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Affrontare l’emergenzaa cura di D. Bellè
Laboratorio e-Learning (LabeL) Università di Udine
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In questa lezione apprenderai:•L’importanza e i problemi legati alla pianificazione dell’emergenza•I punti fondamentali del Metodo Augustus: le linee guida per la pianificazione di emergenza in Italia.•Simboli, sigle e funzioni dei centri operativi e di coordinamento che operano durante l’emergenza
In questa lezione apprenderai:•L’importanza e i problemi legati alla pianificazione dell’emergenza•I punti fondamentali del Metodo Augustus: le linee guida per la pianificazione di emergenza in Italia.•Simboli, sigle e funzioni dei centri operativi e di coordinamento che operano durante l’emergenza
Affrontare l’emergenzaAffrontare l’emergenzaLa pianificazione d’emergenza: il metodo Augustus
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Impatto di una calamitàImpatto di una calamità
Nell’affrontare una calamità e organizzare i soccorsi è necessario tenere in considerazione il fatto che questa ha, per sua natura, un forte impatto sulle infrastrutture ad esempio:
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• Impossibilità di raggiungere i luoghi del disastro da parte del personale di soccorso (ambulanze, polizia, vigili del fuoco ecc…)
• Le vittime non riescono a chiedere aiuto perché i normali canali di comunicazione possono non funzionare
• Mancanza dei servizi che
• richiedono gas o elettricità
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Il metodo AugustusIl metodo Augustus
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“Il valore della pianificazione diminuisce con l’aumentare della complessità dello stato delle cose”
Ottaviano Augusto
Se il problema da affrontare è complesso è fondamentale che la sua pianificazione sia semplice e flessibile.
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Il metodo AugustusIl metodo Augustus
Per pianificare l’emergenza non è sufficiente avere il “censimento” delle forze a disposizione: spesso anche se ci sono mezzi, personale specializzato, volontari in
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numero sufficiente la mancanza di una strategia provoca mancanza di coordinamento e ritardi nei soccorsi.
È quindi importante porsi anche domande del tipo:
•chi deve occuparsi di coordinare l'arrivo delle ambulanze ?
•quale area è la più idonea per un ospedale da campo?
•quali sono le vie di fuga da presidiare per evitare il blocco dei soccorsi?
•come possiamo essere sicuri che tutto sarà pronto nel momento in cui scatterà dell’emergenza?
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Il metodo AugustusIl metodo Augustus
Le linee guida “Augustus” si propongono di dare unitarietà alle proposte formulate dalle diverse amministrazioni locali e centrali.
Tali linee guida sono raccolte in un unico documento operativo elaborato da un apposito gruppo di lavoro del Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero dell’Interno.
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Il metodo AugustusIl metodo Augustusnel Friuli Venezia Giulianel Friuli Venezia Giulia
• Tuttavia è rilevante conoscere in generale il metodo Augustus in quanto è il metodo maggiormente utilizzato in Italia per la pianificazione dell’emergenza locale.
• Tuttavia è rilevante conoscere in generale il metodo Augustus in quanto è il metodo maggiormente utilizzato in Italia per la pianificazione dell’emergenza locale.
• In FVG, nell’ambito della pianificazione regionale delle emergenze, le linee guida per la pianificazione dell’emergenza a livello locale si discostano in parte dal metodo Augustus a causa delle peculiarità che caratterizzano il nostro sistema.
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Il Piano di EmergenzaIl Piano di Emergenza
È uno degli strumenti previsti dal metodo “Augustus”: il progetto di tutte le attività e di tutte le procedure che devono essere adottate per fronteggiare un evento calamitoso atteso in un determinato territorio.
Il piano di emergenza deve rispondere ad alcune precise domande:
•quali eventi calamitosi possono interessare il territorio?
•quali persone, strutture, servizi ne saranno coinvolti?
•quale organizzazione operativa è necessaria?
•a chi vengono assegnate le diverse responsabilità?
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Il Piano di EmergenzaIl Piano di Emergenza
Il piano di emergenza va tarato su una situazione verosimile, che va continuamente aggiornata ed integrata.
La reale efficacia e tempestività del piano di emergenza deve essere verificata per mezzo di esercitazioni.
