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re port ACP NR. 02 2018 parole chiare. azioni forti. Desideri conoscere meglio il lavoro di ACP? Contattaci: verremo volen- tieri a presentare il nostro impegno missionario anche nella tua chiesa. Per informazioni: Tel. +39 011 297 58 08 I [email protected] SIRIA Sopra una mina anticarro ITALIA La sfida della missione PAKISTAN Una vita nel mirino INDIA Come ai tempi degli Atti

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reportACPNR.02 2018

parole chiare.azioni forti.

Desideri conoscere meglio il lavoro di ACP? Contattaci: verremo volen-tieri a presentare il nostro impegno missionario anche nella tua chiesa.Per informazioni: Tel. +39 011 297 58 08 I [email protected]

SIRIA Sopra una mina anticarroITALIA La sfida della missionePAKISTAN Una vita nel mirinoINDIA Come ai tempi degli Atti

2 Editoriale

3 SiriaSopra una mina anticarro

4 SiriaMorte di un combattente

5 ItaliaLa sfida della missione

6 PakistanUn vita nel mirino

8 ArmeniaUn centro per raggiungere gli islamici

9 IranTra oppressione e risveglio

10 IndiaCome al tempo degli Atti

12 ItaliaSuccesso per Azione Pacchetto Regalo

13 ACP - valori e obiettiviChi siamo, che cosa facciamo

14 ACP - novitàDove operiamo, come aiutarci

15 Le nostre iniziativeIncontri, viaggi, attività

16 ItaliaPrimo convegno nazionale di ACP

Indice Editoriale

In copertinaIn India aumentano le vessazioni contro i cristiani da parte degli estremisti indù

Care lettrici, cari lettori, “Abbiamo pregato di poter sperimentare la stessa azione divina che si viveva ai tempi degli apostoli e siamo consapevoli che la persecuzione ne fa parte a pieno titolo”: sono le significative parole di un pastore che opera in India.

Il nuovo numero di ACP Report parte da questa con-siderazione, la cui profondità ci fa riflettere sul modo in cui vediamo la nostra chiamata: se pensiamo che predicare il vangelo rappresenti un percorso senza ostacoli, siamo fuori strada. Certo, diffondere il mes-saggio di speranza annunciato da Gesù Cristo è una benedizione per noi e per chi lo riceve, ma dobbiamo essere consapevoli del costo che può avere. L’avver-sario non si dimentica di noi, e farà tutto il possibile per fermare chiunque provi a predicare la Buona Notizia.

I nostri fratelli questo lo sanno molto bene, e ce lo te-stimoniano con la loro esperienza: in questo numero incontreremo idealmente i missionari che rischiano la vita per il loro impegno umanitario tra Siria e Iraq, il dramma di chi è stato trucidato per aver accettato il vangelo, i rischi corsi da chi predica in Pakistan (ma, nonostante questo, non si ferma), la sfida dei nostri collaboratori in Armenia, la pressione delle autorità su chi diffonde messaggio cristiano in Iran, i processi pilotati nei confronti di chi parla di Gesù in India.

Sono solo alcuni dei Paesi del mondo in cui la pres-sione sui cristiani sta aumentando. La persecuzione però ha anche un effetto positivo, come spiega un pa-store cinese: «La crescita spirituale più significativa si è verificata quando la persecuzione era più forte».

Vi ringraziamo perché siete accanto a noi nel soste-gno ai cristiani perseguitati collaborando alla cresci-ta del regno di Dio.

Giovanni Tagliaferri, Consiglio direttivo ACP Onlus

2 ACPREPORT

EDITORIALE

Sopra una mina anticarro

Il medico, la ginecologa, le due infermiere, il tecnico sono in viaggio verso sud, sulla strada che collega Kobane a Raqqa, ex capitale dell’Isis. I guerriglieri del califfato sono stati messi in fuga ma non si sono rassegnati e sono frequenti le loro incursioni contro chi viaggia sulla strada tra le due località. Il minibus con il personale medico di ACP viaggia in colonna con la cli-nica mobile, tenendosi per motivi di sicurezza ad alcune centinaia di metri dal veicolo. I due mezzi mantengono la maggiore velocità possibile, strada permettendo.

L’esplosione Davanti al minibus si avverte un boa-to. L’onda d’urto dell’esplosione manda in frantumi i finestrini. I mezzi si fermano; i collaboratori si agitano, vorrebbero uscire dal mezzo, ma in quel momento sen-tono arrivare un elicottero e le voci di soldati americani spuntati dal nulla intimano di non spo-starsi: “Rimanete calmi! Non vi muovete! Il vostro mezzo si trova su una mina anti-carro!” Nel giro di pochi minuti interviene un robot che disinnesca l‘esplosivo.

Il miracolo Poco dopo la dinamica dell‘e-pisodio diventa chiara: un comando dell’I-sis aveva posizionato sulla strada sei mine anticarro con l‘intenzione di far saltare in aria la clinica mobile. Gli ordigni erano stati preparati per esplodere in due tempi: un primo innesco, di portata minore, doveva attivare la carica principale. Grazie alla velocità man-tenuta dalla clinica mobile il primo innesco è esploso

Heidi Henschel Collaboratrice onoraria di ACP Hellas

A Kobane il 17 gennaio 2018 è un giorno come un altro. Come ogni mattina l’autista del minibus di ACP passa a prendere il personale medico per intraprende­re un nuovo viaggio. Nessuno immagina ciò che sta per succedere

in ritardo e, inspiegabilmente, la seconda carica non è deflagrata. Il minibus, che seguiva la clinica mobile, si è fermato proprio sulla mina inesplosa, che rischiava di attivarsi se solo il mezzo si fosse mosso prima del

disinnesco. «L’esplosione avrebbe polverizzato tutto», spiega uno dei militari americani intervenuti in soc-corso del nostro staff.

