a cura di caterina lo presti anno accademico 2008-2009
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A cura diCaterina Lo Presti
Anno Accademico 2008-2009
Che cosa è la scienza? La scienza è un’attività umanaPrende forma all’interno di specifiche
condizioni storiche e socialiÈ un’attività linguistica (produzione di
discorsi) che utilizza uno specifico vocabolario per descrivere gli eventi nel mondo (termini, concetti, asserti o proposizioni, ipotesi, teorie). La produzione di teorie (sistemi di enunciati) è lo scopo dell’attività scientifica.
Di tipo cognitivo
Che cosa è la scienza?
Tende ad una conoscenza descrittiva della realtà, non prescrittiva
Di tipo empirico, argomentata mediante criteri logico-osservativi, pubblicamente concordati
Si esplica intorno a tre contesti: della scoperta, della giustificazione, dell’accettabilità nel contesto più generale dell’indagine
Che cosa distingue il pensiero scientifico dal senso comune?
Il pensiero e l’attività scientifica:Producono spiegazioni sui fenomeni controllabili
empiricamente Definisce le specifiche proprietà dell’oggetto di
indagineControlla le relazioni che intercorrono fra queste
proprietàUtilizza concetti atrattiSi fonda sulla coerenza logicaRispetta le condizioni di sensibilità,
riproducibilità degli strumenti operativi utilizzati
Che cosa distingue il pensiero scientifico dal senso comune?
Il senso comune:Dà per scontata la realtà Dà per scontata la coerenza logica e la
razionalità di tale realtàLa realtà è considerata autoevidenteSi ferma alle apparenzeNon assume la metodicità e la sistematicità
nelle osservazioniLe osservazioni considerano la realtà nella sua
interezza
Che cosa è la ricerca sociale?
La ricerca sociale si occupa di raccogliere e interpretare dati allo scopo di rispondere a domande concernenti i diversi aspetti della società, permettendoci così di comprenderla (Bailey, 1995).
metodo scientificoIl metodo scientifico è la modalità tipica con
cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile. Esso consiste, da una parte, nella raccolta di evidenza empirica e misurabile attraverso l'osservazione e l'esperimento; dall'altra, nella formulazione di ipotesi e teorie da sottoporre nuovamente al vaglio dell'esperimento
La logica della ricerca scientificaUn posto centrale nella moderna filosofia della
scienza è occupato dall'epistemologia. Essa si occupa dei fondamenti, della natura dei
limiti e della validità del sapere scientifico, assumendo come oggetto di indagine i procedimenti effettivi e il linguaggio della scienza. Essa si pone il problema della validità delle procedure effettive della scienza.
Come possiamo essere sicuri di possedere una conoscenza autentica? La conoscenza è legata alla credenza, ma ciò che è conosciuto deve essere vero, ciò che è creduto può essere falso. Dunque la conoscenza deve essere un credenza vera giustificata (Bechtel, 1995).
Si pone quindi il problema della giustificazione delle credenze: i due approcci fondamentali sono il fondazionalismo e il coerentismo.
La logica della ricerca scientifica
Secondo l'approccio fondazionalista la base per la maggior parte degli asserti conoscitivi è un insieme di asserti fondativi, da cui vengono derivate altre conoscenze. I fondazionalisti vedono la scienza come un edificio che si costruisce mattone su mattone, dove ogni nuovo asserto conoscitivo poggia su quelli precedenti.
Questo approccio, partito con la grande ambizione di unificare tutte le scienze, è stato ormai sostanzialmente abbandonato.
La logica della ricerca scientificaL'approccio coerentista ripudia
apertamente la nozione di fondamenti esterni a favore della giustificazione nella relazione tra credenze. Il requisito fondamentale diventa la coerenza tra credenze. Le credenze che sono coerenti si giustificano l'un l'altra in modo tale che, anche se nessuna di esse può essere sostenuta indipendentemente dalle altre, nel suo insieme l'intera rete risulta stabile.
La logica della ricerca scientifica
Una critica all'epistemologia classica proviene dalla cosiddetta epistemologia naturalizzata, che propone di mettere da parte il concetto di conoscenza per concentrarsi su ciò che giustifica la credenza; diventano così rilevanti le conoscenze empiriche relative al modo in cui gli esseri umani elaborano l'informazione e formulano giudizi.
EpistemologiaStudio dei metodi conoscitivi impiegati nelle
scienzeIl suo compito è dimostrare che l’uomo
possiede una conoscenza autentica (una credenza vera giustificata)
EpistemologiaL'epistemologia è quella branca della filosofia che si occupa
delle condizioni sotto le quali si può avere conoscenza scientifica e dei metodi per raggiungere tale conoscenza
etimologia del termine deriva dall'unione delle parole greche επιστήμη (episteme), scienza, conoscenza certa, e λόγος (logos), discorso.
