ahmed zogu: la costituzione dello stato...
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Sapienza Università di Roma
Dipartimento di Studi Politici
Dottorato di Ricerca in:Storia d’Europa(XXIV° Ciclo)
AHMED ZOGU:
La Costituzione Dello Stato Albanese
Il suo Consolidamento nell’Arena
Internazionale
(1912 – 1939)
Candidato Relatore
Paulin Marku Prof. Antonello Biagini
2
3
INDICE
CAPITOLO I
AHMED ZOGU DALL’ORIGINE ALL’ARRIVO DEL POTERE.
INTRODUZIONE 7
1.1 L’ORIGINE DELLA FAMIGLIA ZOGOLLI.10
1.2 LA GIOVINEZZA DI AHMED ZOGU. 12
1.3L’INDIPENDENZA DELL’ALBANIA 28 NOVEMBRE 1912. 14
1.4 IL PRINCIPE DI WIED IN ALBANIA. 16
1.5 LA NEUTRALITA DELL’ALBANIA DURANTE LA PRIMA GUERRA
MONDIALE. 20
1.6 IL RUOLO DI ZOGU NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE. 22
1.7 LA SITUAZIONE NELL’ALBANIA DOPO LA PRIMA GUERRA
MONDIALE. 29
1.8 LA CONFERENZA DI PACE 1919. 32
1.9 IL CONGRESSO DI LUSHNJA E ILCONSOLIDAMENTO DELLO
STATO ALBANESE. 33
1.10 LA FONDAZIONE DEL PARLAMENTO ALBANESE. 38
1.11 LA CRISI DEL GOVERNO NEGLI INIZI DEGLI ANNI VENTI. 42
1.12 IL PRIMO GOVERNO DI ZOGU DICEMBRE 1922. 44
1.13 LE ELEZIONI DEL DICEMBRE 1923. 52
1.14L’ATTENTATO CONTRO IL PRIMO MINISTRO 23 FEBBRAIO 1924. 55
1.15 LA RIVOLUZIONE DI GIUGNO 1924. 58
1.16 IL RITORNO DI ZOGU E L’INFLUENZA DELLA JUGOSLAVIA. 61
4
1.17DESCRIZIONE DEI GOVERNI 1921 – 1924. 65
1.18ZOGU PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1925-1928. 70
1.19L’OMICIDIO DI LUIGJ GURAKUQI 5 MARZO 1925. 76
1.20I RAPPORTI TESI CON LA JUGOSLAVIA, A CAUSA
DELL’AVVICINAMENTO CON L’ITALIA. 78
1.21 L’AZIONE DELL’ITALIA PER LA RICOSTRUZIONE ECONOMICA
DELL’ALBANIA. 81
1.22I PATTI DI TIRANA 1926 – 1927. 85
CAPITOLO II
AHMED ZOGU RE DEGLI ALBANESI.
IL CONSOLIDAMENTO DELLO STATO ALBANESE NELL’ARENA
NAZIONALE E INTERNAZIONALE.
2.1 LE PROCLAMAZIONE DEL REGNO D’ALBANIA 1 SETT. 1928 89
2.2 IL PERCORSO LEGALE DEL PASSAGGIO DALLAREPUBBLICA
ALLA MONARCHIA. 92
2.3 LA FORMA GIURIDICA DELLA MONARCHIA. 94
2.4 LO STATUTO DEL REGNO. 95
2.5 L’ISTITUZIONE DEL RE. 98
2.6 LE COMPETENZE DEL RE SUGLI ORGANI DELLO STATO. 99
2.7 IL CULTO DI AHMED ZOGU. 102
2.8 GLI ORGANI SUPERIORI DELLO STATO. 105
2.9 LE QUESTIONI ECONOMICHE E LA RIFORMA AGRARIA. 108
2.10 LE CONCESSIONI DEGLI ANNI 30’. 113
5
2.11 LA LAICITÀ DELLO STATO E LE RIFORME NEL CAMPO DELLA
RELIGIONE. 114
2.12LE CONFERENZE BALCANICHE. 118
2.13 IL PEGGIORAMENTO DI SALUTE DEL RE, LE IPOTESI PER SUO
SUCCESSORE. 122
2.14 FORMA GIURIDICA DELLA SOSTITUZIONE DEL RE. 123
2.15 L’ATTENTATO CONTRO AHMED ZOGU, VIENNA 21 FEBB 1931. 124
2.16
LE ELEZIONI PARLAMENTARI DELL’11 NOVEMBRE 1932. 128
2.17 ITENSIONI NEI RAPPORTI CON L’ITALIA 1931-1935. 130
2.18 I RAPPORTI CON GLI ALTRI STATI BALCANICI. 134
CAPITOLO III
IL RIAVVICINAMENTO DEL REGNO D’ALBANIA CON L’ITALIA NEL
1936. LA FUGA DI ZOGU A CAUSA DELL’INVASIONE ITALIANA.
3.1 IL MIGLIORAMENTO DEI RAPPORTI CON L’ITALIA. 139
3.2 LA POLITICA ESTERA DURANTE IL REGNO. 144
3.3 L’ORGANIZZAZIONE DELL’EMIGRAZIONE ANTIZOGISTA
(1925 - 1939). 147
3.4 LE RIFORME PRINCIPALI. 150
3.5 LA STAMPA ALBANESE. 153
3.6 LE ELEZIONI PARLAMENTARI DEL 1937. 155
3.7 I GOVERNI DURANTE IL REGNO. 158
6
3.8 IL PALAZZO REALE. 169
3.9 IL MATRIMONIO DI AHMED ZOGU CON GERALDINE. 172
3.10 LA CONTESSA GERALDINE APPONYI DI NAGY-APPONYI.178
3.11 IL PREZIOSO REGALO DI HITLER. 180
3.12 IL POST MATRIMONIO. 183
3.13 LE TENSIONI INTERNAZIONALI. 190
3.14 I TENTATIVI DI RESISTENZA CONTRO L’INVASIONE ITALIANA.193
3.15 CIANO CONTRO ZOGU. 196
3.16 L’AGGRESSIONE ITALIANA DELL’APRILE 1939. 202
3.17 JACOMONI RACCONTA LE ULTIME ORE DI ZOGU AL POTERE. 205
3.18 L’UNIONE DELLE CORONE CON L’ITALIA. 210
3.19 LA NATURA GIURIDICA DELL’UNIONE ITALO – ALBANESE. 212
3.20 CRONOLOGIA. 214
3.21 CONCLUSIONE 218
3.21 BIBLIOGRAFIA 221
7
INTRODUZIONE
La storia del popolo albanese, anche se poco conosciutanell’arena
internazionale, ha le origini molto antiche.
Sebbene nella maggior parte della sua storia il paese sia stato sotto
l’occupazione di potenze straniere,dall’impero romano e quello ottomano il
quale ha durato per secoli, ma la popolazione ha saputo conservare la propria
lingua, tradizioni, cultura e costumi.
L’ultimo secolare dominio è stato quello ottomano iniziato nel XV secolo
interroto da Gjergj Kastrioti “Skanderbeg”, difensore della patria per
venticinque anni (1443-1468) di stretta resistenza ai turchi, dopo la sua
morte ritorna il dominio ottomano che finira con la proclamazione
dell’indipendenza Albanese a Vallona il 28 novembre 1912.
Questa fondamentale data segna la nascita dello stato Albanese.
Il riconoscimento internazionale del giovane stato albanese viene nel
febbraio 1919 nella conferenza della pace.
L’argomento del lavoro svolto verde questo periodo ancora oggi poco
studiato dal punto di vista storico-politico.
Per avallare le idee sonoconsultati i materiali d’archivio di Tirana.
Il presente lavoro consta di tre capitoli che riguardano ricostruiti con
documenti d’archivio e bibliografia della storia d’autori albanesi e stranieri.
Nel primo capitolosi approfondisce dall’Indipendenza 1912 alla
proclamazione della monarchia 1928. Questo periodo si caratterizza dai
momenti storici e personaggi con un impatto rilevante sul consolidamento
dello stato. Inoltre si notano le congiure della politica interna ed esterna,
soprattutto l’influenza dei paesi confinanti.
I momenti culminanti sono particolarmente l’arrivo del principe Wied, la
Conferenza di Pace 1919, il Congresso dì Lushnja, la rivoluzione dì giugno
1924, l’arrivo al potere di Ahmed Zogu, l’istituzione della repubblica e
politica esterna sono gli articoli principali di questo capitolo.
Nel secondo capitololo stato albanese è centralizzato sotto il dominio di
Ahmed Zogu un re appenaproclamato, cheaveva una visione occidentale.
In questo periodo si raggiunse il consolidamento della legislazione statale.
Intanto portarono a compimento molte riforme nell'economia, istruzione,
sanità e amministrazione. In questo capitolo un ruolo importante furonole
conferenze balcaniche,le relazioni con i paesi confinanti, particolarmente
con l'Italia.
8
Nel terzo capitolosi è dedicata l'attenzione al riconciliamento del rapporto
con l'Italia nel 1936, l’organizzazione dell’emigrazione antizogista.
Punto decisiva in questo capitolo è il matrimonio di Zogu in un momento
non molto favorevole per lui. Dopo il matrimonio si notano gli sforzi del re
contro i tentativi per l'annessione dall'Italia.
Questi sforzi sono falliti il 7 aprile 1939 quando il re Zogu costretto
dall’Italia,lascia il paese con la regina e il suo successore Leka I. In queste
condizioni il paese fu occupato dall'Italia che si rende concreto con la
riunione delle corone.
La tesi si chiude con una cronologia delle date fondamentali per lo stato
albanese e in particolare nel periodo di Ahmet Zogu.
