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• Anno 21 - Numero 114 - € 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 DI MARINO LONGONI [email protected] A llarme insolvenze nei pagamenti tra imprese. La carenza di liquidità sta facendo arenare impor- tanti settori economici, tanto che nei primi tre mesi di quest’anno i mancati pagamenti tra imprese, cioè quelli che si protraggono oltre i 180 giorni sono au- mentati del 38% rispetto ai primi tre mesi del 2011. A fine anno toccheranno quota 95 mila, contro i 70 mila dell’anno scorso. I settori più esposti, secondo i dati diffusi da Euler Hermes, sono quelli della carta, delle calzature, dell’energia e dell’abbigliamento. Ma è l’in- tero sistema paese a soffrire. Le misure di austerità legate al Fiscal compact stanno strozzando i consumi. A questo bisogna aggiungere la difficoltà di accesso al credito per imprese e consumatori, e l’indebolimento della domanda dei beni esteri. Tanto che alcuni setto- ri, come carta e legno-arredo, registrano un raddoppio del numero dei mancati pagamenti dall’estero rispetto ai primi mesi del 2011. Insomma il sistema economico si sta pericolosamente avvicinando ai numeri del 2008, un anno terribile. Si tratta di una situazione di sofferenza che non può essere mantenuta per molti mesi. Tanto che gli ana- listi stimano per il 2012 un totale delle insolvenze, conseguenza estrema dei ritardi nei pagamenti, tra 14 e 15 mila (furono 12 mila nel 2011). In realtà, secondo i più accreditati istituti di ricerca, l’Italia sembra aver toccato il fondo ed ora può solo migliorare la sua situazione: la maggior parte delle stime prevede infatti una ripresa per la seconda metà del 2013. Questo perché c’è stato negli ultimi anni un forte processo di ristrutturazione delle aziende italia- ne che ha comportato anche l’espulsione dal mercato delle più deboli. Occorre però, avvertono gli analisti, che ci sia un cam- biamento di politiche economiche: servono misure orientate alla crescita, una riduzione della pressione fiscale, un sostanzioso taglio dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione. Da parte loro le imprese dovrebbero imparare a ricon- vertire l’export verso i mercati emergenti, dove ci sono maggiori opportunità di crescita. Molte lo stanno già facendo e i primi risultati cominciano a farsi vedere. © Riproduzione riservata • NELL’INSERTO, COME RECUPERARE E PREVENIRE I CREDITI IN SOFFERENZA • www.italiaoggi.it Sette IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE Pagamenti sempre più lenti La mancanza di liquidità spinge le imprese a dilatare i tempi necessari per il saldo delle fatture: cresce del 38% chi non paga entro 180 giorni Gli studi legali accolgono con favore i nuovi poteri in capo all’Antitrust da pag. 29 Laureati in lettere e ilosoia, è arrivata l’ora del riscatto Porte aperte dalle aziende da pag. 49 * con «Codice Civile 2012» a € 11,90 in più; con guida «Modello 730 e Unico 2012 » a € 6,00 in più; con guida «Il mio commercialista » a € 2,00 in più; con «Guida all’IMU » a € 5,00 in più; con guida «Decreto Fiscale » a € 5,00 in più; con guida «Credito Oggi» a € 6,00 in più Alcune banche hanno un’offerta limitata. Noi siamo liberi di darti la consulenza migliore. unicredit.it/liberidioffrire unicredit.it/liberidioffrire Liberi di darti la consulenza migliore. I N E VIDENZA * * * Contribuen- ti al buio - Si naviga a vista sulla dichia- razione Uni- co 2012. A un mese dalla scadenza manca- no ancora i chiarimenti uffi- ciali su studi e redditometro Bongi-Stroppa da pag. 5 Professioni - Gli ordini pro- fessionali cadono nella rete. Dopo medici, architetti e ingegneri anche gli avvocati in saldo sui siti di acquisto collettivo Ventura-Ciccia da pag. 8 Privacy - Dall’abolizione del dps risparmi per oltre 300 milioni di euro per le pmi. Circolare di Confindu- stria valuta gli effetti delle semplificazioni sul codice privacy Ciccia a pag. 12 Documenti - La sentenza della Cas- sazione sul divor- zio con risarcimento danni www.italiaoggi.it/docio7 D s s zi danni http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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• Anno 21 - Numero 114 - € 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 •

DI MARINO LONGONI

[email protected]

Allarme insolvenze nei pagamenti tra imprese. La carenza di liquidità sta facendo arenare impor-

tanti settori economici, tanto che nei primi tre mesi di quest’anno i mancati pagamenti tra imprese, cioè quelli che si protraggono oltre i 180 giorni sono au-mentati del 38% rispetto ai primi tre mesi del 2011. A fine anno toccheranno quota 95 mila, contro i 70 mila dell’anno scorso. I settori più esposti, secondo i dati diffusi da Euler Hermes, sono quelli della carta, delle calzature, dell’energia e dell’abbigliamento. Ma è l’in-tero sistema paese a soffrire. Le misure di austerità legate al Fiscal compact stanno strozzando i consumi. A questo bisogna aggiungere la difficoltà di accesso al credito per imprese e consumatori, e l’indebolimento della domanda dei beni esteri. Tanto che alcuni setto-ri, come carta e legno-arredo, registrano un raddoppio del numero dei mancati pagamenti dall’estero rispetto ai primi mesi del 2011.Insomma il sistema economico si sta pericolosamente avvicinando ai numeri del 2008, un anno terribile. Si tratta di una situazione di sofferenza che non può essere mantenuta per molti mesi. Tanto che gli ana-listi stimano per il 2012 un totale delle insolvenze, conseguenza estrema dei ritardi nei pagamenti, tra 14 e 15 mila (furono 12 mila nel 2011). In realtà, secondo i più accreditati istituti di ricerca, l’Italia sembra aver toccato il fondo ed ora può solo migliorare la sua situazione: la maggior parte delle stime prevede infatti una ripresa per la seconda metà del 2013. Questo perché c’è stato negli ultimi anni un forte processo di ristrutturazione delle aziende italia-ne che ha comportato anche l’espulsione dal mercato delle più deboli.Occorre però, avvertono gli analisti, che ci sia un cam-biamento di politiche economiche: servono misure orientate alla crescita, una riduzione della pressione fiscale, un sostanzioso taglio dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione.Da parte loro le imprese dovrebbero imparare a ricon-vertire l’export verso i mercati emergenti, dove ci sono maggiori opportunità di crescita. Molte lo stanno già facendo e i primi risultati cominciano a farsi vedere.

© Riproduzione riservata

• NELL’INSERTO, COME RECUPERARE E PREVENIRE I CREDITI IN SOFFERENZA •

www.italiaoggi.it

SetteIL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE

Pagamenti sempre più lentiLa mancanza di liquidità spinge le imprese a dilatare i tempi necessari per il saldo delle fatture: cresce del 38% chi non paga entro 180 giorni

Gli studi legali accolgono con favore i nuovi poteri

in capo all’Antitrustda pag. 29

Laureati in lettere e i losoi a,è arrivata l’ora del riscattoPorte aperte dalle aziende

da pag. 49

* con «Codice Civile 2012» a € 11,90 in più; con guida «Modello 730 e Unico 2012 » a € 6,00 in più; con guida «Il mio commercialista » a € 2,00 in più; con «Guida all’IMU » a € 5,00 in più; con guida «Decreto Fiscale » a € 5,00 in più; con guida «Credito Oggi» a € 6,00 in più

Alcune banche hanno un’offerta limitata.Noi siamo liberi di darti la consulenza migliore.unicredit.it/liberidioffrire

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Liberi di darti la consulenza migliore.

IN EV IDENZA* * *

Contribuen-ti al buio - Si naviga a vista sulla dichia-razione Uni-co 2012. A un

mese dalla scadenza manca-no ancora i chiarimenti uffi-ciali su studi e redditometro

Bongi-Stroppa da pag. 5

Professioni - Gli ordini pro-fessionali cadono nella rete. Dopo medici, architetti e ingegneri anche gli avvocati in saldo sui siti di acquisto collettivo

Ventura-Ciccia da pag. 8

Privacy - Dall’abolizione del dps risparmi per oltre 300 milioni di euro per le pmi. Circolare di Confindu-stria valuta gli effetti delle semplificazioni sul codice

privacy

Ciccia a pag. 12

Documenti - La sentenza della Cas-sazione sul divor-

zio con risarcimento danni

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2 Lunedì 14 Maggio 2012 ITALIAOGGI SETTE PREVIEW

AVVOCATIOGGI* * *

IOLAVORO* * *

Andrea Olivero riconfermatoalla presidenza delle Acli

Andrea Olivero è stato ricon-fermato presidente delle Acli, le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani. Quaranta-due anni, cuneese, alla guida delle Acli dal 2006, Olivero è il 12° presidente nazionale nella storia delle Associazioni cristiane dei lavoratori. Laure-ato in lettere classiche a Torino, insegnante, Olivero ha inizia-to la sua storia nelle Acli nel 1992, promuovendo progetti di cooperazione internazionale in Bosnia-Erzegovina, Kenia e Brasile. Nel 2000 è divenuto membro del Consiglio nazionale dell’associazio-ne. Eletto presidente nel 2006 dal Con-siglio nazionale delle Acli, ha ricevuto il primo mandato dal Congresso nazio-nale nel 2008. Dallo stesso anno è porta-voce unico del Forum del Terzo settore. Il presidente delle Acli è membro del Forum del progetto culturale della Cei, dell’Osservatorio nazionale dell’associa-zionismo presso il ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia presso la pre-sidenza del consiglio ed è componente del consiglio di amministrazione della Fondazione con il Sud.

Francesco Condurro entranel cda di Ina Assitalia

Il commercialista napoletano France-sco Condurro è stato eletto consigliere d’amministrazione della compagnia di assicurazioni Ina Assitalia spa, gruppo Generali. Condurro, 69 anni, attualmen-te è componente del board della Cassa di previdenza dei ragionieri. Laureato

in sociologia e in eco-nomia e management, è stato revisore conta-bile di vari enti pubbli-ci, tra cui il comune di Napoli, di aziende mu-nicipalizzate e di com-missioni del ministero del lavoro. È un esperto di procedure concor-suali e in materia di lavoro. È presidente della Commissione lavoro dell’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli.

Roberto Scazzosi nominato presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate

Roberto Scazzosi è stato riconfermato presidente della Banca di credito coope-rativo di Busto Garolfo e Buguggiate. Avvocato di 44 anni, Scazzosi ricopre la carica di presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate dal settembre 2010. Con la presidenza di Scazzosi, il consiglio di amministrazione ha nominato Ignazio Parrinello vicepresidente vicario e Mauro Colombo vicepresidente. Scazzosi assume anche la presidenza del comitato esecuti-vo della Bcc, alla vicepresidenza è stato nominato Giuseppe Barni.

PROFESSIONI IN MOVIMENTO

Per studiare psicologia ■ basta la pagella

Dal prossimo anno accademico niente test di ingresso al corso dell’università Bicocca di Milano

a pag. 50

Più competitivi ■ senza rami secchi

Al lean manager è afi dato il compito di massimizzare la produttività aziendale

a pag. 51

Lettere e filosofia ■ entrano in azienda

Chiusi i canali tradizionali di oc-cupazione, le discipline umani-stiche trovano nuove strade

alle pagg. 52 e 53

La sanità scommette ■ sulla formazione

Aggiornamento continuo e net-work tra aziende nel progetto di Assolombarda-sindacati

a pag. 54

Oltre trecento ■ opportunità di lavoro

Frimm si espande e offre 300 opportunità. Yalla Yalla cerca giovani talenti. Ottanta proi li per VHT

a pag. 55

La primavera dell’Antitrust ■ convince gli studi legali

I nuovi poteri attribuiti dal gover-no all’Autorità garante della con-correnza e del mercato specie in materia di appalti pubblici, giudi-cati favorevolmente dai legali

alle pagg. I, II, III e IV

Semplificare ■ la complessità del fisco

Francesco Colaianni, fonda-tore dello studio legale Fran-cesco Colaianni, racconta la sua carriera di esperto di di-ritto tributario

a pag. V

Donne negli studi ■ obiettivo 25%

Le maggiori law firm si sono posti l’obiettivo 255 di profes-sioniste in rosa entro il 2015. In Italia però l’avvocatura al femminile è già numerosa

a pag. VI

La pec dà l’addio ■ alla domiciliazione

La mail certificata consentirà la costituzione in giudizio in fori diversi. Le indicazioni del-la Cassazione e degli Ordini degli avvocati sul tema pec

a pag. VII

P OFES IONI N MO MEN OPRO SSI I IN OVI NTO

Dla Piper punta su energy e project i nance. Da Grimaldi arrivano 20 professionisti

Dla Piper si raffor-za nell’energy e nel project fi nance. Con l’ingresso di cinque nuovi partner e 15 professionisti prove-nienti dallo studio legale Grimaldi e associati. A unirsi alla practice italia-na saranno i partner

Francesco Novelli, Giovanni Ragnoni Bosco Lucarelli e Francesco Satta pres-so la sede di Roma, e i partner Ugo Calò e Federico Zucconi Galli Fonseca presso la sede di Milano, a cui si aggiungono altri 15 professionisti distribuiti tra le due sedi ita-liane dello studio. Il team guidato da Novelli, che opera assieme da oltre dieci anni e vanta competenze giuridiche trasversali e un focus specifi co nei settori energy, infrastrutture e project fi nance, si integrerà con i professioni-sti già presenti in Dla Piper nei dipartimenti di corporate e di fi nance & project. Novelli sarà il senior partner della practice italiana e assumerà la responsabilità in Italia del set-tore energy. «È sicuramente un passo molto importante nella crescita e posizionamento di Dla Piper come uno dei principali studi di riferimento nel mercato legale italiano», commenta Federico Sutti, managing partner Italia.

Massimo Greco e Craig Byrne nuovi managing partner di Allen & Overy

Massimo Greco e Craig Byrne sono stati nominati co-managing partner degli uffici italiani dello studio legale internazionale

Allen & Overy, in sostituzione di Paul Fla-nagan che aveva assunto questa carica nel gennaio 2009. Massimiliano Danusso è stato confermato senior partner ed Emanue-le Borganti è stato confermato chief opera-ting officer. Greco è a capo del dipartimento di contenzioso e arbitrati. Partner di Allen & Overy dal 1998, ha esperienza nel con-tenzioso civile, commerciale e finanziario e negli arbitrati regolamentati anche a livel-lo internazionale. Byrne è solicitor inglese e canadese ed è partner del dipartimento di International capital markets. In Allen & Overy dal 1998, Byrne è specializzato in emissioni obbligazionarie e azionarie, pro-grammi emtn, operazioni di finanza strut-turata e liability management

Orrick con Iccrea Banca in una cartolarizzazione multi-originator

Orrick ha assistito Iccrea Banca spa, in qualità di arranger, in un’operazione di cartolarizzazione di crediti derivanti da contratti di mutuo ipotecario erogati da 30 banche di Credito cooperati-vo per un ammon-tare di circa 1,582 miliardi di euro. I crediti ipotecari sono stati ceduti al veicolo di cartola-rizzazione Credico Finance 10 srl che, per fi nanziarne l’acquisto, ha emesso due classi di titoli Abs (Classe A e 30 serie di titoli di Classe B). Il team è stato guidato dal managing partner e capo del dipartimento

di fi nanza strutturata in Italia, Patrizio Messina, e dal partner Gianrico Gian-nesi, coadiuvati dal partner Alessandro Mainardi (per gli aspetti fi scali), dai senior associate Ludovica Cipolla, Madeleine Horrocks e Giovanni Leoni e dagli asso-ciate Sabrina Setini, Salvatore Grazia-dei e Oscar Saporito.

Macchi di Cellere Gangemi e Cms nell’acquisizione di due parchi fotovoltaici

Macchi di Cellere Gangemi e Cms Adon-nino Ascoli & Cavasola Scamoni hanno assistito Luxcara nell’operazione cross-bor-der di acquisizione da Belectric Italia srl e da Solarinvest di due parchi fotovoltaici della potenza complessiva di circa 3 mw situati in Piemonte e in Sicilia per un valore di 34 milioni di euro. Andrea de Santis e Rosa-ria Arancio, partner e associate di Macchi di Cellere Gangemi, hanno assistito Luxcara con riferimento agli aspetti societari e rego-lamentari relativi all’operazione di acquisto mentre Paolo Bonolis e Maria Giovanna Pisani, partner e associate di Cms, hanno assistito la società nella negoziazione del contratto di finanziamento e del relativo security package. I venditori Belectric Ita-lia srl sono stati assistiti rispettivamente da Roberto Pera e Alessandra Mari, partner e associate di Roedl & partner, e da Umberto Penco Salvi, partner di Clif-ford Chance. Macchi di Cellere Gangemi ha poi assistito Commerzbank AG con il team composto dai partner Silvia Dell’Atti e Richard Conrad Morabito, coadiuvati dall’associate Caterina Marra, con rife-rimento alla redazione e negoziazione del security package.

Gabriele Ventura

In primavera si schiudono i fi ori, la na-tura si risveglia, il clima si fa più mite. E un viceministro, rimasto nel suo guscio per quasi tutto l’inverno, volteggia di qua e di là nei convegni, alla ricerca di un posto al sole. Con alterne fortune. Mi-chel Martone, ansioso di uscire dal gelido isolamento procuratosi a gennaio con la gaffe sugli «sfi gati» laureati a 28 anni, come una stella del cinema alla ricon-quista delle luci della ribalta ha provato a fare una «entrée» a effetto all’inizio di maggio, in occasione della presentazione del rapporto Unioncamere: una telefona-ta partita dalla sua segreteria e diretta alla sede dell’organismo di piazza Sal-lustio ha, infatti, annunciato la parte-cipazione del numero 2 del ministero del lavoro, a patto però che qualcuno si scomodasse a riceverlo, facendo gli onori di casa. Evidentemente, non è stato possi-bile accordargli un’accoglienza in pom-pa magna, così il giovane e talentuoso docente universitario ha disertato l’even-to. Ma non s’è perso d’animo e, in una

manciata di giorni, ha acciuffato l’ago-gnata visibilità: ha detto la sua ai cro-nisti d’agenzia a palazzo Madama sulla riforma del mercato del lavoro («siamo aperti alle proposte di miglioramento» e «auspico una veloce approvazione del testo»), poi ha sostituito la titolare di via Veneto Elsa Fornero all’appuntamento sulla previdenza organizzato a Roma lo scorso mercoledì dalla cassa dei dottori commercialisti. Terreno minato, quello degli enti che, entro il 30 settembre, do-vranno dimostrare al governo di essere in grado di far quadrare i conti per i pros-simi cinquant’anni. Il viceministro, però, indossava l’elmetto: si era cioè messo al riparo dalle critiche con un testo scritto, lodando il sistema-casse ed evitando di creare delusioni, o aspettative. Ora, per Martone la stagione della caccia alla notorietà è aperta. Del resto, sosteneva Winston Churchill, «il successo è l’abili-tà di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo».

Moustique

Un posto al sole per l’enfant prodige

Patrizio Messina

Federico Sutti

Andrea Olivero

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3Lunedì 14 Maggio 2012LunedMANCATI PAGAMENTI

Rapporto Euler Hermes: nel primo trimestre mancati pagamenti in crescita del 38% (95 mila)

L’impresa resta cattiva creditriceOra ritardano anche le straniere

Pagina a cura DI MATTEO RIGAMONTI

L’emorragia dei man-cati pagamenti non si arresta. Nel primo trimestre dell’anno,

infatti, rispetto allo stesso pe-riodo del 2011, il numero dei pagamenti non onorati tra im-prese connazionali è aumentato del 38%. Un valore cui si affi an-ca il +18% registrato nel setto-re dell’export, ossia i mancati pagamenti da parte di imprese straniere. A rivelarlo è il report trimestrale di Euler Hermes. Non si conferma dunque l’in-versione di rotta prospettata nel 2010 (si veda ItaliaOggi Sette del 25/10/2010). Già l’anno scorso la frequenza dei mancati pagamenti, che Euler Hermes considera quelli non effettuati a 180 giorni di distanza dalla data concordata, nel settore domestico era aumentata del 42%. E quest’anno pesa parti-colarmente il dato sull’export che nel 2011 era nullo.

Oltre 80 mila casi in Italia. Se si considera che sul campio-ne analizzato da Euler Hermes, pari a 450 mila imprese assi-curate (il 20% delle imprese nazionali), il numero totale di mancati pagamenti nel 2011 è stato di 14 mila, una proiezio-ne a livello nazionale vede circa 70 mila mancati pagamenti nel 2011. Un valore che nel 2012 è destinato a crescere fi no 95 mila (+38%).

Aumenta anche l’importo medio. Se si considera il set-tore domestico l’importo medio dei pagamenti non effettuati è aumentato nel 19% dei casi (+17% nel 2011). Nell’export invece si è registrato un +23% di casi, mentre l’anno passato si è chiuso a +7%.

Le cause. «Il fenomeno dei mancati pagamenti in Italia non riguarda solo un settore o una fi liera ma è evidente in quasi tutti i principali comparti del made in Italy», spiega Mi-chele Pignotti, capo della regione Paesi mediterranei, Africa & Middle east di Euler Hermes e Country Manager di Euler Hermes Italia. «I dati dei mancati pagamenti sul mercato domestico sono fortemente in-fl uenzati dal contesto economi-co, dalle diffi coltà di accesso al credito bancario e dalla man-canza di strumenti e incentivi necessari alle imprese per svi-luppare il business».

Regione per regione. Se si considera la situazione nel-le singole regioni, gli aumenti più sensibili della frequenza nei pagamenti in ritardo nel primo trimestre 2012 riguar-dano Valle d’Aosta (+100%), Liguria (+88%) e Piemonte (+79%), per il Centronord. Se-guono Marche (+75%) e Tosca-na (+65%). Tengono Lombardia e Friuli-Venezia Giulia, facendo

segnare rispettivamente +36 e +37%. Meglio in Trentino-Alto Adige (+20%), Emilia-Romagna (+14%) e Veneto (+5%). Al Cen-trosud invece gli aumenti mag-giori si sono verifi cati in Molise (+100%), Sardegna (+82%) e Umbria (+81%). Basilicata e Si-cilia registrano rispettivamen-te +67 e +61%. Seguono infi ne nell’ordine Abruzzo (+40%), Campania (+32%), Calabria (+30%), e Puglia (+9%). In nes-suna regione d’Italia dunque il numero è diminuito.

Le insolvenze. In mol-ti casi i mancati pagamenti sono seguiti da insolvenza da parte delle imprese. Nel 2011 Le insolvenze a livello nazio-nale sono state quasi 13 mila (12904). E, secondo quanto pre-vedono in Euler Hermes, nel 2012 aumenteranno del 17%, salendo a quota14150.

Da dove ripartire. Secondo Pignotti i segnali di positività ci sono senz’altro e si basano su due considerazioni. «Le im-prese italiane presenti oggi sul

mercato hanno superato una crisi ben più grave, quella del 2008/2009», spiega Pignotti, «riteniamo quindi che siano in grado di superare anche l’at-tuale scenario, non della stessa entità del precedente. Inoltre, nel mondo esistono economie che contrariamente a quella italiana crescono a ritmi di 4/6% di pil. E «le aziende italia-ne», continua Pignotti, «rappre-sentano in molti settori merce-ologici delle eccellenze e quindi, pur con un gap dimensionale e

strutturale che le caratterizza, potrebbero cogliere molte op-portunità sui mercati export per trasformare la crisi in cre-scita e benessere». Le opportu-nità più importanti, secondo Pignotti, possono arrivare «dai Brics ma anche da alcune eco-nomie dell’area mediterranea più vicine geograficamente, come Turchia e Marocco», pa-esi che non interessati come l’Eurozona dal fenomeno dei pagamenti non onorati.

© Riproduzione riservata

L’aumento delle insolvenze in Europa

Paese 2012 vs. 2011

2011 vs. 2010

Grecia 25% 33%

Portogallo 25% 20%

Spagna 20% 17%

Olanda 19% -1%

Italia 17% 6%

Belgio 10% 7%

Lussemburgo 10% 5%

Svizzera 9% 6%

Paese 2012 vs. 2011

2011 vs. 2010

Polonia 8% 7%

Irlanda 7% 7%

Svezia 6% -4%

Ungheria 6% 12%

Finlandia 5% 1%

Repubblica Ceca 4% 20%

Francia 4% -3%

Lituania 1% -25%

Fonte: Euler Hermes su elaborazione di statistiche nazionali

La crescita dei mancati pagamenti delle imprese italiane

Per frequenza Per importo medio

1° trimestre 2012 sul 1° trimestre 2011 Domestico Export Domestico Export

38% 18% 19% 23%2011 sul 2010 42% 0% 17% 7%Per settore (1° trim 2012 sul 1° trim 2011) Domestico Export Domestico Export

Edilizia 40% -6% -1% 52%Energia 60% 0% 100% 0%Meccanica 26% 3% -7% 60%Legno e arredo 18% 100% -42% -21%Abbigliamento 49% 25% -1% 15%Cuoio e pellame 0% 0% -2% -36%Calzature 74% -55% 100% 52%Tessile e maglieria -5% 41% -19% -15%Agroalimentare 47% 23% 84% 48%Carta 85% 100% 79% -51%Siderurgia 28% -10% 69% 79%Chimico 5% 67% 79% 100%

Il totale delle insolvenze in Italia

Fonte: Euler Hermes su elaborazione dati Istat, Ministero della giustizia, BankitaliaFonte: Movimprese

Le insolvenze per settore nel 2011

Settori Percentuale

Agroalimentare 1,4%Industria 22,2%Edilizia 15,6%

Commercio 29,6%Trasporti 3,7%

Hotel e ristoranti 4,2%Servizi al consumatore 2,4%

Servizi alle imprese 9,7%Altri 11,3%

Totale 100%

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4 Lunedì 14 Maggio 2012 MANCATI PAGAMENTI

L’annuncio del viceministro Grilli: in arrivo il decreto sui pagamenti pubblici alle imprese

Debiti p.a. con i giorni contatiDI SIMONA D’ALESSIO

«Pochi giorni». Tanto bisognerà attendere, ha detto il vicemi-nistro dell’economia Vittorio Grilli, il 10 maggio scorso,

perché il governo vari il decreto sul pa-gamento dei debiti della pubblica ammi-nistrazione alle imprese, che prevederà anche la certifi cazione di quanto spetta alle aziende fornitrici di beni e servizi, fon-damentale per continuare a ricevere pre-stiti bancari, e garantire la sopravvivenza dell’attività. Un testo che rappresenterà «la base di compensazione di debiti e cre-diti iscritti a ruolo», una possibilità che attua quanto previsto dalla legge 78 del 2010 sebbene, ha aggiunto il numero due del dicastero di via XX Settembre, anco-ra prima dei decreti di attuazione. Ma in che modo funzionerà il meccanismo? Secondo le anticipazioni di Grilli, ci sarà un sistema «di certifi cazione semplifi ca-to», per il quale verranno predisposti due moduli (uno di domanda e uno di risposta), e il processo dovrà realizzarsi «entro 60 giorni». Il passaggio successivo: ottenuta nero su bianco la dimostrazione che un imprenditore vanta dei mancati paga-menti da parte della p.a. sulla base degli accordi già stipulati con l’Abi (l’Associazio-ne bancaria italiana), le realtà produttive potranno servirsene immediatamente per lo «sconto pro solvendo», ovvero in funzio-ne di adempimento. Il credito potrà essere ceduto senza ricorrere alla stesura di un

atto notarile, o all’uffi ciale giudiziario, «ri-sparmiando tempo e denaro», ha precisato il viceministro. Esistono, però, ancora dei punti oscuri: uno su tutti, la scelta «della modalità di pagamento, che potrà essere effettuato per cassa, o attraverso titoli di stato».

Una buona notizia, dunque, per le im-prese col fi ato corto per le ritardate eroga-zioni di risorse da stato, enti locali e altri segmenti dell’apparato pubblico. Ma la prudenza da parte dei diretti interessati è d’obbligo. E, forse, giustifi cata. Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato, nella stessa giornata in cui Grilli annun-ciava l’imminente varo dei provvedimen-ti, ha ammonito: «Non vogliamo trovare brutte sorprese, come quelle contenute nei documenti dell’Abi di 15 giorni fa», perché quelle carte, «ribaltando le fondamentali leggi che regolano l’economia, fanno paga-re gli interessi ai creditori, e non ai de-bitori. È il povero imprenditore che paga gli interessi alla banca, e non lo stato che è debitore». Il timore, esposto a margine dell’assemblea annuale di Rete Imprese Italia (svoltasi a Roma, a due anni esatti dalla costituzione dell’or-ganizzazione che comprende Cna, Casartigiani, Confarti-gianato, Confcommercio e Confesercenti), è che per il mondo produttivo la solu-zione a un grave problema possa celare una beffa. «Mi

chiedo se c’è un altro stato al mondo che si comporta in questo modo. Insomma, chi ha causato il problema non paga niente, chi fa l’intermediazione riscuote qualcosa, chi ha credito ci perde», è stata l’amara considerazione di Guerrini.

Bruxelles, nel frattempo, è in netto pres-sing sui paesi membri dell’Unione euro-pea. Il vicepresidente della commissione Ue, Antonio Tajani, ha annunciato di aver scritto nei giorni scorsi ai ministri delle attività produttive dei singoli stati una lettera per sollecitare «risposte imme-

diate» sui debiti contratti e non onorati dalla pubblica amministrazione. «Spe-ravo» che il titolare dello sviluppo economico, Cor-rado Passera «mi desse

una risposta» ha aggiunto, affermando che la mis-

siva sollecita l’introduzione della direttiva europea sui pagament i della p.a. «pri-ma del termi-ne ultimo di marzo 2013». Dal canto suo, il ministro ha preferito ricor-

dare in più occa-sioni pubbliche, nella settimana

precedente, che i due decreti (uno sulla certifi cazione, uno sulle modalità di pa-gamento) sono praticamente confezionati, e palazzo Chigi non tarderà a licenziarli. Dinanzi ai rappresentanti delle 4 mila e 100 aziende aderenti a Rete Imprese, ha sostenuto che per smaltire l’accumulato di crediti vantati dal mondo produttivo nei confronti della p.a. «si potrà intervenire su 40-50 miliardi, forse arrivare fi no a 60 mi-liardi»; tuttavia, occorre che tale processo avvenga non distogliendo mai lo sguardo dagli «obiettivi di fi nanza pubblica, perché quelli non sono rinunciabili».

Innegabili sono i tempi sempre più lunghi per ricevere il pagamento delle prestazioni e dei beni erogati alle am-ministrazioni. Il Taiis, il Tavolo interas-sociativo delle imprese di servizi, li ha recentemente sottoposti in tutta la loro drammaticità alle istituzioni: nel corso del biennio 2009-2011, le attese sono arrivate a toccare in media i sei mesi, mentre nel 2009 si contavano 128 giorni (si veda Ita-liaOggi Sette del 30/04/2012). Per Passera bisogna tendere «al momento in cui non sarà più possibile non pagare in tempi cer-ti. La soluzione strutturale sarà la appro-vazione in anticipo della direttiva europea in materia», ha sottolineato rispondendo così implicitamente a Tajani, che l’aveva chiamato in causa. I giorni successivi, dunque, potrebbero essere quelli decisivi per colmare una lacuna che sta strozzando la vita di migliaia di imprese.

© Riproduzione riservataCorrado Passera

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NOVARA Sede Consiglio Provinciale - V.le Roma 12NUORO Sede Consiglio provinciale - Via Dessanay 154OLBIA Sala Meeting del Grand Hotel President - Via Principe Umberto 9PARMA Sede Consiglio Provinciale - Via Redipuglia 6PARMA Sede Consiglio Provinciale - V.le dei Mille 140PIACENZA Sede Consiglio Provinciale - C.so Vittorio Emanuele 243PISTOIA Seminario Vescovile - Via Puccini 36POTENZA Sede Consiglio Provinciale - Via del Gallitello 56RAGUSA Sede Consiglio Provinciale - Via Ponchielli 7REGGIO CALABRIA Sede Consiglio Provinciale - V.le Calabria 68RIMINI Sala convegni della BCC Val Marecchia - Via Marecchiese 227 ROMA Sala Scuola Alta Formazione Fondazione Studi - Via C. Colombo 456 SASSARI Sala della Cassa Edile - Z.I. Predda Niedda Nord Str. 1/4SONDRIO Sede Consiglio Provinciale - Via Mazzini 9TERAMO Sede Consiglio Provinciale - Via Trento e Trieste 24TRENTO Sede Consiglio Provinciale - Via Maccani 211UDINE Sede Consiglio Provinciale - Via dei Calzolai 4VERONA Sede Consiglio Provinciale - C.so Porta Nuova 107

DOTTORI COMMERCIALISTIAQUILA Sede ODCEC - via Camillo Corradini 222, AvezzanoBRINDISI Sede ODCEC - Via Carmine 44CAGLIARI Sala Angela - Hotel Caesar’s - Via Darwin, 2/4CAGLIARI Sala Conferenze - Hotel Rurale Abba ‘e Murta - S.S. 125, Km. 134, Tortolì (OG) CALTANISSETTA Sede ODCEC - Via F. Paladini 18COSENZA Sede ODCEC - Viale G. Mancini Largo G. Auletta

COSENZA Sede ODCEC - Via Sant’Agata, Paola ENNA Sede ODCEC - Via Vittorio Emanuele 75, NicosiaFERMO Sede ODCEC - Corso Cefalonia 69FROSINONE Sede ODCEC - Via Valle Fioretta – Angolo Via MascagniIMPERIA Sala Polivalente - Tribunale di Imperia - Via XXV Aprile 67 LATINA Sede ODCEC - Viale P.L. Nervi 56MACERATA Sede da confermareMANTOVA Sala Convegni ODCEC - Via Ilaria Alpi 4MATERA Sala Convegni G. Di Franco ODCEC - Via Tortorella 3MODENA Sede ODCEC - Via Emilia Est 25 MILANO Sede ODCEC - Corso Europa 11 NAPOLI Sala Convegni ODCEC - Piazza dei Martiri 30PALERMO Sede ODCEC - Via Ruggero Settimo 55PAVIA Sede ODCEC Palazzo Demetrio - Strada Nuova 86PAVIA Sede ODCEC - Piazza San Bovo 37, VogheraPESCARA Sede ODCEC Via Rieti 45REGGIO CALABRIA Sede ODCEC - Via Sarino Pugliese 119, Gioia Tauro REGGIO EMILIA Sede ODCEC - Via R. Livatino 3 SALERNO Sede ODCEC - Via Croce 25, Vallo della Lucania TARANTO Sede ODCEC - Piazza Castello 6VERBANIA Sede ODCEC - via S.Bernardino 27 VERCELLI Sala dell’Unione Industriale Vercelli e Valsesia - Via P. Lucca 6 VITERBO Sala M. Lupini - Sede ODCEC - Via G. Marconi 7

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Page 5: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

5Lunedì 14 Maggio 2012LuCONTRIBUENTI AL BUIO

A un mese dalla scadenza del primo termine di versamento mancano i chiarimenti ufi ciali

Dichiarazioni, si naviga a vista dagli studi al redditometro

Pagina a cura DI ANDREA BONGI

Unico 2012: una dichia-razione al buio, o quasi. A poco più di un mese dalla scadenza del pri-

mo termine di versamento del-le imposte dovute a saldo per il periodo d’imposta 2011 e a titolo di primo acconto per l’an-no 2012, molte delle principali novità contenute nei modelli di dichiarazione sono, infatti, prive dei necessari chiarimenti uffi ciali da parte dell’Agenzia delle entrate. Tutto ciò crea no-tevoli diffi coltà a contribuenti e professionisti che, proprio in questi giorni, si stanno cimen-tando con le chiusure dei conti 2011 e con la determinazione degli importi dovuti al fi sco.

Se la situazione non dovesse migliorare a breve, Unico 2012 potrebbe essere considerato il primo modello di dichiarazione al quale non si applicheranno sanzioni per eventuali errori o omissioni compiute dai con-tribuenti, tali e tante sono le difficoltà e le incertezze che incombono e impediscono una corretta compilazione della dichiarazione e un corretto ri-spetto degli obblighi tributari da essa conseguenti.

Del resto la dichiarazione 2012 è stata oggetto anche di recentissime modifi che duran-te i lavori di conversione in leg-ge del decreto 16/2012 (legge 44/2012), terminati solo il 26 aprile scorso.

Nella tabella in pagina sono riepilogate le principali caren-ze strutturali dei modelli di dichiarazione 2012 che vanno dagli studi di settore (il loro ritardo nell’uscita è ormai di-ventato un classico) alla nuova imposta municipale sugli im-mobili, per la prima volta sulla scena.

I motivi di queste carenze strutturali di istruzioni e di chiarimenti di prassi ammi-nistrativa sono molteplici. La eccezionale proliferazione normativa in ambito tributa-rio, alla quale assistiamo da ormai un anno, ha mietuto, quale prima vittima, la stessa amministrazione fi nanziaria: molte novità fi scali, introdotte nelle manovre estive del 2011 o nella prima manovra del gover-no Monti, sono ancora prive dei necessari chiarimenti di prassi amministrativa, senza i quali per i contribuenti la dichiara-zione dei redditi è una sorta di mistero.

Ciò premesso vediamo quali sono i principali aspetti delle dichiarazioni 2012 che neces-sitano urgentemente di chia-rimenti.

Studi di settore

Ancora una volta sarà pro-prio il ritardo nella predispo-

sizione e diffusione del sof-tware Gerico a determinare lo sdoppiamento dei termini di pagamento delle imposte dovute a saldo e in acconto dai contribuenti soggetti ad accertamento con la metodo-logia degli studi di settore.

Quest’anno il ritardo nell’uscita del software di calcolo è giustifi cato, oltre che dalla revisione congiun-turale straordinaria anticri-si, anche dall’approntamen-to dei nuovi indicatori di coerenza economica neces-sari per l’accesso al nuovo regime premiale introdotto dalla manovra Monti (dl 201/2011). Questa delicata operazione ha costretto il le-gislatore a far slittare i termini di approvazione degli studi di settore dall’ordinario 31 marzo, al 30 aprile, con conseguente ritardo nell’avvio della speri-mentazione del software Geri-co 2012.

Sono proprio i nuovi indicato-ri di coerenza economica, pub-blicati in Gazzetta Uffi ciale il 28 aprile scorso, a suscitare più di un dubbio e una perplessità negli operatori. Fra le principa-li questioni che l’amministra-zione fi nanziaria è chiamata a risolvere fi gura la possibilità per i contribuenti di sanare le anomalie misurate da que-sti nuovi indici di coerenza al preciso fi ne di superare l’osta-colo e accedere al nuovo regime premiale.

Oltre al software Gerico man-ca dunque all’appello anche la consueta circolare esplicativa dell’agenzia delle entrate nella quale dovranno essere illustra-te, sia le novità contenute nella versione software utilizzabile in Unico 2012 sia il funziona-mento dei nuovi correttivi an-ticrisi e dei nuovi indicatori di

coerenza sopra ricordati.In assenza di queste istru-

zioni operative Gerico 2012 potrebbe essere una vera e propria incognita.

Società di comodo

Le novità contenute nel-la manovra di Ferragosto (dl 138/2011) relative all’esten-sione del novero delle società non operative ai soggetti in perdita fiscale sistemica nel triennio 2009-2011, sono desti-nate a impattare con forza nel modello di dichiarazione Unico 2012 delle società di persone e di capitali.

Seppure al verifi carsi di tale condizione il primo esercizio di non operatività sarà proprio il 2012 è ovvio che la chiusura dell’esercizio 2011 e la neces-sità di dover procedere all’ade-guamento degli acconti dovuti in Unico 2012, costringeran-no i contribuenti a non poter sottovalutare le disposizioni richiamate.

Nonostante la norma sia dell’agosto scorso, a oggi sul

tema non si registra alcun intervento chiarificatore da parte dell’Agenzia delle en-trate. Le questioni sul tappeto sono ovviamente moltissime e spaziano sia dai criteri e dal-le modalità di applicazione e disapplicazione della nuova normativa sia alla necessità e modalità di predisposizione delle istanze di interpello alle competenti direzioni regionali delle entrate.

Il più evidente problema posto dalla norma introdotta dal dl 138/2011 è il fatto di essere una disposizione «fuo-ri sistema». Si tratta cioè di una normativa che richiama appieno l’articolo 30 della legge n.724/1994 relativa alle società di comodo, senza però apportare a quest’ultima al-cuna modifi ca o integrazione. Ovvio che in tale situazione le problematiche interpretative sono più di una e conoscere preventivamente il pensiero ufficiale dell’amministrazio-ne fi nanziarie sulle questioni più controverse può essere estremamente utile per i con-

tribuenti.

Beni concessiin godimento ai soci

Le stesse problematiche so-pra descritte per le società di comodo si pongono in relazio-ne alla nuova disciplina antie-lusione che colpisce l’utilizzo in godimento dei beni sociali da parte dei soci e familiari dell’imprenditore a valori in-feriori a quelli di mercato.

Anche in questo caso sia-mo infatti in presenza di una disposizione introdotta dalla manovra di ferragosto 2011 (dl 138/2011) alla quale non sono seguiti i necessari documenti di prassi amministrativa de-stinati a far luce su moltissi-mi aspetti oscuri della nuova normativa.

Il problema è che anche in questo caso le disposizioni, pur entrando in vigore dal 2012, comportano la necessità di ri-vedere il reddito 2011 dichia-

rato dai soci e dalla società ai fi ni dell’adeguamento dei loro acconti in sede di model-lo Unico 2012.

Che sul tema ci siano più ombre che luci è testimoniato anche dallo slittamento della comunicazione telematica al prossimo 15 ottobre.

Redditometro

Dopo mille annunci circa l’imminente uscita del nuovo software di calcolo del red-dito sintetico attribuibile ai contribuenti sulla base del loro tenore di vita, sia-mo arrivati a ridosso della scadenza della dichiarazione 2012 senza alcuna signifi ca-tiva novità.Le modifi che all’accertamen-

to sintetico del reddito delle persone fi siche sono state in-trodotte dal dl 78/2010 con effetto retroattivo a decorre-re dall’anno 2009. Da allora a oggi le voci dell’imminente uscita del software di calcolo si sono susseguite con altrettante smentite, almeno di fatto, e rin-vii, fi no ad arrivare alle soglie di Unico 2012 senza nessuna saliente novità.

Il risultato è poco confor-tante. I contribuenti non ri-usciranno ad avere contezza in ordine alla tenuta del loro reddito complessivo netto con quello sinteticamente accerta-bile dall’uffi cio.

Imu e Imu estera

Sul fronte della nuova tas-sazione immobiliare regna il caos più totale. Le norme sono state oggetto di revisione fi no a pochi giorni fa e la comples-sa materia sembra ben lungi dall’aver trovato un assetto defi nitivo.

© Riproduzione riservata

Unico 2012 le principali criticità sul tappeto

Studi di settoreNon è ancora disponibile il software di calcolo Gerico Mancano le istruzioni operative delle Entrate Da chiarire il ruolo dei nuovi indicatori di coerenza

Società di comodo

Nel 2011 potrebbero scattare le nuove norme restrittive in caso di perdite triennali

Mancano istruzioni operative sulle nuove disposizioni e sulle possibili vie di fuga

Beni in godimento ai sociIn presenza delle fattispecie individuate dal dl 138/2011 scattano conseguenze sia per i soci che per la societàMancano le istruzioni operative delle entrate

Redditometro

Il 2011 è il terzo anno al quale si applica il nuovo accer- tamento sintetico ex dl 78/2010Manca il software di calcolo Mancano le istruzioni operative delle entrate Non è prevista alcuna possibilità di adeguamento in di- chiarazione

IMU – IMU Estera

Norme oggetto di modii che i no a pochi giorni fa (dl 16/2012)Molti aspetti controversi Mancano provvedimenti attuativi e istruzioni

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Page 6: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

6 Lunedì 14 Maggio 2012 CONTRIBUENTI AL BUIO

Pagina a cura DI ANDREA BONGI

Il modello Unico 2012 è una dichiarazione doppia. I contribuenti dovranno, infatti, calcolare due volte

l’imponibile: una volta per de-terminare i saldi d’imposta per il 2011 e una volta per determi-nare gli acconti dovuti per l’an-nualità 2012. E tali imponibili dovranno essere determinati sulla base di diversi presup-posti normativi.

Oltre che concentrarsi sui pagamenti dovuti a saldo per l’annualità 2011, come sarebbe nella logica delle cose, i contri-buenti dovranno quindi esami-nare con estrema attenzione gli importi da versare a titolo di acconto per l’annualità 2012.

Il modello di dichiarazione di quest’anno è, infatti, proteso in avanti e tende ad anticipare le novità normative introdotte con le cinque manovre fi nan-ziarie del 2011, attraverso l’or-mai deprecabile abitudine del nostro legislatore di aggirare la irretroattività delle norme con l’anticipazione dei loro effetti.

Si tratta di uno schema nor-mativo in uso da alcuni anni sulla base del quale si impo-ne al contribuente di rideter-minare l’imposta dovuta sul periodo precedente a quello di entrata in vigore delle nuove disposizioni tributarie, come se le stesse fossero già in vigore, commisurando poi gli acconti dovuti per il periodo d’imposta successivo sulla base dei mag-giori imponibili determinati a ritroso. Una mostruosità giu-ridica. Uno schiaffo ai principi dello statuto del contribuente.

Le diffi coltà operative colle-gate a tale rideterminazione a ritroso dell’imponibile sono evidenti. Unico 2012, purtrop-po, è ricco di disposizioni che impongono il ricalcolo a ritroso e la rideterminazione anticipa-ta degli acconti d’imposta per l’anno in corso. Nella tabella in pagina ne abbiamo evidenziate alcune tra le principali: si pensi alla concessione in godimento ai soci di beni dell’impresa. La norma entra in vigore nel 2012 tuttavia, in presenza delle fat-tispecie da essa individuate che consistono nell’utilizzo da parte dei soci dei beni aziendali a un corrispettivo inferiore a quello di mercato, nella deter-minazione degli acconti dovuti per il periodo di prima applica-zione (il 2012 appunto) si assu-me, quale imposta del periodo precedente, quella che si sareb-be determinata applicando le disposizioni stesse.

Ciò signifi ca che sia i soci che la società, dovranno rivede-re l’imponibile dichiarato per l’annualità 2011 alla luce delle disposizioni antielusione con-tenute nell’articolo 2, commi da 36-terdecies a 36-septiesdecies, ai soli fi ni della ridetermina-zione degli acconti d’imposta dovuti per il 2012.

I soci dovranno ridetermina-re il loro reddito complessivo

aggiungendo a esso la nuova fattispecie di reddito diverso costituita dalla differenza fra il valore di mercato del godi-mento e quello corrisposto alla società per l’utilizzo del bene.

La società dovrà invece ri-determinare il suo imponibile ai fi ni dell’imposizione diretta considerando come indeducibi-li tutti i costi afferenti al bene concesso in godimento a valori inferiori a quelli di mercato.

Al di là delle diffi coltà tecni-che di una tale rideterminazio-ne non sarebbe male chiedere alle entrate di chiarire, alme-no in tempo utile, cosa debba intendersi per «valore di mer-cato» del godimento del bene. Concetto quest’ultimo estraneo al diritto tributario vigente.

Stessa situazione anche per le nuove disposizioni in materia di società di comodo anch’esse introdotte dal dl 138/2011.

Per esse infatti il comma 36-duodecies del dl 138/2011 afferma, candidamente, che le nuove disposizioni si applicano a decorrere dal periodo d’impo-sta successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Tuttavia, nella deter-minazione degli acconti dovuti per il periodo d’imposta prece-dente i contribuenti dovranno assumere, quale imposta del periodo precedente quella che si sarebbe determinata appli-cando le disposizioni di cui ai commi 36-decies e 36-unde-cies.

Ma la tentazione di imporre il doppio binario fra saldi e ac-conti d’imposta non è sfuggita nemmeno al dl 16/2012, ap-provato addirittura solo pochi giorni fa.

All’interno del decreto, il cui titolo continua a essere curio-samente quello di norme sulla semplifi cazione tributaria, si prevede il cambiamento del regime di tassazione degli im-mobili di interesse storico arti-stico oggetto di locazione, con il passaggio dal reddito fondiario a quello basato sui canoni de-curtati di un abbattimento for-fettario. Anche in questo caso, seppure la norma esplichi ef-fetto a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2011, nel-la determinazione degli acconti dovuti per il medesimo periodo di imposta si dovrà assumere, quale imposta del periodo pre-cedente, quella che si sarebbe determinata applicando le nuo-ve disposizioni.

Il decreto legge 16/2012 La norma in commento è stato convertito, con modifi cazioni, dalla legge n. 445 del 26 aprile 2012.

Ovviamente di tale ricalcolo obbligatorio del reddito da lo-cazione dei fabbricati di inte-resse storico o artistico non vi è nessuna traccia nelle istruzioni ministeriali che accompagnano la dichiarazione dei redditi mo-dello Unico 2012 delle persone fi siche.

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Occorre determinare sia i saldi d’imposta 2011, sia gli acconti dovuti per l’annualità 2012

Imponibile, i calcoli si sdoppiano

Gli errori commessi nella predisposizione del modello Unico 2012, tenuto conto delle nume-rose novità e della carenza di istruzioni, non dovrebbero essere sanzionati dall’amministra-zione fi nanziaria. L’esistenza di obiettive con-dizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria, infatti, costituisce circostanza esimente dall’applica-zione delle sanzioni al contribuente, ai sensi del terzo comma dell’articolo 10 della legge n. 212/2000 (c.d. Statuto dei diritti del contri-buente).

Ancor prima della suddetta disposizione, il secondo comma dell’articolo 6 del dlgs n. 472/1997 aveva individuato come non punibili le violazioni determinate da obiettive condizio-ni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria aggiungen-do (e questa è assolutamente pertinente alla questione in oggetto) anche l’indeterminatezza delle richieste di informazioni o dei modelli per la dichiarazione e per il pagamento. Diffi cile pensare che tale precetto normativo non pos-sa essere invocato proprio per scongiurare gli errori che i contribuenti potranno commettere nella compilazione del modello Unico 2012 per il quale, come abbiamo visto, mancano molti chiarimenti uffi ciali e istruzioni operative.

Per la nuova Imposta municipale sugli immo-bili (Imu) è lo stesso esecutivo che, almeno in qualche misura, promette la non applicazione delle sanzioni a carico dei contribuenti che do-vessero incappare in errore nell’applicazione dell’imposta patrimoniale. Le considerazione formulate per l’Imu possono però essere estese con facilità a molti altri aspetti delle dichia-razioni 2012 quali: studi di settore, società di comodo, patrimoniali estere, beni in godimento

ai soci e così via.Sul tema della inapplicabilità delle sanzioni

amministrative tributarie in presenza di incer-tezza normativa si è peraltro pronunciata di re-cente la Corte di cassazione (sentenza n. 4685 del 14/3/2012). Secondo i giudici di legittimità l’incertezza normativa oggettiva può essere ri-levata dal giudice tributario e non dalla stessa amministrazione, attraverso una serie di fatti indicatori fra i quali la suprema corte individua anche nella mancanza di informazioni ammini-strative o di una prassi amministrativa nonché in presenza di contrasto fra opinioni dottrinali. Tutte situazioni che allo stato caratterizzano le varie tematiche che dovranno essere affrontate dai contribuenti nella prossima dichiarazioni dei redditi e delle quali abbiamo esposte le principali criticità e diffi coltà interpretative.

