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47 • ACER 2/2007 A ridosso degli argini del fiume Noncello, nell’area Sud della città di Pordenone che si può identificare con la zona golenale, si snodano alcuni viali alberati di Pinus pinea L.. Si tratta di un popolamento coetaneo, realizzato negli anni ’40, composto da 186 esemplari, caratteriz- zati da un’altezza media di 10 m, da una circonferenza media di 110 cm e da una distanza interfilare di 10 m. Buona parte dei soggetti arborei è collo- cata in aiuole continue discretamente ampie, prive di impianto di irrigazione e riempite con terreno di riporto compatto. Le caratte- ristiche dell’impianto non sono certamente adeguate per le esigenze agronomiche della specie che prospera in particolare nei terreni sciolti, sabbiosi e freschi (3) . Il censimento dei viali I viali sono stati oggetto di monitoraggio nel 1996, nel 2003 e nel 2004. Nel 1996 e nel 2003 si è trattato di censimenti del verde pubblico, comprensivi di viali e aree verdi, finalizzati alla redazione di un piano di gestione. Tra gli aspet- ti considerati si è valutato lo stato vegetativo dei singoli esemplari, effettuando, nel caso dei fila- ri di Pinus pinea L. una sola lettura della chio- ma, durante la stagione estiva. Nell’estate del 2004 si è eseguito eccezio- nalmente un altro monitoraggio dello stato vegetativo limitatamente ai filari di Pinus pinea L., al fine di poter descrivere il vistoso e repentino deperimento verificatosi dopo un’intensa grandinata. Le osservazioni effet- tuate in campo per descrivere lo stato delle chiome hanno riguardato: la densità della chioma, il colore degli aghi e la presenza di eventuali disseccamenti. A ogni esemplare è stato attribuito un valore globale in riferimen- to ai criteri di seguito indicati. • Stato ottimale: chioma densa e compatta, esente da clorosi, disseccamenti compresi tra 0% e 10%. • Stato buono: chioma densa anche se non perfettamente compatta, clorosi da as- ARBORICOL TURA L’AGENTE FUNGINO SPHAEROPSIS SAPINEA SU PINUS PINEA I filari di Pinus pinea di Pordenone hanno subìto un forte attacco da parte del fungo Sphaeropsis sapinea dopo una grandinata estiva, che ha favorito la diffusione del patogeno a seguito delle lesioni provocate dai chicchi. Un caso esemplificativo di come evolve la malattia, delle caratteristiche dell’agente eziologico e delle misure d’intervento per il contenimento dell’infezione Testo e foto di Maria Cristina Comisini, Gea - Gestioni ecologiche ambientali, Pordenone, Mauro Zambon, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Servizio fitosanitario regionale, Ufficio periferico di Pordenone Lento declino Foto grande in alto, presenza di picnidi di Sphaeropsis sapinea su strobili di Pinus pinea; foto piccola sopra, uno dei viali infettati dal fungo.

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Articolo riguardante il deperimento di Pinus pinea a Pordenone, anno 2004, causato dal fungo Sphaeropsis sapinea

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  • 47 ACER 2/2007

    A ridosso degli argini del fiumeNoncello, nellarea Sud della citt diPordenone che si pu identificarecon la zona golenale, si snodano alcuni vialialberati di Pinus pinea L.. Si tratta di unpopolamento coetaneo, realizzato negli anni40, composto da 186 esemplari, caratteriz-zati da unaltezza media di 10 m, da unacirconferenza media di 110 cm e da unadistanza interfilare di 10 m.

    Buona parte dei soggetti arborei collo-cata in aiuole continue discretamente ampie,prive di impianto di irrigazione e riempitecon terreno di riporto compatto. Le caratte-ristiche dellimpianto non sono certamente

    adeguate per le esigenze agronomiche dellaspecie che prospera in particolare nei terrenisciolti, sabbiosi e freschi (3).

    Il censimento dei vialiI viali sono stati oggetto di monitoraggio nel

    1996, nel 2003 e nel 2004. Nel 1996 e nel 2003si trattato di censimenti del verde pubblico,comprensivi di viali e aree verdi, finalizzati allaredazione di un piano di gestione. Tra gli aspet-ti considerati si valutato lo stato vegetativo deisingoli esemplari, effettuando, nel caso dei fila-ri di Pinus pinea L. una sola lettura della chio-ma, durante la stagione estiva.