Il grande sospiro di sollievo sfocia in un grido di lode e di ringraziamento a Dio da parte dei nostri opera-tori per come li ha protetti. Se Dio non fosse inter-venuto sventando il piano dei terroristi, il personale medico di ACP sarebbe stato sterminato e la clinica

mobile sarebbe stata distrutta.

Superato lo shock, il viaggio riprende: a Raqqa i pazienti stanno già aspettando. Oltre ai medicinali li raggiungerà la notizia di un vero miracolo.

«Rimanete calmi! Non vi muovete! Il veicolo è su una mina anticarro!»

Il personale medico di ACP ha rischiato di perdere la vita in seguito a un’azione dell’Isis

3ACPREPORT

SIRIA

Morte di un combattente

«Abbiamo conosciuto Amir nei campi profughi vicino al confine siriano», spiega il nostro referente in Siria. «Allora era un combattente, comunista convinto, pie-no di amarezza verso se stesso, gli altri e soprattutto verso la religione e Dio, a cui attribuiva la colpa di ogni problema».

Finalmente libero Tutto è cominciato a cambiare quando ha visto dei miracoli al campo profughi e quando lui stesso ne ha sperimentato uno. Era tormentato da forti mal di testa e così è arrivato al container di ACP chiedendo delle pastiglie per l’emicrania. Il nostro Halim* gli ha chiesto: “Posso pregare per te?” Amir ha risposto: “Io non cre-do a Dio e alla religione!” Halim non si è lasciato scoraggiare e ha chiesto di nuovo: “Posso pregare per te?” Amir ha acconsentito, anche se solo per ri-spetto. Dopo la preghiera si sono fermati a parlare, e a un certo punto Amir si è accorto di non avere più mal di testa. Da allora non ha più avuto questo genere di disturbi.

Dopo questo fatto il suo approccio è cambiato, e poco tempo dopo ha dato la sua vita a Cristo. Lo zelo e la passione che in passato aveva esercitato nel servi-zio militare da quel momento li ha messi al servizio del vangelo, difendendo la sua fede davanti ai suoi vecchi amici comunisti. In tutta Kobane e nel territo-rio circostante si parla di lui come del “difensore dei cristiani”. «Amir è stato con noi nei posti più perico-losi per aiutare le persone in difficoltà. Era sempre in prima linea al servizio degli altri».

Un dramma improvviso Amir vive una nuova vita, ma il dolore lo accompagna: poco tempo dopo suo figlio di due anni muore a seguito di un’esplosione. La madre è rimasta talmente sconvolta dal fatto che ha preso i vestiti del bambino e li ha portati nel deserto per piangerci sopra. I credenti della giovane chiesa di Kobane l’hanno consolata e hanno pregato per lei per lunghi mesi, fino alla sua guarigione interiore.

Heidi Henschel Collaboratrice onoraria di ACP Hellas

Amir*, dopo la conversione, è stato insieme

ad ACP nei posti più pericolosi per portare

aiuto alle persone colpite dalla guerra civile.

Con la sua scomparsa abbiamo perso un

caro fratello e un valido collaboratore

Nel giro di pochi mesi la donna ha vissuto un altro dramma: un gruppo di sconosciuti ha rapito e tortu-rato suo marito, finendolo poi con un colpo alla testa. Si scoprirà poi che l’assassino è stato suo cugino: con il suo allontanamento dall’islam, Amir aveva macchiato l’onore della sua famiglia e per questo doveva essere punito.

«Vi chiediamo di pregare per la moglie di Amir e per i suoi quattro figli», conclude il nostro referente. «Pre-gate anche per la chiesa, che possa essere forte in questi momenti. Amir è il terzo martire della giovane chiesa di Kobane e non sappiamo quanti ancora ne seguiranno. In questo momento di sofferenza ci resta una duplice consolazione: sappiamo dove si trova ora Amir. E sappiamo che il sangue dei martiri è il seme della chiesa».

Amir ha difeso la sua fede davanti ai suoi ex commilitoni, diventando noto nella zona di Koba­ne e in tutta la regione come “il difensore dei cristiani”.

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4 ACPREPORT

SIRIA

Sono ormai alcuni anni che GIM lavora tra i profughi. Arrivano in Sicilia da più di 50 Paesi e la maggior parte di loro sono migranti economici: persone che non fuggono da guerre o situazioni di grave pericolo per la propria vita, bensì da una povertà estrema alla ricerca un futuro migliore. Nonostante il nostro Paese continui ad accoglierli, non è in grado di offrire una sistemazio-ne stabile e un lavoro a tutti. Negli ultimi mesi gli sbar-chi sono diminuiti, ma gli arrivi sono ancora cospicui e sono tanti coloro che perdono la vita nella traversata: la nostra preghiera è che le autorità possano interve-nire e trovare una soluzione adeguata a questa penosa realtà. In Italia arrivano soprattutto uomini - sono il 75-80% del totale - e tra questi è presente una consi-derevole percentuale di minori non accompagnati. Gli sbarchi più frequenti sono in Sicilia, ma si registrano arrivi anche in Calabria, Sardegna, Puglia e Campania.

