78 tratta di persone

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Tratta di persone © Laurus Robuffo 1. L. 11 agosto 2003, n. 228. Misure contro la tratta di persone (in G.U. 23 agosto 2003, n. 195). Art. 1. Modifica dell’articolo 600 del codice pe- nale. Omissis. ––––––––––– Sostituisce l’art. 600 c.p. Art. 2. Modifica dell’articolo 601 del codice pe- nale. Omissis. ––––––––––– Sostituisce l’art. 601 c.p. Art. 3. Modifica dell’articolo 602 del codice pe- nale. Omissis. ––––––––––– Sostituisce l’art. 602 c.p. Art. 4. Modifica all’articolo 416 del codice pe- nale. Omissis. ––––––––––– Inserisce il sesto comma all’art. 416 c.p. Art. 5. Sanzioni amministrative nei confronti di persone giuridiche, società e associazioni per de- litti contro la personalità individuale. 1. Dopo l’articolo 25-quater del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, è inserito il seguente: Omissis ( 1 ). ––––––––––– (1) Inserisce l’art. 25-quinquies al D.Lgs. 8 giu- gno 2001, n. 231. Art. 6. Modifiche al codice di procedura penale. Omissis. ––––––––––– Reca modifiche agli artt. 5 co.1 lett.b), 51 co. 3 bis e 407, co.2 lett .a) nr. 7-bis c.p.p. Art. 7. Ambito di applicazione della legge 31 maggio 1965, n. 575, e della legge 19 marzo 1990, n. 55, e del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306. Omissis. ––––––––––– Reca modifiche alle disposizioni indicate nel tito- lo dell’articolo. Art. 8. Modifiche all’articolo 10 del decreto-legge 31 dicembre 1991, n. 419, convertito, con modifica- zioni, dalla legge 18 febbraio 1992, n. 172. 1. All’ar- ticolo 10 del decreto-legge 31 dicembre 1991, n. 419, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio 1992, n. 172, al comma 1, dopo le parole: «agli arti- coli» sono inserite le seguenti: «600, 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600-quinquies, 601, 602,» e dopo le paro- le: «codice penale» sono aggiunte le seguenti: «e di cui all’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75». 2. Nel caso in cui la persona offesa dal reato sia minorenne, resta fermo quanto previsto dall’ultimo periodo del comma 3 dell’articolo 14 della legge 3 agosto 1998, n. 269. Art. 9. Disposizioni in materia di intercettazio- ne di conversazioni o di comunicazioni. 1. In rela- zione ai procedimenti per i delitti previsti dal libro II, titolo XII, capo III, sezione I, del codice penale, nonché dall’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75, si applicano le disposizioni di cui all’articolo 13 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, con- vertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e successive modificazioni. [Art. 10. Attività sotto copertura. 1. In relazione ai procedimenti per i delitti previsti dal libro II, tito- lo XII, capo III, sezione I, del codice penale, nonché dall’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75, si applicano le disposizioni dell’articolo 4, commi 1, 2, 5, 6 e 7, del decreto-legge 18 ottobre 2001, n. 374, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicem- bre 2001, n. 438. Le operazioni indicate nei commi 1 e 2 del medesimo articolo 4 sono effettuate dagli ufficiali di polizia giudiziaria della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza, appartenenti alle strutture specializzate o alla Direzione investigativa antimafia, nei limiti del- le loro competenze ( 1 ). 2. È comunque fatto salvo quanto previsto dall’ar- ticolo 14 della legge 3 agosto 1998, n. 269.] ( 2 ) ––––––––––– (1) Comma così sostituito dall’art.1-ter, D.L. 14 settembre 2004, n. 241, conv., con modif., dalla L. 12 novembre 2004, n. 271. (2) Articolo abrogato dall’art. 9, L. 16 marzo 2006, n. 146. In materia di attività sotto copertura vedi, ora, quanto disposto dal citato art. 9. Art. 11. Disposizioni di ordinamento peniten- ziario e relative a persone che collaborano con la giustizia. Omissis. ––––––––––– Reca modifiche al D.L. 15 gennaio 1991, n.8, conv., con modif., dalla L. 15 marzo 1991, n. 82.

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Page 1: 78 TRATTA DI PERSONE

Tratta di persone

© Laurus Robuffo

1.

