6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si...

30
Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 1 CRANIO-SACRAL TRAINING VI° LIVELLO - 2016 Era un uomo e un vaso, 1942, Georgia O’Keefe ASSOCIAZIONE CULTURALE MU Via Diaz 225 – Lucca Socio CO.N.A.C.R.E.I.S. Coordinamento Nazionale Associazioni e Comunità di Ricerca Etica Interiore Spirituale - tessera n° 108 Registro APS (Associazioni di Promozione Sociale) n° 54 Tel 0583-570830 333-4862234 [email protected] www.craniosacral-training.it

Upload: phamnhu

Post on 15-Dec-2018

222 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 1

CRANIO-SACRAL TRAINING

VI° LIVELLO - 2016

Era un uomo e un vaso, 1942, Georgia O’Keefe

ASSOCIAZIONE CULTURALE MU Via Diaz 225 – Lucca

Socio CO.N.A.C.R.E.I.S. Coordinamento Nazionale Associazioni e Comunità di Ricerca Etica Interiore Spirituale - tessera n° 108

Registro APS (Associazioni di Promozione Sociale) n° 54 Tel 0583-570830 333-4862234 [email protected]

www.craniosacral-training.it

Page 2: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 2

Mente di principiante “Nella mente di principiante ci sono molte possibilità, in quella da esperto poche” Se la vostra mente è vuota, è sempre pronta per qualsiasi cosa; è aperta a tutto. Nella mente di principiante ci sono molte possibilità, in quella da esperto poche. Nella mente di principiante non si trovano mai pensieri del tipo: “Io ho ottenuto qualcosa”. Ogni pensiero egocentrico limita la nostra vasta mente. Quando non abbiamo alcun pensiero di conseguimento, alcun pensiero di un “sé”, allora siamo dei veri principianti. Allora possiamo realmente imparare qualcosa. La mente di principiante è la mente della compassione. Quando la nostra mente è compassionevole, diventa sconfinata. (…) Allora siamo sempre veri di fronte a noi stessi, in armoniosa assonanza con tutti gli esseri, e possiamo attuare sul serio la nostra pratica.

Shunryu Suzuki (1976)

Page 3: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 3

INTRODUZIONE

In questo livello esploreremo le relazioni fra la faccia, il palato duro (composto da mascellari, palatini e vomere) e la base cranica. La faccia e il palato duro non sono parti che costituiscono il così detto Meccanismo Respiratorio Primario (MRP), ma allo stesso tempo sono in continuità. Le strutture ossee della faccia e del palato duro sono come “appese” alla componente superiore del MRP (ossa del cranio), in particolare al frontale e allo sfenoide. Anche la mandibola è inclusa in questa interrelazione, ed è connessa in particolare ai temporali e mascellari. L’interrelazione reciproca fra tutte le parti fa sì che gli schemi inerziali presenti a livello della base cranica e/o delle altre ossa del cranio abbiano un riflesso diretto nelle ossa della faccia e del palato duro (nonché della mandibola) e viceversa. E indirettamente sul tutto il sistema, su tutto il corpo-mente-cuore. Conoscere le dinamiche della base cranica è il presupposto essenziale per comprendere le dinamiche della faccia e del palato duro (così come porta ulteriore luce sulle dinamiche della mandibola).

VEDUTA D’INSIEME SUL LAVORO CRANICO Lo schema condizionato della base cranica (tradizionalmente definito “lesione cranica”) é un’alterazione o squilibrio del movimento sfeno-basilare ideale. Questi squilibri hanno una denominazione e sono correlati a tensioni nelle membrane a tensione reciproca (MTR): schema condizionato in inspirazione-flessione, in espirazione-estensione, lateroflessione, torsione (questi sono legati a un movimento fisiologico) e strain (scivolamento laterale e scivolamento verticale) (legati a movimento non fisiologico). Lo schema è nominato a partire dalla direzione in cui il movimento è facilitato. Per approfondimento, vedi la dispensa del 5° livello. La sfida adesso sarà quella di comporre una visione d’insieme sempre più articolata, nella quale individuare le priorità del sistema, sia come FI e relativo schema sia come processo di integrazione del lavoro svolto. Per cui tutti gli approcci che abbiamo incontrato nel corso del training possono essere usati con creatività crescente: è arrivato il momento di fare il salto “oltre i protocolli”.

COME ARRIVARE A FACCIA E BOCCA…

Prima di passare a interessarci delle dinamiche facciali e del palato duro, portiamo attenzione al MRP nella sua globalità e valutiamo le sue priorità. A livello del lavoro funzionale può darsi che ci sia innanzitutto bisogno di occuparci delle pelvi, oppure del sistema fasciale, o della colonna vertebrale. Insomma, teniamo presente tutto il lavoro svolto lungo i vari livelli, che spesso costituisce la preparazione prima di accedere in specifico alle dinamiche di faccia e bocca. Dal 5° livello abbiamo imparato l’importanza di definire la fisiologicità o meno del MRP: anche se abbiamo imparato questa parte avanti nel training – per motivi legati alla necessità di sviluppare una capacità percettiva accurata e spaziosa – questa verifica è importante. Le dinamiche della base cranica sono illuminanti per comprendere la condizione globale. Diamoci tutto il tempo necessario per imparare a riconoscere la condizione fondamentale del MRP a partire dall’ascolto. Nel tempo le informazioni ci arriveranno a partire da un contatto con qualsiasi parte del corpo, ma sicuramente questo è più facile a partire da un contatto locale.

Page 4: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 4

Abbiamo a disposizione varie prese (vedi dispensa 3° livello): presa di Becker, presa di Sutherland, presa occipite-frontale. Aggiungiamo adesso una nuova presa di ascolto:

ASCOLTO GLOBALE FACCIA E BOCCA

Entra in contatto con la faccia e la fronte del ricevente, avvicinando lateralmente il pollice al frontale, (vedi immagine), il dito indice in maniera morbida ma aderente al mascellare, il medio e anulare lateralmente alla mandibola. Lascia che le parti delle mani abbiano un contatto leggero e spazioso per permettere alla faccia e al frontale di esprimere la Respirazione Primaria (RP) e continua a creare spazio nelle mani senza perdere il contatto. Questa presa può essere usata sia in ambito funzionale sia biodinamico. Permette un ascolto privilegiato delle dinamiche e delle interazioni cranio-faccia. Ricorda che a livello cranico siamo in contatto anche con le MTR, mentre la faccia è “appesa” al sistema CS, e il movimento delle ossa che la compongono non esprimono una relazione diretta con le MTR anche se hanno una connessione più o meno diretta con parti del Meccanismo Respiratorio Primario. Orientati all’ascolto dell’inspirazione-espirazione della Respirazione Primaria (RP) come movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro motilità e mobilità. Prenditi tempo, entra in contatto con l’intenzione del sistema e riconoscila. Prendi nota mentalmente delle varie indicazioni che emergono. Con questa presa abbiamo una visione completa che include cranio, faccia, palato duro e mandibola.

SOPRA IL PALATO DURO…

Le dinamiche delle componenti che si trovano direttamente sopra il palato duro e che possono condizionarne la libertà sono: lo sfenoide, le MTR, il frontale, l’etmoide e le orbite oculari. Iniziamo portando attenzione al frontale e all’etmoide. Per approfondimenti sul frontale vedi la dispensa del 3° livello. L’osso frontale si articola al centro con i mascellari (sutura fronto-mascellare), dove il frontale si protende verso il basso e forma l’inizio del naso. Entrambi frontale e mascellari si articolano con l’osso etmoide.

Page 5: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 5

ETMOIDE

L'etmoide è un osso leggero e friabile di forma cuboidale. Si colloca sotto al frontale nella fossa cranica anteriore. E' formato da 4 parti: 2 lamine e i labirinti etmoidali destro e sinistro. - Lamina verticale: è piatta e quadrata. Si pone perpendicolarmente alla lamina orizzontale, ed è il prolungamento verso il basso della crista galli (un prolungamento rigonfio), che contribuisce a formare la parte superiore del setto nasale. Si articola con la spina nasale del frontale, le ossa nasali e posteriormente con il vomere. Sotto si prolunga con la parte cartilaginea del setto nasale. - Lamina cibrosa od orizzontale: è disposta orizzontalmente e si articola con l'incisura etmoidale del frontale e delimita la volta delle cavità nasali. Viene divisa in 2 metà, destra e sinistra, dalla crista galli. Sui 2 lati presenta dei forellini per il passaggio del nervo olfattivo. Nella parte anteriore vi è il foro etmoidale, per il passaggio del nervo etmoidale anteriore. - Labirinti etmoidali: sono 2 masse di osso pneumatico, appese ai margini laterali della lamina cibrosa, e sono costituite da un sistema di cavità anfrattuose dette cellule etmoidali. Sono delimitate da 2 lamine sottili che si attaccano dalla faccia mediale dei labirinti. La lamina laterale (detta papiracea per la sua sottigliezza) forma una parte della parete mediale dell'orbita e si articola superiormente con il frontale, inferiormente con il mascellare e il palatino, anteriormente con il lacrimale e posteriormente con lo sfenoide. L'etmoide si articola con tredici ossa:

- due del neurocranio: l'osso frontale e lo sfenoide (a livello del corpo e delle conche) - undici dello splancnocranio: le due ossa nasali, le due ossa mascellari, le due ossa lacrimali,

le due ossa palatine, i due cornetti nasali inferiori e il vomere.