Visite regolari I nostri missionari visitano regolarmen-te alcuni centri di accoglienza a Mineo, Caltanissetta e nel catanese, occupandosi sia delle strutture dedicate ai minori, sia dei centri dove sono ac-colti gli adulti. Nelle città è frequente trovare anche altri luoghi in cui i profughi vivono ac-campati in rifugi di fortuna perché non hanno avuto la possibilità di trovare accoglienza nelle strutture ufficiali. GiM si occupa di visitare an-che queste persone fornendo, a seconda delle necessità, cibo, vestiario, scarpe. Ovviamente dietro a questi aiuti pratici c’è il desiderio di condividere la fede in Gesù e vedere sempre più persone affidare la propria vita a Dio, il solo che può dare uno scopo all’esistenza umana e sa indicare la strada da seguire anche nelle situazioni più difficili.

Sostegno concreto ai bisognosi Oltre l’impegno costante con i profughi, i missionari - che hanno la loro base a Piedimonte Etneo - continuano a sostenere e as-sistere una sessantina di famiglie disagiate attraverso la distribuzione di cibo che viene fornito dall’Associazione Banco alimentare e di vestiario che proviene da vari Pa-esi. Si tratta di una grande benedizione per loro, nono-stante richieda da parte nostra un notevole impegno sia dal punto di vista amministrativo che burocratico. Molte donazioni di vestiario e scarpe arrivano dalla Svizzera e dalla Germania, oltre che dall’Italia, inviate da persone che desiderano adoperarsi, seppure a distanza, in que-sto servizio. Non mancano incontri settimanali regolari di studio della Bibbia e di lode a Dio, ai quali aderiscono tante persone con il desiderio di ascoltare il messaggio del vangelo e di crescere nel Signore.

Un importante aiuto al lavoro di GiM in Sicilia provie-ne dal gruppo “Giovani senza frontiere” di Catania: i ragazzi coinvolti svolgono un servizio molto importante perché, oltre all’evangelizzazione nelle strade, visitano regolarmente gli ammalati negli ospedali, portano cibo ai senzatetto e aiutano le ragazze madri.

Alla ricerca di volontari Le porte aperte al vange-lo sono molte in Sicilia, e il Signore sta benedicendo grandemente l’opera di GiM, anche grazie alle dona-zioni e al sostegno di ACP, che permette di lavorare sul territorio in modo più efficace. Ciò che preme di più in questo momento, per proseguire il servizio, è l’inter-vento di nuovi volontari disposti a darci una mano ad aiutare le persone bisognose. Chi sente questo deside-rio non esiti a contattarci, il lavoro da fare è molto.

Enos Nolli GiM Italia

La sfida della missione

Sono ormai alcuni anni che ACP colla­bora con la sede siciliana di Gioventù in Missione per portare sollievo ai bisognosi e ai rifugiati. Un impegno che vogliamo rilanciare anche con il tuo aiuto

Distribuzione di generi alimentari e di vestiario, visite alle famiglie disagiate e ai rifugiati: il lavoro di GiM in Sicilia è ampio e diversificato

5ACPREPORT

ITALIA

Davanti a me è seduto il pastore H. Il contesto sociale in cui opera è pervaso dall’odio religioso. Due dei suoi collaboratori più stretti sono già stati uccisi, ep-pure il pastore trasmette un senso di tranquillità.

Come è iniziato il tuo lavoro?Nel 1987 Dio mi ha aperto una porta per frequentare una scuola biblica in Inghilterra. Dopo due anni avevo la forte sensazione che Dio mi stesse dicendo: “Tor-na in Pakistan e fonda una chiesa”. Quindi sono anda-to. Mia moglie è stata la prima che riuscii a portare a Cristo e a battezzare. Abbiamo evangelizzato porta a porta e abbiamo iniziato ben presto uno studio biblico in casa. Le tre colonne del nostro servizio sono state l’evangelizzazione, lo studio biblico e l’opera dello Spirito Santo.

Come avete continuato?È stata una continua evoluzione. Oggi abbiamo undici chiese nella mia città di provenienza e altre sedici nella provincia nordoccidentale, curate da 21 pastori. Una crescita che va al di là delle numerose sfide.

Intervist a Friedhelm Ernst Direttore per gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo e nelle catastrofi

A tu per tu con uno dei pionieri della testimonianza cristiana in Pakistan: una vita tra chiese che nascono, ostilità sociale e minacce di morte

Come individuate i nuovi pastori?La formazione è stata sempre fondamentale per me. Mentre evangelizzavo o tenevo studi biblici avevo sempre con me alcuni giovani, come Gesù con i suoi discepoli. Questi collaboratori erano ormai di casa per me e la mia famiglia. Oggi abbiamo una scuola biblica strutturata, frequentata ogni anno da venti studenti.

Con quali sfide vi dovete confrontare?Il Pakistan è uno Stato islamico. Da una parte le autorità garantiscono la libertà religiosa, e abbia-mo la possibilità di fondare chiese e predicare il vangelo. In televisione sono presenti canali cristiani che trasmettono 24 ore su 24. Dall’altro lato vivia-mo discriminazioni nella società e dobbiamo subire minacce concrete.

Per esempio?Il massacro nel quartiere cristiano di Lahore e l’at-tentato terroristico in una chiesa a Peshawar con 80 vittime sono stati segnali molto chiari. Anche davanti al nostro locale di culto, negli anni passati, sono stati uccisi alcuni addetti alla sicurezza. Lo scorso mese

Una vita nel mirino

6 ACPREPORT

PAKISTAN

c’è stato un nuovo fatto drammatico: un giovane ragazzo cristiano è stato picchiato a morte mentre beveva a una fontana pubblica: «quest’acqua non è per gli “infedeli”», hanno sostenuto gli aggressori.

La discriminazione è visibile anche nella assunzioni pubbliche: alle minoranze è riservato solo un posto su mille. Inoltre, siccome i cristiani normalmente appartengono alle classi più povere, non si possono permettere università private; per questo trovano lavoro con molta difficoltà e sono penalizzati anche nella ricerca di una casa.