    Nellestate del 2004 si eseguito eccezio-nalmente un altro monitoraggio dello statovegetativo limitatamente ai filari di Pinuspinea L., al fine di poter descrivere il vistosoe repentino deperimento verificatosi dopounintensa grandinata. Le osservazioni effet-tuate in campo per descrivere lo stato dellechiome hanno riguardato: la densit dellachioma, il colore degli aghi e la presenza dieventuali disseccamenti. A ogni esemplare stato attribuito un valore globale in riferimen-to ai criteri di seguito indicati. Stato ottimale: chioma densa e compatta,

    esente da clorosi, disseccamenti compresitra 0% e 10%.

    Stato buono: chioma densa anche se nonperfettamente compatta, clorosi da as-

    ARBORICOLTURA LAGENTE FUNGINO SPHAEROPSIS SAPINEA SU PINUS PINEA

    I filari di Pinus pinea di Pordenone hanno subto un forte attacco da parte del fungo Sphaeropsis sapineadopo una grandinata estiva, che ha favorito la diffusione del patogeno a seguito dellelesioni provocate dai chicchi.Un caso esemplificativo di come evolve la malattia, delle caratteristiche dellagenteeziologico e delle misuredintervento per il contenimentodellinfezione

    Testo e foto di Maria Cristina Comisini,Gea - Gestioni ecologiche ambientali,Pordenone, Mauro Zambon, RegioneAutonoma Friuli Venezia Giulia, Serviziofitosanitario regionale, Ufficio periferico di Pordenone

    Lento declino

    Foto grande in alto, presenza di picnididi Sphaeropsis sapinea su strobili di Pinus pinea; foto piccola sopra,uno dei viali infettati dal fungo.

  • sente a modesta, disseccamenti compresitra 10% e 25%.

    Stato mediocre: chioma mediamente densa,ma con zone diradate, clorosi pronunciata,disseccamenti compresi tra 25% e 50%.

    Stato precario: chioma rada, clorosi mani-festa, marcati disseccamenti compresi tra50% e 75%.

    Stato pessimo: disseccamento completo oquasi, compreso tra 75% e 100%.

    Levento atmosferico Nella serata del 19 giugno 2004, unampia

    fascia della pianura pordenonese stata inve-stita da una forte grandinata. Nellarco di diecigiorni si notato un vistoso deperimento deipini, consistente in un veloce disseccamentodegli aghi e degli apici dei germogli, con ilconseguente arrossamento di ampie porzionidelle chiome. In sede di sopralluogo sono stateeffettuate alcune sezioni trasversali di ramettiseccaginosi e si potuto notare lazzurramen-to del legno, alterazione causata molto spessoda funghi cromogeni (1).

    Sono quindi stati prelevati campioni di

    rametti parzialmente disseccati, aghi e strobilial fine di identificare lagente eziologico.

    La diagnosi e lagente eziologico

    Dal materiale campionato, dopo incubazio-ne in camera umida, si potuto osservare chei conidi, liberati dai picnidi nerastri erompentidallepidermide degli aghi e dalle scaglie deglistrobili, risultavano per forma, colore e dimen-sioni caratteristici del genere Sphaeropsis Sacc.

    Essi, infatti, erano di colore bruno, di formaellittica allungata, di dimensioni variabili,comprese tra 30-46 x 10-18 m, perlopiunicellulari. Sono inoltre stati osservati coni-di bicellulari, con evidente setto trasversale.Questultima caratteristica differenzia Sphae-ropsis sapinea (Fr.) Dyco et Sutton da altrespecie congeneri e in passato fu alla basedellattribuzione del sinonimo Diplodia pinea(Desm.) Kickx (4).

    Parallelamente, lisolamento in vitro parten-do da legno azzurrato ha permesso lo svilup-po di un micelio che per caratteri biometrici risultato ascrivibile a Sphaeropsis sapinea

    (Fr.) Dyco et Sutton (5). Questa specie fungina riconosciuta come patogeno di debolezza didiverse conifere e pu essere presente in faseasintomatica, quindi latente, in piante apparen-temente sane; pu invece manifestarsi vistosa-mente e rapidamente su piante in stato di depe-rimento, in presenza di inoculo e a seguito dieventi scatenanti (2).

    Lindagine e i risultatiI dati raccolti evidenziano che in nessun

    rilievo compaiono esemplari in stato ottimalee che le condizioni vegetative peggioranomoderatamente dal 1996 al 2003 per preci-pitare nel 2004. La percentuale dei pini instato buono diminuisce dal 1996 al 2003dell8,2%, mentre le percentuali dello statomediocre e precario aumentano rispettiva-mente del 6,9% e dell1,3%.

