4 giugno, via dei caffè: inaugurata la sede dell ... · to alla procura della repubblica, maturava...

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«La Repubblica riconosce il 9 maggio quale "Giorno della memoria", al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e del- le stragi di tale matrice». La legge 4 maggio 2007 n. 56 istituisce una giornata dedicata alla memoria di tutte le vit- time del terrorismo. Dal 2008, il 9 maggio - anniversario dell'uccisione di Aldo Moro - presso il Quirinale si tiene la manifestazione pubblica nel corso della quale il Presidente della Repubblica, rendendo omaggio alle vit- time, riceve i famigliari e i rappresentanti del- le associazioni che li riuniscono. Quest’anno, l’omaggio è stato reso “in par- ticolare ai servitori dello Stato che hanno pa- gato con la vita la loro lealtà alle istituzioni repubblicane. Tra loro, in primo luogo, i dieci magistrati che, per difendere la legalità de- mocratica, sono caduti per mano delle Briga- te Rosse e di altre formazioni terroristiche”, come si legge nella lettera che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha in- viato al vice Presidente del Consiglio Supe- riore della Magistratura, Michele Vietti. In occasione di tale ricorrenza, Wladimiro De Nunzio, Presidente della Corte d’Appello di Perugia, ha ricordato il giudice Mario Amato, del quale era amico, vittima del terro- rismo di destra nel 1980, con un articolo pub- blicato dal quotidiano La Nazione, che ci ha inviato e che riproduciamo per i nostri lettori. 31 anni fa, il collega Mario Amato, Sostitu- to Procuratore della Repubblica presso il Tri- bunale di Roma, perdeva la vita in un agguato terroristico mentre attendeva alla fermata il bus per raggiungere l’ufficio. Ci eravamo conosciuti nel 1970 a Rovereto (TN) sede del nostro primo incarico. Destina- to alla Procura della Repubblica, maturava nei sette anni di permanenza a Rovereto una soli- da esperienza professionale che si andava ad innestare in una innata propensione per la fun- zione inquirente. Il rammarico per il suo suc- cessivo trasferimento a Roma fu testimoniato da tutti, senza eccezioni, perché Rovereto per- deva un magistrato stimato per l’indipenden- za, la probità, la correttezza nell’esercizio del- la funzione, la riservatezza. L’amicizia che si era sviluppata in quel periodo tra la sua e la mia famiglia non si affievoliva negli anni suc- cessivi, così che ero testimone non solo dell’impegno straordinario di Mario Amato presso la Procura della Repubblica di Roma, nei tre anni successivi, in un settore d’indagi- ne delicatissimo, ad altissimo rischio, ma an- che delle difficoltà che incontrava per la ca- renza di una piena consapevolezza della gra- vità del fenomeno criminale oggetto di indagi- ne. Spedizione in A. P. 70% - Tab D - Regime Libero Filiale di Benevento anno XXX - numero 6 - giugno 2011 Periodico dellÊAssociazione „Nuova Morcone Nostra - La Cittadella‰ fondato nel 1981 Il contributo volontario - in virtuÊ del quale si regge il periodico - va indirizzato a: „LA CITTADELLA‰ - C/C postale n. 10530822 - 82026 Morcone (BN) [email protected] LÊarroganza non deve „fare scuola‰! NUMERO NUMERO SPECIALE SPECIALE ESTATE ESTATE a 10 pagine * * * p p a a g g . . 5 5 L’Italia s’è desta p p a a g g . . 6 6 Atmosfere dell’Oasi SANTÊONOFRIO LÊorgano restituito allÊantico splendore p p a a g g i i n n a a 2 2 ENERGIE Progetto turbina nel serbatoio p p a a g g i i n n a a 3 3 DEMOGRAFIA Da immigrati a residenti p p a a g g i i n n a a 3 3 30° anno Daria Lepore Associazione Nuova Morcone Nostra La Cittadella L’Associazione nuova Morcone Nostra, tramite il suo giornale La Cittadella, spesso dà conto dei movi- menti della popolazione residente a Morcone. E’ venu- to fuori un dato molto interessante e sottovalutato: 120 persone e 79 famiglie sono il numero dei cittadini stranieri regolarmente iscritti nell’anagrafe della no- stra popolazione al 31 dicembre 2010. Sulla scorta di tale numero significativo, riteniamo che l’intera comu- nità debba riflettere sul suo significato e, possibilmen- te assumere atteggiamenti conseguenti anche nei pic- coli comuni. Al 1° gennaio 2009, infatti, gli stranieri re- sidenti in tali comuni ammontavano al 14,6% degli stranieri residenti in Italia. Per riflettere su questa realtà vi invitiamo a parteci- pare ad una riunione, appositamente organizzata, che avrà luogo nella sede della nostra Associazione sita in corso Italia n. 136 (di fronte al bar di Marino) per il giorno 27 giugno p.v. alle ore 18. Vi aspettiamo. TOMMASO PAULUCCI Presidente Nuova Morcone Nostra 4 giugno, via dei Caffè: inaugurata la sede dell’Associazione Nuova Morcone Nostra-La Cittadella continua a pagina 2 Wladimiro De Nunzio continua a pagina 4 9 maggio „Giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice‰ MARIO AMATO Nel ricordo dell’amico Wladimiro Sostituto Procuratore della Repubblica a Roma, fu ucciso da terroristi di destra il 23 giugno 1980 F inalmente una sede no- stra, che abbiamo forte- mente voluto e che l’avv. Romolo Vascello ha messo a di- sposizione, attraverso un como- dato d’uso gratuito. Romolo è so- cio promotore di Morcone Nostra, è collaboratore de La Cittadella e memoria storica dell’intero paese e il suo gesto è stato molto ap- prezzato. Sabato 4 giugno la abbiamo inaugurata con la benedizione del parroco don Nicola Gagliarde, che ha accolto il nostro invito, e abbiamo brindato, con molti ami- ci, all’inizio di una attività di ani- mazione e di promozione cultura- le nel centro antico di Morcone. La vecchia bottega di tessuti di Paolo Vascello e l’antico bar di Marino, che già è un presidio atti- vo della Piazza, aspirano a diven- tare un piccolo polo di aggrega- zione per i cittadini, nell’interesse della Comunità. Abbiamo chiarito che la nostra associazione persegue scopi cul- turali, è apolitica e laica, nel sen- so che rispetta tutte le idee e non presuppone nessuna appartenen- za come requisito per farne parte. Nel clima delle celebrazioni per il 150° dell’Unità e della Provincia di Benevento abbiamo scoperto il numero davvero grande delle as- sociazioni esistenti sul territorio dell’Alto Sannio, la ricchezza di volontariato che le anima, le ini- ziative che portano avanti. Tutte, però, operano in ambiti limitati e, spesso, si ignorano. Con le associazioni operanti fuori Morcone abbiamo concorda- to di portare avanti il discorso del- la conoscenza, catalogazione e, speriamo, successiva digitalizza- zione degli archivi locali, pubblici e privati, ai fini della loro fruibilità a fini di ricerca. Un progetto molto ambizioso e impegnativo. Con le associazioni morconesi vorremmo puntare sulla valorizza- zione delle risorse del nostro pae- se, studiando e portando avanti iniziative comuni nel rispetto dei programmi, delle idee, degli scopi di ogni gruppo e associazione. Noi pensiamo di lavorare su Morcone, sulla sua storia, sulle esigenze sociali della comunità, sulle risorse del territorio, in parti- colare quelle ambientali, paesag- gistiche, economiche. Il bosco di Morcone, l’oasi del Tammaro, le piccole attività pro- duttive di qualità sono settori di grande prospettiva, che qui elen- chiamo solo come esempio. Facciamo molto affidamento, poi, sul contributo “di intelletto e di amore” dei nostri tradizionali ami- ci, degli amici di Morcone, che in- tendiamo chiamare a raccolta e mobilitare in un momento di diffi- coltà per il paese, che osiamo sperare temporanea. Come vorremmo poter mobilita- re i giovani, in grande libertà. Con questo spirito abbiamo in- vitato tutti, e continueremo a farlo, alle nostre riunioni mensili di re- dazione e di direttivo, mettiamo a disposizione di tutti il giornale per occasioni di dialogo e confronto. Nel mese di agosto la sede sarà a disposizione di “villeggian- ti, frusteri e morconisi d’austo” per le loro esigenze di informazione e socializzazione. Con spirito di amicizia ringrazia- mo le associazioni che hanno partecipato e gli amici che non ci hanno fatto mancare il loro ap- poggio. TOMMASO PAULUCCI Presidente Nuova Morcone Nostra Uno spazio per tutti UN GIORNALE NEL CUORE DI MORCONE B arbara Evola può dire po- co o nulla ai più, ma chi non frequenta il web ed è sensibile a certe tematiche come la sorte del precariato della scuo- la o la stessa libertà d’espressio- ne, deve sapere di questa giova- ne donna siciliana, maestra della Primaria, divenuta un simbolo di rivalsa contro l’arroganza del po- tere. Presente, non molto tempo fa, alla trasmissione “Annozero” condotta da Michele Santoro, ha difeso con strenua fierezza il suo pensiero, contro le insulse inter- ruzioni e l’ironia fuori luogo del viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Castelli. E’ stato mortificante per chiun- que assistesse alla trasmissione, ma in sala nessuno ha spalleggia- to la maestra, alla faccia del ri- spetto e della sensibilità. Lo spet- tacolo deve continuare, costi quel che costi! Eppure, dopo questo scontro verbale, sul network si è scatena- ta un reazione incredibile. Infine, è arrivato l’intervento appassionato, “urlato” dal palco dello spettacolo “Tutti in piedi!”, andato in onda online sabato 18 scorso, in occasione dei 101 anni dalla fondazione della FIOM. Consapevole del fatto che avrebbe potuto spiegare a mi- gliaia di telespettatori quale dramma sociale si nasconde die- tro una dissennata politica di ta- gli, la Evola ha denunciato l’as- senza di un progetto culturale, di- dattico e pedagogico in quella che il Governo si ostina a chia- mare riforma. “Sempre più gente vive il dramma di non sentirsi più rap- presentati da una politica, ormai lontana dai problemi veri, assolu- tamente autoreferenziale. Un po- litico, un rappresentante delle istituzioni, deve essere capace di dare risposte politiche. CAMMO Si faccia chiarezza p p a a g g i i n n a a 2 2 MALA SORTE Risposta a Bruno La Marra p p a a g g i i n n a a 3 3 DON TOMMASO Due episodi di vita politica p p a a g g i i n n a a 6 6

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Page 1: 4 giugno, via dei Caffè: inaugurata la sede dell ... · to alla Procura della Repubblica, maturava nei sette anni di permanenza a Rovereto una soli- ... Al 1° gennaio 2009, infatti,

«La Repubblica riconosce il9 maggio quale "Giorno dellamemoria", al fine di ricordaretutte le vittime del terrorismo,interno e internazionale, e del-le stragi di tale matrice». La

legge 4 maggio 2007 n. 56 istituisce unagiornata dedicata alla memoria di tutte le vit-time del terrorismo. Dal 2008, il 9 maggio -anniversario dell'uccisione di Aldo Moro -presso il Quirinale si tiene la manifestazionepubblica nel corso della quale il Presidentedella Repubblica, rendendo omaggio alle vit-time, riceve i famigliari e i rappresentanti del-le associazioni che li riuniscono.

Quest’anno, l’omaggio è stato reso “in par-ticolare ai servitori dello Stato che hanno pa-gato con la vita la loro lealtà alle istituzionirepubblicane. Tra loro, in primo luogo, i diecimagistrati che, per difendere la legalità de-mocratica, sono caduti per mano delle Briga-te Rosse e di altre formazioni terroristiche”,

come si legge nella lettera che il Presidentedella Repubblica Giorgio Napolitano ha in-viato al vice Presidente del Consiglio Supe-riore della Magistratura, Michele Vietti.

In occasione di tale ricorrenza, WladimiroDe Nunzio, Presidente della Corte d’Appellodi Perugia, ha ricordato il giudice MarioAmato, del quale era amico, vittima del terro-rismo di destra nel 1980, con un articolo pub-blicato dal quotidiano La Nazione, che ci hainviato e che riproduciamo per i nostri lettori.

31 anni fa, il collega Mario Amato, Sostitu-to Procuratore della Repubblica presso il Tri-bunale di Roma, perdeva la vita in un agguatoterroristico mentre attendeva alla fermata ilbus per raggiungere l’ufficio.

Ci eravamo conosciuti nel 1970 a Rovereto(TN) sede del nostro primo incarico. Destina-to alla Procura della Repubblica, maturava neisette anni di permanenza a Rovereto una soli-da esperienza professionale che si andava ad

innestare in una innata propensione per la fun-zione inquirente. Il rammarico per il suo suc-cessivo trasferimento a Roma fu testimoniatoda tutti, senza eccezioni, perché Rovereto per-deva un magistrato stimato per l’indipenden-za, la probità, la correttezza nell’esercizio del-la funzione, la riservatezza. L’amicizia che siera sviluppata in quel periodo tra la sua e lamia famiglia non si affievoliva negli anni suc-cessivi, così che ero testimone non solodell’impegno straordinario di Mario Amatopresso la Procura della Repubblica di Roma,nei tre anni successivi, in un settore d’indagi-ne delicatissimo, ad altissimo rischio, ma an-che delle difficoltà che incontrava per la ca-renza di una piena consapevolezza della gra-vità del fenomeno criminale oggetto di indagi-ne.

Spedizione in A. P.70% - Tab D - Regime Libero

Filiale di Benevento

anno XXX - numero 6 - giugno 2011

Per iodico de l l ÊAssoc iaz ione „Nuova Morcone Nostra - La C i t tade l la‰ fondato ne l 1981

I l contr ibuto volontario - in vir tuÊ del quale si regge i l periodico - va indirizzato a: „LA CITTADELLA‰ - C/C postale n. 10530822 - 82026 Morcone (BN)

[email protected]

LÊarroganza non deve „fare scuola‰!

NUMERO NUMERO SPECIALESPECIALEESTATEESTATEa 10 pagine

* * *pp aa gg .. 55

L’Italia s’è desta

pp aa gg .. 66Atmosfere dell’Oasi

SANTÊONOFRIO

LÊorgano restituitoallÊantico splendore

pp aa gg ii nn aa 22

ENERGIE

Progetto turbinanel serbatoio

pp aa gg ii nn aa 33

DEMOGRAFIA

Da immigratia residenti

pp aa gg ii nn aa 33

30°anno

Daria Lepore

Associazione Nuova Morcone Nostra La Cittadella

L’Associazione nuova Morcone Nostra, tramite il

suo giornale La Cittadella, spesso dà conto dei movi-

menti della popolazione residente a Morcone. E’ venu-

to fuori un dato molto interessante e sottovalutato:

120 persone e 79 famiglie sono il numero dei cittadini

stranieri regolarmente iscritti nell’anagrafe della no-

stra popolazione al 31 dicembre 2010. Sulla scorta di

tale numero significativo, riteniamo che l’intera comu-

nità debba riflettere sul suo significato e, possibilmen-

te assumere atteggiamenti conseguenti anche nei pic-

coli comuni. Al 1° gennaio 2009, infatti, gli stranieri re-

sidenti in tali comuni ammontavano al 14,6% degli

stranieri residenti in Italia.

Per riflettere su questa realtà vi invitiamo a parteci-

pare ad una riunione, appositamente organizzata, che

avrà luogo nella sede della nostra Associazione sita in

corso Italia n. 136 (di fronte al bar di Marino) per il

giorno 27 giugno p.v. alle ore 18.

Vi aspettiamo.

TOMMASO PAULUCCI

Presidente Nuova Morcone Nostra

4 giugno, via dei Caffè: inaugurata la sede dell’Associazione Nuova Morcone Nostra-La Cittadella

continua a pagina 2

Wladimiro De Nunzio

continua a pagina 4

9 maggio „Giorno della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice‰

MARIO AMATO Nel ricordo dell’amico WladimiroSostituto Procuratore della Repubblica a Roma, fu ucciso da terroristi di destra il 23 giugno 1980

Finalmente una sede no-stra, che abbiamo forte-mente voluto e che l’avv.

Romolo Vascello ha messo a di-sposizione, attraverso un como-dato d’uso gratuito. Romolo è so-cio promotore di Morcone Nostra,è collaboratore de La Cittadella ememoria storica dell’intero paesee il suo gesto è stato molto ap-prezzato.

Sabato 4 giugno la abbiamoinaugurata con la benedizione delparroco don Nicola Gagliarde,che ha accolto il nostro invito, eabbiamo brindato, con molti ami-ci, all’inizio di una attività di ani-mazione e di promozione cultura-le nel centro antico di Morcone.

La vecchia bottega di tessuti diPaolo Vascello e l’antico bar diMarino, che già è un presidio atti-vo della Piazza, aspirano a diven-tare un piccolo polo di aggrega-zione per i cittadini, nell’interessedella Comunità.

Abbiamo chiarito che la nostraassociazione persegue scopi cul-turali, è apolitica e laica, nel sen-so che rispetta tutte le idee e nonpresuppone nessuna appartenen-za come requisito per farne parte.

Nel clima delle celebrazioni peril 150° dell’Unità e della Provinciadi Benevento abbiamo scoperto ilnumero davvero grande delle as-sociazioni esistenti sul territoriodell’Alto Sannio, la ricchezza divolontariato che le anima, le ini-ziative che portano avanti. Tutte,però, operano in ambiti limitati e,spesso, si ignorano.

Con le associazioni operantifuori Morcone abbiamo concorda-to di portare avanti il discorso del-la conoscenza, catalogazione e,speriamo, successiva digitalizza-zione degli archivi locali, pubblicie privati, ai fini della loro fruibilitàa fini di ricerca. Un progetto moltoambizioso e impegnativo.

Con le associazioni morconesivorremmo puntare sulla valorizza-zione delle risorse del nostro pae-se, studiando e portando avantiiniziative comuni nel rispetto deiprogrammi, delle idee, degli scopidi ogni gruppo e associazione.

Noi pensiamo di lavorare suMorcone, sulla sua storia, sulleesigenze sociali della comunità,sulle risorse del territorio, in parti-colare quelle ambientali, paesag-gistiche, economiche.

Il bosco di Morcone, l’oasi delTammaro, le piccole attività pro-duttive di qualità sono settori digrande prospettiva, che qui elen-chiamo solo come esempio.

Facciamo molto affidamento,poi, sul contributo “di intelletto e diamore” dei nostri tradizionali ami-ci, degli amici di Morcone, che in-tendiamo chiamare a raccolta emobilitare in un momento di diffi-coltà per il paese, che osiamosperare temporanea.

Come vorremmo poter mobilita-re i giovani, in grande libertà.

Con questo spirito abbiamo in-vitato tutti, e continueremo a farlo,alle nostre riunioni mensili di re-dazione e di direttivo, mettiamo adisposizione di tutti il giornale peroccasioni di dialogo e confronto.