Un rischio continuo è costituito dalla legge sulla blasfemia: parlare contro il Corano e il profeta Ma-ometto viene punito con la morte, e questa accusa viene spesso utilizzata in maniera pretestuosa nei confronti dei cristiani.

I rischi condizionano il vostro impegno nei luoghi pubblici?No, in particolare è molto attivo il team che lavora per la distribuzione di materiale evangelistico. In una località abbiamo una libreria cristiana,nella nostra città invece giriamo con una libreria mobile. Più volte durante la settimana andiamo in posti pubblici, distri-buiamo libri e volantini e parliamo con gli interessati.

Come reagite ai disagi sociali nella vostra zona?Tentiamo di mantenere uno sguardo a tutto tondo. Per molti anni abbiamo proposto progetti di alfabe-tizzazione. Abbiamo insegnato a molti a leggere e scrivere, e tra questi si contano anche molti adulti. Sosteniamo una scuola elementare con più di due-cento bambini. Vorremo espanderci, ma per questo ci mancano spazi e sostegni economici.

Ci occupiamo anche di formazione al lavoro, ogni anno prepariamo una sessantina di persone organizzando corsi di cucito e ricamo, informatica, meccanica, riparazione di cellulari e altro. Per i giovani così si estendono le opportunità di lavoro, e anche le donne possono contribuire a soste-nere le loro famiglie.

Che cosa ti motiva a continuare con tanta convinzione?L’esempio di Gesù: non si è tirato indietro quando andava di villaggio

in villaggio per predicare la Buona Notizia, e non si è tirato indietro quando si è trattato di morire sulla croce. Solo in lui c’è la possibilità di trovare la salvez-za. Dio ama il Pakistan e i pakistani. La mia grande passione è guardare come si espande il regno di Dio. Il mio sogno è che in ogni città delle nostre province ci sia almeno una chiesa.

Gesù non si è tirato indietro, si è spe­so fino in fondo per predicare la Buona Notizia, fino a morire sulla croce

Video Pakistan – Cristiani in preda all’islam 5 min. I acp-it.tv/pakistan Quanto reali sono le minacce per i cristiani in Pakistan, è sta-

to dimostrato ancora una volta il 17 dicembre 2017, quando una delle chiese del pastore H. è stata oggetto di un attentato dell’Isis. Nove membri sono morti, molti sono rimasti feriti. Il giorno dopo il pastore H. ha scritto: «Questa sera terremo una festa natalizia evangelistica. Quello che è successo ieri ha spaventato molti cristiani. Le preoccupazioni in merito alla sicurezza sono molte. Ma noi abbiamo pace nel tenere questo appuntamento. Abbiamo bisogno delle vostre preghiere».

7ACPREPORT

PAKISTAN

Il via ai lavori è stato dato alla presenza dei responsabi-li del progetto e di una delegazione di ACP proveniente dalla Svizzera; per Andreas Maurer, referente ACP per l’Armenia, si è trattato di un momento particolarmente toccante, soprattutto in considerazione dei faticosi pas-saggi burocratici che la concessione dei permessi ha richiesto. Abbiamo colto l’occasione per porgli alcune domande.

Qual è lo scopo principale del centro ACP a Erevan?Il centro ACP a Erevan nasce con lo scopo specifico di trasmettere il messaggio del vangelo ai musulmani.

Perché questo centro è stato realizzato proprio in Armenia? L’Armenia gode di una posizione ideale, perché tre dei Paesi con cui confina - Iran, Azerbaigian e Turchia - sono a maggioranza islamica. L’Armenia viene tradi-zionalmente considerata il Paese che per primo ha abbracciato la testimonianza cristiana, e ancora oggi il 90% della popolazione fa parte della chiesa apostolica armena; oltre alla chiesa maggioritaria esistono diver-se altre comunità cristiane autonome, tra i cui membri è particolarmente sentito il desiderio di ricevere una formazione adatta a trasmettere il vangelo ai musul-mani in modo efficace.

Intervista a Thomas Nyffenegger Collaboratore ACP

Dopo un lungo e serrato confronto con la burocrazia locale, finalmente lo scorso 19 ottobre a Erevan, capitale dell’Armenia, è stata posata la prima pietra del nuovo centro ACP

Quanti sono i musulmani in Armenia?Non molti. Però il Paese, e soprattutto la sua capitale, vede un’intensa presenza di musulmani provenienti dai Paesi vicini, che raggiungono Erevan per i motivi più vari: lavoro, studio, vacanze, ragioni familiari. Un’occa-sione unica per comunicare loro il vangelo, occasione che i credenti armeni non vogliono sprecare.

Qual è la reazione dei cristiani armeni all’impegno di ACP?I credenti locali sono molto contenti del servizio di ACP. La missione è ben vista, in particolare da quando ha intensificato il suo impegno umanitario sul territorio dopo il drammatico terremoto del 1988.

Quali attività prevedete di svolgere nel nuovo centro ACP?Come già detto, la trasmissione del messaggio cri-stiano è la nostra priorità; organizziamo corsi biblici ma anche corsi di lingua, programmi di igiene, attività sportive e altre proposte. Insieme a questo puntiamo a offrire ai cristiani armeni una formazione che permetta di raggiungere con il vangelo i musulmani in modo efficace; inoltre abbiamo programmato seminari per guide spirituali delle chiese clandestine presenti nei Paesi limitrofi.

Come possono gli amici di ACP sostenere in modo concreto questo progetto?Innanzitutto tramite le preghiere, affinché la costru-zione della struttura continui velocemente e senza incidenti in modo da consentire che il centro sia attivo entro il 2019. Naturalmente possono sostenerci anche con un sostegno finanziario che verrà utilizzato per i lavori del centro ACP e, quindi, per diffondere il mes-saggio del vangelo in Armenia e nei Paesi vicini.