9
La dichiarazione dell’indipendenza dell’Albania, Valona 28.11.1912
10
CAPITOLO I
1.1 L’ORIGINE DELLA FAMIGLIA ZOGOLLI
La famiglia Zogolli sìè
notata per la prima
volta circa cinque secoli
fa, in un piccolo
paesino concirca 150
case chiamato Burgajet,
Mati.Ilcastellofu
costituito intorno al XV
secolo in un posto
favorevole contro invasioni.Il castello di Burgajet, Mati
Per la provenienzadella tribù di Zogolli si è parlato dal XV secolofino ai
giorni d’oggi. Esistono delle ipotesi e misteri detti e scritti trasmesse
attraverso i secoli sulla provenienza di questa famiglia.
Detto dal Re dell’Albania la sua tribù per la prima volta fu notato nella
seconda meta del XV secolo per quando la sorella di Scanderbeg (Gjergj
Kastrioti) è sposata con il capo della tribù di Zogolli1.
Secondo le cronache turche la famiglia Zogolli proveniva dal nord d’Albania
proprio da un piccolo paesino chiamato Zogaj nelle vicinanze di Scutari e
nel XV secolo si trasferisce nella regione di Mati. La famiglia apparteneva
alla religione cattolica.
Negli archivi di stato della Turchia si parla per una grande rivolta intorno al
1631-1632 comandata dal capo della famiglia Zogolli. Il quale non solo
distrugge Tirana, ma perfino arriva nelle vicinanze di Durazzo.
L’esercito di sultano Murati IV riesce a deprimere la rivolta. Zogolli con
suoi due stretti collaboratori è stato condannato a morte tagliandorli la testa
nel 1633 in Oher, mentre i suoi figli si convertano nella religione musulmana
salvando la vita e la famiglia2.
La famiglia Zogolliricomincia a farsi notare nel periodo di Xhelal Pascià
Zogolli, nonno di Ahmed, il quale comanda la sua tribù in una rivolta contro
l’impero ottomano intorno alla fine del XIX secolo.
1Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 11
2Bernd Fisher: op. cit. pg 12
11
Xhelal Pascià Zogolli dopo la rivolta fu preso in ostaggio e portato in
Costantinopoli.3
XhemalPascià primo genito di Xhelal appena occupò il posto come capo
della famiglia, segue lo stesso percorso come degli antenati.
Comincia a organizzare delle piccole battaglie perfino a quanto presse sotto
controllo tutta la regione di Mati. Lui è riconosciuto come capo di Mati e
Dibra. Seguendo l’esempio di Scanderbeg, anche lui usava il suo metodo per
i matrimoni con i capi delle tribù confinanti.
Xhemal Pascià sì e sposato due volte: la prima moglie era di Dibra. Da
questo matrimonio ha avuto il primogenito Xhelal. Suo figlio e ben noto è
stato perfino senatore della repubblica4.
La seconda moglie era la figlia di Emin Bej Toptani capo di una famiglia
ben nota nel centro d’Albania. Con la seconda moglie ha avuto il futuro re
d’Albania Ahmed, l’8 ottobre 1895.
3Herman Bernstein, Hugh Grand. Diplomate Amerikane per mbretin Zog . Dardania. Tirane 1994.pg. 13.
4Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.416. D . 10 pg. 13.
12
1.2 LA GIOVINEZZA DI AHMED ZOGU.
Xhemal Pascia pensava che un puo d’istruzione tanto per saper leggere e
scrivere qualche lettera potesse essere utile al suo figlio. Non essendoci
scuola di nessuno specie nel circondario di Mati, Xhemal Pascia si trova in
dificolta per istruirsi suo figlio. Perciò decise di mandarlo a Costantinopoli
nel collegio di Galata-Saraj5.
Nel 1906 Ahmed vienne mandato in collegio, e rimane fino alla guerra
balcanica.Quando i Giovani Turchi
decidono di rimandare in patria tutti
gli albanesi tra questi anche il
giovanotto Ahmed Zogolli.
Complessivamenteha frequentato
sei anni di scuola turca non avendo
da allora frequentato nessun‘altra.
Dopol’espulsione dalla scuola turca
lui continua a leggere i romanzi e le
storie dei grandi avventurieri del
mondo: Pirrod’Epiro, Napoleone,
Mehmet Ali, Ali Pascià Tepelena.
Istambul,1907La sua unica
cultura linguistica è formata di questeletture in lingua turca6.
Sotto la dominazione turca mentre tutte le altre nazionalità che formavano
l’impero degliOsmanlli avevano il diritto d’imparare e insegnare
liberalmente la loro lingua materna. Mentre la lingua albanese era
rigorosamente proibita fino alla proclamazione della costituzione nel 1908.
Nonostante tutte le colonie albanesi all’estero (Bucarest, Sofia, Egitto e
America) stampavano giornali, libri di testo e opere politiche in lingua
albanese con un alfabeto creato fino dal 1876 a base del carattere latino7.
Dopo la costituzione turca anche agli albanesi ebbeconcesso la liberta
d’insegnamento la lingua materna.
I Giovani Turchi pero, anche allora seppero trovare uno stratagemma per
rendere assolutamente inefficace la detta libertà. Approfittando del
fanatismo religioso e dell’ingenuità della massa musulmana in Albania,
5Bernd Fisher: op. cit. pg. 15.
6Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.) F.416. D. 10 pg.13.
7Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.) F.416. D. 10 pg.14.
13
vollero opporre all’alfabeto latino quello turco insinuando che a un popolo
musulmano non conveniva un alfabeto adoperato dai popoli cristiani.
Ciò lo faceva sapendo perfettamente che l’alfabeto turco era assolutamente
inadatto alla lingua albanese. I Giovani Turchi per essere più efficaci questo
intrigo, lo volevano fare per mezzo di albanesi stessi a farlo passare come
una faccenda che non li riguardava. Avevano bisogno di strumenti. Ed ecco,
proprio qui comincia la bella carriera politica e patriottica del signor Ahmed
Zogu allora, Zogolli.
Difatti Ahmed bej ben che giovanissimo (aveva appena sedici anni)
prendeva parte a tutte le manifestazioni di stampa e di piazza,organizzate dai
Giovani Turchi contro l’alfabeto albanese. Non solo in questo campo
politico culturale egli si è schierato, al fianco degli oppressori della sua
nazione ma in tutte le lotte accanite e sanguinose disperatamente intraprese
dal popolo albanese contro i turchi, dal 1909 fino al 1912, non ha mai
cessato di giovare al nemico con la sua parola e con la sua firma, sia tra
moltissimi suoi compaesani lavoranti a Costantinopoli sia in Mati stesso,
dove era considerato come erede di suo padre .
14
1.3 L’INDIPENDENZA DELL’ALBANIA 28 NOVEMBRE 1912
Nella guerra balcanica molte
parti dell’Albania del nord
non erano occupate dai
serbi, cosi anche Mati,
Mirdita e Malsia e Madhe.Il
confronto albanese-osmano
indebolisce reciprocamente i
due stati8.
Il giovane Ahmed bej,questo
fatto accidentale che era
semplicemente da
Valona, 28.11.1912
nemico, lo faceva passare ai suoi ingenui compaesani come una sua opera
personale e in questo modo poteva attirarsi tutte le simpatie e le
riconoscenze di quella gente fanatica e cosi contenta di non vedere il paese
sotto il tallone del tanto odiato Slavo.
Approfittando di questa circostanza, Ahmed bej nel novembre 1912 poté
partire per Vallona attraversando nascostamente dalle zone occupate dai
serbi per partecipare al Congresso Nazionale, che sotto la presidenza
d’Ismail Qemali proclama l’indipendenza dell’Albania9. Ci arrivo alquanto
tardi ma accettò e firmo anche lui, quale rappresentante di Mati tutte le
decisioni già prese.
Alcuni mesi dopo Esat Pasha Toptani consegnava la fortezza e la città di
Scutarial principe Danilo di Montenegro e si ritirava con le sue truppe a
Tirana, appena sgombrata dai serbi in virtù delle decisioni della conferenza
di Londra.
Esad non volle riconoscere l’indipendenza dell’Albania e sottomettersi al
governo di Valona da cittadino leale, ma si atteggio da padrone dell’Albania
centrale con l’incarico di generale turco.
Il giovane Ahmed Bej Zogolli questa volta dimenticò quello che pochi mesi
prima aveva fatto a Vallona e si affrettò a dare mano forte a Esad Pascia
8Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006.pg 17. 9Muin Çami. Shqiperia ne rrjedhen e historise (1912-1924). Onufri. Tirana 2007.Pg. 15.
15
a Tirana dove rimase per parecchi giorni suo ospite gradito.
La popolazione di Kruja, capitale del famoso Scanderbeg, guidato da un
giovane patriota, aveva resistito fino allora tenacemente alle mire traditrici
del Pascià turco,senza impressionarsi tropo dalla minaccia delle sue truppe.
Quando però si vide minacciata anche dalla tribù di Mati di modo che poteva
essere da tutte le parti attaccata e schiacciata, dovette pur essa cedere.
Se Ahmed bej con Mati, fosse rimasto fedele come Kruja e insieme con essa
all’indipendenza e al governo legale della sua patria, Esad pascià Toptani
non sarebbe mai riuscito a creare tutti quei torbidi in Albania centrale, che
tanto hanno compromesso l‘avvenire del paese.
I serbi che dalla Conferenza di Londra non ebbero tutte le loro aspirazioni
appagate, comunque metà del popolo albanese sia stato sottomesso al loro
gioco in Albania avevano scoperto un elemento corrotto, i quali si
presentavano facilmente a ogni gioco d’interesse.
Erano i bej con a capo Esat pascia Toptani. Quest’ultimo nell’agosto 1913
aveva costituito a Durazzo il governo dell’Albania centrale, indipendente da
quello di Vallona.
