28 febbraio 2005 addio a mario luzi -...
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CORRIERE DELLA SERA Aveva 90 anni, in ottobre Ciampi lo aveva nominato senatore a vita Morto il poeta Mario Luzi. Ultimo grande protagonista della stagione dell'Ermetismo.
FIRENZE - Il poeta e senatore a vita Mario Luzi è morto a Firenze. Era stato nominato senatore
dal presidente Ciampi nello scorso ottobre, mese in cui aveva compiuto 90 anni.
«Mario Luzi, grande poeta e senatore a vita, si è spento stamani nella sua casa fiorentina. È una
gravissima perdita per la città e per il paese. Siamo profondamente addolorati»: l'annuncio è
arrivato dal sindaco di Firenze Leonardo Domenici, incaricato dalla famiglia di rendere pubblica la
notizia. Secondo il racconto dei familiari, la morte per Luzi è sopraggiunta mentre era ancora nel
suo letto, prima di alzarsi come ogni mattina. Un paio di settimane fa, lo scorso 11 febbraio, il
poeta aveva partecipato a una iniziativa a Palazzo Vecchio per ricordare Eugenio Garin. Una
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recente intervista di Luzi, in cui aveva paragonato Berlusconi a Mussolini dopo l'aggressione al
premier in piazza Navona, suscitò aspre polemiche tra i diversi partiti.
Mario Luzi, una delle figure chiave della poesia italiana del Novecento, era nato il 20 ottobre 1914
a Sesto Fiorentino (Fi). L'autore fiorentino era considerato l'ultimo grande protagonista della
stagione dell'Ermetismo. Al 1935 risale la sua prima raccolta, «La barca», cui è seguito «Avvento
notturno» (1940), testo esemplare dell'Ermetismo fiorentino. Foltissima la produzione successiva,
che scandisce le tappe e gli sviluppi di un itinerario poetico fra i più ricchi e coerenti del Novecento
italiano: «Un brindisi» (1946), «Quaderno gotico» (1947), «Primizie del deserto» (1952), «Onore
del vero» (1957), confluiti con altri versi sparsi in «Il giusto della vita» (1960), «Nel magma»
(1963), «Dal fondo delle campagne» (1965), «Su fondamenti invisibili» (1971), «Al fuoco della
controversia» (1978, premio Viareggio), «Per il battesimo dei nostri frammenti» (1985), «Frasi e
incisi di un canto salutare» (1990), «Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini» (1994), cui
vanno aggiunti i poemetti drammatici inclusi in «Teatro» (1993) e i testi teatrali «Pontormo» (1995),
«Io, Paola, la commediante» (1992) e «Ceneri e ardori» (1997).
Tema dominante della poesia di Mario Luzi è l'angosciosa contrapposizione tempo-eternità,
individuo-cosmo. Il discorso che ne nasce (affidato a un pregnante linguaggio analogico) muove da
una sorta di limbo lirico verso una realtà carica di presenze, di 'altri': questo colloquio col mondo
degli uomini e della storia si piega a volte a dialogo familiare, altre volte diventa presa di coscienza
del lacerarsi di una civiltà. La sintassi, inizialmente costretta entro moduli chiusi, si accosta via via
al parlato fino a raggiungere, da «Onore del vero» in poi, un singolare equilibrio di recitativo e
canto. Mario Luzi ha tradotto da Shakespeare, Coleridge, Racine. Della produzione saggistica
vanno ricordati «L'inferno e il limbo» (1949), «Studio su Mallarme» (1952), «Tutto in questione»
(1965), «Vicissitudine e forma» (1974), «Spazio stelle voce» (1992), «Naturalezza del poeta»
(1995).ù
LA CAMERA ARDENTE - La salma di Mario Luzi è arrivata nella tarda serata di lunedì nella Sala
d'Arme di Palazzo Vecchio e sarà esposta martedì nel Salone dei Cinquecento, dove sarà allestita
la camera ardente, dalle 9 alle 21. I funerali si terranno mercoledì mattina in Duomo e saranno
celebrati dal cardinale di Firenze Ennio Antonelli. È stato il sindaco stesso ad avvertire le massime
autorità dopo aver appreso la notizia della morte dai familiari: il presidente della Repubblica
Azeglio Ciampi e quello del senato Marcello Pera. Secondo quanto si è appreso, la radio nella
camera di Luzi era accesa, come tutte le mattine dalle 7.30, a conferma che il poeta si era già
svegliato.
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PANORAMA E' morto Mario Luzi Il poeta e senatore a vita si è spento nella sua abitazione fiorentina. E' stato considerato il capostipite dell'emetismo italiano
E' morto a Firenze il poeta e senatore a vita Mario Luzi, 90 anni. A darne l'annucio è stato il
sindaco di Firenze Leonardo Domenici, Ds, incaricato dalla famiglia. «E' una gravissima perdita
per la città e per il paese. Siamo profondamente addolorati», sono state le parole del primo
cittadino del capoluogo toscano.
Secondo i familiari, la morte del poeta è sopraggiunta mentre era ancora nel letto, prim'ancora di
potersi alzarsi. «La notizia mi riempie di tristezza. Era un uomo cordiale e di piacevole
conversazione», ha detto Marcello Pera, che lo ha conosciuto a palazzo Madama.
Luzi era stato nominato da Ciampi l'anno scorso, il 14 ottobre. Nei pochi mesi in cui è stato in
carica, aveva polemizzato con il presidente del Consiglio sulle riforme istituzionali e, a proposito
della vicenda del lancio del treppiede da parte del muratore mantovano, aveva detto, non senza
suscitare polemiche: «Anche Mussolini si mise un cerotto sul naso, era stato colpito da un
proiettile, per certi aspetti si somigliano».
MAESTRO DELL'EMETISMO
Mario Luzi (al battesimo Mario Egidio Vincenzo Luzi), è considerato una delle figure chiave della
poesia italiana del Novecento e l'ultimo grande protagonista della stagione dell'ermetismo.
Tema dominante della sua arte è stata l'angosciosa contrapposizione tempo-eternità, individuo-
cosmo.
Diversamente da altri poeti della sua generazione come Bertolucci, Caproni e Sereni, Luzi è stato
subito riconosciuto: la sua era un'«immagine esemplare» (secondo una famosa definizione di
Carlo Bo) già nel 1940, quando il poeta viveva in quella capitale della letteratura italiana che era la
Firenze degli anni trenta, la città allora di Montale, Gadda, Palazzeschi, Vittorini, Gatto, Pratolini . Il
precoce riconoscimento comportò anche un'etichetta - Luzi poeta ermetico - che si è sempre più
mostrata limitante e inadeguata.
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GIORNALE.IT E’ morto Mario Luzi
Non ce l’ha fatta a prendere il Nobel per la letteratura. Il grande sogno della sua vita non si
concretizzerà più. Mario Luzi è morto questa mattina nella sua casa di Firenze. Il grande poeta
aveva 90 anni. Pochi mesi fa era stato nominato senatore a vita dal presidente Ciampi.
A dare l'annuncio della morte è stato il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, incaricato dalla
famiglia. "Mario Luzi, grande poeta e senatore a vita, si è spento stamani nella sua casa fiorentina.
E' una gravissima perdita per la città e per il paese. Siamo profondamente addolorati", sono le
parole del sindaco.
Secondo il racconto dei familiari, la morte per Luzi è sopraggiunta mentre era ancora nel suo letto,
prima di alzarsi.
Mario Luzi era nato a Firenze nel 1914.
Nel 1926 si trasferì con la famiglia a Siena, ma vi rimane solo tre anni. Nel '29 è di nuovo a Firenze
dove compie gli studi liceali e universitari, laureandosi in letteratura francese. Per qualche anno
insegna nella scuole superiori; poi, dal '55, assume la cattedra di letteratura francese presso la
facoltà di Scienze Politiche di Firenze.
Era considerato uno dei fondatori dell'ermetismo nonchè uno dei maggiori poeti italiani
contemporanei. I suoi esordi letterari risalgono agli anni prima della guerra (la prima raccolta, La
barca, è pubblicata nel 1935), quando comincia a frequentare altri giovani poeti della scuola
ermetica (Bigongiari, Parronchi, Bo) e collabora a riviste d'avanguardia come "Frontespizio" e
"Campo di Marte".
E' questa la fase, che durerà oltre un decennio, più propriamente ermetica della poesia di Luzi;
scelta, questa dell'ermetismo, che verrà non abbandonata ma ampliata e approfondita negli anni
successivi. E' già presente, tuttavia, un aspetto che perdurerà in tutte le stagioni poetiche di Luzi.
Franco Fortini, critico e poeta cui si è dedicata una scheda, l'ha definita "certezza dell'essenza
spirituale dell'universo", dalla quale consegue la "possibilità di conoscere tale essenza per via
intuitiva, indipendentemente dalla storia umana". Non è strano che Fortini apra un suo saggio su
Luzi proprio con questa premessa; a lui, poeta immerso nella storia e impegnato politicamente e
civilmente, questo volontario astrarsi dal mondo appare probabilmente passivo, rinunciatario; il
che, d'altro canto, non lo porta certo a sottovalutare l'importanza dell'opera del poeta fiorentino.
Nel concreto, questo fondamentale aspetto della poesia di Luzi si traduce, almeno inizialmente, in
liriche che si rifanno al simbolismo e al suo maestro Mallarmé per il linguaggio prezioso e cifrato,
per l'assenza totale della realtà contingente e della storia. Un critico ha parlato, non a torto, di
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"schifiltosità spirituale", riassumendo così il predominante atteggiamento intellettualizzato e di
maniera delle prime raccolte di Luzi. Nelle quali, d'altra parte, il poeta appare stilisticamente già
assai maturo e perfettamente padrone di una tecnica che usa con rara maestria un endecasillabo
"sublime ed eloquente".
Il periodo migliore della poesia di Luzi è, secondo alcuni critici, quello che si apre con la raccolta
Primizie del deserto dei primi anni Cinquanta. Ciò che prima era posa, languore forse un po'
snobistico, diventa esperienza esistenziale. L'assenza e l' "immobilità fachiresca" degli anni
precedenti lasciano il posto a un'inquietudine profonda che si traduce, da un lato, in paesaggi tetri,
aspri, perennamente scossi dal vento; dall'altro nella costante ricerca di un ponte tra essere e
divenire, mutamento e identità, tempo ed eternità, nell'incerta speranza che questo possa in
qualche modo lenire la penosa insensatezza del vivere.
Più di recente Luzi ha modificato alquanto lo stile e in parte i contenuti. Il verso é diventato
prosastico, il lessico "di nobile estrazione saggistica"; i contenuti, infine, si sono aperti a memorie
di adolescenza, ambienti della quotidianità urbana, financo a paesaggi esotici di paesi stranieri. La
sua resta comunque una poesia d'elezione, intesa come pratica salvifica da una vita
apparentemente priva di senso; in fondo alla quale, tuttavia, resta forse la speranza di una
sopravvivenza dell'anima alla morte del corpo. Risposta, questa, essenzialmente religiosa che si
rifà a un cristianesimo profondamente sentito, anche se in modo tormentato, che compare nelle
liriche del poeta fin dai suoi esordi.
Di seguito pubblichiamo due sue poesie
Da "Poesie sparse"
Nulla di ciò che accade e non ha volto
Nulla di ciò che accade e non ha volto
e nulla che precipiti puro, immune da traccia,
percettibile solo alla pietà
come te mi significa la morte.
Il vento ricco oscilla corrugato
sui vetri, finge estatiche presenze
e un oriente bianco s'esala
nei quadrivi di febbre lastricati.
Dalla pioggia alle candide schiarite
si levano allo sguardo variopinto
blocchi d'aria in festevoli distanze.
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Apparire e sparire è una chimera.
