8. storie tra qui e la
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Grll Favar e Mar Frg
Fondo europeo per lintegrazione di cittadini di paesi terzi
Progetto
NON UNO DI MENO
Ragazze e ragazzi stranieri
nellistruzione superiore
Store tr qui e lItalan L2
e approccautobografc
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STORIETRA QUI E LA
Italiano L2 e approccio autobiografico
Graziella Favaro Maria Frigo
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Storie tra qui e l, Italiano L2 e approccio autobiografico stato realizzato nellambito del progetto FEI Non uno di
meno. Ragazzi e ragazze stranieri nellistruzione superiore, promosso dalla Provincia di Milano Assessorato
allIstruzione ed Edilizia scolastica e realizzato dal Centro COME della cooperativa Farsi Prossimo.
Crediti
Sezione La nostra antologia
Testi realizzati nei laboratori di italiano L2 delle scuole aderenti al progetto Non uno di meno, Istituti superiori di
Milano e provincia.
Sezione Testi e immagini
Testi da
Kalid Chaouki, Salaam, Italia!, Aliberti, Bologna, 2005
Kledi Kadiu, Meglio di una favola. La mia vita, Mondadori, 2009
G. Kuruvilla, I. Mubiayi, I. Scego, L. Wadia, Pecore nere, Laterza, Roma, 2005
M. C. Martinetti, R. Genovese, Vengo da lontano, abito qui, Adnkronos, Roma 1998
I. Mubiayi e I. Scego (a cura di) Quando nasci una roulette. Giovani migranti si raccontano, Terre di mezzo, Mi, 2007
M.C. Patuelli, Verso quale casa, Bologna, Giraldi, 2005
I. Scego, La mia casa dove sono, Rizzoli, 2010
Wei Cheng, Poesia di un nome, in: G. Favaro, Bambine e bambini di qui e daltrove, Guerini, Milano, 1997
Immagini da
Sito Office Microsoft; cuocavvenente.blogspot.com; milanosanita.it; ecodellosport.it; scuolacervasca.it; oggicronaca.it;
minori.it; immigrazione.biz; giuseppe-m-b.wordpress.com
Si ringraziano per la collaborazione i docenti e i ragazzi dei laboratori L2
Tatiana Baggio, IPSSCT Bellisario Inzago (MI)
Giovanna Carrara, ITIS Mattei, San Donato Milanese (MI)
Stefania Enea, IPA Marignoni-Polo Milano
Giuseppina Gigliotti, IIS Piero della Francesca San Donato Milanese (MI)
Laura Locatelli, ITC Schiaparelli-Gramsci Milano
Maurizio Musso, ITSOS Albe Steiner Milano
Massimo Rossi, ITIS Giorgi Milano
Antonella Saccone, IIS FrisiMilano
Carla Scaliti, IPSSCT BertarelliMilano
Loretta Tacconi, ITIS MaxwellMilano
Milano, Maggio 2011
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Presentazione
STORIE TRA QUI E LA un invito a parlare e a scrivere in italiano a partire dalla propria storia, dal viag gio
migratorio, dallesperienza personale.
E una proposta didatticaper linsegnamento/apprendimento dellitaliano L2 - orale e, soprattutto, scritto
che segue la strada del racconto autobiografico. Sollecita le ragazze e i ragazzi stranieri a parlare e a
scrivere di s su alcuni temi comuni a tutti coloro che hanno vissuto il viaggio di migrazione.
Si compone di sette unit didattiche, ciascuna delle quali dedicata a un aspetto autobiografico:
Io sono Autopresentazione di s: aspetto fisico, carattere, gusti, caratteristiche personali; Amici e amicizia. Gli amici lasciati e quelli trovati qui; gli amici del cuore e quelli della scuola; Il mio viaggio. La partenza, gli addii, il tragitto, le attese e larrivo in Italia; La scuola e litaliano. Comera la scuola nel Paese dorigine e come stato limpatto con la scuola
italiana; i primi contatti con la lingua italiana, le difficolt e le conquiste;
Ricordi. La vita quotidiana, i luoghi, le persone e le relazioninel Paese dorigine; Progetti per il futuro. Desideri e aspettative per il domani; prospettive per il lavoro e la vita qui; Tra qui e l. Cambiamenti e percezioni di s tra nostalgia e voglia di appartenenza. I legami con il Paese
di origine e con il luogo di residenza.
Ogni tema viene introdotto da testi scritti dalle ragazze e dai ragazzi stranieri che hanno frequentato i
laboratori di italiano L2 realizzati nellambito del progetto Non uno dimeno (LA NOSTRA ANTOLOGIA).
Sono testi vicini agli apprendenti, oltre che per il contenuto, anche perch scritti in maniera semplice e
lineare, con un lessico e una struttura sintattica di base e dunque facilmente accessibili.
Oltre ai testi scritti dai pari per et e per esperienza, altri sollecitatori invitano ad esplorare e approfondire i
diversi aspetti della storia personale. Vi sono gli stimoli visivi, rappresentati dalle fotografie e dalle
immagini, a partire dalle quali si possono proporre storie, identificazioni, immaginare racconti e anche
raccogliere e presentare le proprie fotografie.
Vi sono poi i frammenti tratti dalla letteratura migrante, scritti di giovani scrittori stranieri che narrano nella
nostra lingua e che propongono testi a carattere autobiografico sugli stessi temi.
La lettura dei testi scritti dai coetanei che hanno vissuto la stessa esperienza e il medesimo viaggio di
migrazione e dei brani autobiografici, tratti dalla letteratura della migrazione, fungono da modello e da
sollecitatore e, proprio per questo, possono provocare sblocchi e immedesimazioni. Consentono cos alle
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ragazze e ai ragazzi stranieri di entrare nel mondo della parola scritta nella nuova lingua attraverso una
strada pi familiare e conosciuta.
Nella seconda parte di ogni unit, dopo che avvenuta, anche a partire dalla lettura dei testi scritti,
lacquisizione di lessico, strutture, forme le attivit proposte riguardano sia la comprensione dei brani, sia
stimoli per la produzione scritta. Sono attivit che i docenti possono adattare e integrare nel percorso di
acquisizione dellitaliano come lingua seconda.
I temi autobiograficie dunque anche le proposte presentate richiedono di essere trattati con attenzione
e con cura, rispettando i tempi e i modi che ciascuno ha di parlare e di scrivere di s.
O anche di tacere sulla propria storia, per un certo periodo.
Temi che sono pi facili da trattare nel gruppo piccolo, nei momenti del laboratorio, quando ognuno pu
esporsi in maniera pi protetta, senza per questo sentirsi troppo alcentro dellattenzione.
Con laugurio che le storie personali siano un vero momento di incontro e di scambio e preparino lintreccio
delle storie di tutti.
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IO SONO
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LA NOSTRA ANTOLOGIA
Mi chiamano Sergio
Mi chiamano Sergio. Ho 17 anni. Sono un bravo ragazzo. Sono ucraino. Mi piace il calcio,andare in palestra, fare niente. Sono felice. La mia altezza 1,80. Ho i capelli corti.
S.
Io sono gentile
Mi chiamo Patricia Linda, sono filippina di Batangas. Sono nata il 24 settembre 1993.Ho
quindici anni. Sono venuta qui in Italia il 4 giugno del 2008, quindi non parlo bene, per sto
studiando al corso di lingua italiana.
Beh, i miei amici hanno detto che sono una ragazza qualche volta antipatica ... per molto allegra,
rido sempre ... E poi hanno detto che sono molto gentile! Vero? Si! ...
P.
Io mi chiamo
Io mi chiamo Smerlin, ho 14 anni, la mia statura 1,77; io sono allegro, mi piace giocare a
baseball o basketball, mi piace tutta la musica, ma non mi piace il rock; mi piace cantare, mi piaceandare in giro con le mie amiche, mi piace ballare il merengue, il regueton, la bachata, la salsa. Mi
piace il cioccolato, andare in bicicletta, andare al mare; mi piacerebbe andare in un altro paese. I
miei occhi sono marroni e ho i capelli ricci.
S.
In Italia da nove mesi
Io mi chiamo Qui Hu, vengo dalla Cina. Abitavo nella citt di Lin Shui. Ho saputo di dover
venire in Italia a giugno. Sono in Italia da nove mesi. Io penso molto ai miei nonni e alla zia. Loro mi
hanno detto che io in Italia non sar felice. Io non capisco litaliano e non ho amici e non esco.
Adesso ho unamica. Gli altri parlano italiano molto bene. Non mi piace stare qui, perch qui tutto
molto sconosciuto. Voglio andare in Cina e appena posso ci vado. Adesso vado a scuola per
studiare litaliano e imparare a usare il computer. Voglio un fidanzato che sia cinese, ma non
italiano perch non sono belli. Voglio cercare lavoro, per io non capisco tanto litaliano, cos cerco
un lavoro non difficile.
Q.H.
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Questo sono io
Ciao, sono Douglas, sono brasiliano, da 4 mesi vivo in Italia. Abito qui con la mia famiglia e
mi trovo molto bene.Io ho i capelli castani, anche gli occhi sono castani. Sono un po alto, 1.78, ma a me non sembra di
essere alto.
Sono simpatico, mi piace parlare con le persone, mi piace fare le amicizie, sono amico, sono
allegro, mi piace la musica, e, ovvio, mi piacciono le tipe =)
Mi piace andare alla disco, mi piace guardare la tv, navigare su internet, giocare su internet, mi
piace fare la doccia lentamente, con lacqua caldissima.
Mi piace andare in centro, vado anche al cinema molto spesso. Mi piace vedere i film di azione e
quellihorror.
Questo sono io, baci =)
D.
Mi piace scherzare
Mi chiamo Elena, sono rumena e ho 16 anni. Sono nata in Romania, a Galati. Non ho
fratelli; sono in Italia con mia madre. Io sono una ragazza molto socievole e simpatica. Mi piace
avere molti amici e scherzare. Studio in un istituto professionale e faccio il corso di economia
aziendale turistico.
E.
Sono timida e sensibile
Mi chiamo Maria. Ho 17 anni. Sono nata nelle Filippine. Vivo qui in Italia con i miei genitori
e ho una sorella. Sono una ragazza molto timida e sensibile. Mi piace molto cantare e ascoltare la
musica. La mia cantante preferita Celine Dion e il genere di canzone mia preferita quella
damore.
M.
TESTI PRODOTTI NEI LABORATORI DI ITALIANO L2ISTITUTI PARTECIPANTI AL PROGETTO NON UNO DI MENO
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IO SONO
N nera n bianca
Sono alta 1.76,ho i capelli lunghi, gli occhi neri; sono di colore misto, n bianco n
nero, non so neanchio come descrivermi. Il mio carattere? Mi piace difendere i miei diritti e
mi annoio facilmente, ho sempre voglia di fare cose diverse. Il mio principio di base quello
di provare tutte le cose positive che mi capitano. Ma non comincerei mai a fumare o a
prender droghe. Ma provare tutto il meglio che la vita ti pu dare , questo s!
