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54 BIELLA STYLE & MOTORI BELLEZZA & BENESSERE Sbiancamento Dentale Fotodinamico e Cosmesi Dentale In Italia è da poco più di una decina d’anni che gli sbiancamenti dentali hanno iniziato a farsi largo tra la gente, sebbene da molto più tem- po vengano praticati in altri paesi del mondo, tra cui il primato spet- ta agli Stati Uniti. Già gli antichi romani cercavano di sbiancarsi i denti con prodotti naturali, peral- tro con scarsi risultati. Lo sbianca- mento dentale con prodotti chimi- ci risale a fine Ottocento quando l’acido ossalico veniva usato per sbiancare i denti vitali. Lo sbian- camento professionale moderno, invece, si può far risalire al 1989 con il “nightguard bleaching” a base di perossido di carbammide. Ma perché sbiancare i den- ti? Lo abbiamo chiesto al Dot- tor Valerio Bini, nostro consu- lente in tema odontoiatrico: “Avere un sorriso con i denti bianchi e luminosi aiuta senz’altro a migliorare e a rendere più gradevole l’aspetto ge- nerale di una persona, sia in termini di miglioramento dell’autostima, che al cospetto del prossimo. Il sorriso e i den- ti di una persona sono tra le prime cose che si guardano quando si comunica con gli altri, è come un biglietto da visita che contribuisce sulla prima impressione che gli altri si fanno di noi. Un bel sor- riso da già un’idea di pulizia, di ordine, di simpatia e contribuisce a valorizzare l’intero individuo. Al contrario denti gialli, sporchi, con tartaro danno l’idea di sporco, di una persona che non si cura… Tante persone infatti sono sem- pre più stanche di avere i denti macchia- ti e gialli, anzi: tra la gente ha iniziato a diffondersi l’idea che anche il colore dei denti naturali, che ognuno di noi ha diverso dagli altri e che è determinato geneticamente, sia più scuro di come lo vorrebbero (secondo recenti studi il 50% della popolazione mondiale non è soddisfatto del colore dei propri denti e cerca in qualunque modo di averli più bianchi). Sarà, forse, stata la pubblicità a mostrarci modelle dai denti splendidi, saranno forse stati i sorrisi meravigliosi degli attori Hollywoodiani, sarà forse stato un cambiamento nelle valutazioni dei canoni estetici, ma sia come sia, quel che si nota è che sempre più persone, di qualsivoglia età, si sottopongono allo sbiancamento dei denti. Col passare del tempo il dente assume una colorazione sempre più carica: è per questo che una persona adulta, anche se ha sempre avuto un’igiene orale scrupolosa, avrà i denti più scuri di quando era più gio- vane in quanto i denti sono soggetti al naturale processo di invecchiamento che modifica la composizione dei tes- suti. I denti inoltre possono presentare due tipi di macchie: quelle estrinseche, cioè quelle esterne al dente, causate dal depositarsi di sostanze contenenti cro- mogeni e da placca e tartaro (che si pos- sono rimuovere con metodi meccanici

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54 BIELLA STYLE & MOTORI

BELLEZZA & BENESSERESbiancamento Dentale Fotodinamico e Cosmesi Dentale

BS & M

In Italia è da poco più di una decina d’anni che gli sbiancamenti dentali hanno iniziato a farsi largo tra la gente, sebbene da molto più tem-po vengano praticati in altri paesi del mondo, tra cui il primato spet-ta agli Stati Uniti. Già gli antichi romani cercavano di sbiancarsi i denti con prodotti naturali, peral-tro con scarsi risultati. Lo sbianca-mento dentale con prodotti chimi-ci risale a fine Ottocento quando l’acido ossalico veniva usato per sbiancare i denti vitali. Lo sbian-camento professionale moderno, invece, si può far risalire al 1989 con il “nightguard bleaching” a base di perossido di carbammide.