In un'accezione più ristretta l'epistemologia può essere identificata con la filosofia della scienza, la disciplina che si occupa dei fondamenti delle diverse discipline scientifiche.
È bene precisare che nell'ambito della cultura anglosassone il concetto di epistemologia viene invece usato come sinonimo di gnoseologia o teoria della conoscenza, la disciplina che si occupa dello studio della conoscenza in generale.
Approccio fondazionalista1920-1950 – NEOPOSITIVISTI (Carnap,
Hempel, …..)La conoscenza è fondata sull’esperienzaLa logica come strumento di rappresentazione formale della struttura della scienzaTeoria come struttura assiomatica (reti strutturali di asserti da cui si possono derivare leggi scientifiche)Gli enunciati scientifici devono essere verificati con l’esperienza empiricaIl sapere scientifico può essere cumulativo se si fa un uso non ambiguo del linguaggio
Contesto della scopertaSchema ipotetico-deduttivo per lo sviluppo di
leggi scientifiche: si formula un’ipotesi a partire da un evento che richiede spiegazioni e se ne accerta la verità cercando delle prove empiricheIpotesi: SE x ALLORA YFatto: ySpiegazione: xLe previsioni confermate sono il mezzo per raccogliere prove per la verità di ipotesi o leggi
Contesto della giustificazione
Schema nomologico-deduttivo della spiegazione scientifica:la spiegazione di un evento consiste nella derivazione di un asserto che lo descrive a partire da leggi generali e da fatti empirici notiSE x ALLORA Yfatto: xconseguenza (prevista o spiegata): ySe tale derivazione viene realizzata prima del verificarsi del fatto x si ha una previsione anzichè una spiegazione
Approccio fondazionalista1960-1965 Falsificazionismo (Popper)
Se un’ipotesi tratta da una teoria è falsa, allora la teoria è falsa (es. cigno bianco- cigno nero)
Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato. »(Albert Einstein, lettera a Max Born del 4 dicembre 1926)
Contesto della scoperta – Schema di falsificazioneSe esiste anche solo una condizione empirica che falsifica la teoria, questa è falsaLo scopo delle teorizzazioni è scoprire le leggi fondamentali della natura e riorientarsi continuamente in direzione della verità
Approccio coerentista1960-1970
Scienza come evoluzione di paradigmi (Kuhun)Paradigma: quadro di riferimento per definire i fenomeni che una disciplina assume come oggetti di studioI paradigmi nascono, evolvono, muoiono e sono in concorrenza tra di loro per diventare paradigmi dominantiLo scopo dello scienziato è adattare le teorie alla natura; queste sono degli schemi di come la natura si comportaL’approccio è di tipo storico e rinuncia a qualsiasi tentativo di fornire una teoria normativa della scienza
Approccio coerentista1962-1970
Anarchismo metodologico (Feyerabend)Rifiuta ogni tentativo di specificare una metodologia della scienzaNecessità di considerare sempre teorie alternative al fine di scoprire i dati che potrebbero falsificare una teoria, ma anche di difendere le teorie già falsificate perché in futuro potrebbero emergere nuove informazioni tali da invalidare i dati falsificanti.Procedimento controinduttivo: chi ha infranto le regole del pensiero corrente della sua epoca ha portato progresso scientifico.
Approccio coerentista1970
Scienza come sviluppo di programmi di ricerca (Lakatos)Programma di ricerca: nucleo (non sottoposto a processo di revisione) di assunti fondamentali condivisi da tutti i ricercatori, circondato da ipotesi ausiliarie (falsificabili)Un programma di ricerca è valutato dal suo carattere più o meno progressivo e può convivere con altriProgresso tecnico: estendere la portata empirica di una teoria, applicandola a nuovi dominiProgresso empirico: corroborare empiricamente le nuove tesi proposte nel corso del progresso teorico
Approccio coerentista1977
Scienza come sviluppo di tradizioni di ricerca (Laudan)Tradizioni di ricerca: sequenza di teorie che condividono assunti ontologici circa la natura del mondo e principi metodologici che prescrivono come modificare e sviluppare nuove teorie.
Approccio della complessitàDagli anni Cinquanta ad oggi (Maturana e Varela,
Bateson, Morin…….)La realtà può essere osservata attraverso il concetto di complesso.La complessità è una parola problema e non una parola soluzione (E.Morin, trad. it. 1993)La nozione di complessità non ha uno statuto epistemologico assimilabile a quello delle nozioni scientifiche in senso proprio, non appartiene ad una teoria o ad una disciplina parti colare, ma appartiene, piuttosto, ad un discorso “a proposito della scienza" (G.Bocchi, M. Ceruti, 1985). Non si può parlare di una complessità, "ma delle complessità: non c'è una via di accesso privilegiata alla complessità, ma piuttosto molteplici vie della complessità" (ivi, 7).
Approccio della complessità (cont.) Dagli anni Cinquanta ad oggi (Maturana e Varela, Bateson,
Morin…….)