    Tra i fattori che possono aver contribuito al

    ARBORICOLTURA

    Da sinistra a destra, conidi unicellularidel fungo al microscopio ottico;azzurramento del legno, presenzadiffusa di picnidi sugli aghi.

    VALUTAZIONE DELLO STATO VEGETATIVO DEI PINUS PINEA IN FUNZIONE DELLA CONDIZIONE DI SALUTE DELLE CHIOME

    Ottimale Buono Mediocre Precario Pessimo

    ACER 2/2007 48

    Stato vegetativo

  • 49 ACER 2/2007

    Per queste ragioni si ritiene opportuno provve-dere al rinnovo delle alberate, utilizzandospecie che si adattino maggiormente al conte-sto del parco fluviale e realizzando i nuovi fila-ri secondo criteri mirati alla prevenzione dellesituazioni di stress, fattore che predispone lepiante a un inesorabile deperimento (2).

    Bibliografia1) ANSELMI A., GOVI G., 1996. Patologia del

    legno. Edagricole, Bologna, 77: 85-89. 2) FECI E., 2004. Indagini su aspetti eziolo-

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    4) GOIDANICH G.,1990. Manuale di patolo-gia vegetale. Edagricole, Bologna, pp.938-941.

    5) PALMER M., Stewart E., WINGFIELD M.,1987. Variation among isolates ofSphaeropsis sapinea in the North Cen-tral United States. Phytopathology77:944-948.

    AbstractSlow decline

    Rows of Pinus pinea in Pordenone,already severely tested, were subject to aheavy attack by the Sphaeropsis sapineafungus after a summer hailstorm whichencouraged this pathogen to spread as aresult of the damage caused by the hailstones. The article describes an example ofhow the disease develops, the features of theaetiological agent and the actions to limit theinfection. A full analysis of the fungusrounds off the description.

    ARBORICOLTURA

    0,0 %

    Secco

    Precario

    38,3%

    0,6

    0,5

    0,4

    0,3

    0,2

    0,1

    0Ottimale Buono Mediocre Precario Pessimo

    199620032004

    STATO VEGETATIVO NEL 1996

    EVOLUZIONE DELLO STATO VEGETATIVO DEI PINUS PINEA ESAMINATI

    39,3%

    22,4%

    Discreto

    Buono

    0,0 %

    Secco

    Precario

    30,1%

    STATO VEGETATIVO NEL 2003

    46,2%

    23,7%

    Discreto

    Buono

    1,1 %

    Secco

    Precario

    42,9%

    STATO VEGETATIVO NEL 2004

    48,9%

    7,1%

    Discreto

    Buono

    discreto peggioramento delle condizioni vege-tative del popolamento in sette anni si possonomenzionare: le condizioni stazionali inadegua-te per le esigenze agronomiche della specie elalluvione dellautunno 2001 che ha interes-sato la zona golenale. La mancanza di impian-to di irrigazione ha predisposto i filari allo stressidrico e il terreno compatto ha favorito condi-zioni di asfissia radicale. Lalluvione delnovembre 2001 ha aggravato questultime,visto che parte del fusto e le radici sono statisommersi per quattro giorni.

    Dal 2003 al 2004 si riscontrato un consi-stente peggioramento dello stato vegetativo. Lapercentuale degli individui in stato mediocre aumentata in un anno del 25,2% e compareanche la classe dello stato pessimo, anche serappresentata solo da due esemplari.

    I fattori predisponenti al repentino e vistosopeggioramento sono stati: lestate particolar-mente calda e siccitosa del 2003, che ha aggra-vato le condizioni di stress idrico dei filari, elabbondanza dinoculo dellagente funginoSphaeropsis sapinea (Fr.) Dyco et Sutton che,favorito dal preesistente stato di sofferenza

    generale delle alberature e dalle lesioni provo-cate dalla grandine nei tessuti corticali dei ramie degli apici vegetativi, ha manifestato unim-provvisa aggressivit.

    Gli interventi possibiliI dati raccolti nei tre monitoraggi hanno

    permesso di formulare alcuni possibili inter-venti per contrastare il progredire dellinfezio-ne. Innanzitutto si possono applicare praticheagronomiche finalizzate al contenimento dellaquantit di inoculo mediante leliminazionedelle piante in stato pessimo o in stato precarioe la rimonda del secco di soggetti in condizio-ni discrete (2). Siccome le fruttificazioni delfungo sono presenti sugli aghi e sulle scagliedegli strobili, la pulizia al suolo unaltra opera-zione utile e praticabile nei viali urbani per ilcontenimento dellinfezione.

