50° incontro nazionale di studi delle acli · giovani e lavoro: acli, "poca fiducia nel...
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Napoli 14-16 settembre 2017
50° Incontro Nazionale di Studi delle Acli
Rassegna Stampa
Rassegna Stampa 17-09-2017
ACLI IN ITALIAAVVENIRE 17/09/2017 10
Lavoro, dalle Acli Piano nazionale per i giovaniMarco Iasevoli
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QUOTIDIANO DEL SUD 17/09/2017 6Le Acli di tutta Italia a Napoli: puntare sulla formazioneRedazione
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CORRIERE DELMEZZOGIORNO NAPOLI ECAMPANIA
17/09/2017 7Delrio: la metro, sarà presto di livello europeoValentina Iorio
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REPUBBLICA NAPOLI 17/09/2017 10Delrio assicura "Non perderemo i fondi europei"Redazione
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MATTINO NAPOLI 17/09/2017 35Delrio: Linea 1, finanziamenti certi e lavori sprint = Delrio: Finanziamenti certi oralavori sprint sulla linea 1Adolfo Pappalardo
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AVVENIRE 16/09/2017 10Italiani e seconde generazioni Perché siamo già così similiMarco Iasevoli
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CONQUISTE DEL LAVORO 16/09/2017 4I giovani al lavoro pensano precarioFrancesco Gagliardi
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CORRIERE DELMEZZOGIORNO NAPOLI ECAMPANIA
16/09/2017 15Donne, maternità e famiglia Oggi al forum delle Acli conclusione con Delrio eFurlanValentina Iorio
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AVVENIRE 15/09/2017 6Una seconda chance per chi ha lasciato la scuolaMarco Iasevoli
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AVVENIRE 15/09/2017 6L`umanità del lavoro come tema centraleMarco Iasevoli
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STAMPA 15/09/2017 10Chi lavora fuori guadagna di più fa carriera ed è più soddisfattoP.bar.
18
AVVENIRE 14/09/2017 5Seconde generazioni dinamiche e integrate: il 63% dei ragazzi lavoraRedazione
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SOLE 24 ORE 14/09/2017 15Lo scarso dialogo tra scuola e imprese penalizza i giovaniGiorgio Pogliotti
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VOCE MISENA 14/09/2017 9A Napoli per parlare di lavoroRedazione
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CORRIERE DELLA VALLE 14/09/2017 27I giovani sono i lavoratori più penalizzatiRedazione
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AVVENIRE 13/09/2017 5Il problema? La sfiducia. Così si va all`esteroAngelo Picariello
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GAZZETTA DI MANTOVA 13/09/2017 16L` umanità del lavoro nell` economia dei robotMarco Faroni
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MATTINO 12/09/2017 43Perché le Acli chiedono un piano per il lavoro a favore del MezzogiornoRoberto Rossini
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ACLIaffaritaliani.it 16/09/2017 1
NOTIZIE FLASH: 2/A EDIZIONERedazione
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AGENSIR.IT 15/09/2017 1Donne: Acli, 73% delle under 29 è indipendente dai genitori ma è ancora difficileconciliare famiglia e lavoroRedazione
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ilmattino.it 16/09/2017 1Convegno Acli sul lavoro: ?Puntare sulla formazione dei giovani?Redazione
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italiannetwork.it 16/09/2017 1
LAVORO - DAL 50.mo SEMINARIO ACLI PRES. ROSSINI CHIEDE "SOCIALBONUS" PROMOZIONE LAVORO GIOVANILE, NUOVO "PIANO NAZIONALESUL LAVORO". 6 PUNTI PIANO STRATEGICO ACLIRedazione
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sicomunicazione.net 16/09/2017 1DELRIO E FURLAN A NAPOLI PER CONVEGNO ACLI SU LAVORORedazione
33
corrierequotidiano.it 15/09/2017 1Acli, serve contributo a maternità e lavoro curaRedazione
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AGENSIR.IT 14/09/2017 1Lavoro: Mattarella alle Acli, "ampliare le opportunità, anzitutto in favore dellegiovani generazioni"Redazione
36
AISE.IT 14/09/2017 1IUS SOLI/ ACLI: LE SECONDE GENERAZIONI IN ITALIA SONO "DINAMICHEE INTEGRATE"/ OLTRE IL 63% È INSERITO NEL MERCATO DEL LAVORORedazione
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it.notizie.yahoo.com 14/09/2017 1Rossini(Acli): aiutiamo i giovani con politiche attive del lavoroRedazione
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I
Rassegna Stampa 17-09-2017
it.notizie.yahoo.com 14/09/2017 1Mattarella alle Acli: "Favorire accesso dei giovani al lavoro"Redazione
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panorama.it 14/09/2017 1Figli di immigrati: per loro l`integrazione è già realtàRedazione
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AGENSIR.IT 13/09/2017 1Mezzogiorno: Acli, a Salerno presso il Punto famiglia si apre il "Cantiere delleIdee"Redazione
50
AGENSIR.IT 13/09/2017 1Ius soli: Acli, le seconde generazioni in Italia sono "dinamiche e integrate". Oltreil 63% è inserito nel mercato del lavoroRedazione
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AISE.IT 13/09/2017 1IUS SOLI/ ACLI: LE SECONDE GENERAZIONI IN ITALIA SONO "DINAMICHEE INTEGRATE"/ OLTRE IL 63% È INSERITO NEL MERCATO DEL LAVORORedazione
53
askanews.it 13/09/2017 1Ius Soli, Acli:seconde generazioni in Italia dinamiche e integrateRedazione
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avvenire.it 13/09/2017 1Giovani. Il problema? La sfiducia. Così si va all`esteroRedazione
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it.notizie.yahoo.com 13/09/2017 1Ius Soli, Acli: seconde generazioni in Italia dinamiche... -2-Redazione
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italiannetwork.it 13/09/2017 1
LAVORO - 50mo INCONTRO STUDI ACLI: I GIOVANI ITALIANI EXPAT ESECONDE GENERAZIONI VIVONO IN UNA CONDIZIONE TRA RICATTO ERI(S)CATTO DEL PRESENTERedazione
62
italiannetwork.it 13/09/2017 1IMMIGRAZIONE - JUS SOLI - DALLE ACLI: 63% DEI GIOVANI INSERITO NELMERCATO DEL LAVORO . PERSONE DINAMICHE E INTEGRATERedazione
64
italiannetwork.it 13/09/2017 1
LAVORO - 50.mo ACLI - I GIOVANI DI FRONTE AL LAVORO: LA TUTELASINDACALE: UN GIOVANE SU 10 RICORRE AL SINDACATO. PER 29,3% INITALIA E 37% ALL`ESTERO PIU` VALIDA AUTO-ORGANIZZAZIONE TRALAVORATORI.Redazione
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notizie.tiscali.it 13/09/2017 1Ius Soli, Acli:seconde generazioni in Italia dinamiche e integrateRedazione
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orticalab.it 13/09/2017 1A Napoli il 50 incontro Nazionale di studi delle Acli, Avellino presenteRedazione
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panorama.it 14/09/2017 1Figli di immigrati: per loro l`integrazione è già realtàRedazione
70
prealpina.it 13/09/2017 1Ius Soli, Acli:seconde generazioni in Italia dinamiche e integrateRedazione
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tendenzeonline.info 13/09/2017 1Ius Soli, Acli:seconde generazioni in Italia dinamiche e integrateRedazione
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AGENSIR.IT 12/09/2017 1Lavoro: Rossini (Acli), "è un`emergenza". "Tema del `Valore` particolarmenteimportante in queste fase del dibattito politico"Redazione
76
AGENSIR.IT 12/09/2017 1Giovani: Vacchina (Acli), "i più penalizzati fra tutti i lavoratori che hannodifficoltà"Redazione
78
AGENSIR.IT 12/09/2017 1Giovani: Bracciali (Acli), "nel modo di pensare precario dobbiamo ridare il giustovalore e la giusta identità al lavoro"Redazione
80
dire.it 12/09/2017 1Slitta lo Ius Soli; La Sinistra ci prova; Giovani e lavoro, ricerca Acli;“Basta insulti all’Ido”Redazione
82
orticalab.it 13/09/2017 1A Napoli il 50 incontro Nazionale di studi delle Acli, Avellino presenteRedazione
84
AGENSIR.IT 12/09/2017 1Giovani e lavoro: Acli, "poca fiducia nel sindacato a conferma del conflittogenerazionale"Redazione
85
AGENSIR.IT 12/09/2017 1Giovani e lavoro: Acli, "i laureati che vivono all`estero sono più soddisfatti diquelli che restano in Italia"Redazione
87
AGENSIR.IT 12/09/2017 1Giovani e lavoro: Acli, "disposti a sacrificarsi pur di non essere licenziati osvolgere l`occupazione che piace"Redazione
89
AGENSIR.IT 12/09/2017 1Giovani e lavoro: Acli, pesano "percorsi biografici e background familiaripeculiari"Redazione
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dire.it 12/09/2017 1Slitta lo Ius Soli; La Sinistra ci prova; Giovani e lavoro, ricerca Acli;“Basta insulti all’Ido”Redazione
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II
Rassegna Stampa 17-09-2017
italiannetwork.it 11/09/2017 1LAVORO - DALLE ACLI FOCUS LAVORO SU GIOVANI ITALIANI E SECONDEGENERAZIONI NEL 50.mo INCONTRO DI STUDI A NAPOLIRedazione
95
redattoresociale.it 11/09/2017 1Ius soli, sit-in a Roma: "Senato approvi entro settembre la legge"Redazione
96
RAIUNO 17/09/2017 0RAI UNO - TG1 NOTTE - "Acli, il lavoro al entro dell`incontro nazionale" - (17-09-2017) - 97
RAIUNO 13/09/2017 0 RAI UNO - UNOMATTINA 07.10 - "Questione lavoro" - (13-09-2017) 98
TGCOM24 13/09/2017 0 TGCOM24 - NEWS 10.30 - "I giovani e il lavoro" - (13-09-2017) 99
TV2000 13/09/2017 0 TV2000 - TG 2000 18.30 - "Cala la disoccupazione" - (12-09-2017) 100
RADIO VATICANA 13/09/2017 0RADIO VATICANA - RADIOGIORNALE 08.00 - "Buone notizie sul fronte dellavoro" - (13-09-2017) 101
IIIServizi di Media Monitoring
ACLI IN ITALIA
Servizi di Media Monitoring
• Lavoro, dalle Acli Piano nazionale per i giovani
• Le Acli di tutta Italia a Napoli: puntare sulla formazione
• Delrio: la metro, sarà presto di livello europeo
• Delrio assicura "Non perderemo i fondi europei"
• Delrio: Linea 1, finanziamenti certi e lavori sprint = Delrio: Finanziamenti certi ora lavori sprint sulla li...
• Italiani e seconde generazioni Perché siamo già così simili
• I giovani al lavoro pensano precario
• Donne, maternità e famiglia Oggi al forum delle Acli conclusione con Delrio e Furlan
• Una seconda chance per chi ha lasciato la scuola
• L`umanità del lavoro come tema centrale
• Chi lavora fuori guadagna di più fa carriera ed è più soddisfatto
• Seconde generazioni dinamiche e integrate: il 63% dei ragazzi lavora
• Lo scarso dialogo tra scuola e imprese penalizza i giovani
• A Napoli per parlare di lavoro
• I giovani sono i lavoratori più penalizzati
• Il problema? La sfiducia. Così si va all`estero
• L` umanità del lavoro nell` economia dei robot
• Perché le Acli chiedono un piano per il lavoro a favore del Mezzogiorno
18 articoli
Tiratura: 140.431 Diffusione: 108.000 Lettori: 191.000Dir. Resp.: Marco Tarquinio
Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 10
Edizione del: 17/09/17
Peso: 10%075-139-080
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Tiratura: 7.951 Diffusione: 16.506 Lettori: n.d. Dir. Resp.: Gianni festa
Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 6
Edizione del: 17/09/17
Peso: 12%204-116-080
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Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d. Dir. Resp.: Enzo d’Errico
Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 7
Edizione del: 17/09/17
Peso: 17%204-116-080
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Tiratura: 289.219 Diffusione: 339.543 Lettori: 2.355.000Dir. Resp.: Mario Calabresi
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Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 10
Edizione del: 17/09/17
Peso: 8%204-116-080
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Tiratura: 45.426 Diffusione: 58.145 Lettori: 726.000Dir. Resp.: Alessandro Barbano
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Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/2Estratto da pag.: 1,35
Edizione del: 17/09/17
Peso: 1-3%,35-35%204-116-080
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Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 2/2Estratto da pag.: 1,35
Edizione del: 17/09/17
Peso: 1-3%,35-35%204-116-080
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Tiratura: 140.431 Diffusione: 108.000 Lettori: 191.000Dir. Resp.: Marco Tarquinio
Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/2Estratto da pag.: 10
Edizione del: 16/09/17
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Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 2/2Estratto da pag.: 10
Edizione del: 16/09/17
Peso: 25%277-134-080
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Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d. Dir. Resp.: Raffaela Vitulano
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Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/2Estratto da pag.: 4
Edizione del: 16/09/17
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Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 2/2Estratto da pag.: 4
Edizione del: 16/09/17
Peso: 56%069-106-080
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Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d. Dir. Resp.: Enzo d’Errico
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Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 15
Edizione del: 16/09/17
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Tiratura: 140.431 Diffusione: 108.000 Lettori: 191.000Dir. Resp.: Marco Tarquinio
Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 6
Edizione del: 15/09/17
Peso: 13%231-123-080
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Tiratura: 140.431 Diffusione: 108.000 Lettori: 191.000Dir. Resp.: Marco Tarquinio
Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 6
Edizione del: 15/09/17
Peso: 7%231-123-080
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Tiratura: 200.764 Diffusione: 245.377 Lettori: 1.294.000Dir. Resp.: Maurizio Molinari
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Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/2Estratto da pag.: 10
Edizione del: 15/09/17
Peso: 37%112-145-080
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Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 2/2Estratto da pag.: 10
Edizione del: 15/09/17
Peso: 37%112-145-080
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Tiratura: 140.431 Diffusione: 108.000 Lettori: 191.000Dir. Resp.: Marco Tarquinio
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Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 5
Edizione del: 14/09/17
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Tiratura: 382.032 Diffusione: 211.650 Lettori: 879.000Dir. Resp.: Guido Gentili
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Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 15
Edizione del: 14/09/17
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Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d. Dir. Resp.: n.d.
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Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 9
Edizione del: 14/09/17VOCE MISENA
Peso: 4%061-142-080
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Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Lettori: n.d. Dir. Resp.: n.d.
Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 27
Edizione del: 14/09/17CORRIERE DELLA VALLE
Peso: 26%287-130-080
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Tiratura: 140.431 Diffusione: 108.000 Lettori: 191.000Dir. Resp.: Marco Tarquinio
Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 5
Edizione del: 13/09/17
Peso: 13%219-123-080
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Tiratura: 22.413 Diffusione: 24.990 Lettori: 168.000Dir. Resp.: Paolo Boldrini
Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 16
Edizione del: 13/09/17
Peso: 28%219-123-080
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Tiratura: 45.426 Diffusione: 58.145 Lettori: 726.000Dir. Resp.: Alessandro Barbano
Servizi di Media Monitoring
Sezione: ACLI IN ITALIA Foglio: 1/1Estratto da pag.: 43
Edizione del: 12/09/17
Peso: 15%231-123-080
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ACLI
Servizi di Media Monitoring
• NOTIZIE FLASH: 2/A EDIZIONE
• Donne: Acli, 73% delle under 29 è indipendente dai genitori ma è ancora difficile conciliare famiglia e...
• Convegno Acli sul lavoro: ?Puntare sulla formazione dei giovani?
• LAVORO - DAL 50.mo SEMINARIO ACLI PRES. ROSSINI CHIEDE "SOCIAL BONUS" PROMOZIO...
• DELRIO E FURLAN A NAPOLI PER CONVEGNO ACLI SU LAVORO
• Acli, serve contributo a maternità e lavoro cura
• Lavoro: Mattarella alle Acli, "ampliare le opportunità, anzitutto in favore delle giovani generazioni"
• IUS SOLI/ ACLI: LE SECONDE GENERAZIONI IN ITALIA SONO "DINAMICHE E INTEGRATE"/ OL...
• Rossini(Acli): aiutiamo i giovani con politiche attive del lavoro
• Mattarella alle Acli: "Favorire accesso dei giovani al lavoro"
• Figli di immigrati: per loro l`integrazione è già realtà
• Mezzogiorno: Acli, a Salerno presso il Punto famiglia si apre il "Cantiere delle Idee"
• Ius soli: Acli, le seconde generazioni in Italia sono "dinamiche e integrate". Oltre il 63% è inserito ne...
• IUS SOLI/ ACLI: LE SECONDE GENERAZIONI IN ITALIA SONO "DINAMICHE E INTEGRATE"/ OL...
• Ius Soli, Acli:seconde generazioni in Italia dinamiche e integrate
• Giovani. Il problema? La sfiducia. Così si va all`estero
• Ius Soli, Acli: seconde generazioni in Italia dinamiche... -2-
• LAVORO - 50mo INCONTRO STUDI ACLI: I GIOVANI ITALIANI EXPAT E SECONDE GENERAZIO...
• IMMIGRAZIONE - JUS SOLI - DALLE ACLI: 63% DEI GIOVANI INSERITO NEL MERCATO DEL LA...
• LAVORO - 50.mo ACLI - I GIOVANI DI FRONTE AL LAVORO: LA TUTELA SINDACALE: UN GIOV...
• Ius Soli, Acli:seconde generazioni in Italia dinamiche e integrate
• A Napoli il 50 incontro Nazionale di studi delle Acli, Avellino presente
• Figli di immigrati: per loro l`integrazione è già realtà
• Ius Soli, Acli:seconde generazioni in Italia dinamiche e integrate
• Ius Soli, Acli:seconde generazioni in Italia dinamiche e integrate
• Lavoro: Rossini (Acli), "è un`emergenza". "Tema del `Valore` particolarmente importante in queste fa...