E' questa l'ora tua, è l'ora di quei re
sismici il cui trono è il movimento,
insensibili se non al freddo di morte
che lasciano nel sangue all'improvviso.
Loro sede fulminea è qualche specchio
assorto nella sera, ivi s'incontrano,
ivi si riconoscono in un battito.
Sei certa ed ingannevole, è vano ch'io ti cerchi,
ti persegua di là dai fortilizi,
dalle guglie riflesse negli asfalti,
nei luoghi ove l'amore non può giungere
né la dimenticanza di se stessi.
Da "Onore del vero"
Uccelli
il vento è un'aspra voce che ammonisce
per noi stuolo che a volte trova pace
e asilo sopra questi rami secchi.
E la schiera ripiglia il triste volo,
migra nel cuore dei monti, viola
scavato nel viola inesauribile,
miniera senza fondo dello spazio.
Il volo è lento, penetra a fatica
nell'azzurro che s'apre oltre l'azzurro,
nel tempo ch'è di là dal tempo; alcuni
mandano grida acute che precipitano
e nessuna parete ripercuote.
Che ci somiglia è il moto delle cime
nell'ora - quasi non si può pensare
né dire - quando su steli invisibili
tutt'intorno una primavera strana
fiorisce in nuvole rade che il vento
pasce in un cielo o umido o bruciato
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e la sorte della giornata è varia,
la grandine, la pioggia, la schiarita.
L'UNITA' È scomparso Mario Luzi, poeta del Novecento
La salma di Mario Luzi - il grande poeta è morto lunedì mattina - arriverà in Palazzo Vecchio in
serata e sarà esposta da martedì nel Salone dei Cinquecento, dove sarà allestita la camera
ardente, dalle ore 9 alle 21. I funerali si terranno mercoledì mattina in Duomo e saranno celebrati
dal cardinale Ennio Antonelli.
Mario Luzi è morto nella sua casa fiorentina dove viveva da solo, stamani, dopo le 8,30. La radio,
hanno detto gli amici più intimi, è stata trovata accesa come ogni giorno ma lui non ce l'aveva fatta
a scendere dal suo letto. «Forse si è trattato di un piccolo infarto, sicuramente è stato un evento
acuto», come ha riferito un amico medico che già lo assistè nel settembre 2003 a Pienza, quando
il poeta, in vacanza nella cittadina del Senese a cui era molto legato, accusò uno scompenso
cardiaco, che lo costrinse al ricovero in ospedale per molti giorni. Certo Luzi domenica stava bene,
aveva fatto una passeggiata. Gianni Luzi, il figlio, dice che domenica sera il poeta era stato a cena
fuori con amici. Poi «si è spento nel sonno -conferma- aveva sempre temuto il dolore e grazie a
Dio è morto senza soffrire».
Venerdì scorso però aveva preferito non andare a un'assemblea a cui lo avevano invitato dei
giovani no global. Aveva preferito riguardarsi. Lo si era visto in pubblico per l'ultima volta lo scorso
11 febbraio quando aveva partecipato in Palazzo Vecchio ad una iniziativa per ricordare la recente
morte di Eugenio Garin.
Fiorentino di nascita, convinzione e residenza, aveva compiuto novant'anni il 20 ottobre 2004,
essendo nato nel 1914. Con la sua poesia ha attraversato un secolo. Dagli esordi ermetici di La
barca alla serrata indagine sulla deriva dei linguaggi contemporanei degli anni '60 e '70, alla lucida
ed essenziale poesia civica e alla meditazione spirituale degli ultimi anni, la sua ricerca si è calata
«nel magma» delle «contraddizioni» novecentesche, sorretta da una profonda fede religiosa.
Proprio alla vigilia del suo novantesimo compleanno era stato nominato senatore a vita dal
presidente Ciampi. Nei mesi scorsi è stato più volte attaccato dal centrodestra per le sue critiche al
governo e a Berlusconi, da lui definito «un provocatore». Il 20 gennaio in un intervista a l'Espresso
aveva rinnovato il suo allarme: «Il pericolo - aveva detto -è di veder demolito tutto ciò che si è
costruito nel Risorgimento, come coesione nazionale, come senso dello Stato e anche come
libertà di un intero popolo. In poco tempo, una classe dirigente faziosa e incapace sta minando il
lavoro di un millennio, Dante, Petrarca, Machiavelli, Foscolo, Leopardi».
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L'unica giustificazione per le sue esternazioni, ha avuto modo di dire il ministro Maurizio Gasparri,
«potrebbe essere l'età avanzata». Altri esponenti di An e della Lega, tra cui il Finiano Landolfi e il
ministro Calderoli, hanno chiesto a Ciampi di destituirlo.
A dare l'annuncio della sua scomparsa è stato il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, incaricato
dalla famiglia Luzi di rendere pubblica la notizia: «Mario Luzi, grande poeta e senatore a vita, si è
spento stamani nella sua casa fiorentina. È una gravissima perdita per la città e per il paese.
Siamo profondamente addolorati». Domenici ha dato anche l'annuncio al presidente Ciampi e ai
presidenti di Camera e Senato Casini, Pera. Tutto il mondo della politica e quello della cultura, a
cominciare dal rettore dell'università di Firenze rettore Augusto Marinelli, esprime cordoglio per la
perdita di una voce importante. Ciampi ha detto di provare «profonda tristezza» per la morte di
Luzi, «un letterato di rilevo internazionale».
Il presidente della Accademia della Crusca, il professor Francesco Sabatini, ricorda con dispiacere
il fatto che a Luzi, che faceva parte dell'antico istituto, non gli sia mai stato assegnato il Nobel per
la Letteratura. «Non vogliamo certo erigerci a giudici dell'Accademia di Stoccolma - dice - ma è
un'ingiustizia che quel riconoscimento gli sia mancato. È stato uno dei maggiori poeti italiani del
'900, che ha saputo parlare pienamente anche nei primi anni del nuovo millennio».
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Addio a Mario Luzi Il poeta e senatore si è spento stamani nella sua casa di Firenze.
Era considerato l’ultimo grande protagonista della stagione dell’Ermetismo. In ottobre, a pochi
giorni 90esimo compleanno, era stato nominato da Ciampi senatore a vita ROMA - Dall’ermetismo
dell’esordio alla frantumazione drammatica delle ultime prove, i versi di Mario Luzi testimoniano la
coerenza di un poeta che ha sempre creduto nel valore dell’esistenza e nella forza salvifica della
parola. In questa sua fede, la poesia di Luzi implica sempre una tensione intellettuale e una carica
religiosa, politica, morale mai segnata dalla disperazione.
In un periodo segnato da una continua trasformazione e da grandi tragedie come la guerra e il
terrorismo, la sua voce si è arricchita, maturando il suo colloquio sempre aperto con lo spirito
cristiano, davanti allo spavento che la storia e l’uomo ripropongono di continuo, e davanti al quale
spesso prende posizione, come ha fatto pure nell’ultimo periodo da senatore a vita, nominato da
Ciampi il 14 ottobre 2004. Mario Luzi nasce a Castello, sobborgo di Firenze, il 20 ottobre 1914, da
genitori originari della Maremma. Frequenta il ginnasio a Siena e a Firenze. All’Università è allievo
del francesista Luigi Foscolo Benedetto: Si laurea nel ’36 con una tesi su Mauriac, poi pubblicata
col titolo ’L’opium chretien’. A Firenze i primi incontri sono con Piero Bigongiari e Alessandro
Parronchi, amici poeti di tutta una vita, e con i critici di poco più anziani, Traverso, Bo e Macrì. E’ il
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gruppo degli ermetici che collabora alla rivista cattolica ’Frontespiziò e che se ne andranno quando
la linea della rivista diventa troppo vicina alle posizioni del Fascismo. Luzi crede da sempre nel
valore della poesia come salvaguardia estrema dei valori umani. Lo conferma anche la sua prima
raccolta di versi ’La barcà, edita da Guanda, che raccoglie poesie scritte tra il 1934 e il 1935
mentre quasi nulla rimane dei versi precedenti. ’La barcà ha come primo recensore un giovane
Giorgio Caproni che legge in quei versi «una musicalità piana e suadente, adesiva all’animo del
lettore, virtù che avvince e convince alla lettura». Sono poesie di stretta osservanza ermetica,
legate al simbolismo francese, ma in cui appare evidente il valore trascendentale dell’esperienza
umana e si testimonia il suo già maturo cattolicesimo. Dopo il ’35 Luzi collabora a riviste come
’Letteraturà, ’Bargellò e ’Campo di Martè, luoghi dove nasce un nuovo, decisivo sodalizio con
Bilenchi, amico per sempre, con Alfonso Gatto, Vasco Pratolini, Guglielmo Petroni e Antonio
Delfini, e Luzi si trova a testimoniare in prima fila un nuovo volto della poesia italiana. Scrive i saggi
di «Un’illusione platonica» (1941) e le poesie di «Avvento notturno(1940). Con «Biografia a
Ebe(1942) dà un raro esempio di prosa ermetica. Luzi insegna per qualche anno alle Magistrali poi
a Roma è per due anni alla sovrintendenza bibliografica. Si sposa e ha un figlio, mentre è alla
macchia nella campagna toscana, dopo l’8 settembre 1943. Nel dopoguerra, gli anni del
neorealismo sono ostili alla sua poesia e a molti, che pure lo stimavano, la sua sembra
un’esperienza datata, chiusa nella scelta ermetica. Nel 1947 nasce «Quaderno gotico»,
canzoniere d’amore con versi di grande perfezione, ma la svolta creativa è «Primizie del
deserto(1952) a segnarla. Qui il poeta si dispone ad un confronto più drammatico con la realtà
abbandonando le posizioni rarefatte delle prime prove. Nel 1954 dà vita con Betocchi, Parronchi,
Leonetto Leoni a «La Chimera» che nei suoi 2 anni di esistenza fece da interlocutrice all’assai
diversa ’Officinà di Leonetti, Fortini, Pasolini. E’ incaricato di letteratura francese all’Università di
Firenze. Intensifica l’ attività di francesista pubblicando alcuni saggi, tra cui «Lo stile di Costant»
(1963). Le poesie di «Onore del vero» definte da Pasolini «tra le prove più alte del dopoguerra»
chiudono nel ’57 una stagione nel segno dell’endecasillabo. Nel 1960 escono da Garzanti, il suo
editore, tutte le poesie edite tra il ’35 e il ’57 col titolo «Il giusto della vita». Comincia a tradurre
teatro in versi da Racine e Shakespeare. Nel 1963 «Nel magma» è il libro della svolta: la sua
poesia entra nell’aspro dibattito politico e culturale degli anni ’60. Scrive Giorgio Caproni: «Luzi è
riuscito a darci in queste pagine impegnate fino all’osso un’anticipo di quella che potrebbe essere
una commedia d’oggi». Alle accuse di distanza dalla politica Luzi risponde con la testimonianza di
un impegno profondo che mira ad un percorso più lungo. Con «Dal fondo delle campagne(1965)
dimostra la sua fedeltà al paesaggio toscano, i cui valori sembrano resistere alla distruzione dello
sviluppo industriale. Nel 1971 escono due opere, «Sui fondamenti invisibili» e il dramma in versi
«Ipazia». Dal 1972 all’81 insegna letterature comparate all’università di Urbino. Del 1978 sono le
poesie di «Al fuoco della controversia» con cui vince il Premio Viareggio. «La sua voce - scrive
Attilio Bertolucci recensendo il libro - è ancora inconfondibile nella sua dolcezza, severa, non
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inquinata». La sua fama è oramai internazionale: è uno dei nomi che ogni anno si fanno per il
Nobel. Del 1983 è il dramma in versi «Rosales», ispirato alla figura di Don Giovanni, che porta in
scena Giorgio Albertazzi con la regia di Orazio Costa, a ribadire una passione per la scena che si
rinnoverà pi_ volte negli anni seguenti. Nel 1985 esce «Per il battesimo dei nostri frammenti», nel
1990 «Frasi e incisi di un canto salutare», nel 1994 ’Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini»
e nell’aprile scorso la raccolta di versi, «Dottrina dell’estremo principiante». L’ultima poesia di
questo volume allude metaforicamente a quella barca cui era intitolata la prima, giovanile raccolta
di Luzi, come a chiudere un cerchio tra le due et, nel variare l’approccio da eterno principiante alla
continua meditazione, alla ancora viva, eterna sorpresa per la «maestà del mondo».
