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P.E.N. CLUB P.E.N. CLUB ITALIA ONLUS Poets Essayists Novelists Trimestrale, Anno VI, n. 21 • ottobre-dicembre 2012 • Direzione: 20122 Milano, via Daverio 7 • Tel. 335/7350966 • e-mail: [email protected] • www.penclub.it • CC postale n. 88341094 Poste italiane spa. Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 dcb Milano • CC bancario Monte dei Paschi: dall’Italia Iban IT15R0103001609000000365918; dall’estero BIC PASCITM1MI8 Svenbro in Italia e in Svezia Accordo in re maggiore Dopo Dora Franco. Confessione tardiva di Evgenij Evtushenko, illustrato da Mimmo Paladino, la collana «Voci dal mondo» che la Es pubblica in collaborazione con il Pen Club Italia, presen- ta il secondo volume, Roman- zo di guerra. Poesie, di Jesper Svenbro, con dieci disegni di Ar- naldo Pomodoro. L’edizione ita- liana esce, in contemporanea, con quella svedese, pubblicata da Bonniers. Il libro è curato da Marina Giaveri, di cui antici- piamo parte dell’introduzione. di MARINA GIAVERI N on so se all’origine ci sia stata una foto – quella riportata sulla copertina dell’edizione svedese e ora della sua traduzione italiana: un gruppo di parà spavaldamente allineati davanti a una camionetta. Oppure se Krigsroman («Romanzo di guerra») sia nato da un’iterazione di ricordi – poche parole durante una colazione, un’allusione nel corso di una telefonata, il racconto di un vecchio signore intervallato da qualche sorso di whisky (o di tè) nelle ore dopo cena. Certo, il testo parla con la voce sommessa e calda di un racconto famigliare, fra gesti e riti di vita quotidiana. I suoi protagonisti non appaiono eroi di un’epopea. Sono uomini comuni, quali si potrebbero incontrare in una panetteria algerina o in un mercato di periferia a Parigi. Comuni gli oggetti che restano segue a pag. 2 Il Pen club ungherese Congresso in Corea Residenze creative Scrittori russi in Sicilia Inchiesta: l’ebook Soppresso dopo l’invasione delle truppe hitleriane in Ungheria, il Pen rinasce nel 1945. A colloquio con il nuovo presidente, il poeta, narratore e saggista Géza Szöcs, eletto nel 2011. Pagina 8 Ospitato in Corea il 78° Congresso mondiale del Pen. Il prossimo si terrà in Islanda, a Reykiavik. John Ralston Saul riconfermato alla presidenza internazionale. Pagina 9 Continua il nostro viaggio nelle «residente creative». Scrittori e poeti in Toscana, nel castello Malaspina a Fosdinovo (Massa Carrara), dove anche Dante trovò ospitalità durante il suo esilio. Pagine 10 e 11 Dalla Transiberiana alla «Transiciliana». Per ricambiare la visita di alcuni scrittori italiani nella terra di Cechov, otto scrittori e giornalisti russi hanno visitato alcuni centri dell’isola. Pagine 12 e 13 L’ebook sta attraversando un momento felice. Ne parliamo con Marcello Vena, responsabile del business digitale della Rizzoli, con anni di esperienza in Europa, Stati Uniti e Asia. Pagine 15-17 Il poeta svedese Jesper Svenbro, autore di Romanzo di guerra. Poesie, in un ritratto (2012) di Ferdinando Scianna

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Page 1: Accordo in re maggiore - geobadge · Jesper Svenbro con Kjell Espmark a passeggio per le strade di Taormina (giugno 2011) J esper Svenbro è nato nel sud della Svezia, a Landskrona,

P. E.N. CLUBITALIA ONLUS

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ITALIA ONLUS

PoetsEssayistsNovelists

Trimestrale, Anno VI, n. 21 • ottobre-dicembre 2012 • Direzione: 20122 Milano, via Daverio 7 • Tel. 335/7350966 • e-mail: [email protected] • www.penclub.it • CC postale n. 88341094Poste italiane spa. Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 dcb Milano • CC bancario Monte dei Paschi: dall’Italia Iban IT15R0103001609000000365918; dall’estero BIC PASCITM1MI8

Svenbro in Italia e in Svezia

Accordo in re maggioreDopo Dora Franco. Confessione tardiva di Evgenij Evtushenko, illustrato da Mimmo Paladino, la collana «Voci dal mondo» che la Es pubblica in collaborazione con il Pen Club Italia, presen-ta il secondo volume, Roman-zo di guerra. Poesie, di Jesper Svenbro, con dieci disegni di Ar-naldo Pomodoro. L’edizione ita-liana esce, in contemporanea, con quella svedese, pubblicata da Bonniers. Il libro è curato da Marina Giaveri, di cui antici-piamo parte dell’introduzione.

di MArINA GIAVErI

Non so se all’origine ci sia stata una foto – quella riportata sulla copertina

dell’edizione svedese e ora della sua traduzione italiana: un gruppo di parà spavaldamente allineati davanti a una camionetta. Oppure se Krigsroman («Romanzo di guerra») sia nato da un’iterazione di ricordi – poche parole durante una colazione, un’allusione nel corso di una telefonata, il racconto di un vecchio signore intervallato da qualche sorso di whisky (o di tè) nelle ore dopo cena. Certo, il testo parla con la voce sommessa e calda di un racconto famigliare, fra gesti e riti di vita quotidiana. I suoi protagonisti non appaiono eroi di un’epopea. Sono uomini comuni, quali si potrebbero incontrare in una panetteria algerina o in un mercato di periferia a Parigi. Comuni gli oggetti che restano

segue a pag. 2

Il Pen clubungherese

Congresso in Corea

Residenze creative

Scrittori russi in Sicilia

Inchiesta: l’ebook

Soppresso dopo l’invasione delle truppe hitleriane in Ungheria, il Pen rinasce nel 1945. A colloquio con il nuovo presidente, il poeta, narratore e saggista Géza Szöcs, eletto nel 2011.

Pagina 8

Ospitato in Corea il 78° Congresso mondiale del Pen. Il prossimo si terrà in Islanda, a reykiavik. John ralston Saul riconfermato alla presidenza internazionale.

Pagina 9

Continua il nostro viaggio nelle «residente creative». Scrittori e poeti in Toscana, nel castello Malaspina a Fosdinovo (Massa Carrara), dove anche Dante trovò ospitalità durante il suo esilio.

Pagine 10 e 11

Dalla Transiberiana alla «Transiciliana». Per ricambiare la visita di alcuni scrittori italiani nella terra di Cechov, otto scrittori e giornalisti russi hanno visitato alcuni centri dell’isola. Pagine 12 e 13

L’ebook sta attraversando un momento felice. Ne parliamo con Marcello Vena, responsabile del business digitale della rizzoli, con anni di esperienza in Europa, Stati Uniti e Asia.

Pagine 15-17

Il poeta svedese Jesper Svenbro, autore di Romanzo di guerra. Poesie, in un ritratto (2012) di Ferdinando Scianna

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I LIBrI DEL PEN LETTErATUrA ArABA a cura di HADAM OUDGHIrIYounis Tawfik, La ragazza di piazza Tahrir, Barbera, pp. 160, € 13,50L’unica via di fuga per Amal, la ragazza egiziana, cresciuta in una famiglia musulmana e devota al regime di Mubarak è Facebook, in cui riversa le sue paure e angosce. Prende parte all’organizzazione delle rivolte della Primavera Araba e incontra Muntaser, ragazzo del quale si invaghisce.

Ali Al Muqri, Il bell’ebreo, Piemme, pp. 158, € 10Un libro mal accolto dal pubblico arabo, perché tratta di un’intensa storia d’amore tra Fatima, la colta figlia di un mufti e Salem, un ebreo analfabeta al quale impartisce lezioni di cultura islamica. L’unica possibilità è la fuga. Ma forse per loro nessun rifugio è possibile. La storia è ambientata nello Yemen del ‘600.

Atiq rahimi, Maledetto Dostoevskij, Einaudi, pp. 208, € 18,50Nella Kabul di inizio anni 90, quando rassul decide di uccidere la vecchia usuraia che costringe la fidanzata a prostituirsi, si rende conto di replicare i gesti del protagonista di Delitto e castigo del suo amato Dostoevskij. Un romanzo che si interroga su morale e libertà in un mondo preda della giustizia tribale e della violenza in una guerra senza fine.

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I LIBrI DEL PEN POESIA ITALIANA a cura di GIOVANNA IOLIroberto rossi Precerutti, La legge delle nubi, Crocetti, pp. 158, € 15Sono parole dipinte con i colori di Lorenzo Lotto quelle del poeta che da anni si misura con la perizia tecnica di antichi trovatori, intrecciando corone di sonetti e di poème en prose cui affida la sua «madeleine»: una preziosa matassa che rappresenta un’intera vita, spesa a coniugare tradizione e originalità formale.

Nino De Vita, Òmini, Mesogea, pp. 292, € 18È un viaggio fuori di casa la quarta raccolta in dialetto del poeta marsalese, un lungo poema d’incontri e di memorie, scolpiti con la perfezione di lima e di scalpello per sottrarli alla memoria distratta del suo tempo e consegnarli alla metafisica compostezza dell’arte.

Stefano Carrai, Il tempo che non muore, con una nota di Luigi Surdich, Interlinea, pp. 86, € 12Opera prima di uno studioso che vive la poesia degli altri come se fosse parte della sua genealogia, questo libro di versi «a gradino» istituisce parentele di accenti così forti ed eleganti da stamparsi nella memoria del lettore come un marchio d’identità.

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convegno accademico), il poeta nato a fine guerra, constata che il passato gli si presenta come un mosaico storico-affettivo fatto non solo di documenti ufficiali, tessere mnemoniche, racconti famigliari e interviste a vecchi combattenti; ma di pagine di libri, immagini cinematografiche, echi di canzoni.

Gli anni che intercorrono fra la guerra e la lunga pace in cui

sono nati figli e nipoti hanno prodotto infatti un immaginario figurale e sonoro da cui anche la memoria storica non può prescindere: e giustamente il Romanzo di guerra prende in prestito da quel bagaglio comune scene di film, titoli, musiche. La fuga di Jean Hameury su un treno spagnolo mima il ritmo di una comica di Charlie Chaplin, con

poliziotto inseguitore e giovane fuggiasco che appaiono e scompaiono vedendosi tramite uno specchio; e l’approdare a Casablanca del giovane patriota è «una poesia in bianco e nero / con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman come divi, / in cui il protagonista Jean Hameury / che, nel film, recita la parte di se stesso / entra d’improvviso nel locale...». Lontano dalle note di As time goes by e dal bianco e nero di Casablanca, la pace avrà parole e musica di una Francia ritornata francese. Al film elegante ambientato nelle atmosfere esotiche del Marocco e dedicato alla scelta della resistenza (una pellicola tutta americana, come è «americain» Rick’s, l’elegante caffè dove Bogart ritrova l’amata e

perduta Ingrid Bergman), la ricostruzione cronologica di Svenbro fa seguire – con una citazione indiretta – quello sull’incontro tutto parigino e banlieusard fra ex partigiani ed ex collaborazionisti: un film tra i meno fortunati di Marcel Carné ma per cui Prévert e Kosma hanno composto la canzone che nessuno, nel dopoguerra, può ignorare: Les feuilles mortes.