Attenzione: ACP organizza per giugno 2018 un viaggio in Armenia. La disponibilità di posti è limitata; trovate maggiori informazioni a pag. 15.

Un centro per raggiungere gli islamici

8 ACPREPORT

ARMENIA

Tra oppressione e risveglio

La colpa di M. è di essere cristiano. Lui e sua moglie hanno perso il loro lavoro per questo motivo. Oggi M. serve Dio: scrive canti cristiani e si prende cura dei musul-mani che si sono convertiti al cristiane-simo. La polizia lo tiene d’occhio e deve stare attento perché le sue attività potreb-bero facilmente portarlo a una dozzina di anni di carcere.

Come valuti la situazione attuale dei cristiani in Iran?Dopo le elezioni molti si aspettavano che le cose migliorassero. Ma negli ultimi mesi il titolare della Corte di giustizia iraniana ha inasprito le pene per le attività cristiane. Noi crediamo però che Dio userà questo accanimento a vantaggio del nostro Paese, in qualche modo.

Perché le pene sono state alzate in modo così drastico?Il governo ha paura di perdere il controllo sulla popo-lazione. Vuole seminare la paura nei cuori dei giovani credenti e impedire agli iraniani di diventare cristiani.

Questa pressione non provoca una reazione contraria?In molti casi sì. In tanti hanno sperimentato l’amore e la forza di Dio e non sono spaventati da queste minacce, sono consapevoli che il messaggio biblico contiene anche la croce e la sofferenza e che proprio in questo modo la loro fede viene forgiata. A lungo termine le minacce e le pene non porteranno a nulla.

Qual è il problema più sentito dalla chiesa iraniana?La mancanza di guide spirituali mature. C’è bisogno di un maggior numero di persone con capacità perso-nali e spirituali: pazienza, doni di guarigione, saggez-za e profezia, esperienza.

Perché la chiesa cresce lo stesso in modo così rapido?Gli iraniani sono stanchi della pressione islamica e cercano il vero Dio. E poi sappiamo che in tutto il mondo pregano per noi, specialmente per i nostri fratelli carcerati.

Sacha Ernst Responsabile ACP progetti rifugiati

Dialogo con un credente evangelico iraniano impegnato nella cura spirituale degli ex musulmani. «La polizia mi tiene d’occhio, ma non mi fa paura. Dio è più forte»

Quali sono i maggiori pericoli per i cristiani?Come dicevo, abbiamo pochi pastori e insegnanti formati. Per questo alcuni se ne approfittano falsifi-cando il messaggio biblico e annacquandolo. Dio non ha perso il controllo, ma noi dobbiamo proteggere il vero vangelo. È compito nostro.

Come riesci a curare i rapporti con gli altri credenti?Il contatto con gli altri cristiani, in parti-colare i neoconvertiti, richiede un calcolo molto attento, per non correre rischi. Per scambiarci esperienze organizziamo escursioni, parliamo a tu per tu in auto e, più raramente, ci incontriamo in gruppi più numerosi.

Come ti tieni attivo e in comunione con Dio in quest’area di conflitto sospesa tra oppressione e risveglio?A dire la verità è molto difficile. Senza l’aiuto dello Spirito Santo non funzionerebbe. Siamo chiamati a chiedere a Dio di donarci sempre nuove forze.

Grazie per il tempo che ci hai dedicato. Un’ultima domanda: che cosa possiamo fare per voi?Continuare a pregare per noi! E, se possibile, aiutarci a trovare il modo di formare nuovi pastori.

«In tanti hanno sperimentato l’amore e la forza di Dio e non sono spa­ventati dalle minacce»

Ordina il DVD “Condannate in Iran” La testimonianza di Maryam e Marzieh

9ACPREPORT

IRAN

Come ai tempi

degli Atti NN Collaboratore di ACP

L‘arresto a dicembre di un gruppo di cristiani nell‘Uttar Pradesh è stato solo l‘ultimo atto: le azioni intimidatorie da parte dei fonda­mentalisti indù si sono intensificate dopo le elezioni vinte dalle forze estremiste

Volti sconosciuti, sguardi cupi, si percepisce tensione nell’aria. Stanley e i suoi amici si avviano verso la casa di Mamta. Dopo essersi salutati iniziano a cantare e pregare. Prima sono in pochi, poi aumenta il numero delle persone nel piccolo cortile. Persone che prima rimangono defilate, poi si avvicinano e circondano il gruppo. All’improvviso qualcuno grida: «Vi avevamo avvertito di tenervi alla larga!» Dopo gli spintoni i cri-stiani vengono picchiati senza pietà. «Vi uccideremo!», grida qualcuno. La nipote di Mamta si mette tra gli assalitori e gli ospiti, spingendo Stanley e i suoi amici nella casa e chiudendo la porta. La gente fuori grida: «Bruciateli, bruciateli!».

La trappola «Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo, eppure all’inizio tutto sembrava normale», spiega Stanley. La sorella di Mamta, Anita, che fa

10 ACPREPORT

INDIA

parte di una chiesa di Delhi partner di ACP, conosceva la situazione difficile di Mamta: era malata, suo marito aveva problemi psicologici. Dopo la visita di Anita, sua sorella era stata guarita e per la prima volta dopo tanto tempo aveva ritrovato la speranza. Tutto volgeva per il meglio fino a quando il fratello di suo suocero, con cui i rapporti erano deteriorati, ha giocato a Mamta un brutto tiro: venuto a conoscenza che Mamta aveva invitato a casa sua un gruppo di cristiani, ha segnalato la notizia a due organizzazioni induiste radicali, il RSS e il Bajrang Dal. E i due gruppi hanno fatto scattare la trappola.