Nel mese di agosto la sedesarà a disposizione di “villeggian-ti, frusteri e morconisi d’austo” perle loro esigenze di informazione esocializzazione.

Con spirito di amicizia ringrazia-mo le associazioni che hannopartecipato e gli amici che non cihanno fatto mancare il loro ap-poggio.

TOMMASO PAULUCCI

Presidente Nuova Morcone Nostra

Uno spazioper tutti

UN GIORNALENEL CUORE

DI MORCONE

Barbara Evola può dire po-co o nulla ai più, ma chinon frequenta il web ed è

sensibile a certe tematiche comela sorte del precariato della scuo-la o la stessa libertà d’espressio-ne, deve sapere di questa giova-ne donna siciliana, maestra dellaPrimaria, divenuta un simbolo dirivalsa contro l’arroganza del po-tere.

Presente, non molto tempo fa,alla trasmissione “Annozero”condotta da Michele Santoro, hadifeso con strenua fierezza il suopensiero, contro le insulse inter-ruzioni e l’ironia fuori luogo delviceministro delle Infrastrutture edei Trasporti Castelli.

E’ stato mortificante per chiun-que assistesse alla trasmissione,ma in sala nessuno ha spalleggia-to la maestra, alla faccia del ri-spetto e della sensibilità. Lo spet-tacolo deve continuare, costi quelche costi!

Eppure, dopo questo scontroverbale, sul network si è scatena-ta un reazione incredibile.

Infine, è arrivato l’interventoappassionato, “urlato” dal palcodello spettacolo “Tutti in piedi!”,andato in onda online sabato 18scorso, in occasione dei 101 annidalla fondazione della FIOM.

Consapevole del fatto cheavrebbe potuto spiegare a mi-gliaia di telespettatori qualedramma sociale si nasconde die-tro una dissennata politica di ta-gli, la Evola ha denunciato l’as-senza di un progetto culturale, di-dattico e pedagogico in quellache il Governo si ostina a chia-mare riforma.

“Sempre più gente vive ildramma di non sentirsi più rap-presentati da una politica, ormailontana dai problemi veri, assolu-tamente autoreferenziale. Un po-litico, un rappresentante delleistituzioni, deve essere capace didare risposte politiche.

CAMMO

Si facc iach iarezzapp aa gg ii nn aa 22

MALA SORTE

Risposta aBruno La Marra

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DON TOMMASO

Due episodidi vita politica

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SUCCEDE A MORCONE... e dintorni

PILLOLE DI CRONACA

anno XXX - numero 6 - giugno 2011

Emozioniamoci - Il 26 maggio,la Secondaria di Morcone e San-ta Croce ha messo in scena lospettacolo “Emozioniamoci”, unprogetto finalizzato a trasmettereemozioni, che giocano, scalpita-no, danzano nell’animo dei prea-dolescenti, crisalidi che si tra-sformano in farfalle. Lo spettaco-lo, molto ben riuscito, ha presen-tato e dato nome ad alcune pre-gnanti emozioni, quali l’amore, lavita, la gioia, la solidarietà, la na-tura, la malinconia, attraverso ilinguaggi della musica, del dise-gno, dell’espressione mimico-facciale, della lettura e scritturacreativa di brani diversi in linguediverse, oltre che nel linguaggioinformatico e scientifico speri-mentale.

Progetto ambiente - Il 27 mag-gio a Santa Croce del Sannio, siè svolta la manifestazione con-clusiva del “Progetto Ambiente”a cura della Scuola dell’Infanzia.Grande partecipazione di follanella piazza principale, dove so-no convenuti alunni, docenti, ge-nitori e autorità, che hanno sotto-lineato, ognuno con il proprio lin-guaggio, l’importanza della tute-la, salvaguardia e promozionedel nostro ancora piuttosto salu-bre ambiente.

Teatro vernacolare - Riscuoten-do il successo che da tre anniraccoglie, si è conclusa la III edi-zione della Rassegna teatrale“Vernacolando”. Sul palcosceni-co dell’Aula Magna della Secon-daria, si sono esibite scuole cam-pane di vecchia e nuova cono-scenza, ognuna con una pièceattinente al tema del teatro ver-nacolare.

Dibattito nucleare - Il 2 giugnopresso il Centro Sociale AnzianiAlto Sannio di Morcone, con l’in-tervento del prof. Vincenzo Iorio,si è tenuto un incontro sul tema“Quello che dobbiamo saperesull’energia nucleare”.

Sequestro bovini - 4 giugno:dalla stampa quotidiana si ap-prende che durante controlli ef-fettuati dai Carabinieri del Nas diCampobasso, nel quadro diun’indagine su un giro di capi bo-vini infetti da tubercolosi prove-nienti dalla provincia di Foggia ecommercializzati da un allevato-re del capoluogo, pressoun’azienda agricola di Morconesono stati sequestrati 17 capi bo-vini, due dei quali positivi alla tu-bercolosi. Il loro valore commer-

ciale è stato stimato di 35.000euro. Le indagini proseguono.

Bugs’ weekend - Il 4 e 5 giugnosi è svolto il 6° raduno degli ap-passionati di macchine d’epoca(‘maggiolino’ Volkswagen e simi-li) in un clima giovanile di amici-zia. “Tutti amici che, quest’anno,hanno voluto condividere nonsolo la loro passione, ma anchecibo e bevande – così scriveAdriana Maione su morconiani.net - incarnando il vero spiritoche, da sempre, abbiamo volutoinfondere a questo evento”. Tut-to molto bello, a partire dalla ‘lo-cation’, il bosco dell’Addolorata,dove i partecipanti “Si sono mos-si con disinvoltura nel “parulo”,come se fossero a casa pro-pria!”. Con una bella mangiata eun corteo di automobili, l’eventoa suo modo avvicina all’impegnoper il rispetto della natura e la di-fesa dell’ambiente.

Mafia mangiasoldi - Una perso-na residente a Morcone è statasottoposta a misura di custodiacautelare insieme ad altre ottoindagati nell’ambito di una ope-razione condotta dai carabinieridi Bojano nel giro delle ‘slot ma-chine’. I nove sono accusati diassociazione per delinquere,usura, estorsione, atti di concor-renza con violenza e minacce,incendio doloso. Gli arrestatiavrebbero minacciato e picchiatoi gestori di locali per costringerliad installare le "macchinettemangiasoldi" gestite dalla banda.L'obiettivo era quello di ottenereil monopolio di questo tipo di atti-vità inducendo i gestori dei localia disdire i contratti con altre dittee a installare le slot machine del-la società bojanese. Ciò avvenivacon metodi che gli inquirenti han-no definito "mafiosi”. Le misure,disposte dal gip del tribunale diCampobasso, sono state esegui-te l’8 giugno. Le indagini hannoaccertato nove tentativi di estor-sione di cui tre andati a segno.Solo nel 2010 l'organizzazionecon questo sistema avrebbe in-troitato più di 4 milioni e mezzo dieuro. Fonte: altromolise.it

Passion Motors - Il 18 e 19 giu-gno nell’Area Fiera di Morcone siè svolto l’evento “Passion Motors– un secolo di storia” – 1^ MostraScambio Salone Internazionaleauto moto trattori d’epoca model-lismo abbigliamento Organizzatada CentroFiere Morcone.

Il primo giugno u.s. si è svoltauna assemblea dei sociCAMMO a cui hanno parteci-

pato meno di 20 soci. Il numerostriminzito di partecipanti non ècertamente da intendere comemancanza di interesse da partedelle altre centinaia di cittadini “interessati”. L’orario di convoca-zione (ore 11,00 antimeridiane), laforma (avviso di convocazionepubblicato su un quotidiano) statu-tariamente corretta ma insufficien-te, l’argomento posto all’ordine delgiorno (nomina dei revisori deiconti), adempimento tecnico ma digrande significato ai fini della se-parazione delle responsabilità,non giustificano la prassi seguita.E’ stato richiesto di seguire un itermolto più serio per la prossimaconvocazione assembleare.

Il solo intervento registrato haposto alcuni interrogativi al liqui-datore, il quale, in ragione dellostato degli adempimenti, non hapotuto dare che risposte di circo-stanza, rinviando alla assembleadi prossima convocazione perl’approvazione del bilancio 2010 lacomunicazione dei dati.

Per quella occasione molti siaspettano di avere quei dati richie-

sti già ai vecchi amministratori eprecisamente:

A) Situazione contabile: am-montare del capitale sociale al31/12/2009 e al 31/12/2010;,

- ammontare dei prestiti e/oconferimenti da parte dei soci allestesse date;

- ammontare dell’esposizioneverso i dipendenti;

- se, a far data dal 1/1/2009 so-no state rimborsate quote di capi-tale sociale e/o quote di finanzia-menti effettuati dai soci;

- se per tali quote i rimborsi so-no stati effettuati alla scadenzadei contratti di finanziamento o incorso di validità degli stessi;

B) Azioni intraprese per il recu-pero dei crediti e situazioni di diffi-coltà o dubbia esigibilità;

C) Strategie in ordine al futurodella CAMMO con particolare rife-rimento alla determinazione delcosto della liquidazione, alla ridu-zione delle spese di gestione, allostato dell’azione di responsabilitàdeliberata dall’assemblea.

Su questi e sugli altri temi di in-teresse generale, confidiamo chevenga fatta chiarezza nella prossi-ma assemblea dei soci.

t.p.

CAMMOSi faccia chiarezza

Iservizi sociali, in un territorio‘debole’ come il Sannio, sonoun fattore vitale per le fami-

glie e per le persone svantaggiate.Ma “Da mesi si registra l’estremadifficoltà a garantire i servizi socia-li essenziali quali l’assistenza aidisabili, agli anziani e ai minoridella Provincia e solo grazie allaprofessionalità e al senso del do-vere di professionisti, precari dadieci anni e privati dello stipendioda diversi mesi, si riesce ad assi-curare la dovuta assistenza a chivive gravi difficoltà.”

Lo afferma una lettera del Sin-daco di Morcone indirizzata ai sin-daci dei Comuni del B4 e ai presi-denti dei Coordinamenti Istituzio-nali degli Ambiti B1,B2, B3, B5 eB6 al fine di adottare un atto deli-berativo unitario da inviare all’at-tenzione della Regione Campania.

L’iniziativa è stata resa nota

dall’Ufficio di Piano Distretto So-ciale B4 (del cui Coordinamentoistituzionale il Sindaco di Morconeè presidente) in seguito all’incon-tro del Tavolo di concertazionepermanente con i rappresentantisindacali Cgil, Cisl e Uil e del ter-zo settore, relativamente al PianoSociale di Zona, considerate lecriticità in cui versano le politichesociali del territorio.

In particolare, si chiede la liqui-dazione del 60% dei fondi perl’anno 2010 e il rispetto degli im-pegni assunti formalmente dallaRegione Campania per la II° e III°annualità del primo PSR. “Questasituazione – conclude il Sindaco diMorcone - non è più tollerabile,non è degna di una Regione civi-le, per gli utenti, gli operatori im-pegnati e per gli Ambiti TerritorialiSociali”.

SERVIZI SOCIALIRegione inadempiente

Venerdì 27 maggio si èsvolta a Benevento, pres-so il Museo del Sannio, la

terza Giornata nazionale delle Mi-niere, fortemente voluta ed orga-nizzata dalla prof.ssa Rossella DelPrete e dall’AIPAI sez. Campania,con il patrocinio delle Province diAvellino e Benevento e la parteci-pazione dei comuni di Altavilla Irpi-na, Tufo, Cusano Mutri e Morcone.

L’iniziativa fa seguito a quellarealizzata l’anno scorso a Morconepresso l’aula magna del Liceoscientifico e punta alla realizzazio-ne di un parco minerario d’intesacon i comuni interessati.

A tal fine è stata predispostauna convenzione, che sarà firmataanche dalla nostra Associazione,per procedere nella definizione delprogetto ed ottenere l’interventodella regione Campania. All’incon-tro hanno partecipato gli ammini-stratori di Altavilla, Tufo e Cusano,per Morcone era presente il cons.com. ing. Carlo Ruzzo, il presiden-te Cimitile, gli assessori alla cultu-ra delle due province interessate eper Nuova Morcone Nostra Tom-maso Paulucci.

Ben conoscendo la determina-zione di Rossella Del Prete, confi-diamo nel buon esito dell’iniziativa.

Giornata delle miniere

Restituito allÊantico splendore e al suonooriginale lÊorgano di SantÊOnofrio

Il giorno 26 Giugno 2011Sassinoro ospiterà per laprima volta la XV Giornata

Alpina, che negli anni passati sisvolgeva nello scenario di Morco-ne. Alla manifestazione parteci-perà il presidente nazionale Cor-rado Perona.

Il programma della manifesta-zione ha un preliminare il 25 giu-gno, alle ore 17,00 il CampoSportivo di sassinoro ospiterà unQuadrangolare di calcio tra mili-tari appartenenti ai Carabinieri,agenti della Polizia di Stato, unarappresentanza della Polizia Mu-nicipale e la squadra dell’ Atleti-co Tammaro.

Il 26 giugno la giornata avràinizio alle ore 9,30 con l’acco-glienza degli arrivari; alle 10,00inizio della cerimonia del Radunocon Canti alla Patria degli studen-

ti delle scuole di Sassinoro; a se-guire, la tradizionale Sfilata cheper la prima volta si svolgerà perle vie del Paese e arrivo in PiazzaIV Novembre. La Cerimonia del-l'Alzabandiera e onori ai Cadutisarà il momento culminante dellamattina.

Sono previsti discorsi ufficialidel Sindaco di Sassinoro (Geom.Pasqualino Cusano), del Presi-dente sezionale (Marco Scaper-rotta) del Presidente Nazionale(Corrado Perona).

Alle 12,00 ci si trasferisce alSantuario di S.Lucia per la cele-brazione della S. Messa. Alle ore13,00 il proverbiale Rancio alpi-no si svolgerà nel Parco del San-tuario.

Alle 17,00 Con la Cerimoniadell'Ammainabandiera si chiuderàla manifestazione.

SASSINORO OSPITA LA15^ GIORNATA ALPINA

Il 25 e 26 giugno Raduno della Sezione ANA di Napoli

Grande festa quest’annoper l’11 giugno aSant’Onofrio. Ha ripreso

a vivere l’antico organo a cannesettecentesco, unico del generepresente nel territorio di Morco-ne. La semplice cerimonia è stataintrodotta da Ruggiero Cataldiche ha fatto un resoconto dellaraccolta di fondi attuata dal Co-mitato ‘Adotta il Paese”.

Il maestro organaro MicheleContiniello ha spiegato il pazientelavoro di restauro dell’organo, co-stituito da un unico manuale,conforme ai canoni di scuola na-poletana, con pannelli dipinti inpolicromi decori di gusto baroc-co. Il tutto è stato sottoposto a re-stauro filologico conservativo efunzionale.

Alla benedizione di don Nicola,parroco di San Marco e SantaMaria de Stampatis, è seguitol’ascolto del suono prodotto dallostrumento, in un suggestivo con-certo di musiche d’epoca eseguitedal Maestro Mauro Castaldo conla sua allieva Maria Sarracco.

La benedizione delle ciliege,poste ai piedi dell’antica statua li-gnea del santo eremita, per poi es-sere distribuite ai fedeli, ha costi-tuito la ripresa di una vetusta tra-dizione.

Un rinfresco in Piazza della Li-bertà, concluso da una splendidatorta decorata con la riproduzionedell’organo restaurato, ha allieta-to la serata in un’atmosfera diaffollata e commossa partecipa-zione popolare.

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3anno XXX - numero 6 - giugno 2011

Bruno La Marra

Il 10 giugno gli spazi della Fiera diMorcone sono stati invasi da oltretrecento alunni della scuola dell’ob-

bligo per la manifestazione finale delprogetto “Crescere Felix & Frutta nellescuole”, il cui slogan recita “Nutrirsi be-ne, un insegnamento che frutta”.

Il progetto ha durata triennale ed ha in-teressato particolarmente le classi terzedella scuola primaria che nell’arco deltriennio porteranno a termine le attivitàpreviste che intendono promuovere econsolidare stili di vita e di alimentazio-ne salutare nella fascia di età dell’infan-zia e adolescenziale.

Il percorso didattico mira ad avvicinaregli alunni dai 3 agli 11 anni alla scopertadei prodotti del proprio territorio, all’im-portanza di un’alimentazione sana e con-sapevole, all’importanza di praticaresport ed esercizio fisico per aumentare ilbenessere, la socializzazione e il buonu-more.

Il progetto ha coinvolto gli alunni inattività diverse quali. Indagini sulle abi-tudini alimentari, esperienze di merendee colazioni preparate in classe dai bambi-ni (frutta day, verdura party), visite a fat-torie locali, visione di spettacoli teatrali

adeguati alla tematica.Ed il giorno 10 giugno gli alunni han-

no messo in campo tutta la loro vitalitàesibendosi in una serie di giochi dellatradizione e gare sportive; la cerimoniaha avuto anche momenti di riflessionequando la dirigente Leggieri ha illustratogli scopi del progetto e la dottoressa Ersi-lia Palombi ha presentato i dati delle va-rie iniziative portate a termine nelle altrescuole.

Dopo l’inno di Mameli cantato a granvoce da tutti i presenti, è stata letta lapreghiera dell’atleta ed il messaggio è

stato affidato a dei palloncini tricoloriche si sono persi in cielo trascinati dalvento. Quindi gli spazi della Fiera sonostati occupati dai ragazzi desiderosi diesibirsi nel tiro alla fune, nella corsa deisacchi, in mini tornei di pallavolo, pallaprigioniera, pallacanestro e percorsi adostacoli; grande impegno dei ragazzi egrande coinvolgimento dei genitori chehanno incitato a gran voce i protagonisti.

E’ doveroso ringraziare tutti coloro chehanno contribuito alla realizzazione dellamanifestazione, un ringraziamento parti-colare al Presidente ed alle maestranze di

Centrofiere ed all’Amministrazione Co-munale di Morcone per la disponibilitàche in ogni occasione mettono in atto neiconfronti delle richieste della scuola.

Il giorno 9 giugno la struttura fieristicaha ospitato un’altra importante manife-stazione scolastica: lo spettacolo “Napuleè”, atto finale di un progetto di musica eteatro che la Scuola Civica Musicale harealizzato con le classi IV e V della scuo-la primaria di Morcone.

I ragazzi hanno dato il meglio di sé re-citando alcuni sketch tratti da importantiopere teatrali in dialetto napoletano,mentre il coro ha sottolineato i momentipiù importanti dello spettacolo.

Purtroppo con le continue riforme tuttequeste attività vengono messe in forseperché diminuisce il tempo scuola e l’ or-ganico dei docenti è sempre più ridotto.