Per Morin i fondamenti del pensiero complesso sono tre principali idee o principi: il principio dialogico: associa due termini complementari ed antagonisti ed afferma l'unidualità dell'essere: non più solo dimensione biologica o solo dimensione del pensiero, la vera essenza dell'essere diventa la complementarietà, la interconnesione fra le due natureil principio della causalità ricorsiva: non causalità lineare, né causalità retroattiva, il modello della causalità ricorsiva "si riferisce a un processo in cui gli effetti e i prodotti sono contemporaneamente cause e produttori nel proces so stesso e in cui gli stati finali sono necessari alla genera zione degli stati iniziali" (E.Morin, 1989)il principio dell'ologrammaticità:"L'organizzazione complessa del tutto (holos) esige l'inscrizione (engramma) del tutto (ologramma) in ciascuna delle sue parti pur singolari; così, la complessità organizzazionale delle parti, la quale esige ricorsivamente la complessità organizzazionale del tutto. Le parti hanno ciascuna la loro singolarità, ma non sono per questo dei puri elementi o frammenti del tutto; esse sono nello stesso tempo dei micro‑tutto virtuali." (E.Morin, 1989)
Razionalità e complessitàCfr. E.Morin articolo
Il percorso della ricerca scientifica moderna1686 Newton presenta alla Royal Society di Londra i
Principia, che contengono le leggi fondamentali del moto: essi introducono un nuovo modo di fare scienza e guardare al mondo
1865 Il secondo principio della termodinamica, proposto da Clausius, introduce il concetto di entropia: disordine e irreversibilità diventano oggetti scientifici
Inizi XX sec. Teoria della relatività (A. Einstein) e meccanica quantistica (…..) stabiliscono dei confini di validità per la scienza classica
1946 Alle Macy Conference, grazie ai matematici von Neumann e Wiener, nasce la cibernetica: la scienza del controllo e della comunicazione nella macchina
Il percorso della ricerca scientifica moderna
1950 von Bertalanffy introduce la scienza alla teoria dei sistemi
1961 Al MIT il meteorologo Lorentz scopre che una minima deviazione nelle condizioni iniziali di un sistema genera effetti inimmaginabili (effetto butterfly): nasce la teoria del caos
1977 A Ilia Prigogine viene assegnato il Nobel per la Teoria delle strutture dissipative
Bateson
Maturana e Varela
Morin
Epistemologia e SociologiaIl dibattito in sociologia – il MethodenstreitDifferenze tra scienze dello spirito e scienze
della naturaPositivismo vs. teorie dell’azioneSistema e attoreIl paradigma della complessità
Metodologia e tecniche della ricerca
Perché è necessario studiare il metodo?Non basta l’acquisizione di tecniche di ricerca?
Metodologiadelle Scienze Sociali
“E’ quella parte della logica che ha per oggetto le regole, i principi di metodo, le condizioni formali che stanno alla base della ricerca scientifica e che consentono di ordinare, sistemare e accrescere le nostre conoscenze” (Corbetta, 1999, p.10)
Epistemologia
Metodologia
Tecniche di ricerca
Qualsiasi scienza ha l’obiettivo di costruire proposizioni riguardanti la realtà
Le proposizioni scientifiche si distinguono da quelle del discorso comune per la possibilità di controllo empirico e logico
La definizione del concetto:
CHE COSA E’ UN CONCETTO?
Il CONCETTO E’ UNA NUVOLA
Cosa è un concettoE’ una categoria mentale che permette di
classificare in modo convenzionale e arbitrario oggetti concreti o astratti e di denominarli
Significato
Ambiguità Vaghezza
(denota poco e male)
Parola Referente
(da: G. Sartori, La politica. Logica e metodo in scienze sociali )
Relazioni di significato
Comunità sociale
Linguaggio Mondo Segni Oggetti designati Simboli Referenti Parole
Regole
Raffigurazioni del mondo
Relazioni di significato
Mondo 1Dei referenti(Popper: degli oggetti)
Mondo 2Dei concetti
Mondo 3Dei segni(Popper: del linguaggio)
Coppie concettuali rilevanti
OggettiProprietàStati
Concetti TerminiLivello 1Utile/inutile
FattiInsiemi di fattiSerie di fatti
Asserti ProposizioniLivello 2Vero/falso
Nessi fra fattiNessi fra asserti
Nessi fra sistemi di proposizioni
Livello 3Plausibile/Non Pl.
La scala di astrazione dei concetti
REALTA’
ESSERI VIVENTI
ESSERI VIVENTIRAZZA UMANA
ESS. VIV. RAZZA UM.