Un’opposizione ideologica può essere anche questione di

stile; può rivelarsi nel tono meglio che nelle parole pronunciate, nella scelta sotterranea di una forma meglio che nell’evidenza di un enunciato. Le pagine di Carlo Emilio Gadda dedicate all’immagine del duce in Eros e Priapo sono più che un’analisi

loro dal passato guerresco: una foto, forse un ricordo dell’uniforme da paracadutista indossata un tempo (berretto rosso, pugnale d’assalto, la carta della Francia in seta). E comuni sono le parole con cui sobriamente ricordano e tramite cui sobriamente sono ricordati nei frammenti di memorie che compongono il Romanzo di guerra.Romanzo e al tempo stesso Poesie si intitola il libro di Jesper Svenbro: né vi è contraddizione di generi letterari. Poiché l’evocazione di quegli anni avventurosi (le fughe, l’arruolamento, la resistenza nei Paesi occupati dai nazisti, l’amicizia, l’incanto inatteso di un incontro d’amore) costituisce un romanzo realista, dalla scrittura sorvegliata e dimessa, che mima un sorvegliato e dimesso «parlato».

Ma al romanzo la poesia presta la sua regale noncuranza, la

sua divina consapevolezza: il racconto di vita si interrompe, riprende a ritroso; la scena evocata si illumina un attimo e poi sprofonda nel buio. E quel «parlato» dimesso si imperla di metafore, mette in scena la sua stessa genesi, sì che le avventure di guerra, di memoria e di scrittura finiscono per coincidere: «Jean Hameury si trova / alla stazione ferroviaria di Barcellona, / ed io che l’ho interrogato a lungo ci tengo a sottolinearlo: / nulla di quel che succederà è deciso a priori. / Neppure questa poesia è decisa a priori, / devo perciò, come il suo protagonista, assumermi il rischio di imbarcarmi / per vedere, semplicemente, quel che succederà». Sono uomini comuni. All’inizio vi è un ragazzo in un campo di prigionia algerino, e un commesso in un elegante negozio di camicie sotto i portici parigini di rue de Rivoli. E c’è la guerra, l’occupazione, il tradimento del

direttore del negozio che esce dai portici e, guardando le truppe tedesche sfilare lungo le Tuileries,«sotto il sole, fece un entusiastico saluto nazista – / rivolto all’ufficiale che cavalcava in testa. / “Heil Hitler!”. Il morso scintillava». L’eroismo nasce così: nel campo di prigionia si allenta la sorveglianza, sotto i portici di Parigi il giovanissimo commesso decide che non può sopportare il gesto compiuto da un altro francese. E durante gli anni di guerra che seguono, le loro due storie si avvicinano, si intrecciano, si traducono in decisioni singole e in destino condiviso. Poi, di nuovo, le vicende si separano nella pace, nelle scelte quotidiane di un mondo in cui non c’è più il lancio in paracadute nella notte,

l’assalto alle sentinelle, la galleria minata e la fuga fra campi coperti di cadaveri calcinati; c’è il lavoro, la famiglia ritrovata o costruita, e poi un genero – professore d’università – che descrive le virtù del suocero citando Platone.Classicista di fama internazionale, il genero frequenta un mondo al quale l’eroismo è familiare.

I grandi personaggi della cultura greca – quelli cui lui dedica le

sue ore di studio – hanno scelto la parola e la morte per combattere l’oblio: canta le «gesta che danno fama agli uomini»; Achille, l’eroe cui Omero consente lo svelamento dell’assurdità della guerra e dell’orrore della morte – eppure l’eroe che alla guerra e alla morte ha affidato il proprio nome per i secoli a venire. Nel Romanzo di

guerra l’eroismo ha tutt’altri connotati. È fatto di pazienza (lunghe ore in cui ci si nasconde sotto un sedile per sfuggire ai poliziotti, lunghe ore in cui ci si nasconde in un fosso per sfuggire alle SS), maturata grazie a decisioni continuamente riconfermate, molesto di allenamenti spossanti, greve di esperienze tali che – a guerra finita – non si vorranno più ricordare. Il genero nato nel 1944, e che non ha mai combattuto, si confronta ripetutamente con quegli eroi modesti e risoluti: «Il mio impulso segreto mi sembra il desiderio / di esplorare il coraggio puramente fisico / che ho sempre dubitato d’avere» [...]. Nell’«Immaginare il mai visto» (come lo invita a fare il tema di un

segue da pag. 1

al commesso d’un negozio parigino di camicieintrecciano e destini condivisi in un mondo che non c’è più

Dal ragazzo prigioniero nel cuore dell’Africa Come nasce l’eroismo in un campo di prigionia. Storie che si

VOCI DAL MONDO 2

Jesper Svenbro con Kjell Espmark a passeggio per le strade di Taormina (giugno 2011)

Jesper Svenbro è nato nel sud della Svezia, a Landskrona,

nel 1944. Il padre è un pastore luterano. Ben presto si appas-siona al greco antico (nel 1964 soggiorna due mesi in Grecia) e alla poesia moderna. All’uni-versità di Lund studia anche il latino. Nel ’66, esce la sua pri-ma raccolta di versi. Nel ’69, Svenbro va negli Usa per segui-re le lezioni di Eric Havelock a Yale. Qui conosce la futura moglie, Yvonnette Llavador, interprete di Genet. rientrano insieme in Europa e vanno ad abitare a Lund. Nel ’73 si spo-sano e vengono in Italia, dove si fermano quasi quattro anni, con intervalli a Parigi. Qui il poeta svedese diventa mem-bro del Centre Genet e segue i corsi di Vernant, Detienne e Vidal-Naquet. Nel ’77, da Bo-ringhieri esce La parola e il marmo. A roma, è contattato da Detienne e, nel settembre 1977, parte per Parigi dove si unisce all’équipe di Vernant su un progetto collettivo di ricer-ca dedicato al sacrificio greco: il risultato, La cuisine du sacri-fice en Pays grec (1979). Lo stesso anno esce, in Svezia, la seconda raccolta poetica, Ele-ment till en kosmologi («Ele-menti per una cosmologia»). Quindi, la Storia della lettura nella Grecia antica (Laterza, 1981), Apollo samio (’93) che racconta in un certo senso la visita degli dei greci in Lappo-nia, Il mestiere di Zeus (’94) e i libri di versi Mio padre il pa-store (2001) e Il vignaiuolo e i suoi figli (2008). Nel 2006 entra all’Accademia svedese e occupa il seggio numero VIII, precedentemente appartenuto a Pär Lagerkvist.

Gli dèi in visita in Lapponia

segue a pag. 4

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I LIBrI DEL PEN STOrIA a cura di PABLO rOSSISandro Gerbi, Tempi di malafede, Hoepli, pp. 320, € 18ristampa a tredici anni dalla prima edizione. Le vite parallele, ma in realtà profondamente divergenti, di Guido Piovene ed Eugenio Colorni raccontano rispettivamente una storia di compromissione con il regime fascista, che porterà ad una crisi di coscienza, e una vicenda di socialismo libertario.

Daniele Pozzi, Una sfida al capitalismo italiano: Giuseppe Luraghi, Marsilio Editori, pp. 336, € 30La vicenda professionale di Giuseppe Eugenio Luraghi, bocconiano, che fu presidente dell’Alfa romeo ma anche della Mondadori. Posto in rilievo il tentativo di modernizzare lo statico e conservatore capitalismo italiano e lo spessore culturale di un «capo» che accomunò umanesimo e scienza.

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I LIBrI DEL PEN FOTOGrAFIA a cura di rOSSANA NUZZOMare Nostrum. Fotografie di Ferdinando Scianna e Irene Kung, a cura di Denis Curti, Contrasto, pp. 80, € 20 Mappature e interpretazioni soggettive del territorio. Ferdinando Scianna racconta i cambiamenti epocali e il senso di abitare un luogo, mentre Irene Kung ne evidenzia le architetture che emergono dal buio, caricandole di nuovi significati.

Ferdinando Scianna, Piccoli mondi, Contrasto, pp. 124, € 25Trent’anni di fotografie per esplorare il mondo dell’infanzia in 21 Paesi. Sguardi diretti ed espliciti, gridi e sorrisi, gesti liberi e leggeri, volti provati dal peso di un ostile destino. Scianna prende per mano l’osservatore e lo porta oltre il visibile, poiché solo da qui inizia un racconto infinito sull’evoluzione di ogni vicenda umana.

roberta Motta, Giuseppe Molteni, Margherita Pincioni, Vivere con i libri, Mondadori, pp. 164, € 29Viviamo con i libri, li osserviamo, ne scegliamo alcuni in particolari momenti. Il libro, dice Borges, «è una relazione». Le librerie qui fotografate riflettono la personalità dei padroni di casa e, al tempo stesso, suggeriscono – in alcuni casi – varie soluzioni quando ci si muove in piccoli ambienti.

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VOCI DAL MONDO 3

Lucio Lami, Faccia a faccia, Mursia, pp. 256, € 17L’autore, a lungo inviato speciale de Il Giornale e scrittore, rilegge la sua lunga esperienza giornalistica internazionale, raccontando la storia del ’900 attraverso alcuni protagonisti della politica e della cultura: Arafat, Pinochet, Saddam Hussein, Umberto II di Savoia, Montanelli, Fusco, Botero, Fontana. Descritti più come persone che come personaggi.

aveva dato il nome di Stalin al suo cane?»operazione strategica: l’avanzata dei canadesi in Olanda

«Davvero il suocero, comunista di Algeri, Come i versi sposano genesi e svolgimento di una precisa

politica del fascismo; allo stesso modo, certe scelte di tono di Jesper Svenbro nel Romanzo di guerra sottolineano, in contrasto con le parate ufficiali e la retorica di guerra del nazismo, i gesti semplici, le insicurezze, le astuzie di una pluralità di individui che costituiscono, tutti insieme, l’alternativa democratica ai regimi della forza esibita. Di contro alla visione dell’esercito nazista che sfila trionfale sugli Champs Élysées, per esempio, non ci sarà un’analoga immagine della vindice sfilata parigina che celebra la vittoria: «In quel momento, tuo padre / era penetrato nella regione di Saint-Hippolyte attraverso la Svizzera. / Una missione di ricognizione dietro le linee nemiche / che non gli lasciava il tempo di sfilare! / Io stesso l’ho sentito raccontare come, in Svizzera, avesse approfittato / del passaggio e acquistato degli eccellenti orologi da polso / che avrebbe poi venduto, in Francia o in Inghilterra, / con un buon guadagno...».

Anche le visioni politiche si traducono in antiretorica.