E si parla di scuola di qualità…ma mifaccia il piacere avrebbe detto Totò

La scuola primaria tra sport, salute e spettacoli

Agiudicare dal contenutodella DG 106 del25.5.2011, è di fatto con-

cluso l’iter autorizzativo per la rea-lizzazione di un piccolo impiantoper la produzione di energia idro-elettrica.

Morcone non è nuovo a questotipo di attività, visto che fino aglianni cinquanta la pubblica illumi-nazione, gestita da privati, venivaalimentata con l’energia elettricaprodotta da una turbina alimentatacon l’acqua della condotta comu-nale. Quella vecchia turbina è an-cora situata nel locale di entratadel serbatoio, è ferma da oltresessanta anni, ma è ancora attra-versata dall’acqua, che dalla mon-tagna arriva nelle nostre case.

Forse per la necessità di smon-tare quella vecchia e fin troppo ar-rugginita turbina, forse per gli in-centivi previsti nel caso di utilizzodelle fonti rinnovabili, il 17 agosto2010 è stato approvato un proget-to di massima per ”utilizzo delle ri-sorse idriche per produzione dienergia da fonti rinnovabili”. Ne èseguita una gara d’appalto, con ilcriterio dell’offerta economicamen-te più vantaggiosa, per la ristruttu-razione del serbatoio e la installa-zione di una turbina per produzio-ne di energia elettrica.

Si è aggiudicata la gara ELET-TRA s.r.l., il cui titolare ci ha an-che fornito queste informazioni,con una proposta comprendentela ristrutturazione del serbatoio ela sistemazione di una turbina co-me previsto dal progetto, e conl’aggiunta di un punto didattico,consistente nella pulitura e rimon-taggio della vecchia turbina nel lo-

cale servizi del serbatoio, a forma-re una sorta di mini museo per vi-site guidate degli scolari.

Con la realizzazione dell’inter-vento, il Comune, a fronte di unaconcessione trentennale per losfruttamento dell’acqua per produ-zione di energia elettrica, si assi-cura la ristrutturazione del serba-toio, un piccolo ristoro economicopari al 6% della energia prodotta eceduta al G.S.E., un miglioramen-to igienico-sanitario dell’acqua le-gato alla rimozione della vecchiaturbina, la creazione di un puntoistruttivo-scolastico compreso lamanutenzione ordinaria dei locali;ELETTRA s.r.l., a fronte del finan-ziamento, realizzazione e manu-tenzione delle opere citate a totaleproprio carico, si assicura pertrent’anni la gestione dell’impiantocon tutti gli utili derivanti dalla ces-sione al Gestore Servizi Elettricidella intera produzione di energiaelettrica.

Vista così sembra un ordinarioesempio di collaborazione pubbli-co-privato su iniziative di valoreeconomico ed ambientale, macertamente si deve attendere persaperne di più. Al momento l’iterburocratico, comunque, non è an-cora completato ed i lavori nonpossono iniziare perché mancal’autorizzazione dell’Amministra-zione provinciale, titolare della ge-stione delle acque; ma si è ancheappreso-intuito che pureGe.Se.Sa., inizialmente favorevo-le al progetto di ELETTRA s.r.l.,negli ultimi mesi di permanenza aMorcone stava osteggiandone larealizzazione.

Peppe Gizzi

Progettata una turbinanel serbatoio del castello

Per la produzione di energia idro-elettrica

Sezione del serbatoio dell’acquedotto di Morcone, dal progetto dell’ing.Pa-squale Pistilli di Napoli. L’intera opera che portò l’acqua dalla sorgente diAcqua Spasa a Morcone, progettata nel 1899, fu realizzata nel 1904.

Il 10 febbraio 2011 rappresenta una datasignificativa per la ormai piccola Comunitàdi Morcone e, in particolare per il centro

storico. Una giovane cittadina straniera ha ac-quistato una piccola casetta in Corso Italia perfarne una residenza stabile per sé ed, even-tualmente, per i suoi familiari. Questa ragazza,Nataliya, di nazionalità ucraina venne circa 10anni fa a seguito della madre Hanna che è unadelle veterane tra le cosidette “badanti” (chebrutto termine! preferisco ‘assistenti familiari’)stabilitesi a Morcone per lavorarvi.

Questo evento è importante proprio perchéci fa capire che alcuni degli immigrati voglionomettere radici stabili nel nostro amato paese.

Diversi anni fa con un articolo su “Morconeda terra di emigrazione a terra d’immigrazio-ne”, pubblicato da La Cittadella, avevo datoconto del fenomeno che stava cambiando lavita socio-economica del nostro paese.

La stragrande maggioranza di questi concit-tadini stranieri cercano di inserirsi a pieno titolonella realtà socio umana di Morcone ed italia-na in genere. Quasi tutti parlano bene la no-

stra lingua, apprezzano molto la nostra ga-stronomia che esportano anche a piene maninelle loro Terre d’origine. Si può dire che moltisono pienamente integrati nella nostra vita dipaese. Questo è evidente soprattutto per quelliche provengono dagli stati dell’Est Europa, ariconferma delle comuni radici culturali e cri-stiane che ci legano. Il centro storico ne risentepositivamente perché gli immigrati stannoriempiendo i tanti vuoti che si sono formati nel-le nostre case. Sul piano socio-economico essirappresentano una grossa risorsa per le fami-glie e gli anziani che sono ben assistiti in granparte dalle donne immigrate e per l’edilizia do-ve lavorano prevalentemente gli uomini.

La Cittadella di marzo sotto il titolo “demo-grafia, cresce l’immigrazione” dà conto in pri-ma pagina del movimento della popolazioneresidente a Morcone. Ne viene fuori il dato che120 persone e 79 famiglie costituiscono il nu-mero dei cittadini regolarmente iscritti nell’ana-grafe della nostra popolazione residente al 31dicembre 2010. I 120 concittadini provengonodalla Romania, dall’Ucraina, dalla Bulgaria, dal

Marocco, dall’India… e sono inseriti nellarealtà lavorativa locale.

Noi de la Cittadella, in più riprese, (vedi ulti-mo l’articolo sulla nascita del circolo culturalerumeno affiliato alle ACLI) abbiamo manifesta-to interesse e tentato di soffermarci sul proble-ma. Ora, anche sulla scorta di questi numeri,riteniamo che l’intera Comunità debba rifletteresul loro significato e assumere atteggiamenticonseguenti. Il fenomeno della crescita dellapopolazione straniera residente in Italia rap-presenta, insieme col progressivo invecchia-mento degli Italiani, una costante degli ultimi20 anni. Solo recentemente, però, sono dispo-nibili dati sul loro insediamento nei piccoli co-muni dove gli stranieri rappresentano il 14,6 %di quelli residenti in tutto il territorio italiano.

Per capire questa realtà e progettare strate-gie di positivo e reciproco incontro, vi invitiamoa partecipare ad un incontro, appositamenteorganizzato, che avrà luogo nella nuova sededella nostra Associazione in Corso Italia (difronte al bar di Marino) lunedì 27 giugno.

Stefano Marino

MORCONE DA IMMIGRATI A RESIDENTI STABILI

Bruno La Marra nel suo Os-servatorio de La Cittadelladel mese di aprile 2011

dal titolo “Riflessioni sul libro Lamalasorte”, chiama in causa i sin-daci “che hanno amministrato Mor-cone in quel periodo” affinchè illu-strassero la situazione ufficiale edil riscontro avuto dalle indaginisvolte e spiegassero se è vero eperché…”il comune di Morcone damolti anni aveva la vocazione di si-to per lo smaltimento dei rifiuti”.

Nella mia qualità di sindaco del1982, respingo con decisione leaffermazioni contenute nel librocome generiche e non documen-tate. In quegli anni, in quelli prece-denti e in quelli successivi Morco-ne era il paese che si distinguevaperché praticava la raccolta dei ri-fiuti solidi urbani porta a porta e gliaddetti collocavano i sacchetti incassoni metallici per impedire checani ne facessero scempio.

Nessuna vocazione, quindi, semai una straordinaria dignità eamor proprio dei cittadini nell’esi-gere e conservare un paese e unterritorio puliti, secondo la sua tra-dizione.

Il problema, allora, era quellodei rifiuti speciali e del tristo e de-linquenziale mercato che se ne èfatto ad opera della delinquenzaorganizzata.

A Morcone, in quegli anni, taleproblema non era avvertito né perdisattenzione, né per complicità.Era semplicemente non conosciu-to. Quando si diffuse l’allarme sul-la Montagna per le prospezioni

petrolifere eseguite dalla SNAM interritorio di Cerreto, si pensò aldanno alle sorgenti e al pericolo diinquinamento delle stesse.

Della questione si interessò ilComando Stazione Carabinieriche predispose servizi di vigilanzama, di fronte alle regolari autoriz-zazioni, non poté procedere.

L’intera “questione rifiuti” ripre-se spessore negli anni novantaquando venne fuori il napoletanobuono e generoso che aveva ab-bandonato Napoli per darsi nonall’ippica ma quasi; voleva fare ilcoltivatore diretto. Quella storia sisa come andò a finire. Chi voles-se riviverla potrà leggere La Citta-della del 1996. Io la vissi in primapersona, allora, perché ero a Ca-nepino quel 27 gennaio 1996 eanimai con tanti altri il Comitato dilotta per la rimozione di quei rifiuti.In questa occasione voglio ricor-dare il compianto Giuseppe Bo-scono che insieme con me girò lecontrade di Morcone per mobilita-re i nostri concittadini e spingerli apartecipare a quell’imponente cor-teo che si svolse dalla Villa comu-nale al Canale nel mese di aprile.

Fu il primo attacco della camor-ra a Morcone, di cui ci rendemmoconto con l’aiuto delle Associazio-ni ambientaliste con a capo, allo-ra, Gabriele Corona e con la colla-borazione di un avvocato napole-tano con studio in piazza Cavour,dove ci recammo in delegazioneper mettere in campo le primeazioni di contrasto.

Ci difendemmo, in quella occa-

sione, con i denti e vincemmoquella partita che finì con lo sgom-bero e l’avvio a discarica dei rifiutiparcheggiati per mesi a Canepino.

Avemmo a nostro fianco i Cara-binieri e i Magistrati, le Associa-zioni ambientaliste che fecero diMorcone un caso nazionale (ne èrimasta traccia negli atti dell’Anti-mafia). Tutto questo va ricordatoper non dare corpo alle ombre.

Qualche volta i cittadini devonofarsi sentire, devono mobilitarsi,scendere in campo ( infeliceespressione), diventare contropar-te di chi non difende i propri inte-ressi.

Questo messaggio, naturalmen-te, non è rivolto a Brunetto. Bastaleggere La Cittadella, egli prendesempre posizioni nette, forse avolte è troppo buono e cade nelbuonismo.

Nel numero di luglio-agosto2007, sul caso Sferracavallo eglichiese di <mettere fine alle pauredella popolazione magari trivellan-do in parallelo il terreno per verifi-care se e che cosa è stato messonegli scavi effettuati?>.

Nel febbraio 2006, sempre LaCittadella titolava: “Sferracavalloun caso da riaprire. Dieci anni do-po il deposito di rifiuti tossico-noci-vi in località Sferracavallo, si pon-gono nuovi interrogativ”i. E con-cludeva non con un inutile allarmi-smo ma con un appello a tutti gliEnti locali affinché avviasserocontrolli e mettessero in atto lesensibilizzazioni più utili a tran-quillizzare i cittadini.

A maggio 2007, sempre sul te-ma e per venire incontro all’allar-me esistente tra i cittadini e sem-pre La Cittadella organizzò unconvegno con la ASL BN 1 sul te-ma “Ambiente, stili di vita, infor-mazione. Epidemiologia e preven-zione nel Distretto sanitario diMorcone”. Anche in quella occa-sione fu rappresentata la <preoc-cupazione per l’ambiente in rela-zione alla salute, riferendoci inparticolare al deposito di rifiuti tos-sici nel nostro territorio negli anni90 e alle “dicerie” circa eventualiinterramenti nei pozzi per la ricer-ca di petrolio sulla nostra monta-gna>. Le risposte furono scientifi-camente corrette e incontestabilima, naturalmente, non valsero adintrodurre elementi di maggioretranquillità.

Ora, anche alla luce del libro,che non ha avuto smentite néquerele di sorta, gli interrogativi siripropongono con maggiore catti-veria e i dubbi crescono.

Che fare? Nell’ultima riunione diredazione/direttivo de La Cittadel-la abbiamo deciso di raccoglierefirme, nella nostra nuova sede divia dei Caffè, per avviare unaazione di sensibilizzazione di tuttele Autorità competenti, nazionaliregionali provinciali e locali, per-ché vogliano finalmente affrontarealla radice il problema e fare chia-rezza sugli aspetti oscuri dei la-mentati depositi di rifiuti speciali etossici nei territori del comune diMorcone e dei paesi limitrofi.

Tommaso Paulucci

Una risposta a Bruno La Marra circa la Mala sorte dei rifiuti

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Tempi di crisi. I tagli alloStato sociale sforbicianoscuola, servizi, sicurezza

e sanità pubblica. Le fasce deboli sono le più col-

pite. Tra i malati, quelli cronici eaffetti da malattie invalidanti pa-gano il prezzo più alto. Un’Italiamatrigna non si fa scrupolo di farla differenza tra figli e figliastri.La storia di Cenerentola è sempreattuale: benestanti oziosi vivonodi rendite da posizione, mentrechi sgobba è estromesso pure dal-la festa.

Quale miglior metafora per rac-contare di matti? di quelle perso-ne che da sempre subiscono unasorte che li lega a restare segrega-ti dalla ‘festa del re’?

Eppure quella matta di Cene-rentola, persa dalla disperazionenell’oscuro camino della malin-conia, diventa per una sera la piùbella. Quella che acceca l’invidia

di tutte le superaccessoriate prin-cipesse, con la forza della suaunicità, della sua verità. Svergo-gnando la matrigna, irrisa nellapropria supponenza. Il coro dellelavandaie, saga della rivolta delpopolo sul potere, e i lazzi di tra-vestiti attori a metà tra il surrealee la commedia dell’arte, la GattaCenerentola allestita per la splen-dida regia di Antonello Santagataè una messinscena spettacolare,realizzata nell’ambito della II ras-segna ‘Tutti pazzi per il teatro’per iniziativa di Maurizio Volpe,direttore della Salute Mentale del-la Valle Telesina.

Spettacolo intenso e fuori delcomune, coinvolgente e commo-vente, esordito al Comunale diBenevento, replicato al TeatroRomano e infine il 30 giugno alTeatro delle Terme di Telese. E’in progetto una replica a Morconedopo l’estate.

Infermieri, educatori, medici,assistenti sociali. Energie e pro-fessionalità della sanità pubblicain un progetto culturale e umano:attraverso l’arte, mostrare tutta laricchezza delle diversità. Natodalle attività riabilitative dei Cen-tri di Salute Mentale della provin-cia, il progetto coinvolge assistitie operatori anche di Morcone epaesi limitrofi.

Nulla nasce per caso: alle spal-le, un lavoro ultraventennale diimpegno alla cura, facendosi cari-co giorno dopo giorno dei bisognimedici, sociali e umani di malatiin passato temuti, derisi, incom-presi. Ora non attori o vittime ditragedie, ma protagonisti di unacommedia dei cambiamenti. Don-ne e uomini in giochi di travesti-mento ed inversione di ruoli, sanie matti ma tutti solidali e vicini.

Questo mi veniva in mente leg-gendo, sul numero de La Cittadel-la di venticinque anni fa (giugno1986), il Bando della USL n.8 diMorcone per le ammissioni allaScuola infermieri. Una scuola incui si sono formati centinaia digiovani, oggi occupati in ogniparte d’Italia. E pensavo a quandoalla fine degli anni ‘80 si passòalle assunzioni. Da lì è iniziatauna storia, un pezzo di economia,di cultura, di vita del territorio,delle famiglie, delle istituzioni.Una favola? Andate a vedere lospettacolo: vedrete come davveroCenerentola diventa Regina. Il se-greto? Scopritelo voi!

l.p.

L’emigrazione in Italia dei po-poli africani certamente èdovuta al fatto che nei loro

paesi non vedono quale futuro possadelinearsi per la mancanza di istitu-

zioni, che garantiscano una vita ordinata, sicura. La nostra maturità civile si è sviluppata dal tempo

di Roma antica, dove si aveva il senso della vita or-dinata; per questo si passò gradualmente dalla mo-narchia, al consolato, all’impero.Il Senato eraun’istituzione permanente, che dura ancora oggi.

Da noi possono esserci contrasti, vedute politicheantitetiche, ma non facilmente si sgretola il sensodell’organizzazione politica, delle strutture varie chegarantiscono la vita sociale. E’ tale orditura, eviden-temente, che manca nei paesi africani, da cui le gentifuggono perché vogliono essere ospitate da un paeseche assicuri il futuro, che protegga l’esistenza nelcorso dei vari momenti del vivere.

Invece di fuggire, occorrerebbe prodigarsi perpromuovere l’organizzazione sociale nei loro paesi,altrimenti non potranno mai abbandonare lo stato difuggiaschi, di sbandati; devono provvedere a realiz-zare istituzioni, che rendano sicura la vita nel paesedove sono nati ed hanno vissuto la propria storia esi-stenziale.

Pertanto le genti che arrivano nei “barconi” an-drebbero anzitutto educate, altrimenti non avrannomai una propria vita sociale, dovranno sempre chie-derla in prestito agli altri. Sono, certamente, coseche non si possono ottenere dall’oggi al domani, maoccorre una buona volta provvedere, acquisire unaforma mentis adeguata, una maturità spirituale chele renda attive, capaci di darsi un futuro, di nonchiederlo agli altri.

Tale messaggio deve essere indirizzato alle perso-ne singole ed ai popoli. E’ strano che questo non sicomprenda nella terra di S.Agostino che scrisse il“De civitate Dei”. Evidentemente ci si fa prenderedallo scoraggiamento, si è frettolosi e non si pensaveramente al proprio domani.

Se non si trova in se stessi la forza di cambiare ilproprio stato, non ci si libererà mai dal coloniali-smo, non si riuscirà ad essere autenticamente auto-nomi capaci di cooperare e di competere con gli statipiù evoluti, a cui ci si aggancia per sopravvivere.

Quando nel corso della II guerra mondiale le grana-te sorvolavano le abitazioni e le contraeree tedeschecannoneggiavano prepotentemente ri-manemmo nelle nostre case, non fug-gimmo, consumando lo scarsissimocibo che la tessera ci consentiva.

4anno XXX - numero 6 - giugno 2011

L’opinione

Crescenzo Procaccini

Emigrazione edEducazione

Dal dicembre del 1977 iniziavaa trattare i procedimenti relativi alterrorismo nero; in seguito gli ve-nivano affidati tutti quelli ricolle-gabili a tale matrice. Per quasi unanno e mezzo rimaneva completa-mente da solo nella trattazione ditali procedimenti. Soltanto alla fi-ne, quando era ormai troppo tardi,otteneva la collaborazione di altridue colleghi. Troppo tardi, perchéil paventato rischio della persona-lizzazione della funzione inqui-rente stava per produrre i suoi ne-fasti effetti.

