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    I Classici Cristiani N . . 306 - Nuova serie N. 14C o l l a na d ir e tt a d a F R A N CO C A R D IN I e L uI G I N E G R IC u r a r e da zi o na le d i R O D O L F O G O R D I N I

    J EAN DAN IE LOU

    LA RISUf{RE ,Z IONE

    Prefazionedi ANDREA TORNIELLI

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    LE APPARIZIONI DEL CRISTO RISUSCITATO

    Quella parte della vita di Gesuche comprende iquaranta giorni in cui; dopo la risurrezione, egli appa-re, -durante molti giorni-', pone un problema partico-:lare, diverso da quelli della narrazione dell'infanzia edella vita pubblica. Anzi tutto, nonsi puo non esserecolpiti dall'importanza veramente straordinaria ehe Ieviene attribuita dai quattro Vangeli, nei quali, in pili,appare eome uno degli elementi

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    dice che si sono protratte per Quaranta giorni". Marcoe Luca parlano solo di Gerusalemme; Matteo e Gio-vanni riferiscono anche apparizioni avvenute in Ga-lilea. Non e poi sempre alle medesime persone cheCristo appare: i quattro Vangeli riferiscono apparizionialle donne cui Paolo non accenna, questi, per partesua, ricorda delle apparizioni che gli evangelisti nonriferiscono; e solamente Giovanni parla dell'apparizio-ne sulla riva de1lago di Tiberiade. Ma tutti questi datinon sono in contraddizione fra loro. Anzi, danno ilsenso d'una presenza continua del Cristo risuscitato.Eppure, Ie divergenze sonosignificative ..Per questo,il nostro primo compito sara fare unelenco di tuttequeste apparizioni.

    LeapparizioniSecondo l'ordine cronologico, la prima apparizio-

    ne e quella in cui Gesu simostra alle donne:Ma sin daquesta punto notiamo delle divergenze. Matteo parlad'una apparizionea Maria Maddalena e aMaria madredi Giacomo". Gia abbiamo visto che queste due donnesono rappresentative dei duegruppi di donne presenti .nella vita di Gesu, le convertite e le parenti. Giovanniriferisce estesamente I'apparizione a Maria Maddale-na, sola. II supplemento del Vangelo di Marco, cheriunisce diverse tradizioni, parla solo di Maria Mad-dalena: sembra dunque che utilizzi, per questa punto,la tradizione giovannea. Siricordera che una tradizio-

    3 Atl, 3.4 Mt 28, 9-10.

    44

    ne molto antica, gia presente in Ippol ito, parla del ledue sorelledi Lazzaro, Marta e Maria. E evidente chel'apparizione essenziale e quella a Maria Maddalenail cui ruolo nella comunita. primitiva fu considerevo~Ie , I giudeo-cristiani avevano conservato la tradizioned'una apparizione a Maria rnadre.di Giacomo, il Qualeera il capo del lora gruppo. Paolo e, al suo seguito,Luca, ignorano le apparizioni alle donne: cio nonsi-gnifica che Paolo non ne fsse a conoscenza, rn a s~rn....plicemente che queste apparizioni non facevano p?,rtedel kerigma ufficiale dovq, secondo l'usanza giudai

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    parizioni a Gerusalemme, riferisce di una apparizioneagli undid su una montagna della Galilea". Si osser-vera che le parole del Cristo, che invia gli apostoli abattezzare le nazioni,si accompagnano, in Matteodauna parte, Luca e Marco dall'altra, ad una apparizionech'essi riferiscono.

    Oltre a queste apparizioni .ad un gruppo, abbiamoanche delle apparizioni a singoli apostoli. Anzi tutto,una apparizione a Pietro, riferita solamente da Paolo'?e, al suo seguito, da Luca: -Il Signore e risorto ed eapparso a Simone-". Luca indica questa apparizionecome avvenuta a Gerusalernme, il giorno di Pasqua.Gli altri evangelisti non vi accennano. Ma vedremoche Giovanni parlera d'una manifestazione di.Dio soloa Pietro, in Galilea, nel contesto dell'apparizione sul-la riva del .lago. Cia che e notevole, e che Paolo, te-st imone del leerigma primitive, metta al primo postol'apparizione a Pietro: non gEl.per unqualche ordinecronologico, rna per unagerarchia d'importanza. Pie-tro, infatti, sara testimonedella .risurrezione insiemecon gliundici, rna sara un. testimone particolare: egliha un'autorita personale, distinta daquella del collegioapostolico. II testo di .Giovanni" conferma la singolareimportanza dell 'apparizione a Pietro.

    Secondo questo passe", si e in Galilea. Si noterache, al contrario delle-apparizioni di Gerusalemme,il cui scopo e convincere gli apostoli ed i discepoli

    9 Mt28, 16.10 1 Cor 15, 5 .11 Le 24,34.12 Gv 21, 15-19.13 Gv 21, 1-15.

    4 6

    della risurrezione, Ie apparizioni in Galilea sono in re-lazione con il perfezionarnento della fondazione dellaChiesa. Nel testa di Giovanni compaiono quattro apo-stol i: Pietro, Tommaso, Giovanni e suo fratello Giaco-mo; pili tre discepoli: Natanaele ed altri due. Il testariporta un'apparizione speciale a Pietro, che viene aconfermare quanto abbiamo detto pili sopra circailsuo ruolo predominante nelle apparizioni. Si noted.poi anche l'accenno a Tommaso. Anche la secondaapparizione agli apostoli r iferi ta da Giovanni" era par-ticolarmente dest inata a ', lui . st sache Tommaso eral'apostolo della Siria orientalel.L'accenno di Giovannial le apparizioni che 10 riguar~no dimostra che ilsuoVangelo si inserisce in un. contesto ambientale diversoda quello della missione occidentale di Paolo, cui S 1rifa i1 Vangelo di Luca. rnostrerebbe in Tommaso untestimone autorizzato di Cristo risuscitato.

    Oltre alle apparizioni alle donne e agli apostoli - aqueste ult ime spetta l' importanza maggiore -, abbiamotutta una serie di altre apparizioni, di vario carattere.Anzi tutto,delle apparizioni ai "fratelli", ai "discepoli",cioe, con un'accezione generale, a quelli che aveva-no seguito Cristo. Nell'apparizione sulla riva del lago,abbiamo notato come vengano ricordati anche tre di-scepoli, fra cui Natanaele. Luca riferisce poi l'episodiodei discepoli di Emmaus", quando Cristo risuscitatoappareai due discepoli ilgiorno di Pasqua. Siamo sul-lalinea delle apparizioni destinate a fortificare la fedenella realta della risurrezione. Si - notera che la sintesi

    14 Gv 20, 24-29.15 Le 24, 15-35.

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    conclusiva di Marco riferisce brevemente l 'episodio deidiscepoli di Emmaus" immediatamente prima dell'ap-parizione ai discepoli riuniti, come in Luca. Paolo, perparte sua, trasmette una tradizione notevole: In se-guito apparve a oltre cinquecento fratelli in una. solavoltae, di questi, la rnaggior parte resta tuttora in vita,mentre a1cuni sono morti-", Si notera la precisione cir-.costanziata diquest'ultima osservazione. Molti dei te-stimoni diquesta apparizione sono. ancora vivi: a1cuni,Paolo li ha incontrati.