Elisabetta Stefanelli
ANSA.IT MORTO MARIO LUZI, IL POETA DIVENTATO SENATORE
FIRENZE - La morte l' ha colto nel suo letto, nell' appartamento di via Bellariva, vicino all' Arno,
dove viveva solo. ''Forse un piccolo infarto, sicuramente un episodio acuto'', ha detto il medico che
l' aveva curato a Pienza, quando nell' estate del 2003 accuso' uno scompenso cardiaco. Quel che
e' sicuro e' che Mario Luzi, uno dei massimi poeti del Novecento italiano e da quattro mesi
senatore a vita, ha vissuto fino all' ultimo pienamente, con eccezionale lucidita', nonostante i 90
anni compiuti lo scorso 20 ottobre, in una condizione di intensa attivita' sociale.
Ieri sera - ha raccontato il figlio Gianni - era stato fuori a cena con alcuni amici che l' avevano
riaccompagnato a casa. Dopo essere rientrato nel suo appartamento - si e' appreso oggi - intorno
alle 22 il poeta ha avuto una lunga telefonata con una musicista e scrittrice greca, Margherita
Dalmati, 84 anni, a cui era legato da un' amicizia di 50 anni. Luzi era apparso affaticato ma aveva
voglia di chiacchierare. Insieme hanno revocato ricordi tra cui la comune amicizia con Eugenio
Montale. Il poeta si era lamentato del freddo intenso che lo costringeva a stare spesso in casa.
Stamane, come ogni giorno, Isolina Lupetti, una delle due governanti che lo accudivano da tempo,
e' giunta intorno alle 9,30 nell' appartamento. ''Ho aperto e ho sentito che la radio in camera era
accesa. Non mi ha risposto al buongiorno, ma ho pensato - ha raccontato la donna - che fosse in
bagno''.
Isolina Lupetti, come tutte le mattine, si e' cosi' recata in cucina per preparare la colazione. ''Poi, l'
ho richiamato, ma non sentendo risposte mi sono affacciata alla camera e l' ho trovato steso sul
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letto che non respirava piu'''.
E' stata lei, che lo ricorda con profonda emozione sottolineando che Luzi ''era buono, non era
esigente in niente'', a chiamare il 118. Ma il medico non ha potuto fare nulla. Mario Luzi e' morto
presumibilmente all' alba, dopo essersi svegliato, come affermano gli amici piu' stretti e come
lascerebbe ipotizzare la radio accesa. Una morte improvvisa, senza apparenti segnali, dal
momento che - secondo gli amici - ''ieri stava bene e ha fatto anche una passeggiata''.
Il poeta e il figlio Gianni si erano visti ieri mattina ed erano stati insieme per due ore. ''Era brillante
e spiritoso come sempre - ha raccontato Gianni Luzi - L' ho visto bene anche se, con il senno di
poi, forse era un po' affaticato. Abbiamo parlato delle polemiche politiche che hanno interessato il
Quirinale e Palazzo Chigi. Lui non aveva sentito delle 'sirene', e io gli ho spiegato cosa era
successo''.
Gianni Luzi, che stamane, avvisato dagli operatori del 118, e' accorso nella casa del padre insieme
con la moglie Loretta, si e' detto contento che il padre sia morto senza spasmi. ''Mi compiaccio con
lui che ha sempre temuto molto il dolore e che grazie a Dio e' morto senza soffrire''.
Grandissimo il cordoglio a Firenze dopo l' annuncio della scomparsa del grande poeta data dal
sindaco Leonardo Domenici, incaricato dalla famiglia di rendere pubblica la notizia. Nell'
appartamento di via Bellariva sono subito accorsi parenti e amici piu' stretti a rendere omaggio ad
uno dei maggiori poeti italiani che scompare a poca distanza da un altro grande pensatore,
Eugenio Garin, morto a Firenze il 29 dicembre scorso a 95 anni e che lo stesso poeta aveva
commemorato in una cerimonia in Palazzo Vecchio l' 11 febbraio.
ANSA.IT LUZI: PARTITI E ISTITUZIONI GLI RENDONO OMAGGIO
ROMA - Mario Luzi, poeta e senatore a vita, riceve in morte ampi riconoscimenti dal mondo
istituzionale e politico. Anche se in alcuni settori della maggioranza si notano silenzi, e qualche
freddezza da parte di chi non sembra aver dimenticato le dichiarazioni sul governo che gli avevano
procurato l'antipatia dichiarata di uomini come il ministro delle comunicazioni, Maurizio Gasparri. Il
coro del cordoglio per la morte del grande poeta e' quindi unanime, mentre sul senatore a vita
resta qualche ruggine a destra i cui segni difficili sembrano difficili da cancellare. La scomparsa di
questo ''straordinario navigatore del Novecento'', come lo ha definito il presidente della Repubblica,
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Carlo Azeglio Ciampi che lo aveva nominato senatore, e' comunque un fatto che trascende i
dissapori politici. Un fatto per il quale il presidente del Senato, Marcello Pera, confessa la sua
''tristezza'' per la perdita di un uomo che, nei mesi in cui ha fatto parte del Senato, aveva cercato di
''usare il suo ruolo per contributi importanti alla nostra vita politica''. Il presidente della Camera,
Pierferdinando Casini, lo ricorda ''protagonista autorevole ed appassionato'' della cultura.
All'omaggio al poeta, i commenti dall'opposizione aggiungono la sottolineatura della sua capacita'
di unire, come nota il segretario dei Ds, Piero Fassino, ''arte e passione civile''. Anche Fausto
Bertinotti, segretario del Prc, sottolinea la capacita' di legare l'opera di ''poeta intenso e riservato''
con una ''testimonianza civile retta e coraggiosa''. Pierluigi Castagnetti, della Margherita, rimpiange
il fatto che solo per pochi mesi Luzi abbia potuto dare al Senato il suo contributo ''di moralita' e
sapienza'', mentre dal presidente del Pdci, Armando Cossutta, viene il sentito ricordo di un uomo
col quale afferma di aver condiviso il senso di unita' della Repubblica, ''nata dopo aver sconfitto il
nazifascismo'' e di una democrazia ''che ha saputo compendiare il meglio del pensiero cattolico
progressista e quello espresso dalla sinistra italiana''. Un po' tutti fanno poi la considerazione di
Antonio Di Pietro, per il quale ''nei suoi versi vivra' per sempre la sua umanita'''. Ricordi
appassionati arrivano anche dalla maggioranza. Per Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia, la
nostra civilta' ''deve molto ad un uomo di questo valore intellettuale e culturale''. Una nota della
segreteria dell'Udc afferma che la morte di Luzi apre un vuoto nelle istituzioni ma anche uno ''ben
piu' grande, nella storia della letteratura italiana''. Quanto alle polemiche col governo, che il
presidente emerito Francesco Cossiga attribuisce a ''totale ingenuita' politica'', il commissario
europeo Franco Frattini sottolinea che ''con la morte cadono tutte''. Sobrio l'omaggio reso dal
ministro degli esteri, Gianfranco Fini, ad un poeta di cui cita il magistrale contributo ''a diffondere il
patrimonio culturale italiano nel mondo'', mentre il capogruppo di An al Senato, Domenica Nania,
ricorda Luzi come ''protagonista tra i piu' illustri della poesia e della cultura del Novecento''.
ARTICOLO21.COM Luzi, la morte del poeta senatore. Lutto per la cultura italiana
Mario Luzi è morto nella camera da letto della sua casa fiorentina, dove viveva da solo, stamani,
dopo le 8,30, mentre era già sveglio. Lo si apprende dalla cerchia degli amici più stretti. Il corpo
senza vita del poeta è stato trovato un pò più tardi, dalla persona incaricata delle pulizie di casa, al
suo arrivo. Circa le cause del decesso «forse si è trattato di un piccolo infarto, sicuramente è stato
un evento acuto», come ha riferito un amico medico che già lo assistè nel settembre 2003 a
Pienza, quando il poeta, in vacanza nella cittadina del Senese a cui era molto legato, accusò uno
scompenso cardiaco, che lo costrinse al ricovero in ospedale per molti giorni. Gli stessi conoscenti
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considerano la morte di Luzi «improvvisa visto che ieri stava bene ed ha fatto anche una
passeggiata».
Mario Luzi è considerato uno dei fondatori dell'ermetismo nonchè uno dei maggiori poeti italiani
contemporanei. La prima raccolta di versi, 'La barcà, fu pubblicata nel 1935. In quel periodo
frequenta altri giovani poeti della scuola ermetica fiorentina, fra cui Bigongiari, Parronchi e Bo, e
collabora alle riviste d'avanguardia «Frontespizio» e «Campo di Marte». Nato a Firenze nel 1914,
nel 1926 si trasferisce per tre anni con la famiglia a Siena. Nel '29 è di nuovo a Firenze dove
compie gli studi liceali e universitari, laureandosi in letteratura francese con una tesi su Francois
Mauriac. A 'La Barcà seguono 'Avvento Notturnò del 1940 e 'Un brindisì del 1945 in cui da voce ad
un cattolicesimo nutrito della grande lezione della spiritualità francese. Il momento centrale della
sua produzione è rappresentato da tre libri: 'Primizie del desertò del 1952, 'Onore del verò (1957) e
'Dal fondo delle campagnè (1965, ma composto in anni precedenti) che risentono della lezione di
Eliot. Dal 1955, dopo che per qualche anno ha insegnato nelle scuole superiori, assume la
cattedra di letteratura francese presso la facoltà di Scienze Politiche di Firenze. Una svolta nella
produzione di Luzi avviene nel 1963 con la pubblicazione di 'Nel magmà, seguito da 'Su le
fondamenti invisibilì (1971), 'Al fuoco della controversià (1978), 'Frammenti e incisi di un canto
salutarè(1990), 'Viaggio terrestre e celeste di Simone Martinì (1994) e la primavera scorsa
'Dottrina dell'estremo principiantè. Il poeta è anche autore di saggi: da 'L'opium chretien' del 1938
a 'Studio su Mallarmè del 1959; da 'Tutto in questionè del 1965 a 'Vicissitudine e formà del 1974,
alle pagine autobiografiche di 'Biografia a Ebè del 1942. È stato anche autore di testi teatrale in
versi: 'Il libro di Ipazià del 1978 e 'Rosales' del 1984. Il presidente della repubblica Ciampi lo ha
nominato senatore a vita il 14 ottobre del 2004.
I commenti alla morte di Mario Luzi
Carlo Azeglio Ciampi
“Fu uno straordinario navigatore del Novecento”. “Apprendo con profonda tristezza la notizia della
scomparsa di Mario Luzi, uno dei più grandi poeti italiani moderni, uno straordinario navigatore del
Novecento, nominato Senatore a vita per aver illustrato la Patria con i suoi altissimi meriti. Dalla
sua prima raccolta lirica, Luzi ha percorso un itinerario poetico fra i più preziosi e coerenti della
poesia contemporanea italiana. Legato alla purezza linguistica delle sue radici fiorentine è stato un
poeta di respiro internazionale”. “Uno dei più grandi maestri della letteratura italiana, Carlo Bo ha
definito la sua poetica una 'immagine esemplare’. Mario Luzi ha saputo, nella pienezza della sua
maturità espressiva, con chiarezza, umiltà e semplicità dare voce alla coscienza e ai conflitti degli
uomini contemporanei, con l'impegno civile dei grandi testimoni, dei grandi saggi. Mancheranno
alla poesia italiana e mondiale la sua lucidità e la distillata bellezza espressiva dei suoi versi. Con
commosso dolore rendo onore a Mario Luzi, esempio di eccellenza e di genio italiano”.