L'etmoide è un osso della base cranica. La sua mobilità dipende dallo sfenoide a cui è posto anteriormente. Il suo asse di movimento è orizzontale e trasversale, e passa per il centro della lamina perpendicolare, poco al di sotto della lamina cibrosa. Attorno a questo asse compie movimenti di flesso-estensione, essendo un osso della linea mediana. Le sue peculiarità articolari fanno sì che il suo movimento si realizzi con una direzione inversa allo sfenoide, con un meccanismo tipo ruota dentata. Come la sutura metopica, nella flessione l’etmoide è tirato internamente, nell’estensione è spinto esternamente (a cliente supino: scende verso il lettino nella flessione, sale verso il soffitto nell’ Offrendo inserzione alla falce sulla crista galli, si trova in continuità con il sistema membranoso, trasferendo le sue condizioni fino al coccige, e viceversa, ricevendo influenze

Page 6: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 6

dirette dalle condizioni del coccige (es. una caduta). L’etmoide e il coccige sono accoppiati da un punto di vista embriologico, ricoprendo i due poli opposti della stria primitiva, l’antenato embriologico della colonna vertebrale, mettendo così in diretta connessione la parte superiore e quella inferiore del MRP. L’etmoide è la zona del corpo in cui sembra trovarsi la più alta concentrazione di magnetismo nel corpo, interagendo così con i campi elettromagnetici. Si pensa che questa caratteristica abbia permesso, nel corso dell’evoluzione, lo sviluppo del senso di orientamento. Da un punto di vista energetico l’etmoide si trova localizzato nella area del 6° chakra, la zona corrispondente al terzo occhio, l’organo della percezione interiore, che permette di portare la luce della consapevolezza e l’intuizione nella nostra vita. In molte tradizioni questa zona è considerata la porta di accesso per l’anima. Dal punto di vista fisico è comunque in contatto con la zona degli occhi fisici, organi della percezione esterna, e comunque anch’essi definiti in varie tradizioni “porta dell’anima”. Da un punto di vista meccanico, l’etmoide può trovarsi compresso via osso frontale, mascella, vomere e risente direttamente di tutte le disfunzioni della base cranica, grazie anche all’inserzione della falce sulla sua crista galli.

OSSA NASALI Il nasale è costituito da una laminetta piccola e robusta con forma quadrangolare. Assieme al controlaterale colma lo spazio compreso tra frontale ed i processi frontali del mascellare, formando un tetto spiovente inclinato verso il basso e in avanti. Si articolano con i mascellari e con il frontale. La loro disfunzione è solitamente il risultato di un trauma.

RELAZIONE FRONTALE-ETMOIDE Il frontale esprime la sua motilità e mobilità come se fosse ancora composto da 2 ossa (come al momento della nascita) unite a livello della sutura metopica. La falce si inserisce internamente sulla crista galli dell’etmoide e prosegue lungo questa sutura. Ricordiamo sommariamente che nella fase di inspirazione, mentre gli aspetti laterali dell’osso frontale si aprono in rotazione esterna, la sutura metopica si muove posteriormente. Il frontale si muove “guidato” dal movimento dello sfenoide; l’etmoide sottostante si muove in direzione opposta allo sfenoide (si muove come l’occipite). Sfenoide, frontale ed etmoide formano un’unità funzionale le cui dinamiche si riflettono sul palato duro sottostante e sono da esso influenzate. L’incontro di queste dinamiche si esprime a livello della zona fra le sopracciglia. Quest’area è densa di connessioni:

• A livello sottile è l’area del “terzo occhio” e del 6° chakra. • Posteriormente a questa area si trova l’asse che attraversando il 3° ventricolo mette in

connessione la ghiandola pineale (epifisi) con quella pituitaria (ipofisi): inerzie nella relazione sfenoide-frontale-etmoide possono avere ripercussione sui sistemi endocrino e immunitario, di cui queste ghiandole fanno parte.

• Dietro all’osso frontale si trova la corteccia frontale, l’area del cervello deputata alla consapevolezza e coinvolta nelle risposte allo stress.

• In relazione allo sviluppo embrionale questa zona corrisponde al luogo in cui il pre-embrione si è attaccato all’utero materno nel processo di annidamento.

Per procedere a verificare la condizione di questa area ed eventualmente facilitare un rilascio di inerzie, dopo l’assestamento nella neutralità del corpo fluido, si può iniziare un ascolto a partire da una presa occipite-frontale, che ci permette un contatto diretto con le MTR, attraverso la falce. Iniziamo da un contatto con il soma, con i tessuti, invitando il corpo fisico ad assestarsi

Page 7: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 7

gradualmente nei fluidi, come se galleggiasse nel corpo fluido. Entriamo così gradualmente in contatto con l’espressione della RP a livello della marea media (MM). Pur mantenendo un orientamento ampio, a tutto il corpo fluido (ricorda i vari passaggi), osserva come l’espressione della RP possa eventualmente essere condizionata dallo stato della relazione fra sfenoide, frontali ed etmoide. Ti può essere di aiuto permettere alla falce di mostrare la sua risposta alla RP. Nota la relazione del movimento con il Fulcro di Sutherland. Puoi poi passare all’ascolto della faccia, per aggiungere informazioni e connetterti in modo più particolareggiato con le varie interrelazioni. Una volta individuata la presenza di inerzie a livello della zona fra le sopracciglia, puoi passare all’approccio dell’APERTURA DI FRONTALE-ETMOIDE. Rimanendo posizionato dietro alla testa del ricevente, appoggia i pollici nella zona fra le sopracciglia, la glabella, uno appoggiato sull’altro. Le altre dita delle mani sono morbidamente in contatto con i lati del cranio. Puoi fare questo contatto o seduto, con i gomiti appoggiati, oppure in piedi, appoggiandoti con le cosce al lettino, e con i gomiti in contatto con i lati del corpo, così che vengano da esso sostenuti. Negozia il contatto ricordandoti che stai toccando una zona molto delicata. Ascolta le dinamiche presenti in questa area mantenendo un campo percettivo ampio e il senso di relazione del locale con il globale. Il contatto diretto è con l’osso frontale e indirettamente porta particolare attenzione all’etmoide. Permetti allo schema inerziale di accedere allo Stato di equilibrio. Mantieni lungo tutto il processo un’intenzione di spazio e apertura. Se il sistema fatica a trovare un assestamento nello stato di equilibrio per la presenza di forti inerzie, puoi procedere a intessere una conversazione specifica con il sistema. Invita il movimento di inspirazione-espirazione a manifestarsi: nella fase di inspirazione, quando il frontale si allarga, la glabella e l’etmoide scenderanno anteriormente. Suggerisci un approfondimento di questi movimenti nella fase di inspirazione, senza assolutamente forzare. Permetti al processo di svolgersi. Dopo la riorganizzazione ascoltare nuovamente l’espressione della RP. Forti inerzie in questa zona possono manifestarsi attraverso movimenti anomali, non liberi, o addirittura come assenza di movimento: ad es., nella fase di inspirazione ci sarà un certo senso di allargamento del frontale ma non sarà possibile percepire la discesa posteriore di glabella ed etmoide. Data la continuità delle MTR dall’etmoide fino al coccige, un buon modo per concludere e integrare il lavoro, è di andare al sacro. Se necessario invitare nuovamente lo Stato di equilibrio oppure semplicemente integrare attraverso alcuni cicli di ascolto o con un invito alla Quiete. RELAZIONE ETMOIDE – NASALI – FRONTALE: Anche le ossa nasali possono essere particolarmente coinvolte nella relazione fra frontale ed etmoide. A partire da un contatto con queste ossa – nasali e frontale – è possibile contattare le dinamiche dell’etmoide, il quale non è contattabile direttamente. Ricordiamo che anche se prendiamo in considerazione prevalentemente etmoide, nasali e frontale, altre aree estremamente coinvolte sono sfenoide, mascellari (e palato duro in genere) e orbite oculari. Dopo un ascolto globale con attenzione alle dinamiche di MTR, cranio e faccia (usando una o più delle varie prese del cranio, incluso l’ascolto della faccia) e relativo assestamento, posizionarsi lateralmente al cranio del ricevente. La mano in direzione cefalica contatta l’osso frontale con pollice e indice posizionati nelle parti laterali adiacenti alle grandi ali dello sfenoide; la mano in direzione caudale contatta le ossa nasali ai lati del

Page 8: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 8

naso, subito sotto la sutura fronto-mascellare, con pollice e indice. I gomiti sono entrambi appoggiati, così da poter fungere da fulcro. Ci rivolgiamo all’ascolto del corpo fluido a partire da questa presa. Non cerchiamo, ma lasciamo che le informazioni arrivino a noi, mantenendo un campo percettivo ampio. A partire dalle dinamiche presenti in questa area, permettiamo al sistema di assestarsi verso la direzione facilitata ed accedere allo Stato di Equilibrio. Permettiamo all’intero processo di svolgersi. Ricordiamo che nella fase di riorganizzazione è sempre utile mantenere un orientamento alla Linea Mediana Primaria (LMP). Nel caso che forti inerzie siano presenti in questa area e non permettano l’accesso allo stato di equilibrio, possiamo introdurre una conversazione specifica invitando il sistema a sostare al picco dell’inspirazione, dove le potenze possono guidare i fluidi a liberare le inerzie tessutali. Lo facciamo per qualche ciclo (2-3). Se questa conversazione non fosse sufficiente, possiamo introdurre una conversazione di sganciamento: invitiamo il sistema ad assestarsi in uno spazio di neutralità fra le fasi di inspiro ed espiro, conteniamo questo spazio a partire dal contatto con il frontale e invitiamo le ossa nasali a scendere in direzione caudale. Nel lavoro con le dinamiche delle aree connesse all’etmoide un buon modo di iniziare la seduta o concluderla è con la presa sacro-occipite contemporaneamente (presa delle 2 cisterne).