    Bisogna fare un posto a parte, infine, fra queste ap-parizioni ai discepoli, a due apparizioni di Gesu risu-scitato riferite da Paolo: -Apparve quindi a Giacomo-".Non si parla dell'apostolo Giacomo, ilfratello di Gio-vanni, ch'e unodei testimoni dell'apparizione sullariva dellago, rna di quel Giacomo cuginodel Signoreche sara ilprimo vescovodi Gerusalemme. In tutto ilNuovo Testamento, I'apparizione.a Giacomo e ricorda-ta solo in questa punto. Ma essa ha molta importanzanegli scritti ebraico-cristiani, dove le si da il primoposto", Questa apparizione a Giacomo e.doppiamen-te notevole. Per un verso, .e una nuova testimonianzacirca i1 ruolo particolare svolto dalla famiglia di Gesunella comunita primitiva. Gia abbiamo fatto . notarecome la madre di questa Giacomo sia la sola donna ri-cordata, insieme con Maria Maddalena, nelle narrazio-ni delle apparizioni. Siamo qui di fronte ad un gruppoparticolare. In secondo luogo, Giacomo e i1 capo della

    16 Me 16, 12-13.17 1Cor 15, 6.18 1 Cor 15, 7.19 Cfr, I I Vangelo degli Ebrei .

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    comunita giudeo-cristiana di Gerusalemme. Ed e an-che a questa titolo ch'egli rappresenta, nella lista diPaolo, un gruppo .particolare.

    Inoltre, Paolo riferisce un'apparizione a tutti gliapostoli-". Non puo trattarsi dei dodici, cui gia s'eraaccennato. Ma si sa che l 'espressione "apostoli" indica,spesso, nel Nuovo Testamento, i semplici "missionari '' ,Sembra proprio che si tratti di essi, qui, come' ritieneSchmitt". L'espressione tutti gli apostoli-. indica poichesi .tratta d'un gruppo determinato. Ebbene, dalVangelo di Luca sappiamobhe vi era, oltre al gruppodei dodici, quello dei settantadue", che ilCristo invioin missione (apesteile). Se ,5i tengono presenti irap-.porti fra Paolo.e Luca, e malta verosimile che si trattiproprio diquesto gruppo.

    Natura delle apparizioniL'elenco che abbiamo fatto delle apparizioni di Cri-

    sto risuscitato, fra la Pasqua e l'Ascensione, basta dasolo a far risaltare ilruolo fondamentale ch'esse svol-gono nel Nuovo Testamento. E chiaro, d'altro canto,che ci mettono in presenza d'un dato profondamentemisterioso. Prima di riflettere sulloro significato, e ne-cessario percio studiare, anzitutto, cio che veramentehanno voluto dire quelli che ne sono stati i testimonioE un errore dimetodo partire da una visione aprio-ri, come troppo comunemente si fa. II Vangelo non

    20 1 Cor 15, 7.21 Op. cit., pp. 140-141.22 Le 10, 1.

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    si propone di esporci delle dottrine ma, piuttosto, diattestare dei fatti. Cia che viene prima non eilmes-saggio, ma la realta sottesa. Quel che importa, per noi,e sapere cia che realmente. e accaduto. Per questo,bisogna interrogare i testimoni. .

    Si notera anzi tutto che gli Attidegli Apostolisottolineano la continuita della vita di Cristo primae dopo la risurrezione. Cio e evidente nel discorsodi Pietro per l'elezione di Mattia: E necessario cheuno dei tanti che furono della nostra compagniadurante la vita in mezzo a noidel Signore Gesu,dal giorno del suo battesimo per mana di Giovannifino alla sua ascensione, sia con .noi testimone dellasua risurrezione-". E chiaro che la testimonianza diquelli che hanno vissuto con Gesu dal giorno delsuo battesimo fino alla passione e una testimonianzastorica nel senso piu rigoroso del termine. Nessuno,d'altronde, 1 0 contesta. Ebbene, secondo Pietro, latestimonianza di quelli che hanno vissuto con Gesudopo la risurrezione e del medesimo ordine. Si trat-ta dunque d'una testimonianza portata su una realtaconstatabile, sensibile: Non possiamo non parlare dicia che abbiamo vistoe udito-".

    Leespressioni cui ricorrono i testimoni sonoespressioni che si. riferiscono ad un'esperienza sen-sibile. Cia viene fatto notare da Schmitt. Per indica-re le apparizioni, Paolo usa l'espressione: -fu visto-".. Alla medesima espressionericorre Luca: -f u visto da

    23 At 1, 21-22.24 At4, 20.25 1ot'15, 3-8.

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    Simonev". Ebbene, in tutto il Vangelo, il "vedere" eutilizzato nel senso corrente. Maria Maddalena -vedeGesu che stava Ia in piedi-". Schmitt fa osservare che,quando si tratta di visioni soggettive, ilNuovo Testa-mento utilizza altre espressioni, come "rivelazioni'',"visioni'?". Anzi, quando 'gli apostoli pensano di avereun'allucinazione collettiva, di avere a che fare con unfantasma, Gesu diceloro: Uno. spirito non ha carneed ossa-".

    Le apparizioni non sono dunque l'esplicitazioneimmaginativa di una qualche esperienza interiore concui Cristo si sarebbe rivelato come vivente. Non e que-stoche intendono i nostri testimonl. Una. simile af-fermazione sarebbe una pura invenzione aposteriori,che rifletterebbe la mentalita dell'etegeta, non quelladegli apostoli e dei discepoli. Ebbene, quel che a noiinteressa e cio che real mente hanno voluto dire Pietro,Paolo, Giacomo e la Maddalena. I testi sono espliciti.La loro testimonianza non si limita ad una vaga af-fermazione che Cristo e vivente, afferma direttamentela realta fisica del suo corpo risuscitato. "Risuscitato"non puoavere due sensi. 0 significa che il corpo delCristo non e rimasto nella tomba, ma e state vivificatodalla potenza di Dio ed ha cosi potuto essere visto etoccato, aUo stesso modo di prima, dai testimoni, 0non significa niente .

    26 Le 24, 34.27 Gv 20,14.28 2 Cor 12, 1 ;At 16, 9.29 Le 24, 38-39.

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    E su questo piano che la precisione delle testimo-nianze deve essere presa seriamente. Quella di Lucae particolarmente esplicita.Gesu dice agli apostoliriuniti la sera di Pasqua nel cenacolo: Guardate lemiemani .e i miei piedi: sono proprio iol Toccatemi e con-statate: uno spirito non ha.carne ed ossa-", Giovanni,r iferendo la medesima scena, vi aggiunge ilparticolaredell'assenza di Tommaso e della sua incredulita: rna,otto giorni dopo, Gesu, apparendo a Tommaso, glidice: Porta qui iltuo dito e guarda le mie mani; stendila tua mano e mettila sul mio fianco-", L'atteggiamentodi Tommaso non e , agli 'inizi, diverso da quello degliesegeti che constatano la realta della risurrezione fisi-ca di Gesu, Ma Tommaso si arrende all'evidenza, perquanto stupefacente possa essere per lui. Gli esegetiincreduli, per sottrarsi all'evidenza del fatto, vanno acercare argomenti contraddittori negli arsenali d'unaFormgeschichte evocata a sproposito.

