a lorenzo e a tutte le altre vite rubate sulla...

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ALorenzoeatuttelealtreviterubatesullastrada

Datemiilnomechemiavetesempredato

CharlesPeguy

©goWare,perl’edizioneebookNovembre2013,primaedizionedigitale

©LauraMontanarieAssociazioneLorenzoGuarnieriOnlus

ISBN978-88-6797-131-2

Redazione:AliceMazzoniCopertina:LorenzoPulitiSviluppoePub:ElisaBaglioniBranimusicali:StefanoCipriani

goWareèunastartupfiorentinaspecializzataindigitalpublishingFateciavereivostricommentia:info@goware-apps.itBloggeregiornalistipossonorichiedereunacopiasaggioaMariaRanieri:[email protected]

L’AssociazioneLorenzoGuarnieriOnlusènataperricordareLorenzoGuarnieriuccisonellanottefrail1°eil2giugnonelParcodelleCascineaFirenzedaunuomocheguidavaubriacoedrogato.Laviolenzastradaleèlaprimacausadimortedeigiovaniconetàcompresatrai13ei21anni.InItaliamuoionoognianno5000personesullestrade,mentreimortipermezzodiun’armasono600.L’Associazionesibatteperilriconoscimentodelreatodiomicidiostradale.

LaplaylistdiLorenzo(branimusicalidi1minuto):BiagioAntonacci,Sognami;Coldplay,Thescientist;Coldplay,Yellow;TheFray,Howtosavealife;LastGoodnight,Pictureofyou;TheNotwist,Consequence;BobSinclair,Lalasong;ReginaSpektor,Ontheradio;Tricarico,Vitatranquilla

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Presentazione

Lorenzoerapienodi sogni edi allegria.Una sera tornavaa casa inmotorinodaunconcerto.Nonbevevaalcolici,nonfacevausodidroghe.Quellochel’hainvestitoeucciso,sì.Èstatounincidenteounomicidiostradale?Comesivivelascomparsadiunamico,diunfratello,diunodi noi? Le parole scritte sui social network, le lacrime, le storie che restano: “noi abbiamoscavalcatolanotteeimesi,noiabbiamoscagliatosassialmareeurlatoiltuonome.Noicisiamochiestimillevolteperché.Mailsilenziocihasbranatosempre.L’ultimavoltaadesso:lasciandocivivi”.

LAURAMONTANARI,giornalistadi“Repubblica”.ViveaFirenze.Scrivedicronaca,haunblogchesichiamaAltreFrequenze.DirecenteconFrancescoNiccolinieFabioGalatihascritto iltesto teatrale “Muro” sulla storia di Nof4, paziente dell’ospedale psichiatrico di Volterra,ingegnereastronauticomilitareesognatore.

Vieniviadalì

Noi la mattina dopo avevamo cento messaggi sul cellulare e cuoricircondati dal filo spinato. Non avevamo dormito. Com’è successo?Dove?Quando?Dainon scherzare.Noieravamo inmezzoaiventi, leparolesialzavanocomeifoglidiunquadernocheavevapersol’ordineallesuepagine.Com’èsuccesso?Dove?Quando?

Noiquellanottesiamocorsilungoilcorridoiodellastradaec’eranoglialberipienidifogliesulvialedrittocomeunalinearetta.Chil’haucciso?Dove?Quando?

Pensavamoditornareacasa,nonciavevanodettocheinmezzoc’eraunfronte,unaguerra,unbuconero.Venivamusicaelettronicadadietroilparco e i bassi battevano sulle casse. Le luci intermittenti delle sireneferme sivedevanoda lontanoe illuminavanouncielobasso comeunasoffitta.Èlà,deveesserelà.Noivolevamoprendertilamanoetirartisudall’asfalto.Dai Lore, andiamo via. Parlaci, gira un po’ la testa, siamo

qua, ci vedi? Noi all’improvviso volevamo gridare, buttare via questomondo per rifarne un altro da capo. È tutto brutto Lorenzo qui,cambiamoposto,torniamoindietro:ciridiciciaoenoiinventiamounascusa,tutiallacciunascarparestiancoraunattimoconnoiequeiduesullaVespapassano.Bastaunmezzo secondo enon succedeniente, lelineedelle nostre vite si sfioreranno appena, noi e quei due resteremosconosciuti.Secascano,cascanoloro,solieubriachiofumati.Ildestinononèsincronizzato,lopossiamosmontarecomeilmotorediunamotono?

Noi non riuscivamo a gridare davanti a quel muro che riempivaall’improvvisolanostravitaefacevasembrareniente

ilrestodelmondo.

Ilparcoeraimmensoaquell’ora,ebuio,isentieristerrati,pienidisassi.LeCascinesonoilnostroCentralPark,cidicevamocosìperridere,machil’avevavistaNewYork?TueristatoinCalifornial’estateprima,inuna foto sei con Valentina sulla spiaggia di Venice, siete di spalle ecamminate, con uno zainetto e i calzoni corti. Sembra così lunga eintoccabilelavitapresadalloscattodiunafotografia.Cascine,Cascine,ParcodelleCascineallacentrale.Treferiti.Negativo,treferiti.

Unononècosciente,ripetononècosciente.

Serve un medico. Noi siamo arrivati dopo, quando c’era un silenziopazzesco intorno, si sentiva soltanto il dottore che diceva, nonmuoverlo. Passami il laccio. E non passavano i minuti. Provo ilmassaggio.

Inostri fiati sembravanoterremoti,avevamofaccebiancheemanichenon sapevano dove stare. Tutto sembrava sospeso in un tempo senzaorologi,comeeravamoentratiinquelteatrochenonciapparteneva?Volevamo

uscire,manon

c’eranopiùporte.

Non è così, niente può essere così. Ogni cosa può cambiare. Haidiciassette anni, noi sedici, diciotto, trenta, noi siamo i compagni discuola,gliamici,igenitori,inonni,ifratelli,lesorelle.

AdessoLorechiudiamogliocchietorniamoaunquartod’orafa,tuseiinpiediaccantoadAleeaGiovanni,guardi l’orologio,èpassata l’una,dici:iovado.Avevamorisoinsiemeefacevamorotolareacasounsaccodi parole fuori dalla bocca. Possiamo riavvolgere il nastro e tornare al

concertodimusicaelettronica.Muv,Muv.2giugno2010.PensavamomartedìseradiandarealMuv.Dacosadipendelastradacheprendeilnostrodestino?