Ho voglia di viaggiare un sacco, di arrivare anche al Polo Nord se sar possibile.
Vorrei avere una situazione meno difficile a casa. E vero che sono vivace e allegra, ma vorrei
avere una vita pi tranquilla e avere uno spazio tutto per me. Poter rimanere in casa ad
ascoltare musica, studiare con tranquillit, programmare il mio tempo
Sifli Ilham
in M. C. Martinetti, R. Genovese, Vengo da lontano, abito qui, Adnkronos , Roma 1998
Poesia di un nome
Io sono Wei Cheng
come il cielo sereno dopo un temporale
lallegria dopo la tristezza.
Sono come un cavatappi tra le bottiglie di coca-cola,
come Galileo Galilei che ha scoperto il telescopio,
una rosa blu tra quelle rosa.
Sono come un cane che guida un gregge,
un triangolo tra i quadrati,
ma purtroppo sono solo
come un inutile e sfortunato grigio tra i colori.
Wei Cheng
inG. Favaro, Bambini e bambine di qui e daltrove, Guerini, Milano, 1997
TESTI E IMMAGINI
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E tu? Hai fotografie di te stesso? Quali preferisci tra le tue foto? Scegli una tua foto e descivila.
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Scheda 1 Chi sei? Scheda 2Io sono Scheda 3 Mi piace, non mi piace
Scheda 4 Sono come ..
LIVELLO A1
Grammatica
presente indicativo essere, avere, stare,fare
possessivo mio / mia / miei / mie
uso di mi piace, non mi piace
concordanza nome /aggettivo
Lessico
nomi (capelli, occhi, )
aggettivi (alto / basso; lungo / corto; bravo / cattivo; felice /
infelice; simpatico / antipatico; allegro / triste)
ATTIVITA
LIVELLO A2B1
Grammatica
costruzione concome
Lessico
ricerca di sinonimi
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Scheda 1
Leggi la presentazione di Pietro.
Scegli la foto di una ragazza e inventa la sua presentazione.
Scegli la foto di un ragazzo e completa la sua presentazione.
Il mio nome Pietro, sono italiano. Ho sedici anni e
sono studente dellIstituto Tecnico. Sono alto. Ho i
capelli neri e gli occhi marroni. Sono allegro e
simpatico. Mi piace ascoltare musica e giocare a
calcio. Non mi piacciono le persone prepotenti.
Il mio nome ., sono
... Ho .. anni e
sono ... Sono..
Ho i capelli.. e gli occhi.
Sono e ...
Mi piace .
Non mi piacciono ..
Io mi chiamo
Ho .. anni.
Sono un ragazzo ...
I miei occhi sono ......
Ho i capelli ...
Non mi piace
Mi piace .
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Scheda 2 SONO
Rispondi alle domande.
Come ti chiami?Il mio nome / Io sono / Mi chiamo
Quanti anni hai?Ho anni.
Dove sei nato?Sono nato a (il nome della citt) / Sono nato in ( il nome del Paese)
Quanto sei alto?Sono alto
Come sono i tuoi capelli?I miei capelli sono (ricci, lunghi, corti, )
Di quale colore sono i tuoi capelli?I miei capelli sono (biondi, neri, castani )
Di quale colore sono i tuoi occhi?I miei occhi sono (neri, marroni, azzurri, )
Come sei di carattere?Io sono (allegro, simpatico, gentile, arrabbiato, triste, )
Unisci le risposte e scrivi una tua presentazione. Aggiungi anche altre informazioni..
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Scheda 3 MI PIACE / NON MI PIACE
Ricorda Mi piace la musica. Mi piacciono le persone gentili.
Non mi piace il rock. Non mi piacciono le persone prepotenti.
Rispondi alle domande. Quali cibi ti piacciono?
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Quali cibi non ti piacciono?------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Quali sport ti piacciono?------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Quali sport non ti piacciono?------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Quali spettacoli ti piacciono?------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Quali spettacoli non ti piacciono?------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Che cosa ti piace fare la mattina?------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Che cosa ti piace fare la domenica?------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Che cosa ti piace fare con gli amici?------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Raccogli le risposte e completa la tua presentazione alla pagina precedente.
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Scheda 4 SONO COME
Rispondi alle domande.
A quale animale assomigli? Perch? A quale oggetto? A quale personaggio famoso della storia, della musica, dei fumetti? A quale momento della giornata o dellanno? A quale fiore o pianta? A quale paesaggio o elemento della natura?
Scegli alcune risposte alle domande precedenti e componile come in Poesia di un nome di pag. 8.Decidi anche il titolo della tua composizione.
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Io sono ...
Come .
..
Sono .
come ...
.
Sono .
.
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come
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AMICI E AMICIZIA
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LA NOSTRA ANTOLOGIA
Un mio amico
Il mio amico in Italia molto gentile, ha i capelli corti, ricci e castani. Il mio amico bravo
nello studio, ha gli occhi azzurri. E giovane, ha 14 anni, porta gli occhiali. Ha le scarpe nere. Eun
poarrabbiatoperch laltro giorno ha preso un 6, per questo che arrabbiato; chiacchierone;
gli piace camminare. Il mio amico un po timido , tutti i giorni porta una cintura, dei jeans. Per
questo mi piace star con lui.
G.
Il mio amico italiano
Il mio amico si chiama Davide. Ha 14 anni. E giovane ed e pieno di energia vitale.
E basso e ha i capelli ricci. E magro. Gioca a calcio. Qualche volta prendo il pullman con lui.
Lui vive pi lontano di me dalla scuola. E un po chiacchierone, ma cos sono tutti gli amici.
X.
Il mio amico moldavo
Il mio amico si chiama Tudor. Ha 16 anni. Ho studiato con lui a scuola. Da piccoli vivevamo
molto vicini.
La sua mamma era la mia coordinatrice, era una professoressa di romeno.
Qualche anno fa, nevicato tantissimo, era molto bello e abbiamo fatto un giretto sul ghiaccio. Era
molto freddo. Il ghiaccio si rotto e noi abbiamo fatto un bagno in mezzo allinverno.
D.
La mia cara amica
La mia cara amica si chiama Sashika. Lei molto bella e molto simpatica.
Lei la mia amica dallasilo, ha quindici anni, alta e magra. Lei ha i capelli lisci e lunghi. Ha gli
occhi molto piccoli e neri. La mia mamma amica della sua mamma. Sashika brava nello studio.
Lei mi piace.
K.
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Lamica del cuore
La mia amica rumena si chiama Simina. Ha 17 anni, un po pi alta di me, ha i capelli neri
e ricci, ha gli occhi marroni e molto bella. Lei mia amica del cuore perch mi capisce sempre.
Quando sono arrabbiata lei sa perch sono cosi e diventa anche lei arrabbiata. Una volta ho
litigato con il mio ragazzo e lei venuta a casa mia; io piangevo e ha cominciato a piangere anche
lei. Quando deve essere seria, lei seria. In Romania eravamo nella stessa classe e era molto brava
a scuola, studiava tanto ed era sempre pronta per le verifiche. Se io non capivo qualcosa a scuola,
lei mi aiutava sempre, la stessa cosa facevo anchio con lei. Andavamo in giro sempre insieme.
Tutti dicevano che noi non litigavamo mai. Abita in Romania, ma parliamo sempre attraverso
internet. Mi manca tantissimo e qua non trover mai una ragazza come lei. Lanno prossimo voglio
che lei venga in Italia per un mese, ma peccato che poi torner ancora in Romania.
R.
La mia amica italiana
La mia amica italiana si chiama Roberta. Lei ha 14 anni, una ragazza molto brava, lei mi
ha aiutato a imparare litaliano. Mio fratello mi ha fatto conoscere questa ragazza, alta,
magra, ha i capelli lunghi e lisci, gli occhi marroni ed bellissima. Lei una ragazza molto allegra,
le piace la musica rock, lamica perfetta perch con lei, anche se piccola, puoi parlare di tutto
quello che vuoi. Con lei mi diverto molto. In estate siamo andate insieme in piscina e ci siamo
divertite, abbiamo giocato a pallavolo e siamo andate sullo scivolo. Lei fa regalini bellissimi. Ha due
cagnolini piccolini, un gatto e una tartaruga. Le piacciono gli animali e si prende cura di loro. Lei
una ragazza molto attenta a quello che fa. Il pomeriggio usciamo quasi sempre insieme. Sono
contenta di essere la sua amica anche se e pi piccola di me di 3 anni.
R.
TESTI PRODOTTI NEI LABORATORI DI ITALIANO L2ISTITUTI PARTECIPANTI AL PROGETTO NON UNO DI MENO
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AMICI E AMICIZIA
Amiche
Simona sta aspettando Sandra.
Quindi aspetto anchio. Ecco le mieamiche. Le S. della mia vita, le M. sono
invece Mamma e Magda, mia sorella.
Che per a volte sta con le S. perch
anche sorella. Gli altri amici invece li
divido per luogo di conoscenza. Ci
sono gli amici di quartiere, quelli della
scuola, della palestra e gli incontri
occasionali. Sto pensando che fra tutti
questi non c nemmeno un nero. O un
giallo. O di qualsiasi altro colore. I miei
amici sono solo italiani. Nemmeno
lombra di un filippino, un arabo , un
nigeriano Non che sono
razzista??!
Ingy Mubiayi, Concorso
in G. Kuruvilla, I. Mubiayi, I. Scego, L. Wadia,
Pecore nere, Laterza, Roma 2005
TESTI E IMMAGINI
Sono Mauricio, e basta
Nel mio gruppo di amici, il fatto di essere peruviano non mai pesato. Al massimo ci si
scherza sopra e mi chiamano er peruviano. Non ho mai avuto problemi. I miei amici non che
pensano sempre quello peruviano; pensano quello Mauricio e basta. E un gruppo di
quasi tutti maschi, le ragazze sono pochissime.
Henry Flores, detto Mauricio
in M. C. Martinetti, R. Genovese, Vengo da lontano, abito qui, Adnkronos , Roma 1998
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E tu? Hai fotografie dei tuoi amici? Hai regali o disegni fatti da loro? Scegli una foto dei tuoiamici e descrivila.
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Scheda 1 Tanti amici Scheda 2 Il mio amico italiano Scheda 3 Un amico lontano
Scheda 4Storia di unamicizia Scheda 5 Limerick per un amico
LIVELLO A1
Grammatica
imperfetto
pronomi personali soggetto e complementocostruzione con Quando
concordanza articolo /aggettivo / nome
Lessico
aggettivi
ATTIVITA
LIVELLO A2 -B1
Grammatica
alternanza passato prossimo, imperfetto e presente nella
narrazione
Lessico
ricerca di sinonimi
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Scheda 1 TAN
Leggi i testi di pagina 18 e rispondi alle domande.