Ma perché sbiancare i den-ti? Lo abbiamo chiesto al Dot-tor Valerio Bini, nostro consu-lente in tema odontoiatrico:

“Avere un sorriso con i denti bianchi e luminosi aiuta senz’altro a migliorare e a rendere più gradevole l’aspetto ge-nerale di una persona, sia in termini di miglioramento dell’autostima, che al cospetto del prossimo. Il sorriso e i den-ti di una persona sono tra le prime cose che si guardano quando si comunica con gli altri, è come un biglietto da visita che contribuisce sulla prima impressione che gli altri si fanno di noi. Un bel sor-riso da già un’idea di pulizia, di ordine, di simpatia e contribuisce a valorizzare l’intero individuo. Al contrario denti gialli, sporchi, con tartaro danno l’idea di sporco, di una persona che non si cura… Tante persone infatti sono sem-pre più stanche di avere i denti macchia-ti e gialli, anzi: tra la gente ha iniziato a diffondersi l’idea che anche il colore dei denti naturali, che ognuno di noi ha diverso dagli altri e che è determinato geneticamente, sia più scuro di come lo vorrebbero (secondo recenti studi il 50% della popolazione mondiale non è

soddisfatto del colore dei propri denti e cerca in qualunque modo di averli più bianchi). Sarà, forse, stata la pubblicità a mostrarci modelle dai denti splendidi, saranno forse stati i sorrisi meravigliosi degli attori Hollywoodiani, sarà forse stato un cambiamento nelle valutazioni dei canoni estetici, ma sia come sia, quel che si nota è che sempre più persone, di qualsivoglia età, si sottopongono allo sbiancamento dei denti. Col passare del tempo il dente assume una colorazione sempre più carica: è per questo che una persona adulta, anche se ha sempre avuto un’igiene orale scrupolosa, avrà i denti più scuri di quando era più gio-vane in quanto i denti sono soggetti al naturale processo di invecchiamento che modifica la composizione dei tes-suti. I denti inoltre possono presentare due tipi di macchie: quelle estrinseche, cioè quelle esterne al dente, causate dal depositarsi di sostanze contenenti cro-mogeni e da placca e tartaro (che si pos-sono rimuovere con metodi meccanici

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come la detartrasi ) e quelle intrinseche, cioè quelle contenute all’interno dello smalto del dente, che si possono rimuo-vere solo con lo sbiancamento dentale usando perossidi. Possono esserci an-che macchie dovute ad anomalie nella mineralizzazione dello smalto, dovute a cause genetiche (amelogenesi imper-fetta) , assunzione di particolari farmaci (tetracicline) durante la formazione dei denti permanenti e assunzione di un ec-cesso di fluoro, iperfluorosi. Per i difetti di mineralizzazione più gravi e difetti di forma del dente bisogna ricorrere a trattamenti di odontoiatria conserva-tiva o odontoiatria protesica (come ad esempio faccette Lumineers, ceramiche in zirconio e restauri in composito). Il paziente può essere informato sul pro-prio “colore dentale” attraverso una scrupolosa visita professionale presso il medico odontoiatra, in occasione del-la quale viene effettuata una semplice misurazione soggettiva che confronta il croma del dente con un campione su una scala di colori dentali predefiniti. I campioni riproducono l’aspetto labiale

degli incisivi superiori. Esiste una scala universale composta da 16 campioni, a ognuno dei quali corrisponde una tonalità di colore, dal più chiaro al più scuro. Grazie a questo presidio è possi-bile quindi stimare di quante tonalità il colore viene ravvivato sul proprio sor-riso. Anche se lo sbiancamento è molto diffuso, parecchie persone sono ancora all’oscuro circa la vasta gamma di pro-dotti e le differenti procedure che sono ora disponibili. Oggi, ci sono centinaia di prodotti in vendita liberamente e prodotti professionali in utilizzo ai soli medici odontoiatri. Con risultati che possono variare dall’ impressionan-te al deludente, sino all’inesistente. I metodi di sbiancamento professionale svolti in studio utilizzano gel con con-centrazioni di perossido di carbammi-de o idrogeno fino al 35% ; può essere posizionato sui denti dal medico denti-sta e lasciato agire per circa 45 minuti,(sbiancamento alla poltrona senza at-tivazione luminosa). Può anche essere posizionato sui denti dal medico denti-sta e esposto ad una sorgente luminosa

