21-gen-2013 deroghe-rev4 1(1)

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  • Le deroghe di prevenzione incendi

    Descrizione del procedimento e valutazioni sul concetto di sicurezza equivalente

  • La derogaPossibilit di applicare misure di sicurezza alternative a quelle previste dalla norma nel caso di insediamenti o impianti soggetti al rispetto di una regola tecnica di prevenzione incendi*

    * prima del DPR 151/2011 tale procedura era prevista solo per attivit che fossero soggette al rilascio del certificato di prevenzione incendi e comprese nel campo di applicazione di una regola tecnica

  • riferimenti storiciDPR 29/07/1982 n. 577 - art.21Introduzione del concetto di deroga

    Competenza degli organi centrali del CNVVF sentiti i pareri di:

    Comando* Ispettorato regionale CCTS

    *Il Comando accerta la consistenza dei motivi della richiesta

  • riferimenti storiciDPR 12/01/1998 n.37 art.6 Competenza dellIspettore regionale VVF (oggi Direttore regionale) sentiti i pareri di:

    Comando CTR Introduzione di tempi:

    Comando 30 giorni Direzione regionale 60 giorni

  • oggiDPR 01/08/2011 n.151 art.7 Competenza del Direttore regionale sentiti i pareri di:

    Comando CTR tempi:

    Comando 30 giorni Direzione regionale 60 giorni

  • Condizioni per la richiesta di derogaattivit per la quale esista una regola tecnica di

    prevenzione incendi*esistenza di caratteristiche che impediscano il rispetto

    di uno o pi punti della norma**valutazione del rischio aggiuntivomisure tecniche idonee a compensare il rischio

    aggiuntivo

    * compresa o meno nell'elenco allegato al DPR 151/2011

    **vedere nota ministeriale 8269 del 20/05/2010

  • Iter procedurale vigenterif. DPR 1/08/2011 n.151 e DM 7/08/2012Presentazione di istanza motivata da parte dellinteressato al Comando VV.F. (mod. PIN 4 - 2012)

    esame della pratica da parte del Comando e trasmissione alla Direzione regionale con proprio motivato parere entro 30 giorni

    esame dellistanza da parte della Direzione regionale, sentito il parere del C.T.R., entro 60 giorni dal ricevimento e comunicazione dellesito finale allinteressato ed al Comando

  • Documentazione tecnica

    La documentazione tecnica, a firma di professionista antincendio, da allegare allistanza, deve essere conforme a quanto previsto allallegato I del D.M. 7/8/2012 ed integrata da una valutazione sul rischio aggiuntivo conseguente alla mancata osservanza delle disposizioni cui si intende derogare e dalle misure tecniche che si ritengono idonee a compensare il rischio aggiuntivo.

    Ulteriori specificazioni in caso di utilizzo FSE

  • particolarit

    DPR 01/08/2011 n.151 art.7richiesta di deroga anche per attivit soggette al rispetto della regola tecnica ma non comprese nellallegato Ies.:impianti termici 35kW

  • caratteristiche/vincoli

    vincoli strutturali mancanza di possibilit, di locali, o di

    strutture alternative edifici di pregio soggetti a tutela territori soggetti a vincoli ambientali interfaccia con altre attivit

  • crite

    ri am

    mis

    sibi

    lit

  • rischio aggiuntivo

    individuare gli obiettivi

    valutare il rischio aggiuntivo

  • Obiettivi di sicurezza antincendioSono stabiliti allart. 3 del DPR 577/82, ma trovano una esplicitazione pi funzionale nella direttiva sui prodotti da costruzione (DPR 246/93) ed in particolare nel documento interpretativo n.2 (G.U.C.E. 62/63 del 28/2/94):minimizzazione delle occasioni di incendiostabilit delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso agli occupantilimitata produzione e propagazione del fuoco e dei fumi allinterno delle opere e limitata propagazione del fuoco alle opere vicinepossibilit che gli occupanti lascino lopera indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modopossibilit per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza

  • Obiettivi di sicurezza antincendio

    le misure di prevenzione e protezione stabilite da una regola tecnica sono sempre associabili ad uno o pi obiettivi di sicurezza antincendio

    le regole tecniche (recenti) stabiliscono gli obiettivi

  • valutazione del rischioMETODOLOGIE

    METODI CARATTERISTICHEquantitativi/probabilistici Modelli matematici di incendio

    Analisi statisticheAlbero degli eventiAlbero dei guasti

    semiquantitativi Metodi ad indiceMatrici di rischio

    qualitativi Check-listRaccomandazioniWhat-ifAlbero dei concetti della sicurezza antincendio (NFPA 550:2007)

