni ma abitava a Carboncione e il suo babbo era stato casellante a Gragnone quando c’era la ferrovia dell’Appennino.Lunedì 29. Mi sono beccato l’influenza e mi è stato di aiuto il miele di Fabrizio. Anche quest’anno le api di Postremo hanno lavorato bene, brave!Martedì 30. Oggi è morta Maria Luisa Martini vedova Goti di anni 94. Era la proprietaria del podere della Gattina dove viveva dopo la parentesi di Arezzo era parente dell’Ing Martini.Oggi è morto Stefano Gambacci di anni 83. Era conosciuto con il nome di Dino ed abitava a Mezzavia.*Oggi è morto anche Tristano Cambi di anni 86. Abitava all’Infrantoio ma per molti anni è stato fancello comunale come suo padre, ed abitava al Topo.Mercoledì 31. Oggi è morto Armando Zanchi di anno 87. Abitava vicino alla Vignolina ma la sua famiglia era originaria di Cafaggio di Toppole.*Oggi è morta anche Ida Bracci vedova Mencaroni di anni 87. Abitava ad Arezzo ed era la sorella del Bracci di Tavernelle, quello che sta per la via della Chiesa.

Gli agitanti di AnghiariAl 31 dicembre 2008 gli abitanti di Anghiari erano

5.867Gli uomini 2855Le donne 3012

Le famiglie 2364

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Scriveteci: [email protected]: Oratorio di Anghiari, Via della Propositura 6 - 52031 ANGHIARI

Quaresima

Inquadramento liturgico: Per i primi cristiani l’unica festa liturgica era la domenica: il giorno della celebrazione del Cristo vivo. Dopo il II secolo si cominciò la celebrazione della risurrezione di Cristo in una Domenica prefissata dell’an-

no, a cui tutto l’anno liturgico ruotava intorno. Pertanto nella quaresima il cristiano si disponeva, attraverso un cammino di conversione e purificazione, a vivere in pienezza il mistero della risurrezione di Cristo nella sua memoria annuale.

Storia: Nei primi secoli digiuno del venerdì e del sabato santo in preparazione ai battesimi della notte di Pasqua. Dal III secolo esisteva una settimana di preparazione che nel secolo IV divennero tre. Dal V secolo inizia la prassi peniten-

ziale così come la conosciamo noi, di sei settimane, che si concludeva la mattina del Giovedì santo con la riconciliazione dei penitenti. Nel corso del VI secolo furono introdotte le ceneri sulla testa e il vestito di sacco come inizio del tempo di penitenza e la quaresima iniziava con la domenica chiamata Quinquagesima perché era il cinquantesimo giorno prima di Pasqua.

Quaresima oggi: Dice il Concilio Vaticano II che “il duplice carattere della quaresima, soprattutto mediante il ricordo o la preparazione del battesimo e mediante la penitenza, dispone i fedeli alla celebrazione del mistero pasquale

con l’ascolto più frequente della parola di Dio e con più intensa preghiera”. La riforma ha quindi ridato alla quaresima il suo orientamento pasquale-battesimale fissandone il tempo dal Mercoledì delle ceneri fino alla messa “in Coena Domini” esclusa, e per conservare l’unità interna ha ridotto il tempo della passione: solo la VI Domenica, la quale dà inizio alla settimana santa che viene chiamata “Domenica delle palme”. Il Triduo Sacro conclude la quaresima ed ha come scopo la venerazione della passione di Cristo.

Il progetto dell’Oratorio realizzato dall’Ing. Giannini nel 1966