Peraltro, secondo la Cassazione il fatto che le dichiarazioni dei redditi siano supportate dalle istruzioni ministeriali per la compilazione non può essere considerato argomento valido per non annullare le sanzioni comminate dall’uffi -cio nei casi in cui vi siano obiettive condizioni di incertezza sull’applicazione della norma tri-butaria. Questa importantissima precisazione è contenuta nella sentenza n. 29401 del 28 dicem-bre 2011, con la quale i giudici della Suprema corte hanno dichiarato inapplicabili le sanzioni al contribuente che sbaglia la dichiarazione dei redditi in presenza di una norma incerta nono-stante la presenza delle istruzioni ministeriali emanate per la compilazione del modello.

Del resto, le istruzioni alla compilazione dei modelli di dichiarazione sono in molte parti già superate dalla continua produzione normativa che fi no a pochi giorni fa è intervenuta sulle dichiarazioni del 2012.

Statuto contribuenti, errori non sanzionabili

Unico 2012 fari puntati sui versamenti in acconto

Beni in godimento ai soci a valori inferiori a quelli di mercato

Necessità di ricalcolare gli acconti 2012 dei soci considerando il reddito diversoNecessità di ricalcolare gli acconti 2012 del- la società considerando l’indeducibilità dei costi dei beni

Società di comodo nel 2012 per perdita triennale 2009-2011

La società deve versare gli acconti 2012 sulla base della condizione di non operatività ex dl 138/2011

Contribuenti minimi

Se dal 2012 sono nei nuovi minimi acconti da rivedere alla luce della nuova aliquota del 5%Se dal 2012 sono ex minimi occorre sapere che i ne faranno gli acconti dell’imposta so-stitutiva non più dovuta

Deducibilità analitica Irap ed aumento cuneo fi scale

La nuova deducibilità dell’Irap dalla base imponibile delle dirette può suggerire un ri-calcolo previsionale degli acconti 2012 Ires/IrpefL’ampliamento del cuneo i scale 2012 può suggerire un ricalcolo previsionale dell’ac-conto Irap

Revisione sistema di tassazione fabbricati storici locati

Necessità di ricalcolo degli acconti Irpef 2012 tenendo conto del maggior reddito imponibile

Imu 2012

La prima o le prime rate della nuova imposta municipale sono versate a titolo di acconto 2012Entro il 16 dicembre si dovrà effettuare il conguaglio a saldo tenuto conto delle ali-quote varate dai comuniTenuto conto che l’Imu elimina la tassazione Irpef delle rendite catastali si può ipotizzare un ricalcolo degli acconti 2012

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Page 7: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

7Lunedì 14 Maggio 2012LuCONTRIBUENTI AL BUIO

I pareri dei professionisti, che non dormono sonni tranquilli per beni ai soci e società di comodo

Così non riusciamo a lavorarePagina a cura

DI VALERIO STROPPA

AAA istruzioni cercansi. A poche settimane dalla deadline per effettuare il saldo delle imposte

2011 e per versare l’acconto 2012, professionisti e consulenti fi scali si interrogano su una se-rie di novità la cui applicazione pratica non è ancora del tutto chiara. Dalle società di comodo agli studi di settore, dalle im-poste sui patrimoni esteri alla comunicazione dei beni ai soci. Fornire risposte certe ai propri clienti è impresa quasi impos-sibile e la situazione conduce a un’unica conclusione: in caso di errori nei pagamenti il Fisco non dovrebbe applicare sanzio-ni, come previsto dall’articolo 10 dello Statuto del contribuente.

Un primo problema riguar-da le imposte sugli asset dete-nuti all’estero: immobili (Ivie) e attività finanziarie (Ivafe). «Per come sono stati discipli-nati questi prelievi, non vi è perequazione tra il fatto che la detenzione diretta dei beni è soggetta a tassazione mentre quella indiretta, ossia tramite un veicolo soc ietar io, no», osser-va Maricla Pe n n e s i , partner re-

sponsabile tax di Dla Piper, «Al di là di questo, la criticità principale rimane l’individua-zione del valore da assumere come base imponibile. Perfi no il contribuente che ai fi ni dei quadri RW e RM ha mappato tutto il suo patrimonio troverà grandi diffi coltà nel valorizzare questi beni. E anche laddove vi riuscisse, gli importi sarebbero certamente suscettibili di ride-terminazione da parte dell’am-ministrazione fi nanziaria».

Ma ad agitare le valutazioni di consulenti e professionisti, nonostante la proroga della co-municazione al 15 ottobre, c’è an-che la questione dei beni ai soci (articolo 2, comma 36-terdecies e seguenti del dl n. 138/2011). «Un primo ambito di incertezza riguarda l’individuazione degli utilizzatori dei beni concessi in godimento», sottolinea Fabrizio Iacuitto, partner dello Studio Di Tanno e associati, «in secon-da battuta va evidenziato che il riferimento al valore di merca-to, sebbene mutuato dalla defi -nizione del Tuir, si può prestare facilmente a interpretazioni, con quel che ne consegue in termini di possibile contenzioso. Inol-tre, laddove siano già esi-stenti norme specifiche per il trattamento fi scale di beni che già soffrono una penalizzazione sulla deducibilità (per esempio le auto), an-

drebbe detto se esse prevalgano sulla nuova disposizione».

Non va meglio sugli studi di settore. «L’oggettiva diffi coltà, alias incertezza con i conseguen-ti rischi sanzionatori, deriva dal fatto che le società sono chiama-te ad approvare i propri bilanci, con imputazione delle imposte di esercizio di competenza, in assenza del software Gerico ne-cessario per l’elaborazione del controllo delle imposte mede-sime», evidenzia Giulio Tede-schi, partner Studio Bernoni, «addirittura a oggi le schede che dovranno essere compilate per la dichiarazione modello Uni-co, ma base di riferimento per l’imputazione bilancistica delle imposte, sono ancora presenti sul sito quali bozze. È il trionfo dell’incertezza».

E pure sulle società di como-do, per le quali si è in attesa di una circolare dell’Agenzia che chiarisca le cause specifi che di non applicazione per le società in perdita sistemica «reale», le valutazioni sono colme di dubbi. «La normativa sulle società non operative è nata per contrasta-

re determinati utilizzi fi ttizi dello schermo

societario, ma l’es-sere in perdita sistematica non è una condizione che segue necessa-

riamente questa ratio, specie in un periodo di forte crisi come l’attuale», commenta Andrea Fasan, partner KStudio Asso-ciato (Kpmg Tax), «la mancanza delle ulteriori clausole di esclu-sione dalla presunzione di legge delle società di comodo classifi -cate come tali per effetto delle perdite impedisce, ancor prima del calcolo dell’acconto (con o senza maggiorazione del 10,5% Ires, ndr), ogni legittima valuta-zione sulla posizione tributaria della società».

Tutte circostanze che portano i professionisti a ritenere come, per cambiare la cultura fi scale del paese, legislatore e ammini-strazione fi nanziaria devono in primis mettere nelle condizioni i contribuenti di adempiere ai propri doveri contributivi senza troppe diffi coltà.

«C’è una certa diffi coltà a rela-zionarsi con gli uffi ci», continua Fasan, «a tutti i livelli, dal pic-colo artigiano alla grande multi-nazionale. Con norme più chiare e indicazioni più puntuali, oltre a stimolare la compliance, si ri-durrebbero i costi dei controlli fi scali».

«Quando si introduce un’im-posta andrebbero fornite im-

mediatamente le istruzioni», rile-va Pennesi, «viceversa il con-

tribuente deve subire un prelie-vo indiretto aggiuntivo, perché è costretto a rivolgersi sempre di più a un consulente che lo aiuti a districarsi nella giungla dei provvedimenti. E questa mancanza di chiarezza non aiu-ta nemmeno i professionisti a sviluppare un lavoro di qualità, con un apprezzabile valore ag-giunto. Molto spesso si tratta di un grande dispendio di energie per dare soluzioni interpretative che comunque possono presen-tare margini d’incertezza». In assenza di riferimenti interpre-tativi, quindi, «è impossibile ope-rare con la certezza assoluta di aver fatto bene», chiosa Iacuitto, «perciò in caso di errori del con-tribuente non dovrebbero essere applicate sanzioni, con un buon senso peraltro riconosciuto più volte dalla stessa Agenzia negli ultimi anni».

«Manca il legittimo affida-mento nel rapporto tra stato e cittadini in palese violazione dei diritti sanciti dalla legge n. 212/2000», conclude Tedeschi, «il contribuente e i suoi professioni-sti sono in diffi coltà a svolgere gli adempimenti che la legge in modo tumultuoso continua a

modificare, quasi vi fosse un disprez-zo nei confronti dei contribuenti onesti, sempre più trattati alla stregua di sudditi».

© Riprodu-

Non c’è solo l’Unico 2012 tra le preoc-cupazioni a breve scadenza di contri-buenti e professionisti. Il prossimo 18 giugno, infatti, scade il termine per versare l’acconto dell’Imu (la data del 16 giugno prevista dalla leg-ge cade, infatti, di sabato). L’adem-pimento in sé non costituisce un particolare problema, almeno per questa prima chiamata alla cassa, in quanto in sede di conversione del dl n. 16/2012 (legge n. 44/2012) è stato previsto che la prima rata dell’imposta municipale propria va calcolata applicando le aliquote di base e le detrazioni previste dalla legge. Tuttavia, gli step successivi dell’Imu rischiano di diventare un vero e proprio rompicapo: il congua-glio del quantum dovuto per il 2012 potrà essere determinato solo dopo le eventuali variazioni di aliquota

e di detrazioni da parte dei comuni (entro il 30 settembre) o del gover-no stesso (entro il 10 dicembre), senza dimenticare le incertezze sul momento dichiarativo e la necessi-tà, nella compilazione del modello F24, di «indirizzare» separatamente una parte del pagamento all’erario e una parte al comune, attraverso l’utilizzo di specifi ci codici tributo (per approfondimento si veda Ita-liaOggi del 23 aprile 2012). «Sull’Imu la situazione è grotte-sca», afferma Claudio Siciliotti, presidente dei commercialisti ita-liani, «all’estero ci sono paesi che, per imposte simili all’Imu, mandano bollettini precompilati, lasciando ai contribuenti e ai loro professionisti un rapido compito di verifi ca e con-trollo della correttezza degli importi esposti. Da noi siamo invece arrivati

a costruire un’imposta per la quale il contribuente non deve soltanto

procedere ai conteggi totali, ma deve pure provvedere lui a calcolare quanto va allo Stato e quanto ai co-muni. E la beffa è che questo accade in parallelo a proclami e decreti di semplifi cazione fi scale». Cittadini sempre più costretti a rivolgersi a fi gure professionali, quindi. Ma non per la gioia degli addetti ai lavori, come si potrebbe superfi cialmente pensare. «Non si dica che i commer-cialisti traggono benefi cio da queste complicazioni, essendo semmai tra i soggetti danneggiati due volte: come contribuenti e come professio-nisti», ammonisce il numero uno del Cndcec. «Perché la moltiplicazione inutile dei rischi di errore pesa, an-che in termini di responsabilità pro-fessionale, assai più di quanto simili prestazioni possono essere ribaltate sul cliente».

Rompicapo Imu, Siciliotti (Cndcec): situazione grottesca

Maricla Pennesi Andrea FasanGiulio TedeschiFabrizio Iacuitto

Claudio Siciliotti

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8 Lunedì 14 Maggio 2012 P R O F E S S I O N I

Dopo le professioni mediche e tecniche, sui siti di acquisto collettivo sbarca la consulenza legale

Ordini imbrigliati dalla ReteIn saldo anche gli avvocati

Pagina a cura DI GABRIELE VENTURA

Gli ordini professionali cadono nella Rete. Il fe-nomeno dei siti web che propongono beni e ser-

vizi a prezzi scontati si allarga infatti sempre più. E dopo me-dici, architetti e ingegneri, crol-la anche il tabù degli avvocati. Stavolta l’annuncio è comparso su Let’s Bonus, canale analogo a Groupon, sito fi nito da tempo nel mirino degli ordini, dove nei giorni scorsi è comparsa una proposta di consulenza legale con l’81% di sconto: cioè a soli 19 euro anziché 100. L’acquirente ha diritto a un’ora di colloquio onli-ne (o in studio se abita a Roma) per un parere su materie come separazione, sfratto, cartelle esattoriali, problemi catastali. Il tutto, mentre l’Antitrust sta va-lutando le segnalazioni presenta-te dalla Fnomceo (la Federazione nazionale dei medici chirurghi e degli odontoiatri) e, da ultimo, dal Consiglio nazionale degli ar-chitetti pianifi catori paesaggisti e conservatori, entrambe contro Groupon, dove invece sono all’or-

dine del giorno offerte tipo visita cardiologica a 39 euro invece di 160, certifi cazione energetica a 49 euro anziché 250, consulenza per rifare la casa o l’uffi cio con 24

euro al posto di 500. Insomma, internet è ormai diventato un campo minato per la maggior parte degli ordini professionali, che non riescono ad arginare da un lato il proliferare dei siti che offrono servizi a prezzi strac-ciati, dall’altro i tanti giovani professionisti che, visti i tempi che corrono, vedono l’abbatti-mento della tariffa minima e

i siti a grande diffusione come un’opportunità per procacciar-si clienti. Vediamo come.

Gli avvocati. Fino a oggi la consulenza legale non era mai

stata associata ai siti internet che offrono beni e servizi super scontati. Lo stesso Groupon, per evitare ulteriori polemiche dopo le battaglie aperte con me-dici e architetti, afferma di non accettare proposte da avvocati iscritti all’ordine. LetsBonus ha fatto invece valutazioni di-verse, pubblicando l’annuncio dell’associazione Domus et Ius,

formata da un avvocato e da un geometra, che propone «un pa-rere che ti raggiunge ovunque! Per te consulenza legale e tec-nica on line» a soli 19 euro. La

proposta, acquistata nell’arco delle 24 ore disponibili, inclu-de: consulenza legale online di un’ora con Domus et Ius con tessera associativa. Queste le materie: separazione, sfratto, cartelle esattoriali, problemi catastali, concessione edilizia, accatastamenti, problemi con-dominiali, condoni, piano casa, certifi cazione energetica. Nella

consulenza viene fornito «un parere sulla situazione, le re-lative tempistiche di risoluzio-ne, preventivo per l’assistenza vera e propria».

Ordini vs Groupon. Per valutare l’ampiezza del feno-meno basti ricordare i dati in possesso di ItaliaOggi Sette, secondo i quali Groupon ha venduto nel 2011 più di 600 coupon al giorno per servizi professionali a prezzi scontati (210 mila in tutto). Il 90% dei partner del sito internet sono medici e dentisti. L’Antitrust, al momento, ha per le mani due segnalazioni, entrambe contro Groupon (che a sua volta ha denunciato l’Ordine dei me-dici): quella della Fnomceo e quella del Consiglio nazionale degli architetti. In particolare, il Cnappc ha denunciato la pra-tica commerciale posta in es-sere dalla società per quanto riguarda le offerte di attestati di certifi cazione energetica a prezzi eccessivamente bassi, «e tali da costituire una circo-stanza rilevante nella forma-zione della volontà negoziale dei consumatori».

È il Wikileaks degli studi di ar-chitettura. Un sito internet dove stagisti e collaboratori che si sentono sfruttati e mal-

pagati hanno la possibilità di sfogarsi e raccontare, in modo anonimo, le pro-prie esperienze vissute in studio. Com-promettendone, a suon di commenti ne-gativi, reputazione e credibilità. Non per nulla si chiama ArchLeaks, ed è un forum che è diventato l’incubo di archi-tetti famosi o emergenti della piazza milanese, e che potrebbe diventare uno tsunami se allargato ad altre realtà professionali come studi legali, di com-mercialisti, di ingegneria e via dicendo. Nel calderone non manca nessuno: da Renzo Piano a Fuksas, Antonio Citte-rio e Patricia Viel and partner, da Cls architetti a Peia associati, da Metro-gramma ad Archea. In tutto più di 100 studi milanesi messi alla berlina. Già, perché lo scopo del forum, creato da un architetto trentenne, Sedat Bayrak (che insieme al collega Mertcan Mer-merkaya ha dato vita alla piattaforma che ha sede a Instanbul e collegamenti in Italia, Inghilterra e Spagna) non è quello di denigrare i titolari degli stu-di, ma semplicemente di sviluppare un dibattito che possa anche servire ai ne-oarchitetti per sapere dove inviare il cv, cosa aspettarsi al colloquio e così via. Il problema è che, vista la situazione at-tuale del mondo dell’architettura dove, secondo gli ultimi dati Almalurea, su 150 mila architetti, nel primo anno di attività, il 15% lavora senza contratto, ecco che la miccia si innesca da sola.

Una miccia che pare abbia portato un titolare di uno studio a rivolgersi a un avvocato per far chiudere il sito, altri soci ad aggiungere commenti positivi per rialzare la reputazione dello stu-dio. Ma soprattutto ha evidenziato come l’Ordine degli architetti, luogo deputato a ricevere denunce e vigilare sugli iscritti, venga sistematicamen-te bypassato. Il sito funziona così: chi vuole crea una cartella mettendo il nome dello studio. All’interno vengono pubblicati i commenti e le esperienze in forma anonima, poi chiunque può cliccare su «agree» o «disagree» per esprimere la propria valutazione sul commento. Si parla di tutto: dal «col-loquio più bizzarro della mia vita, dove mi è stato chiaramente spiegato che, se voglio fare architettura e non edilizia, devo accontentarmi di guadagnare una miseria (lorda) perché...funziona così anche dopo anni dalla laurea e dal ti-tolo abilitativo». Allo studio dove «non hanno lavoro, partecipano ad un sacco di concorsi che non vincono mai ed è risaputo che non hanno mai pagato uno stagista. Sfruttamento assicurato!». A quello con «poca ricerca, progetti co-piati (male) dalle riviste, licenze dei programmi non pagate, orari assurdi, richieste fuori dal comune e fuori dalle professionalità di un architetto, tutte le decisioni sono completamente ale-atorie e imprevedibili». Insomma, un mare magnum dove in pochi si salva-no. E la sensazione, visto che il sito ha solo due mesi di vita, è che siamo solo all’inizio.

INIZIATIVA ON LINE IN ITALIA, INGHILTERRA E SPAGNA

ArchLeaks spalanca le porte degli studi di architettura Un forum fa tremare i big della professione. Stagisti e collaboratori raccontano il «dietro le quinte»

Gli architetti che si sentono sfruttati hanno tutti gli strumenti a disposizione. E cioè le norme deontologiche, che regolano i rapporti tra gli iscritti, dove sarà esplicitato con maggiore chiarezza che non si può lavorare senza contratto, che il lavoro va pagato, che il rapporto deve essere adeguato e che nel progetto sia specifi cato chiaramente chi ci ha collaborato. Lo afferma Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti pianifi catori paesaggisti e conservatori, che giudica «pessimo e incivile» il sito ArchLeaks. Il presidente degli architetti ha anche spiegato a IO Sette le iniziative che sta mettendo in campo l’Ordine per dare una risposta a tutti i professionisti che scelgono il canale della rete per procacciarsi clienti, proponendo prezzi stracciati.Domanda. Anzitutto cosa pensa del fenomeno Groupon?Risposta. Abbiamo inviato una segnalazione all’Antitrust per pubblicità ingan-nevole. Chi ha bisogno di un professionista deve capire prima di tutto chi è, se è abilitato, la sua storia e fare una comparazione tra il prezzo e la qualità del servizio. Groupon salta i primi tre passaggi e passa direttamente al prezzo. È un metodo insano perché non si può fare dumping, altrimenti l’operazione si confi gura come truffa.D. È evidente, però, che c’è un problema legato al mercato dei servizi profes-sionali. Come pensate di rispondere nei fatti alle esigenze degli iscritti?R. Abbiamo pensato a un database, SeeArch, che verrà attivato a breve. Si tratta di uno strumento utile per far sì che i potenziali committenti possano scegliere i professionisti sulla base delle loro capacità. In pratica, è un motore di ricerca che funziona per competenze.D. Cosa ne pensa, invece, del sito ArchLeaks?R. Molto male perché è anonimo. Se l’iscritto si sente vessato ha la possibilità di rivolgersi all’ordine che poi deve aprire un procedimento disciplinare. Que-sto, invece, è un sistema basato sull’inciviltà, chiunque può scrivere qualsiasi cosa.D. Resta però il problema dei professionisti sfruttati e non pagati. Come pensa di risolverlo?R. Abbiamo deciso di far sì che nel codice deontologico sia esplicitato con maggiore chiarezza che non si può lavorare senza contratto, che il lavoro va pagato e il rapporto deve essere adeguato.

Freyrie: chi viene sfruttatodeve rivolgersi all’Ordine

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9Lunedì 14 Maggio 2012Lunedì 14 MagP R O F E S S I O N I

Cosa cambia per i legali con il dl liberalizzazioni. Il cliente deve poter confrontare i prezzi

Ora il tariffario è personalizzatoPagina a cura

DI ANTONIO CICCIA

Onorari forfettari o com-penso orario; palmario o patto di quota lite: sono alcune delle pos-

sibili tecniche di defi nizione del compenso dell’avvocato, che, abrogate le tariffe di categoria, è chiamato a stabilire un tarif-fario di studio da proporre ai clienti. Con la clientela i legali sono chiamati a stipulare con-tratti scritti, dopo avere fornito una esaustiva informazione sul costo presumibile del processo ed eventualmente dopo avere fornito un preventivo di mas-sima (scritto se richiesto dal cliente). E dal 13 agosto 2012 obbligo per gli avvocati di do-tarsi di una polizza assicurati-va contro i rischi professionali. Sono queste in sintesi le novità portate da ultimo dall’articolo 9 del decreto 1/2012, a seguito delle modifi che apportate dal-la legge di conversione n. 27 del 24 marzo 2012, in vigore dal 25 marzo 2012. L’obietti-vo dichiarato è di favorire la concorrenza nel mercato delle professioni legali, anche se il provvedimento potrà avere l’ef-fetto di calmierare i compensi per le toghe.

Vediamo di illustrare le ri-cadute pratiche delle ultime novità.

Le tariffe. Per quanto con-cerne le tariffe il decreto ha disposto l’abrogazione delle tariffe delle professioni rego-lamentate nel sistema ordini-stico.

Risolvendo un problema sor-to a causa della formulazione originaria del decreto legge la legge di conversione ha dettato la disciplina per la liquidazio-ne giudiziale degli onorari de-gli avvocati al termine di una causa. In questo caso il com-penso del professionista sarà determinato con riferimento a parametri stabiliti con decre-to del ministro della giustizia, da adottare nel termine di 120 giorni successivi alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Fino ad allora (23 luglio 2012), in virtù di una disposizione tran-sitoria, continuano ad applicar-si le tariffe forensi, anche se li-mitatamente alla liquidazione delle spese giudiziali.

Preventivo e contratto col cliente. Cosa diversa dal-la liquidazione giudiziale è il contratto tra avvocato e clien-te. A questo proposito l’articolo 9 in commento disciplina due fattispecie: il preventivo e il contratto con il cliente.

Per il preventivo la legge di-spone che in ogni caso la misu-ra del compenso è previamente resa nota al cliente con un pre-ventivo di massima, che deve essere adeguata all’importan-za dell’opera e che va pattuita indicando per le singole pre-stazioni tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi. Inoltre il profes-

sionista deve rendere noto al

cliente il grado di complessità dell’incarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli one-ri ipotizzabili dal momento del conferimento fi no alla conclu-sione dell’incarico e deve altre-sì indicare i dati della polizza assicurativa per i danni provo-cati nell’esercizio dell’attività

professionale.

Il preventivo non deve esse-re necessariamente fornito per iscritto e può essere «di massi-ma»: la legge sembra chiedere al singolo avvocato di costruirsi il personale tariffario, così da for-nire ai clienti la possibilità di confrontare i prezzi praticati.

Il preventivo deve essere arti-

colato per voci di costo e quindi

si potranno articolare le attività di consulenza, difensive e quelle accessorie di segreteria e di ac-cesso agli uffi ci giudiziari.

Diverso dal preventivo è il con-tratto con il cliente, nel quale si pattuisce il compenso.

Mentre il preventivo potrebbe essere pattuito anche oralmen-

te, ai sensi dell’articolo 2233 del codice civile, sono nulli, se non redatti in forma scritta, i patti conclusi tra gli avvocati e i pra-ticanti abilitati con i loro clienti che stabiliscono i compensi pro-fessionali.

Quindi il contratto con il clien-te deve essere redatto in forma scritta.

A questo proposito l’articolo 9 prevede che il compenso per le prestazioni professionali deve es-sere pattuito, nelle forme previ-ste dall’ordinamento, al momen-to del conferimento dell’incarico professionale.

Per il compenso è possibile usare anche una delle seguenti tecniche:

- forfait- palmario- patto di quota lite- compenso orario (anche

per le attività giudiziali).Il compenso forfettario è quello

che vincola l’avvocato a un com-penso fisso, ma potrebbe dare adito a diversi problemi: se sot-tostimato potrebbe non essere remunerativo per l’avvocato e, quindi, essere contrario al prin-cipio di corrispondenza del com-penso al decoro della professione; se troppo alto potrebbe essere disincentivante per il cliente a conferire l’incarico; d’altra parte l’avvocato potrebbe essere por-tato a stimare tutta la possibi-le attività con una lievitazione dell’importo.

Le altre fattispecie. Il pal-mario è il premio pattuito in aggiunta all’onorario per il caso di vittoria o di risultato positiva-mente valutabile per il cliente.

Il patto di quota lite è l’accordo con cui si stabilisce un compenso dell’avvocato esclusivamente in caso di vittoria (totale o parziale) ed è quantifi cato in una quota del risultato utile conseguito dal cliente.

Il compenso orario era già previsto dal Tariffario forense, ma solo per l’attività stragiudi-ziale (assistenza e pareri). Con le nuove disposizioni si può pat-tuire un compenso orario anche per l’attività giudiziale. Anche se questo obbliga ad una analitica registrazione del tempo impiega-to. Peraltro è opportuno osserva-re una registrazione dettagliata delle attività svolte, qualunque sia la tecnica seguita di pattui-zione del compenso.

Le tecniche di determinazione del compenso potrebbero anche essere combinate insieme: ad esempio un compenso fi sso forfet-tario combinato con un compen-so orario, oppure un compenso fi sso forfettario combinato con un onorario aggiuntivo in caso di risultato favorevole o, ancora, un compenso orario ridotto con l’aggiunta di un onorario di risul-tato favorevole.

Quanto alle condizioni contrat-tuali, in relazione all’esigenza di poter tenere conto di eventi non prevedibili soprattutto dei pro-cessi, si possono inserire clausole di rinegoziazione del compenso o clausole pattizie alternative.

© Riproduzione riservata

cliente il grado di complessità Il preventivo non deve esse- si potranno articolare le attività

Il cliente dell’avvocato può chiedere un pre-ventivo scritto e deve ricevere informazioni sul grado di complessità dell’incarico, sugli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento fi no alla conclusione dell’incarico. Si potrebbe dire che la legge non ha fatto altro che rafforzare un principio previsto dall’artico-lo 40 del codice deontologico forense.In base a questa disposizione, già prima del de-creto 1/2012, l’avvocato è tenuto ad informare chiaramente il proprio assistito all’atto dell’in-carico delle caratteristiche e dell’importanza della controversia o delle attività da espletare; inoltre se richiesto, è obbligo dell’avvocato in-formare la parte assistita sulle previsioni di massima inerenti alla durata e ai costi presu-mibili del processo. Se il preventivo può essere verbale, deve, in-vece, essere scritto il contratto che stabilisce il compenso. Il contratto scritto con la pattui-zione del compenso è prova scritta ai fi ni della richiesta di decreto ingiuntivo contro il cliente moroso. Peraltro se l’avvocato non ha conclu-so un contratto scritto con il suo cliente non per questo perde il diritto al compenso. Come

dice la cassazione il compenso per prestazioni professionali, che non sia convenzionalmente stabilito, è un «debito pecuniario illiquido», che deve essere stabilito in via giudiziale.In questo caso l’avvocato dovrà rivolgersi al giudice per chiedere un decreto ingiuntivo op-pure ricorrere al giudice per farsi determinare il compenso ai sensi dell’articolo 14 del decreto legislativo 150/2011.Un’altra novità riguarda le coperture assicura-tive. Il cliente, infatti, ha diritto di conoscere i dati della polizza assicurativa per i danni pro-vocati nell’esercizio dell’attività professionale. A partire dal 13 agosto 2012 (decreto legge 138/2011) a tutela del cliente, il professionista sarà tenuto a stipulare idonea assicurazione per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale. Questo signifi ca che a partire da quella data i riferimenti della polizza devono essere oggetto di informativa al cliente. Fino ad allora chi ha una polizza deve indicare nel preventivo gli estremi della polizza; chi non ha la polizza deve rendere nota tale circostanza. Il decreto 138/2011 indica che deve essere reso noto anche il massimale assicurativo.

Complessità e oneri dell’incarico in chiaro

I COMPENSI

Forfettario vincola l’avvocato a un compenso i sso

Palmariopremio pattuito in aggiunta all’onorario per il caso di vittoria o di risultato positivamente valutabile per il cliente

Patto di quota lite

accordo con cui si stabilisce un compenso dell’avvocato esclusivamen-te in caso di vittoria (totale o parziale) ed è quantii cato in una quota del risultato utile conseguito dal cliente

Orariogià previsto dal Tariffario forense solo per l’attività stragiudiziale (assi-stenza e pareri), esteso all’attività giudiziale

POSSIBILI INCROCI

Compenso i sso forfettario + compenso orario

Compenso i sso forfettario + onorario aggiuntivo in caso di risultato favorevole

Compenso orario ridotto + onorario aggiuntivo in caso di risultato favorevole

CLAUSOLE CONTRATTUALI

Attestazione del cliente di avere rice-vuto esaustive informazioni sul grado di complessità della causa

Attestazione del cliente di avere ricevu-to esaustive informazioni sulle modalità di svolgimento dell’incarico (ad esem-pio sulla possibilità di farsi sostituire)

Determinazione del compenso, spese, contributi

Clausola limitativa della responsabilità

Assunzione di responsabilità del cliente sulla ricostruzione dei fatti

Termine dipagamento delle parcelle

Autorizzazione a trattenere maggiori somme liquidate dal giudice

Informative privacy, antiriciclaggio e sulla mediazione

Specifi ca approvazione per iscritto di clausole vessatorie

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Page 10: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

10 Lunedì 14 Maggio 2012 F I S C O

Circolare dell’Agenzia delle entrate sulle novità normative. L’agevolazione decorre dal 28/1/2011

Sì al rientro dei cervelli. In massaAmpliata la platea dei benefi ciari degli incentivi fi scali

Pagina a cura DI ALESSANDRO FELICIONI

Incentivi per il rientro dei cervelli a tutto campo. La nuova formulazione della disposizione allarga infatti

la platea dei possibili benefi cia-ri, sopprimendo il termine fi sso iniziale per l’accesso al bonus. È la circolare n. 14/E del 4 mag-gio scorso a porre l’accento sul-le importanti novità che hanno caratterizzato l’evoluzione nor-mativa del bonus.

Originariamente la disciplina ammetteva all’incentivo fi scale i cittadini dell’Unione europea nati dopo il 1° gennaio 1969, che fossero assunti o avviassero in Italia un’attività d’impresa o di lavoro autonomo, trasferendovi il domicilio e la residenza en-tro tre mesi dall’assunzione o dall’avvio dell’attività se, «alla data del 20 gennaio 2009», ri-corressero ulteriori condizioni, ferma restando la decorren-za dei benefi ci dal 28 gennaio 2011. Tali condizioni distin-guono i benefi ciari in funzione dell’attività svolta all’estero. In particolare i beneficiari sono inquadrati in due categorie di-stinte a seconda che gli stessi, dopo aver risieduto in Italia per almeno 24 mesi, abbiano svolto all’estero, negli ultimi due anni o più rispetto alla data del 20 gennaio 2009, un’attività di la-voro post lauream ovvero un’at-tività di studio conseguendo un titolo accademico.

Ora invece, dopo le modifi che del dl 216/2011 si prevede che i requisiti per l’accesso al bene-fi cio siano posseduti «a partire dalla data del 20 gennaio 2009». In sostanza, possono accedere al benefi cio i cittadini dell’Unione europea nati dopo il 1° gennaio 1969 in possesso dei requisiti al 20 gennaio 2009 e, altresì, i cittadini che li maturano suc-cessivamente a tale data e co-munque prima di essere assunti o di avviare l’attività in Italia, fermo restando che il benefi cio decorre dal 28 gennaio 2011 e compete, per effetto delle citate modifi che che ne hanno anche ampliato il periodo di godimen-to, sino al 31 dicembre 2015. Inoltre, la circolare ammette al benefi cio fi scale i soggetti che siano stati assunti o abbiano avviato un’attività d’impresa o di lavoro autonomo a decorrere dal 20 gennaio 2009.

Sempre in tale ottica va letta la precisazione secondo cui la mancata iscrizione all’Aire non costituisce ostacolo al riconosci-mento dei benefi ci fi scali previ-sti per il rientro dei lavoratori in Italia. Ciò che rileva, infatti, è che il soggetto interessato ab-bia effettivamente svolto attivi-tà di lavoro o di studio all’estero e sia in grado di dimostrare tale circostanza.

L’incentivo spetta anche in caso di avvio di attività di lavoro autonomo, intesa come l’inizio di una nuova attività artistica

o professionale in Italia. L’at-tività si considera avviata alla data risultante dalla dichiara-zione di inizio attività. Tale at-tività può anche essere svolta in forma associata e non deve essere necessariamente atti-nente ai titoli di laurea o post lauream, conseguiti in Italia o all’estero, e può essere diversa dall’attività svolta all’estero per il periodo di tempo richie-sto dalla legge.

Quanto all’incentivo per l’av-vio di attività di impresa an-che qui la data di decorrenza è quella che risulta dalla di-chiarazione di inizio attività è l’attività può essere esercitata sia in forma individuale che collettiva.

L’agevolazione è strutturata facendo concorrere alla forma-zione della base imponibile ai fi ni irpef dei soggetti benefi ciari

i redditi di lavoro, professionali e di impresa derivanti dall’at-tività agevolata, secondo le se-guenti percentuali:

a) 20%, per le lavoratrici;b) 30%, per i lavoratori.I redditi agevolati sono co-

munque determinati secondo le ordinarie disposizioni del tuir previste per ciascuna categoria: articolo 51, se de-rivanti da rapporti di lavoro dipendente; articolo 52, se de-rivanti da rapporti assimilati al lavoro dipendente; articolo 54, se derivanti da attività di lavoro autonomo; articolo 56, se derivanti dall’esercizio di attività di impresa. Le agevo-lazioni fi scali spettano fi no al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2015, e quindi per un massimo di 5 periodi di impo-sta e, precisamente, per quello in corso alla data di entrata in vigore della legge (2011) e per i quattro successivi (2012, 2013, 2014 e 2015).

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L’agevolazione consiste in una riduzione della base imponibile Irpef pari al 70% per i lavoratori e all’80% per le lavoratrici. Pos-sono benefi ciare dell’incentivo i «cittadini dell’Unione europea nati dopo il 1° gennaio 1969, i quali sono assunti o avviano un’atti-vità d’impresa o di lavoro autonomo in Italia trasferendovi il proprio domicilio, nonché la propria residenza entro tre mesi dall’as-sunzione o dall’avvio dell’attività» se, alla data del 20 gennaio 2009, ricorrano ulteriori condizioni.Con riferimento a queste ultime, occorre distinguere i benefi ciari a seconda che gli stessi, dopo aver risieduto in Italia, abbiano svolto all’estero un’attività di lavoro post lauream ovvero un’attività di studio conse-guendo un titolo accademico.Il bonus si applica ai redditi derivanti dalle attività di lavoro dipendente, autonomo e di impresa senza alcun limite legato alla tipo-logia dell’attività da svolgere in Italia. Tale attività, ad esempio, può anche non essere attinente all’attività di studio o di lavoro svolta all’estero. Rientrano nell’ambito di

applicazione degli incentivi fi scali anche i redditi derivanti dalle attività di lavoro che, ai fi ni fi scali, producono redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente. Questi ultimi, infatti, sono soggetti alle medesime regole di determinazione previste per i redditi di lavoro dipendente, in forza del rinvio conte-nuto nell’articolo 52, comma 1, del Tuir.L’agevolazione è quindi applicabile, per esempio, ai redditi di collaborazione coor-dinata e continuativa o di collaborazione a progetto di cui alla lettera c-bis) dell’artico-lo 50 del Tuir e a quelli consistenti in somme corrisposte a titolo di borsa di studio di cui alla successiva lettera c). La riduzione del reddito opera immediatamente, in dichiara-zione, nel senso che per la determinazione dell’imposta si parte dal reddito già ridotto. Da qui si calcolano, nei limiti dello stesso, gli oneri deducibili di cui all’articolo 10 del Tuir e le detrazioni per carichi di famiglia e per tipologia di reddito . Anche le addizio-nali all’Irpef, devono essere determinate te-nendo conto del reddito complessivo ridotto per effetto del bonus.

Imponibile Irpef ridotto del 70-80%

Soggetti destinatari dell’agevolazione

Benefi ciari che hanno svolto attività di lavoro all’estero che al 20 gennaio 2009:

sono in possesso di un titolo di laurea

hanno risieduto continuativamente per almeno 24 mesi in Italia

negli ultimi due anni o più, hanno risieduto fuori dal proprio paese d’origine e dall’Italia svolgendovi continuativamente un’attività di lavoro dipendente, di lavoro autonomo o d’impresa.

Benefi ciari che hanno svolto attività di studio all’estero che al 20 gennaio 2009:

hanno risieduto continuativamente per almeno 24 mesi in Italia

negli ultimi due anni o più, hanno risieduto fuori dal proprio Paese d’origine e dall’Italia conse- guendovi un titolo di laurea o una specializzazione post lauream.

Un apposito provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate del 29 luglio 2011 ha defi nito come richiedere i benefi ci fi scali da parte dei lavoratori dipendenti rientrati in Italia e gli adempimenti a carico del datore di lavoro coinvolto della richiesta. Siccome il be-nefi cio, concretamente, va applicato ad opera del sostituto di imposta che ne da conto nel modello 770 e nel Cud, la richiesta deve essere presentata entro tre mesi dall’assunzione, salvo per il periodo di imposta 2011, in cui il termi-ne decorre, per i lavoratori già assunti, dalla data di entrata in vigore del provvedimento (29 luglio 2011). I benefi ci sono riconosciuti dal datore di lavoro dal periodo di paga successivo alla richiesta e, in sede di conguaglio, dalla data dell’assunzione. Le modifi che intervenute nel 2012, però, avendo effetto anche sul precedente periodo di imposta, hanno costretto a correg-gere il tiro su alcune questioni. Così la circo-lare 14/E chiarisce che i sostituti di imposta procedono entro il 31 maggio 2012 al rilascio di un nuovo Cud per l’anno di imposta 2011 ai lavoratori interessati che, avendone i requisiti, presentino richiesta di applicazione dei benefi ci per il periodo di imposta 2011. I dati esposti nel

nuovo Cud rilasciato dal sostituto d’imposta potranno essere riportati nel modello 730/2012, da presentare al proprio sostituto entro il 16 maggio 2012, oppure a un Caf o a un professio-nista abilitato entro il 20 giugno 2012. Tali dati potranno, ovviamente, essere indicati anche nel modello Unico Persone fi siche 2012, secondo le ordinarie modalità di compilazione. Peraltro rimane percorribile anche la strada dell’istan-za di rimborso ai sensi dell’articolo 38 del dpr 600/1973 al fi ne di chiedere la maggior impo-sta versata a seguito della mancata fruizione del benefi cio. Occorrerà allegare all’istanza la documentazione che comprovi la sussistenza dei presupposti per la fruizione del benefi cio. A decorrere dal periodo di imposta 2012, è co-munque consentito al lavoratore presentare la richiesta al proprio datore di lavoro anche oltre il termine di tre mesi dall’assunzione. In detta ipotesi è facoltà del datore di lavoro ri-conoscere l’applicazione del benefi cio a partire dal periodo di paga successivo alla richiesta – e in tal caso il sostituto, in sede di conguaglio, terrà conto dei periodi di paga agevolati che precedono la richiesta medesima – o dal primo periodo di paga dell’anno successivo.

Dall’assunzione tre mesi per fare domanda

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11Lunedì 14 Maggio 2012LunedV E R S O U N I C O 2 0 1 2

Sarà Unico 2012 l’ultima dichiarazione in cui i calcoli Irpef daranno pochi euro da versare

Case storiche, bonus al capolinea Agevolazioni ridimensionate: l’aliquota sarà quella normale

Pagina a cura DI NORBERTO VILLA

Per l’ultimo anno poche imposte per gli immo-bili di interesse storico o artistico. Sarà Unico

2012 l’ultima dichiarazione in cui i calcoli Irpef relativi alla proprietà di tali immobili (abi-tati, tenuti a disposizione o loca-ti) daranno come risultato pochi euro da versare.

Unico 2012. Le agevolazio-ni previste per tali immobili partono da quanto previsto dall’art. 11, comma 2, della legge 413/1991 che dispone che il red-dito degli immobili di interesse storico-artistico anche se con destinazione diversa da quella abitativa, va determinato ap-plicando la minore delle tariffe d’estimo previste per le abita-zioni della zona censuaria nella quale è collocato il fabbricato.

La norma detta dunque un’agevolazione non di poco conto che si giustifi ca conside-rando prima di tutto le fi nalità del provvedimento. Lo stesso voleva, infatti, salvaguardare il patrimonio immobiliare artistico – storico e concedeva gli sconti a fronte di alcune penalizzazioni che i proprietari subiscono: gli stessi infatti nella gestione di tali immobili devono rispettare i vincoli esistenti con riguardo alle manutenzioni da effettua-re e anche, nel caso di vendita dell’unità immobiliare, devono considerare che vi è un diritto di prelazione a favore dello stato.

In un primo momento l’ammi-nistrazione fi nanziaria aveva so-stenuto che, in caso di locazione

di fabbricati sottoposti a vincolo storico-artistico, i criteri agevo-lativi di cui all’art.11, comma 2, della legge 413/1991, potevano trovare applicazione solo nel caso in cui gli stessi avessero avuto destinazione d’uso abitati-va. Se invece il reddito derivava dall’affi tto di immobili vincola-ti con destinazione diversa da quella residenziale (es. uffici, negozi, laboratori ecc.), doveva determinarsi secondo le regole

ordinarie stabilite del Tuir (red-dito imponibile uguale al mag-giore tra il canone di locazione risultante dal contratto, ridotto forfetariamente del 15%, e la rendita catastale).

Poi anche in forza delle pre-se di posizioni della Corte di cassazione, che più volte ha affermato che il reddito impo-nibile dei fabbricati sottoposti a vincolo storico-artistico deve essere determinato in ogni caso

applicando la minore del-le tariffe d’estimo previste per le abitazioni della re-lativa zona censuaria, a prescindere dal fatto che gli stessi siano concessi, o meno, in locazione a terzi e senza che assuma rilevan-za la relativa destinazione d’uso (abitativa o diversa), la prassi ha dato il via li-bera agli sconti anche a questa ipotesi.

Quindi in Unico 2012, seguen-do le indicazioni che la tabella propone, si avrà:

- Immobile storico abitazione principale: l’immobile non con-corre a formare né la base im-ponibile Irpef, o meglio la forma ma poi tale quota di reddito è azzerata.

- Immobile storico seconda casa: l’immobile concorre a for-mare la base imponibile irpef per un importo pari alla sua rendita rivalutata (individuata applicando la minore delle tarif-fe d’estimo previste per le abita-zioni della zona censuaria nella quale è collocato il fabbricato) maggiorata di un terzo.

- Immobile storico concesso in locazione: l’immobile (vedi esem-pio in tabella) concorre alla base imponibile Irpef per un importo pari alla rendita catastale (sem-pre considerando le particolarità previste per gli immobili di inte-resse storico e artistico) anche a fronte di un canone di importo maggiore.

© Riproduzione riservata

Le nuove regole Irpef per gli immobili di in-teresse storico o artistico entrano in vigore a partire dal periodo d’imposta 2012. Ma non si può rimandare troppo la conoscenza e l’appli-cazione delle novità in quanto il decreto legge 16/2012 prevede anche che: «nella determi-nazione degli acconti dovuti per il medesimo periodo di imposta si assume, quale imposta del periodo precedente, quella che si sarebbe determinata applicando le disposizioni» inno-vative in tema di immobili storico–artistici.Tutto ciò costringerà i contribuenti a un rical-colo non privo di diffi coltà. Come primo passo sarà necessario calcolare le imposte dovute per l’anno 2011 applicando le regole ormai superate. Dopo di che bisogne-rà ricalcolare il reddito 2011 considerando le nuove regole e ciò potrà avvenire così:• occorre annullare la quota di reddito 2011 derivante dalla rendita dell’immobile indivi-duata applicando la minore delle tariffe d’esti-mo previste per le abitazioni della zona cen-suaria nella quale è collocato il fabbricato;• occorre aggiungere un reddito teorico pari al 65% del canone di locazione annuo;giungendo così a una nuova liquidazione dell’imposta con l’individuazione di un rigo differenza (teorico) base per il calcolo dell’ac-conto.

- La cedolare secca. Le nuove regole di im-mobili concessi in locazione comportano an-

che nuove valutazioni di convenienza. Nel caso di immobili a destinazione abitativa è ormai prevista una tassazione alternativa e secca rispetto a quella Irpef: la cedolare. Fino a quanto per gli immobili di interesse storico e artistico erano concessi gli sconti e le agevola-zioni sopra individuate l’opzione per la cedo-lare in questi casi non risultava conveniente. In ogni caso senza opzione ai fi ni reddituali si assoggettava a tassazione la rendita catastale in base alla tariffa d’estimo minore della zona. Ma con le nuove regole le convenienze non in pochi casi potrebbero cambiare. La cedolare secca comporta la tassazione al 21% dell’inte-ro canone. Questo sarà da confrontare con la tassazione Irpef calcolata in base alle aliquote progressive applicate al 65% del canone.Ecco allora un esempio • Canone di locazione annuo: 12 mila € • Canone locazione ridotto del 35%: 7.800 €• Aliquota cedolare: 21%• Aliquota Irpef: 27%• Cedolare dovuta: 2.520 €• Irpef dovuta: 2.106 €.Qui non pare conveniente l’opzione per la cedolare che però lo diventa se nell’esempio non si considera l’aliquota Irpef del 27% ma una maggiore. Situazione in cui si assiste a un innalzamento dell’Irpef dovuta senza cambia-menti invece con riguardo all’importo dovuto a titolo di cedolare.

L’acconto complica la vita del contribuente

Le regole sono ormai cambiate. Il decreto legge 16/2012 abolisce la previsione dell’art. 11 della legge 413/1991 e pertanto tali immobili detenuti da persone fisiche dal periodo d’imposta 2012 vedranno applicate le regole Irpef ordinarie. Quindi nel caso di immobile locato, se l’importo del canone di locazione (ridotto del 35%) è superiore alla rendita (ipotesi più che scontata in mol-te ipotesi) sarà questo che formerà base imponibile Irpef.Quindi riprendendo i diversi casi sopra esposti, dal 2012 le regole da applicare saranno le seguenti:

- Immobile storico abitazione principale: permane la regola secondo cui la base imponibile Irpef è poi azzerata in forza della deduzione pari all’imponibile concessa.

- Immobile storico seconda casa: tale immobile in base alle regole ordinarie stabilite con l’introduzione dell’Imu non dovrà più scontare né Irpef né addizionali in quanto tali oneri sono ormai assorbiti dalla nuova imposta municipale propria (che per tali immobili sarà ridotta al 50%).

- Immobile storico concesso in locazione: la base impo-nibile Irpef sarà pari all’importo del canone di locazione (ridotto del 35%) qualora lo stesso risulti superiore alla rendita.

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Le tre opzionisecondo le nuove regole

In sintesi

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12 Lunedì 14 Maggio 2012 P R I VA C Y

Circolare di Coni ndustria stima gli effetti delle semplii cazioni legate al codice della privacy

Pmi, risparmi per oltre 300 mlnTagli ai costi con l’abolizione del documento sulla sicurezza

Pagina a cura DI ANTONIO CICCIA

Lenzuolata di semplifi ca-zioni privacy per le im-prese, che non perdono le tutele riservate agli

abbonati contro le comunicazio-ni indesiderate. La legislazione sulla tutela della riservatezza fa anche i conti con la crisi e dalla abolizione del Documento programmatico sulla sicurezza dovrebbe derivare un rispar-mio di 313 milioni di euro per le pmi. Questa l’analisi della circolare di Confi ndustria del 3 maggio 2012, che esamina le novità apportate al codice del-la privacy dal decreto sempli-fi cazioni (5/2012) e dal decreto salva-Italia (201/2011). L’art. 45, comma 1, lettere c) e d) del Decreto Semplifi cazioni (n. 5/2012), in vigore dal 10 febbra-io 2012, ha eliminato dall’elenco delle misure minime di sicu-rezza l’obbligo di predisporre e aggiornare annualmente il do-cumento programmatico sulla sicurezza (dps).

La conseguenza sul piano operativo è che i soggetti, che trattano dati sensibili e giudi-ziari con strumenti elettronici, non devono più redigere e ag-giornare il dps entro il 31 marzo di ogni anno. Salta, conseguen-temente, anche l’obbligo di dare notizia dell’assolvimento dell’obbligo del dps nella rela-zione sulla gestione. Altra con-seguenza è che non si applicano

più le sanzioni amministrative e penali. Come illustra la circo-lare di Confi ndustria non rile-vano più sul piano giuridico le ipotesi di mancata o inidonea predisposizione/aggiornamento del dps, alle quali non saranno, quindi, più applicabili le san-zioni amministrative e penali previste dal Codice della pri-vacy per l’inosservanza delle misure minime di sicurezza (articoli 162 e 169).

L’abolizione del dps si è re-alizzata attraverso i seguenti passaggi: innanzitutto viene abrogato l’articolo 34, comma 1, lett. g) del Codice della pri-

vacy, che elencava tra le misure minime di sicurezza la tenuta di un aggiornato documento programmatico sulla sicurezza; viene anche abrogata la regola n. 19 (paragrafi da 19.1 a 19.8) del Disciplinare tecnico di cui all’allegato B) al Codice della privacy, che disciplinava pre-supposti, modalità di redazio-ne e aggiornamento del dps e il relativo contenuto (elenco trat-tamenti, ripartizione di compiti e responsabilità nelle strutture preposte al trattamento, analisi dei rischi, misure di sicurezza adottate e da adottare, forma-zione del personale, rapporti

con terzi); viene eliminata an-che la regola n. 26 del disci-plinare tecnico, che imponeva al titolare del trattamento di riferire dell’avvenuta redazione o aggiornamento del dps nella relazione accompagnatoria del bilancio di esercizio. Il decreto ha abrogato infi ne l’articolo 34, comma 1-bis del Codice, che con-sentiva ai titolari di trattamenti aventi ad oggetto dati sensibili e giudiziari connessi alla ge-stione del rapporto di lavoro di sostituire l’adempimento del dps con un’autocertifi cazione. Quest’ultima agevolazione, in-sieme al dps light per imprese

e professionisti che trattano solo dati per ordinarie fi nalità amministrative e contabili, era una forma che non esonerava dal produrre un documento. Tra l’altro i più scrupolosi ri-tenevano di poter serenamente effettuare la autocertifi cazione solo a seguito di una consulenza specifi ca: cosicché l’autocertifi -cazione neppure esonerava da spese di consulenza.