  • compensazione del rischio aggiuntivo

  • in pratica...1. Comprendo l'obiettivo (o gli obiettivi) associati ai punti della regola tecnica che non possono essere rispettati

    2. Valuto l'impatto delle difformit sull'attivit

    3. Propongo misure di sicurezza alternative che consentano il raggiungimento dei medesimi obiettivi (a compensazione del rischio aggiuntivo)

  • esempiau

    torim

    esse

  • esempi

    normativa obiettivi rischio aggiuntivo misure alternativeventilazione naturale 1/25

    favorire evacuazione fumo e calore;assicurare lavaggio aria ambiente ai fini sanitari

    maggiore sollecitazione strutture;minore visibilt;difficolt operazioni di soccorso;lavaggio aria ambiente pi lento

    ventilazione meccanica ai fini antincendio;impianto di spegnimento automatico;ventilazione meccanica ai fini sanitari

    auto

    rimes

    se

  • esempi

    normativa obiettivi rischio aggiuntivo misure alternativealtezza di piano 2,40 m

    realizzare un volume libero dai fumi in caso di incendio;favorire l'evacuazione degli occupanti

    aumento velocit di crescita temperature;minore visibilt;difficolt operazioni di soccorso;

    maggiorazione superficie di aerazione;maggiorazione % superficie aerazione permanente;riduzione lunghezza percorsi d'esodo

    auto

    rimes

    se

  • esempi

    normativa obiettivi rischio aggiuntivo misure alternativenumero uscite;larghezza uscite;lunghezza percorsi;

    garantire sicure condizioni di esodo

    maggiori di difficolt nell'esodo

    sistema di controllo dei fumi;impianti di rivelazione incendio;altezza piano;compartimentazioniilluminazione di sicurezza

    auto

    rimes

    se

  • esempi

    Normativa obiettivi rischio aggiuntivo misure alternativeattestazione parete esterna 15% perimetro;

    garantire l'ubicazione periferica della CT rispetto all'edificio;favorire realizzazione di aperture di aerazione permanente

    maggiori difficolt di accesso;minori possibilit di realizzare aperture di aerazione

    rivelazione gas/elettrovalvola;accesso dall'esterno;valvola di intercettazione esterna

    Impi

    anti

    term

    ici g

    as

  • esempi

    Normativa obiettivi rischio aggiuntivo misure alternativealtezza locale; assicurare idoneo

    volume in relazione alla potenza termica;garantire sicure condizioni di accesso e manutenzione

    velocit raggiugimento concentrazioni pericolose in caso di rilascio di gas;maggiori difficolt di accesso e manutenzione;

    maggiorazione superficie di aerazione;garantire altezza idonea in corrispondenza organi regolazione

    Impi

    anti

    term

    ici g

    as

  • esempi

    Normativa obiettivi rischio aggiuntivo misure alternativenumero uscite;lunghezza percorsi

    facilitare l'esodo attraverso:- percorsi alternativi- aduguate distanze per il raggiungimento del luogo sicuro

    maggiori difficolt nell'esodo dovute a:- eccessiva lunghezza dei percorsi;- mancanza di percorsi alternativi

    reazione al fuoco dei materiali;impianti di rivelazione automatica d'incendio;caratteristiche dei vani scala;potenziamento misure organizzative e gestionali

    albe

    rghi

  • esempi

    Normativa obiettivi rischio aggiuntivo misure alternativeresistenza al fuoco strutture portanti/separanti

    garantire la resistenza strutturale dell'edificio e le compartimentazioni in caso di incendio per un tempo congruo

    cedimenti strutturali in tempi non idonei in relazione alla gestione dell'emergenza;propagazione dell'incendio

    riduzione del carico d'incendio;impianti automatici di spegnimento;impianti di rivelazione incendio e potenziamento servizio di sicurezza;schemi strutturali che evitino cedimenti generalizzati

    albe

    rghi

  • Autorimesse

    Deroghe non necessarie rampe scoperte comunicazioni con attivit non soggette al

    controllo VVF Box > 40 m2

    Chiarimento con Nota ministeriale prot. nr. P310/4108 Sott. 22(44) del 08/05/01: sono ammessi box con superficie oltre i 40 m2 a condizione che sia "valutata la necessit di disporre di aperture indipendenti, o verso la corsia di manovra, di superficie non inferiore a 1/25 del locale, in relazione alla distribuzione e alla distanza reciproca delle aperture nellautorimessa, che non dovr comunque essere superiore a 40 m".