Agli occhi dei terroristi MarioAmato rappresentava un gravissi-mo pericolo perché le sue iniziati-ve, per la tenacia, l’incisività, lacapacità di raccordare singoli epi-sodi, potevano portare alla indivi-duazione dell’organigramma delleorganizzazioni terroristiche.

Mario Amato era ben consape-vole che il senso del dovere, che loportava a proseguire nelle indaginicon decisione, e la solitudine, incui era stato lasciato, lo esponeva-no a gravissimi pericoli personali.Ma non si tirò mai indietro. Anziaccentuò il suo impegno per sop-perire a quella che vedeva comeuna carenza grave nelle inchiestesul terrorismo e cioè l’assenza diuna organizzazione ad hoc, con unpool di magistrati, con personaleausiliario preparato, mezzi suffi-cienti e con una banca dati per col-legare i soggetti e i fatti.

Ricordo che in una visita a casasua, poco prima della morte, lotrovai impegnato nell’ascolto ditelefonate registrate. Mi spiegòche, purtroppo, doveva fare tantecose da solo e pure ascoltare di-rettamente le telefonate perchépoteva trarre utili spunti investi-gatici anche da dati apparente-mente insignificanti, avendo me-morizzato eventi e nomi riferibiliall’ambiente sotto osservazione.Era palesemente stanco, contraria-to per le difficoltà in cui si dibat-teva per la scarsa attenzione aquel fenomeno criminale e allemodalità di contrasto, ma nono-stante tutto, fermo e deciso ad an-dare avanti nelle inchieste.

Il 25 marzo e il 13 giugno 1980,dieci giorni prima della morte,Mario Amato svolse al ConsiglioSuperiore della magistratura unincisivo ed articolato intervento

che può ben essere considerato ilsuo testamento pubblico.

Credo che possa essere d’inte-resse, soprattutto per le nuove ge-nerazioni che non vissero quel pe-riodo storico, riportare alcune sueriflessioni fatte in quella occasio-ne, perché esse contribuiscono inmaniera significativa a lumeggia-re il suo straordinario impegnoprofessionale e civile.

Sul ruolo della magistraturanelle inchieste di terrorismo e su-gli obiettivi , così si esprimeva:

“ Credo che la magistratura nonpossa da sola risolvere i grandiproblemi del terrorismo, ma cre-do, peraltro, che, se ben diretta eorganizzata, può contribuire a ri-solverli... Ho fatto una relazionein cui indicavo la gravità del feno-meno, l’opportunità di seguirlo edi estendere le indagini perchénon ci interessa soltanto catturareuna persona che ha commesso unreato, quando tale persona fa partedi una organizzazione. A noi inte-ressa catturarla, ma risalire, poi,agli altri”.

Su come raggiungere tali obiet-tivi dava questi suggerimenti: “Visono alla Procura di Roma varicolleghi abili e preparati che, seinvestiti dei relativi processi emessi in condizione di lavorareanche in equipe, potrebbero forni-re delle prestazioni ottimali altri-menti non raggiungibili…. Inda-gini di questo tipo non possonoessere condotte da uno solo, ma viè necessità di più persone…. Af-fiancandomi dei colleghi sarebbepossibile, infatti, sia ridurre i ri-schi propri delle personalizzazio-

ni dei processi, sia darmi unconforto in quanto se dei colleghigiungessero a conclusioni analo-ghe alle mie, sarebbe evidente chele stesse non sarebbero frutto del-la mia asserita faziosità”.

Sulla solidarietà professionale esull’attenzione alle esigenze deicolleghi esposti, al punto da met-tere in seconda fila i rischi perso-nali che pure aveva rappresentatocome altissimi facendo riferimen-to ad “un ambiente estremamentepericoloso” come quello dellefrange di estrema destra, è signifi-cativa la sua affermazione: “Io housato l’auto blindata due o trevolte a seguito delle insistenze diVessichelli. Successivamente nonl’ho più voluta in quanto ritengoche, allo stato, vi siano colleghipiù esposti di me, come per esem-pio quelli che si occupano di ter-rorismo rosso”.

Sulla drammaticità del fenome-no del terrorismo, la profondasensibilità di magistrato, padre ecittadino lo portava a queste con-siderazioni: “Vi sono ragazzi oaddirittura ragazzini che sono co-me i miei o i vostri figli, o come ifigli di persone assolutamente perbene e che vengono armati o co-munque istigati ad armarsi e chepoi ci troviamo che ammazzano.Ne troviamo con armi, con silen-ziatori o colti nel momento in cuistanno ammazzando. Si tratta,quindi, di un fenomeno grave an-che sotto questo profilo che nonpuò essere trascurato perché ilproblema non si può risolvereprendendo i ragazzini e mettendo-li in galera, o meglio mettiamolipure in galera, ma teniamo pre-sente il gravissimo danno socialedi questa massa di giovani chevengono travolti da vicende diquesto tipo. Si tratta di un dannoche pagheremo. Ciò che dico va-le, ovviamente, per la sinistra eper la destra….Sono tutte questio-ni che da troppo tempo sto mace-rando e che mi hanno messo indifficoltà e, non vi nascondo, mihanno un po’ traumatizzato..”.

Non aggiungo altro; se non cheMario Amato ha rappresentato ne-gli anni successivi un luminosoesempio, innanzitutto per la magi-stratura che si è riconosciuta neisuoi valori professionali e civili.

A Lui e agli Altri Servitori del-lo Stato che hanno pagato con lavita l’impegno professionale a tu-tela dell’assetto democratico dellaRepubblica va il nostro ricono-scente ricordo.

Wladimiro De NunzioPresidente di Corte d’Appello

Giorno della memoria

MARIO AMATO

continua dalla prima

Mario Amato (Palermo, 24 novembre1937 – Roma, 23 giugno 1980): So-stituto procuratore della Repubblicadi Roma fu assassinato dai NAR permano di Gilberto Cavallini e LuigiCiavardini, poichè conduceva un'in-chiesta sull'eversione neofascista.

SEGNO DEI TEMPICenerentola e la sanità pubblica

Di fronte alla desertificazionein atto in tutti i settori lavorativi,di fronte al dramma sociale eumano di migliaia di disoccupati,cassintegrati, inoccupati, una po-litica che voglia veramente risol-vere i problemi della gente deveinnanzitutto riconoscerne l’esi-stenza. Quindi deve passare adanalizzarli, a comprenderne leorigini e ad intervenire di conse-guenza. Continuare a nasconderlisotto il tappeto serve soltanto adesasperare le persone e ad aumen-tare il pericolo di scontri socialimolto forti. È tempo di dire bastaalla vuota arroganza di questaclasse politica.

Il progetto di riforma dellescuola esprime la distanza del"Palazzo" dalle realtà complessesulle quali si ha la presunzione diintervenire.

Nei lunghi anni di riforme subi-te dalle istituzioni scolastiche,nessun governo ha sentito l’esi-genza di aprire un confronto seriocon coloro che nelle scuole e nel-le università vivono e che ne co-noscono esattamente punti di for-za e punti di debolezza.

Ecco l’arroganza intollerabile,affidare progetti di riforma a bu-rocrati che poco o nulla sanno delmondo dell’istruzione”.

In particolare, la scuola dovreb-be dare ai ragazzi gli strumentinecessari per poter leggere larealtà, comprenderne i meccani-smi e viverla in maniera critica econsapevole.

Senza di essa, si diventa burat-tini inconsapevoli di un sistema.Oggi, si vuol soffocare lo spiritocritico e somministrare i segmentidi sapere specifici richiesti dal si-stema economico. Non più, dun-que, teste pensanti, ma semplici

ingranaggi al servizio dell’econo-mia di mercato.

L’aumento spaventoso di alun-ni per classe - 30/ 40 - contrastacon il principio di pari opportu-nità e fa della scuola pubblica illuogo delle differenze; in unaclasse sovraffollata, infatti, doveun insegnante deve realizzare unaprogrammazione, fare prove diverifica scritta e orali, non c’è piùtempo per fermarsi e aiutare chi èrimasto indietro. Scuole del norde scuole del sud, scuole del centroe scuole di periferia, scuole deiricchi e scuole dei poveri, e non èdemagogia!

Gli alunni più fragili, quelli chedovrebbe aver garantito tutto ilsostegno necessario, saranno ab-bandonati al loro destino. Lascuola non sarà più il luogo delleopportunità, ma il luogo della se-lezione “naturale”. Dell’iniquità.Chi avrà le possibilità economi-che andrà avanti, il resto diven-terà manovalanza. La scuola fapaura, perché rende liberi e co-struisce l’aggregazione, la scuolaè un “ascensore sociale”, la scuo-la è presidio di legalità. Questeparole non sono un sogno, sono lefondamenta della vera scuolapubblica.

Nel silenzio totale, 183.000 in-segnanti verranno tagliati in treanni. Non c’è altro da aggiungere,a parte un invito: l’anno venturoandate più spesso nella scuola deivostri figli: la classe lavorativa trale più massacrate d’Italia sarà benlieta di aprirvi gli occhi.

DARIA LEPORE

LÊarroganza non deve „fare scuola‰!

continua dalla prima L’eco dello spettacolo di be-neficenza del 21 maggio2011 dal titolo “Io Sono

Bagira”, organizzato dall’ Associa-zione Mani Tese Morcone con ilpatrocinio del Comune di Morco-ne, è ancora percepibile. E’ statauna serata bella e piacevole perinnumerevoli ragioni.

Lo spettacolo di varietà, magi-stralmente strutturato e condottoda Tommaso Delli Veneri, è statocapace di coinvolgere persone di-verse per età ed esperienza di vitache hanno portato in palcoscenicogratuitamente le loro peculiaritàartistiche, l’ilarità di una genuinaironia, la professionalità e le com-petenze di tanti giovani morconesie che hanno dato vita allo spetta-colo, combinando sapientemente iloro talenti a momenti di intensariflessione, senza mai far perderequell’atmosfera di festa e unioneche , nell’intento di tutti, dovevacaratterizzare l’evento.

Circondati da una scenografiacolorata e allegra, realizzata daGianvincenzo Santucci e ben illu-minata dalla professionalità di Lu-cio del Ciampo, tante persone han-no contribuito alla riuscita della ma-nifestazione, e non parlo solo di chiè salito sul palco o di chi ha lavora-to all’esterno, ma di tutti coloro chehanno voluto esserci, perché la riu-scita dello spettacolo si deve so-prattutto al pubblico che con la suapresenza ha sostenuto il nostrosforzo. Poteva essere il più bellodegli spettacoli, ma se non ci fossestata una platea così numerosa epartecipe, la manifestazione nonavrebbe avuto successo.

Ringraziare singolarmente tutticoloro che si sono esibiti sarebbetroppo lungo, ringraziare tutti colo-ro che si sono spesi nell’allestire iservizi esterni sarebbe tedioso,ringraziare tutti gli intervenuti misarebbe impossibile, l’unico modoper esprimere la mia sincera grati-tudine, e quella delle comunità diBukavu in Congo, è dire ancorauna volta : grazie, Morcone!

Franca Maselli Presidente Mani Tese Morcone

Mani Tese ringrazia tutti

20112011 30 annial servizio dei lettori

ricorda di rinnovare

la tua adesione

Page 5: 4 giugno, via dei Caffè: inaugurata la sede dell ... · to alla Procura della Repubblica, maturava nei sette anni di permanenza a Rovereto una soli- ... Al 1° gennaio 2009, infatti,

Questo del centocinquantesimo anniversariodell’Unità d’Italia è stato per Lardino eMincuccio l’anno dei viaggi. Nel mese di

marzo, infatti, parteciparono al viaggio a Torino.Ora, in occasione della festa della Repubblica, han-no espresso il desiderio di recarsi a Roma per assi-stere alla sfilata delle Forze Armate. Inutile dire chei parenti sono stati ben lieti di accontentarli, così al-meno per un paio di giorni (i due vecchi voglionopartire il giorno precedente) saranno liberi da quelledue presenze, care, affettuose come no? ma alquantopiagnucolose per via dei dolori che serpeggiano lun-go i vecchi corpi.

Giunti nella Città Eterna la sera del primo giugnoLardino e Mincuccio, previdenti come sempre, ri-tengono utile accamparsi presso le transenne già du-rante la notte. In verità, proprio di un accampamentosi tratta in quanto i montanari dal cervello fino han-no portato con sé un materassino gonfiabile a duepiazze per potersi sdraiare un po’ e due sgabelli pie-ghevoli per sedersi durante la lunga attesa. Natural-mente, per evidenziare la legittimità della loro pre-senza, hanno indossato i resti delle divise da soldatidi fanteria che avevano portato con onore sui campidi battaglia della seconda Guerra Mondiale. Certo,gli avanzi si riducono al berretto e agli scarponi dicartone, poiché le sagge mogli hanno gettato viapantaloni e giubbe bucherellati dalle tarme. Ma Lar-dino e Mincuccio sono contenti ugualmente.

Sonnecchiando e mangiucchiando, trascorrono l eore notturne in attesa dell’alba che li trova vispi epronti ad affrontare la giornata impegnativa. A ma-no a mano che si avvicina l’ora di inizio della sfila-ta, però, lo spazio che hanno occupato col loro ac-campamento si restringe fino a ridursi ad un metroquadrato scarso, nel quale riescono a stento a tenersiritti in piedi. La folla, infatti, diviene sempre più nu-merosa e vociante, circostanza che infastidisce nonpoco i due vecchi,avvezzi alla quiete dei loro monti.Pazienza, lo spettacolo merita qualche sacrificio,non quello, però, rappresentato da un bimbo che, pervedere meglio, monta sugli scarponi di Lardino. Ilgentile montanaro si agita con discrezione per farcomprendere al piccolo che si trova sui piedi di unessere umano, non già su un gradino provvidenzial-mente spuntato ad elevare la sua piccola statura. Ilbambino fa finta di niente; anzi, preso dall’entusia-smo, incomincia a saltellare. A quel punto Lardinoperde la pazienza e con uno scossone si scrolla didosso il piccolo spettatore, apparentemente privo digenitori che possano esortarlo a chiedere scusa. Alcontrario, il romanino si volge come una belva versoil vecchio e lo inonda di sputi.

Sconcertato da tanto sapiente reazione, Lardinolancia un’occhiata perplessa a Mincuccio che, diver-tito dalla scena, tenta di trattenere il riso per non fareinfuriare maggiormente l’adirato Lardino.

Inizia finalmente la sfilata che i due amici, di-mentichi della stanchezza e dell’oltraggio subito, os-servano con espressione assorta: pensano forse chetutti quegli uomini e quelle armi, ora in festa i primie silenziose le seconde, da un momento all’altro

possono seminare terrore e morte. Ma poi si ripren-dono e, allontanate dalla mente quelle visoni pauro-se, si uniscono agli applausi che la folla tributa aibersaglieri che sfilano di corsa davanti alla transen-na dove sono acquartierati Lardino e Mincuccio.

E’ poi la volta degli altri corpi e delle armi moder-nissime in dotazione all’esercito. Infine, passano iCarabinieri, la Polizia di Stato, le Guardie Forestali,tutti a cavallo e con le uniformi di gala. I due Morco-nesi amanti degli animali, con i quali hanno condivi-so buona parte della loro vita, giornate di lavoro, maanche, specie con puledri da domare, qualche avven-turosa passeggiata, ammirano le magnifiche bestie.L’esibizione delle frecce tricolori, che costringe i duevecchi a guardare a lungo verso l’alto con conse-guente perdita di equilibrio e pestata (o scella) sulpiede del bimbo di prima, pone fine alla sfilata.

Ora giunge, però, per i nostri amici il momentopiù atteso: sperano di poter vedere da vicino il Presi-dente della Repubblica, per il quale nutrono grandestima e ammirazione, e di poterlo salutare. La fortu-na li assiste poiché l’auto presidenziale, quandoprende la via del Quirinale, sembra rallentare un po’davanti alla postazione di Lardino e di Mincuccio.Quale meraviglia, dunque, se i due vecchi gridando:viva l’Italia, viva il Presidente e portando la manoalla visiera, si abbandonano alla commozione chehanno tenuto a bada per tutta la mattinata? Il presi-dente si volta verso quei due vecchi che lo acclama-no e, a sua volta turbato dalla inattesa manifestazio-ne di affetto, saluta con la mano Lardino e Mincuc-cio, che non dimenticheranno mai quell’istante digloria. Ne parleranno, infatti, negli anni futuri con inipoti, iniziando invariabilmente il racconto con:”Quanno èmme a Roma pe la sfilata…”, provocan-do così la fuga degli ascoltatori, distrutti dalla ripeti-tività della narrazione.

Lardino e Mincuccio, recuperato il controllo delleproprie emozioni, si chinano per raccogliere quantohanno portato per rendere più confortevole l’attesadella parata. Ma per quanto cerchino di qua e di là,non vedono né il materassino né gli sgabelli e nep-pure le borse nelle quali, oltre ai viveri, avevano ri-posto documenti e denaro. “E moa come facémo?”si interrogano a vicenda, mortificati ma soprattuttoindignati per il fatto che qualcuno approfitti di unaoccasione così nobile per derubare due poveri inge-nui spettatori. Ma la città è sempre la città, specie seè grande ed…eterna.

I baldi montanari, tuttavia, non si perdono d’ani-mo. Raggiungono un poliziotto che sta cercando,senza troppo successo in verità, di far defluire la fol-la i n maniera ordinata e rapida, e lo fanno partecipedella sventura che li ha colpiti. Quello dapprimanon capisce (o finge di non capire), ma poi davantial pianto disperato dei due vecchi, prova forse unpo’ di pietà e, abbandonato senza troppo dispiacereil compito che stava svolgendo, li guida fino all’au-to. Il poliziotto generoso, con lampeggiatore e sirenaaccesi, accompagna Lardino e Mincuccio alla sta-zione Termini dove acquista per loro un biglietto perMorcone e li saluta scattando sugli attenti.

Lardino e Mincuccio increduli ringraziano il tuto-re dell’ordine e, accomodatisi sul sedile del treno, sichiedono sottovoce “Fu vera gloria?”, “ma non cene ‘mporta, vera o fàoza la gloria, ‘na cosa è certa:l’Italia è grande”.