• Giovani: Vacchina (Acli), "i più penalizzati fra tutti i lavoratori che hanno difficoltà"
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NOTIZIE FLASH: 2/A EDIZIONE -L'ECONOMIA16 settembre 2017- 15:47
(AdnKronos) - Roma. "C' è tanto lavoro da fare per favorire la crescita del paese. I segnali di ripresa ci sono mail percorso non è concluso. Abbiamo perso 25 punti di produzione industriale e quasi dieci punti di Pil. C'è unaprateria da recuperare. Ma tutti dobbiamo fare la nostra parte". Così il segretario generale della Cisl, AnnamariaFurlan, a Napoli al Convegno delle Acli sul valore del lavoro. "E' tutto il sistema paese che deve aiutare leimprese ad essere più competitive e fare più qualità. Ma lo sviluppo viene dagli investimenti. Se nel Sud mancala banda larga e la rete ferroviaria da Salerno è ancora quella dei Borboni tutto questo è molto più difficile. Gliinvestimenti in infrastrutture sono indispensabili ma individuando le priorità con la capacità di realizzare leopere nei tempi previsti e con tanta legalità", afferma. Furlan ha sottolineato che competitività significaconoscenza e sapere in una nuova logica che tenga insieme la scuola, la formazione, il territorio, i bisogni delleimprese, coinvolgendo i lavoratori. "La Germania ha azzerato la disoccupazione giovanile con un collegamentovero tra scuola e lavoro. L'alternanza scuola lavoro ha senso se i giovani la fanno nelle imprese e non nellesegreterie delle scuole con una simulazione di impresa. Noi siamo d'accordo con la decontribuzione alleimprese ma questa va legata anche ad un percorso formativo per recuperare le condizioni diverse che esistononel territorio. Il tema di industria 4.0 deve diventare lavoro 4.0. con una sinergia tra sistema formativo,territorio ed imprese".
aiTV
Bari, sequestrato un mln di euronascosto nell'appartamento di unpregiudicato
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Donne: Acli, 73% delleunder 29 è indipendentedai genitori ma è ancoradifficile conciliarefamiglia e lavoro15 settembre 2017 @ 18:58 6
Essere madre e lavoratrice oggi in Italia risulta ancora molto
difficile. Nonostante questo, le ragazze italiane tendono a
diventare indipendenti prima dei loro coetanei uomini. Infatti,
tra i giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni che hanno scelto
di andare a vivere soli, il 73,3% è composto da donne. Il dato
emerge dalla ricerca dell’Iref (Istituto ricerche educative e
formative) “Il ri(s)catto del presente”, realizzata dalle Acli
nazionali su un campione di 2.500 ragazzi e ragazze di età
compresa tra i 18 e i 29 anni e presentata oggi a Napoli dove si
sta svolgendo la 50ª edizione del convegno nazionale degli studi
delle Acli. “In questi giorni – afferma Roberto Rossini,
presidente nazionale delle Acli – stiamo avanzando alcune
proposte normative per il lavoro dei giovani. Una di queste
riguarda proprio il riconoscimento del valore sociale della
maternità e del lavoro di cura”. Per le donne, spiegano dalle Acli,
esistono una serie di condizioni che rendono faticoso riuscire a
coniugare maternità e famiglia con il lavoro. Una delle
conseguenze è una maggiore propensione delle ragazze ad
accettare compromessi pur di trovare o mantenere un
lavoro. Per Emiliano Manfredonia, presidente del Patronato
Acli, occorre cominciare a pensare a un utilizzo “elastico” del
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sistema previdenziale attuale, in modo da “contribuire nella fase
della maternità, ed in particolare nei primi anni di vita del
bambino, ad aumentare il reddito disponibile della lavoratrice
madre, in modo che possa permettersi di affrontare le spese
necessarie ed utili alla maternità, o alla conciliazione dei tempi
di lavoro e di cura, o comunque trovare in parte compensazione
per la riduzione dello stipendio a causa di eventuali periodi di
part-time necessari per assicurare la cura al neonato”.
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Tavola rotonda questa mattina, alla stazione marittima, delle Acli (Associazionicristiane dei lavoratori italiani) per discutere del tema del lavoro e delle nuoveproposte formative per i più giovani. «È importante investire in formazione»dichiara il presidente Roberto Rossini. «I giovani a volte hanno titoli di studiopoco spendibili nel mondo del lavoro e quindi lo sforzo da fare è proprio sulpiano formativo. In pochi anni l'industria 4.0 cambierà il volto della nostraeconomia».
Al centro delle nuove idee formative, fa presente Rossini, ci sono le infrastrutture.Per questo motivo è stata fondamentale la presenza al convengo del MinistroGraziano Delrio con cui si è discusso di come facilitare lo spostamento e quindila mobilità dei più giovani. A margine dell'incontro però Delrio ha commentato losviluppo dei lavori della metro partenopea e le ultime questioni relative al casoConsip.
«La metro di Napoli è una delle opere più importanti e diventerà anche una dellepiù belle d'Europa. Abbiamo anche dato garanzie sui finanziamenti e siamofiduciosi che le cose andranno avanti e tra pochi anni Napoli avrà un sistema dimetropolitane all'altezza di una città europe. Per quanto riguarda il caso Consippoi, ritengo che gli ultimi fatti siano un vero attacco alla democrazia. Uno statodemocratico vive solo se si stabilisce la verità dei fatti ed ora attenderemo glisviluppi e le verifiche del caso».
Sabato 16 Settembre 2017, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 16-09-2017 12:23
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Il Mattino > Napoli > Cronaca
Convegno Acli sul lavoro: «Puntare sullaformazione dei giovani»
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LAVORO - DAL 50.mo SEMINARIO ACLI PRES.ROSSINI CHIEDE "SOCIAL BONUS" PROMOZIONELAVORO GIOVANILE, NUOVO "PIANO NAZIONALESUL LAVORO". 6 PUNTI PIANO STRATEGICO ACLI
(2017-09-16)
Chiusi i lavori del 50° Incontro Nazionale di Studi delle Acli. Rossini: “Istituire nuovo social bonus per promuovere il lavoro giovanile”
Si è chiuso oggi a Napoli il 50° Incontro nazionale di studi delle Acli, chequest’anno ha avuto come tema centrale "Valore Lavoro. L'umanità dellavoro nell'economia dei robot”.
Nella sua relazione conclusiva, il presidente nazionale delle Acli RobertoRossini ha lanciato un appello al governo per rilanciare il lavorosoprattutto in ambito giovanile, a partire dalla formazione delle lorocompetenze, chiedendo che “nella seconda fase di attuazione nazionaledel programma europeo Garanzia Giovani, siano privilegiate azioniintegrate di formazione e lavoro a partire dall’istituzione di un socialbonus rafforzato per la promozione del lavoro giovanile”.
Nella mattinata, nel corso di una tavola rotonda coordinata dal direttoredel Tg1 Andrea Montanari, erano intervenuti anche il ministro delleInfrastrutture Graziano Delrio, la segretaria generale della CislAnnamaria Furlan, il presidente di Alilauro spa e di Lauro.it SalvatoreLauro e il presidente dell’Anpal Maurizio Del Conte.
Giovani, crisi occupazionale e nuove figure professionali sono stati alcentro del dibattito. Nella suo intervento Rossini sottolineato la necessitàdi un nuovo piano nazionale sul lavoro: “Non abbiamo in mano alcunaricetta definitiva. Non si può creare lavoro «per decreto», perché lo Statonon può essere l'azienda principale e perché un'incontrollata crescita deldebito pubblico grava sulle spalle dei cittadini di oggi e di domani,soprattutto dei più deboli. Un'economia nuova richiede un approccionuovo, prodotti e servizi nuovi. La prima condizione è migliorare laqualità del sistema-Paese, perché siamo un Paese che non funziona benein modo omogeneo.
La seconda condizione è essere convinti che la politica industriale siaancora decisiva. La terza condizione sta nel trovare investimenti. Non èsolo una questione di investimenti pubblici, c'è anche una questione diinvestimenti privati: occorre convincere i «nostri» industriali a rischiaresul futuro”.
Se come è vero la sfida posta da Industria 4.0 si gioca sul terreno dellecompetenze, della loro centralità rispetto alle mutevoli esigenze deltessuto produttivo, la risposta non può che partire dal rafforzamento eampliamento dell'offerta formativa nel suo complesso. Per questo, le Aclihanno presentato un piano strategico articolato in sei punti:
• investire nella formazione professionale, • consolidare e diffonderel'infrastruttura formativa, • innovare le qualifiche e i diplomi, •sviluppare il sistema terziario professionalizzante (Its) • investire in unsistema accogliente di formazione professionale • riconoscere il valoresociale della maternità e del lavoro di cura.
Il presidente Rossini ha concluso l’incontro affermando che “'l’Incontro distudi colloca le idee nella realtà, per costruire progetti nei luoghi di vita.L'idea sulla quale tornare è il lavoro. Abbiamo una fedeltà al lavoratore,alla persona, ma qualche idea ce la siamo fatta anche sul lavoro. Per noiil lavoro richiama lo sviluppo sociale, non è solo occupazione. Per noi illavoro è senso in sé. Connettere il lavoro allo sviluppo di una persona, diuna collettività significa leggere il lavoro in una ottica politica”.(16/09/2017-ITL/ITNET)
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DELRIO E FURLAN A NAPOLI PERCONVEGNO ACLI SU LAVORO
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Il Jobs Act ha funzionato perché ha aumentato le tutele sociali, ha determinato quasi
1 milione di posti di lavoro e ne può creare ancora molti”. Così il ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, a margine dell’incontro sul lavoro
promosso dalle Acli alla Stazione Marittima di Napoli.
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PENSIONI
Acli, serve contributo a maternità e lavoro cura
Inviato da desk5 il 15 Settembre, 2017 - 16:05
Valutando quindi le condizioni economiche della madre, il reddito ed altri requisiti di equità,le Acli chiedono che si giunga ad una temporanea fiscalizzazione dei versamenti contributivigravanti sul reddito da lavoro delle neo madri, in modo da aumentare il valore dello stipendionetto rispetto alla retribuzione lorda.
Riconoscere il valore sociale della maternità del lavoro di cura. E' la richiesta avanzata da RobertoRossini, presidente nazionale delle Acli, secondo cui "i dati dicono che le biografie lavorativedelle donne risultano molto frammentate. E molto piu' di prima, questi soggetti sembranorichiedere sostegno nelle fasi centrali della vita lavorativa". Per questo le Acli propongono uncontributo del sistema previdenziale alla maternità, che "metterebbe la donna nelle condizioni dinon essere incentivata a ridurre o persino lasciare il proprio rapporto di lavoro". "E' necessario -dichiara Emiliano Manfredonia, presidente del Patronato Acli - cominciare a pensare a un utilizzo'elastico' del sistema previdenziale attuale, in modo da contribuire nella fase della maternità, edin particolare nei primi anni di vita del bambino, ad aumentare il reddito disponibile dellalavoratrice madre, in modo che possa permettersi di affrontare le spese necessarie ed utili allamaternità, o alla conciliazione dei tempi di lavoro e di cura, o comunque trovare in partecompensazione per la riduzione dello stipendio a causa di eventuali periodi di part-timenecessari per assicurare la cura al neonato". Il sistema previdenziale attuale, sostengono le Acli,"attesta i suoi trattamenti in una eta' in cui la maternità e' molto rara, e dunque i beneficiprevidenziali correlati alla maternità (anticipo di godimento dei trattamenti; normative di favorecirca i requisiti o la misura degli stessi o anche solo il riconoscimento della contribuzionefigurativa), ed in particolare i loro effetti concreti, sono semplicemente un riconoscimento'postumo' della funzione sociale della maternità ma non colgono in nessun modo l'obiettivo di
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Lazio RomaRegione:
sostenerla quando cio' serve, e cioe' quando si diventa madre ed in particolare quando i figli sonopiccoli". Valutando quindi le condizioni economiche della madre, il reddito ed altri requisiti diequità, le Acli chiedono che si giunga ad una temporanea fiscalizzazione dei versamenticontributivi gravanti sul reddito da lavoro delle neo madri, in modo da aumentare il valore dellostipendio netto rispetto alla retribuzione lorda. "Questo - spiegano - sarebbe un intervento con unperiodo definito, inversamente graduale al crescere del reddito da lavoro della madre e inproporzione crescente al crescere del numero dei figli. In questo modo la madre non avrebbedanno sul suo futuro trattamento pensionistico ma, nel contempo, potrebbe godere subito delvantaggio di avere un maggior reddito disponibile".
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MYANMAR: AMNESTY, “IN ATTO UNACAMPAGNA DI TERRA BRUCIATACONTRO ROHINGYA”19:31
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CORRIDOI UMANITARI: NEGRO(FCEI) A MATTARELLA,CONSENTONO “GESTIONESOSTENIBILE E PIANIFICATA DEIFLUSSI”19:28
APPUNTAMENTI
DIOCESI: ROMA, L’ARCIVESCOVOVICARIO DE DONATIS CHIUDELUNEDÌ IL CONVEGNO DIOCESANONELLA BASILICA LATERANENSE19:21
APPUNTAMENTI
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INCONTRO DI STUDI
Lavoro: Mattarella alleAcli, “ampliare leopportunità, anzitutto infavore delle giovanigenerazioni”14 settembre 2017 @ 18:21 6
“Le innovazioni vanno sostenute
e guidate, in modo da mantenere
la comunità all’altezza della sfida
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Giovani: Rossini (Acli),
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CORTILE DI FRANCESCO: CACCIARI(FILOSOFO), “OLTREPASSARE” E“ABITARE” NELLO STESSO TEMPO ÈLA “PARADOSSALITÀ” DELLATEOLOGIA FRANCESCANA19:08
MEDIA
DIRE: I TITOLI E IL TG POLITICO19:00
INIZIATIVA DEI VESCOVI
FILIPPINE: SUONANO CAMPANENELLE CHIESE, “BASTA VIOLENZA DISTATO”18:44
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SERGIO MATTARELLA Luoghi NAPOLI
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globale, irrobustendo al tempo
stesso le reti di cittadinanza e
solidarietà, per favorire mobilità e
nuovi accessi, per ampliare le
opportunità, anzitutto in favore
delle giovani generazioni”. È quanto afferma il presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al 50°
Incontro nazionale di studi delle Acli che ha preso il via oggi a
Napoli sul tema “Valore Lavoro. L’umanità del lavoro
nell’economia dei robot”. Per Mattarella, “gli incontri nazionali
di studi delle Acli hanno fornito, nel tempo, contributi di rilievo
per lo sviluppo civile e democratico, con acuta partecipazione
agli eventi e ad i problemi del Paese”. “Sul lavoro si fonda la
Repubblica italiana”, prosegue il presidente, sottolineando che
“sull’esercizio pieno di questo diritto – il diritto a un lavoro con
dignità – continua a poggiare la nostra democrazia e la vita
civile”. Nel messaggio, Mattarella ha anche ricordato Giovanni
Bianchi, alla cui memoria sarà dedicata una sessione del lavori,
“indimenticato presidente delle Acli, che ci ha lasciato da poche
settimane, un testimone prezioso per tutti coloro che hanno
avuto la fortuna di conoscerne l’amicizia, la passione,
l’intelligenza, la rettitudine”.
servono “un buonsistema educativo eserie politiche attive dellavoro”
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ARTICOLO PRECEDENTEA BARI SI PARLA DI EUROPA MEDITERRANEO EMIGRAZIONI CON L’AICCRE
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IUS SOLI/ ACLI: LE SECONDE GENERAZIONI IN ITALIA SONO “DINAMICHE EINTEGRATE”/ OLTRE IL 63% È INSERITO NEL MERCATO DEL LAVORO 13/09/2017 - 16.26
ROMA\ aise\ - Il 63,8% dei ragazzi di seconda generazione nati da genitori stranieri e residenti inItalia dichiara di essere inserito nel Mercato del Lavoro. Tra loro, in particolare, il 24,7% ha unimpiego stabile, il 65,8% attualmente ha un lavoro precario, mentre il 9,6% dichiara di avereintrapreso un percorso di avviamento al lavoro (Servizio Civile, formazione professionale, etc…).Nello stesso contesto, il 66% dei giovani italiani dichiara di essere inserito nel Mercato del lavoroal 71,6% con un impiego stabile, al 14,7% con un impiego precario e al 13,7% un percorso diavviamento al lavoro.È quanto emerge dal focus "Le seconde generazioni in Italia: integrate e dinamiche" presentenella ricerca dell’Iref (Istituto ricerche educative e formative) dal titolo “Il ri(s)catto del presente”.Lo studio è stato realizzato dalle ACLI nazionali su un campione di 2500 ragazzi di età compresatra i 18 e i 29 anni e verrà presentato nel corso della 50° edizione del convegno nazionale deglistudi delle ACLI che si terrà a Napoli da domani fino al 16 settembre.Dal focus ACLI emerge che il 50 % dei ragazzi G2 (seconda generazione) svolge o ha svolto inpassato un doppio lavoro. In tale ambito il 40,9% dei ragazzi italiani con la laurea e il 30,8% deinon laureati ha dichiarato altresì di svolgere o di avere un doppio impiego. Interessante notarecome tra i ragazzi italiani che vivono in famiglia, sia con diploma di laurea che con un titolo distudio inferiore, la percentuale scenda al 39,5% e al 31,8%. “Sul tema del lavoro e degli immigrati – dichiara Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli – in questi ultimi mesi abbiamo assistito ad un dibattito in cui hadominato la cosiddetta post verità. Per influenzare l’opinione pubblica, ai dati oggettivi sono state preferite notizie che non avevano alcun fondamento reale. I risultatidella ricerca Iref, invece, sono un primo tentativo di ristabilire la verità: il lavoro può essere un importante strumento d’integrazione per tutti i ragazzi nati nel nostroPaese e figli di genitori non italiani. È un messaggio che ci piace lanciare proprio in occasione del nostro incontro nazionale di studi dedicato ai giovani e al lavoro.Perché il valore del lavoro è anche quello di costruire una società più equa, sostenibile e solidale”.Per le Acli “c'è sostanzialmente un forte impulso per creare le basi per una robusta e definitiva integrazione nel nostro Paese. Si pensi che il 32,8% degli intervistati G2dichiara che il proprio impiego è in continua progressione”. Nel confronto con i ragazzi italiani la percentuale è diversa. Infatti, il 30,3% di chi ha conseguito la laurea e vive solo dichiara di avere una carriera in crescita, chi vive infamiglia si attesta al 23,9% (per gli under 29 italiani senza diploma di laurea: chi vive da solo 20,7%, chi vive in famiglia 25,4%). A questo, però, occorre abbinare anche una condizione familiare che è spesso critica. Infatti, spiegano le Acli, il 63% dei ragazzi di G2 dichiara che in passato unmembro della propria famiglia ha perso il lavoro e oltre il 90% ammette di convivere con i problemi economici del proprio nucleo familiare. Il confronto, in tale ambito,con i ragazzi italiani è radicalmente diverso con percentuali sensibilmente più basse. Il dato che più si avvicina ai G2 è quello degli italiani non laureati che vivono perconto proprio che si attesta al 77,4%.D'altronde dal focus emerge che le famiglie dei G2 sono al 48,2% monoreddito e solo il 32,4% possiede un doppio reddito. Ma nonostante questo dato i ragazzi G2dichiarano al 21,7% di essere completamente autonomi dal punto di vista economico. Un segno importante di un impegno per una piena integrazione che si va asommare allo sforzo del 46,9% degli intervistati dei G2 che si dice quasi autonomo.Anche in questo caso le percentuali dei G2 e degli italiani sono sensibilmente differenti. Un dato tra tutti – evidenziano le Acli – quello dei ragazzi italiani laureati chevivono per conto proprio che dichiarano per il 62,9% che la propria famiglia ha un doppio reddito e per il 55,6% di essere autonomi economicamente.Il Focus ACLI evidenzia anche come il 40,7% dei G2 siano impiegati in professioni legate al commercio o ai servizi, il 27,2% in professioni esecutive nei lavori di ufficio,il 19,8% in professioni tecniche, l'8,6% sono operai o impiegati in attività professionali non qualificate e solo il 3,7% in impieghi ad alta specializzazione dato moltovicino a quello raggiunto dai ragazzi italiani senza diploma di laurea (5,7% di chi vive per conto proprio e il 4,6% di chi vive in famiglia). Discorso a parte per gli italianiunder 29 con la laurea che dichiarano di svolgere una professione con elevata specializzazione per il 33,3% (vive da solo) e al 27,1% (chi vive in famiglia).I dati della ricerca, inoltre, evidenziano che oltre l'82% dei G2 sono propensi al lavoro in deroga. Valore che si avvicina anche a quello dei ragazzi italiani: tra chi vive dasolo il 77,7% dei laureati e l’84% dei non laureati; tra chi vive in famiglia il 75,3% dei laureati e il 78,9% dei non laureati.“Nel nostro paese vivono 800.000 ragazzi di seconda e, ormai, anche di terza generazione – aggiunge Antonio Russo, responsabile nazionale welfare delle Acli,commentando anche le polemiche seguite alla mancata calendarizzazione dello Ius soli nei lavori del Senato. “Sono italiani di fatto, purtroppo non di diritto. Riteniamoindispensabile una riforma della cittadinanza. Una decisione contraria sarebbe un errore di miopia storica”.Tornando alla ricerca, per una buona parte del campione non c'è modo di difendere il proprio posto di lavoro, almeno nello scenario attuale e usando le strategietradizionali della mediazione. Ci sono però altre forme di auto-tutela: comportamenti che assecondano le esigenze dei datori di lavoro e "potrebbero" garantire ilmantenimento del posto di lavoro. Si tratta di deroghe, più o meno volontarie, rispetto agli standard normativi e contrattuali: lavorare di più, rinunciare alle ferie, esseredisposti a lavorare anche nei festivi e così via, sino ad arrivare alla situazione più estrema, al completo svuotamento del rapporto di lavoro, in favore di un meroscambio tra prestazione e denaro, ovvero lavorare "in nero". Il tutto per mantenere il lavoro o, dal punto di vista dell'impresa, tenere alta la produttività. (aise)
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Roma, 14 set. (askanews) - Tra i giovani ci sono molti "scoraggiati" che hanno rinunciato sia
a studiare che a lavorare e bisogna aiutarli con "politiche attive del lavoro". Lo ha detto
Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli, durante la prima giornata di lavoro del
50esimo Incontro nazionale di studi delle Acli.