L’arresto Le forze dell’ordine, intervenute per se-dare gli animi, hanno portato Stanley e i suoi amici alla stazione di polizia. Priscilla, la moglie di Stanley, arrivata in città proprio quella sera, ha scoperto in televisione, in un servizio del telegiornale locale, la vicenda capitata a suo marito.

Il giorno dopo il giornale Times of India è uscito con il titolo “Arrestati 7 predicatori a Mathura per induzione alla conversione”. L’articolo precisa che i missionari hanno respinto le accuse, ma il modo in cui è scritto l’articolo mette comunque in cattiva luce Stanley e gli altri fermati.

Il processo Dopo due giorni si è tenuta la prima udienza nei loro confronti. Prima dell’inizio il presi-dente della locale unione degli avvocati ha occupato platealmente l’aula di giustizia, seguito da un drappello di una ventina di avvocati, la maggior parte dei quali sono membri dell’organizzazione nazionalista Bajrang Dal; nell’occasione l’uomo ha dichiarato che nessun avvocato indù avrebbe difeso gli imputati. L’accusa contro le sei persone parla di “tentativi di conversio-ne forzata tramite donazioni, distribuzione di Bibbie, intenzionali offese ai sentimenti religiosi”. Come prova contro i missionari gli accusatori hanno portato solo un volantino evangelistico trovato sul luogo dell’acca-duto. Secondo l’accusa i missionari avrebbero voluto forzare le persone alla conversione attraverso un aiuto economico; Stanley ha obiettato che il volantino doveva essere stato messo lì dall’RSS e che le accuse erano false, ma le sue parole sono cadute nel vuoto.

Mamta ha depositato una dichiarazione giurata dove sostiene che i suoi amici avrebbero accolto un suo invito a visi-tarla e che le accuse contro di loro non sarebbero vere, ma gli avvocati hanno accusato Mamta di essere stata subor-nata dai missionari e di essere perciò un testimone non affidabile. Anche se i fatti risultano chiari, il giudice non ha preso in considerazione la dichiarazione di Mamta e ha respinto la richiesta di rilascio con cauzione. Vista la situazio-ne, i parenti di Mamta l’hanno scortata

in un posto sicuro, perché dopo la sua testimonianza è a sua volta in pericolo.

La strategia Il processo è in corso e, visti i precedenti, i tempi saranno lunghi. Il governo BJP in Uttar Pra-desh tollera e protegge i radicali induisti del RSS e del Bajrang Dal nelle loro azioni di minaccia nei confronti dei cristiani; la strategia è quella di coinvolgere i cre-denti in processi estenuanti per fermare la loro azione.

I cristiani però non demordono: «Non ci lasciamo intimorire», sostiene Abraham, il suocero di Stanley e pastore della chiesa di Delhi. «Abbiamo pregato che Dio possa agire come ai tempi degli Atti degli Apostoli, un’epoca che vide i cristiani subire anche la persecu-zione».

Violenza religiosa

Stanley e i suoi amici sono stati

picchiati senza pietà

«Abbiamo pregato che Dio possa agire come ai tempi de­gli Atti degli Apostoli, un‘epoca che vide i cristiani su­bire anche la persecu­zione»

11ACPREPORT

INDIA

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Per il terzo anno consecutivo l’iniziativa Azione Pacchetto Regalo di ACP ha raggiunto la Campania. Numerose le persone che, dalla Svizzera e da diverse comunità in Italia, hanno aderito attivamente al pro-getto, raccogliendo con amore e passione un totale di 2200 pacchi, ognuno dei quali conteneva beni di prima

necessità e materiale mirato in base all’età del destinatario (bambini o adul-ti); oltre al materiale di base i volontari hanno aggiunto nei pacchi ciò che il loro cuore suggeriva.

Nei quartieri più critici La sede della Christian House di Napoli, impegnata nel sostegno a famiglie che vivono forti disagi sociali e spirituali, è stata letteralmente invasa dai doni. L’obiet-tivo di quest’anno è stato raggiungere le famiglie che si trovano nei quartieri più difficili di Napoli e Caserta, aree spesso al centro di drammatici fatti di cronaca.

Per raggiungere le famiglie la Chri-stian House ha suddiviso i pacchi tra una quarantina di chiese evangeliche e associazioni laiche presenti

Feliciana Ciuffreda Pubbliche relazioni ACP Italia sul territorio con cui l’organizzazione collabora; ogni

chiesa e associazione ha poi distribuito i doni diretta-mente a donne, uomini, bambini e intere famiglie. Non bisogna dimenticare che, al di là del sostegno umani-tario, il principale obiettivo di Azione Pacchetto Regalo è quello di entrare nelle famiglie per offrire il dono più grande, la Parola di Dio; per questo motivo in ogni pacco è stato inserito anche un Nuovo Testamento accompagnato da altro materiale evangelistico.

Un dono provvidenziale Tra le famiglie che hanno ricevuto il pacco regalo una testimonianza è stata par-ticolarmente toccante. Salvatore è un padre di fami-glia quarantenne che vive in una casa popolare nella periferia est di Napoli e, da qualche mese, ha perso il lavoro. Aprendo il pacco di ACP che gli è stato dona-to, ha trovato un portafoglio con all’interno 50 euro, proprio la somma di cui aveva bisogno per pagare la bolletta per la corrente elettrica. Salvatore ha rac-contato con le lacrime agli occhi che, se non avesse pagato la bolletta, gli avrebbero staccato la luce nel giro di qualche giorno.