OSSO ZIGOMATICO L'osso zigomatico è posto nella parte più laterale della faccia, e ha una forma quadrangolare. Forma la parete laterale e il pavimento dell'orbita e le pareti della fossa temporale e infra-temporale. Ha 3 facce, 5 margini e 3 processi: - Faccia laterale: forma la prominenza dello zigomo, con un aspetto a pomello, e dà passaggio ai vasi e nervi zigomatico-facciali. Con il foro zigomatico-facciale fa inserzione ai muscoli mimici piccolo e grande zigomatico. - Faccia temporale: è concava, guarda all'indietro e medialmente, e si articola con il mascellare. Dà passaggio al nervo zigomatico-temporale. - Faccia orbitaria: è liscia e concava, disposta supero-medialmente, e forma gran parte della parete laterale e basale dell'orbita. Dà passaggio ai nervi zigomatico-faciale e sigomatico-temporale. - Margine antero-superiore: delimita la parte infro-laterale della circonferenza orbitaria, è liscio e concavo. - Margine antero-inferiore o temporale: da sotto prosegue nel processo zigomatico del temporale, e da sopra prosegue con il processo zigomatico del frontale. Dà inserzione all'aponeurosi del temporale. - Margine posteriore-inferiore: dà inserzione al muscolo massetere. - Margine postero-mediale: è dentellato e si articola superiormente con la grande ala dello sfenoide e inferiormente con il mascellare. Tra i 2 tratti c'è una piccola concavità che delimita lateralmente la fessura orbitaria inferiore. - Processo fronto-sfenoidale: è grosso e dentato e si articola superiormente con il processo zigomatico del frontale, e posteriormente con la grande alla dello sfenoide. Nella sua faccia orbitaria c'è il tubercolo di inserzione del tendine del m. retto laterale. Dà inserzione a parte del m. elevatore della palpebra superiore, al legamento sospensore del bulbo oculare ed al legamento palpebrale laterale. - Processo temporale: forma la parte anteriore dell'arcata zigomatica, e si articola con il processo zigomatico del temporale. - Processo mascellare: lo unisce, appunto, al mascellare Da un punto di vista funzionale, le ossa zigomatiche agiscono come connettori tra le ossa tra cui si articolano. Le disfunzioni degli zigomi possono essere il riflesso di una disfunzione dei frontali, mascellari o temporali, oppure possono derivare da un trauma diretto. Lo zigomo inoltre mantiene la malposizione della mascella.

Page 9: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 9

Il movimento dello zigomatico si adatta ed è coordinato con il movimento del frontale e dello sfenoide, con cui è articolato.

Il suo asse di movimento è orizzontale, obliquo dall'esterno all'interno e da dietro in avanti, e passa per il processo temporale e per il processo mascellare. Attorno a questo asse realizza movimenti di rotazione interna-esterna. Anche il suo movimento è un adattamento meccanico articolare al movimento primario delle ossa del neurocranio, con cui si articola. Le ossa zigomatiche sono interessate dai movimenti dello sfenoide, del temporale, del mascellare e del frontale. Si muovono su un asse obliquo in senso esterno-interno e postero-anteriore. La grande ala dello sfenoide spinge in avanti, inferiormente ed esternamente il processo orbitale dell’osso zigomatico attorno ad un asse longitudinale. Questo movimento viene ulteriormente accentuato dalla spinta che il processo zigomatico del temporale che anch’esso si muove in basso esternamente. Il frontale ed il mascellare, che ruotano su assi verticali ed internamente interessano la porzione laterale (frontale) e quella anteriore (mascellare). Quindi nella rotazione esterna lo zigomatico oscilla in avanti verso il basso ed in fuori, allargandosi. Per la sua particolare posizione e le sue connessioni l’osso zigomatico può essere considerato la chiave del movimento della sfera dello sfenoide. LAVORO SUGLI ZIGOMI: Possiamo ascoltare le dinamiche degli zigomi anche con un contatto diretto, appoggiando 2 dita sull’area. Lo zigomo dovrebbe essere libero di muoversi con l’inspirazione-espirazione della RP, con un movimento di apertura-chiusura come descritto precedentemente. Quando individuiamo un’inerzia localizzata su uno o entrambi gli zigomi possiamo muoverci in più direzioni.

• Possiamo contattare lo zigomo con pollice-indice-medio, ascoltare e invitare spazio e sollevamento in inspirazione.

• Sempre con la stessa presa, invitare lo stato di equilibrio. • Se l’inerzia è molto forte e il sistema ha difficoltà a rilasciarla, possiamo inserire l’indice

dentro la bocca, tra la mascella e lo zigomo. Ricorda che la mucosa della bocca è molto sensibile. La mano esterna può appoggiare due dita esternamente sullo zigomo o contattarlo con pollice-indice-medio come nella modalità precedente. Anche qui possiamo o invitare spazio nella fase di inspirazione o sostenere lo Stato di Equilibrio.

E’ possibile anche lavorare con il processo di invito allo spazio nel picco dell’inspirazione o dello Stato di Equilibrio con un contatto contemporaneo dei due zigomi. Questo può essere fatto con una di queste due prese:

- siamo in posizione cefalica, e appoggiamo indice e medio di ogni mano sugli zigomi del

Page 10: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 10

ricevente - siamo in posizione laterale, una mano è appoggiata sul frontale, con l’altra si contattano i 2

zigomi con pollice e indice o medio. Nelle condizioni di scivolamento laterale della sfeno-basilare in condizione non fisiologica, gli zigomi possono contenere forti inerzie.

GLI OCCHI “Tutti abbiamo organi di senso che sono simili, ma le nostre percezioni sono totalmente uniche... La percezione riguarda la relazione – con noi stessi, con gli altri, con la Terra e con l'Universo.”

Bonnie Bainbridge Cohen

www.studiosarnicola.it Gli occhi sono organi di senso, che contengono più della metà di tutti i recettori sensoriali del corpo, per cui è necessario che il 30% circa della corteccia umana sia deputata all’elaborazione dell’informazione visiva. La vista ha sempre giocato un ruolo di primo nel processo di evoluzione della specie, ed è fondamentale per l’organizzazione motoria del corpo, infatti è grazie alla vista che impariamo a muoverci nello spazio. Per esempio, i nati ciechi hanno ritardi nell’acquisizione della deambulazione autonoma e non riescono mai a raggiungere lo sviluppo delle capacità di motricità fine, proprio per la mancanza dell’apporto visivo. Gli occhi, dal punto di vista dello sviluppo embrionale, si formano separandosi dai ventricoli laterali. Per questo condividono proprietà comuni riguardo ai fluidi interni ed alla struttura di base, anche se la consistenza dell’occhio ha una elasticità maggiore di circa 1/3 rispetto a quella dei ventricoli. Una buona visualizzazione dell’anatomia dell’occhio e soprattutto delle ossa direttamente e indirettamente coinvolte ti dovrebbe aiutare nel tuo lavoro. La maggior parte dei muscoli oculomotori sono inseriti alla dura madre che ricopre il nervo ottico con un tendine ad anello (tendine anulare comune). Questo anello fibroso si fonde in parte con la