Quindi dall’autuno 1913 al gennaio 1914 il paese aveva due diversi governi:
quella di Vallona e quella di Durrazzo10
.
La casa di Ahmed bej Zogolli a Mati era divenuta il quartiere generale degli
agenti serbi, a capo dei quali era Arif Hikmet, un traditore albanese di
Cumanova quello stesso che presiedeva nell’1909-10-11, il club albanese
dell’alfabeto turco, di cui faceva parte il giovanotto Zogolli.11
Esat pascià se n’era accorto. Il gioco non gli piaceva perche, nella sua
giurisdizione era logica che tutte le relazioni con l’estero siano esse,leciteo
illecite si concentrassero nelle sue mani e gli aveva ragione di tenersi un
futuro rivale della persona del giovane Ahmed bej Zogolli che mostrasse di
voler fare da se con i serbi o che si arricchisse con il denaro serbo, pero non
gli fece nulla, lo tollerò forse anche per riguardo ai suoi amici serbi. Dopo
questo fatto la relazione tra pascià di Tirana e il bej di Mati non rimasse
quelli intimi rapporti di prima.
10
Muin Çami: op. cit pg 23. 11
Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.416. D . 10 pg 15.
16
1.4 IL PRINCIPE DÌ WIED IN ALBANIA
Il 21 febbraio1914, una delegazione albanese ando in Germania per
consegnare la Corona Albanese a Wilhem von Wied. Il capo della
delegazione era Esad Toptani12
. Il 7 marzo 1914 il principe Wiedarriva in
Albania dopo quattro secoli e
mezzo di schiavitù.
Sono partite numerosissime
delegazioni a Durazzo per
salutarlo come primo sovrano
dell’Albania indipendente.
In questa delegazionenon
poteva farne di meno la
regione di Mati e suo capo
Ahmed bej Zogolli.
Pochissimo tempo dopo
scoppiò la rivolta contro il
pascià dell’Albania
centrale.Inoltre il principe
credendo d’averlo suddito
fedele chiamò in suo aiuto
tanti pascià, tra altri, anche lo
Zogolli, e lui non rifiutò.
Il capo di Mati vigilava
attentamente per cogliere
l’occasione di prendere la sua
parte di dieci milioni di franchi, dal prestito di settantacinque milioni
promesso dalle grandi potenze al principe.13
Ricevette centoquaranta mila
franchi oro da Durazzo.
Raccolse puoi un migliaio d’uomini pagando loro venti franchi ciascuno
come anticipo del mensile promesso,scese a Kruja che la aspettava per
riunire le due forze per attaccare i ribelli insieme dal nord. Mentre pascià
Bib Doda con i Mirditi doveva marciare da Alessio sopra Ishmi, ma Ahmed
tradì vergognosamente. Appena cominciato il movimento, le forze di Bib
12Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 42.
13Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.416. D. 10 pg. 16.
17
Doda passavano il fiume Mati arrivandoa Ishmi, ma Zogolli dall’ordine ai
suoi uomini con la massima desolante sorpresa di tutti di ritirarsi verso Mati.
L’inizio della prima guerra mondiale in europa il 4 agosto 1914 era il colpo
definitivo per il potere di Wied.14
Il 3 settembre1914 il principe di Wied si trova sotto tanta confusione del
paese e per ciò cosi lascia l’Albania.
Verso la metà dell’ottobre Esat pascià Toptani ritorna al suo palazzo
principesco di Durazzo per governare il paese rimasto in piena anarchia15
.
Esad si trovava in Italia in questo periodo e doveva tornare in Albania,
invece di prendere la via naturale del mare per sbarcare a Durazzo,
prefferisce passare per la Serbia arrivando a Dibra pieno di oro eabbastanza
denaro. Qundo arriva a Dibra raccolse con una chiamata in massa tutta la
gente di quella regione che poteva partire e adoperare le armi.
Esad si fermaa casa del capo di Mati, Ahmed bej Zogolli.
È bastato un breve colloquio fra i due per mettersi perfettamente d’accordo,
poiché Esad aveva un appoggio anche da parte della Belgrado.
Dunque anche i Matiani d’Ahmed bej accompagnarono Esad Pascià a Tirana
e poi a Durazzo senza il loro capo.
Perché non andò il giovane ma furbo, Zogolli personalmente con Toptani
che era anche suo zio lontano?
Evidentemente voleva conservare la sua gravità e importanza, gli ostacoli di
Belgrado. Non convenendogli sembrare un satellite di Esad, ma anche
perche sapeva che quest’ultimo non potrebbe esser ben accolto dalla
popolazione in effervescenza delle provincie del Centro. Non voleva dunque
compromettersi in nessun modo. Capiva che era il caso di salvare la vita.
In questo periodo, mentre in Europa infuriava la Guerra, l’Albania si trovava
in piena anarchia.
La città di Durazzo soltanto era governata da Esad Pascià, giorno e notte alle
prese con i rivoltosi, i quali dominavano le provincie di Durazzo, Elbasan e
Berat.
Ahmed bej Zogolli aveva terminatocon i rivoltosi un’intesa di non
aggressione reciproca. Egli, rimasto tranquillo e padrone di Mati.
Aveva un magnifico gioco per i serbi e gli austro’ungheresi nello stesso
tempo. Il suo paese poteva giocare una parte discreta in favore dell’uno e
14Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009.pg. 148.
15Muin Çami: op. cit pg. 32.
18
dell’altro avversario. Per i serbi, che erano più deboli, questa parte aveva
un’importanza maggiore e perciò era pagato assai caro.
Mentre il consolato austro’ungherese di Scutari rispondeva semplicemente
con dei ringraziamenti e promesse future alle offerte che Ahmed Bej Zogolli
prodigava ogni qualvolta che veniva a sapere dei successi delle armi
austriache. Questo doppio gioco del giovane Zogolli non poteva sfuggire al
governo di Vienna e delle S. M. austro-ungariche, che meglio degli altri
austriaci internava Ahmed Bej a Scutari.
Dopo qualche tempo un suo amico d’allora (Ahmed cambia amici secondo le
circostanze) molto influente nei circoli ufficiali del governo di Vienna,
interviene in suo favore non solo lo fa liberare ma lo rende una persona di
fiducia del comando d’Arrata austro’ungariche in Albania. Sicché egli è
nominato dei mercenari di Mati col grado colonnello di riserve e mandato
per rinforzare la fronte di Vjosa contro Vallona.
Ormai la Serbia non esisteva più. L’Austro-Ungheria sembrava dovesse
padroneggiare in tutta i Balcani. Ahmed Zogolli diventava un agente del
governo di Vienna e del suo comando militare in Albania.16
Aveva degli onori complimenti, gradi e decorazioni ma a lui occorrevano
più di questi, quegli altri benefizi materiali di cui l’avevano abituato i serbi,
su questo punto gli austriaci erano un po’avari. Anche Esat pascià aveva
chiesto a loro tre milioni di corone per portare con un colpo di scena al trono
Albanese il duca d’Urac, prima che la scelta dell’Europa fosse caduta sul
principe di Wied.Quando esercito Austro-Ungarico, dovette ritirarsi
dall’Albania Ahmed bej si ricordo di quello che aveva fatto contro il paese e
di aver combattuto contro l’Italia per conto dell’Austria, scappò a Vienna
mentre si eseguiva l’evacuazione dell’Albania.
Inseguito Ahmed bej dopo aver sostato a Vienna per un periodo, voleva
tornare in suo paese. Mentre tornava in Albania, si alloggia a Roma
naturalmente essendosi ben assicurato che nessun male gli poteva accadere
da nessuna parte.
Questa volta trova gli amici serbi più vicini di prima al suo paese
nativo,proprio sul Drini.
Dunque i contatti tra di loro non erano più facili e necessari e cosi
avvenivano, infatti, le disposizioni serbe verso Ahmed Zogu non erano più
quelle di una volta. Il suo austriacantesimo eccessivo durante l’occupazione
16
Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F 416. D. 10 pg. 17.
19
dell’Albania e le sue cattive relazioni con Esad Pascià su di cui si
appoggiava ormai quasi tutta la politica serba in Albania, ciò metteva in
difficoltà Ahmed bej Zogolli.
Ahmed ormai cambia il suo cognome da (Zogolli) a (Zogu) perche qualcuno
gli aveva spiegato che parola Zogolli era composta dalla parola “albanese”
Zog(uccello) e quella turca oglli-olli (figlio) che sarebbe figlio d’uccello.
Ahmed forse per dimenticare le sue lontane strettissime relazioni con i
turchi, con un eccessivo zelo di nazionalismo artificiale, preferiva chiamarsi
semplicemente Zogu.
Ahmed aveva cominciato d’avere paura, perche Esad si rinforzavanosempre
di più. Esad non poteva dimenticare la sua alleanza con gli insorti contro di
lui, né la sua opera sotto l’occupazione austriaca.
Egli da qualche tempo aveva scorto in Zogu un futuro rivale insidioso.
La paura del trionfo di Esad pascià spingeva lo Zogu a diventare ancora più
docile, schiavo nelle mani dei serbi. Questi lo assicuravano e nello stesso
tempo lo spingevano ad aiutare il movimento. A malincuore per paura e per
obbedire ai suoi padroni serbi, Ahmed incominciò a favorire l’essadismo a
riallacciare relazioni con i principali capi di questo movimento17
.
17
Nelle pagine sopra scrite si spiegano l’arrivo di Wied e la sua partenza, pero quello che voglio rilevare è il doppio
gioco di Ahmed Zogu ed Esad pascia Toptani. (A.Q.SH.)