    I dati raccolti nellultimo censimento, tutta-via, evidenziano che il 92,9% non in buonecondizioni e che pertanto i filari di Pinus pineaL. non sono pi in grado di assolvere allafunzione estetica e di arredo urbano, esigenzadi primaria importanza per il verde pubblico.

    Stato vegetativo

  • ACER 2/2007 50

    LLAAPPPPRROOFFOONNDDIIMMEENNTTOO

    SSpphhaaeerrooppssiiss ssaappiinneeaa:: patogenocosmopolita di successo

    Tra le malattie che colpiscono gli al-beri, recentemente hanno assuntorilevanza quelle nella cui eziologia sonocoinvolti patogeni definiti secondari o didebolezza oppure ancora opportuni-sti. Sempre pi spesso si assiste allin-sorgenza di fenomeni gravi di deperi-mento in cui detti patogeni contribuisco-no attivamente ad accelerare il declinovegetativo delle piante rendendone irre-versibile il decorso. La crescente diffu-sione di questi fenomeni motivo dipreoccupazione anche perch sussisto-no difficolt nel definire e applicare mi-sure di prevenzione efficaci.Tra i patogeni opportunisti si annovera ilfungo Deuteromicete Sphaeropsis sapi-nea Dyko & Sutton in Sutton, che da mol-ti anni causa danni sulle conifere di tutti ecinque i continenti. Il fungo ampiamentepresente anche in Italia.

    Caratteristiche macro e microscopiche del fungoS. sapinea appartiene alla divisioneDeuteromycota, classe Coelomycetes,ordine Sphaeropsidales, famigliaSphaeropsidaceae. La classe Coelomy-cetes comprende tutti quei funghi im-perfetti in cui i conidi iniziano la loro for-mazione entro cavit di tipo stromatico,nei tessuti dellospite.Sphaeropsis un genere ricco di specie(circa 200) moltissime delle quali vivonosaprofiticamente (4). Il fungo ha, da oltre150 anni, acquisito 23 sinonimi (12, 11) trai quali il pi ricorrente stato Diplodiapinea (Desm.) Kickx., binomio utilizzatofino al 1980, quando venne proposta daSutton (10) la nuova denominazione at-tualmente in uso (5).Sphaeropsis fruttifica facilmente su tuttigli organi dellospite colpiti (radici, fusti,foglie e strobili). Pu svilupparsi e fruttifi-care anche su organi morti e caduti a ter-ra (strobili, foglie, rametti). I picnidi di S.sapinea, di colore variabile dal grigio-bru-

    nastro al nerastro, hanno forma ovoidale opseudo-sferica, possono essere isolati ogregari, dapprima sottoepidermici e poierompenti. I picnidi contengono un nume-ro elevato di conidi scuri, oblunghi o clava-ti, con lapice arrotondato e la base tronca,misuranti 30-45 m di lunghezza e 10-17m di larghezza, in genere unicellulari, ra-ramente bicellulari (9, 10, 8).I conidi bicellulari possono essere consi-derati come uno stadio di sviluppo delleforme morfologicamente mature e sonopi o meno numerosi in rapporto al tipo dimatrice: talvolta la loro percentuale supe-ra il 50% giustificando cos la denomina-zione Diplodia pinea (4, 8).

    Caratteristiche morfologicheed ecologiche del fungoPer quanto attiene le caratteristiche di S.sapinea osservate, sono stati distinti quat-tro morfotipi, indicati con le lettere A, B, Ce I, sulla base dellaspetto delle colonie edelle dimensioni dei conidi (5).Palmer et al. (6) hanno distinto isolati ot-tenuti da varie specie di Pinus e origina-ri del Nord America, in due morfotipi: gliisolati con morfotipo A crescevano pirapidamente di quelli con morfotipo B eproducevano abbondante micelio aereodi colore variabile tra bianco e grigio-verde. Il micelio prodotto dagli isolaticon morfotipo B risultava di colore grigioscuro e fortemente appressato alla su-perficie del substrato.Nel 1997 Smith e Stanosz hanno dimo-strato la persistenza del fungo sulla su-perficie esterna e nei tessuti interni di Pi-nus resinosa. In seguito a queste indagi-ni stata riconsiderata la natura delleinterazioni ospite-patogeno ed statodato rilievo alla possibilit che S. sapi-nea persista come endofita allinternodellospite senza causare sintomi evi-denti, ma si comporti anche da patoge-no in ospiti che vegetano in condizioni distress (Smith e Stanosz in Mannoni (5)).