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Marcello Pera
“La scomparsa del senatore Mario Luzi mi riempie di tristezza”. “Era uomo cordiale e di piacevole
conversazione interessato a usare il suo ruolo per contributi importanti alla nostra vita politica”,
ricorda Pera. “Alla famiglia, al suo gruppo e ai suoi amici e colleghi estendo a nome personale e di
tutto il Senato il mio cordoglio. Alla nostra cultura mancherà una delle voci più autorevoli e
profonde della poesia del Novecento”.
Pierferdinando Casini
“La cultura del nostro paese perde con lui un protagonista autorevole ed appassionato, che ha
saputo trovare nelle radici della lingua italiana una chiave preziosa ed originale per interpretare il
nostro tempo senza eluderne le domande, anche le più aspre, nel segno di una disposizione
attenta e sincera all'ascolto dell'uomo, delle sue inquietudini e delle sue speranze”.
Antonio di Pietro
“Continuerà a vivere in noi il ricordo della sua persona che ci ha lasciato un grande patrimonio
culturale e umano. Nei suoi versi vivrà per sempre la sua umanità.”
Oliviero Diliberto
“Con lui muore un grande poeta del nostro tempo, straordinaria figura di intellettuale e di uomo”. “I
suoi versi – ricorda Diliberto - e il suo impegno hanno contribuito nel corso del ‘900 a costruire una
Italia migliore. Con la sua nomina a senatore a vita nel 2004 ha testimoniato la volontà di
impegnarsi, fino all'ultimo, anche sul fronte della politica attiva, evidentemente considerata alto
esercizio di impegno morale e civile per gli altri”.
Clemente Mastella
“Con la morte di Mario Luzi sembra chiudersi definitivamente l'intera storia del novecento. Si
chiude una pagina storica che ha dato al nostro Paese grande autorevolezza internazionale”.
“Restano la grandi qualità di poeta ma anche di traduttore, di uomo di cultura che avremmo voluto
veder premiato con il Nobel”. “Un grande della letteratura ci lascia, ma la sua profonda
conoscenza, i grandi insegnamenti e, soprattutto, la sua poesia restano indelebili in Italia e nelle
menti di quanti hanno avuto modo di apprezzare, leggere, studiare e meditare sulla sua
straordinaria opera culturale. Ci mancherà come ci mancano i grandi che insieme a lui, da
Ungaretti a Pirandello a Quasimodo, hanno fatto grande il nostro Paese”.
Pierluigi Castagnetti
“Una grave perdita per il mondo della cultura e per quello della più importante istituzione della
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Repubblica. Solo pochi mesi fa avevamo salutato con gioia la nomina di Mario Luzi a senatore a
vita non solo perchè rappresentava un doveroso riconoscimento alla straordinaria figura di un
poeta che ha illustrato la cultura italiana nel mondo ma anche per l'acquisizione al lavoro
parlamentare di una grande risorsa di moralità e sapienza”.
Guglielmo Epifani
“Se ne va uno dei più grandi poeti dell'Italia contemporanea. Un uomo molto attento ai valori, alla
fede, alle ragioni della giustizia sociale e della democrazia”.
Piero Fassino
“Se ne va un raffinato poeta che ha saputo interpretare e descrivere le inquietudini del ‘900 unendo
arte e passione civile. Un punto di riferimento per quanti hanno a cuore la vita della democrazia e il
rispetto delle istituzioni”.
Gavino Angius
“Doloroso dover salutare uno dei più grandi poeti italiai. È ancora più doloroso farlo dopo che
quell'uomo, che ben rappresentava la cultura contemporanea italiana, era arrivato da qualche
mese in Parlamento come sentore a vita”. “La sua profonda sensibilità artistica, che continueremo
a trovare nei suoi scritti, unita al suo impegno civile e alla sua capacità di sguardi e pensieri lunghi
di cui i nostri tempi hanno sempre più bisogno, erano le caratteristiche di questa sua nuova
stagione. Una stagione, purtroppo, precocemente inespressa. Ho salutato con gioia il giorno della
sua nomina a Palazzo Madama e vivo oggi con dolore la notizia della sua scomparsa. Ora
mancheranno irrimediabilmente la passione e la profondità delle sue riflessioni”.
Luciano Violante
“Mario Luzi, della cui nomina a senatore a vita ringraziamo ancora il presidente Ciampi, è riuscito a
portare anche nella vita politica la forza civile e la capacità di lettura dei problemi e dei dubbi della
società moderna che hanno segnato il suo coerente impegno morale e la sua scelta per la
responsabilità dell'intellettuale”.
Francesco Sabatini (Presidente dell’Accademia della Crusca)
“È stata un'ingiustizia non aver dato a Mario Luzi il premio Nobel. Come Accademia della Crusca
lo avevamo segnalato due volte, con piena convinzione”. “Non vogliamo certo erigerci a giudici
dell'Accademia di Stoccolma, ma è un'ingiustizia che quel riconoscimento gli sia mancato. È stato
uno dei maggiori poeti italiani del '900, che ha saputo parlare pienamente anche nei primi anni del
nuovo millennio”. “L' Accademia si onora di averlo avuto, sia pure per poco tempo, fra i suoi
accademici, un riconoscimento pieno all'opera del poeta e al grande artefice della lingua”. “La
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nomina a senatore a vita lo aveva reso felice, gli aveva dato una maggiore carica di impegno. Fino
all'ultimo Luzi ci ha dato una testimonianza della sua attenzione, della sua vivissima sensibilità per
i fatti culturali e per la lingua italiana”.
Augusto Marinelli (Rettore dell’Università di Firenze)
“Sento forte la consapevolezza di questa perdita per il mondo della cultura, per la città e per l'intero
paese. A Luzi siamo legati da un debito di gratitudine per la sua poesia e il suo magistero, per la
sua intensa testimonianza umana: il dolore per la sua scomparsa ci colpisce personalmente. Mi
rammarico che non abbia potuto svolgere più a lungo quell'incarico di senatore, a cui è giunto
accompagnato da un corale e caldissimo attestato di stima”.
Giovanni Sartori
“È con grande amarezza che ho appreso la notizia della scomparsa di Mario Luzi, che ho sempre
stimato molto, prima di tutto come uomo e poi come poeta. Era persona dal garbo straordinario,
dotato di gentilezza rara”. “Siamo sempre stati buoni amici, tra noi c'è stato un rapporto sentito,
vivo e sincero. Mario Luzi era dotato di una gentilezza particolare, che nasceva, forse, dalla sua
timidezza, cosa che lo rendeva ancora più simpatico e amabile”.
Armando Cossutta
“Abbiamo condiviso e partecipato a battaglie ideali e civili di rilievo, percependo sempre il senso di
unità espressa da quella parte del paese che ha scelto di fondarsi e crescere sulla Repubblica,
nata dopo aver sconfitto il nazifascismo, forte di una democrazia che ha saputo compendiare il
meglio del pensiero cattolico progressista e quello espresso dalla sinistra italiana”. “Con Luzi se ne
va un rivolo di quello che è stato il grande corso democratico e culturale del nostro paese. Il suo
insegnamento però sarà sempre vivo, per le future generazioni”.
Sergio Cofferati
“La scomparsa di Mario Luzi è una grave perdita per la nostra cultura. È stato uno dei più grandi
poeti del Novecento”. “Pochi hanno saputo, come lui, dare valore alla parola per fissare sentimenti
e valori. Viene a mancare un poeta che ha saputo tenere stretta la sua arte con la passione civile”.
Claudio Martini
“La morte di Mario Luzi rappresenta una perdita per il mondo della cultura, una perdita che va ben
al là dei confini geografici e letterari di una città e di una regione che, pure, sono stati un punto di
riferimento costante nella sua biografia e nella sua carriera letteraria. Quello che oggi anche la
Toscana piange, non è però solo il poeta o il senatore a vita, ma anche l'uomo, il cittadino che, con
il suo fortissimo senso civico e la sua sensibilità democratica, non ha mai fatto mancare la sua
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presenza, lucida e illuminante, sulla scena politica e sociale”. “La Toscana non si è mai
dimenticata di lui e lui non si è mai dimenticato della città e della regione dove è nato e ha lavorato
per tutta la vita. Oltre ad essere una figura chiave della poesia italiana del Novecento, Luzi ha
infatti rappresentanto un esempio di coscienza critica, di rigore morale, un baluardo a difesa delle
istituzioni democratiche per cui non ha mai rinunciato, neanche per un momento e fino all'ultimo,
ad esercitare il suo diritto di parola e di critica. Per la Toscana, per noi, Luzi era una figura
familiare, una voce autorevole e amica, una sorta di nume tutelare da cui trarre ispirazione ed
esempio”. “Luzi era tutto questo e la sua morte è un dolore grande, perchè con lui non se n'è
andato solo un illustre letterato, ma anche uno dei 'grandi vecchi’ che hanno dato un senso,
contribuito a creare quel tessuto, ancora forte e vitale, che è la nostra società civile. Per questo,
oggi, siamo tutti suoi orfani”.
Francesco Cossiga
“Penso che il grande poeta Mario Luzi, dolorosamente scomparso e al quale la nomina a senatore
a vita creò non pochi fastidi per la sua totale ingenuità politica, sarà rapidamente sostituto a
Palazzo Madama dal presidente della Repubblica”. “A quanto è dato capire, vi è un solo candidato
all'Ufficio di senatore a vita: il vicepresidente del Csm Virginio Rognoni: costituirebbe un chiaro
segnale nel senso del 'resistere resistere resistere’, in un momento nel quale alto è lo scontro tra la
Giustizia e la politica”.
Fausto Bertinotti
“Avevamo appena gioito per il riconoscimento che la Repubblica aveva tributato a Mario Luzi,
nominandolo senatore a vita. Ora la Repubblica lo perde. Mancherà al Paese un poeta intenso e
riservato, ma capace di una testimonianza civile retta e coraggiosa. È stato un uomo di ricerca sui
destini dell'uomo, sul suo tempo e sulla sua terra. Non ha mai esibito, né usato gli scudi di certa
religione a cui ha preferito il soffio di una coscienza religiosa che ha reso ancor più acuto il suo
sguardo nel mondo.
RAI NEWS Cultura. Il poeta e senatore a vita Mario Luzi e' morto
Il poeta e senatore a vita Mario Luzi è morto. "Mario Luzi, grande poeta e senatore a vita, si è
spento stamani nella sua casa fiorentina. E' una gravissima perdita per la citta' e per il paese.
Siamo profondamente addolorati".
L'annuncio e' del sindaco di Firenze Leonardo Domenici, incaricato dalla famiglia Luzi di rendere
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pubblica la notizia. Secondo il racconto dei familiari, la morte per Luzi e' sopraggiunta mentre era
ancora nel suo letto, prima di alzarsi come ogni mattina. Luzi aveva compiuto i 90 anni lo scorso
20 ottobre. Pochi giorni prima, il 14 ottobre, era stato nominato senatore a vita dal presidente della
Repubblica Ciampi. La città - ricorda una nota dell' ufficio stampa del Comune di Firenze - lo aveva
festeggiato con un convegno ed una cerimonia che avevano portato a Firenze poeti, intellettuali e
politici.