20
1.5 LA POSIZIONE DELL’ALBANIA NELLA PRIMA
GUERRA MONDIALE (1914-1918)
Dall’inizio della prima guerra mondiale, fino alla fine l’Albania non si
amministrava da un governo sovrano, la quale poteva dichiarare guerra e per
ciò rimasse un paese neutrale. Purtroppo il paese è trasformato in un campo
di battaglia dagli altri stati partecipanti nella guerra.
Durante la prima guerra
mondiale l’Albania non
aveva nessun ruolo principale
per essere sotto la guerra, ma
vedendo la posizione
geografica automaticamente
si trasforma in un campo di
battaglia.
Dopo la partenza del principe
di Wied, l’Albania rimasse
cosi senza un capo di stato
perciò, il suo nemico storico,
la Grecia coglie l’occasione e dichiara guerra l’Albania.
La mancanza del capo di stato Albanese fu notata non solo dai nemici greci
ma anche dall’Italia. L’occupazione dell’Albania dava la possibilità all’Italia
dicomandare l’Adriatico avendo cosi la possibilità di estendersi verso l’est.18
Il 29 ottobre 1914 a Valona sbarca la nave guerra (Dandolo) con la missione
sanitaria comandata da un vice colonnello.19
Il giorno successivo le truppe
italiane sbarcano all’Isola di Sasanoa Valona, che era appena abbandonato
dalle truppe Greca.
Nel novembre 1914 la Russia proporre ai suoi alleati la divisione
dell’Albania in due parti: tra Grecia e Serbia prendendo come punto di
confine il fiume di Shkumbin che condivide il paese. Questi piani
sonocontestati dalla Gran Britannia per il semplice motivo: chiedevano che
l’Italia sia presente prendendo cosi un terzo del paese.
In queste circostanze il 25 dicembre 1914 con il permesso dell’Intesa
l’esercito italiano si ponenella regione di Valona costruendo l’amministrata
civile. In questa amministrata il ruolo fondamentale era alle mani di Gjergj
Çako capo del tribunale civile.
Nella prima guerra mondiale l’Italia mantiene una posizione neutrale fino a
un certo punto, sempre approfittando dalla sua posizione continua il dialogo
18
Muin Çami. Shqiperia ne rrjedhen e historise (1912-1924). Onufri. Tirana 2007. pg. 39. 19
Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 64.
21
con i due campi nemici della guerra cercando cosi di ottenere allungamenti
nel territorio albanese.
Nel 1915 Roma fece le sue proposte con intenzione di allargare i suoi
confini in Albania.20
Da Vienna arriva una risposta ben concreta che si basavano sulla conferenza
di Londra del 1913 rifiutando la loro proposta.
Durante l’occupazione dell’esercito Italiano in Albania fu fondata la
”Legione Milizie Albanese” composta di due battaglioni e quattro
compagnie ciascuno.
In questo periodo furono mandati dei giovani albanesi dall’esercito Italiano
per seguire gli studi militari in Italia.
20
Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 10. pg. 17.
22
1.6 LA POSIZIONE DI ZOGU NELLA PRIMA GUERRA
MONDIALE
Nel maggio del 1914 era iniziata una rivolta nell’Albania centrale mettendo
in tante difficoltà il regno del principe di Wied.
Prima che il principe di Wied abbandonasse il trono AhmedZogu,era a Kruja
con le sue truppe (quattro mila uomini) pronto a intervenire nel momento
che il principe lo chiamava in aiuto. Lui era pronto par dare il suo contributo
ma, principe di Wied aveva già perso il controllo della situazione
lasciandolo Zogu ad aspettare senza nessun’indicazione. Questa cosa non
piace a Zogu e lui ritorna con le sue truppe a Mati.
Il ritorno a Mati viene in un momento molto critico dell’Albania. Tutte le
regioni del sud e l’est erano distrutti e invase dall’esercito Greco. Il principe
di Wied teneva sottocontrollo con tante difficoltà soltanto la cita Durazzo. In
queste circostanze un “Consiglio degli Ambasciatori” si riunisce con il
Commissione Internazionale Del Controllo il 2 agosto 1914 a Durazzo. La
riunione decide che grandi potenze non potevano intervenire in Albania e
consigliano il principe di Wied di abbandonare il trono e lasciare il paese
nelle mani della commissione Internazionale del Controllo. Questo fatto
succedesse il 3 settembre1914.21
Dopo la partenza del principe di Wied, una
nuova rivolta guidata da Myftiu i Tiranes porta il paese in un caos totale.
Chiunque andava contro questa rivolta era assassinato e pure la sua casa era
bruciata. La bandiera dell’Albania era sostituita da quella Turca e la
situazione del paese era peggiorata.22
Soltanto nella regione di Mati comandata Ahmed Zogu, la popolazione
poteva vivere in liberta senza caos e terrore.
Zogu rimane a Mati fino la primavera del 1915 quando viene a sapere che
suo nemico, Esat Toptani unito con i serbi voleva attaccare Mati. Zogu
decide di lottare per difendere la sua regione. Dopo l’invasione della Serbia
dalle truppe austro-ungherese Esad Toptani aveva legato il suo futuro con il
governo serbo, dichiara guerra all’impero austro-ungherese.
Zogu decide di far alleanza con l’Austria, perciò le truppe austriache
raggiungevano la regione di Mati per aiutare Ahmed Zogu.Le forze
armateaustro-ungherese marciavano verso la direzione di Durazzo, dove
stava Esad Toptani. Esad parte per Italia lasciando Durazzo nelle mani di
Zogu.
Un nuovo governo locale è formato, dunque Zogu decide di marciare verso
il Sud. Zogu era il capo generale di tutte le forze fedeli a lui, nonostante
21
Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 59. 22
Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 157.
23
aveva ventuno anni. Lui era colonnello, ma portava la divisa dell’esercito
Albanese, non quella austriaca.
Zogu chiede tutte le prefetture di formare governi locali e fece ristabilire il
governo. Aqif Pascia governava nel tempo del principe di Wied con come
ministro degli affari interni e nomina anche i prefetti e i viceprefetti. Zogu
manda un ultimatum al comando italiano dicendo che Vallona è stata sempre
terra albanese e chiede immediatamente la liberalizzazione della città.
Nonostante l’alleanza con gli austriaci lui prende l’iniziativa per organizzare
un’assemblea costituzionale nel marzo del 1916 a Elbasan. Invita i delegati
da tutte le parti dell’Albania e dalle colonie albanesi nell’estero: Bucarest,
Sofia, Losanna e da tutti altri paesi, dove erano delle colonie albanesi.
Quest’assemblea doveva riunirsi per discutere e decidere il futuro
dell’Albania.
I ministri del governo di Wied avevano abbandonato Durazzo per il motivo
della violenza e del terrore, ma non si erano dimessi dal governo. Vedendo
le circostanze dove nel paese era tornata la tranquillità, i ministri dovevano
tornare in Albania per occupare i lori posti nel governo.
Il Congresso d’Elbasan dal punto di vista di Zogu, doveva decidere sul
futuro del paese nonostante la maggior parte era sotto l’invasione.
Zogu scrive un telegramma ad August Kral, il quale era comandante
generale delle forze austriache in Albania: “Noi abbiamo deciso che il
Congresso Nazionale si riunirà il 18 marzo 1916 a Elbasan con l’intenzione
d’assicurare la collaborazione tra i tribù albanesi e per discutere cosa
bisogna fare che il nostro paese possa andare avanti e migliorarsi e di
mantenere la liberta data dall’esercito austriaco dal quale aspettiamo
l’allargamento dei nostri confini basata nell’identità della nazione”.23
Sfortunatamente le autorità austriache vietano questo movimento. In un
ponte dove passavano l’unica strada per Elbasan tutte le autorità le quali
volevano entrare nella città, sono fermati dall’esercito austriaco con la
motivazione che non era consigliabile l’entrata, siche la città era in
quarantena dal colera.
Gli austriaci giustificano il loro comportamento grottesco dicendo: “Dovete
pensare che ogni riunione a base politica era vietata”. Non solo vietano la
riunione, ma arrestano tanti marescialli albanesi, per fine uccidono alcuni di
loro con il motivo di falsificazione.
Nonostante questo, l’esercito austriaco riesce a scogliere l’amministrata
nazionale che sì e messo a Elbasan, prendendo la cita sottocontrollo.
Le altre prefetture non avendo gli uffici centrali dovevano sottoporsi al
governo austriaco che controllava la maggior parte del paese.
Tutti questi motivi dimostrano apertamente,contro le promesse fasulle fatte
dal comandando dell’esercito.Zogu convinto che le promesse date non erano
23Herman Bernstein, Hugh Grand. Diplomate Amerikane per mbretin Zog. Dardania. Tirane 1994. pg. 25.
24
nulla soltanto delle bugie politiche per calmare il popolo albanesesubito
raggiunge il comando superiore d’August Kral, il colloquiodura poco dopo
una breve discussione si litiga con lui.
Zogu è invitato in Spalato, dove lui si ospita con ringraziamenti reali onori.
Loro dimostrano a Zogu la grande potenza dell’esercito e di marina con le
navi guerriere e igrandi potenze aeri.
Cosi loro cercavano di convincerlo che è inutile confrontarsi con le grandi
potenze e si devono dare ascoltò i loro ordini.
Loro capiscono che questi metodi non servivano niente per impaurire Zogu e
cosi decidono di mandarlo all’esilio per quanto durasse la guerra.
Nel settembre 1918 Bulgaria all’improvviso firma la pace con gli alleati e
cosi l’Austria è obbligata a lasciare il territorio albanese immediatamente.
Cosi nell’ottobre del 1918 tutto il territorio albanese che era invaso dagli
austriaci passa alle mani degli italiani, escludendo Scutari che era occupata
dai francesi.