In ogni comunità, grande opiccola che sia, ci sono tra-dizioni e rituali che si tra-

mandano di generazione in gene-razione e che costituiscono la sto-ria degli usi locali. Così quello direcarsi in via Sannia al fornodell’indimenticata Pacina Pisanel-li, per tutti “Pisanella”, a compra-re l’ottimo pane casareccio appe-na sfornato o i biscotti all’acquaintrecciati, era per noi morconesiun vero e proprio rituale ance-strale, al quale nessuno volevasottrarsi. Ed anche io e Matilde,su incarico delle nostre rispettivemamme e, qualche volta, anchedei vicini di casa, volentieriadempivamo a tale incombenza,che si trasformava in una piace-vole occasione di svago che ciconsentiva di uscire e trascorrereinsieme tutta la mattinata.

E così in quelle belle e soleg-giate giornate di agosto degli anni70, presa una borsa a rete di rafiaarancione, ci avviavamo conestrema lentezza lungo la salita diCorso Italia. Felici e spensierateci attardavamo a parlare, a ridereed a scherzare per arrivare voluta-mente in ritardo e trovare tutto ilpane esaurito. Così per forza dicose non potevamo far rientropresto a casa, ma “eravamo co-strette “ad aspettare la sfornatasuccessiva.

Ricordo che entravamo dappri-ma nell’attiguo locale-salumeriaper comprare un rinfrescanteghiacciolo alla menta o al limoneche Cristino prelevava dal banco-ne sito al lato della porta. Poi pas-savamo nel locale-forno e ci met-tevamo sulla soglia per assisterealle fasi di preparazione del pane.Su un grande tavolo posto lateral-mente al forno erano sistemati infila dei cestelli di vimini conall’interno delle tovaglie a quadriche ricoprivano la pasta messa alievitare.

La simpatica ed affettuosa Pa-cina, con la sua crocchia di capel-li grigi, iniziava a preparare il for-no. Con l’abituale sveltezza emaestria, accendeva la legna,

aspettava che finisse di ardere e,dopo aver spostato tutta la ceneresu un lato, puliva per bene la ba-se. Poi afferrava la pala per il lun-go manico e la cospargeva abbon-dantemente di farina. I sottilissi-mi fiocchi volavano nell’aria e lericoprivano il volto ed i capelli,ma lei abituata a ciò, prendeva uncestello, lo capovolgeva e facevascivolare, con incredibile preci-sione, la pasta lievitata sulla palache, prima appoggiava obliqua-mente sulla mensola davanti allabocca del forno e subito dopoprocedeva ad infilare all’interno.

Faceva tutto questo in brevissi-

mo tempoe,dopo aversvuotato tut-ti i cestelli,sistemava lacenere da-vanti allabocca delforno cheprovvedevaa chiuderecon unagrossa lastradi ferro. Po-co doponell’aria ini-ziava adiffondersiquell’inten-so ed in-confondibilep r o f u m oche, credo,sia rimasto impresso in manieraindelebile nei nostri ricordi piùbelli e piacevoli.

A cottura ultimata, Pacina inizia-va a prendere le panelle una allavolta e le puliva con uno scopinodi saggina facendo cadere a terra lacenere in eccesso. A noi venival’acquolina in bocca solo a guarda-re quel pane caldo e fragrante, frut-

to di un’ottima ed ineguagliabilelavorazione artigianale.

Una volta sistemate le panellenella borsa che afferravamo cia-scuna per un manico in modo dafarla oscillare davanti e indietroper puro divertimento, prendeva-mo la strada del ritorno, spizzi-cando ogni tanto quel pane cosìinvitante.

Il nostro era diventato un per-corso “obbligato”, ricco di tappefisse da noi stabilite, per cui iltempo impiegato per tornare acasa era di gran lunga superiore aquello reale, anzi direi che eraproprio un tempo infinito…in ef-fetti eravamo così perfettamente anostro agio in mezzo alla stradache non avevamo proprio alcunafretta di rientrare a casa, incurantidelle consuete raccomandazionidelle nostre mamme. Per cui face-vamo tutto con molta pacatezza.

Passavamo davanti alla bottegadi Gaetano Ponte e ci fermavamoa bere alla piccola fontana in pie-tra di fronte alla sartoria di Do-menico Lombardi che appena ciscorgeva, faceva capolino dallaporta salutandoci calorosamentecon quel garbo e quella cortesiache caratterizzavano la sua squisi-

ta persona. Più avanti ci imbatte-vamo in Raffaele Adinolfi, detto“Ponzi-Ponzi”,che, scrutandocidalla testa ai piedi con quel sorri-so beffardo, esclamava:” Commeso belle ste signorine…”, provo-cando, naturalmente, la nostra ila-rità. Dinanzi alla sartoria di MimìMandato giocavano i ragazzinidel rione: Carlo, Flavio, Giorgio,Gaetano. La signora Assunta ed ilmarito Flavio erano seduti davan-ti all’abitazione in compagnia diGaudenzio ed Erminia.

Scendendo verso la Piazza,Matilde scambiava qualche paro-la con la signora Alfa, affacciataal balcone, mentre io davo unosguardo al manifesto dell’EstateMorconese, per memorizzare glieventi.

Poi ci sedevamo sui gradini diS.Bernardino, a quell’ora quasiroventi, per riposarci e per stareun po’distese al sole. Ricordo,come fosse ora, una piazza asso-lata, un cielo terso ed un leggeroventicello che accarezzava i no-stri capelli ed i nostri volti sbaraz-zini dandoci quasi un brivido vo-luttuoso.

Rapite ed inebriate da quelladolce e calda carezza e dalle lun-ghe ed interminabili conversazio-ni, dimenticavamo del tutto iltempo che inesorabilmente passa-va, mentre avremmo voluto fer-marlo. E così alle 13,00 eravamoancora lì mentre a casa aspetta-vano, invano, il pane caldo e sa-porito appena sfornato….

I nostri ricordi non sono altroche attimi, istanti, frammenti divita vissuti intensamente, incisinel tempo e sottratti all’oblio. Lanostra mente è l’album nel qualesono racchiusi gli scatti che han-no fermato quei momenti renden-doli immortali ed eterni.

7anno XXX - numero 6 - giugno 2011

GRANDE ITALIAIrene Mobilia

I MIEI I MIEI RICORDIRICORDI

Mena Di Nunzio IL FORNO

Non pensavo mai che un semplice invito mi avrebbearrecato tante emozioni. Ebbene sì. Ritornare aMorcone, “meza ri Cafe” è stato per me ritornare

agli anni della mia fanciullezza. Quanti ricordi, quante immagini nella mia mente. Ho ri-

vissuto nostalgicamente le partite a pallone (“palle di pez-za”), “compa la chiazza” e le serate passate seduto “ ncom-pa ri rari de santo Lardino”.

La commozione mi ha preso quando, percorrendo lastrada che conduce a Piazza San Bernardino, la mia menteè stata affollata delle immagini di chi era e si sentiva vera-mente morconese; chi della mia generazione non ricorda ilfarmacista D’Andrea ed il figlio Franco, i fratelli “Pignatello”,Mario Vascello, Camillo Narciso, Mimi Iannelli, PellegrinoLombardi, Fernando Cioccia, Maria (tabacchino), Campo-no, Ro Russo, Cirano, la guardia comunale Garibaldi e tan-ti, tanti altri.

Emigrante professionalmente, il ritorno a Morcone, an-che se per qualche ora, è stato meraviglioso.

Incontrare gli amici, o per meglio dire “i paesani”, è statoemozionante ed ho riscontrato che il tempo non aveva can-cellato quel sentimento amicale che contraddistingueva econtraddistingue ancora il vero “morconese”.

Ritornato a casa ho rovistato tra i ricordi cartacei ed horinvenuto questa stornellata di Guido Bernardo.

I ricordi sicuramente descrivono meglio il paese che ilcompianto Tommaso Lombardi piaceva denominare “Lanostra Morcone”.

Grazie Tommaso Paulucci, grazie MorconeLuigi Michele Delli Veneri

NCOPPA LA CHIAZZA DE SANTO LARDINO‘Ncopp”a la chiazza de santo Lardinotutte le sere che feste se fa:Mima, Vittoria, Ginetto e Giacchinoco st’alioti llà vanno a cantà.

Rit: E ‘nfrinchete ‘nfrie ‘ nfrinchete ‘nfrae ‘nfrinchete ‘nfrie ‘ nfrinchete ‘nfra

‘Mponta ri rarie copp’a ro murosona Ginetto ro sciosciaturoe ro figlio de Carminellopuro ro iatto sape fa.

Rit.Saglie Campono e porta a ro Russoe Pignatello se lecca ro mussoe Cirano ro rosecatoroconta ro fatto come va.

Rit.E crammatinape’ coppa ri muntisenti la ggenteche ngiarmene cunti…..iammo Mario co ‘st’arghinettofacce na ieffela de “Zazà” .

Rit.

Lettera aperta a Tommaso Paulucci

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L’autore sipropone diesorcizza-

re pregiudizi,pre-concetti che rendo-no il vivere più diffi-

coltoso di quel che si crede, comela convinzione che le genti nonsono affatto disponibili.

Gli insegnamenti, gli indirizzi divita che si propongono sono mol-teplici, a volte veramente originali,cui comunemente non si pensa. Iconsigli, le illuminazioni vengonodati da un saggio di Bali, il qualeritiene che ognuno può vivere inmaniera soddisfacente la vita chesceglie, prodigandosi con determi-nazione, come quando si scalauna montagna assai impegnativa.Non bisogna arrendersi, ma insi-stere per realizzare il progetto checi si propone.

Tale insegnamento lo da ancheil Tasso nella “Gerusalemme Libe-rata”, quando Tancredi con il co-raggio, la forza di volontà riescead attraversare la foresta incanta-ta,che il mago Ismeno allestiscecontro i Franchi.

Laurent Gounelle con tale spiri-to costruisce il suo romanzo den-so di contenuto umano, che sisvolge a Bali, luogo simbolico,perché per la bellezza stupendacertamente incoraggia a vivere.

Il protagonista Julian si reca daSantyang, guaritore balinese per-ché, in cerca della felicità, vorreb-be passare dall’insegnamentoall’arte della fotografia. Inizia achiedergli osservazioni sulla bel-lezza di Nicole Kidman, bella per-ché così voleva apparire..

L’opinione che un ragazzo ha disé deriva dal giudizio dei genitorie degli insegnanti. Le informazionici provengono da una miriade difonti; la mente compie una sele-zione. Il guaritore lo impegna in ri-cerche, meditazioni per riuscire avivere felice. Farmaci finti, come ilplacebo, una zolletta di zuccheropossono avere risultati sorpren-denti, se in essi si crede.

Spesso il maestro gli faceva tro-vare scritti messaggi per obbligar-lo a meditare, a scoprire, comequando si scala una montagna; adesempio il monte Skouwo, a Bali.Se si fosse rivolto veramente aglialtri, avrebbe scoperto che costi-tuiscono un mondo che si apre edesta meraviglia, se ci si avvicinacon fiducia. Avrebbe voluto fare ilfotografo, ma in famiglia si eraabituati agli scienziati ed agli inse-gnanti; probabilmente sarebbe in-corso in difficoltà finanziarie.

Il guaritore gl’insegnò che ildenaro non deve essere accumu-lato ma utilizzato; è un fattore ne-gativo, se si ottiene approfittandodegli altri.

Julian non vorrebbe parlare didenaro con il suo maestro spiri-tuale. Gli fa osservare che, inrealtà, si parlava di limiti che s’im-poneva nella vita; è riuscita, quan-do ci si distacca dal denaro, e sivive in conformità ai propri desi-deri. La vita, gli fece comprendere, dipende dalle nostre scelte.

Si accorse che attenendosi agliinsegnamenti , riusciva a viveremeglio. All’ultimo appuntamentonon lo trovò, ma era ancora unconsiglio: anche la delusione co-stituisce la sofferenza necessariaper raggiungere un traguardo.

Sulla spiaggia trasmise la suaesperienza ad Andy, una bambinadi cinque, sei anni, cui il nonnoaveva detto che fare il capitano diuna nave non era lavoro di donna.

Le fece comprendere che ognu-no può riuscire in quel che sce-glie, sacrificandosi. Capì e si al-lontanò fiduciosa, con lo sguardorivolto al piroscafo che “ trascina-va la sua scia verso l’orizzonte”

CRESCENZO PROCACCINI

8anno XXX - numero 6 - giugno 2011

Il libro

del mese

LAURENT GOUNELLE

L’uomo che voleva essere felice

Sperling & Kupfer 2009

La festa di San Giovanniper gli antichi cristianiera considerata la “Por-

ta del Cielo”, nel senso che bi-sognava passare attraversoquella ricorrenza per conqui-

starsi la salvezza e, dunque, il Cielo: il Paradi-so. Non a caso la celebrazione di questostraordinario precursore del cristianesimo cadeesattamente sei mesi prima dell’avvento diCristo, Salvezza degli uomini e dell’umanitàintera.

Descrivere cos’era questa ricorrenza per gliantichi cristiani è alquanto difficile perché, perben comprenderne il significato, bisognerebbeentrare nella concezione dei cristiani dei secoliscorsi, non tanto lontani, fino al penultimoquarto del secolo XX°.

La festa era importantissima e, specialmentenelle nostre zone, era legata ad una serie dicredenze e tradizioni che si sono lentamenteaffievolite. Dicevano gli antichi che nel giornodella ricorrenza era possibile osservare la testadel santo girare all’interno del disco solare.

Questa tradizione è una importantissima re-miniscenza del culto solare, perché, chiamarein causa il disco del sole in quella ricorrenzanon può rappresentare altro che il culto del dioSole in quanto capita proprio in corrisponden-za del solstizio d’estate, quando il Sole èall’apice del suo percorso.

E, San Giovanni, è un pilastro del Cristiane-simo per la sua annunciazione della venuta di

Cristo. Si compenetra-no, dunque, all’internodella festa due culti,quello antichissimo so-lare e quello cristiano.Da non dimenticareche anche per i cristia-ni il Sole rappresentasempre l’essenza dellacreazione senza il qua-le non sarebbe potutonascere l’uomo. Infatti,tutti gli ostensori, quel-le preziose teche verti-cali dove si esponel’ostia consacrata, sim-bolicamente rappresen-tano il Sole nella suamassima estensione ebrillantezza.Quando si poteva scorgere il voltodi San Giovanni nel disco solare? Occorrevaalzarsi presto, prima che sorgesse, ed al mo-mento che spuntava ad est in quel disco rossosi scorgeva la testa di San Giovanni che lenta-mente ruotava.

Da ragazzi, era usanza andare il giorno diSan Giovanni a Santa Lucia a Sassinoro, vi ar-rivavano pellegrini dall’intera valle del Tam-maro ed anche da Morcone dal rione Rocca.

Ebbene, ci si alzava presto per assistere allostraordinario fenomeno, mentre ci si arrampi-cava versa la cima del Monte Rotondo. I Mor-conesi salivano verso la Macchia ed attraver-savano il Torrente Sassinoro per immettersilungo l’antico sentiero che, nei millenni passa-ti, collegava la Valle del Tammaro alla ValleTelesina attraverso le montagne diMorcone,Pietraroia, Cuano Mutri e Cerreto.

Lungo quel percorso lo sguardo era semprerivolto ad est in attesa che spuntasse il disco so-

lare. Adulti e ragazzi, tutti, erano attratti daquello straordinario evento dell’anno. La fanta-sia si scatenava perché ognuno vedeva nel discorosso una figura così come la concepiva la suaimmaginazione ed il suo essere credente.

A Morcone esiste ancora una vecchia chiesadedicata al Battista. E’ nella parte alta di Mor-cone ed ancora conserva l’architettura esternaben leggibile. Un campanile e la facciata diuna piccola chiesa sono le ultime reminiscenzedi un culto scomparso che gli antichi popolisanniti mettevano tra gli eventi più importantidell’anno. Perché, per quelle popolazioni, ilsolstizio d’estate chiudeva un ciclo di migra-zioni che avvenivano in primavera, quando lanatura rinasce ed anche l’uomo doveva conce-pire per creare nuove comunità e continuareanno dopo anno la colonizzazione dell’Appen-nino. Il solstizio d’estate era il culmine diquell’evento migratorio.

PAOLO MASTRACCHIO

FESTA DI SAN GIOVANNI

AGianbattista Vico, filosofo napoleta-no, vissuto tra il 1600 ed il 1700, ilmio illustre compaesano, filosofo

Crescenzo Procaccini, ha dedicato un saggiobreve ma acuto, concentrato sulle “degnità”del filosofo, cioè agli assiomi, ai quali deveattenersi la civiltà di oggi. In pratica le dignitàsono la sintesi del complesso pensiero delgrande filosofo napoletano, che, in vita, nonfu tenuto in grande considerazione, proprioperché svolgeva un pensiero antitetico a quelliche in quel periodo si stavano diffondendosiin Europa, cioè a Galilei, a Cartesio ed a Tom-maso Hobbes. Gli storici della filosofia con-cordano nel dire che la posizione vichiana eraarretrata rispetto all’evoluzione del pensieroeuropeo, dominato dallo scientismo. Io, però,se mi è consentito dissentire da tanti filosofiautorevoli, avendo letto già a venti anni le pa-

gine più vive della Scienza Nuova delVico, penso che il filosofo napoleta-no era l’espressione più completadella cultura umanistico-rinascimen-tale dell’Italia del Sud.

Galilei e Cartesio potevano spiega-re il mondo fisico e matematico, manon certo la complessa interioritàdell’uomo, che è formata da una seriedi manifestazioni sentimentali, pas-sionali e romantiche, che non posso-no essere ricondotte agli schemi im-posti dai filosofi della scienza. Inrealtà, il famoso “cogito ergo sum” diCartesio, non significa che io esistosoltanto perché penso, ma io pensoperché esisto. In realtà, l’animadell’uomo, secondo Gianbattista Vi-co, è dominata dalla fantasia, dallacapacità di creare, di inventare, di po-polare l’universo di mostri o di figureumane, di dei e dee, di fenomeni ter-rificanti, come i tuoni, che dovevanoservire per distruggere i giganti, a cuiera affidata la difesa degli uomini, edi comporre opere letterarie o poeti-che dello spessore dell’Iliade edell’Odissea, che rappresentanol’epopea della civiltà greca antichissi-ma. Vico, per farla breve, ha un inte-resse acuto per la storia, soprattuttoper quella dei primitivi ed è partico-larmente impressionato dal fatto chel’uomo da quando viveva nelle caver-ne, sia pure attraverso milioni di anni,

è approdato alla scoperta della vita associata,regolata da leggi, che tutelano, o dovrebberotutelare gli interessi di tutti, dei poveri e deiricchi, dei deboli e dei forti, dei malati e diquelli che scoppiano di salute. Prima di lui,per quello che a me risulta, nessun filosofo siera interessato di questa complessa problema-tica, che tocca l’uomo da vicino. È questo lostoricismo del Vico, non le chiacchiere che sisentono ripetere per le strade, cioè quelle rela-tive ai corsi ed ai ricorsi storici. Non esistonocorsi e ricorsi; esiste la storia, che camminaattraverso vie spesso tortuose ed irrazionali,ma non ripete assolutamente niente di quelloche gli uomini hanno già sperimentato. Se co-sì fosse, noi non continueremmo a usare le ar-mi per compiere genocidi, per distruggere po-poli affamati, e per sfruttare i nostri simili piùdeboli di noi. Nessuno, per fare un esempio, acominciare dal nostro Presidente della Repub-blica, si sarebbe permesso di bombardare laLibia, un paese a noi vicino ed amico per ra-gioni che non sono sempre comprensibili eche non sono neppure giustificabili. Gli anti-chi greci, che sono stati maestri al mondo, dipensiero, di arte e di civiltà, sostenevano chechi viola i confini di un altro paese commetteuna prevaricazione ed una violenza, che glidei, prima o poi, gli faranno pagare. Magarifosse così anche per noi.