Tipologie di esercitazione:
•esercitazioni senza preavviso per le strutture operative previste dal piano •esercitazioni congiunte tra strutture operative e popolazione interessata•esercitazioni senza preavviso del solo sistema di comando e controllo
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Struttura del Piano d’EmergenzaStruttura del Piano d’Emergenza
Parte generale
• Informazioni sul territorio
• Reti di monitoraggio presenti
• Dati di base (cartografia, popolazione)
• Scenario degli eventi attesi ricavati dai programmi di previsione e prevenzione realizzati dalla regione.
Lineamenti della pianificazione
• Si individuano gli obiettivi per rispondere in modo adeguato ad una qualsiasi emergenza.
Modello di intervento
• Si assegnano le responsabilità nei vari livelli di comando e controllo
• Si definiscono le modalità di comunicazione tra il comune e sistema di protezione civile nel suo complesso.
• Si definisce come verranno utilizzate le risorse a disposizione.
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Le funzioni di supporto Le funzioni di supporto a livello regionalea livello regionale
Strumento indispensabile della pianificazione e della gestione dell’emergenza è rappresentato dalle funzioni di supporto, ovvero l'organizzazione delle risposte che occorre dare alle diverse esigenze che possono manifestarsi in un evento calamitoso. Per ogni funzione di supporto si individua un responsabile che, relativamente al proprio settore, in situazione ordinaria provvede all’aggiornamento dei dati e delle procedure, in emergenza coordina gli interventi dalla Sala Operativa.
•Tecnica e di pianificazione•Sanità, assistenza sociale e veterinaria •Mass-media e informazione •Volontariato •Materiali e mezzi•Trasporti, circolazione e viabilità •Telecomunicazioni (Società di telecomunicazioni)•Servizi essenziali (ENEL - SNAM - Gas - Acquedotto - Smaltimento rifiuti - Aziende Municipalizzate - Ditte di distribuzione carburante -)
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Le funzioni di supporto Le funzioni di supporto a livello regionalea livello regionale
• Censimento danni a persone e cose (Squadre comunali di rilevamento (Comuni, Comunità Montane, Provincia, Regione, Vigili del Fuoco, Gruppi Nazionali e Servizi Tecnici Nazionali))
• Strutture operative locali • Enti locali • Materiali pericolosi • Assistenza alla popolazione • Coordinamento centri operativi
NB: Le funzioni di supporto, da attuare nei comuni, non debbono essere necessariamente tutte le precedenti ma dovranno essere istituite a ragion veduta, in maniera flessibile o in base a una pianificazione di emergenza già predisposta in un determinato territorio per un determinato evento, oppure per far fronte ad immediate esigenze operative dei comuni durante o prima di un evento calamitoso.
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Centri Operativi: C.O.C.Centri Operativi: C.O.C.
• dirige e coordina i servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita.
• è presieduto dal Sindaco
• è composto dai responsabili delle funzioni necessarie ad affrontare i problemi che si manifestano nel corso dell'evento
• dovrà essere ubicato in un edificio non vulnerabile ed in un'area di facile accesso
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C.O.C. : Centro Operativo Comunale
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Centri Operativi: C.O.M.Centri Operativi: C.O.M.
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• struttura operativa decen-trata a cui partecipano i rappresentanti dei Comuni appartenenti (es: uno stesso distretto)
• In regione in genere non vengono individuati dei C.O.M: per il coordinamento dei C.O.C. si tende a far riferimento ai distretti.
C.O.M. : Centro Operativo Misto
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Nel Friuli Venezia GiuliaNel Friuli Venezia Giulia
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Per la gestione di un’emergenza in FVG, non vengono individuati dei C.O.M: per il coordinamento dei C.O.C. si tende a far riferimento ai distretti. Non esiste un coordinamento a livello provinciale ma C.O.C. e “distretti” vengono coordinati direttamente dalla Sala Operativa Regionale.
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Centri Operativi: C.C.S.Centri Operativi: C.C.S.
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È composto dai responsabili di tutte le strutture operative presenti sul territorio si distinguono:
•Un’“area strategia”, con i soggetti preposti a prendere decisioni
•Una “sala operativa” (S. O. R.)
C.C.S.: Centro Coordinamento Soccorsi
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Nel Friuli Venezia GiuliaNel Friuli Venezia Giulia
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Per la gestione di un’emergenza in FVG, il Centro di Coordinamento Soccorsi è in ogni caso la Sala Operativa Regionale di Palmanova.
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Centri Operativi: DI.COMA.CCentri Operativi: DI.COMA.C..