    TABELLA 1 - SPECIE SULLE QUALI STATA SEGNALATA LA PRESENZA DI S. SAPINEA

    Abies concolor LindleyAbies procera RehderAraucaria cunninghamii Aiton ex D. DonChamaecyparis lawsoniana ParlatoreCedrus deodara G. Don f.Cupressus sempervirens L.Cupressus macrocarpa HartwegCupressus lusitanica MillerCupressus arizonica GreeneJuniperus spp. L.Larix decidua MillerPicea abies KarstensPicea glauca (Moench) VossPicea mariana MillerPinus banksiana Lamb.Pinus canariensis SweetPinus caribaea MoreletPinus coulteri D. DonPinus elliotii Engelm. et VaseyPinus halepensis MillerPinus heldreichii ChristPinus kesiya Royle ex GordPinus nigra ArnoldPinus monticola DouglasPinus mugho TurraPinus palustris MillerPinus patula Schlect. et Cham.Pinus pinaster AitonPinus pinea L.Pinus ponderosa DouglasPinus radiata D. DonPinus resinosa AitonPinus strobus L.Pinus sylvestris L.Pinus taeda L.Pinus thunbergianaPinus jeffreyi Grev. et Balf.Pseudotsuga menziesii FrancoPseudotsuga taxifolia BrittonThuja occidentalis L.Thuja orientalis L.

    TABELLA 2 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI PRODOTTI IMPIEGATI NELLA SPERIMENTAZIONE

    Principio attivo Classe di appartenenza Nome commerciale Percentuale Tipo di azionedel formulato di p.a. nel formulato (%)

    Iprodione Dicarbossimidico Rovral 50 Contatto

    Thiram Alchilditiocarbammato Pomarsol 81 Contatto

    Pyrimethanil Anilopirimidina Scala 37,4 Citotropica

    Azoxystrobin Strobilurina Quadris 22,9 Sistemica

    Propiconazole Inibitore della biosintesi degli steroli (IBS) Tilt 10 EC 10 Sistemica

    Carbendazim Benzimidazolo Policritt 50 Sistemica

    ARBORICOLTURA

  • 51 ACER 2/2007

    Ospiti del fungoS. sapinea una specie cosmopolita, se-gnalata in tutti e cinque i continenti neidue emisferi tra le latitudini 30 e 50 (1, 12),capace di arrecare danni a un numero ri-levante di conifere (tabella 1).Le specie pi frequenti sono Pinus nigraArnold, P. sylvestris L., P. resinosa, P.banksiana, P. ponderosa Dougl. e P. ra-diata D. Don. In Italia negli ultimi anni S.sapinea ha particolarmente infierito, inpianura soprattutto nei parchi urbani, suPinus nigricans ssp. austriaca (5).

    SintomiI sintomi della malattia sono molto tipici:curvatura, arrossamento e morte dellaporzione terminale dei getti. comun-que losservazione delle fruttificazionipicnidiche sui getti o sugli strobili, lele-mento fondamentale per una sicura einequivocabile diagnosi. Ripetute infe-zioni riducono lo sviluppo, deformano lapianta e talvolta la uccidono.Il disseccamento dei getti dellanno ilsintomo pi frequente. Linfezione deigermogli inizia precocemente, primadella fuoriuscita completa degli aghi. Ilgermoglio infettato geme resina e dis-secca gli aghi infettati che rimangonopi corti. Il getto risulta nanificato e puapparire ripiegato e contorto (8).S. sapinea colonizza abbondantementeanche le scaglie degli strobili di due annidi et. Linfezione degli strobili non inte-ressa direttamente la salute della pian-ta, ma una fase molto importante delciclo della malattia: gli strobili giocanoun ruolo importante come sorgente diinoculo, perch liberano i conidi chediffonderanno la malattia in altre partidella pianta o nelle piante vicine.Sul tronco e sui rami di pi di un anno diet S. sapinea provoca necrosi pi o me-no importanti che possono cerchiare lor-gano attaccato fino a comportarne il dis-seccamento completo. A questo livello, itessuti della corteccia diventano da brunia violetto intenso formando una macchiadapprima umida poi secca che assumeallora una colorazione pi scura.S. sapinea pu anche comportarsi dasaprofita causando lazzurramento del-lalburno del legname.