Page 11: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 11

dura sfenoidale all’altezza del forame ottico. Gli occhi accumulano molta tensione: il nostro ambiente ci manda continuamente molte informazioni visive; spesso lavoriamo al computer o guardiamo la televisione; molti hanno problemi di vista (i più comuni sono miopia, astigmatismo, presbiopia). Nella nostra esperienza abbiamo notato che spesso la tensione agli occhi si ripercuote in particolare sui muscoli della faccia, in particolare i masticatori. Questo è dovuto allo sforzo che mettiamo nel guardare, come se dovessimo andare a catturare l'immagine che si trova all'esterno, sforzandoci anche quando non ce n'è bisogno, invece di semplicemente ricevere l'informazione visiva. Prova a fare un semplice esercizio: osserva la differenza fra “andare” con gli occhi a cercare di vedere un oggetto, oppure semplicemente a lasciare che l'immagine arrivi spontaneamente. Nel primo caso ci sarà uno sforzo di tutto il corpo, una leggera tensione che si ripercuote sopratutto nella parte superiore, spalle e testa; nel secondo caso ti puoi rilassarti e fidarti che l'immagine arrivi a destinazione. Inoltre la parte del cervello che elabora l'info visiva percepita dall'occhio è localizzata prevalentemente nella zona occipitale del cervello, per cui la tensione può ripercuotersi anche su quest’area. L'occhio è l'organo della vista, specializzata per la detenzione, la localizzazione e l'analisi della luce. La sua funzione è quella di tradurre le onde elettromagnetiche della luce in impulsi nervosi che vengono trasmessi al cervello mediante il nervo ottico. E' una struttura complessa costituita dal bulbo oculare, da strutture motorie e di protezione e dalle vie nervose che portano gli impulsi alla corteccia cerebrale. L'occhio è adagiato nell'orbita, formata da un insieme di segmenti ossei articolati tra loro: sfenoide, etmoide, frontale, mascellare, palatino, zigomatico e lacrimale. Il bulbo oculare ha la forma di un globo con circa 2,5 cm di diametro, con una sporgenza sulla sua parte anteriore, ed è posto nella cavità orbitale. La parte esterna è formata da 3 strati di tessuto. Lo strato più esterno è la sclera, un rivestimento protettivo bianco, opaco e duro che ricopre circa 5/6 della superficie oculare. Nella parte anteriore la sclera è in continuità con la cornea, trasparente e sporgente. La cornea è costituita da 5 strati, attraverso i quali la luce penetra all'interno dell'occhio. Dietro alla cornea c'è una cavità contenente l'umor acqueo, un liquido trasparente e acquoso, che separa la cornea dal cristallino. Il cristallino rappresenta la lente dell'occhio, ha la forma di una sfera appiattita ed è formato da fibre trasparenti poste a strati. E' circondato dal muscolo ciliare, di forma anulare, a cui è collegato da legamenti. Insieme ai tessuti circostanti, il muscolo ciliare forma il corpo ciliare che, appiattendo o arrotondando il cristallino, ne modifica la lunghezza focale, cioè la distanza per mettere a fuoco le immagini. Dietro al cristallino, il bulbo oculare contiene l'umor vitreo, una sostanza gelatinosa trasparente racchiusa da uno stato membranoso sottile, la membrana ialoidea. La pressione dell'umor vitreo mantiene il bulbo oculare disteso. Lo strato intermedio è la coroide, molto ricca di vasi sanguigni, che riveste i 3/5 della parte posteriore del bulbo oculare ed è in continuità con il corpo ciliare e con l'iride. L'iride è il diaframma ottico, costituito da connettivo pigmentato ed è localizzato dietro alla cornea e davanti al cristallino. Presenta un foro centrale, la pupilla, le cui dimensioni sono controllate da un muscolo posto al suo margine. Contraendosi e rilassandosi, questo muscolo fa allargare o rimpicciolire la pupilla, controllando la quantità di luce che penetra nell'occhio. Lo strato più interno è la retina, un tessuto nervoso sensibile alla luce, formata in gran parte da cellule nervose stratificate. Queste cellule, i coni e i bastoncelli, si distinguono per il loro aspetto e le loro funzioni, e hanno diversa sensibilità ai colori e alla quantità di luce. I coni sono più sensibili ai colori permettono un'accentuata acutezza visiva. I bastoncelli sono più sensibili alla luce e permettono la visione crepuscolare. Sul fondo dell'occhio si trova la papilla ottica, il punto di ingresso del nervo ottico nel bulbo oculare, una piccola zona rotonda di retina priva di cellule fotosensibili, detta anche punto cieco. Il rivestimento durale del nervo ottico si attacca sull'endostio delle superfici esterne delle ossa che costituiscono la cavità orbitaria.

Page 12: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 12

Gli occhi possono essere paragonati a macchine fotografiche. Il cristallino forma sulla retina (paragonabile alla pellicola fotografica) l'immagine capovolta degli oggetti. La messa a fuoco viene ottenuta tramite il processo di accomodazione, con l'appiattimento o l'arrotondamento del cristallino. Nella prima infanzia si riesce a mettere chiaramente a fuoco a una distanza di circa 6 cm. Crescendo il cristallino si indurisce, e la messa a fuoco da vicino nell'adulto è di circa 15 cm. Con l'avanzare dell'età, si comincia a perdere la capacità di adattamento per le distanze ravvicinate. I muscoli oculari permettono l'incredibile mobilità dell'occhio, che mantenendosi in costante movimento permette di avere una visione nitida, altrimenti percepiremmo solo la zona centrale come nitida, circondata da una crescente sfocatura. I muscoli oculari, lavorando insieme, permettono anche di far convergere entrambi gli occhi sullo stesso punto, in modo che le immagini percepite dai 2 occhi coincidano. Quando la convergenza è difettosa le immagini appaiono sdoppiate. Il lavoro dei muscoli oculari permette anche la visione globale, la valutazione delle dimensioni, della tridimensionalità e della distanza dell'oggetto osservato. L'occhio possiede anche strutture protettive localizzate esternamente al bulbo oculare. La più importante di esse sono le palpebre, una superiore e una inferiore, guidate da muscoli che ne permettono la chiusura per proteggere l'occhio da troppa luce o da pericoli, e che generalmente si chiudono per azione riflessa ogni 6 secondi circa. Le ciglia fungono da schermo. Ciascun occhio è dotato, al suo angolo esterno, di ghiandola lacrimale, un organo a secrezione esterna, la cui soluzione salina ripulisce l'occhio. Le sopracciglia hanno la funzione di assorbire o deviare il sudore o la pioggia e di impedire che l'umidità finisca negli occhi. I margini ossei dell'orbita, infine, lo proteggono da eventuali colpi. I nervi cranici che governano la mobilità dell'occhio sono il III, il IV, la prima branca del V e del VI, i quali nel loro tragitto fino all'organo bersaglio passano per il tentorio. Le grandi vie artero-venose che irrorano e drenano l'occhio sono: l'arteria oftalmica, branca dell'arteria carotide interna, che corre insieme al nervo ottico nel canale ottico, e la vena oftalmica, che dalla finestra sfenoidale superiore drena nel seno cavernoso.

LAVORO SUGLI OCCHI “La vista è il nostro dialogo con la luce” Andrea Olsen, “Body and Earth”

Ricordiamo che il lavoro fatto con orientamento alla MM richiede un preliminare assestamento del corpo fluido nella neutralità. A quel punto è possibile passare alla presa diretta sugli occhi. Il processo include 4 prese diverse: 3 fatte individualmente su ogni occhio, la 4° a conclusione include entrambi gli occhi contemporaneamente.

Page 13: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 13

I primi 3 contatti possono essere fatti prima tutti su un occhio e poi sull’altro, oppure alternando 1 contatto alla volta per ogni occhio. Il lavoro è intenzionale e richiede, per ogni presa, di permettere un ulteriore assestamento nello Stato di Equilibrio, con un intenzionale invito allo spazio. E’ fondamentale avere una posizione comoda con i gomiti appoggiati. 1) Metti un dito sulla parte del frontale che si articola con l’osso nasale; metti un altro dito diagonalmente opposto sullo zigomo.

2) Un dito sul frontale al punto di mezzo dell’orbita e l’altro dito sotto.

3) Un dito sul mascellare e l’altro sullo zigomo. La direzione allo spazio è caudale.

4) Dopo che le precedenti 3 prese sono state applicate su ogni occhio, si passa a questa presa conclusiva. Con una mano contatta l’incisura frontale con 2 dita (pollice-indice) e metti pollice e indice dell’altra mano sui lati delle ossa nasali. Questa presa può essere orientata alla liberazione della relazione fra frontale e nasali oppure dell’etmoide.

Page 14: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 14

LAVORO SULLA FACCIA ORIENTATI ALLA MAREA LUNGA

Buddha Smile www.paoloproiettiyoga.blogspot.com

Questo lavoro biodinamico lo facciamo orientandoci a lavorare con il corpo fluido nella sua relazione con il corpo delle maree, direzionandoci alla RP a livello della Marea Lunga. Iniziamo con una presa globale (es. presa della pietà) per permettere l’assestamento del corpo fluido nella neutralità. Quando si arriva alla neutralità ci orientiamo alle potenze che guidano i fluidi e apriamo l’orientamento alla ML: aspettiamo finché non abbiamo la sensazione che le mani possano percepirla. Una volta che ci siamo sincronizzati con la ML, useremo una sequenza di contatti. In ogni punto andremo a contattare la RP (al livello in cui è disponibile) e noteremo 1-2 punti in cui il contatto con la ML è facilitato. Alla fine torneremo su questi 2 punti, per approfondire il contatto con la ML. Non lavorare con le braccia sospese, ma appoggiare gomiti (usare cuscini, coperte). Nei contatti le mani sono sempre aperte, tocco solo con la punta delle dita, e lascio spazio ai lati del viso, non voglio toccare le orecchie. Il contatto è lieve come se tenessi fra le mani una palla d'acqua. I punti su cui si va a lavorare sono:

1. CLAVICOLE ! il contatto è con la punta di 1 o 2 dita 2. IOIDE ! laterale allo ioide, con le punte di 1 o 2 dita 3. MANDIBOLA ! proprio sotto l'angolo 4. MASCELLA ! con 2 dita, sotto zigomatico, parte più interna sopra la sutura

intermascellare (sopra i denti canini) 5. ATM ! qui c'è come una fontana, contattare con 1 dito (es. anulare) 6. CALVARIO ! la linea del calvario divide la base cranica dalla volta (sul calvario c'è il

punto di differenziazione energetica delle 2 parti); ci posizioniamo posteriormente alla grande ala dello sfenoide, nella sutura tra base e volta. Qui aspetto finché ho la sensazione che si crei spazio fra base e volta.