Un passo avanti, uno indietro, ma quanti corridoi ci sono in questoposto?Noinonabbiamodormitonémangiato.Noiabbiamovomitatoeguardatolefotosufacebookescrittodallanotteall’albasultuomuro.Noi abbiamo mille domande da fare a Dio e ci siamo portati unfoglietto,eccoloqua.Èpiegatoinquattro,stanellenostretasche.

Dentro i giubbotti. C’’è una sola parola scritta sopra e mille volteripetutaedeclinatanellenostreteste:perché?PerchéLoreenonio,lui,noi? Come ti sei permesso? Perché in questa notte di giugno chesembravacosìugualeallealtre?Perchésenzaunindizio,unsegnale,unapaurachecimettesseinguardia.PerchéPERCHÉperché.

Alessiodice che sei sullaLuna.Dovevate andarci insiemequellanotteinveceseipartitosolo,sultuomotorinoShnero.

Aveva il casco slacciato? domanda unmaestrino.Ora lo prendiamo apugniquellostupidochechiedeunascematacosìvedendoiltuoMomorovesciato.LoconosciLore,quellolìconlamagliettaverde?Èluicheha

fattoquelladomandacretinatirandosisullepunteperguardareoltrelamacchinadeivigili.Nochenonloconosciese luitiavesseconosciutononavrebbefattoquelladomandacosìcretina.

Ragazziindietro,stateindietro.NoinonpotevamoaccettarecheDiocispegnesse la luce nella stanza, che togliesse il nostro amico come unacartadalmazzo, lì davanti a noi. Tu non sparirai, sarai per sempre ilnostro numero dieci. C’è tutto un dopo che ancora ci appartiene.Camminerai con noi Lorenzo, studierai sui nostri libri, ti faremocrescere nei nostri pensieri, coltivando i ricordi come se fosse sempreprimavera.Gio, chi è ilpoetacheha scrittoche ilpiùbellodeimari èquellochenonnavigammomai?Boh.

Noinonriusciamoapiangereabbastanzastanotte,questamattina,

questomese,

questi anni. Le lacrime non ripuliscono il dolore che sta dentro egalleggia in gola come un catarro, come una sigaretta, una cattivacompagnia.Cisaràpureunmodoperrimuoverlo,unosciroppochecelo fa passare, una giustizia da renderti. Cosa merita quello che ti hacopertoiltramontoconilcementoarmatoelasciatoqua,distesofralesirene,lacciemostatici,guanti,

fazzolettidisinfettanti?

Ci saràqualcunochepagheràmaiabbastanzaperquestoomicidio?Cisaràmaiuntempoperilperdono,unapacedentroquestaferita?

La sera, tornando a casa, ascoltiamo le suole delle nostre sneakerssull’asfalto,guardiamoleprimefogliedell’autunnoecontiamochesonopassati più di cento giorni e ci viene da dire: dove sei? Lo chiediamomentre le scarpe di gomma strisciano l’asfalto. La mano ripassa fra icapelli.Tuttociferisce,ancheilventodigrecale,tuttobrucia,ècomeseci avessero tolto la pelle, come se qualcuno se la fosse portata vialasciandocicosì,soli,nudi,qui.

Questo dolore ci sarà mai utile? Dove lo terremo questo lutto colpassaredei giorni?Lo sentiremoaddossocomeora?Noneravamonoiquelliche,d’estate,correvanoinmezzoaicampidigirasole,quelliche,impazienti, aspettavano il turno in gelateria, quelli che guardavano ilmappamondoedicevano:mipiacerebbeandarequi,equiequi,quellichenonhannomaipensatochelavitafossemenodiper-sempre?Nonsiamo pronti a dirti addio. Noi ci addormentavamo soltanto ieri colranocchio saltatore della contea di Calaveras, noi cerchiamo ancoramaghiebacchettemagiche,cavallicapacidivolareefatechecivenganoasalvaredallestregheedatuttelepaure.

Viviamo tra alberi, fiumi, palazzi, fulmini e tempeste e navighiamo inquesto caos e non può essere per caso. Ha un senso ogni cosa chefacciamoacominciaredal7daaspettareognimattinaalla fermataperandareascuola?Sicalmeràquestobucoallostomaco?Ildoloreserveacrescere, abbiamo letto in qualche pagina di un libro. Balle. Questodolore invecchia cent’anni, ci toglie l’innocenza. Ci assale come unmostrolavogliadiaccarezzarti,diriprendertipermano:andiamoLore,dicci in quale tasca nascondiamo l’anima, dove c’è qualcosa di menofreddodiquestotavolodiacciaio?Noiparliamocontequandosiamosolinellenostrestanzeesepassiamodavantiallospecchioeciguardiamosembriamopropriomatti.

Ricominciamodai, non è un finale questo. Lore, dove sei andato? Seiaria, ti respiro? Sei nel fumo delle nostre sigarette? Ti cerchiamo nelsonno, nell’affanno di una stanza buia, nei libri che accumuliamo lanotte sul comodino, negli amori che ci lasciano sulla porta di unabibliotecaodavantiaunbardiSantaCroce.Titroviamolungoisognidella notte, per caso o per un segno del destino, per la voglia cheabbiamodiincrociartiancoradentroqualchevita.

Noiabbiamoguardatolefotosuisitiwebdellecronache,abbiamovistoil tuo casco lasciato come il gusciodiunuovo, ipezzettideimotorini

esplosi, abbiamo pensato soltanto a te sotto quel lenzuolo bianco e acomesipoteva rimediare, firmareuna tregua, chiedereunagrazia,unaclemenza. Se la nostra vita fosse messa su un tavolo, su un grafico epotessimocontrollaregli incontri, le direzioni, se potessimo avereunasecondapossibilità,maTuchestaineicieli,

cisenti,losaichetipreghiamo?Noisulwebsianoandatiaricercarelefoto che avevamo fatto insieme, le cose che avevi scritto, quelle di cuiavevamo riso. Il cinque al compito di matematica, l’ultimo invernoall’Abetone e la cena al cinghiale. Noi sentiamo i morsi che fa lanostalgia, questo voler bene che è come un taglio dritto sulla fronte,qualcosachetilasciafermo,immobileefalostessomale.