Dopo la caduta dell’impero austriaco Zogu aspettava la fine della guerra per
ritornare in Albania. Lui torna e va direttamente a Mati, dove con le sue
truppe armate doveva trovare modo come si poteva liberare l’Albania.
Con la venuta dell'Austria in Albania, Zogu vide aumentare il numero dei
propri nemici e più che il numero vide crescerne enormemente la potenza.
Egli voleva unire i patrioti, coordinare i loro sforzi, ottenere che piede
straniero non pesasse da conquistatore sul suolo albanese. Ed è perciò che
volava ovunque vi fosse da combattere e non mancava di sollecitare chi
potesse essere utili, a muoversi, organizzarsi e agire.24
L'INGRESSO DEGLI AUSTRIACI IN ALBANIA
L'ingresso degli Austriaci in Albania fu salutato da molti con simpatia.
E non v'è da meravigliarsene per varie ragioni. Anzitutto la situazione era
spaventosamente tragica dappertutto, per l'opera dei nemici esterni e per le
discordie interne. D'altra parte l'Austria aveva saputo preparare un'opinione
pubblica a essa assai favorevole con un lavoro continuo, paziente e sapiente,
sviluppato con metodo e procedura adatta alle condizioni sociali del Paese. E
così, quando nel gennaio 1916 le truppe austriache varcarono il confineè
piombarono a Scutari scacciandone il Montenegro, naturalmente trovarono
le più liete accoglienze non solo per aver saputo antecedentemente lavorare
l'ambiente, ma perchépur senza volerlo i montenegrini, avevano ben operato
per essi, inasprendo l'animo della popolazione, che avrebbe in loro vece
preferito il diavolo.
24
Terenzo Tocci: Il re degli albanesi. A.Mondadori Milano 1938 pg. 43.
25
Augusto Kral, che era stato console a Scutari e aveva ben studiato uomini e
cose e forse predisposto molti fatti, entrò con le truppe e diede mano a
una’organizzazione civile assai utile. Apri scuole albanesi anche oltre i
confini del 1913, organizzò una gendarmeria nazionale, dispose misure
protettive dell'agricoltura e della zootecnia e mise ancora molta cura nel
tutelare la libertà dei culti.
Ma bisogna pur dire che l'opera dell'exconsole era frustrata e svalutata dalla
condotta delle truppe, molte volte inopportunamente severe, in ogni caso
sempre spietata, per quanto apparentemente rispettosa di leggi e regolamenti.
E da questa mancanza di unità d'indirizzo nacquero diversi mali, e il loro
principale fu che l'operosità costruttiva veniva a cognizione degli Albanesi
attraverso le svalutazioni dei militari.
Quindi, quando arrivò a Zogu l'invito di Augusto Kral di partire per Kruja
con i propri fedeli per unirsi alle truppe austriache sotto gli ordini del
Comando generale di queste, egli intuì che era il caso di fare buon viso a
cattivo gioco, al solo scopo di arrivare a una dignitosa collaborazione e cosí
dare il contributo albanese come alleato o sotto altra forma che non potesse
ledere il decoro e gli interessi nazionali.
La critica storica, quando potrà valutare questo progetto, mettendolo in
relazione con la tragicità della situazione, non potrà non convenire che fu la
concezione di uno statista e condottiero di genio e di un'audacia
straordinaria. Dal pensiero all'azione Ahmed Zogu raccolse suoi valorosi,
che già cominciavano a sentirsi veterani, e a marce forzate puntò su Kruja.25
Ma, prima di arrivare nella celebre rocca di Skanderbeg, apprese che vi
erano già arrivati gli Austriaci. Allora si rivolse a Tirana ma disdetta anche
nell'attuale capitale erano arrivate truppe austriache.
Il instancabile Condottiero non si disperò per questo e sebbene i propri
soldati fossero stanchi, quasi sfiniti, non si arrese alla sfortuna e si rivolse a
Durazzo, dove arrivò trionfalmente il 2 febbraio 1916. Non si ferma in
mezzo al popolo festante, delirantedi entusiasmo ma corse nel Palazzo che
era stato del Principe di Wied, di proprio pugno alza di nuovo la bandiera
nazionale e telegrafò al popolo di Elbasan con cesareo stile:
Ovunque passava erano accoglienze di esultanza. Egli issava di nuovo
dappertutto la bandiera nazionale. La Patria era ridotta vera a un corridoio a
semicerchio di aquile, da Durazzo a Elbasan, attraverso Kavaja e Peqin: un
corridoio, ma era pur sempre la Patria.
A Elbasan 16 febbraio 1916non si fece addormentare dal delirio di gioia che
l'aveva accolto.Il vessillo di Skanderbeg, costituì un'Assemblea nazionale
provvisoria, organizzò i servizi di Stato mancanti, migliorò e completò per
quanto fosseropossibili gli esistenti, e si mise a capo di un comitato che
25 Terenzo Tocci: op. cit.pg. 45.
26
preparasse per il 18 marzo una grande Assemblea nazionale definitiva che
dirigesse i destini della Patria durante la Guerra mondiale.26
A tale Assemblea furono invitati anche rappresentanti delle colonie albanesi
all'estero.
L’Austria pensava diversamente. Pertanto, quando Augusto Kral abilissimo
esecutore delle direttive di Vienna apprese i preparativi da una lettera di
Zogu che lo pregava di voler considerare con spirito amichevole l'iniziativa
albanese, tendente ad assicurare il trionfo del principio dì nazionalità e ben
lontana da ogni avversione ai
popoli amici della monarchia
austro-ungarica. Rivelò quali
fossero i fini e il contenuto
dell'albanofilia viennese: con
tanti battaglioni entrò in Elbasan
e posa fine a ogni preparativo,
minacciando l’applicazione della
legge marziale.
Non solo fece ciò, ma stese gli
artigli su tutte le zone che non
erano occupate dalle truppe
avversarie. Ciò non ostante si
tentò di non esasperare l'animo
del futuro Re e gli si mandò una
commissione con a capo il
Principe Windischgraetz
, Zogu durante la prima guerra mondiale invitandolo a una sincera collaborazione e portandogli le insegne di
colonnello austriaco.
Zogu, per quanto assai irritato, seppe non farsi trascinare dall'ira, si dominò
ed ebbe parole gentili di ringraziamento per l'onore che i sì faceva, ma trovò
anche il modo di declinare col dovuto garbo l'invito alla collaborazione.
Allora fu pregato di recarsi a Scutari per conferire con Augusto Kral, che
non voleva rassegnarsi alla tenacia del coraggioso patriota e ne temeva
l'influenza.27
Il duello fra l'astuto rappresentante dell'imperialismo austro-
ungarico e l'irriducibile alfiere del nazionalismo albanese fu drammatico.
Il primo si era trincerato nella formula che era indispensabile per l'avvenire
dell'Albania una collaborazione sincera, mentre il secondo opponeva
invariabilmente che non potevano coesistere la sincerità e
26 Terenzo Tocci: op. cit. pg. 47. 27
Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.416 D. 32 pg. 17.
27
l'oppressione.Poiché l’avocazione a sé, da parte degli Austriaci,
dell'amministrazione interna non era compatibile con la sovranità di un
popolo indipendente, che veniva a essere spogliato dei suoi diritti di padrone
della propria terra. Né valsero lusinghe e minacce; le prime erano respinte
sdegnosamente, mentre alle seconde l'immancabile risposta era un sorrisetto
garbato scherno. Allora Kral decise di espugnare la fortezza con un assedio
di cortesie. Gli fece fare delle gite di piacere lungo la costa dalmata,
ovunque facendolo accogliere con grandi onori. Fu in questo periodo che
Egli volò in aeroplano per la prima volta, conservando ricordo vivissimo
dell'umoristica paura di un alto funzionario viennese che lo accompagnava
nel volo.
Ma anche i grandi onori tributatigli con ricevimenti principeschi e attenzioni
di ogni genere, non valsero a indurre Zogu a cambiaredirezione.
Non e possibile rispondeva; volervi realmente bene se dobbiamo servire, se
ci si contesta di essere padroni di casa in casa nostra.
Voi siete venuti per inseguire i Serbi e non per opprimere gli Albanesi; voi
combattete una guerra della quale noi non abbiamo colpa. 28
Se è coincidenzad’interessi nel combattere i Serbi, per tale coincidenza, che
anche a voi sono utili, non possiamo rinunciare alla sovranità territoriale.
Non si tratta delle loro terre, ma di suolo albanese! Questi argomenti erano
dibattuti ogni giorno, e sempre senza risultati non potevano essere confutati
seriamente e lasciavano perplesse se le alte autorità austriache, al quale
bisogna oggi riconoscere il merito di aver rispettato fino a un certo punto la
grande personalità, senza dubbio affascinante, del giovane avversario, dal
coraggioso, sincero e geniale eloquio.
Ma se si rinunziava a sopprimere con uno dei tanti mezzi politici o di guerra
il giovane e pericoloso idealista, non si rinunziava al tentativo di assorbirlo o
di eliminarlo almeno in maniera da neutralizzarne le ardenti aspirazioni. E fu
perciò che si cominciò con intimidazioni d'indole concreta e tali da far
meditare, imponendo lo scioglimento dei gruppi che formavano l’anello
della catena zogista e sopratutto colpendo gli ufficiali.
Ma per tre ufficiali fedeli a Zogu, che furono fucilati sotto il pretesto che
cospirassero contro il Corpo operante austriaco, il popolo di Mati,
automaticamente e senza entrare in recriminazioni, applicò largamente la
legge del taglione contro ufficiali e soldati austriaci.
Poiché fu constatato che anche questo sistema era pericoloso, si ricorso a
quelle misure assillanti e vessatorie di polizia che in certi ambienti viennesi
aveva grandi dottori, perseguitarono i notabili e i gregari, disarmandoli,
internandoli o relegandoli nelle loro case col divieto di muoversi.