    Aspetti biologici ed epidemiologiciI conidi del fungo sono disseminati permezzo dellacqua e del vento durantetutta la stagione vegetativa, da marzo aottobre, con un periodo ottimale da apri-le a giugno durante la crescita dei getti(6, 8, 2)

    . I picchi di disseminazione corri-spondono sempre ai periodi piovosi, so-prattutto quando le piogge sono con-centrate nel periodo caldo (13).S. sapinea considerato un fungo di de-bolezza legato a condizioni di stress idri-co e di deperimento degli ospiti nonch a

    Rametto di pinonero dAustria:disseccamentodei gettidellanno.Gli aghiarrossati sonopi corti diquelli verdi.

    Strobilo di pinonero dAustria:sulle scagliesono evidenti i picnidi di S. sapineache appaionocome piccolipunti.

    sfavorevoli condizioni edafiche o climati-che, eccessiva densit dimpianto, pre-cedenti attacchi parassitari. Linfezione ingenere pu realizzarsi in modo naturale,cos come attraverso i tessuti vivi in se-guito a ferite, a danni da grandine, dagelo e da insetti (9, 7, 2).

    LottaLa lotta a S. sapinea piuttosto difficile,poich il fungo pu sopravvivere permolti anni negli aghi, nei getti e neglistrobili che rimangono sullalbero, coscome a terra. Tentativi di profilassi e curapossono essere messi in atto per la dife-sa dei vivai e del verde urbano (2), sia at-traverso misure di lotta colturale, sia me-diante la lotta chimica. Lotta colturale. Nei vivai bene evitarelimpiego di semi provenienti da zone in-fette. Sono preferibili sesti dimpianto lar-ghi per un buon arieggiamento e uno svi-luppo adeguato delle chiome (3). benedistruggere tutte le piantine malate. Supiante ornamentali bene intervenire conpotature del secco finalizzate ad abbatte-re la pressione dinoculo del patogeno, ri-ducendo cos il rischio di nuove infezioninella primavera successiva e migliorandoanche le condizioni microclimatiche dellachioma con un migliore arieggiamento. Siconsiglia di disinfettare le attrezzature perla potatura, almeno tra una pianta e laltra,con etanolo 60%. Lotta chimica. S. sapinea su pino neropu essere limitata con due applicazionia poca distanza luna dallaltra di poltigliabordolese. Le applicazioni del fungicida,efficaci nel prevenire le infezioni dei ger-mogli, non sono per efficaci nei con-fronti dellinfezione degli strobili del se-condo anno (7).Lefficacia di benomyl nella lotta chimicacontro S. sapinea stata in passato lar-gamente studiata. Luso del benomyl vietato in ambiente urbano ai sensi dellalegislazione vigente che proibisce lim-piego, in tale contesto, dei fitofarmaciappartenenti alle vecchie prima e secon-da classe tossicologica (2).Molto eff icace r isultato essere i lthiophanato di metile, con inizio delleapplicazioni dopo la prima pioggia pri-maverile infettante. Questo principio atti-vo non vietato, anche registrato perluso sul verde urbano ma non ha regi-strazione specifica per uso su pino econtro la S. sapinea.Prove dinibizione dellaccrescimento mi-celiare e della germinazione dei conidi invitro su substrati avvelenati, sono statecondotte presso i laboratori di Patologiavegetale dellUniversit di Torino, utiliz-zando i principi attivi riportati in tabella 2,a diverse concentrazioni (da 100 a25.000 ppm). Iprodione, carbendazim epropiconazole hanno indotto un accresci-mento miceliare significativamente infe-riore rispetto ai controlli, a tutte le con-

    centrazioni. Carbendazim e propiconazo-le sono i principi attivi che hanno mag-giormente inibito laccrescimento del fun-go; linibizione attuata da carbendazim maggiore alle concentrazioni di 1 e 10mg/l. I sei fungicidi hanno inibito la germi-nazione dei conidi in modo significativo ri-spetto ai controlli.

    Giovanni NicolottiUniversit di Torino - DI.VA.P.R.A. -

    Patologia vegetale

    Bibliografia1) BOLAY A., 1991. Un important dpris-

    sement des Pins caus par le champi-gnon Sphaeropsis sapinea. Stationfdrale de recherches agronomiquesde Changins. Bulletin dinformationphytosanitaire n. 6.

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    4) GOIDANICH G., 1978. Manuale di pato-logia vegetale. Edizioni Agricole, Bo-logna.

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    ARBORICOLTURA

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