Chiudere con un’integrazione in contatto con le caviglie.

La faccia ci permette il contatto con il SN sociale. Lo sviluppo della faccia avviene a livello embrionale in interazione con lo sviluppo del cuore. Cuore e faccia sono entrambi coinvolti nel processo relazionale. Questo lavoro sulla faccia può essere proposto con intenzioni diverse:

- può essere una preparazione alle dinamiche del cranio o un riequilibrio dopo che ci sono stati importanti lavori a livello del cranio

- può aiutare i processi di rilascio dello stress in ambiti relazionali e in vissuti emotivi importanti

- può essere di sostegno in situazioni di problematiche cardiocircolatorie.

Page 15: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 15

IL PALATO DURO

Con il termine palato duro si intende l’insieme composto da: - mascellari - palatini - vomere - etmoide

I MASCELLARI

I mascellari sono formati da 2 ossa simmetriche situate nella parte centrale della faccia, e sono una parte predominante dello scheletro facciale. Insieme formano l'arcata elveolare superiore, formando un'ampia cavità, il seno mascellare, creando così il soffitto della bocca, il pavimento e le pareti laterali della cavità nasale e parte del pavimento dell'orbita. Il corpo del mascellare ha una forma cuboide, e presenta 4 FACCE: una ANTERIORE - è incavata e forma la fossa canina. Dal basso, si trovano: - processo alevolare - varie fossette per l'insersione dei muscoli mimici - foro infraorbitario, dove passano i vasi e i nervi infraordibtari - incisura nasale e spina nasale anteriore - inserzione dei muscoli nasali e del depressore del setto una SUPERIORE - forma la maggior parte del pavimento dell'orbita, che ha 3 margini: 1) mediale: si articola con l'osso lacrimale, l'etmoide (lamina papiracea) e col processo orbitario del palatino 2) posteriore: forma il margine anteriore della fessura orbitaria inferiore 3) anteriore: forma il margine anteriore dell'orbita e lateralmente forma il processo frontale (articolato con l'osso frontale) una POSTERIORE – presenta: - il processo zigomatico per l'articolazione con l'osso zigomatico - orifizi per il passaggio di vasi e nervi alveolari - la tuberosità mascellare per l'articolazione con il processo piramidale del palatino - il solco per il nervo mascellare - anteriormente limita la fossa pterigo-palatina una MEDIALE – da cui emerge il processo platino. Presenta: - l'apertura del seno mascellare - la superficie articolare con l'etmoide e con l'osso lacrimale - la parete inferiore del meato nasale Il seno mascellare forma la cavità interna dell'osso mascellare e comunica con la cavità nasale con 2 orifizi rivestiti da mucosa. La sua parete posteriore è attraversata dai canali alveolari dove si collocano i molari. Il pavimento è formato dal processo alveolare. Le sue pareti son generalmente molto sottili e la forma può variare da persona a persona. Il processo zigomatico ha la forma di una stanghetta ossea appiattiva che si volge orizzontalmente in avanti per congiungersi con l'osso zigomatico. Sotto la radice posteriore del processo zigomatico si trova il meato acustico esterno e più in avanti la faccia articolare per l'articolazione temporo-mandibolare. Il processo frontale è mediale e verticale e si interpone tra le ossa nasali e lacrimali: - la faccia laterale è intraorbitaria: dà inserzione al muscolo orbicolare, accoglie la ghiandola lacrimale e alcuni fasci di muscoli mimici - la faccia mediale è intranasale e si articola con l'etmoide - il margine superiore si articola con il frontale - il margine anteriore si articola con il nasale - il margine posteriore si articola con il lacrimale

Page 16: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 16

Il processo alevolare è arcuato e forma gli alevoli dentari nei quali si impiantano le radici dei denti. Il più profondo è quello per il canino. Il processo palatino è largo e appiattito, disposto orizzontalmente, e assieme al suo contro-laterale, forma il pavimento delle fosse nasali e la parte anteriore del palato duro: - la faccia inferiore ha fossette e incisure per i vasi e per i nervi palatini e per le piccole ghiandole salivari accessorie - la faccia superiore presenta il canale incisivo e forma il pavimento delle fosse nasali

- il margine mediale, articolandosi con il contro-laterale, forma la sutura intermascellare e superiormente si articola con il vomere - il margine posteriore si articola con la lamina orizzontale del palatino La mobilità di ognuna delle 2 ossa mascellari è data da una rotazione, interna ed esterna, attorno ad un asse verticale, che passa per il processo frontale e per lo spazio tra canino e incisivo laterale. La mobilità dipende sopratutto dallo sfenoide, a cui le ossa mascellari sono articolate posteriormente, con l'interposizione dei palatini. La mobilità è influenzata anche dall'osso frontale, con cui si articolano tramite i processi frontali, e dal vomere, disposto lungo la sutura intermascellare, che trasferisce sulle ossa mascellari i movimenti dello sfenoide, a cui è articolato. A differenza delle ossa del neurocranio, l'osso mascellare non è guidato dai movimenti delle membrane a tensione reciproca: il suo movimento è un

adattamento articolare, in rispsta al movimento primario della base cranica. La motilità: a livello dell’inspirazione-espirazione della RP, tutti i tessuti sono mossi contemporaneamente, come tessuti che fluttuano nei fluidi. Le potenze dirigono i fluidi, i fluidi a loro volta muovono i tessuti. In questo senso, quando lavoriamo a livello biodinamico, non abbiamo i soliti riferimenti di movimenti centrali e movimenti adattati.

MASCELLA: ROTAZIONE ESTERNA

Page 17: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 17

IL VOMERE

Il vomere è un osso sottile e piatto con forma trapezoidale che forma la parte postero-inferiore del setto nasale. Attraverso un solco si incastra nella cresta mediale del corpo dello sfenoide. Presenta 2 facce, che guardano verso le coane nasali e sono solcate dal passaggio di vasi e nervi, e e 4 margini: - superiore: si sdoppia in 2 ali e si sutura con lo sfenoide - inferiore: si sutura con il mascellare e il palatino - anteriore: si sutura con la lamica perpendicolare dell'etmoide ed è in contatto con la cartilagine del setto nasale - posteriore: è libero e delimita posteriormente il setto Il vomere è l'unica struttura centrale ed impari del viscerocranio. La sua importanza è data dal fatto che si articola sia con lo sfenoide che con l'etmoide, i mascellari e i palatini. Il suo movimento di inspirazione-espirazione / flesso-estensione è dato dal corpo sfenoidale, a cui è articolato tramite il suo rostro. Il movimento è dovuto alla pressione dello sfenoide sul suo margine superiore. Nella flessione scende insieme al palato e ruota posteriormente attorno ad un asse che attraversa la lamina verticale. Oscillando, il suo margine posteriore scende e l’anteriore sale superiormente e posteriormente opposto alla lamina perpendicolare dell’etmoide. Anche il vomere non è in contatto con le membrane a tensione reciproca o con la dura madre, e il suo movimento è un adattamento meccanico articolare puro che risponde al movimento primario della base cranica. Il suo asse di movimento, sul quale realizza i movimenti di flesso-estensione, è orizzontale e trasversale, e passa per il centro della losanga.

Page 18: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 18

I PALATINI

L'osso palatino è la continuazione posteriore del mascellare. Ha una forma ad L, costituita da una lamina orizzontale posta a terminazione del palato duro, e da una lamina verticale che completa la parete laterale delle cavità nasali e che si congiunge con il processo pterigoideo dello sfenoide.