L. 11 agosto 2003, n. 228. Misure contro latratta di persone (in G.U. 23 agosto 2003, n.195).

Art. 1. Modifica dell’articolo 600 del codice pe-nale. Omissis.–––––––––––

Sostituisce l’art. 600 c.p.

Art. 2. Modifica dell’articolo 601 del codice pe-nale. Omissis.–––––––––––

Sostituisce l’art. 601 c.p.

Art. 3. Modifica dell’articolo 602 del codice pe-nale. Omissis.–––––––––––

Sostituisce l’art. 602 c.p.

Art. 4. Modifica all’articolo 416 del codice pe-nale. Omissis.–––––––––––

Inserisce il sesto comma all’art. 416 c.p.

Art. 5. Sanzioni amministrative nei confronti dipersone giuridiche, società e associazioni per de-litti contro la personalità individuale. 1. Dopol’articolo 25-quater del decreto legislativo 8 giugno2001, n. 231, è inserito il seguente: Omissis (1).–––––––––––

(1) Inserisce l’art. 25-quinquies al D.Lgs. 8 giu-gno 2001, n. 231.

Art. 6. Modifiche al codice di procedura penale.Omissis.–––––––––––

Reca modifiche agli artt. 5 co.1 lett.b), 51 co. 3 bise 407, co.2 lett .a) nr. 7-bis c.p.p.

Art. 7. Ambito di applicazione della legge 31maggio 1965, n. 575, e della legge 19 marzo 1990,n. 55, e del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306.Omissis.–––––––––––

Reca modifiche alle disposizioni indicate nel tito-lo dell’articolo.

Art. 8. Modifiche all’articolo 10 del decreto-legge31 dicembre 1991, n. 419, convertito, con modifica-zioni, dalla legge 18 febbraio 1992, n. 172. 1. All’ar-ticolo 10 del decreto-legge 31 dicembre 1991, n. 419,

convertito, con modificazioni, dalla legge 18 febbraio1992, n. 172, al comma 1, dopo le parole: «agli arti-coli» sono inserite le seguenti: «600, 600-bis, 600-ter,600-quater, 600-quinquies, 601, 602,» e dopo le paro-le: «codice penale» sono aggiunte le seguenti: «e dicui all’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75».

2. Nel caso in cui la persona offesa dal reato siaminorenne, resta fermo quanto previsto dall’ultimoperiodo del comma 3 dell’articolo 14 della legge 3agosto 1998, n. 269.

Art. 9. Disposizioni in materia di intercettazio-ne di conversazioni o di comunicazioni. 1. In rela-zione ai procedimenti per i delitti previsti dal libroII, titolo XII, capo III, sezione I, del codice penale,nonché dall’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958,n. 75, si applicano le disposizioni di cui all’articolo13 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, con-vertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio1991, n. 203, e successive modificazioni.

[Art. 10. Attività sotto copertura. 1. In relazioneai procedimenti per i delitti previsti dal libro II, tito-lo XII, capo III, sezione I, del codice penale, nonchédall’articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75, siapplicano le disposizioni dell’articolo 4, commi 1, 2,5, 6 e 7, del decreto-legge 18 ottobre 2001, n. 374,convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicem-bre 2001, n. 438. Le operazioni indicate nei commi1 e 2 del medesimo articolo 4 sono effettuate dagliufficiali di polizia giudiziaria della Polizia di Stato,dell’Arma dei carabinieri e del Corpo della guardiadi finanza, appartenenti alle strutture specializzate oalla Direzione investigativa antimafia, nei limiti del-le loro competenze (1).

2. È comunque fatto salvo quanto previsto dall’ar-ticolo 14 della legge 3 agosto 1998, n. 269.] (2)–––––––––––

(1) Comma così sostituito dall’art.1-ter, D.L. 14settembre 2004, n. 241, conv., con modif., dalla L.12 novembre 2004, n. 271.

(2) Articolo abrogato dall’art. 9, L. 16 marzo2006, n. 146. In materia di attività sotto coperturavedi, ora, quanto disposto dal citato art. 9.

Art. 11. Disposizioni di ordinamento peniten-ziario e relative a persone che collaborano con lagiustizia. Omissis.–––––––––––

Reca modifiche al D.L. 15 gennaio 1991, n.8,conv., con modif., dalla L. 15 marzo 1991, n. 82.

Page 2: 78 TRATTA DI PERSONE

Art. 12. Fondo per le misure anti-tratta. 1. Adecorrere dalla data di entrata in vigore della pre-sente legge è istituito presso la Presidenza delConsiglio dei ministri il Fondo per le misure anti-tratta.

