6. preghiera vangelo di luca 9,51-62 -...

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6. Preghiera O Signore, fa' di me uno strumento della tua pace: dove è odio, fa' ch'io porti amore, dove è offesa, ch'io porti il perdono, dove è discordia, ch'io porti la fede, dove è l'errore, ch'io porti la Verità, dove è la disperazione, ch'io porti la speranza, dove è tristezza, ch'io porti la gioia, dove sono le tenebre, ch'io porti la luce. O Maestro, fa' che io non cerchi tanto: ad essere compreso, quanto a comprendere; ad essere amato, quanto ad amare. Poiché così è: dando, che si riceve; perdonando che si è perdonati; morendo che si risuscita a Vita Eterna. Amen San Francesco Salmo 130 Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere? Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore. io spero, Signore. Spera l'anima mia, attendo la sua parola. L'anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all'aurora. Più che le sentinelle l'aurora, Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe. Gloria… Vangelo di Luca 9,51-62 51 Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme 52 e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. 53 Ma essi non vol- lero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54 Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55 Si voltò e li rimproverò. 56 E si misero in cammino verso un altro villaggio. 57 Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovun- que tu vada». 58 E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uc- celli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il ca- po». 59 A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60 Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61 Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62 Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

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6. Preghiera O Signore, fa' di me uno strumento della tua pace:

dove è odio, fa' ch'io porti amore, dove è offesa, ch'io porti il perdono, dove è discordia, ch'io porti la fede, dove è l'errore, ch'io porti la Verità,

dove è la disperazione, ch'io porti la speranza, dove è tristezza, ch'io porti la gioia,

dove sono le tenebre, ch'io porti la luce. O Maestro, fa' che io non cerchi tanto:

ad essere compreso, quanto a comprendere; ad essere amato, quanto ad amare.

Poiché così è: dando, che si riceve;

perdonando che si è perdonati; morendo che si risuscita a Vita Eterna.

Amen San Francesco

Salmo 130

Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti

alla voce della mia supplica. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere?

Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore.

io spero, Signore. Spera l'anima mia,

attendo la sua parola. L'anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all'aurora. Più che le sentinelle l'aurora,

Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la

misericordia e grande è con lui la redenzione.

Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

Gloria… Vangelo di Luca 9,51-62 51Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto,

egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme 52e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono

in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. 53Ma essi non vol-

lero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore,

vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55Si voltò

e li rimproverò. 56E si misero in cammino verso un altro villaggio. 57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovun-

que tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uc-

celli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il ca-

po». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi

di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti

seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61Un

altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da

quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano

all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

3. Riflettiamo sul testo Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Ge-rusalemme… Siamo all'indomani della trasfigurazione, all'indomani della manifesta-zione di Dio attraverso l'umanità di Cristo, all'indomani della conferma che Gesù è il Figlio di Dio, l'eletto, l'agnello senza macchia immolato per la nostra salvezza (cfr. 1Pt 1,19). Gesù ha già comunicato ai disce­poli ciò che gli accadrà («Il Figlio dell'uomo sta per essere consegna-to nelle mani degli uomini»), il compimento della sua missione redentri-ce si avvicina, come l'ora della prova. Per sconfiggere tutte le reticenze umane (Gesù è vero Dio e vero uomo, cfr. Fil 2,6-8) Gesù prende la decisione, ferma e irremovibile di seguire fino in fondo la volontà del Padre; egli sceglie di essere docile alla vo-ce dello Spirito che lo conduce nella sua missione, di essere stru­mento per il compimento della promessa di amore attesa da secoli.

E mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l'ingresso. Il cammino di Gesù non è un viaggio solitario o, meglio, è un vi-aggio che ha senso nella misura in cui è condiviso e accolto. Per questo Gesù manda a preparare il posto, perché la sua venuta è rispettosa della decisione dell'altro. Dio non si impone con la forza della sua presenza, chiede la collaborazione dell'uomo sia nel farsi suo messaggero che nell'accogliere la sua presenza. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Al di là delle questioni razziali e religiose che stanno alla base del rifiuto dei Samaritani (cfr. 2Re 17,24ss), ragioni che affondano le loro origini in fatti accaduti centinaia di anni prima e ai quali Gesù è to-talmente estraneo, si vede come la missione, l'accoglienza della buona novella incarnata in Gesù, suscita discriminazione e rifiuto.