28
Terenzo Tocci: Il re degli albanesi. A.Mondadori Milano 1938.pg. 49.
28
Ma queste misure precauzionali, per quanto efficaci, non erano tali,
nell'ambiente vibrante creato dal Condottiero, da indurre alle rinunzie.
Erano quindi da ritenersi misure provvisorie, in attesa che si potesse
brevettare una misura radicale. L'occasione si presenta senza merito dei
pavidi funzionari e ufficiali con la morte dell'imperatore Francesco Giuseppe
e l'assunzione al trono di Carlo I.
Si fece apparire ben naturale, per mezzo di abilissimi agenti propagandisti,
che una delegazione di Albanesi dovesse far atto di cortesia e di amicizia e
recarsi a Vienna per presentare gli auguri all'Imperatore, e che questa
delegazione dovesse essere capitanata da un'alta personalità, come per
esempio Zogu.
In Austria a Zogu si è stata data la possibilita di avere una conoscenza
profonda nella cultura e nella costituzione occidentale29
.
Posto in tali termini l'invito, non era possibile sottrarsi al viaggio a Vienna
senza esporsi a rappresaglie fatali, cui si cercavadi dar pretesto. Ma non si
trattava che di una tagliola per quanto fosse attendibile che chi vi poneva il
piede avrebbe imitato il leone che si amputa la zampa per non restare
prigioniero si faceva assegnamento su l’impossibilità che il giovane potesse
facilmente evadere da Vienna. Fu trattato con onori grandissimi e squisita
cortesia, ma, al momento della partenza boli ci fecero comprendere che non
era possibile consentirgli di ritornare in Albania.
Argomenti non ne mancavano si trattava di un arbitrio e di una slealtà,
perché un ospite, venuto in Austria per presentare gli auguri all'Imperatore,
era trattato come un prigioniero di guerra, il che, da qualche tempo
immemorabile, era contrario non solo agli usi internazionali; ma non era
compatibile neppure con le norme più elementari del consorzio umano.
Il Governo di Vienna tenne duro.Fu inevitabile sottomettersi alla realtà e
attendere pazientemente, ma da forti, lo svolgersi degli avvenimenti.
Ma da ritenere che i due anni passati a Vienna siano stati molto utili a Zogu,
che, oltre Costantinopoli, non aveva conosciuto altro mondo. Si tuffò nello
studio della vita occidentale con la passione di chi s'è imposto una grande e
alta missione nella vita. E coltiva seriamente la storia, che è anche la sua
passione inesauribile, apprese la lingua tedesca e volleva conoscere virtù e
difetti della vita occidentale. Delle sue conclusioni, come si vedrà in
appresso, fece tesoro nel proprio Regno.30
29Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 26.
30La posizione di Zogu durante la prima guerra mondiale è stata rilevata negli archivi di stato di Tirana.
Inoltre è stato raccontato in maniera precisa da Terenzio Tocci nel suo libro “Il re degli albanesi”, spiegando tutti i
movimenti del giovanne futuro re Albanese.
29
1.7 LA SITUAZIONE DELL’ALBANIA DOPO LA PRIMA GUERRA
MONDIALE.
Quando stava per finire la prima guerra mondiale, l’Albania continuava a
esserci sotto il controllo delle forze armate straniere.
Nel luglio 1918 le forze francesi marciavano nella direzione verso Elbasan,
ma per ragioni politiche si ritirarono presto da lì.31
Le forze Austro-Ungherese cominciano ritirarsi dalle zone dove erano poste.
Nel frattempo la Serbia occupa la parte da loro chiamata zona strategica che
si trovava dal fiume Drini fino al confine del nord.
Invece i francesi rimangano alla Kasa di Korca avendolo sotto controllo la
maggior parte del sud-est d’Albania.
Nel teritorio albanese passavano e si sostavano diversi eserciti di: Italia,
Francia, Serbia, Montenegro, Grecia, Austro-Ungherese e Bulgari.32
In queste circostanze il paese era sotto un caos totale, senza una frontiera,
senza un governo e soprattutto con tante vittime anche se l’Albania non
faceva parte nella prima guerra mondiale.
Comunque il futuro era in certo,si aspettava dipeggiore: complotti e intrighi
aggredivano seriamente l’indipendenza e l’integrità dell’Albania.
La prima guerra mondiale fini l’11 novembre 1918, doppo quattro anni di
battaglie è di tante vittime.
Il trattato di pace fu scritto dal blocco perdente rappresentato da Germania e
i suoi alleati.E da altra parte il blocco vincente rappresentato dalle grandi
potenze d’Europa Gran Britannia Francia e l’Italia.33
Come vincenti della guerra erano anche piccoli stati d’Europa includendo
Grecia e Serbia. Nella prima guerra mondiale tutti gli stati balcanici
partecipavano nella guerra escludendo soltanto l’Albania perché era appena
formata come stato, e per ciò, si era dichiarato come un paese neutrale.
La fine della prima guerra mondiale aveva rafforzato le radici dell’esercito
Italiano in Albania, ormai le sue truppe si trovavano nella maggior parte del
paese.
La prima guerra mondiale fini nel modo indesiderato dalla maggior parte
degli albanesi, i quali desideravano che la guerra sia vinta dalla potenza del
blocco centrale, cosi essi pensavano che potessero sfruttare le polemiche tra
le grandi potenzesull’interesse per loro caso nazionale e soprattutto per il
futuro politico del Kosovo.
La vittoria della guerra di grandi potenze dell’Intesaèseguita con il ritiro
delle truppe Austro-Ungherese. L’ultima città da cui sono ritirato le truppe e
31
Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.83. 32
Paskal Milo: Shqiperia dhe Jugosllavia (1918 – 1927). Enciklopedike. Tirana 1992. pg. 67. 33
Muin Çami: op. cit. pg. 89.
30
stato Scutari. Dopo il ritiro del turpe Austro-Ungherese è occupato dalle
forze armate dei paesi vincenti nella guerra. La Francia che aveva
sottocontrollo il regime di Korca adesso comincia ad allargarsi fino alle
regioni di Gramshi e Librazhdi.34
Invece le forze armate dell’Italia si
allargavano nell’Albania centrale arrivando ai confini della Serbi.
Nell’ottobre 1918 Myfit bej Libohova chiede al Comando Italiano in
Albania il permesso di creare un governo albanese con l’appoggio
dell’Italia.Il ministro degli affari esteri Sonino invito a Roma Turhan Pasha,
Myfit Libohova e Mihal Turtulli per parlare sulla creazione di un nuovo
governo albanesecon l’appoggio dell’Italia.35
Nello stesso tempo si annuncia che sarà organizzata a Tirana il 19 dicembre
1918 una conferenza con i delegati da varie regioni. Si diceva che nella
prima riunione si trattava di casi sulla sicurezza pubblica e sul
ringraziamento verso il governo italiano ecc.
I motivi fondamentali di questa riunione erano la creazione di un governo
con l’appoggio dell’Italia. La scelta dei delegati per rappresentare l’Albania
nella Conferenza della Pace è l’appello per i governi dell’Intesa (Antanta).
La riunione fu moderata da Abdi Toptani e Xhaferr Beleku.
In questa riunione sì e parlato tanto sul futuro dell’Albania, alla fine sono
stati concordati di un'altra assemblea che sarà seduta 11 gennaio 1919 a
Kruja, ma le autorità italiane dell’occupazione rimandano indietro la loro
decisione nella seduta del 25 dicembre 1919 a Durazzo.
Il congresso di Durazzo anche se riunito nelle circostanze troppo difficili, ha
dimostrato che, i delegati non avevano perso le speranze per la rinascita
dello stato albanese. In questo congresso molto difficile e molto impegnativo
nascono tante polemiche sull’atteggiamento politico che dovevano seguire
sopra di tutto con l’Italia come paese che occupava la maggior parte
dell’Albania. La causa che riuniva i presenti era la proposta di formare un
governo albanese con l’appoggio dell’Italia. Questo governo doveva
presentare e difendere le richieste nazionali degli albanesi nella conferenza
della pace. Dopo tre giorni di seguito il Congresso riuscì a creare un governo
provvisorio, al capo del quale è nominato con la maggioranza dei voti il
presidente dei consigli Turhan pascià Permeti.
Nei giorni successivi dopo la fondazione del governo, all’inizio del gennaio
1919 parte per Roma ex presidente dei consigli Ismail Qemali. Appena
sbarcato nel territorio italiano Ismail Qemali morì prima che arrivasse a
Roma. La sua morte improvvisa avvenuta appena dopo la fine del congresso
di Durazzo fa avvenire dei dubbi sulla sua morte. Uno delle ipotesi più
nominate si parla per un possibile avvelenamento.36
34
Muin Çami: op. cit. pg. 92. 35
Kastriot Dervishi: op. cit pg. 84. 36
Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 88.
31
Invece le ipotesi di profesor Arben Puto in un altro libro parlano per la sua
morte in ospedale di Perugia, per causa emoraggia cerebrale il 26 gennaio
1919.37
Un altro episodio arriva subito dopo la morte di I. Qemali questa volta si
tratta per l’attentato contro il vicepresidente del governo Preng Bib Doda. In
questo tentato rimase morto il vicepresidente edè ferito consolo inglese
Eden. Da questo reato scompare uno dei più noti politici albanesi.
Il governo albanese si trova nelle circostanze dificile; dovele grandi potenze
negavano i diritti nazionali e appoggiavano le pretese espansioniste dei paesi
confini soprattutto dell’Italia.Una parte del governo di Durazzo trova come
via di uscita la collaborazione con i rappresentanti del governo di Roma. Ma
anche questa collaborazione non èservita nulla per i nostri diritti nazionali.