SIG. M.ROSSI
Concetto teorico
Concetto empirico
Dai concetti alle definizioniUna definizione “è una regola sintattica o
grammaticale dell’uso linguistico” (Rudner) che stipula l’equivalenza tra due simboli linguistici (parole o loro combinazioni) denominati DEFINIENS e DEFINIENDUM
DEFINIENS è l’esplicazione della definizione
DEFINIENDUM è l’oggetto della definizione
Dai concetti alle definizioniDefinizioni nominali (o stipulative)
E’ “una convenzione che serve semplicemente ad introdurre una notazione alternativa …. in luogo di una espressione linguistica data” (Hempel)
Es.: Indicheremo con il termine famiglia ogni raggruppamento di persone legate da vincoli coniugali, di consanguineità e/o affinità e che vivono sotto lo stesso tetto
Definiendum e definiens sono logicamente dipendentila definizione nominale può essere utile o inutile non vera o falsa
Dai concetti alle definizioni
Definizioni reali (o lessicali)Fissano in modo univoco le proprietà caratteristiche di determinate entità …. così che l’oggetto da definire sia l’unico a rispondere alla proprietà in questione
(Enciclopedia Europea)
Esempio:Ogni rappruppamento di persone legate da vincoli matrimoniali, di consanguineità e/o affinità e che vivono sotto lo stesso tetto (DEFINIENS)
è, costituisce, una famiglia(DEFINIENDUM)
La proposizione può essere vera o falsa. Nel caso delle definizioni reali il definiendum ha già un significato precedente a quello dichiarato nel definiens.Definiens e definiendum sono logicamente indipendenti
Definizioni nominaliLe definizioni nominali vengono principalmente
usate in sociologia per introdurre o coniare nuovi termini volti ad indicare contenuti di significato per i quali ancora non esiste una denotazione terminologica, oppure per attribuire rilevanza scientifica a termini già in uso in letteratura
Quindi essi ci aiutano ad ampliare quegli schemi concettuali che non sono né veri, né falsi, ma solo utili o inutili e che vanno poi trasformate in proposizioni dotate di contenuto empirico da confrontare con l’esperienza
Dai concetti alle definizioni agli indicatori
Esempio di operazionalizzazione del concetto di Qualità
Esempio di ricerca di taglio neopositivista:Crime in the MakingAnalisi secondaria dei dati raccolti da altri
autoriIpotesi di ricerca …….Campione analizzato:
500 cd autori di reato giovani, maschi, bianchi che nel 1939 (data di inizio della ricerca) avevano fra i 10 e i 17 anni (case di correzione del Massachusetts)500 ragazzi “normali” non autori di reato (scuole pubbliche della stessa area
Esempio di ricerca di taglio neopositivista:Crime in the Making
Modello teorico sull’influenza delle variabili strutturali di base e delle variabili processuali sul comportamento deviante (Sampson e Laub, 1993)
Variabili strutturali di base
Affollamento abitativoDisgregazione familiareDimensione familiareBasso status socio-economicoNascita all’esteroMobilità residenzialeOccupazione della madreDevianza paternaDevianza materna
Variabili processuali
Padre erratico, freddo e minacciosoMadre erratica, fredda e minacciosaMancanza di supervisione maternaRifiuto, ostilità da parte dei genitoriRifiuto dei genitori da parte del ragazzo
REATO
La scala di astrazione dei concetti
1. concettualizzazione
2. operazionalizzazione
3. nuova concettualizzazione
Cosa è una teoria?Un insieme di proposizioni organicamente
connesse, che si pongono ad un elevato livello di astrazione e generalizzazione rispetto alla realtà empirica, le quali sono derivate da regolarità empiriche e dalle quali possono essere derivate delle previsioni specifiche
Che cosa è una spiegazione?Una deduzione logica di un
enunciato (explanandum) da condizioni singolari di contesto e da proposizioni universali (explanans = leggi causali)
Che cosa è un’ipotesi?E’ un’affermazione provvisoria, sotto forma di
relazione tra due o più concetti, derivata dalla specificazione di una teoria e che necessita di controllo empirico per poter essere confermata.
Il controllo logico delle proposizioni può basarsi soltanto su altre proposizioni e concetti preesistenti
Importanza di postulati o assunti fondamentali
Il concetto di ParadigmaUna prospettiva teorica: a) condivisa e riconosciuta dalla comunità di
scienziati di una data disciplinab) fondata sulle acquisizioni precedentic) che opera indirizzando la ricerca verso:
l’individuazione e la scelta dei fatti rilevanti da studiare, la formulazione di ipotesi interpretative dei fatti, l’utilizzo di tecniche di ricerca disponibili.