• È l’organo di coordinamento nazionale delle strutture di Protezione Civile nell'area colpita, secondo quanto stabilito da accordi internazionali.
• Viene attivato dal Dipartimento della Protezione Civile in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza.
• In regione si sta predisponendo un’apposita struttura nella sede della Protezione Civile della Regione
Direzione di Comando e Controllo
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Per la gestione di un’emergenza in FVG, si sta predisponendo un’apposita struttura per la Direzione di Comando e Controllo nella sede della Protezione Civile della Regione a Palmanova.
Nel Friuli Venezia GiuliaNel Friuli Venezia Giulia
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Aree di EmergenzaAree di Emergenza
• Sono i luoghi di prima accoglienza per la popolazione raggiungibili attraverso un percorso sicuro.
• Il numero delle aree da scegliere è funzione della capacità degli spazi e del numero degli abitanti.
• In tali aree la popolazione riceve le prime informazioni sull’evento e i primi generi di conforto,in attesa dell'allestimento delle aree di ricovero.
Area di Attesa della Popolazione
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Aree di EmergenzaAree di Emergenza
• devono essere necessariamente individuate di concerto tra la Protezione Civile della Regione e i Sindaci i cui Comuni sono sedi di C.O.M. (es: di uno stesso distretto)
• da tali aree partono i soccorsi per i Comuni afferenti
• ciascun Sindaco il cui comune è sede di C.O.M., dovrà individuare almeno una di tali aree segnalando (in giallo) sulla cartografia il percorso migliore per accedervi.
Area di Ammassamento soccorritori e risorse
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Aree di EmergenzaAree di Emergenza
Area di Ricovero della popolazione
• luoghi in cui saranno installati i pri-mi insediamenti abitativi
• devono avere dimensioni sufficien-ti per accogliere almeno una ten-dopoli e servizi campali.
• devono essere individuate in aree non soggette a rischio
• Devono possedere nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche e ricet-tive per lo smaltimento di acque reflue.
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Piano Regionale Piano Regionale delle emergenzedelle emergenze
• contiene tutte le informazioni e le procedure utili ai fini della gestione delle emergenze che possono interessare il territorio regionale
• raggruppa tutti i piani comunali
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Questa cartografia, basata sul sistema di coordinate utilizzato dalla strumentazione GPS, permette di orientarsi e di comunicare la propria posizione in maniera precisa anche alle squadre che non fossero dotate di tale strumentazione.
La cartografia delle aree di intervento in emergenza attualmente è stata messa a punto e validata in un’area campione e successivamente verrà estesa a tutto il territorio regionale.
Per fornire ai soccorritori in loco ed alle diverse forze agenti sul territorio un modo per orientarsi efficacemente sul territorio, per coordinarsi tra loro e con la Sala Operativa Regionale durante un’emergenza, è stata predisposta una cartografia operativa denominata “Carta delle aree d’intervento in emergenza”.
Carta delle aree d’intevento Carta delle aree d’intevento in emergenzain emergenza
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Il servizio di piena consiste nella sorveglianza degli argini e rientra tra le attività che i Gruppi comunali di volontariato di Protezione Civile sono chiamati a svolgere sul territorio regionale nell’ambito della pianificazione regionale delle emergenze.
Per difendersi dalle esondazioni, fin dai tempi antichi l’uomo costruisce opere idrauliche di difesa quali argini, chiaviche, opere di derivazione. L’efficacia di tali opere al verificarsi di eventi di piena è legata al grado di controllo che viene realizzato sulle opere stesse. Il servizio di piena risponde proprio a questa esigenza di monitoraggio e controllo. Il Servizio di piena è l’insieme di procedure ed attività che sono avviate al sopraggiungere di una piena di un corso d’acqua e si sviluppa in più fasi:
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Il servizio di pienaIl servizio di piena
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• Fase di pianificazione preliminare che è svolta dalla Protezione Civile in accordo con le Direzioni Provinciali Lavori Pubblici;
• Fase di monitoraggio e allerta meterologico che è svolta dalla Protezione Civile della Regione per tramite della Sala Operativa Regionale;
• Fase di sorveglianza degli argini che è svolta dai volontari dei gruppi comunali di Protezione Civile;
• Fase di pronto intervento per la prevenzione ed il ripristino che è una competenza affidata alla Ptotezione Civile delle Regione in collaborazione con le Direzioni Provinciali dei lavori Pubblici.
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Il servizio di pienaIl servizio di piena