FotodiLuciaBaldini

Ilgiornodopo

Lamattinadopo avevamo girato ilmondo chiusi inuna stanza, comemarzianiinunospaziosenzagravità.Leparolerestavanosospeseinunagrammatica che modificava il nostro presente declinandolo in unpassatochenonciapparteneva.

Loreera,Loreaveva...

che roba è? Guardavamo la maglia con il numero 10, i fiori che tiavevamoportato,nodainonsonoperlui,lemanitremavano,avevamoglistessijeanseglistessimaglionidellaseraprima,maquellidentrononeravamopiùnoi.

Avevamonuove solitudini, occhi picchiati da undolore sconosciuto econtinuo, un dolore che non conosce domeniche o sabati sera.Guardavamoquestomondoper laprimavoltaeci sentivamobambinilasciati soli nel buiodel parco.Noi che almassimo avevamopersouncane, un canarino, un gatto, noi che almassimo ci avevano rubato loscooter, una gomma, un casco e maledivamo la sfiga perun’interrogazione, un compito, una bocciatura.Noi, così piccoli, noneravamo pronti a capire i giri che fa il destino, sentivamo il sanguedentrolostomaco,salireallagola,guardavamoilibri,lastanza,ildiario,lenostremaniederavamomarzianidentrounaltromondo.

Noisentivamotuamadredirecheeriuscitoallegro,chelamattinadopodovevate ripassare Kant. Noi ricordavamo il piano per le vacanze aRiccione, dovevamo andare anche a nuotare a Forte dei Marmi e cipreoccupavadipiùlapartitaintrasfertadellaFiorentinadeldomaniodel dopodomani o di qualsiasi altro futuro prossimo a venire.Uno tiavevachiesto:Loredomaniserasivaalcinema?Etuavevidettosì,epoiforse, epoi forseno,perchéc’era filosofia invistae la scuola stavaperfinire,eintantotiinfilaviilcasco:andiamoacasa?Credeviditornareacasa come noi, con noi. E invece inmezzo c’era il viale degliOlmi esull’asfaltoadessoc’èl’improntasegnataconilgesso.Èstatounattimo,giuro,unattimo.Hovistoqueidueinmotovenirticontro.Sbam.

Un attimo, giuro. Ho visto la moto sorpassare la macchina e finirenell’altracorsia.Fine.Com’èpossibilemamma,dottore,Signorechestaiimmobileneicieli?Comepossiamoaccettarlo?

Noici siamotrovati senzageografia,persi, senzauncalendario, inunastanza bianca ad aspettare un riconoscimento, a firmare un foglio, aripescarenellatestaimomentiincuitiavevamovistosaliresullamoto,prenderedavantianoiquellastrada.Lenostreparoledentrounverbaledipolizia.Sonolenostrefirmequelle?Lorenzocos’èadessoperteunacasa,un foglio,uncielo,uncolore?Hannoancoraunsignificato tuttequesteparolechecerchiamodentroilvocabolario?Haunsensoquesto

dopo?C’è un altro linguaggio per parlarti oltre questomuro di aria?Forseleparolehannovitiechiodiequestopostoècomelapartediunmotoreda smontare.Lavoraredibracciaedibulloni, sfinirsidi fatica,perdereipezzi,rimetterliinsieme,provareacapire.Eccocosadovremofare.

NoiungiornosiamosalitiaSanMiniatoalmonte,aFirenze,ecisiamoinfilati in chiesa sprofondando sulle panche, e ti abbiamo cercato nelsilenzio. Abbiamo provato a pregare, poi abbiamo scoperto che nonsapevamopiùpregareeavremmorovesciatolecandele,l’altareeilpreteche ci stava sopra. Sappiamo essere molto cattivi, sai? Scendi qui espiegaci Tu, che ci hai messo sulla croce, che senso ha questo bucoaperto sulla nostra pelle. Tu che permetti questo dolore, sei piùpeccatoredinoi.Chefinehafattoilquintocomandamento?Teloseidimenticato ierinotte?Nonsièmossoniente,c’eraunsacrestanochespolveravairipianie levava lecandelecheavevanofinitodibruciare,enonèsuccessoniente.Siamorimastifermiaguardareunaffrescoetuttequelle lapidi intorno. Uno ha detto: qui è venuta mia sorella per ilfuneralediFrancesca,siècappottatalamacchinaaunarotonda,stavanoandando alle Piagge.Un altro ha detto che erano in cinque dentro lamacchina e si sono salvati solo i due davanti.Unoha detto: sì,me loricordo.Manoncisisalvamaiabbastanzadopounacosacosì.Uno: liconoscevamiofratello.Noiabbiamocapitochedovevamotenerestrettii ricordi, perché di ricordi si vive. Si è alzato il vento e gli alberisembravanovolarevia,invecesonorimastisottolostessocieloazzurro,chenonavevanientedispeciale.

Lascuola,lastanza

Noiabbiamoscavalcatolanotteeimesi,noicisiamotrovaticatapultatiin una spiaggia a Viareggio a cento giorni dalla maturità. Unoall’improvvisohadetto:Loredoveva esserequa connoi, eunaltrohadettocheerilìconnoi.C’eranonuvolecheandavanoveloci.Abbiamoscagliato sassi nelmare e gridatounnumero ancheper te. Settanta sucento.Settantaduesucento.Ottanta,nodaiètroppo...Lorenzodiccituche numero vuoi? Lorenzoooooo. Il silenzio ci ha sbranato un’altravolta lasciandocivivie immobili.Fissavamolabellezzadelmare, il suoinfinito,esentivamounangolobuio,l’odoredichiuso,unastanzasenzafinestre, la tuamancanza.Unoha stappatouna coca cola enon avevasete.Unohadetto:ragazzidai,nonciintristiamoproprioadesso,elasuavocehamessol’eco

e correva piroettando come una ballerina ubriaca lungo la sabbia,lontanodanoi.Noiabbiamounbuconelcuoreefacciamofintachecisei,solochenonpuoiparlare.Sivivediunbreveeterno,chil’hascritto?,noncel’avevanodetto.

Adessorespiriamoquestolutto.Puntoebasta.Punto.ebasta.Puntoebasta.

Noncontanoglierrori,lapunteggiatura,noncontanientepiùdiquelloche ci preoccupava, tutto precipita da uno scivolo e resta per terra,abbandonato,arido,senzapiùcorrente.