Mario Luzi è nato a Firenze, il 20 ottobre 1914 e «diversamente da altri importanti poeti della sua
generazione come Bertolucci, Caproni e Sereni, è stato pressoché‚ subito riconosciuto: la sua era
un'«immagine esemplare» (secondo una famosa definizione di Carlo Bo) già nel 1940, quando il
poeta non ancora ventiseienne viveva in quella capitale della letteratura italiana che era la Firenze
degli anni trenta, la città allora di Montale, Gadda, Palazzeschi, Vittorini, Gatto, Pratolini e altri. Il
precoce riconoscimento comportò anche un'etichetta - Luzi poeta ermetico, anzi il poeta ermetico
per antonomasia. Ma la vastità dell'opera luziana fa sì che egli sia un poeta plurimo: il primo Luzi
(fino agli anni cinquanta) è significativo rappresentante di una lirica esistenziale (soprattutto con
Sereni, suo prediletto interlocutore in poesia). Poi si apre la svolta: il punto di vista non è più tra l'io
e la realtà, non c'è più giudizio (o pregiudizio): il poeta assume per sé‚ il ruolo umile e superbo di
scriba, in un rinnovamento degli istituti del dire poetico e delle prospettive fondamentale per il tardo
Novecento, affine, per quanto diversissimo, all'altro prediletto compagno di poesia, Giorgio
Caproni.
L'opera poetica di Mario Luzi è stata raccolta in un volume dei 'Meridiani', la prestigiosa collana di
letteratura della casa editrice Mondadori. Curato da Stefano Verdino, il 'Meridiano' comprende tutte
le poesie del grande autore fiorentino.
Il volume percorre un arco di 60 anni e dà modo al lettore di passare dalla stagione ermetica ai
momenti di meditazione lirica degli anni Cinquanta, dalle fasi aperte e dialogiche del suo lavoro
negli anni Sessanta e Settanta alla verticalità, alle accensioni e ai movimenti poematici degli ultimi
due decenni.
IL RESTO DEL CARLINO LA MORTE DI MARIO LUZI Protagonista della stagione dell'ermetismo
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Mario Luzi, poeta e saggista, era nato a Castello (Firenze) nel 1914. Si affermò come poeta nella
stagione dell'ermetismo fiorentino (il suo "Avvento notturno" del 1940 è il testo fondamentale del
movimento) e, in quel periodo, frequentò prevalentemente ambienti cattolici, tendenzialmente
francofili.
Dopo le prime raccolte ermetiche Luzi si spostò su una poesia che tendeva maggiormente alla
prosa, ma sempre di tono elevato, improntato allo stile della meditazione metafisica (si pensi a"Nel
magma", "Su fondamenta invisibili" ecc.).
Per sette anni candidato italiano ufficiale per il Nobel, quando nel 1997 il prestigioso
riconoscimento andò a Dario Fo, non mancarono aspre polemiche: era chiaro che attendere un
successivo "turno italiano" sarebbe stata un'illusione.
La nomina a senatore a vita lo scorso 13 ottobre fu anche una sorta di risarcimento morale per la
designazione mai arrivata dall'Accademia di Svezia.
La critica non ha mai avuto un giudizio unitario sul poeta che viene comunque considerato da molti
uno dei maggiori poeti italiani del Novecento: secondo molti, il massimo vivente.
Ricordiamo solo alcune tra le sue numerose opere: le raccolte poetiche: Quaderno gotico (1947),
Primizie del deserto (1952), Il giusto della vita (1960, raccolta delle sue poesie fino al 1960), Nel
magma (1963-1966), Dal fondo delle campagne (1965), Su fondamenti invisibili (1971), Frasi e
incisi di un canto salutare (1990), De Quibus (1991), e Opus florentinum (2002).
Tra i saggi: L'inferno e il limbo (1949), Vicissitudine e forma (1974) e La porta del cielo.
Conversazioni sul cristianesimo (1997).
Luzi è anche autore delle opere teatrali Il libro di Ipazia (1971), Rosales (1982), Ceneri e ardori
(1997), Fiore nostro fiorisci ancora (1999), Opus florentinum (2002) e I l fiore del dolore (2003).
SOLE 24 ORE E' morto il poeta Mario Luzi Aveva 90 anni. Era stato nominato senatore a vita dal presidente Ciampi
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Il poeta e senatore a vita Mario Luzi è morto oggi nella sua casa di Firenze.
Nato nel 1914 aveva compiuto 90 anni, lo scorso 20 ottobre, sei giorni dopo essere stato nominato
senatore a vita dal presidente della Repubblica "per aver illustrato la patria con altissimi meriti nel
campo letterario ed artistico".
Il debutto del poeta sugli scranni del Senato è del 15 dicembre dello scorso anno. Una prima volta,
e unica volta, che lo stesso Luzi definì "leggera, piacevole breve".
In quell'occasione aveva detto di non essere emozionato ma aveva
testimoniato il suo rispetto nei confronti dell'istituzione-Senato. "Essere qui rappresenta un
momento di riflessione perché questa istituzione - aveva detto - ha una storia che coincide più o
meno con la storia del nostro
Stato unitario".
Come per tutti gli altri senatori a vita, anche a Luzi era stato assegnato uno studio a Palazzo
Giustiniani. Ma si trattava di una residenza un po' speciale, mai occupata da altri, proprio accanto
alle stanze del presidente Pera.
Il poeta fiorentino è considerato l'ultimo grande protagonista della stagione dell'Ermetismo.
Al 1935 risale la sua prima raccolta, «La barca», cui è seguito «Avvento notturno» (1940), testo
esemplare dell'Ermetismo fiorentino. Foltissima la produzione successiva, che scandisce le tappe
e gli sviluppi di un itinerario poetico fra i più ricchi e coerenti del Novecento italiano: «Un brindisi»
(1946), «Quaderno gotico» (1947), «Primizie del deserto» (1952), «Onore del vero»
(1957), confluiti con altri versi sparsi in «Il giusto della vita» (1960), «Nel magma» (1963), «Dal
fondo delle campagne» (1965), «Su fondamenti invisibili» (1971), «Al fuoco della controversia»
(1978, premio Viareggio), «Per il battesimo dei nostri frammenti» (1985), «Frasi e incisi di un canto
salutare» (1990), «Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini» (1994), cui vanno aggiunti i
poemetti drammatici inclusi in «Teatro» (1993) e i testi teatrali «Pontormo» (1995), «Io, Paola, la
commediante» (1992) e «Ceneri e
ardori» (1997).Mario Luzi ha tradotto da Shakespeare, Coleridge, Racine. Della produzione
saggistica vanno ricordati «L'inferno e il limbo» (1949),
«Studio su Mallarme» (1952), «Tutto in questione» (1965), «Vicissitudine e forma» (1974),
«Spazio stelle voce» (1992), «Naturalezza del poeta» (1995).
Mario Luzi ha tradotto da Shakespeare, Coleridge, Racine.
Con la scomparsa di Mario Luzi, restano cinque i senatori a vita: Gli ex presidenti della Repubblica
Francesco Cossiga e Oscar Lui Scalfaro,gli ex presidenti del Consiglio Giulio Andreotti ed Emilio
Colombo e il premio Nobel Rita Levi Montalcini.
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REUTERS ITALIA Morto poeta Mario Luzi, una delle più grandi voci '900
ROMA (Reuters) - E' morto oggi all'età di 90 anni il senatore a vita Mario Luzi, considerato il
fondatore dell'ermetismo e uno dei più grandi poeti italiani.
Nato a Sesto Fiorentino (Firenze) il 20 ottobre 1914, Luzi era stato nominato senatore a vita nel
2004 per i suoi "altissimi meriti nel campo letterario ed artistico".
"La scomparsa del senatore Mario Luzi mi riempie di tristezza", ha detto il presidente del Senato
Marcello Pera, appena appresa la notizia della morte. "Era uomo cordiale e di piacevole
conversazione, interessato a usare il suo ruolo per contributi importanti alla nostra vita politica ...
Alla nostra cultura mancherà una delle voci più autorevoli e profonde della poesia del Novecento".
"La cultura del nostro paese perde con lui un protagonista autorevole ed appassionato, che ha
saputo trovare nelle radici della lingua italiana una chiave preziosa ed originale per interpretare il
nostro tempo senza eluderne le domande, anche le più aspre, nel segno di una disposizione
attenta e sincera all'ascolto dell'uomo, delle sue inquietudini e delle sue speranze", ha detto il
presidente della Camera Pierferdinando Casini in un messaggio di condoglianze inviato a Pera.
Il mese scorso, con un'intervista in cui parlava ironicamente del presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi dopo l'aggressione subita dal premier la sera di Capodanno con un cavalletto, Luzi
suscitò un vivace dibattito politico e le critiche del centrodestra.
Il poeta aveva paragonato Berlusconi a Benito Mussolini, ricordando l'attentato subito dal dittatore
fascista -- sfiorato da un proiettile nel 1926 -- e suscitando le ire del centrodestra.
POETA ERMETICO ESEMPLARE
Luzi, nato nel Fiorentino, si era trasferito nel 1926 con la famiglia a Siena, ma vi era rimasto solo
tre anni. Nel '29 era di nuovo a Firenze, dove portò a termine gli studi liceali e universitari,
laureandosi in letteratura francese.
Per qualche anno insegnò nelle scuole superiori, poi, dal '55, assunse la cattedra di letteratura
francese presso la facoltà di Scienze Politiche di Firenze.
E' considerato uno dei fondatori dell'ermetismo nonché uno dei maggiori poeti italiani
contemporanei. I suoi esordi letterari risalgono agli anni prima della guerra (la prima raccolta, "La
barca", è pubblicata nel 1935), quando comincia a frequentare altri giovani poeti della scuola
ermetica e collabora a riviste d'avanguardia come "Frontespizio" e "Campo di Marte".
E' questa la fase, che durerà oltre un decennio, più propriamente ermetica della poesia di Luzi,
una scelta che non verrà mai abbandonata, ma ampliata e approfondita negli anni successivi.
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Foltissima la produzione letteraria, che scandisce le tappe e gli sviluppi di un itinerario poetico fra i
più ricchi e coerenti del Novecento italiano: "Un brindisi" (1946), "Quaderno gotico" (1947),
"Primizie del deserto" (1952), "Onore del vero" (1957), confluiti con altri versi sparsi in "Il giusto
della vita" (1960), "Nel magma" (1963), "Dal fondo delle campagne" (1965), "Su fondamenti
invisibili" (1971), "Al fuoco della controversia" (1978, premio Viareggio), "Per il battesimo dei nostri
frammenti" (1985), "Frasi e incisi di un canto salutare" (1990), "Viaggio terrestre e celeste di
Simone Martini" (1994), cui vanno aggiunti i poemetti drammatici inclusi in "Teatro" (1993) e i testi
teatrali "Pontormo" (1995), "Io, Paola, la commediante" (1992) e "Ceneri e ardori" (1997).
QUOTIDIANO NAZIONALE.IT E' morto Mario Luzi, Poeta e senatore a vita
Il poeta Mario Luzi e' morto nella camera da letto della sua casa fiorentina, dove viveva da solo,
stamani, dopo le 8,30, mentre era gia' sveglio.
Lo si apprende dalla cerchia degli amici piu' stretti. Il corpo senza vita del poeta e' stato trovato un
po' piu' tardi, dalla persona incaricata delle pulizie di casa, al suo arrivo.
Circa le cause del decesso ''forse si e' trattato di un piccolo infarto, sicuramente e' stato un evento
acuto'', come ha riferito un amico medico che gia' lo assiste' nel settembre 2003 a Pienza, quando
il poeta, in vacanza nella cittadina del Senese a cui era molto legato, accuso' uno scompenso
cardiaco, che lo costrinse al ricovero in ospedale per molti giorni.
Gli stessi conoscenti considerano la morte di Luzi ''improvvisa visto che ieri stava bene ed ha fatto
anche una passeggiata''.