L’ideologia marxista trova espressione nella scelta del nome per i due pastori tedeschi che dormono nel retrobottega di una panetteria (ma chissà se erano veramente due? – ci si domanda –. Forse c’era un cane solo...). L’avventura della fuga e dell’arruolamento moltiplica soste e viaggi incredibili, qua in un attendamento insidiato dagli scorpioni, là in un percorso marino attraverso gli oceani... Fedele alla sua acribia professorale, Svenbro mette in dubbio non solo le etichette storiche ma anche le amplificazioni mnemoniche. Davvero i giovani patrioti avevano visto le coste degli Stati Uniti d’America nel viaggio in nave che doveva condurli dal Nord Africa all’Inghilterra? Davvero un

comunista algerino come il suocero avrebbe potuto chiamare Stalin il suo cane? Davvero è possibile, per bere lo champagne trovato in una cantina francese, far saltare il collo alle bottiglie con un pugnale da parà? Le chiose e gli scoli intervengono nel racconto e si fanno racconto, contribuendo a quel tono colloquiale che così raramente caratterizza la poesia di guerra.

E allorché il ricordo si rivela inconcepibilmente veritiero,

subentra l’ironia del poeta che, mimando le azioni nel corpo stesso del testo, ne distanzia l’impatto. Così la poesia – fra anticipazioni e flash-back – sposa la genesi e lo svolgimento di una specifica operazione strategica. Come preparare l’avanzata della Prima armata canadese in Olanda? Massicci bombardamenti

avrebbero potuto distruggere le dighe, facendo scomparire sott’acqua parte del Paese; si propone un lancio di parà: «Il Field Marshal / dà il suo benestare. La poesia può avanzare. […]. Sarebbe stata l’ultima operazione di quel genere / durante la Seconda guerra mondiale. E per me l’ultima poesia aerotrasportata...». Il basso continuo dell’autoironia accompagna l’analogia fra le operazioni di guerra e quelle di scrittura. Se all’impazienza dei paracadutisti nella carlinga fa riscontro quella dell’autore; e se la decisione del lancio è simile all’azzardo che attende la mano del poeta sul foglio bianco, basta la clausola di un nome a chiusa dei versi per alleggerire la similitudine col sospetto dell’autoironia: «Prendo la

decisione di rischiare il lancio / verso il grande spiazzo aperto dal nome in codice Vinaigrette». Nel Romanzo di guerra c’è un solo tema cui Svenbro sacrifica circospezione e ironia, lasciandosi quasi trasportare dalle parole: l’amore. La narrazione dell’incontro fra i due ragazzi che diventeranno suoi suoceri è accompagnata da una formula magica: «Come in una fiaba».

«La ragazza era così bionda / che non avrebbe mai osato

innamorarsi di lei, / i suoi occhi erano così azzurri che, la settimana dopo, / lui vide le Highlands in monocromia azzurro cielo / durante le corse […]. / Per monti e valli, / come in una fiaba, il suo zaino / era pieno di pietre. / Ed eccolo di fronte a lei: / come in una fiaba, i suoi capelli erano quelli di una principessa» [...]. La

fiaba invade il presente, colora di tocchi sgargianti il passato, ove l’aneddoto ascende alla dignità di simbolo: «Il Cavaliere dai luminosi orizzonti, / come in una fiaba, si è fermato davanti alla sua porta. / […] / I Deserti e gli Oceani, lui li conosce, / ha combattuto gli Scorpioni / e visto il Nuovo Mondo». Alla fotografia di commilitoni che forse ha generato il testo poetico, alle altre foto che hanno accompagnato il racconto di quelle gesta («Racconto», parola sovente evocata, quasi un talismano), si associa perciò un’ultima immagine, che trasporta tutta la narrazione negli anni della contemporaneità e del dialogo matrimoniale: una foto dei due fidanzati, che «si trova da anni sul nostro pianoforte / come una piccola notazione per un

meraviglioso accordo in re maggiore: / “You and me” si può leggere nella scrittura regolare di tua madre». La dimensione intima è sottesa all’opera poetica di Jesper Svenbro, in questi ultimi decenni.

A volte è palesata da un’esplicita evocazione –

come l’apparire di figli e suoceri o il «tu» rivolto alla moglie nelle poesie che compongono il Romanzo di guerra; a volte è ricordata nelle dichiarazioni di poetica che l’accompagnano. Alcuni fra i suoi testi più radicati nell’aura nordica e, insieme, nella cultura mediterranea (i canti dedicati a Saffo o a Samisk Apollon, Apollo Samio e insieme Sami, cioè voce poetica della Lapponia) nascono – come ricorda egli stesso – da un viaggio compiuto per mostrare ai figli un

paesaggio scoperto e amato nell’adolescenza, perché anch’essi rivivessero la sua esperienza.Anche questo viaggio fra librai e vecchi combattenti, fra parenti acquisiti e documenti rintracciati nei cassetti è doppiamente segnato dalla dimensione famigliare: tributo al mondo della moglie e, insieme, lascito da consegnare alla nuova generazione, fortunatamente ignara di quei terribili anni. Ma se l’esperienza del paesaggio e dei canti sami ha potuto essere vissuta e condivisa, diverso è questo ripercorrere e narrare le vicende della guerra. I ricordi di tanti uomini hanno fornito parole e immagini; ma la forma franta in cui queste sono state intessute, rinvia alla consapevolezza di un’esperienza solo intellettuale, pur mediata dagli affetti e, spesso, dubbiosa.

Che cosa consegnare ai figli per arricchire quello che è già dato loro nel calore familiare? Dopo tanti frammenti in cui vediamo la poesia avanzare come un’armata di parole, i passi che racchiudono la storia d’amore sembrano paradossalmente privilegiare il silenzio; o meglio, ricondurre il fiorire delle immagini poetiche a pochi termini elementari:

«Nell’istante qui perpetuato tutta la luce del decennio

sembra vibrare / all’unisono in questo solo accordo in re maggiore, / mentre il pronome “tu” durante lo stesso tempo illimitato / vede il suo senso estendersi per diventare il nome proprio di colui / che per miracolo è sopravvissuto fino al mondo del dopoguerra. “Tu!”. / Laconica poesia d’amore di tua madre».

Marina Giaveri

segue da pag. 3

Il poeta svedese Jesper Svenbro, al tavolo di lavoro della sua casa di Stoccolma, mentre gioca con il cagnolino King La copertina di Romanzo di guerra. Poesie di Jesper Svenbro, uno dei dieci diesgni di Arnaldo Pomodoro che accompagnano il libro e la copertina dell’edizione svedese

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I LIBrI DEL PEN LETTErATUrA ISrAELIANA a cura di JACK ArBIBAmos Oz, Tra amici, Feltrinelli, pp. 144, € 14L’ebraico ha una sola parola per amici e compagni. Oz mette a nudo le radici di un mitico e irripetibile esperimento individuale e comunitario, raccontando brevi incontri intrisi di amore e solitudine, di malinconia e tenerezza. Un capolavoro doverosamente dedicato a un passato quasi rimosso dalla coscienza collettiva.

Eshkol Nevo, Neuland, Neri Pozza, pp. 634, € 18Alla ricerca del padre perduto, il protagonista Dori percorre un itinerario geografico e interiore di rivisitazione di assunti e rivalutazione di assiomi fino alla rimozione dell’alt dall’Altneuland di Theodore Herzl, riproponendone una visione utopica. Il racconto non manca di spunti di intensa emotività e ironico zeitgeist.

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Etgar Keret, All’improvviso bussano alla porta, Feltrinelli, pp. 188, € 15 Partendo da tre personaggi in cerca d’autore, Etgar Keret (Tel Aviv, 1967) compone storie di brevità e incisività, dove varie componenti – paradosso, ironia, inconscio e immaginazione – creano un clima di realismo onirico. Si potrebbe pensare a un Kafka in vena di scherzi.

Ed Evtushenko e Ovadia si spartirono DoraAl museo del risorgimento di Milano. A Palazzo reale i versi per Picasso

VOCI DAL MONDO 4 IL LIBRO DEL POETA RUSSO

Presentazione con recital. Il libro di Evgenij Evtushenko, Dora Franco, Confessione

tardiva – edito dalla Es in collaborazione con il Pen Club Italia, tradotto da Rayna Castoldi e Ljudmilla Psenitsnaja e accompagnato da otto disegni di Mimmo Paladino – a settembre, una settimana dopo la sua uscita, è stato presentato a Palazzo Moriggia, sede del Museo del Risorgimento di Milano, dallo stesso Evtushenko, da Moni Ovadia e Sebastiano Grasso. È seguito un lungo recital del poeta russo e del regista italo-bulgaro. Il lungo poema d’amore di Evgenij Evtushenko, che ha inaugurato la nuova collana di poesia internazionale «Voci dal mondo», racconta tre giorni di passione, nel 1968, del poeta russo con una fotomodella e fotografa colombiana della quale aveva conservato alcune fotografie. Al libro di Evtushenko segue Romanzo di guerra. Poesie di Jesper Svenbro, a cura di Marina Giaveri, in libreria fra qualche giorno. Seguiranno: L’orizzonte mi insegnò il garbo delle nuvole del poeta arabo Adonis, a cura di Hadam Oudghiri; Il digamma e altri scritti di Yves Bonnefoy, a cura di Fabio Scotto; Poesie di Hans Magnus Henzensberger, a cura di Anna Maria Carpi; Esplosioni, grida e risate di Lawrence Ferlinghetti, a cura di Giada Diano. Nell’appendice iconografia del volume di Evtushenko, tra le foto del poeta russo con vari personaggi,

una, datata 1962, lo raffigura in compagnia di Pablo Picasso, nell’atelier del pittore spagnolo a Saint-Paul-de-Vence. Così, il giorno dopo il recital al museo del Risorgimento, a Palazzo Reale, durante l’inaugurazione della grande mostra dedicata a Picasso, con le opere provenienti dall’omonimo museo di Parigi, Evthuskenko ha ricordato la sua amicizia con l’artista di Malaga ed ha letto una sua poesia a lui dedicata, seduto proprio sotto un dipinto del maestro spagnolo, davanti ad un folto pubblico. Evtushenko è stato introdotto da Stefano Boeri, assessore alla Cultura del Comune di Milano.

r. P.

Moni Ovadia ed Evghenij Evtushenko al museo del Risorgimento di Milano, mentre recitano passi di Dora Franco. Confessione tardiva (foto di Rayna Castoldi)

Trimestrale italianodell’International Pen

20122 Milano, via Daverio 7Tel. 335/7350966C.F. 97085640155

www.penclub.ite-mail: [email protected]

Tiratura: 20.000 copie

Direttore responsabileSebastiano Grasso

Redazione: Liliana Collavo, Marina Giaveri e Rayna Castoldi

Registrazione Tribunale di Milano n. 26 del 10 gennaio 2008

Comitato direttivo PenPresidente onorario: Lucio Lami

([email protected])

Presidente: Sebastiano Grasso([email protected])

Vice-presidente e tesoriere Carlo Montaleone

([email protected])

Segretario generaleGiorgio Mannacio

([email protected])

Maurizio Cucchi,Anna Economu Gribaudo, Marina Giaveri,

Paola Lucarini, Dacia Maraini,Sergio Perosa, Anna Santoliquido

Segreteria Rayna Castoldi e Francesca Martorelli

responsabili regionaliFabio Cescutti (Friuli-Venezia Giulia),

Adriana Beverini e Massimo Bacigalupo (Liguria), Vittoria Coen (Emilia Romagna), Mauro Geraci, Giuseppe Manica e Renato Minore (Lazio), Alberto Postigliola ed Enza

Silvestrini (Campania), Giuseppe Rando e Carmelo Strano (Sicilia)

Impaginazione: Officina d’arte grafica Lucini, Milano – www.lucinisrl.com

Stampa: La Tipografica Varese S.p.A.21100 Varese, via Cherso, 2

Tel. 0332/330444

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Evtushenko legge, in una delle sale di Palazzo Reale a Milano, i propri versi dedicati a Picasso. Accanto a lui, accovacciato, l’assessore Stefano Boeri (foto di Rayna Castoldi)

I due libri di poesia di Evtushenko e di Svenbro, che aprono la nuova collana «Voci dal mondo», possono essere acquistati dai soci Pen con lo sconto del 40% sul prezzo di copertina. richiederli direttamente alla Es (via San Calimero 11, 20122 Milano; e-mail: [email protected]).