Ha spiegato Rossini: "Ci sono due importanti motivi dietro la scelta di dedicare questo
incontro al lavoro giovanile: innanzitutto i giovani sono i più coinvolti dai cambiamenti del
mercato del lavoro". Tra di loro, però, "c'è una sacca consistente di giovani scoraggiati che
non studiano e non lavorano. Ci dobbiamo chiedere quali sono le loro prospettive. È quanto
mai paradossale che ci si occupi di garantire un minimo pensionistico di 650 euro ai giovani
con un minimo di contributi, quando il primo desiderio delle nuove generazioni è trovare un
lavoro oggi per vivere la propria vita, coltivare i propri sogni, ai nostri ragazzi non interessa
molto sapere che un giorno, lontano, potranno godere di un minimo vitale. Oggi serve un
buon sistema educativo e delle serie politiche attive del lavoro".
Le Acli hanno presentato un piano strategico articolato in sei punti: investire nella formazione
professionale, consolidare e diffondere l'infrastruttura formativa, innovare le qualifiche e i
diplomi, sviluppare il sistema terziario professionalizzante (Its) e, infine, investire in un
sistema accogliente di formazione professionale. Questo piano va comunque ad affiancarsi
a un impegno già avviato che ha visto nel solo 2016 le Acli e l'Enaip (Ente Nazionale Acli
Istruzione Professionale) impegnate in 18 regioni italiane con oltre 128 sedi accreditate con
1987 dipendenti e quasi 20 milioni di ore di lezione rogate nel solo 2016. Tutto questo per la
formazione professionale di oltre 23 mila ragazzi italiani tra i 18 e i 29 anni.
"Anche in vista della prossima legge di bilancio - ha aggiunto Paola Vacchina, responsabile
nazionale centro studi e ricerche Acli, a margine dell'incontro - chiediamo al Governo il
rafforzamento e la diffusione della formazione iniziale e il consolidamento del sistema duale
(imparare lavorando, attraverso contratti di apprendistato formativo). Chiediamo inoltre di
innovare e ampliare il repertorio delle qualifiche e dei diplomi professionali, estendendo la
formazione terziaria non accademica (Its) e dando a tutti giovani che lo desiderano la
possibilità di accedervi".
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Roma, 14 set. (askanews) - E' giusto "favorire le innovazioni", ma sempre facendo in modo
di "favorire l'accesso al lavoro alle nuove generazioni" che invece rischiano "esclusioni e
nuove povertà". Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio inviato al
50esimo Incontro nazionale di studi delle Acli che ha preso il via oggi a Napoli.
"Gli incontri nazionali di studi delle Acli - ha affermato il presidente della Repubblica - hanno
fornito, nel tempo, contributi di rilievo per lo sviluppo civile e democratico, con acuta
partecipazione agli eventi e ai problemi del Paese. Sul lavoro si fonda la Repubblica italiana.
E sull'esercizio pieno di questo diritto - il diritto a un lavoro con dignità - continua a poggiare
la nostra democrazia e la vita civile".
Per Mattarella "le innovazioni vanno sostenute e guidate, in modo da mantenere la comunità
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all'altezza della sfida globale, irrobustendo al tempo stesso le reti di cittadinanza e
solidarietà, per favorire mobilità e nuovi accessi, per ampliare le opportunità, anzitutto in
favore delle giovani generazioni. Una società più solidale e coesa esprime anche
un'economia più salda".
Il presidente Mattarella ha anche ricordato Giovanni Bianchi, alla cui memoria sarà dedicata
una sessione del lavori, "indimenticato presidente delle Acli, che ci ha lasciato da poche
settimane, un testimone prezioso per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerne
l'amicizia, la passione, l'intelligenza, la rettitudine". Ue, Genti loni: "Puntare su crescita. OraItalia ha più margini"
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Cronaca
Figli di immigrati: per loro l'integrazione è già realtàUn sondaggio delle Acli dichiara che oltre il 65% della seconda generazione presente in Italia èinserita nel mercato del lavoro
14 settembre 2017
Panorama / News / Cronaca / Figli di immigrati: per loro l'integrazione è già realtà
Orazio La Rocca Lavorano, sono integrati, aiutano i genitoridisoccupati, ma sono cittadini di serie “B” perchè
privi della cittadinanza italiana pur essendo nati nel nostro Paese.Sono i figli di seconda generazione di immigrati che, secondoun nuovo sondaggio delle Acli (Associazioni cristiane lavoratoriitaliani), dichiarano per oltre il 65% di avere una occupazione esono inseriti nel mercato del lavoro. Il resto, svolge mansionisaltuarie, si adatta ad affrontare lavori a tempo determinato,offrendo manodopera nell'agricoltura, nell'edilizia e nei servizi.Come i giovani italiani.
E così, mentre il Parlamento blocca la legge sullo Ius Soli le Acli,la più grande organizzazione cristiana impegnata nel mondo dellavoro con oltre 500 mila iscritti, mettendo in pratica le ripetuteesortazioni di papa Francesco sulla “necessità” di dareaccoglienza a profughi e immigrati aprendo le porte e ancheattraverso lo Ius Soli, “certificano” che i figli degli stranieri nati inItalia sono “già inseriti nel nostro tessuto socio-lavorativo ed
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Notizia del: 14/09/2017
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aiutano i genitori disoccupati”.
Il sondaggio è stato svolto attraverso un campione di 2500 giovanidi famiglie di stranieri in tutte le regioni di età compresa tra i 19 e i29 anni. Per la prima volta viene presentato al cinquantesimoconvegno nazionale del Centro Studi Acli a Napoli dedicato al tema“Le seconde generazioni in Italia: integrate e dinamiche”, presentisindacalisti, politici, lavoratori, immigrati.
Il lavoro per l'integrazione “In questi ultimi mesi, sul tema del lavoro e degli immigrati –spiega il presidente delle Acli Roberto Rossini - ai dati oggettivi sulfenomeno si è preferito dare seguito a una serie di notizie che nonavevano alcun fondamento reale per influenzare l’opinionepubblica. I risultati della ricerca, invece, sono un primo tentativo diristabilire la verità e ci dicono che il lavoro può essere unimportante strumento d’integrazione per tutti quei ragazzi natinel nostro Paese, ma figli di genitori non italiani”.
Secondo la ricerca, il 63,8% degli immigrati di secondagenerazione lavora. In particolare, il 24,7% ha un “impiegostabile”, il 65,8% “un lavoro precario”, mentre il 9,6% dichiara diaver iniziato un percorso di avviamento al lavoro (Servizio Civile,formazione professionale, etc…), un quadro socio-lavorativo moltovicino a quello dei giovani italiani (inseriti nel mercato del lavoro al66%) e che dimostra quanto il tasso di inserimento delle secondegenerazioni di immigrati sia molto elevato: “È un messaggio che cipiace lanciare – sottolinea Rossini - proprio in occasione del nostroincontro nazionale di studi dedicato ai giovani e al lavoro. Perché ilvalore del lavoro è anche quello di costruire una società più equa,sostenibile e solidale”.
Sempre dal sondaggio delle Acli emerge che il 50 % delle secondegenerazioni di immigrati “svolge o ha svolto” un doppiolavoro. Dieci punti in più rispetto ai ragazzi italiani (che scendonoal 40,9). “C'è sostanzialmente tra i giovani immigrati un forteimpulso per creare le basi per una robusta e definitiva integrazionenel nostro Paese”, spiegano gli autori del focus.
Che lavori fannoIl sondaggio mette anche a fuoco il tipo di lavoro dei giovaniimmigrati: il 40,7% dei giovani nel commercio o nei servizi, il27,2% nei lavori di ufficio, il 19,8% in professioni tecniche, l'8,6%sono operai o impiegati in attività professionali non qualificate esolo il 3,7% in impieghi ad alta specializzazione.
I dati della ricerca, inoltre, evidenziano che oltre l'82% delleseconde generazioni, pur di lavorare, si adatta a svolgere mansionidifferenti dalla propria specializzazione. “Si tratta di deroghe, più o
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Foglio: 2/3
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meno volontarie – commentano alle Acli -, rispetto agli standardnormativi e contrattuali: lavorare di più, rinunciare alle ferie,essere disposti a lavorare anche nei festivi e così via, sino adarrivare alla situazione più estrema, al completo svuotamento delrapporto di lavoro, in favore di un mero scambio tra prestazione edenaro, ovvero lavorare "in nero". Il tutto per mantenere il lavoroo, dal punto di vista dell'impresa, tenere alta la produttività”. Unaspetto, avvertono alle Acli, su cui i sindacati dovrebbero vigilarecon maggiore attenzione.
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CARCERE
PENE ALTERNATIVE: COMUNITÀPAPA GIOVANNI XXIII, A VASTO UNANUOVA STRUTTURA PERACCOGLIERE DETENUTI19:20
VESPRO
SPIRITUALITÀ: BARTOLOMEO I(PATRIARCA ECUMENICO), “NONDOBBIAMO ALLONTANARCI DALLACROCE, NON DOBBIAMOVERGOGNARCI DI ESSA”19:15
SANITÀ
SALUTE: POLICLINICO GEMELLI,VENERDÌ CONVEGNO SUTRAPIANTO DI FEGATO.INTERVERRÀ IL DIRETTORE DELCNT NANNI COSTA19:01
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DIOCESI: MATERA, PROSEGUE ILPROGETTO PER LA REALIZZAZIONEDELLA NUOVA “MENSA DEI
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Mezzogiorno: Acli, aSalerno presso il Puntofamiglia si apre il“Cantiere delle Idee”13 settembre 2017 @ 18:47 6
“La crisi del lavoro per i giovani non è finita, soprattutto nel
Mezzogiorno”. Lo sostiene il presidente provinciale delle Acli
salernitane, Gianluca Mastrovito, commentando i recenti dati
Istat sull’occupazione. Proprio per questo motivo a Salerno le
Acli hanno scelto di attivare presso il Punto famiglia un nuovo
servizio di consulenza gratuita, il “Cantiere delle Idee”, a
sostegno delle capacità imprenditoriali dei giovani. “La crescita
economica e dunque l’occupazione nel Mezzogiorno d’Italia –
sostiene – passano da una più efficace articolazione di politiche
economiche e fiscali capaci di stimolare crescita e
redistribuzione del reddito, ma non meno dall’impegno di
sostenere le capacità d’impresa dei giovani, valorizzando al
meglio l’enorme capitale creativo di cui dispongono”. Proprio
per questo motivo, è stata messa a punto l’iniziativa che fornisce
gratuitamente servizi di consulenza su bandi e agevolazioni
regionali, nazionali e comunitari, ma anche su aspetti
previdenziali e fiscali. “Il nuovo servizio va nella direzione di
fornire informazioni, verificare sostenibilità delle idee e
costruire percorsi di accompagnamento e monitoraggio di tanti
giovani che troppo spesso, mortificati dalle inadeguate e peggio
inesistenti opportunità, scelgono di lasciare il territorio”.
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Ius soli: Acli, le secondegenerazioni in Italia sono“dinamiche e integrate”.Oltre il 63% è inserito nelmercato del lavoro13 settembre 2017 @ 14:42 6
Il 63,8% dei ragazzi di seconda generazione (G2) nati da genitori
stranieri e residenti in Italia dichiara di essere inserito nel
Mercato del Lavoro (Mdl). Tra loro, in particolare, il 24,7% ha
un impiego stabile, il 65,8% attualmente ha un lavoro precario,
mentre il 9,6% dichiara di avere intrapreso un percorso di
avviamento al lavoro (Servizio civile, formazione professionale,
etc…). Il 66% dei giovani italiani, invece, dichiara di essere
inserito nel Mdl al 71,6% con un impiego stabile, al 14,7% con un
impiego precario e al 13,7% un percorso di avviamento al lavoro.
È quanto emerge dal focus “Le seconde generazioni in Italia:
integrate e dinamiche” presente nella ricerca dell’Iref (Istituto
ricerche educative e formative) dal titolo “Il ri(s)catto del
presente”. Lo studio è stato realizzato dalle Acli nazionali su un
campione di 2500 ragazzi di età compresa tra i 18 e i 29 anni e
verrà presentato nel corso della 50° edizione del convegno
nazionale degli studi delle Acli che si terrà a Napoli da domani
fino al 16 settembre. Dal focus Acli emerge che il 50 % dei
ragazzi G2 svolge o ha svolto in passato un doppio lavoro. In tale
ambito il 40,9% dei ragazzi italiani con la laurea e il 30,8% dei
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Persone ed Enti ACLI ROBERTO ROSSINI Luoghi
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non laureati ha dichiarato altresì di svolgere o di avere un
doppio impiego. Interessante notare come tra i ragazzi italiani
che vivono in famiglia, sia con diploma di laurea sia con un titolo
di studio inferiore, la percentuale scenda al 39,5% e al 31,8%.
“Sul tema del lavoro e degli immigrati – dichiara Roberto
Rossini, presidente nazionale delle Acli – in questi ultimi mesi
abbiamo assistito ad un dibattito in cui ha dominato la
cosiddetta post verità. Per influenzare l’opinione pubblica, ai
dati oggettivi sono state preferite notizie che non avevano alcun
fondamento reale. I risultati della ricerca Iref, invece, sono un
primo tentativo di ristabilire la verità: il lavoro può essere un
importante strumento d’integrazione per tutti i ragazzi nati nel
nostro Paese e figli di genitori non italiani. È un messaggio che
ci piace lanciare proprio in occasione del nostro incontro
nazionale di studi dedicato ai giovani e al lavoro. Perché il valore
del lavoro è anche quello di costruire una società più equa,
sostenibile e solidale”. “Nel nostro Paese vivono 800.000
ragazzi di seconda e, ormai, anche di terza generazione –
aggiunge Antonio Russo, responsabile nazionale welfare delle
Acli, commentando anche le polemiche seguite alla mancata
calendarizzazione dello Ius soli nei lavori del Senato -. Sono
italiani di fatto, purtroppo non di diritto. Riteniamo
indispensabile una riforma della cittadinanza. Una decisione
contraria sarebbe un errore di miopia storica”.
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IUS SOLI/ ACLI: LE SECONDE GENERAZIONI IN ITALIA SONO “DINAMICHE EINTEGRATE”/ OLTRE IL 63% È INSERITO NEL MERCATO DEL LAVORO 13/09/2017 - 16.26
ROMA\ aise\ - Il 63,8% dei ragazzi di seconda generazione nati da genitori stranieri e residenti inItalia dichiara di essere inserito nel Mercato del Lavoro. Tra loro, in particolare, il 24,7% ha unimpiego stabile, il 65,8% attualmente ha un lavoro precario, mentre il 9,6% dichiara di avereintrapreso un percorso di avviamento al lavoro (Servizio Civile, formazione professionale, etc…).Nello stesso contesto, il 66% dei giovani italiani dichiara di essere inserito nel Mercato del lavoroal 71,6% con un impiego stabile, al 14,7% con un impiego precario e al 13,7% un percorso diavviamento al lavoro.È quanto emerge dal focus "Le seconde generazioni in Italia: integrate e dinamiche" presentenella ricerca dell’Iref (Istituto ricerche educative e formative) dal titolo “Il ri(s)catto del presente”.Lo studio è stato realizzato dalle ACLI nazionali su un campione di 2500 ragazzi di età compresatra i 18 e i 29 anni e verrà presentato nel corso della 50° edizione del convegno nazionale deglistudi delle ACLI che si terrà a Napoli da domani fino al 16 settembre.Dal focus ACLI emerge che il 50 % dei ragazzi G2 (seconda generazione) svolge o ha svolto inpassato un doppio lavoro. In tale ambito il 40,9% dei ragazzi italiani con la laurea e il 30,8% deinon laureati ha dichiarato altresì di svolgere o di avere un doppio impiego. Interessante notarecome tra i ragazzi italiani che vivono in famiglia, sia con diploma di laurea che con un titolo distudio inferiore, la percentuale scenda al 39,5% e al 31,8%. “Sul tema del lavoro e degli immigrati – dichiara Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli – in questi ultimi mesi abbiamo assistito ad un dibattito in cui hadominato la cosiddetta post verità. Per influenzare l’opinione pubblica, ai dati oggettivi sono state preferite notizie che non avevano alcun fondamento reale. I risultatidella ricerca Iref, invece, sono un primo tentativo di ristabilire la verità: il lavoro può essere un importante strumento d’integrazione per tutti i ragazzi nati nel nostroPaese e figli di genitori non italiani. È un messaggio che ci piace lanciare proprio in occasione del nostro incontro nazionale di studi dedicato ai giovani e al lavoro.Perché il valore del lavoro è anche quello di costruire una società più equa, sostenibile e solidale”.Per le Acli “c'è sostanzialmente un forte impulso per creare le basi per una robusta e definitiva integrazione nel nostro Paese. Si pensi che il 32,8% degli intervistati G2dichiara che il proprio impiego è in continua progressione”. Nel confronto con i ragazzi italiani la percentuale è diversa. Infatti, il 30,3% di chi ha conseguito la laurea e vive solo dichiara di avere una carriera in crescita, chi vive infamiglia si attesta al 23,9% (per gli under 29 italiani senza diploma di laurea: chi vive da solo 20,7%, chi vive in famiglia 25,4%). A questo, però, occorre abbinare anche una condizione familiare che è spesso critica. Infatti, spiegano le Acli, il 63% dei ragazzi di G2 dichiara che in passato unmembro della propria famiglia ha perso il lavoro e oltre il 90% ammette di convivere con i problemi economici del proprio nucleo familiare. Il confronto, in tale ambito,con i ragazzi italiani è radicalmente diverso con percentuali sensibilmente più basse. Il dato che più si avvicina ai G2 è quello degli italiani non laureati che vivono perconto proprio che si attesta al 77,4%.D'altronde dal focus emerge che le famiglie dei G2 sono al 48,2% monoreddito e solo il 32,4% possiede un doppio reddito. Ma nonostante questo dato i ragazzi G2dichiarano al 21,7% di essere completamente autonomi dal punto di vista economico. Un segno importante di un impegno per una piena integrazione che si va asommare allo sforzo del 46,9% degli intervistati dei G2 che si dice quasi autonomo.Anche in questo caso le percentuali dei G2 e degli italiani sono sensibilmente differenti. Un dato tra tutti – evidenziano le Acli – quello dei ragazzi italiani laureati chevivono per conto proprio che dichiarano per il 62,9% che la propria famiglia ha un doppio reddito e per il 55,6% di essere autonomi economicamente.Il Focus ACLI evidenzia anche come il 40,7% dei G2 siano impiegati in professioni legate al commercio o ai servizi, il 27,2% in professioni esecutive nei lavori di ufficio,il 19,8% in professioni tecniche, l'8,6% sono operai o impiegati in attività professionali non qualificate e solo il 3,7% in impieghi ad alta specializzazione dato moltovicino a quello raggiunto dai ragazzi italiani senza diploma di laurea (5,7% di chi vive per conto proprio e il 4,6% di chi vive in famiglia). Discorso a parte per gli italianiunder 29 con la laurea che dichiarano di svolgere una professione con elevata specializzazione per il 33,3% (vive da solo) e al 27,1% (chi vive in famiglia).I dati della ricerca, inoltre, evidenziano che oltre l'82% dei G2 sono propensi al lavoro in deroga. Valore che si avvicina anche a quello dei ragazzi italiani: tra chi vive dasolo il 77,7% dei laureati e l’84% dei non laureati; tra chi vive in famiglia il 75,3% dei laureati e il 78,9% dei non laureati.“Nel nostro paese vivono 800.000 ragazzi di seconda e, ormai, anche di terza generazione – aggiunge Antonio Russo, responsabile nazionale welfare delle Acli,commentando anche le polemiche seguite alla mancata calendarizzazione dello Ius soli nei lavori del Senato. “Sono italiani di fatto, purtroppo non di diritto. Riteniamoindispensabile una riforma della cittadinanza. Una decisione contraria sarebbe un errore di miopia storica”.Tornando alla ricerca, per una buona parte del campione non c'è modo di difendere il proprio posto di lavoro, almeno nello scenario attuale e usando le strategietradizionali della mediazione. Ci sono però altre forme di auto-tutela: comportamenti che assecondano le esigenze dei datori di lavoro e "potrebbero" garantire ilmantenimento del posto di lavoro. Si tratta di deroghe, più o meno volontarie, rispetto agli standard normativi e contrattuali: lavorare di più, rinunciare alle ferie, esseredisposti a lavorare anche nei festivi e così via, sino ad arrivare alla situazione più estrema, al completo svuotamento del rapporto di lavoro, in favore di un meroscambio tra prestazione e denaro, ovvero lavorare "in nero". Il tutto per mantenere il lavoro o, dal punto di vista dell'impresa, tenere alta la produttività. (aise)
13/09/2017 - 16.26 : IUS SOLI/ ACLI: LE SECONDE GENERAZIONI IN ITALIA SONOULTIME NOTIZIE
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Ius Soli, Acli:seconde generazioni inItalia dinamiche e integrateOltre il 63% è inserito nel mercato del lavoro
Roma, 13 set. (askanews) – Il 63,8% dei ragazzi di seconda generazione (G2)nati da genitori stranieri e residenti in Italia dichiara di essere inserito nelMercato del Lavoro (MdL). Tra loro, in particolare, il 24,7% ha un impiegostabile, il 65,8% attualmente ha un lavoro precario, mentre il 9,6% dichiara diavere intrapreso un percorso di avviamento al lavoro (Servizio Civile,formazione professionale, etc…). Da notare come, in tale contesto, il 66% deigiovani italiani dichiara di essere inserito nel MdL al 71,6% con un impiegostabile, al 14,7% con un impiego precario e al 13,7% un percorso di avviamentoal lavoro.