A dare la notizia è stato il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, incaricato dalla famiglia del
senatore: ''Mario Luzi, grande poeta e senatore a vita, si e' spento stamani nella sua casa
fiorentina. E' una gravissima perdita per la citta' e per il paese. Siamo profondamente addolorati''.
Luzi aveva compiuto i 90 anni lo scorso 20 ottobre. Pochi giorni prima, il 14 ottobre, era stato
nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Ciampi.
La citta' - ricorda una nota dell' ufficio stampa del Comune di Firenze - lo aveva festeggiato con un
convegno ed una cerimonia che avevano portato a Firenze poeti, intellettuali e politici.
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Lo scorso 11 febbraio Luzi aveva partecipato in Palazzo Vecchio ad una iniziativa per ricordare
Eugenio Garin.
PACE REPORTER.NET
La morte di Mario Luzi E' morto Mario Luzi, grande poeta italiano e senatore a vita: i suoi versi per la pace
Mario Luzi è scomparso a Firenze il 28 febbraio 2005 all'età di 90 anni. Nato nella città toscana il
20 ottobre del 1914, era considerato l'ultimo esponente della corrente dell'Ermetismo. Proprio in
occasione del suo novantesimo compleanno era stato nominato senatore a vita dal presidente
della Repubblica Ciampi. Spesso le sue poesie hanno affrontato la tematica della guerra.
Ripubblichiamo un suo intervento proprio su questo tema tratto dal convegno "Gli stati generali
dell'informazione" dello scorso anno e una sua poesia.
"Confesso di parlare dal fondo di un’esiziale delusione, di un atroce disinganno che hanno come
unico conforto la certezza di essere amplissimamente condivisi in tutto il pianeta. Negli anni
successivi al secondo conflitto mondiale, proprio contestualmente ai negoziati tra vincitori e
sconfitti, si fece strada l’esigenza di dotarsi di istituti internazionali di mediazione per ogni
controversia, oltre che di studio e di elaborazione dei problemi generali del mondo.
La Società delle Nazioni, nata dopo il primo conflitto, non aveva fatto buona prova, le dittature
l’avevano sbeffeggiata, ma nel 1945 c’era diffusa una disposizione al rifiuto della guerra. L’orrore di
quella appena terminata, insieme alla constatazione dei disastri che aveva prodotto in ogni campo,
eccitarono l’inventiva politica a realizzare alcuni organismi di salvaguardia.
Nacquero le Nazioni Unite, l’UNESCO, la FAO, nacque è vero anche la NATO, ma con intenzioni
esclusivamente difensive. Si enunciarono in una solenne Charta i diritti umani. Si celebrarono con
enfasi gli anniversari della nascita di queste istituzioni, a proposito delle quali bisogna dire abbiamo
fatto più chiasso per i casi vistosi e scandalosi di violazione, che per il lento difficile cammino del
loro affermarsi. Amnesty International ha avuto certo molto lavoro ma ritenevamo il suo zelo
proficuo e produttivo e non influiva molto sulla fiducia riposta nelle nuove istituzioni qualche mezza
notizia che filtrava sui massacri africani. Precedettero il primo conflitto del Golfo lunghissime
trattative durante le quali mi resi conto, mi divenne chiaro, quanta disparità divideva chi quelle
trattative le voleva davvero e le riteneva necessarie a dirimere lo scontro e chi invece era
impaziente e pronto a menare le mani.
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Tralascio ogni altra considerazione, ma voglio sottolineare come emergevano due attitudine
contraddittorie: una adeguata allo spirito, diciamo così, civile del dialogo e del confronto, e un’altra
fedele alla dottrina di Clausevitz e alla pratica delle cannoniere. Il prevalere di questa seconda e
del suo anacronismo, offese profondamente la coscienza di molti. Anche per esortazioni di amici e
confratelli, avevo stilato una dichiarazione-manifesto nella quale accusavo l’evidenza e il cinismo di
quella palese regressione della civiltà che credevamo evoluta. Sono qui per essere sincero, a
costo di apparire poco avveduto. Ebbene, quell’appello-dichiarazione fu sottoscritto da duecento
persone, di qualche rilievo nella cultura e nella vita pubblica nazionale e internazionale. La stampa
italiana, perfino quella a cui ero solito collaborare, ne dette minima notizia e non ne pubblicò il
testo. Solo “Il Manifesto” lo riportò per intero. Nei giornalisti che erano in larga misura stati critici
riguardo all’operazione in fieri si era operata la prevedibile mutazione in nome dell’opportunità, del
sì, ma…, ed erano passati all’ammissione e poi all’assenso dell’intervento militare. Ciò che mi ha
procurato di angoscia e di indignazione questa nuova caduta del processo civile l’ho detto, credo,
abbastanza forte in varie occasioni.
Ma devo riconoscere che lo spettacolo dell’allineamento dei maîtres à penser e dei giornalisti di
seconda linea non si è ripetuto. Ormai le manifestazioni popolari in vaste zone del pianeta
significano che la guerra non solo è temuta come evento terribile e deprecata come evenienza,
riprovata come fatto, ma ha finito per essere concettualmente inammissibile, fuori della comune
logica umana. L’anacronismo della guerra come prosecuzione della politica è divenuto clamoroso,
plateale. Solo una larga parte della classe politica e di governo è schiacciata dalla potenza
inerziale di quell’antico principio. Sono detti pacifisti – e c’è una certa commiserazione del termine,
analoga a quella certo più offensiva e derisoria che i fascisti mettevano nella parola “pantofolai” –
tutti coloro che riflettono su questi temi. I pacifisti non sono una setta né una tribù. Di questo passo
con questi luoghi comuni non si va lontano, non si resta neppure sul posto, si torna addietro di un
bel po’ nel cammino civile del mondo."
Scelus
E' notte, c'è luna e silenzio.
Caino decide il suo misfatto
Si sta
ora miracolosamente perpetrando
un rovinoso agguato - a chi? Non si sa bene,
certo alla povera
illusione del mondo
d'esse con le sue pene
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immani andato avanti,
cresciuto alquanto. No,
vogliono il crimine, il sicario,
la funesta ricaduta
all'indietro dalla scala,
preparano la cruda empietà antropologica,
consumano il reato
primario,
ontologico della volontaria
regressione nella storia
della specie.
Ma ben oltre
l'ottuso anacronismo,
pervade l'uomo ormai una ripugnanza,
ormai concettualmente
la mente umana espelle
da sé la guerra, la sua oltranza.
E questa umanità dilaga
e si protesta e grida
offesa e tradita dai suoi capi,
ripensa ai suoi profeti,
profondamente intesa
da Cristo e dal suo impavido vicario.
LA MESCOLANZA.COM Aveva 90 anni, Ciampi lo aveva nominato senatore. Rincorse il Nobel per sette anni senza mai raggiungerlo E' morto il poeta Mario Luzi, l'ultimo degli ermetici
Due mesi fa le durissime critiche del Polo per le sue parole su Berlusconi e Mussolini
FIRENZE - Il poeta e senatore a vita Mario Luzi è morto nella sua Firenmze. Aveva 90 anni, era
nato nell'ottobre del 1914. Era stato nominato da Ciampi l'anno scorso, pochi giorni prima del suo
compleanno.
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A dare l'annuncio è stato il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, incaricato dalla famiglia. "Mario
Luzi, grande poeta e senatore a vita, si è spento stamani nella sua casa fiorentina. E' una
gravissima perdita per la città e per il paese. Siamo profondamente addolorati", ha detto.
Secondo il racconto dei familiari, la morte è sopraggiunta mentre era ancora nel suo letto, prima di
alzarsi, forse per infarto.
La camera ardente sarà allestita nel salone dè Cinquecento di Palazzo Vecchio. La salma di Luzi
vi sarà trasferita già questa sera, ma la camera ardente sarà aperta da domani mattina. I funerali si
svolgeranno mercoledì mattina in Duomo: saranno celebrati dal cardinale Ennio Antonelli.
Uomo da sempre più impegnato a lavorare sulle parole che a occuparsi di politica, Luzi finì al
centro di violente polemiche all'inizio di gennaio per un'intervista in cui fece un parallelo tra Silvio
Berlusconi e Benito Mussolini. Erano i giorni successivi all'incidente del lancio del treppiede di cui
fu vittima il premier: il poeta sottolineò come Berlusconi, proprio come il Duce fosse "molto bravo a
fare la vittima".
Luzi subì attacchi violentissimi da governo e maggioranza e qualcuno arrivò anche a dire che era
una vergogna quella nomina a senatore a vita. Non era la prima volta che il poeta entrava in rotta
di collisione con il centrodestra. Il giorno in cui ricevette l'onorificenza criticò le riforme istituzionali
della Casa delle libertà e si attirò nuovi nemici.
Quella nomina a senatore Luzi l'aveva guadagnata per i suoi "altissimi meriti nel campo lettrario e
artistico", come scrisse il presidente della Repubblica nella motivazione. Ma fu anche, quel
riconoscimento, una sorta di risarcimento morale per quel premio Nobel che il poeta toscano
inseguì tutta la vita (fu il candiato italiano per sette anni) e che sembrò a portata di mano nel 1997
prima che l'Accademia di Svezia lo consegnasse al suo connazionale Dario Fo.
Lo stesso Luzi , dopo aver appreso della designazione dell'autore di Mistero Buffo, non esitò a
parlare di un premio Nobel screditato. Ma anche gli accademici dei Lincei non gradirono la scelta
di Fo e così, dopo aver per tanti anni caldeggiato Luzi, presero una decisione polemica nei
confronti dei giurati di Stoccolma: si astennero da ulteriori segnalazioni.
Luzi resta una delle figure chiave della poesia italiana del Novecento. Considerato l'ultimo grande
protagonista della stagione dell'Ermetismo, tra le sue raccolte più importanti Avvento notturno
(1940), Primizie del deserto (1952), Il giusto della vita (1960), Al fuoco della controversia (1978),
Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini (1994) e Ceneri e ardori (1997). Luzi ha anche
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tradotto Shakespeare, Coleridge e Racine. Tutta la sua opera poetica è stata raccolta in un volume
dei Meridiani, la prestigiosa collana di letteratura della casa editrice Mondadori.
EXPOBG.IT Morto il poeta Mario Luzi
Morto a Firenze il senatore a vita Mario Luzi, poeta e scrittore di grande fama. Il sindaco di Firenze
Leonardo Domenici ha letto il comunicato incaricato dalla famiglia:
«Mario Luzi, grande poeta e senatore a vita, si è spento stamani nella sua casa fiorentina. È una
gravissima perdita per la città e per il paese. Siamo profondamente addolorati»
Nato da genitori originari della zona dell'Amiata, trascorre l'infanzia a Castello frequentando i primi
cicli di scuola.
In seguito, si trasferisce a Siena dove rimane per tre anni e nel 1929 ritorna nella sua città natale e
a Firenze compie gli studi liceali e universitari laureandosi in Letteratura francese con una tesi su
Mauriac. Sono questi anni importanti per l'esordio poetico del giovane Luzi che, a Firenze, stringe
amicizie coi giovani impegnati della cultura ermetica, come Piero Bigongiari, Alessandro Parronchi,
Carlo Bo, Leone Traverso.
Collabora alle riviste d'avanguardia come il "Frontespizio", "Campo di Marte", "Paragone" e
"Letteratura".
Esce nel 1935 la sua prima raccolta poetica La barca. Nel 1938 inizia l'insegnamento alle scuole
superiori che lo porterà a Parma, a San Miniato e infine a Roma dove lavorerà alla Sovrintendenza
bibliografica.
Pubblica nel frattempo (1940) Avvento notturno.
Nel 1945 ritorna a Firenze e in questa città insegna al Liceo Scientifico.