Evgenij EvtushenkoDora FrancoEs, pp. 128, e 20

Jesper SvenbroRomanzo di guerraEs, pp. 168, e 20

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I LIBrI DEL PEN LETTErATUrA SPAGNOLA a cura di GIANCArLO DEPrETISBenito Pérez Galdós, Marianela, Liguori, pp. 442, € 30Due sfortunati adolescenti tessono, fra realtà e immaginazione, una storia di denuncia delle condizioni della vita del proletariato e, allo stesso tempo, d’esaltazione della grandezza dello spirito umano. Tema ancora oggi di grande attualità. L’idillio di Nela e Pablo s’inserisce nel solco del Naturalismo iberico.

Juan José Millás, Carta straccia, Passigli, pp. 156, € 16Papel mojado, quarto romanzo di Millás (Valencia, 1946), esce in Italia dopo circa 30 anni dalla sua pubblicazione in Spagna. Già sin dal 1983 ha risvegliato, in un pubblico giovane, il gusto per il romanzo poliziesco: una mistura di parodia e melodramma, di lirismo e cinico sarcasmo.

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Alicia Giménez Bartlett, Exit, Sellerio, pp. 304, € 16Exit è un luogo ameno, nome di una clinica immersa nel verde. Due medici e una psicologa intrattengono un gruppo di coloriti personaggi che vivono un emozionante sogno estivo ma che, intrappolati nella loro noia, sollecitano, senza apparenti ragioni, un epilogo spettacolare della loro vita.

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I LIBrI DEL PEN LETTErATUrA SVIZZErA a cura di rOBErTA MOrETTIBernard Comment, Tutto passa, Sellerio, pp. 154, € 12Che cosa resta della nostra esistenza dopo la morte? Come galleggiare senza naufragare in un mondo in continuo movimento? Nove racconti di Comment (Porrentruy, 1960) che descrivono episodi di vita all’apparenza insignificanti, ma tutti legati dalla stessa riflessione sul passato e il presente.

Max Frisch, L’uomo nell’Olocene, Einaudi, pp. 130, € 17In seguito a una frana, il signor Geiser è isolato nella sua casa in Canton Ticino. Convinto che un giorno la montagna distruggerà il paesino, il signor Geiser scrive su dei foglietti il sapere che non dovrebbe essere dimenticato. Una riflessione sulla fragilità e debolezza dell’essere umano.

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Jacques Chessex, L’ultimo cranio del marchese de Sade, Fazi, pp. 110, € 12raccontati da Jaques Chessex (1934-2009) gli ultimi giorni di vita del marchese de Sade nel manicomio di Charenton nella primavera del 1814, ma soprattutto le avventure del suo cranio, dai poteri afrodisiaci e a volte demoniaci, conteso come una reliquia nel corso dei secoli.

di TOMASO KEMENY

Dalle rovine dell’Europa sconvolta dalla Grande Guerra, per iniziativa

di Catherine Amy Dawson Scott, nacque, nel 1921, il Pen internazionale con la finalità di attivare la collaborazione delle culture emerse dagli abissi della follia del conflitto. L’idea trovò riscontro in terra magiara, dove nel 1926, fu istituito il Pen ungherese. Uno dei primi presidenti fu Kosztolànyi Dezsö, poeta di ispirazione impressionista, romanziere amato da Thomas Mann, diffusore in Ungheria del teatro di Pirandello, dei drammi di Shakespeare, dei versi di Carducci, D’Annunzio e Gozzano. Nel 1932 Budapest ospitò un Congresso mondiale del Pen. Fra i 270 intellettuali convenuti nella capitale magiara c’erano anche Benedetto Croce, Filippo Tommaso Marinetti, Massimo Bontempelli, Gilbert Keith Chesterton, Herbert George Wells, George Bernard Shaw, Julien Green, Paul Valéry, André Maurois, Knut Hamsun. Durante il Congresso Pen del 1935, Thomas Mann tenne una lectio magistralis, ricordata nei versi di Jòzsef Attila. Il presidente allora era Radò Antal, italianista di chiara fama, autore di una Storia della letteratura Italiana in 5 volumi. Dieci anni dopo, quando le truppe hitleriane entrarono in Ungheria, Radò si uccise e i tedeschi soppressero il Pen. Nel 1945 il sodalizio rinasce con la presidenza di Heltai Jenö, drammaturgo e giornalista (segretario generale è lo scrittore Ottik Géza). Dal 1961, si sono succeduti: il poeta Vas Istvàn, Hubay Miklòs, noto anche in Italia e il poeta Görgey Gàbor che, per certo un periodo, è stato anche ministro della Cultura. Nel dicembre del 2011, viene eletto presidente Géza Szöcs. Segretario generale, lo scrittore Tolvay Ferenc.

Poeta, narratore, saggista, editore, Géza Szöcs, nato in Transilvania

(Marosvásárhely, 1953), è un intellettuale che ogni giorno si cimenta con l’impossibile: la sua scrittura, ibrida, mischia miti, leggende, favole di ogni tempo e Paese con eventi storici e quotidiani. Riesce a conciliare la più estrema ironia liberatoria e prosastica con un drammatico lirismo che apre all’utopia. Perseguitato in Romania dal regime di «Dracula» Ceausescu, ha subito vessazioni di ogni tipo, ma alla fine dell’incubo è stato uno dei fondatori del partito di «Alleanza Democratica» della minoranza magiara ed è stato eletto senatore a Bucarest, quindi nominato segretario di Stato per la Cultura in Ungheria. È stato l’unico intellettuale che il giornalista e scrittore ungherese Màrai Sàndor (morto suicida nel 1989) ha ricevuto nella sua casa californiana di San Diego. Nel 2009, ha conseguito il Premio Vienna European Academy. Attualmente è il presidente del Pen Club magiaro.

Come concilia la sua inquietudine, il gusto di sfidare le tirannidi sanguinarie, il suo tentativo di fondare la repubblica dei Poeti sulle rive del Danubio, con il ruolo istituzionale di presidente del Pen ungherese?Dopo qualche perplessità iniziale, ho capito che questo incarico mi avrebbe permesso di difendere pubblicamente la libertà di espressione e di stampa; libertà che hanno bisogno di solidarietà in ogni parte del mondo. E lo so bene, non solo perché ho provato sulla mia pelle la repressione, ma anche perché devo la mia vita proprio a interventi di scrittori tedeschi e americani che, a suo tempo, hanno forzato il governo rumeno a liberarmi e mandarmi in esilio.

Altre ragioni?Beh, forse anche il desiderio di reagire alla sminuita rilevanza della poesia nel mondo. Ciò che Orwell e Huxley temevano si sta avverando: nella civiltà globalizzata, l’anima si perde. La casta dei politici è corrotta?

E tutti gli altri paiono sforzarsi a non essere da meno. I Pen possono contribuire in modo significativo alla resistenza culturale. Inoltre intendo intensificare lo scambio di valori culturali specifici tra Paesi.

Pensa che la letteratura ungherese sia ignota in Italia?No, davvero: l’ondata di successo internazionale di Màrai ha avuto origine in Italia. Io stesso ho ottenuto dei riconoscimenti: il Premio Leopardi a Recanati. E i miei versi sono incisi nelle pietre di Arpino e Caorle, assieme a quelli di Andrea Zanzotto e di Christoph Wilhelm Aigner.

Come se la cava con l’italiano?Non bene come vorrei. Da secoli la civiltà letteraria italiana ha influito sulla nostra; del resto il primo poeta ungherese, Janus Pannonius (1434-1472), amico di Andrea Mantegna – che lo ritrasse e al quale egli dedicò un’elegia –, si è formato a Ferrara e Padova. E Boccaccio ha combattuto sotto la bandiera di un monarca magiaro.

Il presidente del Pen Ungheria, Géza Szöcs, e il segretario generale Tolvay Ferenc

Sul Danubio, nella repubblica dei Poeti«Lo dicevano Orwel e Huxley: in questa civiltà l’anima si perde»

I PEN NEL MONDO UNGHERIA

C’è anche il Pen degli scrittori nordcoreani in esilioElezioni: secondo mandato a John ralston Saul, riconfermato presidente

IL 78° CONGRESSO INTERNAZIONALE DEL SODALIZIO DELEGATI DI 80 PAESI A GYEONGIU

di rOBErTA MOrETTI

Letteratura, rapporto con i nuovi media e diritti umani. Questo il tema del 78°

Congresso internazionale del Pen che si è tenuto (9-15 settembre) a Gyeongju, in Corea, cui hanno partecipato i delegati provenienti da più di 80 Centri Pen. Molti gli eventi a margine per festeggiare i 90 anni di attività del sodalizio internazionale. Eccellente l’organizzazione del Pen coreano, guidato da Gil-Won Lee. I dibattiti hanno animato Gyeongju per quasi una settimana. Per la prima volta si è cercato di dare un’impronta meno burocratica alle discussioni. Il punto forte del congresso è stato l’approvazione della Dichiarazione di Gyeongju riguardante la libertà d’espressione e le tecnologie digitali. Questo documento è il risultato di un anno di lavoro del Comitato internazionale del Pen, presieduto da Hori Takeaki. La risoluzione chiede ai governi, alle

società e ai singoli individui di non censurare, limitare o controllare il contenuto trasmesso dai media digitali. Il Pen internazionale ha ricordato la difficile situazione degli scrittori in Cina, Bielorussia, Iran, Siria e Vietnam. Istituito il Pen Club degli scrittori nord-coreani in esilio e approvata la rinascita del Centro libanese. Sottolineata anche l’importanza di dare spazio ai giovani scrittori e la necessità di suscitare, presso le nuove generazioni di intellettuali, l’interesse nei confronti dell’attività del Pen. In tal senso, la direttrice esecutiva del sodalizio internazionale, Laura McVeigh, ha annunciato l’istituzione del premio «Nuove voci» che permetterà a più di 300 giovani scrittori al di sotto dei 30 anni di presentare i propri lavori. La settimana coreana è stata anche l’occasione per ridefinire l’organizzazione interna del Pen. Riconfermato John Ralston Saul alla guida del Pen internazionale. Durante il suo