È quanto emerge dal focus “Le seconde generazioni in Italia: integrate edinamiche” presente nella ricerca dell’Iref (Istituto ricerche educative eformative) dal titolo “Il ri(s)catto del presente”. Lo studio è stato realizzatodalle ACLI nazionali su un campione di 2500 ragazzi di età compresa tra i 18 e i29 anni e verrà presentato nel corso della 50° edizione del convegno nazionaledegli studi delle ACLI che si terrà a Napoli da domani fino al 16 settembre.
Dal focus ACLI emerge che il 50 % dei ragazzi G2 svolge o ha svolto in passatoun doppio lavoro. In tale ambito il 40,9% dei ragazzi italiani con la laurea e il30,8% dei non laureati ha dichiarato altresì di svolgere o di avere un doppio
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impiego. Interessante notare come tra i ragazzi italiani che vivono in famiglia,sia con diploma di laurea che con un titolo di studio inferiore, la percentualescenda al 39,5% e al 31,8%.
“Sul tema del lavoro e degli immigrati – dichiara Roberto Rossini, presidentenazionale delle Acli – in questi ultimi mesi abbiamo assistito ad un dibattito incui ha dominato la cosiddetta post verità. Per influenzare l’opinione pubblica,ai dati oggettivi sono state preferite notizie che non avevano alcun fondamentoreale. I risultati della ricerca Iref, invece, sono un primo tentativo di ristabilire laverità: il lavoro può essere un importante strumento d’integrazione per tutti iragazzi nati nel nostro Paese e figli di genitori non italiani. È un messaggio checi piace lanciare proprio in occasione del nostro incontro nazionale di studidedicato ai giovani e al lavoro. Perché il valore del lavoro è anche quello dicostruire una società più equa, sostenibile e solidale”. (Segue)
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Giovani. «Il problema? La sfiducia. Così si vaall'estero»Angelo Picariello mercoledì 13 settembre 2017
Proprio la questione giovanile e l'emergenza occupazionale sono al centro del 50° incontro nazionale della Acli alvia a Napoli domani
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«C’è un rischio ancor maggiore della povertà, ed è la sfiducia». Lo sottolinea il presidente del Cnel Tiziano Treu
alla presentazione, alla sala stampa della Camera, del 50esimo incontro nazionale della Acli che prenderà il via a
Napoli domani e si concluderà sabato, sul tema Valore Lavoro. L’umanità del lavoro nell’economia dei robot. Al
centro della riflessione la questione giovanile, cuore del problema occupazionale che vive l’Italia, tutt’uno con i
ritardi nella digitalizzazione e nell’ammodernamento dei processi produttivi. Un sistema poco moderno e
troppo vecchio insomma, e nell’occasione Treu annuncia la creazione, sotto la sua nuova gestione, al Cnel, di un
centro di ascolto interamente dedicato ai giovani.
A Napoli sono annunciati, fra gli altri, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, la segretaria della Cisl
Annamaria Furlan, l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, oltre al sindaco di Napoli Luigi De
Magistris (che porterà domani il suo saluto iniziale) e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
«Una generazione che pensa precario», sintetizza Matteo Bracciali, responsabile giovanile delle Acli, nel
presentare la ricerca «Il Ri(s)catto del presente» condotto su un campione di giovani fra i 18 e i 29 anni che sarà al
centro della riflessione. Una generazione che, in gran maggioranza, considera la propria retribuzione non
adeguata, non ha fiducia nel sindacato e di fronte al rischio di perdere il lavoro è disposta a rinunciare ai diritti. O
sceglie di andare all’estero, dove – lo certificano i dati – si registra una soddisfazione maggiore e una prospettiva
migliore e migliori progressioni di carriera. Solo il 46,3% dei giovani che lavorano all’estero considerano
adeguato il proprio stipendio, mentre in Italia il dato crolla al 27,3%. Il confronto diventa ancora più avvilente
per i giovani impegnati in lavori ad elevata specializzazione. Che, all’estero, considerano adeguata la propria
retribuzione in misura del 56,9% mentre in Italia si scende al 22,8%.
Una percentuale notevole, inoltre (43,8%) considera «per nulla utile» il suo percorso di studi in relazione al
lavoro che fa. È qui si apre un problema ulteriore relativo alla alternanza scuola lavoro. «La formazione è la
gamba più debole della filiera», conferma Paola Vacchina, responsabile del dipartimento studi delle Acli e neo-
componente del Cnel, indicando nell’impresa sociale una nuova strada per creare nuova occupazione, anche
grazie alla riforma del terzo settore che prevede un bonus per le imprese che investono nel recupero di beni
dismessi o sottratti ai mafiosi.
Molti i deputati presenti: Francesco Prina, che ha presieduto la conferenza stampa, il sottosegretario al Lavoro
Gigi Bobba, Lorenzo Dellai, Ernesto Preziosi, Marco Donati, a sottolineare il rilievo «storico» dell’incontro di
Napoli, come lo definisce il segretario delle Acli Roberto Rossini, ricordando anche l’imminente appuntamento
della settimana sociale a Cagliari: «Gli incontri nazionali sono occasione per cogliere i segni dei tempi. In mezzo
secolo di incontri nazionali di studi delle Acli – dice, mentre scorrono nel video alle sue spalle le immagini in
bianco e nero – abbiamo scritto un pezzo della storia italiana e della nostra democrazia».
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Roma, 13 set. (askanews) - C'è sostanzialmente un forte impulso per creare le basi per una
robusta e definitiva integrazione nel nostro Paese. Si pensi che il 32,8% degli intervistati G2
dichiara che il proprio impiego è in continua progressione. Nel confronto con i ragazzi italiani
la percentuale è diversa. Infatti, il 30,3% di chi ha conseguito la laurea e vive solo dichiara di
avere una carriera in crescita, chi vive in famiglia si attesta al 23,9% (per gli under 29 italiani
senza diploma di laurea: chi vive da solo 20,7%, chi vive in famiglia 25,4%).
A questo, però, occorre abbinare anche una condizione familiare che è spesso critica. Infatti,
il 63% dei ragazzi di G2 dichiara che in passato un membro della propria famiglia ha perso il
lavoro e oltre il 90% ammette di convivere con i problemi economici del proprio nucleo
familiare. Il confronto, in tale ambito, con i ragazzi italiani è radicalmente diverso con
percentuali sensibilmente più basse. Il dato che più si avvicina ai G2 è quello degli italiani non
laureati che vivono per conto proprio che si attesta al 77,4%.
D'altronde dal focus emerge che le famiglie dei G2 sono al 48,2% monoreddito e solo il
32,4% possiede un doppio reddito. Ma nonostante questo dato i ragazzi G2 dichiarano al
21,7% di essere completamente autonomi dal punto di vista economico. Un segno
importante di un impegno per una piena integrazione che si va a sommare allo sforzo del
46,9% degli intervistati dei G2 che si dice quasi autonomo.
Anche in questo caso le percentuali dei G2 e degli italiani sono sensibilmente differenti. Un
dato tra tutti quello dei ragazzi italiani laureati che vivono per conto proprio che dichiarano per
il 62,9% che la propria famiglia ha un doppio reddito e per il 55,6% di essere autonomi
economicamente.
Il Focus ACLI evidenzia anche come il 40,7% dei G2 siano impiegati in professioni legate al
commercio o ai servizi, il 27,2% in professioni esecutive nei lavori di ufficio, il 19,8% in
professioni tecniche, l'8,6% sono operai o impiegati in attività professionali non qualificate e
solo il 3,7% in impieghi ad alta specializzazione dato molto vicino a quello raggiunto dai
ragazzi italiani senza diploma di laurea (5,7% di chi vive per conto proprio e il 4,6% di chi vive
in famiglia). Discorso a parte per gli italiani under 29 con la laurea che dichiarano di svolgere
una professione con elevata specializzazione per il 33,3% (vive da solo) e al 27,1% (chi vive
in famiglia).
I dati della ricerca, inoltre, evidenziano che oltre l'82% dei G2 sono propensi al lavoro in
deroga. Valore che si avvicina anche a quello dei ragazzi italiani: tra chi vive da solo il 77,7%
dei laureati e l'84% dei non laureati; tra chi vive in famiglia il 75,3% dei laureati e il 78,9% dei
non laureati.
"Nel nostro paese vivono 800.000 ragazzi di seconda e, ormai, anche di terza generazione -
aggiunge Antonio Russo, responsabile nazionale welfare delle Acli, commentando anche le
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italiani di fatto, purtroppo non di diritto. Riteniamo indispensabile una riforma della
cittadinanza. Una decisione contraria sarebbe un errore di miopia storica".
Tornando alla ricerca, per una buona parte del campione non c'è modo di difendere il proprio
posto di lavoro, almeno nello scenario attuale e usando le strategie tradizionali della
mediazione. Ci sono però altre forme di auto-tutela: comportamenti che assecondano le
esigenze dei datori di lavoro e "potrebbero" garantire il mantenimento del posto di lavoro. Si
tratta di deroghe, più o meno volontarie, rispetto agli standard normativi e contrattuali:
lavorare di più, rinunciare alle ferie, essere disposti a lavorare anche nei festivi e così via,
sino ad arrivare alla situazione più estrema, al completo svuotamento del rapporto di lavoro,
in favore di un mero scambio tra prestazione e denaro, ovvero lavorare "in nero". Il tutto per
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LAVORO - 50mo INCONTRO STUDI ACLI: I GIOVANIITALIANI EXPAT E SECONDE GENERAZIONIVIVONO IN UNA CONDIZIONE TRA RICATTO ERI(S)CATTO DEL PRESENTE
(2017-09-12)
Giovani italiani, expat e seconde generazioni di fronte al lavoro e alcambiamento delle prospettive generazionali vivono una condizione traricatto e riscatto: questo l’adattamento dei giovani a un mercato dellavoro che li penalizza: è quanto afferma una ricerca IREF presentataoggi dalle ACLI, base del confronto del 50.mo incontro di studi delmovimento. E la condizione dei giovani nel mercato del lavoro è, d'altraparte, una delle questioni sociali maggiormente dibattute e indagate.
È ormai entrata nel senso comune l’idea che i giovani siano il soggettomaggiormente penalizzato dalla recessione economica iniziata nel 2008.Il tono degli studi e delle analisi è sovente allarmato, se non indignato,poiché una parte consistente dei giovani italiani è fuori dai tipicimeccanismi d’inclusione socio-lavorativa. L’attenzione pubblica data aigiovani NEET è a riguardo l’esempio più eclatante. Ma la ricerca, pur nonvolendominimizzare la gravità della situazione, anzi assumendola come punto dipartenza della riflessione, si propone di andare al di là dell’allarmesociale ribaltando la prospettiva.
Di solito si studiano le forze strutturali che condizionano in negativo leopportunità dei giovani, “Il ri(s)catto del presente” invece adotta unpunto di vista opposto, centrato sulle capacità di risposta dei giovani difronte alla crisi. Ovvero come interpretano la propria condizioneoccupazionale i giovani italiani? Cosa ne pensano del loro presente e delfuturo lavorativo? Cosa cercano nel lavoro?
Lo studio quantitativo condotto su oltre 2500 ragazzi tramite unapiattaforma di web-survey nel periodo compreso tra aprile e giugno 2017ha evidenziato che i ragazzi tra i 18 e i 29 anni, i nati negli anni ’90 perintendersi, sono una generazione che si trova a far fronte a diffusedifficoltà di inserimento nel mercato del lavoro: gli indicatori macroevidenziano una sistematica penalizzazione dei giovani sia rispettoall’accesso al lavoro, sia per quel che riguarda le condizioni lavorative. Tanto che, in estrema sintesi, "per mantenere il posto di lavoro si èdisposti a lavorare di più, anche nei festivi, e a rinunciare alle ferie finoad arrivare al lavoro ‘in nero’. Pur di non farsi licenziare il 27% deigiovani intervistati rinuncerebbe ai giorni festivi, il 16% farebbe a menodelle ferie, il 12% a una parte dello stipendio e il 10% ai giorni dimalattia.
L''indagine è partita da due dimensioni : la scelta di trasferirsi all’esteroda parte dei cosiddetti expat. L'altra le cosiddette seconde generazioni(G2), ovvero i ragazzi nati da genitori immigrati in Italia. In generale lacondizione dei giovani under 30.
Nel complesso l’indagine ha raggiunto più di 2500 ragazzi: 1755 sono igiovani italiani (69,7%), 535 i ragazzi che vivono all’estero dal almenosei mesi, i cosiddetti “expat” (21,2%) e 229 i giovani figli di entrambe igenitori stranieri (9,1%).
L’esperienza lavorativa: soddisfazione e prospettive di carriera
Sul totale del campione gli occupati sono il 69% Un quinto dei ragazzi èimpegnato in una professione a elevata specializzazione; una porzionesimile del campione invece svolge una professione tecnica. Conproporzioni numeriche simili (attorno al 25%) ci sono poi i giovani chesvolgono professioni esecutive nel lavoro d’ufficio (gli impiegati perintenderci) e i ragazzi occupati nel commercio e nei servizi (commessi,camerieri, cuochi, cassieri, ecc). Gli operai sono l’8%.I fattori che diversificano la collocazione lavorativa degli intervistati sonoil titolo di studio terziario e la mobilità territoriale.
La condizione professionale ci mostra che l’influenza del titolo di studio èpositiva sia per i laureati che vivono in Italia sia per quelli che vivonoall’estero, ovviamente con delle sostanziali differenze tra i duesottogruppi. La maggioranza dei laureati si colloca tra le professioni più specializzate,mentre la quota più alta dei meno istruiti scivola verso le professionimeno qualificate. Se osserviamo con più attenzione la condizione deilaureati si diversifica: il 62,9% di quelli che lavorano all’estero sono nelleposizioni più qualificate, contro il 33,3% di quelli che lavorano in Italia evivono da soli, in posizione un po’ meno comoda si trovano i laureati chevivono in famiglia al 27,1% - entrambi comunque ben al disopra dellaquota totale tra gli intervistati: il 20,9%. Se si mettono a fuoco leprofessioni tecniche, troviamo dove finisce l’altra quota importante dilaureati italiani 28,6% tra quelli che vivono da soli e 23,4% tra i laureatiin famiglia.
Si evidenzia qui il problema di overskilling tra i giovani che lavorano inItalia, che poi fa slittare tutte le altre posizioni lavorative verso ladequalificazione.
La mobilità è invece determinante nell’indicare la soddisfazione sullavoro. Una delle componenti più rilevanti della soddisfazione è laretribuzione. È soddisfatto della retribuzione percepita il 69% dei giovani contattati.La percentuale varia in modo significativo per il combinato di professionee luogo dove viene svolta (Italia o Estero). I lavoratori high skilledoccupati in Italia dichiarano di guadagnare troppo poco nel 77,2% dei
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casi, quelli attivi in un paese estero solo nel 43,1% dei casi. La differenzasi fa meno marcata scendendo nella scala occupazionale, i circa 35 puntipercentuali di scarto scendono a più o meno 10 punti nelle professionitecniche, esecutive e del commercio. Il premio retributivo del lavorareall’estero è dunque consistente, soprattutto per le professionalità piùelevate, si mantiene comunque significativo anche tra le professionimeno qualificate.
Continuando a sondare le componenti della soddisfazione lavorativa, èprobante confrontare il giudizio complessivo sul lavoro espresso dagliintervistati tramite una domanda molto semplice: cosa ne pensi del tuolavoro attuale? È il lavoro ideale, è un lavoro che non ti dispiace oppure tisei dovuto accontentare?
Le differenze tra i tre target d’indagine sono marcate. Afferma di fare illavoro ideale il 38% degli expat a fronte del 28,2% degli italiani e del22% delle seconde generazioni. È moderatamente soddisfatto, ossia illavoro non dispiace, il 42,7% degli expat e il 42,8% dei giovani italiani.Le G2 si caratterizzano invece per una quota molto alta di intervistati cheaffermano di essersi dovuti accontentare, 47,5% laddove tra gli italianiall’estero il dato è più basso di oltre 25 punti. Fatta eccezione per leseconde generazioni, su questo item il divario tra Italia e Estero è piùcontenuto (29% Vs. 19%).