Quanto tempo siamo disposti ad attendere l'altro? Come esercitiamo la pazienza all'interno della coppia? Sentiamo il rischio di consumare troppo in fretta la relazione con al-tre coppie di amici, con i parenti, ma anche tra noi due?

I tuoi appunti

di Dio per scoprirne l'immenso carico di amore che cela in sé. La pro­vocazione è forte: liberarsi dal bisogno di possedere le cose, per ri-empire lo spirito del desiderio di Dio. Nella seconda provocazione, Gesù invita a liberarsi dal possesso delle persone. II suo interlocutore chiede di mettere la "devozione" al pa-dre prima della sequela e riceve quella risposta "paradossale": «i morti seppelliscano i loro morti». In realtà, il messaggio sotteso dice la ne-cessità di riconoscere l'amore verso Dio, che è assoluto, come priorita-rio e come condizione per amare il prossimo. Avere coscienza di que-sta distinzione, intessere relazioni libere, senza obblighi e doveri, ci permette di guardare al prossimo con libertà e amore, come a colui al quale donare se stessi e al quale affidarsi ciecamente, come dono di Dio. Questa è la scommessa fra i coniugi: amarsi reciprocamente attra-verso l'amore assoluto per il Signore. II terzo dialogo ci proietta dritti dentro noi stessi: è l'invito a liberarsi del proprio "io". È l'invito a svincolarsi dal proprio passato per dare spazio a un futuro dove la proposta del Signore diventa predominan-te: diventare come lui! Quante occasioni perse nella convinzione di essere nel giusto o di essere incapaci di cambiamento o certi dell'im-possibilità di un cambiamento! Il Signore ci invita, come singoli e co-me coppia, a essere docili alla sua Parola che, attraverso l'azione dello Spirito santo, plasma, giorno dopo giorno, il nostro io e lo rende capace di ascolto e accoglienza. 5. Domande per la lectio del "noi" e la condivisione di gruppo Quale meta diamo al nostro cammino di coppia cristiana? Siamo capaci di accogliere il cammino personale del coniuge

come sua ricchezza personale e nostra opportunità di crescita nell'amore?

Libertà dal possesso delle cose, delle persone e dal proprio

io: un tema vasto. Scelgo un ambito nel quale decido, di fronte al mio coniuge, di impegnarmi e migliorare.

Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li con-sumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Gesù è tra due fuochi: da una parte i Samaritani che lo rifiutano, dall'altra i suoi discepoli che pensano di risolvere la questione con la forza e la prepotenza... che delusione! Malgrado tutte le occasioni avute di sperimentare un Gesù miseri-cordioso, accogliente, attento e rispettoso della libertà altrui, i di-scepoli, che si fanno forti della loro amicizia con il Signore, vogliono prevaricare e punire i Samaritani. Da notare i toni: «scendere un fuoco che li consumi». Per i discepoli, l'onta è tanto grave che quel popolo deve essere addirittura consumato, come se non fosse mai esistito! Oltre a questa incomprensione dello stile di Gesù, i «figli del tuo-no», così vengono chiamati i due discepoli, sembra vogliano dare consigli al Signore, quasi a dire: «Gesù, forse tu non sai come giu-dicare questi Samaritani e allora ti aiutiamo noi!» e ancora: «Lo sappiamo come sei fatto Gesù: tu sei troppo buono, accondiscen-dente, comprensivo... ma quando è troppo è troppo e qui si ren-de necessario un atto di giustizia!». A questo punto, si aprono tre scene che corrispondono a tre insegnamenti/doni che Gesù fa a noi e che pongono il focus sulla sequela del Maestro. Sono scene dal contesto scarno, in cui si dice poco dei protagonisti, dove ciò che deve emergere è l'insegna-mento "senza se e senza ma" che Gesù impartisce ai suoi disce-poli. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò do-vunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». Di fronte alla certezza di chi dichiara di seguirlo ovunque, Gesù si preoccupa di stabilire lo stile della sequela: la necessità di nascere a vita nuova, slegati dalle certezze del mondo per abbracciare uno stile di povertà materiale e spirituale, uno stile che consente di ab-