Comequestoscrivere.

Noi ci siamo chiesti come tenerti, e dove, quando i giorni passano,quando si dice ieri, e poi, due settimane fa, un mese fa, due anni fa,cinque anni fa, e il tempo cammina, e tu resti lì con le stesse basette,l’ariaallegrae laprimavera fossilediuna fotografiaacolori scattatadatuopadre.Oresti lìcongliocchialidasole,ocolbraccioaschiacciareunapallainunapartitadipallavolo.Eintantoilcoachsièsposatoehaperso i capelli, Marco è diventato ingegnere, Vieri no, si è ritirato alquinto esamedi architettura e lavoranello studiodi suopadre,quellosulla sinistra accanto alla finestra non lo so... tu sei rimasto lì, aidiciassette anni, la maglietta un po’ alzata e un gesto tecnico daperfezionare.Bisognatenereiricordistrettinellamani,impedirechesifrantumino e diventino polvere e possano scivolare via dai pugni.Valeriadicecheiricordiindietreggianoconl’andaredeltempo,chenoi

li andremo a cercare e li terremo inchiodati a una parete, non averepauraLore.

Noiierisiamoentratiinclasseeiltuobancoeravuotoenonvolevamovederlo vuoto. L’abbiamo addobbato come un albero di Natale, ciabbiamomessoifiorielasciarpadellaFiorentinaeanchelatuamagliarossa e azzurra, numero dieci, del calcetto. Sarai per sempre il nostronumerodiecihascrittoAleallalavagna.Ecièvenutodapiangere.Nonriusciamo a smettere di guardarlo, il tuo banco. Dicono che le coseportano dentro la storia che hanno vissuto, hanno ragione. C’è unaformuladifisicasullatosinistroscrittaconlabiro,l’haifattaconlabirotuquestanotte?Cihailasciatounmessaggio,unaparola,unasteriscodaqualchepartepercapire?

Noisiamoaltriesiamoentratinell’aula,enonsapevamochic’eral’annoprimaqui.Noncel’hannodettoiprof.Unosièsedutoaltuoposto.Equiadesso, apregli stessi libri, fissaperuscire la sera, si taglia laprimabarba,siguardaintorno,eforseglipiaceunadiduefileinlà,poiverràunaltrol’annoprossimoesisiederànellostessopostoevedràlalavagnadallo stesso esatto punto in cui la vedevi tu e gli batterà come untamburoilcuoresequella incattedraaprirà il registro,oradibiologia,oggi interrogo.Escavalcheràsenzapensieri il2giugnosulcalendarioenoncifarànemmenocaso,comefosseungiornocomeglialtri.Hannobussatoallaportadellaclasse, èentratounbidello,quellomagrocon ibaffi, e ha parlato con la prof, ci penso io, non si preoccupi. Noiabbiamo pensato che volessero portare via il tuo banco dopo che ci

hannoportatoviate.Cosìleparolesonocominciateapioveredaimuri,ascenderelescalecomequandoilfiumeèinpienaequandosenesonoandate tutte fuori, si è fatto silenzio qui. E intorno alle nostre isole èrisalital’acqua.Mailtuobancoèrimastoinclasseconnoi,eanchetu.

Alcuni di noi vanno dalla psicologa e si tormentano: quando torna ilnostro amico? Possiamo comprimere il tempo, da quale stellalontanissimacivedonocom’eravamo?Dicosasiamofatti,dimateria,diaria e di pensieri. Cosa sentiamo quando non ci muoviamo più?Possiamo ancora baciare senzamuovere il cuore? I dottori non sannoniente, nemmeno ci rispondono.Ci fanno accomodarenei loro studi,ciao bentornato, com’è andata? Ci fanno sedere, ci prescrivonovitamine, ci somministrano parole e noi restiamo qua in fondo aguardarli.Noicamminiamonellanottesusentieristretticonlapauradiinciampare alla prima radice che esce dalla terra. Ci sembrava tuttoprato,qui,finoaieri,eadessoèspuntataunaforestaecespuglidiprunipienidispine,cisarannopureilupidaqualcheparte.Ilfattoèchelatuaassenzariempielenostrevite,staquisoprailfoglioedèinquieta,ribelle,sialzadigiorno,dinotte,passeggianellanostratestaquandovorremmodormire.Dormirequalcheorainquestanotte,potrebbeaiutare.

LaVespa procedeva verso il parco. Tu dal parco venivi via.Un vigilestendeva ilnastrobiancoe rosso,unaltrodiceva: vadodaqueidue inospedale.Noinonsapevamotornareascuola.Noidovevamotornareascuola.Noinonsapevamopiùlavorare,noinonpotevamononlavorarepiù.Alcunidinoistavanooreinsilenzio,altrihannopresoinprestitosu

facebook leparolediuna canzone. “Il tuo sorrisodolce e trasparente/che dopo non c’è niente”. Certi di noi volevano scappare da un’altrapartedelmondo.Perchéseilmondosièrovesciatoandiamoalmenoavederecomesivivecapovolti.Unavaligiaeun’estatesonoalmenounadistanza,comesistaaunmetrodaunricordo?Eadue?Atre?Adieci?Adiecimilachilometri?

Male,restiun’assenza,l’abissochecicamminaaccanto.

FotodiMargheritaBaldacci

Letuetracce

Abbiamo letto e riletto la cronaca del tuo incidente, abbiamo visto igiornalisti arrivare davanti alla tua casa e li abbiamo cacciati comemosche fastidiose. Tu non sei morto, guarda come sei vivo in questecentofotografie,tuseiinmontagnaasciare,tuseiconValentina,tuseiper una strada, tu qui sei con uno che non conosco. Non è successoniente.Calma ragazzi, non è successo, e Lore adesso rientra da quellaporta. Lore rimettiti le nike e i calzini, dobbiamo andareall’allenamento, chissà che faccia faranno quelli quando ti vedrannoarrivare.Loreseiuscitodicasaenonhofattointempoasalutarti,Loreal concerto dovevo esserci anche io e se ci fossi stato saresti rimastoancoraperunacanzone.Dairagazzo,tirauncalcio,sputaalmondo,aprilaboccaperfavore,provaaromperequestotempofermo.Lore,provaci,faicomediceildottorechenonsiarrendeetimetteunacosaaddossoeprovaafartirespirare.Loresorprendicitutti,bastamezzosorriso,latuasmorfia, un ciao con il dito della mano. Noi abbiamo alzato tutto ilvolumediquestosilenzioeloabbiamosentitorimbombarenellenostreorecchie, correre lungo le strade, girovagare negli altri sabati sera. CihannospiegatoSenecaeCicerone,noiabbiamocercatoconfortonelleparole, abbiamo riletto il PiccoloPrincipe e cercatodi capire se il suoaddio all’aviatore somigliasse al nostro. Per quale pianeta sei partito?