2. Il Fondo è destinato al finanziamento dei pro-grammi di assistenza e di integrazione sociale in fa-vore delle vittime, nonché delle altre finalità di pro-tezione sociale previste dall’articolo 18 del testounico delle disposizioni concernenti la disciplinadell’immigrazione e norme sulla condizione dellostraniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio1998, n. 286.

3. Al Fondo di cui al comma 1 sono assegnate lesomme stanziate dall’articolo 18 del testo unico dicui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286,nonché i proventi della confisca ordinata a seguitodi sentenza di condanna o di applicazione della pe-na su richiesta delle parti per uno dei delitti previstidagli articoli 416, sesto comma, 600, 601 e 602 delcodice penale e i proventi della confisca ordinata,per gli stessi delitti, ai sensi dell’articolo 12-sexiesdel decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, convertito,con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992, n.356, e successive modificazioni, in deroga alle di-sposizioni di cui ai commi 4-bis e 4-ter del medesi-mo articolo.

4. All’articolo 80, comma 17, lettera m), della leg-ge 23 dicembre 2000, n. 388, sono aggiunte, in fine,le seguenti parole: «, ad esclusione delle sommestanziate dall’articolo 18».

5. Il comma 2 dell’articolo 58 del regolamento dicui al decreto del Presidente della Repubblica 31agosto 1999, n. 394, è abrogato.

Art. 13. Istituzione di uno speciale programmadi assistenza per le vittime dei reati previsti da-gli articoli 600 e 601 del codice penale. 1. Fuoridei casi previsti dall’articolo 16-bis del decreto-legge 15 gennaio 1991, n. 8, convertito, con modi-ficazioni, dalla legge 15 marzo 1991, n. 82, e suc-cessive modificazioni, per le vittime dei reati pre-visti dagli articoli 600 e 601 del codice penale, co-me sostituiti, rispettivamente, dagli articoli 1 e 2della presente legge, è istituito, nei limiti delle ri-sorse di cui al comma 3, uno speciale programmadi assistenza che garantisce, in via transitoria, ade-guate condizioni di alloggio, di vitto e di assisten-za sanitaria. Il programma è definito con regola-mento da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su propostadel Ministro per le pari opportunità di concerto conil Ministro dell’interno e con il Ministro della giu-stizia.

2. Qualora la vittima del reato di cui ai citati arti-coli 600 e 601 del codice penale sia persona stranie-ra restano comunque salve le disposizioni dell’arti-colo 18 del citato testo unico di cui al decreto legi-slativo n. 286 del 1998.

3. All’onere derivante dall’attuazione del presentearticolo, determinato in 2,5 milioni di euro annui adecorrere dal 2003, si provvede mediante corrispon-dente riduzione dello stanziamento iscritto, ai finidel bilancio triennale 2003-2005, nell’ambito del-l’unità previsionale di base di parte corrente «Fondospeciale» dello stato di previsione del Ministero del-l’economia e delle finanze per l’anno 2003, allo sco-po parzialmente utilizzando l’accantonamento rela-tivo allo stesso Ministero.

4. Il Ministro dell’economia e delle finanze è au-torizzato ad apportare, con propri decreti, le occor-renti variazioni di bilancio.

Art. 14. Misure per la prevenzione. 1. Al fine dirafforzare l’efficacia dell’azione di prevenzione neiconfronti dei reati di riduzione o mantenimento inschiavitù o in servitù e dei reati legati al traffico dipersone, il Ministro degli affari esteri definisce lepolitiche di cooperazione nei confronti dei Paesi in-teressati dai predetti reati tenendo conto della colla-borazione da essi prestata e dell’attenzione riservatadai medesimi alle problematiche della tutela dei di-ritti umani e provvede ad organizzare, d’intesa conil Ministro per le pari opportunità, incontri interna-zionali e campagne di informazione anche all’inter-no dei Paesi di prevalente provenienza delle vittimedel traffico di persone. In vista della medesima fina-lità i Ministri dell’interno, per le pari opportunità,della giustizia e del lavoro e delle politiche socialiprovvedono ad organizzare, ove necessario, corsi diaddestramento del personale, nonché ogni altra utileiniziativa.