(lampada alogena, lampada al plasma o laser) in modo che venga ancor più ac-celerata (non certo potenziata…) la re-azione. In base alla sorgente luminosa e al tipo di discolorazione, il gel è appli-cato da una a più volte e sottoposto alla sorgente luminosa per un tempo varia-bile per applicazione. In entrambi i me-todi viene applicata una protezione di gomma intorno ai denti, utile a non fare entrare in contatto il gel con le gengive. Attualmente il sistema di sbiancamento professionale più innovativo è basato sulla “Tecnologia Fotodinamica Blan-cOne”. Cosa differenzia questo prodotto dagli altri sistemi di sbiancamento? La differenza principale tra questo siste-ma e gli altri è da individuare nel reale utilizzo dell’energia luminosa, e non del semplice calore emanato. Mi spiego me-glio: la presenza di particolari cromofo-ri contenuti nel prodotto fanno in modo che le particelle di perossido di ossigeno siano attivate dalla luce in pochissimi secondi e possano generare ossigeno molecolare. Ciò permette di ottenere un duplice beneficio: da un lato si rende

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possibile concludere la seduta di sbian-camento (bleaching) in tempo molto minore degli attuali sistemi, dall’altro il trattamento risulta estremamente delicato e non aggressivo verso denti e gengive. Quindi è molto più sicuro e determinabile per il paziente. Certo, i denti non devono essere sbiancati come si candeggiano le lenzuola: ciò che è importante è mantenere l’individualità del colore, esattamente come si rispetta il colore della pelle, altrimenti non ha valore esprimere concetti di naturalezza unita ad estetica. Blanc One è un tratta-mento cosmetico professionale che, in una sola seduta di 30-45 minuti, rende il sorriso più candido e luminoso senza stravolgerne l’immagine. Il procedi-mento prevede l’applicazione di un gel sulle superfici dentali da 3 a 6 volte (a discrezione del clinico) che viene attiva-to da una fonte luminosa per pochi se-condi ad ogni dente; in tal modo si evita l’aggressiva disidratazione dell’elemen-to dentario ed il riscaldamento pulpare, cioè della zona nervosa. Una risposta netta, dunque, ai diffusi problemi di

sensibilità e disidratazione che accom-pagnano le procedure di sbiancamento. Sono convinto che sia la soluzione che molti dentisti e pazienti stavano cer-cando da anni. Per le caratteristiche che lo rendono unico, invito a prendere vi-sione delle informazioni disponibili sul sito Internet: www.blancone.it e www.studio-bini.com, ove è possibile visio-nare anche il VideoClip d’informazione”.

Per approfondimenti e informazioni:

Bini Dott. Valerio – Odontoiatria Estetica

Biella Piazza Martiri della Libertà n.3 Tel.015 32258

Cavaglià Via San Giovanni Bosco n.3 Tel.0161 966796

[email protected] www.studio-bini.com

Max

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Serramento e digrignamento dei denti: fattori scatenanti, rimedi e consigli