Hai anche tu una sedia per guardare quarantatré tramonti in un sologiorno? Il fatto è che magari abbiamo davvero un binario nove e trequarti che ci aspetta in una qualche stazione e ci presenteremo senzabagaglio,cosìcomesiamo,magariabordodiunShneroprontiapartireperunaqualchescuoladimagia.

Noiabbiamocamminatopassilungolatuastanza,guardandolabiccheavevi lasciato sul tavolo, il libro di latino, gli appunti di qualcos’altroconservatidatuamadre.Abbiamosentitolospaziocomeunavertigineecisiamochiestipersopravvivere:passerà?Passerà?

Noicisiamovergognatilaprimavoltachesiamotornatiarideresenzadi te, il primo film che abbiamo visto in compagnia, la sera in cui cisiamo fermati davanti al piazzale sotto il David di Michelangelo eabbiamopensato:chebelliquestitetti,quellacupola,questomondo,eun attimo dopo ci è sembrato terribile aver pensato a tutto questomondosenzadite.

Unagiustizia

Noi non capiamo perché lo chiamino incidente. Sarebbe omicidio sefosseavvenuto inunastanza, inunbosco, inunbaraffollatodigente.Unoubriacoe fumatodidrogheche ti vieneaddosso, ti fa cadere e tiuccide.Loscooterdiventaun’arma,apre lacarne, ti fermailcuore.Lochiameresteincidente,voi?Oomicidio?C’èdifferenzafral’impugnareun’armaounaVespainquellecondizioni?Noisorvoliamoigeroglificidel diritto e ci sentiamo tatuare strisce pedonali sulla schiena, noiguardiamo dentro un’aula e ascoltiamo voci che colano ruggine comemotoriabbandonati,latuastoriasuquestotavolosono352fogli,periziefirmate,testimonianze,l’autopsiadiunmomentochehatrasformatoilcieloinpiombo.

Ioc’ero,erodietroconlamacchina,iohovistoquelragazzofucilatodaunaVespachehapreso la stradacomeunadiagonale.Diagonale?È ingradodidirediquantolaVespaavesseinvasolacorsiaopposta?Erainsorpasso? Lo scooter di Lorenzo aveva il fanalino funzionante? Noivorremo restareumani,ma gli umanidaqui sonogià andati via, sonorimastifogliepolvere,deivecchichefannousciredallaboccasentenzeacottimo,comesedietroaquestifascicolicifosserocoseenonpersone,come non avessero a che fare con vite rubate, con fegati e milzespappolate. Signora, se parla senza essere chiamata sarò costretto a

mandarla fuori dall’aula, cosa si mette la toga quel ragioniere a cuihannosostituitoilcuoreconunascatoladidetersivo?

Ecomeandava?Piano,forte,pianissimo,ricordaqualcosa?Nondicoalei, mi fate leggere la perizia dei vigili urbani? Noi aspettavamo unprocesso, non un rito abbreviato, aspettavamo che il tuo assassinoentrasse in aula congliocchi incollati alpavimento.Noiprovavamoaimmaginare la sua voce, le mani nodose che avevano dato gasall’acceleratore.Noipensavamochequellafosseun’auladigiustizia,nonilpostodiunoscontrinoincambiodellatuavita.Cercavamoungesto,un pentimento, una lacrima, una ruga invecchiata del volto. Un midispiace che strisciasse sulmuro.Noi sapevamo che niente ci sarebbebastatoecomunquenienteèquelcheavevamodavanti.Abbiamovistoil suo avvocato, forse sua moglie, qualche altra faccia sconosciuta.Abbiamo provato a immaginarlo. Quante bocche aveva, da qualepianeta proveniva, aveva la pelle verde e le antenne? Noi loimmaginavamo aun semaforo, non è banale?Lui che respirava, i suoiocchi che si muovevano svelti, magari una mano in tasca, magariattraversava la strada aspettando che fosse verde.Avrebbemai bevutoaltretrevolteilconsentito,avrebbeancorafumatohashish,sarebbemairisalito su una Vespa? Che faccia avrebbe avuto di novembre e didicembreeaNataleeagennaioe ingiroper ilrestodelcalendario luiche continuava a vivere? Statura piccola, la barba un po’ lunga, ungiubbottoverdeeunacamiciaaquadri.

Erauno,

eranomille altri.Ma lui respirava certo, forse entrava inunnegozio aprendere la fruttaeaccantopoia comprare ilpane.Lorenzo ti ricordiquando mangiavamo la schiacciata calda seduti sui motoriniparcheggiati in strada e ci frugavamo le tasche: tu quanto metti?Eravamosoltantodeiragazziincamminoecihannoassalito.

Macomefaunavvocatoadifendereunocosì,comefaunavvocatoadandarealettolaserasapendodiaverprotettounochehaammazzatoilnostro amico, fratello, figlio, compagno di scuola?Va bene poi non èneancheveroquesto,èilmondochetihaucciso,lostessomondochehaucciso Francesca, Leonardo, Mari e mille altri, con noi qui collusi apiangere,aleggereilgiornale,adire:erailmioamico.Noidobbiamoriscrivereleregole,noivogliamofarsaltareilbanco:èun’emergenza,unaguerra,

fate finta di non sapere che siamo tutti i giorni sotto unbombardamento?Fatefintadinonaccorgervicheognigiornoseneva

qualcuno?

Ahsìloconoscevo.Machi,Lorenzo?Signora,signora,hasentito?Dieciscalini,unpianerottolo,leborsedellaspesa,unjackrusselalguinzaglio,un incidente, due moto. Ma quando? ma chi, il vostro amico? Unomicidiosullastrada,hannopresoLorenzo:l’altroavevabevutoesierafatto.L’altroquasinonhanome,vienedalbuiodellanotte.