Un’altra indicazione sulla condizione lavorativa la apprendiamo da come igiovani che hanno partecipato all’indagine definiscono la propria carrieralavorativa Un gruppo considerevole (44,9%) sostiene di non avere una carriera masolo un lavoro, mentre per un intervistato su tre il percorso lavorativo èstata una continua progressione (32,7%). Un quinto del campione, infine,pensa di essere sulle “montagne russe”, in un continuo saliscendiprofessionale (20,8%).Se confrontiamo le risposte con la condizione biografica verifichiamoancora una volta l’importanza dell’esperienza all’estero: fuori dall’Italia,sia i laureati (55,7%) sia i non laureati (44,6%) definiscono la lorocarriera come una continua progressione.
I laureati che vivono in Italia invece si distinguono perché si sentono distare sulle “montagne russe” (per il 25,4% dei laureati che vivono da solie per il 24,8% di quelli che vivono in famiglia). Sono poi i non laureatiche lavorano in Italia a evidenziare una difficoltà di avere unaprospettiva (il 57,7% di chi vive da solo e il 52,7% di chi vive in famigliasostengono di non avere una carriera, ma solo un lavoro). Dunque sievincono due elementi: ancora una volta risulta determinante la mobilitàe – cosa grave – per un folto gruppo di giovani il lavoro non ha unaprospettiva di carriera.
Mancati accoppiamenti formazione-lavoro
La soddisfazione lavorativa, così come le retribuzioni e in generale lecarriere, dipendono in buona parte dalla possibilità di mettere a valore ilproprio capitale umano sul mercato del lavoro, ovvero di trovare unvalido accoppiamento tra competenze possedute, posizione lavorativa e,di conseguenza, retribuzione. Per dare una misura dell’ampiezza delproblema è sufficiente considerare questo dato il 43,8% dei giovaniintervistati afferma di aver fatto un percorso di studi rivelatosi poco o pernulla utile nello svolgimento del lavoro attuale. Nei tre target di indaginela percentuale varia abbastanza, scende al 39,9% tra i giovani all’esteroe sale al 50,4% tra le seconde generazioni.
A ciò occorre aggiungere che il 42,4% degli intervistati è in qualche modopentito delle scelte formative fatte in passato, tale percentualeovviamente aumenta tra i ragazzi che svolgono un lavoro per il quale iltitolo di studio che hanno è inutile (56,7%). Questi dati pongono in primopiano la questione dell’orientamento: prevenire i mismatch formazione-lavoro è una strategia che promette risultati migliori del semplicetentativo di ricomposizione in sede di incontro tra domanda e offerta dilavoro. In altre parole, per prevenire le asimmetrie sono necessariescelte formative più consapevoli e informate. (12/09/2017-ITL/ITNET)
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IMMIGRAZIONE - JUS SOLI - DALLE ACLI: 63% DEIGIOVANI INSERITO NEL MERCATO DEL LAVORO .PERSONE DINAMICHE E INTEGRATE
(2017-09-13)
Il 63,8% dei ragazzi di seconda generazione (G2) nati da genitoristranieri e residenti in Italia dichiara di essere inserito nel Mercato delLavoro (MdL). Tra loro, in particolare, il 24,7% ha un impiego stabile, il65,8% attualmente ha un lavoro precario, mentre il 9,6% dichiara di avereintrapreso un percorso di avviamento al lavoro (Servizio Civile, formazioneprofessionale, etc…). Da notare come, in tale contesto, il 66% dei giovaniitaliani dichiara di essere inserito nel MdL al 71,6% con un impiego stabile,al 14,7% con un impiego precario e al 13,7% un percorso di avviamento allavoro.
È quanto emerge dal focus "Le seconde generazioni in Italia: integrate edinamiche" presente nella ricerca dell’Iref (Istituto ricerche educative eformative) dal titolo “Il ri(s)catto del presente”. Lo studio è stato realizzatodalle ACLI nazionali su un campione di 2500 ragazzi di età compresa tra i18 e i 29 anni e verrà presentato nel corso della 50° edizione del convegnonazionale degli studi delle ACLI che si terrà a Napoli da domani fino al 16settembre ed anticipato nella giornata di ieri.
Dal focus ACLI emerge che il 50 % dei ragazzi G2 svolge o ha svolto inpassato un doppio lavoro. In tale ambito il 40,9% dei ragazzi italiani con lalaurea e il 30,8% dei non laureati ha dichiarato altresì di svolgere o diavere un doppio impiego. Interessante notare come tra i ragazzi italianiche vivono in famiglia, sia con diploma di laurea che con un titolo di studioinferiore, la percentuale scenda al 39,5% e al 31,8%..
“Sul tema del lavoro e degli immigrati – dichiara Roberto Rossini,presidente nazionale delle Acli – in questi ultimi mesi abbiamo assistito adun dibattito in cui ha dominato la cosiddetta post verità. Per influenzarel’opinione pubblica, ai dati oggettivi sono state preferite notizie che nonavevano alcun fondamento reale. I risultati della ricerca Iref, invece, sonoun primo tentativo di ristabilire la verità: il lavoro può essere unimportante strumento d’integrazione per tutti i ragazzi nati nel nostroPaese e figli di genitori non italiani. È un messaggio che ci piace lanciareproprio in occasione del nostro incontro nazionale di studi dedicato aigiovani e al lavoro. Perché il valore del lavoro è anche quello di costruireuna società più equa, sostenibile e solidale”.
C'è sostanzialmente un forte impulso per creare le basi per una robusta edefinitiva integrazione nel nostro Paese. Si pensi che il 32,8% degliintervistati G2 dichiara che il proprio impiego è in continua progressione.Nel confronto con i ragazzi italiani la percentuale è diversa. Infatti, il 30,3%di chi ha conseguito la laurea e vive solo dichiara di avere una carriera increscita, chi vive in famiglia si attesta al 23,9% (per gli under 29 italianisenza diploma di laurea: chi vive da solo 20,7%, chi vive in famiglia25,4%). (TABELLA 15).
A questo, però, occorre abbinare anche una condizione familiare che èspesso critica. Infatti, il 63% dei ragazzi di G2 dichiara che in passato unmembro della propria famiglia ha perso il lavoro e oltre il 90% ammette diconvivere con i problemi economici del proprio nucleo familiare. Ilconfronto, in tale ambito, con i ragazzi italiani è radicalmente diverso conpercentuali sensibilmente più basse. Il dato che più si avvicina ai G2 èquello degli italiani non laureati che vivono per conto proprio che si attestaal 77,4% (TABELLA 9).
D'altronde dal focus emerge che le famiglie dei G2 sono al 48,2%monoreddito e solo il 32,4% possiede un doppio reddito (TABELLA 8). Manonostante questo dato i ragazzi G2 dichiarano al 21,7% di esserecompletamente autonomi dal punto di vista economico. Un segnoimportante di un impegno per una piena integrazione che si va a sommareallo sforzo del 46,9% degli intervistati dei G2 che si dice quasi autonomo(TABELLA 10).
Anche in questo caso le percentuali dei G2 e degli italiani sonosensibilmente differenti. Un dato tra tutti quello dei ragazzi italiani laureatiche vivono per conto proprio che dichiarano per il 62,9% che la propriafamiglia ha un doppio reddito e per il 55,6% di essere autonomieconomicamente.
Il Focus ACLI evidenzia anche come il 40,7% dei G2 siano impiegati inprofessioni legate al commercio o ai servizi, il 27,2% in professioniesecutive nei lavori di ufficio, il 19,8% in professioni tecniche, l'8,6% sonooperai o impiegati in attività professionali non qualificate e solo il 3,7% inimpieghi ad alta specializzazione dato molto vicino a quello raggiunto dairagazzi italiani senza diploma di laurea (5,7% di chi vive per conto proprioe il 4,6% di chi vive in famiglia). Discorso a parte per gli italiani under 29con la laurea che dichiarano di svolgere una professione con elevataspecializzazione per il 33,3% (vive da solo) e al 27,1% (chi vive infamiglia) (TABELLA 13).
I dati della ricerca, inoltre, evidenziano che oltre l'82% dei G2 sonopropensi al lavoro in deroga. Valore che si avvicina anche a quello deiragazzi italiani: tra chi vive da solo il 77,7% dei laureati e l’84% dei nonlaureati; tra chi vive in famiglia il 75,3% dei laureati e il 78,9% dei nonlaureati.“Nel nostro paese vivono 800.000 ragazzi di seconda e, ormai, anche diterza generazione – aggiunge Antonio Russo, responsabile nazionalewelfare delle Acli, commentando anche le polemiche seguite alla mancatacalendarizzazione dello Ius soli nei lavori del Senato -. Sono italiani difatto, purtroppo non di diritto. Riteniamo indispensabile una riforma della
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LAVORO - 50.mo ACLI - I GIOVANI DI FRONTE ALLAVORO: LA TUTELA SINDACALE: UN GIOVANE SU10 RICORRE AL SINDACATO. PER 29,3% IN ITALIAE 37% ALL'ESTERO PIU' VALIDA AUTO-ORGANIZZAZIONE TRA LAVORATORI.
(2017-09-12)
Di particolare interesse nell'ambito della Ricerca IREF, la cui anteprima(http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=48545) è statapresentata oggi a Roma dalle ACLI in vista del 50.mo incontro di studidelle acli che si svolgerà a Napoli il 14 e 15 settembre, la crisi di una“certa idea” di sindacato.
Alla luce delle difficoltà di affermazione dei propri diritti nel mondo dellavoro, la ricerca si è domandata quale sia il ricorso dei giovani alsindacato. La risposta emersa ha registrato un debole ricorso al sindacatoAnche il più organizzato e rappresentativo ha raccolto consensiveramente molto esigui : solo un giovane su dieci ritiene che leorganizzazioni di rappresentanza dei lavoratori possano fare qualcosa perdifendere il lavoro (11,1%).
Il dato anche scomposto per le diverse condizioni di vita degli intervistatisi mantiene su livelli bassi, compresi tra il 7,1% degli expat non laureati eil 14,7% degli expat laureati, anche tra i giovani che vivono in Italia lapercentuale non supera il 13%. La credibilità delle organizzazionisindacali nei confronti dei giovani è limitatissima: il dato sembra essereuna conferma abbastanza inequivocabile della tesi del conflittogenerazionale.
Un complemento abbastanza preoccupante della sfiducia nel sindacato èil consenso che ottiene l’affermazione relativa all’impossibilità didifendere il posto di lavoro: per quasi il 40% degli intervistati, l’attualefunzionamento del mercato del lavoro, rende inutile qualsiasi azione ditutela del lavoro. Spicca su tutto una profonda disillusione, quasi una resaalle leggi della domanda e dell’offerta: il lavoro è una merce come tuttele altre, sembrano dire gli intervistati.
A ben vedere però la disillusione si gradua secondo le diverse condizionidi vita degli intervistati, in seconda battuta è meno forte tra coloro chepossiedono un titolo di studio superiore. I dati difatti mostrano che tra igiovani all’estero il dato scende di molto, arrivando al 24,2% tra i laureatie al 30,6% tra i non laureati.
Anche guardando ai giovani residenti in Italia si nota l’influsso, menomarcato ma ben visibile, delle risorse culturali: i non laureati sono piùdisillusi, soprattutto se vivono fuori dalla famiglia: in questo particolaresottogruppo ben il 53,6% degli intervistati afferma che oggi non c’è mododi difendere il proprio posto di lavoro. Non è difficile immaginare qualisiano le preoccupazioni che occupano la testa di questi ragazzi: hannosulle proprie spalle la responsabilità di far andare avanti un progettoautonomo di vita, pensano di avere una posizione non particolarmenteforte nel mercato del lavoro per cui si sentono in balia degli eventi.
Lo scenario abbastanza desolante appena descritto, può essere mitigatoconsiderando i risultati ottenuti dalla modalità di risposta che facevariferimento all’opzione dell’auto-organizzazione tra lavoratori. Nelcomplesso, il 29,3% dei giovani intervistati ritiene l’azione direttacoordinata con quella degli altri lavoratori una strada percorribile. Questapreferenza fa il paio con la sfiducia nel sindacato: la mediazione delleorganizzazioni di rappresentanza è considerata inefficace perché privadel supporto e della forza necessaria.
Si afferma : la difesa del lavoro non è questione di tavoli, accordi,documenti e dichiarazioni ufficiali, serve l’azione diretta. Un attivismo chenon è improprio legare ai diversi episodi di protesta, anche estremi e conrisvolti drammatici, che hanno visto i lavoratori stessi, senza troppemediazioni sindacali, attuare delle forme di resistenza e contrapposizione.
Anche in questo caso, è abbastanza chiaro il ruolo positivodell’esperienza di vita all’estero e del titolo di studio nel supportare lafiducia nell’auto-organizzazione: tra i laureati che vivono all’estero il datopassa dal 29% al 37%, tra i laureati in residenti in Italia 35% e 33%a seconda che l’intervistato viva o meno per conto proprio. Come inprecedenza, l’atteggiamento pro-attivo è rafforzato dal vivere unacondizione lavorativa percepita come positiva (35,5%).(12/09/2017-ITL/ITNET)
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Ius Soli, Acli:seconde generazioni in Italiadinamiche e integrate
di Askanews
Roma, 13 set. (askanews) - Il 63,8% dei ragazzi di seconda generazione (G2) nati da genitori
stranieri e residenti in Italia dichiara di essere inserito nel Mercato del Lavoro (MdL). Tra loro,
in particolare, il 24,7% ha un impiego stabile, il 65,8% attualmente ha un lavoro precario,
mentre il 9,6% dichiara di avere intrapreso un percorso di avviamento al lavoro (Servizio
Civile, formazione professionale, etc...). Da notare come, in tale contesto, il 66% dei giovani
italiani dichiara di essere inserito nel MdL al 71,6% con un impiego stabile, al 14,7% con un
impiego precario e al 13,7% un percorso di avviamento al lavoro.È quanto emerge dal focus
"Le seconde generazioni in Italia: integrate e dinamiche" presente nella ricerca dell'Iref
(Istituto ricerche educative e formative) dal titolo "Il ri(s)catto del presente". Lo studio è stato
realizzato dalle ACLI nazionali su un campione di 2500 ragazzi di età compresa tra i 18 e i
29 anni e verrà presentato nel corso della 50° edizione del convegno nazionale degli studi
delle ACLI che si terrà a Napoli da domani fino al 16 settembre.Dal focus ACLI emerge che il
50 % dei ragazzi G2 svolge o ha svolto in passato un doppio lavoro. In tale ambito il 40,9%
dei ragazzi italiani con la laurea e il 30,8% dei non laureati ha dichiarato altresì di svolgere o
di avere un doppio impiego. Interessante notare come tra i ragazzi italiani che vivono in
famiglia, sia con diploma di laurea che con un titolo di studio inferiore, la percentuale
scenda al 39,5% e al 31,8%."Sul tema del lavoro e degli immigrati - dichiara Roberto Rossini,
presidente nazionale delle Acli - in questi ultimi mesi abbiamo assistito ad un dibattito in cui
ha dominato la cosiddetta post verità. Per influenzare l'opinione pubblica, ai dati oggettivi
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sono state preferite notizie che non avevano alcun fondamento reale. I risultati della ricerca
Iref, invece, sono un primo tentativo di ristabilire la verità: il lavoro può essere un importante
strumento d'integrazione per tutti i ragazzi nati nel nostro Paese e figli di genitori non
italiani. È un messaggio che ci piace lanciare proprio in occasione del nostro incontro
nazionale di studi dedicato ai giovani e al lavoro. Perché il valore del lavoro è anche quello
di costruire una società più equa, sostenibile e solidale". (Segue)
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sei in: home > comunicati > A Napoli il 50° incontro Nazionale di studi delle Acli, Avellino presente
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A Napoli il 50° incontroNazionale di studi delle Acli,Avellino presente
A Napoli dal 14 al 16 Settembre si svolgerà il 50° incontro Nazionale distudi delle ACLI, che avrà come titolo "Valore Lavoro". L’Umanità dellavoro nell’economia dei robot, si interfacceranno mondo Istituzionale,privato sociale e Terzo Settore.
Si rifletterà insieme a tutti i dirigenti dell’Associazione sulletrasformazioni attuali che stanno investendo il mondo del lavoro, sonoprevisti incontri tematici per ogni Associazione specifica aderente almovimento, con dibattiti, proposte, il cui risultato finale porterà ad unnuovo rilancio delle Acli per il prossimo futuro. Protagonisti sarannoanche i giovani che aderiscono al movimento, che presenteranno unaricerca sulle capacità di risposta dei giovani di fronte alla crisi. DaAvellino parteciperà una nutrita delegazione del mondo Aclista, condirigenti e giovani che porteranno il loro prezioso contributo all’evento.
La ricaduta di questo evento sarà anche quella di dare nuova linfa aiCircoli e alle Strutture di base del Movimento che ogni giorni siinterfacciano con i bisogni del territorio.
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Cronaca
Figli di immigrati: per loro l'integrazione è già realtàUn sondaggio delle Acli dichiara che oltre il 65% della seconda generazione presente in Italia èinserita nel mercato del lavoro
14 settembre 2017
Panorama / News / Cronaca / Figli di immigrati: per loro l'integrazione è già realtà
Orazio La Rocca Lavorano, sono integrati, aiutano i genitoridisoccupati, ma sono cittadini di serie “B” perchè
privi della cittadinanza italiana pur essendo nati nel nostro Paese.Sono i figli di seconda generazione di immigrati che, secondoun nuovo sondaggio delle Acli (Associazioni cristiane lavoratoriitaliani), dichiarano per oltre il 65% di avere una occupazione esono inseriti nel mercato del lavoro. Il resto, svolge mansionisaltuarie, si adatta ad affrontare lavori a tempo determinato,offrendo manodopera nell'agricoltura, nell'edilizia e nei servizi.Come i giovani italiani.
E così, mentre il Parlamento blocca la legge sullo Ius Soli le Acli,la più grande organizzazione cristiana impegnata nel mondo dellavoro con oltre 500 mila iscritti, mettendo in pratica le ripetuteesortazioni di papa Francesco sulla “necessità” di dareaccoglienza a profughi e immigrati aprendo le porte e ancheattraverso lo Ius Soli, “certificano” che i figli degli stranieri nati inItalia sono “già inseriti nel nostro tessuto socio-lavorativo ed
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aiutano i genitori disoccupati”.
Il sondaggio è stato svolto attraverso un campione di 2500 giovanidi famiglie di stranieri in tutte le regioni di età compresa tra i 19 e i29 anni. Per la prima volta viene presentato al cinquantesimoconvegno nazionale del Centro Studi Acli a Napoli dedicato al tema“Le seconde generazioni in Italia: integrate e dinamiche”, presentisindacalisti, politici, lavoratori, immigrati.
Il lavoro per l'integrazione “In questi ultimi mesi, sul tema del lavoro e degli immigrati –spiega il presidente delle Acli Roberto Rossini - ai dati oggettivi sulfenomeno si è preferito dare seguito a una serie di notizie che nonavevano alcun fondamento reale per influenzare l’opinionepubblica. I risultati della ricerca, invece, sono un primo tentativo diristabilire la verità e ci dicono che il lavoro può essere unimportante strumento d’integrazione per tutti quei ragazzi natinel nostro Paese, ma figli di genitori non italiani”.