Per concludere, c’è una cosa, che assoluta-mente va detta, a proposito dello storicismo diVico ed è che egli divise la storia umana in treetà fondamentali: l’età degli eroi, quella deglidei e l’età degli uomini, la terza ed indubbia-mente dominata dalla ragione, dall’equilibrio,dalla giustizia, dal rispetto degli altri uomini;la seconda, invece, è la più fervida ed affasci-nante, perché è quella in cui gli uomini “av-vertivano con animo perturbato e commosso”e si facevano forti della fantasia, che è servitaa popolare il mondo di dei, ma anche a daresepoltura ai morti, a contrarre matrimoni ed acredere in un Dio fondatore e governatore delmondo. Un solo Dio, al posto dei tremila deielencati dal dotto Varrone.

A questo punto debbo fermarmi, non poten-do scendere in particolari interessanti, essendoio soltanto un filosofo di complemento.

Claudio Di Mella

Il saggio di Crescenzo Procaccini sulle “de-gnità” di Gianbattista Vico è stato pubblicatodalle Edizioni Il Chiostro di Benevento.

GIANBATTISTA VICO

Giambattista Vico (Napoli, 23 giugno 1668 – 23 gen-naio 1744) filosofo, storico e giurista. Il padre era li-braio, la famiglia, con otto figli, viveva in condizioniassai modeste. Da bambino subì una frattura al capoper una caduta, che gli impedì di frequentare le scuo-le, imprimendo al suo carattere una vena malinconicae introversa. Studiò nel collegio dei Gesuiti di Napoli.Spronato dal padre, laureatosi in diritto, si dedicò al-la carriera forense. Fondamentali per la sua formazio-ne gli anni trascorsi nel castello di Vatolla, nel Cilen-to, come precettore dei figli del marchese DomenicoRocca, che gli consentì di studiare i testi classici pre-senti nella sua grande biblioteca.

CENTRO STUDI DANZA & DANZASAGGIO DI FINE ANNO

Sabato 18 giugno pressol’Auditorium S.BernardinodiMorcone, si è tenuto il

saggio di fine anno del CentroStudi Danza & Danza.

Lo spettacolo era diviso in dueparti. La prima parte è stata carat-terizzata dalla Suite de Danse sucoreografia della maestra dell’Ac-cademia Ilaria Guzzo e dal Passod’Addio di EricaMobilia.

La seconda parte - quella piùcoreografica - era incentrata sullafavola di Coppelia su musiche diDelibes. Come sempre la coreo-grafia era curata dalla Maestradella Scuola Ilaria Guzzo.

Questi gli interpreti: Giuseppe

Meli (maestro e cprepgrafodell’Accademia del Balletto Siilia-no) che ha interpretato il DottorCoppelius, Erica Mobilia che haimpersonato Coppelia e Swanilda,Gaetano Messana (danzatore del-la Compagnia Stabile del BallettoSiciliano) nei panni di Franz, Ma-ria LuciaRinaldi – l’amica di Swa-nilda, Melania Durante e FedericaLombardi erano le bambole scoz-zesi, Enza Guerrera e Clelia So-prano erano le bambole cinesi,Nadia Choukrani e Claudia Lopezerano le bambole spagnole, Ma-rikaLombardi e Gabriella Mobiliaerano le bambole olandesi.

fonte morconiani.net

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9anno XXX - numero 6 - giugno 2011

CALCIO MORCONE

Arnaldo Procaccini

Ceramiche - Arredo bagno - Caldaie - Camini0824.951127 - 345.5001195 - 952058 fax

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Per il XIV° Mémorial “Luca Belvi-vere”, domenica 5 giugno 2011,sul campo “Lavorgna” in S. Loren-zello (BN), si sono disputati gli in-contri di calcio 6c6 categoria Pulci-ni. La manifestazione, organizzatae diretta dal mister Gerardo Russodell’A.S.D. SHALOM di Beneven-to, ha coinvolto diverse scuole cal-cio. L’A.S.D. Pontelandolfo Calciosi è aggiudicata la manifestazione.Le 6 società partecipanti erano di-vise in due gironi. Nel gruppo “A”Pontelandolfo Calcio, Solopaca eF. Mainolfi di Cervinara mentre,nel gruppo “B” Valle Titernina di S.Lorenzello, Polisportiva S. Loren-zello e S. Giogio La Molara.I 7 giocatori del Pontelandolfo, chehanno partecipato al mèmorial so-no: Bello Domenico, CalabreseGennaro, Cioccia Fernando, DiglioDanilo, Diglio Rocco, SantucciMarco e Zarhar Samir. l Pontelan-dolfo, coordinato dal mister Bernar-dino Santucci, ha disputato la pri-ma gara contro la F.Mainolfi di Cer-vinara concludendo la partita sullo0-0. Il giudice di garai, per determi-nare la squadra vincente, ha asse-gnato 3 rigori ad ognuna delle duecompagini. L’ultimo rigore, è statocalciato da Marco Santucci che

con freddezza mette la palla in retelanciando la propria squadra in vet-ta alla classifica nel proprio girone,tra l’entusiasmo e gli abbracci deicompagni di squadra.La seconda gara è decisiva perconservare il primato ed il Ponte-landolfo con agonismo la spuntasui giovani del Solopaca chiuden-do la partita per 1-0. È stata unapartita combattuta e corretta, chesolo il coraggio, l’altruismo e lafantasia dei ragazzi del Pontelan-dolfo, hanno portato al meritatosuccesso. In finale i biancoazzurriincontrano la 1^ classificata del gi-rone “B”, la Polisportiva S. Loren-zello. Niente paura, le due squa-dre ben motivate scendono incampo e si sfidano a testa alta. Al10’ Marco Santucci apre le marca-ture infilando il pallone in rete sucalcio di punizione. Gli avversariavvertono il colpo ed in campo do-minano i biancoazzurri che siglanoaltre reti chiudende la partita conun perentorio 8-0!Capocannoniere del torneo MarcoSantucci con 4 goal realizzati, poiDanilo Diglio 2 e quasi tutti gli altricon una sola rete. Il portiere, Cioc-cia Fernando, pur giocando tra ipali con determinazione, è statoautore di uno splendido goal se-gnato da notevole distanza. Alla fi-ne, i meritevoli giocatori del Ponte-landolfo Calcio hanno sollevato iltrofeo del XIV° Memorial “LucaBelvivere” tra gli applausi del pub-blico. Bravi a tutti i ragazzi per ilpiccolo successo raggiunto.

L’Istruttore Scuola CalcioBernardino Santucci

XIV Memorial Luca Belvivere

Dopo i l successo dell ’anno2010 torna a grande richiesta il 2°Torneo Paperino di tennis che sisvolgerà in occasione della Gior-nata Nazionale dello Sport, dome-nica 5 giugno presso gli impiantisportivi del Comune di Santa Cro-ce del Sannio.

Organizzato dalla dirigente dellasocietà locale, Polisportiva Sanni-ta ASD, Angela Farese, il Fiducia-rio Comunale CONI Angelo DiGregorio e sotto la direzione tecni-ca dell’istruttore Lepore Pasquale,il torneo vedrà la partecipazione ditutti i piccoli atleti iscritti al corso ditennis: Giulia Sodano, Greta Zeoli,Martina Parlapiano, Micaela Mof-fa, Francesca Andreotti, CarmineForgione, Amato Panzanella, An-gelo Farisello, Matteo Di Maria,Mattia Di Maria, Michele Zeoli,Alessandro Vitone.

I piccoli tennisti disputeranno in-contri di singolare maschile, di sin-

golare femminile, per finire con ungrande doppio misto.

Molto impegno ed entusiasmoda parte degli organizzatori, chefaranno di tutto per far trascorrereuna lieta giornata ai piccoli atleti.

2° TORNEO PAPERINO

Grande chiusura della sta-gione del calcio giovanilenell’Alto Sannio. Dopo un

anno di grande fermento, in cuiper la prima volta si è portato neipaesi dell’entroterra beneventanauna scuola calcio di alto livello, sichiuderà la stagione sportiva2010-2011 con il “1° Trofeo AltoSannio”.

Il torneo si terrà domenica 12giugno 2011 alle ore 10, presso ilcampo comunale di Sassinoro(BN) dove si confronterannosquadre di categoria piccoli amicie pulcini provenienti da tutta laCampania.

Grande soddisfazione nel diret-tivo dell’ASD Polisportiva Sannita,Bruno Corradino, responsabiledel settore calcio dice: “controogni logica ho creduto nella possi-bilità di realizzare una scuola cal-cio ad alto tasso tecnico in unpaese di circa mille abitanti comeSanta Croce del Sannio (BN)”. Edi risultati infatti mostrano unascuola calcio che nel suo primoanno di attività ha ottenuto l’ade-sione di 40 piccoli atleti prove-nienti da diversi paesi dell’AltoTammaro.

“Possiamo dire che il nostro èstato un esempio di globalizzazio-ne locale” dice il presidente Ange-lo Di Gregorio, “fin dalla nostranascita abbiamo indirizzato le atti-vità cercando di allargare i nostri

confini sia fisici che mentali, es-sendo consci che da soli al giornod’oggi non si va più da nessunaparte.

Da qui la collaborazione nei di-versi sport con personaggi provin-ciali di spicco e per quanto riguar-da il calcio, di fondamentale im-portanza, l’essersi assicurati an-che per il futuro i servizi del MisterMario Di Dio, uno dei migliori tec-nici giovanili a livello nazionaleche con la sua indiscutibile prepa-razione tecnica e la sua passione,ha permesso la creazione di unascuola calcio accreditata Juven-tus Soccer School a Santa Crocedel Sannio dove i bambini possa-no crescere nei valori positivi del-lo sport e prepararsi tecnicamenteal meglio.

Altro esempio di sinergie posi-tive è rappresentato dalla collabo-razione per la realizzazione diquesto fine anno con l’ASD Sassi-noro ed il comune stesso di Sas-sinoro per la disponibilità degli im-pianti sportivi e per la collabora-zione nell ’organizzazionedell’evento".

Ricordiamo infine che tutti i par-tecipanti saranno deliziati dallochef Rocco Mastrantuono dell'Oa-si del Buongustaio, con la consu-mazione a fine torneo del pranzoal campo sportivo stesso.

Vi aspettiamo numerosi.POLISPORTIVA SANNITA ASD

SANTA CROCE DEL SANNIO

Trofeo Alto Sannio

E’realtà insolita vedere unaformazione al terminedel campionato primeg-

giare, concludere il percorso in te-sta alla classifica, se pur a paritàdi punteggio con altra concorren-te, ed in seguito, al tirare le som-me, trovarsi appiedati, fuori dallazona promozione.

Strano, ma vero, è toccato neltorneo di terza categoria, girone“A” Molise. In una classifica finaleche vede nell’ordine San Marco laCatola a punti 53, Murgantia punti50 e Sporting Club Termoli punti48, l’accesso diretto alla categoriasuperiore è previsto per la prima ela terza classificata, resta esclusala squadra seconda della gradua-toria. E’ tale l’effetto dei play-off,formula attraverso la quale esclu-sa la prima della classe, che acce-de direttamente alla categoria su-periore, si dà la possibilità allesuccessive quattro squadre discontrarsi per una sola ulteriorepromozione.

All’A.S. Murgantia, nella faseconclusiva del torneo, non fila tut-to per il meglio, perde col punteg-gio di 1-0 lo spareggio opposto alSan Marco la Catola. Nella gara diplay-off supera con lo scarto di 2-1 l’Isola Croata del Molise nell’in-contro di partenza, cede incredibil-mente col punteggio di 3-0, nelconfronto con lo Sporting ClubTermoli, ed è fuori dai giochi.

E’ delusione generale per i cal-ciatori, il tecnico Clementino Cioc-cia, la dirigenza, i sostenitori, cheavevano piena fiducia, non aveva-no lasciato nulla di intentato perottenere il salto di categoria. Rim-pianti sì, ma senza rimorsi, poichéciascuno estraneo da colpe o ad-debiti. Adesso è incertezza. Con-clusa la fase agonistica, le possi-bilità di promozione sono affidateai cosiddetti “ripescaggi”. Entranoin gioco adesso elementi reali,

concreti: validità del campo di cal-cio disponibile, posizione in classi-fica tanto nel campionato disputa-to che nella coppa disciplina, tra-scorso calcistico di rilievo o menodel sodalizio, affidabilità della diri-genza, tanto dal lato economicoche comportamentale.

Requisiti di cui l’A.S. Murgantiaè ampiamente in possesso, consi-derato tra l’altro che dopo i play-off, occupa la terza posizione nel-la classifica generale, ed è terzaanche nella coppa disciplina. Nes-sun dubbio quindi sulla carta, re-sta tuttavia l’attesa: inoltrata allaF.I.G.C., Comitato Regionale Moli-se la domanda corredata di ripe-scaggio entro il 30 luglio, l’incer-tezza si protrarrà fino al termine disettembre, data in cui sarannopubblicati i relativi gironi.

Tra terza e seconda categoriavaria la qualità del gioco, aumentail numero di squadre nei gironi, c’èconseguente lievitazione dei costinel portare avanti la kermessenell’intero arco di svolgimento. Find’ora pertantobisogna tracciare lastrada da seguire nella lunga ma-nifestazione in vista: per potenzia-re la già valida rosa di atleti dispo-nibili, puntare sul rientro di calcia-tori locali di spicco militanti in so-cietà diverse; irrobustire il quadrosocietario dirigenziale; gettare ba-si solide. Sono senz’altro tali, ipropositi in merito del presidenteTommasino Rinaldi.

Nel calcio intanto, la tregua èsolo apparente, s’inizia a parlaredi tornei calcistici ricreativi estivi,sia a livello giovanile che per adul-ti. In primo piano, in agosto, il tor-neo “Riccardo Del Re”, che vedràimpegnate sul campetto in erbasintetica presso il centro sportivoS.Erasmo, nel calcio a cinque,squadre locali e dei comuni limi-trofi, dato il richiamo dell’ambitamanifestazione.

VACANZE COL BATTICUORE

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10anno XXX - numero 6 - giugno 2011

G I O C H Idi Franca Savino

Soluzione del cruciverba del numero precedente

CRUCIVERBA

CI PERVIENE DALL’ANAGRAFEmaggio 2011

MATRIMONI (2)8 maggio, Morcone: Matteo NOCERA e Concettina FRANCO14 maggio,Cercemaggiore: Bernardino PROZZO e Mara ZAPPONEAgli sposi felicitazioni da La Cittadella

NASCITE (2)5 maggio, Atripalda (AV): Rainiero VALLETTA (V.co Porres)15 maggio, Benevento: Sofia PATERNOSTRO (Cuffiano)Ai neonati e ai genitori auguri da La Cittadella

MORTI (4)3 maggio, Pontelandolfo: Maria CAPORASO n.Morcone 12.8.1943 (Cuffiano)9 maggio, Benevento: Rosa DE IANNI n.Maddaloni(CE) 5.3.1931 (V. S.Silvestro)13 maggio, Morcone: Nicola LOMBARDI n.Morcone 28.10.1929 (Piana)22 maggio, Terzigno: Vincenzo ANNUNZIATA n.S.Giuseppe Ves. 22.10.1948 (Piana)Ai familiari condoglianze da La Cittadella

Luca Mazzucco

giri di parolee numeri

Aut.Trib. BN n. 108-82 del 15.3.1982

DIRETTORE RESPONSABILEANTONIO BURATTO

DIRETTORE EDITORIALEDARIA LEPORE

COLLABORATORIPATRIZIA BOLLELLA, CLAUDIO DI MELLA,

MENA DI NUNZIO, DON GAETANO KILUMBA, BRUNO LA MARRA, IRENE MOBILIA, TOMMASO PAULUCCI,PINA PILLA,

LORENZO PIOMBO, ARNALDO PROCACCINI,CRESCENZO PROCACCINI, FRANCA SAVINO

AMMINISTRAZIONE BERNARDINO CATALDI (tesoreria,spedizioni)

STEFANO MARINO (distribuzione)

Il lavoro dei direttori, redattori, collaboratori, amministratoriè prestato a titolo completamente volontario e gratuito

STAMPAMORCONIA PRINT SRL - MORCONE (BN)

LA CITTADELLA è in sinergia conwww.morconiani.net

Pubblicazione distribuita prevalentemente ai soci dell’Associazione Culturale“NUOVA MORCONE NOSTRA”

Periodico dell’Associazione

NUOVA MORCONE NOSTRA - LA CITTADELLA

Chiuso in redazione il 23 giugno 2011 ore 20

LUTTI

ORIZZONTALI: 1. La rugiada morconese – 8. La schiuma morco-nese – 12. Inganno, raggiro – 14. Nemico a metà – 15. Crostino caldomorconese – 16. Affettato, sofisticato – 17. Il centro della Sila – 18.Vivono in assenza di ossigeno – 20. La dea della discordia – 22. Fa-moso fumettista statunitense – 23. Dispari in vile – 24. Prima – 26. Latabella che segna i tempi – 28. Conservare in morconese – 30. Senzain latino – 31. Ente Nazionale Aviazione Civile – 32. Freccia, dardo –35. Johannes, ex presidente della Germania – 36. Simile al biancospi-no, ma senza spine – 37. Arezzo – 38. Le ipotesi di un problema – 39.Sostanza stupefacente – 41. Articolo morconese – 42. Corroso – 45.Una sezione del Mediterraneo – 46. La quarta nota – 47. Fino adesso –48. Le consonanti di annali – 49. Lotta morconese – 50. Uscita d’ariafetida in morconese. VERTICALI: 1. Grappolo morconese – 2. Donna volgare e trasanda-ta – 3. Un po’ di quotazione – 4. Esclamazione di plauso – 5. Gaie, al-legre – 6. Apre o chiude un circuito elettrico – 7. Città francese – 8.Agli estremi di sala – 9. La Cittadella ne ha trenta – 10. Mio in morco-nese – 11. L’anfora morconese . 13. Il giorno morconese – 16. Gridare– 19. Misura l’intensità del campo magnetico – 21. Luigi, presidentedella Repubblica dal 48 al 55 – 23. Quelle del Signore sono infinite –25. African National Congress – 27. Acido ribonucleico – 29. I guaimorconesi – 32. Spia – 33. Articolo romanesco – 34. Il flauto morco-nese – 36. Spogliarello – 37. Mediatore autorizzato – 40. Ungere inmorconese – 41. Radio Televisione Italiana – 43. Una nota musicale –44. Adesso – 46. Federazione Calcistica – 47. Fuori Porta.