Componenti analitiche di un paradigma:
•Metateorie
•teorie •Tecniche e procedure
•Proposizioni e leggi
Problemi nell’applicazione del concetto di paradigma in SociologiaSociologia come scienza: ParadigmaticaPre-paradigmaticaMulti-paradigmatica
Caratteristiche di un paradigmaQuestione ontologica (natura dell’oggetto)Questione epistemologica (sua conoscibilità:
rapporto tra oggetto e soggetto osservanteQuestione metodologica (quali procedure di
ricerca)
Problemi nell’applicazione del concetto di paradigma in Sociologia
Sociologia come scienza:ParadigmaticaPre-paradigmaticaMulti- paradigmatica
Il positivismo ingenuo ritiene che sia possibile osservare “oggettivamente” il mondo che ci circonda
Il circuito della ricerca
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativaNelle fasi di:Impostazione della ricercaRilevazione delle informazioniAnalisi dei datirisultati
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa:relazione teoria - ricerca
Nella ricerca quantitativa: Strutturata, fasi logicamente sequenziali. Prospettiva della verifica
Nella ricerca qualitativa: aperta, interattiva, prospettiva della teoria emergente
Confronto tra ricerca quantitativa e Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa:qualitativa:funzione della letteraturafunzione della letteratura
• Nella ricerca Nella ricerca qualitativa:secondarqualitativa:secondaria perché scarsa o ia perché scarsa o perché non perché non generalizzante generalizzante (carenza di teorie)(carenza di teorie)
Nella ricerca quantitativa: centrale per la definizione precisa delle ipotesi e delle procedure confirmatorie
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativaConcetti
Nella ricerca quantitativa i concetti sono operativizzati mediante indicatori
Nella ricerca qualitativa i concetti sono sfumati, orientativi, provvisori, in via di definizione
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativarapporto con l’ambiente
Nella ricerca quantitativa il rapporto con l’ambiente comporta un approccio manipolativo (logica sperimentale) e il controllo della reattività
Nella ricerca qualitativa viene adottato un approccio che sfrutta la reattività (come nell’osservazione partecipante
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativainterazione soggetto - oggetto
Nella ricerca quantitativa l’osservazione è distaccata e neutrale (“assenza virtuale”)
Nella ricerca qualitativa l’osservatore è coinvolto personalmente e condivide le esperienze degli osservati
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativaruolo del soggetto studiato
Nella ricerca quantitativa il soggetto studiato è passivo
Nella ricerca qualitativa il soggetto studiato è attivo
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativadisegno della ricerca
Nella ricerca quantitativa è strutturato, chiuso, precede la discesa sul campo
Nella ricerca qualitativa è destrutturato, aperto, definito e ridefinito durante il field
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativageneralizzabilità
Nella ricerca quantitativa si usano campioni statisticamente rappresentativi
Nella ricerca qualitativa si usano serie di casi o casi singoli statisticamente non rappresentativi
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativastrumenti di rilevazione
Nella ricerca quantitativa sono uniformi per tutti i soggetti, con lo scopo di costruire una matrice dei dati
Nella ricerca qualitativa variano a seconda dei soggetti o dei casi analizzati
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativatipo di dati raccolti
Nella ricerca quantitativa si raccolgono dati hard, “oggettivi” e standardizzati
Nella ricerca qualitativa si raccolgono dati soft, ricchi ed eterogenei
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativaoggetto dell’analisi
Nell’approccio quantitativo oggetto di analisi è la variabile
Nell’approccio qualitativo oggetto dell’analisi è l’individuo
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativaobiettivo
Nella ricerca quantitativa obiettivo dell’indagine è spiegare la varianza
Nella ricerca qualitativa obiettivo dell’indagine è comprendere i soggetti
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativatecniche utilizzate
Nella ricerca quantitativa vengono applicate tecniche statistiche e matematiche
Nella ricerca qualitativa vengono utilizzate tecniche discorsive e narrative
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativatipo di risultati
Nella ricerca quantitativa i risultati riguardano relazioni causali e loro confronto quantitativo
Nella ricerca qualitativa i risultati mirano a costruire classificazioni e tipologie
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativaportata dei risultati
Nella ricerca quantitativa i risultati sono tendenzialmente generalizzabili, in una prospettiva nomotetica
Nella ricerca qualitativa i risultati sono specifici, in una prospettiva idiografica
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativacontrollabilità dei risultati
Nella ricerca quantitativa si persegue la ripetibilità delle procedure standardizzate e la fedeltà allo standard
Nella ricerca qualitativa si persegue la condivisione intersoggettiva tra ricercatori con impostazione simile
La mania di voler assolutamente trovare le “leggi” della vita sociale è semplicemente un ritorno al credo filosofico degli antichi metafisici, secondo il quale ogni conoscenza deve essere assolutamente universale e necessaria
Georg Simmel
Le tecniche quantitativeIl questionario
Il questionario
E’ un piano strutturato di domande che un soggetto (intervistatore)
pone ad un altro soggetto (intervistato)nel corso di un’intervista.
Esso è uno strumento che permette di raccogliere dati ed informazioni sui soggetti
intervistati, sulle loro opinioni, sui loro bisogni, sui loro comportamenti
Il questionario
Nella costruzione del questionario vi sono due livelli, fra di loro interconnessi:
La definizione del concetto e degli indicatori (piano del contenuto), che si esprime nella definizione del c.d. Piano del questionario;
La definizione delle domande (organizzazione del questionario)
L’organizzazione del questionario
Come si scelgono le domande di un questionario?