Ci sono parole che non conosci? Quali?..
Chi sono gli amici di Mauricio?..
Che cosa pensano gli amici di Mauricio?..
Ci sono ragazze nel gruppo di Mauricio?..
Chi sono le S. di Ingy Mubiayi?..
Chi sono le M. di Ingy Mubiayi?..
Ingy Mubiayi raggruppa gli amici per luogo di conoscenza (quartiere, scuola, palestra ). E tu? Hai amici di quartiere? Quali?
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Hai amici di scuola? Quali?..
Hai amici di attivit sportiva? Quali?..
Altri amici? Per quale luogo di conoscenza?..
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Scheda 2 IL MIO AMICO ITALIANO
Rispondi alle domande.
Come si chiama un tuo amico (o amica) italiano? Quanti anni ha?..
Come sono i suoi capelli? Di quale colore? I suoi occhi? E alto? Descrivi il suo aspetto...
..
Come di carattere?..
..
Come vi siete conosciuti?..
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Che cosa fate insieme?..
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Perch ti piace stare con lui?..
..
Raccogli le risposte e scrivi una presentazione del tuo amico. Aggiungi anche altre informazioni..
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Scheda 3 UN AMICO LONTA
Ricorda Quando ero piccolo giocavo a calcio con il mio amico.
Adesso gioco a calcio con il mio amico.
Rispondi alle domande. Qual il tuo migliore amico (o amica) lontano? Com di aspetto? Come vi siete conosciuti? Che cosa facevate insieme? Racconta un fatto divertente vissuto insieme. Racconta unavventura vissuta insieme. Che cosa ti piace di lui / di lei? Quando lhai visto per lultima volta? Vi scrivete o telefonate?
Raccogli le risposte e scrivi la presentazione del tuo amico..
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Scheda 4 STORIA DI UNAMICIZIA
Scegli una foto e inventa le risposte alle domande.
Chi siete? Come vi chiamate? Come vi siete conosciuti? Che cosa vi piace fare insieme? Raccontate un episodio divertente o curioso della vostra amicizia.
Raccogli le risposte e scrivi la storia di questa amicizia. Decidi anche il titolo.
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Scheda 5 LIMERICK PER UN AMICO
Osserva gli esempi e prova a scrivere i tuoi limerick. Se vuoi, puoi fare anche rime in AABBA.
La mia amica Sashika
brava, simpatica
studia, gioca, sorride
mi piace stare con lei
la mia cara amica Sashika!
1. Scrivi il nome del tuo amico.2. Scrivi due qualit del tuo amico (com).3. Scrivi tre azioni caratteristiche del tuo amico
(che cosa fa, come si comporta).
4. Scrivi ci che fai o senti tu nei confronti deltuo amico.
5. Ripeti il nome e aggiungi un aggettivo.
Davide di Milano
il mio amico di scuola italiano.
Sul pullman lho incontrato
e sorridendo mi ha salutato,
il mio chiacchierone amico italiano.
1. Il nome e la citt dellamico. (rima A)2. Un altro aspetto dellamico. (rima A)3. Un luogo dove vedi lamico. (rima B)4. Unazione che ha fatto lamico. (rima B)5. Una caratteristica dellamico; ripeti il suo nome
o usa un sinonimo. (rima A)
Si chiama Simina
la mia amica rumena.
Ride e piange insieme a me,
lamica pi cara che c,
la mia amica del cuore Simina.
1. Il nome dellamico.2. Un altro aspetto dellamico.3. Ci che fa il tuo amico.4. Ci che fai o senti tu.5. Una caratteristica dellamico e il suo nome.
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Usa queste cornici per trascrivere i tuoi limerick.
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IL MIO VIAGGIO
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LA NOSTRA ANTOLOGIA
Il mio viaggio per lItalia
Quando ero nelle Filippine non volevo venire in Italia perch volevo stare con mia nonna.
Non volevo lasciare mia nonna sola. Poi mia madre ha detto che dovevo venire con loro.
Prima di partire non mi sentivo bene perch mi girava la testa.
Non volevo mangiare durante il viaggio perch mi sentivo male.
Ho bevuto solo due bottiglie dacqua , poi mi sono addormentato fino a che sono arrivato qua in
Italia.
A.
Lettera a unamica lontana
Cara Daniela,
sai bene che non volevo partire per lItalia, per sono stata costretta dai miei genitori a
partire con loro. Il viaggio non stato cos male, per io ho pensato solo a voi e a Alino. Tutto il
viaggio mi veniva da piangere perch ho sofferto molto quando ho dovuto dire ciao al mio
ragazzo. In questo momento posso dire che nemmeno penso a lui. Il viaggio non durato molto, e
durante il percorso ho guardato la TV e ho sentito la musica. Il pullman si fermava ogni 4 ore.
Mio padre ha preso da mangiare un sacco di roba e quando siamo arrivati lavevamo mangiata
tutta. Durante il viaggio ho avuto anche mal di pancia.
Il panorama era bellissimo.
Mi sono divertita, per daltra parte il mio cuore piangeva.
Quando siamo giunti in Italia mi sentivo cos sola ! Spero che ci rivedremo presto.
Bacioni dalla tua amica
M.
Sono partita dall Ecuador
Sono partita dallEcuador il 14/06/2009 alle 12:30 della mattina.
Negli ultimi giorni in Ecuador, i miei amici mi hanno fatto una bella festa, con tutta la mia famiglia
e i professori che mi volevano bene. Mi ricordo che quel giorno fu il pi triste della mia vita, perch
non volevo lasciare nessuno.
Dopo di che arrivata lora di partire.
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Sono salita sullaereo con i miei fratelli, e stando l, abbiamo guardato il mare, le montagne, il cielo
e tutto quanto si poteva vedere.
Praticamente il viaggio fu di un giorno.
Quando siamo arrivati in Italia, ricordo che mia mamma mi aspettava allaeroporto.Lei era tutta contenta, vedeva i suoi figli o, per meglio dire, i suoi bambini che erano ormai
diventati dei giovani. Anche noi eravamo contenti, perch il nostro sogno era realizzato, cio, di
stare con la mamma.
In conclusione: abbiamo pensato che era stato tutto molto tranquillo, perch Dio stava con noi.
E quindi adesso tutti siamo contenti e felici perch finalmente siamo i figlioli della mamma.
Ringrazio Dio per tutto quello che abbiamo.
S.
Il mio viaggio
A novembre la mamma mi ha detto: Dobbiamo andare in ITALIA per stare con pap.
Io ho pensato: Devo lasciare la mia bella casa e la mia camera con tutti i poster dei giocatori di
calcio.
Io ero contento perch andavo da pap.
Ho salutato tutti i miei amici:
- Marco, il mio pi grande amico, compagno di scuola e di calcio. Noi giochiamo nella Stella Rossa
di Belgrado, io sono attaccante e lui portiere;
- Maria, la mia amica che viene a scuola con me;
- Petar, gioca con me a basket ed molto bravo.
Io sono partito con laereo dallaeroporto di Belgrado alla mattina e sono arrivato a Milano Linate.
Io ero triste. Ho lasciato tutti i miei amici.
Allaeroporto ci aspettava mio padre che ci ha portato a San Giuliano, nella nuova casa.
Adesso lItalia mi piace un po, ma la Serbia di pi.
M.
Il giorno in cui partii
Il giorno in cui partii dalla Moldavia per lItalia fu marted 15 luglio 2008 e fui
accompagnata dai miei genitori. Per partire presi laereo. Nel momento in cui stavo per partire
sentii delle emozioni stranissime. Durante tutto il viaggio mi feci delle domande: come sar in
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Italia, come sar la scuola, come si comporteranno con me i nuovi amici... Il volo dur due ore e
mezzo. Quando arrivai in Italia erano le nove e mezza e avevamo una fame!
Andammo a mangiare la pizza in una pizzeria che si chiama Pizzeria del Sole , lungo tutta la
strada per arrivare alla pizzeria non parlai, mia mamma continuava a chiedermi se mi piaceva, seero contenta di essere venuta qua.
Limpressione che mi ha dato la casa era di essere grandissima in confronto a quella in cui vivevo
prima. Epoi mi ha stupito che le case fossero tutte di colore giallo. Unaltra cosa importante per
me stata che qui ho trovato una camera tutta per me per tutte le stagioni, invece in Moldavia
avevo una camera per me solo destate, dinverno la stanza la divide vo con mio cugino, perch
nellaltra non cera il riscaldamento.
A.
Viaggio in Italia
Mia mamma era qui in Italia da quando io avevo tre anni e io vivevo con i miei nonni
materni a Cuenca, in Ecuador. Andavo alla scuola superiore militare, era molto bello, avevo tanti
amici e nel quartiere mi conoscevano tutti, uscivo sempre e non faceva mai freddo. Nel fine
settimana andavo da mia zia per vedere le gare di moto da cross che faceva mio cugino: lui aveva
gi vinto pi di duecento coppe, perch arrivava al traguardo sempre terzo, secondo o primo, ma
adesso ha smesso, perch si rotto un braccio, una clavicola e una gamba. Lui mi ha fatto
imparare a guidare la moto da cross prima di venire in Italia. Per me i miei cugini erano come
fratelli.
Nel 2006 mia mamma venuta a visitarmi con mio fratello piccolo e l mia mamma mi ha detto
che era tutto pronto per farmi venire in Italia, mancava soltanto il passaporto con il visto. Sono
partito il 21 Marzo del 2007, da solo con lhostess. Ero molto felice perch finalmente potevo vivere
con mia mamma e il mio fratellino, per ero un po triste di lasciare i miei nonni, i miei cugini e
anche le mie zie.
Il grande giorno, cio il 21 Marzo, mi svegliai alle sette del mattino per fare la colazione. Mia
nonna prepar la colazione, lei era triste perch era lultima colazione che facevamo insieme. Cera
anche mia zia Caty, mio nonno e mia zia che non sembravano molto contenti della mia partenza
per lItalia .
Mio cugino era venuto per darmi delle foto che avevamo fatto una settimana prima che io partissi.
Nel fare i bagagli ero un poinsicuro su cosa portare: i miei oggetti personali, pi che i vestiti.
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Mia nonna mi disse di portare met degli oggetti e met dei vestiti.
Dopo un paio dore mia zia venuta con la sua macchina per portarmi allaeroporto, intanto siamo
passati da un'altra mia zia per salutarla, poi sono andato allaeroporto con tre zie, due cugini, mia
nonna e un mio zio.Siamo arrivati ed ho salutato tutta la mia famiglia: ero molto triste .
Quando sono salito sullaereo intorno alle sette di sera ho pensato a come sarebbe stata la mia
vita con il compagno della mia mamma e il mio fratellino. Un mese prima avevo conosciuto il
compagno della mia mamma e il mio fratellino, ma per me non era abbastanza.