bandonare l'uomo vecchio, bisognoso delle cose del mondo, a partire dalla certezza di una dimora, per fare posto all'uomo desi-deroso delle cose di Dio secondo la sua promessa («Il Signore ve-glierà su di te da ora e per sempre»). A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio». In questa scena, è Gesù che chiama, che invita. Il messaggio che consegna è la necessità di riconoscergli il primato nella nostra vita. Non è male seppellire il padre (per la legge ebraica, era un dovere essenziale, di fronte al quale tutte le pratiche religiose passavano in secondo piano), ma non è bene assolutizzare le persone, metterle prima di Dio. Con questo insegnamento, Gesù invita a non voler pos-sedere l'altro, a vederlo come un dono, ad amarlo come se stessi dopo aver amato Dio sopra ogni cosa. Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio». In questo quadro vediamo una disponibilità condizionata, limitata. Gesù vuole farci capire che la scelta per lui deve essere ferma e irre-vocabile, non può dipendere dal nostro io. Restare ancorati al no-stro io, volgersi indietro, ci lega indissolubilmente al nostro passato e non ci consente di guardare al futuro, non ci permette di deside-rare il domani che il Signore ha predisposto per noi. 4. Meditiamo considerando la nostra realtà di coppia vv. 51-53 Egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino La realtà di coppia è il cammino di crescita dentro il quale il Signo-re indica, a chi come noi ha scelto la via del matrimonio, una strada buona per essere felici e così realizzare il Regno dei cieli, pro-

messo da Gesù, già in questa vita. Questo cammino porta alla salvezza, alla gioia, alla felicità attra-verso il compimento della volontà del Padre. Anche Gesù, nel suo viaggio verso Gerusalemme, ha come meta, non anzitutto la cro-ce, ma l'amore. Questo è ciò che Dio vuole. Questo cammino, lo sappiamo, è tutt'altro che scontato. Le possibilità di smarrire la strada, di perdere il passo, di cedere alla stanchezza e all'idea di non farcela sono quotidiane! Per questo è necessario rinnovare spesso e con fermezza il nostro impegno alla sequela, raccontarci le fatiche e le gioie della strada fatta insieme, confermarci nel desi-derio verso la stessa meta. vv. 54-56 Quando videro ciò Il cammino matrimoniale verso la felicità e il bene reciproco, so-stenuto dal desiderio di seguire il Signore e di essere fedeli alla sua chiamata, richiedono, sia all'interno della coppia che verso gli altri, determinazione, collaborazione e docilità. Quante volte, invece, siamo pronti a criticare il coniuge o la coppia di amici a causa delle divergenze di vedute, ovviamente su questioni "di peso", e ci arroghiamo il diritto di giudicare e pontificare a destra e a manca! Guidati da questa supponenza, da questa cecità nell'imitare il Maestro, da questo farci prendere la mano dal troppo zelo, non sia-mo testimoni credibili di un Dio che dà la vita per i propri amici. Anche in questo caso si rende necessario "il fare memoria" di quanto si è ricevuto per poterlo donare. È solo attraverso l'esercizio della pazienza, dell'accoglienza dell'altro, in quanto diverso da noi, che possiamo procedere nel nostro cammino. Senza questa sana e quotidiana fatica corriamo il rischio di "consumare" le relazioni attorno a noi e di ritrovarci soli. vv. 57-62 Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada» Alla nostra coppia il Signore fa una richiesta grande, chiede una se-quela incondizionata e con caratteristiche decisamente contro corren-te. In prima istanza, Gesù richiama all'essenzialità: egli ci invita a conside-rare l'importanza relativa delle cose materiali, a non affannarci nell'accumulo dei "beni". Ci chiede, invece, di dare spazio alla fantasia