Sono di questo periodo alcune importanti raccolte poetiche: nel 1946 Un brindisi e Quaderno
gotico, nel n. 1 di "Inventario", nel 1952 Onore del vero, Principe del deserto e Studio su Mallarmé.
Nel 1955 gli viene assegnata la cattedra di Letteratura francese alla Facoltà di Scienze Politiche di
Firenze.
Nel 1963 pubblica Nel magma, nel 1965 Dal fondo delle campagne e nel 1971 Su fondamenti
invisibili ai quali fa seguito Al fuoco della controversia nel 1978, Semiserie nel 1979, Reportage, un
poemetto seguito dal Taccuino di viaggio in Cina nel 1985 e nello stesso anno Per il battesimo dei
nostri frammenti.
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Nel 1983 pubblica La cordigliera delle Ande e altri versi tradotti.
È inoltre autore di importanti saggi e curatore di numerose antologie (tra cui L'idea simbolista).
Svolge ancora attività di traduttore.
Nel 1978, per l'opera Al fuoco della controversia, gli è stato assegnato il Premio Viareggio e il 14
ottobre 2004, è stato nominato Senatore a vita.
Formazione e Poetica
Mario Luzi occupa un posto particolare nella famiglia dei cosiddetti ermetici e, insieme a Bigongiari
e a Parronchi, si può dire che costituisca il culmine dell'ermetismo fiorentino.
La prima apparizione di Luzi avvenne alla Facoltà di lettere dell'Università di Firenze dove si inserì
nell'affiatato circolo di quel momento composto da alunni e professori che si ritrovavano per
parlare e discutere senza che si avvertisse la questione degli anni o della educazione.
Un clima serio e sereno al quale il giovane e timido Luzi partecipava.
Luzi viveva a quei tempi in famiglia ed era arrivato alla letteratura che aveva avuto partita vinta
sulla sua prima scelta universitaria, la Facoltà di Legge.
La sua carriera fu quella di professore, e sopportò per lunghi anni la fatica dell'insegnamento
medio prima di arrivare a quello universitario soprattutto perché il fatto di essere un poeta,anche se
egli non presentava solamente libri di versi, ma numerosi saggi di letteratura francese segnati da
rara e acuta intelligenza, fu per Luzi un difficile ostacolo da superare in un ambiente che aveva
della cultura universitaria un concetto senza dubbio ristretto e riduttivo.
Il tema che domina nella poesia di Luzi è quello della celebrazione drammatica della autobiografia
dove viene messo in risalto il drammatico conflitto tra un IO portato per le cose sublimi e le scene
terrestri che gli vengono proposte.
Alcune sue poesie
La barca, Modena 1935
Avvento notturno, Firenze 1940
Biografia a Ebe (prosa poetica), Firenze 1942
Un brindisi, Firenze 1946
Quaderno gotico, Firenze 1947
Primizie del deserto, Milano 1952
Onore del vero, Venezia 1957
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Il giusto della vita (tutte le poesie fino al 1960), Milano 1960
Nel magma, Milano 1963 (nuova edizione accresciuta, Milano 1966)
Dal fondo delle campagne, Torino 1965
Su fondamenti invisibili, Milano 1971
Al fuoco della controversia, Milano 1978
Semiserie, Salerno 1979
Reportage, un poemetto seguito dal Taccuino di viaggio in Cina, Milano 1980
Per il battesimo dei nostri frammenti, Milano 1985
La cordigliera delle Ande e altri versi tradotti, Torino 1983
Frasi e incisi di un canto salutare, Milano 1990
Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini, ivi 1994
Pontorno, 1995, Io, Paola, la commediante, 1992 e Ceneri e ardori 1997
IL QUOTIDIANO.IT ASCOLI PICENO Mario Luzi: Cordoglio della Provincia per la Scomparsa del Poeta MACERATA - Silenzi ricorda i legami di Luzi con la terrà maceratese.
Cordoglio per la scomparsa del poeta Mario Luzi viene espressa dal presidente della Provincia di
Macerata, Giulio Silenzi, anche a nome dell'Amministrazione e dell'intera comunità provinciale.
Sottolineando gli alti meriti culturali e l'impegno civile dello scomparso, che gli avevano fatto
meritare la recente nomina a senatore a vita, Silenzi ricorda i legami di Luzi con la terrà
maceratese; legami nati dall'amore e dalla passione del poeta toscano per Giacomo Leopardi e
per l'opera del grande recanatese. Rapporti rinsaldati negli anni più recenti attraverso il Centro
mondiale della poesia di Recanati di cui Luzi era presidente onorario.
Le diverse presenze di Mario Luzi a Recanati, città che lo aveva insignito del premio "Leopardi,
una vita per la poesia" - ricorda l'assessore provinciale alla cultura, Donato Caporalini - lo avevano
reso sempre più vicino alla terra maceratese che, oggi, come l'Italia ed il mondo intero, perde uno
dei più grandi poeti del Novecento ed uno degli intellettuali più illuminati.
Mario Luzi sarebbe dovuto ritornare tra pochi mesi a Macerata, città che egli aveva visitato anche
in anni recenti, insieme ad altri centri. L'occasione sarebbe stata il Festival della canzone popolare
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e d'autore, in programma a fine giugno allo Sferisterio, di cui il poeta doveva essere l' ospite
d'onore.
NOVE DA FIRENZE.IT La morte di Mario Luzi: la salma in Palazzo Vecchio già questa sera
Mercoledì mattina i funerali nel Duomo di Firenze
(28 febbraio 2005) - Nato 90 anni fa a Castello (che allora faceva parte del Comune di Sesto
Fiorentino), Luzi ha segnato, con i suoi versi, gli ultimi anni della storia del nostro Paese.
Dagli esordi ermetici di “La barca” (1935) all’accurata indagine sulla deriva dei linguaggi
contemporanei degli anni '60 e '70; dalla poesia civica alla meditazione spirituale degli ultimi anni,
Luzi ha sempre svolto un ruolo di ricerca delle “contraddizioni” novecentesche.
Per il complesso della sua opera letteraria e per la strenue difesa dei valori della Pace e della
Costituzione repubblicana, lo scorso 14 ottobre, il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi, lo nominò senatore a vita.
“La morte del senatore a vita Mario Luzi mi addolora profondamente: è la scomparsa di una voce
alta e chiara, che ha unito la poesia dell’esistenza alla prosa di una lucida visione della realtà”: il
Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi ricorda così il poeta Mario Luzi, scomparso
stamani a Firenze. “E' la morte – continua Renzi - di un uomo che ha reso testimonianza della
propria fede con la genialità artistica che molti gli hanno riconosciuto. Tutto il territorio della
Provincia di Firenze lo ha festeggiato, specie negli ultimi mesi con il compimento dei 90 anni giunti
insieme al seggio a Palazzo Madama. Io stesso conservo il ricordo dell'ultimo incontro in Palazzo
Medici Riccardi, non più tardi di qualche settimana fa, per parlare di un progetto sulla poesia al
quale teneva molto. Proporrò a tutte le scuole superiori fiorentine di ricordarne l'opera con un'ora di
lezione ad hoc per un poeta che ha onorato Firenze e la sua terra”.
"Mario Luzi, grande poeta e senatore a vita, si è spento stamani nella sua casa fiorentina. E' una
gravissima perdita per la città e per il Paese. Siamo profondamente addolorati". L'annuncio è del
sindaco di Firenze, incaricato dalla famiglia Luzi di rendere pubblica la notizia. Secondo il racconto
dei familiari, la morte per Luzi è sopraggiunta mentre era ancora nel suo letto, prima di alzarsi
come regolarmente faceva ogni mattina. Luzi aveva compiuto i 90 anni lo scorso 20 ottobre. Pochi
giorni prima, il 14 ottobre, era stato mominato senatore a vita dal presidente della Repubblica
Ciampi. La città lo aveva festeggiato con un convegno ed una cerimonia che avevano portato a
Firenze poeti, intellettuali e politici. Lo scorso 11 febbraio Luzi aveva partecipato in Palazzo
Vecchio ad una iniziativa per ricordare Eugenio Garin.
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Profondo cordoglio per la scomparsa di Mario Luzi da parte dell’ateneo fiorentino. L’ha espresso il
rettore Augusto Marinelli, appresa la notizia della morte del poeta che è stato ordinario di Lingua
francese nella facoltà di Scienze politiche “Cesare Alfieri” dell’Università di Firenze fino al 1989.
“Sento forte la consapevolezza di questa perdita per il mondo della cultura, per la città e per l’intero
paese – ha detto il rettore Marinelli – A Luzi siamo legati da un debito di gratitudine per la sua
poesia e il suo magistero, per la sua intensa testimonianza umana: il dolore per la sua scomparsa
ci colpisce personalmente. Mi rammarico che non abbia potuto svolgere più a lungo quell’incarico
di senatore, a cui è giunto accompagnato da un corale e caldissimo attestato di stima”.
L’Università aveva festeggiato Mario Luzi il 3 novembre scorso consegnandogli il Salomone d’oro,
il riconoscimento istituito per gli ottant’anni dell’ateneo. “Ricordo la frase scherzosa con cui accolse
questo segno di affetto e di stima – ha aggiunto Marinelli - notando che la sua Università era più
giovane di lui”.
CENTOMOVIMENTI.COM Si è spento il senatore a vita Mario Luzi, poeta sgradito al centrodestra
REDAZIONE
"E' una gravissima perdita per la città e per il Paese, siamo profondamente addolorati".
Con queste parole il sindaco di Firenze Leonardo Domenici ha oggi annunciato la morte del poeta
Mario Egidio Vincenzo Luzi. Considerato uno dei più grandi poeti italiani del secolo scorso, era
stato nominato senatore a vita dal capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi lo scorso 14 ottobre,
pochi giorni prima del suo 90° compleanno. Luzi aveva ottenuto la prestigiosa carica "per aver
illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo letterario ed artistico". Una nomina quasi "a furor
di popolo", da molto tempo, infatti, la società civile si era mobilitata per convincere il capo dello
Stato a prendere quella decisione.
Ma la nomina del poeta a senatore a vita aveva suscitato anche roventi polemiche.
"Mi vergogno che sia nominata senatore a vita una persona di questo tipo, che offende il nostro
mondo e un'intera comunità - aveva per esempio dichiarato il ministro delle Comunicazioni
Maurizio Gasparri - una volta Fiorello disse che avrebbe voluto Mike Bongiorno senatore a vita.
Ecco, era meglio Mike Bongiorno".
Poco più di un mese fa Luzi era nuovamente finito nel mirino del centrodestra, a causa di alcuni
commenti non graditi sull'incidente capitato la sera dell'ultimo giorno dell'anno a Silvio Berlusconi
"Berlusconi un po' se l'è cercata - aveva affermato riferendosi al celebre treppiede ricevuto in testa
dal Cavaliere - sta esagerando. Provoca. Berlusconi contribuisce ad esasperare ed è molto bravo
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a fare la vittima. Berlusconi e Mussolini per certi aspetti si somigliano. Anche Mussolini si mise un
cerotto. Sul naso. Era stato colpito da un proiettile. Mussolini speculò sul colpo ricevuto. Berlusconi
è un propagandista, proprio come Mussolini. Ma al contrario del Duce, il Cavaliere non ha subito
un attentato vero. La turista irlandese non aveva un treppiede, ma un'arma".
Parole che avevano fatto andare su tutte le furie la Casa delle Libertà, che era subito andata
all'attacco.
"Il fatto che Mario Luzi sia un importante poeta e che sia stato nominato senatore a vita non gli
consente di poter sostenere, senza essere contestato, l'equiparazione tra Berlusconi e Mussolini e
che <il premier un po' se l'è cercata> - aveva tuonato il forzista Fabrizio Cicchitto - quanto poi alla
affermazione secondo la quale <anche Mussolini speculò su un fatto simile, ma gli avevano
sparato> è una frase che esprime una intollerabile faziosità. Luzi scherza con i paragoni storici,
con i colpi di pistola, con gli attentati: è proprio un irresponsabile".