Dopo dieci ore di viaggio sono arrivato a Madrid e ho cambiato aereo, mi ha aiutato lhostess.
Quando sono arrivato a Madrid era un postrano, perch sapevo che nel mio Paese era lalba e a
Madrid era il tramonto.
Sono salito sull aereo che veniva a Milano; dopo due ore sono arrivato finalmente a Milano e ho
trovato mia mamma, il suo compagno e mio fratello che mi aspettavano, poi siamo andati in
macchina fino a San Donato, cio alla nuova casa.
La nuova casa era molto piccola rispetto a quella del mio Paese. Dopo ho chiamato tutta la mia
famiglia in Ecuador per dire che ero arrivato.
E.
Il mio primo viaggio !!!
Io in Ecuador vivevo con mio padre, andavo in una scuola superiore chiamata Aguirre Abad
che mi piaceva molto, avevo tanti amici e stavo molto bene.
Mio padre era divorziato da mia madre, aveva unaltra moglie e con lei anche una figlia, io vivevo
con loro perch mia madre era in Italia, uscivamo tutti i weekend, andavamo a fare visita ai nostri
parenti e facevamo tante altre cose ed io mi divertivo molto. Poi un giorno mia madre mi disse che
dovevo venire con lei in Italia. Io da quando lo seppi fui felice.
Volevo venire il prima possibile perch volevo conoscere lItalia. Ero molto emozionato e non avevo
nessun progetto, ero soltanto felice di venire da mia madre, perch dopo cinque anni senza di lei,
finalmente saremmo stati di nuovo insieme.
Il giorno della partenza, il 18 luglio 2007, tutti i nostri parenti vennero a casa nostra per salutarci,
mia madre era un poagitata per la partenza, io invece ero molto tranquillo, pensavo a tutti quelli
che stavo lasciando e da un lato ero molto triste, ma dall altro felice. Il viaggio fu molto tranquillo,
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perch non ci furono problemi e per essere la prima volta che viaggiavo, devo dire che mi
piaciuto.
Quando arrivammo in Italia allaeroporto ad aspettarci cera mia cugina, prendemmo un taxi per
andare a casa, mentre ci andavamo io mi stupivo perch le case erano tutti palazzi, invece nel mio paese ogni famiglia ha la propria villetta. Una volta arrivati nel nuovo appartamento, non mi
piacque perch era piccolo, rispetto allabitazione in cui vivevo in Ecuador e la mia stanza
sembrava il mio armadio.
K.
Un viaggio indimenticabile
Fino allet di quindici anni ho vissuto in un paesino dellUcraina che sichiama Ghertza. Finoa sei anni ho vissuto con mia madre e mia nonna. Quando ho iniziato la scuola elementare mia
madre ha cominciato a spostarsi per lavoro e ci vedevamo solo tre o quattro volte allanno, per cui
nella mia testa di bambina ho scambiato mia zia materna Lucrezia per mia madre
Lanno dopo mia madre partita per lItalia, quando avevo solamente sette anni. Mi chiamava
ogni tanto, cos mi raccontava mia zia, per per me lei non esisteva pi. Mia zia stata lunica
persona a regalarmi tutta la gioia e la felicit che non poteva regalarmi mia madre. Quando avevo
nove anni partita anche mia zia Lucrezia, mia mamma, e io sono rimasta da sola, anzi con mia
nonna. Ma con lei ho vissuto poco, perch dopo un anno morta. Allora sono rimasta con i miei
vicini di casa, che mi hanno trattato molto bene, come se fossi loro figlia. Con loro ho vissuto fino a
undici anni, quando tornata mia madre e ha comprato una casa che la villa pi grande di
Ghertza: quattro stanze con servizi e una cucina esterna per il barbecue in giardino. In un anno la
casa era pronta e arredata, purtroppo quando mia madre partita di nuovo per lItalia e io sono
rimasta con i miei vicini, i ladri lhanno svaligiata e sporcata. A quattordici anni arrivata di nuovo
mia madre e mi ha chiesto se volevo partire con lei, io ero molto contenta, perch cera mia cugina
che mi chiamava dallItalia e mi diceva che molto bella e che dovevo venire. Era luglio, il ventuno
ho compiuto gli anni e ho fatto una festa con i miei amici nel giardino della mia villa. Il venticinque
arrivato il mio passaporto e il ventisette siamo subito partite. Era il 2007. Le valigie le abbiamo
fatte presto, ho preso poche cose, solamente un po di vestiti e qualche oggetto che mi ricordava i
miei amici. Il viaggio labbiamo fatto in un piccolo pulmino, durato due giorni. Ero molto
emozionata e molto curiosa di vedere lItalia. Quando finalmente siamo arrivate cera il compagno
di mia madre che ci aspettava.Appena sono uscita dal pulmino ho capito subito che qui unaltra
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vita, una vita completamente diversa da quella che ho vissuto in Ucraina e che vivono ancora
oggi le persone l, meno difficile. Non riuscivo ancora a capire niente, per piano piano ho
cominciato a imparare nuove parole. La mia casa di oggi purtroppo non uguale a quella che ho io
in Ucraina. completamente diversa, non ho la mia stanza e dormo in salotto. Mi sono iscritta inun Istituto Superiore Commerciale, perch lunica scuola vicina alla mia cittadina ed una scuola
abbastanza facile. Mi trovo bene, i primi giorni erano un po difficili per me solo perch non riuscivo
a capire niente, non riuscivo a capire le lezioni e i miei compagni. Per ho imparato il primo italiano
in due mesi. Adesso sono in seconda superiore e sono felice di essere qua, perch c mia madre.
Sono brava a scuola e mia madre orgogliosa di me!
Sono felice di avere un passato diverso da tutti gli altri bambini.
Sono felice!T.
Il mio viaggio in Italia
Il mio viaggio in Italia stato noioso perch il volo durato 14 ore in aereo e non sapevo
con chi parlare, ero da sola e mi mancava tanto la mia famiglia .
Ero partita da Guayaquil in Ecuador per Madrid, dopo 12 ore di volo dovevo aspettare 1 ora per
prendere laereo per lItalia.
Era il 17 marzo del 2008 ed i primi 2 mesi stato difficilissimo, perch mi mancava tutto: la mia
famiglia e miei amici, i posti dove andavo, il cibo, il clima.
Io sono venuta qui per stare con mia mamma, per prima non volevo venire perch tutti mi
dicevano di non andare, anche mio padre, e poi non volevo perch mi mancava un anno di scuola.
Poi ho parlato con mia cugina che mi ha detto che dovevo andare perch mia mamma era da sola
e allora sono partita.
D.
Il viaggio della mia vita
13 Maggio 2008
Sono a casa mia con tante cose da fare per il mio primo viaggio. Mi sento agitata ma nello
stesso tempo felice e triste. Non so come dire Ciao! al luogo dove ho sempre vissuto. Stanotte
la mia ultima notte nella mia camera. Prima di chiudere gli occhi, una domanda cresce nella mia
mente: Potr trovare quello che cerco nel luogo dove andr?.
14 Maggio 2008
Le mie valigie sono pronte e io?Non so come dire. Stiamo andando allaeroporto con miei
fratelli, mia nonna, le mie zie e i miei cugini. Io parto con mio cugino e la famiglia del cugino di mio
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pap. Le lancette dellorologio corrono velocissime e la mia partenza vicina. Poco prima della mia
partenza, il mio ragazzo arriva per io non posso uscire dallaeroporto. Noi ci guardiamo dal vetro
che c tra di noi. Parliamo al cellulare. Siamo tristi perch non possiamo abbracciarci per lultima
volta.Siamo dentro laereo e il mio cuore batte forte. Laereo lascia il suo aeroporto e io lascio il
mio paese, le Filippine.
15 Maggio 2008
La mattina diquesto giorno arriviamo in Italia. Fuori dellaeroporto, i miei genitori e anche
mio zio ci stanno aspettando. Abbraccio i miei genitori con grande felicit, per la domanda che ho
ancora nella mia mente sempre: Qui in Italia, potr trovare quello che cerco?
M.
Il mio viaggio.
Sono in Italia da 10 mesi. Sono arrivata dalla Russia. Com iniziato il mio viaggio e perch
sono arrivata qui? Mia mamma abitava in Italia da tanti anni e mi mancava tanto e anche io a lei.
Ho parlato molto con lei e cercavamo un modo per farmi venire in Italia a studiare e a vivere. Io
voleva finire la scuola nel mio paese e venire qui finita la scuola. Lestate scorsa, lei arrivata a
prendermi. Sono stata molto felice di vederla e anche lei! Ma io avevo paura di venire, perch in
Italia parlavano unaltra lingua, che io non ho mai studiato. Io non sapevo neanche una parola. Ma
mia mamma ha detto che mi aiutava per imparare la base della lingua, perch lei sposata con un
italiano e lui, per me come un vero pap, mi aiutava a imparare a parlare.
Nellagosto scorso noi abbiamo preso laereo. Il viaggio durato 3 ore. Siamo arrivati alla mattina
a Roma, dopo abbiamo preso il treno per arrivare a Milano. La citt mi piaciuta tanto, anche
lItalia.
A.
Ricordando la partenza
Oggi 22/04/09 nel mio letto, da sola, sto pensando e ricordando i giorni prima di arrivare in
Italia e mi rendo conto quanto cambiata la mia vita; addirittura ricordo la mattina quando avevo
6 anni e mio fratello un anno in pi di me, per noi era il primo giorno di scuola e per mia madre
lultimo insieme a noi ed ovvio che io e mio fratello non ci rendevamo conto di cosa succedeva.
Due anni dopo anche mio padre partito, noi siamo rimasti con i miei zii e con i miei cugini, per
fortuna, i quali in tutto questo tempo ci hanno dato amore, attenzioni e ci trattavano come i loro
figli.
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Cos passarono gli anni e un giorno furono i miei genitori a telefonarci e cominciarono a spiegarci
che dovevamo viaggiare e cos iniziare una nuova vita insieme a loro, come una volta.
Per me fu una notizia bella, ma mio fratello era confuso e lo pure adesso perch lui vuole
realizzare i suoi desideri insieme alla sua famiglia, ma anche insieme alla sua fidanzata e questonon stato possibile finora. Anche io ero e sono preoccupata perch non voglio staccarmi
dallunica persona che stata insieme a me per tutta la mia vita, mio fratello Christian.
Una settimana prima tutto era pronto per il viaggio e i miei cugini avevano organizzato una festa
di addio per me e mio fratello che gi aveva preso una decisione ed era quella di venire in Italia e di
ritornare dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno. Nel giorno della festa mi sono divertita
tanto con tutti i miei cugini, zii, fratello ed amici.