Tra l’altro la circolare degli industriali si sofferma proprio sull’effetto economico dell’abro-gazione del dps e dei connessi adempimenti; secondo le stime del Ministero per la pubblica amministrazione e la sempli-fi cazione, dall’abrogazione del dps deriverà infatti un rispar-mio di spesa annuo per le pmi di circa 313 milioni di euro. Tra l’altro l’obbligo del dps non era espressamente previsto dalla direttiva europea di cui la legge italiana costituisce attuazione. La stessa circolare di Confi n-dustria, tuttavia, sottolinea che l’abolizione del dps non fa venir meno l’obbligo di adempiere alle altre misure di sicurezza previ-ste dal Codice per salvaguarda-re i dati e i sistemi elettronici dai rischi di distruzione o per-dita, di accesso non autorizzato e di trattamento non consentito o non conforme alle fi nalità della raccolta (articoli 31 e seguenti del codice della privacy). Permango-no in questi casi le responsabilità civili e penali.

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Le imprese devono osser-vare le disposizioni del Codice della privacy per quanto riguarda il tratta-mento dei dati delle per-sone fi siche. Ciò vale con riguardo ai soggetti sia in-terni che esterni alla strut-tura aziendale. Il cliente ha diritto all’informativa e deve esprimere di regola il consenso, così come al garante è dovuta la notifi -cazione. Sul punto la circo-lare Confi ndustria ricorda che sono tuttora effi caci le misure di semplifi cazione introdotte dal decreto svi-luppo riguardanti: a) l’ipo-tesi di esonero dal consen-so per le comunicazioni di «dati personali comuni» all’interno di gruppi (art. 24, c. 1, codice della priva-cy); b) la gestione semplifi -cata dei cv spontaneamen-te inviati dall’interessato (art. 13, comma 5-bis, 24, c. 1, lett. i-bis, 26, c. 3, lett. b-bis); c) l’estensione del regime di opt-out al mar-keting effettuato mediante posta cartacea (art. 130, c. 3-bis).

Allargatala tutela Protagonista principale dell’intero si-

stema della privacy è l’interessato e cioè il soggetto cui si riferiscono i dati personali. È per così dire il proprietario dei dati e, in quanto tale, è il titolare di una serie di diritti: ha diritto all’infor-mativa, ha diritto di esprimere il consen-so, ha diritto di conoscere quali siano i propri dati trattati da terzi e, in molti casi, ha diritto di far cancellare i dati o, comunque, di opporsi al trattamen-to. Una novità del decreto salva Italia (201/2011) è avere ristretto la nozione di «interessato» alle persone fisiche. Quindi le imprese (senz’altro quelle ge-stite in forma societaria) non sono più comprese nell’elenco degli interessati. Questo signifi ca che le imprese (per lo meno quelle collettive) non hanno più i diritti previsti dalla legislazione sulla privacy o, detto altrimenti, che non ci sono vincoli a trattare i dati delle perso-ne giuridiche. Questo nuovo regime tro-va, secondo la circolare Confi ndustria, una deroga in relazione ai numeri di telefono, fax, mms e sms delle imprese. In particolare le imprese hanno conser-vato la tutela contro le comunicazioni indesiderate. Questo perchè non è sta-ta modifi cata la nozione di «abbonato», che comprende anche gli enti collettivi. Quindi le tutele per gli «abbonati» sono a disposizione anche delle imprese.In materia, ricorda la circolare in com-mento l’articolo 130 del Codice della privacy prevede che l’uso di sistemi au-

tomatizzati di chiamata senza l’interven-to di un operatore (ad esempio dischi registrati), di posta elettronica, telefax, mms, sms o messaggi di altro tipo, per lo svolgimento di attività di marketing è ammesso soltanto previo consenso dell’interessato; e che l’utilizzo dei dati tratti dagli elenchi di abbonati a dispo-sizione del pubblico per lo svolgimento di attività di marketing mediante tele-fono o posta cartacea è consentito nei confronti di chi non abbia manifestato espressamente il dissenso, iscrivendo la propria numerazione ovvero il pro-prio indirizzo postale nel Registro pub-blico delle opposizioni.I primi due commi dell’articolo 130 del Codice della privacy richiamano il con-cetto di interessato, mentre il comma 3-bis del medesimo rinvia a quello di abbonato. Se si adottasse un’interpre-tazione letterale dell’articolo 130, le garanzie per le comunicazioni indeside-rate troverebbero applicazione nei con-fronti delle persone giuridiche soltanto in caso di marketing telefonico e car-taceo, e non nel caso di comunicazioni commerciali effettuate attraverso chia-mate senza intervento dell’operatore, mms, sms, fax ed email: dall’interpretazione let-terale scaturirebbe la liberalizzazione delle co-municazioni indesiderate alle imprese, tranne quel-le telefoniche e cartacee.

Con una diversa interpretazione, più aderente all’ordinamento comunitario, invece, anche alle persone giuridiche dovrebbero ritenersi applicabili anche le garanzie previste dai primi due com-mi dell’articolo 130 citato.Questo l’orientamento preferito dalla circolare in esame, anche in considera-zione delle esigenze di adeguare l’or-dinamento italiano a quello europeo e di assicurare adeguati livelli di tutela a quei trattamenti – le comunicazioni indesiderate – che presentano profi li di rischio effettivo.Tra l’altro il 6 aprile 2012 il Consiglio dei ministri ha approvato in via pre-liminare uno schema di decreto legi-slativo di recepimento della Direttiva 2009/136/Ce, recante modifi ca della Di-rettiva n. 2002/58, che all’articolo 130 del Codice della privacy sostituisce il riferimento all’interessato con quello al contraen-te o utente e, più in generale, precisa che il termine «abbonato» utilizzato all’interno del Codice della privacy si intende riferito al «contraente», persona fi sica o giuridica (ente e associazione). Con questa modifi ca futura si chiarirà

espressamente che la disciplina delle comunicazioni in-desiderate prevista dal Codice trova ap-plicazione anche alle persone giuridiche.

Cancellati i vincoli al trattamento dati delle imprese

Gli adempimenti per le imprese

Fonte: Confi ndustria

Nei confronti dell’interessato

Rispetto dei diritti dell’interessato (artt. 7 e ss.) Obbligo di informativa (art. 13) Richiesta del consenso (artt. 23 e ss.) Designazione di incaricati ed eventuali responsabili (artt. 29 e 30) Predisposizione delle misure di sicurezza (artt. 30 e ss. allegato B al Codice) Disciplina delle comunicazioni indesiderate (art. 130)

Nei confronti di persone giuridiche, enti e associazioni

Obblighi in materia di servizi di comunicazione elettronica (Parte II, Titolo X, artt. 121 e ss.)

Nei confronti del Garante

Obbligo di notii cazione del trattamento nei casi previsti (art. 37) Autorizzazione al trattamento dei dati sensibili (art. 26) Obbligo di comunicare le tipologie di trattamento nei casi previsti (art. 39) Richiesta di verii ca preliminare in caso di trattamenti che presentano rischi specii ci (art. 17) e per l’attivazione di sistemi di videosorveglianza nei casi previsti dal Provvedimento 8 aprile 2010

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Page 13: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

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14 Lunedì 14 Maggio 2012 I M P R E S A

Bilancio d’esercizio delle S.P.A. e S.A.P.A. Bilancio d’esercizio delle S.R.L.

Forma di redazione ORDINARIA o ABBREVIATA

Contenuto

BILANCIO D’ESERCIZIO (Stato patrimoniale - Con- to economico - Nota integrativa), sottoscritto da un legale rappresentanteRELAZIONE SULLA GESTIONE, redatta dagli ammi- nistratori e sottoscritta da un legale rappresentante RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE VERBALE DELL’ASSEMBLEA DEI SOCI di approva- zione del bilancio

Termini per il deposito

ENTRO 30 GIORNI dalla data del verbale di assemblea che ha approvato il bilancio.

Formalità per l’invio

Modello B ( si allegata il Modello S per depositare l’elenco soci)Modello (RP) Riepilogo: allegare bilancio e relazioni, sottoscritti digitalmente da un amministratoreDistinta, sottoscritta digitalmente da un amministratore e dall’eventuale procuratore speciale o intermediario.

Diritti e imposteDiritti di segreteria: 92,70 / 62,70 euro Imposta di bollo forfettaria: 65,00 euro

Luogo e modalità di invio

Presso il Registro delle imprese nella cui circoscri- zione la società ha la propria sede legalePer via telematica o su supporto informatico

Forma di redazione ORDINARIA o ABBREVIATA

Contenuto

BILANCIO D’ESERCIZIO (Stato patrimoniale - Con- to economico - Nota integrativa), sottoscritto da un legale rappresentanteRELAZIONE SULLA GESTIONE, redatta dagli am- ministratoriRELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE (se prevista) VERBALE DELL’ASSEMBLEA DEI SOCI di approva- zione del bilancio.

Termini per il deposito

ENTRO 30 GIORNI dalla data del verbale di assemblea che ha approvato il bilancio.

Formalità per l’invio

Modello B Modello (RP) Riepilogo: allegare bilancio e relazioni, sottoscritti digitalmente da un amministratoreDistinta, sottoscritta digitalmente da un amministra- tore e dall’eventuale procuratore speciale o interme-diario

Diritti e imposteDiritti di segreteria: 92,70 / 62,70 euro Imposta di bollo forfettaria: 65,00 euro

Luogo e modalitàdi invio

Presso il Registro delle imprese nella cui circoscri- zione la società ha la propria sede legalePer via telematica o su supporto informatico

Bilancio d’esercizio delle società coop Bilancio consolidato

Forma di redazione ORDINARIA o ABBREVIATA

Contenuto

BILANCIO D’ESERCIZIO (Stato patrimoniale - Con- to economico - Nota integrativa), sottoscritto da un legale rappresentanteRELAZIONE SULLA GESTIONE, redatta dagli am- ministratoriRELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE VERBALE DELL’ASSEMBLEA DEI SOCI di approva- zione del bilancio

Termini per il deposito

ENTRO 30 GIORNI dalla data del verbale di assemblea che ha approvato il bilancio

Formalitàper l’invio

Modello B Modello (RP) Riepilogo: allegare bilancio e relazioni, sottoscritti digitalmente da un amministratoreDistinta, sottoscritta digitalmente da un amministratore e dall’eventuale procuratore speciale o intermediario

Diritti e imposteDiritti di segreteria: 92,70 / 62,70 euro Imposta di bollo forfettaria: 65,00 euro

Luogo e modalitàdi invio

Presso il Registro delle imprese nella cui circoscri- zione la società ha la propria sede legalePer via telematica o su supporto informatico

Soggetti obbligati

Le S.p.a., le S.a.p.a. e le S.r.l. che controllano una o più impreseGli enti pubblici aventi per oggetto esclusivo o prin- cipale un’attività economica (art. 2201 C.C.)Le società cooperative e le mutue assicuratrici che controllano una o più S.p.a., S.a.p.a. o S.r.l.

Contenuto

BILANCIO CONSOLIDATO sottoscritto da un legale rappresentanteRELAZIONE SULLA GESTIONE, redatta dagli am- ministratoriRELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE RELAZIONE DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE (PER SOLE SPA QUOTATE IN BORSA)

Termini per il deposito

Nello stesso termine previsto per il deposito del bilancio d’esercizio dell’impresa controllante.

Formalità per l’invio

Modello B Modello (RP) Riepilogo: allegare bilancio e relazioni, sottoscritti digitalmente da un amministratoreDistinta, sottoscritta digitalmente da un amministratore e dall’eventuale procuratore speciale o intermediario

Diritti e imposteDiritti di segreteria: 92,70 / 62,70 euro Imposta di bollo forfettaria: 65,00 euro

Luogo e modalitàdi invio

Presso il Registro delle imprese del luogo ove è posta la sede dell’impresa controllantePer via telematica o su supporto informatico

Istruzioni e guida alle diverse modalità di redazione e trasmissione al registro delle imprese

La campagna bilanci entra nel vivo Conto alla rovescia per chiusura e deposito dei rendiconti

Pagina a cura DI CINZIA DE STEFANIS

Sono quasi agli sgoccioli i termini per i depositi dei bilanci d’esercizio: anche quest’anno le so-

cietà di capitali e le cooperative sono chiamate all’adempimen-to presso gli uffi ci del registro delle imprese nella cui circo-scrizione è ubicata la loro sede legale.

Le Camere di commercio e i professionisti devono attrez-zarsi per rispondere al meglio alle esigenze delle imprese. Il bilancio va depositato entro 30 giorni dalla data del verbale di assemblea che lo ha approvato. Gli amministratori che non ef-fettuano il deposito dello stesso sono assoggettati alla sanzio-ne amministrativa pecuniaria (274,66 euro per ogni soggetto obbligato al deposito e 91,56

euro per ogni soggetto obbli-gato al deposito del bilancio se l’adempimento è effettuato tra il 31° e il 60° giorno successivo alla scadenza dei termini pre-scritti).

La pubblicazione dei bilanci dovrà avvenire nel corso del 2012 (utilizzando l’apposito Modulo B) nel rispetto della modalità consolidata lo scorso anno: ovvero la maggior parte delle società di capitali deve

depositare al Registro delle imprese lo stato patrimoniale e il conto economico in formato Xbrl.

La presentazione in formato Xbrl è prevista per le istanze di deposito dei seguenti bilanci: Bilanci ordinari (codice atto – 711); Bilanci abbreviati (codice atto – 712); Bilanci consolidati d’esercizio (codice atto - 713). Per adempiere a questi compiti ecco una sintesi (si vedano le

tabelle) sulle modalità per il deposito del bilancio di eserci-zio, a supporto dei professioni-sti nella prassi operativa a cui sono chiamati.

© Riproduzione riservata

Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/deposito+bilanci

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15Lunedì 14 Maggio 2012Lunedì 14 Maggio 20I M P R E S A

Lo prevede anche la delega i scale: uniformare le regole i scali a quelle di redazione di bilancio

Perdite su crediti a maglie larghe Il medesimo regime sarà esteso ai nuovi istituti fallimentari

Pagina a cura DI ALESSANDRO ZITO

E FEDERICO DI CESARE*

Criteri più chiari e coe-renti con le norme in tema di redazione di bilancio. È l’obiettivo

del legislatore, attraverso il di-segno di legge delega approva-to dal governo il 16 aprile 2012 (Disposizioni per la revisione del sistema fi scale), che ha in-teso prevedere la revisione del-la disciplina fi scale in materia di perdite su crediti. Anche al fi ne di estendere la medesima disciplina relativa alle procedu-re concorsuali ai nuovi istituti introdotti dalla riforma falli-mentare e dalla normativa sul sovraindebitamento quali, per esempio, gli accordi di ristrut-turazione del debito (del me-desimo avviso Assonime con la nota n. 4/2012 e Confi ndustria con la recente proposta di razio-nalizzazione e semplifi cazione normativa della fi scalità d’im-presa).

Nell’ultimo periodo, del re-sto, anche per effetto della cri-si economica, sono fortemente aumentati i casi in cui i debitori sono assoggettati a procedure concorsuali (quali il concordato preventivo) e le imprese credi-trici devono operare, in bilan-cio, una svalutazione sui crediti commerciali e, se del caso, rile-

vare una perdita.

Valutazione dei crediti commerciali in bilancio. I crediti devono essere iscritti in bilancio al presumibile valore di realizzo, ai sensi dell’art. 2426, comma 1, n. 8 del codice civile. Nel redigere il bilancio, pertanto, è necessario proce-

dere alla stima della prevedi-bile esigibilità di ogni credito, tenendo conto, tra l’altro, della relativa scadenza, della situa-zione del debitore, del risultato delle eventuali azioni esperite per il suo recupero nonché di eventuali procedure concorsuali cui è sottoposto il debitore (Oic 15 e Ias 39). A tal proposito, se

si ritiene che il singolo credito non potrà essere recuperato integralmente, l’importo iscrit-to nell’attivo deve essere ret-tifi cato per adeguare il valore nominale a quello presumibile di realizzo. Tale rettifi ca può av-venire con diretta riduzione del valore iscritto (metodo diretto), ovvero mediante accantona-

mento al fondo svalutazione crediti (metodo indiretto). Con particolare riguardo ai soggetti che adottano i principi contabili nazionali, in Conto economico le svalutazioni e accantonamenti al fondo andranno indicati alla voce B.10.c ‹‹Altre svalutazioni delle immobilizzazioni››, se i crediti sono immobilizzati, ov-vero, in caso contrario, alla voce B.10.d ‹‹Svalutazione dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide››.

La registrazione delle perdite in bilancio. Se nella fase della loro valutazione si procede a ridurre il valore dei crediti (svalutazione diretta) o ad appostare fondi svaluta-zione per tenere conto della probabilità di non incassare interamente (svalutazione in-diretta), nell’esercizio in cui si acquisisce certezza del man-cato incasso dell’intero credito occorrerà registrare il realizzo della perdita, utilizzando il fon-do svalutazione, ove esistente, e imputando l’eccedenza quale componente negativo di reddi-to. Per i soggetti che adottano i principi contabili nazionali, le perdite su crediti andranno incluse nella voce B.14 ‹‹Oneri diversi di gestione›› del Conto economico.

*STS Deloitte© Riproduzione riservata

La deducibilità fi scale della sva-lutazione dei crediti commer-ciali è regolata dall’articolo 106 del Tuir, il quale vi pone

un limite massimo calcolato in modo forfetario. Diversamente, le perdite su crediti dei soggetti diversi dagli enti creditizi e fi nanziari, limitatamente alla parte che eccede l’ammontare complessivo delle svalutazioni e degli accantonamenti dedotti nei precedenti esercizi, sono deducibili se risultano da elementi certi e precisi, ovvero, in ogni caso, se il debitore è assoggetta-to a procedure concorsuali. Lo dispo-ne l’articolo 101, comma 5 del Tuir. Le perdite su crediti, al pari di tutte le componenti negative del reddito d’im-presa, possono essere dedotte esclusi-vamente nell’esercizio di competenza, che coincide con quello in cui si acqui-sta certezza che il credito non può più essere soddisfatto. È solo in quel mo-mento, infatti, che si materializzano gli elementi certi e precisi della sua irrecuperabilità. L’inesigibilità è inve-ce presunta quando il debitore è assog-gettato a una procedura concorsuale come, nel caso in esame, il concordato preventivo. In questa ipotesi, infatti, le perdite su crediti sono deducibili ‹‹in ogni caso››. Ulteriormente, la nor-mativa fi scale individua il momento a

partire dal quale la perdita può con-correre alla formazione dell’imponibi-le. In caso di concordato preventivo, quest’ultima è individuata nella data del decreto di ammissione alla suddet-ta procedura, assu-mendo così lo stato d’insolvenza del de-bitore un indicatore della esistenza di un forte rischio per il creditore di resta-re insoddisfatto. La misura in questio-ne appartiene alla categoria di quel-le norme che sono state introdotte per esigenze di certezza del rapporto tribu-tario. Essa opera, cioè, come la gran parte delle norme che riguardano com-ponenti negativi a sfondo valutativo, mediante la fi ssazione di un limite di tolleranza fi scale. Mentre nella gran parte di queste norme il limite è quan-titativo (non oltre un certo importo), in questo caso è temporale (non prima di un certo momento ovvero da un certo momento in poi).

Tuttavia, ancorché la presunzione di cui all’articolo 101, comma 5 del Tuir sia da considerarsi ‹‹assoluta››, l’aper-tura di una procedura concorsuale non obbliga il creditore a dedurre l’inte-

ro ammontare della perdita realizzata nell’esercizio in cui la procedura si apre. Di-fatti, lo scomputo del-la perdita su crediti nella determinazione del reddito d’impresa resta sempre legato al prudente apprez-zamento dell’impren-ditore in ordine al presumibile valore di realizzo del credito.

Si verifica quindi che, se l’impresa ha un credito verso un cliente assoggetto a concordato preven-tivo, nel caso in cui mantenga il diritto di

esigerlo continuerà a tenerlo iscritto in contabilità; tuttavia, la svalutazio-ne del credito (effettuata a norma del codice civile e dei principi contabili nazionali ovvero a norma degli Ias) va considerata, sul piano fi scale, una perdita ed è integralmente deducibile.

Nel caso in cui, pertanto, un credito-re nell’esercizio in cui viene emesso il decreto di ammissione alla procedura di concordato preventivo non abbia azzerato il credito, ma lo abbia solo svalutato parzialmente (in quanto, per esempio, ci sono buone probabilità di recuperare una parte del credito al termine della procedura), l’Ammi-nistrazione Finanziaria non potrà contestare un vizio di competenza nella deduzione della perdita. D’al-tro canto, va altresì ritenuto come la deduzione de qua sia non già facol-tativa, bensì obbligatoria, nei limiti della rettifi ca del credito operata in bilancio. Resta fermo il fatto che, qualora, negli esercizi successivi, dovessero intervenire nuovi ele-menti rispetto a quelli conosciuti o conoscibili alla data di apertura della citata procedura concorsuale, tali da far ritenere, con certezza e precisio-ne, il credito (svalutato) residuo, in tutto o in parte, non recuperabile, la società dovrebbe registrare una perdita in bilancio la quale sarebbe comunque fi scalmente deducibile ai sensi dell’articolo 101, comma 5 del Tuir, pur se rilevata in un esercizio successivo a quello di apertura della procedura concorsuale.

© Riproduzione riservata

LE MISURE PREVISTE DAL TUIR

Deducibilità, elementi certi e precisi

IL CASO

La Alfa S.p.A. ha crediti commerciali iscritti in bilancio per un importo totale pari a euro 6.000.000. La società ha accantonato, al 31 dicembre N un fondo svalutazione crediti forfettario per euro 250.000 di cui 210.000 (tassato) e Euro 40.000 (dedotto). Nel corso dell’anno N+1 la Beta S.p.A. (società debitrice della Alfa S.p.A per un importo pari a euro 260.000) viene ammessa con decreto giudiziale a benei ciare della procedura concorsuale di concordato preventivo al i ne di superare lo stato di crisi in cui versa la stessa. Conseguentemente, nell’anno N+1, la Alfa S.p.A. opera una svalutazione civilistica diretta del credito verso Beta S.p.A. per un importo pari ad Euro 250.000, assumendo che solo la restante parte del credito sia recuperabile per il tramite, e al termine, della procedura concorsuale di concordato preventivo.

Bilancio al 31/12/N+1Importo totale crediti: Euro 6.000.000Fondo svalutazione crediti al 31/12/N: Euro 250.000 di cui Euro 210.000 («tassato») Euro 40.000 («dedotto»)Svalutazione crediti diretta nell’anno N+1: Euro 250.000

Scrittura contabile per rilevare la svalutazione diretta del credito re-lativo a Beta S.p.A.:Svalutazione crediti a credito verso Beta per euro 250.000

Rifl essi fi scaliPerdita su crediti deducibile fi scalmente nell’anno N+1: Euro 210.000ossia l’importo eccedente il Fondo svalutazione crediti dedotto al 31/12/N (ossia, Euro 40.000)

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16 Lunedì 14 Maggio 2012 I M P R E S A

I chiarimenti contenuti in una guida della Dtl Alessandria: Soluzioni sprint ai conl itti di lavoro

Conciliazione, ispettori alla largaManca l’automatismo della visita e della diffi da accertativa

Pagina a cura DI DANIELE CIRIOLI

Soluzioni sprint ai con-flitti di lavoro con la conciliazione mono-cratica. Infatti, è la via

per far causa al proprio datore di lavoro, evitando però l’aula del tribunale dove, in media, una causa può durare più di quattro anni. La conciliazione riguarda tutti gli aspetti patri-moniali di un rapporto di lavo-ro (sia dipendente che autono-mo, come il lavoro a progetto) quali per esempio la mancata o la ridotta corresponsione di stipendi oppure periodi di la-voro non regolarizzati, ed evita inoltre la visita degli ispettori in azienda. Lo spiega, tra l’al-tro, la direzione territoriale del lavoro di Alessandria.

«Processi» brevi e un fre-no al contenzioso. Discipli-nata dall’articolo 11 del dlgs n. 124/2004 (il provvedimento di riforma delle ispezioni sul la-voro, in attuazione della legge Biagi n. 30/2003), e operativa dal 27 maggio 2004, la concilia-zione monocratica è fi nalizzata alla più celere soluzione delle controversie attinenti ai dirit-ti patrimoniali del lavoratore; interviene, infatti, prima che una nascente controversia (tra lavoratore e suo datore di lavo-ro) acquisisca il proprio status giuridico. Un istituto, dunque, che contribuisce anche a ridur-re il contenzioso sul lavoro, ma-teria per la quale i ricorsi e le vertenze su crediti retributivi costituiscono la maggior parte delle cause giudiziarie.

L’ambito applicativo della conciliazione monocratica com-prende non soltanto le contese nelle quali il lavoratore è tito-lare di un contratto di lavoro subordinato, ma anche quelle in cui rappresenta la contro-parte di rapporti di lavoro au-tonomo. In particolare, la con-ciliazione può essere attivata anche nelle ipotesi di lavoro a progetto oppure di co.co.co. nei casi ancora possibili; mentre è impossibile praticarla nei rap-porti che abbiano ottenuto la certifi cazione del relativo con-tratto di lavoro.

La Dtl di Alessandria, in par-ticolare, in un’apposita guida, spiega che la conciliazione monocratica («monocratica» nel senso di ente giudicante composto da una sola persona) è uno strumento di risoluzione delle controversie, alternativo alla via giudiziaria. In altre parole, è un tentativo di risol-vere in via bonaria e rapida le situazioni di contrasto tra datore di lavoro e lavoratore, relativamente agli aspetti pa-trimoniali del rapporto lavo-rativo (per esempio: mancata o ridotta corresponsione dello stipendio o del trattamento di fi ne rapporto, periodo di lavoro non regolarizzati ecc.). Tutta-

via, precisa la Dtl, sono escluse dalla possibilità di essere di-scusse le questioni particolar-mente gravi come quelle aventi rilevanza penale (si veda box in pagina).

Tre (buone) ragioni per la conciliazione monocratica. La conciliazione monocratica, secondo sempre la Dtl di Ales-sandria, risponde alla triplice logica del superamento della natura esclusivamente repres-siva della funzione ispettiva,

dell’alleggerimento del carico di lavoro delle direzioni del lavoro (limitando le ispezioni da eseguirsi sul territorio a se-guito di richiesta di interven-to, ossia denuncia, da parte dei lavoratori), nonché alla rapi-dità di soluzione dei confl itti di lavoro. Con la conciliazione monocratica viene meno l’auto-matismo della visita ispettiva e della diffi da accertativa che eventualmente ne derivi, con evidente vantaggio per le par-ti interessate in termini sia di

rapidità dell’accertamento, sia di assenza delle sanzioni am-ministrative legate allo stesso. La conciliazione monocratica, inoltre, impegna un solo fun-zionario della Dtl (peraltro non necessariamente con pro-fi lo ispettivo), liberando per-tanto risorse umane utili per effettuare ispezioni sul terri-torio. Infi ne, ove il tentativo di conciliazione sortisca un esito favorevole grazie al raggiungi-mento dell’accordo tra le par-ti, i tempi di soddisfacimento

delle pretese avanzate dalla parte richiedente sono note-volmente più rapidi rispetto a quelli di una verifi ca ispettiva tradizionale.

Come si svolge la conci-liazione. La conciliazione mo-nocratica si svolge di fronte a un ispettore del lavoro oppure a un funzionario amministra-tivo della direzione del lavoro territorialmente competente (la scelta è effettuata in base al luogo in cui si è svolto il rapporto di lavoro), il qua-le convoca, mediante lettere raccomandate, il lavoratore e il datore di lavoro. Il lavorato-re e il datore di lavoro possono farsi rappresentare da terzi (tipicamente sindacato, per il lavoratore, e consulente del lavoro, per l’azienda). Se una delle parti convocate non si presenta nella data e nell’ora prefi ssata, ovvero se al termi-ne della discussione non viene raggiunto un accordo, la dire-zione del lavoro procede con il normale accertamento ispet-tivo a carico del datore di la-voro. Tuttavia, se il fallimento del tentativo di conciliazione dipende dal lavoratore, non è obbligatoria l’ispezione, men-tre se ad essere indisponibile alla conciliazione è il datore di lavoro, l’ispezione diviene ob-bligatoria e viene effettuata nel più breve tempo possibi-le. Se, invece, le parti (anche grazie alla mediazione del con-ciliatore) si accordano per la soluzione della controversia, l’accordo tra le parti ha l’ef-fetto di estinguere il procedi-mento ispettivo a decorrere dal comprovato versamento a favore del lavoratore e degli enti previdenziali (contributi, assicurazione ecc.) delle som-me conciliate. I versamenti dei contributi sono determinati secondo le regole ordinarie (norme in vigore) e sono rife-riti alle somme concordate in sede conciliativa, nonché in relazione al periodo lavora-tivo riconosciuto dalle parti. Se l’importo da corrispondere da parte del datore di lavoro è determinato in misura infe-riore ai minimali contrattuali, ai fi ni previdenziali il compu-to degli oneri contributivi e assicurativi va in ogni caso effettuato con riferimento ai minimali di legge. In caso di inottemperanza a quanto sta-bilito in sede di conciliazione, il verbale di accordo può essere dichiarato esecutivo, su istan-za della parte interessata, con un decreto emesso dal giudice competente.

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Il ministero del lavoro ritiene che il tenta-tivo di conciliazione monocratica preven-tiva costituisce la via privilegiata per la defi nizione di ogni vicenda segnalata dai cittadini, alla quale può seguire un inter-vento ispettivo solo laddove il tentativo stesso non sia andato a buon fi ne (ministe-ro del lavoro, circolare n. 36/2009). Viceversa lo stesso ministero afferma che è necessario procedere direttamente all’ac-cesso ispettivo limitatamente alle richie-ste d’intervento siano caratterizzate dalla denuncia di irregolarità signifi cativamente gravi e incisive vale a dire quelle che: 1) rivestano diretta ed esclusiva rilevanza pe-nale; 2) interessino altri lavoratori oltre al denunciarne; 3) riguardino fenomeni di elusione particolarmente diffusi sul terri-torio di riferimento; 4) abbiano a oggetto esclusivamente profi li di natura contribu-tiva, previdenziale e assicurativa. Con riferimento alla prima tipologia, il mi-nistero ha chiarito che il tentativo di con-ciliazione monocratica deve essere escluso solo laddove la richiesta d’intervento ri-guardi direttamente fattispecie che inte-grino gli estremi di un reato (per esempio in caso di adibizione di lavoratrici madri a lavoro notturno, oppure d’impiego di citta-

dini extracomunitari privi di permesso di soggiorno o ancora di minori illegalmente immessi al lavoro). Invece, è da ritenersi del tutto corretto il ricorso allo strumento conciliativo nei di-versi casi in cui la fattispecie rappresenta-ta potrebbe avere soltanto eventualmente delle implicazioni sul piano penale (per esempio in caso di lavoro nero in relazione alla omessa sorveglianza sanitaria). Con riferimento alla seconda ipotesi (richieste di intervento che interessano altri lavo-ratori oltre al denunciante), il ministero ha spiegato che deve essere privilegiato il ricorso alla conciliazione monocratica quando tale coinvolgimento sia solo even-tuale o ipotetico. Viceversa è da preferire l’accesso ispettivo laddove le irregolarità denunciate coinvol-gano inequivocabilmente altri lavoratori e abbiano a oggetto fenomeni di rilevante impatto sociale. Ove, però, i lavoratori coinvolti sono tut-ti identifi cabili nominativamente si può procedere ad appositi tentativi di con-ciliazione monocratica attivati d’uffi cio anche per i lavoratori indicati dall’unico denunciante.

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C’è lo stop solo davanti a un reato

La conciliazione monocratica

Le tipologie

Preventiva• Viene attivata a fronte a una denuncia (tecnicamente chiamata «richie-sta di intervento») da parte del lavoratore, quando non sia ancora stato avviato alcun accertamento ispettivo al datore di lavoro oggetto della richiesta di intervento e se la Dtl ritenga che vi siano i presupposti per una risoluzione consensuale della controversia

Contestuale• Viene attivata nel corso di una verii ca ispettiva, solo se gli ispettori otten-gono il consenso delle parti ad effettuare un tentativo di conciliazione sul-le questioni rilevate, informandone al contempo la Dtl di appartenenza

A seguito di diffi da accertativa per crediti patrimoniali• Viene attivata dal datore di lavoro e consiste nella possibilità, per il perso-nale ispettivo, di invitare il datore di lavoro a corrispondere al lavoratore gli importi risultanti da eventuali inosservanze del contratto di lavoro. Entro 30 giorni dalla notii ca della difi da, il datore di lavoro può promuovere tentativo di conciliazione presso la Dtl oppure inoltrare ricorso al comitato regionale per i rapporti di lavoro

I vantaggi

Per il datore di lavoro• Regolarizzare un rapporto di lavoro senza incorrere in sanzioni, quindi anche con minori spese

Per il lavoratore• Conseguire immediatamente le somme vantate verso il datore di lavoro

Per la direzione territoriale del lavoro• Evitare di impegnare personale al di fuori di compiti strettamente ispettivi sul territorio

Fonte: Dtl di Alessandria

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17Lunedì 14 Maggio 2012Lunedì 14 Maggio 20I M P R E S A

L’orientamento espresso in una sentenza della Cassazione sulle assenze dal lavoro per malattia

Un freno alle diagnosi fai-da-teÈ contestabile il certifi cato medico rilasciato senza visita

Pagina a cura DI DANIELE CIRIOLI

Per il dipendente «fan-nullone» adesso paga pure il medico compia-cente. Nell’ipotesi di

assenza per malattia, infatti, è vero che il datore di lavoro non può controllare direttamente lo stato d’infermità del lavorato-re, ma adesso può contestare il certifi cato «anamnestico», cioè il certifi cato redatto senza visi-ta del paziente, ma sulla base soltanto di quanto dichiarato dallo stesso paziente. Una tipo-logia di certifi cato ora vietata, la cui eventuale redazione è punita con un mese di sospen-sione dall’esercizio della pro-fessione medica. Lo stabilisce la sentenza n. 3705/2012 della Corte di cassazione, di fatto in-troducendo una nuova ipotesi di valido motivo di accertamen-to e contestazione della malat-tia dei lavoratori da parte dei datori di lavoro.

Vietati gli accertamenti in proprio. La legge n. 300/1970 (lo Statuto dei lavoratori) vieta al datore di lavoro ogni possibi-lità di eseguire, personalmente o attraverso medici di sua fi du-cia, accertamenti sullo stato di salute del dipendente. Al dato-re di lavoro è consentita unica-mente la facoltà di controllare l’idoneità fi sica e l’infermità del dipendente avvalendosi di enti pubblici ed enti specializzati, ricadenti nella sfera del diritto pubblico, cioè appartenenti al servizio sanitario nazionale. La centralità dell’utilizzo del ser-vizio sanitario pubblico nell’ac-certamento della malattia del dipendente, spiega il parere n. 10/2012 della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, è sta-ta di recente ribadita dall’arti-colo 25 della legge n. 183/2010 (il collegato lavoro), il quale ha uniformato il regime legale del rilascio e della trasmissione delle certifi cazioni per il caso di assenza per malattia dei dipen-denti pubblici e di quelli priva-ti, disponendo che la malattia protratta per un periodo supe-riore a dieci giorni e, in ogni caso, il secondo evento morboso nell’anno solare (1°gennaio-31 dicembre) devono essere giu-stifi cati (a partire, quindi, dal terzo evento) esclusivamente mediante certifi cazione medica rilasciata da: a) una struttura sanitaria pubblica; oppure b) un medico convenzionato con il servizio sanitario nazionale.

A tanto, adesso, alla luce della sentenza della Corte di cassazione n. 3705 del 9 marzo 2012 (si veda ItaliaOggi del 12 marzo), deve aggiungersi pure che il certificato medico può essere rilasciato solo a seguito di visita al paziente, essendo esclusa l’ammissibilità di cer-tificati di tipo anamnestico, in cui il sanitario si limita ad attestare quanto sostenuto dal

dipendente rispetto al proprio stato di salute.

Impugnabile il certifi cato medico. È vero che il datore di lavoro non può controllare lo stato di salute dei lavora-tori, anche quando tale stato giustifi chi l’assenza dal lavoro

(malattia); tuttavia, nel caso in cui dovesse nutrire fondati dubbi sul reale stato di salute del lavoratore, potrebbe met-tere in discussione la validità del «titolo» che abilita il lavo-ratore a quell’assenza. Infatti la giurisprudenza consolidata ritiene che il certifi cato medico

attestante lo stato di malattia del lavoratore dipendente può essere contestato dal datore di lavoro che abbia motivo di ritenere insussistente la de-nunciata malattia del lavora-tore (Cassazione sentenza n. 6010/2000). In particolare, il datore di lavoro può domanda-

re in giudizio la verifi ca dell’at-tendibilità della certifi cazione prodotta dal lavoratore, anche laddove non abbia richiesto una visita di controllo (Cassa-zione sentenza n. 13056/1997). Infatti, il controllo delle assen-ze del lavoratore per infermità (previsto dal citato articolo 5 dello Statuto dei lavoratori) non costituisce l’unico mezzo concesso al datore di lavoro per contestare l’attendibilità del certifi cato medico prodotto dal lavoratore, che può sempre mettere in dubbio tale certifi ca-zione mediante il ricorso all’au-torità giudiziaria (Cassazione sentenza n. 1044/1990). Ciò in quanto la natura di atti pubbli-ci dei certifi cati redatti da me-dici appartenenti al Servizio sanitario nazionale conferisce a tali documenti la fede pub-blica, fi no a querela di falso, per ciò che concerne i seguenti fatti: a) la provenienza del do-cumento dal pubblico uffi ciale che lo ha formato; c) i fatti che il pubblico ufficiale medesi-mo attesta di aver compiuto o essere avvenuti in sua pre-senza (Cassazione sentenza n. 5000/1999). Viceversa, la fede pubblica non si estende alla diagnosi, e dunque ai giudizi del medico relativi allo stato di malattia e alla relativa impos-sibilità temporanea a fornire la prestazione lavorativa; Tali valutazioni, pur essendo dotate di un elevato grado di attendi-bilità in ragione della qualifi ca funzionale e professionale del pubblico uffi ciale, non sono vin-colanti per il giudice, che può anche decidere di sconfessarle in presenza di elementi proba-tori di segno contrario. Infatti, sempre l’articolo 5 della legge n. 300/1970, nella parte in cui demanda solo agli enti pubblici il controllo della idoneità fi sica del lavoratore su richiesta del datore di lavoro, lascia integro il potere-dovere del giudice di

m e r i t o d i control lare l’attendibilità degli accerta-menti sanita-ri, avvalendo-si dei poteri istruttori che gli conferisce il rito del la-voro. In tal caso, spiega Fondazione dei consu-lenti del la-voro, deve di conseguenza e s c l u d e r s i che la norma (articolo 5), la

quale ha inteso garantire l’im-parzialità della valutazione tecnica affi dandola ad organi pubblici, abbia attribuito alle predette indagini una partico-lare insindacabile effi cacia pro-batoria (Cassazione sentenza n. 6045/2000).

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Il codice civile prevede che, nelle ipotesi di infortunio, di malattia, di gravidanza o di puerperio, si realizza una sospensione del rapporto di lavoro, caratterizzata dal per-durare dell’obbligazione retributiva o in-dennitaria, entro un certo limite temporale (il cosiddetto periodo di comporto). In par-ticolare, l’articolo 2110 del codice civile, al comma 1 stabilisce che «in caso di infortunio, di malattia, di gravidanza o di puerperio, se la legge [o le norme corporative] non stabi-liscono forme equivalenti di previdenza o di assistenza, è dovuta al prestatore di lavoro la retribuzione o un’indennità nella misura e per il tempo determinati dalle leggi speciali [dalle norme corporative] dagli usi o secon-do equità». In merito al controllo dello stato di malattia del lavoratore, l’articolo 5 della legge n. 300/1970 (Statuto dei lavoratori) stabilisce: «sono vietati gli accertamenti da parte del datore di lavoro sulla idoneità e sulla infermità per malattia o infortunio del lavoratore dipendente. Il controllo delle assenze per infermità può essere effettuato

soltanto attraverso i servizi ispettivi degli istituti previdenziali competenti, i quali sono tenuti a compierlo quando il datore di lavoro lo richieda. Il datore di lavoro ha facoltà di far controllare la idoneità fi sica del lavora-tore da parte di enti pubblici e istituti spe-cializzati di diritto pubblico».

Limitati i controlli sullo stato di infermità

Quando è contestabile il certifi cato medico

Incongruenza tra prognosi e diagnosi

In un caso di lombosciatalgia la cassazione ha ritenuto ingiustii cata l’assenza di tre mesi autorizzata dal medico curante, in quanto «... il disturbo certii cato non [era] di entità tale da poter costituire impe-dimento totale al lavoratore rilevante per un periodo relativamente lungo…» (sentenza n. 5622/2000)

Incongruenza tra prognosi e terapia

Un caso di «sindrome ansiosodepressiva» non è stato considerata dal giudice di gravità tale da impedire il lavoro per mesi, tanto più perché il medico stesso non aveva prescritto alcuna terapia farma-cologica (Pretura di Torino, 19 gennaio 1989)

Tardività della visita medica

È stato accordato rilevo alla tardività della visita medica rispetto all’inizio della malattia, che ha privato di attendibilità la diagnosi riferita ai periodi pregressi (Tribunale di Roma, 2 giugno 2000)

Incompatibilità tra malattia denunciata e condotta del lavoratore

Il giudice può rilevare l’incompatibilità tra malattia denunciata e con-dotta del lavoratore, sorpreso a svolgere un’altra attività lavorativa. Inoltre, la cassazione ha valutato anche la rilevanza disciplinare del comportamento per la violazione da parte del lavoratore del dovere di non ritardare la propria guarigione (sentenza n. 6236/2001)È stata ritenuta ingiustii cata l’assenza di un giorno di una dipen-dente in quanto aveva reiteratamente domandato di assentarsi dal servizio nella medesima giornata della presunta malattia, ma tale richiesta era stata respinta dal datore di lavoro; nel caso, poi, il cer-tii cato non era stato rilasciato da un medico del servizio sanitario nazionale e non indicava l’esecuzione di nessuna visita alla paziente (Tribunale Milano 3 luglio 1991)

Contrasto tracertifi cato medico e accertamenti del medico fi scale

In tal caso il giudice non deve recepire acriticamente la certii ca-zione ufi ciale, ma deve compiere un esame comparativo tra i due certii cati al i ne di stabilire quale delle due contrastanti certii ca-zioni sia quella maggiormente attendibile (cassazione sentenza n. 5027/1988)

Certifi cato anamnestico

È esclusa l’esistenza di certii cati di tipo «anamnestico» in cui il medico si limita ad attestare quanto sostenuto dal paziente rispet-to al proprio stato di salute nei giorni precedenti la redazione del documento (cassazione sentenza n. 3705/2012)

Fonte: Fondazione Studi consulenti del lavoro, parere n. 10/2012

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Page 18: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

18 Lunedì 14 Maggio 2012 A M B I E N T E

Lo prevede il ddl approvato in senato che riformula Codice ambientale e provvedimenti satellite

Rifiuti, sforbiciata sugli obblighiSemplifi cazioni a 360° dai Raee alla miscelazione di oli usati

DI VINCENZO DRAGANI

Esclusione dalla discipli-na dei rifi uti per sfalci e potature derivanti dalla manutenzione di giardi-

ni e parchi, semplifi cazioni per la gestione di rifi uti da apparec-chiature elettriche ed elettroniche da parte dei venditori di nuovi beni, allargamento dell’autocom-postaggio «light» a mense e mer-cati, attenuazione degli obblighi per la gestione di oli usati e terre da scavo, alleggerimento dei con-trolli ambientali sulle imprese ecocertificate. Tornano in pista in parlamento, veicolate da un autonomo disegno di legge, le semplifi cazioni stralciate all’ul-timo minuto (in sede di conver-sione) dal recente provvedimento d’urgenza in materia ambientale (il dl 2/2012) per evitare possibili censure di incostituzionalità le-gate ai presupposti di necessità e urgenza. Il nuovo ddl, approvato il 9/5/2012 dal senato e ora di nuovo alla camera dei deputati in terza lettura, promette sia di riformu-lare i punti nodali della parte quarta del «Codice Ambientale» (dlgs 152/2006) in materia di ri-fi uti, sia di rimodulare i relativi provvedimenti satellite che disci-plinano la stessa gestione dei beni a fi ne vita.

Biomasse da manutenzione verde pubblico. Il disegno di legge in corso di approvazione (re-cante, testualmente, «Modifi che al dlgs 3 aprile 2006, n. 152») rivede innanzitutto il confi ne tra rifi uti e non rifi uti, allargando il novero dei materiali esclusi dal campo di applicazione della disciplina sui beni a fi ne vita disegnata dal dlgs 152/2006. In particolare, il ddl prevede che non saranno più considerati «rifi uti» paglia, sfalci e potature, nonché altro materia-le agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agri-coltura, nella selvicoltura anche derivante dalla manutenzione del verde pubblico e privato, purché tale biomassa abbia le caratteri-stiche proprie dei sottoprodotti (individuate dall’articolo 184-bis del Codice ambientale) e sia desti-nata alla produzione di energia.

Raee. Il ddl in corsa prevede un allargamento del regime agevola-to che già consente ai distributori di nuove Apparecchiature elettri-che ed elettroniche (Aee), dietro il rispetto di precise condizioni, di raggruppare presso i propri locali i Raee (Rifi uti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) dome-stici ritirati dai propri clienti e procedere in proprio al trasporto verso un centro di gestione auto-rizzato. Il disegno di legge rivede infatti, allargandoli, i parametri dettati dall’attuale dm 65/2010 ed entro i quali tali soggetti pos-sono procedere alla raccolta e al trasporto dei rifi uti adempiendo unicamente agli obblighi della te-nuta di uno «schedario di carico e scarico» e di un «documento di trasporto» (in luogo dei più com-plessi «registri di carico e scari-co» e «formulario di trasporto»

previsti dal dlgs 152/2006) uni-tamente all’iscrizione semplifi-cata all’Albo gestori ambientali. L’allargamento di tale regime agevolato è effettuato median-te tre mosse: ampliando i limiti temporali e quantitativi del «de-posito» massimo in situ dei Raee prima di dover obbligatoriamente procedere al loro trasporto verso i centri autorizzati; rimuovendo i limiti al novero degli automezzi utilizzabili per tale trasporto; con-sentendo il conferimento anche a centri autorizzati alla gestione ge-nerale dei rifi uti ex dlgs 152/2006. In particolare, il trasporto dei Raee ai centri di raccolta potrà avvenire su base trimestrale (in luogo di quella mensile) e comun-que quando il quantitativo supe-ri i 3.500 Kg in relazione, però, a ogni singolo raggruppamento per classi omogenee (quelle previste ex allegato 1, dm 185/2007) e non in relazione (come oggi previsto) al totale di tutti i Raee in depo-sito. Ancora, il trasporto potrà essere effettuato (contrariamen-

te al regime attuale) anche con automezzi di portata superiore a 3.500 kg e massa complessiva su-periore a 6.000 kg. Infi ne, i Raee potranno essere anche conferiti a strutture che rispettano i criteri autorizzatori ex articoli 208, 213 e 216 del dlgs 152/2006 oltre che agli impianti realizzati e gestiti nel rispetto delle norme dettate dal dm ambiente 8/4/2008.

Compostaggio non dome-stico. È previsto l’allargamento alle utenze non domestiche della possibilità di procedere all’auto-compostaggio in regime sempli-fi cato rispetto alla gestione dei rifi uti ex dlgs 152/2006. In base al disegno di legge, non sarà infatti soggetto al regime autorizzatorio per gli impianti di gestione dei rifi uti (articolo 208 del «Codice ambientale») il trattamento tra-mite compostaggio aerobico o digestione anaerobica dei rifi uti urbani organici biodegradabili a condizione che: oggetto del trat-tamento siano rifiuti biodegra-dabili provenienti da cucine e

mense, mercati, parchi e giardini; la quantità annua totale oggetto di trattamento non ecceda le 80 tonnellate; il prodotto ottenuto sia rispettoso del dlgs 75/2010 sui fer-tilizzanti e utilizzato nello stesso territorio comunale nel quale è ot-tenuto; lo stoccaggio che precede il trattamento duri un massimo di 72 ore per rifi uti di cucine, mense, mercati, non oltre 7 giorni per i rifi uti da giardini e parchi. Realiz-zazione e gestione degli impianti di compostaggio saranno soggetti alla «denuncia di inizio attività» ex dpr 380/2001 e alle norme in materia urbanistica, ambientale, antincendio, sanitaria, antisismi-ca, di effi cienza energetica e di tutela paesaggistica. La gestione dovrà infi ne avvenire sotto la re-sponsabilità di un professionista abilitato secondo le modalità sta-bilite dal Minambiente con pro-prio decreto.

Miscelazione oli usati. È pre-visto un ammorbidimento dei di-vieti di miscelazione previsti dal dlgs 152/2006 in relazione alla

gestione degli oli usati. Il ddl in parola sancisce infatti (median-te la riformulazione dell’articolo 216-bis del Codice ambientale re-lativo a tali rifi uti) la possibilità, nel rispetto delle regole generali sancite dall’articolo 187, com-ma 2, lettera a), b) e c) del dlgs 152/2006, di miscelare tra di loro gli oli usati sia nelle fasi del de-posito temporaneo che in quelle di gestione successive.

Terre e rocce da scavo. In deroga alla disciplina generale sulla gestione delle terre e rocce da scavo (a oggi rappresentata dagli articoli 185 e 186 del dlgs 152/2006, quest’ultimo operativo fi no all’emanazione del futuro dm ambiente previsto dall’articolo 49 del dl 1/2012 che ne sostituirà le norme) la legge in corso di appro-vazione prevede una disciplina speciale per i materiali da scavo provenienti dalle miniere dismes-se e/o esaurite collocate all’interno dei siti di interesse nazionale. Tali materiali, nel tenore del ddl in iti-nere, potranno essere riutilizzati nella medesima area mineraria per riempimenti, rimodellazioni e miglioramenti ambientali a condizione che la concentrazione di inquinanti non superi i para-metri ex allegato V, Parte IV del dlgs 152/2006. Le aree sulle quali insistono detti materiali saranno altresì restituite agli usi legitti-mi ricorrendo le medesime con-dizioni (di rispetto elle soglie di inquinamento) per i suoli e per le acque.

Riduzione controlli am-bientali. Allargato l’elenco delle imprese che potranno godere di un alleggerimento dei control-li di compatibilità ambientale della propria attività. Mediante la diretta modifi ca del dl 5/2012 il ddl in itinere prevede infatti che il governo, nel disciplinare con proprio provvedimento la materia, dovrà includere tra le attività oggetto di riduzione del monitoraggio sia quelle certifi -cate Iso 14001 sia quelle certifi -cate in base al regolamento Ce n. 1221/2009 (cd. «regolamento Emas»).