Ogni domanda o batteria di domande costituisce la traduzione operativa degli indicatori sociologici individuati nel Piano del Questionario
L’organizzazione del questionario
L’indicatore è uno strumento che serve per “misurare” in qualche modo un fenomeno (concetto) o un suo particolare aspettoEs.: il titolo di studio è un indicatore del livello di istruzione di un soggetto o di una popolazioneOgni indicatore o gruppo di indicatori è perciò strettamente connesso alle ipotesi ed agli obiettivi della ricerca che si sta conducendo
L’organizzazione del questionario
Condizioni indispensabili per la costruzione di un buon indicatore
Conoscenza delle dinamiche intrinseche al fenomeno
FantasiaCreatività
L’organizzazione del questionario
Qualità concettuali richieste per un buon indicatore
Pertinenza: Risponde alla domanda Riguarda veramente il fenomeno che
voglio misurare?
Specificità: Risponde alla domandaRiguarda solo il fenomeno che voglio
misurare o comprende anche situazioni che nulla hanno a che vedere il fenomeno?
L’organizzazione del questionario
Qualità concettuali richieste per un buon indicatore
Sensibilità: Risponde alla domandaQuante situazioni riconducibili al
fenomeno mi sfuggono utilizzando quel tipo di indicatore?
Riproducibilità: Risponde alla domandaE’ ridotta al minimo la variabilità tra
osservatori?
L’organizzazione del questionario
Domande a risposta apertaEs.: Come trascorre il Suo tempo libero?spec. …………………………………….
Vantaggi:Lasciano spazio all’intervistato e gli consentono di rispondere secondo la sua opinione.Si utilizzano quando le modalità di risposta possibili sono molto elevate e non possono essere condensate in un ristretto numero di categorie.
L’organizzazione del questionario
Domande a risposta apertaEs.: Come trascorre il Suo tempo libero?spec. …………………………………….
Svantaggi:Difficoltà di codificazioneDifficoltà di aggregazione delle diverse modalità di risposta; difficoltà di confronto fra le risposte
L’organizzazione del questionario
Domande a risposta chiusaEs.: Come trascorre il Suo tempo libero?1. Ascolto musica2. Mi dedico al mio hobby3. Sto con gli amici4. Leggo5. Mi dedico ai lavori di casa6. Faccio sport7. Vado al cinema8. Altro
L’organizzazione del questionario
Domande a risposta chiusaVantaggi
Le risposte sono standardizzate e facilitano il confrontoPiù facili da codificareSono più chiare per l’intervistato
SvantaggiPossono indurre l’intervistato che non ha una propria opinione a dare una risposta a casoLa variabilità delle risposte risulta a volte annullata in seguito a scelte forzate
L’organizzazione del questionario
Attenzione alleDomande viziate
Cosa ne pensa del grave fenomeno dell’alcoolismo?
Domande doppieCosa ne pensa della diffusione della violenza e
della tossicodipendenza?
L’organizzazione del questionario
Attenzione alleDomande imbarazzanti o compromettenti. In
genere si inseriscono alla fine e non si formulano in maniera diretta
Non si chiede “Lei ha mai tradito sua moglie?” ma
“A moltissime persone è capitato di essere infedeli al proprio partner: anche a lei?”
L’organizzazione del questionario
Le domande possono essere organizzate secondo un ordine:
Logicoesempio: chiedere prima il corso di studi e poi la professione
Cronologicoesempio: chiedere prima le esperienze lavorative del passato e poi quella attuale
Con la “tecnica ad imbuto”esempio: si fanno prima le domande più generali e poi si passa man mano alle domande più specifiche
L’organizzazione del questionario
La formulazione delle domande può esercitare un’enorme influenza sulle risposte ricevute, quindi esse devono essere il più possibile:
Chiare e semplici: cioè adatte al livello linguistico degli intervistati
Abbastanza brevi per non stancare l’intervistato
Non ridondanti per evitare ripetizioni
Il questionario va sempre pretestato
Pre-testare il questionario
• Selezionare un gruppo ristretto di utenti e testare il questionario
• Non ricorrere ad amici e parenti• Richiedere commenti e giudizi agli
intervistati sui vari aspetti della formulazione del questionario
• Registrare/ annotare le reazioni degli intervistati sia al questionario nel suo insieme che alle singole domande
L’attendibilitàUno strumento di misura è attendibile se, applicato allo stesso fenomeno produce sempre gli stessi risultati.
Metodi di misurazione dell’Attendibilità• Test-retest si intervista lo stesso soggetto più volte
Quanto tempo si fa passare tra una somministrazione e un’altra?