Il giorno dopo, durante le ore che mi restavano a casa mia, ho pensato, riflettuto e anche pianto
ricordando i momenti carini. Erano le 6 di pomeriggio e dovevamo andare in aeroporto, mi ricordo
quando ho dato gli ultimi baci ai miei due cani. Poi sono entrata nella mia scuola, tutta nervosa
sono entrata nella mia classe ed ho salutato i miei amici e professori che mi hanno dato dei consigli
belli, dopo questo siamo andati allaeroporto. Gi dallaeroporto io e mio fratello accompagnati
dai famigliari, amici ecc abbiamo fatto le foto, scherzato, pianto e dopo siamo partiti. Laddio fu
troppo triste, tutti abbiamo pianto. Da una parte ero triste di lasciare i miei amici e famigliari, ma
dallaltra parte ero felice per il viaggio verso i miei genitori.
Quando siamo scesi dallaereo eravamo ansiosi e felici. Allincontro con i miei genitori mi sembrava
tutto strano, non ci credevo, ero persa, ma dopo unora ho accettato la realt.
Mi sentivo chiusa insieme ai miei genitori, ma adesso diverso, ho fiducia, mi sento protetta da
tutto insieme alla mia famiglia, e credo anche mio fratello si senta cos.
La prima impressione arrivata qui furono i grandi palazzi perch nel mio paese non ci sono e anche
la presenza di diverse persone di altre culture. Il primo giorno a scuola ero comunque nervosa e mi
sentivo male, ma adesso mi sento troppo bene e so che ho imparato molto e ricordo quando un
giorno pensavo di essere una scema qui. Adesso sono gi da 9 mesi nel paese che mi dar la
possibilit di realizzare i miei sogni; diventare una professionista ed avere le cose che nel mio paese
(Per) non avevo. Adesso ho 16 anni e mi sento orgogliosa delle cose che ho fatto. Per quanto
riguarda mio fratello, lui tornato da tre mesi in Per, ma ho paura che non ritorni pi qui.
J.
TESTI PRODOTTI NEI LABORATORI DI ITALIANO L2ISTITUTI PARTECIPANTI AL PROGETTO NON UNO DI MENO
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IL MIO VIAGGIO
E tu? Hai fotografie della tua partenza e del tuo viaggio?
Di notte, larrivo
Settembre 1992, arrivo a Malpensa, Italia. E una notte gelida ad accogliere me,
insieme a mia mamma Mina e a mio fratello Yassine. Dopo lunghi anni il sogno si avverato.
Sono finalmente arrivato in Italia: un Paese che per me rappresentava lintero Occidente.
Dopo tanti anni, potevo vivere in una famiglia al completo, con laffetto di entrambi i genitori.
Mio pap ci aveva lasciati quando io avevo solo cinque anni. Aveva seguito il suo destino,
come la mamma mi spiegava; per il nostro bene era diventato un migrante. Lo rivedevo ogni
anno, per le vacanze estive, quando tornava dallItalia con tanti regali firmati Clementoni e
Giochi preziosi. Il Lego era la mia passione, e pap lo sapeva bene.
LItalia nel mio immaginario era come una citt grandissima, piena di insegne luminose e
grattacieli; tante donne bionde con gli occhi azzurri, e soprattutto chiese .Khalid Chaouki
Salaam, Italia! Aliberti , Bologna 2005
TESTI E IMMAGINI
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Sola andata
Quella mattina, a Tirana, laria era soffocante.
Il treno che ci stava portando a Durazzo, una delle citt pi antiche dellAlbania, era stracolmo
di persone. Cera chi fumava accanto al finestrino, chi leggeva il giornale, chi fissava gli occhidel vicino in cerca di conferme, chi soffiava sul viso del bambino che aveva tra le braccia,
tentando di diminuire gli effetti del caldo atroce e chi, come noi, stava in una angolo a cantare
canzoni popolari, pur essendo appiccicati luno allaltro come a un concerto rock.
La mia mente era invasa da mille interrogativi. Erano diversi giorni che non parlavamo daltro,
della partenza per lItalia, del porto che si sarebbe aperto accanto, della nuova vita
Ricordo quel giorno come fosse ieri. Linizio di unesperienza drammatica e al tempo stesso
indimenticabile. Linizio del mio viaggio di sola andata.
Ammassati allo stadio
La folla travolge ogni cosa. I miei connazionali si
tuffano incuranti del pericolo verso le barricate. Siamo
troppi, nemmeno polizia, esercito e carabinieri riescono
a contenere quella folle corsa della disperazione. Gli
uomini e le donne urlano mentre si lanciano sui mezziche circondano lo stadio.
Le camionette, spinte e prese a calci dalla gente in
delirio, volano via e si cappottano come fossero dei
modellini giocattolo. E impressionante come un uomo
riesca a moltiplicare le sue forze quando in una
situazione disperata. I celerini cercano di fermarli, ma
riescono solo a sferrare manganellate a caso qua e l.
In un batter docchio gli elicotteri sopra di noi sono
diventati una decina. Dallimpianto audio dello stadio
una voce tuttaltro che rassicurante ci ordina di restare
fermi e di tornare allinterno.
Ladrenalina sale.
Guardo gli altri.
Loro guardano me.
Gli occhi sono sbarrati.
Con un salto felino corriamo come dei fulmini verso
luscita.Kledi Kadiu
Me lio di una avola. La mia vita, Mondadori, 2009
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Scheda 1 Partenze e arrivi Scheda 2Di notte, larrivo
Scheda 3 Sola andata Scheda 4 Il mio viaggio
LIVELLO A1 - A2
Grammatica
verbopartire
preposizioni da, a, in
Lessico
aggettivi (emozioni e stati danimo)
ATTIVITA
LIVELLO A2 -B1
Grammatica
alternanza passato prossimo, imperfetto e presente nella
narrazione
Lessico
ricerca di sinonimi
significato di espressioni idiomatiche
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Scheda 1 PARTENZE E ARRI
Per ogni foto, scrivi una didascalia oppure un tuo commento.
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Scheda 2 DI NOTTE, LARRIVO
Ricorda Partire da (da Casablanca, dal Marocco, dallItalia)
Arrivareda
(da Casablanca, dal Marocco, dallItalia)
Arrivare a (a Casablanca)
Arrivare in (in Marocco, in Italia)
Leggi il testo di pagina 36 e rispondi alle domande.
Dove arriva Khalid?..
Con chi arriva?..
Quando era partito il pap di Khalid?..
Perch era partito il pap di Khalid?..
Quando tornava a casa il pap di Khalid?..
Che cosa portava dallItalia il pap di Khalid?..
Come Khalid immaginava lItalia?..
E tu, quando sei arrivato in Italia?..
Come ti immaginavi lItalia prima di arrivare?..
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Scheda 3 SOL
Leggi il testo di pagina 37 e prova a spiegare il significato delle seguenti espressioni.
Un viaggio di sola andata un viaggio Un treno stracolmo di persone un treno Fissare negli occhi significa Cercare conferme significa Un caldo atroce Essere appiccicati luno allaltro vuol dire Unesperienza drammatica unesperienza I connazionali sono Le barricate sono Le camionette della polizia si cappottano, cio In un batter docchio significa Una voce tuttaltro che rassicurante una voce Gli occhi sbarrati sono occhi Un salto felino un salto Correre come dei fulmini vuol dire
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Scheda 4 IL MIO VIAG
Racconta del tuo viaggio e del tuo arrivo in Italia. Ti diamo, attraverso alcune domande, una traccia perorganizzare la tua esposizione.
Quando sei partito verso lItalia? Da quanto tempo sei qui? Con chi vivevi prima di partire? Hai raggiunto qualche parente in Italia? Come hai saputo che saresti venuto in Italia? Chi ha deciso il viaggio? Che cosa hai fatto prima di partire? Chi hai salutato? Come ti sentivi? Che cosa ti dicevano le altre persone? Chi ti ha accompagnato alla
partenza?
Che cosa hai portato con te (fotografie, oggetti, )? Chi hai lasciato al tuo paese? Che cosa hai lasciato al tuo paese? Come immaginavi lItalia prima di partire? Quali progetti hai fatto? Come stato il viaggio (mezzo, durata, soste)? Chi venuto a prenderti allarrivo? Che cosa hai visto appena arrivato? Quali sono state le tue prime impressioni?
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8/3/2019 8. Storie tra qui e la
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LA SCUOLA E LITALIANO
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LA NOSTRA ANTOLOGIA
Ero molto nervoso
Dopo le vacanze dovetti iniziare la nuova scuola e il primo giorno ero molto nervoso,
perch era tutto nuovo per me. Mi accompagn mia madre e io le dissi di chiedere al professore di
non farmi parlare perch mi vergognavo, e cosi il professore non mi fece parlare. A me piacque la
classe, ma allinizio non parlavo con nessuno, perch non sapevo ancora litaliano, tranne che con il
mio compagno di banco che era del mio Paese, comunque dopo un po di tempo imparai questa
nuova lingua e parlavo con tutti e mi sentivo molto bene ed ero felice perch stavo con mia madre.K.
Mi piace studiare
3 Agosto 2008: sono partita dal mio paese (Filippine) per venire a Milano insieme con mio
fratello che si chiama Gregorio.Avevo sentimenti confusi. Mi sentivo un po triste perch lasciavo la mia famiglia, le mie sorelle, i
miei nonni e anche i miei parenti e i miei amici. Mi sarebbero mancati davvero. Dallaltra parte, mi
sentivo felice perch avrei vissuto con i miei genitori. Ma la cosa pi importante per me erano i
miei studi. Pensavo a che cosa poteva succedere ai miei studi arrivata a Milano.
Ho frequentato la scuola superiore anche se non sapevo litaliano. Ho deciso di andare a scuola
perch mi piace studiare. Adesso sono qua da quasi 10 mesi. Il tempo passato troppo veloce.
Sono gi abituata a vivere qui. Ho conosciuto tante persone: i miei professori, i miei compagni di
classe, e altri amici. Ho imparato tante cose, anche litaliano.
Questa la mia vita adesso. Sono contenta in questo modo. Sono diventata pi indipendente e ho
imparato a credere in me stessa e nelle mie capacit. Perch se vuoi fare una cosa, puoi farla.M.
Istituto tecnico
Quando sono finite le vacanze e dovevo andare a scuola, con mio padre abbiamo cercato
una scuola tecnica ITIS e abbiamo trovato lITIS Giorgi, e cosi ho cominciato la scuola. Il primo
mese di scuola stato bruttissimo perch non capivo niente. Dopo quel mese la scuola ha
cominciato a organizzare lezioni ditaliano per stranieri. Queste lezioni sono state molto
interessanti e divertenti con il prof R. e la professoressa G., per il primo quadrimestre sono andato
male, male, male perch comunque io ero appena arrivato e non capivo molto bene tutte le cose;
adesso sto recuperando. Io ho chiesto una volta alla professoressa: Si possono fare LEZIONI
DITALIANO TECNICO?perch comunque siamo in una scuola tecnica, perch io ho problemi con
le parole tecniche e ci sono materie dove si usano parole tecniche e a volte non si capisce niente;
per questo CHIEDO ANCORA DI FARE LEZIONI DITALIANO TECNICO, PER FAVORE, PER FAVORE, PER
FAVORE, cos posso studiare bene.