    II termine "apparizione", per altro verso, non eneppure del tutto esatto. Fa pensare ad una rnanifesta-zione episodica e che colpisce solo gli occhi. In realta,per quaranta giorni, Gesu risuscitato visse con gli apo-stoli ed i discepoli. Gesu -si manifestava agli apostoliper 10 spazio di quaranta giorni-" , 0 ancora.i-Apparvedurante molt i giorni-" . L 'espressione pil i importante di.questa vita insieme con gli apostoli e ilpasto preso incomune: -Dopo la sua risurrezione abbiamo mangiato

    30 Lc 24,39.31 Gv20, 27.32 At 1,3.33 At 13,31.

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    e bevuto con lui-". Si notino le allusioni a questi pastipresi da Cristo risuscitato ..nsierne con gli apostoli edi discepoli. COS! per idiscepoli d'Emrnaus=, per gliapostoli nelcenacol036,per l'apparizione sulla riva delIago'", per ilpasto che precede l'ascensione'". OscarCullmann ha sottolineato .I'importanza di questi pa-sti presi da Cristo risuscitato insieme con gli aposto-li, in relazionecol pasto eucaristico ed il banchettomessianico'".

    E chiaro- dunque in quale senso gli apostoli sono"testimoni" della risurrezione. II termine "testimone" e. , ,in effetti, ambivalente. Potrebbe.anche, semplicernen-te, indicare una convinzione soggettiva: in questo sen-so, si dice che si rende testimonianza ad una verita. Sfobiettera, allora, su questa base; che gli apostoli sonotestimoni della fede. Ebbene, nei nostri test i, " test imo-ne" ha veramente il senso corrente di testimone ocula-re40 . Gli apostoli ed idiscepoli sono testimoni di Cristorisuscitato, non tanto perche hanno creduto, rna anzitutto perche hanno visto. E per questo che la loro te-stimonianza fonda la nostra fede. E alla stessa stregua,l'abbiamo gia fatto osservare, chegli apostoli sono te-

    stimoni tanto -di quel che Gesu opera sia in Palesti-na che in Gerusalemme-, quanto della risurrezione-".Non puo essere che la prima serie si riferisca al Cristo

    34 At 10,41.35 Lc 24,30.36 Lc 24,42.37 Gv 21, 12.38 At 1 , 4 .39 Cfr , Le culte dans f'Egliseprimitive, p. 112.40 Cfr. J. SCHMITT, op. cit., pp. 145-147.41 At 10,34-41.

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    della storia e la seconda al Cristo della fede: si riferi-scono entrambe al Cristo dellastoria - sebbene la fedeintervenga in entrambi i casi, in quanto ammette chela realta sensibile, oggetto della storia , e l 'espressioned'una azione divina, oggetto della fede.

    Nulla, dunque, si oppone pili radical mente ai nostri. testi quanto dire che l 'affermazione della risurrezionee un prodotto della fede dei primi cristiani. Come ap-pare chiaro da1 caso di Tommaso, e l'aver visto,e laconstatazione rnateriale della realta del corpo viventedi Cristo che viene a costituire ilpunto di partenza,Noi crediamo per Ia-restimonianza degli apostoli; ma1a testimonianza degli apostoli si fondasu una con-statazione. Senz'altro, 1a vita del corpo risuscitato diCristo e misteriosa; ma questo mistero e quello stessodella risurrezione, oggetto della testimonianza degliapostoli. Da1 momento che si crede - ed ogni cristia-no deve crederlo - che e il corpo fisico di Cristo de-posto nella tomba che 1a potenza di Dio ha sottrattoalla condizione mortale e fatto passare ad un mododi vita trasfigurato, e chiaro che questo corpo pote-va nuovamente essere . reso percettibile ai sensi. Quelche possiede un modo di vita superiore puo sempreriprendere un modo di vita .inferiore.

    It senso delle apparizioniQui troviamo que1 che ci permette di rispondere

    a quella possibile obiezione circa il fatto che -Dio halasciato apparire Cristo risuscitato non a tutto il popo-54

    10, ma a test imoni prescelti da Dio>,42.Potrebbe .stupi-re essendo 1amanifestazione di Cristo risuscitato unamanifestazione oggettiva, ch'essa sia stata riservata aidiscepoli. Ma non e affatto detto che solamente quelliche .credevano l'abbiano visto, ossia che la fede siastata la condizione delle apparizioni . E vero piuttostoche idiscepoli d'Emmaus vedono Gesu.prima di cre-dere alla sua risurrezione, Cosi pure la Madda1ena.Esoprattutto Tommaso. II testo vuo1 dire soltanto cheGesu risuscitato.non si e mostrato inpubblico, ma halimitato la sua apparizione ~. gruppo dei discepoli.

    La ragione di questo oml?ortamento e chiara,e ci introduce a cio che da senso aIle apparizionidi Cristo risuscitato, a quello che costituisce 1a loroimportanza fondamenta1e. E chiaro che tutta la fedecristiana si fonda sulla testimonianza degli aposto-li e che 1a testimonianza degli apostoli riguarda larisurrezione. Era dunque importante che 1a certezzadella risurrezione che :gli apostoli dovevano avere,per esserne testimoni incontestabili, si fondasse nonsolamente su una rivelazione, rna su una constata-zione, Solo cosi laloro testimonianza avrebbe avutoque1 carattere di' certezza senza riserve che avrebbefatto dire a Pietro e 'Giovanni: Non possiamo nonparlaredt cio che' abbiamo visto e udito-". Se nonavessero parlato, sarebbero stati dei falsi testimoni!Gli apostoli non hanno fatto che ripetere quel cheavevano visto ed udito. Questa affermazione impre-

    42 At 10, 40-41.43 At4, 20 .

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    gna tutto illibro degli Atti. Non bisogna far lora direqualcosa di diverso da quello che hanno detto.Eppure, e solamente per la luce dello Spirito Santoche gli apostoli comprenderanno nella sua interezza

    ilsignificato salvifico della risurrezione. Le apparizio-ni appartengono ancora al. periodo prepentecostale.Rientrano nel contesto di quelche gli apostoli hannoconstatato in quanta testimoni oculari, non di quel chehanno compreso in quanta illuminati dallo Spirito. Equesta distinzione che fa Pietro, quando dice, di Cristorisuscitato: -Noi.siamo testimoni di questi fatti, insiemecon 1 0 Spirito santo che Dio ha dato a chi si lasciaguidare da lui44.Cioe, la risurrezione di Cristo e co-nosciuta, insieme, per la testimonianza degli apostoli,quanto alla sua realta empirica, e per la rivelazionedello Spirito, quanta al suo contenuto salvifico,

    II rafforzamento della certezza della risurrezionenon esaurisce,. tuttavia, ilsignificato delle apparizionidi Cristo agli apostoli ed ai discepoli. Questo periododi tempo comporta pure un certo numero. d'insegna-menti di Gesu. Sembra che la tradizione di queste ul-time parole di Gesu sia stata trasmessa, in un primomomento; separatamente dalle narrazioni. delle appa-rizioni.iche costituivano, in quanta tali, un oggetto delkerigma, come l'abbiamo in Paolo. Cio spiega perchemai questi insegnamenti sianopresentati in forme di-verse e siano diversamente ordinati. Si notera anzi tut-to quel che riguarda la missione degli apostoli . NegliAtti, Pietro dice che Cristo -ingiunge ai discepoli di

    44 At 5,32.5 6

    predicare al popolo-". Questa e Iamissione degli apo-stoli che viene ricordata anche da Matteo e da Luca:rna ilprimo la ricollega al momenta dell'apparizionesulla montagna della Galilea, ilsecondo (come Marco),al momenta dell'apparizione di Cristo a Gerusalemme.Altro elemento caratteristico e il potere di rimettere ipeccati dato agli apostoli . Giovanni e Marco 1 0 rife-riscono al momentodell'apparizione nel cenacolo, lasera di.Pasqua=, Matteo, al momenta dell'apparizionesulla montagna,

    Si osservi come, ancora u~i!tvolta, .la persona diPietro si trovi in primo piano; Giovanni, in effetti, ciha conservato le parole pronunciate da Cristo men-tre affida a Pietro il suo gregge". Cio corrisponde aquanta troviamo negli Atti degli Apostoli, dove Pietroha unruolo a parte rispettoagli altri apostoli. E lui afissare ilmodo d'elezione di Mattia"; e ancora lui ilportavocedi tutti". Ma questa apparizione a Pietro e.distinta- gia l'abbiamo fatto notare - dalla prima, che,essenzialmente, aveva 10 scopo di fondare nell'aposto-lola certezza della risurrezione. Con la concessione diquesti poteri a Pietro ed agli apostoli, Cristo risuscitatosi pone in continuita con quanta aveva iniziato nellavita pubblica. Termina di dare la sua struttura all'isti-tuzione ecclesiale, che iniziera a funzionare soltantodopo la Pentecoste. Fino a questa memento, siamoancora nella comunita prepentecostale.45 At 10,42.46 Gv 20, 22-23.47 Gv 21, 15-17.48 At 1, 21.49 At 2 , 14.