La lamina orizzontale è quadrilatera, con 2 facce (superiore o nasale e inferiore o palatina) e 4 margini: - posteriore: costituisce il limite posteriore del palato duro, dove si inserisce parte del tensore del velo palatino. Posta medialmente c'è la spina nasale posteriore a cui si inserisce il muscolo dell'ugola. - anteriore: si articola con la lamina orizzontale del mascellare - laterale: continua nella lamina verticale - mediale: si articola con il palatino contro-laterale sulla linea mediana La lamina verticale è sottile. Ha 2 facce: - mediale o nasale: forma la parete posteriore della fossa nasale omolaterale e presenta superfici articolari per i turbinati medio ed inferiori - laterale o mascellare: si articola con il mascellare, e contribuisce a formare la fossa pterigo-palatina, che accoglie i vasi e i nervi palatini maggiori Ha 4 margini: - anteriore: si articola con il turbinato inferiore - posteriore: si articola con il processo pterigoideo dello sfenoide - superiore: si continua con il processo orbitario sul davanti, e neL processo sfenoidale posteriormente, separati dall'incisura palatina, e che articolandosi con lo sfenoide crea il foro sfenoideo-palatino, da cui passano i vasi e i nervi nasali posteriori superiori. Il processo piramidale si incunea tra le lamine del processo pterigoideo e da inserzione ad alcune fibre del muscolo pterigoideo interno. Il processo orbitario è unito alla lamina verticale del palatino da un piccolo collo. Forma la parte posteriore ed inferiore dell'orbita delimitando sia il foro ottico che la fessura orbitaria inferiore. Il processo sfenoidale si articola nella parte posteriore e superiore delle fosse nasali, ed è compreso tra i processi pterigoidei dello sfenoide. Medialmente si articola con il vomere. Grazie alla loro posizione tra sfenoide e mascellari, i platini funzionano come frizioni o relais di movimento, scivolando nelle incisure piramidali tra i processi pterigoidei. Questo permette al movimento dello sfenoide di venire modulato e quindi trasmesso alle altre ossa della faccia. Anche i palatini non rispondono direttamente ai cambiamenti di fluttuazione all'interno del MRP e non danno inserzione alle membrane a tensione reciproca. Il movimento dei palatini corrisponde al movimento del mascellare, con rotazione interna-esterna a livello della espirazione-inspirazione. In più ha uno scorrimento in alto e in basso nel solco piramidale. Le ossa palatine armonizzano i movimenti tra sfenoide e mascellari, essendo interposti tra queste 2 ossa. Nella flessione il corpo dello sfenoide scende e poggia sul processo sfenoidale del palatino e sul vomere, che la trasmette espandendosi in basso alla sutura cruciforme del palato. Si crea una doppia forza sul palatino che spinge in basso il palato. Contemporaneamente la rotazione dello sfenoide con i suoi processi pterigoidei verso l’esterno viene equilibrata dai palatini trasmettendo la rotazione esterna ai mascellari.

Page 19: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 19

Il palatino dunque equilibria ed organizza i movimenti delle 2 ossa uno in rapporto all’altro.

APPROCCI DI RIEQUILIBRIO Ricordiamo che tutte le ossa partecipano insieme al movimento della RP, esprimendo la loro motilità come alghe sul fondo del mare (Sills, 2004). Dal punto di vista della RP, tutto si muove simultaneamente, come un campo unificato. Ricordiamo la DELICATEZZA DEL CONTATTO ORALE:

• Entriamo letteralmente nel corpo del ricevente. • La bocca è in relazione ai nostri bisogni primari, nutrimento (es. dinamiche allattamento) e

relazione con figure di riferimento (es. la madre): cibo e contatto emotivo, vicinanza. • Comunicazione verbale: espressione dei bisogni, comunicazione delle emozioni. • Relazione bocca-pelvi. • Sessualità (tematiche di abuso si possono facilmente riflettere nella bocca). • Esperienze dentistiche.

Comunicare e spiegare il lavoro che intendiamo fare. Il lavoro richiede l’uso di guanti! Il lavoro di riequilibrio è da farsi in condizioni di movimento fisiologico della base cranica.

PRESE per MASCELLA e per PALATINI La comodità è fondamentale. Possiamo stare in piedi (in questo caso tenere i gomiti ben attaccati al corpo) o seduti (gomiti appoggiati sui cuscini). ASCOLTO SFENOIDE-MASCELLA:

• mano esterna: usando il pollice e il medio, contatto con le grandi ali sfenoide o con il frontale in prossimità delle grandi ali

• mano interna: dita indice e medio in contatto sui mascellari ASCOLTO SFENOIDE-VOMERE:

• mano esterna: come sopra • mano interna: dito indice lungo il vomere, con polpastrello su sutura interpalatina

palato e sutura interpalatina (www.flickr.com)

Page 20: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 20

ORIENTAMENTO: L’orientamento sarà rivolto al corpo fluido per contattare il livello della MM. E’ utile approfondire il contatto con il corpo fluido permettendo l’assestamento nella neutralità dei 2 corpi (vedi dispensa 5° livello). Una volta che il corpo fluido si è assestato, passiamo al contatto specifico. Lasciamo che gli schemi inerziali si chiarifichino e a seconda dei casi ci orienteremo a specifiche modalità di lavoro. Per PRIMA COSA porteremo attenzione agli SCHEMI COMPRESSIVI DEL PALATO DURO, in quanto possono mascherare la presenza di schemi specifici del palato duro, come asimmetrie dx-sx, torsione, scivolamento laterale, che vedremo oltre. Gli schemi compressivi possono manifestarsi come mancanza di movimento o difficoltà a capire il movimento oppure per la presenza di forze compressive. COMPRESSIONE NELLA RELAZIONE MASCELLA, VOMERE E SFENOIDE: Nell’ascolto della volta arriva come una forza che spinge contro l’aspetto inferiore dello sfenoide, e può indicare compressione fra sfenoide e vomere e coinvolgere più o meno la mascella. Il vomere forma un angolo di 30° fra sfenoide e mascella. Posizionarsi a lato del lettino (in piedi gomito al corpo, seduti uso di cuscino). La mano esterna sulle grandi ali dello sfenoide e la mano interna con pollice sopra il centro della gengiva fra gli incisivi, e l’indice internamente sul palato dietro agli incisivi. Ascoltando il movimento ci può essere il senso di compressione lungo un angolo di 30°, oppure poco movimento oppure nessun movimento. Se questo è il caso, iniziamo il riequilibrio invitando spazio nella relazione fra vomere e corpo dello sfenoide nella fase di inspirazione della RP. Per 2-3 cicli invitiamo le potenze a guidare i fluidi nella creazione di spazio nei tessuti: inviteremo questo nel picco di inspirazione, dove il sistema sosterà per qualche attimo prima di retrocedere nell’espirazione. Se questo non è sufficiente, invitiamo il sistema ad assestarsi e stabilizzarsi nello stato neutro fra inspiro ed espiro (la mano in contatto con il frontale-sfenoide è rivolta a contenere l’assestamento) e, quando questo accade invitiamo intenzionalmente uno sganciamento del vomere dallo sfenoide lungo un angolo di 30°. Quando avviene lo sganciamento o almeno un certo spazio si dovrebbe arrivare a percepire le mascelle che fluttuano. RELAZIONE MASCELLA, PALATINI E PROCESSI PTERIGOIDEI DELLO SFENOIDE: Si procede come al punto precedente, ma questa volta la direzione dell’ascolto è perpendicolare, e se c’è compressione l’invito allo spazio è dato perpendicolarmente verso l’alto. La mano in bocca porta 2 dita all’interno, anziché 1 sola, oppure si agganciano i denti alla fine dell’arcata dentaria. Fra le varie cause degli schemi di compressione:

• Trauma della nascita. Succhiare il pollice può essere usato per alleviare questo fastidio.

• Traumi da colpi ricevuti nella zona della faccia. • Incidenti. • Operazioni invasive a livello di bocca e faccia. • Lavori dentistici es. uso apparecchi. • Problemi della masticazione.

Fra le possibili ripercussioni degli schemi di compressione segnaliamo: • Trigemino: ramo mascellare del nervo può essere compresso.

Page 21: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 21

• Articolazione Temporo Mandibolare (ATM). • Sfeno-basilare.

Concludere il riequilibrio con attenzione:

• ATM • Sfeno-basilare • Mandibola • Altre dinamiche mascellari (vedi dopo)

Vediamo ora gli SCHEMI CONDIZIONATI DEL PALATO DURO NON COMPRESSIVI. MASCELLARI: Le ossa mascellari sono guidate dallo sfenoide, e seguono la sua flessione ed estensione. Nell’inspirazione della RP, quando lo sfenoide va in fase di flessione, l’osso mascellare segue con una rotazione esterna, ovvero un allargamento e un movimento in senso caudale dei processi alveolari. Nell’espirazione della RP, quando lo sfenoide va in estensione, le ossa mascellari seguono con una rotazione interna, con un avvicinamento mediale e un movimento cefalico dei processi alveolari.

• SCHEMA CONDIZIONATO IN INSPIRAZIONE-ESPIRAZIONE: la mascella tende a preferire una delle due direzioni. Nella globalità del corpo fluido, notate la sincronicità tra

il movimento inspirazione-espirazione delle ossa mascellari e quello dello sfenoide: sono armoniosi? Poi portate l’attenzione alla inspirazione-espirazione delle ossa mascellari: sono uguali od una fase è più facile e lunga dell’altra?

• TORSIONE: In questo schema condizionato

è come se il palato duro e lo sfenoide siano ruotati in opposte direzioni attorno ad un asse verticale che corre attraverso il corpo, dal bregma fino ai piedi. Si può sentire che le ossa mascellari sono ruotate a sinistra o a destra attorno a questo asse. Lo schema condizionato viene nominato dal lato in cui avviene la rotazione.

• LATEROFLESSIONE: da un lato sfenoide e mascella si vanno

incontro, dall’altro sono più lontane (lato in cui si nomina lo schema).

• SCIVOLAMENTO LATERALE: sfenoide e mascella in direzioni

opposte. Questo schema condizionato, come implica il nome, significa che il palato duro si muove in maniera anormale in un piano trasverso o verso destra o verso sinistra in relazione allo

Page 22: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 22

sfenoide. Puoi renderti conto di come possa succedere se pensi ad un boxeur che prende un colpo diretto su un lato della mascella che la forzi nel lato opposto.