secondo mandato, il lavoro verterà sulla difesa della libertà di espressione e delle lingue in pericolo, sulla base del Manifesto di Girona, del 2011, e della nuova Dichiarazione di Gyeongju. Inoltre sarà sviluppata la rete degli eventi letterari, come il Festival di letteratura contemporanea Free the Word! Riconfermata anche Marketa Hejkalova (Pen Ceco) nel Consiglio internazionale, il quale potrà contare sull’aiuto di Antonio della Rocca (Pen Trieste), neoeletto. Marian Botsford-Fraser è la nuova presidentessa del Comitato «Scrittori in prigione» ed Ekbal Baraka è stata scelta alla guida del Comitato «Donne scrittrici». Il Comitato di ricerca conta cinque nuovi membri: Elisabeth Nordgren, Eugene Schoulgin, Jens Lohmann, Entela Kasi e Jean-Luc Despax. Paul Finegan ha invece assunto la funzione di coordinatore dei vari Centri di cui si compone il Pen internazionale. Per migliorare la

comunicazione tra il Pen Internazionale e i vari Centri, John Ralston Saul e Laura McVeigh invieranno un comunicato mensile con i risultati del loro lavoro. Infine, ogni tre mesi, i Centri Pen riceveranno un rapporto dettagliato che raccoglierà le discussioni e le decisioni prese nel corso delle riunioni del Consiglio internazionale. Totalmente rinnovato il sito Internet. Aggiunta una sezione dedicata agli eventi organizzati dalle singole sedi. Al fitto calendario del 78° Congresso, si sono affiancati numerosi interventi riguardanti la storia della letteratura coreana e incontri con diversi scrittori, cui hanno presenziato circa trecento autori provenienti da 114 Paesi . Fra essi, i due premi Nobel Jean-Marie Le Clezio e Orhan Pamuk. Il prossimo Congresso mondiale del Pen (il 79°) si terrà in Islanda, a Reykjavik, dall’8 all’11 settembre 2013.

Il presidente coreano Gil-Won Lee pronuncia il discorso che apre il 78° Congresso mondiale del sodalizio. A destra, l’intervento di John Ralston Saul, presidente del Pen Internazionale

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I LIBrI DEL PEN MUSICA a cura di CArLA MArIA CASANOVAMario Delli Ponti, Musica maledetta. Il trionfo della non musica, Zecchini, pp. 118, € 19«È ignobile e diseducativo che nelle scuole e nelle chiese insegnino ad apprezzare le schitarrate di infimi cantautori». Pagine sparse, a volte dure, del non dimenticato pianista milanese, uomo di grande cultura, raccolte dalla moglie Liliana in un illuminante vademecum.

Vittoria Crespi Morbio, Sylvano Bussotti, Amici della Scala/Allemandi, pp. 128, € 10Siamo al n. 40 delle Monografie artisti scaligeri e compare il «caso» Sylvano Bussotti (Firenze, 1931) compositore, poeta, regista, scenografo, interprete, scrittore, pittore, realizzatore di filmati e curatore di rassegne: incarnazione del «teatro totale» sintetizzato nella sigla Bob (BussottiOperaBallet).

Maria Luisa Gori e Ombretta Maffeis, Teoria e linguaggio musicale, con Cd rom, Curci, pp. 272, € 21Quaderno di appunti ed esercizi per la scuola secondaria a indirizzo musicale. Dice una ulteriore indicazione: «Tutta la musica per tutti, per fare e capire». In tempi di estremi e giustificati lamenti per la carenza didattica musicale, questa è una intelligente iniziativa.

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I LIBrI DEL PEN LETTErATUrA CINESE a cura di SILVIA POZZIChan Koonchung, Il demone della prosperità, Longanesi, pp. 290, € 15La miscela tra comunismo, nazionalismo, benessere e capitalismo ottenebra le menti? Sembra che un intero mese sia scomparso dalla memoria collettiva. Allora, Vecchio Chen, uno scrittore di origini taiwanesi, dapprincipio entusiasta della vita pechinese, parte alla caccia della verità.

Pauline Chen, I segreti della camera rossa, Frassinelli, pp. 440, € 19,50Il capolavoro della narrativa cinese di epoca Qing, Il sogno della camera rossa, riscritto da un’autrice americana di origine cinese. Il recupero della tradizione e la consapevolezza del suo valore sono una cifra distintiva della civiltà cinese. È una storia preziosa come le giade, gli alabastri, i ricami, i tè che contiene.

Gao Xingjian e Claudio Magris, Letteratura e ideologia, Bompiani, pp. 60, € 10Con un titolo che sembra passato di moda, Gao Xingjian propone la sua idea di letteratura: lo scrittore come osservatore della società e dell’uomo, come erede dei tragediografi e dei commediografi greci. Come una immagine allo specchio appare la lettura di Magris che completa questo fine libriccino.

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RESIDENZE CREATIVE A FOSDINOVO, IN PROVINCIA DI MASSA CARRARA

dei Malaspina, per raccontare in prosa e in versiMessico. Vita comunitaria per letterati provenienti da tutto il mondo

Narratori e poeti sulle orme di Dante, nel castello Ogni anno un Paese diverso. Nel 2012, l’Argentina; per il 2013, il di GIULIA GITTI

Il desiderio di tranquillità, necessario al processo creativo, spinge molti artisti e

letterati a cercare un luogo adatto in cui ritirarsi per lavorare senza distrazioni. Un’esigenza, questa, che nel territorio italiano ha radici antiche. Risale addirittura ai poeti elegiaci latini, che rivendicavano l’effetto benefico dell’otium letterario contro il negotium politico. E lo stesso Mecenate, attorno al quale si formò uno dei primi circoli letterari (di cui facevano parte anche Virgilio, Orazio e Properzio), fu sempre pronto a donare appezzamenti in campagna ai suoi protetti, per favorirne il raccoglimento. Da qui, alcuni capolavori come l’Eneide, le Georgiche, ecc. Dagli splendori di Roma ai castelli medievali, dalle corti cinquecentesche alle moderne residenze per artisti e scrittori, è evidente come l’ambiente possa giocare un ruolo importante. Nascono così – soprattutto in America e nel Nord Europa – le cosiddette «residenze creative», offerte solitamente su base meritocratica. Anche in Italia ce ne sono alcune. Sul numero 10 del Pen (gennaio-marzo 2010), ci eravamo occupati della Fondazione Rockefeller di Bellagio (Como), del Centro Studi ligure per le arti e le lettere di Bogliasco (Genova), del Centro umbro di Civitella Ranieri a Umbertide (Perugia), dell’American Academy di Roma, della Fondazione Santa Maddalena a Donnini (Firenze) e di Villa I Tatti a Firenze. Sulla loro scia si colloca, in Toscana, anche il Castello di Fosdinovo, in provincia di Massa-Carrara, dalle cui finestre si scorgono le Alpi Apuane e il Mar Tirreno, sino alle Cinque Terre. La costruzione della fortezza risale alla seconda metà del XII secolo. Acquistato dalla famiglia Malaspina nel 1340 (che

tuttora la possiede), ha un’architettura – che lo caratterizza – che si basa sull’antico assetto medievale (pianta quadrangolare con quattro torri orientate, un bastione semicircolare, due cortili interni, il ponte levatoio, camminamenti di ronda, giardini pensili e loggiati) e sulla commistione di stile rinascimentale e neogotico. Non mancano le suggestioni. Fosdinovo, tappa di Dante durante il suo esilio, viene ricordato nell’VIII canto del

Purgatorio: incontrando Corrado Malaspina, il poeta accenna con animo grato alla sua ospitalità. Sulle orme di Dante, oggi molti intellettuali sono accolti al castello Malaspina per godere di uno stimolante locus amoenus. Infatti la fortezza, oltre ad un percorso museale (architettura e storia del castello e dei suoi proprietari) e ad un bed and breakfast, gestito dai Malaspina, offre – da maggio a settembre – ospitalità a scrittori ed artisti che partecipano al progetto «Castello

in movimento». Che, nato nel 2008, mette a disposizione dei suoi ospiti non solo un bell’ambiente in cui lavorare, ma, alla stregua degli antichi circoli letterari, dà loro l’occasione di sperimentare una vita comunitaria. Vediamo come. Per quanto riguarda gli scrittori, da quest’anno viene ospitato un Paese diverso. Il primo? L’Argentina. Così a Fosdinovo, da maggio a settembre si sono succeduti César Aira, Samanta Scheweblin, Alan Pauls, Pablo

Katchadjian, Carlos Gamerro e Fabian Casas (questi ultimi tre non ancora pubblicati in Italia). Per la sezione autori internazionali, invitati Salvatore Scibona e Stefan Merryl Block (Usa), Catherine Texier (Francia), Javier Montes (Spagna). Ospite per il 2013, il Messico. Saranno presenti, fra gli altri, Peter Cameron, Guadalupe Nettel, Yuri Herrera e Valeria Luiselli. Oltre alla letteratura internazionale, il progetto «Castello in Movimento» si estende alla traduzione. Obiettivo? La

diffusione della letteratura italiana contemporanea in altre lingue e viceversa. Ospite di quest’anno, Richard Dixon, che traduce dall’italiano all’inglese (Roberto Calasso ed Umberto Eco, fra gli autori di cui s’è occupato). La seconda parte del programma ha come scopo la valorizzazione di scrittori italiani con meno di quarant’anni. Selezione affidata ad un «Comitato di suggeritori» (Stefano Salis, Massimo Onofri, Loredana Lipperini e Paolo di Stefano). Scelti, per il 2012,

Violetta Bellocchio, Cristiano de Mayo, Gaia Manzini, Fabio Rizzoli ed Emanuele Tonon. Ospiti del castello, hanno avuto 24 ore di tempo per scrivere un racconto ciascuno. Dopo una prima lettura pubblica e un confronto, gli elaborati entrano a far parte di un Quaderno del Castello, pubblicato sul sito internet. «Castello in Movimento»coinvolge anche un artista visivo all’anno, cui finanzia un’opera che andrà ad arricchire la collezione del museo. Selezionato, dal direttore artistico Alberto

Salvadori, come artista residente, il danese Tue Greenfort. Inoltre, il castello di Fosdinovo espone per tutta l’estate un giovane artista italiano. Scelto, quest’anno, Francesco Gennari. Oltre a queste iniziative, il programma collabora anche con il Festival di Danza contemporanea di Lunatica, che ha proposto lo spettacolo Continuerà ad andare sempre peggio, amico mio di Lisbeth Gruwez e ha organizzato – per i fine-settimana – dei seminari su laboratori di scrittura, traduzione, restauro e architettura di esterni.

Veduta del Castello dei Malaspina a Fosdinovo. A destra, in senso orario, Stefan Merryl Block, Samanta Scheweblin, Gaia Manzini, Emanuele Tonon, Fabian Casas, Pablo Katchadjian e Alan Pauls

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Matthew Spender (a cura di), Il diario di Sintra. Dicembre 1935 - agosto 1936, Barbès, pp. 264, € 16Storie avvelenate, angosce che generano mostri, scenari di delirio e trasparenze di personaggi dei fratelli Grimm animano il libro di Michele Mari. Fra castelli d’ombre e sagome mefitiche, in una trama vitrea di apologhi e parabole, molti personaggi hanno funzioni linguistiche.