Anche gli altri professori sono bravi, per loro non capiscono che noi siamo appena arrivati e quindi
loro vogliono che io faccia come se io fossi da tanti anni qua e non posso farlo; per questo chiedo di
parlare con i professori e fare capire loro che non possiamo fare tanto nelle verifiche.R.
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8/3/2019 8. Storie tra qui e la
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Ora sto bene qui
A settembre sono andata in una scuola italiana e avevo paura perch non riuscivo a
capire quasi niente, non conoscevo neanche una persona della mia classe. Sapevo solo il modo di
presentarmi, dire come mi chiamo, da dove sono arrivata ecc. I primi mesi a scuola sono stati
molto difficili! Ma a scuola il modo di studiare per gli stranieri mi piaciuto. Piano piano, mesedopo mese, io imparavo nuove parole e nuove frasi, con i corsi a scuola imparavo come bisogna
parlare giusto, come fare i compiti, come pi semplice studiare le materie. Il tempo passato
veloce. Io ricordo i miei primi mesi qua, quando pensavo che non sarei riuscita mai a parlare in
questa lingua, ma adesso io parlo abbastanza bene. E allora, mi piace questo paese e sto bene qui.A.
La mia scuola in Serbia e in Italia
La mia scuola in Serbia si chiama Jovan Popovic, abbastanza bella .
Mi piacciono gli amici e le materie educazione fisica e inglese.I professori sono pi buoni di quelli italiani.
Adesso sono in Italia e vado allI.T.I.S. MATTEI.
Mi piace il professore di educazione fisica e quella di scienze.
Ci sono compagni simpatici con me, come Marco e Roby che giocano con me a calcio e a basket.
M.
Mi prendevano in giro
Dopo un po di tempo ho cominciato la scuola. Per me era difficile perch non sapevo che
cosa potevo trovare e poi cerano anche i miei compagni che mi prendevo sempre in giro. Forse
loro scherzavano con me per io non lo sapevo, per me era una cosa brutta. Adesso mi trovo
meglio, per non che sono una buona amica con i miei compagni. Ho trovato anche alcuni amici
italiani che si comportano bene con me, per ho anche amici rumeni.I.
Il mio primo giorno di scuola
Quando sono venuta in Italia per la prima volta ero tanto felice e volevo cominciare la
scuola; dopo 6 mesi ho cominciato la scuola superiore. Il mio primo giorno stato bruttissimo;
quando sono entrata in classe tutti ragazzi mi guardavano un po strano, nessuno mi parlava. Ero
tanto nervosa alla prima ora, iniziata alle 8.10. La prof venuta in classe e ha iniziato la lezione. La
lezione di storia era molto difficile, ma lei mi ha aiutato tanto.H.
Dicevano che sono straniero
La scuola in Italia molto bella. La prima volta quando sono venuto qua non avevo amici,
litigavo con tutti i miei compagni di classe perch non mi rispettavano. Dicevano che sono
straniero, non devo stare qua, devo andare al mio paese e vivere l.K.
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8/3/2019 8. Storie tra qui e la
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Io non capivo niente
Mi chiamo Elena, sono rumena e ho 16 anni. Studio in un istituto professionale e faccio il
corso di economia aziendale turistico. Sono in Italia dal giugno dellanno scorso. Vivevo in Romania
con mia zia. Mia madre venuta a prendermi in Romania una settimana prima della partenza.
Allinizio ero molto felice perch, finalmente, dopo 7 anni potevo stare sola con mia madre.Finalmente siamo partite, il viaggio stato bellissimo ma molto stancante. Durante il viaggio ho
pensato tanto ai miei amici e ai miei famigliari che avevo lasciato. Mi mancavano. Quando sono
arrivata tutto mi sembrava strano. Ero in un altro mondo, tutto era diverso e, soprattutto, non
capivo niente di quello che mi dicevano. Il giorno dopo sono uscita con mia madre e le chiedevo
sempre che cosa dicevano le persone, io non capivo niente. La sera stavo un po male perch mi
mancavano le mie cose e i miei amici. Mia madre mi diceva di stare tranquilla perch tutto andava
bene. Quando iniziata la scuola ho frequentato le lezioni. Mi sembrava che i professori e i
compagni mi guardassero in un modo un po strano. Poi ho scoperto che la scuola era molto
diversa, nel mio paese la scuola era pi severa, ma qua molto meglio. I docenti mi aiutano e icompagni sono buoni e socievoli. Ho imparato la lingua frequentando i laboratori della mia scuola
e parlando con i docenti e i compagni. Quello che qua mi sembrato molto diverso stata
limmagine dei ragazzi che fumavano vicino ai docenti. Ora mi sono abituata a tutto. Adesso mi
sento meglio, riesco a seguire le lezioni e non voglio pi andare nel mio paese perch anche qui mi
sento a casa.E.
La mia scuola
In Italia le scuole sono molto diverse. In Ecuador non si studia il sabato. Posso dire che inItalia le cose sono un po pi difficili, la maniera di spiegare pi complessa, ossia, un po
complicato capire.
Eh, adesso parlo, con rispetto, dei prof. Loro sono molto simpatici, carini, bravi e soprattutto
rispettosi. Mi ricordo la prima volta che sono venuta a scuola, loro mi hanno ricevuto con molta
gentilezza, e questo mi piaciuto.
Invece, i miei compagni sono tutti bravi, soltanto che a volte si comportano come bambini di 4
anni.S.
I miei compagni mi aiutano sempre
La mia scuola qua in Italia molto diversa dalla mia scuola nelle Filippine. La scuola nelle
Filippine finisce alle 4:30 e non devo andare a scuola ogni sabato, mentre la scuola qua finisce alla
1:40 e devo venire a scuola ogni sabato.
Io avevo tanti amici nella mia scuola nelle Filippine. Ogni sera uscivo con loro e tornavamo a casa
alle 21:00. Sono andato a casa loro con la mia moto. Quando torno nelle Filippine, voglio fare
vacanza per almeno due mesi.
La mia prima volta in questa scuola andata molto bene, perche i miei compagni e i professori
erano molto gentili. I miei compagni mi aiutano sempre quando non ho capito le lezioni.B.
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La mia scuola in Romania
Mi manca la mia scuola della Romania. Ho fatto 8 anni di scuola in Romania dove mi sono
trovata benissimo, con tutti i miei compagni, professori, assolutamente tutto.Forse perch ero nel mio paese e parlavo la mia lingua materna, ero felice e la scuola andava
benissimo, per qui non va cos bene per il momento. Spero che lanno prossimo andr meglio.
Nella mia scuola i professori non erano cos severi con i voti, per non cerano ragazzi o ragazze
stranieri, come sono io per esempio.I.
Sono stato promosso
A settembre mia mamma mi ha inserito nella nuova scuola media, io sapevo gi parlare
un po di italiano. La nuova scuola era molto pi piccola di quella in Ecuador, ma mi sono inseritosubito, mi sono fatto nuovi amici e andavo bene a scuola. Nel primo quadrimestre avevo due
insufficienze: matematica e scienze; nel secondo quadrimestre nessuna, ho fatto gli esami e sono
stato promosso.
E mi piace stare in Italia.E.
La mia nuova scuola: il bello e il brutto
Nei primi tempi in questa scuola non mi trovavo proprio ma, con il tempo, le cose sono
migliorate. Infatti allinizio la scuola mi sembrava grande, brutta e vuota. I professori erano tuttiduri. I miei compagni si comportavano male con me, perch sono straniera: dicevano che gli
stranieri devono stare nel loro paese, non devono venire in Italia. Dicevano anche che odiano gli
stranieri perch prendono i posti di lavoro che sono destinati a loro. Con me non parlavano,
parlavano soltanto tra loro. Erano e sono ancora invidiosi quando prendo i voti pi alti di loro. Nel
laboratorio nessuno voleva stare con me, perch sono straniera. Se gli chiedevo qualcosa neanche
mi sentivano, quindi non posso dire che mi rispondevano. Mi hanno trattata male, ma io sono una
persona che perdona facile, e che non prova rancore per nessuno. Infatti ora ha dimenticato tutto.
Adesso hanno cominciato a comportarsi bene: parlano con me, stanno in laboratorio con me,
vengono in giro con me, mi confessano i loro segreti, siamo diventati proprio amici. Ora posso direche quasi mi considerano una di loro. Non mi sento cos bene come in Romania, perch mi
mancano gli amici, ma posso dire che mi trovo bene con loro, e non voglio ricordarmi del passato,
che stato cos brutto per me.
Tra la scuola italiana e quella rumena esistono differenze, ma non cos grandi come si pensa. I voti
in Romania sono uguali a quelli della scuola italiana, soltanto che i professori sono pi indulgenti e
ti danno i voti pi alti. Nella scuola rumena il voto 5 si mette come voto positivo. Con le assenze
molto differente. In Romania quando manchi da scuola non devono giustificare i tuoi genitori, ma
devi prendere la giustifica dal medico, o devi dire prima che in quel giorno mancherai. I genitori
possono chiamare anche i tuoi professori per motivare le assenze. Te ne puoi anche andare dallalezione unora oppure due ed entrare in ritardo.
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La scuola rumena pi divertente, almeno cos mi sembra.
In conclusione, posso dire che bello anche qui e tra qualche anno preferir la scuola italiana.M.
Il nostro programma diverso
Mi chiamo I. Sono arrivata dallUcraina. Vivo in Italia da un anno e 5 mesi. In Ucraina hostudiato 9 anni.
Il nostro programma di scuola molto diverso da qua: noi iniziamo a studiare il primo settembre.
Questo giorno molto importante per i bambini e per i genitori. Il primo settembre festa per tutti
i ragazzi, sia per chi ha iniziato la scuola, sia per chi avanti negli studi.
Il nostro programma dura 11 anni: nei primi 4 anni c una maestra che fa aprire le porte al mondo
scolastico.
La mia prima maestra mi ha lasciato dei bei ricordi: in questi 4 anni stata per noi una maestra,
ma anche una mamma. Tutti i giorni, tutte le mattine, lei ci incontrava con il sorriso sul viso. Dopo
questi anni ho iniziato la scuola media: per ogni materia cera una maestra. Di tutte le lezioni mipiaceva di pi inglese, perch quella maestra era capace di spiegare linglese che si parla in tutto il
mondo. Per adesso sono qua e mi piace il cambiamento nella mia vita.
Qui studio in una scuola che si chiama Albe Steiner: le mie materie preferite sono cinema, foto e
geostoria.
Vicino a me c la mia famiglia e io spero che la mia scuola sia per me una seconda famiglia.I.