•Metodo della divisione a metàSi costruisce una scala con il doppio degli items necessari e si dividono in due gruppi. Correlando i punteggi si misura l’Attend.I due gruppi di items misurano lo stesso concetto?
L’attendibilitàUno strumento di misura è attendibile se, applicato allo stesso fenomeno produce sempre gli stessi risultati.
Metodi di misurazione dell’Attendibilità
•Metodo dell’attendibilità a forma multiplaSi usano due strumenti diversi rispetto allo stesso concetto e si somministrano allo stesso gruppo di soggetti, nella stessa occasione
La validità
Riguarda la capacità di ottenere differenze di punteggio che riflettono autentiche differenze tra gli individui rispetto alle caratteristiche misurate
Validità interna: Verifica se la dimensione del concetto da analizzare è adeguatamente rappresentata dagli indicatoriVerifica la correttezza della concettualizzazione, vale a dire:
1. Che la definizione nominale sia corretta cioè che i predicati si riferiscano a caratteristiche osservabili empiricamente
2. Che la definizione operativa indichi adeguatamente i referenti empirici che rendano possibile la rilevazione del concetto
La validità
Validità esterna: Verifica che la definizione operativa sia in grado di definire delle relazioni significative fra concetto e referente
Consente di individuare tecniche di rilevazione adeguate
Riguarda gli strumenti di rilevazione vera e propria
Metodi di verifica della validità
• Validità autoevidente (o a vista, o convalida per contenuto, o convalida logica)Riguarda la V.I. e non ricorre a prove empiriche
• Validità mediante criterio (o convalida pragmatica)Riguarda la V.E. e fa ricorso a prove empiricheEs.: Metodo dei gruppi noti ( per i loro opposti atteggiamenti)
• Validità per costruzioneRiguarda la V.I. e la V.E. e fa riferimento a prove empiriche
Metodi di verifica della validità
Validità autoevidente Livello concettualeX1
Livello empirico X’1
Validità mediante criterio Livello concettuale X1
Livello empirico X’1 X’’1
Metodi di verifica della validità
Validità per costruzione Livello concettuale X1
X2
Livello empirico X’1 X'2
oppure X’’1
Le IntervisteTipologie di interviste:
StandardizzateSemi-standardizzateNon standardizzate
Tecniche di ricerca e direttività
Intervista con Intervista StorieQuestionario libera di vita
---MAX-------------------------------------------------------MIN----
Colloquio Focusin profondità group
Rapporto intervistato/intervistatore
Tecniche qualitativeFocus Group
Metodi non strutturati
flessibili e vengono utilizzati principalmente per:
determinare come il cittadino definisce la qualità
identificare i servizi da migliorare
capire le aspettative e le esigenze fondamentali del cliente di un servizio
monitorare in via informale la valutazione del servizio fornito
Metodi strutturati
metodologia rigorosamente quantitativa e si rifanno ai protocolli tradizionali della ricerca relativi alla raccolta e all’analisi dei dati
il questionario
FOCUS GROUP
E’ una tecnica di rilevazione qualitativa per la ricerca sociale,
basata sulla discussione e il confronto all’interno di un
piccolo gruppo di persone, alla presenza di uno o piu’
moderatori, focalizzata su un argomento specifico, proposto
dal moderatore e analizzato in profondità.
IL FOCUS GROUP
Con questa tecnica si osservano i processi di
COSTRUZIONE DEL CONSENSO all’interno di un
gruppo: come i soggetti esprimono la propria posizione;
difendono la propria diversità; identificano le
somiglianze/differenze tra le diverse posizioni;
costruiscono un’opinione in merito al tema in studio.
Elementi peculiari del Focus Group
Discussione
Confronto
Focalizzazione su uno specifico argomento
Avviene attraverso :
Domande reciproche
Richieste di chiarimenti
Richieste di approfondimenti
Messa in discussione delle opinioni espresse
Messa in evidenza dei punti deboli delle argomentazioni
Confronto
Unità di analisi del Focus Group
GRUPPO E NON I SOGGETTI
OGGETTO DELLA RILEVAZIONE
INTERAZIONE TRA I PARTECIPANTI
La centralità dell’interazione tra i partecipanti attraverso la
discussione è ciò che distingue il focus group da altre tecniche di
gruppo
Focus Group
≠
Intervista di gruppo, Brainstorming
Intervista di gruppo
Rilevazione basata sulle risposte dei singoli partecipanti alle domandeposte dall’ intervistatore
I
A
B
C
Brainstorming
Utilizzato per lo sviluppo della creatività e la produzione di nuove idee su certi argomenti si basa sulla implementazione delle idee attraverso associazioni e collegamenti, non richiede la presenza di un moderatore e in esso viene scoraggiato la messa in discussione delle idee espresse dai partecipanti
IL FOCUS GROUPE’ UNA DISCUSSIONE DI GRUPPO
Le persone parlano prevalentemente tra loro dei temi che via via il moderatore pone alla loro attenzione
LA CONDUZIONE
La discussione è condotta dal moderatore
coadiuvato da un altro osservatore/i che si occupa
principalmente della rilevazione dei
comportamenti non verbali e dell’interazione fra
i membri del gruppo chiamati a esporre e
confrontare le loro opinioni sul tema proposto..