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    Ci rimane da rispondere, concludendo, al quesitopostoci all 'tnizio: perche queste divergenze nelle varienarrazioni del periodo della vita diGesu che va dal-la risurrezione all 'ascensione? Esse derivano, e chiaro,dal fatto che gli evangelisti hanno conservato, fra lemoltissime .testimonianze conosciute - cosa, questa,garantitaci soprat tut to dall 'e1enco di Paolo .., .,quelleche meglio corrispondevano alle intenzioni di ciascunautore. II Vangelo di Luca inizia a Gerusalemme e ter-mina a Gerusalernme: vuol far vedere in Gesu ilnuovoTempio. II Vangelo di Matteo; secondo cui la predica-zione di Cristo iniziava su una montagna in Galilea, siconclude su una montagna della Galilea, per mostrarein Gesu ilnuovo Mose. Giovanni riprende, nella partefinale del suo Vange1o, il tema di Ezechiele sull'effu-sione escatologica di acqua viva, tema che comparivadiverse volte ne1 suo Vange1o. Ma queste intenzioniinfluiscono solamente sull'e laborazione letteraria d'undato storico che, in se stesso, e oggettocomune dellaloro testimonianza.

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    LEFIGURE DELLARISURREZIONE

    II Simbolo degli Apostoli, che e l 'espressione dellatradizione della fede degli apostoli, afferma: Il ter-zo giorno risuscito da morte, secondo le Scritture-. Larisurrezione di Cristo vi e presentata come la realiz-zazione di quanto era stato annunciato dall'Antico Te-stamento. Ma l'espressione deriva dal Nuovo. Paolo,infatti, riassumendo la tradizione della fede, quale eglil 'ha ricevuta, scrive: Cristo !Pori fper inostri pecca-ti, secondo le Scritture; fu sepolto .e risorse il terzogiorno, secondo le Scritture-'. La formula, ch'e ancoraquella della nostra fede, era dunque, di gia tradizio-nale una quindicina d'anni dopo l'avvenimento dellarisurrezione. Essa el'espressione della fede della Chie-sa primitiva.L'affermazione che la risurrezione e ilcompimen-to della promessa di Dio ritorna insistentemente nelNuovo Testamento ede alIa base della prima predica-zione apostolica rivolta ai Giudei. Gli apostoli conva-l idano l 'annuncio dell 'avvenimento della risurrezionemostrando che esso era stato promesso dalI'Antico Te-stamento. II fatto che Dio possa, con la sua potenza,risuscitare imorti, e che effettivamente abbia annun-ciato una risurrezione dei morti, e un elemento dellafede giudaica. COS1, quello che sichiede ai Giudei none credere che esista una risurrezione dei rnorti, bensiche questa risurrezione dei morti si e gia realizzata in

    J 1 Cor 15,3-4.

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    Cristo . Mae importante sottolineare la prima parte , inopposiz ione a quanti negano la poss ibilita stessa dellarisurrez ione dei morti. Porteremo come esernpio di ciol 'episodio di Giona.

    II libro di Giona e un libro a se nel Vecchio Te-stamento. Non e una narrazione storica. Nel secon-do Libra dei Re" , si parla S 1 di un profeta chiamatoGiona, ma di lui si conosce solo il nome. Quanto allibro che da lui s 'intitola, e scritto con una fantasia checertamente doveva deliz iare i primi Iettort. 11tema deinaufraghi che t irano a sor te chi deve essere sacri ficato,da sempre ha fatto parte delle storie di marinai. Quel-10 del mostro che divora l'eroe e frequente nelle leg-gende greche, benche nel nostro caso presenti alcuneparticolarita, come il fatto che Gionarimanga per tregiorni nelventre del rnostro ed ilcantico che vi intona.La descrizione di Ninive, che solamente in tre giornisi puo percorrere tutta, cosi come la conversione delsuo ree del popolo, non potevano non apparire, a deiGiudei, invenzioni da favola.

    Ma questa fantastica storia assume qui un signifi-cato straordinar io. Diventa I'espressione della libertadi Dio che si prende gioco dei limiti nei quali l'uomovorrebbe costringerlo. Tutto quanto il libro e pervasoda un'ironia divina che oppone la limitatezza e la me-schinita umane alla sovrana liberta d ivina. Richiama,in questo, ilIibro di Giobbe. Ma i1 tono qui e menotragico. E ilmedesimo tema fondamentale, quello del-la trascendenza div ina .e della sovrana indipendenzadi Dio, trattato pero non pili su un registro tragico, ma

    2 14,25.60

    in una formapiu popolare e pittoresca. II mostro delmare richiama gli allegri delfini che danzano fra Ieonde, e che, stando aIle pitture greche, guidano le ani-me dei morti alle Isole dei Beati. Dio e padrone dellanatura: si serve dei pesci come mezzi di trasporto peri suoi profeti e fa spuntare il ricino quando vuole.II personaggio di Giona rappresenta l'uomo coin-volto in questa fantasia divina di cui non comprendeil significate. E un contadinucolo israelita, che prefe-rirebbe rimanersene a coltivare la sua vigna, e di cuiDio vuol fare un profeta, pur non essendoci alcun se-gno premonitore. Di gia appare un 'in tenzione teologi-,ca: le scelte di Diosono sovranamente libere. Perfinosi cornpiace di scegliere gli strumenti pili 'imperfetti,per meglio far vedere come solamente da lui vengatutto cio che il profeta fae dice. Non solo, Giona nonconduce l'azione, ma, da un capo all'altro della nar-razione, sembra volervisi sOttrarre. Profetizzera, comeBalaam, a malincuore, e si trovera a dire ilcontrariodi quel che pensa.: Di pili, non solo dira il contrariodi quel che pensa, rna anche fara il contrario di quelche vuole. E ilfinale della narrazione ce 10 mostrera

    - furioso per irisultati ottenuti.La parola di jahve e rivolta a Giona. Gli viene co-

    mandato di andare a Ninive, -la grande citta-. Che stra-vaganza di viaggio, per il figlio di Amittai! La rispostadel profeta e stupefacente. Prende ilbattelle perTarsis.Ninivee all'estremo Oriente del mondo di allora; Tar-sis, in Spagna, all'estremo Occidente. Non si potrebbeimmaginare docilita piu sorprendente! Ma jahve nonsi stanca del suo profeta. Subito suscita ilvento, suoservitore. Si scatena unaburrasca. I marina i, grandi