Pioggia di fi nanziamenti in arrivo da Bru-xelles per le imprese green più innova-tive. La commissione europea ha varato un progetto che prevede la distribuzione di 34,8 milioni di euro tra una cinquan-tina di imprese e di imprenditori di tut-ta Europa con l’obiettivo di facilitare la penetrazione sul mercato dei loro pro-getti ambientali più innovativi. Il bando è aperto a prodotti, tecniche, servizi e processi eco-innovativi pensati per pre-venire o ridurre l’impatto ambientale o a contribuire a un uso ottimale delle ri-sorse (http://ec.europa.eu/ecoinnovation). «L’invito a presentare proposte, aperto fi no al 6 settembre 2012, quest’anno è incentrato su cinque settori prioritari: riciclaggio dei materiali, acqua, prodotti sostenibili per l’edilizia, imprese verdi e settore alimentare e delle bevande», si legge nel documento europeo rivolto, in

particolare, alle piccole e medie imprese che hanno sviluppato un prodotto, un pro-cesso o un servizio ecologico innovativo che stenta ancora a collocarsi sul mercato. Il progetto prevede lo stanziamento di un cofi nanziamento fi no al 50% del costo dell’iniziativa e intende sostenere circa 50 nuovi progetti. «Sono pronti al varo circa 50 progetti scaturiti dall’invito a presentare proposte dell’anno scorso, mentre oltre 140 sono già stati avvia-ti», hanno avvertito da Bruxelles. Tra gli esempi di progetti in corso, la conversio-ne di vecchi televisori in tegole, nuovi meccanismi per la raccolta differenziata, un imballaggio ecologico per il latte e una nuova tecnica per riciclare i tessuti. L’eco-innovazione è fi nanziata nell’ambi-to del programma per la competitività e l’innovazione (Cip) e ha una dotazione di circa 200 milioni di euro per il perio-

do 2008 2013. Il Cip sostiene prodotti tecnologicamente collaudati che con-tribuiscono a fare un uso migliore delle risorse naturali europee. «Negli ultimi quattro anni il Cip ha aiutato più di un centinaio di nuovi prodotti ecologici a entrare sul mercato», ha spiegato Janez Potonik, commissario europeo per l’am-biente. «Il programma dimostra come, con un adeguato supporto, le imprese siano in grado di contribuire alla cresci-ta delle nostre economie in un modo so-stenibile dal punto di vista ambientale. Invito soprattutto le pmi a presentare domanda di fi nanziamento, poiché svol-gono un ruolo essenziale nella crescita dell’economia dell’Ue considerando che l’anno scorso oltre il 65% delle domande proveniva da questo settore».

Tancredi Sequi© Riproduzione riservata

Bando Ue da 34,8 milioni per i progetti verdi più innovativi

Le novità

Biomasse da verde pubblico

Escluso dal regime dei rii uti il materiale agricolo da manutenzione del verde pubblico e privato avente caratteristiche dei sottoprodotti e destinato a produzione di energia.

RaeeAmpliamento del regime agevolato per gestione Raee ritirati da parte di distributori di nuove Aee

Compostaggio non domestico

Esclusione dal regime autorizzatorio per impianti di gestione rii uti per gli insediamenti destinati al compostaggio di rii uti urbani orga-nici biodegradabili provenienti cucine e mense, rii uti da mercato, da parchi e giardini

Miscelazione oli usati

Possibilità, nel rispetto dell’articolo 187 del dlgs 152/2006, di mi-scelare tra di loro gli oli usati nelle fasi di gestione

Terre e rocce da scavo

Possibilità di riutilizzo in situ dei materiali da scavo provenienti dalle miniere dismesse e/o esaurite collocate all’interno dei siti di interesse nazionale con concentrazioni di inquinanti non superiori ai parametri ex allegato V, Parte IV del dlgs 152/2006.

Riduzione controlli ambientali

Riduzione dei controlli sulla compatibilità ambientale per le imprese certii cate Iso 14001 ed «Emas»

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20 Lunedì 14 Maggio 2012 I N F O . E U R O PA

Bruxelles riforma il sistema per favorire lo sviluppo

Gas alla crescita UePiù facile concedere aiuti di stato

Pagina a cura DI TANCREDI SEQUI

La Commissione europea riforma e modernizza gli aiuti di stato per sostene-re la crescita, facilitando

la concessione di quelli che pos-sono favorirla. «Le previsioni economiche indicano che la cre-scita nell’Ue resterà bassa per ancora un po’», ha sottolineato il commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia, presentando la comunicazione sulla riforma degli aiuti di stato. «In questo contesto, l’Europa deve sfruttare il potenziale di un mercato inter-no competitivo e, nel contesto del consolidamento di bilancio, i go-verni devono concentrare la spesa sulle priorità che favoriscono la crescita». La Commissione, che fi ssa al più tardi per la fi ne del 2013 l’entrata in vigore delle nuo-ve regole, ha indicato tre obiettivi della riforma. Anzitutto, il con-trollo sugli aiuti di stato dovrà

sostenere una crescita duratura e contribuire al miglioramento della qualità della spesa pubbli-ca, scoraggiando quelli che non producono alcun valore aggiunto o falsano la concorrenza. Le mi-sure individuate da Bruxelles per raggiungere questo obiettivo sono la defi nizione di principi comuni applicabili dalla Commissione nella valutazione della compati-bilità di tutte le misure d’aiuto e la revisione e razionalizzazione degli orientamenti in materia di aiuti di stato in modo da renderli coerenti con tali principi comuni. In secondo luogo, bisognerà con-centrarsi sui casi che hanno un maggiore impatto sul mercato in-terno. Per fare questo, Bruxelles ha previsto un’eventuale revisio-ne del regolamento «de minimis», sulla base di una valutazione d’impatto dettagliata; modifi che del regolamento di applicazio-ne del Consiglio per permettere alla Commissione di dichiarare che determinate categorie di aiu-

ti sono compatibili con il merca-to comune e dunque dispensate dall’obbligo di notifi ca ex ante; e la revisione del regolamento ge-nerale di esenzione per categoria per le categorie di aiuti a cui si applica il regolamento di applica-zione rivisto. Infi ne, le procedure saranno semplifi cate per rendere possibile l’adozione delle decisioni nei limiti di tempo opportuni per le esigenze delle aziende. In que-sto senso, la Commissione richie-de di essere dotata di strumenti più effi cienti per ottenere tutte le informazioni necessarie dagli operatori del mercato, in tempo utile per raggiungere le decisioni entro tempi adeguati alle esigen-ze delle imprese.

«La modernizzazione delle pro-cedure ci consentirebbe di avvia-re d’uffi cio un maggior numero di indagini in merito alle distorsioni della concorrenza che ostacolano il mercato interno», hanno avver-tito da Bruxelles.

© Riproduzione riservata

Un’impresa può chiedere la registrazione dei propri marchi come nomi di dominio «.eu» soltanto se ha sede nella Unione europea. O se si tratta di un licenziatario residente. Ma solo se il soggetto è legittimato in prima persona allo sfruttamento commerciale del marchio. È quanto stabilito dalla Corte di giustizia europea chiamata a dirimere il caso di due società, l’americana Walsh Opti-cal e la belga Pie Optiek che si contendevano il dominio «lensworld.eu». L’avvocato generale ha fatto presente che «il dominio di primo livello .eu ha lo scopo di creare un nesso identifi cabile con l’Europa, con il quadro nor-mativo comunitario e con il mercato Ue. Non sarebbe quindi tollerabile che un’impresa non residente aggiri le disposizioni in materia di legittimazione alla presenta-zione della domanda richiedendo la registrazione di un nome di dominio .eu mediante ricorso a una costruzione giuridica come il conferimento di un incarico a un’al-tra organizzazione residente nell’Unione e dunque le-gittimata alla presentazione della domanda». La Corte ha così stabilito che l’accordo di licenza stipulato dalla Walsh Opticals con il Bureau Gevers, una società belga di consulenza in materia di proprietà intellettuale, per far registrare a proprio nome, ma per conto della Walsh Opticals, un dominio .eu., non costituisce un contratto di licenza, ma un contratto di prestazione di servizi. E pertanto la società non era legittimata a usufruire del periodo di grazia di quattro mesi a partire dal 7 dicem-bre 2005 durante i quali i titolari di diritti preesistenti e gli organismi pubblici erano ammessi a fare domanda di dominio in via privilegiata.

Dominio «.eu» riservato a chi ha sede in Europa

SCADENZA ADEMPIMENTO

1venerdì

INTERPELLO CFC

13mercoledì

PREU Prelievo erariale unico apparecchi d’intrattenimento

15venerdì

INPS Contributi assistenziali e previdenziali dei ragionieri

IRPEF Consegna Modello 730

IVA Fatturazione differita

IVA Registrazione dei corrispettivi

IVA Registrazione fatture importo inferiore € 300,00

IVA Trasmissione corrispettivi imprese grande distribuzione

18lunedì

ACCISE Imposta di fabbricazione e consumo

CAPITAL GAIN Regime del risparmio amministrato versamento imposta sostitutiva

CAPITAL GAIN Regime del risparmio gestito. Versamento imposta sostitutiva in caso di revoca del mandato

CONSOLIDATO Consolidato i scale e Trasparenza i scale - imposta sostitutiva sul riallineamento dei valori civili a quelli i scali

CONSOLIDATO NAZIONALE Consolidato nazionale. Opzione

DICHIARAZIONE DI INTENTO Dichiarazione di intento

INPS Contributi assistenziali e previdenziali

INPS Contributi gestione separata

INPS Contributi professionisti senza cassa

IMPOSTA SOSTITUTIVA Versamento imposta su interessi, premi e altri frutti di obbligazioni

IMPOSTA SOSTITUTIVA Imposta sostitutiva sui premi di produttività

IMPOSTA SOSTITUTIVA Fondi comuni di investimento immobiliare

IMPOSTA SOSTITUTIVA Imposta sostitutiva rivalutazione nei conferi-menti

IMPOSTA SOSTITUTIVA Regime dei minimi - versamento

IMPOSTA SOSTITUTIVA Società di investimento immobiliare quotate - ver-samento

IMU Imposta municipale propria IMU - versamento

IRES Addizionale società petrolifere

IRES-IRAP Modello Unico SC - versamenti

IRPEF Modello Unico PF e SP versamento

IRPEF Versamento addizionale comunale IRPEF-acconto

IRPEF Versamento addizionale comunale IRPEF

IRPEF Versamento addizionale regionale IRPEF

IVA Liquidazione e versamento mensile

IVA Versamento IVA anno 2011

MODELLO UNICO SC Versamenti soggetti con esercizio non coincidente con l’anno solare

RAVVEDIMENTO OPEROSO Regolarizzazione omessi versamenti di imposte e ritenute

RITENUTE Versamento ritenute sui bonii ci ristrutturazioni edilizie e spese per risparmio energetico

RITENUTE Versamento ritenute su interessi da depositi bancari e a risparmio

RITENUTE Versamento ritenute su avviamento e contributi degli enti pubblici

RITENUTE Versamento ritenute su pignoramenti presso terzi

RITENUTE Versamento ritenute su polizze vita

RITENUTE Versamento ritenute su premi e vincite

RITENUTE Versamento ritenute su prestazioni effettuate nei confronti dei condomini

RITENUTE Versamento ritenute su provvigioni agenti e indennità ces-sazione di rapporti

RITENUTE Versamento ritenute su redditi di capitale

RITENUTE Versamento ritenute su redditi di lavoro autonomo, abituale, occasionale, diritti d’autore e simili

RITENUTE Versamento ritenute su redditi di lavoro dipendente e assimilato

STOCK OPTIONS Versamento addizionale stock options

STUDI DI SETTORE Adeguamento

VERSAMENTO Attività i nanziarie detenute all’estero - tassazione

VERSAMENTO Cedolare secca afi tti

VERSAMENTO Diritto annuale Camera di commercio

VERSAMENTO Immobili situati all’estero

TASSAZIONE SEPARATA Tassazione separata redditi

CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI Invio domande e riepiloghi

IRPEF Consegna Modello 730

22venerdì

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SEMINARI IRFI

Recuperodei creditisotto la lenteCome recuperare e prevenire i crediti in sofferenza verso i paesi dell’Unione europea. È questo il tema del prossimo ciclo di incontri «Sit - Semi-nari imprese transfronta-liere» organizzato dall’Irfi (Cciaa Roma) per aiutare le piccole e medie imprese del Lazio attive nel commercio intra-comunitario. A partire dal 18 maggio prossimo pren-derà il via un ciclo di 5 semi-nari gratuiti destinati a un massimo di 25 allievi con lo scopo di fornire informazio-ni e strumenti operativi sul-la gestione dei crediti e del-le sofferenze e gli strumenti giuridici disponibili come supporto pratico alle Pmi la-ziali che operano nel conte-sto comunitario. L’obiettivo del ciclo di incontri è quello di offrire formazione e assi-stenza tecnica alle piccole e medie imprese per aiutarle nel recupero dei crediti in sofferenza e per prevenire, dove possibile, situazioni di insolvenza da parte dei loro fornitori. Il progetto è realizzato in collaborazione con Unioncamere Lazio. Mag-giori informazioni sul ciclo di seminari e sulle modalità di iscrizione possono essere ottenuti visitando il sito in-ternet www.irfi .it.

Nell’inserto da pag. 37 «Come recuperare e preve-nire i crediti in sofferenza»

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Page 21: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

21Lunedì 14 Maggio 2012

Ernst & Young ha raccolto le previsioni di 1.500 dirigenti nel mondo: cala la stima sulle fusioni

Tra i manager prevale la fiduciaMigliorano le attese su utili societari, occupazione e credito

Pagina a cura DI ANTONINO D’ANNA

Malgrado la cri-si economica, i manager sono moderatamente

fi duciosi nella ripresa. Nel 54% dei casi credono che l’economia stia iniziando a riprendersi, ma il desiderio di m&a (fusioni e acquisizio-ni di aziende) è sceso nell’ul-timo anno del 24%. Sono i dati dell’ultimo Capital confi dence barometer, ricer-ca svolta da Ernst & Young su 1.500 top manager nel mondo. Rispetto all’ultimo aggiornamento del Ccb, av-venuto a ottobre 2011, solo il 31% degli intervistati ha, infatti, dichiarato l’inten-zione di procedere a un’ac-quisizione nei prossimi 12 mesi, un dato che era pari al 41% a ottobre. Per contro, la percentuale di imprese che intendono cedere l’attività è cresciuto dal 26 al 31%. E in Italia le cose non vanno meglio: qui solo il 22% è interessato a un’acquisizione nei prossimi 12 mesi (64% a ottobre); allo stesso modo la percentuale di quanti sono disposti a cedere attività è cresciuta del 4% rispetto a otto-bre attestandosi al 35%.

Il sondaggio mostra chiari segnali del fatto che la ripresa della fiducia a livello globale stia trainando anche quella delle imprese. La percentuale degli intervistati secondo cui la situazione economica globa-le sta migliorando è passata dal 26% di ottobre 2011 al 52% di aprile 2012. Solo il 20% resta pessimista sullo scenario eco-nomico rispetto al 37% di sei mesi fa. Tra gli indicatori della fi ducia nel business, migliora-no le attese sugli utili societari, sulla crescita dell’occupazione, sulla disponibilità di credito e sul contesto normativo. L’unico indicatore che ha registrato un calo è quello sulla percentuale di intervistati che si aspetta uno scenario stabile nel breve termine, passata dal 14% di ottobre al 5%. Buone notizie anche per quanto riguarda il lavoro: l’88% degli intervistati dichiara che manterrà o au-menterà i livelli del personale nei prossimi 12 mesi. Il 75% dei cinesi vede la propria eco-nomia come «stabile», ma solo il 16% crede che migliorerà (a ottobre erano il 27%). A livel-lo mondiale, inoltre, le aziende pensano sempre più al ricorso all’indebitamento: sono il 39% degli intervistati, contro il 33% di sei mesi fa.

Il report di Ernst & Young è comunque critico verso l’Euro-pa: ha sviluppato e dimostra un atteggiamento negativo verso la propria economia interna rispetto alle controparti nel mondo. Colpa dell’austerity e della cultura dei tagli, che ren-deranno più diffi cile la ripresa

economica. La cultura dei tagli è testimoniata dalle risposte de-gli intervistati: il 55% la ritiene

il primo compito da svolgere in azienda.

In tema di creazione di valo-re attraverso crescita organica,

ottimizzazione del portafoglio e disinvestimenti, la percentuale di aziende che intende cedere

attività entro i prossimi 12 mesi è passata dal 26% di ottobre 2011 al 31% di apri-le. Questo perché le aziende stanno cercando di concen-trarsi sulla razionalizzazio-ne delle loro attività e sulla capacità di generare cassa. Il disinvestimento di atti-vità non strategiche è stata una strada particolarmente battuta negli ultimi mesi in Nord America un Ernst & Young prevede un trend simile anche in Europa e Giappone.

Guardando al futuro, mal-grado performance economi-che generalmente positive e il modesto miglioramento della business confi dence, le grandi imprese restano anco-ra estremamente caute sulle prospettive e nelle previsio-ni, soprattutto per il breve termine. Colpa della ripresa globale, che resta ancora de-

bole e spinge le imprese a re-stare caute in attesa di tempi economici migliori.

© Riproduzione riservata

Imposte dirette

AGEVOLAZIONI FISCALI

Sgravi fiscali per il rientro dei lavoratori in Italia. Chiarimenti (circolare 14/e dell’Agenzia delle entrate del 4 maggio 2012)

IvaFORMAZIONE

Servizi di formazione e aggior-namento professionale. L’Iva è sempre dovuta se sono effettuate nei confronti di consumatori finali (risoluzione 44/e dell’Agenzia del-le entrate del 7 maggio 2012)

RiscossioneCODICI TRIBUTO

Istituito il codice tributo per utilizzare in compensazione il contributo concesso dalla regione Friuli-Venezia Giulia per favo-rire le opportunità lavorative nel territorio (risoluzione 43/e

dell’Agenzia delle entrate del 4 maggio 2012)

Altre notizieDEMANIO

Comunicazione all’anagrafe tributaria dei dati riguardanti le concessioni di aree demaniali marittime. Nuova procedura semplificata (provvedimento dell’Agenzia delle entrate del 3 maggio 2012)

CREDITO COOPERATIVO

Banche di credito cooperativo. Requisiti per beneficiare delle agevolazioni fiscali. Chiarimenti (risoluzione 45/e dell’Agenzia delle entrate del 7/5/2012)

FISCO FLASH

Lunedì 14 Mag

sioni di 1.500 dirigenti nel mondo: cala la stima sulle

I N F O . M O N D O

o: il primo compito da svolgere in

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Il i scol ash in versio-ne integrale è disponi-bile sul sitowww.italiaoggi.it/docio7

A cura dello StudioF. Ghiglione e A. Ghio

Da repubblica sovietica a una nuova opportunità di mercato per gli imprenditori italiani. È questo il percorso fatto negli ultimi 20 anni dalla Georgia, dove l’attuale presidente Mikheil Saak’ashvili ha varato un piano per lo sviluppo del paese. A sottolinearlo un recente report Sace, che evidenzia come al momento settori quali il turismo, l’agricoltura e le infrastrut-ture siano tre opportunità per gli imprenditori tricolore. Dopo lo scontro con la Russia, avvenuto nell’estate 2008 (fattore, questo, che crea ancora una certa turbolenza in alcune regioni del paese), privatizzazioni e semplifi cazioni per l’avvio dell’im-presa privata si sono rivelate le carte vincenti di Tbilisi, unite anche al traino fornito al momento da agricol-tura, energia e settore estrattivo. A questo scenario si sommano gli sforzi che la Georgia sta compiendo, insieme alle principali istituzio-ni fi nanziarie mondiali (Banca mondiale, Fon-do monetario interna-zionale, International fi nance corporation) per il consolidamento economico.Al giorno d’oggi i principali partner commerciali del paese sono Turchia, Ucraina, Usa e Azerbaigian. L’Italia nel 2011 si è collocata al 10° posto tra i paesi esportatori e al 19° posto tra quelli destinatari dell’export georgiano. Le esportazioni italia-ne, pari a 136 milioni di euro nel 2011, sono cresciute del 20% rispetto all’anno precedente. Settori più rilevanti per l’export italiano: la meccanica strumentale (32% delle esportazioni totali), i prodotti energetici raffi nati (24%) e la metallurgia (13%). Le importazioni dalla Georgia, pari a 80 milioni di euro nel 2011, sono notevolmente aumentate e sono costituite in maggioranza da prodotti minerari, energetici e agricoli. Chi si trova a fare business qui può contare su un bilancio pub-blico solido e debito estero e pubblico contenuti; programmi di investimenti nel settore delle infrastrutture e nel settore turistico. Per contro, gli osservatori Sace evidenziano tra i problemi la diffi coltà di accesso ai bilanci delle controparti pubbliche e una categoria di rischio Ocse elevata (6/7). Da tenere sotto controllo, per il momento, anche la vulnerabilità dell’economia locale a fattori quali la volatilità del tasso di cambio e le oscillazioni del prezzo del petrolio.

La Georgia si candida a partner commerciale ideale

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Page 22: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

22 Lunedì 14 Maggio 2012 S P E N D E R E M E G L I O

Le nuove tendenze della distribuzione: merce venduta sfusa per aiutare a combattere gli sprechi

Spesa alla spina contro i rincariRisparmi fi no al 70% dai detersivi al cibo per animali

Pagina a cura DI SIBILLA DI PALMA

Risparmiare sulla spe-sa grazie ai negozi (o ai corner nella grande distribuzione) di mer-

ci sfuse. Complice la crisi sono sempre più numerosi i consu-matori che scelgono di acqui-stare prodotti alla spina, cioè privi di imballaggio. Con un risparmio fi no al 70% rispetto al prezzo ordinario.

Come funzionano i negozi di merci sfuse. All’interno di questi punti vendita l’offerta è diventata piuttosto variegata e oltre ai detersivi, che sono stati uno dei primi prodotti a segui-re questa tipologia di vendita, è possibile acquistare anche biscotti, pasta, affettati, latte, cosmetici e prodotti per la cura del corpo.

La merce si trova in recipien-ti trasparenti da cui i commessi prelevano la quantità richiesta e la confezionano in sacchetti di carta o contenitori portati dal cliente. Nel caso dei detersivi è possibile acquistare il prodotto riempiendo direttamente dal dosatore la bottiglia di plastica che potrà così essere riutilizza-ta più volte. Il segreto sta nella possibilità di comprare solo la quantità desiderata di merce, riducendo gli sprechi. Inoltre, grazie all’eliminazione degli imballaggi, i prodotti hanno un costo inferiore rispetto a quelli acquistati già confezionati. Pro-prio per questo, si tratta, però, di una tendenza che fa bene non solo al portafoglio ma anche all’ambiente, visto che elimi-nando il packaging si riducono anche i rifi uti in plastica. Per agevolare l’acquisto dei detersi-vi alla spina è stato creato an-che un servizio online ad hoc: Washmaps, una mappa dove si possono trovare informazioni sui distributori di detersivi, ag-giornata con la collaborazione degli utenti.

Dove trova-re i prodotti alla spina. I negozi di mer-ci sfuse stan-no prendendo sempre p iù piede. Attual-mente le realtà più grandi in questo settore sono «Effecor-ta» e «Negozio Leggero». I l primo presente con due punti vendita, uno a Capannori, in provincia di Lucca, e l’altro a Ferrara, dove è possibile sce-gliere tra oltre 250 prodotti venduti alla spina. Tra questi, olio, pasta, detersivi, vino, legu-mi, frutta e verdura di stagione prodotti localmente, nel raggio di massimo 100 km dal nego-

zio. L’ente di ri-cerca Ecologos e la cooperativa Rinova hanno invece dato vita

alla catena «Negozi Leggeri» al cui interno vengono venduti alla spina generi alimentari e prodotti per l’igiene personale o per la pulizia della casa, ma anche trucchi, pannolini lava-bili e libri di cucina con un ri-sparmio dal 20 al 50% in meno

rispetto al prezzo ordinario. La catena conta attualmente cinque punti vendita: due a Torino, uno a Novara, uno a Moncalieri e l’ultimo a Orzi-nuovi, in provincia di Brescia. Di recente è stato inaugurato anche un servizio di consegna in bicicletta della merce nella città di Torino. L’operazione ha un costo simbolico di quattro euro per evitare che arrivino richieste per un solo prodotto,

visto che si tratta di una doppia consegna che prevede prima il ritiro dei contenitori vuoti e poi la consegna della spesa. Per chi fosse interessato ad acquistare alcolici sfusi, invece, a Milano si contano tre punti vendita della catena tedesca Vom Fass spe-cializzata in liquori e distillati alla spina. Anche in questo caso la bottiglia si compra la prima volta e poi si riutilizza.

La tendenza non ha lascia-

to indifferenti i punti vendita della grande distribuzione or-ganizzata: attualmente in Italia sono 39 quelli in cui è possibile acquistare caramelle, pasta, detersivi, vino e gelati senza imballaggio. Tra questi, Coop e Auchan che hanno dedicato in alcuni dei loro punti vendita uno spazio riservato ai detersivi alla spina, e il gruppo Sma ha deciso di dedicare un reparto speciale ai prodotti sfusi, dove è possibile acquistare pasta, de-tersivi liquidi, cereali, caramel-le, vino, frutta secca, pet-food e gelati. Spazi allestiti all’interno dei punti vendita dedicati all’ac-quisto self service di alimenti e detersivi sfusi sono presenti an-che nei supermercati Crai con gli Ecopoint. Il progetto nasce dalla collaborazione con Plef (Planet life economy founda-tion) e permette al consumatore un risparmio fi no al 70% rispet-to ai prodotti confezionati. Nei 34 punti vendita, accanto agli ormai tradizionali distributori di legumi, pasta, riso, cereali, caramelle e frutta secca e ai cosiddetti Ecopoint blu, dedica-ti alla vendita di detersivi alla spina sono disponibili anche gli Ecopoint piccoli amici, riservati alla vendita di cibo secco sfuso per animali.

Prodotti alla spina: van-taggi e svantaggi. Come già accennato, acquistare pasta, cereali e detersivi alla spina permette di risparmiare: secon-do un’indagine di Federconsu-matori, ad esempio, scegliendo detersivi sfusi al posto di quelli confezionati una famiglia italia-na può arrivare a risparmiare fi no a 205 euro all’anno. E se oltre ai detersivi si sceglie di optare anche per pasta, cere-ali, latte e tanti altri prodotti, la cifra sale: fi no a 64 euro al mese, ovvero circa 774,58 euro all’anno. Prendendo per esem-pio il latte, mentre acquistando la bevanda in cartone una fami-glia italiana può spendere fi no a 584 euro all’anno, con un consu-mo medio di un litro al giorno, scegliendo lo stesso prodotto alla spina si spendono invece 365 euro con un risparmio di 219 euro annui.

Il vantaggio è però indubbio anche per l’ambiente: gli imbal-laggi rappresentano, infatti, il 50% dei nostri rifi uti domestici e questa modalità permette di ridurre la loro produzione tra-mite il riutilizzo dei contenito-ri. Tra gli svantaggi, invece, un aspetto che è stato sollevato più volte riguarda la qualità dei prodotti. Secondo alcuni, infatti, l’assenza degli imbal-laggi potrebbe compromettere l’integrità, la freschezza o ad-dirittura l’igiene delle merci. In realtà, però, precise norme im-pongono ai rivenditori di merci sfuse il rispetto scrupoloso di condizioni e regole a tutela dei consumatori.

© Riproduzione riservata

Consumi di prodotti biologi in crescita. A sottolinearlo sono le rilevazioni Ismea-Gfk-Eurisko secondo cui la spesa per l’acqui-sto di alimenti bio è aumentata nel 2011 dell’8,9% rispetto all’anno precedente, in controtendenza con la riduzione comples-siva dei consumi di generi alimentari tra-dizionali. Gli incrementi hanno riguardato, in particolare, i prodotti lattiero-caseari (con una crescita degli acquisti nel 2011 del 16,2%), le uova (+21,4%), biscotti, dolciu-mi e snack (+16,1%) e bevande analcoliche (+16%). Più limitati gli aumenti per l’or-

tofrutta fresca e trasformata (+3,4%), che resta comunque la categoria guida tra i prodotti biologici, con un’incidenza sul totale pari a quasi un terzo in termini di valore. Bilancio ne-gativo, invece, per pasta, riso e sostituti del pane (-3,2% nel complesso), con un trend par-ticolarmente negativo per la pasta bio, i cui acquisti si sono ridotti lo scorso anno di oltre l’11%. In fl essione anche l’ac-

quisto di carni e salumi biologici (-8,2%), di olio (-18,6%) e di zucchero, caffè e tè (-3,4%). In generale, le rilevazioni indica-no comunque una forte convergenza degli acquisti su uova, yogurt e latte, che insieme coprono oltre il 30% dei prodotti monitorati e che hanno registrato forti aumenti rispet-to all’anno precedente. Con riferimento alle aree territoriali, la crescita degli acquisti bio è stata più accentuata al Sud (+19,2%). Le regioni settentrionali mantengono però un peso preponderante, confermando una forte propensione al consumo con oltre il 70% di incidenza sul totale. Secondo le sti-me, in Italia il giro d’affari legato al mercato bio si aggira attorno a un miliardo e 550 milioni di euro, posizionando il Belpaese al quinto posto nel mondo dopo Usa, Germania, Francia, Regno Unito e Canada. Sul piano strutturale, invece, l’Italia, con 1,11 milioni di ettari investiti nelle coltivazioni biologi-che, ha perso, da un paio d’anni, il primato europeo, a favore della Spagna (1,46 milioni di ettari). La classifi ca mondiale la vede al settimo posto, con il 3% circa della super-fi cie complessiva mondiale.

Consumi bio in crescita, +8,9% nel 2011

Dove acquistare prodotti alla spina

Punto vendita Caratteristiche

Effecorta

Dispone di due punti vendita, uno a Capannori, in pro- vincia di Lucca, e l’altro a FerraraOltre 250 prodotti alla spina prodotti localmente, nel raggio di massimo 100 km dal negozio

Negozi Leggeri

Possibilità di acquisto alla spina di: alimentari, prodotti per l’igiene personale, per la pulizia della casa, trucchi, pannolini lavabili e libri di cucinaRisparmio dal 20 al 50% in meno rispetto al prezzo or- dinarioCinque punti vendita: due a Torino, uno a Novara, uno a Moncalieri e l’ultimo a Orzinuovi, in provincia di Bre-sciaSu Torino è attivo un servizio di consegna in bicicletta della merce al costo di quattro euro

Catena tedesca Vom Fass Offre liquori e distillati alla spina

Coop e Auchan All’interno di alcuni punti vendita è presente uno spazio dedicato ai detersivi alla spina

Gruppo SmaNei supermercati è presente un reparto speciale dove è possibile acquistare pasta, detersivi liquidi, cereali, cara-melle, vino, frutta secca, pet-food e gelati sfusi

Supermercati Crai

34 punti vendita in cui è presente l’area dedicata Eco- point dove è possibile acquistare legumi, pasta, riso, cereali, caramelle, frutta secca, detersivi e cibo secco sfuso per animaliRisparmio i no al 70% rispetto ai prodotti confezionati

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Page 23: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

23Lunedì 14 Maggio 2012LunedìA F FA R I I N P I A Z Z A

È tempo di check-up sugli investimenti: la ricerca del mix giusto si fa particolarmente complessa

Portafogli in equilibrio precarioRisparmiatori divisi tra buone trimestrali e stati in diffi coltà

Pagina a cura DI DUILIO LUI

Il nuovo corso dell’Europa dopo le elezioni in Francia e in Grecia e il rallenta-mento della crescita ame-

ricana, da una parte; le buo-ne notizie macro provenienti dalla Cina e i dati trimestrali delle quotate, dall’altra. Se la vigilia della bella stagione è, per molti risparmiatori, il momento adatto per il check-up del portafoglio, le scelte quest’anno si presentano par-ticolarmente complesse perché si tratta di interpretare dati spesso contrastanti, che pos-sono aprire differenti scenari. Proviamo ad analizzare le va-riabili principali.

L’Europa resta nel miri-no. Il Vecchio continente resta in cima alle preoccupazioni de-gli analisti. Secondo Citigroup, il successo dei gruppi antieuro-pei in Grecia fa crescere al 50-75% le possibilità che il paese ellenico lasci l’area euro nei prossimi 12-18 mesi. Se non si dovesse riuscire a creare una coalizione in grado di go-vernare, si andrà nuovamente alle urne (probabilmente il 10 giugno): senza un governo che funzioni, sottolinea il report, la Grecia non sarà in grado di presentare alla Troika i piani di entrate per il 7% del pil alla fi ne di giugno. La situazione resta calda anche in Spagna e Italia, ma anche la secon-da economia, quella francese, non è immune da preoccupa-zioni. La vittoria del socialista François Hollande alle presi-denziali viene letta dai merca-ti come uno spostamento delle

politiche continentali dal puro rigore a una maggiore atten-zione verso la crescita. Tut-tavia, secondo Tom Beevers, gestore del fondo BNY Mellon Pan European Equity Fund, restano numerosi dubbi sui piani economici di Hollande per la ripresa del paese. Men-tre secondo Standard & Poor’s lo spostamento a sinistra del governo transalpino non ha un impatto immediato sui rating relativi al debito sovrano. Jo-erg Kraemer, analista di Com-merzbank, guarda soprattutto alle elezioni parlamentari che chiuderanno nelle prossime settimane la tornata del voto francese «Hollande dovrebbe ottenere la maggioranza che gli serve per governare», so-stiene l’esperto ma il nuovo presidente «non considera i problemi economici del paese.

Questo renderà più comples-so per Parigi e Berlino trovare una linea comune», e «la Bce continuerà fi nanziare i paesi della periferia dell’area euro stampando moneta per un periodo più lungo di quanto molti temono», aggiunge.

Gli Usa rallentano, ma anche le materie prime. La situazione negli Stati Uniti è meno complessa che nel Vec-chio Continente, ma non certo entusiasmante: quest’anno il prodotto interno lordo dovreb-be crescere tra il 2 e il 3%, un dato positivo, se non fosse for-temente influenzato dall’in-gente immissione di liquidità da parte della Banca Centrale. Ma intanto la disoccupazione resta sopra la soglia dell’8%.

Se la debolezza delle prin-cipali economie occidentali

appare scontata alla luce di questi dati, i dubbi riguar-dano la corrispondenza tra previsioni e attuali multipli di Borsa: diversi economisti, infatti, sottolineano che ai li-velli attuali i listini azionari tendono a stimare le ipotesi più nere per Europa e Stati Uniti. A supporto di queste analisi, viene citato anche il calo delle materie prime, il greggio americano Wti si sta stabilizzando intorno ai 100 dollari al barile, mentre l’oro oscilla nella fascia 1.600-1.650 dollari l’oncia, in entrambi i casi a grande distanza dai rispettivi record storici, che potrebbe fornire una boccata d’ossigeno alle economie occi-dentali nei prossimi mesi.

In particolare, a trarne be-nefi cio saranno con ogni pro-babilità le grandi aziende, alcune delle quali sono reduci dalla pubblicazione di trime-strali al di sopra delle previ-sioni. È il caso della tedesca Bmw (miglior trimestre della

storia) e dell’americana Ap-ple, ma anche l’italiana Fiat ha dimostrato di aver rialzato la testa.

Il Dragone prosegue nella corsa. Intanto le voci su una brusca frenata dall’economia cinese stanno perdendo quota. Ad aprile il settore dei servizi ha vissuto il mese più vivace da sei mesi a questa parte e le autorità centrali hanno da poco confermato l’obiettivo del +7,5% per il pil rispetto al 2011. Così non sorprende il moderato ottimismo di Bob Doll, capo strategist per l’equi-ty di BlackRock (una delle più grandi società di asset mana-gement del mondo con 3.700 miliardi di dollari in gestione), secondo il quale è il momento di riconsiderare l’azionario (in particolare sui titoli ciclici e sull’healtcare), anche in con-siderazione del calo dei rendi-menti per le obbligazioni dei paesi più stabili.

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Ondate di forte interesse, seguite da improvvisi raffreddamenti: il rappor-to tra analisti finanziari e corporate bond è caratterizzato da continui cambi di umore. Da qualche setti-mana il segmento sembra tornato sotto la lente di ingrandimento, come dimostra il report di Financière de l’Echiquier. «Dal picco della crisi del debito sovrano dello scorso novem-bre, i corporate bond hanno generato rendimenti stellari in tutta Europa», premette lo studio, che porta la firma di Olivier de Berranger, gestore del fondo Arty. «L’Indice Iboxx corporate tre-cinque anni (che include preva-lentemente bond investment grade) ha guadagnato il 6,4% in quattro mesi, e i titoli high yield hanno fatto perfino meglio, con titoli come Fiat o Continental AG che, sullo stesso oriz-zonte temporale, hanno sfiorato una performance in doppia cifra». Il mercato obbligazionario in gene-rale, e quello dei corporate bond in particolare, sono reduci da una tra-

sformazione profonda: se fino a qual-che anno fa c’era una concentrazione sugli emittenti so-vrani e sui prodotti strutturati, oggi si tende a puntare su un ampio numero di emittenti cor-porate che inten-dono rifinanziare le proprie attività. Le banche europee stanno riducen-do rapidamente l ’ indebitamento nei loro bilanci e stanno forzando le aziende private a bussare diretta-mente alla porta degli investitori, con l’emissione di bond societari. «Con i bassi tassi di interesse degli asset cosiddetti risk free», aggiunge il report, «i corporate bond stanno offrendo un buon incremento degli

yield dato che il premio per il ri-schio per questo comparto è ancora

elevato. A fronte di un rendimento dell’1% circa per il Bobl a cinque anni emesso dalla Germania, ci sono solidi bond socie-tari europei che, su scadenze equi-parabili, offrono rendimenti tra il 3 e il 5%». Il rap-porto rischio/ren-dimento, secondo de Berranger, è a favore di questi emittenti poiché, «anche con la peggiore crisi del

credito registrata dagli anni Trenta a oggi, «il numero di fallimenti in ambito societario si è limitato alle aziende con alti livelli di debito e pessimi business model».

Questo perché il lavoro fatto dalle aziende europee a partire dalla crisi del credito del 2008 ha migliorato notevolmente i bilanci: minore capi-tale operativo, minore indebitamento e fonti di finanziamento più ampie e diversificate. L’ammontare di liquidi-tà detenuta dalle più grandi aziende europee spiega come mai gran par-te degli emittenti corporate hanno spread favorevoli se confrontati con gli stati europei. «È importante, tut-tavia, ricordare che il processo di investimento deve essere sempre lo stesso, sia che si investa in obbliga-zioni societarie sia che si investa in azioni», precisa l’analista. Il bond pi-cking (la selezione dei bond miglio-ri, ndr) può essere efficace quanto lo stock picking, ma è cruciale selezio-nare una società in base alla qua-lità del management, alla struttura finanziaria, alla visibilità del cash flow e alla responsabilità sociale e ambientale».

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DAL REPORT DI FINANCIÈRE DE L’ECHIQUIER

Corporate bond, odio-amore con gli analisti. Ora torna l’idillio

Olivier de Berranger

La crescita cinese

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24 Lunedì 14 Maggio 2012 C O N TA B I L I TÀ

Le novità dell’Oic 14 nei casi di accentramento della gestione i nanziaria di un gruppo societario

Cash pooling, ci vuole simmetria nella classificazione del saldo

Pagine a cura DI FRANCO CORNAGGIA

E NORBERTO VILLA

È il cash pooling la novità del principio contabile Oic 14. Continua il lavo-ro dell’organismo italiano

di contabilità nella rivisitazione degli standard nazionali che ha portato a licenziare la bozza di altri quattro documenti: Oic 13 Le rimanenze di magazzino; Oic 14 Disponibilità liquide; Oic 15 I crediti; Oic 20 Titoli di debito.

Le eventuali osservazioni de-vono pervenire entro il 31 otto-bre 2012.

Con riguardo al principio con-tabile 14, la novità più signifi -cativa è l’individuazione (per la prima volta) del comportamento contabile da adottare nel caso di cash pooling.

Il principio prevede che nel bilancio delle singole società partecipanti al cash pooling la quota di pertinenza di ciascu-na del saldo del conto corrente comune si classifi ca tra i crediti (o i debiti, a seconda del caso) verso la società gestrice (con-trollata, collegata, controllante ecc.), e che nel bilancio della so-cietà gestrice del fondo comune, la classifi cazione del suo saldo è simmetrica rispetto a quanto rilevato dalle altre partecipanti al cash pooling.

Il documento si apre con la considerazione che il fenomeno è frequente nell’ambito dei gruppi societari in cui la tesoreria vie-ne accentrata per ottimizzare l’uso delle risorse fi nanziarie. A tal fi ne la stessa è gestita da un unico soggetto identifi cato soli-tamente nella capogruppo o in una società fi nanziaria. Compito della stessa è quello di gestire la liquidità non solo propria ma

di tutto il gruppo. Lo strumento operativo è un conto corrente comune (pool account) nel qua-le sono riversate le disponibilità liquide di ciascuna società ade-rente al cash pooling (e prele-vate le necessità fi nanziarie di tutto il gruppo).

Per meglio chiarire, il cash po-oling trova il suo fondamento nel fatto che una società del gruppo (che in forza di ciò assume la denominazione di pooler) prov-vede alla gestione di un conto corrente accentrato (denominato pool account) sul quale vengono riversati a cadenze prefi ssate i saldi dei conti correnti di cia-scuna consociata. Così facendo il pooler ha la possibilità di gestire congiuntamente il fabbisogno fi -

nanziario di tutto il gruppo e di accentrare la gestione dei rap-porti con gli enti creditizi.

Quindi i soggetti interessati all’operazione sono:

• pooler: è la società a cui è demandata la gestione delle di-sponibilità fi nanziarie di tutto il gruppo;

• consociate: sono le altre so-cietà del gruppo (oltre al pooler) che aderiscono all’accordo;

• istituto di credito: è l’isti-tuto presso cui viene acceso il conto corrente del gruppo (pool account).

Il cash pooling consente di ot-timizzare all’interno dei gruppi d’impresa la gestione fi nanzia-ria. Conosciuto anche come ge-stione accentrata della tesoreria

consente, appunto, di accentrare tutte le risorse fi nanziarie del gruppo d’impresa in capo a una singola società, con ciò permet-tendo anche una compensazione immediata tra posizione debito-rie e creditorie.

Tale opportunità d’altra parte risponde anche ad altre esigen-ze che si ritrovano tipicamente nell’ambito dei gruppi:

• le singole società sono por-tate a specializzarsi ognuna in una diversa fase della gestione aziendale;

• vi è l’esigenza di continuare a mantenere unitarie la direzio-ne e le politiche economiche di tutti gli appartenenti al grup-po. Ciò deve avvenire sia con riguardo agli aspetti produttivi,

commerciali, di investimento e di gestione delle fi nanze del gruppo.

Con l’intento di giungere a una effi ciente gestione dei fl ussi di cassa del gruppo un sistema spesso adottato è appunto quello defi nito dalla prassi come cash pooling. Lo stesso si basa su una serie di rapporti giuridici (in prevalenza rapporti di conto corrente) stipulati tra i diversi soggetti del gruppo e con anche terzi estranei allo stesso. La struttura giuridica che si viene a creare comporta chiaramente particolari conseguenze in tema di contabilizzazione (e tratta-mento fi scale) delle operazioni.

Così brevemente illustrato il meccanismo e le motivazioni il documento Oic detta le regole contabili da seguire.

Società partecipanti al cash pooling. Per tali sogget-ti la liquidità versata nel conto corrente comune è un credito verso la società che amministra il cash pooling stesso. Al con-trario i prelevamenti dal conto corrente comune costituiscono un debito verso il medesimo soggetto.

Questi crediti e debiti verso la società che gestisce il cash pooling sono da indicare in bi-lancio in base al rapporto che intercorre con al società gestrice e quindi nel caso esita un rap-porto partecipativo (come quasi sempre avviene) come:

• credito / debito verso società controllante;

• credito / debito verso società controllata;

• credito / debito verso società collegata.

Trattamento simmetrico è poi dettato per la società che gesti-sce il cash pooling.

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Cash pooling da qualifi care secondo il fi sco. Con riguardo alle conseguenze fi scali già a partire dalla circolare 11/2005 in tema di thin cap l’Agenzia ha suddiviso tale tipologia con-trattuale in due fattispecie. La prima, contratto di zero balan-ce cash pooling, in cui il negozio giuridico intercorrente fra società appartenenti al medesimo gruppo è rappresentato da reciproci accrediti e addebiti di somme di denaro che traggono la propria origine dalla girocontazione giornaliera del saldo in un unico conto corrente. Queste operazioni comportano un effettivo azzeramento delle posizioni debitorie e creditorie e non generano alcun obbligo di restituzione tra le parti. Ne consegue che l’assenza dell’onere restitutorio delle rimesse attive, la reciprocità delle stesse, nonché l’inesigibilità e in-disponibilità del saldo del conto corrente fi no alla chiusura dello stesso, concorrono «a qualifi care l’accordo negoziale secondo caratteristiche non riconducibili a un prestito di de-naro nel rapporto fra le società del gruppo». La seconda, no-tional cash pooling, «costituisce un sistema di compensazione degli interessi tra società appartenenti a uno stesso gruppo». Tale compensazione consente alla società intestataria di ot-tenere che il proprio conto risulti a debito, usufruendo nella sostanza di una forma di fi nanziamento, ancorché indiretta. Secondo la circolare n. 11/2005, «il contratto è giuridicamente assimilabile a un contratto di deposito o conto corrente».

L’assimilazione fi scale procede su due vie Le maggiori convenienze che si ritrovano nel

sistema di cash pooling sono così schematizza-bili: organizzazione più effi ciente dei servizi di tesoreria; monitoraggio continuo delle esigen-ze fi nanziarie specifi che delle singole realtà aziendali; assolvimento delle esigenze di liqui-dità delle varie società consociate da parte di chi gestisce, in modo accentrato, disponibilità fi nanziarie; riduzione del margine di indebita-mento del gruppo nel suo complesso; possibi-lità di registrare signifi cativi decrementi del carico fi scale in capo alle società del gruppo. È evidente come la gestione materiale dei fl ussi effettuata nei confronti dell’esterno da una sin-gola società permette di tenere sotto controllo le operazioni effettuate da tutte le società. È suffi ciente verifi care i movimenti bancari del pooler per conoscere come le disponibilità del gruppo si sono mosse da e verso l’esterno. Ma con il cash pooling è possibile anche ottenere un minor indebitamento o meglio ancora di sfruttare al massimo la possibilità di annullare tra consociate le ineffi cienze che potrebbero prodursi a fronte di situazioni fi nanziarie dif-ferenziate tra le stesse. La logica è semplice. L’alto costo del denaro porta spesso a spendere

non poche energie per riuscire a ottenere la miglior gestione possibile della tesoreria azien-dale. Nei gruppi di imprese ciò non sempre è agevole in quanto un’oculata gestione fi nan-ziaria deve avere sotto controllo non solo le situazioni dei singoli soggetti ma anche quella complessiva del gruppo: occorre prevedere che non esistano sbalzi in tutti i rapporti in esse-re tra società del gruppo e istituti di credito. Per chiarire la situazione ci si può avvalere di un esempio. Immaginiamo la situazione di un gruppo formato da Alfa e Beta i cui due conti corrente presentano il primo un saldo attivo di 100 milioni e il secondo uno passivo di 50. Complessivamente la situazione fi nanziaria del gruppo è positiva (100 – 50 = 50) ma Beta si troverà costretta a pagare interessi passivi all’ente fi nanziatore. I livelli diversi dei tassi di interessi attivi e passivi non permette che la si-tuazione si indifferente. Grazie al cash pooling la gestione della disponibilità fi nanziaria viene invece ricondotta all’interno del gruppo con gli ovvi vantaggi economici: nel caso esposto in precedenza è inutile che Beta ricorra all’indebi-tamento da terzi quando la consociata Alfa ha la possibilità di far fronte a tali esigenze.

Tra i vantaggi il minor indebitamento

Un esempio

Sul pool account si ipotizzi che gli interessi attivi maturino in ragione del 10% lordo annuo (12% sullo scoperto), che i tassi infragruppo coincidano con quelli del pool account e che i tassi d’interesse attivi e passivi che sarebbero praticati dal mercato alle singole società, siano identici. Le giacenze medie risultano:A 1.000B 5.000C (3.600)Ciò stante, deriverebbe la seguente situazione da cui è facile giungere alla valu-tazione dei costi-benefi ci e dell’operazione:

Situazione ante cash pooling

Giacenza media Interessi attivi Interessi passivi Saldo interessi

A = 1.000 x 10 % = 100 100B = 5.000 x 10% = 500 500C = (3.600) x 12% = (432) (432)Totale interessi attivi netti del gruppo 168

Situazione post cash pooling

Interessi attivi Saldo interessi

Giacenza mediaA + B + C = 3.000

x 10% = 300 300

Il risparmio economico è quindi pari a 132 (300- 168).

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Page 25: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

25Lunedì 14 Maggio 2012Lunedì 14 MagC O N TA B I L I TÀ

È possibile semplificare come di seguito esposto l’insieme dei rapporti giuridici conseguenti e

necessari in un accordo di que-sto tipo. Il funzionamento del cash pooling, dando per scon-tato l’accordo tra le società che vi devono partecipare, prevede che l’istituto di credito facci sot-toscrivere alla società pooler un contratto di conto corrente.

Sarà su questo conto corren-te che verranno trasferiti tutti i movimenti (accrediti e addebiti) degli altri conti correnti gestiti in pool.

Automaticamente tutte le operazioni contabilizzate nei diversi conti correnti sono poi accentrate dall’istituto di cre-dito mediante un trasferimento reale delle disponibilità.

In sostanza contabilmente i singoli conti correnti sono au-tomaticamente azzerati dalla banca che trasla i saldi attivi o passivi degli stessi sul pool account.

Tale passaggio può avvenire con una diversa tempistica in base agli accordi raggiunti.

Possono essere trasferiti i sin-goli addebiti o accrediti, il saldo netto risultante a fi ne giornata, a fi ne settimana eccetera.

Per quanto concerne i rappor-ti interni alla scadenza prevista dal contratto, il pooler effettua la liquidazione dei saldi deri-vanti dai reciproci movimenti con il calcolo degli interessi e la compensazione delle partite reciproche.

Per quanto concerne le pat-tuizioni con soggetti esterni si avrà dunque la necessità che il pooler stipuli un contratto di conto corrente in pool con un istituto di credito. Lo stesso dovrà prevedere che i saldi dei conti correnti intestati a cia-scuna consociata (e allo stesso pooler) siano giro contati con cadenza predeterminata sullo stesso.

Ma oltre alla regolamentazio-ne verso l’esterno è necessaria una precisa e specifica con-trattualistica da stipulare tra i soggetti del gruppo. Occorre infatti che:

1. le diverse società conferi-scono mandato (solitamente) alla capogruppo perché si faccia carico di gestire la tesoreria del gruppo;

2. tra le società del gruppo e la mandataria devono essere stipulati appositi contratti di conto corrente che giustifi chino le posizioni debitorie e credito-rie che vengono a crearsi tra di loro in forza del trasferimento dei saldi attivi o passivi dei sin-goli conti correnti su quello in pool.

In pratica in esito alla sotto-scrizione di uno specifi co con-

tratto, regolato dagli artt. 1823 e seguenti del codice civile, i mo-vimenti dei singoli conti corren-te intestati alle società aderenti vengono ad essere riversati, con frequenza che può variare da giornaliera a settimanale, sul-lo specifi co conto corrente che può essere defi nito pool account intestato al pooler.

È bene sottolineare che la corretta gestione del cash poo-ling, non può prescindere dalla regolamentazione contrattuale infragruppo dello stesso.

Tutti i soggetti che sottoscri-vono l’accordo di cash pooling:

• si accollano l’impegno di considerare i crediti reciproci come partite indisponibili fi no alla scadenza indicata dal con-tratto;

• il pooler deve effettuare la liquidazione degli interessi ri-sultanti dalle somme a credito e a debito dei singoli parteci-panti;

• il pooler deve inviare perio-dicamente un estratto conto ai diversi partecipanti al pool.

L’ambito dei rapporti contrat-tuali quindi può essere scisso in due parti distinte (formalmente poi riconducibili a un’unica pat-tuizione complessa):

1. conferimento di un manda-to al pooler per la gestione del pool account e dei rapporti con-trattuali tra gruppo ed istituto di credito;

2. stipula di rapporti di c/corrente tra i diversi soggetti partecipanti al pool.