Un pacco regalo non può risolvere il problema della povertà in cui versano centinaia di famiglie, ma un aiuto pratico e disinteressato come questo è un gesto che può toccare i cuori: è un piccolo gesto in grado di testimoniare che quest’amore concreto nasce dal grande amore che Dio ha messo nel cuore di chi crede nel sacrificio di suo figlio Gesù.

La nuova edizione dell’iniziativa è stata di grande benedizione per chi ha ricevuto e per chi ha donato

Successo per Azione Pacchetto Regalo

AZIONEPACCHETTOREGALO

Informazioni e iscrizioni: Silvia GattoTel. 011 297 5808 | [email protected]

da lunedì 20 agosto mattina a giovedì 24 agosto sera

È richiesta esperienza in evangelizzazione in piazzaPosti disponibili: massimo 15

Evangelizzazione a Malta

12 ACPREPORT

ITALIA

ACP: valori e obiettivi

ACP sta per Azione per i cristiani perseguitati. La spinta iniziale per la sua fondazione fu data dalla situazione dei cristiani perseguitati dietro la cortina di ferro. Investiamo nelle persone, lavoriamo in collaborazione con partner locali competenti, affidabili e lungimiranti in quattro continenti. Il lavoro di ACP ha tre punti focali.

1. ACP assiste i cristiani perseguitatiDiamo loro una voce e aiuto pratico: con coraggio con determinazione con efficacia

2. ACP aiuta i bisognosiForniamo aiuti umanitari adeguati al bisogno: con tempestività con efficienza senza burocrazia

3. ACP fa conoscere Gesù CristoDiffondiamo il messaggio cristiano: con impegno con rispetto col cuore

parole chiare.azioni forti.

Video recenti di ACP su www.acp-it.org Italia - Rotta della speranza (5 min.)Iraq - Aiuto alla sopravvivenza (3 min.)Pakistan - La persecuzione continua (5 min.)Siberia - Dove l’impossibile diventa possibile (8 min.)Romania - Dare è tutto (4 min.)

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Aut. DB/SISB/G 42586 del 23/11/2015

Iraq Beni di prima necessità distribuiti

ai terremotati

AVC International AVC Deutschland I www.avc-de.org AVC Schweiz I www.avc-ch.org ACP Italia I www.acp-it.org ACP France I www.acp-ch.org AVC Österreich I www.avc-at.org Nehemia Christliches Hilfswerk e.V.

www.nehemia.org

ACP Onlus I Via G. Massari 189/a I–10148 Torino I Tel. +39 011 297 58 08 Codice fiscale 11356530011 ACP Svizzera I Longoi 44 CH-6653 Verscio I Tel. +41 (0)91 780 40 76www.acp-it.org I [email protected] facebook.com/acponlusDirettore Cristoforo Gautschi

Coordinate bancarieDall’Italia Anagrafica ACP Onlus BIC/SWIFT BCITITMX IBAN IT61 D033 5901 6001 0000 0136 345Dalla Svizzera Intestatario ACP Onlus (AVC) Banca UBS, 2501 Biel BIC: UBSWCHZH80A IBAN CH39 0027 2272 5267 2842 0Per maggiori informazioni e modalità per sostenerci www.acp-it.org/donazioni

ACP si impegna a un uso responsabile delle donazioni in ossequio al codice di auto-regolamentazione promosso dall’Alleanza Evangelica Svizzera.

ACP report Una pubblicazione di AVC InternationalCapo redazioneAngelika Hoch I [email protected] e layoutAndreas Rossel I [email protected] Favaretto I [email protected] I istockphoto.com I 123rf.comStampaDiego Favaretto I [email protected]

AbbonamentiDonazioni oltre € 10 includono automa-ticamente l‘abbonamento alla rivista.

FinanzeIl lavoro di ACP è finanziato intera-mente da donazioni. Per questo ACP si impegna a fare un uso efficace dei fondi e a limitare all’essenziale i costi di gestione della missione.

Le donazioni elargite a favore di ACP Onlus possono essere dedotte dalle tasse. Ogni anno ti verrà inviata una ricevuta fiscale che riepiloga i tuoi versamenti: conservala insieme alle ri-cevute e allegala alla tua dichiarazione dei redditi. Ricordati di inviarci il tuo CODICE FISCALE.

Le donazioni destinate a un progetto specifico vengono utilizzate esclusiva-mente per lo scopo indicato o, qualora i fondi risultassero in eccesso, per progetti analoghi.

informazioni legali

Avvertenze Il bollettino deve essere compilato in ogni sua parte (con inchiostro

nero o blu) e non deve recare abrasioni, correzioni o cancellature. La causale è obbligatoria per i versam

enti a favore delle Pubbliche Amm

inistrazioni.Le inform

azioni richieste vanno riportate in modo identico in ciascuna

delle parti di cui si compone il bollettino.

Importante: non scrivere nella zona sottostante

aiuta ACP con il tuo

Dalla parte dei bisognosi e dei perseguitati. Anche in Italia.