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    devoti,invocano ognuno il propriodio. Solo Giona,in quel frangente, dorme. I marinai pagani sono pilipii del profeta di jahve' Gia compare la punta d'unacritica,che mostra pili fede nei pagani che nei Giudei,e prelude alla parola di.Gesu che loda il centurionedi Cafarnao, mettendolo avanti ai rappresentanti delgiudaismo.Alla fine, anche Giona viene svegliato e, dato cheha la coscienza poco tranquilla, ammette che per cau-sa sua jahve ha suscitato la burrasca. I marinai 10 Ian-ciano in mare. Non gia che jahve desista dai suoi pia-ni. Ha scelto proprio Giona per evangelizzare Ninive.Lovoglia0no, Giona dovra.eseguire. Bisogna dunqueriportarlo a terra. E allora che compare il grandepe-sce-. Pili docile di Giona, 10 inghiotte e 10 trasporta nelsuo ventre, fino ache, -il terzo giorno-, 10 rigetta a ter-ra. Termina cosi ilprimo atto. E la storia e ad un puntomorto. jahve ha dimostrato a Giona che non gli sipuoresistere e averIa vinta. Inutilmente Giona ha cercatodi sottrarsi alIa missione che jahve voleva affidargli.Eccolonuovamente al punto di partenza.La parola di jahve eallora rivolta a Giona per 'Ia

    seconda volta. Ma questa volta, Giona non se la sentepili di far di testa sua e va a Ninive,di cattivo umore,d'altronde. La sua predlcazione nerisente e tradisceun certo astio. Ma il risultato, ecco, e sorprendente.Tutta Nin,ivefa penitenza, al puntoche Db la prendein pieta. E ilcolma, per Giona.Si sarebbe atteso, comeminimo, che i Niniviti pagasseroper i fastidi che gliavevano procurato. Ecco, invece, che si.trovaad essere10 strumento della 101'0 salvezza. I'ironia divina equisuprema. Non solo, Dio siprende gioco dei limiti in6 2

    cui Giona vorrebbe costringerlo, e dispone a volontadei popoli, come disponeva del cosmo, rna fa, di quel-10 stesso che vorrebbe impedirglielo, 10 strumento diquesto slargamento di limiti, mostrando COSt che lesue vie sono migliori di.quelle dell'uomoe che sapraseguirle fino in fondo nonostante gli ostacoli che glioppongono perfino quelli cui affida la missione.Basterebbe, per fare grande Giona, l'essere stato,

    sia pure controvoglia,il primo testimone del misterodella salvezza delle genti. Ma egli ha ancora un altrotitolo di merito. C'e un episodio, !nella sua vita, che10 rese degno d'essereconsiderajo una delle figurepili .eminenti del Cristo e che g11hadato, per que-sto stesso fatto, un posto considerevole nella liturgiae neIl'arte cristiane. Di gia la Capella graeca ci mostraGiona, rigettato dal gran pesce, come una figura deIlarisurrezione del Cristo. Non si tratta di un'invenzionearbitraria. II Cristo stesso ha fatto del segno di Gionail segno per .eccellenza: Lagenerazione malvagia edadultera chiedeun segno, e, di segni, non le sara datoche il segno del profeta Giona. Come, infatti, Gionarimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, cost ilFigliodell'uomo rimarra tre giorni e tre notti nel cuoredella terra-'.Ne1libro di Giona l'episodio del pesce occupa un

    posto assolutamente a se. L'autoredellibro 10 commen-ta ponendo in bocca a Giona un salmo, che richiama isalmi pili belli, e che e l'espressione della supplica chel'uomo fa salire verso Dio dal .fondo deIl'abisso dellamorte, per implorarne la liberazione:

    3 Mt 12, 39-40.63

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    Le acque mi avevano stretto fino alla gola,l'abissorni circondava..Le alghe erano avviticchiatealla mia testa.Ero disceso sin nel profondodelle montagnee leporte dellaterrasieranochiusesudi meper sempre,ma tu hai fatto risaliredalla fossa lamia vita,o jahve, mioDid.IIpesce diventa qui il drago di mare, ilmostro mi-tico che nella Bibbia era unodei simboli della morte:

    -Dal ventre della sbeol ho gridato-.Anche Cristo e disceso nelle acque della morte. Sului si sono serrate le spranghe dello sheo!. E il miste-ro della discesa agli inferi. La.sera del venerdi santo,sembrava che la morte l'avesse definitivamente i n suopotere. Poiche nessuno mai e salito dalla fossa. E ilcampo in cui ilPrincipe di questo mondo tiene inuo

    potere tut ta I'umanita prigioniera, da Adamo in poi,Ma ilterzo giorno, ilmattino diPasqua, Cristo rompele spranghe d'acciaio e . le serraturedi ferro. ed escevincitore dagli inferi, avendo ormaidistrutto ilpoteredella morte per tutti quelli che crederanno in lui tra-scinando nella sua salita tutti igiusti dell'Alleanza co-smica e dell'Alleanza mosaica, il re di Ninive che avevafatto penitenza e Giona che gliela avevapredicata:

    E COS1 l 'episodio di Giona perso e salvato assumeuna dimensione nuova. In .un primo momento, eraservito. ad esprimere la sovrana liberta con cui Diodispone delle sue creature per ilcompimento dei suoipiani, e piega le volonta restie alla sua opera di mise-

    4 Libra di Giana, 2, 6-7.64

    ricordia. Ma qui prende un significato nuovo. Parrebbeche il tema del libro rimanga per un attimo sospe-so e che una luce profet ica faccia intuire all'autore,nell'episodio di Giona inghiottito dal pesce e rigettato,un mistero infinitamente superiore al significate ap-parente. Sono i tre giorni che vanno dalla passionealla risurrezione che vi sono indicati con una inten-sita quasi insostenibile. E questa passo e certamenteuno di quel li che Cristo ha commentato ai discepolid'Emmaus, quando spiego loro, passandoper tuttiiprofeti-", cioche 10 riguardava, cioe che doveva morireper essere poi glorificato.

    E tuttavia e i l medesimo tema fondamentale chericompare, i1 tema della sovrana liberta con cui ilDioche dispone di tutte le cose guida vittoriosamente i1suo piano d'amore. Questa liberta risplende anzi tuttonella maniera con cui dispone delle sue creature. BrU:-lava gia quando Egli reclamava ildiritto di interessarsidi tutti gli uomini, che sono creature sue. Qui, questopotere sovrano s'estende fino ai pili profondi abissi,quando va a sottrarre alla morte stessa la preda dicui s'e impadronita. Giona ci appare come 10 spet-tatore un po' sbalordito di questi misteri, ancora pilistupito d'essere mescolato alloro compimento, rna cuila mancanza d'immaginazione conferisce il carattereincontestabile di testimone autentico delle meravigliedell'amore divino.

    5 Le 24,27.65

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    LA R IS UR RE ZIQ NE M IS TE RO D1 SALVEZZA

    La risurrezione e l'azionecon cui la potenza divinaha sottra tto l'umanita, in cuiil Verbo s' e incarnato, allasua condizione di mortali ta, per trasformarla mediantel'azione dello Spirito. Ma quest'azione divina non hail suo fine in se stessa. E tutta quanta ordinata allacomunicazione del la vita. all 'umanita intera, avvenutaper opera della Spirito. Cristo e -il primo nato di tra irnorti-'. In lui, come nelle -primtzie-", gia s'e compiu-to quel che deve essere condiviso dagli altri uomini.Ebbene, la risurrezione di Cristo imeressa tutta la suanatura umana, cioe la sua anima e il suo corpo. L'unae l'altro sono sottratti alla loro condizione di miseria.La risurrezione dovra r ipetersi, percio, nell 'anima e nelcorpo degli uomini. Avverra in due tempi. Sin d'ora lagloria del Cristo risusc itato ha ilsuo riflesso nell'ani-ma di quelli che gli sono uni ti . .Ma, escatologicamente,questa gloria avra un riflesso anche nei loro corpi, conla risurrezione della carne. Tratteremo anzi tutto del

    _ primo momento.