Parlando di un termine ancora molto discusso come “bruxismo”, bisogna innanzitutto chiarire che non si tratta di una malattia ma di una parafunzione. Con questo termine si indica tutto ciò che un sistema (in questo caso, la bocca o sistema stomatognatico) può fare, ma che esula dalle sue normali fun-zioni; tutti noi serriamo i denti cen-tinaia di volte al giorno, ma si parla di parafunzione quando la forza è eccessiva e l’atto viene compiuto non per scopi funzionali (come ma-sticare o deglutire). Ad oggi questa parafunzione viene definita come l’abitudine di serrare, digrignare e stringere i denti, un atto notturno o diurno, che provoca la chiusura e il serramento dei mascellari per fini non funzionali o un disordine psi-cofisiologico che causa abitudini parafunzionali notturne e/o diurne. Prima di tutto, il bruxismo va sud-diviso nelle sue due maggiori mo-dalità. Il serramento (bruxismo sta-tico o centrico) è causato da con-trazioni inconsce senza movimenti laterali dei muscoli masticatori, che possono essere attivate a livello del sistema nervoso centrale e si pre-sentano solitamente di giorno. Il digrignamento (bruxismo dinamico o eccentrico) è stimolato da im-pulsi generati dal midollo spinale, dovuti a stress fisici o psicologici, che provocano scariche muscolari con movimenti laterali mandibo-lari, durante il sonno. Entrambe le forme di bruxismo si manifestano come contrazioni muscolari, che possono essere intermittenti o pre-sentarsi per lunghi periodi di tem-po. Ma allora come si può capire di avere bruxismo? Ognuno di noi può rendersi conto di alcuni sinto-mi (soggettivi) che avvertirà con più o meno fastidio. Spesso segni e sintomi non corrispondono: una grande usura dentaria (segno) si può evidenziare in un paziente che ha pochissimo dolore (sintomo) o viceversa. Nella pratica i sintomi che spingono il bruxista a chiede-re aiuto sono emicranie o cefalee, rumori articolari, limitazioni del

movimento mandibolare, dolore a viso, collo, spalle e torace, musco-li del viso affaticati o ingrossati, sonno non ristoratore con senso di fatica o dolore al risveglio, ru-mori di digrignamento durante il sonno, segni di usura dentaria fino ad avere denti mobili o spostati, difficoltà ad addormentarsi, stan-chezza diurna, ecc. Il protocollo te-rapeutico può prevedere un inter-vento multidisciplinare: accanto all’ odontoiatra opera un osteopata. L’ odontoiatra può intervenire nel correggere l’occlusione dentale. Questo si può ottenere con l’uso di dispositivi rimovibili in resina o nylon trasparente chiamati “byte”, che ricoprono la superficie dei denti, superiori o inferiori, e per-mettono di modificare il modo in cui essi vengono in contatto, mo-dificando così l’occlusione dentale, e di conseguenza correggere tem-poraneamente la posizione della mandibola. Nella maggior parte dei casi nessun trattamento defini-tivo è necessario, ma in alcuni casi selezionati può essere indicata una modifica permanente dell’occlu-sione dentale, volta a mantenere la posizione che si è ottenuta con il byte. I capogiri, a volte anche le vertigini, sono dovuti alla condizio-ne di spasmo muscolare o affatica-mento dei muscoli del collo e delle spalle, infatti sono simili ai sintomi causati dalle patologie alla colon-na cervicale. Come è noto esiste uno stretto rapporto tra l’occlusio-ne dentale, l’attività muscolare e la postura, in grado di causare soffe-renza ai vari distretti della colonna vertebrale. Il formicolio alle mani e alle braccia si manifesta quando i

nervi che innervano le braccia e le mani vengono compressi alla loro origine alla base del collo. Sia ad opera dei muscoli del collo, quan-do sono contratti e affaticati, sia a causa di alterazioni della postura della colonna cervicale. L’osteopa-ta lavora sulla muscolatura , sul quadro osseo e sulle fasce ripri-stinando la “Mobilità”, elemento fondamentale per una migliore vascolarizzazione ed innervazio-ne, ma soprattutto sui muscoli del tratto cervicale che subiranno un adattamento posturale per il mec-canismo sopracitato, con tecniche di rilassamento e di stretching dei muscoli masticatori. allo scopo di rilassare e di riallungare gradual-mente le fibre muscolari contratte. Concludendo, occorre pensare al principio base dell’osteopatia: “la struttura governa la funzione” e quindi, considerando che con una struttura alterata, si altera la fun-zione, possiamo giustificare l’in-terazione sinergica tra una visita osteopatica e fisiatrica ed un’at-tenta valutazione odontoiatrica.

Per info: Fisio Sergi

Gianfranco Sergi – Fisioterapista Osteopata

Studio: P.zza Vittorio Veneto n.4 BiellaTel. 015 31774 – 338 6619092

[email protected]

Alex C.