La mia seconda scuola in Italia
Quando io sono arrivata nella scuola italiana, mancava poco alla fine dell anno scolastico,per io sono stata per tre giorni nella mia futura classe per conoscere un poil metodo della scuola
e anche per vedere chi erano i miei nuovi amici.
In seguito mia madre mi ha iscritto alla scuola. Il preside mi ha detto che prima di entrare in classe
dovevo fare un esame delle materie che non avevo studiato in Ecuador.
Quando sono venuta il primo giorno di scuola mi sentivo molto contenta e anche strana perch non
potevo ancoraparlare litaliano, per lo capivo.
Il bello della scuola che ho conosciuto delle amiche italiane, e ancor pi che ce una ragazza del
mio Paese e ho fatto molta amicizia con lei.Mi piace anche perch questa scuola ha dei laboratori
e non sempre stiamo nellaula.Il brutto della scuola che mi mancano i miei amici dellEcuador perch loro erano molto simpatici
e mi facevano ridere sempre in classe. Qui un po brutto perch le ragazze italiane non sono
molto amichevoli con gli stranieri; non soperch loro sono cos se tutto il mondo paese.
Va bene, nellEcuador la condotta degli studenti verso i professori pi disciplinata: questo quello
che mi ha sorpreso, questa maniera di mancare di rispetto ai prof. Non so perch il preside non fa
niente.
Qua la scuola un po pi triste, non si fanno feste. Lo dico perch nella mia scuola in Ecuador si
festeggiavano il giorno della mamma, il giorno del pap, Natale, Capodanno.
In queste feste tutte le classi organizzavano insieme il ballo con musiche moderne. Alcune classipreparavano dei numeri; cantavano o facevano teatro. A queste feste potevano entrare soltanto
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gli studenti dell Istituto. Per la festa della mamma e del pap si preparava un ricevimento in ogni
classe.K.
La scuola
Quando ho visto la mia scuola avevo paura. una scuola invitante e bella solo che tutti quisono nuovi per me. Avevo paura di non superare il liceo. La lingua, la cultura, la storia di questo
paese sono tutte nuove per me. Prima avevo deciso di fare il linguistico perch volevo imparare
tante lingue come il francese, il latino, per vorrei diventare un medico dopo tanti anni, cos il
linguistico non un corso giusto se voglio diventare un medico. Ho scelto perci il liceo scientifico
tecnologico. Quando sono andata a scuola la prima persona che ho incontrato stata Stella. Lei
davvero simpatica e gentile, non la dimenticher mai.
Il mio primo giorno a scuola era imbarazzata, ho sbagliato la classe; che figuraccia quella che mi
capitata! Nel secondo giorno invece Stella mi ha accompagnato alla mia classe. I miei compagni di
classe sono simpatici. Dovevo presentarmi ma ero cos impaurita e preoccupata che ho parlatomalissimo. Quando ho paura dimentico tutto quello che devo dire e fare, come quando ho fatto il
colloquio. Era settembre, ho studiato quasi tutto, ma quando mi hanno interrogato ho dimenticato
tutto e per questo sono ancora nella prima superiore. Beh, a dire la verit non brutto essere in
prima superiore perch ho dei simpatici compagni di classe e gentili insegnanti. Nelle Filippine
avevo degli insegnanti gentili di quasi tutte le materie tranne quella di matematica. A volte avevo
gli insegnanti di matematica gentili e pazienti ma non sempre.N.
Differenze con il Marocco Quando da Casablanca sono arrivato in Italia, 8 mesi fa, sono rimasto a casa per un mese
perch avevo paura di scoprire il mondo esterno, cio il mondo occidentale. Dopo aver superato le
mie paure, ho frequentato la mia nuova scuola; allinizio ho provato un po di difficolt perch non
sapevo parlare la lingua italiana. Cerano poi molte differenze tra la mia nuova scuola in Italia e
quella del Marocco. Nel mio paese andiamo a scuola dalle otto fino alle 12 e poi ritorniamo a casa
per il pranzo e di nuovo a scuola dalle 14 o 16 fino alle 18 della sera. Una cosa che mi sembrata
molto strana in Italia stata quando ho visto che le ragazze fumavano a scuola durante
lintervallo. Nel miopaese quasi nessuna donna fuma. Dopo che ho imparato unpoco litaliano nel
laboratorio per noi stranieri con i prof della mia scuola e parlando con i compagni, mi sono trovatobene. Dovunque a scuola ho trovato dei nuovi amici che mi rispettano,nonostante ci ho ancora
nostalgia dei miei amici in Marocco ma specialmente dei miei cugini. Io sono nella classe di liceo e
ho cominciato a studiare anche il latino, una lingua antica molto diversa dalla mia. Studio perch
vorrei diventare medico; era il mio sogno da quando ero bambino e lo voglio realizzare. Penso di
ritornare in Marocco quando finisce lanno scolastico, ma per il mio futuro spero di poter lavorare
in Italia.A.
Primo giorno
Nel primo giorno di scuola, io ero spaventata perch non sapevo le cose e come studiarequa in Italia. Mi mancavo tutti i miei compagni che erano restati nelle Filippine e cerano tante cose
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diverse qua in Italia, specialmente il comportamento. La mia compagna di classe mi ha aiutato a
capire le cose che dovevamo sapere. Non ero tanto felice di studiare qua perch i miei compagni
non sono tutti simpatici e anche i professori non erano gentili. Per fortuna il tempo passato:
adesso mi piace studiare in questa scuola perch i miei compagni di classe hanno cambiato i
comportamenti e anche voi mi aiutate a capire tante cose. Nella mia scuola nelle Filippine i mieicompagni sono diversi da qua, perch l mi trattano come una sorella. Per sto provando a
conoscere tutti i miei compagni in questo scuola. Le mie professoresse nelle Filippine sono i miei
genitori nella scuola. Loro ci aiutano a risolvere i nostri problemi e fuori dalla scuola loro sono i
nostri amici.R.
La mia integrazione in Italia
Mi chiamo G., vengo dal Per e ho 18 anni; sono arrivato in Italia quasi 4 anni fa. Una
grande gioia stato rivedere mai madre dopo 3 anni senza di lei.Le prime difficolt che ho avuto in Italia sono state vedere una realt di vita diversa da quella da
cui venivo, una modernit che in principio mi spaventava ma pian piano iniziaia dominarla, , la
lingua, uninfinit di cose che pensavo fosse impossibile riuscire a farcela.
I miei primi rapporti con altri ragazzi italiani iniziarono subito: dopo 15 giorni entrai in terza media
a met anno. Quando sono entrato in classe tutti mi fissavano, ricordo che mi parlavano e io non
capivo nulla, sorridevo per non fare brutte figure davanti a loro, ma in classe cera anche un
ragazzo peruviano e mi aiutava un po traducendomi alcune cose che i miei compagni mi dicevano.
Allinizio mi sentivo incomodo insieme a loro perch pensavo di dare un po di fastidio, nel senso
che magari i prof avevano pi attenzione nei miei confronti perch non parlavo italiano quindimagari a loro poteva scocciare ma menomale che non fu cos. Col tempo iniziai a imparare la
lingua con un po di difficolt perch mi vergognavo di sbagliare qualche parola; avevo la fortuna
di avere dei prof fantastici che mi aiutavano tantissimo, soprattutto la prof ditaliano, ma anche i
miei compagni erano bravissimi perch non mi escludevano mai quando parlavano tra di loro. Io
mi spostavo perch non volevo disturbare ma loro mi coinvolgevano nei loro discorsi ma
ovviamente io dicevo poche cose perch avevo sempre quella paura di sbagliare e quindi di essere
preso in giro.
Il tempo pass, pian piano mi scioglievo parlando un po di pi, interagendo di pi, diventando un
po pi socievole. Poi arriv la fine della scuola e quindi anche gli esami terza media; allinizioavevo un po paura degliesami perch pensavo di non riuscirle a superarli. Diciamo che mi misi a
studiare come un matto: non uscivo di casa, studiavo tutto il giorno. Ricordo che per storia dovevo
parlare della prima e seconda guerra mondiale, per italiano fare un tema, per inglese una
traduzione e cosi con le altre materie. Fui il primo ad entrare in classe davanti a tutti i prof; le mani
mi sudavano, ero nervoso, volevo urlare, ma ormai ero l davanti a loro con mille pensieri in testa. I
prof furono gentili e pazienti e dopo quasi 40 minuti finii e uscii contento perch pensavo di essere
riuscito a superare la prova e infatti sono uscito con buono!!! Ero molto felice perch i miei sforzi
erano serviti e cosi fin la terza media.
Poi arriv l estate, andai in vacanza a Chioggia, in Veneto. Ero ancora chiuso perch mi trovavo inun altro posto diverso da Milano, cerano altre persone che non avevo mai visto. Andavo in
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spiaggia sotto lombrellone, mi sedevo, dormivo e non facevo nulla. Cera un famiglia davanti a me
composta da una ragazza, suo fratello e i suoi genitori; io ero con i miei genitori che fecero amicizia
con loro ma io non parlavo. Poi mi dissero di parlare con quel ragazzo della mia et, ma pure lui
era timido: immaginate io timido e lui timido chiss che discorsi facevamo! Dopo un po iniziamo a
parlare, anchio iniziai ad aprirmi un po e cosi diventammo amici. Tutti i giorni delle mie vacanze almare li passavo col mio nuovo amico a giocare con lui: ero contento, mi stavo divertendo, siamo
diventai migliori amici. Finite le vacanze, lui and a casa sua ad Alessandria e io a Milano. Poi io
andai da lui per una settimana e lui da me per una settimana, ci divertivamo tantissimo giocando
alla play, andando in giro, ridendo, scherzando.
Poi inizi lanno scolasticoalla prima superiore allITSOS, ero molto pi aperto, parlavo, ma sempre
con un po di paura perch purtroppo avevo paura dei giudizi degli altri. Mi trovai in una bella
classe con dei compagni simpatici che poi diventarono amici miei come sono adesso. Fu un periodo
molto bello perch poi incontrai una prof fantastica di italiano, chiamata G. Fu e lo ancora la mia
prof preferita perch riusc a capire tante cose di me. Mi sentivo troppo bene: lei era diventatacome una amica fantastica fino al punto che magari mi sfogavo con lei su alcuni aspetti famigliari
e sociali che mi coinvolgevano e lei aveva sempre la parola giusta per farmi sentire bene. Le voglio
troppo bene.
Poi arriv il secondo anno. In questo periodo ebbi un po di difficolt per alcuni problemi famigliari
in casa che purtroppo miinfluenzavano un po nello studio, ma anche in questo caso la mia prof mi
aiut sempre e con il mio impegno riuscii a superare anche quellanno.