    II capo della Chiesa.Nell'umanita di Cristo e stata inaugurata la condi-

    zione gloriosa dell'umanita. Ma bisogna dire di pili.L'umanita glorificata di Cristo e ilprincipio per cui la

    1 ColI, 18.2 1 Cor 15, 20.

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    vita glorificata verra comunicata all'ins~emed~gli uo-mini. Questaaffermazione e uno degli aspetti essen"ziali della fede nella risurrezione contenuta nel Nuov?Testamento. Questa fede sottolinea anzi t~tto :- ed :quel che abbiam visto - l 'avvenimento stonco della n-surrezione che e un avvenimento passato. Questo av-veniment~ e storico, non solamente perche e collocat~nello spazio e nel tempo, come ammette Pannenberg,rna anche perche riguarda ilCris:o s~oriCo:q~ello chee vissuto in Galilea e in Giudea. E 1Ul,nell aruma e nelcorpo, l'oggetto di quell'azione divina che e l~ risur~e-zione. Se non fosse COS1,'abbiamo detto, la nsurreZl0-ne non riguarderebbe 1arealta storica della condizioneumana. Non sarebbe 1'uomocreato da Dio, quello cheviene salvato.

    Ma la fede nella risurrezione significapure che.Cri-sto glorificato e una realta attua1e, che la sua ~mani:atrasfigurata e ilprincipio da cui procede ogm. gr~zlaed ogni santita. E gia l'affermazione di Pietro, 11g~or-no di Pentecoste: -Questo Gesu, che voi avete UCClSO,Dio 10ha risuscitatovE di cia siamo testimoni noi tutti.Poi elevato al cielo alla destra di Dio e ricevuto dalui '10 Spirito Santo promesso, egli 10 ha effu~04.11testa riferisce anzi tutto l'avvenimento passato: 1abbia-mo commentato nei capitoliprecedenti. Passa quindiall'affermazione presente. Loggetto di questa afferma-zione e che Cristo e attualmente esal tato alla destradi Dio. I.:espressione, che deriva dal Sa1mo 110, e fre-

    3 Dogmatiscbe Erwaegungen zur Auferstebung'Iesu, in Kerigma undDogma, 14 (1968), pp. 110-114.

    4 At 2, 32-33.

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    .quente nel NUQVOTestamento per indicare la condi-zione attuale del Cristo risuscitato". La sua umanitarisuscitata e stata esaltata al di.sopra di tutte le creatu-re all'ascensione, che e il seguito della risurrezione. Edora siede alia destra del Padre: significa che e stabilitain una condizione divinizzata. Ma e esaltata alla destradel Padre solo per essere colmata dello Spirito Sant(),in vista della comunicazione di questo Spirito, ilprin-cipio della vita.divinizzata.

    Questa afferrnazione sulla hhlta attua1edel Cristoglorificato comeprincipio dell'umanita nuova apparesotto forme molteplici nel Nuovo Testamento. La tro-viamo, in Paolo,nelle lettere della prigionia. Un passodella Lettera agli Efesini e particolarmente significati-yo: -Dio dispiego la sua forza sovrana in Cristo, risu-scitandolo dai morti e facendolo sederealla sua destranelle regioni celesti: sopra ogni principato e potestae potenza e dominazione e. ogni alt ro titolo che po-trebbe essere nominato nonsolo nel secolo presenterna anche nel futuro. E tutto egli ha sottomesso aipiedi di lui, e 10ha posto al di sopra di tutto, qualecapodella Chiesa.iche e ilsuo corpo, la pienezza dilui che riempie tutto sottoogniaspetto-". Ritroviamoqui .la rnedesima .sequenza dei misteri: risurrezione, i1sedere alla destra, Pentecoste; Ia medesima utilizzazio-ne del Salmo 110, con la duplice allusione alla destraed allo sgabello dei piedi. Sisente, dietro questi testi ,.una formula di fede primitiva sviluppata in manieradifferente.

    5 Cfr, J. DANIELOU, Etudes d'exegesejudeo-cbretienneps. 42-49.6 E/1, 19-23.

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    Sottolineeremo in questa passo la eomparsa deltema propriamente paolino della testa e del corpo.Cristo glorificato e ileapo, cioeil principio vitale don-de ilcorpo ha nascita e crescita. Si notera ehe, conquesta immagine, Paolo vuol esprimere non solo cheCristo glorificato e il principio donde procede ognisantita, rna pure che e i1principle dell'organismo gra-. zie alquale ogni santita viene eomunicata. E stabilitocapo della Chiesa. Cia e ripreso piu avanti nella me-desima lettera: Cristo, -asceso al di sopra di tutti i cieli,per riernpire ogni cosa [.. J , diede a1cuni come apostoli,altri come profeti, [...]perche siano perfettamentepre-parati isanti alI'opera del ministero, a edificazione delcorpo di Cristo-' Cristo, riempito della pienezza dellaSpirito, la comunicaalla Chiesa, perche essa Ia distri-buisca al rnondo, COSt,la Chiesa e associata a Cristonella comunicazione dello Spirito",Gli scritti di Giovanni esprimono la medesima dot-

    trina con altre immagini. Quella del fiume d'acquaviva, come simbolo dello Spirito Santo che si spandedalla roccia,che eCristo glorioso, gli e particolarmen-te cara. Si ispira ad Ezecbiele', dove vien descritto ilflume d'acque vive che zampilla dalla roccia di Geru-salernme alla fine dei tempi e suscita Ia vita Ia dovepassa, gli alberi nel deserto, i pesci nelle acque morte.Lasiritrova nel Vangelo: -Se qualcuno ha sete, venga ame e beva. A chi crede in me, come ha detto la Scrittu- .ra: "Fiumi d'acqua viva scorreranno dal seno".Questo

    7 Ef4, 10-11 . Ed anche 15-16 .8 Ef5, 29-32. .9 4 ' 7 , 1-11.

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    disse della Spirito che dovevano ricevere i credenti inlui; 10 Spirito, infatti, non era stato ancora dato, percheGesu non ancora era state glorificato-". Si noti la cor-relazione fra effusione dello Spirito e glorificazione diCristo. La medesima immagine vien ripresa dall'Apo-calisse: Emi mostroun fiume d'acqua di vita, splen-dente come cristallo,che scaturiva dal trono di Dioedell 'agnello, nel mezzo della sua piazza. Da un latoedall'altro del fiume v'eraun albero di vita che fa dodicifrutti, producendo il suo frutto' per ogni rnese-".