Una defi citaria o carente re-golamentazione contrattuale tra le singole imprese parteci-panti al pool, potrebbe rendere dubbia la qualifi cazione giuridi-ca degli accordi con conseguen-ze civilistiche e fi scali non di

poco conto.Si pensi per esempio alle pro-

blematiche di natura fi scale che potrebbero conseguire dalla mo-dalità di compensazione degli interessi.

Secondo le norme fi scali le so-cietà che aderiscono a un accor-do di cash pooling, sono tenute a determinare, in sede di scrittu-re di assestamento e di verifi ca di fi ne esercizio, tutti gli inte-ressi attivi e passivi maturati, anche se compensati, poiché ai fini della determinazione del reddito di impresa non rileva il saldo, ma i relativi ammontari complessivi.

L’articolo 89 del dpr 917/1986 stabilisce che «per i contratti di conto corrente e per le opera-zioni bancarie regolate in conto corrente, compresi i conti cor-renti reciproci per servizi resi intrattenuti tra aziende e isti-tuti di credito, si considerano maturati anche gli interessi compensati a norma di legge o di contratto».

Al momento del pagamento degli interessi occorrerà poi verifi care la necessità, o meno, di applicare agli stessi le rite-nute fi scali.

Se le società partecipanti all’accordo sono tutte residenti nel territorio dello stato italia-no, il soggetto erogante non è tenuto a operare alcuna ritenu-ta poiché la somma corrisposta concorre come componente atti-va integralmente alla determi-nazione del reddito di impresa di ogni singolo percipiente Il soggetto erogante non dovrà operare alcuna ritenuta alla fonte, poiché tali interessi co-stituiranno componenti positivi di reddito che concorreranno a formare direttamente il reddito d’impresa imponibile per la so-cietà percipiente (articolo 48, II comma, dpr 917/1986).

In sostanza, gli interessi de-rivanti dai capitali concessi in fi nanziamento perdono la natu-ra di reddito di capitale e ven-gono qualifi cati all’interno delle componenti attive rilevanti per la determinazione del reddito d’impresa.

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Decisivi gli accordi tra le parti

Vale l’esenzione Iva e si evita il registro in mi-sura proporzionale. Se si guarda al trattamento Iva del contratto di cash pooling si giunge a concludere che le operazioni a esso connesse sono da qualifi care come operazioni fi nanziarie e quindi sono prestazioni di servizio da consi-derare esenti ai sensi dell’articolo 10, n. 1, del dpr 633/72.In pratica come sempre accade le prestazioni di servizi rilevanti sono gli interessi che appunto godono del regime di esenzione.Nel caso in cui la controparte non dovesse essere un residente nel territorio nazionale, l’applicazione dell’Iva deve essere effettuata avendo riguardo per il requisito della territo-rialità dell’imposta in base all’articolo 7-ter del dpr 633/72. Trattasi infatti di prestazioni di servizi generica a cui si applica la regola ge-nerale di territorialità delle prestazioni e non le ipotesi in deroga degli articoli successivi del dpr 633/72.Quindi nel caso in cui le operazioni fi nanziarie sono rese a soggetti domiciliati nel territorio stesso o a soggetti ivi residenti che non hanno stabilito il domicilio all’estero e quando sono rese a stabili organizzazioni in Italia di soggetti

domiciliati o residenti all’estero, si considera-no effettuate nel territorio dello stato.Invece nel caso in cui sono resi a soggetti domi-ciliati o residenti in altri stati membri dell’Ue o in stati extra Ue, quando il destinatario è soggetto passivo dell’imposta nello stato este-ro (come logicamente accade nel caso di cash pooling essendo un contratto tra imprese) si considera effettuate in tale territorio estero.Da ciò consegue che se una la società italiana riceve la fattura per interessi, a seguito di un contratto di cash pooling, da una società non residente dovrà considerare la prestazione ter-ritorialmente rilevante con poi l’applicazione della regola di esenzione.Se invece è la società italiana a fatturare gli interessi a una società dell’Ue o extra Ue, l’ope-razione è sempre da considerare non rilevante territorialmente in Italia.Ai fi ni dell’imposta di registro considerata l’al-ternatività tra Iva e registro nel caso di regi-strazione del contratto di cash pooling (che è da effettuarsi in caso d’uso non essendo uno dei casi di registrazione in termine fi sso) è do-vuta l’imposta di registro in misura fi ssa (168 euro) ai sensi dell’articolo 40 del dpr 131/86.

Vale l’esenzione Iva e si evita il registro

Ancora una volta la prassi internazionale prevede una secon-da forma di gestione accentrata della tesoreria, denominata netting. In questa ipotesi viene costituito un conto corrente di corrispondenza che permette alla società incaricata della sua gestione di regolare le posizioni creditore e debitorie di tutti gli appartenenti al gruppo per saldi. In sostanza se: la società Beta vanta un credito di 100 lire nei confronti della società Beta e un debito di 80 verso Gamma; la società Beta vanta un credito di 80 verso la società Gamma; tutte queste partite vengono regolate tramite il pagamento del saldo netto di 20 da parte di Beta a favore di Alfa.Il netting offre in pratica la possibilità di compensare debiti e crediti reciproci e non solo all’interno del gruppo. Tramite cessioni di credito o delegazioni di pagamento o accolli di debiti è data la possibilità di assolvere agli obblighi di paga-mento contratti tramite il pagamento effettuato da quella società che in quel momento presenta la migliore performan-ce fi nanziaria. Anche in questo caso la prima esigenza che spinge i gruppi ad adottare il netting è quella di ottenere uno stretto controllo sulla situazione fi nanziaria del gruppo nel suo complesso, ma non vi è da dimenticare che tale strumento permette di ridurre il numero delle operazioni fi nanziarie con un conseguente abbattimento dei costi di commissione solitamente dovute agli intermediari fi nanziari.

Netting, tutto è regolato per saldi

Così i rapporti contrattuali nel cash pooling

consociata

consociata poolerIstituto

di credito

consociata

Conti corrente infragruppo

Conferimento di mandato al pooler

Rapporto di conto corrente in pool

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PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 30/04/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 99,750 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 99,910 HBOS TREASURY SERVICES PLC A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

4,30% International Serie X Giugno 2007 98,811 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 99,280 MORGAN STANLEY A2 | A- | A UBS Ltd Aa3 | A | A

Convergence Serie XI 2007 99,750 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XII 2007 98,811 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

Convergence serie XIV 2007 99,910 HBOS TREASURY SERVICES PLC A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 100,542 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 99,820 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 96,510 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Crescita Sicura Serie III 2007 96,960 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 99,660 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 94,601 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 99,900 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 99,300 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

Crescita Sicura Serie V 2007 99,750 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Crescita Sicura Serie VI 2007 98,811 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 99,490 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Crescita Sicura Serie VII 2007 99,910 HBOS TREASURY SERVICES PLC A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 100,310 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Crescita Sicura Serie VIII 2007 95,530 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 99,470 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 99,320 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 99,330 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A HVB HYPO-UND EREINSBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 99,660 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU’ INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 99,490 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XIV OTTOBRE 2006 99,900 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XV NOVEMBRE 2006 99,470 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

EUROSTOXX 4% PIU’ SERIE XVI DICEMBRE 2006 99,320 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% PIU’SERIE XIII SETTEMBRE 2006 100,310 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 99,820 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 99,300 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 100,542 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 96,510 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 94,410 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE IX 100,542 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A-

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE V 99,660 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE VI 99,300 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE X 99,490 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XI 100,310 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XII 99,900 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XIII 99,470 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2006/2012 SERIE XIV 99,320 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 6Y” BSG 2007/2013 SERIE V 96,510 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX “EUROSTOXX50 - SWING 6Y” BSG-2007/2013 SERIE II 99,820 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 95,530 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 98,811 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 99,750 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 99,910 HBOS TREASURY SERVICES PLC A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

PROSPETTO DEI VALORI CORRENTI DELLE

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 30/04/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

Adesso Index Aprile ‘07 95,430 MERRILL LYNCH & CO. INC. Baa1 | A- | A BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Adesso Index Febbraio ‘07 99,237 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl Baa2 | BBB- | BBB * BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Alba Carim Index 08/07 100,061 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Alti Percorsi Index 1 – 2007 99,849 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA Baa1 | - | - UBS Ltd Aa3 | A | A

Carichieti Index Linked 2007 98,651 INTESA SANPAOLO S.p.A. A2 | BBB+ | A- BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

Creberg altiplano marzo 07 99,197 CREDITO BERGAMASCO S.p.A. - | BBB- | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Altiplano Aprile ‘07 95,290 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Polar Aprile ‘07 95,110 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Derby Index Linked Dicembre 2006 96,320 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB UNICREDIT S.p.A. A2 | BBB+ | A- **

Derby Index Linked Ottobre 2006 96,920 BANCA POPOLARE DI BARI Scrl - | (1) | - BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 99,120 INTESA SANPAOLO S.p.A. A2 | BBB+ | A- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Index Scatto piu’ Persona Life 99,300 SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Index Up 1-2008 93,950 MORGAN STANLEY A2 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Scelgo Index 10 99,975 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

Scelgo Index 11 99,804 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - CITIBANK N.A. A1 | A | A

Scelgo Index 13 99,463 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | A+ | A

Scelgo Index 14 99,090 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - JP MORGAN CHASE BANK Aa3 | A | AA-

Treviso Index 2007 99,849 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA Baa1 | - | - UBS Ltd Aa3 | A | A

Carismi Più Certezza 10 99,503 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Carismi Più Certezza 11 101,870 BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A- BANCO BILBAO SA Aa3 | BBB+ | A

Carismi Più Certezza 3 99,443 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Carismi Più Certezza 5 99,660 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

CARISMI Più Certezza 8 91,050 UNICREDIT S.p.A. A2 | BBB+ | A- ** SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Carismi Più Certezza 9 90,540 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

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Page 27: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

27Lunedì 14 Maggio 2012

DI MASSIMILIANO TASINI

Niente rimborso Irap al professionista organiz-zato. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione

con ordinanza 3 aprile 2012, n. 5320.

La questione processuale. L’affermazione resa dalla Corte di cassazione è senza dubbio in linea con l’orientamento con-solidato. Occorre però stabilire sul piano concreto in cosa con-sti l’organizzazione. Nel caso oggetto di esame da parte della Corte i giudici hanno giudicato legittimo il diniego all’istanza di rimborso Irap presentata da un professionista dotato di beni strumentali sofi sticati e tecnolo-gicamente avanzati e in presenza di rilevanti compensi per servizi esternalizzati. Ma in pratica le situazioni sono molto più incerte, e di qui incerta è anche la spet-tanza dell’esclusione.

I parametri. I due parame-tri per l’esclusione sono noti: dipendenti e beni strumentali. Sono due parametri alternativi, nel senso che è suffi ciente an-che la ricorrenza di uno solo di questi affi nché possa ritenersi sussistente l’organizzazione, e per conseguenza dovuta l’Irap. Per quanto riguarda i beni stru-mentali la Corte ritiene che se il professionista ne utilizzi in ecce-denza, per quantità o valore, ri-spetto alle necessità minime per lo svolgimento della propria at-tività, l’esclusione non compete. In merito ai dipendenti, la Cor-te ha ritenuto che la presenza degli stessi denoti parimenti la sussistenza del fattore organiz-zazione,

Beni strumentali. Non sem-pre beni strumentali superiori a quelli «minimali» sono indice di organizzazione. Occorre infatti anche tenere conto della parti-colare attività esercitata, come ad esempio è il caso dei medi-ci convenzionati che, in virtù dell’accordo collettivo nazionale, devono disporre necessariamen-te di attrezzature minime, dove però il concetto di minimo non è quello di indispensabili, richiesto ordinariamente dalla giurispru-denza. La questione, oggetto anche della circolare n. 28/E del 2010 è stata piu volte trattata dalla stessa Cassazione, che ha espresso analogo principio. Più precisamente la Corte ha pre-cisato che la disponibilità di un proprio studio preso in locazione nel caso specifi co non è rilevante, in quanto trattasi di elemento in-dispensabile ai fi ni della instau-razione e del mantenimento del rapporto in convenzione (Cass. 10 maggio 2011 n. 10295) con l’Autorità Sanitaria.

Sempre riguardo al tema, occorre valutare quale effetto produca l’inserimento del pro-fessionista-imprenditore nella struttura di altri. Al riguardo la Corte ritiene che tale circostanza non comporti l’esistenza di una autonoma organizzazione, con

conseguente spettanza dell’esclu-sione da Irap (Cass. 4 aprile 2012 n. 5396). Dunque, l’inserimento in una altrui organizzazione non è rilevante. Sul piano generale vale però il principio di cui sopra, e dunque solo la presenza di beni strumentali limitati comporta l’esclusione del tributo.

Dipendenti e collaborato-ri. I compensi a terzi, quale che sia la tipologia del rapporto, non sempre denotano la sussistenza di una organizzazione. In linea di massima, il criterio guida è costituito dalla stabilita del rap-porto. Se si ha a che fare con un dipendente o una collaborazione non saltuaria l’esclusione non compete.

La Cassazione ha però preci-sato da un lato che:

- erra la Ctr se dispone l’esclu-sione da Irap se la relativa sen-tenza non ha tenuto conto, come richiesto dall’Agenzia, dell’entità dei compensi corrisposti a terzi per prestazioni professionali.

Dall’altro, che - non erra la Ctr quando af-

ferma che non rileva la presen-za di un dipendente con meri compiti esecutivi: accogliere i clienti e fissare appuntamenti infatti costituirebbe - come in effetti costituisce - un mero au-silio all’attività professionale, al pari dei beni strumentali, se di modesto ammontare (Cass. n. 15803/2011);

- è comunque necessario valu-tare le effettive modalità di im-piego del collaboratore non occa-sionale (Cass. n. 1868/2008).

Rettificabilità della di-chiarazione. Con Sentenza 12 dicembre 2011, n. 26512, la Cor-te di Cassazione ha chiarito che è emendabile, anche in sede di impugnazione di una cartella di pagamento, l’errore, di fatto o di diritto, commesso dal contribuen-te nella dichiarazione Irap, se egli ritiene di non essere tenuto al pagamento di tale imposta.

L’imprenditore. I criteri adottati dalla Cassazione per i liberi professionisti riguardano anche gli imprenditori. La Cor-te di cassazione, con ordinanza n. 16340, depositata il 27 luglio 2011, ha infatti sostenuto che il requisito dell’autonoma organiz-zazione deve sussistere anche in capo all’imprenditore e non solo al libero professionista: in man-canza, anche nei suoi confronti compete l’esclusione da Irap. La Corte precisa che un’attività può dirsi autonomamente orga-nizzata quando: il contribuente è l’unico responsabile dell’orga-nizzazione e non è inserito in strutture organizzate da altri; il contribuente utilizza beni stru-mentali eccedenti il minimo in-dispensabile per lo svolgimento dell’attività.

Sulla scorta di tali argomen-tazioni, ad esempio, ben può es-sere escluso da Irap l’agente di commercio, che produce reddito di impresa e non di lavoro au-tonomo (Cass. 12 gennaio 2012 n. 251).

Lo studio non dev’essere organizzato

No al rimborso Irap per il professionista

Index Linked Bull Dividend 97,710 BARCLAYS BANK PLC Aa3 | A+ | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Nikkei Avenue 99,200 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB INTESA SANPAOLO S.p.A. A2 | BBB+ | A-

SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 150,590 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie I 151,580 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie II 150,590 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie III 149,590 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie IV 148,590 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie V 150,730 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 30/04/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

POLIZZE INDEX LINKED

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 30 APRILE 2012

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 30/04/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 96,960 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 94,601 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

Lombarda vita 6&6 97,810 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 98,860 MORGAN STANLEY A2 | A- | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 103,930 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Lombarda Vita BRIC 40 “5 + 5” 96,590 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

LOMBARDA VITA BRIC 40 “5,10 + 5,10” 94,560 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Lombarda Vita Classic Markets 99,509 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Lombarda Vita Classic Markets New 96,630 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BANCO BILBAO SA Aa3 | BBB+ | A

Lombarda Vita Euro Sector 96,640 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - FORTIS BANK SA A1 | AA- | A

Lombarda Vita Euro Sector New 95,130 BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A- BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 95,530 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Presente e Futuro Serie XVI 2007 95,530 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 99,820 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 96,510 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 96,960 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 94,601 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A- | A

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 100,310 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 99,970 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 99,900 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 99,470 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 99,320 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LI 2006 99,300 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A- | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LIII 2006 100,542 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A-

Tortona Borse Piu’ Index Serie LV 2006 100,310 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LVI 2006 99,900 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Tortona Borse Piu’ Index Serie LVIi 2006 99,470 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Tortona Borse Piu’ Index Serie XLIX 2006 99,660 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | - | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

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Page 28: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

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Nuova linfa per i marchi made in ItalyArrivano i fondi per aiutare le imprese

a registrare i propri marchi. Il ministero dello Sviluppo economico ha infatti deliberato lo stanziamento di 4,5 milioni di euro a favore delle pmi che decideranno di registrare il proprio marchio a livello comunitario e interna-zionale. Una boccata d’ossigeno, insomma, peraltro in un settore che gli studi d’affari conoscono molto bene, cioè quello della tutela della proprietà intellettuale (Ip) Il bando, predisposto dalla Direzione Generale per la lotta alla contraffazione-Uffi cio italiano brevetti e marchi, in collaborazione con Unionca-mere, è stato pubblicato nei giorni scorsi in Gazzetta Uffi ciale. L’importo dell’age-volazione, come ha spiegato il Mise in una nota, «può variare dai 4 ai 6 mila euro per ciascuna domanda di marchio depositata e a copertura dell’80% o del 90% delle spese ammissibili sostenute in funzione dei paesi designati per la registrazione. L’impresa può presentare più domande di registrazione di marchi e le agevolazioni non potranno superare, in questo caso, 15 mila euro per impresa. Le domande di agevolazione possono essere presentate a Unioncamere, soggetto gestore del bando, a partire dal 4 settembre 2012 (ovvero il 120° giorno successivo alla pubblicazione in Gazzet-ta). Le risorse saranno assegnate con procedura valutativa a sportello secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande e sino all’esaurimento delle stesse». Per le imprese, e per i legali che li seguono, si tratta di una buona occasione per emergere sui mercati internazionali.

Roberto Miliacca

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La primavera dell’Antitrust

piace agli studiDI MARIA CHIARA FURLÒ

Questa primavera soffi a un vento fresco di cambiamento per l’Au-torità garante della concorrenza e del mercato, dovuto alle recenti no-

vità normative portate dai decreti «Salva Italia» e «Cresci Italia». Nel caso specifi co della tutela dei consumatori, con il «decre-to liberalizzazioni» (dl n. 1 del 24 gennaio 2012) sono state introdotte: la tutela am-ministrativa contro le clausole vessatorie inserite nei contratti tra professionisti e consumatori, l’elaborazione di un rating di legalità per le imprese, la semplifi cazione delle condizioni di accesso alle azioni di classe ed infi ne, l’estensione della tutela dalle pratiche commerciali scorrette e ag-gressive anche alle microimprese. La legge 201/2011, all’art. 35 invece si è occupata di un vero e proprio «Potenziamento dell’Au-torità antitrust». Questa previsione legi-slativa ha, infatti, accordato all’Agcm la legittimazione a impugnare dinanzi al Tar del Lazio gli atti amministrativi generali, i regolamenti e i provvedimenti di qualsiasi amministrazione pubblica ritenuti lesivi della concorrenza nel mercato. Tutto que-

sto potrebbe avere numerose conseguenze sulle gare indette dalla pubblica ammini-strazione. Dei nuovi poteri dell’Antitrust e sugli effetti sul contenzioso, AvvocatiOggi ha parlato con alcuni dei maggiori studi che si occupano di regolazione in Italia. L’aggiunta di un art. 21-bis alla legge n. 287/90, per esempio, è stata accolta favorevolmente da buona parte dell’av-vocatura specializzata. Commenti posi-tivi per esempio, da Norton Rose, Nctm , Pietrosanti Paparo & Associati, Pavia Ansaldo e Freshfi elds Bruckhaus Derin-ger che apprezzano l’intento normativo e ne sottolineano la chiarezza; qualche dub-bio sull’applicabilità invece, lo esprimono Simmons & Simmons e da Cms Adonni-no Ascoli & Cavasola Scamoni. Anche lo Statuto delle Imprese ha ampliato i poteri dell’Agcm affi dandole, tra l’altro, il potere di «verifi care le condizioni di trasparenza del comportamento degli intermediari fi -nanziari nei rapporti con le imprese e di accertare pratiche concertate, accordi o in-tese», in questo ambito con Allen & Overy e Gogcp abbiamo discusso sull’eventuale duplicazione di poteri fra Banca d’Italia e Agcm.

AvvocatiOggi ha sentito alcune delle law i rm che si occupano di regolamentazione in Italia per una prima valutazione sui nuovi poteri dell’Agcm: quasi del tutto positiva

Non è da tutti avere ex presidente della Repubblica per collega. È Ni-colas Sarkozy, sconfi tto alle elezioni francesi da François Hollande, che ha fatto sapere che tornerà presto ad essere l’avvocato Sarkozy del Foro di Parigi, come hanno confi dato alcuni suoi stretti collaboratori, conferman-do così defi nitivamente l’addio dell’ex presidente alla politica. Certo, diffi ci-le immaginare che l’avvocato Sarkozy, entrato nell’Ordine professionale 30 anni fa, possa tornare a rapportarsi con la clientela esattamente come un altro suo collega: dopo qualche de-cennio di attività politica, durante la quale è stato costretto a sospendersi dall’attività per incompatibilità con la sua prima attività di governo, l’ex presidente sarà un po’ «arrugginito», ed è più probabile che si rivolgano a lui soprattutto clienti che necessi-teranno della sua consulenza come esperto di relazioni istituzionali. Sarkozy ha comunque conservato sempre, anche in questi anni, la sua partecipazione nello studio legale del suo associato Arnaud Claude. Buon lavoro, monsieur avocat!

CODICI & PANDETTE

Giovanni Pitruzzella, presidente Autorità garante della concorrenza e del mercato

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Page 30: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

II Lunedì 14 Maggio 2012 S T U D I & C A R R I E R E

Pagine a cura DI MARIA CHIARA FURLÒ

Questa primavera soffi a un vento fresco di novità per l’Autorità garante della concorrenza e del mer-

cato: un articolo della manovra Salva Italia, il 35 della legge 201 del 2011 per la precisione, ne ha infatti potenziato e ampliato le competenze. La legge ha accor-dato all’Antitrust la legittima-zione a impugnare dinanzi al Tar del Lazio gli atti amministrativi generali, i regolamenti e i prov-vedimenti di qualsiasi ammini-strazione pubblica ritenuti lesivi della concorrenza nel mercato.

Tutto questo però potrebbe avere conseguenze sulle gare indette dalla pubblica ammi-nistrazione, e alcune law fi rm hanno già espresso alcuni dub-bi, ma anche, in alcuni casi, approvazione per la normativa. AvvocatiOggi ha voluto approfondire l’argomento con alcuni fra i maggiori esperti di Antitrust italiani.

Chi, per esempio, giu-dica favorevolmente l’aggiunta di un articolo 21-bis (Poteri dell’Auto-rità garante della concor-renza e del mercato sugli atti amministrativi che determinano distorsioni della concorrenza) alla legge 10 ottobre 1990, n.287, è Andrea Zulli partner di Norton Rose. «Il fatto che l’Antitrust possa ora emettere pareri mo-tivati e, soprattutto, impugnare l’atto amministrativo laddove l’ente locale non si conformi al parere, potrà auspicabilmente avere l’effetto di aumentare il livello di attenzione posta dagli enti locali nell’articolare e redi-gere bandi e documentazione di gara, fi n dal momento della loro emissione, al fi ne di escludere la formulazione di parametri potenzialmente lesivi della con-correnza», dice Zulli.

«Da un punto di vista genera-le, è inoltre interessante notare come tale previsione abbia este-so l’ambito della legittimazione attiva all’impugnativa diretta dei bandi di gara, attraverso il riconoscimento ex lege in capo all’Agcm di un (limitato) inte-resse ad agire».

Favorevole alla nuova norma anche Tommaso Paparo socio fondatore dello studio legale Pietrosanti Paparo & Asso-ciati: «In sostanza, l’articolo 35 ha una peculiare valenza ope-rativa in quanto mira a far ri-muovere nel concreto gli ostacoli alla concorrenza e l’eccesso di sovrastrutturazione burocratica propria del paese che generano diseconomie e inefficienze. La norma è stata redatta con una tecnica chiara, semplice e line-are e quindi sarà di immediata

applicazione. È uno stru-mento prezio-so», aggiun-ge Paparo, «in quanto consente di tradurre le norme, anche comunitarie, generali ed astratte, che dovrebbero però essere di immediata applicazione, i n a z i o n i concrete, at-tuative di tali precetti e propulsive della liberalizzazione delle risorse migliori: in sostan-za, recide i nodi che precludono il libero accesso al mercato ed il

dispiegarsi della libera iniziati-va economica, di cui purtroppo notoriamente il paese soffre in molti settori».

Per Luca Toffoletti partner di Nctm, «è una novità di ri-lievo, che risponde all’esigenza, senz’altro condivisibile, di assi-curare un’estesa applicazione del diritto antitrust all’esercizio della funzione amministrativa,

eliminando vincoli e ostacoli all’attività economica che risulti-no discriminatori, non proporzio-nati e non necessari alla tutela dell’interesse pubblico. La porta-ta della norma è molto ampia e va anche al di là del suo sempli-

ce tenore letterale: si pensi alla possibilità, una volta instaurato il giudizio, di sollevare questioni di legittimità costituzionale delle leggi o chiedere il rinvio pregiu-diziale alla Corte di giustizia per l’interpretazione del diritto euro-peo». «Qualche dubbio», comun-que, aggiunge Toffoletti, «sorge sulla reale effi cacia applicativa: data la particolare esiguità del suo organico, sembra difficile che l’Autorità possa monitorare, d’uffi cio, la produzione di atti e provvedimenti di tutta la pubbli-ca amministrazione per avviare la nuova azione prevista dalla legge».

Il contenzioso, comunque, non potrà che aumentare

Anche Filippo Fioretti, capo del dipartimento Antitrust di Simmons & Simmons, ha manifestato di apprezzare l’in-tento della norma in questione, esprimendo però dei dubbi sulla sua applicabilità: «Nella misura in cui l’Autorità sarà in grado di affrontare con mezzi e staff adeguati questa nuova sfi da, e quindi, l’esercizio di questo pote-re, ci potrà senz’altro essere un impatto importante. Già nelle

primissime applicazioni (v. parere vicenda Cotral), soprattutto in occasione di gare pubbliche, questo potere sarà esercitato ed avrà degli impatti notevo-li. Deve ricordarsi che si potrà arrivare fi no al bloc-co di alcune procedure ad evidenza pubblica laddo-ve le stesse presentassero delle caratteristiche che violano le norme a tutela della concorrenza.

Questo decreto porterà quindi, ad un aumento del contenzioso ammini-strativo. Ora bisogna ca-pire se l’Antitrust sarà in grado di raccogliere que-

sta sfi da, se avrà le risorse e lo staff necessario (le segnalazioni sono tante e dal punto di vista dei poteri di uffi cio non si può pretendere che l’autorità metta in piedi una squadra di chissà quante persone adibita solo a

questo tipo di attività)».Per l’Autorità antitrust si trat-

ta di acquisire un potere di impu-gnativa della portata applicativa molto ampia, abbiamo chiesto ai professionisti intervistati cosa ne pensano e quali correzioni normative proporrebbero.

Stefano Grassani, partner responsabile del dipartimento antitrust di Pavia e Ansaldo ipotizza un’evoluzione del setto-re: «Io credo che il futuro della Autorità debba essere quello di un pubblico ministero della concorrenza, come tale capace di proporre azioni per la tutela antitrust in tutti i settori e modi. Ovviamente, questo almeno il mio auspicio, un modello del ge-nere dovrebbe comportare sim-metricamente, per coerenza, il superamento dell’impostazione attuale ed il passaggio ad una struttura tipo quella americana, dove le vicende antitrust sono poi

decise, nel pieno contraddittorio, da un terzo giudice indipenden-te. L’art. 35, se vogliamo, questo modello persegue».

L’ampia portata della norma non sembra costituire un pro-blema per Enzo Cannizzaro, of counsel dello studio CMS Adon-nino Ascoli & Cavasola Sca-moni. «I redattori della norma si sono chiaramente ispirati alla norma del Tfue che disciplina il potere della Commissione euro-pea di adire la Corte di giustizia in seguito a infrazioni da parte

degli stati membri. Se così fosse, occorrerebbe allora interpretare il combinato disposto dei commi 1 e 2 nel senso che l¹adozione di un parere motivato, e l’inu-tile decorso del termine per conformarsi a favore della p.a., costituiscano un presupposto dell’azione di fronte al Tar. Qual-che dubbio si potrebbe esprimere sulla circostanza che l’Autorità debba avvalersi dell’Avvocatu-ra dello stato. Con un po’ di co-raggio in più si sarebbe potuto confi gurare una legittimazione attiva dell’Autorità a proporre direttamente il ricorso».

«L’ambito di applicazione è in-dubbiamente assai ampio, ma è prevedibile che l’Autorità inter-verrà su casi «pilota», idonei cioè a dare un chiaro segnale inter-pretativo alle amministrazioni ed al mercato», secondo Tom-maso Salonico, responsabile dell’area di pratica Antitrust,

competition and trade di Freshfi elds Bruckhaus Deringer. «Per evitare o ridurre l’effetto sull’al-lungamento dei tempi per conseguire la certezza della stabilità degli atti amministrativi, potrebbe essere opportuno preve-dere un obbligo dell’Auto-rità a pubblicare sempre tempestivamente (anche con una breve notizia sul sito web) l’eventuale pa-rere motivato trasmesso all’amministrazione, dan-do in tal modo trasparen-za sugli atti il cui giudizio di legittimità potrebbe es-sere avviato in un termine più lungo di quello dei 60

giorni».

Anche lo Statuto delle imprese ha rivisto i poteri dell’Agcm

Ma il decreto Salva Italia non è l’unico atto ad essere ultima-mente intervenuto sulla sfera dei poteri dell’Agcm, lo Statuto delle Imprese (legge 11 novem-bre 2011, n. 180), che recepisce la Comunicazione della Commis-sione europea del 25 giugno 2008 (cosidetto Small Business Act per l’Europa), ha notevolmente

Giudizio sostanzialmente positivo dei legali esperti di regolamentazione sul dl liberalizzazioni

I nuovi poteri dell’Antitrustresponsabilizzano il mercato

Tommaso Paparo

Andrea Zulli

Filippo Fioretti Stefano Grassani

Luca Toffoletti

Enzo Cannizzaro

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IIILunedì 14 Maggio 2012LuneS T U D I & C A R R I E R E

ampliato i poteri dell’Autorità affidandole, tra l’altro, il pote-re di «verifi care le condizioni di trasparenza del comportamento degli intermediari fi nanziari nei rapporti con le imprese e di accer-tare pratiche concertate, accordi o intese».

La disposizione risponde alla

fi nalità di favorire la trasparen-za nei rapporti tra intermediari fi nanziari e micro-piccole-medie imprese e di assicurare «condizio-ni di accesso al credito informato, corretto e non vessatorio» anche a tali soggetti. La norma sembra introdurre una nuova fattispecie sostanziale, il cui

enforcement è affi dato all’Autho-rity antitrust, volta a garantire condizioni di trasparenza nel-le condotte degli intermediari finanziari verso le imprese. In questo modo però non si rischia di determinare una potenziale duplicazione con i poteri della Banca d’Italia?

No, secondo Silvia D’Alber-ti, partner antitrust di Allen & Overy: «Entrambe le normative

si occupano di correttezza di comportamenti delle banche verso le imprese allo scopo di aumentare la competitività del si-stema. Tuttavia, mentre la normativa della Banca d’Italia è fi nalizzata a ga-rantire la piena consape-volezza del cliente, anche persona fi sica, nei rappor-ti con la banca e, quindi, la salvaguardia della reputazione della banca stessa e, in ultima anali-si, la sua sana e prudente gestione, i poteri conferi-ti all’Agcm dallo Statuto delle imprese sono volti a garantire la trasparenza del comportamento degli

intermediari fi nanziari nei rap-porti con le imprese, soprattutto con riferimento all’accertamen-to di possibili illeciti anticoncor-renziali». La disposizione dello Statuto delle imprese allarga, di fatto, ai rapporti business-to-bu-siness il controllo di trasparenza del comportamento degli inter-mediari fi nanziari fi nora eserci-tato dall’Agcm esclusivamente

a tutela dei consumatori (ai sensi della disciplina in tema di pratiche com-merciali scorrette), secon-do Alberto Pera, senior partner del dipartimento antitrust di Gianni Ori-goni Grippo Cappelli & Partners: «È però da osservare che in que-sto caso oltre ad avere maggiori poteri investi-gativi, l’Autorità potrà irrogare sanzioni più elevate rispetto a quelle che essa può attualmen-te comminare in presen-za di analoga infrazione nell’ambito dei rapporti

con i consumatori. Infatti, la sanzione amministrativa pecu-niaria può nel nostro caso arri-vare fi no al 10% del fatturato realizzato dall’intermediario, contro un massimo di 500.000 euro nel caso di credito al con-sumo. Certo, resta da verifi care se e in che misura la nuova com-petenza assegnata all’Agcm si sovrapponga ai poteri attribuiti in materia di trasparenza alla Banca d’Italia, determinando una potenziale duplicazione. Sul tema peraltro esistono po-sizioni diverse, e siamo in attesa della pubblicazione di una pro-nuncia dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato, chiamata a pronunciarsi su alcuni ricorsi in materia appunto di credito al consumo, che dovrebbe chiarire in che misura le due competen-ze (generale e settoriale) siano compatibili.

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DI SARA SELIGASSI

Ulteriori novità sul fronte delle clausole vessatorie nei contratti sono state introdotte dal cosiddetto pacchetto liberalizzazioni. Una nuova inibitoria ad uso e consumo dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Agcm) è stato infatti prevista dall’articolo 5 della legge n. 27/2012, di conversione del decreto legge 1/2012. L’Antitrust potrà bloccare la clausola vessatoria o su richiesta delle associazioni dei consumatori o direttamente d’ufficio, semplicemente se ne ha avuto notizia. La novità va a integrare il Codice del consumo (decreto legisla-tivo 6 settembre 2005, n. 206). Insomma, per dichiarare una clausola vessatoria e annullarla, l’Agcm, sentite le associazioni di categoria rappresentative a livello nazionale e le camere di commercio interessate o loro unioni, dichiara la vessatorietà delle clausole inserite nei contratti tra professionisti e consuma-tori che si concludono mediante adesione a condizioni generali di contratto o con la sottoscrizione di moduli, modelli o formu-lari. La consultazione avverrà in modalità online su un’appo-sita sezione del sito internet dell’Autorità dedicata all’attività istituzionale.Insomma, l’azione inibitoria, prevista oggi su richiesta delle associazioni dei consumatori con l’ausilio della magistratura ordinaria, è stata spostata davanti all’Antitrust. Potranno così essere chiamati in causa il professionista o l’associazione di pro-fessionisti che utilizzano o che raccomandano l’utilizzo di condi-zioni generali di contratto e potrà essere richiesto all’Antitrust di inibire l’uso delle condizioni di cui sia accertata l’abusività. Inibitoria che potrà essere concessa quando ricorrono giusti motivi di urgenza. E l’impresa potrà ricorrere contro la decisione direttamente al Tar. Secondo la circolare del 9 aprile emanata dall’Assonime, l’Autorità non può irrogare sanzioni al profes-sionista che abbia fatto uso di clausole vessatorie, né imporgli di rimuovere le clausole vessatorie dai propri contratti.

SULLE CLAUSOLE VESSATORIE

Interventi d’ufficio dell’Agcm

Supplemento a cura di ROBERTO MILIACCA

[email protected]

Articolo 5 dl 24 gennaio 2012, n. 1 Tutela amministrativa contro le clausole vessatorie

È stata introdotta una tutela amministrativa contro le clausole vessatorie secondo la quale l’Autorità ga-rante della Concorrenza e del Mercato, d’ufficio o su denuncia dei consumatori interessati, potrà dichiarare la vessatorietà delle clausole inserite nei contratti tra professionisti e consumatori.Il provvedimento che accerta la vessatorietà della clau-sola sarà diffuso anche per estratto mediante pubblica-zione su apposite sezioni del sito internet istituzionale dell’Autorità e sul sito dell’operatore che adotta la clau-sola ritenuta vessatoria. In caso di inottemperanza l’Autorità applica una san-zione amministrativa pecuniaria.È previsto inoltre che le imprese possano interpellare preventivamente l’Autorità ai fini di una valutazione della vessatorietà di una clausola.L’Autorità, con proprio regolamento, disciplina la pro-cedura istruttoria. Contro gli atti dell’Autorità sarà competente il giudice amministrativo.

Articolo 5-ter dl 24 gennaio 2012 n. 1 Rating di legalità delle imprese

È prevista l’elaborazione, ad opera dell’Agcm e dei ministeri dell’interno e della giustizia, di un rating di legalità per le imprese operanti nel territorio nazionale; del rating attribuito si terrà conto in sede di concessio-ne di finanziamenti pubblici da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché in sede di accesso al credito bancario.

Articolo 6 dl 24 gennaio 2012 n. 1 Norme per rendere efi cace l’azione di classe

Viene introdotta una semplificazione delle condizioni di accesso all’azione di classe. Non sono più richiesti diritti e situazioni identi-che, bensì diritti e situazioni omogenee. In caso di accoglimento di un’azione di classe il giudice assegna alle parti un termine, non su-periore a novanta giorni, per addivenire ad un accordo sulla liquidazione del danno.

Articolo 7 dl 24 gennaio 2012 n. 1 Tutela delle microimprese da pratiche commerciali ingannevoli e aggressive

Si prevede che tutte le entità, società di persone o associazioni, che, a prescindere dalla forma giuri-dica esercitano un’attività economica artigianale e altre attività a titolo individuale o familiare, occupando meno di dieci persone e realizzando un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiori a due milioni di euro, possono beneficiare della tutela da pratiche commercia-li scorrette e aggressive prevista dal Codice del Consumo. La tutela prevista finora solo per il consumatore viene quindi estesa anche alle mi-croimprese.

Articolo 8 dl 24 gennaio 2012 n. 1 Contenuto delle carte di servizio

Viene ampliato il contenuto delle carte di servizio che dovranno indicare in modo specifico i diritti, anche di natura risarcitoria, che gli utenti pos-sono esigere nei confronti dei gestori del servizio e dell’infrastruttura.

Sintesi curata da Claudia Gargano, Centro studi Orrick

IL PACCHETTO LIBERALIZZAZIONI DEL GOVERNO MONTI

Le novità in materia di tutela dei consumatori

Tommaso Salonico Alberto Pera

Silvia D’Alberti

DI DUILIO LUI

Un network costituito dai legali e gli economisti italiani che a Bruxelles si occupano di questioni re-lative alla concorrenza. È Antitrust Italia, iniziati-va fondata da Francesco Carloni (Shearman & Sterling), Giorgio Castal-do (Commissione Euro-pea – Direzione Generale Concorrenza), Luca Croc-co e Gianni De Stefano (entrambi di Latham & Watkins), infine Massimo Tognoni (Lear). «Abbiamo voluto creare una rete aperta tra i professionisti presenti nella capitale belga, che a diverso titolo, dagli avvocati ai legali in-terni alle aziende, dai lobbisti agli economisti, ai ricercatori, si occupano di antitrust», spie-ga Crocco. Tra i principi alla base dell’aggre-gazione: indipendenza, nel senso di rifi utare approcci lobbistici o di marketing; periodicità degli eventi, in modo da tenere vivo il dibatti-to sui temi caldi del momento; partecipazione attiva (dai convegni ai seminari, dai pranzi agli aperitivi), in modo da coinvolgere tutti. In poco meno di un anno dalla costituzione, si contano circa 150 iscrizioni (per circa il 40% appartenenti alle law-fi rm, con una folta rappresentanza anche di professionisti in ca-rico ad aziende o istituzioni comunitarie): per diventare membri non è prevista una quota d’iscrizione o abbonamento.

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A Bruxelles gli esperti di Antitrust fanno network

Luca Crocco

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IV Lunedì 14 Maggio 2012 A T T UA L I TÀ

I legali italiani che si occupano del settore esprimono un giudizio favorevole sulla superauthority

Nell’Uk si va verso l’Antitrust unicoDal 2014 scomparirà l’attuale dualismo tra l’Oft e la Cc

DI FEDERICO UNNIA

L’idea di fondo è di ren-dere più semplice e razionale l’intervento antitrust in Inghil-

terra, attualmente basato su di un dualismo tra Offi ce of Fair Trade (Oft) e Competi-tion Commission (Cc), per-mettendo una maggiore re-golazione dei mercati e, più in generale, una maggiore protezione dei consumatori. L’unione delle due autorità competenti in materia anti-trust e di tutela dei consu-matori in un unico organismo dovrà portare a maggiore effi cienza, sia operativa sia decisionale. Non è del resto un mistero che il progetto nasce anche dall’esigenza di assicurare una rigorosa ap-plicazione della normativa antitrust e di protezione dei consumatori con un costo mino-re rispetto a quello attualmente erogato per il mantenimento di due autorità.

Stiamo parlando del proget-to inglese che vedrà la luce nel 2014 e porterà a una super au-tority in materia di antitrust. Riforma cui per altro guarda-no con molto interesse alcuni dei maggiori esperti italiani in materia

Secondo Stefano Grassani, capo della practice Antitrust di Pavia e Ansaldo, il proget-to va salutato positivamente. «Può essere utile per le impre-se, perché certamente unifi ca procedimento che oggi possono frammentarsi in vari passaggi. Il rischio maggiore è che, con la perdita della dualità di organi-smi, si perda anche in qualche misura che doppio controllo che, nel settore delle concentra-zioni, vede l’Oft nella veste di public prosecutor e la Compe-tition Commission nel ruolo di giudice; anche in questo caso il tema che si pone è quello di ga-rantire, insieme alla maggiore effi cienza, un massimo livello dei diritti di difesa e del con-traddittorio».

Per Silvia D’Alberti, part-ner di Allen & Overy Studio Legale Associato «la creazio-ne di un’unica autorità della concorrenza costituisce un cambiamento strutturale da tempo atteso. La nuova autorità sarà operativa prima della fi ne dell’aprile 2014, quindi al mo-mento non è possibile valutare se questa modifi ca comporterà risparmi di costi. Quello che è certo è che la sua creazione produrrà dei vantaggi dal pun-to di vista procedurale poiché consentirà di evitare l’attuale ineffi ciente duplicazione di in-dagini istruttorie che si verifi ca per l’ipotesi in cui un caso sia riferito dall’Oft al Cc, di miglio-rare la celerità del procedimen-to e la prevedibilità dei risultati istruttori per le imprese».

I vantaggi, si diceva, della nuova organizzazione di con-

trollo sapranno duplici. «Que-sto consentirà alle imprese, e più in generale agli operatori di mercato, di avere un unico interlocutore istituzionale con

il compito da un lato di sorve-gliare la cosiddetta fair compe-tition nel mercato e dall’altro di garantire un effettivo dispie-gamento delle dinamiche con-correnziali nel mercato anche tramite poteri di regolamenta-zione», commenta Piero Fatto-ri, partner di Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners. «Naturalmente vi sono anche side effects riconducibili a una simile scelta di accorpamento ed in primis la creazione di una super-istituzione che, in assenza di adeguati check-and-balances potrebbe rivelarsi an-che dannosa in termini assenza di trasparenza ed indipendenza dal governo. E ciò in un siste-ma quale quello inglese dove alcune tipologie di illecito an-titrust hanno rilievo di natura

penale».Andrea Zulli, partner Anti-

trust, Competition & Regula-tory, di Norton Rose Studio Legale, saluta positivamente la riforma inglese in quanto «suscettibile di apportare nu-merosi benefi ci, in particolare in termini di maggiore coerenza ed effi cienza nell’applicazione della normativa antitrust gra-zie all’introduzione di procedi-menti più veloci e meno onerosi per le imprese, come anche di maggiore chiarezza, sia nei con-fronti delle imprese sia a livello

internazionale nei rapporti con altre autorità antitrust, trami-te la creazione di una «voce uni-ca» in materia di concorrenza, senza trascurare i vantaggi in

termini di flessibilità ed effi cienza nell’impiego del-le risorse amministrative, grazie all’eliminazione di duplicazioni».

In generale, il proces-so di riforma si presenta particolarmente signifi -cativo in quanto va ad in-cidere su alcuni aspetti molto rilevanti a livello di sistema, migliorando alcuni profi li del regime e conservando al tempo stesso quelle importanti caratteristiche che han-no fatto del sistema an-titrust del Regno Unito, ad oggi, uno dei più ap-prezzati al mondo.

Da parte sua Simone Cadeddu, senior Europe-an Counsel di Bird & Bird, sottolinea come rispetto ad altri esempi di organizzazio-ne amministrativa diarchica (come la distinzione esisten-te nell’ordinamento federale americano fra Federal Trade Commission e Antitrust Divi-sion del Department of Justice, in cui vi sono amministrazioni con competenze indipendenti e spesso sovrapponibili, il che può condurre a contrasti, valu-tazioni difformi, e ineffi ciente allocazione delle risorse, ndr), nel caso inglese il raccordo fra Oft e Cc è meno fl uido. «È in-fatti previsto che sia l’Oft a effettuare una prima valu-tazione su concentrazioni o eventuali condotte di im-prese che presentino profi li

anticompetitivi, con la possibilità di rife-rire alla Competition Commission i casi in cui vi sia un rilevante interesse pubblico e sia necessario l’esercizio di poteri più penetranti. La Commissione può poi essere investita di questioni antitrust di rilievo da autorità di regolazione di settore. Si tratta di un sistema sostanzialmente bifasi-co, che in generale può dare risultati equilibrati e ben ponderati, ma che in effetti ha il difetto di richiedere complesse atti-

vità di coordinamento e tempi di reazione non sempre brevi». Ciò può diventare un problema quando si tratti di contrastare sofi sticati cartelli internaziona-li, in cui può essere essenziale la rapidità della reazione isti-tuzionale.

La creazione di un super-or-ganismo che assommi le com-petenze di Oft e Cc senz’altro migliorerà il coordinamento, renderà più effi ciente il siste-ma di tutela della concorrenza e avvicinerà le istituzioni bri-tanniche a un modello diffuso

in ambito europeo, in cui a fi anco di autorità di regolazione di settore vi è un unico organi-smo deputato all’esercizio delle funzioni in materia di controllo sulle concentrazioni ed enfor-cement del divieto di intese re-strittive e di abuso di posizione dominante.

Per Mario Siragusa, part-ner di Cleary Gottlieb, «la decisione di fondere l’Offi ce of Fair Trading e la Competition Commission in un’unica autori-tà che consolida le competenze di entrambe risponde all’esi-genza di ottimizzare le risorse evitando duplicazioni delle fun-zioni, anche se fa venir meno le garanzie offerte dall’esistenza di un’autorità specializzata nell’esame delle concentrazio-ni più problematiche. Ritengo comunque sia da apprezzare

come la riforma abbia fatto seguito a un procedimento di consultazione, in cui studi lega-li, imprese, accademici e altre istituzioni hanno avuto l’oppor-tunità di esprimere la propria posizione sulla creazione di una super autorità».

Secondo Gianluca Belotti, partner responsabile del team di Antitrust, Competition and Economic Regulation, di Ho-gan Lovells Italia, l’iniziativa merita certamente un plauso, non fosse altro perché dovrebbe semplifi care l’intero processo, razionalizzando l’attività del-le imprese, dei loro avvocati e dell’autorità governative inquirenti, portando maggior

trasparenza all’intero proce-dimento amministrativo. «Non vedo timori di una compressio-ne dei diritti della difesa, per il prospettato accorpamento delle due autorità in una sola, consi-derato il sindacato giurisdizio-nale di straordinaria qualità di un giudice specializzato, quel è

il cosiddetto Car (Competition Appeals Tribunal) nel Regno Unito», dice Belotti. Nessun impatto, nessuna lezione, infine, per l’Italia, che non conosce il sistema bicefalo britannico, che con questa ini-ziativa sarà superato. «Con-verrebbe forse soffermarsi sul fatto che nel Regno Uni-to, come in Francia, l’illecito antitrust, nei casi più gravi, può comportare la prigione e, con questa riforma, si tenta di dare concreta implementa-zioni anche a questo tipo di sanzione che obbligherà i di-rigenti delle imprese ad una vigilanza massima», conclude Belotti. Viene da chiedersi se il mo-

dello inglese possa essere espor-tabile anche in Italia. Secondo Fattori, «una maggiore effi cacia dell’azione dell’Autorità an-titrust dovrebbe a mio avviso scaturire da una rifl essione a livello politico ed istituzionale tesa a rifocalizzarne la missione sulla applicazione alle imprese delle regole di concorrenza. La tendenza è però esattamente opposta: le recenti iniziative legislative (Statuto delle im-prese, Decreto Salva Italia e

Decreto Cresci Italia, ndr) hanno invece introdotto un’ulteriore miscellanea di competenze, di alcune delle quali, come quelle in mate-ria di agevolazione dell’ac-cesso al credito delle piccole e medie imprese o sul rating di legalità, non è ben chia-ra la coerenza con il ruolo dell’Autorità. C’è quindi un duplice rischio: quello di smarrire un’identità «for-te» ancorata a una missione istituzionale ben defi nita e quello di zavorrarne signifi -cativamente l’azione, inevi-tabilmente dispersa in una serie disomogenea di fi loni di attività».

Per Grassani, invece, «sotto il profi lo operativo, l’Ita-lia non ha la suddivisione or-ganizzativa che sino ad oggi ha contraddistinto il modello di enforcement inglese, quindi non è necessario introdurre semplifi cazioni al riguardo. Il tema che invece si pone è quello di una Autorità antitrust che, attualmente, ha un carico di lavoro enorme, spesso nemme-no collegato alla sua missione caratteristica di difesa della concorrenza. La legge sulle li-beralizzazioni appena approva-ta dal Parlamento concede un incremento dell’organico mini-mo. Non basta. O più risorse o meno competenze».

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Piero Fattori

Mario Siragusa

Simone Cadeddu

Gianluca Belotti

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VLunedì 14 Maggio 2012Lunedì 14 MaL’ I N T E R V I S TA

Pagina a curaDI FEDERICO UNNIA

Il suo nome è legato alle questioni più rilevanti in materia di dirit-to tributario e penale tributario. Francesco Colaianni, avvocato,

patrocinante in Cassazione dal 2000, è a capo di una struttura legale par-ticolare, probabilmente unica nel suo genere a Milano.

«Lo studio assicura al contribuente, impresa o persona fi sica, sottoposto ad accertamenti, controlli o verifi che di carattere fiscale, un’assistenza personale sia in fase pre-contenziosa, avan-ti gli organi di verifi ca e l’ente impositore, sia nella successiva fase contenziosa, avanti al giudice tributario e all’autorità giudiziaria penale, qualora le con-testazioni assumano gli estremi di reato», dice Colaianni. «Essendo i processi, tributario e penale-tributario, au-tonomi ma comunque collegati fra loro, è assolutamente indispensabile, per una buona e corretta difesa, che il professionista conosca e abbia espe-rienza degli istituti e delle procedure di entrambe le branche del diritto».

Laureatosi nel 1982, a 23 anni, a pie-ni voti discutendo una tesi sulla «frode fi scale» con il professor Mario Romano presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, è iscritto all’albo dell’Ordine de-gli Avvocati di Milano dal 1988. Figlio di un conosciuto dottore commerciali-sta, Colaianni si appassiona dai primi anni di Università al diritto penale, ma avverte altrettanto interesse per il di-ritto tributario, privilegiando l’aspetto del rapporto tra contribuente e ammi-nistrazione fi nanziaria e del necessa-

rio contemperamento tra i diritti del singolo e le prerogative della potestà erariale.