2. Dall’attuazione del presente articolo non devo-no derivare nuovi o maggiori oneri per il bilanciodello Stato.

Art. 15. Norme di coordinamento. Omissis.–––––––––––

Reca modifiche al c.p. ed al c.p.p.

Art. 16. Disposizioni transitorie. 1. La disposi-zione di cui al comma 1, lettera a), dell’articolo 6 siapplica solo ai reati commessi successivamente alladata di entrata in vigore della presente legge.

2. La disposizione di cui al comma 1, lettera b),dell’articolo 6, ai soli effetti della determinazionedegli uffici cui spettano le funzioni di pubblicoministero o di giudice incaricato dei provvedi-menti previsti per la fase delle indagini prelimina-ri ovvero di giudice dell’udienza preliminare, nonsi applica ai procedimenti nei quali la notizia direato è stata iscritta nel registro di cui all’articolo335 del codice di procedura penale precedente-mente alla data di entrata in vigore della presentelegge.

3. Le disposizioni del comma 2 dell’articolo 7 nonsi applicano ai procedimenti di prevenzione giàpendenti alla data di entrata in vigore della presen-te legge.

© Laurus Robuffo

Page 3: 78 TRATTA DI PERSONE

2.

D.P.R. 19 settembre 2005, n. 237. Regolamen-to di attuazione dell’articolo 13 della leg-ge 11 agosto 2003, n. 228, recante misurecontro la tratta di persone (G.U. 19 novem-bre 2005, n. 270).

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visto l’articolo 87 della Costituzione; Visto l’articolo 17, comma 1, della legge 23 ago-

sto 1988, n. 400; Visto il decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286; Visto il decreto del Presidente della Repubblica 31

agosto 1999, n. 394; Visto l’articolo 13 della legge 11 agosto 2003, n.

228; Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dal-

la sezione consultiva per gli atti normativi nelleadunanze dell’8 novembre 2004 e del 25 luglio2005;

Sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281;

Vista deliberazione del Consiglio dei Ministri,adottata nella riunione del 9 settembre 2005;

Ritenuta la necessità di provvedere alla individua-zione dei criteri e delle modalità preordinate all’isti-tuzione dello speciale programma di assistenza, di-sciplinato dall’articolo 13 della legge 11 agosto2003, n. 228;

Sulla proposta del Ministro per le pari opportunità,di concerto con Ministri dell’interno, della giustizia,dell’economia e delle finanze e per gli affari regio-nali;

EMANA

il seguente regolamento:

Art. 1. Programma di assistenza per le vittimedei reati previsti dagli articoli 600 e 601 del codi-ce penale. 1. Il programma di assistenza di cui al-l’articolo 13 della legge 11 agosto 2003, n. 228, con-siste in interventi rivolti specificamente ad assicura-re, in via transitoria, alle vittime dei reati previsti da-gli articoli 600 e 601 del codice penale, adeguatecondizioni di alloggio, vitto e assistenza sanitaria,idonee al loro recupero fisico e psichico.

2. Il programma di cui al comma 1 è realizzato, acura delle regioni, dagli enti locali o dai soggetti pri-vati con questi convenzionati, dietro presentazionealla Commissione di cui all’articolo 3 di progetti difattibilità indicanti i tempi, le modalità e gli obietti-vi che si intendono conseguire, nonché le struttureorganizzative e logistiche specificamente destinate.

3. I progetti di cui al comma 2, che tengono altre-sì conto delle eventuali esigenze collegate alla tipo-

logia delle vittime, alla loro età e al tipo di sfrutta-mento subito, devono prevedere in ogni caso:

a) fornitura alle vittime di alloggio e ricovero instrutture ad indirizzo segreto;

b) disponibilità per le vittime di servizi socio-sa-nitari di pronto intervento;

c) convenzioni con gli enti impegnati in program-mi di assistenza e integrazione sociale ai sensi del-l’articolo 18 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286, in programmi di rientro volontario assistito e co-munque con i servizi sociali degli enti locali.

4. I progetti attivati a norma del presente articolohanno una durata di tre mesi e sono prorogabili perun ulteriore periodo di pari durata da parte dellaCommissione di cui all’articolo 3.

5. I soggetti privati che intendono svolgere attivitàdi assistenza per le finalità di cui all’articolo 13 del-la legge n. 228 del 2003 devono essere iscritti nelregistro di cui all’articolo 52, comma 1, lettera b),del decreto del Presidente della Repubblica 31 ago-sto 1999, n. 394, e successive modificazioni, e sti-pulare apposita convenzione con le regioni o gli en-ti locali di riferimento.