    ,\,La risurrezione attualeCost, Cristo risuseitato ed esaltato alla destra del

    Padre e gia ilprincipio d'una risurrezione attuale ..LoSpirito che riempie la sua umanita e la vivifica tende adiffondersi fin d'ora su tutta l'umanita, per vivificarIa.Questa vivificazione ancora non raggiunge ilmondodei corpi. Ma il mondo delle anime gia ne e toccato.Vi e distrutta la morte del peccato, edell' uomo ne efatto un vivente spirituale. Gia e fatto passare lallamorte alla vira-". Paolo descrive molto bene le duetappe, in un testa come questo: -Se Cristo e in voi,benche ilcorpo sia ancora morto a causa del peccato,ilvostro spirito viveper la giustizia. E se 10 Spirito dicolui che risuscito Gesu da morte abita in voi, coluiche risuscito Gesu Cristo da morte vivifichera anchei vostri corpimortali per mezzo del suo Spirito, che

    10 Gv 7, 37-39.IIAp 22, 1 -2 . Cfr . anche ]. DANIELOU, op. cit., pp. 122-138.12 1Gv3, 14.

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    abita in voi-". E chiaramente mostrata la correlazionefra i tre momenti della risurrezione di Cristo, dellavita attuale per opera dello Spirito, della risurrezionedella carne ancora attesa. Questi tre rnomenti sono,per Paolo e Giovanni, ugualmente essenziali, L'' 'esca~tologia realizzata", cioe la riduzione della risurrezioneal suo aspetto attuale, ne viene totalmente esc1usa. El'errore della gnosi, che Paolo combatte aCorinto eGiovanni ad Efeso, ilnon dare .importanza alIa risur-rezione futura dei corpi.

    Era essenziale insistere su questo punto - dal mo-mento che tutta una corrente del pensiero contempo-raneo tende a minimizzare la.realta della risurrezionedel corpo di Cristo, per un verso, e della futura risur-rezione dei nostri corpi, per l 'altro - per non metterel'accento se non sulla risurrezione come attualmen-te realizzata nell'unione dell'anima col Cristo vivente.Ebbene, cia apparve, a Giovanni e Paolo, e, al loroseguito, a tutti idottori cristiani dell'antichita, un'aber-razione capitale. Vi si tratta d'una "spiritualizzazione"nel senso peggiorativo del termine. Poiche la vera"spiritualizzazione" s'ha dar fatto che tanto il corpoquanto l'anima vengono trasfigurati dallo Spirito. Ma ilcorpo trasformato dallo Spirito e quel corpo fisico chefu di Cristo e COS1 verra trasformato il nostro corpo. La"spiritualizzazione" della gnosi deriva da un idealismoche misconoscela realta ed ilvalore del corpo. "Spi-rituale" secondo la gnosi non ha il significate biblico,di cia che viene operato dalla potenza di Dio e chee partecipe della sua natura; ma il senso filosofico di

    13 Rm. 8, 10-11.

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    cia che costituisce la natura dell 'anima. Un tal mododi vedere e perfettamente estraneo a Paolo e a Gio-vanni. La speranza nella risurrezione dei corpi, comeconseguenza della risurrezione di Cristo, e essenzialealla loro fede.

    Cia detto, essi non contestano affatto che la risur-rezione di Cristo cominci subito ad operare il suo ef-fetto vivificante, facendo di colui che crede un viventespirituale, benche ilsuo eorpo aneora sia sotto ilpote-re della morte: -Dio, ric~o,in pusericordia, per la gran-de carita con cui egli ci hal arnati, morti com'eravamoper Ie nostre colpe, ci ridono la vita con Cristo (per Iagrazia siete salvi) e conIui ci.risuscito e ci fece sederenelle regioni celesti-", E uno di quei testi in cui meglioappare I'attualita della vita risuscitata. Chi e viventedella vita dello Spirito, partecipa alla vita di Cristo ri-suscitato, e siede con lui alla destra del Padre, bencheilsuo corpo aneora sia sotto ilpotere della morte. Lafonte .unica diquesta vita e la risurrezione di Cristomedesimo. Solamente Cristo che siede alla destra delPadre eomuniea la vita, da lui gia posseduta.

    Dal momento che la risurrezione significa vivifica-zione, ad opera della onnipotente forza santificatricedi Dio, tanto delI'anima che del .corpo, si eomprendecome Paolo possa dire che ilcristiano e gia risuscitatoinsieme col Cristo. Essere risuscitato e vivere della vitadi Dio..Vita, nel linguaggiocristiano, non e vita biolo-gica opposta a morte biologica. IItermine vita intendepartecipazione alla vita di Dio. In questo senso, non cisono uomini piumorti di quelli che incontriamo ogni

    14 E/2,4-6,7 3

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    giorno e che sono spiritual mente dei morti; COS! comenon vi sono uomini pili viventi di quelli, morti, chepero sono morti in Cristo, e che noi chiamiamo santi.

    La lineadi divisione frala morte e'la vita non e, rielcrist ianesimo, quella che intende illinguaggio corren-te. Non separa quelli che sono sulla terra da quelli chenon ci sono pili. Ma separa quelli che appartengonoalla sfera dell 'esistenza divinizzata, al corpo ecclesialedi cui Cristo eil capo, siano suUa terra 0 noncisianopili, militanti, sofferenti 0gloriosi, da quelli che sonofuori da questa sfera e costituiscono quel che il Nuo-vo Testamento chiama Ie tenebre per opposizione allaluce, il mondo per opposizione a-Cristo, la morte peropposizione alla vita . Cio modifica completamenteilgiudizio sulla vita e sulla morte. "Non temetecolo-ro che uccidono il corpo, rna non possono ucdderel'anima. Temete, piuttosto, colui che puo farperire eanima.ecorpo nella geenna-". Come si puo ucciderel'anima, see immortale? La mortedell'animanon el'annientamento, rna laprivaZione della vita di Dio.

    Un'altra opposizione S 1 evidenzia subito, in questaprospettiva:quella dello spirito e della-carne. Lo spiri-to none l'anima e la carne non e i l corpo. Ma 10spir itoe l'uomonella sua carne e nel suo corpo quando vienevivificato dallo SpiritoSanto-Luomo spirituale e, dun-que, l 'uomo vivente di cui parla sant 'Ireneo: La gloriadi Dio e l'uomo vivente-, E anche l'uomo risuscitato.Tutte queste espressioni S 1 equivalgono. E la carneel'uomo nell'anima e net corpo, quando e spiritualmen-te morto, doe quandoe privo della vita di Dio. Per

    15 Mt 10,28.

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    questo, la vita spirituale e la vita che vien suscitata innoi dalloSpirito Santo, e una creazione della graziadi Dio. .

    Paolo ha descritto meravigliosamente questa op-posizione in noi, non gia dell'anima e del corpo, rnadello Spirito e della carne: "Quelli che vivono secon-do la carne hanno le aspirazioni proprie della carne;mentre quelli che vivono secondo 10 Spirito hanno Ieaspirazioni dello Spiri to. Certo Ie aspirazioni della car-. n e dicono morte; Ie aspirazioni dello Spirito, invece,vitae pace [ . .J . SeCristoe in voi, ilvostro corpo e S 1morto a causa del peccato, 10 spirito, pero, grazie alIagiustizia, e vivo. E se 10 Spirito di co1ui che risuscito ilCristo Gesu da morte abita i n voi, co1ui che risuscitoil Cristo Gesu da morte vivifichera anche i vostri corpimortali-" . Qui, r isurrezione, vita, Spir ito, convergonoper descrivere do che e l'esistenza cristiana.Questa vita risuscitata, vivente, spirituale, chel'umanita di Cristo, da che e esaltata alla destra .delPadre, gia possiede, vien da Cristo comunicata allaChiesa. La Chiesae ilmezzo per cui leenergie divinevivif icanti operano Ia divinizzazione. Essae ilnuovocosmo, di cui Cristo e i1 sole vivificatore ed illuminato-re, 1anuova creazione, chee anche 1a definitiva, quel-Ia che dovra sussistere anche quando il delo, comeun involucro, sara caduto. E il nuovo santuario in cuil'agnello brilla, come Ia lampada misteriosa le cui setteluci i lluminano tutti gl i spazi, E ilvero paradiso da cuiAdamo e stato cacdato, rna di cui Cristo, nuovo Ada-mo, ha riaperto le porte.