  • Autorimesse

    Deroghe ricorrenti Superficie di aerazione Superficie compartimenti Caratteristiche rampe Altezza piani Larghezza U.S. Lunghezza percorsi d'esodo

  • Deroga in via generale(L.C. P 1563/4108 del 29 agosto 1995)

    3.2 altezza dei pianiPer autorimesse private, sino a 40 autovetture, ed ubicate non oltre il 1 interrato, consentito

    che l'altezza del piano sia inferiore a ml 2,40 con un minimo di ml 2,00, a condizione che:a) l'autorimessa sia dotata di un sistema di ventilazione naturale con aperture di aerazione prive

    di serramenti e di superficie non inferiore ad 1/20 della superficie in pianta dell'autorimessa. Almeno il 50% della suddetta superficie di ventilazione deve essere ricavata su pareti contrapposte;

    b) l'altezza minima di ml 2,00 deve essere rispettata nei confronti di qualsiasi sporgenza dell'intradosso del solaio di copertura, compresi eventuali impianti e tubazioni a soffitto;

    c) il percorso massimo per raggiungere le uscite deve essere non superiore a ml 30. Tale lunghezza deve essere osservata anche per le autorimesse di cui al punto 3.10.6, 2 capoverso.

    autor

    imes

    se

  • Deroga in via generale(L.C. P 1563/4108 del 29 agosto 1995)

    3.6.3 corsie di manovraNel caso in cui le corsie di manovra risultino di larghezza inferiore al minimo

    prescritto, ammesso che le corsie stesse, per tratti limitati, abbiano larghezza non inferiore a ml 3,00 a condizione che sia installata apposita segnaletica che evidenzi i restringimenti di corsia, integrata, in corrispondenza dei cambi di direzione delle corsie stesse, da idonei sistemi ottici (p.e. specchi parabolici).

    Non sono previste limitazioni sulla tipologia dell'autorimessa

    autor

    imes

    se

  • Deroga in via generale(L.C. P 1563/4108 del 29 agosto 1995)

    3.7.2 ampiezza delle rampe

    Per autorimesse oltre 15 e sino a 40 autovetture consentita una sola rampa di ampiezza non inferiore a ml 3,00, a condizione che venga installato un impianto semaforico idoneo a regolare il transito sulla rampa medesima a senso unico alternato.

    autor

    imes

    se

  • Deroga in via generale(L.C. P 1563/4108 del 29 agosto 1995)

    3.7.2 accesso da montautoNel caso di autorimesse interrate, con capacit di parcamento non superiore a 30 autoveicoli, consentito che

    l'accesso avvenga da montauto alle seguenti condizioni:- il locale per il ricevimento degli autoveicoli annesso al montauto sia ubicato su spazio scoperto; qualora non

    sia garantito tale requisito il locale ricevimento sia di tipo protetto con stesse caratteristiche del vano montauto;

    - il vano montauto sia protetto rispetto all'area destinata a parcheggio con strutture di separazione REI 90 e porte di caratteristiche non inferiori a RE 90;

    - il sistema del montauto sia dotato di dispositivo ausiliario automatico per l'alimentazione di energia elettrica in caso di mancanza di energia di rete. Il relativo generatore abbia potenza sufficiente per l'alimentazione di tutti gli impianti di sicurezza;

    - l'autorimessa sia dotata di impianto di illuminazione di emergenza con autonomia di almeno 30 minuti;- la movimentazione degli automezzi nel vano montauto avvenga senza persone a bordo;- sia esposto all'esterno, in corrispondenza del vano di caricamento in luogo idoneo e facilmente visibile, il

    regolamento di utilizzazione dell'impianto, con le limitazioni e prescrizioni di esercizio:- l'area destinata al parcamento degli autoveicoli sia dotata di impianto fisso di spegnimento automatico del tipo

    a pioggia (sprinkler).

    autor

    imes

    se

  • Autosilo

    non si tratta si montauto si applicano le disposizioni specifiche del DM

    01/02/1986deroghe ricorrenti: superfici di ventilazione passaggi comunicazioni

    autor

    imes

    se

  • Impianti termici

    Deroghe ricorrenti Lunghezza parete attestata su spazio a cielo

    libero Altezza locale Modalit di accesso

  • Scuole

    Deroghe ricorrenti Separazione con attivit non pertinenti/accesso

    alloggio custode Resistenza al fuoco strutture Larghezza percorsi d'esodo/uscite Affollamento refettori

  • Deroga in via generale(L.C. P 2244/4122 del 30 ottobre 1996)

    A) 5.0 affollamento Nel caso di refettori e palestre, qualora le persone effettivamente presenti siano

    numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato sulla base delle densit di affollamento indicate al punto 5.0, l'indicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilit del titolare dell'attivit

    scuo

    le

    solo per edifici esistenti

  • Deroga in via generale(L.C. P 2244/4122 del 30 ottobre 1996)

    B) 5.2 sistemi di vie di uscita B1) Edifici a tre piani fuori terra:

    limitatamente agli edifici a tre piani fuori terra ammesso che, in luogo della scala esterna o a prova di fumo, sia realizzata una scala protetta a condizione che tutte le scale siano protette e che adducano, attraverso percorsi di esodo, all'esterno. Nella gestione dell'emergenza si deve tenere conto della realt dei predetti percorsi.