Secondo la ricerca, il 63,8% degli immigrati di secondagenerazione lavora. In particolare, il 24,7% ha un “impiegostabile”, il 65,8% “un lavoro precario”, mentre il 9,6% dichiara diaver iniziato un percorso di avviamento al lavoro (Servizio Civile,formazione professionale, etc…), un quadro socio-lavorativo moltovicino a quello dei giovani italiani (inseriti nel mercato del lavoro al66%) e che dimostra quanto il tasso di inserimento delle secondegenerazioni di immigrati sia molto elevato: “È un messaggio che cipiace lanciare – sottolinea Rossini - proprio in occasione del nostroincontro nazionale di studi dedicato ai giovani e al lavoro. Perché ilvalore del lavoro è anche quello di costruire una società più equa,sostenibile e solidale”.
Sempre dal sondaggio delle Acli emerge che il 50 % delle secondegenerazioni di immigrati “svolge o ha svolto” un doppiolavoro. Dieci punti in più rispetto ai ragazzi italiani (che scendonoal 40,9). “C'è sostanzialmente tra i giovani immigrati un forteimpulso per creare le basi per una robusta e definitiva integrazionenel nostro Paese”, spiegano gli autori del focus.
Che lavori fannoIl sondaggio mette anche a fuoco il tipo di lavoro dei giovaniimmigrati: il 40,7% dei giovani nel commercio o nei servizi, il27,2% nei lavori di ufficio, il 19,8% in professioni tecniche, l'8,6%sono operai o impiegati in attività professionali non qualificate esolo il 3,7% in impieghi ad alta specializzazione.
I dati della ricerca, inoltre, evidenziano che oltre l'82% delleseconde generazioni, pur di lavorare, si adatta a svolgere mansionidifferenti dalla propria specializzazione. “Si tratta di deroghe, più o
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meno volontarie – commentano alle Acli -, rispetto agli standardnormativi e contrattuali: lavorare di più, rinunciare alle ferie,essere disposti a lavorare anche nei festivi e così via, sino adarrivare alla situazione più estrema, al completo svuotamento delrapporto di lavoro, in favore di un mero scambio tra prestazione edenaro, ovvero lavorare "in nero". Il tutto per mantenere il lavoroo, dal punto di vista dell'impresa, tenere alta la produttività”. Unaspetto, avvertono alle Acli, su cui i sindacati dovrebbero vigilarecon maggiore attenzione.
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Ius Soli, Acli:seconde generazioni in Italiadinamiche e integrateOltre il 63% è inserito nel mercato del lavoro
Roma, 13 set. (askanews) - Il 63,8% dei ragazzi di seconda generazione (G2) nati da genitoristranieri e residenti in Italia dichiara di essere inserito nel Mercato del Lavoro (MdL). Tra loro,in particolare, il 24,7% ha un impiego stabile, il 65,8% attualmente ha un lavoro precario,mentre il 9,6% dichiara di avere intrapreso un percorso di avviamento al lavoro (ServizioCivile, formazione professionale, etc...). Da notare come, in tale contesto, il 66% dei giovaniitaliani dichiara di essere inserito nel MdL al 71,6% con un impiego stabile, al 14,7% con unimpiego precario e al 13,7% un percorso di avviamento al lavoro. È quanto emerge dal focus "Le seconde generazioni in Italia: integrate e dinamiche" presentenella ricerca dell'Iref (Istituto ricerche educative e formative) dal titolo "Il ri(s)catto delpresente". Lo studio è stato realizzato dalle ACLI nazionali su un campione di 2500 ragazzi dietà compresa tra i 18 e i 29 anni e verrà presentato nel corso della 50° edizione del convegnonazionale degli studi delle ACLI che si terrà a Napoli da domani fino al 16 settembre. Dal focus ACLI emerge che il 50 % dei ragazzi G2 svolge o ha svolto in passato un doppiolavoro. In tale ambito il 40,9% dei ragazzi italiani con la laurea e il 30,8% dei non laureati hadichiarato altresì di svolgere o di avere un doppio impiego. Interessante notare come tra iragazzi italiani che vivono in famiglia, sia con diploma di laurea che con un titolo di studioinferiore, la percentuale scenda al 39,5% e al 31,8%. "Sul tema del lavoro e degli immigrati - dichiara Roberto Rossini, presidente nazionale delleAcli - in questi ultimi mesi abbiamo assistito ad un dibattito in cui ha dominato la cosiddettapost verità. Per influenzare l'opinione pubblica, ai dati oggettivi sono state preferite notizieche non avevano alcun fondamento reale. I risultati della ricerca Iref, invece, sono un primotentativo di ristabilire la verità: il lavoro può essere un importante strumento d'integrazioneper tutti i ragazzi nati nel nostro Paese e figli di genitori non italiani. È un messaggio che cipiace lanciare proprio in occasione del nostro incontro nazionale di studi dedicato ai giovanie al lavoro. Perché il valore del lavoro è anche quello di costruire una società più equa,sostenibile e solidale". (Segue)
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Acli - in questi ultimi mesi abbiamo assistito ad un dibattito in cui ha dominato la cosiddetta
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Approfondimenti PAPA IN COLOMBIA SPAGNA SOTTO ATTACCO #MEETING17 48ª SETTIMANA SOCIALE FREEFROMCHAINS TUTTI
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INTERVISTA
POLITICA: PRODI, “DEMOLIRE L’UE?SAREBBE UN DISASTRO. NON ÈL’EUROPA CHE SOGNAVO, MA CIPUÒ AIUTARE A USCIRE DALLATEMPESTA”14:47
PROTOCOLLO SPERIMENTALE
DISABILITÀ: OSP. BAMBINO GESÙ-INPS, UN CERTIFICATOSPECIALISTICO PEDIATRICO PERSEMPLIFICARE IL RICONOSCIMENTODELL’INVALIDITÀ CIVILE14:31
INCONTRO NAZIONALE
LAVORO: ROSSINI (ACLI), “ÈUN’EMERGENZA”. “TEMA DEL‘VALORE’ PARTICOLARMENTEIMPORTANTE IN QUESTE FASE DELDIBATTITO POLITICO”14:19
ECONOMIA
RISPARMI: DE PALO (FORUM), “LAFAMIGLIA SI IMPOVERISCE E TUTTOIL PAESE NE SOFFRE”14:13
FORMAZIONE E LAVORO
GIOVANI: TREU (CNEL), “MIPREOCCUPA LA SFIDUCIA”14:00
VITA CONSACRATA
12 settembre 2017 L
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INCONTRO NAZIONALE
Lavoro: Rossini (Acli), “èun’emergenza”. “Temadel ‘Valore’particolarmenteimportante in queste fasedel dibattito politico”12 settembre 2017 @ 14:19 6
“Il tema del ‘Valore lavoro’ è particolarmente importante in
queste fase del dibattito politico. Abbiamo apprezzato alcune
proposte del governo rispetto ad alcuni temi ma a Napoli
vorremmo discuterle e provare a sentire cosa ne pensa la base
degli aclisti per poi rilanciare la nostra azione”. Lo ha affermato
questa mattina Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli,
nel corso della conferenza stampa in cui, alla Camera dei
deputati, si sono anticipati alcuni temi al centro del 50° incontro
nazionale di studi delle Acli che si svolgerà dal 14 al 16 settembre
a Napoli. “Riteniamo che attraverso i precedenti 49 incontri
nazionali di studi si sia costruito un pezzo della storia italiana” e
più in generale che “le Acli, i nostri padri, abbiano contribuito a
costruire la democrazia”. “Quest’anno – ha continuato –
abbiamo deciso di dedicare l’incontro nazionale di studi al tema
del lavoro perché è un’emergenza e costituisce un po’ il dna della
nostra associazione”. All’evento di Napoli parteciperanno – ha
spiegato – “alcuni studiosi che condivideremo con la 48ª
Settimana sociale dei cattolici italiani: suor Alessandra Smerilli,
Ivana Pais, Leonardo Becchetti, Francesco Seghezzi”. “Faremo
alcuni laboratori perché le nostre proposte possano essere
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Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 1/2
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COTTOLENGO: UNITALSI, “GIOIA EDEMOZIONE PER LA NOMINA DI DONARICE A SUPERIORE GENERALE.PER NOI GUIDA FONDAMENTALE”13:55
RELIGIONI PER LA PACE
INCONTRO SANT’EGIDIO: SICONCLUDE A OSNABRÜCKL’INCONTRO “STRADE DI PACE”.ABBRACCIO DEI LEADER RELIGIOSIE APPELLO FINALE13:52
MIGRANTI
INCONTRO SANT’EGIDIO: POMPEI,NON C’È INVASIONE, AL 31 AGOSTO2017 SIAMO ARRIVATI A 123.950INGRESSI13:48
FORMAZIONE
GIOVANI: VACCHINA (ACLI), “I PIÙPENALIZZATI FRA TUTTI ILAVORATORI CHE HANNODIFFICOLTÀ”13:37
CHIESE ORIENTALI
PAPA FRANCESCO: ASSENSOALL’EREZIONE DELL’EPARCHIA DICHERNIVTSI E NOMINA DEL PRIMOVESCOVO13:33
GENDER
DIOCESI: CALTANISSETTA, VENERDÌ15 UN INCONTRO AU “MASCHILE EFEMMINILE: LA BELLEZZA DELLADIFFERENZA”13:31
INDAGINE
GIOVANI: BRACCIALI (ACLI), “NELMODO DI PENSARE PRECARIODOBBIAMO RIDARE IL GIUSTOVALORE E LA GIUSTA IDENTITÀ ALLAVORO”13:18
INTEGRAZIONE
MIGRAZIONI: MORCONE (MINISTEROINTERNO) SU PAROLE DI PAPAFRANCESCO, “ORGOGLIOSO DELMIO PAESE. IL PAPA È UN FARO”13:16
GERMANIAx
GERMANIAx
ITALIAx
UCRAINAx
CALTANISSETTAx
ITALIAx
GERMANIAx
Argomenti LAVORO Persone ed Enti ACLI
ROBERTO ROSSINI Luoghi NAPOLI
© Riproduzione Riservata12 settembre 2017
discusse e non ci si limiti semplicemente ad un ascolto passivo”.
Nella prima giornata sarà presente Luigi De Magistris, sindaco di
Napoli, nella seconda interverrà l’arcivescovo di Napoli, il card.
Crescenzio Sepe, mentre nella giornata conclusiva sarà la volta
del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
All’incontro di studi parteciperanno anche Graziano Delrio,
ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Andrea Olivero,
viceministro all’Agricoltura, Luigi Bobba, sottosegretario per il
Lavoro e le politiche sociali, Annamaria Furlan, segretaria
generale della Cisl, Salvatore Lauro, presidente Alilauro spa e
Lauro.it, e Maurizio Del Conte, presidente dell’Anpal (Agenzia
nazionale politiche attive lavoro).
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Sezione: ACLI
Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 2/2
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Approfondimenti PAPA IN COLOMBIA SPAGNA SOTTO ATTACCO #MEETING17 48ª SETTIMANA SOCIALE FREEFROMCHAINS TUTTI
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VERSO LE ELEZIONI
POLITICA: ISPI MILANO, DIBATTITOSULLA GERMANIA AL VOTONELL’ERA DI MACRON E BREXIT. LECONSEGUENZE PER L’ITALIA17:59
INCIDENTE MORTALE
TRE MORTI IN SOLFATARA: MONS.PASCARELLA (POZZUOLI), “DOLOREPER LA TRAGEDIA E VICINANZA ALLAFAMIGLIA DELLE VITTIME”17:56
SACERDOTE SALESIANO E MARTIRE
SLOVACCHIA: BEATIFICAZIONE DITITO ZEMAN. VESCOVI: “DONOPREZIOSO PER RAFFORZARE LANOSTRA FEDE”17:42
PAPA IN COLOMBIA GEOPOLITICA
PAPA IN COLOMBIA: LOCATELLI(LIMES), “È CHIARAL’INSODDISFAZIONE NEI CONFRONTIDEL GOVERNO DI CARACAS”17:35
PAPA IN COLOMBIA GEOPOLITICA
PAPA IN COLOMBIA: LOCATELLI(LIMES), “IL SUO APPELLO DI PACENON SARÀ INASCOLTATO”17:34
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FORMAZIONE
Giovani: Vacchina (Acli),“i più penalizzati fra tutti ilavoratori che hannodifficoltà”12 settembre 2017 @ 13:37 6
“Fra tutti i lavoratori che hanno difficoltà i giovani sono
assolutamente più penalizzati degli altri”. Lo ha affermato
questa mattina Paola Vacchina, responsabile Ufficio studi e
ricerche Acli e membro del Consiglio nazionale dell’economia e
del lavoro (Cnel), presentando il “Pacchetto formazione”, una
serie di proposte di legge su lavoro e formazione formulate dalle
Acli, nel corso della conferenza stampa in cui, alla Camera dei
deputati, si sono anticipati alcuni temi al centro del 50° incontro
nazionale di studi delle Acli che si svolgerà dal 14 al 16 settembre
a Napoli. Per confermare quanto i giovani italiani siano
penalizzati, Vacchina ha citato un paio di dati: “La
disoccupazione generale in Germania è a giugno 2017 del 3,8% e
quella giovanile pari a 6,7%; in Italia quella generale era l’11,1%,
quella giovanile al 35,4%. Una differenza enorme”. Presentando
brevemente alcune proposte elaborate dalle Acli, Vacchina ha
sottolineato che “chiediamo al nostro Paese di investire su un
piano strategico per la formazione professionale a cominciare
dalle nuove generazioni. Perché un’infrastruttura solida è utile
anche per le generazioni adulte in vista di quei processi che nei
prossimi anni chiederanno riqualificazione e riconversione di
tanti lavoratori maturi che rischieranno di essere espulsi dal
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Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 1/2
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POLITICA
COMMISSIONE UE: ETÀ PENSIONE,SECONDO AVVISO DI INFRAZIONENEI CONFRONTI DELLA POLONIA.POSSIBILI DISCRIMINAZIONI DIGENERE17:34
SEMINARIO UNIVERSITÀ CATTOLICA
SINODO GIOVANI: BIGNARDI(ISTITUTO TONIOLO), EDUCAREALLA FEDE “RENDENDOLIPROTAGONISTI”. TORNARE “ALLEPREMESSE, OSSIA ALL’ANNUNCIO”17:32
GIOVANI
DIOCESI: VENEZIA, 24 SETTEMBREGIORNATA DEDICATAALL’EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITÀDELLE NUOVE GENERAZIONI17:26
RITO
DIOCESI: CARD. SCOLA A MONS.DELPINI (MILANO), “IL PALLIOCHIEDE RESPONSABILITÀ,CORRESPONSABILITÀ, FRATERNITÀE OBBEDIENZA”17:22
AIUTI UMANITARI
MYANMAR-BANGLADESH: SAVE THECHILDREN, “MOLTI SFOLLATI SENZARIPARO, CIBO E ACQUA. SERVONO77 MILIONI DI DOLLARI”17:18
IMPOSIZIONE DEL PALLIO
DIOCESI: MONS. DELPINI (MILANO),“CHIEDO PREGHIERA,INCORAGGIAMENTO,COLLABORAZIONE”17:15
SEMINARIO UNIVERSITÀ CATTOLICA
SINODO GIOVANI: BICHI(SOCIOLOGA), PRIMI RISULTATIDELL’INDAGINE SUGLI EDUCATORIALLA FEDE. DUECENTO INTERVISTESU TUTTO IL TERRITORIO17:11
PATRONI
DIOCESI: MONS. MOROSINI (REGGIOCALABRIA-BOVA), “NON POSSIAMO
BRUXELLESx
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VENEZIAx
MILANOx
BANGLADESHx
MILANOx
ROMAx
REGGIO CALABRIAx
Argomenti FORMAZIONE GIOVANI LAVORO
Persone ed Enti ACLI Luoghi ITALIA
© Riproduzione Riservata12 settembre 2017
nuovo mercato del lavoro”. “È stata un’ottima cosa – ha spiegato
– riavvicinare la scuola al lavoro, ma questa è solo una gamba e
per correre ce ne vogliono due”. “L’altra gamba troppo debole –
ha proseguito – è la formazione professionale (formazione
terziaria ma non accademica)”. “Con il ‘jobs act’ abbiamo avuto
un investimento sulle politiche attive del lavoro e una riforma
dell’apprendistato”. “Bisogna rafforzare e rendere stabiliti i
finanziamenti così come permettere la diffusione dell’Ifp
(Istruzione e formazione professionale) in tutte le Regioni
d’Italia”. “Una riflessione – ha continuato Vacchina – riguarda
la ‘Garanzia giovani’, per far sì che la seconda fase possa
orientarsi maggiormente all’inserimento concreto nel mercato
del lavoro e alla formazione anche perché i giovani presi in
carico possano acquisire il diploma”. Rispetto “ai lavoratori della
‘gig economy’ che sono molto esposti e vanno presi in
considerazione per estendere a loro tutte le tutele e le garanzie”.
C’è poi la proposta di “rimuovere il vincolo per l’uso di carattere
non commerciale dei beni pubblici in disuso o confiscati alle
mafie” consentendo l’accesso “ad imprese sociali di giovani che
creano lavoro per creare occupazione per altri giovani”. Vacchina
ha anche anticipato che altre misure riguardano l’“attenzione
alle donne” e una “riflessione sul ‘lavoro solidale’, quello
volontario al confine con altre forme di lavoro”.