L’atteggiamento persistente delle autorità italiane, il qualefaceva di tutto
chel’Albania rimase sotto il loro controllo. Queste circostanze portavano la
necessità di un'altra riunione nazionale il Congresso di Lushnja e pure di una
rivolta armata, quella di Vallona nel 1920.
37
Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 118.
32
1.8 LA CONFERENZA DI PACE 1919
Come l’abbiamo notato nel congresso di Durazzo sono proposti i nomi i
quali dovevano presentare e difendere i diritti dello stato albanese nella
Conferenza della Pace nel febbraio 1919. Due erano le cause principali per
la delegazione albanese.Per primo loro volevano la rivendicazione
dell’indipendenza e il salvamento del confine com’era precisato nella
conferenza degli ambasciatori del 1913 a Londra. In secondo volevano che il
territorio con la popolazione albanese rimasto fuori dal confine del 1913
tornasse a far parte dell’Albania. Questo è il programma fondamentale della
delegazione albanese.38
Un fatto molto
importante è notato che
dopo due secoli gli
Stati Uniti d’America
tornavano a far parte in
una riunione
internazionale, per di
più partecipava il
presidente in persona
Vodrow Wilson. La
diplomazia americana
si era messa in mezzo
di due fuochi; da una
parte erano le aspirate Il palazzo Wilson a Ginevra, la prima sede della Società delle Nazioni
nazionali e dall’altra parte pressava la cupidigia dei tre stati confinanti;
Italia, Grecia e Serbia. Questi paesi in tutti costi insistevano far scomparire
l’Albania dalla mappa degli stati dell’Europa.
Il ruolo degli Stati Uniti era decisivo per il futuro dello stato albanese.
Questo ruolo veniva dal fatto che Francia e l’Inghilterra avevano già in
precedenza accordi con l’Italia dal trattato di Londra 1915, e cosi rimangano
fuori.39
La presenza degli Stati Uniti dava la fiducia al popolo albanese per
una soluzione giusta nei loro confronti, perche le conseguenzeprecedenti
fanno notare sfiducia del popolo albanese verso le grandi potenze d’Europa.
38Akademia e shkencave. Tirane 1984
39Muin Çami. Shqiperia ne rrjedhen e historise (1912-1924). Onufri. Tirana 2007. pg. 101.
33
1.9 IL CONGRESSO DI LUSHNJA E LA RINASCITA
DELLO STATO ALBANESE
L’anno 1920 segna la rinascita dello stato indipendente Albanese. Il governo
di Durazzo non ha avuto il successo come si aspettava. Questo non succede
per la colpa dei membri del gabinetto ma per le interferenze dall’estero. Alla
meta del dicembre 1919 un gruppo d’iniziatori chiede che ogni municipio
scelga due rappresentanti per mandare al congresso di Lushnja che si terra a
gennaio 1920, dove sarà discusso il futuro del governo di Durazzo.40
Questo
iniziativà non era accetabile dal governo di Durazzo, facendodi tutto per
annullare questo congresso. Il ministro del governo di Durazzo dall’ordine
all’ispettore generale del governo a Lushnja per fare l’impossibile che
questo congresso sia
anullato. Il congresso aveva
un grande appoggio dalla
Gran Britannia che influiva a
indebolire l’Italia in Albania.
I delegati anche se non al
completo il 21 gennaio 1920
si riunisce il congresso nella
casa di Kase Fuges, a
Lushnja.41
Una commissione
scelto dagli organizzatori
controlla i permessi dei
delegati di diverse regioni. La sede del Congresso di Lushnja
Questo congresso si apre con la preghiera di Sheh Ibrahim Karbunares e di
Ferit Vokopoles.
Nel nome degli organizzatori Aqif pashe Elbasani ringrazia i delegati per la
partecipazione e averte di un'altra seduta che iniziare il 28 gennaio 1920.
40
Luan Omari, Aleks Luarasi: Historia e shtetit dhe se drejtes. Luarasi. Tirana 2007. pg. 330. 41
Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 254.
34
I DELEGATI DEL CONGRESSO DI LUSHNJA42
BERATELBASAN KOLONJE
Iljaz Vrioni Kasem Sejdini Idhomeno Kosturi
Llambi Goxhomani Filip Papajani Sali Budka
SKRAPARI PEQINI LESKOVIKU
Hysen Nikolica Aqif pashe Bicakciu Faslli Frasheri
Adem Gjinishi Beqir Rusi
LUSHNJAGRAMSHI, DUMREA, SULOVA GJAKOVA
Sheh Ibrahim Karbunara Qazim Durmishi Xhemal Beu
Llazar Bozo Sali Ceka Asllan Shahini
FIER GJIROKASTRA GASHI
Spiro Papa Veli Hashorva Hasan Batusha
Kico Koci
DIBRA LIBOHOVA MATI
Dine Nasufi Sesai Como Ahmed Zogu
Ramiz Daci
Dine Dema
DURRESI DELVINA PERMET E KELCYRA
Xhaferr Ypi Rasim Babameto Kasem Radovicka
Spiro Qarroqi
SHIJAKU TEPELENA KAVAJA
Hamit Toptani Dervish Seiti Irfan Ohri
Rexhep Jella Arshi Shehu Shazivar Alluni
Muteseim Kellici
KORCA TIRANA POGRADECI
Eshref Frasheri Abdi Toptani Selaudin Blloshmi
Kostaq Kotta Gjoke Ndika
SCUTARI IL BORDO
Xhemal Naipi capo –Aqif pashe Bicakciu
Mati Logoreci vice capo – Sotir Peci
Hoxha Kadriu segretario – Kostaq Kotta
Ndoc Coba
Rexhep Shala
Ejup Sabri
42
Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 102.
35
Xhavit Leskoviku apre la riunione nel nome degli organizzatori, spiegando i
motivi principali di questo congresso nazionale. Dopo il luto per la morte
dell’ex prefetto Abdyl Ypi, assassinato proprio il 15 gennaio 1920 a
Durazzo, i partecipanti scelgono il bordo del congresso e cosi la riunione è
rimandata per l’indomani.43
Nel terzo giorno il vice capo del congresso Sotir Peci fa presente il
programma giornaliero ai partecipanti, il quale parlava per le misure contro
il Trattato di Londra del 1915. Con questo trattato le grandi potenze come
Gran Britannia e Italia volevano la divisione dell’Albania, il modo che
nessun governo albanese poteva comandare il paese.
Per contestare questo trattato è formato un gruppo di dieci membri
partecipanti al congresso.
Riguardando il Governo diDurazzo, i delegati notano che aveva agito in
maniera irregolare portando il paese nel collasso istituzionale. Alla fine si
nota anche che il governo diDurazzo aveva fatto l’impossibile per anulare la
riunione di questo congresso. Per questi motivi principali e tanti
altri,l’assemblea con quarantacinque voti pro e sei contro, prendono la
decisione di scogliere il governo di Durazzo.
Il 30 gennaio 1920 il capo dell’assemblea Aqif pashe Bicakciu manda un
telegrammaalla conferenza della pace, la quale era contro la divisione
dell’Albania deciso dal trattato di Londra nel 1915 tra Italia, Francia e Gran
Britannia.44
Nell’ultimo giorno della riunione il congresso nomina il ministro senza
portafoglio Hysen Vrioni, due direttori generali per gli affari esteri Eshref
Frasheri e per la comunicazione Idhomeno Kosturi.
Nello stesso giorno sono nominati i senatori di tutte le prefetture. I delegati
assenti firmavano le decisioni il 13 febbraio 1920, a Tirana.
Il Congresso di Lushnja aprova come forma del regime il regno, ma fin
quando sarebbe trovata la soluzione per il prossimo Re,èpreso la decisione di
creare una reggenza chiamata”Il Consiglio Supremo” formato da quattro
membri che veniva dalle quattro religioni del paese.45
Quest’ultimo era
obbligato di approvare tutti i progetti proposti dai governi e attestati dal
senato. Il consiglio superiore aveva il diritto di scegliere il primo
ministro,ma non era possibile di scogliere il senato. Assemblea nazionale
aveva il potere di scogliere sia il consiglio superiore ancheil senato.
Il Congresso di Lushnja dopo tante discussioni riesce mettere d’accordo per
formare un governo con la sede a Tirana.
43
Kastriot Dervishi. Op. cit. pg. 101. 44
Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 255. 45
Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).La guerra del popolo volumi II D.50 pg. 64.
36
La capitale vienne trasferita a Tirana, e il nuovo governo dichiara la propria
volonta di estendere la sovranita nel paese, chiedendol’allontanamento delle
truppe d’occupazione e rifiuto ogni forma di protettorato.46
Nel congresso di Lushnjasono votatii seguenti rappresentanti
membri del governo:47
Sulejma Delvina Primo Ministro
Eshref FasheriVice Primo Ministro
Ahmed ZoguMinistro degli Interni
Hoxha Kadri Ministro della Giustizia
Sotir PeciMinistro della Istruzione
Mehmet Konica Ministro degli Affari Esteri
Ali Riza Kolonja Ministro di Guerra
Bajram Curri Ministro senza Portofoglio
Hysen Vrijoni Ministro senza Portofoglio
Spiro Koleka Ministro senza Portofoglio
Il governo di Durazzo capendo l’impossibilità di confrontarsi con il governo
di Tirana nominato dal congresso di Lushnja, si chiude nella sua città
vigilata dalleforze armate italiane.
Vedendo che questa città si trovava nella stessa linea geografica tra Lushnja
e Tirana le truppe di Zogu erano obbligate di passare per Durazzo. Passando
per lacittà trova la resistenza delle forze italiane che vigilavano la città. Il
maresciallo che comanda le forze Italiane dall’ordine di non transitare per la
città di Durazzo nella direzione di Tirana.