«Negli anni abbiamo assistito a una progressiva ipertrofi a della legislazio-ne in materia, divenuta sempre più invasiva, disorganica e complessa. Il nostro obiettivo come consulenti legali è di mettere in luce i diversi aspetti fi scali e penali, fornendo un’interpre-tazione corretta delle regole che eviti l’insorgenza di contestazioni; nel caso in cui, invece, vi sia già stata una con-

testazione o sia in corso una verifica, l’attività dello stu-dio consiste nel pia-nificare e gestire il contraddittorio con l’amministrazione procedente rispet-tando le garanzie procedimentali (an-che con riferimento a istituti «transattivi» quali l’accertamen-to con adesione), nonché assistere e difendere il contri-buente nel successi-

vo contenzioso tributario (e nell’even-tuale procedimento penale) in ogni fase e grado, fi no al giudizio di legittimità avanti alla Corte di cassazione», ricor-da Colaianni. Colaianni ha costituito lo studio legale che porta il suo nome nel 1992, creando intorno a sé un team molto ristretto di collaboratori che ne condividono non solo l’interesse per l’area di specializzazione ma, soprat-tutto, l’approccio alla materia e l’assi-stenza «a 360 gradi» al cliente.

«L’interdisciplinarietà ci consente, da una parte, di adottare la migliore e più effi cace strategia difensiva, d’altra parte, di saper illustrare all’autorità amministrativa e giudiziaria in modo corretto e completo anche gli aspetti più complessi della materia» spiega

Colaianni.Molteplici le questioni che ha segui-

to. Alcune delle decisioni che lo hanno visto protagonista riguardano, in am-bito penale, l’applicazione della legge nel tempo con riferimento all’introdu-zione di nuove fattispecie di reato qua-le l’omesso versamento dell’Iva (art. 10-ter dlgs 74/00) così come, in campo tributario, l’ammissibilità della tutela cautelare nei gradi successivi al primo. Su entrambi i «fronti» processuali (tri-butario e penale-tributario) ha seguito le varie contestazioni connesse alle triangolazioni commerciali in ambi-to comunitario e nazionale, oggetto, soprattutto negli anni più recenti, di una speciale attenzione da parte del fi sco nell’ambito delle attività di verifi ca volte al contrasto delle c.d. frodi carosello.

Colaianni è impegnato anche in associazioni che promuovono lo stu-dio e la ricerca in materia tributaria. È presidente del Comitato scientifi co del Centro di diritto penale tributario (fondato e presieduto dal prof. Ivo Ca-raccioli), componente del Centro studi e ricerche di diritto penale dell’econo-mia, socio dell’Associazione nazionale tributaristi italiani (Anti) e della Ca-mera tributaria degli avvocati della Provincia di Milano.

Malgrado l’impegno richiesto dall’attività professionale e dal co-stante studio e aggiornamento, ten-ta con fatica di non abbandonare i suoi molteplici interessi sportivi e culturali. Una sua grande passione, che lo ha visto ottenere signifi cativi riconoscimenti in Italia e all’estero, ri-guarda i documentari subacquei. Nel corso dell’edizione 2009 del «Festival Mondial de l’Image Sous-Marine» svol-tasi ad Antibes, ha vinto il premio di miglior documentario storico (nella categoria «amatori») per un reportage su un celebre relitto.

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nato a Milano il 27 dicembre 1959

IL PROFESSIONISTA

Avvocato, è specializzato in tributario e penale tributario. Già ufficiale del Corpo di amministrazione militare dell’Esercito (ora nella riserva) si è laureato nell’82 alla Cattolica di Milano. Dopo la pratica presso uno studio penalistico è entrato in uno studio specializzato in contenzioso tributario e diritto penale tributario. Nel 1992 fonda lo Studio Legale Francesco Colaianni

LO STUDIO

Lo Studio Legale Francesco Colaianni, costituito a Milano nel 1992, è una boutique legale specializzata in diritto tributario, diritto penale tributario, diritto penale d’impresa e dell’ambiente. Con Colaianni collaborano in studio l’avvocato Giuseppina Martella, cassazionista, specializzata in diritto amministrativo e penale, con una particolare esperienza nel contenzioso tributario, e il dott. Giorgio Moioli, cultore di diritto penale-tributario.

Fatturato 2011: m.d.

La passioneper il mareUna grande passione, che lo ha visto ottenere significativi riconoscimenti in Italia e all’estero, riguarda i documentari subacquei.

L’esperienzascientii caÈ presidente del Comitato scientii co del Centro di diritto penale tributario, componente del Centro studi e ricerche di Diritto Penale dell’Economia, socio dell’Associazione nazionale tributaristi Italiani (Anti)

Il dirittoambientaleDi recente si è occupato dei risvolti penali connessi a reati ambientali in una importante vicenda inerente lo scarico di rii uti industriali in un corso d’acqua situato all’interno di un’area protetta.

Francesco Colaianni, fondatore dello studio Legale Francesco Colaianni, racconta la sua carriera

Semplificare la complessità fiscaleÈ la missione che i clienti affi dano alla sua boutique legale

collegati fra

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«Il nostro obiettivo, come consulenti legali,

è di mettere in luce i diversi aspetti fi scali e penali,

fornendo un’interpre-tazione corretta

delle regole che eviti l’insorgenza

di contestazioni»

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Page 34: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

VI Lunedì 14 Maggio 2012 S C E N A R I E T E N D E N Z E

Per l’avvocatura femminile in Italia però il problema non è il numero ma l’attribuzione di ruoli

Donne negli studi, obiettivo 25%È la quota rosa che le maggiori law fi rm si pongono per il 2015

DI ANDREA ALTAVISTA

L’interesse degli studi legali nel favorire la presenza femminile in studio è più forte

che mai. Anche all’estero, dove da tempo le law firm parlano di parità tra i sessi per quanto ri-guarda l’accesso a l le pos iz ion i apicali all’inter-no delle firm.

H e r b e r t Smith, Hogan Lovells e Addle-shaw Goddard sono alcuni degli studi che hanno appena annun-ciato nuove ini-ziative a favore delle avvocates-se, in particola-re in vista delle n o r m a t i v e i n corso di imple-mentaz ione a livello europeo per aumentare le quote rosa all’interno dei consigli di am-ministrazione.

Hogan Lovells punta per esempio agli associate e agli of counsel, offrendo program-mi di mentoring e offrendo piani di lavoro flessibili e part time. Lo studio ha già implementato a livello glo-bale una politica analoga per le partner.

Qualcosa di simile sta acca-dendo da Simmons & Sim-mons, dove le politiche per le donne sono attualmente in corso di revisione.

Ancora, lo studio Addle-shaw punta ad aumentare il numero di partner donna dall’attuale 20% al 25% en-tro il 2014, lanciando un pro-gramma di formazione in cin-que punti che include abilità di leadership, networking e lo sviluppo di collaborazioni e alleanze.

Avere il 25% dei soci donna sembra essere l’obiettivo an-che di Eversheds, studio da tempo impegnato sul fronte della diversity.

Solo una parte minorita-ria delle donne che entrano in studio infatti, raggiungo-no infatti posizioni apicali in studio. Una ricerca della Cranfield School of Manage-ment ha rilevato che le donne rappresentano solo il 15% del management delle maggiori aziende, contro un target ide-ale del 25%.

Ma le cose sembrano es-sere in procinto di cambiare e questo anche in Italia, in particolare dopo l’approva-zione della legge sulle quote rosa contenuto nella recente riforma del mercato del lavo-ro, che potrebbe offrire buo-ne opportunità agli avvocati donna che hanno un buon

bagaglio di esperienza nel settore del diritto societario e della corporate governance. È l’opinione di Anna Spanò, socio dello studio americano Orrick, che spiega che «gli

avvocati donna che abbiano maturato significativa espe-rienza nelle dinamiche socie-tarie conoscono i meccanismi di funzionamento dei consigli di amministrazione e hanno la «sensibilità» giuridica giu-sta per svolgere un ruolo di garanzia ed indipendenza che

spesso è richiesto in ag-giunta alle capacità

di comprensione del bu-siness delle società quo-tata».

L’avvocato riporta an-che l’attenzione su quan-to emerso da una recen-te ricerca del Consiglio nazionale forense su «Le donne nelle professioni liberali». «L’universo dell’avvocatura è inve-stito da una crescita di presenze femminili in costante aumento. Oggi il 41% degli avvocati italiani è donna, per-centuale che cresce in modo significativo nella classe di età tra i 24 e i 29 anni, dove raggiun-ge addirittura il 58%», spiega Spanò.

Nonostante la mag-giore presenza femminile, continuano tuttavia a so-pravvivere ancora modelli di carriera tradizionali che «tengono fuori» le donne dai ruoli di vertice.

«Le donne avvocato sono titolari di studi in misura nettamente inferiore rispet-

to agli uomini, in rapporto 1 a 4, e lavorano preventivamen-te in qualità di collaboratrici o dipendenti presso studi le-gali. Anche a parità di man-sione, le donne percepiscono stipendi nettamente inferiori: una donna avvocato percepi-sce circa il 58% in meno ri-spetto ad un collega uomo», aggiunge Spanò.

Sulle opportunità create dalla nuova normativa con-corda Paola Ghezzi, partner dello studio CMS.

«La nuova legislazione che prescrive che nei consigli di amministrazione delle so-cietà quotate debba essere presente almeno un quinto di donne, e un terzo a partire dal 2015, determinerà un as-setto nuovo: molte, valentis-sime e preparatissime donne, effettivamente meritevoli di ricoprire suoli e posizioni api-cali in grandi aziende, hanno finora subito un certo ostra-cismo, dovuto alla inferiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro, soprattut-

to con riferimento a determinati settori, e complice un’ata-vica pregiudiziale nel nostro paese nei confronti delle donne in ruoli di comando», spiega l’avvocato.

Che prevede che da ora in avanti la competenza e profes-sionalità di alcune donne dovrà neces-sariamente trovare un concreto ricono-scimento attraverso la loro obbligatoria presenza nei cda.

«C’è da domandar-si se questo non rap-presenterà spunto per polemiche svilen-ti e per acuire senti-

menti di avversione da parte di appartenenti alla “vecchia guardia” o se invece, come mi auguro e come credo avverrà, rappresenterà una occasione di vera modernizzazione».

Quanto al mondo della pro-fessione legale, l’affermazione delle presenza femminile ne-gli studi e del raggiungimen-to di traguardi sempre più ambiziosi è ormai un trend consolidato da alcuni anni e non credo che le quote rosa obbligatorie possano incidere in modo particolare sulle op-portunità cui ormai le donne avvocato possono accedere, conclude il socio.

© Riproduzione riservata

Anna Spanò

Paola Ghezzi

NICKELBACKHERE AND NOWCD Roadrunner Records / Warner Music

A tre anni di distanza dal disco multi platino Dark Horse, i Nickel-back pubblicano Here And Now, il settimo album della loro carriera. L’arma usata ancora una volta dalla band canadese è la formula vincente data dal mix tra melodie estrema-mente orecchiabili, pop di facile ascol-to e hard rock aggressivo. Fino ad ora sono stati probabilmente i brani lenti e radiofonici a fare la vera fortuna del gruppo, ma bisogna sottolineare come in realtà i Nickelback diano il meglio quando appesantiscono i suo-

ni e sprigionano energia a fi otti con il loro caratteristico rock duro e tagliente. In questo discorso rientra anche l’ultima opera della band, meno incisiva ed ispirata rispetto al solito, ma dotata comunque dell’appeal giusto per garantire la consueta diffusione di massa. Nello specifi co, troviamo brani gradevoli come Trying Not To Love You, Don’t Ever Let It End, Lullaby e Holding On To Heaven. A lasciare il segno è When We Stand Together, che a differenza delle altre tracce riesce a lasciare il segno grazie ad un testo impegnato. L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla schiera di pezzi hard rock messi sul piatto della bilancia dai Nickelback e la qualità migliora decisamente se rapportata alle ballad presenti del CD: This Means War è una nervosa sca-rica di adrenalina che coinvolge e convince, Bottoms Up è più compassata, mentre Midnight Queen ha una potenza devastante e poggia su un riff massiccio ed ossessivo.

Consigliato ai professionisti che lavorano con incisivi-tà.

JOSHUA BELL & JEREMY DENKFRENCH IMPRESSIONSCD Sony Classical

Joshua Bell è sicuramente il più im-portante violinista delle ultime gene-razioni. Di lui si è parlato molto negli ultimi anni, non solo per la qualità artistica delle sue incisioni e dei suoi concerti, ma anche per essersi sotto-posto, nel 2007, ad un singolare test di sociologia: suonò nella stazione del-la metropolitana di Washington DC, per 43 minuti, guadagnando appena 32,17 dollari. Per French Impressions, il suo nuovo lavoro, Bell ha scelto tre

lavori del repertorio francese, spesso presenti nei suoi recenti con-certi. Suo partner pianistico è Jeremy Denk. Il disco si apre con la Sonata N° 1 in Re minore di Camille Saint Saens, e fi n dall’attacco iniziale del drammatico primo movimento si mettono in evidenza l’autorità di fraseggio e la personalità interpretativa di Joshua Bell, che riesce in poche battute, perfettamente assecondato da un part-ner in grado di dialogare con lui in perfetta comunanza di intenti, a catturare l’attenzione dell’ascoltatore per l’intensità espressiva e il tono aristocratico del suo fraseggio. Ma il vero culmine dell’incisione è costituito dalla celebre Sonata per violino e piano in La maggiore di Cesar Franck, scritta come dono di nozze per il leggendario virtuoso Eugene Ysaye e da sempre cavallo di battaglia dei grandi violinisti. Qui Joshua Bell sfrutta fi no in fondo le possibilità offertegli dal suo fantastico strumento, il leggendario Stradivari «Gibson» del 1713. Il disco si conclude con la Sonata per violino e piano di Maurice Ravel..

Consigliato ai «principi» del Foro, fuoriclasse che nessu-no è in grado di eguagliare.

Antonio Ranalli

EELBACK JOSHUA BELL & JEREMY DENKELBACK

Note legali

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NICKEEEL

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Page 35: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

VIILunedì 14 Maggio 2012Lunedì DIRITTO & SOCIETÀ

La Cassazione e gli ordini degli avvocati chiariscono il valore della posta elettronica certii cata

Domiciliazione addio con la PecLa mail certifi cata consentirà la costituzione in fori diversi

DI ANTONIO CICCIAE ALESSIO UBALDI

Con la posta elettronica certifi cata non sarà più necessaria la domici-liazione. L’avvocato che

dovrà difendere i suoi clienti in un foro che non è il suo potrà costituirsi in giudizio tramite il proprio indirizzo mail certifi cato, senza dover ingaggiare colleghi del posto. Il processo telematico potrà permettere al cliente di risparmiare sugli onorari di do-miciliazione, e le comunicazioni saranno più rapide e sicure.

Nella pratica legale è frequente il ricorso da parte degli avvocati allo strumento della domiciliazio-ne. I soggetti in essa coinvolti sono fondamentalmente due: il domi-nus, ossia colui che ha la gestione diretta del fascicolo e che redige in prima persona gli atti processuali, dettando la linea difensiva per il procedimento; ed il domiciliatario, ossia il legale (esercente abitual-mente la propria attività innanzi all’Autorità Giudiziaria in cui si svolge il processo) che esegue le direttive impartite dal dominus e le applica in concreto, talvolta (se necessario) adattandole alle pratiche vigenti nel foro di rife-rimento.

La giurisprudenza di legitti-mità, in un recente arresto giuri-sprudenziale (Corte di cassazione, sez. II civile, sentenza n. 25816/11, depositata il 2 dicembre 2011), ha chiarito l’esatta natura giu-ridica dell’accordo intercorrente tra dominus e domiciliatario, qualifi candolo come contratto di mandato (e non come contratto a favore di terzi). In altri termini, il legale incaricato di gestire il fa-scicolo innanzi all’Autorità Giudi-ziaria presso cui si deve svolgere il processo non può qualifi carsi come co-difensore, anche laddove la procura alle liti sia stata sot-toscritta nei suoi confronti. Deve invece essere visto come un sem-plice mandatario del mandante, a sua volta incaricato dal cliente.

Una circolare del Tribunale ordinario di Torino della fi ne del 2011 (23 novembre 2011) prende atto delle novità tecnologiche, che incidono anche sulla domiciliazio-ne. Nella circolare si chiarisce che a partire dal 19 novembre 2011 non sarà più necessario ricorre-re alla domiciliazione in quanto tutte le comunicazione potranno essere effettuate tramite la posta elettronica certifi cata comunica-ta al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.

Da notare come nell’ambito del processo di informatizzazione e di-gitalizzazione della pubblica am-ministrazione la posta elettronica (e in particolare quella certifi cata) stia assumendo un ruolo sempre più preponderante e la circolare in commento ne rappresenti una evidente conferma.

Il Tribunale del capoluogo pie-montese ha pure chiarito che tutti gli avvisi concernenti il processo civile saranno inviati tramite e-mail, defl azionando l’uso del car-

taceo. Di conseguenza, se l’avvo-cato iscritto in foro un foro diverso da quello del processo decida di non domiciliarsi presso il collega, verrà comunque costituito presso il suo indirizzo di posta elettronica certifi cata, evitando di dover fare riferimento alla cancelleria del giudice per tutte le comunicazioni relative alla causa. Se, invece, si opterà per la domiciliazione en-trambi i legali saranno abbinati al fascicolo con i rispettivi indirizzi di posta elettronica.

Gli effetti delle novità appena illustrate possono intravedersi già da subito. In primo luogo si prospetta un abbattimento dei costi in capo al cliente, il quale non sarà più gravato delle spese relative all’utilizzo della domici-liazione (come, a titolo di esem-pio, quelle concernenti le comuni-cazioni tra i legali e l’invio della documentazione). Inoltre, questo forse l’aspetto più rilevante, è la possibile incidenza sull’attività stessa di domiciliazione. Nel corso degli anni l’informatizzazione ha permesso agli avvocati apparte-nenti a fori diversi di organizzare la domiciliazione tramite l’utilizzo di siti internet specializzati. Tale sistema ha rappresentato un enorme vantaggio per coloro che, lontani dalla sede giudiziaria in cui si svolge la causa, avessero la necessità di rivolgersi a un collega per curare la difesa da vicino; e ha pure costruito una rete di fi ducia capace di azzerare quei fattori di rischio dovuti alla distanza tra dominus e domiciliatario.

Infi ne non bisogna dimentica-re che a causa della presenza a Roma delle giurisdizioni superiori (Corte di cassazione, Consiglio di Stato, Tribunale superiore delle acque), l’attività di domiciliazione è molto frequente.

Anche se destinato a diradarsi a causa proprio dello sviluppo del processo telematico. La fi ne della domiciliazione, comunque, è da collegare alla completa entrata a regime del processo telematico.

Ancora adesso, invece, alcune fasi sono legate al documento car-taceo. Si pensi, per esempio, alla necessità di chiedere copie di atti o sentenze con formula esecutiva. Oppure si pensi ancora alla ne-cessità di effettuare notifi cazio-ne di atti. Fino a quando questi

documenti non siano prodotti in originale come documento informatico o comunque di-sponibili come fi le, occorrerà svolgere alcune attività fi sica-mente non virtualmente. Solo la completa informatizzazione, dunque, potrà evitare flussi cartacei e con essi il bisogno di ricorrere all’attività di do-miciliazione.

© Riproduzione riservata

DI SARA SELIGASSI

Il processo tributario accelera sull’informatizzazione. Da domani, 15 maggio, almeno in due regioni, Umbria e Friuli Venezia Giulia, tutte le comunicazioni relative ai ricorsi presentati in commissione tributaria da luglio, in attuazione del Codice dell’amministrazione digita-le, dovranno avvenire attraverso la Posta elettronica certificata (Pec). Per ora, secondo quanto disposto dal decreto del direttore del Dipartimento delle finanze del ministero dell’economia 7425 del 26 aprile 2012, pubbli-cato nella Gazzetta Ufficiale n. 102 del 3 maggio, questa informatizzazione riguarderanno solo le comunicazioni inviate dalle segreterie delle commissioni tributarie. Queste comunicazioni degli atti processuali dovranno essere spedite all’indirizzo di Pec dichiarato dalle parti nel ricorso o nel primo atto difensivo.

La normativa di riferimento, che ha consentito questa «accelerata» sul processo tributario, è l’articolo 39 del dl 98/2011, convertito dalla legge 111/2011. Tuttavia le parti interessate, con apposita istanza, potranno richie-dere che le nuove modalità di comunicazione vengano applicate anche ai ricorsi pendenti alla data del 7 luglio indicata nel decreto. Con successivi provvedimenti del Mef verranno poi individuate le segreterie delle com-missioni tributarie presso le quali in futuro potranno essere utilizzate le notifiche telematiche.

© Riproduzione riservata

L’e-processo tributario accelera

DI ANDREA ALTAVISTA

L’attrazione da parte degli avvocati nei confronti dell’arte si conferma un trend in costante crescita Ma mentre nume-rosi studi aprono le loro sedi agli artisti

trasformando i luoghi di lavoro in spazi esposi-tivi, la simbiosi tra arte e professione procede anche nel verso contrario, con artisti interessati a rappresentare il luogo di lavoro dei professio-nisti nelle loro opere.

Approda infatti a Milano dopo l’interesse ri-scosso a Roma e Torino il progetto «Studio di Studi» del gallerista Ermanno Tedeschi, che ha dedicato agli studi legali milanesi una intro-spezione dei loro ambienti, attraverso il lavoro della fotografa Bruna Biamino.

Il progetto mostra i luoghi di lavoro dove av-vocati, commercialisti e professionisti operano. Studi professionali tradizionalmente attenti all’estetica, dove la personalità e il gusto dei professionisti che vi operano è molto forte, ren-dendo quindi interessante il lavoro dell’artista fotografo. La pubblicazione del lavoro e la mo-stra sono aperte al pubblico negli showroom di Image Building in Via Torino 61 a Milano fi no al 18 maggio, e mostrano ai visitatori gli aspet-ti e le caratteristiche del lavoro professionale a partire dall’analisi dei luoghi e dei ritratti dei professionisti. I 25 soggetti presentati nell’edi-zione milanese andranno inoltre ad arricchire la pubblicazione che in tre anni ci ha ritratto oltre 90 realtà professionali italiane.

Tra gli studi che hanno aderito all’iniziativa a Milano ci sono infatti tutti i grandi nomi del diritto d’affari della capitale fi nanziaria italiana, tra cui , Delfi no e Associati - Willkie Farr & Gallager LLP Studio Legale, Gianni Ori-goni Grippo Cappelli & Partners, Grande Stevens Studio Legale Associato, Carnelut-

ti Studio Legale Associato, Cleary Gottlieb Steen & Hamilton, Munari Cavani Studio Legale, Negri-Clementi Studio Legale As-sociato, PBV & Partners, Pomara Scibetta & Partners Commercialisti - Revisori dei Conti, Ripamonti Studio Legale, Simonelli Associati, SjBerwin, Studio Legale Alleva & Associati, Studio Legale Boffoli, Studio Legale Jacobacci & Associati Colli & Pe-rin Reale Mutua Assicurazioni Agenzia di Milano Dogana, Consolving e Luxly Stu-dio Benazzo Mascherpa, Image Building, Maggi Associati Commercialisti – Revisori Legali, Marino e Associati Studio Legale Tributario, e lo Studio Spadacini.

«Anche questa volta gli studi pur conservando un’elegante riservatezza, hanno aperto le por-te con curiosità nei confronti di un’idea volta a portare all’esterno i luoghi in cui si svolge il loro impegnativo lavoro dalle primissime ore del mattino fi no alla sera inoltrata», commenta Tedeschi. Le foto mostrano infatti sia palazzi moderni che antichi, collezioni di opere d’arte, biblioteche di notevoli dimensioni e valore e pile di cartelle piene di documenti che fanno da sfon-do alle fotografi e della città.

L’ESPOSIZIONE DI TEDESCHI FINO AL 18/5 A MILANO

Lo studio legale si mette in mostra

Un’immagine dello studio Cleary Gottlieb

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36 Lunedì 14 Maggio 2012 DIRITTO & FAMIGLIA

Il tribunale di Latina: condannato il marito che aveva nascosto l’esito di un esame medico

All’ex spetta anche il risarcimentoOltre alla separazione concesso indennizzo economico record

Pagina a cura DI DEBORA ALBERICI

Danni endofamiliari con ri-conoscimento pieno. Ha diritto a essere risarcita dal marito la donna alla

quale è stata nascosta l’impossi-bilità di avere fi gli.

Ad applicare un principio inau-gurato dalla Suprema corte qual-che anno fa (sentenza n. 9801 del 2005) è il Tribunale di Latina che, con una sentenza depositata a feb-braio di quest’anno (Nrg 3297/08), ha accolto il ricorso di una donna alla quale il marito aveva nasco-sto l’esito di un esame clinico fatto qualche settimana prima del ma-trimonio e dal quale si evinceva l’impotenza generandi.

Il caso. La vicenda riguarda una coppia di Latina. I due, pri-ma della celebrazione delle nozze, avevano fatto degli esami clinici per accertare la possibilità di ave-re fi gli. Lui aveva avuto un esito negativo ma aveva nascosto il risultato alla partner. Quindi si erano sposati. La signora si era licenziata e trasferita all’estero per agevolare la carriera del ma-rito. Poi era venuta a conoscen-

za dell’esito dell’esame e aveva chiesto la separazione con adde-bito oltreché il risarcimento del danno. Lui, come contropartita, aveva fatto istanza al Tribunale per ottenere il danno esistenziale data, aveva sostenuto, la manca-ta assistenza di lei nella gestione del problema di salute. Il giudice unico ha accolto la domanda della donna e respinto quella di lui con-dannandolo a ver-sare all’ex 150 mila euro.

Le motivazioni. La condanna del marito al versamento di una somma così alta, ha spiegato il magistrato, poggia sull’inganno e cioè non sull’impossibilità di procreare, ma sulla mancata in-formazione (fatto illecito) prima del matrimonio. Altrimenti la si-gnora avrebbe potuto fare scelte diverse anche sul piano lavorati-vo. Insomma il Tribunale di Lati-na ha chiarito che il rispetto della dignità e della personalità, nella sua interezza, di ogni componen-te del nucleo familiare assume il

connotato di un diritto inviolabi-le, la cui lesione da parte di altro componente della famiglia costi-tuisce il presupposto logico della responsabilità civile, non potendo da un lato ritenersi che diritti de-fi niti inviolabili ricevano diversa

tutela a seconda che i titolari si pongano o meno all’interno di un contesto familiare (e ciò considerato che la famiglia è luogo di incontro e di vita comune

nel quale la personalità di ogni in-dividuo si esprime, si sviluppa e si realizza attraverso l’instaurazio-ne di reciproche relazioni di affet-to e di solidarietà, non già sede di compressione e di mortifi cazione di diritti irrinunciabili); e doven-do dall’altro lato escludersi che la violazione dei doveri nascenti dal matrimonio, se e in quanto posta in essere attraverso condotte che, per la loro intrinseca gravità, si pongano come fatti di aggressio-ne ai diritti fondamentali della persona, riceva la propria san-zione, in nome di una presunta specificità, completezza ed au-

tosuffi cienza del diritto di fami-glia, esclusivamente nelle misure tipiche previste da tale branca del diritto (quali la separazione e il divorzio, l’addebito della separa-zione, la sospensione del diritto all’assistenza morale e materiale nel caso di allontanamento senza giusta causa dalla residenza fa-miliare). In altri termini è giusto sancire una strutturale compati-bilità degli istituti del diritto di famiglia con la tutela generale dei diritti costituzionalmente garantiti, con la conseguente, concorrente rilevanza di un dato comportamento sia ai fi ni della separazione o della cessazione del vincolo coniugale e delle pertinen-ti statuizioni di natura patrimo-niale, sia (e sempre che ricorrano le sopra dette caratteristiche di gravità) quale fatto generatore di responsabilità aquiliana. E sicco-me l’intensità dei doveri derivanti dal matrimonio, segnati da inde-rogabilità ed indisponibilità, non può non rifl ettersi sui rapporti tra le parti nella fase precedente il matrimonio, imponendo loro, pur in mancanza, allo stato, di un vin-colo coniugale, ma nella prospet-tiva di tale vincolo, un obbligo di

lealtà, di correttezza e di solida-rietà, sostanziantesi anche in un obbligo di informazione di ogni circostanza inerente alle proprie condizioni psicofi siche e di ogni situazione idonea a compromet-tere la comunione materiale e spirituale alla quale il matri-monio è rivolto, «è confi gurabile un danno ingiusto risarcibile al-lorché l’omessa informazione, in violazione dell’obbligo di lealtà, da parte del marito, prima delle nozze, della propria incapacità generandi a causa di una mal-formazione, da lui pienamente conosciuta, induca la donna a contrarre un matrimonio che, ove informata, ella avrebbe rifi u-tato, così ledendo quest’ultima nel suo diritto alla maternità, in sé e nella sua proiezione verso la procreazione, che costituisce una dimensione fondamentale della persona ed una delle fi nalità del matrimonio».

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La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/docio7

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49Lunedì 14 Maggio 2012

Supplemento a cura di FRANCA FLORIS

[email protected]

SUMaurizio Sacconi. Per coeren-za «con il suo disegno riformatore, ispirato da Marco Biagi», l’ex mi-nistro del lavoro non parteciperà ai lavori del senato sul ddl Forne-ro che, di fatto, lo smantella

GIÙPer i laureati in discipline umanistiche si aprono le porte delle aziende

Il riscattodelle lettere

L’Agenzia europea premiail film sulla sicurezzaL’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha) lancia per la quarta volta il premio cinematografi -co «Ambienti di lavoro sani e sicuri» per il miglior documentario sui temi legati al lavoro. Il concorso, che si colloca nel quadro dell’omonima campagna organizzata dall’Eu-Osha a livello paneuropeo, mette in palio un premio di ottomila euro. L’Agenzia, inoltre, produrrà e distribuirà in tutto il continente mille copie del fi lm vincitore in otto lingue dell’Unione europea. Il premio viene conferito a un documenta-rio d’autore artistico e creativo, in grado di promuovere il dibattito e la discussio-ne tra i cittadini europei sull’importan-za della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro. Per presentare le opere c’è tempo fi no al 10 luglio.

Stage in Europa per giovani umbri e valdostaniUno stage con borsa di studio in Europa. A offrire questa opportunità è il progetto Eurodyssée rivolto ai giovani residenti in Umbria e Valle d’Aosta. Il programma ha una durata tra i 3 e i 7 mesi e consente di approcciarsi con il mondo del lavoro e di usufruire di corsi di lingua compresi nella borsa. Il corso può essere intensivo e svolgersi nelle quattro settimane prima del tirocinio pratico in impresa oppure sviluppar-si per un periodo più esteso, paralle-lamente alla formazione pratica. Per informazioni consultare il sito www.eurodyssee.eu.

Il Gi Day fa tappanella CapitaleDopo Milano e Torino, tocca alla Capitale ospitare la terza tappa del Gi Day, l’evento che anche quest’anno Gi Group dedica ai giovani per favori-re il loro ingresso nel mondo del lavoro offrendo loro l’opportunità di entrare velocemente in contatto con gli enti professionali e le imprese che ade-riscono all’iniziativa. L’appuntamento è per il 17 maggio, dalle ore 8,30 alle ore 18,30, presso il Polo Didattico – Piazza Oderico da Pordenone 3.

Il Politecnico di Milano rinnova il Career daySono più di 100 le aziende italiane e internazionali presenti con i loro stand al Career day del Politecnico di Milano, che si svolgerà il 16 maggio al campus Bovisa. I partecipanti avranno la possibilità di interagire con i referenti delle aziende facendo domande sul lavoro, sulle opportunità di oggi e per il futuro, sui tipi di contratto, sulla carriera all’estero, sull’andamento del mercato e su tutto quello che può interessare chi è alla ricerca di un impiego. Sarà anche possibile consegnare il proprio curriculum vitae alle aziende che più interessano.

SCELTI & PRESCELTI

Renato Balduzzi. Sarà pure a fi n di bene (promuovere sani stili di vita), ma la proposta del mini-stro della salute di tassare anche le bibite gassate forse arriva in un momento poco opportuno

LavoroIl settimanale delle

Opportunità professionali

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50 Lunedì 14 Maggio 2012 F O R M A Z I O N E

Parte la Sga, voluta da Anci e dipartimento della gioventù

A scuola di sindacoUn corso per giovani amministratori

Pagina a curaDI FILIPPO GROSSI

C’è t e m p o f i n o al prossimo 30 maggio 2012 per presentare la do-

manda di partecipazione alle selezioni per accedere alla Scuola Anci per giovani amministrato-ri. La Sga (Scuola per giovani amministrato-ri) nasce quest’anno su iniziativa dell’Anci e del Dipartimento della Gioventù-Ministero per la cooperazione interna-zionale e l’integrazione- con l’obiettivo di creare uno stabile presidio per innalzare le competenze dei moderni ammini-stratori comunali e per rappresentare un punto di accumulazione di best practi-ces e di esperienze innovative. La nuova «scuola politica» si rivolge agli under 35 impe-gnati, o che intendono impe-gnarsi, nell’amministrazione delle città e dei comuni ita-liani che acquisiranno valori,

obiettivi e strumenti idonei a governare al meglio il proprio territorio durante un percorso integrato di formazione lungo nove mesi, da luglio 2012 ad aprile 2013, in cui è stato in-serito un corso di formazione specialistica in Amministra-

zione comunale della durata di 208 ore. Il corso, le cui lezio-ni si terranno a Roma presso la sede del Centro documen-tazione dei Comuni italiani e che sarà preceduto da un corso di insediamento resi-denziale che si terrà a luglio 2012, si svolgerà con sessioni

bimensili, che impegneranno interamente le giornate di ve-nerdì e sabato e sarà aperto a un numero massimo di 30 par-tecipanti, tra cui 25 ammini-stratori (sindaci, vice sindaci, assessori comunali, consiglieri comunali, presidenti di circo-

scrizione e consiglieri di circoscrizione). L’ap-proccio metodologico del corso infi ne affi an-cherà lezioni frontali con strumenti interat-tivi come i casi didatti-ci, le simulazioni, il role playing, fi nalizzati a fa-vorire l’apprendimento dei contenuti (i parti-colare, il diritto ammi-nistrativo, l’economia industriale e l’econo-mia aziendale) in una logica applicativa e in

costante riferimento ai casi concreti. Per partecipare alla selezione i candidati dovran-no compilare un modulo che può essere scaricato dal sito all’indirizzo web www.anci.it oppure richiesto a [email protected] entro il 30 maggio 2012.

Dal prossimo anno ac-cademico non servirà più il test d’ingresso per accedere al corso

a numero chiuso in comunica-zione e psicologia organizzato dall’università Milano Bicocca, ma basterà avere un’otti-ma pagella scolastica. La nuova modalità di accesso al corso di laurea trienna-le viene sperimentata per la prima volta dall’univer-sità milanese con l’obiet-tivo di creare una classe di studenti d’eccellenza, altamente meritevoli e molto motivati in modo da contribuire a istituire un circolo virtuoso con ricadute po-sitive sulla qualità e il livello di professionalizzazione dello stes-so corso di laurea. Alle selezioni di giugno per l’accesso a uno dei 120 posti disponibili per comu-nicazione e psicologia, corso di laurea triennale che ripartirà a ottobre 2012 e che punta a for-mare comunicatori che abbiano una sensibilità psicologica sia nel campo del giornalismo che in quelli della pubblicità, uffi ci stampa e relazioni pubbliche,

potranno perciò partecipare soltanto studenti provenien-ti dagli istituti superiori che abbiano conseguito una media elevata (pari o superiore a 7,5) al terzo e quarto anno del loro percorso scolastico superiore,

ma anche persone che abbiano conseguito un’altra laurea (con votazione non inferiore a 99) negli ultimi 15 anni. Per usu-fruire di questo particolare ca-nale d’accesso, che appunto non prevede alcun test d’ingresso, i candidati dovranno presenta-re domanda entro il 31 maggio 2012. Per inviare la domanda di partecipazione e per avere maggiori informazioni, consul-tare il bando presente al sito internet: www.unimib.it.

Alla Bicocca stop al test di ingresso

Per fare psicologia basta la pagella

Si svolgerà nei giorni 18 e 19 maggio 2012 il primo appuntamento del corso intitolato: «Dall’uffi cio stampa alle on-line media relations. Nuove potenzia-lità e strumenti della comunicazione» organizzato dalla Fondazione Cuoa. Le attività, in particolare, si svolgeranno presso la sede della Fondazione, a Villa Valmarana Morosini di Altavilla Vicentina, per la prima giornata dalle 14.00 alle 20.00 e il 19 maggio dalle 9.00 alle 13.00. Il se-condo appuntamento è invece fi ssato per il 29 e 30 giugno e avrà come titolo: «Online Me-dia Relations. L’uffi cio stampa sul web». Le on line media relations e la comunicazione via web rappresentano infatti il futuro della professione ed il nuovo corso di approfondimento si rivolge ad imprenditori, manager e professionisti interessati a conoscere e valutare il modello aziendale basato sul Web 2.0 in modo da comprendere, valutare e utilizzare i nuovi strumenti di comu-nicazione aziendale per sfruttare al meglio le dinamiche del Web, a partire dal nuovo ruolo che le Online Media Relations, diretta evoluzione degli uffi -ci stampa tradizionali, hanno assunto nell’ambiente digitale. Per iscriversi al corso o per avere ulteriori informa-zioni, consultare il sito internet: www.cuoa.it.

Si terrà a Firenze a partire dal 25 maggio fi no al 13 luglio 2012 il master in Diritto e giustizia dello sport orga-nizzato da Altalex e patrocinato dalla Federazione italiana giuoco calcio (Fi-gc). Il corso, coordinato dall’avvocato

Paco D’Onofrio, si rivolge a giovani av-vocati e laureati in legge con l’obiettivo formativo di esaminare i principi fon-damentali della materia dal punto di vista della disciplina legislativa e sotto il profi lo processuale, statale e federale. Per poter operare nell’ambito giuri-dico dello sport, infatti, è necessario

conoscerne il complesso funzionamento e le reali esigenze di interven-to professionale, come l’attività di assistenza e redazione di accordi negoziali, non più riser-vata ai soli agenti, ma consentita anche agli avvocati. In tale ottica, il master in Diritto dello sport è caratterizzato da un approccio multidi-sciplinare, con continui richiami alla prassi.

Inoltre, nel corso del workshop conclu-sivo, si analizzeranno in aula gli aspetti più signifi cativi della redazione di un atto difensivo nell’ambito di procedi-menti innanzi agli organi di giustizia sportiva, procedendo, altresì, ad appo-

site simulazioni, al fi ne di consentire ad ogni partecipante di poter disporre di un prezioso formulario, indispensabile per poter esercitare la propria attività professionale. Al termine del ciclo di lezioni è prevista l’attivazione di uno

stage presso studi legali e società spor-tive. Per iscriversi al corso e per avere maggiori informazioni, consultare il sito web: www.altalex.com.

Fino al 23 maggio 2012 sono aperte le iscrizioni al master universitario di II livello in Ricerca e innovazione nelle scien-ze della salute attivato dall’università degli studi di Salerno. Il master, atti-vato quest’anno per la prima volta, si rivolge a laureati ma-gistrali in ingegneria, medicina e chirurgia, economia e scienze mate-matiche, fi siche e naturali ed è fi na-lizzato alla formazione di personale direttivo avente per obiettivo la crea-zione di fi gure di management della ricerca, con particolare riferimento alla internazionalizzazione dei profi li di competenza. Il corso, in particolare, avrà una durata di 18 mesi e si artico-lerà in un duplice percorso formativo, quello della medicina traslazionale e Genomica e quello della bioinforma-tica, secondo un piano didattico che consta di ben 2.250 ore di formazione. Per avere maggiori informazioni sul master e per iscriversi, inviando le domande di ammissione entro il 23 maggio 2012, occorre consultare il bando presente sul sito internet: www.unisa.it

Sono aperte fi no al 20 luglio 2012 le iscrizioni al master in Meccatronica & Management (Mema) organizzato dall’università Liuc di Castellanza (Va) per l’anno accademico 2012-2013. L’università Liuc, in collaborazione con Festo Spa, Fameccanica Data spa, Gruppo Loccioni spa, erogherà inoltre contributi per garantire un totale di 14

borse di studio. Il master, che scatterà a ottobre 2012 fi no a luglio 2013, si rivolge

a giovani laureati in ingegneria meccanica, elettrotecnica ed

elettronica proponendosi di prepararli a inserirsi nelle aziende del set-tore dell’automazione tramite il contributo di docenti qualifi cati che provengono sia dall’università che dal

mondo aziendale. In particolare, il corso per-

metterà di acquisire una vi-sione sistemica delle differenti

problematiche tecnologiche, produttive e manutentive dell’automazione, di pa-droneggiare competenze di progettazio-ne di sistemi integrati di automazione meccanica, pneumatica ed elettronica

per l’assemblaggio e la manipolazione e, infi ne, di acquisire capacità inerenti alla scelta di sistemi di visione a sup-porto dell’automazione integrata e di comprendere le criticità economiche, gestionali e organizzative in aziende complesse del settore dell’automa-zione combinando una preparazione tecnologica specifi ca con competenze manageriali e abilità comportamen-tali. Per maggiori informazioni e per iscriversi al master, occorre inviare la propria candidatura entro il 20 luglio 2012 consultando il sito web: www.master.liuc.it oppure scrivere a: [email protected].

CORSI & MASTER

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51Lunedì 14 Maggio 2012Lunedì 14 Maggio 2P E R C O R S I

Competenze trasversali per un professionista sempre più richiesto anche nelle piccole imprese

Più efficienti senza i rami secchiAl lean manager il compito di massimizzare la produttività

Pagina a curaDI ROBERT HASSAN

Niente più sprechi, più produttività ed effi-cienza. Sono questi gli obiettivi del lean ma-

nager, una fi gura professionale emergente che aiuta le aziende a tagliare i «rami secchi» nella struttura aziendale e a portare al massimo la produttività. At-tualmente questo ruolo è pre-sente soprattutto nella grandi aziende, ma si sta allargando sempre di più anche verso al-tre realtà imprenditoriali. Il lean manager quindi deve rag-giungere il risparmio dei costi, in modo da migliorare il posi-zionamento del mercato e in-crementare il livello dell’offerta rispetto alla concorrenza. Il suo percorso di formazione essen-zialmente prevede lo sviluppo di competenze molto trasversa-li che permettono una visione sistemica dell’organizzazione, mettendone in relazione i di-versi elementi. La capacità di un lean manager di valore si completa con l’acquisizione del-le competenze necessarie per la gestione delle persone, in cui è leader e coach della squadra con la quale lavora e ne favori-sce la crescita. In un periodo di crisi economica, il lean mana-

ger è sempre più richiesto dalle grandi e piccole imprese. Questo professionista solitamente lavo-ra in un team, scelto dal mede-simo, per controllare attenta-mente tutti i rami dell’azienda e scoprire quali fattori possono essere migliorati. Questo team rappresenta un vero e proprio gruppo di consulenza aziendale e, dopo aver individuato tutti i principali problemi, indirizze-rà l’azienda verso una posizione ottimale nel mercato. Una scar-sa ottimizzazione delle risorse a disposizione comporterebbe invece un basso rendimento fi nanziario.

L’obiettivo primario del lean management essenzialmente è la massimizzazione del valore per il cliente e la contemporanea riduzione delle risorse necessa-

rie a generarlo. Per conseguir-lo, è necessario riorganizzare i propri processi secondo princi-pi fondamentali, come il fl usso del valore, e quindi mediante la diffusione della cultura del miglioramento continuo e del problem solving, reimpiegando le migliori risorse aziendali in nuove sfi de strategiche. Il lean management è soprattutto una fi losofi a manageriale, un siste-ma di valori e comportamenti che vanno oltre la mera appli-cazione dello strumento e che, una volta interiorizzati, costi-tuiscono il nucleo portante della cultura aziendale.

«Nelle aziende di successo», spiega Marco Alessi, direttore scientifi co del master in lean management di Cuoa, ente di formazione, «oggi sono più

che mai cruciali le fi gure che occupano le posizioni di verti-ce, per esempio imprenditori e

manager per i quali non è più suffi ciente occupare una posi-zione precostituita, ma è neces-sario possedere le competenze del “saper fare” a tutti i livelli dell’impresa. Un leader, come può essere un buon lean mana-ger, portatore dell’”approccio snello”, è in grado sia di gene-rare una visione vincente per l’azienda in cui opera, sia di guidare con competenza l’ope-ratività delle persone con cui

lavora, affi ancandole nei mo-menti cruciali del loro lavoro e aiutandole nel prendere le migliori decisioni. In questo tipo di cultura il lean leader introduce il metodo scientifi co all’interno delle organizzazio-ni e, attraverso un percorso di sperimentazione e apprendi-mento continuo, è in grado di innalzare progressivamente le capacità delle persone e dei team con i quali opera. Un simile risultato richiede di partire dalla comprensione di ciò che è valore per i propri clienti, per poi rivedere tutti i processi: dalle operations (produzione e logistica) a quelli per l’innovazione (ge-stione del knowledge e svilup-po dei nuovi prodotti e pro-

cessi), sino a quelli connessi al mercato (marketing e vendita)», conclude Marco Alessi.

Cuoa organizza periodicamente un master in lean mana-gement. Con l’accordo stipulato tra Lean Enterprise Center e Socomec Sicon, impresa di Isola Vicentina specializzata nella produzione di gruppi di continuità e inverter sola-ri, per i partecipanti sarà possibile trascorrere una parte signifi cativa del master direttamente in azienda. Gli incontri formativi si articolano in un periodo di dieci mesi, secondo la formula dei fi ne settimana alternati. L’obiettivo del master è di compren-dere a fondo le caratteristiche della gestione snella aziendale per avere un quadro generale chiaro nel quale collocare le diverse strategie compe-titive, riconoscendo i differenti mo-delli di gestione delle operations. Il programma verte su tematiche legate alle possibili strategie competitive, sul ruolo determinante delle operations e i modelli per produrre. Si parlerà di: introduzione dell’approccio Lean nei processi indiretti, acquisendo le metodologie specifi che che tengano in con-siderazione le peculiarità delle attività non produttive; di gestione del processo di sviluppo di nuovi prodotti e delle attività necessarie al miglioramento della qualità e della gestione visiva delle informazioni. Il programma tratterà anche il lean change management che ha l’obiettivo di com-prendere gli elementi utili per organizzare un programma di trasformazione Lean in azienda, a partire dal ruolo della leadership nei programmi di cambiamento. Si sviluppano, pertanto, le tematiche legate al proprio comportamento, alla capacità di motivare le risorse e di creare un ambiente favorevole al cambiamento, utilizzando la forza del team; viene, inoltre, affrontata la questione della necessità di rivedere i ruoli e le competenze in azienda in funzione delle nuove fi gure professionali necessarie; della gestione del cambiamento e dell ruolo della comunicazione interna. Verranno illustrati casi pratici ed esercitazioni relativi ad aziende che hanno affrontato trasformazioni Lean.

La formazione puntasulle strategie competitive Un’altra fi gura emergente, più specifi ca,

sempre nell’ambito della riduzione degli sprechi, è il cost controller: gli si chiede di defi nire e implementare le procedure di razionalizzazione dei costi e di misurare la performance di ogni settore aziendale, di ottimizzare i processi ed effettuare una valutazione fi nanziaria di investimenti e progetti di svi-luppo. Le sue prospettive sono molto positive, in quanto la cre-scente competiti-vità fra imprese a livello inter-nazionale rende la funzione del cost saving sem-pre più centrale nelle aziende per non perdere quo-te di mercato e dal momento che sono ricercati validi professio-nisti soprattutto per i mercati emergenti asiatici. La retri-buzione annua lorda parte generalmente dai 30 mila euro circa per i profi li junior, sino ad arrivare, per quei profi li senior che lavorano sui mercati esteri, a oltre 80 mila euro. Come possibilità di sviluppo, il cost controller può arrivare a ricoprire la carica di direttore fi nanza e controllo e inoltre le possibilità di impiego di questa fi gura sono molteplici a seconda del settore merceo-logico e della dimensione di una struttura organizzativa.

Il cost controller deve analizzare l’even-tuale impatto che un aumento dei costi in

un’area di lavoro può avere sugli altri com-parti, supportare il progetto nella gestione della risk analysis e alla preparazione del cost control report. Si occupa quindi di ana-lisi dell’allocazione dei costi nelle diverse unità produttive e, a livello di corporate, della elaborazione di report specifi ci lega-ti all’analisi delle variazioni dei fl ussi di

costi generati durante l’eser-cizio ordinario e straordinario della società. È una fi gura pro-fessionale gene-ralmente laure-ata in economia e commercio e ingegneria ge-stionale. Deve avere innanzi-tutto una cono-scenza fluente della lingua in-glese, una buo-na conoscenza del pacchetto

Offi ce e dei software commerciali necessari per lo svolgimento delle attività di project control ed essere disponibile, in diversi casi, a trasferimenti temporanei presso sedi estere. L’aver maturato ottime doti relazio-nali con i responsabili dei centri di costo interni all’azienda è elemento fondamen-tale per poter svolgere al meglio le analisi e condividere con i diretti riporti l’attività nel suo complesso. Il cost controller gene-ralmente è inserito nell’area controlling o internal accounting a diretto riporto del controller senior di business unit o di plant, a secondo della realtà aziendale.

Alle spese ci pensa il cost controller

L’identikit

Mansioni Obiettivi Formazione

Aiuta le aziende a tagliare i «rami secchi» nella struttura aziendale e a portare al mas-

simo la produttività

Niente più sprechi, più pro-duttività ed efi cienza

Cuoa organizza periodi-camente un master in lean

management

Guida un team di lavoro nella comprensione degli sprechi

Migliorare il posizionamento del mercato e incrementare il livello dell’offerta rispetto alla

concorrenza

L’obiettivo di questo master è di comprendere a fondo le caratteristiche della gestione

snella aziendale

Marco Alessi

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52 Lunedì 14 Maggio 2012 L’ I N C H I E S TA

Chiusi i tradizionali canali di occupazione, per le discipline umanistiche è l’ora del riscatto

Per i laureati in lettere e filosofiasi aprono le porte delle aziende

Pagine a curaDI BENEDETTA PACELLI

È fi nita l’era dei laureati nel-le discipline umanistiche impiegati solo in grigi la-vori nelle biblioteche e de-

stinati a una lunga permanenza nelle liste di disoccupazione. Per i dottori in lettere, fi losofi a o scien-ze della comunicazione, infatti, è arrivata l’ora del riscatto, con la complicità di un mercato del la-voro in continua evoluzione che, mentre ha sbarrato i tradizionali canali di occupazione (pubblica amministrazione e scuola) per questi laureati, ne ha inventati di nuovi (comunicazione e risorse umane). Il risultato? Magari que-sti dottori impiegano più tempo a trovare il lavoro, scontando un periodo di precariato più lungo di altri, però, alla fi ne un’occupa-zione ce l’hanno e senza grosse diffi coltà di inserimento. A sor-presa, dunque, secondo i dati del Consorzio Almalaurea, i laurea-ti delle facoltà umanistiche nel 2011 hanno avuto un tasso di occupazione che dopo tre anni e cinque dalla laurea è oscillato dal 70% a oltre l’80%, testimonian-do un inserimento professionale che sul medio e lungo periodo è pari ai colleghi delle discipline tecnico-scientifi che. Con una sola differenza: i luoghi e i tempi.