Bryan Stanley Johnson, In balìa di una sorte avversa, Bompiani, pp. 178, € 22Unicum librario, il romanzo del maledetto «Bsj» si compone di 27 fascicoli non rilegati, da leggersi in ordine casuale (salvo il primo e l’ultimo). Il tutto per suggerire l’arrovellarsi del narratore, cronista sportivo in trasferta, in una città che gli pare di conoscere, la città di un grande amico morto. Tetro ma geniale.

Tom Stoppard, La sponda dell’utopia. Sellerio, pp. 408, € 15 Stoppard è alle prese con il 1848 e le origini delle rivoluzione del secolo XX, in particolare con la vita dell’esule russo Herzen, fra discussioni e amori di estremisti e moderati (Puškin, Turgenev, Marx). La costa (costo) – coast-cost – dell’utopia sono dittatura e terrore in nome di un futuro luminoso, ma la critica di Herzen resta inascoltata.

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all’Istituto letterario Gor’kij di Mosca. Collabora a Literaturnaja Gazeta, Novyj mir, Oktjabr’, Znamja, Družba narodov, ecc. Dmitri Glukhovsky è nato nel 1979. Laureato in Relazioni internazionali all’Università Ebraica di Gerusalemme, ha lavorato per Euro-News Tv in Francia, Deutsche Welle in Germania; oggi è un reporter per Russia Today’s, un’emittente satellittare. disponibile via cavo, online con dirette in streaming e in più di 100 Paesi. Firma inoltre editoriali per Harper’s Bazar, l’Officiel e Playboy. Ha preso parte ad una spedizione scientifica russa al Polo Nord,

organizzando collegamenti in diretta. Sergej Kuznecov è nato a Mosca nel 1966. Laureato all’Università statale Lomonosov di Mosca, ha lavorato come agente letterario, traduttore, giornalista e critico cinematografico. Negli ultimi dieci anni ha pubblicato otto libri. Tra i più famosi il romanzo futurologico Net (scritto assieme a Leonor Goralik), diventato libro di culto in Russia e tradotto in cinque lingue. Inoltre, Sergej Kuznecov è direttore del progetto «Buknik», dedicato alla cultura ebraica. Alla Marcenko è nata a Leningrado. La madre, Galina Filippovna Šapovalova, era

insegnante in un villaggio e il padre, Maksim Safronovic Marcenko, ingegnere militare, destinato alla flotta del Mar Nero. Laureata in Filologia all’Università di Mosca, ha collaborato alla Literaturnaja gazeta e a Voprosyliteratury. Cofondatrice della rivista Soglasie, è consulente della casa editrice Prosveštenie. Ha curato libri di Anna Achmatova, di Michail Lermontov ed Sergej Esenin. Vladislav Otroscenko è nato a Novocerkask, nel sud della Russia. Membro del Pen Club russo, collabora a

Oktjabr’, Znamja, Inostrannaja literatura, Russkij pioner, Geo, Voprosy literatury, Gnosis (New York), Nota bene (Gerusalemme). Nel 2004 ha ricevuto il Premio Grinzane Cavour. È presente anche sulla Enciclopedia Rizzoli. Narratore, è tradotto in inglese, armeno, ungherese, italiano, cinese, lituano, tedesco, serbo, slovacco, francese. Zachar Prilepin è nato nel 1975 a Il’inka, nella regione di Rjazan, da un insegnante e da un’infermiera. Ha studiato Filologia presso l’Università di Nižnij Novgorod. Comandante di reparto nella guerra nel Caucaso settentrionale (1996-1999). È autore di romanzi, racconti e saggi, tradotto in 14 lingue. In Italia sono usciti, da Volland, Patologie, Sank’ja, e Il peccato. Collabora a Ogonëk, The New Times ed è redattore della Novaja Gazeta, edizione di Nižnij Novgorod. Ljudmila Saraskina è nata a Liepaja, Lettonia. Il padre, Ivan Michailovic Saraskin, era ufficiale nella flotta del Baltico. Laureata in Filologia a Kirovograd, ha insegnato anche nelle università di Copenaghen, Odense, Illinois, Varsavia, Aarhus. È membro dell’Unione degli scrittori russi e dell’Unione degli scrittori di Mosca. Collabora alle riviste Dostoevskij i mirovaja kul’tura, Dostoevskij i sovremennost’ e Rossijskoe obštestvo Dostoevskogo. Aleksej Varlamov è nato a Mosca nel 1963. Docente alla Facoltà di Filologia dell’Università statale Lomonosov di Mosca e titolare della cattedra di Scrittura creativa presso l’Istituto letterario Gor’kij. Collabora alle riviste Novyj mir, Moskva, Znamja, Oktjabr’, Grani, Roman-gazeta, Pod’em. Membro del Pen Club russo, dal 2011 è direttore della rivista Literaturnaja uceba.

r. P.

Dalla Transiberiana alla «Transiciliana». Dal 4 all’11 novembre otto

scrittori russi – Pavel Basinskij, Dmitri Glukhovsky, Sergej Kuznecov, Alla Marcenko, Vladislav Otroscenko, Zachar Prilepin, Ljudmila Saraskina e Aleksey Varlamov – approdano in Sicilia per visitare Catania, Bronte, Randazzo, Ragusa, Messina, Taormina: alla ricerca della «provincia» italiana, per ritrovare un clima neorealista. Si spostano da un paese all’altro, ai piedi dell’Etna. Il viaggio, sponsorizzato dall’Agenzia federale per la stampa russa, da Banca Intesa Russia e dall’Associazione Conoscere Eurasia, ha il patrocinio del Pen Club Italia, che lo scorso anno era stato incaricato di invitare dieci scrittori e giornalisti per la Transiberiana. Pubblicato, per l’occasione, il volume Scrittori russi in Italia, con racconti e testimonianze degli autori in visita nell’isola, fra cui alcune pagine di Alla Marcenko che ricordano la venuta in Sicilia di Anna Achmatova nel 1964, in occasione della consegna dell’«Etna-Taormina» alla poetessa acmeista, premiata assieme a Mario Luzi e Giuseppe Ungaretti. «La visita in Sicilia – spiega Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia, originario di Bronte, che da oltre 40 anni vive a Mosca; autore di Prospettiva Lenin (Feltrinelli) – vuole ricambiare la visita che alcuni scrittori e giornalisti italiani hanno fatto, lo scorso

anno, con la Transiberiana (la ferrovia più estesa del mondo) da Mosca a Kazan, Ekaterineburg, Krasnojarsk, Irkutsk sino a Ulan Ude. Alcuni di loro hanno scritto

articoli su questa esperienza e qualcuno addirittura un libro. Così, adesso, otto scrittori e giornalisti russi compiranno un viaggio lungo la Circumetnea, la Ferrovia, che dal 1895 gira attorno all’Etna, il cui tragitto supera

appena i cento chilometri. Abituati agli spazi enormi e agli orizzonti infiniti, gli ospiti della Russia si troveranno davanti città e paesini angusti, ma orgogliosi di una storia culturale multimillenaria che va delle migrazioni indoeuropee dei Siculi e dei Sicani sino alla fioritura delle colonie greche, fondate nell’VIII secolo a. C.». «Gli scrittori hanno bisogno di viaggiare – aggiunge Nina Litvinets, coordinatrice del progetto –. In Russia, tutto è cominciato con una campagna dal titolo altisonante Treno letterario. Il treno espresso non c’era. C’era, invece, un vagone letterario che si agganciava a diversi treni che seguivano la linea principale della Transiberiana. Hanno

cominciato i nostri scrittori, seguiti, negli anni successivi, dai loro colleghi francesi e italiani. Da qui, articoli e libri che hanno gli stereotipi sull’Est della vodka,

delle matrioske, delle fisarmoniche ed anche degli orsi che passeggiano nelle vie delle città siberiane». Con questo viaggio, continua la Litvinets,

«abbiamo voluto appositamente evitare le città che dal ‘700 sono state la meta principale del cosiddetto Gran Tour d’Italie, ma visitare la “provincia”. In Sicilia, soprattutto in un periodo dove non ci sono molti turisti. Se nell’immaginario degli italiani la Siberia è immancabilmente legata a uno spaventoso luogo remoto e al gelo polare (le città si rivelano in realtà del tutto europee, anche se con una fisionomia propria, e il termometro nei giorni sereni di settembre sale

a più di 20 gradi), allora la Sicilia, per i russi, rappresenta l’estremità dell’Europa, dove le piccole città assomigliano ancora oggi alle scenografie dei film neorealisti, dove la “piovra” della mafia, come un tempo, attua la sua giustizia facendo vittime e, sopra tutto risuona la celebre melodia di Nino Rota del film Il padrino. Bene, i viaggi si fanno anche per cambiare i luoghi comuni». Ecco, in breve, i profili degli ospiti venuti da Mosca. Pavel Basinskij è nato nel 1961 a Frolovo, Regione di Volgograd. Studi all’Università di Saratov e

con la storica linea ferroviaria Circumetnearicerca della «provincia» italiana. Per ritrovare un clima neorealista

Treni letterari: vedere l’Etna costeggiandolo Catania, Bronte, randazzo, ragusa, Messina, Taormina: alla

DALLA TRANSIBERIANA ALLA “TRANSICILIANA” VIAGGIO DI OTTO SCRITTORI E GIORNALISTI RUSSI

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I LIBrI DEL PEN LETTErATUrA ISPANOAMErICANA a cura di FABIO rODrIGUEZ AMAYAErnesto Sabato, L’angelo dell’abisso, Sur, pp. 400, € 17Nell’anno compreso fra la sera del 5 gennaio 1972 e l’alba del 6 gennaio 1973, il Quinto angelo dell’Apocalisse annuncia che il male sovrasta ormai il mondo attuale, perché schiavo della degradazione e della violenza. Con un’indagine metafisica ed esistenziale, storica e politica un personaggio guarda il mondo e lo racconta.

Juan Gabriel Vásquez, Il rumore delle cose che cadono, Ponte alle Grazie, pp. 288, € 16,80Storie di due famiglie che s’intrecciano. Sullo sfondo: narcotrafficanti, guerriglia, paramilitari. E un Paese inerme: la Colombia. L’incubo dura dieci anni, da quando camminando per una strada di Bogotá, Antonio, sente il rumore di una moto e poi quello di un mitra che spazza tutto attorno a sé.

Mempo Giardinelli, Luna caliente, La Nuova Frontiera, pp. 144, € 14.50Finiti gli studi in Francia il giovane ramiro Bernárdez rientra a casa, ne El Chaco, caldo e subtropicale a nord dell’Argentina. Incontra la fatidica adolescente Araceli e se ne innamora. Sensualità ed erotismo seguiti da passione, lussuria, incubi, crimini, fughe. Tutto sotto l’ombra della dittatura e della morte.