5x1000

Codice Fiscale 11356530011

TORINO

CATANIA

NAPOLI

COMO

ROMA

dove operiamo

Aggiornamenti e maggiori informazioni sul sito www.acp-it.org/azione/missioni-pratiche

Viaggi di gruppo missioni pratiche 2018Data Paese Tipo di viaggio Costi Responsabiletutto l’anno esclusi mesi estivi Italia Lavoro tra i bisognosi a Napoli, Torino o Roma Viaggio + 25 €/giorno diversiqualsiasi - su richiesta Italia Missione tra profughi e bisognosi in Sicilia Viaggio + 25 €/giorno diversiqualsiasi - su richiesta Italia Evangelizzazione nella tua città 10 €/persona C. Gautschiqualsiasi - su richiesta Iraq Missione tra i profughi Viaggio + quota da definire diversidal 12 al 19/06 o dal 26/06 al 02/07 Italia Aiuto pratico al campo lavoro ad Ispica in Sicilia Viaggio + 10 €/giorno D. Loreficedal 7 al 19/06 o dal 14 al 26/07 Italia “Summer Camp” - Evangelizzazione e attività a Torre Pellice (TO) Viaggio + 10 €/giorno P. Aviladal 13/07/18 al 20/07/18 Italia Mission Camp 2018 - Campo di formazione a Ispica in Sicilia Viaggio + 150 € all inclusive D. Loreficeottobre 2018 Italia Azione Pacchetto Regalo - Allestimento di circa 2000 pacchi regalo Viaggio + 25 €/giorno E. Guadagnotra il 10/12/18 e il 10/01/19 Est Europa Progetto: “Azione pacchetto regalo” Viaggio + 25 €/giorno diversitra il 27/12/18 e il 06/01/19 Italia Attività pratiche tra le famiglie in difficoltà a Napoli e Roma Viaggio + 25 €/giorno diversi

parole chiare. azioni forti.

parole chiare.

azioni forti.Punto di raccoltae distribuzione a TorinoVIA GIUSEPPE MASSARI 189/A | 10148 - TORINO (TO)

Raccogliamo � Pubblicazioni cristiane in qualsiasi lingua (Bibbie, opuscoli, DVD) � Indumenti nuovi o usati in buono stato; passeggini, carrozzine, giocattoli � Beni per l’igiene personale (shampoo, sapone, dentifricio, etc) � Materiale scolastico per bambini (penne, matite, pastelli, quaderni etc) � Prodotti alimentari secchi riso, farina, pasta, zucchero, biscotti

Vuoi collaborare con noi?Diventa volontario offrendo anche soltanto un’ora del tuo tempo ogni settimana! Contatta i responsabili per segnalare la tua disponibilità.

Distribuiamo � Alle famiglie bisognose a Torino e in Italia � Ai senza fissa dimora a Torino e in periferia � Ad altre associazioni cristiane con i nostri stessi obiettivi

� Alle chiese bisognose nell’Europa dell’Est

SegreteriaTel. 011 297 5808 | Cell. 391 705 4774 [email protected]

Nuova collaborazioneIl dramma della povertà in Italia è sempre più alla ribalta delle cronache. Di fronte a questa emergenza, ACP ha deciso di dare il proprio con-

tributo, trasformando questo problema in un’opportu-nità per l’Evangelo.

A partire dalla fine del 2017, ACP ha stretto una colla-borazione ufficiale con l’Ente di Beneficenza “Bethel Italia” creando una filiale presso la propria sede, con lo scopo di distribuire gli alimenti raccolti, direttamen-te alle famiglie bisognose segnalate dai servizi sociali del comune di Torino. L’obiettivo futuro è quello di allargare la rete delle filiali, e costituirsi come piat-taforma per poter distribuire una maggior quantità di alimenti e raggiungere un sempre crescente numero di famiglie.

Pregate insieme a noi che il Signore ci dia la saggezza necessaria per essere uno stru-mento efficace per la Sua gloria e per l’avanzamento del Suo Regno in Italia.

L’Ente di beneficenza “Bethel Italia” raggiunge le famiglie indigenti Italiane con la predicazione della Parola di Dio portando pacchi alimentari e kit medicali proprio nelle case delle famiglie indigenti. Tramite la collaborazione con i Comuni, i servizi sociali e la gran-de distribuzione, Bethel Italia raccoglie e dona beni di prima necessità direttamente alle famiglie bisognose. Attualmente Bethel Italia distribuisce oltre 6000 pacchi alimentari al mese ad altrettante famiglie Italiane e raggiunge circa 175000 famiglie con il progetto frutta ed ortaggi. Bethel Italia conta 70 filiali distribuite su 14 Regioni con un totale di 1200 volontari.

15ACPREPORT

EVENTI PER VOI

parole chiare.

azioni forti.www.acp-it.org | facebook.com/acponlusACP Onlus - Italia Via G. Massari 189/a - 10148 Torino | Tel. +39 011 297 58 08 | [email protected] Svizzera Longoi 44 - 6653 Verscio - Svizzera | Tel. +41 (0)91 780 40 76

ANAGNI (LAZIO) 5-7 OTTOBRE 2018

MATTEO 14:16

“Date voi loro da mangiare”

primo convegno nazionale di

Prenota la tua partecipazione al primo convegno nazionale di ACP Italia: sarà l’occasione per fare il punto sull’impegno della missione e ragionare insieme sulle nuove sfide che aspettano tutti noi

A chi si rivolge Famiglie e singoli, gruppi giovanili, pastori, leader, sostenitori e amici di ACP

Relatori Pastore B. (Sudan) e F. (Iran) - persecuzione Giancarlo Farina - aiuto umanitario Paul Schafer e Andreas Maurer - evangelizzazione

Info Silvia Gatto [email protected] | +39 011 297 58 08

Prenotazioni entro il 30 agosto compilando il modulo online dal nostro sito www.acp-it.org/convegno

Vieni ad Anagni con noi! Organizziamo bus da Torino, Milano, Roma, Sicilia, Napoli e altre città.

programmaVENERDÌ 5 OTTOBRE 15:00 accoglienza 19:00 cena 21:00 prima sessione

SABATO 6 OTTOBRE 09:00 seconda sessione 13:00 pranzo 15:30 terza sessione 19:30 cena 21:15 serata speciale

DOMENICA 7 OTTOBRE 09:00 culto 12:30 pranzo e partenze

NEL VERDE DELLA CAMPAGNA CIOCIARA