Alcuni numeri. Ma quali sono le classi di laurea da pren-dere in esame per restituire un rapporto il più possibile rappre-sentativo sui saperi umanistici? Si tratta di diversi corsi: lauree in lettere, fi losofi a, storia, lingue e letterature straniere, conserva-zione dei beni culturali, scienze della comunicazione, discipline arte, musica e spettacolo (Dams). Quale la loro condizione occupa-zionale? Secondo l’indagine Al-malaurea 2012 sulla condizione lavorativa, a tre anni dal titolo, i laureati quinquennali nei gruppi insegnamento e linguistico lavo-rano in oltre il 76% dei casi, a fronte di una media complessiva del 73,3% del totale. Più bassa la percentuale del gruppo letterario pari al 63,1%. In ogni caso, se-condo i dati dell’Istat, il tasso di occupazione di chi esce da questi tre gruppi disciplinari, insegna-mento, letterario e linguistico ammonta rispettivamente al 78,2, 75,5 e 82,5% rispetto a una media generale dell’84,8%. Se poi si entra nel dettaglio dei singoli corsi, comunque, le cose cambia-no. Si scopre, per esempio, che il tasso di occupazione dei neolau-reati solo del corso di laurea in lettere a un anno è leggermente più basso dei colleghi, il 53,9% contro 56,6%. Mentre a tre anni dalla laurea tale svantaggio è almeno in parte recuperato: la-vora, infatti, il 75,5% dei laurea-ti contro una media generale del 73,3%, mentre a cinque anni dal conseguimento del titolo il tasso di occupazione del corso di laurea in lettere (79,3%) pur rimanendo

sotto la media generale (86,6%), raggiunge, comunque, un valore elevato. Lo stesso si riscontra entrando nel dettaglio dei dot-tori in fi losofi a. Il loro tasso di occupazione a un anno (51,8%) è di quasi 5 punti più basso ri-spetto al complesso dei laureati (56,6%), ed è maggiore la quota di laureati in cerca di lavoro (30,7% contro 22,7%). Anche qui se nel breve periodo il mercato del la-voro, in un contesto di scarso di-namismo, offre meno chance ai fi losofi le prospettive cambiano nel tempo. Perché? Innanzitut-to, come ha spiegato a IOLavo-ro, Sergio Scamuzzi, ordinario di sociologia generale, «va precisato che tutti coloro che optano per l’insegnamento hanno risentito della grande contrazione di uno sbocco molto ampio, direi quasi un canale privilegiato. E lo stesso

è avvenuto per la pubblica am-ministrazione. In entrambi i casi questo ha signifi cato precariato e necessità di rivolgersi alle realtà dei privati dato che il pubblico ha sbarrato i suoi ingressi». E, infat-ti, sempre Almalaurea mostra che anche questi laureati (così come l’intero universo dei neo-dottori) per il 42%( insegnamen-to) il 68% (letterario) e il 78,5% (linguistico) dei casi si rivolgono essenzialmente al privato.

Gli sbocchi principali. Dun-que se negli ultimi dieci anni sono venute meno le storiche occupazioni (basti pensare che l’ultimo concorso per l’abilita-zione nella scuola risale al 1999) ne sono nate altre. Oggi esistono gli umanisti del web, giornalisti cioè, che gestiscono i contenuti dei siti, i copywriter on line per la pubblicità del web, quei profes-

sionisti che scrivono i contenuti della pubblicità, i web costumer manager che si occupano del rapporto con i clienti e gli utenti dei siti internet. C’è, poi, il campo delle pubbliche relazioni, quello della selezione del personale ma anche il mondo delle traduzioni e dell’interpretariato per aziende che hanno rapporti con l’estero, case editrici e organismi inter-nazionali.

La stabilità. Uno dei punti dolenti rimane, comunque, quel-lo della stabilità lavorativa: in generale infatti solo il 50,9% dei laureati nell’insegnamento a tre anni dal titolo ha un’occupazione stabile che scende addirittura al 30,7% nel gruppo letterario e al 37,6% in quello linguistico. En-trando ancora più nel dettaglio gli occupati stabili in fi losofi a a un anno dalla laurea (31%) sono

significativamente più bassi del complesso della popolazio-ne indagata (38%). Però a tre e a cinque anni dalla laurea la stabilità contrattuale aumenta considerevolmente, pur restan-do inferiore rispetto al complesso dei laureati. Lo stesso può dirsi per i laureati in lettere: hanno un contratto atipico 61 giovani letterati su 100, contro il 43% del complesso dei laureati. La stabilità dell’occupazione, a un anno dalla laurea, è dunque relativamente bassa: coinvolge infatti il 27% degli occupati, con-tro il 38% del complesso. A tre anni e cinque anni dalla laurea la stabilità è ancora molto bas-sa e riguarda, a tre anni, il 36% degli occupati in Lettere contro il 65% del complesso, mentre a cinque anni, rispettivamente, il 48 e il 75%.

La condizione occupazionale a tre anni dalla laurea

Laureati specialisti

Gruppo insegna-mento

Gruppo letterario

Gruppo linguistico

1. TOTALE LAUREATI SPECIALISTICI

Numero di laureati 41351 927 3759 1838

Età alla laurea (medie) 27,2 29,3 27,3 26,3

2. CONDIZIONE OCCUPAZIONALE

Condizione occupazionale (%)

Lavora 73,3 76,2 63,1 76,7

Tasso di occupazione (def. Istat - Forze di lavoro) 84,8 78,2 75,5 82,5

Tasso di disoccupazione (def. Istat - Forze di lavoro) 9,6 15,1 17,5 12,2

3. INGRESSO NEL MERCATO DEL LAVORO

Numero di occupati 25.269 595 1.913 1.115

Tempo dalla laurea (mesi) al reperimento del primo lavoro 7,3 7,7 8,4 7,2

4. CARATTERISTICHE DELL’ATTUALE LAVORO

Autonomo effettivo 12,5 6,4 9,2 7,2

Tempo indeterminato 42,1 44,5 21,5 30,4

Totale stabile 54,6 50,9 30,7 37,6

5. CARATTERISTICHE DELL’AZIENDA

Pubblico 18,4 35,5 22,9 16,6

Privato 75,4 42 68 78,5

Ramo di attività economica prevalenti (%)

Totale industria 21,3 2 8,5 20,2

Commercio 7,3 3,4 10,9 15

Trasporti, pubblicità, comunicazioni 5,7 2,4 10,6 9,5

Consulenze varie 13,3 1,8 4,5 8,4

Pubblica amministrazione, forze armate 6,7 5,7 5,3 2,9

Istruzione e ricerca 9,7 36,3 25,4 22,8

Sanità 6,8 9,7 1,3 1,4

Totale servizi 76,7 97,6 89,7 78,4

6. GUADAGNO

Guadagno mensile netto (medie, in euro) 1.225 1.009 920 1.079

7. UTILIZZO E RICHIESTA DELLA LAUREA NELL\’ATTUALE LAVORO

Ha notato un miglioramento nel proprio lavoro dovuto alla laurea (%) 43,4 39,1 35,1 43,2

8. EFFICACIA DELLA LAUREA NEL LAVORO SVOLTO (%)

Molto efi cace/Efi cace 48,7 47,5 33,3 47,5

Poco/Per nulla efi cace 17,7 20,5 37,8 20,9

Fonte: elaborazione IOLavoro su dati Almalaurea riferiti al 2011 (XIV indagine sulla condizione occupazionale dei laureati)

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53Lunedì 14 Maggio 2012Lunedì 14 MaggL’ I N C H I E S TA

La strada per salire in cattedraR

iparte la macchina del-le abilitazioni per aspi-rare alla cattedra nelle scuole. La notizia del

reclutamento nel mondo della scuola è ormai certa: il mini-stro dell’istruzione Francesco Profumo ha infatti annunciato che a luglio vi sarà il concorso per prendere parte al Tirocinio formativo attivo (Tfa) di un anno che permetterà l’iscrizio-ne ai futuri insegnanti alle gra-duatorie di prima fascia e nello stesso tempo ha confermato una doppia tornata di assun-zioni. La prima sarà bandita entro l’anno per un numero di posti compreso tra 5 mila e 8 mila. Vi potranno partecipare i docenti abilitati e i vincitori saliranno in cattedra nell’anno scolastico 2013-14 così da far fronte alle esigenze delle classi di concorso con le graduatorie effettivamente esaurite. Ma le intenzioni del ex-rettore del Po-litecnico di Torino sono quelle di emettere un successivo bando nella prossima primavera al quale potranno accedere anche i nuovi abilitati, cioè i 20.067 che avranno frequentato con succes-so i corsi di tirocinio formativo attivo (Tfa). I vincitori di questa seconda tornata entreranno in

servizio nel 2015-16. Inoltre, gli insegnati precari potranno contare sulla revisione delle classi di concorso, terminata dal Miur riducendole a 50-60, e sui controlli ministeriali alle gra-duatorie ad esaurimento, dove persone iscritte da anni, pur avendo rinunciato a insegnare, hanno diritto a essere nominati. Ma non è tutto. Perché il mini-stero ha annunciato anche che saranno ammessi in aula al primo corso di ti-rocinio per conse-guire l’abilitazio-ne i docenti con almeno tre anni di servizio, come previsto anche da una direttiva eu-ropea. La proce-dura privilegiata per accedere alla docenza è invece riservata ai do-centi di medie e superiori che hanno maturato almeno 360 gior-ni di servizio. Per loro nessuna prova selettiva né selezione d’ingresso ai Tfa.

Ma come sono cambiate le regole per diventare insegnan-ti? Per capirlo bisogna fare un

passo indietro alle novità mes-se in capo dalla riforma dell’ex ministro Maria Stella Gelmini (Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell’in-fanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di pri-mo e secondo grado, Gazzetta Uffi ciale n. 24 del 31/1/2011). Innanzitutto viene introdotta una programmazione degli ac-

cessi il cui numero dovrebbe essere stabilito ogni anno dal ministero, dopo aver verifi cato i posti vacanti. Per diventare maestro di scuola dell’infan-zia e della scuola primaria (le

elementari) ci sarà bisogno di un corso di laurea magistrale quinquennale, a ciclo unico, incluso un tirocinio da inizia-re dal secondo anno di corso. Per chi vuole una cattedra alle scuole medie e superiori sarà invece necessaria la laurea ma-gistrale ed un anno di tirocinio (tfa) pari a 60 Cfu con 475 ore a scuola sotto la guida di un in-segnante tutor. Nella teoria ri-spetto al percorso delle vecchie

Siss (scuole di spe-cializzazione), si evita la ripetizio-ne degli insegna-menti disciplinari, approfonditi già durante il corso di studi per concen-trarsi sul tirocinio, sui laboratori e le d idatt iche.Solo dopo il tirocinio il futuro maestro o prof sarà valutato da un docente con un’anzianità di al-meno un decennio.

Questo tutor dovrà verifi care le competenze dell’aspiran-te insegnante: solo in caso di giudizio positivo il candidato conseguirà l’abilitazione all’in-segnamento.

A testimonianza che un’efficace comunicazione è l’oggetto del desiderio di aziende private, ma ora anche di enti pubblici, per i laureati in scienze della comunicazione si parla di vero boom. E anche qui vale la pena sfatare alcuni miti. Secondo il consor-zio Almalaurea nel 2011, infatti, i laureati triennali in scienze della comunicazione, a un anno dalla laurea, non lavoravano meno degli altri, anzi: il 46,5% di loro lavorava, a fronte del 46% dei laureati triennali di tutti i tipi di corsi, e di un 41,8% di laureati triennali usciti dalle facoltà di lettere e filosofia, a cui in molti atenei appartiene scienze della comunicazione. Il che vuol dire che nel pieno della crisi economica, i neolaureati in comunicazione lavoravano un po’ più degli altri (uno 0,5% in più) e ben più dei loro colleghi umanisti (4,2 punti percentuali in più). Se poi si prendono le lauree magistrali del settore della comunicazione per confrontarle con tutte le altre, si arriva a una perfetta parità: a un anno dalla laurea, nel 2011 già lavorava il 55% dei giovani che avevano preso una magistrale nella classe scienze della comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità, esattamente come già lavorava il 55% dei laureati in tutti gli altri corsi. E se confrontiamo questi dati con quelli dei giovani usciti dalle facoltà di lettere e filosofia, scopriamo ancora una volta che i comunicatori se la passano meglio di altri umanisti, i quali, a un anno dalla laurea, nel 2011 lavoravano solo nel 53% dei casi. Secondo il professor Scamuzzi, comunque, per questi laureati non bisogna guardare nell’immediato ma nel medio e lungo pe-riodo, soprattutto tenendo conto del contesto generale. «Il blocco del pubblico», ha spiegato per esempio il professore di Torino, «ha costretto i giovani a rivolgersi verso il privato composto, però, di agenzie di comunicazione, numerose ma piccole. Questo significa molti e rapidi sbocchi professionali ma precari e sottopagati». Che fare quindi? «Intanto ridurre la grande pletora di questi laureati. Sarebbe opportuno, per esempio, ampliare il numero chiuso a tutti i corsi di laurea e preparare così quei giovani che servono e di qualità. Ma questi professionisti non possono rima-nere sconosciuti a chi nel mondo accademico ha la responsabilità dei percorsi formativi». In questo senso l’università di Torino nel 2007 effettuò un’indagine sul profilo e l’occupazione di questi laureati mostrando come la loro condizione di occupati sia stret-tamente legata ad alcune competenze, richieste dalle aziende, che risultano da loro acquisite nel corso universitario «a livelli soddisfacenti, soprattutto rispetto alle conoscenze informatiche e alla capacità di analisi di dati, nonché anche alle conoscenze di marketing e pubblicità. Particolarmente interessante risulta una loro discreta capacità di problem solving rispetto alle richieste aziendali». E il futuro? Scamuzzi non ha dubbi: «investire sulla comunicazione in rete che serve nelle imprese, un settore su cui stanno convergendo anche i grandi media».

IL CASO

Boom della comunicazioneI classici come salvezza per i top manager. Se il mercato

del lavoro è in crisi, il Nasdaq crolla e le incerte prospettive dell’economica creano depressione, la soluzione per i futuri dirigenti è quelli di mettere in soffi tta i testi di marketing strategico o di analisi fi nanziaria e studiare, invece, la Re-pubblica di Platone o l’Odissea di Omero. Quello che potrebbe sembrare uno scherzo è di fatto realtà visto che i laureati in lettere e ancora di più quelli in fi losofi a sono i più stimati e ap-prezzati nei ruoli manageriali sia nel pubblico che nel privato. Un cambiamento di rotta frutto anche della trasformazione che le imprese hanno effettuato negli ultimi anni. Se, infatti, nel recente passato, spiega a IOLavoro Giorgio Ambrogioni presidente di Federmanager, «le imprese hanno spesso tra-sformato i dirigenti in professionisti di alto livello e, quindi, in soggetti dalle competenze specifi che chiamati a presidiare in maniera forte singole aree di business, ora le cose sono profondamente cambiate. E il dirigente si è in un certo senso trasformato, quasi disimparando l’aspetto tecnico-specifi co per diventare più generalista, più leader, più trascinatore. Ecco perché stanno emergendo sempre di più manager di livello che non sono ingegneri o economisti, ma laureati in quelle discipline umanistiche capaci di preparare con uno spirito critico e la giusta inventiva».

Ed è questo stesso spirito che viene apprezzato anche nel settore pubblico. «L’utilizzo dei laureati nell’ambito delle risorse umane», precisa Giorgio Rembado, presidente della Federazione dei dirigenti e delle alte professionalità della funzione pubblica Cida, «non è un esempio teorico ma discen-de da situazioni concrete. I dati mostrano che tutti i laure-ati nelle discipline umanistiche impiegati in questo settore, hanno dato ottima prova di sé. Questo perché la formazione umanistica ha il pregio di essere molto fl essibile e di coniugare una preparazione di base con una formazione che può essere spendibile in campi diversi». Certo specifi ca, invece, Filippo Abramo presidente dell’Associazione italiana per la direzione del personale, «non c’è dubbio che nell’immediato chi viene da una facoltà tecnica ha obiettivamente più chance. Ma il mercato del lavoro è andato così diversifi candosi negli ultimi anni che stanno nascendo molteplici fi gure proprio ritagliate per gli umanisti. Il problema semmai è capire se tutte queste nuove professionalità potranno essere assorbite nel mercato del lavoro. È ovvio che la crisi incide non poco sulla scelta di questi laureati, perché l’umanista è soggetto su cui investire negli anni, che verrà fuori al massimo delle sue potenzialità nel tempo ma con la crisi tutto questo è cambiato perchè le aziende hanno bisogno di investire nell’immediato perché non sanno se sopravviveranno tra qualche anno».

I MANAGER

La salvezza nei classici

«Sono abili nell’affrontare le difficoltà, nel prendere decisioni, nel saper coglie-re il nucleo problematico di questioni molto articolate». Rino Caputo, presidente della Conferenza naziona-le dei presidi delle facoltà di lettere e filosofia parla dei laureati umanisti alla prova del lavoro. E si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa. Domanda. Insomma, ba-sta con il luogo comune dei laureati in lettera disoccupati a vita?Risposta. Gli umanisti trovano occupazione e abbastanza velocemente. Certo, sono più soggetti di altri alle oscillazioni del mercato del lavoro. Non vengono inseriti immedia-tamente con un contratto a tempo indeterminato, ben-sì attraverso una forma-zione professionale o con collaborazioni a progetto e cosa di questo tipo. Quin-di, in modo più progressivo rispetto ad altri. Ma vorrà dire qualcosa se a cinque anni dalla laurea, come di-cono i dati Almalaurea, si raggiunge praticamente la piena occupazione.D. È nell’inserimento iniziale che questi lau-reati incontrano qual-che problema? R. Le generali difficoltà di inserimento dei laure-ati nel mercato del lavoro mostrano la debolezza di un sistema imprenditoria-le che fatica a valorizzare le risorse umane formate. Un problema c’è, è vero ma è strettamente legato alla crisi che costringe le aziende in questo momen-to a cercare per lo più pro-fili con una certa specifi-cità, soprattutto con chi è alle prime armi. Ma non si può dimenticare che il va-lore aggiunto dei laureati umanistici è l’ampiezza, la flessibilità della loro preparazione culturale. Questa caratteristica per le imprese che li assumono alla lunga si rivela un van-taggio competitivo.D. Perché allora questo alone negativo attorno agli umanisti?R. Perché c’è un luogo co-mune che dice che la cul-tura umanistica non sia adeguatamente specia-lizzata per determinate domande. In realtà non solo i nostri corsi di laurea sono diventati più aderenti alle richieste del mercato del lavoro, ma oltretutto sappiamo che qualsiasi specializzazione si può completare. Sapere leggere e scrivere significa, però, essere efficace in qualsiasi attività professionale. Un buon ingegnere che non sa leggere e scrivere come può relazionarsi nel mer-cato del lavoro?

L’INTERVISTA

La culturaè vincente

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54 Lunedì 14 Maggio 2012 S C E N A R I

Il progetto di Assolombarda e sindacati per la sanità

Mutua formazioneL’aggiornamento si fa in network

DI SIBILLA DI PALMA

La sanità scommette sul-la formazione continua. Assolombarda, l’associa-zione delle imprese indu-

striali e del terziario dell’area milanese, ha, infatti, siglato un’intesa con i sindacati pro-vinciali di categoria Cgil, Cisl e Uil per la formazione conti-nua del personale delle aziende sanitarie. «Con questo accordo intendiamo fornire una serie di servizi formativi agli associati», spiega Gabriele Pelissero, presi-dente del gruppo Sanità di As-solombarda. «Per questo abbia-mo realizzato con Fondimpresa, fondo interprofessionale per la formazione continua costituito da Confi ndustria, Cgil, Cisl e Uil, un catalogo per il settore della sanità che include nume-rosi percorsi di training su temi sia specialistici che trasversali» Riguardanti, in particolare, la gestione e l’assistenza clinica, la comunicazione, l’informa-tion technology, la relazione con il paziente e la sicurezza sul lavoro. A fi nanziare gli in-terventi formativi sarà Fon-

dimpresa (che riunisce oltre 63 mila imprese, con tre milioni e 200 mila lavoratori occupati) e il cui meccanismo di funziona-mento si basa sulla bilateralità: imprenditori e rappresentanze sindacali decidono insieme le necessità formative più fun-zionali allo sviluppo aziendale e alla valorizzazione profes-sionale. «Ogni azienda può poi scegliere nel catalogo il corso più adatto in base a obiettivi di target e contenuti», prosegue Pelissero. L’accordo prevede, inoltre, la nascita di un network nel quale le strutture sanitarie che hanno capacità formativa potranno affi darsi le une alle altre per la formazione dei re-ciproci dipendenti.

Un progetto nato dalla con-vinzione che competenze sem-pre più elevate e aggiornate possano rivestire un ruolo de-cisivo per la competitività del sistema sanitario e la qualità del lavoro. «Inoltre, questo set-tore ha una grande necessità di formazione e aggiornamento», prosegue Pelissero, «poiché si tratta di un ambito in continua evoluzione, sia tecnologica che

normativa. Le strutture sanita-rie operano, infatti, in un siste-ma molto ampio che travalica i confi ni nazionali, in virtù del quale se si verifi ca qualche no-vità rilevante all’estero occorre esserne a conoscenza anche in Italia. Vogliamo, quindi, fornire una risposta strutturata a dei bisogni formativi estremamen-te ampi. Anche se va specifi cato che il livello della formazione nelle strutture milanesi è già molto alto. Tutte le imprese del comparto, infatti, sono dotate di piani di training annuali che vengono puntualmente attuati». L’accordo segue a un progetto pilota sviluppato nel 2006 nel quale sono stati coin-volti in programmi di forma-zione di oltre 1.500 ore più di 1.000 professionisti tra medici, infermieri, coordinatori del per-sonale infermieristico, operato-ri e tecnici sanitari. Tutti i corsi erogati, infi ne, saranno accredi-tati Ecm (Educazione continua in medicina) e vedranno il coin-volgimento di numerosi enti di formazione, tra cui la Sda Boc-coni, Mip Politecnico di Milano, Ecole e Fondazione Istud.

DI TANCREDI SEQUI

Il programma Erasmus non conosce crisi e festeggia i 25 anni di attività con un record assoluto. Nel 2010-

2011, più di 231 mila studenti di tutta Europa hanno preso la via dell’estero ricevendo borse di studio per andare a trascor-rere un periodo di formazione all’interno di un’università o in un’azienda straniera. Un vero e proprio boom di domande, che rappresenta un aumento dell’8,5% rispetto soltanto al precedente anno accademico. «Da quando ha preso il via, nel 1987, il programma ha offerto a più di 2,5 milioni di studenti europei l’opportunità di andare all’estero per studiare presso un’istituzione di istruzione su-periore o per un collocamento lavorativo in impresa», hanno spiegato dalla Commissione eu-ropea che mira adesso a tagliare il traguardo dei 3 milioni di stu-denti Erasmus entro il 2012-13, forte di un budget di 460 milioni di euro. Tra le destinazioni più popolari tra gli studenti si è im-posta la Spagna. Mentre il Lus-

semburgo ha inviato all’estero il maggior numero di studenti in proporzione alla popolazione studentesca nazionale. In Italia, fra le università di maggiori ri-chiamo per gli studenti stranieri ci sono quelle di Bologna, Roma e Firenze seguite dal Politecni-co di Milano, l’ateneo padovano e quello di Torino. Sul numero complessivo di studenti che hanno fruito di un sostegno nel 2010-11, circa 190 mila hanno scelto di trascorrere fi no a 12 mesi del loro programma di lau-rea all’estero in uno dei 32 paesi che partecipano a Erasmus (i 27 Stati membri, la Croazia, l’Islan-da, il Liechtenstein, la Norvegia e la Turchia. Oltre alla Svizzera, diventato quest’anno il 33° pa-ese membro di Erasmus). Al di là dei motivi di studio, sempre maggiore interesse hanno rice-vuto i collocamenti lavorativi in imprese estere, offerti dal pro-gramma a partire dal 2007. Lo scorso anno accademico, infatti, uno studente Erasmus su sei (pari a un totale di circa 41 mila studenti), ha scelto questa opzio-ne, con una crescita del 15% ri-spetto all’anno precedente.

I risultati di 25 anni di attività

Erasmus, all’estero 2,5 mln di studenti

Un polo formativo per i legnami di nuova generazione. Sor-gerà in Brianza, a Lentate sul Seveso (Mb), il progetto di Fe-derlegnoArredo, in collaborazione con Aslam, l’Associazione scuole lavoro alto milanese, che intende rispondere al fabbi-sogno formativo e occupazionale delle imprese della fi liera del legno-arredo e, al tempo stesso, alla domanda dei giovani che intendono intraprendere il mestiere del falegname. Il Polo formativo per i mestieri del Legno Arredo si struttura per of-frire diversi livelli di formazione. Il primo profi lo individuato è quello base dell’operatore meccatronico del legno-arre-do, rivolto a quanti intendo-no proseguire gli studi dopo la terza media esclusivamen-te in funzione dell’assolvi-mento del diritto-dovere di istruzione. Si tratta del tradi-zionale operatore del legno, il falegname propriamente detto, che oltre a conoscere le tradizionali tecniche di la-vorazione artigianale del legno, deve anche essere in grado di declinarle in un contesto industriale e di utilizzare macchine a controllo numerico e computerizzate. Per quanto riguarda invece la formazione superiore, il polo sevesino si propone di attivare un percorso biennale di istruzione tecnica superiore (Its) post diploma in funzione della preparazione di tecnici commerciali del legno-arredo; fi gure insomma in possesso dei contenuti tecnici relativi sia ai materiali sia ai prodotti, cui affi ancare competenze commerciali riferite ad ambiti diver-si, da quello delle materie prime, a quello della vendita del prodotto fi nito, a quello della vendita sul mercato contract. Il progetto di Federlegno e Aslam prevede inoltre la creazio-ne di strutture per la formazione permanente e continua di quanti lavorano nel comparto legno-arredo in collaborazione con l’università. Il Polo formativo si avvarrà dei contributi della linea di fi nanziamento Sviluppo dei distretti creativi europei», approvata dal Parlamento europeo, e del Progetto di formazione continua rivolto alle aziende della fi liera lombar-da, approvato da Fondimpresa. L’ipotesi di gestione del Polo è quella di costituire una Fondazione di partecipazione. Quanto alla sede, l’ipotesi in via di concretizzazione è rappresentata da un’area nel comune di Lentate sul Seveso (Mb).

Matteo Rigamonti

Un polo formativoper il legno-arredo

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Page 43: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

55Lunedì 14 Maggio 2012Lunedì 14 Maggio 20A Z I E N D E

Il gruppo amplia il proprio network di servizi. La selezione aperta anche a consulenti e broker

AAA agenti immobiliari cercansiIn arrivo 150 agenzie Frimm, con 300 opportunità di lavoro

Pagina a curaDI LAURA ROTA

Frimm nasce nel 2000. In 12 anni, è cresciuta e si è sviluppata fi no a dive-nire uno dei principali

gruppi operanti nel mercato ita-liano del real estate. L’obiettivo dell’azienda nel 2012 è amplia-re il proprio network di agenzie immobiliari di circa il 10%. At-tualmente il network (agenzie basic, advanced e professional) è composto da circa 1.500 punti vendita, quindi si tratta di apri-re 150 nuove agenzie, con una media di 2 persone all’interno di ciascuna, per un totale di 300 opportunità di occupazione.

Da sempre presieduta da Ro-berto Barbato, conoscitore del mercato del mattone con più di 30 anni di esperienza maturati in Italia e all’estero, Frimm ha costantemente puntato sull’in-novazione di strumenti e servizi per le agenzie immobiliari. Nei primi quattro anni di vita, il network immobiliare si è dif-fuso soprattutto nel Lazio, in Campania, in Sicilia e in Lom-bardia, proponendo agli opera-

tori un nuovo modo di lavorare: affrontare il mercato collabo-rando nella compravendita tra-mite il sistema Multiple Listing Service (MLS REplat), con il duplice obiettivo di rispondere alle esigenze dei consumatori e di aumentare i fatturati degli agenti immobiliari. Superate le 200 agenzie aderenti nel 2004, Frimm ha aggiunto la divisione fi nanziaria a quella immobilia-re che, nel frattempo, si era già ampliata con la divisione tra-ding.

Oggi, alla luce della vera e propria rivoluzione portata nella mediazione creditizia dal decreto legislativo 141/10, la so-cietà si è alleata con Medianet Spa per consentire al proprio network immobiliare di avere un saldo punto di riferimento per tutto ciò che concerne il comparto dei mutui e dei fi nan-ziamenti alla clientela privata e a quella corporate. Alla fi ne di marzo di quest’anno è, infatti, stata creata la nuova società per azioni Medianet – gruppo Frimm, in grado di operare proprio sul mercato della com-mercializzazione dei prodotti fi -

nanziari retail e small business, sulla base delle norme sancite dal decreto legislativo 141/10 e successive modifi che. Nel 2008 l’azienda aveva rivoluzionato il proprio assetto per dare il giu-

sto spazio ad attività vecchie e nuove, come quelle relative al settore delle energie rin-novabili e della cantieristica. Nel 2010, in concomitanza con i festeggiamenti per il primo decennale della pro-pria storia, Frimm Holding approvava la nuova strategia di comunicazione che riunisce tutte le attività, le aziende e il network sotto il marchio della casa madre: Frimm, appunto. Nel 2012 Frimm si consolida come azienda che offre servizi per agenzie immobiliari, ri-volgendosi a tutte le 40 mila agenzie immobiliari d’Italia tramite i tre pacchetti basic gratuito, advanced (MLS per operatori e costruttori) e pro-fessional, nelle due modalità seguenti: agenti con agenzie e agenti free-lance senza agen-zia.

La società rivolge la pro-pria offerta commerciale,

composta da pacchetti basic, advanced e professional, agli agenti immobiliari, iscritti al ruolo, preferibilmente con espe-rienza o con agenzia già aperta sul territorio, ma anche a chi

si affaccia solo ora sul mercato immobiliare. «Abbiamo creato», comunica Roberto Barbato, pre-sidente di Frimm Holding Spa, «tre diversi livelli di accesso al nostro network, tra cui quello del basic gratuito, per dare agli agenti immobiliari la possibili-tà di ampliare le loro possibilità di successo e di integrare degli strumenti e dei servizi all’in-terno del loro lavoro». Oltre a quelle degli agenti immobiliari, Frimm accoglie le candidature di coordinatrici di agenzia, che girerà direttamente ai punti vendita sul territorio. Inoltre, cerca neolaureati da avviare alla carriera di area manager, consulente immobiliare, bro-ker creditizio, offrendo l’inseri-mento in un ambiente giovane e dinamico, corsi di formazione e ottime possibilità di carriera. Gli interessati possono inviare la propria candidatura dalla pagina Lavora con noi del sito www.frimm.com, oppure, sem-plicemente, chiamando una delle sedi sul territorio per mettersi in contatto con l’area commerciale.

© Riproduzione riservata

Yalla Yalla è un’agenzia di viaggi online specializzata nel-la prenotazione e vendita di pacchetti di viaggio forniti da tour operators italiani. Nata nel luglio del 2010, con sede a Rimini, lancia il proprio sito in dicembre. Nel giro di un anno, sul sito ottimizzato con le migliori tecniche Seo, si sono superati i 15 mila passeggeri ed è possibile scegliere tra 240 mila combinazioni di viaggio. L’azienda ha raggiunto accordi con oltre 50 tour operators e, dal dicembre 2011, è disponibile anche la sezione per prenotare le crociere. «Yal-la Yalla», afferma Manuel Mandelli, presidente co-fonda-tore, «è una start-up che va in controtendenza non solo per quanto riguarda il business, ma anche per l’occupazione. Vi lavorano attualmente 15 persone, con età media di 30 anni ed è forte la componente delle quote rosa: l’80% degli assunti è donna.Entro il 2012», continua Mandelli, «abbiamo in programma l’assunzione di altri 10 profili, neo-laureati in informatica, marketing e turismo, da formare per ricoprire i ruoli di sviluppatori It, programmatori, personale operativo boo-king. L’intento è di crescere ancora di più: l’organico dal 2010 al 2011 è passato da 5 a 9 unità e, nei primi tre mesi del 2012, si è già incrementato del 67%, arrivando alle attuali 15. L’attenzione verso i lavoratori e il loro giudi-zio positivo nei confronti della solidità aziendale sono dimostrati dal fatto che il 30% di loro ha un piano di stock options. Il valore aggiunto rappresentato dai dipendenti è elemento distintivo, che rende Yalla Yalla un posto aperto ai giovani che si affacciano nel mondo del lavoro». Yalla-Yalla.it offre anche un servizio di affi liazione a coloro che vogliono guadagnare vendendo pacchetti viaggi tramite il sito. Per diventare partner basta pubblicare sul pro-prio sito i banner promozionali, i link o i motori di Yalla Yalla. L’affi liazione è conveniente perché offre elevate commissioni per ogni vendita conclusa a partire dal sito partner. Per candidarsi, collegarsi al sito www.yallayalla.it, sezione Contattaci.

Ai viaggi di Yalla Yallaservono giovani talenti In un periodo socio-economico come quel-

lo attuale, c’è ancora chi crede nel lavoro, nelle specifi cità del territorio, nelle poten-zialità della qualità e del made in Italy. VHT (acronimo di Varese Hoisting Technology, che signifi ca tecnologia di sollevamento), specializzata nei sistemi tecnologici di sol-levamento, è tutto questo: una realtà indu-striale che ha deciso di scommettere sul futuro. La società, ubicata a Bo-dio Lomnago (Varese), una volta a regime, im-piegherà 80 dipendenti diretti. Le prime fi gure ricercate sono: carpen-tieri saldatori, elettrici-sti, montatori meccanici, addetti uffi cio commer-ciale Italia e estero, ad-detti produzione. Con-siderando inoltre che la filosofia produttiva della società si avvarrà in larga scala di sub-for-nitura, per le forniture di materiali grezzi, se-milavorati, componen-ti e servizi, alimenterà un’importante catena di economia dell’indotto, stimabile in altri 160 posti di lavoro, per lo più allocati nel territorio lombardo. «VHT», sottolinea Libero Donati, amministratore unico, «puntando sui valori della tradizione e i saperi della moderna tecnologia, propone un progetto innovativo d’impresa in grado di coinvolgere il territorio varesino, lombardo e nazionale in un obiettivo condiviso di eccel-lenza e competitività sul mercato globale.

Con la sana follia della passione, un gruppo di imprenditori dalla consolidata esperienza si unisce e propone una soluzione alla crisi, al decentramento, alla delocalizzazione, ri-scoprendo la cultura d’impresa ed il valore aggiunto del legame con i giovani e del radica-

mento sul territorio. VHT vuole sintetizzare il valore di una sinergia tra la specializzazione acquisita nel tempo e un moderno know-how: sinergia che può avvenire solo grazie alla trasmissione diretta di esperienza e cono-scenza tra generazioni. VHT si propone l’am-bizioso obiettivo di porsi come eccellenza per proporre nel settore del sollevamento

prodotti e servizi in-novativi, affi dabili e convenienti, conser-vare e sviluppare il know-how di prodot-to e tecnologico del settore, conservare e sviluppare l’occu-pazione e l’indotto produttivo. Al fi ne di ottenere un sempre maggiore radicamen-to sul territorio e nell’ottica di costitu-ire un polo tecnologi-co del sollevamento in provincia di Vare-se, la nostra azienda si orienta sulla base di un codice etico trasparente e voca-to alla formazione e all’occupazione gio-

vanile». A tale scopo è prevista una stretta collaborazione con le strutture universitarie e liceali, aventi carattere tecnico, scientifi -co ed organizzativo, presenti sul territorio insubrico.

I prodotti che saranno progettati, fabbri-cati e distribuiti dalla società e che si por-ranno all’avanguardia nel settore per conce-zione, caratteristiche tecniche e qualitative nonché per competitività nel rapporto quali-tà-prezzo, sono apparecchi di sollevamento di serie, componenti meccanici ed elettromec-canici e accessori elettrici ed elettronici. La candidatura dovrà essere inviata via e-mail all’indirizzo: [email protected].

Ottanta profi li per VHT

Roberto Barbato

Libero Donati

Manuel Mandelli

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57Lunedì 14 Maggio 2012

INFINITE OPPORTUNITÀ PER TROVARE UN’OCCUPAZIONE

Offro

PPORTUNITÀ PER TROVARE UN’OCCUPAZIONEPPORTUNITÀ PER TROVARE UN’OCCUPAZIONE

LavoroAcquisti

Lombardia

Buyer per lavorazioni meccaniche

Randstad Italia SpA, agenzia per il lavoro, filiale di Legnano, ricerca buyer per lavorazioni meccaniche. Selezioniamo candidati con cono-scenza lavorazioni meccaniche; necessaria provenienza da aziende meccaniche di precisione e abitu-dine al dialogo con officine ester-ne. Richiesta conoscenza disegno meccanico, AS400 e buona cono-scenza lingua inglese. Azienda di Legnano. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trat-tamento dei dati personali a: Filiale Randstad Italia SpA Legnano - Via XXIX Maggio, 113 20025 Legna-no - Tel 0331 593412 - Fax 0331 593556 - [email protected] Randstad Italia SpA

Amministrativi

Lombardia

Impiegata/o amministrativa/o contabile

Openjobmetis SpA. agenzia per il lavoro, filiale di Chiari, ricerca impiegata/o amministrativa/con-tabile per azienda di Brescia, con esperienza nella mansione, addetta alla gestione clienti-fornitori, rapporto con le banche, gestione recupero crediti, utilizzo del pro-gramma Panthera. Automunita/o, preferibilmente residente in zona. Lavoro full-time. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono invia-re un dettagliato curriculum indi-cando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Openjobmetis SpA - Filiale di Chiari - Chiari, Viale Marconi, 3 - Tel 0307101117 - Fax 0307012012 - [email protected] SpA

Neolaureato in giurisprudenza

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 2 neolaureati in giurispru-denza per società di servizi. Le risorse, a seguito percorso formati-vo, ricopriranno il ruolo di payroll specialist, sia per l’Italia che per l’estero. Si richiede: laurea spe-

cialistica in giurisprudenza ad in-dirizzo giuslavoristico; padronanza della lingua inglese sia scritta che parlata; domicilio non lontano dal confine svizzero, nelle provincie di Varese o Como. Si offre contratto di somministrazione finalizzato all’inserimento diretto in azienda. Sede di lavoro: inizialmente Mila-no, successivamente Chiasso (CH). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferi-mento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Piazza della Repub-blica, 5 – 21100 Varese - Tel 0332 1690276-7 - Fax 0332 1690353 - [email protected]

Puglia

Esperto in controllo di gestione

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca esperto in controllo di ge-stione per azienda operante nel settore metalmeccanico. Il candidato si occuperà di: controllo di Gestione; bilancio annuale e mensile; fattura-zione, scritture contabili, liquida-zione IVA, dichiarazione intrastat; analisi degli scostamenti; budget e forecast; controllo e valutazione de-gli investimenti; controllo saldi con-tabili; contabilità industriale; analisi dei flussi finanziari. Sono requisiti imprescindibili Laurea in Econo-mia e commercio o in Ingegneria Gestionale, perfetta padronanza della lingua inglese e pluriennale esperienza nella mansione. Si offre contratto a tempo determinato con finalità di inserimento. Sede di la-voro: Bari. Gli annunci sono rivolti

a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Corso Vittorio Ema-nuele, 171 – 70122 Bari - Tel 080 5282487 - Fax 080 5243185 - [email protected]

Commercio

Lombardia

Commerciale esteroOpenjobmetis SpA. agenzia per il lavoro, filiale di Chiari, ricerca com-merciale estero per azienda di Ber-lingo (BS), con minima esperienza nella mansione, ottima conoscenza tedesco ed inglese. Lavoro full-time, automunito/a, preferibilmente resi-dente in zona. È richiesta la dispo-nibilità a partecipare saltuariamente a fiere anche all’estero. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Openjobmetis SpA - Filiale di Chiari - Chiari, Viale Marconi, 3 - Tel 0307101117 - Fax 0307012012 - [email protected] SpA

Impiegato commerciale con conoscenza di inglese e

franceseRandstad Italia SpA, filiale di Vi-mercate, ricerca impiegato commer-ciale per importante azienda, con esperienza nel ruolo e con la buona conoscenza della lingua inglese e francese. Contratto di somministra-zione a tempo determinato, sede di lavoro Sulbiate (MB), orario di lavo-ro 8.00/12.00-13.30/17.30. Costitui-sce titolo preferenziale la residenza nelle immediate vicinanze alla sede lavorativa. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Randstad Italia SpA - Filiale di Vimercate - Viale Iginio Rota 30/B - 20871 Vimercate (MB) - Tel 039 6612137 - Fax 039 6612168 - [email protected] - www.randstad.comRandstad Italia SpA

candidati ambosessi. Le personeeressate possono inviare un det

I SETTORI

cquisti 57

mministrativi 57

ommercio 57

ontabilità 58

rafici 58

formatica 58

gegneri 58

ogistica 61

Marketing e Commerciali 61

roduzione 63

Qualità 63

sorse Umane 63

Impiegato commerciale con conoscenza di inglese e

LE OFFERTEperiti meccanici/elettrici, promo-

ter commerciale, commerciali estero, disegnatori meccanici, consulenti del lavoro, respon-sabili di produzione, perito chimico, proposal engineer, operatori cnc, ingegneri, ad-detto gestione commesse per Giornale di Brescia

commerciali, educatori-educa-trici, periti elettronici, program-matore macchine cnc, addetti reparto settore gdo, magazzi-nieri, edilizia, financial repor-ter, operatori di sportello, periti meccanici, capo officina, con-trollo qualità, cassieri per Openjob

ingegneri meccanici, ingegneri aerospaziali, ingegneri aero-nautici, analista strutturale, analista fluidodinamico, mon-tatori aeronautici, manutentori aeronautici, system engineer, commercio, ingegnere elettro-nico/meccanico, ingegnere gestionale, autisti, addetto alla logistica, commerciali, opera-tori sociosanitari, geometri, buyer tattico, operatori cnc, in-gegneri termotecnici, program-matori macchine cnc, contabili, responsabili di cantiere, ispet-tori nella ristorazione, sales promoter, tecnico gestore di commessa per Articolo1

OFFROLAVORO

I professionisti, gli enti e le aziende che volessero segnalarele proprie offerte di lavoro possono inviare le richieste al numero di fax

o all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] 02/58317598

L’informazione in tempo reale

SUL VIDEOCENTER

WWW.ITALIAOGGI.IT

L’informazione in tempo reale

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cialistica in giurisprudenza ad in- Puglia

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Il mio obiettivo è massimizzare l’efficacia della comunicazione durante i colloqui di lavoro. Cosa considerare innanzitutto?

Cinzia, Varese

Primo elemento da tenere in considerazione sarà la caratteri-stica del proprio target, ovvero il destinatario del nostro «par-lare», «rispondere», «domandare». L’interlocutore al quale ci rivolgeremo richiederà certamente argomentazioni capaci di trasmettere motivazione e conoscenza, oltre a un entusiasmo che, spesso, diventerà il fattore discriminante per eccellenza tra un candidato e l’altro.Il coinvolgimento di chi ci ascolterà e la nostra capacità di sinto-nizzarci sui suoi bisogni saranno indispensabili per la buona ri-uscita del colloquio di selezione. Se, da un lato, i nostri messaggi saranno pianifi cati in rapporto al loro ricevente, dall’altro, sarà importante il non sacrifi care la spontaneità della conversazione, mantenendo la fl essibilità necessaria.Quindi, in primo luogo, dovremo essere in grado di facilitare la comprensione di ciò che esprimeremo, dovremo essere il più possibile concreti e «munirci» di esempi relativi a esperienze che abbiano caratterizzato il nostro percorso professionale, al fi ne di rendere maggiormente tangibili le nostre affermazioni.Se non conosceremo in partenza le aspettative di chi siederà dall’altra parte della scrivania esordiremo svantaggiati e, dun-que, sarà fondamentale il documentarsi approfonditamente sulle caratteristiche dell’azienda.Anche l’intensità con la quale ci esprimeremo giocherà un ruolo chiave: un tono di voce espressivo e diretto infl uirà positivamen-te sulla valutazione fi nale, fornendo prova di un nostro reale interesse nei confronti della proposta in questione.Anche i tempi del parlato e dell’ascolto e l’enfasi utilizzata per sottolineare specifi ci aspetti del nostro trascorso lavorativo o della nostra personalità dovranno essere ben calibrati. L’essere prolissi o, al contrario, eccessivamente sbrigativi, eludendo i quesiti «scomodi» saranno, infatti, atteggiamenti in grado di infl uenzare le sorti del colloquio, facilitando, o meno, una prima impressione positiva.

Angelo Boccato - [email protected]

PSICOLOGIA DEL LAVORO

Ottimo in... comunicazione

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Page 46: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

58 Lunedì 14 Maggio 2012 O F F R O L AVO R OResponsabile commerciale

esteroRandstad Italia SpA, agenzia per il lavoro, ricerca responsabile com-merciale estero per un’importante azienda leader nel settore metal-lurgico. Il candidato si occuperà della gestione del mercato estero, (composto esclusivamente dai pa-esi limitrofi all’Italia), in termini di mantenimento della clientela e di ricerca di nuovi clienti. È prevista anche la gestione di una parte della clientela italiana. È richiesta una buona conoscenza anche degli aspet-ti di fatturazione e utilizzo del CRM. Requisito indispensabile: ottima conoscenza lingua inglese e lingua tedesca. Si valutano esclusivamente candidature provenienti dal settore metallurgico e con pregressa espe-rienza nella posizione. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum in-dicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trat-tamento dei dati personali a: Filiale Randstad Italia Spa di Brescia - Via Foppa, 10 - 25122, Brescia - Tel 030 3756038 - Fax 030 2807104 - [email protected] Italia SpA

Toscana

Funzionario commercialeArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 3 funzionari commerciali per azienda operante nel settore metalmeccanico. I candidati si occuperanno di sviluppo della rete clienti del centro Italia, individuan-do, acquisendo e sviluppando, limitatamente al territorio assegnato, il proprio portafoglio. Si richiede: esperienza nella vendita, maturata preferibilmente nel settore sistemi di sicurezza, spiccate doti commer-ciali. Si offre inserimento diretto in azienda. Sede di lavoro: Firenze Nord. Zona di riferimento: centro Italia. Gli annunci sono rivolti a

candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Gordigiani, 56/C - 50127 Firenze - Tel 055 3215360 - Fax 055 3289961 - [email protected]

Contabilità

Lombardia

Contabile con esperienza fino al bilancio

Openjobmetis SpA. agenzia per il lavoro, filiale di Chiari, ricerca contabili con esperienza fino al bi-lancio e preferibilmente una minima esperienza relativa alla gestione del personale, per aziende di Chiari e Rudiano (BS). Buon utilizzo pc, disponibilità immediata, lavoro full-time e part-time 6 ore. Automunito/a, residente in zona. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Openjobmetis SpA - Filiale di Chiari - Chiari, Viale Marconi, 3 - Tel 0307101117 - Fax 0307012012 - [email protected] SpA

Grafici

Lombardia

Disegnatore 3DOpenjobmetis SpA. agenzia per il lavoro, filiale di Chiari, ricerca dise-gnatore 3d per azienda di Adro (BS) con esperienza nella mansione, buon utilizzo solidworks. Automunito, residente in zona, lavoro full-time. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-

riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizza-zione al trattamento dei dati perso-nali a: Openjobmetis SpA - Filiale di Chiari - Chiari, Viale Marconi, 3 - Tel 0307101117 - Fax 0307012012 - [email protected] SpA

Informatica

Lombardia

Sistemista MicrosoftArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca sistemista microsoft per azienda. La risorsa, rispondendo al Responsabile IT, si occuperà della gestione di circa 100 utenze e dei server aziendali. Si richiede: diplo-ma di perito informatico e/o laurea triennale con relative certificazioni tecniche; pregressa esperienza in analoga mansione; orientamento al lavoro in team. Orario di lavoro: full-time. Sede di lavoro: Bolgare (BG). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Viale Betelli, 35/37 - 24044 Dalmine (BG) - Tel 035 567381 - Fax 035 4512569 - [email protected]

Tecnico elettronico hardwareRandstad Italia SpA, filiale di Vi-mercate, ricerca Tecnico elettronico hardware. Si richiede: laurea o laurea breve in ingegneria elet-tronica o informatica. Almeno 2 anni di esperienza lavorativa in aziende strutturate. Almeno 5 anni di esperienza in realizzazioni hw/sw anche a fine proprio. Aree ope-rative: progettazione hw basato su microprocessore interfacciato a reti di computer; riparazione schede e sistemi ns. produzione e terze parti. Conoscenze indispensabili appro-fondite, non scolastiche: lettura e realizzazione di schemi elettrici, capacità disegno tecnico. Lettura e realizzazione diagrammi di flusso, in particolare SW. Realizzazione prototipi con attività correlate: ma-ster, micromeccanica, saldatura ecc. Programmazione microprocessori, preferenziale Basic Stamp Parallax. Perfetta padronanza della lingua italiana con capacità di elaborare e realizzare procedure e documen-tazione. Conoscenze preferenziali: lingua inglese; utilizzo e conoscenza professionale computer e reti IP; sistema operativo Linux e linguag-gio C; sistema operativo Windows e linguaggio Pascal, Delphi. Inse-rimento in somministrazione con contratto di 6 mesi. Sede di lavoro Vimercate. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Randstad Italia SpA - Filiale di Vimercate - Viale Iginio

Rota 30/B - 20871 Vimercate (MB) - Tel 039 6612137 - Fax 039 6612168 - [email protected] - www.randstad.comRandstad Italia SpA

Tester appartenente alle categorie protette

Alvin, divisione categorie protette di Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 3 tester appartenenti alle ca-tegorie protette invalidi (Rif. TEST). Le risorse si occuperanno di testare le soluzioni realizzate per i clienti, individuare difetti e fornire supporto per le problematiche più critiche re-lative alle applicazioni informatiche garantendo un elevato servizio di qualità. Si richiede: diploma o laurea ad indirizzo tecnico, esperienza nel settore IT, buona conoscenza della lingua inglese, interesse per attività tecniche. Autonomia, personalità, capacità di apprendimento, buone doti comunicative, attitudine a lavorare in situazioni stressanti completano il profilo. Sede di lavo-ro: Milano. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Alvin Divisione Categorie Protette di Articolo 1 Agenzia per il Lavoro – [email protected]

Ingegneri

Lombardia

Analista funzionale Junior appartenente alle categorie

protetteAlvin, divisione categorie protette di Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 2 analisti funzionali junior appartenenti alle categorie protette invalidi (Rif. JFA). I candidati, sotto la supervisione degli analisti senior, si occuperanno di analizzare e proporre soluzioni ai propri clienti nel settore bancario, traducendo le necessità in specifici requisiti per consentire agli sviluppatori di creare interfacce o programmi e raggiun-gere un accordo finale con il cliente su come migliorare e/o sviluppare il sistema. Si richiedono laurea in economia o ingegneria gestionale e ottima conoscenza della lingua inglese. Autonomia, buone doti comunicative, capacità di gestire situazioni stressanti completano il profilo. Sede di lavoro: Milano. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizza-zione al trattamento dei dati perso-nali a: Alvin Divisione Categorie Protette di Articolo 1 Agenzia per il Lavoro – [email protected]

FirmwaristaRandstad Italia SpA, agenzia per il lavoro, ricerca firmwarista per prestigiosa azienda del settore elet-

tronico. Il candidato ideale è un ingegnere elettronico che abbia già maturato esperienza nell’ambito della programmazione di micro-processori industriali su circuiti integrati 4/8 bit. Iniziale inserimento a tempo determinato con successivo inserimento stabile in azienda. Sede di lavoro: provincia di Brescia. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’au-torizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale Randstad Italia Spa di Brescia - Via Foppa, 10 - 25122, Brescia - Tel 030 3756038 - Fax 030 2807104 - [email protected] Italia SpA

Ingegnere meccanico o dei materiali

Openjobmetis SpA. agenzia per il lavoro, filiale di Chiari, ricerca ing. meccanico o dei materiali per azien-da metalmeccanica di Cazzago S/M (BS) con minima esperienza nel set-tore, iscrizione all’albo, buona cono-scenza del programma solidworks. Disponibile da subito, lavoro full-time. Automunito, preferibilmente residente in zona. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Openjobmetis SpA - Filiale di Chiari - Chiari, Viale Marconi, 3 - Tel 0307101117 - Fax 0307012012 - [email protected] SpA

Progettista con esperienzaOpenjobmetis SpA. agenzia per il lavoro, filiale di Chiari, ricerca pro-gettista con esperienza nella man-sione per azienda di Cazzago S/M (BS). Automunito, residente in zona, lavoro full-time. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Openjobmetis SpA - Filiale di Chiari - Chiari, Viale Marconi, 3 - Tel 0307101117 - Fax 0307012012 - [email protected] SpA

Progettista, perito o Ing. meccanico

Openjobmetis SpA. agenzia per il lavoro, filiale di Chiari, ricerca

Ogni settimana [email protected] offre ai suoi lettori il più completo servizio di segnalazione delle opportunità di accesso e di mobilità nel mondo del la-voro. Tutte le segnalazioni sono suddivise per settore. All’interno di questa classificazione il lettore potrà individuare, nel modo più rapido, la regione in cui preferirebbe svolgere la propria attività e lì cercare le offerte di lavoro

evidenziate dallo spoglio degli annunci. La sua ricerca, a livello regionale, risulterà agevolata dalla possibilità di selezionare solo quegli annunci che interessano le qualifiche e le esperienze professionali già maturate. Per esempio, un ingegnere minerario residente in Veneto che intenda trovare una nuova occupazione come consulente di una impresa petrolifera, dovrà

semplicemente ricercare nelle pagine seguenti, all’interno della sezione dedicata agli «Ingegneri» il sottotitolo riservato alle opportunità offerte in «Veneto» e, all’interno di questo, tutte le segnalazioni che richiedono un «Consulente». Avrà così, in un semplice colpo d’occhio, tutte le offerte presenti sul mercato che lo riguardano direttamente.