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Gli scrittori e giornalisti russi che hanno partecipato al viaggio in Sicilia, dove hanno visitato Catania, Bronte, Randazzo, Ragusa, Messdina e Taormina. Nella pagina precedente, dall’alto in bas-so: Ljudmila Saraskina, Alla Marcenko, Pavel Basinski e Sergej Kuznecov. In questa pagina, sempre dall’alto: Alexej Varlamov, Dmitry Glukhovsky, Vladislav Otro-scenko, Zakhar Prilepin e las coordinatrice del progetto Nina Litvinets

Antonio Fallico

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I LIBrI DEL PEN LETTErATUrA IrANIANA a cura di IANTE rOACH Kader Abdolah, Il Re, Iperborea, pp. 488, € 18,50Ultimo romanzo di un grande cantastorie iraniano, scritto in olandese, narra la storia tumultuosa dell’Iran fra Ottocento e Novecento. Protagonisti un re tanto retrogrado quanto umano e il suo primo ministro visionario. Evocativo, sottile, illumina i nessi tra le vicende del romanzo e l’Iran odierno.

Siba Shakib, Il sussurro della montagna proibita, Piemme, pp. 544, € 12Il protagonist Eskandar si arrampica per la prima volta sulla montagna proibita del suo villaggio nel sud dell’Iran a sei anni per poter vedere gli stranieri, creature semi-mitiche, sfidando qualsiasi divieto. Ha così inizio un’odissea personale dalla portata storica, che percorre tutto il XX secolo.

Nawa Fariba, La moglie afghana. Non tutte le donne sono nate libere, Newton Compton, pp. 384, € 9,90Kombinat è sorto negli anni 50 attorno al grande complesso industriale che il regime comunista albanese intitolò a Stalin. Dalle origini a oggi: il lavoro, la vita di fabbrica, il territorio, l’istruzione, il controllo sociale, la sicurezza, le donne, i giovani, le migrazioni.

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INCHIESTA 1

Pensare in digitaledi MArIArOSA rOSI

Splendido quarantenne – qualcuno lo fa risalire al 1971 col progetto Gutenberg

– l’ebook sta attraversando un momento felice. I numeri parlano chiaro. Nel mercato statunitense le vendite sono attestate al 25% e qualche titolo ha persino superato l’edizione a stampa. È vero che i numeri del mercato italiano non sono paragonabili (meno del 2%) ma l’idea è che sia solo questione di tempo. I supporti tecnologici (ereader, tablet, smartphone) di ultima generazione si sono molto evoluti e gli editori, le biblioteche, gli istituti di ricerca, i grandi gestori del web e persino molti governi si stanno muovendo per aumentarne lo spazio. Forse anche perché le nuove generazioni che si affacciano sul mercato sono elettronicamente alfabetizzate e non aspettano altro che cominciare sul serio. C’è già chi pensa che il mezzo digitale possa influenzare il modo di leggere e di scrivere. E forse di pensare. Per fare il punto della situazione e immaginare le prospettive di questo mercato ci siamo rivolti a Marcello Vena, responsabile del business digitale della Rizzoli dopo quindici anni di esperienza in Europa, Stati Uniti e Asia. Vena ha già avviato importanti iniziative tra cui – nel luglio di quest’anno – Rizzoli First – collana dedicata esclusivamente a titoli in anteprima digitale e in doppia lingua, italiano e inglese. Prima l’ebook dunque e poi – eventualmente – la carta. Una vera rivoluzione.

Ci presenta rizzoli First?È la prima collana al mondo – tra i grandi gruppi editoriali – che intende usare il digitale come trampolino di lancio per una successiva pubblicazione su carta. Il digitale non è solo una alternativa al cartaceo ma può forse essere alla base anche di una maggiore diffusione della stampa. Parlo di opere di narrativa di autori italiani

L’EBOOK GUIDA LA RIVOLUZIONE NELLE LIBRERIE

Fotografia di Ferdinando Sciannasegue a pag. 16

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I LIBrI DEL PEN ArTE a cura di CArMELO STrANOSergej Bulgakov e Nicolaj Berdjaev, Il cadavere della bellezza. La crisi dell’arte, Medusa, pp. 142, € 12,75La prima mostra di Picasso a Mosca risale al 1914. Bulgakov, che ha come modello la Sacra Conversazione di raffaello, è sconvolto dai visi contorti dell’artista spagnolo e scrive Il cadavere della bellezza. Berdjaev denuncia «la crisi dell’arte». Due testi lucidissimi.

roberto Pinto, Nuove geografie artistiche. Le mostre al tempo della globalizzazione, Postmediabooks, pp. 288, € 22,50 Le mostre e il modo di curarle, quale sintomo dei mutamenti dell’arte nel mondo globalizzato. Preludio, oltre 20 anni fa: Primitivismo nel XX secolo, I maghi della terra, Il sud del mondo. Efficace collusione tra i due aspetti dell’autore: curatore e storico.

Marina Pugliese, Tecnica mista. Com’è fatta l’arte del ‘900, Bruno Mondadori, pp. 244, € 20rigore scientifico di fondo e piglio esplicativo. Ed ecco un racconto avvincente dell’arte contemporanea. Il lettore si appassiona alle poetiche che si annidano nella più semplice esposizione di tecniche e materiali, che sono un’attrattiva, a causa della loro imprevedibilità o bizzarria.

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I rischi di riduzione del giro d’affari ci sono, ma sembrano, al momento, essere molto più contenuti rispetto al mercato della musica. In Usa, si stima che la pirateria libri sottragga al mercato circa il 5% dei ricavi; nella musica, il 15%. Il fatto è che si tratta di medie e i titoli più popolari sono ovviamente quelli più piratati; sui singoli titoli i tassi di incidenza della pirateria possono essere molto più alti.

La pirateria digitale è, dunque, un dato di fatto…Sì. E occorre contrastarla con determinazione. Esiste indipendente dal fatto di pubblicare in digitale. Una volta che il libro è pubblicato su carta stampata, basta poco per ottenere una copia digitale illegale.

Ci sono tecnologie di scansione e produzione automatica del testo che rendono semplice la produzione di ebook pirata a partire dall’edizione cartacea. Se non si pubblica in digitale si peggiorano le cose perché i lettori onesti troveranno in rete solo le copie illegali da leggere. Un’offerta di contenuti digitali legalmente acquistabile è il primo passo, anche se forse non sembra, per difendere i diritti d’autore.

Il Digital right management (Drm) prevede controlli – attraverso tecniche di crittografie sofisticate – ma sembra che questi accorgimenti siano aggirabili. Crede sia una battaglia disperata?Nessuna tecnologia è sicura al

100%. Di sicuro il Drm è un fattore di contrasto. Ha però una serie di controindicazioni nel lungo termine che rendono ipotizzabili altri scenari – magari tra qualche anno – dove il Drm potrà essere abbandonato del tutto. Come è già successo per la musica, ormai senza Drm da 5 ben anni, nonostante la pirateria. Noi ci stiamo portando avanti: con Rizzoli First stiamo già sperimentando il Drm free. Siamo tra i primi grandi editori al mondo a farlo, assieme – fra gli altri – all’americana Tor di Macmillan. A giudicare dai primi risultati di Giulia Ottaviano possiamo dire che il Drm free, come sistema di controllo, è stato finora un successo.

Alternative concrete al Drm?Abbiamo già attivato, in via sperimentale, un programma di monitoraggio dei nostri titoli su tutto il web che provvede alla rimozione automatica dei contenuti piratati. Siamo i primi e unici editori in Italia a muoverci in questa direzione innovativa usando le migliori tecnologie di scansione del web. Rizzoli First non è solo il nome della nostra collana digitale, ma anche un sinonimo di eccellenza digitale su tutti i fronti.

Data l’importanza sociale e culturale del settore editoriale, considera positivo un sostegno pubblico al settore?La domanda posta così avrebbe una sola risposta ovvia. Non è tanto il se, ma il come e il quanto. Ci sono tante iniziative, e non solo nell’editoria, che meriterebbero un sostegno. Tuttavia le risorse pubbliche disponibili – siamo realisti – sono molto limitate, soprattutto in un periodo come questo.

Si possono immaginare altre forme di sostegno?Certamente. Anche il settore privato e i singoli individui possono fare la propria parte. Sempre grazie al digitale, ora sono possibili forme di raccolta di massa di capitali in

rete. Si chiama crowdfunding, dove tantissimi investono poco in singole iniziative, spesso sociali e culturali. Cito il recentissimo caso americano di Seth Godin, autore seriale e guru del marketing, che ha già raccolto oltre 200mila dollari per pubblicare con un editore importante almeno 10mila copie del suo nuovo libro, a gennaio 2013. Per dirla come lui: «Il futuro dei libri appartiene, prima di tutto, ai lettori che ne sono interessati».

Kindle, ereader, smartphone, tablet – primo fra tutti Apple – e quest’anno il Kobo. L’evoluzione tecnologica offre eccellenti lettori ma ciascuno dedicato a una proprietà di riferimento e dunque vincolante per il consumatore. È pensabile, a breve, un lettore standard?Ad eccezione di Kindle e iBooks, gli altri dispositivi di lettura in Italia – incluso Kobo – sono aperti e consentono ai consumatori di acquistare gli ebook dove vogliono e di leggerli sui propri dispositivi elettronici. Tuttavia la tecnologia alla base dei dispositivi di lettura è soggetta a rapida evoluzione e relativa obsolescenza. Quindi il concetto di standard è al momento abbastanza liquido.

Con il formato ePub si può pensare, invece, a un obiettivo di standard di formato quasi raggiunto?L’ePub è uno standard industriale – peraltro non adoperato né da Kindle né da Nook – in continua evoluzione. Ora siamo alla versione 3.0 che introduce concetti di multimedialità e interattività. Tuttavia resta da capire l’ambito e la rilevanza pratica di tale standard, quando il leader di mercato americano e mondiale si chiama Amazon e utilizza formati proprietari come il mobi e il KF8. Le ovvie conseguenza sono che, come editori, dobbiamo produrre gli ebook in tanti formati diversi per raggiungere il maggior numero di lettori possibile. È finito il tempo in cui le copie di un libro erano tutte uguali.

ancora poco conosciuti, ma di alto potenziale, che così possono avere più opportunità di emergere.

risultati, a pochi mesi dal lancio?Oltre le più rosee aspettative: L’amore quando tutto crolla, il libro del debutto di Giulia Ottaviano, è stato il romanzo rosa italiano più venduto in digitale e, in assoluto, l’ebook più letto, questa estate, fra tutti quelli del gruppo Rizzoli. Il 24 ottobre scorso, a tre mesi dall’uscita digitale, il romanzo è uscito in hardcover. Anche la versione inglese che abbiamo pubblicato direttamente in tutta Europa e in America ha dato dei risultati interessanti. Manteniamo però un profilo basso, consci che il mercato si evolve ad alta velocità e i successi di oggi non ne garantiscono altrettanti in futuro. Stiamo già pensando a come far crescere ed evolvere Rizzoli First, nella nostra «cantera» di editoria digitale sperimentale.

Iniziative presentate alla recente fiera di Francoforte?I nostri successi del 2012 in digitale. Ne cito solo uno fra i tanti. Il museo immaginato di Philippe Daverio. È il primo esempio di ebook illustrato d’arte nell’editoria italiana. Nessuno prima di noi si era cimentato con gli ebook illustrati. Servono un mix di competenze e contenuti all’avanguardia.