6. Le regioni o gli enti locali stipulano la conven-zione con uno o più soggetti privati di cui al comma5, previa verifica della rispondenza dei progetti aicriteri ed alle modalità di cui al presente regolamen-to e previo accertamento dei requisiti organizzativi elogistici occorrenti per la realizzazione degli inter-venti, nonché del possesso dei titoli professionalidegli operatori.

Art. 2. Disposizioni finanziarie. 1. Il programmadi assistenza è finanziato, previa valutazione deiprogetti di fattibilità da parte della Commissione aicui all’articolo 3, per una quota pari all’ottanta percento con un contributo dello Stato, disposto dal Mi-nistro per le pari opportunità, pari a 2,5 milioni dieuro per l’anno 2005, a valere sulle risorse di cui al-l’articolo 13, comma 3, della legge 11 agosto 2003,n. 228, e per una quota pari al venti per cento con uncontributo della regione o dell’ente locale a valeresulle risorse relative all’assistenza.

Art. 3. Valutazione dei progetti. 1. I progetti difattibilità sono valutati, ai fini dell’ammissione al fi-nanziamento di cui all’articolo 2, dalla Commissio-ne di cui all’articolo 25, comma 2, del decreto delPresidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394,integrata allo scopo da due rappresentanti designatidalla Conferenza unificata di cui all’articolo 8 deldecreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sulla ba-se dei criteri di cui al presente regolamento.

2. La Commissione di cui al comma 1:a) esprime parere sugli schemi tipo di conven-

zioni stipulate tra le regioni o gli enti locali e gli en-ti privati che intendono realizzare i progetti;

b) verifica lo stato di attuazione degli stessi sul-la base di una relazione trasmessa con cadenza se-

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mestrale dalle regioni o dagli enti locali di riferi-mento alla Commissione e avvalendosi di una sche-da di monitoraggio predisposta dalla Commissionemedesima.

Art. 4. Indicatori per la valutazione dei proget-ti di fattibilità. 1. La presentazione dei progetti difattibilità di cui all’articolo 1, comma 2, deve esserecorredata da:

a) una relazione illustrativa sulla tipologia e lanatura degli interventi con le indicazioni circa:

1) gli obiettivi da conseguire, i tempi di realiz-zazione e le varie fasi in cui si articola il progetto;

2) le metodologie utilizzate e la tipologia delleazioni;

3) i destinatari dei progetti e la rete dei sogget-ti pubblici e privati coinvolti;

4) le risorse umane utilizzate e le strutture, gliimmobili e le attrezzature occorrenti, i costi previsti;

b) una analisi costi-benefici relativa alla finalitàda perseguire indirizzata verso i seguenti indicatori:

1) numero di persone destinatarie;2) effetto moltiplicatore;3) trasferibilità dei risultati;4) promozione delle buone pratiche;

c) una scheda contenente tutti i dati relativi allanatura ed alle caratteristiche del soggetto attuatorese diverso dal proponente, con l’indicazione delleesperienze maturate.

2. La Commissione, tenuto conto dei criteri ge-nerali di cui all’articolo 1, comma 3, valuta i pro-getti mediante i seguenti indicatori:

a) esperienza e capacità organizzativa del propo-nente;

b) articolazione e consistenza delle strutture lo-gistiche di accoglienza;

c) previsione di forme di partenariato o di colla-borazione istituzionale con altri soggetti che opera-no nella materia;

d) localizzazione del progetto in zone a più altadiffusione del fenomeno;

e) carattere innovativo del progetto; f) ottimale rapporto costi/benefici.

3. La Commissione provvede alla valutazione deiprogetti entro novanta giorni dalla scadenza del ter-mine per la loro presentazione.

Art. 5. Termini e modalità per la presentazionedei progetti. 1. I progetti di fattibilità di cui all’arti-colo 1, comma 2, sono presentati per la valutazioneal Dipartimento per le pari opportunità della Presi-denza del Consiglio dei Ministri, nei termini e con lemodalità indicate in appositi avvisi, contenenti glischemi delle domande e i formulari da allegare allemedesime.

Art. 6. Norma finale. 1. Dall’attuazione del pre-sente regolamento non derivano nuovi o maggiorioneri a carico della finanza pubblica.

© Laurus Robuffo