Noinonsapevamocos’erailritoabbreviatoecisiamoferiticonquellagente che sembrava annoiata che ci ha sfogliato come uno dei tantiincidenti stradali, e prego s’accomodi e non lì, ci sarà da aspettare.Lastanzaècosìbrutta, lascrivaniapienadicarte,tuttoinmezzoalgrigiopolveroso delle pareti. Come sono tristi gli uomini che lavorano neipostibrutti,prendonolastessapolveredeimuriepoimagarisbaglianoanche nel compilare il capo d’imputazione. Ha scritto sostanzepsicotrope, non c’erano sostanze psicotrope in quell’altro. Noi nonsiamomaientratiinuntribunale,fatichiamoaleggereilcalendariodelleudienze e le aule che come a scuola hanno i nomi delle letteredell’alfabeto. Noi non sappiamo come funziona, com’è che i vigiliurbanipossonosbagliareilverbaleotirareviasuunatestimonianza,noinon sappiamo niente dei meccanismi lenti di cui indaga la giustizia.Perchébisognaaspettarepercapire,seètuttocosìchiaro?

Ai nostri cuori serve un orologiaio che piano piano faccia avanzare lelancette,diceunadellenostreprof.Anoi serveunposto tutti igiorniper mettere l’assenza. Noi sentiamo il muro davanti a certe parole.

Omicidio colposo. Dove sono i pomeriggi degli allenamenti nelcampetto dietro a via Gioberti, dove sistemiamo tutte le corse a casaperchédomanic’èun’interrogazione?DovemettiamolaseradellafestadiMichela,unbacio,uncuorecheaccelera,unpiattodipastaacasasua,un aggiustare lamoto insieme?Omicidio colposo, senza intenzionediuccidere. Da dove stiamo chiamando? Che voci sono queste cosìlontane?

Noi restiamo svegli a pensare cheogni crocemerita unperdono, ogniladroneun’altraoccasione,macheatenonvienedatonessunappello.Eallora ripassiamodal via, torniamonel fondodel fondodelpozzo e ciperdiamoun’altravolta.Noidiventiamosolitariecamminiamoperorenellestrade

e quando l’ansia sembra calare, c’è magari un televisore acceso e unavetrina:oh,Loresevinciamodomenicaincasaconl’UdinesesiamoinChampions,quest’anno facciamo l’abbonamento, ci lascerannoandarein trasferta? Noi avevamo al collo una sciarpa viola e non sapevamocapireperchélestorieandavanoaltrove.Noiavevamopauradiparlarti,di questa rabbia debole, di questo mondo che fa invecchiare legiovinezze,mane ricrea altre e generanuovi sogni,nuoveporteper lafelicità o per l’infelicità. Tu da lì, senti qualcosa?Noi ripensiamo allapagina del Piccolo principe quando dice che stava andando via, “ma

capisci,nonpossoportarmiappressoilmiocorpoètroppopesante”.Eper consolare l’aviatore glidiceva: “Saràbello, sai.Anch’io guarderò lestelle. Tutte le stelle saranno dei pozzi con una carrucola arrugginita.Tuttelestellemiverserannodabere”.

Tiverserannol’acquadabere,Lore,lìoqui,dovesei.

Noiabbiamouncielocomesfondoesentiamochetuhaipresounodiquestisentierisopralenostretestementreiltuocorpoerascossodagliultimi respiri sul viale degli Olmi. Leggero come l’aria e con tutta labellezzael’allegriadeituoipochiannihaidatogasalmotore,iltuoShandava inpezzi e tu eri già suunaltroSh senzamateria,macolorato,rosso fuocoperfettamente incerato e sorridevi dicendo, ragazzi venite,sono quassù. Le cose non finiscono, cambiano soltanto i mondi, èquestochecidobbiamomettereintesta.Chesensoavrebbealtrimentialzarsi la mattina e guardare la pioggia, respirare, amare, lasciarsi?Sorridevidinoichenonpotevamosentireovedereperché siamo fattiancora di carne, di peso, di sangue e di un cuore che sta lì sull’asfaltoaccantoalvecchiocuoretuocheildottorenonpuòfarripartire.Adesso,daiiii.Avessimopotutoalzaregliocchitiavremmovisto,guardaresottoenoncapire,Ale,sonoqui.Giova,sonoqui,andiamo...

Diconocheisogninutronopiùdelpane,enoi,adessochelosappiamo,ognitantoparliamoall’aria,allascrivaniachevediamovuota,allamusicadentro un iPod, ogni tanto ci sdraiamo sui prati verdi di primavera eosserviamo le sopraelevatedel cielo e chiudiamo gli occhi perchéda lì

vienetroppaluce.C’èmoltoditenellecosechefacciamo,iprimigiorninonpotevamoaltrochesentirelelacrime,adessosentiamocheciseiinquest’aria che accoglie le stagioni e le vede andare via. Le cose nonfiniscono, si trasformano e noi dobbiamo imparare a trovarle e ariconoscerle negli altri mondi che adesso frequentano sapendo chel’intensitàèlastessa.

Noi andiamo all’alba conunbanchino fuori dallediscotecheperdire:ragazzinonguidateseavetebevuto,elorociguardanocomemarziani,manonimporta

perchéanchenoieravamocosìmarziani inunaltro tempo, inun’altraestatequandopensavamo:nonpuòsuccedere.Noitiportiamosempreaddosso, correndo versounbus, guardandounprofessore che scrive ilvoto d’esame dentro un’aula dell’università o consegnando le carte diimbarco alla hostess che ci dice: prego, gate 15.Noi siamo quelli cheansimiamo pieni di cellulari e appuntamenti e ci sbucciamo ancora leginocchia cadendo,mapoi alziamo gli occhi e cimedichiamo le feriteprimaditornaredinuovosuglisputnikdellenostrevite.Cipiacealtrevolte stare nei posti dove si incrociano i venti, sentire il maestralecresceretralefoglieepassaresottoinostrimaglionidilana,gonfiandolesciarpecomevele.Avoltec’èilmare,avolteildesertodelKalahari,avolte la vetta del Cervino da guardare. Altre volte ci siamo solo noi,

immobili nei nostri pensieri. Certi ricordi col tempo diventano unabuonacompagniael’animaunamisteriosaorchestrachestadisciplinata,senzapiùostilità.Sembrafacilecapireilmondo,guardandolodallesuecuciture, pensando ai posti che abbiamo camminato, gli incontri, lestudiate pazze fino a sera con tuamadre che ci portava un toast, unacoca cola, una fettadi torta.Tutto troppobreve, un istante, chebellalucecheseistatonellenostrevite.