Per Gasparri, invece, "il senatore Luzi non perde occasione per gettare fango sulle istituzioni".
"Ormai è ossessionato dal Ventennio e utilizza ogni argomento per tirare in ballo il fascismo e
Mussolini - aveva chiarito l'aennino - Luzi ha accusato il premier di essersela cercata. Dichiarazioni
inaccettabili da parte di un senatore a vita il cui compito dovrebbe essere quello di tutelare la
Costituzione e non certo di giustificare i violenti. Il senatore alimenta il clima di tensione e legittima
nuove aggressioni".
VITA.IT Mario Luzi, grande poeta e senatore a vita, si e' spento stamani nella sua casa fiorentina, aveva compiuto i 90 anni lo scorso 20 ottobre.
''Mario Luzi, grande poeta e senatore a vita, si e' spento stamani nella sua casa fiorentina. E' una
gravissima perdita per la citta' e per il paese. Siamo profondamente addolorati''. L'annuncio e' del
sindaco di Firenze Leonardo Domenici, incaricato dalla famiglia Luzi di rendere pubblica la notizia.
Secondo il racconto dei familiari, la morte per Luzi e' sopraggiunta mentre era ancora nel suo letto,
prima di alzarsi come ogni mattina. Luzi aveva compiuto i 90 anni lo scorso 20 ottobre. Pochi giorni
prima, il 14 ottobre, era stato nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Ciampi. La
citta' - ricorda una nota dell' ufficio stampa del Comune di Firenze - lo aveva festeggiato con un
convegno ed una cerimonia che avevano portato a Firenze poeti, intellettuali e politici. Lo scorso
11 febbraio Luzi aveva partecipato in Palazzo Vecchio ad una iniziativa per ricordare Eugenio
Garin.
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UNA SCHEDA
Mario Luzi esordi' come poeta nel 1935, con la raccolta di versi ''La barca'', pubblicata da Guanda.
E' un editore allora ancora piccolo ma significativo e del resto la carriera di Luzi e' accompagnata
da editori sempre importanti come Vallecchi, negli anni '40, poi Garzanti, Einaudi e Rizzoli che si
intrecciano continuamente negli anni successivi. Di tutte le sue poesie, salvo le ultime raccolte,
esistono varie edizioni complete, a partire dal Meridiano Mondadori uscito nel '98 e 'Tutte le
poesie' in edizione economica Garzanti l'anno dopo. Nel 1940 esce ''Avvento notturno'', nel 1946
''Un brindisi'', nel 1947 ''Quaderno gotico'', nel 1952 ''Primizie del deserto'', nel 1957 ''Onore del
vero'', premio Marzotto con Saba. Tre anni dopo, nel 1960, Luzi raccoglie tutta l'opera pubblicata
fino ad allora in un unico volume ''Il giusto della vita'' che inaugura la collaborazione con Garzanti.
Nel 1963 esce ''Nel magma'', premio Etna-Taormina; nel 1965 ''Dal fondo delle campagne'', suo
primo titolo con Einaudi. Nel 1966 viene tradotta per la prima volta una sua antologia di versi: esce
in Francia col titolo di ''Poemes''. Nel 1968 gli viene assegnato il premio dell'Accademia dei Lincei.
Nel 1971 esce ''Su fondamenti invisibili''. E' del 1974 la sua prima antologia in edizione economica,
uscita da Garzanti col titolo ''Poesie''. Del 1978 e' ''Al fuoco della controversia'' con cui vinse il
Premio Viareggio. Nel 1983 Garzanti raccoglie tutte le poesie fino ad allora pubblicate in due
volumi intitolati ''Il giusto della vita'' e ''Nell'opera del mondo''. Lo stesso anno vince il Premio
''Fiuggi. Una vita per la cultura''. Nel 1985 esce ''Per il battesimo dei nostri frammenti'' , libro a cui
viene assegnato il Premio Mondello. Nel 1988 esce ''Tutte le poesie'', che contiene tutta la
produzione di Luzi e alcune poesie inedite. Del 1990 sono ''L'alta, la cupa fiamma. Poesie 1935-
1985'' e la nuova raccolta ''Frasi e incisi di un canto salutare''. Del 1994 e' ''Viaggio terrestre di
Simone Martini'', di cinque anni dopo la raccolta ''Sotto specie umana'', mentre nel 2003 pubblica
vesri giovanili riscoperti in un cassetto, col titolo ''Poesie ritrovate'' e e' della primavera scorsa
''Dottrina dell'estremo principiante''. Di narrativa ha pubblicato ''Biografia a Ebe''(1942) e ''Trame''
(1963), poi in edizione accresciuta nel 1982. Come drammaturgo esordi' con un dramma
radiofonico ''La pietra oscura'' (1947). Sono seguiti il poemetto drammatico ''Ipazia'' (1971) poi
ristampato nel ''Libro di Ipazia'' (1978) dove compare anche ''Il Messaggero'', i drammi in versi
''Rosales'' (1984), ''Hystrio'' (1987), ''Corale della citta' di Palermo per S. Rosalia''(1989). Ha
riscritto per la scena il Purgatorio di Dante in ''Il purgatorio. La notte lava la mente''(1990). Del 1999
sono i versi teatrali della 'Passione' per la Via Crucis al Colosseo del Papa. A Paola Borbone ha
dedicato ''Io, Paola'' (1992). I suoi saggi sono: ''L'Opium chretien''(1938), ''Un'illusione platonica e
altri saggi''(1941), ''Vita e letteratura''(1943), ''L'inferno e il limbo''(1949), ''Studio su
Mallarme'''(1952), ''Aspetti della generazione napoleonica e altri saggi di letteratura
francese''(1956), ''Lo stile di Costant''(1962), ''Tutto in questione''(1965), ''Poesia e
romanzo''(1974), ''Vicissitudini e forma''(1974), ''Discorso naturale''(1984), ''Spazio stelle
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voce''(1992), 'Scintiolle nel 'Tempo', dieci anni di critica luziana' (2003) e 'Le nuove paure' (2003),
'La ferita nell'essere' (2004) . Come traduttore Mario Luzi ha realizzato ''Poesie di
Coleridge''(1949), ''Andromaca''(1960) di Racine in ''Teatro francese del grande secolo'', ''Riccardo
III'' di Shakespeare (1966), ''Francamente''(1980), ''La cordigliera delle Ande e altri versi
tradotti''(1983).
TICINONLINE.CH È morto il poeta e senatore a vita Mario Luzi
FIRENZE - Mario Luzi, grande poeta italiano e senatore a vita, si è spento stamani nella sua casa
fiorentina. È una gravissima perdita per la città e per il paese. Siamo profondamente addolorati".
L'annuncio è del sindaco di Firenze Leonardo Domenici, incaricato dalla famiglia Luzi di rendere
pubblica la notizia.
Secondo il racconto dei familiari, la morte per Luzi è sopraggiunta mentre era ancora nel suo letto,
prima di alzarsi come ogni mattina. Luzi aveva compiuto i 90 anni lo scorso 20 ottobre. Pochi giorni
prima, il 14 ottobre, era stato nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Ciampi.
Luzi era una delle figure chiave della poesia italiana del Novecento. Nato a Firenze nel 1914, era
considerato l'ultimo grande protagonista della stagione dell'Ermetismo.
Al 1935 risale la sua prima raccolta, "La barca", cui è seguito "Avvento notturno" (1940), testo
esemplare dell'Ermetismo fiorentino. Foltissima la produzione successiva, che scandisce le tappe
e gli sviluppi di un itinerario poetico fra i più ricchi e coerenti del Novecento italiano: "Un brindisi"
(1946), "Quaderno gotico" (1947), "Primizie del deserto" (1952), "Onore del vero" (1957), confluiti
con altri versi sparsi in "Il giusto della vita" (1960), "Nel magma" (1963), "Dal fondo delle
campagne" (1965), "Su fondamenti invisibili" (1971), "Al fuoco della controversia" (1978, premio
Viareggio), "Per il battesimo dei nostri frammenti" (1985), "Frasi e incisi di un canto salutare"
(1990), "Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini" (1994), cui vanno aggiunti i poemetti
drammatici inclusi in "Teatro" (1993) e i testi teatrali "Pontormo" (1995), "Io, Paola, la
commediante" (1992) e "Ceneri e ardori" (1997).
Mario Luzi ha tradotto da Shakespeare, Coleridge, Racine. Della produzione saggistica vanno
ricordati "L'inferno e il limbo" (1949), "Studio su Mallarme" (1952), "Tutto in questione" (1965),
"Vicissitudine e forma" (1974), "Spazio stelle voce" (1992), "Naturalezza del poeta" (1995).
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CONTATTORADIO.INFO È morto il poeta Mario Luzi Il senatore a vita era stato tra i fondatori dell'ermetismo Firenze - E' morto oggi, all'età di 90 anni, nella sua casa di Firenze, il poeta e senatore a vita Mario
Luzi. L'annuncio e' stato dato dal Sindaco di Firenze, Leonardo Domenici. "La morte di Mario Luzi
rappresenta una perdita per il mondo della cultura, una perdita che va ben al la' dei confini
geografici e letterari di una città e di una regione” ha dichiarato il primo cittadino.
Profondo cordoglio è stato espresso anche dal rettore dall' ateneo fiorentino Augusto Marinelli.
Luzi era difatti stato ordinario di Lingua francese nella facoltà di Scienze politiche "Cesare Alfieri"
dell'Università di Firenze fino al 1989. Il 3 novembre dello scorso anno l'Università fiorentina gli
aveva consegnato il Salomone d'oro, un riconoscimento istituito per gli ottant'anni dell'ateneo.
"Ricordo la frase scherzosa con cui accolse questo segno di affetto e di stima” ha raccontato il
rettore Marinelli “notando che la sua università era più giovane di lui".
Luzi, considerato uno dei fondatori dell'ermetismo, nonché uno dei maggiori poeti italiani
contemporanei, nacque a Firenze nel 1914. Qui compì gli studi liceali e universitari, laureandosi in
letteratura francese con una tesi su Francois Mauriac. In quel periodo iniziò a frequentare altri
giovani poeti della scuola ermetica fiorentina, fra cui Bigongiari, Parronchi e Bo, collaborando alle
riviste d'avanguardia ''Frontespizio'' e ''Campo di Marte".
La sua prima raccolta di versi, 'La barca', fu pubblicata nel 1935. Ad essa seguirono 'Avvento
Notturno' del 1940 e 'Un brindisi' del 1945. Il momento centrale della sua produzione e' però
rappresentato da tre libri: 'Primizie del deserto' del 1952, 'Onore del vero' del 1957 e 'Dal fondo
delle campagne', edito nel 1965 ma composto in anni precedenti. Luzi fu anche autore di saggi e di
testi teatrali in versi, di cui ricordiamo 'Il libro di Ipazia' del 1978 e 'Rosales' del 1984.
Nel 1998, Luzi fu il primo ad essere insignito del Pegaso d'oro straordinario per la cultura, istituito
in quell'occasione dalla Regione Toscana. Lo scorso 11 febbraio il poeta aveva inoltre partecipato
ad una iniziativa per ricordare lo storico del pensiero umanistico Eugenio Garin in Palazzo
Vecchio, sempre a Firenze. Il 14 ottobre dell'anno scorso il Presidente della Repubblica Carlo
Azeglio Ciampi lo aveva nominato senatore a vita.
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La morte è arrivata improvvisa, anche per gli stessi conoscenti. Circa le cause del decesso sembra
si sia trattato di un piccolo infarto, come riferito da un amico medico.
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