Il museo immaginato è stato anche un successo commerciale?Nonostante l’arte pittorica non sia certo l’argomento più popolare in

Italia, siamo riusciti a creare un prodotto di alto valore culturale e di grande successo commerciale. L’ebook de Il museo immaginato è stato progettato e commercializzato esclusivamente su iBookstore (iPad). Ad oggi è il titolo Rizzoli più venduto su iPad in tutto il 2012 ed è stato primo nella classifica assoluta di iBookstore per un mese. Molti lettori hanno acquistato sia il libro di carta

sia quello digitale. Il digitale non è solo un’alternativa alla versione a stampa, può essere un complemento per una maggior diffusione complessiva delle opere dei nostri autori.

Non dobbiamo dimenticare il progetto Lia (Libri italiani accessibili), promosso

dall’Associazione italiana editori, al quale rizzoli ha dato il suo appoggio. Di che cosa si tratta?Il digitale può aprire nuove opportunità per favorire la fruizione dei libri da parte di ipovedenti e non vedenti. L’idea – ma anche qui siamo agli inizi di un ambizioso progetto sperimentale – è che partendo dagli ebook, il testo (solo nero) si possa automaticamente trasformare in altre forme digitali: tattili (digital braille) o sonore (text to speech). L’idea è di creare una nuova filiera accessibile: non solo libri ma anche negozi online navigabili a occhi chiusi, nel senso letterale del termine.

«Nel mondo digitale il ruolo dell’editore di qualità dovrà essere ancora più forte», ha detto in una intervista. Perché ritiene che oggi la mediazione dell’editore possa essere ancora più importante che nel passato?Col digitale, le barriere alla

pubblicazione si abbassano. Chiunque può aprire una fantomatica casa editrice e fare l’editore digitale – cosa che già sta accadendo – oppure può auto-pubblicarsi. La facilità di accesso al mercato porterà inevitabilmente a un aumento dell’offerta di ebook. Il digitale, di per sé, non crea nuovi talenti. I talenti rimangono quella categoria rara che gli editori di qualità riescono a scovare e valorizzare al meglio. Negli Stati Uniti, con l’avvento del digitale si è passati da 300mila titoli di editoria tradizionale ai quasi 3milioni di ebook: di qualità non sempre eccelsa.

Col digitale il lettore può restare senza bussola, direi...Sì, il rischio c’è. Scrivere di per sé

è una cosa semplice: chiunque lo può fare. Farsi leggere da tantissimi lettori non lo è. I lettori non hanno tempo da perdere a leggere libri-spazzatura. Per cui il valore della mediazione dell’editore di qualità – e, sottolineo, di qualità – sarà ancora più apprezzato dai lettori. Essere pubblicati da un marchio come Rizzoli è un valore importantissimo oggi ed è destinato a crescere ulteriormente nel tempo, come garanzia di qualità su carta stampata e in digitale.

Copiare il libro digitale a costo zero fa sì che la pirateria sul web goda ottima salute. È possibile che all’editoria digitale possa accadere quel che è successo alla musica?

segue da pag. 1

autori giovani che vogliono autopubblicarsispazzatura. Usa: da 300mila titoli tradizionali ai 3 milioni in digitale

L’ebook, alternativa alla carta stampata. Per Se le barriere della stampa si abbassano, c’è il rischio dei libri

INCHIESTA 2 A COLLOQUIO CON MARCELLO VENA, RESPONSABILE DELLA RIZZOLI

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I LIBrI DEL PEN ArCHITETTUrA & DESIGN a cura di STEFANO BUCCIGino Finizio, Minimo & sostenibile, Skira, pp. 1032, € 50La tesi è dimostrare è che il prossimo futuro di architetture e paesaggi sta nella definizione di un nuovo concetto di minimo, ovvero in una sempre più necessaria riduzione degli eccessi della produzione industriale e dei consumi. Perché uno dei compiti di una buona architettura è quello di saper guardare ben oltre i limiti dell’estetica.

Luca Maccaferri, Sacralità e geometria, Pagliai, pp. 96, € 9Come è cambiata l’idea di proporzione, dai templi dell’Antico Egitto alle cattedrali del nostro rinascimento? Luxor e il Partenone, la cupola di Brunelleschi e il Pantheon, Chartres e Cluny diventano nello studio di Maccaferri tappe, meravigliose di un itinerario di conoscenza, non soltanto architettonica.

Neil MacGregor, La storia del mondo in 100 oggetti, Adelphi, pp. 710, € 49Viaggio, incredibile e affascinante, nella storia del mondo fra stendardi, monete d’orso, rilievi maya, teste d’Augusto e reliquiari vari e che si conclude idealmente con una piccola lampada solare prodotta in Cina nel 2010, dimostrando che modernità e progresso possono nascondersi in un «semplice» oggetto di design.

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Marcello Vena

Sopra. Umberto Lenzi e le copertine di quat-tro suoi ebook: Roma Assassina, Carte in regola, La guerra non è finita e Spiaggia a mano armata. Sotto, la giovane Giulia Otta-viano e tre dei suoi ebook: L’amore quan-do tutto crolla, Coco Chanel e La nostra prima estate

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I LIBrI DEL PEN LETTErATUrA rUSSA a cura di JULIA DOBrOVOLSKAJAMichail Bulgakov, Diavoleide, Voland, pp. 104, € 10Diavoleide fa subito pensare al celebre romanzo Il maestro e Margherita, apparso tre anni dopo, nel 1928. Una sorta di ouverture dello scrittore russo (1891-1944), il quale descrive le vicissitudini di Korotkov, impiegato in una fabbrica di fiammiferi di Mosca, con il suo capo, Mutandoner. Dal reale al grottesco, al surreale il passo è breve.

Osip Mandel’stam, Il rumore del tempo e altri scritti, Adelphi, pp. 208, € 19Prosa di Mandel’stam (1891-1938) brillantemente metaforica come la sua geniale poesia. ricordi dell’infanzia e della fanciullezza vissuti nella Pietroburgo di fine-’800 e degli anni pre-rivoluzionari, densi di futuri sconvolgimenti. La città affascina il giovane e gli procura una sensazione da lui stesso definita «imperialismo infantile».

Vladimir Majakovskij, La nuvola in calzoni. Tetrattico. Einaudi, pp. 110, € 12A far pubblicare il poemetto, nel 1915 per la prima volta, fu Osip Brik a proprie spese in 1050 esemplari. Con lui e con sua moglie Lilja (1891-1978) il poeta aveva stretto amicizia («In luglio, un giorno lietissimo», ricorda). recava la dedica «A te Lilja», che tornerà in tutte le altre sue opere.

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Massimo Bacigalupo (a cura di)Ezra Pound: XXX Cantos Guanda, pp. 382, € 28

Beppe Benvenuto (a cura di)Bulgakov: Vita del signor de Molière, Mursia, pp. 220, € 15

Kegham Jamil Boloyan (a cura di)Il richiamo del sangue Fal Vision, pp. 98, € 10

Luciana CastellinaSiberianaNottetempo, pp. 184, € 13,50

Edgarda Ferri Klimt, le donne l’arte gli amoriTre lune, pp. 224, € 18

Andrea Kerbaker, Alberto Tonti, Let it BeatlesSkira, pp. 94, € 13

Lucio Lami Faccia a faccia Mursia, pp. 256, € 17

Linda MavianDove la città diviene cieloSupernova, pp. 80, € 12

Maria ModestiPreannunci e marineEdizioni dell’Orso, pp. 108, € 14

Gabriele Morelli (a cura di)Huidobro: Poesia y creación Santander, pp. 334, € 20

Moni OvadiaMadre dignitàEinaudi, pp. 120, € 12

Silvia Pozzi (a cura di)Han Han: Verso nordMetropoli d’Asia, pp. 208, € 15

Giandomenico RomanelliGustav Klimt: Giuditta IIMarsilio, pp. 84, € 12,50

Ambra Maria Rizzati ErraticaAlbatros, pp. 74, € 11,50

Michela Vanon AlliataCome pelle di bambù Pendragon, pp. 260, € 14,50

Silvia VenutiLa visione assortaInterlinea, pp. 128, € 14

Libri dei sociNotizie Pen ItaliaQuote associative 2012Molti soci non hanno ancora pagato la quota del 2012. Possono farlo, versando i 65 euro (di cui 15 vanno alla sede centrale di Londra) sul CC postale n. 88341094 intestato a Pen Club italiano Onlus, oppure sul CC bancario presso il Monte dei Paschi di Siena, agenzia di Milano; Iban: IT15R0103001609000000365918. Dall’estero, Bic: PASCITM1MI8.Ricordiamo, inoltre, che tutti i numeri pubblicati della rivista del Pen sono disponibili anche sul sito: http:www.penclub.it/rivista.aspx

Lami: 50 anni di giornalismo Festeggiato a Milano, dalla Mursia, mezzo secolo di giornalismo di Lucio Lami. Giovedì 29 novembre, nella sede della casa editrice, che pub-blica i libri del presidente onorario del Pen (proprio in questi giorni è uscito Umberto II il re di maggio), si ritroveranno amici e colleghi, fra cui Mario Cervi, Milena Gabanelli,

Ettore Mo, Valerio Pellizzari e Beppe Severgnini.

Nuovi sociOrdinari: Bruna Bianco (San Paolo del Brasile), Edgarda Ferri (Milano), Moni Ovadia (Milano), Federico Pergami (Milano), Silvia Pozzi (Milano), Giandomenico Romanelli (Venezia), Fausta Squatri-ti (Milano), Michela Vanon Alliata (Venezia), Giorgio Upiglio (Milano). Pen giovani: Federica De Molli (Varese), Giulia Gitti (Brescia), Roberta Moretti (Lussemburgo).

A Dacia Maraini l’«Angelini» Dacia Maraini, membro del diretti-vo Pen, ha vinto il Premio Angelini 2012. Dal 1987 l’«Angelini» viene annualmente assegnato a uno scrit-tore, saggista o critico. Vincitori delle edizioni precedenti: Alberto Arbasino, Indro Montanelli, Gia-nandrea Gavazzeni, Giovanni Nen-cioni, Gianfranco Ravasi, Benedetta

Craveri, Sergio Romano, Elio Toaff, Carlo Dionisot-ti, Luigi Meneghello, Claudio Magris, Enzo Bettiza, Ettore Mo, Antonio Padoa Schioppa, Enzo Bianchi, Roberto Calasso e Nadia Fusini.

Battiato, assessore a PalermoFranco Battiato, socio del Pen Ita-lia, è il nuovo assessore allo Spet-tacolo della nuova Giunta regionale siciliana. Lo ha nominato il neogo-vernatore Rosario Crocetta. Il can-tante-scrittore, che abita a Milo, paesino alle pendici dell’Etna, si occuperà «di organizzare eventi che mettano in contatto la Sicilia

con il resto del mondo».

Premiati Berra e RizzatiPremio a Laurana Berra, dalla Fondazione Stiftung Kreatives Alter di Zurigo, per il libro Nel bozzolo do-rato. Cerimonia di consegna, alla Kongresshaus il 30 ottobre. Assegnato ad Erratica di Ambra Rizzati il Premio di poesia «Varcasia-Castrovillari».

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