afasia: inquadramento comunicativo e trattamento logopedico · 2014-06-20 · l’afasia è un...
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Afasia: Inquadramento comunicativo e trattamento
logopedico
Corso teorico-pratico XLI Congresso Nazionale SIFEL
Cervia 2007 M. Iengo, P. Villari, L. Del Vecchio, M. Tedeschi
Tale complessità, a nostro avviso, è da mettere in relazione a due aspetti
principali: si tratta di un disturbo dinamico,che evolve nel
tempo,e di un disturbo sindromico con quadri sintomatologici molto diversi tra loro..
La presa in carico del soggetto afasico è un momento delicato e complesso nell’ambito del progetto riabilitativo per la molteplicità di problematiche
legate alla definizione del concetto di “afasia”.
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SEDE ED ENTITA’ DELLA LESIONE
ADATTAMENTI INDIVIDUALI
INTERFERENZE AMBIENTALI
SOLLECITAZIONI TERAPEUTICHE
L’afasia è un disturbo dinamico soprattutto in relazione alle cause che l’hanno determinata; in questo senso parliamo di sintomo involutivo se causato da malattie degenerative del SNC o malattie oncologiche, e di
sintomo con un’evoluzione in senso migliorativo, se secondario ad ictus, ischemici o emorragici, o ad episodi traumatici.
Esiste quindi una progressione della sintomatologia, che ha modalità e tempi diversi a seconda di:
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Si tratta, inoltre, di un disturbo sindromico in cui il sintomo afasia è composto da una serie di sintomi che si combinano diversamente tra loro
dando luogo a diversi quadri clinici.
In realtà chi ha a che fare con la riabilitazione dell’afasia sa che ogni soggetto afasico è diverso da tutti gli altri ed evolve in maniera poco prevedibile nel
tempo.
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30 gg
Abbiamo voluto sistematizzare la presa in carico del paziente afasico anche facendo riferimento alle fasi cliniche che di solito vengono descritte nelle linee guida dei pazienti afasici post-stroke, cioè di quei pazienti che maggiormente vengono
alla nostra osservazione. Abbiamo, quindi, schematizzato le attività
logopediche della: fase acuta,dei primi 20/30 giorni,
fase post-acuta, dopo i primi 30 giorni, fase di stabilizzazione,all’infinito, data la
tendenza alla cronicizzazione del disturbo afasico.
Naturalmente a seconda dei tempi di presa in carico variano gli obiettivi, le modalità
terapeutiche, e la prognosi.
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Si tratta di una fase transitoria in cui la vigilanza e le capacità di interazione possono essere compromesse. La presa in carico può
definirsi indiretta. Compito del logopedista in questa fase è principalmente quello di fornire raccomandazioni a familiari e care-givers Un’adeguata
attività di counselling che informi i familiari circa la patologia della comunicazione, le possibilità del recupero e i tempi della riabilitazione,
consente di instaurare un importante alleanza terapeutica; essa contribuisce non poco al raggiungimento delle finalità riabilitative e facilita
l’adattamento del paziente e dei familiari alla loro nuova condizione.
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LA COMPRENSIONE VERBALE
I SEGNI CLINICI DI RIPRESA FUNZIONALE
LA PRESENZA DI APRASSIA VERBALE
LA PRESENZA DI DISSOCIAZIONE AUTOMATICO-VOLONTARIA
I COMPORTAMENTI DI PARTECIPAZIONE ALLA COMUNICAZIONE
IL RISPETTO DELLE REGOLE DELLA CONVERSAZIONE NATURALE
IL RICORSO A MEZZI DI COMUNICAZIONE EXTRAVERBALI
N. B. IN QUESTA FASE E’ NECESSARIO UN AGGIORNAMENTO CONTINUO DEGLI OBBIETTIVI RIABILITATIVI
Quando è possibile è bene anche effettuare un esame delle abilità comunicative e linguistiche da eseguire anche a letto, che indaghi su:
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La fase post-acuta è la fase in cui si stabilizzano le condizioni cliniche, definita anche di differenziazione poiché consente la definizione dei diversi quadri sindromici. Abbiamo voluto descrivere quelli che, a nostro avviso, più frequentemente arrivano alla nostra osservazione cioè quelli che vengono descritti in letteratura come afasia globale, fluente e non fluente, a loro volta divisi per gravità del disturbo afasico.
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Afasia Globale à Condizionamento al setting terapeutico
Potenziamento comprensione
Sviluppo competenza comunicativa
Afasia Non Fluente à Stimolazione linguistico-verbale
Impiego di strategie alternative
Afasia Fluente à Riduzione dell’anosognosia
Correzione del linguaggio verbale
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Nella fase di stabilizzazione del disturbo, quando gli obiettivi prioritari sono stati raggiunti, è importante incrementare il counselling familiare con l’obiettivo
di fornire un importante sostegno ai familiari ed al paziente stesso nell’adozione di tutti gli ausili comunicativi e sulle possibili facilitazioni
ambientali che possono ridurre la dipendenza e migliorare la personale autonomia.
Viene inoltre proposta una terapia di gruppo, descritta in letteratura con tecniche diverse in relazione all'orientamento culturale e agli obbiettivi di chi la propone,che permette ai pazienti di sperimentare quanto appreso nella terapia
individuale in un contesto simile a quello comunicativo sociale. La terapia di gruppo quindi si pone come momento logico di passaggio tra la terapia logopedica individuale e le situazioni
comunicative sociali.
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