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Sezione: ACLI
Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 2/2
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INIZIATIVE
CULTURA: ASSISI, DAL 14SETTEMBRE “IL CORTILE DIFRANCESCO”18:32
MEDIA
DIRE: I TITOLI E IL TG POLITICO18:23
BANCHE
CREDITO COOPERATIVO:FEDERCASSE, “CONSULTAZIONEPUBBLICA SU NORMATIVA DIVIGILANZA AVVIA PERCORSO DICOINVOLGIMENTO, CONFRONTO EDELABORAZIONE”18:18
APPUNTAMENTI
DIOCESI: CREMA, IL CONVEGNO DIINIZIO ANNO PASTORALE DEDICATOAL DISCERNIMENTO DELLA“PASTORALE GIOVANILE TRA FEDE EVOCAZIONE”18:15
RELIGIOSI
DON TOM UZHUNNALIL: SANTASEDE, GRAZIE A “QUANTI SI SONOADOPERATI PER IL SUORITROVAMENTO”, SULTANO OMAN EAUTORITÀ COMPETENTISULTANATO18:05
12 settembre 2017 L
ASSISIx
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INDAGINE
Giovani: Bracciali (Acli),“nel modo di pensareprecario dobbiamo ridareil giusto valore e la giustaidentità al lavoro”12 settembre 2017 @ 13:18 6
“Nel modo di pensare precario
dobbiamo ridare il giusto valore e
la giusta identità al lavoro perché
il rischio è che la china intrapresa
porti i giovani a pensare
l’esperienza del lavoro non tanto
come una forma crescita ma
solamente come dei momenti di
passaggio che non hanno
pertinenza rispetto alla comunità
e alla costruzione di se stessi”. Lo
ha affermato questa mattina
Matteo Bracciali, coordinatore
nazionale dei giovani delle Acli,
presentando la ricerca “Il
Ri(s)catto del presente. Giovani
italiani, expat e seconde
generazioni (G2) di fronte al
lavoro e al cambiamento delle
prospettive generazionali” nel
corso della conferenza stampa in
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Giovani e lavoro: Acli,“disposti a sacrificarsipur di non esserelicenziati o svolgerel’occupazione chepiace”
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Giovani e lavoro: Acli,“poca fiducia nelsindacato a confermadel conflittogenerazionale”
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Giovani e lavoro: Acli,“i laureati che vivonoall’estero sono piùsoddisfatti di quelli cherestano in Italia”
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Giovani e lavoro: Acli,
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Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 1/2
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VERSO LE ELEZIONI
POLITICA: ISPI MILANO, DIBATTITOSULLA GERMANIA AL VOTONELL’ERA DI MACRON E BREXIT. LECONSEGUENZE PER L’ITALIA17:59
INCIDENTE MORTALE
TRE MORTI IN SOLFATARA: MONS.PASCARELLA (POZZUOLI), “DOLOREPER LA TRAGEDIA E VICINANZA ALLAFAMIGLIA DELLE VITTIME”17:56
SACERDOTE SALESIANO E MARTIRE
SLOVACCHIA: BEATIFICAZIONE DITITO ZEMAN. VESCOVI: “DONOPREZIOSO PER RAFFORZARE LANOSTRA FEDE”17:42
PAPA IN COLOMBIA GEOPOLITICA
PAPA IN COLOMBIA: LOCATELLI(LIMES), “È CHIARAL’INSODDISFAZIONE NEI CONFRONTIDEL GOVERNO DI CARACAS”17:35
PAPA IN COLOMBIA GEOPOLITICA
PAPA IN COLOMBIA: LOCATELLI(LIMES), “IL SUO APPELLO DI PACENON SARÀ INASCOLTATO”17:34
POLITICA
COMMISSIONE UE: ETÀ PENSIONE,SECONDO AVVISO DI INFRAZIONENEI CONFRONTI DELLA POLONIA.POSSIBILI DISCRIMINAZIONI DIGENERE17:34
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SINODO GIOVANI: BIGNARDI(ISTITUTO TONIOLO), EDUCAREALLA FEDE “RENDENDOLIPROTAGONISTI”. TORNARE “ALLEPREMESSE, OSSIA ALL’ANNUNCIO”17:32
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DIOCESI: VENEZIA, 24 SETTEMBREGIORNATA DEDICATAALL’EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITÀDELLE NUOVE GENERAZIONI17:26
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Argomenti GIOVANI LAVORO Persone ed Enti ACLI
Luoghi ITALIA
© Riproduzione Riservata12 settembre 2017
cui, alla Camera dei deputati, si
sono anticipati alcuni temi al
centro del 50° incontro nazionale
di studi delle Acli che si svolgerà
dal 14 al 16 settembre a Napoli. L’indagine ha riguardato poco
più di 2500 ragazzi: 1755 sono giovani italiani, 535 invece gli
“expat”, cioè ragazzi italiani che vivono all’estero dal almeno sei
mesi, e 229 i giovani stranieri di seconda generazione. Nel
fornire alcuni dei dati più rilevanti, Bracciali ha evidenziato che
siamo di fronte ad una “generazione che pensa precario, per la
quale il tema del lavoro non è più trattato come un moloch
ideologico ma la scelta è quella di percorrere l’esperienza
lavorativa come si gestisse e si trattasse una merce”. “Il dibattito
pubblico – ha aggiunto – risulta spesso falsato da alcuni
preconcetti affibbiati ad una generazione che è molto varia”.
Bracciali ha evidenziato le diversità tra le diverse categorie
indagate nella soddisfazione nel lavoro, nella percezione
dell’adeguatezza della retribuzione, nella valutazione del
percorso formativo seguito. Rispetto al “lavoro in deroga”, ha
spiegato, “solo l’11% ritiene che le organizzazioni di
rappresentanza dei lavoratori possano fare qualcosa per
difendere il lavoro”. Ma “i giovani sentono l’esigenza di tutela” e
“il 30% ritiene che l’autoorganizzazione più essere una risposta
alla mancata tutela che sindacati e istituzioni non danno più”.
Bracciali ha inoltre sottolineato come i giovani siano disposti alle
concessioni della “mobilità e del lavoro in nero, entrambe al
35%” per evitare di essere licenziato ritenendo “non sono
praticabili” le strade “della formazione e del continuare con la
ricerca di lavoro aspettando che si presenti una buona
occasione”. “Solo un giovane su 10 – ha concluso si dice
indisponibile a qualsiasi concessione; una strettissima
minoranza che ritiene di porsi in maniera totalmente difensiva
rispetto al mondo del lavoro che cambia”.
pesano “percorsibiografici e backgroundfamiliari peculiari”
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Sezione: ACLI
Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 2/2
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CERCA
DIR E POLITICA
Slitta lo Ius Soli; La Sinistra ciprova; Giovani e lavoro,ricerca Acli; “Basta insultiall’Ido”
Ecco titoli e il tg politico realizzato dall’agenzia DIRE.
SCONTRO SULLO IUS SOLI, A RISCHIOSLITTAMENTOAl via i lavori parlamentari dopo la pausa estiva. Palazzo Madama decide oggi
i tempi con cui portare in aula il disegno di legge sullo ius soli, che consente
di acquisire la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri o
arrivati in Italia da piccoli. Le associazioni paventano il rischio di un
ulteriore slittamento e chiedono di approvare la legge entro settembre. Per il
centrodestra il testo non deve andare avanti, il Pd annuncia battaglia, ma non
si fa illusioni sui numeri al Senato. Bisogna verificare le condizioni, spiega il
numero due del Nazareno Maurizio Martina.
LA SINISTRA CI PROVA, PISAPIA LEADER EASSEMBLEA IN AUTUNNOUn’assemblea nazionale in autunno per dar vita a un movimento unitario
della sinistra. Dopo i litigi delle scorse settimane, torna il sereno a sinistra del
Pd dove Campo progressista e Mdp raggiungono un’intesa di massima. Tutte
le componenti riconoscono la leadership di Giuliano Pisapia e si impegnano
a dar vita a un’assemblea rappresentativa. “Ottima riunione”, spiega Pier
Luigi Bersani, presente alla riunione di oggi con Massimo D’Alema, Roberto
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ALTRE NEWS DI POLITICA
Senato, salta il voto su Ius Soli.Pd si arrende, Zanda: “Non c’è lamaggioranza”
Italia maglia nera nei fondi perl’istruzione: nessuno spende cosìpoco tra i paesi Ocse
Sinistra, nasce il movimentounitario tra Mdp-Articolo 1 eCampo Progressista
Fiano (Pd): “Giusto toglierescritte fasciste da monumenti”.La destra insorge: “Unapagliacciata”
dire.it
Sezione: ACLI
Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 1/2
http://www.dire.it/12-09-2017/141247-slitta-lo-ius-soli-la-sinistra-ci-prova-giovani-lavoro-ricerca-acli-basta-insulti-allido/
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12 SETTEMBRE 2017
Speranza e Ciccio Ferrara.
LAVORO, BOSCHI: FARE DI PIÙ PEROCCUPAZIONE FEMMINILEPortare il livello di occupazione e retribuzione delle donne al livello di quello
degli uomini “è una sfida lunga e complessa”, ma per l’Italia sarebbe “miope
rinunciare a più della metà delle intelligenze e delle competenze del Paese”.
Lo dice la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi
chiede al governo di fare di più per il lavoro femminile.
I GIOVANI E IL LAVORO IN UNA RICERCA DELLEACLIPer mantenere il posto di lavoro si è disposti a lavorare di più, anche nei
festivi, e a rinunciare alle ferie fino ad arrivare al lavoro ‘in nero’. Lo dice una
ricerca delle Acli. Pur di non farsi licenziare il 27% dei giovani intervistati
rinuncerebbe ai festivi, il 16% farebbe a meno delle ferie, il 12% a una parte
dello stipendio e il 10% ai giorni di malattia.
AUTISMO, BIANCHI DI CASTELBIANCO: BASTAINSULTI ALL’IDO“Dal dileggio si e’ passati all’insulto e a mettere in discussione 45 anni di
professionalita’… la credibilita’ degli oltre 120 colleghi, medici, psicologi e
psicoterapeuti dell’Istituto di Ortofonologia di Roma, per non parlare del
danno causato a tante famiglie dei nostri piccoli pazienti affetti da autismo.
Ci vediamo in tribunale”. Cosi’ nella lettera pubblicata oggi sui maggiori
quotidiani nazionali firmata da Federico Bianchi di Castelbianco direttore
dell’IdO.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citareespressamente la fonte «Agenzia DIRE» e l'indirizzo «www.dire.it»
M5s, il 23 a Rimini il candidatopremier. Ironia Grillo-Casaleggio:“Ci scongeliamo e arriviamo”/VD
Lavoro, torna a diminuire ilnumero dei disoccupati.Gentiloni: Trend incoraggia, beneJobs act
Sei vittime a Livorno per ilmaltempo; Economia cresce;Pene più severe per propagandafascista
La rivoluzione del generalePappalardo: “Tra un meseentreremo a Roma, non cipossono fermare”/VD
Primo giorno di scuola, Fedeliscrive agli studenti: “Buon anno,ecco novità e impegni”
dire.it
Sezione: ACLI
Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 2/2
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13 set 2017 | a cura dellaRedazioneChiusano, ilgenerale di brigataFernando NazzarodiventaComandanteregionale dellaLegione Marche deiCarabinieri
L’Amministrazione comunale diChiusano San (...)
13 set 2017 | a cura dellaRedazioneMinacce a Rotondi,Primavera Irpiniasaluta l’amicoGianfranco
PrimaveraIrpinia esprimesolidarietà e (...)
Mercoledì,13 Settembre 2017 Avellino 19°
Si è giovani una volta sola, ma si può esserestati vecchi sempre
Mirko Badiale
OPINIONI COMUNICATI APPUNTAMENTI EVENTI
19153 1635
sei in: home > comunicati > A Napoli il 50° incontro Nazionale di studi delle Acli, Avellino presente
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a cura della Redazione
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13 set 2017
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A Napoli il 50° incontroNazionale di studi delle Acli,Avellino presente
A Napoli dal 14 al 16 Settembre si svolgerà il 50° incontro Nazionale distudi delle ACLI, che avrà come titolo "Valore Lavoro". L’Umanità dellavoro nell’economia dei robot, si interfacceranno mondo Istituzionale,privato sociale e Terzo Settore.
Si rifletterà insieme a tutti i dirigenti dell’Associazione sulletrasformazioni attuali che stanno investendo il mondo del lavoro, sonoprevisti incontri tematici per ogni Associazione specifica aderente almovimento, con dibattiti, proposte, il cui risultato finale porterà ad unnuovo rilancio delle Acli per il prossimo futuro. Protagonisti sarannoanche i giovani che aderiscono al movimento, che presenteranno unaricerca sulle capacità di risposta dei giovani di fronte alla crisi. DaAvellino parteciperà una nutrita delegazione del mondo Aclista, condirigenti e giovani che porteranno il loro prezioso contributo all’evento.
La ricaduta di questo evento sarà anche quella di dare nuova linfa aiCircoli e alle Strutture di base del Movimento che ogni giorni siinterfacciano con i bisogni del territorio.
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Sezione: ACLI
Notizia del: 13/09/2017
Foglio: 1/1
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Giovani e lavoro: Acli,“poca fiducia nelsindacato a conferma delconflitto generazionale”12 settembre 2017 @ 11:34 6
Oggi qual è il modo migliore per
difendere il proprio posto di
lavoro? Rivolgersi al sindacato,
anche il più organizzato e
rappresentativo, ha raccolto
consensi veramente molto esigui
nella ricerca “‘Il ri(s)catto del
presente’. Giovani italiani, expat
e seconde generazioni di fronte al
lavoro e al cambiamento delle
prospettive generazionali”,
presentata stamattina dalle Acli a
Roma: “Solo un giovane su dieci
ritiene che le organizzazioni di
rappresentanza dei lavoratori
possano fare qualcosa per
difendere il lavoro (11,1%). Il dato
anche scomposto per le diverse
condizioni di vita degli intervistati
si mantiene su livelli bassi,
compresi tra il 7,1% degli expat
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Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 1/2
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Argomenti GIOVANI LAVORO MIGRANTI
SINDACATI Persone ed Enti ACLI Luoghi ROMA
© Riproduzione Riservata12 settembre 2017
non laureati e il 14,7% degli expat
laureati, anche tra i giovani che
vivono in Italia la percentuale
non supera il 13%. La credibilità
delle organizzazioni sindacali nei
confronti dei giovani è
limitatissima: il dato sembra
essere una conferma abbastanza
inequivocabile della tesi del
conflitto generazionale”.
Per quasi il 40% degli intervistati,
“l’attuale funzionamento del
mercato del lavoro, rende inutile
qualsiasi azione di tutela del
lavoro. Spicca su tutto una
profonda disillusione, ma i dati
“mostrano che tra i giovani
all’estero il dato scende di molto, arrivando al 24,2% tra i
laureati e al 30,6% tra i non laureati. Anche guardando ai
giovani residenti in Italia si nota l’influsso, meno marcato ma
ben visibile, delle risorse culturali: i non laureati sono più
disillusi, soprattutto se vivono fuori dalla famiglia: in questo
particolare sottogruppo ben il 53,6% degli intervistati afferma
che oggi non c’è modo di difendere il proprio posto di lavoro”.
Facendo riferimento all’opzione dell’auto-organizzazione tra
lavoratori, “il 29,3% dei giovani intervistati ritiene l’azione
diretta coordinata con quella degli altri lavoratori una strada
percorribile”.
Anche in questo caso, “è abbastanza chiaro il ruolo positivo
dell’esperienza di vita all’estero e del titolo di studio nel
supportare la fiducia nell’auto-organizzazione: tra i laureati che
vivono all’estero il dato passa dal 29% al 37%, tra i laureati in
residenti in Italia 35% e 33% a seconda che l’intervistato viva o
meno per conto proprio”.
“Tema del ‘Valore’particolarmenteimportante in questefase del dibattitopolitico”
FORMAZIONE
Giovani: Vacchina(Acli), “i più penalizzatifra tutti i lavoratori chehanno difficoltà”
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Giovani: Bracciali(Acli), “nel modo dipensare precariodobbiamo ridare ilgiusto valore e la giustaidentità al lavoro”
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Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 2/2
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Giovani e lavoro: Acli, “ilaureati che vivonoall’estero sono piùsoddisfatti di quelli cherestano in Italia”12 settembre 2017 @ 11:31 6
“I fattori che diversificano la
collocazione lavorativa degli
intervistati sono il titolo di studio
terziario e la mobilità territoriale.
La condizione professionale ci
mostra che l’influenza del titolo
di studio è positiva sia per i
laureati che vivono in Italia sia
per quelli che vivono all’estero”.
Lo si legge nella ricerca delle Acli,
“‘Il ri(s)catto del presente’.
Giovani italiani, expat e seconde
generazioni di fronte al lavoro e
al cambiamento delle prospettive
generazionali”, di cui è stata
presentata stamattina a Roma
un’anteprima. “Sul totale del
campione gli occupati sono il
69%. Un quinto dei ragazzi è
impegnato in una professione a
elevata specializzazione; una
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SLOVACCHIA: BEATIFICAZIONE DITITO ZEMAN. VESCOVI: “DONOPREZIOSO PER RAFFORZARE LANOSTRA FEDE”17:42
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PAPA IN COLOMBIA: LOCATELLI(LIMES), “È CHIARAL’INSODDISFAZIONE NEI CONFRONTIDEL GOVERNO DI CARACAS”17:35
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PAPA IN COLOMBIA: LOCATELLI(LIMES), “IL SUO APPELLO DI PACENON SARÀ INASCOLTATO”17:34
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Argomenti GIOVANI LAVORO MIGRANTI
porzione simile del campione
invece svolge una professione
tecnica. Con proporzioni
numeriche simili (attorno al
25%) ci sono poi i giovani che
svolgono professioni esecutive
nel lavoro d’ufficio (gli impiegati
per intenderci) e i ragazzi
occupati nel commercio e nei
servizi (commessi, camerieri,
cuochi, cassieri, ecc). Gli operai
sono l’8%”. La maggioranza dei
laureati si colloca tra le
professioni più specializzate,
mentre la quota più alta dei meno
istruiti scivola verso le
professioni meno qualificate. Tra
i laureati, “il 62,9% di quelli che lavorano all’estero sono nelle
posizioni più qualificate, contro il 33,3% di quelli che lavorano
in Italia e vivono da soli, in posizione un po’ meno comoda si
trovano i laureati che vivono in famiglia al 27,1%. Se si mettono
a fuoco le professioni tecniche, troviamo dove finisce l’altra
quota importante di laureati italiani 28,6% tra quelli che vivono
da soli e 23,4% tra i laureati in famiglia”.
Una delle componenti più rilevanti della soddisfazione è la
retribuzione: “È soddisfatto della retribuzione percepita il 69%
dei giovani contattati. La percentuale varia in modo significativo
per il combinato di professione e luogo dove viene svolta (Italia
o estero). I lavoratori high skilled occupati in Italia dichiarano di
guadagnare troppo poco nel 77,2% dei casi, quelli attivi in un
paese estero solo nel 43,1% dei casi”. Inoltre, “afferma di fare il
lavoro ideale il 38% degli expat a fronte del 28,2% degli italiani e
del 22% delle seconde generazioni. È moderatamente
soddisfatto, ossia il lavoro non dispiace, il 42,7% degli expat e il
42,8% dei giovani italiani. Le G2 si caratterizzano invece per una
quota molto alta di intervistati che affermano di essersi dovuti
accontentare, 47,5% laddove tra gli italiani all’estero il dato è più
basso di oltre 25 punti”. C’è una differenza tra chi vive in Italia e
all’estero anche rispetto alla carriera: “Fuori dall’Italia, sia i
laureati (55,7%) sia i non laureati (44,6%) definiscono la loro
carriera come una continua progressione”, mentre “i laureati
che vivono in Italia si distinguono perché si sentono di stare
sulle ‘montagne russe’. Sono poi i non laureati che lavorano in
Italia a evidenziare una difficoltà di avere una prospettiva”.
“Tema del ‘Valore’particolarmenteimportante in questefase del dibattitopolitico”
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Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 2/2
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Giovani e lavoro: Acli,“disposti a sacrificarsipur di non esserelicenziati o svolgerel’occupazione che piace”12 settembre 2017 @ 11:40 6
Per mantenere il posto di lavoro
si è disposti a lavorare di più,
rinunciare alle ferie, a lavorare
anche nei festivi e così via, sino
ad arrivare a lavorare “in nero”.
La ricerca delle Acli “‘Il ri(s)catto
del presente’. Giovani italiani,
expat e seconde generazioni di
fronte al lavoro e al cambiamento
delle prospettive generazionali”,
presentata stamattina a Roma,
esamina le due forme che può
assumere il lavoro “in deroga”: la
prima forma è funzionale al
mantenimento dell’occupazione;
la seconda ha come obiettivo il
raggiungimento di una posizione
lavorativa gradita. Pur di non
farsi licenziare, “il 27,6% dei
giovani intervistati rinuncerebbe
ai festivi, il 16,7% alle ferie, il
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Argomenti DIRITTI GIOVANI IMMIGRATI
12,4% a una parte dello stipendio
e il 10,5% ai giorni di malattia”.
La maggiore propensione al
lavoro in deroga si riscontra “tra i
giovani italiani non laureati che
vivono per contro proprio
(37,7%) e, in second’ordine tra i
non laureati che vivono in
famiglia (30,7%)”. Al contrario,
“tra gli expat in pochissimi
presentano un’alta propensione
(11,3% e 12,2%)”.