E arriv il terzo anno. Pensavo fosse facile, ma mi trovai con nuovi compagni e la mia migliore
amica in classe che si chiama Yamile ed come una sorella; comunque quellanno fu uno dei
peggiori perch non riuscivo a concentrarmi. Vedevo tutto con difficolt e mi arresi a met annonon venendo pi a scuola, non facendo nulla e mi rovinai un anno della mia vita da solo. Quando
mi svegliai per poter vedere se riuscivo a superare lanno ormai era tardi, e cosi persi un anno.
Cos ad oggi mi trovo ancora in terza, ancora con la mia migliore amica e altri nuovi compagni che
per essere sincero sono molto pi simpatici di quelli dell anno scorsi; pure coi prof si pu dire che
ho un buon rapporto, ma con qualche discussione con alcuni, che una cosa normale.G.
Il mio arrivo in Italia
Tutti gli esseri umani, in alcuni momenti della vita, hanno la necessit di cambiare,conoscere, provare nuove esperienze, ed adattarsi a questi cambiamenti. Il 22/01/09 stato il
giorno in cui io ho dovuto prendere una decisione molto difficile: cambiare paese.
Sono uscito dalBrasile con lobbiettivo di studiare e lavorare in Italia, per non ho mai pensato che
sarebbe stato cosi difficile, stancante. Allinizio tutto era bello, interessante, ed ovviamente nuovo;
i giorni passavano e le cose diventavano meno piacevoli, cominciando a farmi vedere, che
cambiare cos radicalmente le abitudini, cultura, ed ambiente non era semplicemente una
avventura in cui le difficolt non esistevano, ma significava entrare in una nuova vita dove le
difficolt sarebbero state il punto di partenza. Come tutti i problemi che esistono, anche i miei
hanno una soluzione, che mi stata mostrata dai professori del corso ditaliano.
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Dopo una settimana in Italia ho cominciato a studiare nellIstituto Giovani Giorgi, dove offrivano
questo corso ditaliano per gli stranieri che avevano la necessit di imparare la lingua. I miei primi
giorni sono stati decisivi, visto che ero in ritardo nella grammatica, e i miei compagni erano molto
pi avanti di me quindi dovevo davvero studiare. Grazie alla pazienza dei professori sono riuscito a
seguire tutte le lezioni, anche non sapendo parlare, e capendo poco litaliano. Con il tempo le cosehanno cominciato a cambiare, e io non mi sentivo pi come un pesce fuori dacqua, ma mi sentivo
come in un acquario, che mi offriva la visione del mondo, ma che allo stesso tempo mi chiudeva.
Sono rimasto cos finch noi siamo andati a conoscere i navigli e l abbiamo conosciuto uno
straniero che ha vinto nella vita, e che ha avuto le stesse difficolt che abbiamo noi. Per me stata
una grandissima esperienza, un grandissimo esempio da seguire, oggi non mi sento pi in un
acquario, ma in un oceano, dove quello che mi chiudeva non esiste pi, e raggiungere i miei
obbiettivi dipende, pi che altro, da me stesso.
Il corso ditaliano lora del giorno che mi piace di pi, perch l posso parlare, e sentire persone
che sentono le stesse cose, e che hanno gli stessi desideri. Per il mio rapporto con loro, non cosibuono, visto il modo di comportarsi di alcuni, come per esempio non venire alle lezione di marted,
ritardando tutta la classe. Secondo me colpa anche dei professori, che non stabiliscono punizioni
pi severe per quelli che non rispettano le regole, ma comunque non sono io che decido cosa
dobbiamo fare, questa soltanto la mia opinione.
Le scuole brasiliane e le scuole italiane si assomigliano molto, per non sono uguali, le uniche
differenze sono: il rapporto tra professore e studente, limportanza dellinglese, la struttura della
scuola e gli accessori dentro alla scuola. In Brasile gli studenti possono dare la stretta di mano ai
professori, possono parlare con loro in modo pi informale, secondo me questo rapporto facilita la
convivenza permettendo agli studenti di imparare pi facilmente. In Brasile linglese non cospresente nel quotidiano, invece qua in Italia s, sia nella scuola privata, sia nella scuola pubblica. In
Brasile molte scuole pubbliche hanno una struttura orribile, mentre in Italia in generale hanno una
buona struttura. Gli accessori allinterno della scuola brasiliana sono pi accessibili, sia nella scuola
pubblica, sia nella privata,per esempio il dispenser dacqua in Brasile molto comune, mentre in
Italia io non lho mai visto.
Spero di riuscire imparare bene la lingua italiana, perch cos potr trovare un buon lavoro, dove io
possa fare qualcosa che serva di aiuto agli altri, e in particolare agli stranieri come me.G.
La lingua difficile
Mi chiamo M. Sono arrivato in Italia il 12 settembre 2008. Sono arrivato dallEgitto con
laereo diretto a Milano. Questa era la prima volta per me in aereo. Sono venuto qui per studiare e
quando finir la scuola lavorer. Quando sono arrivato ho trovato la vita dura perch vivo qua
senza la mia famiglia, senza miei amici, senza la mia ragazza e io vivo qua solo con mio padre. Ho
trovato la lingua difficile e fino a questo momento sono senza amici; un grande problema vivere
da solo, ma miei compagni di classe sono gentili con me. Anche i professori sono molto carini ma ci
sono i ragazzi e qualche professore razzisti; non sono gentili, non so perch, invece in Egitto
quando arrivano gli stranieri o i turisti noi preghiamo per loro. Per ci sono delle cose veramente
importanti come la lingua Italiana. La lingua italiana come le canzoni, molto diversa dellarabo.
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Nella mia scuola Giorgi facciamo un corso di italiano e miei professori sono veramente come la mia
famiglia; si chiamano professore R. e professoressa M. e mi vogliono bravissimo nella lingua
italiana e quando ho un problema mi aiutano. Ho cominciato con loro da zero, voglio dire che
quando ho cominciato non sapevo niente di italiano. La prima volta non mi piaciuto restare in
classe perch cerano ragazzi che parlavano molto bene litaliano e io non sapevo niente maadesso sono abbastanza bravo. Ma io voglio essere pi bravo e voglio parlare litaliano come gli
italiani. Ci sono anche cose che non mi piacciono nella scuola italiana: i ragazzi sempre dicono
parolacce e bestemmie, oppure escono dalla classe per fumare e escono durante le lezioni per
scherzare. Altre cose non posso dirle.M.
Il mio ingresso nella scuola italiana
Il primo giorno di scuola, quando la professoressa di inglese, la nostra coordinatrice di
classe, mi ha chiesto da dove vengo e quanti anni ho, aveva paura di rispondere perch non sapevocos bene litaliano, per una mia compagna, che viene dalla Moldavia, mi ha aiutato, perch lei
qua da un anno. Dopo qualche giorno, venuta in classe una professoressa, che ha chiesto se
cerano degli stranieri, e ci ha detto che cominciava a fare un corso di italiano detto anche L2. E il
corso che fino ad oggi abbiamo fatto con lei, e ancora facciamo. Quando abbiamo cominciato a
fare il corso, allinizio mi sembrava cos, un gioco per bambini, per dopo quasi una settimana
abbiamo cominciato a lavorare di pi, in grammatica, per poter parlare tra noi, e anche per
capirla. Qualche giorno siamo anche usciti in citt, per conoscerla meglio. E stato bello, perch
abbiamo fatto tante cose insieme. In classe, allinizio mi sentivo un po da solo, fino quando ho
conosciuto di pi i miei compagni, e anche perch avevo paura di parlare con loro, per paura disbagliare a parlare. Con i professori mi sono trovato abbastanza bene, perch hanno capito che
non so parlare, per un pocapivo. Mi hanno lasciato un periodo per imparare meglio la lingua e
dopo poter interrogare o fare altre cose. In classe mi sono fatto amici, con quali uscivo in citt,
siamo andati a pattinare, ho imparato anchio perch non sapevo farlo.
Qua la scuola un podifferente da quella del mio paese, i professori sono meno severi, per non
tutti. Una cosa per pesante c, quella di andare a scuola anche ilSabato, sono troppo stanco.P.
Allinizio
Allinizio non sapevo cosa vuol dire un altro paese, pensavo che tutti i paesi fossero uguali.
Mia madre era in Italia da 4 anni e pochi mesi , quando partita dalla Romania mi disse: Mario,
quando finirai le medie se vuoi vieni vicino a me in Italia !
Lanno scorso ho finito le medie e mia madre venuta a prendermi.
Allinizio, il primo mese stata unesperienza difficilissima ma gli amici li ho fatti.
A settembre sono venuto a scuola, pronto a iniziare qualcosa di nuovo. I compagni sono stati molto
gentili, ho creato una bella amicizia in pochi giorni, pensavo che i ragazzi italiani fossero pi
cattivi!
Quando sono entrato in classe tutti mi guardavano mi sono seduto vicino a un ragazzo, abbiamoiniziato a parlare Lho conosciuto meglio ... poi ho visto un altro ragazzo, anche lui era nuovo
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nella classe, era arrivato giorno prima. Pensavo che fosse cinese ma era albanese, un bravo
ragazzo. Dopo qualche giorno che ho iniziato la scuola, ho sentito che presto dovevo iniziare un
corso di lingua italiana. Dopo una settimana e mezzo arrivata una professoressa in classe a
chiamarmi sono andato con lei in una classe, l cerano dei ragazzi, tutti stranieri. Li ho
conosciuti, mi sono inserito velocissimo in questa classe di ragazzi stranieri. Entrambi i professorisono bravissimi, ho imparato tante cose da loro, adesso diciamo che sono bravo a parlare la loro
lingua, sono passati 9 mesi da quando ho lasciato la Romania, in questi 9 mesi ho fatto tante cose.
Con la classe abbiamo fatto delle gite, siamo andati in Duomo, questa stata la prima gita, la
seconda siamo andati in una biblioteca, la terza siamo andati sui navigli. Abbiamo parlato con uno
straniero che si chiamava Daud. Lui era venuto qua in Italia da solo quando era ancora un ragazzo,
ha fatto tutto da solo . si realizzato!
Fino alla fine dellanno scolastico mi devo impegnare un po di pi perch voglio essere promosso,
questo quello che desidero di pi.
I professori sono bravi, un po difficile capire tutto quello loro insegnano perch sono termini chenon capisco. Con i compagni sono in amicizia, mi trovo bene nella classe, pensavo che fosse pi
difficile andare in una scuola italiana.
Ci sono anche differenze:
1- In Romania non cera cos tanto casino in classe.
2- I professori erano pi severi. Forse mi sembra cos perch sono straniero e non conosco bene la
lingua.
Mi piace quando facciamo i riassunti, e per fare riassunti guardiamo qualche film. Mi piacciono
tutti i film che guardiamo, guardiamo i documentari che parlano della giungle, savane, etc, tutti gli
argomenti di geografia, guardiamo i documentari che parlano di storia dei vari paesi, mi piaccionoqueste attivit!
Comunque mi piace lItalia, ma sarebbe meglio se avessi studiato in Romania, per