Guida all’uso di OFFRO LAVORO OFFRO LAVORO, esercitando il diritto di cronaca, mette anche puntualmente in evidenza gli annunci

e le segnalazioni di possibilità di occupazione pubblicati sulla stampa italiana, nazionale e locale, sulle riviste specializzate e sui più prestigiosi organi di informazione internazionale.

Ogni annuncio si intende diretto indistintamente a uomini e donne.

Telefono 02-58219.1 - e-mail: [email protected]

Direttore ed editore Paolo Panerai (02-58219209)

Direttore Marino Longoni (02-58219207)

Redazione: Silvana Saturno (02-58219378)Roxy Tomasicchio (02-58219335)

Impaginazione e grafica: Alessandra Superti (responsabile)

ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.Stampa: Milano, Seregni Cernusco srl, Cernusco S/N (Milano), via Brescia 22 Distribuzione: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 02-58219283. Concessionaria esclusiva per la pubblicità: Class Pubblicità - Via Burigozzo 8 - 20122 Milano - Tel. 02-58219521-2. Executive Chairman: Andrea Mattei. Chief Executive Officer: Fabrizio Masini. Deputy Chairman Digital: Gianalberto Zapponini. Chief Marketing Officer: Domenico Ioppolo. Group Publisher Quo-tidiani: Francesco Rossi. Business Unit Finanza-Assicurazioni-Energia: Stefano Maggini. Business Unit Fashion-Luxury-Cosmesi: Maurizio Ruggiero. Business Unit Largo Consumo: Giovanni Russo. Business Unit Speciali: Danilo Altenburger. Business Unit Design-Edilizia-Auto-Nautica: Donata Casati. Business Unit Centri Media-Agenzie: Diego Olivelli. Business Unit Pubblica Amministrazione: Carlo Bassi. Coordinamento Roma e Sud Italia: Renato Manzari. Coordinamento Commerciale Area Nord Italia: Stefano Castellani. Coordinamento Toscana e Umbria: Andrea Conforti.ItaliaOggi Sette - Registrazione del tribunale di Milano n. 174 del 25/3/95 - Direttore responsabile: Paolo Panerai. Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

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RETE DI TELERISCALDAMENTO E INDAGINE GEOLOGICA ESPLORATIVA INERENTE UN POZZO GEOTERMICO COMPRENSIVE DEI LAVORI STRUTTURALMENTE E DIRETTAMENTE COLLEGATI

Il comune di Mirandola, piazza Costituente n.1, tel. 0535/29511 rende noto che è indetta una procedura aperta per l’affidamento della concessione di costruzione e gestione rete di teleriscaldamento e indagine geologica esplorativa inerente un pozzo geotermico comprensive dei lavori strutturalmente e direttamente collegati. L’aggiudicazione avverrà con il criterio di cui all’art. 144 d.lgs. 163/06 a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa valutabile in base agli elementi indicati nel disciplinare di gara. Importo e fondi di finanziamento dell’investimento: importo complessivo stimato delle spese tecniche (progettazione, CSP, CSE, DL e collaudo) € 215.800,00, importo complessivo stimato dei lavori di costruzione € 1.525.000,00, importo stimato oneri della sicurezza € 45.750,00. Contributo pubblico (oneri fiscali inclusi) € 1.000.000,00. Le offerte dovranno pervenire, a pena di esclusione, all’indirizzo sopra indicato, ufficio protocollo, entro le ore 12 del 16/06/2012. Il bando di gara, spedito alla G.U.C.E. in data 02/05/2012, il disciplinare ed i relativi allegati sono pubblicati all’albo pretorio del Comune e sul sito www.comune.mirandola.mo.it. CIG 4198232AA2Mirandola, 02/05/2012 il capo servizio - dott. Giovanna Giliberti

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Page 47: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

59Lunedì 14 Maggio 2012Lunedì 14 MO F F R O L AVO R O

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Elite France-Europe B EUR 90,82

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Japan A1 EUR 584,51

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Global Technology EUR 13,10 10/05/2012 GBP 10,50 10/05/2012 USD 16,96 10/05/2012

Healthcare Opportunities EUR 8,51 10/05/2012 GBP 6,82 10/05/2012 USD 11,03 10/05/2012

Polar Japan Fund USD 17,52 11/05/2012 GBP 10,88 11/05/2012 JPY 1401,05 11/05/2012

UK Absolute Return EUR 11,99 11/05/2012 GBP 9,64 11/05/2012 USD 15,51 11/05/2012 EUR 12,19 11/05/2012 GBP 9,80 11/05/2012 USD 15,77 11/05/2012

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UNIDESIO 760071 11,475 04/05/2012

UNIDESIO 760072 10,414 04/05/2012

UNIDESIO 760073 10,424 04/05/2012

UNIDESIO760074 9,583 04/05/2012

UNIDESIO 760075 12,233 04/05/2012

UNIDESIO 760077 10,809 04/05/2012

UNIDESIO 760078 10,424 04/05/2012

UNIDESIO 760079 10,734 04/05/2012

UNIDESIO 760080 10,579 04/05/2012

UNIDESIO 760082 9,651 04/05/2012

UNIDESIO 760085 10,434 04/05/2012

UNIDESIO 760087 11,599 04/05/2012

UNIDESIO 760088 8,788 04/05/2012

UNIDESIO 760090 6,837 04/05/2012

UNIDESIO 760091 10,710 04/05/2012

UNIDESIO 760092 10,676 04/05/2012

UNIDESIO 760095 10,286 04/05/2012

UNIDESIO 760096 10,345 04/05/2012

UNIDESIO 760097 10,785 04/05/2012

UNIDESIO 760098 11,088 04/05/2012

UNIDESIO 760099 10,890 04/05/2012

UNIDESIO 760100 10,470 04/05/2012

UNIDESIO 760101 10,737 04/05/2012

UNIDESIO 760102 10,548 04/05/2012

UNIDESIO 760104 10,064 04/05/2012

UNIDESIO 760105 10,644 04/05/2012

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,0670 04/05/2012

AZZOAGLIO DINAMICO 4,5010 04/05/2012

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 5,6150 04/05/2012

UNIDESIO PRUDENTE 10,8470 04/05/2012

UNIDESIO MODERATO 10,2920 04/05/2012

UNIDESIO ATTIVO 9,7690 04/05/2012

UNIDESIO VIVACE 8,8740 04/05/2012

OBBLIGAZIONARIO MISTO 9,8010 04/05/2012

AZIONARIO EURO 6,8310 04/05/2012

AZIONARIO GLOBALE 8,7170 04/05/2012

TOP SIX ITALY 99,1600 28/03/2012 A+/S&P

E.W.MEMORY INDEX 95,3200 28/03/2012 A/S&P

INDEX TOP 22 101,5100 28/03/2012 A+/S&P

THREE 2009 102,2500 28/03/2012 AA-/S&P

INDEX SIX 2009 96,0800 28/03/2012 AA-/S&P

FTSE MIB 89,8720 09/05/2012

FTSE MIB 2010 87,7650 09/05/2012

EUROSTOXX 50 - 2010 88,7360 09/05/2012

INDEX TRENTA 2011 90,2650 09/05/2012

INDEX FOUR E 50 - 2011 89,9880 09/05/2012

INDEX STOXX EUROPE - 2011 90,7650 09/05/2012

EUROSTOXX 50 - 2012 85,1780 09/05/2012

PREVIMISURATO 12,1990 03/05/2012

PREVIBRIOSO 10,0910 03/05/2012

PREVIDINAMICO 11,5510 03/05/2012

LINEA 1 11,6840 30/04/2012

LINEA 1 - FASCIA A 12,0600 30/04/2012

LINEA 1 - FASCIA B 11,7340 30/04/2012

LINEA 2 11,1940 30/04/2012

LINEA 2 - FASCIA A 11,3830 30/04/2012

LINEA 2 - FASCIA B 11,3880 30/04/2012

LINEA 3 10,8540 30/04/2012

LINEA 3 - FASCIA A 10,9630 30/04/2012

UNIDESIO 760106 10,531 04/05/2012

UNIDESIO 760109 10,778 04/05/2012

UNIDESIO 760110 10,561 04/05/2012

UNIDESIO 760124 11,200 04/05/2012

UNIDESIO 760125 10,675 04/05/2012

UNIDESIO 760126 10,451 04/05/2012

UNIDESIO 760129 11,349 04/05/2012

UNIDESIO 760130 10,619 04/05/2012

UNIDESIO 760133 10,705 04/05/2012

UNIDESIO 760137 10,499 04/05/2012

UNIDESIO 760138 10,797 04/05/2012

UNIDESIO 760139 11,255 04/05/2012

UNIDESIO 760140 11,144 04/05/2012

UNIDESIO 760141 10,213 04/05/2012

UNIDESIO 760143 10,006 04/05/2012

UNIDESIO 760145 10,520 04/05/2012

UNIDESIO 760147 10,745 04/05/2012

UNIDESIO 760149 10,739 04/05/2012

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UNIDESIO 760156 9,996 04/05/2012

UNIDESIO 760157 10,726 04/05/2012

UNIDESIO 760158 10,047 04/05/2012

UNIDESIO 760159 10,419 04/05/2012

UNIDESIO 760160 10,033 04/05/2012

UNIDESIO 760163 10,070 04/05/2012

UNIDESIO 760167 10,329 04/05/2012

UNIDESIO 760168 10,458 13/04/2012

UNIDESIO 760169 10,637 04/05/2012

UNIDESIO 760170 10,344 04/05/2012

UNIDESIO 760171 10,285 04/05/2012

UNIDESIO 760173 10,162 04/05/2012

UNIDESIO 760174 10,430 04/05/2012

UNIDESIO 760179 10,109 04/05/2012

UNIDESIO 760180 10,226 04/05/2012

UNIDESIO 760181 10,091 04/05/2012

UNIDESIO 760182 9,518 04/05/2012

UNIDESIO 760183 10,515 04/05/2012

UNIDESIO 760184 10,505 04/05/2012

UNIDESIO 760185 10,505 04/05/2012

UNIDESIO 760186 10,433 04/05/2012

UNIDESIO 760187 10,461 04/05/2012

UNIDESIO 760188 10,404 04/05/2012

UNIDESIO 760189 10,481 04/05/2012

UNIDESIO 760191 10,125 04/05/2012

UNIDESIO 760192 10,445 04/05/2012

UNIDESIO 760193 10,489 04/05/2012

UNIDESIO 760198 9,143 04/05/2012

UNIDESIO 760201 10,440 04/05/2012

UNIDESIO 760202 10,358 04/05/2012

UNIDESIO 760203 10,759 04/05/2012

UNIDESIO 760205 9,968 04/05/2012

UNIDESIO 760206 10,215 04/05/2012

UNIDESIO 760207 10,180 04/05/2012

BILANCIATO 9,6670 04/05/2012

CONSERVATIVE 10,1660 04/05/2012

BOND MIX 10,0940 04/05/2012

BALANCED 10,3020 04/05/2012

GLOBAL EQUITY 10,7680 04/05/2012

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,0750 04/05/2012

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,3940 04/05/2012

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 8,1980 04/05/2012

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 10,2620 04/05/2012

HI EUROCHINA 99,92 30/04/2012 A+/S&P

5,5Y CHINA KOREA&SWISS GRO. NOTE 99,15 30/04/2012 A+/S&P

S&BRIC 8-40 102,90 30/04/2012 A2/S&P

S&BRIC LOOK BACK 8 - 40 116,30 30/04/2012 A2/S&P

IES - ITALIAN EQUITY SELECTION 99,52 30/04/2012 A+/S&P

HELVETIA 4-30 90,27 09/05/2012

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 9,3800 08/05/2012

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 9,3800 08/05/2012

HELVETIA WORLD EQUITY 103,1400 08/05/2012

HELVETIA EUROPE BALANCED 171,0600 08/05/2012

HELVETIA WORLD BOND 210,0100 08/05/2012

HELVETIA GLOBAL BALANCED 143,2300 08/05/2012

HELVETIA GLOBAL EQUITY 88,3000 08/05/2012

LINEA GARANTITA 11,0690 30/04/2012

LINEA BILANCIATO 11,3890 30/04/2012

LINEA OBBLIGAZIONARIO 11,6490 30/04/2012

LINEA AZIONARIO 7,5110 30/04/2012

AVVISO SUI RISULTATI DELLA PROCEDURA DI AFFIDAMENTO

ART. 65 D.LGS. 163/06.

Si informa che con decreto N. 848 del 29/2/2012 sono stati affidati Servizi complementari al servizio di assistenza tecnica alla gestione del sistema regionale degli standard per il riconoscimento e la certificazione delle competenze CIG 3253637A2E, al RTI con mandataria la Società PricewaterhouseCoopers Advisory S.p.A, Via Monte Rosa, 91 CAP 20149 Milano (MI).L’avviso integrale è pubblicato sulla GUCE S81 del 26/04/2012 N. 132308-2012-IT e sulla GURI del 07/05/2012 numero 52 sulla serie Gazzetta Ufficiale V Serie Speciale.www.regione.toscana.it/appalti/profilo_committente sezione Regione Toscana - Giunta Regionale.La documentazione può essere richiesta al responsabile del procedimento Gianni Biagi Dirigente del Settore Formazione e Orientamento Tel. +39.(0)55.4382370- Fax +39.(0)55.4382055 - dal lunedì al venerdì con orario 9-13. E-mail: [email protected]

(Il Dirigente del contratto)Gianni Biagi

REGIONE TOSCANA - Giunta Regionale Via G. Pico della Mirandola n. 24 - 50132 Firenze - ItaliaDIREZIONE GENERALE COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA REGIONALE E SVILUPPO DELLE COMPETENZE

SETTORE FORMAZIONE E ORIENTAMENTOAVVISO DI APPALTO

AGGIUDICATOL’Azienda USL di Rimini - via Coriano n.38 - 47900 Rimini - rende noto che, ai sensi degli art.li 55 e 82 del D.Lgs. 163/2006, in esito all’espletamento di una procedura aperta con criterio di aggiudicazione al prezzo più basso, previa verifica di idoneità della campionatura, con provvedimento dirigenziale n.151 del 10.02.2012 è stato aggiudicato il contratto avente ad oggetto la fornitura di protesi odontoiatriche mobili e fisse per le esigenze delle aziende sanitarie del comprensorio Area Vasta Romagna, per un importo complessivo - durata contrattuale di 36 mesi - pari ad Euro 1.407.000,00 (iva esclusa); è prevista la facoltà di rinnovo del contratto per ulteriori 24 mesi. Affidataria del contratto è l’ATI con consorzio COPT soc. coop. di Prato mandataria. L’Avviso relativo agli appalti aggiudicati è stato pubblicato sulla GUUE in data 26.04.2012. Per informazioni tel. 0541.707595 - fax 0541.707579.

U.O. ACQUISIZIONE BENI E SERVIZIIl Direttore Dr.ssa Giglia Bitassi

Azienda Unità Sanitaria Locale di RiminiVia Coriano, 38 – 47900 Rimini

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Page 48: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

Fronteggiare l’attuale crisi economica non è sem-plice, soprattutto per il settore dell’artigianato, una delle classi più penalizzate. Istituire una coopera-

tiva potrebbe dare spinta e sostegno. “Prendendo spun-to dalla mia esperienza professionale nel settore della consulenza aziendale, direi che una soluzione per la crescita si può trovare nella cooperazione” interviene il commercialista romano Angelo Alfei. “Uno dei pochis-simi comparti economici che può far fronte alla perdu-rante crisi economica. Costituirsi in una cooperativa di lavoro è un fattore di crescita, specie in una coopera-tiva di lavoro artigiana, dove troviamo valori di demo-crazia, solidarietà, uguaglianza e self-help. Valori che si oppongono all’attuale logica del mercato, che è in una continua e affannosa ricerca del profitto e soffoca le im-portanti qualità etniche del lavoro svolto dai dipendenti, ricorrendo alla riduzione dei costi della manodopera. Il ricorso alla cooperativa di lavoro potrebbe rappresentare davvero una valida soluzione, poiché vi è la congiun-zione tra l’esperienza degli ex dipendenti con esperienza e preparazione professionale fuoriusciti dal mondo del lavoro e che hanno una certa difficoltà a rientrarvi, e i giovani inesperti e pieni di volontà, ai quali viene data la possibilità di imparare un mestiere e diventare parteci-pi dello sviluppo economico del paese”. La validità del modello cooperativo è orientata al bene comune e allo sviluppo sostenibile. Si fonda sul principio fondamentale dello scopo mutualistico, che consiste nel fornire beni, servizi e occasioni di lavoro direttamente ai soci dell’or-

ganizzazione, a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato; mentre lo scopo delle altre imprese è unicamente il conseguimento e la ripartizione di utili patrimoniali. “La cooperativa non è da conside-rarsi come una congregazione di carità o una società di mutuo soccorso” continua Alfei. “Ma come un sistema che persegue un utile diversamente strutturato rispetto a quello delle normali società commerciali, poiché propo-ne vantaggi che si riflettono nelle attività e nelle esigenze quotidiane dei membri. Un altro requisito fondamentale delle cooperative è quello dell’eguaglianza tra i soci. Essa va intesa come parità giuridica nel potere di determina-re, attraverso il voto nelle assemblee, la volontà comune. Nelle cooperative ogni socio possiede un solo voto nelle assemblee, qualunque sia il numero delle azioni o quote

possedute, quindi l’esito di ogni votazione è pienamente democratico”. È questo il classico principio di un voto per persona, in virtù del quale la cooperativa potrebbe essere definita un sistema di democrazia economica. Infi-ne, vige il principio della porta aperta, regolato dalla leg-ge 2524 del codice civile. Tale principio stabilisce che la variazione del numero e delle persone nella società non comporta modifiche dell’atto costituivo e che il capitale della cooperativa non è per forza prestabilito. “Il princi-pio della porta aperta non deve essere inteso alla lettera, non rappresenta la possibilità indiscriminata di accoglie-re nella cooperativa chiunque faccia domanda. Deve es-serci, in ogni caso, l’elemento consensuale, l’incontro di volontà fra la cooperativa e l’aspirante socio” dice Alfei. “Il modello cooperativo, pur essendo chiaramente citato nel testo della costituzione italiana nell’articolo 45, per la funzione sociale che ha, non è stato trasposto in modo perfetto e coordinato nel codice civile. E con la crisi si è creata una confusione di classificazione, fino ad arri-vare in alcuni casi alla conclusione estrema di ritenere la cooperativa una società di capitale minore. Ciò si ri-scontra nell’imposizione fiscale e nei continui interventi sulla tassazione degli extraprofitti. Il ricorso allo sviluppo del modello cooperativo, in particolare nel settore della produzione e lavoro, deve avere come missione il ricono-scimento dei salari, che attualmente non corrispondono ai benefici che hanno le imprese e ai crescenti bisogni del vivere civile. Dovrebbero dare quel valore aggiunto nel campo sociale ed economico”.

Una cooperativa per resistere e crescereLa rete cooperativa potrebbe essere la soluzione più efficace per rimanere competitivi.

Soprattutto in un periodo così difficile per tutti

Molte PMI si tro-vano a fare i conti con l’in-

solvenza e il fallimento altrui che trascina nell’a-bisso della crisi anche realtà virtuose. “Una pos-sibilità di fronteggiare tali criticità è rappresentata da strumenti negoziali idonei sia a gestire in maniera prospettica il rapporto obbligatorio, sia a confe-rire efficacia all’eventuale recupero crediti” spiega l’avvocato Filippo Gorreta di Gorreta & Galimberti Studio

Legale di Monza e Milano (www.gorretaegalimberti.it - [email protected]).“Il valore di un contratto, in molti casi, si mostra all’inadempimento: necessario, quindi, abituarsi a contratti che superino la mera cadenza di ordini e pagamenti preferendo pattuizioni che consentano anche di localizzare e rimediare ai possibili imprevisti, un patto che permetta di risparmiare prima di spendere. È necessario quindi l’inserimento di poche attente clausole che prevedano anche la gestione della sua patologia, sfruttando spazi, soluzioni e alternative che, al momento della stesura, possono apparire superflue”.Questo implica dedicare alla contrattazione le risorse necessarie, riservandole sia il tempo necessario per l’elaborazione, sia l’apporto, meglio se stabile, di professionisti che conoscano a fondo l’azienda, i suoi meccanismi ma anche le sue criticità e che, non ultimo, siano sensibili alle sue necessità. “Lungi dal disporre di poteri taumaturgici, avvalersi stabilmente della consulenza di legali qualificati che capiscano l’azienda e cooperino nel raggiungimento dei suoi obiettivi, di norma, ha effetti benefici impensati che ben giustificano l’impiego delle risorse dedicate” conclude Gorreta.

La certezza del recupero crediti sta nel contratto

L’agenzia delle entrate conduce fre-quenti accertamenti nei confronti delle associazioni sportive dilettanti-

stiche no profit. Ma, per quanto siano ben condotti, soffrono di un problema comu-ne: sono fondati su convinzioni arbitrarie e aprioristiche. “La scarsa partecipazione alla vita associativa, le attività pubblicitarie e i siti internet che evidenziano le varie formule di abbonamento, le segreterie ben organizzate

e la formazione degli avanzi di gestione vengono analizzati dai verificatori in maniera spesso superficiale e fuorviante, fino a determinare addirittura il disconoscimento dello status di ente non commerciale”, commentano gli esperti dello Studio Transerici Bruschi Simeoni di Roma. Ciò ha conseguenze drammatiche, specie se viene adottato uno dei regimi fiscali agevolati. In tal caso, l’ente ispezionato è soggetto a un aumento delle imposte senza possibilità di dedurre costi o di detrarre l’IVA. E molte volte questo rappresenta un duro colpo per l’associazione sportiva. Un’organizzazione solida e meticolosa è l’elemento fondamentale per dimostrare il costante rispetto dei principi che regolano l’universo no profit. “È dall’interno che l’ente ben organizzato deve riuscire a dare evidenza dell’attuazione di tali principi, quali in particolare la mancanza dello scopo di lucro, la democraticità e l’effettività del rapporto associativo” concludono gli esperti.” Per questo è indispensabile programmare accuratamente le linee guida di una corretta ammini-

strazione e monitorarle costantemente con l’ausilio di professionisti competenti. La tracciabilità

quotidiana della vita associativa è certamente un’arma vincente da contrapporre all’azione accer-tatrice. Fatti concreti contro presunzioni: la recente giurisprudenza va proprio in questa direzione”.

Studio Transerici Bruschi Simeoni Via di Torre Argentina, n°47 - Roma [email protected]

Associazioni sportive: la tracciabilità

per fronteggiare il fisco

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Page 49: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

61Lunedì 14 Maggio 2012Lunedì 14 MO F F R O L AVO R Oprogettisti meccanici, periti o ing. meccanici anche junior, per azienda di Travagliato (BS), con minima esperienza nella progettazione di attrezzature. Automuniti, preferi-bilmente residenti in zona, lavoro full-time. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le perso-ne interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Openjobmetis SpA - Filiale di Chiari - Chiari, Viale Marconi, 3 - Tel 0307101117 - Fax 0307012012 - [email protected] SpA

Project ManagerOpenjobmetis SpA. agenzia per il lavoro, filiale di Chiari, ricerca project manager per azienda me-talmeccanica di Cazzago S/M (BS) con esperienza nel settore metal-meccanico. Sono richiesti: laurea Ing. Meccanica e buona conoscenza della lingua inglese. Disponibile da subito, lavoro full-time. Automunito, preferibilmente residente in zona. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizza-zione al trattamento dei dati perso-nali a: Openjobmetis SpA - Filiale di Chiari - Chiari, Viale Marconi, 3 - Tel 0307101117 - Fax 0307012012 - [email protected] SpA

Logistica

Toscana

Sales AccountArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 2 sales account per azienda operante nel settore dei trasporti na-zionali ed internazionali. Le risorse si occuperanno dell’acquisizione e della gestione della clientela relativa al territorio assegnatogli. Si richiede: precedente esperienza maturata nel settore della logistica; ottime doti comunicative ed organizzative; otti-ma conoscenza del territorio; ottima conoscenza della lingua inglese. Disponibilità ad effettuare frequenti trasferte in Toscana. È necessario es-sere automuniti. Si offre inserimento diretto in azienda con contratto a tempo indeterminato. Sede di lavo-ro: Firenze Nord. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indican-do il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Ar-ticolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Gordigiani, 56/C - 50127 Firenze - Tel 055 3215360 - Fax 055 3289961 - [email protected]

Sales ManagerArticolo1, agenzia per il lavoro, ri-cerca un sales manager. La risorsa si occuperà di coordinare e supervisio-nare le figure di sales account, stabi-lire la strategia di vendita in accordo con le indicazioni della direzione aziendale, redigere budget e report di vendita. Si richiede: precedente esperienza maturata nel settore della logistica; buone capacità di analisi, di pianificazione e organizzazione, autonomia decisionale e buone doti comunicative e di leadership; ottima conoscenza del territorio; disponibilità ad effettuare frequenti trasferte in Toscana e su Roma. Si

offre inserimento diretto in azienda con contratto a tempo indeterminato. Sede di lavoro: Firenze Nord. Gli an-nunci sono rivolti a candidati ambo-sessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizio-ne di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Ar-ticolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Gordigiani, 56/C - 50127 Firenze - Tel 055 3215360 - Fax 055 3289961 - [email protected]

Marketing e commerciali

Campania

Capo repartoArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 5 capi reparto per azienda operante nel settore del bricolage. I candidati si occuperanno di gestire il conto economico di reparto, i fornitori (ordini-rotture, ecc), le pro-mozioni e la successiva partenza di volantini pubblicitari, il monitorag-gio della concorrenza, il personale addetto alle vendite e la formazione dello stesso. Si richiede: laurea in materie economiche o diploma in ragioneria; esperienza pregressa in qualità di direttore in ipermercati o contesti similari; ottima predi-sposizione al contatto con il cliente e al commerciale; disponibilità al trasferimento. Sede di lavoro: Brianza. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro - Via G. Porzio, 4 Isola G1 Centro Direzionale – 80143 Na-poli - Tel 081 19562800 – Fax 081 19562804 - [email protected]

Product ManagerArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca un product manager per azienda operante nel settore della produzione di prodotti per l’igiene dentale. La risorsa si occuperà di: studiare le richieste e le preferenze del consumatore relativamente allo stesso prodotto offerto dalla concor-renza o a prodotti affini; misurare l’impatto delle soluzioni ideate (red-ditività, soddisfazione del cliente, ecc) e apportare eventuali misure correttive; analizzare le prospettive di vendita all’interno del mercato di riferimento; definire canali distribu-tivi e strategie relative al prodotto; stabilire il prezzo dello stesso e seguire l’andamento vendite, studio della presentazione e confezione del prodotto; ideazione, pianificazione ed esecuzione di campagne pubbli-citarie e di promozione; pianificare il lancio di nuovi prodotti. Si richiede: ottima conoscenza dell’inglese, esperienza triennale nel ruolo, buona conoscenza di marketing, ottime doti comunicative. Si offre contratto di somministrazione di tre mesi con concrete possibilità di inserimento. Sede di lavoro: Napoli. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro - Via G. Porzio, 4 Isola G1 Centro Direzionale – 80143 Napoli - Tel 081 19562800 – Fax 081 19562804

- [email protected]

Lombardia

Customer Consultant

Randstad Italia SpA, agenzia per il lavoro, ricerca customer consultant per un’importante azienda leader nel settore Cash&Carry. Il candi-dato si occuperà della promozione dei prodotti presso il cliente e della gestione e del mantenimento dello stesso. È preferibile la conoscenza di un tipo di clientela ‘food’ e del settore horeca. È richiesto l’utilizzo del proprio mezzo con relativo rim-borso chilometrico. Requisiti: cono-scenza delle tecniche di vendita e di negoziazione, proattività, problem solving, capacità di ascolto, capacità di lavorare in team. Viene propo-sto un iniziale tempo determinato scopo assunzione. Inquadramento: ccnl commercio/terziario e premio a raggiungimento degli obiettivi. È, inoltre, richiesta la disponibilità a possibili trasferimenti sul territorio nazionale. Sede di lavoro: Brescia. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’au-torizzazione al trattamento dei dati personali a: Filiale Randstad Italia Spa di Brescia - Via Foppa, 10 - 25122, Brescia - Tel 030 3756038 - Fax 030 2807104 - [email protected] Italia SpA

Responsabile negozio abbigliamento

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca responsabile negozio abbi-gliamento per azienda operante nel settore della moda. Il candidato si occuperà della gestione del negozio e della vendita. Si richiede: com-provata esperienza in analoga man-sione; conoscenza e passione per il settore moda; visione commerciale e orientamento al cliente. Sede di lavoro: zona Isola (BG). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Viale Betelli, 35/37 - 24044 Dalmine (BG) - Tel 035 567381 - Fax 035 4512569 - [email protected]

Puglia

Responsabile di negozioArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca responsabile di negozio per azienda operante nel settore abbigliamento. Il candidato, sotto il diretto coordinamento dell’Area Manager, si occuperà di: gestire l’in-tera superficie di vendita assegnata; coordinare e formare il team di vendita; garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati; gestire gli incassi e la movimentazione dello stock di prodotto e le attività di Visual indoor ed outdoor; garantire le attività di reportistica periodica e giornaliera. Si richiede: diploma di

Maturità; esperienza almeno bienna-le in posizioni analoghe e in contesti strutturati; provenienza dal Retail nel settore tessile o abbigliamento o similari, preferibilmente con target di clientela essenzialmente femminile; capacità ed esperienza significativa nella gestione di colla-boratori; passione per il lavoro com-merciale e per la moda femminile; presenza gradevole e coerente con l’immagine aziendale: giovanile, curata, ma semplice e discreta, poco appariscente; residenza o domicilio abituale nella zona di competenza o totale disponibilità al trasferimento in zona; disponibilità al lavoro su turni e a lavorare nei week end. Sede di lavoro: Mesagne (BR). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’au-torizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Crispi,78/B 74100 Taranto - Tel 099 4532080 - Fax 099 9941706 - [email protected]

Sales Manager settore alberghiero

Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca sales manager settore al-berghiero per importante struttura alberghiera. La risorsa si occuperà dello sviluppo del pacchetto clienti, gestendo promozioni, tariffe, listini prezzi, controllando costi e ricavi; manterrà i rapporti con i clienti facendosi carico di soddisfare esigenze e bisogni, coordinerà le

Canale 55

I PROGRAMMI TV E RADIO DI CLASS EDITORI

7.00 Primo Tempo News Le notizie in diretta 9.00 Primo Tempo - Attualità «Non c’è più religione» 11.30 Solo Classici «Aiutami a sognare» - I parte Di P. Avati (1981) 13.10 Law & Order - Serie TV 14.00 Limit - Storie dai Confini II puntata 16.00 Tg Giorno - Attualità 17.05 Class Meteo Show - di S. Giacomin «Si può alleggerire la bolletta energetica?» 18.10 Milano Models - VI puntata «Il docu-reality sul mondo della moda» 19.30 Punto e a Capo Le notizie dal mondo attraverso i Tg 21.00 Quelli del Lunedi Il calcio raccontato dai tifosi 23.50 Law & Order - Serie TV «Mascolinità»

7.00 Caffè Affari 9.00 Linea Mercati Mattina L’apertura delle borse europee 10.10 Trading Room 10.30 Live Speciale Consob 12.20 Analisi Tecnica Intervenite allo 02 58.21.95.85 14.10 Universiadi del Trading 14.30 Bussola Economica 15.00 Linea Mercati Wall Street L’apertura delle borse americane 17.00 Linea Mercati Pomeriggio La chiusura delle borse europee 18.00 Report - Il Tg della Finanza Ospiti L. Astolfi (N+1 Syz) C. Mazzola (Norisk) e C. Aloisio (Unicredit) 19.05 Desk China - Di M. Pira 22.00 Linea Mercati Notte 22.30 Italia Oggi Tg

8.00 Parelli Naturalhorsemanship «Il metodo naturale di Parelli» 9.30 Special Class: Ponymania 12.00 Haya di Giordania «La principessa si racconta a Luca Panerai» 12.00 Class Horse Tg 13.50 Special Class: Gss FISE Dal teatro dell’Archivolto di Genova 17.00 Class Horse Tv Live «Interviste e amici di facebook» 18.00 Special Class: Carlos Gracida «La leggenda vivente del Polo» 18.30 Vintage «Viaggio nel tempo nel mondo equestre» 19.05 Talk Show Attualità «Reinserimento a fine carriera» 20.45 Class Horse Tg 21.05 Film: Les Mains d’Hermès Di F. Laffont e I. Dupuy - Chavanat 21.20 FEI World Cup Lione III tappa

Design&Living

Il gusto del Made in Italy

Top Lot

Le aste in diretta

Ride&Drive

Tutte le novità per un viaggio

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La tecnologia utile di tutti i giorni

Tempo di Lusso

Vivere e conoscere ciò che fa la

differenza

Sapori&Profumi

Ecco le eccellenze culinarie

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Il piacere di leggere

Art TV

Il mondo dell’arte

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7.00 Tg Moda News 7.10 Milano Moda Donna 8.30 New York Fashion Week 9.30 Full Show Designer 11.00 Star&Style Le celebrity internazionali 11.30 Paris Pret a Porter 13.00 Next Generation 15.10 Men’s Fashion 16.00 Fashion Schools 16.30 Ready to Wear Le novità dai migliori negozi 17.15 London Fashion Week Le tendenze della moda inglese 18.00 Boys&Girls La moda per i giovani 19.15 On the Beach Le tendenze dalle spiagge del mondo 20.00 Tg Moda News 20.10 Paris Haute Couture 21.00 Full Show Designer

7.15 Rassegna Stampa Radio Class

9.05 Apertura Piazza Affari

e Borse Europee

10.00 Spazio D.J. Classico

Musica classica e aggiornamenti

sul traffico, meteo, borsa,

oroscopo, sport

15.30 Apertura Wall Street

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16.00 Ultimo Grido

Le novità della classica

17.30 Chiusura Piazza Affari

e Borse Europee

18.00 Punto Piazza Affari

Linea diretta con gli ascoltatori

19.00 Vintage - I grandi del passato

20.00 Onda della Sera

I grandi concerti

22.00 Onda della Notte

I grandi concerti

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CANALE 27

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I l leasing finanziario può essere rilevato nelle scrit-ture contabili di un’azienda a seconda che si pri-vilegi la forma giuridica del rapporto, il metodo

cosiddetto patrimoniale, ovvero se ne sottolinei la funzione economica aderendo al metodo cosiddetto finanziario. “La cornice normativa in cui si è trova-to ad operare il responsabile amministrativo è mu-tata prima con l’introduzione del cosiddetto quadro fedele e successivamente con il decreto 06/2003 in cui il legislatore ribadiva la scelta per il metodo pa-trimoniale” spiegano gli esperti dello studio Noris di

Verona. “Successivamente, con il decreto 38/2005 si

introduce anche in Italia il corpus dei princi-pi contabili internazionali tra cui il principio n°17 relativo al leasing secondo il metodo fi-nanziario, rendendoli però obbligatori solo per alcune imprese”.

Qual è quindi la situazione oggi in Italia?

Ci troviamo con la concorrenza di molteplici documenti di comportamento contabile, na-zionali ed internazionali, che pur riconoscen-do il metodo finanziario come più rispettoso per una corretta rappresentazione contabile dell’azienda, ne permettono l’applicazione “de plano” solamente a una ristretta cerchia di imprese. Una cornice giuridica che risulta oggi particolarmente stretta alla gran massa operatori economici. È cosa comune oggi, in sede di rinnovo o ampliamento dei fidi sentirsi

evidenziare la sottocapitalizzazione dell’impresa. E a chi obietta richiamando l’attenzione sul “patrimonio latente” incorporato nel contratto di leasing immobi-liare, magari più prossimo al riscatto che alla stipula, viene risposto che il software di analisi del credito si basa sui soli dati di bilancio, tralasciando le notizie riportate al punto 22) della nota integrativa. Come si evita tutto questo?

Non sono poche le imprese che utilizzano il metodo finanziario per rappresentare i loro contratti di lea-sing finanziari, soprattutto immobiliari, “innestando”

lo IAS n°17 nella struttura dei principi contabili na-zionali. Tale comportamento, ancorchè sempre più diffuso non risponde, al dettato normativo e può esporre il fianco a censure in ambito bilancistico e concorsuale.

E l’impresa che non sia già ricompresa nell’obbligo

di applicazione di questa metodologia come deve

comportasi?

Un aiuto può giungere dal medesimo decreto che dà facoltà, ma non obbligo, alle società che partecipano a un gruppo e sono incluse nel bilancio consolidato secondo i metodi di consolidamento integrale, pro-porzionale e del patrimonio netto, di utilizzare tutti, non il solo n°17, i principi IAS, potendo così, anche nel bilancio della singola impresa, far emergere la ricchezza contenuta nei contratti di leasing finanzia-ri sottoscritti. Parimenti, anche le società non facenti parte di gruppi, in presenza di rilevanti importi relativi a leasing finanziari, potrebbero valutare la strategia, tramite lo scorporo degli immobili in apposita società controllata integralmente, di costituire esse stesse un gruppo, potendo così esercitare anch’esse la doppia facoltà sopra descritta, di redigere il bilancio conso-lidato e di aderire ai principi contabili internazionali.

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La rappresentazione a bilanciodel leasing finanziario tra teoria e prassi

L’attuale scenario eco-nomico e burocrati-co in Italia ha portato

a un intasamento di tutti i settori relativi al processo e al contenzioso tributario. “Ciò è dovuto al fatto che gli strumenti a disposizione del fisco negli ultimi anni sono aumentati e hanno fatto emergere contribuenti che fino a poco tempo pri-

ma si erano sottratti al loro dovere ed erano totalmente o parzialmente sconosciuti al fisco” spiega Mario Sacchi

dell’omonimo studio commerciale di Vignola. “Un’assi-stenza adeguata in fase precontenziosa è l’unico modo per evitare di finire stritolati nei sofisticati e complicati meccanismi degli accertamenti fiscali”. Soprattutto ades-so che entrati “a regime” i nuovi accertamenti esecutivi (di cui al D.L. 78/2010 convertito con modificazioni alla legge n. 122 del 30 Luglio 2010), i quali non prevedono più l’emissione della cartella (salvo che per fattispecie limitate di tributi), i quali, decorso il termine per la pro-posizione del ricorso (ed ulteriori 180 giorni) diventeran-no titolo esecutivo per il concessionario della riscossione per tutelare il credito erariale. Questa nuova fattispecie, “impone” al contribuente, già in sede di proposizione del ricorso, a proporre istanza di sospensione ex art. 47 D.Lgs. n. 546/92 alla commissione tributaria adita che dovrà de-cidere entro 180 giorni, nonche la richiesta di urgenza della decisione in merito, per attenuare gli eventuali ca-richi finanziari del contribuente, dovuti alla riscossione

provvisoria. E’ chiaro che con queste premesse, un altro aspetto da non trascurare è di provare, prima di propor-re il ricorso, tutti gli strumenti deflativi dello stesso quali l’autotutela e soprattutto l’accertamento con adesione di cui al D.Lgs. n. 218/97 qualora, il contribuente “accertato” ritenga ingiusta l’adesione ai verbali di constatazione: si ritiene infatti ragionevole anche in materia tributaria, cer-care una via di conciliazione “stragiudiziale” soprattutto quando la materia oggetto del contendere può presentare alcune zone critiche sia a favore del contribuente, sia a suo sfavore. “Ma se chiaramente non si riesce a trovare una soluzione su questa strada, l’unica alternativa resta il contenzioso tributario, che proprio alla luce di questi nuovi accertamenti immediatamente esecutivi ci costringe a due considerazioni: se prima, con i vecchi accertamenti, certi vizi erano solo relativi alla forma, adesso la notifica deve essere fatta ad hoc. Ma soprattutto, diventa impor-tante tutelare i contribuenti titolari di impresa che, in un difficile periodo di crisi come questo, se si vedono arrivare un pignoramento sono affossati. Negli ultimi anni la no-stra attenzione si è rivolta, come fosse una moda, al tema dell’abuso del diritto, quando i comportamenti leciti da parte del contribuente non sono in linea con quello che sarebbe la “ratio” voluta dal legislatore. Ma come non deve esserci abuso da parte del contribuente, non dovrebbe esserci neanche da parte dell’amministrazione.”Di grande interesse è vedere come si muoverà l’attuale Governo, il quale mediante la delega fiscale approvata di recente ha deciso di intervenire anche sui rapporti tra fisco e contribuente, introducendo proprio una definizione genera-le di abuso del diritto che, recependo la giurisprudenza delle Sezioni Unite della Cassazione, sarà unificata con quella

dell’elusione, rendendola applicabile a qualsiasi tributo. Inoltre saranno introdotte specifiche regole procedimenta-li, al fine di garantire un confronto fra amministrazione e contribuente improntato alla buona fede e che garantisca efficaci strumenti di difesa per il contribuente stesso. Inoltre la delega pone la propria attenzione al reato tributario per i comportamenti fraudolenti, simulatori o finalizzati alla creazione e all’utilizzo di documentazione falsa nell’ottica di una revisione del sistema sanzionatorio penale secon-do criteri di predeterminazione e proporzionalità rispetto alla gravità dei comportamenti. Viene prevista, inoltre, la revisione del regime della dichiarazione infedele e del sistema sanzionatorio, in modo da correlare le sanzioni stesse all’effettiva gravità dei comportamenti, introducendo la possibilità di ridurre le sanzioni in casi di minore gravità o di applicare sanzioni amministrative anziché penali. Si prevede che il principio del raddoppio del termine di accer-tamento in caso di denuncia penale si applichi solo ove la denuncia sia inoltrata in riferimento ai termini di decaden-za dell’accertamento. I controlli saranno mirati e rafforzati attraverso l’utilizzo delle banche dati e la collaborazione con altre autorità pubbliche; sarà potenziata la tracciabili-tà dei pagamenti e l’utilizzo della fatturazione elettronica. Nell’ambito del contenzioso tributario è prevista, infine, la nuova procedura ex art. 17-bis del D.Lgs. n. 546/92 la quale prevede una sorta di mediazione preventiva fra Agenzia delle Entrate e contri-buente per le liti di minore entità per gli accertamenti notificati al contribuente a partire dal 1° Apri-le 2012.

Come cambia il contenzioso tributario I nuovi strumenti del fisco, la crisi delle imprese e l’abuso del diritto

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Page 51: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

63Lunedì 14 Maggio 2012Lunedì 14 MO F F R O L AVO R Oattività di marketing nella realiz-zazione del piano commerciale. Si richiedono ottime doti relazionali, attitudine alla vendita, esperienza nel settore alberghiero, ottima co-noscenza dell’inglese turistico e di almeno un’altra lingua. Contratto e retribuzione saranno commisurati alla reale esperienza. Si offre un contratto di somministrazione con possibilità di inserimento. Sede di lavoro: provincia di Barletta-Andria-Trani. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indican-do il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trat-tamento dei dati personali a: Artico-lo1 Agenzia per il Lavoro – Corso Vittorio Emanuele, 171 – 70122 Bari - Tel 080 5282487 - Fax 080 5243185 - [email protected]

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nibilità immediata per lavoro sia a giornata che su 3 turni. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Openjobmetis SpA - Filiale di Chiari - Chiari, Viale Marconi, 3 - Tel 0307101117 - Fax 0307012012 - [email protected] SpA

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Toscana

MacchinistaArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 10 macchinisti. Le risorse si occuperanno di lavorazione e cuci-tura a macchina di prodotti in pelle quali borse, portafogli, cinture. Si richiede: precedente esperienza nella mansione e conoscenza dei materiali e delle tecniche di taglio, scarnitura, spaccatura, procedure di montaggio e rifinitura della pelle. Orario: full-time. Si offre iniziale contratto di somministra-zione finalizzato all’inserimento in azienda. Sede di lavoro: provincia di Firenze. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un det-tagliato curriculum indicando il ri-ferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Gordigiani, 56/C - 50127 Firenze - Tel 055 3215360 - Fax 055 3289961 - [email protected]

OperaioArticolo1, agenzia per il lavoro, ri-cerca 2 operai per azienda operante nel settore alimentare. Le risorse si occuperà di seguire le varie fasi di produzione e confezionamento di alimenti, controllare lo stato di pulizia e settaggio degli impianti; si occuperà, inoltre, di etichettatura, imballaggio, controllo qualità. Si richiede: precedente esperienza in produzione, preferibile pro-venienza dal settore alimentare, predisposizione al lavoro di routine, capacità organizzative, flessibilità

e buona manualità. Orario di lavo-ro: full-time. Si offre contratto di somministrazione con possibilità di inserimento in azienda. Sede di lavoro: Firenze. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indican-do il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Ar-ticolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Gordigiani, 56/C - 50127 Firenze - Tel 055 3215360 - Fax 055 3289961 - [email protected]

Qualità

Toscana

Addetto controllo qualitàArticolo1, agenzia per il lavoro, ricerca 2 addetti controllo qualità. La risorsa si occuperà di controllo qualità del prodotto finito, borse e piccola pelletteria, contatto e supporto alla produzione in Italia e all’estero. Si richiede: indispensabi-le esperienza nel settore pelletteria; conoscenze tecniche del prodotto; disponibilità per trasferte settimanali in Europa, Asia e Italia; ottima cono-scenza della lingua inglese. Sede di lavoro: Scandicci (FI). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizio-ne di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Ar-ticolo1 Agenzia per il Lavoro – Via Gordigiani, 56/C - 50127 Firenze - Tel 055 3215360 - Fax 055 3289961 - [email protected]

Risorse umane

Lombardia

Assistente risorse umane appartenente alle categorie

protetteAlvin, divisione categorie protette di Articolo1, agenzia per il lavoro, ricerca assistente risorse umane appartenente alle categorie protette invalidi (Rif. AHR) per azienda operante nel settore energie. La risorsa, inserita nell’ufficio risorse umane, sarà impegnata nel controllo delle presenze, elaborazione dati per studio di consulenza del lavoro ed altre attività connesse all’ammi-nistrazione del personale. Sarà di supporto alle attività di recruiting, aggiornamento procedure interne al reparto e gestione delle scadenze inerenti alle attività del reparto. Si richiede: esperienza, almeno di base, nel settore dell’amministrazione del personale e in ambito risorse umane; ottima conoscenza dei principali strumenti informatici (Pacchetto Office, Internet e posta elettronica); buona conoscenza della lingua in-glese. Precisione, doti comunicative e relazionali, dinamicità, flessibilità e determinazione completano il profilo. Sede di lavoro: Sesto San Giovanni (MI). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indican-do il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Alvin Divisione Categorie Protette di Articolo 1 Agenzia per il Lavoro – [email protected]

CSP INTERNATIONAL FASHION GROUP S.p.A.Sede sociale in Ceresara (MN), Via Piubega n. 5/C

Capitale sociale € 17.294.850,56 interamente versatoIscritta al Registro Imprese di Mantova n. 00226290203

RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE AL 31 MARZO 2012

Si rende noto che il resoconto intermedio di gestione consolidato al 31 Marzo 2012 è a disposizione del pubblico presso la sede sociale, presso la sede di Borsa Italiana S.p.A. e sul sito internet www.cspinternational.it.

Il Presidente Francesco Bertoni Ceresara (MN), 14 Maggio 2012

Sede Legale in Mantova – Piazza V. Pareto n.3Capitale Sociale Euro 178.464.000,00 = i.v.

Codice Fiscale - Partita IVA e numero Registro Imprese di Mantova 07918540019

www.immsi.it

AVVISO AGLI AZIONISTI

Il giorno 11 maggio 2012, presso i locali del Mantova Multicentre - Centro

Congressi della Camera di Commercio di Mantova - si è tenuta, in secon-

da convocazione, l’Assemblea Ordinaria degli Azionisti di Immsi S.p.A.

che ha approvato, tra l’altro, il Bilancio di esercizio della Società al 31

dicembre 2011 ed ha deliberato di riconoscere agli Azionisti un dividendo

relativo all’esercizio 2011 (cedola n. 11), dell’importo unitario lordo da

imposte di Euro 0,03 per azione, inclusivo della quota relativa a numero

2.670.000 azioni proprie ai sensi dell'art. 2357-ter del codice civile, per un

controvalore complessivo di massimi Euro 10.215.900. Lo stacco cedole

avverrà il prossimo 21 maggio 2012, con pagamento il 24 maggio 2012.

Ai sensi dell’art. 77, comma 3, del Regolamento Emittenti, il verbale

dell’Assemblea sarà messo a disposizione del pubblico presso la sede

legale e Borsa Italiana S.p.A., nonché consultabile sul sito istituzionale

www.immsi.it, entro il giorno 10 giugno 2012.

Si rende inoltre noto che il Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo

2012 di Immsi S.p.A. sarà a disposizione del pubblico presso la sede lega-

le, Borsa Italiana S.p.A. e consultabile sul sito istituzionale www.immsi.it,

a partire dal giorno 15 maggio 2012.

VERBALE ASSEMBLEA

RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONEAL 31 MARZO 2012

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Page 52: • Anno 21 - Numero 114 - 2,50 - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Lunedì 14 Maggio 2012 • DI MARINO LONGONI mlongoni@class.it Allarme insolvenze nei

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