Stessi schemi li troviamo anche per VOMERE. Il lavoro sul vomere dovrebbe essere fatto solo quando hai completato le tecniche sul complesso sfeno-mascellare, dato che a volte il riequilibrio sui mascellari coinvolge di conseguenza quello del vomere. Ci sono buone probabilità che il vomere abbia le stesse disfunzioni che hai notato e trattato con le tecniche sulle ossa mascellari.

Il vomere si muove lungo un asse trasversale localizzato nella sua regione media articolandosi come una ruota dentata sullo sfenoide. Quando lo sfenoide partecipa all’inspirazione (flessione), la parte anteriore del vomere si muove superiormente, quando lo sfenoide partecipa all’espirazione (estensione), il bordo posteriore inferiore del vomere, che è in contatto con il palato duro, si muove superiormente.

• INSPIRAZIONE-ESPIRAZIONE: il vomere tende a preferire una delle due direzioni.

• TORSIONE: sfenoide e vomere ruotano in direzioni opposte, oppure il vomere va insieme allo sfenoide e i mascellari vanno in direzione opposta.

• LATEROFLESSIONE: da un lato sfenoide e vomere si vanno incontro, dall’altro sono più lontane (lato in cui si nomina lo schema).

• SCIVOLAMENTO LATERALE: il mascellare va in una direzione

laterale, lo sfenoide in quella opposta.

Page 23: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 23

RIEQUILIBRIO MASCELLARI E VOMERE: “Permettiti il lusso di ascoltare e lo spazio di esplorare e imparare” Sills (2004) Prima si ascolta la relazione sfenoide-mascellari, si vede cosa emerge, si interagisce a questo livello, poi si prosegue con la posizione sfenoide-vomere. L’intenzione è di permettere allo schema di manifestarsi mentre mantieni un campo percettivo allargato e unificato. Ci vuole pazienza! Una volta individuato lo schema, orientati alla direzione facilitata e invita il sistema ad accedere allo Stato di Equilibrio (3 fasi di Becker). Fai prima con la presa sfenoide/frontale-mascellari, poi sfenoide/frontale-vomere.

OSSA PALATINE Vi sono 2 ossa palatine che si incontrano nella linea mediana inter-mascellare, destra e sinistra, che formano un ponte tra le ossa mascellari ed i processi pterigoidei dello sfenoide, lamina laterale. Quindi sono soggette alla forza di entrambe le ossa e possono facilmente andare in schema condizionato. Possono anche andare in disfunzione dopo un estensivo lavoro in bocca, come estrazione dei denti del giudizio o molari superiori. Frequentemente il riequilibrio degli schemi condizionati dello sfenoide o dei mascellari riequilibra anche le disfunzioni dei palatini.

movimento del palatino dx movimento del palatino sx

a: cefalico b: laterale c: mediale d: caudale

a-b rotazione esterna c-d rotazione interna

Si inizia con un ascolto del cranio o della faccia, permettendo al palato duro di entrare nel nostro campo di consapevolezza e porta particolare attenzione ai palatini e ai processi pterigoidei dello sfenoide. Notiamo presenza di inerzie oppure l’area esprime liberamente la RP? Se l’area non è libera e valutiamo la necessità di un approccio diretto, poniamo la mano esterna sulle grandi ali dello sfenoide (o sul frontale), mentre l’indice dell’altra mano entra in bocca e si appoggia sul palatino che è stato percepito come più inerziale. Lasciamo scivolare il dito indice lungo i molari di un lato, arrivando oltre l’ultimo molare, appoggiando il polpastrello sul palato duro. Lasciamo scivolare il dito in modo da sentire il piatto del palatino piuttosto che l’eminenza del molare. Seguiamo alcuni cicli di inspirazione-espirazione. Se il movimento non è libero possiamo lavorare con il sostare al picco dell’inspirazione, per qualche ciclo. Oppure possiamo ascoltare lo schema condizionato che si esprime a partire da questo contatto e permettere l’accesso allo Stato di Equilibrio.

Page 24: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 24

IL PIANO DI TRATTAMENTO INTRINSECO – VISIONE AMPIA

Neutralità dell'operatore: stabilire i fulcri dell'operatore; Orientamento all’assestamento nei 3 corpi, con il corpo fluido in 1°

piano.

Neutralità della relazione: negoziare il contatto, stabilire un campo

di relazione: operatore e cliente si assestano nella relazione

Il sistema del cliente ricerca la neutralità: orientamento al corpo fluido e ricerca di assestamento del cliente nei 3

corpi (fase di ricerca: lascio andare i vari schemi che si manifestano)

Se accessibile: Se non accessibile:

Risorse: stillpoint

Assestamento dei 3 corpi (neutralità nel sistema del

cliente) e cambiamento olistico: Orientamento alla RP e al piano di trattamento intrinseco

Cambiamento olistico: emerge il PIANO DI TRATTAMENTO INTRINSECO:

3 possibili direzioni

SCHEMI NEL CORPO FLUIDO: Tessuti, fluidi, potenze MAREA LUNGA QUIETE DINAMICA

STATO DI EQUILIBRIO

Riallineamento, riassestamento: fase di riorganizzazione

Page 25: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 25

IL DISPIEGARSI DEL PIANO DI TRATTAMENTO INTRINSECO Il piano di trattamento si dispiega quando il sistema si è assestato nella neutralità ed il cambiamento olistico è avvenuto. Quindi il primo passo è sempre quello della ricerca della neutralità del cliente. Se lungo questo processo (che potrebbe richiedere più sessioni) il sistema riesce ad accedere solamente al ritmo CS (RCS) e non hai livelli più profondi della RP, il lavoro principale da fare – in ottica Biodinamica – è di aiutare il sistema a costruire le risorse necessarie per poter accedere alle forze più profonde. Le risorse possono essere costruite attraverso un processo dialogico (esplorazione approfondita nel percorso avanzato) oppure attraverso il lavoro CS, in particolare a questo livello usiamo le conversazioni degli Still Point e l’approfondirsi dello stato dell’operatore nella quiete. Dopo l’assestamento dei 3 corpi e il cambiamento olistico possono aprirsi 3 direzioni principali:

• Lavoro orientato al corpo fluido. • Lavoro orientato al corpo delle maree. • Lavoro orientato alla Quiete Dinamica.

Dopo il cambiamento olistico è comune che emerga in primo piano il corpo fluido con le sue dinamiche di potenze che si spostano nei fluidi e di schemi tessutali (tener presente che a questo livello i tessuti si percepiscono come immersi nei fluidi) organizzati attorno a fulcri inerziali. In questo caso il processo di lavoro si orienta allo stato di equilibrio fra le forze ordinatrici della potenza e le forze inerziali presenti. Se lo stato di equilibrio non si approfondisce (e dunque non si ha il processo di dissipazione e poi di riorganizzazione) abbiamo a disposizione varie conversazioni specifiche che possiamo intrattenere con il sistema: possono essere conversazioni via fluidi o via potenze, volte alla creazione di spazio. Ad es. creazione di spazio attraverso le fasi di inspirazione della RP, sostegno alla potenza dei fluidi attraverso le potenze, lavoro con le fluttuazioni laterali. Nell’approfondirsi del cambiamento olistico il sistema potrebbe rivolgersi verso il corpo delle maree. A questo livello possiamo percepire l’azione della ML attraverso il corpo fluido. Tale azione viene percepita attraverso forze spesso a spirali. La ML ha una qualità ariosa e potente. La ML, nonostante la sua lentezza, tende ad agire velocemente sulle inerzie. Per questo se siamo orientati ad aspetti specifici (es. il lavoro fatto sulla faccia nel 6° livello) non stiamo a lungo sui vari punti. L’operatore sostiene il lavoro orientandosi alla ML e rimanendo in risonanza con essa. A volte – un po’ più raramente – accade che dall’approfondirsi del cambiamento olistico il sistema si orienti alla Quiete Dinamica (QD). La quiete è un fenomeno che incontriamo in tutto il percorso di riequilibrio, con livelli più o meno profondi. La QD è il campo da cui tutto emerge ed è al cuore di ogni dinamica inerziale. Questo orientamento presuppone un assestamento profondo dell’operatore nella quiete mentre è orientato ad un vasto campo. Due sono le esperienze più comuni a questo livello. In un caso l’operatore interagisce profondamente con quiete e spazio, con un senso di mantenere i piedi in due mondi: il mondo della quiete e il mondo della forma. Il lavoro a questo livello può essere percepito come un interscambio che si svolge al confine fra questi due mondi, in cui si percepisce l’interazione fra QD e potenze, fra le forze formative e la forma. Un’altra possibilità è quella di semplicemente approfondire la relazione con la QD, in uno spazio in cui il tempo scompare, in intimità umile con il mistero di questa dimensione.

Page 26: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 26

La quiete, il Silenzio, sono ambiti da sempre amati in tutte le grandi tradizioni mistiche e spirituali. La QD è l’espressione del Vuoto dal quale tutti i fenomeni emergono. La QD è il campo da cui il Respiro della Vita (RdV) emerge. E’ una qualità presente al cuore di ogni fenomeno biodinamico: al cuore della LM, al cuore della RP. Ed è l’anima del processo di riequilibrio: la guarigione avviene nella quiete. La QD è il terreno primordiale e da qui hanno origine tutti i livelli di quiete. Non dimentichiamo che la QD è un fenomeno DINAMICO e VITALE.