La seconda forma di lavoro “in
deroga” è finalizzata al
“raggiungimento di una meta
professionale, definita, in modo
molto semplice, con l’espressione ‘il lavoro che mi piace'”. Per
fare il lavoro dei sogni “il 43,4% degli intervistati sarebbe
disposto a lavorare molte ore più degli altri e il 41,9% a lavorare
anche da casa, il 38% occuperebbe anche il proprio tempo libero
pur di raggiungere la propria meta professionale”. La seconda
forma di deroga è di ordine salariale: “Il 34,6% degli intervistati
sarebbe disposto a essere pagato poco, il 33,2% a lavorare gratis
per un periodo. Anche la disponibilità a offrire lavoro gratuito è
abbastanza alta e riguarda circa un intervistato su tre.
Relativamente minore (23,5%) è invece la quota di giovani che
si dichiarano disposti a lavorare anche di notte. Infine, solo un
giovane su dieci si dichiara indisponibile a qualsivoglia
concessione”. Infine, sono state individuate quattro le strategie
di fronteggiamento delle difficoltà occupazionali. la prima è la
“disobbedienza preventiva: per l’11,7% del campione i diritti del
lavoratore sono inviolabili e in nessun modo sono disponibili a
derogarvi”; la seconda “l’obbedienza preventiva difensiva: il
26,3% degli intervistati qualora si dovessero trovare in una
situazione di rischio sanno di dovere rinunciare a qualcosa”; la
terza è “l’obbedienza preventiva pro-attiva: per il 27,1% dei
giovani intervistati la strategia da tenere nell’odierno mercato
del lavoro è rendersi disponibili solo in vista di una meta
professionale adeguata”; la quarta “l’obbedienza preventiva
completa: la strategia difensiva e quella pro-attiva sono sullo
stesso piano per il 34,9% dei giovani intervistati. Hanno
consapevolezza che il mercato del lavoro macina ed espelle chi
non si conforma alle sue regole e sono disponibili a sacrificarsi
per raggiungere i propri obiettivi professionali”.
particolarmenteimportante in questefase del dibattitopolitico”
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Giovani e lavoro: Acli,pesano “percorsibiografici e backgroundfamiliari peculiari”12 settembre 2017 @ 11:30 6
Come interpretano la propria
condizione occupazionale i
giovani italiani? Cosa ne pensano
del loro presente e del futuro
lavorativo? Cosa cercano nel
lavoro? Cerca di rispondere a
questi e altri quesiti la ricerca “‘Il
ri(s)catto del presente’. Giovani
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DON TOM UZHUNNALIL: SANTASEDE, GRAZIE A “QUANTI SI SONOADOPERATI PER IL SUORITROVAMENTO”, SULTANO OMAN EAUTORITÀ COMPETENTI SULTANATO18:05
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Argomenti GIOVANI IMMIGRATI LAVORO
Persone ed Enti ACLI Luoghi ROMA
© Riproduzione Riservata12 settembre 2017
italiani, expat e seconde
generazioni di fronte al lavoro e
al cambiamento delle prospettive
generazionali”, di cui è stata
presentata stamattina a Roma
un’anteprima, in occasione della
conferenza stampa promossa
dalle Acli, in vista del 50°
incontro nazionale di studi delle
Acli che si svolgerà a Napoli dal
14 al 16 settembre. L’indagine,
progettata dall’Iref e realizzata
con la collaborazione del
Dipartimento studi e ricerche
delle Acli, è stata realizzata
tramite una piattaforma di web-
survey nel periodo compreso tra
aprile e giugno 2017. Per
esplorare la condizione dei
giovani è stato predisposto un
questionario a risposte chiuse, di
55 domande. Nel complesso
l’indagine ha raggiunto più di
2500 ragazzi: 1755 sono i giovani
italiani (69,7%), 535 i ragazzi che
vivono all’estero dal almeno sei
mesi, i cosiddetti “expat” (21,2%)
e 229 i giovani figli di entrambe i
genitori stranieri (9,1%). L’analisi
ha individuato delle “sostanziali
differenze”, ascrivibili a “percorsi
biografici e background familiari peculiari”. La prima
considerazione ha riguardato un’opzione biografica sempre più
diffusa: la scelta di trasferirsi all’estero; un altro segmento
generazionale interessante per capire gli orientamenti dei
giovani verso il lavoro è dato dalle cosiddette seconde
generazioni (G2), ovvero i ragazzi nati da genitori immigrati in
Italia.
Giovani e lavoro: Acli,“poca fiducia nelsindacato a confermadel conflittogenerazionale”
RICERCA
Giovani e lavoro: Acli,“disposti a sacrificarsipur di non esserelicenziati o svolgerel’occupazione chepiace”
INCONTRO NAZIONALE
Lavoro: Rossini (Acli),“è un’emergenza”.“Tema del ‘Valore’particolarmenteimportante in questefase del dibattitopolitico”
FORMAZIONE
Giovani: Vacchina(Acli), “i più penalizzatifra tutti i lavoratori chehanno difficoltà”
INDAGINE
Giovani: Bracciali(Acli), “nel modo dipensare precariodobbiamo ridare ilgiusto valore e la giustaidentità al lavoro”
agensir.it
Sezione: ACLI
Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 2/2
https://agensir.it/quotidiano/2017/9/12/giovani-e-lavoro-acli-pesano-percorsi-biografici-e-background-familiari-peculiari/
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CERCA
DIR E POLITICA
Slitta lo Ius Soli; La Sinistra ciprova; Giovani e lavoro,ricerca Acli; “Basta insultiall’Ido”
Ecco titoli e il tg politico realizzato dall’agenzia DIRE.
SCONTRO SULLO IUS SOLI, A RISCHIOSLITTAMENTOAl via i lavori parlamentari dopo la pausa estiva. Palazzo Madama decide oggi
i tempi con cui portare in aula il disegno di legge sullo ius soli, che consente
di acquisire la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri o
arrivati in Italia da piccoli. Le associazioni paventano il rischio di un
ulteriore slittamento e chiedono di approvare la legge entro settembre. Per il
centrodestra il testo non deve andare avanti, il Pd annuncia battaglia, ma non
si fa illusioni sui numeri al Senato. Bisogna verificare le condizioni, spiega il
numero due del Nazareno Maurizio Martina.
LA SINISTRA CI PROVA, PISAPIA LEADER EASSEMBLEA IN AUTUNNOUn’assemblea nazionale in autunno per dar vita a un movimento unitario
della sinistra. Dopo i litigi delle scorse settimane, torna il sereno a sinistra del
Pd dove Campo progressista e Mdp raggiungono un’intesa di massima. Tutte
le componenti riconoscono la leadership di Giuliano Pisapia e si impegnano
a dar vita a un’assemblea rappresentativa. “Ottima riunione”, spiega Pier
Luigi Bersani, presente alla riunione di oggi con Massimo D’Alema, Roberto
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ALTRE NEWS DI POLITICA
Senato, salta il voto su Ius Soli.Pd si arrende, Zanda: “Non c’è lamaggioranza”
Italia maglia nera nei fondi perl’istruzione: nessuno spende cosìpoco tra i paesi Ocse
Sinistra, nasce il movimentounitario tra Mdp-Articolo 1 eCampo Progressista
Fiano (Pd): “Giusto toglierescritte fasciste da monumenti”.La destra insorge: “Unapagliacciata”
dire.it
Sezione: ACLI
Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 1/2
http://www.dire.it/12-09-2017/141247-slitta-lo-ius-soli-la-sinistra-ci-prova-giovani-lavoro-ricerca-acli-basta-insulti-allido/
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12 SETTEMBRE 2017
Speranza e Ciccio Ferrara.
LAVORO, BOSCHI: FARE DI PIÙ PEROCCUPAZIONE FEMMINILEPortare il livello di occupazione e retribuzione delle donne al livello di quello
degli uomini “è una sfida lunga e complessa”, ma per l’Italia sarebbe “miope
rinunciare a più della metà delle intelligenze e delle competenze del Paese”.
Lo dice la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi
chiede al governo di fare di più per il lavoro femminile.
I GIOVANI E IL LAVORO IN UNA RICERCA DELLEACLIPer mantenere il posto di lavoro si è disposti a lavorare di più, anche nei
festivi, e a rinunciare alle ferie fino ad arrivare al lavoro ‘in nero’. Lo dice una
ricerca delle Acli. Pur di non farsi licenziare il 27% dei giovani intervistati
rinuncerebbe ai festivi, il 16% farebbe a meno delle ferie, il 12% a una parte
dello stipendio e il 10% ai giorni di malattia.
AUTISMO, BIANCHI DI CASTELBIANCO: BASTAINSULTI ALL’IDO“Dal dileggio si e’ passati all’insulto e a mettere in discussione 45 anni di
professionalita’… la credibilita’ degli oltre 120 colleghi, medici, psicologi e
psicoterapeuti dell’Istituto di Ortofonologia di Roma, per non parlare del
danno causato a tante famiglie dei nostri piccoli pazienti affetti da autismo.
Ci vediamo in tribunale”. Cosi’ nella lettera pubblicata oggi sui maggiori
quotidiani nazionali firmata da Federico Bianchi di Castelbianco direttore
dell’IdO.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citareespressamente la fonte «Agenzia DIRE» e l'indirizzo «www.dire.it»
M5s, il 23 a Rimini il candidatopremier. Ironia Grillo-Casaleggio:“Ci scongeliamo e arriviamo”/VD
Lavoro, torna a diminuire ilnumero dei disoccupati.Gentiloni: Trend incoraggia, beneJobs act
Sei vittime a Livorno per ilmaltempo; Economia cresce;Pene più severe per propagandafascista
La rivoluzione del generalePappalardo: “Tra un meseentreremo a Roma, non cipossono fermare”/VD
Primo giorno di scuola, Fedeliscrive agli studenti: “Buon anno,ecco novità e impegni”
dire.it
Sezione: ACLI
Notizia del: 12/09/2017
Foglio: 2/2
http://www.dire.it/12-09-2017/141247-slitta-lo-ius-soli-la-sinistra-ci-prova-giovani-lavoro-ricerca-acli-basta-insulti-allido/
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Direttore responsabile Maria Ferrante − lunedì 11 settembre 2017 cerca nel sito o consulta la mappa del sito
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LAVORO - DALLE ACLI FOCUS LAVORO SU GIOVANIITALIANI E SECONDE GENERAZIONI NEL 50.moINCONTRO DI STUDI A NAPOLI
(2017-09-11)
“Valore Lavoro. L’umanità del lavoro nell’economia dei robot” è il titolodel 50° incontro nazionale di studi delle Acli che si svolgerà a Napoli dal14 al 16 settembre.
Nella tre giorni economisti, sociologi, politici, giuslavoristi e imprenditorisi confronteranno sull’impatto che i nuovi sistemi di produzione stannoavendo sui lavoratori e sulla loro vita. Il mondo produttivo cambia passo.
I lavori inizieranno con il saluto di Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, esi chiuderanno sabato 16 con una tavola rotonda alla qualeparteciperanno Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e deitrasporti, Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania,Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, Lisa Ferrarini,vicepresidente di Confindustria, Maurizio Del Conte, presidentedell’Anpal, l’Agenzia nazionale politiche attive lavoro.
Nel lavoro assistiamo a un’accelerazione dovuta alla combinazione tral’innovazione tecnico-informatica e l’innovazione della comunicazionedigitale. Agli ostacoli tradizionali che incontravano i giovani al loroingresso nel mondo del lavoro se ne aggiungono di nuovi dovuti a unatrasformazione dei processi lavorativi.
“Gli incontri di studio – afferma Roberto Rossini, presidente nazionaledelle Acli - sono per noi un momento per leggere i segni dei tempi eintraprendere un cammino nella realtà quotidiana. Il lavoro vive una faseimportante di trasformazione. Non possiamo conoscere appieno tutte lesfide che dovremo affrontare, ma alcune questioni sono già evidenti intutta la loro forza. Su queste abbiamo il compito di riflettere per iniziare amodulare possibili risposte”.
Uno dei focus dell’Incontro sarà il rapporto giovani e lavoro. L’Iref -l'Istituto di ricerche educative e formative delle Acli – per la prima voltaha messo a confronto il punto di vista dei ragazzi italiani con quello delleseconde generazioni e dei giovani italiani che sono emigrati. L’indagine,“ll Ri(s)catto del presente”, segna un ribaltamento di prospettiva. Invecedi studiare le forze strutturali che condizionano in negativo le opportunitàdei giovani, la ricerca si concentra sulle loro capacità di risposta di frontealla crisi.
“E’ essenziale – aggiunge Paola Vacchina, responsabile dipartimento studie ricerche Acli - dare voce ai giovani sulla loro vera presenza nel mondodel lavoro, un tema trattato spesso con troppa retorica. E’ altrettantoessenziale fornire loro competenze adeguate nell’ambito di un sistema diistruzione e formazione fortemente innovativo e rafforzato”.
Se è vero che la sfida posta da Industria 4.0 si gioca sul terreno dellecompetenze, della loro centralità rispetto alle mutevoli esigenze deltessuto produttivo, la risposta non può che partire dal rafforzamento eampliamento dell'offerta formativa nel suo complesso. Per questo, sullamateria nel corso dell’incontro verrà presentato un piano strategicoarticolato in sei punti: investire nella formazione professionale,consolidare e diffondere l'infrastruttura formativa, innovare le qualifichee i diplomi, sviluppare il sistema terziario professionalizzante (Its) e,infine, investire in un sistema accogliente di formazione professionale.
All’interno della tre giorni, ci sarà spazio anche per il concorso dicortometraggi “Lavori in corto” promosso dalle Acli e dalla Cei. Anchequi, il tema è il lavoro, declinato dalla prospettiva dei più giovani. Lapremiazione dei tre vincitori avverrà il 15 settembre alle 21.00 presso laCasina Pompeiana - Riviera di Chiaia. (11/09/2017-ITL/ITNET)
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Notizia del: 11/09/2017
Foglio: 1/1
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Ius soli, sit-in a Roma: "Senato approvientro settembre la legge"Lo promuovono la Campagna l’Italia sono anch’io e il movimento#italianisenzacittadinanza. Domani 12 settembre la riunione dei capigruppoper decidere la calendarizzazione dei lavori. "Ricorrere anche alla fiducia senecessario per velocizzare i tempi"
11 settembre 2017
ROMA - "Nonostante le dichiarazioni di esponenti del governo e della maggioranza che
dicono di voler approvare la legge che riforma la cittadinanza in questa legislatura, non
si sa ancora quando si terrà la discussione in Aula al Senato. Ricordiamo che lo stesso
presidente del Consiglio Gentiloni aveva definito la riforma “una conquista di civiltà”. Ci
aspettiamo che sia dunque conseguente con le sue affermazioni, ricorrendo anche alla
fiducia se necessario per velocizzare i tempi di approvazione". Lo sottolineano in
una nota i promotori de "La Campagna L’Italia sono anch’io" e il Movimento
#italianisenzacittadinanza. Per questo le organizzazioni propmuovono un sit in a
Piazza Montecitorio.
"Martedì 12 la riunione dei capigruppo deve decidere la calendarizzazione dei
lavori. - porsegue la nota - Noi chiediamo che il primo provvedimento all’ordine del
giorno sia questo. Da troppo tempo aspettiamo che le promesse fatte si traducano in atti
concreti e intanto un milione di giovani di origine straniera, nati o vissuti per anni nel
nostro paese, non sono ancora cittadini italiani per legge, anche se lo sono di fatto".
"Noi chiediamo che venga assicurato che entro settembre lo ius soli venga
approvato. Non possiamo accettare che per calcoli politici i diritti di una parte così
consistente di giovani vengano ignorati".
La Campagna L’Italia sono anch’io è promossa da Acli, Arci, Asgi, Caritas Italiana,
Centro Astalli, Cgil, Cnca, Comitato 1° Marzo, Comune di Reggio Emilia, Comunità di
Sant'Egidio, Coordinamento Enti Locali Per La Pace, Emmaus Italia, Fcei, Legambiente,
Libera, Lunaria, Migrantes, Il Razzismo è Una Brutta Storia, Rete G2 - Seconde
Generazioni , Tavola Della Pace, Terra del Fuoco, Uil, Uisp. Il movimento
Italianisenzacittadinanza è stato fondato nell'ottobre 2016 da giovani cresciuti in Italia. In
occasione dell'anniversario del voto della Riforma della legge sulla cittadinanza alla
Camera il movimento ha organizzato i flash mob "fantasmi per legge" a Roma, Palermo,
Reggio Emilia, Padova, Napoli e Bologna.
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Sezione: ACLI
Notizia del: 11/09/2017
Foglio: 1/1
http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/545713/Ius-soli-sit-in-a-Roma-Senato-approvi-entro-settembre-la-legge
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RAI UNO - TG1 NOTTE - "Acli, il lavoro al entro dell`incontro
nazionale" - (17-09-2017) -
In onda: 17.09.2017
Condotto da: PAOLA CERVELLI
Ospiti:
Servizio di:
Durata del servizio: 00:00:27
Orario di rilevazione: 01:33:51
Intervento di:
Tag: NAPOLI, ROBERTO ROSSINI (PRESIDENTE ACLI)
TAG/AG
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Data 17/09/2017 Ora Emittente RAIUNOTitolo Trasmissione RAI UNO - TG1 NOTTE - "Acli, il lavoro al entro dell`incontro nazionale" - (17-09-
2017) -
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RAI UNO - UNOMATTINA 07.10 - "Questione lavoro" - (13-09-2017)
In onda: 13.09.2017
Condotto da: BENEDETTA RINALDI, FRANCO DI MARE
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Intervento di: ROBERTO ROSSINI (PRESIDENTE ACLI)
Tag: ACLI (ASSOCIAZIONE CRISTIANI LAVORATORI ITALIANI), CONVEGNO, EMMANUEL MACRON (PRESIDENTE DELLA FRANCIA),
FLESSIBILITÀ, LAVORO
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Data 13/09/2017 Ora Emittente RAIUNOTitolo Trasmissione RAI UNO - UNOMATTINA 07.10 - "Questione lavoro" - (13-09-2017)
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Orario di rilevazione: 10:41:11
Intervento di: ROBERTO ROSSINI (PRESIDENTE ACLI)
Tag: ACLI (ASSOCIAZIONE CRISTIANI LAVORATORI ITALIANI), FORMAZIONE, LAVORO, MIGRANTI
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In onda: 12.09.2017
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Intervento di: LUIGI BOBBA (SOTTOSEGRETARIO MINISTERO DEL LAVORO), ROBERTO ROSSINI (PRESIDENTE ACLI), TIZIANO TREU
(PRESIDENTE CNEL)
Tag: ACLI (ASSOCIAZIONE CRISTIANI LAVORATORI ITALIANI), GIOVANI, ISTAT (ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA), LAVORO,
OCCUPAZIONE
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• RADIO VATICANA - RADIOGIORNALE 08.00 - "Buone notizie sul fronte del lavoro" - (13-09-2017)
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RADIO VATICANA - RADIOGIORNALE 08.00 - "Buone notizie sul
fronte del lavoro" - (13-09-2017)
In onda: 13.09.2017
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Orario di rilevazione: 08:05:34
Intervento di: ROBERTO ROSSINI (PRESIDENTE ACLI)
Tag: ACLI (ASSOCIAZIONE CRISTIANI LAVORATORI ITALIANI), ISTAT (ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA), LAVORO, NAPOLI,
ROBERTO ROSSINI (PRESIDENTE ACLI)
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Data 13/09/2017 Ora Emittente RADIO VATICANATitolo Trasmissione RADIO VATICANA - RADIOGIORNALE 08.00 - "Buone notizie sul fronte del lavoro" -
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