La soluzione al prossimo numero

Luigi Delli Veneri

Sofia Paternostro

Inviate all’indirizzo [email protected] notizia di eventi lietio tristi che desideratecondividere con i nostrilettori. Si prega di conte-nere gli scritti in poche ri-ghe, allegando una foto.La redazione si riserva diridurre i testi, se troppolunghi o personali: percomunicare un sentimen-to bastano poche sempliciparole.

Salvatore Cipolletti - Annalisa Colesanti

Rosa Iannelli

AlbergoRistorante

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Via degli Irpini - 82026 Morcone (BN)tel. 0824.957646

www.belvederesulsannio.it

In occasione della recente inaugu-razione della sede sociale di Nuo-va Morcone Nostra abbiamo salu-tato e riabbracciato con grandegioia il nostro vecchio amico LuigiDelli Veneri con la signora MariaLuisa. Nell’entusiasmo dell’incon-tro Luigi ci ha chiesto che fineavesse fatto il ‘pezzo’ relativo alsuo pensionamento da Notaio, chegli avevamo preannunciato nel lu-glio 2010. Mi sono rivolto a Loren-zo, che cura l’impaginazione degliarticoli, il quale con grande disap-punto ha verificato che il testo erarimasto nella posta elettronica. Ditutto ci siamo resi conto di quantosia fragile la nostra organizzazio-ne, basata sul puro volontariato ecostretta ad inevitabile fretta, cau-sa principale degli errori a confer-ma che “La jatta pe’ la prescia fa rifigli cecati”. A riparazione dell’erro-re provvediamo ora per allora apubblicare il testo.Abbiamo avuto il piacere, chi scri-ve, Rossella e Vincenzo Delli Ve-neri, Paolo Cioccia e Aurelio Betti-ni di partecipare alla festa e al son-tuoso ricevimento, organizzatoall’insaputa dell’interessato, dallasignora Maria Luisa e dai figli Adae Raffaele, in onore del notaio Lui-gi Michele Delli Veneri, il quale, alcompimento dei settantacinqueanni, ha cessato dalle funzioni no-tarili. Nell’occasione ho rivisto congioia molti Delli Veneri, alcuni ami-ci d’infanzia e di giovinezza ed hopotuto apprezzare la grande cre-scita urbana di S. Giorgio. Ma hopotuto riabbracciare Luigi Delli Ve-neri, notaio preparato e zelante,professionista serio con il gustodell’aggiornamento e dello studiocostanti, uomo dai molti interessi edalle relazioni profonde,che purnon essendo stato mai notaio nellasede di Morcone, è tra noi noto estimato. Qui ha vissuto la sua gio-vinezza, ha animato attività sporti-ve, tra cui la organizzazione dellasfida per il titolo italiano di pugilatoin cui era impegnato il giovane Ni-cola Parlapiano, ha fatto parte del-la famosa “Fetenteira”, nelle indi-menticabili Estati di una volta. Quiha lasciato tracce vive del suo im-pegno sociale svolgendo le funzio-ni di presidente del Consiglio diclasse, di Istituto e del Distrettoscolastico e conducendo una verabattaglia a favore della la scuola atempo pieno, la qualità dei servizidi mensa scolastica e trasporto de-gli alunni. In tale veste istituì laGiornata del Commiato, per salu-tare gli alunni che lasciavano lascuola e gli insegnanti che rag-giungevano la pensione e divenne,così, uno dei punti di riferimentodella Scuola morconese. Luigi è,insomma, uomo impegnato e digrandi valori.Chi lo conosce veramente, forse glirimprovera di essere un po’ “incaz-zuso”, ma sa che gli passa prestoe i rapporti riprendono come prima.Ecco perché, ora che è “in pensio-ne”, (ma potrà mai essere in pen-sione Luigi) speriamo vorrà farsi ri-vedere più spesso nella “NostraMorcone”. Auguri di lunga vita.

Tommaso Paulucci18 luglio 2010

Ora che l’abbiamo rivisto ci augu-riamo che la cosa si ripeta e con-tiamo sulla sua qualificata collabo-razione per l’associazione e per LaCittadella.

PENSIONAMENTO

CULLA

Dopo due anni e qualche mesedalla nascita della piccola Ilaria, èarrivata la secondogenita a casaPaternostro-Pilla, a Cuffiano. Sofiaè nata il 15 maggio intorno alle ore21,00 presso l’ospedale civile diBenevento. Una piccolina di 3,150Kg e lunga 50 cm, dagli occhigrandi e carnagione bruna! Un au-gurio speciale a papà Tony, mam-ma Maria e alla sorellina maggioreda tutta la famiglia, che accoglie illieto evento con gioia! Affinchè So-fia possa crescere con salute e se-renità. Agli auguri si aggiungono quellidella redazione de La Cittadella.

Si è spenta la Signora Rosa DeIanni vedova Iannelli; ha dedicatol’esistenza alla famiglia ed allascuola. Ricordo quando convolò anozze con Mimo Iannelli, amico ditutti. Era gentile, umile, rispettosa,sempre prodiga di parole d’inco-raggiamento. Sentitissime condo-glianze a Gilda, Davide, Giancarloe a tutti i familiari a nome deLa Cit-tadella e dell’Associazione NuovaMorcone Nostra.

c.p.

NOZZE

Il giovane pilota morconese LucaMazzucco si è imposto nella terzaprova del Campionato Interregio-nale Campania-Molise di Kart ca-tegoria 125 KF2 sull'impegnativocircuito di Santa Maria delMolise(IS) lo scorso 14 maggio.Partito dalla pole position ha con-dotto la gara dal primo giro resi-stendo ai continui attacchi di Ric-cio già campione di Categoria. Lavittoria proietta Luca in testa allaclassifica di categoria. Al campione in erba Luca e alpapà Michele in bocca al lupo dall’intero staff de La Cittadella, in at-tesa di nuovi successi.

VITTORIA

Vincenzo Petrillo è andato avanti.Così hanno scritto gli Alpini delGruppo Sannitico, secondo tradi-zione, annunciando la dipartita delloro Capo-gruppo onorario. Datempo Vincenzino non partecipavaalle attività e alla Giornata Alpina acausa delle condizioni di salutemalferme. Gli alpini di mezza Italialo ricordavano partecipante alleadunate nazionali, i suoi compagnihanno voluto recitare in suo onorela Preghiera dell’Alpino, anche anome dei numerosissimi amici chelo avevano conosciuto. A Morconemolti lo ricordano tra i promotori delGruppo Sannitico, insieme a Ca-millo Narciso, Romolo Vascello e ilgen. Enrico Prozzillo, nel lontano1964. Fu Capo-gruppo dal 1973 al2004, quando si fece da parte percedere l’incarico al giovane MarcoScaperrotta, nella speranza sua edegli altri anziani di dare nuova lin-fa al gruppo; tra gli organizzatoridella Giornata Alpina di Morcone,poi sapientemente e generosa-mente condotta, fino a due anniaddietro, da Michele D’Allocco.Vincenzino è stato uomo attivo, le-gato alla famiglia e alla moglie, conla quale viveva in simbiosi, parteci-pe della vita cittadina. In un breveperiodo della sua vita si interessòdi politica, aderendo al Partito so-cialista in seguito alla scissionemorconese del 1960 e alle vicendedella lista civica del Leone. Egliperò non si sentiva uomo di parte edopo breve militanza preferì dedi-carsi al lavoro Alla moglie, ai figli eai parenti tutti desideriamo far giun-gere le espressioni del nostro cor-doglio e le più sentite condoglianze.

t.p.

Vincenzo Petrillo

E’ passato a miglior vita all’età di79 anni colpito da male incurabileAntonio Pagnano, galantuomo na-tivo di Circello, trapiantato in ColleSannita, dove ha esercitato attivitàcommerciale. Uomo arguto, tena-ce, energico, intraprendente, impe-gnato nel pieno della vigoria fisicanella realizzazione del divenire conlavoro pressante di posatore pia-strellista in Italia ed in paesi oltreconfine. Da pensionato, personag-gio affabile, armonioso nella vitaquotidiana, fortemente animato dafede cristiana, dallo stile irreprensi-bile nella cura della persona, comenell’abbigliamento, innamorato del-la famiglia, della vita, del prossimo,da cui ha derivato stima ed ap-prezzamento. Resta un vuoto in-colmabile, in chi l’ha conosciuto.Condoglianze alla moglie, ai figli,ai nipoti, ai parenti tutti.

a.p.

Antonio Pagnano

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“Italia svegliati” titolavala Cittadella di marzo2011, con riferimento

alle polemiche sul 17 marzo e sul-la opportunità che tale giorno ve-nisse dichiarato festa nazionale,seppure solo per il 2011.

Sul tema dell’acqua, che qui ciinteressa direttamente, l’Italiasembra si sia svegliata e abbiadetto, con inattesa chiarezza, chel’acqua non si vende, non può es-sere oggetto di facile profitto e dimaneggi e trattative di piccolo ca-botaggio, per vantaggi personalio piccole fette di potere.

Anche 1961 morconesi, tra i 27milioni di italiani, lo hanno dettosenza che nessuno li avesse invi-tati a farlo, tranne la Cittadella epochi altri. Hanno detto che, dopole affrettate decisioni del passatosull’argomento, vorrebbero dire laloro opinione.

Tra i problemi di Morcone, og-gi, c’è quello della difesa dell’ac-qua e quello della difesa dellamontagna dall’eolico, che è il suopresupposto. La montagna e l’ac-qua sono risorse di tutti i cittadini,sono beni comuni, non possonoessere trasformate in cose dasfruttare ad opera di pochi, per fi-ni personali o peggio ancora di“cricca”.

Noi de La Cittadella a questi ar-gomenti abbiamo dedicato moltaattenzione, continueremo a farlo,e non riteniamo possibili su di es-si cedimenti.

* * *

Di fronte all’attacco al nostropaesaggio e al nostro capitale so-ciale (beni comuni), così comeemerge dall’elenco di parchi eoli-ci in corso di approvazione in re-gione Campania di recente pub-blicato su tutti i giornali, ciconforta molto l’atteggiamentocoraggioso di non pochi sindaci eamministratori locali.

Il 20 giugno a Guardia Sanfra-mondi si è svolta una assembleadi popolo e di amministratori perla difesa delle nostre collinedall’eolico selvaggio, dall’assaltoai nostri territori da parte di traffi-canti, maneggioni, manutengoli diogni risma, come vengono ormaidefiniti questi imprenditori nelleinchieste di Magistratura e Stam-pa.

I loro mega progetti non arre-cheranno alcun beneficio alle no-stre popolazioni e distruggerannol’unico capitale che ancora è nellanostra disponibilità.

“Non siamo contrari alle ener-gie alternative, purché non arre-chino danni al nostro patrimonionaturale ed abbiano utilità socia-le”, dichiara il sindaco di Moiano.

Questa è anche la nostra posi-zione. I sindaci di San Lupo, SanLorenzo Maggiore, CastelvenereCerreto Sannita, Guardia, Airola,Moiano, Arienzo, Sant’Agata déGoti, il Parco regionale del Parte-nio, la Comunità Montana del Ta-burno il 20 giugno hanno dettoNo all’eolico selvaggio.

E un No, altrettanto coraggiosoe motivato, lo dice ormai da mol-to tempo la Soprintendenza per iBeni Architettonici PaesaggisticiStorici di Caserta e Benevento,inascoltata.

Questo loro No acquista straor-dinaria rilevanza alla luce delladichiarazione del presidente dellaProvincia Aniello Cimitile: “Fer-miamo la proliferazione incon-trollata e abnorme dell’eolico.

L’invasione dei piccoli impiantirischia di deturpare ulteriormentel’ambiente. E’ necessario porre fi-ne a questi insediamenti in quantogià da tempo sono state ampia-mente superate le previsioni con-tenute nel Piano energetico pro-vinciale”.

In questa materia anche la Re-gione deve dare le proprie rispo-ste di programmazione e di svi-luppo. Non può continuare a fareil pesce in barile, lasciando nellemani di pochi funzionari la re-sponsabilità delle decisioni.

A tal fine sono confortanti leiniziative che il consigliere regio-nale Luca Colasanto ha intrapresoe sta portando avanti in sede dicommissione regionale per l’am-biente. Nella Commissione da luipresieduta e appositamente con-vocata i sindaci gli hanno chiesto:“Fermate i mostri di acciaio econsentiteci di essere artefici del-le politiche di sviluppo del nostroterritorio”.

Il comune di Pontelandolfo, perbocca del sindaco Testa, ha di-chiarato su Il Mattino del 22 mag-gio 2011 di aver inviato “a tutti iconsiglieri lo schema di conven-zione al fine di individuare conl’apporto di tutti le soluzioni mi-gliori nell’interesse del paese”.

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E il comune di Morcone, che fail comune di Morcone?

Il 24 maggio u.s. ha “sussurra-to”, per bocca di suoi funzionari,un parere favorevole orale allacostruzione del parco eolico dellamontagna.

Di fronte alla documentata po-sizione dell’opposizione, che nonvale niente per i nostri ammini-stratori perché ritenuta strumenta-le, di fronte all’impegno delle as-sociazioni ambientaliste e del Co-mitato civico “Tutela e salvaguar-dia del territorio della Montagnadi Morcone”, di fronte alla presadi posizione di tanti sindaci e am-ministratori provinciali a difesadei propri territori si trincera die-tro un parere motivato, in manierarocambolesca da avvocati, con lenecessità finanziarie del comunedi fare cassa, per alleggerire ladifficile situazione economicadell’ente.

A tal proposito è necessario farsapere ai morconesi che rappre-sentanti del comitato civico Mon-tagna hanno partecipato alla con-ferenza di servizi del 24 maggioed in quella sede hanno fatto pre-sente con forza di argomentazionigiuridiche l’irritualità, se non pro-prio la illegittimità, di una confe-renza che si trascina da circa seianni a partire dal 31/10/2006, congrave danno dei cittadini che han-no in quei terreni l’unica fonte disostentamento; il problema degliusi civici, mai adeguatamentetrattato; il parere negativo dellaSoprintendenza, presente allaconferenza e molto battagliera aifini della dimostrazione giuridicadella legittimità del parere espres-so e della conseguente illegitti-mità di comportamenti ad essocontrari, e, principalmente, il fattoche ha determinato il coraggio deisindaci che dicono No!

Le linee guida nazionali appro-vate con decreto ministeriale 10settembre 2010 vietano in modoassoluto la possibilità di concede-re ai comuni, nei cui territori sirealizzano parchi eolici, ristori indenaro e in altre utilità.

Alla luce di questi fatti, che nonsono nuovi ma consentono vie diuscita onorevoli per tutti, perchésu questo benedetto eolico non siritorna, con mente serena, in Con-siglio comunale, senza avvocatima armati del solo buon senso di“montanari”?

Va detto, per amore di veritàche le uniche deliberazioni pro-dotte in materia sono state adotta-te dal Consiglio in carica con ilmotivato voto contrario dell’op-posizione.

* * *

Stesso discorso da fare per l’ac-qua. Non è possibile togliere, conle procedure che tutti sappiamo,l’acqua alla GESESA per darla adun altro gestore, specialmente semolto chiacchierato.

Non è possibile farlo dopo il re-ferendum, come se niente fosseaccaduto. Esistono, è vero, situa-

zioni di incertezza per raccordarela legislazione europea e quellanazionale, in materia.

Nelle more, in attesa di unanuova legge, il Comune dovrebbeorganizzarsi,all’interno dell’ATO,magari d’accordo con i comunidell’area ( Sassinoro e altri), e fa-re una società ad hoc per la ge-stione del ciclo integrato delle ac-que. Si sarebbe potuto e dovutofare negli anni passati, è possibilefarlo oggi grazie al referendum.

La legge Ronchi, abrogata, im-poneva la privatizzazione di al-meno il 40% delle società di ge-stione (e una adeguata remunera-zione del capitale privato investi-to, abrogato anche questo), ora èpossibile e auspicabile riprenderele fila del discorso e recuperare iltempo perduto.

Anche qui occorre l’umiltà disaper tornare indietro.

E’ speranza vana?TOMMASO PAULUCCI

REFERENDUM DEL 12 E 13 GIUGNO1961 morconesi esercitano il diritto al voto

La partecipazione al voto re-ferendario del 12 e 13 giu-gno a Morcone è stata del

45.64%, pari a 1961 elettori che sisono recati alle urne.

Nel nostro Comune non si è rag-giunto il quorum, ma c’è stata unagrande partecipazione, soprattuttoda parte degli elettori del centrourbano. Solo le sezioni di Cuffianohanno visto scarsa affluenza, se-condo la tendenza di quella con-trada nelle varie occasioni di votoin cui non ci sono da eleggere rap-presentanti, ma bisogna esprimerela propria volontà di cittadini.

Ad ogni modo, anche il nostroComune ha dato il proprio signifi-cativo contributo a questa grandefesta della democrazia. Perché ditanto si tratta, quando i cittadini,ad onta del boicottaggio sistemati-co operato da mezzi di informazio-ne, dal governo e da molte istitu-zioni, si recano in massa ad eser-citare uno dei pochi diritti attivi dicui dispongono.

Come è noto, a livello nazionaleil 57% degli italiani è andato a vo-tare ed oltre il 95% ha detto SI allaabrogazione delle norme oggettodi referendum: per impedire lecentrali nucleari, per rivendicarel’acqua come bene pubblico, peraffermare che la legge è uguale

per tutti e chi governa non può sot-trarsi al giudizio della magistratura.

Le forze politiche di Morcone,salvo il Partito Democratico, nonrisultano aver preso posizione.Neppure ci è giunta notizia di unimpegno attivo dei rappresentantidell’amministrazione in carica perfar leva sul loro elettorato, in unsenso o nell’altro. Quindi i 1961voti espressi a Morcone devono ri-tenersi liberi e spontanei. Non do-vuti a pressioni dall’alto, non solle-citati dal ‘porta a porta’, ma fruttodi un’opinione maturata tra la gen-te.

Certamente, come sottolineatoin un comunicato pervenutoci daMorcone Democratica (unica forzapolitica ad effettuare costanteinformazione: nessun altro diramacomunicati o si espone in pubbli-che dichiarazioni), hanno pesato imessaggi diffusi dagli strumentidella tecnologia (e mail, face booketc).