    Ai fini del computo della lunghezza del percorso di cui al punto 5.4, si chiarisce che non deve essere considerato il percorso interno ai vani scala protetti.

    scuo

    le

    solo per edifici esistenti

  • Deroga in via generale(L.C. P 2244/4122 del 30 ottobre 1996)

    B) 5.2 sistemi di vie di uscita B2) Edifici a due piani fuori terra: ammessa la realizzazione di una sola scala, protetta, alle seguenti condizioni:- il numero di persone complessivamente presenti al secondo piano sia

    commisurato alla larghezza della scala, considerando la capacit di deflusso non superiore a 50;

    - il percorso di piano non sia superiore a 15 m. Sono ammessi percorsi di lunghezza non superiore a 25 m se corridoi e scale sono provvisti di rivestimenti ed arredi di classe 1 di reazione al fuoco in ragione di non pi del 50% della loro superficie totale (pavimenti, pareti, soffitti e proiezione orizzontale delle scale) e di classe 0 per le restanti parti e ove ritenuto necessario, di impianto automatico di rivelazione e allarme incendio;

    - il percorso da ogni punto dell'edificio fino a luogo sicuro non superi i 45 m.

    scuo

    le

    solo per edifici esistenti

  • alberghi

    Deroghe ricorrenti caratteristiche vie di esodo compartimentazioni

    il DM 06/10/2003 ha ridotto il ricorso alla deroga

  • Deroghe non necessarie

    Adeguamenti non richiesti Locali di pubblico spettacolo Centrali termiche Uffici Strutture sanitarie

  • Misure alternative - esempi

  • 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 20090

    100

    200

    300

    400

    500

    600

    199 207

    251

    301 302320

    389 402

    492

    deroghe 2001-2009sub-titlesub-title

    direzione regionale vvf lombardia

    ista

    nze

  • Sicurezza equivalente ed ingegneria antincendio

    Il procedimento di deroga, attraverso lindividuazione delle misure di sicurezza equivalenti, favorisce un approccio di tipo ingegneristico alla sicurezza antincendio.

    Lingegneria antincendio si basa sullutilizzo di metodologie ingegneristiche per determinare i requisiti di sicurezza e progettare i sistemi necessari per realizzare il previsto livello di sicurezza.

  • Ingegneria antincendio

    Si interessa di quantificare i seguenti sei aspetti di un incendio in un edificio:

    ignizione e sviluppo di un incendio rivelazione dellincendio ed allarme evacuazione occupanti fino al luogo sicuro propagazione del fumo e del fuoco allinterno delledificio propagazione dellincendio allesterno delledificio controllo dellincendio

  • Obiettivi di sicurezza antincendioSono stabiliti allart. 3 del DPR 577/82, ma trovano una esplicitazione pi funzionale nella direttiva sui prodotti da costruzione (DPR 246/93) ed in particolare nel documento interpretativo n.2 (G.U.C.E. 62/63 del 28/2/94):minimizzazione delle occasioni di incendiostabilit delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso agli occupantilimitata produzione e propagazione del fuoco e dei fumi allinterno delle opere e limitata propagazione del fuoco alle opere vicinepossibilit che gli occupanti lascino lopera indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modopossibilit per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza

  • Strumenti per lapproccio ingegneristico

    Per lU.E. la sicurezza delle costruzioni potr essere valutata sulla base delle norme esistenti, ammettendo scostamenti da queste o progettazioni alternative solo secondo i metodi della fire engineering.

    Lo stato dellarte a livello internazionale in materia di fire engineering rappresentato dal documento ISO TR 13387.

    Il rapporto tecnico ISO TR 13387, pubblicato nel 1999, un documento in corso di elaborazione tecnica, per cui non rappresenta ancora un International Standard

  • Direttive sullapproccio ingegneristico alla sicurezza antincendio (DM 9/05/2007)

    Possibilit di utilizzo FSE: insediamenti di tipo complesso o a tecnologia avanzata edifici di particolare rilevanza architettonica e/o costruttiva edifici pregevoli per arte o storia o in ambiti urbanistici di

    particolare specificit

    Finalit utilizzo FSE individuazione provvedimenti ai fini del rilascio del cpi per attivit

    non normate individuazione misure di sicurezza equivalenti nellambito di

    una richiesta di deroga

  • GRAZIE PER L'ATTENZIONE

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