    16 Rm 8,5-11;

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    . -_._-------_._. __ ._-__-_-

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    Questa partecipazione alIa risurrezione di Cristosi opera per gradi. Essa investe tutto l'uomo, rna 10penetra solo progressivamente. 11suo inizio e il batte-simo, imitazione rituale della risurrezione di Cristo, dicui opera l'effetto reale: Nonsapete forse che tutti noiche fummo battezzati in Cristo Gesu, fummo battezza-ti nella sua morte? Fummo, col battesimo, sepolti conlui nella .morte, affinche, come Cristo fu risuscitato damorte dalla potenza gloriosa del Padre, COS! noi purevivessimo di una vita nuova-". II rito battesimale .imitala morte e la risurrezione diCristo. II catecumeno esepolto nell'acqua come Cristo nella morte, ed emergedall'acqua come Cristo risuscita di fra i morti. II batte-simo e , insieme, una morte che distrugge .l'uomo car-na1e e una risurrezione che suscita una vita nuova, 1acreazioned'un uomo nuovo, l 'uomo spirituale. II ritos'ispira al doppio simbolismo biblico dell'acqua, chee , nella stess,otempo, acqua dimorte, che distrugge i1mondo peccatore con ildiluvio, ed acqua di vita, chesuscita il paradise net deserto. Paolo ritorna su questadottrina nella lettera ai Colossesi: -Sepolti con lui. peri l battesimo, in lui pure siete risorti per la fede nellaforza ..di Dio, che ha risuscitato lui di.trai morti-".

    Ma questapartecipazione alla morte ed alla risur-rezione, data in forma incoativa al battesimo,deveprogressivamente invadere tutto l'uomo. Al donodiDio deve corrispondere la rispostadell'uomo. Se nien-te e possibile senza la grazia, la grazia, a sua volta,esigeuna risposta dall 'uomo: -Se siete risorti con Cri-

    17 Rm6, 3-4.18 Col 2, 12.

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    sto, cercate Ie cose dell'aIto, dove 6isto e assisoallade~tra~i Dio~~.Nessun testa esprime meglio la par-teclpazlone,g1a attuale, alla vita di Cristo risuscitato.Come la risurrezione ha inaugurato la glorificazionedell'umanita di Cristo e ilfatto di sedere alla destradel Padre esprime 10,stato attuale diCristo risuscitatoCOS!, ~lcristi.ano, c?e per u battesimo ha avuto part~alla nsurrezione di Cristo, dovra con lui sedere aliadestra del Padre, vivente della vita di cui vive attual-mente Cristo glorioso.

    Questa partecipazione alla vita q i Cristo risuscitatoriunisce idue aspetti del battesimo. E un mistero dimort~ ~d un mistero di vita . Lamorte al peccato e lacondizione della Vita nella Spirito: -Se vivete secondola carne, morrete certamente, uccidendo invece con 10Spirito le opere delcorpo, avrete la vita-": II cristianodeve -mortificare Ie sue membra terrene," e -Iasciarsiguidare dallo Spirito.". E COS!, progressivamente latrasfigurazionedell'uomo si operasotto l'azione d~lloS?irit~: ~ra, i~Sig~ore e 10Spirito; e dove c'e 10Spi-r~to, la c.e .la liberta . E noi tutt i che, aviso scoperto,rispecchiamo la gloria del Signore, siamo trasformatinella sua stessa immagine, di gloria in gloria, come siaddice al.Signore che e Spirito-".

    Cr~sto.risuscitato ed esaltato alla destra del padre ecome 11sole della nuova creazione=. Iraggi che ema-19 Co13, 1.20 Rm8, 13 .21 CoI3,5.22 Gal 5 , 2 5.23 2Cor2, 17-18.24 Ap 21,24.

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    nano da lui, e che sono la luce dello Spirito, inondanola creazione. Chi scopre il suo volto, chi allontana 1 0schermo dell'ignoranza 0 del peccato, riflette, comeuno specchio, questa gloria. Non si dimentichi che,secondo gli antichi, la luce stessa trasforma quelli cheillumina. L'immagine e parallela a 'quella del fiumed'aeque vive ehe sgorga dal trono di Dio e dell'agnello.Anehe Ia, Cristo esaltato alla destra del Padre e ilprin-cipio della vita della Spiritoche s'espande sull'umanita.Per chi si lasc ia illuminare da questa luce, le tenebrediraderanno a poco a poco. Diventera lui stesso lueenella luce. Cosi, la gloria di Dio- che risplende suIvoltodiCristo-, cioe che ha trasfigurato la sua umani-ta, -brilla anehe nei nostri cuori-, facendoci parteciparealla gloria, di Cristo". -,Tuttavia, qualunque sia la partecipazione attualealla vita di Cristo risuscitato, questa gloria raggiungesolo le anime. Inostri corpi sono ancora nella miseriae sotto ilpotere della morte. E una gloria cherisplen-de nel regno dei cuori, rna non e manifesta all'esterno.Per questa continua a sussistere l'attesa escatologica,l'attesa del giorno in cui la gloria della risurrezionetocchera anche il rnondo dei corpi: -Voi sietemorti,infatti, e la vostra vita e nascosta con Cristo in Dio.Quando Cristo, la vostra vita, si manifestera, allora an-che voi sarete con lui manifesti nella sua gloria-". Gio-vanni non serive diversamente: -Gia adesso siamo figlidi Dio, rna aneora non si manifesto quel che saremo-",

    25 2 Cor 4,6.26 Cor 3, 3-4.27 1 Gv , 3 ,2 .

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    Manifestazione e qui 'la stessa cosa che risurrezionedei corpi. Per questo, il cristiano rimane nell'attesa:-Anche noi, che gia possediamo le primizie della Spi-rito, noi pure gemiamo dentro di noi, anelando allaredenzione del nostro corpo-", 0 anche: SI,mentresiamo in questa tenda sospiriamo oppressi, poichenon vorremmo svestircene rna indossare altro su diessa, affinche cio che e mortale sia assorbito dalla vita.E chi proprio a questa ci ha preparato e Dio, il qualeci ha dato ilpegno della Spirito 29.

    Si vede cosi la correlazione esistente, nel Nuovo Te-.stamento, fra le tre affermazioni.della risurrezione di Cri-sto, la risurrezione presente, la rishrrezione eseatologica.Le tre affermazioni sono rigorosamente conseguenti, Larisurrezione del battesimo non ha senso se non riferitaalla risurrezione di Cristo. M~ neppure ha senso se nontende alla risurrezione escatologica, Noi possediamosolo -le primizie della Spiritocsil pegno della Spirito.Questa vita della Spirito ehe gia s'e impadronita delle no-stre anime, vuol anche impadronirsi dei nostri corpi. Sia-mo coinvolti in un processo di glorificazione che tendeal suo perfezionamento. Mutilarlo di questa dimensioneescatologica sarebbe togliergli ilsuo senso. Ma, insieme,questa risurrezione futura della carne e qualcosa di stu-pefacente, per i nostri spiriti . Per questo, Paolo e le primegenerazioni cristiane l'accentuano particolarmente.

    28 Rm8, 23 .29 2 Cor 5, 4-5.

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