“E’ pur vero – afferma il comuni-cato a firma di Raffaele Ocone -che l’utilizzo di questi strumentinon va ormai sottovalutato, tant’èche anche a livello nazionale iltam-tam della rete ha sicuramentesvolto, e con efficacia, il ruolo disupplente della più classica infla-zione televisiva che, in questa oc-

casione, probabilmente anche perragioni poco nobili, si è fatta vivasolo negli ultimi giorni della cam-pagna elettorale.”

Seppure a Morcone non è statoraggiunto il traguardo simbolicodei 2149 votanti, pari al 50% +1degli aventi diritto al voto, prose-gue Ocone “va sottolineato però

che, almeno in rapporto al numeromedio dei votanti, 1960 voti sonogià quorum, anche perché in que-sto periodo, almeno i quesiti refe-rendari relativi al la gestionedell’acqua, assumono per la gentedi Morcone un significato particola-re e di estrema attualità.”

La redazione

La gestione del servizio idrico integratodel Comune di Morcone, a far data1.6.2011, non è più effettuata dalla GE-

SESA. E’ un fatto importante ancora ignoratodalla quasi totalità dei Morconesi, non per moti-vi imputabili ai cittadini, ma perché, a tutt’oggi,non vi è stato nessun tipo di informazione uffi-ciale. Riteniamo, pertanto, di dover aprire suquesto argomento un fronte informativo.

Lo stato dell’arte in questo momento è il se-guente. Con Ordinanza n. 21 del 26 Maggio, afirma congiunta del Sindaco e del Responsabi-le del Settore Manutentivo-Vigilanza, viene inti-mato alla GESESA la consegna delle chiavidell’acquedotto.

Il 1° giugno , in mancanza di un riscontro edin assenza della GESESA, il Comune prendepossesso delle reti di distribuzione dell’acquae di tutti gli impianti collegati.

In data 3 Giugno abbiamo presentato una ri-chiesta per conoscere le modalità di consegnadelle reti di distribuzione dell’acqua e degli im-pianti collegati da parte di GESESA e qualisoggetti e quali professionalità stiano gestendoil servizio idrico dal momento dell’allontana-mento del gestore.

In assenza di RISPOSTA, in data 10 Giugnoabbiamo rinnovato la richiesta, questa volta tra-smettendola anche al Prefetto di Benevento. E

questa seconda richiesta ci è sembrata ancorpiù doverosa in quanto risultava che la conse-gna degli impianti non era avvenuta di concertocon la società Gesesa, ma era stata operata inmaniera coattiva dal comune, e di conseguen-za, senza seguire le usuali procedure di conse-gna, necessariamente da applicare in situazionidel genere e senza nemmeno una opportunafase di transizione a garanzia innanzitutto degliaspetti sanitari collegati alla distribuzione di ac-qua potabile. D’altronde, può apparire super-fluo sottolinearlo, ma si tratta della gestionedella rete idrica di distribuzione, comprensivadella captazione delle sorgenti, nonché dellereti fognarie e degli impianti di depurazione eche tali reti ed impianti, di primaria ed essen-ziale importanza per i cittadini, sono, allo stes-so tempo, particolarmente sensibili e vulnerabi-li, per cui necessitano davvero di competenze edi un’accorta gestione. Queste domande nonhanno ricevuto alcuna risposta.

Solo, (i malpensanti diranno solo dopo le no-stre richieste), nel pomeriggio del 13 Giugno,per la prima volta, nonostante la dichiarazionedi immediata eseguibilità, si riscontra sul sitoweb del Comune la Delibera di Giunta n. 114Gestione diretta del servizio idrico integrato, re-datta e pubblicata nella stessa giornata del 13Giugno, pur facendo riferimento ad una seduta

di Giunta tenutasi il giorno 03 Giugno. In essasi legge tra l’altro, che a seguito dell’Ordinanzan. 21 “frutto di una lunga ma vana interlocuzio-ne scritta e verbale tra il Comune e la GESE-SA, si è resa inevitabile sul presupposto dellaillegittima prosecuzione di un rapporto giuridi-co-economico e, quindi, della detenzione degliimpianti sine titulo da parte della società, cheavrebbe fortemente compromesso la gestionedel servizio in questione” e “che l’inottemperan-za all’ordine di restituzione delle reti e degli im-pianti alla scadenza stabilita ha determinatol’esecuzione coattiva dello stesso avvenuta indata 1° Giugno 2011, giusto verbale di presa dipossesso, stato di consistenza e verifica di effi-cienza, all’uopo redatto nei modi e nei terminidi legge” e di conseguenza si stabilisce di “as-sumere, con decorrenza 1° giugno 2011, la ge-stione diretta del servizio idrico integrato”.

In data 15 giugno, il Responsabile del Setto-re Manutentivo-Vigilanza in riscontro alle nostrerichieste di informazioni, si limita come unico esolo atto, e del tutto inutile, ad inviarci copiadella suddetta Delibera. Inutile dire che atutt’oggi, 18 giugno, mancano i doverosi chiari-menti ed informazioni alle nostre richieste, ma,sicuramente fatto ancora più grave, continua amancare l’informazione ai cittadini.

Raffaele Ocone

Riceviamo e pubblichiamo GESESA–COMUNE Ultimo round?

Anche a Morcone il 95% per l’acqua pubblica, la giustizia uguale per tutti e contro le centrali nucleari

Daria Lepore, direttrice editoriale del nostro giornale, nel momento di depor-re nell’urna una delle quattro schede del voto referendario.

LÊItalia sÊè desta?5

anno XXX - numero 6 - giugno 2011

L’antica Fontana del Palazzo,ora ricostruita nell’area Fiera di Morcone, untempo posta nell’attuale Via Roma, dove adesso è la fontana che fronteggiaPiazza Manente. Nel ‘700 era denominata ‘Fontana del Bucchero’. Insieme aquelle del Pozzo, di San Marco e di San Bernardino, era una delle quattroFontane alimentate dal primo acquedotto pubblico di Morcone, alimentatodalla Sorgente dei Baci. foto Nardo Cataldi

Page 10: 4 giugno, via dei Caffè: inaugurata la sede dell ... · to alla Procura della Repubblica, maturava nei sette anni di permanenza a Rovereto una soli- ... Al 1° gennaio 2009, infatti,

OASI DEL LAGO DEL TAMMAROAtmosfera magica e spettacolo della natura

Domenica 22 Maggio i lWWF Sannio- gruppo diCampolattaro, ha organiz-

zato la giornata dell’Oasi, a cuiquest’anno hanno aderito e con-tribuito anche la condotta SlowFood Tammaro- Fortore e la asso-ciazione Nuova Morcone NostraLa Cittadella.

Una giornata di visita guidata allago-oasi di Campolattaro-Morco-ne, con passeggiata ecologicapartendo da Casaldianni di Circel-lo e camminata nel centro storicodi Morcone. Culminata in un mo-mento di convivio, con degustazio-ne di prodotti locali e pietanze distagione: zuppa di fave, zuppa difagioli alle ortiche, frittate e salsic-ce di maiale nero alla brace, salu-mi locali, prosciutto crudo e for-maggio, il tutto accompagnato davino rosso e acqua fresca di pub-blica distribuzione.

Tutto molto bello, ben organiz-zato e ben riuscioa, con un nutritogruppo di partecipanti, napoletani,avellinesi, beneventani ed una vi-vace rappresentanza di alunni del-

la scuola media, accompagnati eguidati da Maria Pina e Magda. Avolerci proprio trovare qualche cri-ticità, il senso della scampagnata,della giornata all’aria aperta conpranzo finale sembrava prevaleresul reale interesse per l’oasi; d’al-tra parte l’obiettivo di queste gior-nate è proprio la sollecitazione ver-so gli aspetti culturali specifici delleoasi, delle problematiche ambien-tali e di conservazione del territo-rio.

Ma intorno al lago una grossacriticità c’è ed è rappresentata daun cumulo di materiale inquinante:l’eternit-amianto che, nascosto manon protetto sotto un telone di pla-stica, è ancora in bella mostra suuna piazzola della circumlacuale.

Di questo sconcio i cittadini han-no investito il comune di Morcone,che a sua volta ha investito la Pro-vincia di Benevento, ma dopo moltimesi nulla è stato fatto; anzi no,

molte carte sono state sporcated’inchiostro e la pioggia ha di certotrasportato l’amianto nel lago!

Brevemente la storia. Parte lasegnalazione di qualche cittadinocirca la presenza di un cumulo dieternit abbandonato e senza alcu-na protezione su di una piazzolalungo la strada che costeggia il la-go. Il Comune dopo sopralluogotecnico, provvede a coprirlo conun telone di plastica ed ORDINAall’Amministrazione provinciale, inqualità di proprietaria della strada,di rimuovere e smaltire il materialeritenuto inquinante. La Ammini-strazione provinciale non eseguel’ordine, anzi risponde proponendoricorso al TAR per l’annullamentodell’ordinanza comunale ed il Co-mune, a sua volta, si costituiscenel procedimento a difesa del pro-prio operato. Il tutto mentre i duemetri cubi di materiale da smaltirerimangono al loro posto, il telonedi protezione scompare ed Comu-ne deve provvedere a risistemar-ne uno nuovo.

Insomma, un sopraluogo tecni-co, una ordinanza di settore, un ri-corso al TAR, una costituzione adifesa, due sistemazioni di telonidi plastica ed il materiale da ri-muovere è sempre lì a bordo lago;impegno per diversi mesi di duepubbliche amministrazioni, molteore di lavoro di tecnici e dirigenti,spese per acquisto e sistemazionedei teloni di protezione (inutile edinefficace), incarico legale a dueavvocati (si può immaginarne laspesa), contrariamente a quantodiceva il buon Lubrano, non han-no fatto sorgere alcuna domandaspontanea, non hanno spinto alcu-no a domandarsi quanto è costatoe quanto ancora costerà questoduello Comune-Provincia.

Dallo scontro è emersa la inca-pacità delle istituzioni pubbliche didialogare tra loro e di risolvere iproblemi dei cittadini o dell’am-biente; è emersa quella cieca edostinata contrapposizione, capacesolo di annullare la distanza, chenormalmente separa la ragionedal torto. Le azioni poste in esseredai due Enti sicuramente hannogià comportato un impegno ed uncosto di gran lunga superiore allaspesa di rimozione e smaltimentodel cumuletto di rifiuti, oggetto del-la contesa.

Ed allora domandiamo: il Sinda-co, tra l’altro primo responsabileper gli aspetti sanitari del territorio,stante i motivi di urgenza e perico-lo di inquinamento ambientale, tra-scorso il termine di 60 giorni fissa-to nella ordinanza n.11 del2.3.2011, perché non ha provve-duto a rimuovere e smaltire il ma-teriale, addebitandone la spesa orichiedendone il rimborso alla Pro-vincia? Il Presidente della Provin-cia, in qualità di proprietario dellastrada circumlacuale e di titolaredella gestione dell’acqua del lago-oasi, pur avendo competenza edobbligo a rimuovere quei rifiuti,perché è ricorso subito al TAR,aprendo un contenzioso, che pro-babilmente lo vedrà anche soc-combente, senza prima preoccu-parsi di risolvere il problema? Ba-stava solo parlarsi per riscontrareche togliere quei rifiuti era urgentee costava molto meno!

Ma questa non è la logica deipolitici, essi operano per consoli-dare il proprio potere più che perrisolvere i problemi, tanto a paga-re sono sempre i cittadini.

Peppino Gizzi

Domenica 29 maggio, nel-l 'Oasi WWF Lago diCampolattaro c'è un'at-

mosfera quasi magica: la bellagiornata ha posto ancora di più inrisalto le fioriture profumatissimedi Ginestra e Ligustro.

Entro nel prato per cercarmi unbuon punto d'osservazione, lo fac-cio in punta di piedi per non dan-neggiare le umili e preziose fioritu-re delle "erbacce": Boccioni, Sal-vie, Margherite, Cardi, Centauree,Cicorie, Gladioli, Malve, nonchèrare specie di orchidee selvatiche;un mare di colori e di profumi e didimenticati aromi. Trovo una buo-na seduta all'ombra di un Pero sel-vatico, posiziono il cannocchiale eresto in silenzio ad ascoltare... laNatura.

L'aria è ferma e calda, il lago unpiatto d'azzurro incorniciato dalverde ribelle dei boschetti e il ver-de gentile delle colline circostanti.

Sono subito distratto da un ri-chiamo e una sagoma che planasfiorando la cima di un bosco ma-turo di Cerri lungo un crinale mol-to scosceso di una montagnola; èun Nibbio bruno che si fionda escompare in uno squarcio di boscotra le fronde degli alberi più al-ti...e non mi ha dato nemmeno iltempo di osservarlo bene; in unadi quelle chiome ha costruito ilsuo nido e la femmina, probabil-mente, sta già covando.

Sotto il viadotto c'è un incessan-te cinguettio di Passeri, Sterpazzo-line e Occhiocotti e sopra una piladi cemento c'è un nido di Ghep-pio: la femmina è dentro accovac-ciata immobile intenta a covare.Ecco un'altra sagoma rapace com-parire sull'orizzonte boscato; è unfalco Pecchiaiolo che plana placi-do lungo il crinale per scomparirefacile dietro la cima del bosco.

Dò una scannocchiata al lago.Sotto una siepe affiorante c'è unnido di Svasso maggiore, galleg-giante; la coppia è impegnata arinforzare e ingrandire la strutturache deve resistere quando il ventotempestoso frusta il lago.

Poco più in là, presso un'altrasiepe, ad essa ancorato, c'è un'al-tro nido con sopra la femmina checova e il maschio a scacciare in-trusi curiosi e scaltri corteggiatori.

Guardo verso un boschetto alla-gato dove un vallone si immergenel lago; un incessante sgraziatogracchiare mi dice che nei nidi diNitticore e Aironi guardabuoi so-no avvenute le prime schiusementre alcune coppie di Garzettee Sgarze ciuffetto covano e altrestanno costruendo i nidi. Torno adosservare il Gheppio; la femminaha lasciato il nido per andare acaccia ... e ci credo! Nel nido cisono cinque pulletti piumati dibianco e sicuramente molto affa-mati.

Ragazzi, le emozioni che ti re-galano queste osservazioni fannoun gran bene all'animo ed è una

carica d'energia importante percontinuare a combattere per laconservazione di questo meravi-glioso territorio. Quando plana unNibbio e lo seguo a sfiorare lefronde, il mio pensiero si fa legge-ro e plana col suo volo silenziosoe rapace: è una sensazione fanta-stica, sublime.

Scannocchio sull'altra sponda:sbiancati dall'afa, tre Aironi cene-rini si riposano su alcuni tronchigalleggianti e odo, in fondo al val-lone, nella macchia boschiva piùfitta, il canto profondo, dolce emelodico dell'Usignolo ... quasiper incanto sembra che intorno,per qualche istante, tutto si fermae si zittisce.

L'incanto dura poco: un Becca-moschino piroetta fischiando nel-l'aria stanca di mezzogiorno men-tre un maschio di Averla piccolalo osserva e si riposa e irto su unasiepe di Biancospino strilla unoStrillozzo: non sa fare altro. Estrilla pure una Ghiandaia nel bo-sco: forse una predazione si staconsumando. Un Cormorano convolo radente attraversa tutto il la-go, di fretta, nel nido la giovaneschiusa aspetta un bel pranzo pe-scato.

E' tardi ed è ora di andare, an-che la mia famigliola mi aspettacon un bel pranzo preparato.

Vincenzo Mancini

...ma chi porta via i rifiuti inquinanti?

Dal 1982 al servizio dei lettori

RINGRAZIARINGRAZIAlettori, sostenitori, collaboratori, amici,

imprese ed esercizi commerciali che con il loro contributo volontario

ed incoraggiamento sinceroconsentono l’uscita del giornale

da trent’anni

6anno XXX - numero 6 - giugno 2011

In alto: Airone Guardabuoi

Sopra: Svasso maggiore

Sotto: Beccamoschino

Sono trascorsi venti annidalla morte di TommasoLombardi. Il suo ricordo è

ancora vivo tra i morconesi e gliamici che lo conobbero, gli volle-ro bene e lo apprezzarono comepolitico.

In questa sede, lontani da ogniretorica che certamente non sareb-be piaciuta alle persone ricordate,desideriamo raccontarvi due aned-doti che egli stesso amava ricorda-re.

Alle elezioni politiche del 1948il Nostro non aveva ben maturato isuoi convincimenti politici e votòL’Uomo Qualunque, il movimen-to fondato dal commediografo na-poletano Guglielmo Giannini che,in quegli anni,trovò seguito tra icittadini spoliticizzati e senza par-tito.

Non soddisfatto, tentò di con-vincere la madre Anna Fiscarelli afare la stessa cosa. La signora An-na, che era una donna straordina-ria per stile di vita e laboriosità,gli promise che lo avrebbe accon-tentato.

Quando il figlio, al rientro per ilpranzo, le chiese se avesse votato,Anna cercò di glissare sulla do-manda. Ma don Tommaso, checonosceva bene la madre e le vo-leva un gran bene, insistette co-stringendola a rivelare, candida-mente, di non essersela sentita di< tradire la croce>. Non battè ci-glio naturalmente, e se ne ricordòquando, qualche tempo dopo, lozio Giovanni Fiscarelli lo convin-se ad abbracciare lo Scudo Cro-ciato e a schierarsi con la Coltiva-

tori Diretti. Pensò, allora, almenoper questo, di averle procurato unapiccola gioia.

Tommaso Lombardi, era un<moderato> e restò fedele ad unsuo <moderatismo > di fondo an-che dopo vicende elettorali nonfavorevoli. Non cambiò correntein modo disinvolto e nel 1976 ar-rivò alla Sinistra di Base attraver-so un percorso sofferto, che pren-deva atto delle situazioni nuovedeterminatesi in provincia e delleragioni dei più giovani che scalpi-tavano.

L’altro aneddoto sfizioso, inquesto anno del 150° anniversariodell’Unità, riguarda la partecipa-zione di una delegazione morco-nese alle celebrazioni romane delcentenario nel 1961.

Quella delegazione era compo-sta dal sindaco Lombardi, dal vi-ce-sindaco Gustavo De Ciampis edal vigile Armando Saturno, sem-pre presente, che recava il gonfa-lone del Comune e si avvalevadella collaborazione, come autista,di Rolando Romano, dipendentecomunale, alla guida della sua fa-mosa Ardea.

Ebbene, di quella esperienzache tutti i partecipanti definivanostupenda e significativa per l’au-sterità dei luoghi e la solennità deidiscorsi, restava in tutti, fuorchéin Rolando che era rimasto fuori,la partecipazione al ricevimentoche seguì, nei giardini del Quiri-nale, memorabile per la qualità el’abbondanza delle pietanze.

Bei tempi.t.p.

DON TOMASIDue episodidi vita politica

A ventÊanni dalla scomparsa

Tommaso Lombardi accanto ad Angelo Lepore e Tommaso Pauluccifoto degli anni ‘60 del ‘900, dall’archivio informatizzato di Nardo Cataldi