SEQUENZA SEDUTA PRIMA DEL CONTATTO: • Accogliere il cliente. • Dialogo iniziale:

- dare informazioni: che cos’è la CS; cosa aspettarsi dalla seduta - raccogliere info: eventi rilevanti della storia; motivo dell’essere qui; qui e ora.

• Guidare il cliente al lettino. • Centratura operatore. INIZIO: • 1° contatto:

- negoziazione contatto - completare neutralità relazione - orientamento Salute e interezza

• Ricerca neutralità del sistema/cliente ! durante il processo si mostra: IRC, possibile inizio di MM, dinamiche tessutali, fluttuazioni locali, schemi superficiali…

- 10’-20’ - tutta la sessione - più sessioni

• Valutazione: capacità del sistema di assestarsi nella neutralità. Nel corso delle sessioni: come cambia la capacità del sistema di assestarsi nella neutralità?

META’: • assestamento nella neutralità / cambiamento olistico • RP si mostra più chiaramente • Emerge piano di trattamento intrinseco: in che modo emerge? • Svolgimento del piano di trattamento intrinseco • Valutazione – capacità del sistema di:

- accedere alla marea media - accedere allo stato di equilibrio - accedere alla marea lunga - accedere alla quiete

Come cambiano questi aspetti nel corso di più trattamenti? FINE: • Riorganizzazione attorno a fulcri naturali e LM • Integrazione • Risonanza armonica • Negoziazione chiusura

Page 27: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 27

DOPO LA FINE: • Dialogo finale:

- come è andata - dare un proprio feedback

• Prendere accordi per incontri successivi o altro/ dare inviti (cose da fare)

INDICAZIONI PRATICHE. QUANTE SEDUTE? La disciplina CS si orienta in modo deciso all’individualità, alla soggettività. Il trattamento è sempre individuale, anche quando le condizioni sono simili. Mantenendo un orientamento di sedute di 50 min.-1 ora, un ciclo variabile da 6 a 10 sedute è un’indicazione generalizzabile per molte condizioni. E’ facile che già dopo la 1° sessione la persona possa percepire dei benefici, altre volte sono necessarie più sedute. Nella grande maggioranza dei casi (condizioni non estremamente croniche) nell’arco delle prime 3 sedute è possibile capire se il CS può essere una risorsa per la persona. Se la condizione è più compromessa, potrà essere necessaria qualche sessione in più. Una volta che c’è la chiarezza che il CS è di aiuto alla persona, c’è la delicata valutazione di quante sessioni… Una valutazione importante riguarda la condizione per la quale la persona richiede un sostegno: cronica o acuta. In una condizione acuta spesso poche sedute sono sufficienti. In una condizione cronica sono indicati tempi più lunghi. Una buona cosa da tener conto è che a volte il corpo ci ha messo molti anni di inerzie e cattive abitudini prima di sviluppare dei sintomi: non sarà certo con poche sedute che si può sostenere un cambiamento duraturo. Anche nei casi in cui la persona si senta decisamente meglio, sarebbe importante continuare – in modo più diradato, a seconda delle esigenze – per consolidare il cambiamento nel tempo. E’ utile che le sedute iniziali abbiano una cadenza settimanale o quindicinale. Una volta che la persona si sente meglio, è possibile diradare e arrivare anche a sedute di mantenimento mensili. Sono valutazioni che vanno fatte anche insieme alla persona. Soprattutto all’inizio, se l’intervallo fra una sessione e un’altra è troppo corto (o anche se la sessione è troppo lunga), può provocare una reazione forte nella persona. Così come, se l’intervallo è troppo lungo, i cambiamenti prodotti in una seduta vengono persi e la volta successiva si deve in un certo senso ricominciare da capo. A volte, in condizioni di estremo disagio, possono essere indicate delle sessioni più brevi a intervalli più corti, es. anche 2-3 sessioni alla settimana, con sessioni di 30 min. circa, soprattutto se lavoriamo a livello biodinamico. Ad es. se il sistema non riesce ad accedere alla neutralità e percepiamo molta stagnazione e senso di esaurimento delle risorse, è meglio fare sessioni più corte e più frequenti; sessioni più lunghe potrebbero accentuare l’esaurimento delle risorse, ed è più indicato un sostegno per tempi più brevi ma ravvicinati nel tempo. Spesso il CS da solo non basta. Innanzitutto dobbiamo sostenere la persona a ricercare aiuto specialistico ogni qual volta si presenti da noi con condizioni rilevanti e non chiare, e il riferimento principale è quello del medico di base. Spesso le persone non hanno fiducia nella medicina allopatica e sperano di riuscire a curare tutto in modo “alternativo”. Noi non possiamo sostenere questa scelta e sarà nostra cura invitare la persona a trovare

Page 28: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 28

professionisti qualificati. Nel tempo ogni operatore CS si costruirà una sua agenda di vari professionisti che può consigliare e con i quali anche collaborare. E’ importante che tali suggerimenti vengano dati nel totale rispetto delle scelte individuali della persona. In alcuni casi sarà necessario dire alla persona che non intendiamo procedere a vederla se non riceverà anche un consulto specializzato. Questo anche nel rispetto e per prenderci cura di noi stessi. Aiuto specialistico può anche voler dire iniziare a fare ginnastica (o yoga o pilates o Feldenkrais, ecc. ecc.) e prendersi cura dell’alimentazione. Come operatori può anche voler dire ricevere supervisione da altri (operatori esperti, insegnanti).

Page 29: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 29

OSSERVARE CIO' CHE E' Toni Packer

(…) La nostra reazione abituale è desiderare che le cose siano diverse da come sono. Desideriamo che siano migliori, che vadano migliorando progressivamente, o che tornino a essere buone come lo erano in passato, quando tutto era così chiaro. Ma la consapevolezza del momento-per-momento getta luce soltanto su ciò che è: non conosce reazioni, confronti, prescrizioni o rimedi per un miglioramento. La saggezza su come noi viviamo, da soli e con gli altri, viene dall’osservazione diretta, non dal pensiero di come dovrebbero o non dovrebbero stare le cose. E quando, di tanto in tanto, a prevalere è la consapevolezza, senza giudizi in favore o contro, essa illumina la semplice realtà che essere a stretto contatto con le condizioni interne ed esterne così come sono ha una sua saggezza. Chiunque può arrivare a scoprire questa saggezza. Tutti, senza eccezione, siamo stati assolutamente condizionati a reagire all’istante a ciò che accade dentro e intorno a noi attraverso il pensiero: a rivolgerci a noi stessi e agli altri con toni moralistici, spesso reiterando questi pensieri a non finire. I pensieri evocano emozioni, tensioni, eccitamento e ansia e possono portare all’esaurimento e alla malattia. La consapevolezza rivela che le cose stanno semplicemente così. E’ poi un cambiamento tanto radicale fermarsi, ascoltare e fare esperienza di ciò che sta realmente accadendo senza reagire immediatamente e quindi senza produrre altri pensieri? E' possibile realizzare una semplice consapevolezza, che significa fare esperienza con apertura, con innocenza, di tutto questo flusso di pensieri, senza rimanere invischiati in considerazioni su ciò che è bene o su ciò che potrebbe essere meglio o forse peggio? La consapevolezza non è progressiva; illumina ciò che è senza senso del tempo, senza separazione dal sé. Per ‘separazione da sé’ intendo il meccanismo di valutazione di come sto operando, se faccio colpo sugli altri o se vengo disapprovato da un pubblico immaginario (che include me stessa), con tutte le sensazioni interne che ciò comporta. Separazione è pensare a stati migliori o peggiori nel futuro o nel passato. Consapevolezza è essere liberati da desiderio di migliorarsi o di svalutarsi. La consapevolezza illumina gli abituali modelli di pensare e di sentire e al tempo stesso si apre a qualsiasi altra cosa accada nel momento presente: il respiro, il canto di un uccello, il ronzio di un motore, il sibilo del vento, il mutare dei pensieri, il tendersi e il rilassarsi del corpo... Che cosa siamo noi, quando cessiamo di pensare continuamente a noi stessi? Che cosa siamo quando guardiamo, ascoltiamo, facciamo esperienza, senza discriminazioni, di ciò che esiste in questo infinito spazio di consapevolezza?

Page 30: 6 livello 2016 - craniosacral-training.it · movimento unificato: senti sia come il movimento si esprime a livello globale sia come i tessuti delle singole ossa esprimono una loro

Ass. Culturale MU [email protected] www.craniosacral-training.it 6 ° LIVELLO 2016 30

BIBLIOGRAFIA

- Bainbridge Cohen Bonnie, 2008, “Sensazione, emozione, azione”, Somatica Edizioni - Olsen Andrea, 2002, “Body and Earth”, Middlebury College Press - Packer Toni, 1995, “La luce della scoperta”, Ubaldini - Sills Franklin, 2004, “Craniosacral Biodynamics vol 2”, North Atlantic Books - Suzuki Roshi, 1976, “Mente Zen, mente di principiante”, Ubaldini Ed.

Non smetteremo di esplorare, e la fine di tutta la nostra esplorazione sarà arrivare là donde eravamo partiti e conoscere quel luogo per la prima volta.

T.S. Eliot