Noiabbiamotempo,noipassiamoiltempoaguardareunaclessidrasultavolo. La giriamo e la rigiriamo. Una, due, cento volte e arriviamoall’alba, ci distendiamo suundivano, suunmaterasso, suun cofano eproviamo a pensare. La notte è davvero finita? La notte esiste, o èsoltanto“lapartepiùbuiadelgiorno”?Daqualchepartec’èqualcunoche ci aspetta. Ci sono strade senza fine tra le nuvole, non lontano,appenasopralenostreteste.Cisononegozi,stazionidibenzina,scuole,c’èuncampodipallavolo,unostadiodovelaFiorentinavincesempreeunacasapropriocomelatua,c’eiltuoipodchesuonaunacanzonedeiColdplayecomesfondouncielobluchetienetuttoinsieme,ilprimaeildopo.C’èun filo sulbalcone con la tuamaglietta stesa ad asciugareBasta alzare una mano e con i nostri cuori invecchiati, quasi lotocchiamo il secondo cielo, vedi? Noi abbiamo valigie piene di cose,spazzolini, camicie, statuette del Golden Gate, cataloghi del Louvre,mappe per non perderci, ma soltanto i ricordi che portiamo addossocontano, anche se non hanno un peso e nemmeno una destinazione.Quando si spegne la luce in una stanza, ci ha insegnato un poeta, lastanzacontinuaaesserci,solochenoinonlavediamopiù.Cosìadesso

siamo qui a chiederci dove sarà mai l’interruttore. Prima o poi lotroveremoetutto,Lore,saràchiaro.

FotodiMargheritaBaldacci

Particolarediun’operadiGirolamoCiulla

L’AssociazioneLorenzoGuarnieri

Perchéun’associazione

L’Associazione Lorenzo Guarnieri (web: www.lorenzoguarnieri.com; Facebook:Associazione LorenzoGuarnieri; Twitter: @vaLorevita) è nata nel 2010 perricordareLorenzoepersalvareviteumane.Lorenzoaveva17anniemezzoquandoèstatouccisosullastradanellanottedel2 giugno 2010: nel parco delle Cascine a Firenze un uomo di 45 anni, cheguidavasottoeffettodialcoledidroga,hainvasolasuacorsiadimarciaelohainvestitoinpieno.Lorenzoavevadirittodivivere: il suononèstatoun incidentemaunomicidioche,comequelliditantissimialtrigiovani,potevaessereevitato.Noi crediamo che, occupandosi seriamente di prevenzione per la sicurezzastradale,sipotrannosalvaretanteviteumane:questoèilnostroobiettivo.

Perchéoccuparsidisicurezzastradale

In Italia la violenza stradale è la prima causadimorte al di sotto dei 44 anni.Ogniannosullestrademuoionopiùdi4000persone,mentreimortipermezzodiun’armasono600all’anno.Le tragedie sulla strada costano all’Italia quasi 30 miliardi di euro (2 punti diProdottoInternoLordo)ognianno.Èlaguerrapiùferoceacuiabbiapartecipatoilnostropaesenell’ultimosecolo.Occorrereagire.Lamaggiorpartedeipaesieuropeihauntassodimortalitàsullastradainferiorea quello italiano (nei paesi nordici è la metà del nostro). Se altri ci sono giàriusciti,dobbiamosoloseguirequestiesempi:riusciremoanchenoiadiminuirelamortalitàsullenostrestradecittadine,doveèpiùelevatoilrischiodimorire.Come fare? È necessario un cambio di mentalità negli amministratori e nei

cittadini. Gli incidenti stradali non sono frutto del caso o del destino. Nellastragrande maggioranza dei casi quindi non sono “incidenti”. Dietro ogniscontro grave ci sono sempre delle scelte e dei comportamenti sbagliati daparte degli individui (la velocità, la distrazione, l’alcol o la droga). Icomportamentisipossonocambiare:guidandoinmodoresponsabilegliscontri,imorti,iferitidiminuiranno.Sechigovernacapiràchequestaèunaveraepropriaemergenzasociale,alloralasicurezzastradalediventeràunaprioritàdellenostreamministrazioni.Conuninterventointegratoepersistente–fattodiregole,controlli,sanzioniadeguate,formazione continua, comunicazione trasparente e efficace, interventiinfrastrutturali preventivi – le nostre strade diventeranno più sicure e il nostrodirittoallavitasaràsalvaguardatoognigiornoquandocimuoviamoapiedi,sulledueruoteoinmacchina.

Lenostreattività

Ascala locale l’Associazionehapredisposto ilPianoDAVID, ilPiano strategicoper la sicurezza stradale 2011-2020, che ha regalato alla città di Firenze nelgiugno 2011. Attualmente l’Associazione sta collaborando con il Comune diFirenze per implementare questo Piano. L’obiettivo del DAVID è ridurre lamortalità sulle strade fiorentine, salvando 58 vite umane e 1000 feriti entro il2020.FraiprogetticardinediquestoPianocisono:l’aumentodeicontrolliantialcolsuiguidatori,lacomunicazioneappropriataattraversocampagne,lacreazionediunarchiviounicodegliscontristradali,lamessainsicurezzadeipunticriticiincittà,l’introduzione della sicurezza stradale nelle scuole superiori, il sostegnopsicologicoesocialeallefamigliedellevittime.Conilprogetto“Insiemeper laSicurezza”(svolto insiemeaPoliziaMunicipale,Polizia Stradale, 118 e altri enti e associazioni) abbiamo portato la sicurezzastradalenellescuolemedieesuperiorienellepalestrediFirenze.Nel2013statecoinvoltecirca21scuoleconcirca70classicoinvolteeanche4societàsportivedilettantistiche,esponendocirca2000ragazzialprogrammaoapartediesso.Su scala nazionale l’Associazione ha promosso, insieme all’Associazione

SostenitorieAmicidellaPoliziaStradaleeall’AssociazioneGabrieleBorgogni,laraccolta firmea favoredellapropostadi leggeper introdurre ilnuovoreatodiomicidio “stradale” nel codice penale italiano. Oggi chi uccide sulla stradaguidandoinmodoirresponsabilerimanecompletamenteimpunito.L’assenzadipena non dà giustizia alle vittime e alle loro famiglie né permette di fareprevenzione. È urgente colmare questa lacuna legislativa inaccettabile perrendere il nostro paese più civile. Serve l’aiuto di tutti perché la questioneriguardatutti.