IL FOCUS GROUPForme e modi del focus group
Differenze sulla base
a) della composizione dei gruppi
b) delle modalità di conduzione della discussione.
IL FOCUS GROUPa) La composizione dei gruppi
Differenti gradi di omogeneità delle persone interpellate e diversità nel tipo di relazioni sociali che lega gli uni agli altri prima della conduzione dello studio: estraneità o conoscenza reciproca.
IL FOCUS GROUPForma canonica (Morgan)
Costituzione di gruppi omogenei, che hanno un’esperienza affine rispetto al tema in discussione. Facilita la discussione
Costituiti da persone reciprocamente estranee, guidate da un moderatore estraneo offre garanzie di anonimato, facilita l’apertura.
IL FOCUS GROUPb) La forma della conduzione
Ruolo ricoperto dal moderatore (analogia con la distinzione tra intervista libera e intervista strutturata)
•Gruppo autogestito: il moderatore si limita a porgere il tema per osservare in disparte l’andamento della discussione
•Gruppo condotto seguendo un percorso scandito da sollecitazioni e domande, ben definito nei tempi e nei modi.
IL FOCUS GROUPIL GRUPPO AUTOGESTITO
Forma appropriata quando l’intento è prevalentemente esplorativo; per lo studio di aspetti formali ( come e chi prende prende posizione…)
IL FOCUS GROUPIL GRUPPO CON CONDUZIONE
Forma appropriata quando la domanda di ricerca ha un sufficiente grado di specificazione e il confronto tra i soggetti è decisivo per l’analisi e l’interpretazione dei materiali raccolti.
IL FOCUS GROUPFORME COMBINATE
All’interno di un medesimo studio è possibile combinare le due forme di conduzione. Si può aprire il ciclo dei gruppi di discussione con la forma autogestita per decidere le priorità che orientano la discussione. E’ poi possibile programmare una serie di focus strutturate per la discussione degli aspetti del tema che sono emersi
IL FOCUS GROUPLA NUMEROSITA’ ( tra sei e dieci componenti) Il gruppo deve essere grande quanto basta per consentire una gamma sufficientemente ampia di
opinioni da mettere a confronto e sufficientemente piccolo da consentire di esprimere la propria opinione.
Gruppi troppo piccoli pregiudicano la discussione nel caso che una persona monopolizzi la conduzione o per la presenza di un soggetto per nulla o poco cooperativo.
IL FOCUS GROUPLA NUMEROSITA’
Gruppi troppo numerosi rendono la conduzione difficoltosa per la possibilità che il gruppo si frammenti in due o più sotto-unità e costringa il moderatore a una conduzione molto rigida.
IL FOCUS GROUPLA TRACCIAopzioniLista di domande da sottoporre in un determinato ordine.Conduzione guidata da scaletta che raccoglie i principali temi, senza
prefigurare l’ordine né le modalità.
IL FOCUS GROUPGLI STIMOLI ALLA DISCUSSIONE
Occorre definirli con particolare cura.Il gruppo può essere sollecitato con domande ma anche mostrando una immagine, proiettando una diapositiva o un breve
filmato.Contenuti nel numero: non più di una dozzina.Domande: norme di “buona tecnica”, le stesse previste per l’inchiesta campionaria: brevità – chiarezza – precisione.
IL FOCUS GROUPGLI STIMOLI ALLA DISCUSSIONE
Indirizzare verso le esperienze concrete e non su questioni astratte.PRESENTAZIONE del tema e del gruppoPrime domande progettate in modo tale che ognuno intervenga facilmenteTemi chiaveChiusura con restituzione al gruppo di una sintesi della discussione.
IL FOCUS GROUPPredisporre un QUESTIONARIO per tratteggiare il profilo dei soggetti
A conclusione del focus group si chiederà agli interlocutori di compilare un breve questionario (una decina di domande) indicando dati personali (età titolo di studio, professione) e domande che il tema della ricerca porta a ritenere rilevanti .
Il MODERATORE
Livello di conoscenza del tema congruente con lo stile di conduzione prescelto:
•Elevato se la conduzione è libera
•Medio se la conduzione si basa su una lista serrata di domande.
Il LUOGO
Il più possibile neutro
Facilmente raggiungibile.
Che dia garanzia di una buona registrazione
Disposizione del gruppo a semicerchio o a ferro di cavallo, in modo che tutti si vedano e possano vedere il moderatore.
Tecniche statisticheAnalisi monovariataAnalisi multivariataCfr. Marradi – La costruzione del dato
Come si fa ricerca qualitativa