Comeaiutarci

»»Partecipateallenostreiniziativedisensibilizzazioneediraccoltafondi.»»Date il buon esempio guidando sempre con responsabilità e rispetto delleregole.»»Diffondetelaculturadellaprevenzionefraivostriparentieamici.»»Firmateperintrodurreilreatodiomicidiostradale.»»Fateciunadonazione,sepotete,oppuredonateciilvostrotempo.GrazieatutticolorocheciseguonoeinparticolaregrazieaLauraMontanari.Lepersonesipossonoconoscereintantimodi.LeihadecisodiconoscereLorenzoattraversoiricordicheluihalasciato.Ecièriuscita.Graziedicuore

Stefania,ValentinaeStefano

InsiemeperdarevaLoreallaVita

Duenotefinali

Ringraziol’editoregoWareperaversubitodettosì.Lucia Baldini, fotografa e amica, per la rilettura artistica dell’immaginedell’angelo.Il mio grazie agli amici di Lorenzo per la collaborazione, i ricordi e latestimonianza coraggiosa equotidiana cheportano nelle scuole edavanti allediscotecheinnomedellasicurezzastradale.Grazie a tutti quelli che hanno prestato consigli e tempo a questo progettosenzachiederenullaincambio.Un grazie particolare a Girolamo Ciulla, artista in Pietrasanta, per avermiconcessodiutilizzareilparticolarediunasuaopera(lacivettasullamanodiunadea)eaGinoBanterla,vicinodiscrivaniadegliannipavesi,senzailqualenoncisarebbemaistatol’incontroconStefaniaGuarnieri.

LauraMontanari

goWare<e-book>team

goWare è una startup costituita da autori, editor, redattori e sviluppatori checondividono la visione sul futuro delle nuove tecnologie e la passione perl’editoria.Raccogliere,selezionareeorganizzareicontenutialloscopodirenderliaportataditouchèlasfidaquotidianadigoWarecomecasaeditricedigitale.OperativamentegoWareècostituitadadueteam:goWare<app>team,chesioccupadiconcepireesviluppareapplicazioniper iPhonee iPadegoWare<e-book>team,specializzatoineditoriadigitale,creazionediebook,consulenzaeformazioneincampoeditoriale.IlgoWareteamècompostodaRobertoAvanzi,Elisa Baglioni, Mariarosa Brizzi, Stefano Cipriani, Valeria Filippi, MirellaFrancalanci,PatriziaGhilardi,FrancescoGuerri,GiacomoFontani,MarioMancini,AliceMazzoni,AlessioOrlando,LorenzoPuliti,MariaConcettaRanieri.

ManifestodigoWare

Ilcontenutoindigitaleèun’altracosa

Pensiamocheicontenutidigitalisianodifferentidaquellidistribuitiattraversoimediatradizionali,diversinelformato,neldesign,nelpubblicochelifruisce.Lavoriamopervalorizzarequestadiversità,curandoneldettagliolarealizzazionediebookedenhancedbookpensatiperun’esperienzadiletturaautenticamentedigitale.

“Surpasstheprintexperience”

Non c’è bisogno di tradurlo, le parole del team iBooks della Apple suonanocome l’11° comandamento. La chiave è la generosità. Ci sono tanti piccoli-grandiaccorgimentipermigliorarelaletturadell’ebook.Peresempiononc’èpiùil vincolo della foliazione, si può essere generosi con l’interlinea, gli spazi, leparagrafature,icolori:lacostipazioneèfinita,coloriamoleparoleearieggiamolapagina!Èilverotrionfodellavolontàsullanecessità.

Abbassoilpiombo!

Gli ebook di goWare sono progettati e realizzati per vivere in un ecosistemadigitale.Ci ispiriamoaWikipedia: la letturadigitalehabisognodi linkperfarcispaziaredauncontestoaunaltro.È inoltre sincopata: la cementificazionedeltestoè finita!Abbasso ilpiombo,viva il link.Lapartecipazionedistrattanoncispaventa.

Ilvalorediunebooknonstasolonelcontenutomanellarelazione

All’internodiunecosistemadigitale,ilvaloreeconomicodiunlibrononstapiùsoltantonellaquantitàdicopiecheilsuoeditore/produttoreriesceavendereaunprezzomassimizzato,quantonelle ideeenellarelazionecheriesceacreareconilpropriopubblicoeimediasociali;lavoriamosuquestarelazioneinmodochediventiilveicolopercostruireilrapportoeconomico.

Siamonomadi

Siainativichegliimmigratidigitalinonsonopernientestanziali,sononomadi,sispostanocontinuamentedaundispositivoall’altroedaunapiattaformaall’altra.Inostricontenutisonopensatiperspostarsiconloro.

Dillosubito,econunanarrazionepossibilmentevisuale

Curati, interessanti e veloci da leggere, gli ebookdi goWare vanno al sodo enoncontemplanosoloiltesto:lanarrazionevisualeequellamusicalesonoparteintegrantedellaprogettazione.

Dovestiamoandando?

«Wherewegoingman? Idon’tknow,butwegottago»scriveJackKerouac inOn the road. Il teamdi goWare ha sempre inmentequesteparoleda cui hatrattoanchepartedelsuonome.Innumerevolisonoleincognitechegravanosulpresenteesulfuturodell’editoriadigitale:nessunosabenedoveapproderemo,peroraoccorreandareeoccorresperimentare.

Salve,lettoreglobale

I nostri ebook sono rivolti ai lettori italiani esigenti che pensano globalmente,convintichesiamotuttipartediunmedesimo insiemeeconomico,culturalesenonancora linguistico: ilmondo.La rivoluzionedigitalesignificaprimadi tuttoquesto.Tutteleopinionisonounpatrimonio,megliosedifferenti,ancormegliosefuoridalcoro.

Dettoaltrimenti...

...cioèconleparoledellapoetessaingleseRuthPadelDi’addioalpotrebbe-esser-stato[...]vaiperchéseivivo,perchéstaimorendoosei,forse,giàmortoVaiperchédevi