Zogu risponde all’ordine del maresciallo che non ha intenzione di fermare la
marcia delle sue truppe dicendo che non s’impaurisce, anche se le forze di
Durazzo hannol’ordine di sparare. Il maresciallo risponde che l’ordine dato
ai suoi soldati non si ritira e chiunque passa per Durazzo si apre fuoco. Zogu
non s’impone all’ordine del maresciallo e cosi passa per città senza fermare,
e nessuno non interrompe la corsa verso la capitale di Tirana. Dopo questo
episodio il governo di Durazzo non contradì più e comincia a conoscere il
governo di Tirana come sovrano.
Zogu ormai si sente la responsabilità del paese, perche il popolo albanese
credeva in lui come l’unico in grado di liberare il territorio albanese.
La magior parte del paese era occupato dalle colonie straniere.
In queste circostanzeZogu cerca di dimostrare la potenza di Tirana
mandando un comunicato ben chiaro e determinato dicendo: tutte le forze
straniere alloggiate in Albania che non devono girare come se fossero nel
46
Antonello Biagini. Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999 pg. 110. 47
Kastriot Dervishi: Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006 pg. 108.
37
loro paese.Il nostro esercito difenderà ad ogni costo la liberta di vita del suo
popolo.Zogu con questo messaggio voleva far capire che le truppe straniere
e le loro permanenze in Albaniadovevano preparare le sue partenze.
Nel marzo del 1920 Zogu manda le sue truppe a Scutari liberando tutta la
città dalle forze Francese, prima che la città era occupata dalla
Serbia.48
Questo fatto si applica subito liberando la città e gioendo il popolo
quale aveva paura dal regime jugoslavo. Questo fu il primo passo del
governo di Tirana per l’indipendenza del paese. Il governo di Tirana
comincia unire il paese. Dopo la liberazione del nord, la vita politica adesso
prende strada, cosi nessuno non si permette di fermare la liberta.
La fondandazione del primo parlamento è un altro passo importante per il
paese e per il popoloAlbanese.49
48
Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.). Kongresi i Lushnjes pg. 51. 49
Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 255.
38
1.10 LA FONDAZIONE DEL PARLAMENTO ALBANESE
(27 MARZO 1920)
Il parlamento all’inizio
era nominatosenato.
Inseguito lo rinominato
Consiglio Nazionale.
Qusto è stato l’organo
supremo fino alla
riunione dell’assemblea
costituzionale.
L’elenco dei deputati del primo parlamento Albanese50
Berati: Hysen Vrioni, Llambi Goxhomani, Bektash Cakrani, Pilo Papa
Dibra: Dine Dema, Dine Maqellari, Ramiz Daci,
Abdurrahman Krosi, Halim Cela
Durresi: Mytesem Kellici, Ymer Deliallisi, Irfan Ohri, Veli Kraja.
Elbasani: Shefqet Verlaci, Visarion Xhuvani, Adem Gjinishi,
Qazim Dyrmishi
Gjirokastra:Beqir Rusi, Kico Koci, Dhimiter Kacimbra, Neki Ruli
Korca: Kostaq Kotta, Sejfi Vllamasi, Thanas Cikozi,
Qani Dishnica( Faslli Frasheri 31 mars 1920)
Kosova:Bajram Curri(Rexhep Mitrovica 30 tetor 1920), Osman Lita
Shkodra
Lezha: Gjergj Koleci, Xhemail Naipi, Hafiz Sabriu, Hile Mosi,
Xhemal Shkodra, Kole Thaci.
Vlora: Qazim Koculi, Spiro Koleka,Myqerem Hamzaraj.
50
I discorsi del consiglio nazionale 1920. Tirana 1923. pg 5.
39
IL BORDO ELETTO IL 29 MARZO 1920
Xhemal Naipi – Presidente
Spiro Koleka–Dhimiter Kocimbra 27 maj 1920) Vice-presidente
Hile Mosi–Segretario
IL BORDO ELETTO IL 25 SETTEMBRE 1920
Dhimiter Kocimbra –Presidente
Qazim Koculi –Vice presidente
Hile Mosi– (Kole Thaci 6 nentor 1920) – Segretario
Note:
Bajram Currinon ha mai partecipato alle riunioni del consiglio nazionali,
mentre il 25 ottobre 1920 hanno presentato le sue dimissioni che e stato letto
durante la riunione del30 ottobre 1920.51
La scelta dei sostituti senatori si applicava attraverso gli uffici della
prefettura o di sottoprefetture dei delegati alle province in questione,
secondo le regole definite dal primo ministro.
Il consiglio nazionale si riunisce il 27 marzo 1920 alle ore 9:45 in una
cerimonia festiva seguita dal giuramento dei membri del parlamento.52
La riunione prosegue con il discorso di benvenuto dai rappresentanti del
Consiglio Supreme in quale rilevavano che questo traguardo per lo stato
Albanese non era mai presentato dal 1912.
Come obiettivo fondamentale i consiglieri presentavano indipendenza totale
e la riunione della patria e rilevando la necessità di un buon rapporto con i
confinanti ma senza trascurare i diritti etnici.53
Ringraziano il presidente degli Stati Uniti Wilson per il suo contributo
riguardando i nostri interessi nella “leganazioni a Parigi 1919”.
Con la nomina del bordo il consiglio nazionale continua la seduta normale.
Le competenze del consiglio erano dominanti sulle altre istituzioni compreso
consiglio supremo. Il fatto che i membri del consiglio supremo erano
nominati dal parlamento e il consiglio non poteva scogliere il parlamento ed
esprime cosi la posizione dominante costituzionale del parlamento sul
consiglio supremo.Il parlamento era composto ditrentasette membri
51I discorsi del consiglio nazionale 1920. Tirana 1923. pg. 156.
52 Arkivi Qendror. Parlamenti. 1912 – 1940.
53Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.113-114.
40
nominati nel congresso di Lushnja dalle proposte dei delegati delleprefetture
alla proporzione della popolazione (un deputato ogni venti mila abitanti).
Nonostante il titolo “eletto”nel caso concreto non si parla di elezioni, ma di
un elenco dei deputati adottata per consenso da parte dei rappresentanti delle
province.
Nelle prime udienze è eletto il presidente del consiglio Xhemal Naipi,
vicepresidenteSpiro Koleka e i segretari Hile Mosi e Xhemal Rruga.
All’unanimità è deciso che ogni sessione sarà eletta un nuovo bordo cosi
nella seconda sessione sono eletto presidente Dhimiter Kocimbra e
vicepresidente Qazim Koculi e segretario Hile Mosi e Ramiz Daci.
In totale il parlamento dal “Congresso di Lushnja” ha tenuto due sessioni:
dal 27 marzo 1920 al 27 maggio 1920 eranotenutequarantatrésedute e la
seconda sessione dal 23 settembre fino al 15 novembre 1920 si è
tenutaventisetteseduta.54
Un importante dibattito fu fatto per l’organizzazione interna del parlamento.
Cosi sono stati elaborati un regolamento con tredici capitoli e settantadue
articoli. Furono creati anche delle commissioni permanenti(istruzione, affari
mondiali, affari amministrativi, la guerra, per le finanze e post-telegrafo, e
per il diritto politico).
Queste commissioni erano quasi inutili nella prima sessione parlamentare,
manella seconda sessione hanno guadagnato una particolare importanza.
E stato deciso che per essere trasparente con il pubblico era fatto la
pubblicazione delle leggi, delle decisioni e dei dibattiti nel libretto ufficiale.
Sulla base delle regole stabilite da leggi entrate governative, dovrebbe
certamente essere entro cinque giorni per superare l'esame nelle
commissioni parlamentari e approvate per 2/3 voto.55
Va detto che c'erano due modi di voto: Il primo modoera aperto e reso
mediante alzando la lettera bianca (Pro) e la lettera nera (contro). E il
secondo modo quello segreto, a scatola chiusa con ciascuno dei deputati
poteva dare il suo voto scritto nella carta, senza mettere il suo nome nella
casella. Nelle funzioni principali è stato il controllo parlamentare sul
governo. Si devedire che il Parlamento emerso dal “Congresso Lushnja”
esercitavaal massimo questa funzione, perché i parlamentari volevano
ottenere più potere sul governo che esercità il potere esecutivo
amministrativo.
Un caso concreto che dimostra questo controllo è stato il chiamato del Primo
ministro Suljeman Delvina solo per verificare interpellanza (la questione
della guerra di Vallona, ecc.), anche considerando l'importanza delle
questioni proposte, sono state fatte due volte a porte chiuse.
54Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 73.
55Arkivi Qendror. Parlamenti. 1912 – 1940.
41
Relazioni con il “Consiglio Supremo” erano anche molto importanti
soprattutto in termini di che istituisce la tradizione della separazione dei
poteri.
“Consiglio Supremo” inviò al Parlamento un messaggio ogni apertura
sessione parlamentare, interessante rimaneva che nella risposta scritta del
Parlamento che chiedeva al consiglio di esercitare pressioni sul verso il
governo, in modo che anche prendere misure appropriate per situazione nel
paese.56
Una comunicazione pratica al momento inutilizzabile in Albania,
ma in alcuni paesi europei ancora lo utilizzano.
Durante le diverse seduteèstata discussa la questione delle strade e non
mancavano la discussione per liceo d’Elbasan.Sui deputati imprigionati
Mytesem Kellici, Ymer Deliallisi di Veli Kraja, sulla creazione del
Ministero della Guerra e quello dell'agricoltura e del commercio, c'erano
voci contrarie, dove spiccavaVisarjon Xhuvaniecc.
Durante questa legislatura nella preparazione delle prossime elezioni per due
gruppi politici, si sono formati “Partito Popolare” e “Partito Democratico”,
che divennero noto e dei loro programmi politici.
Nei mesi seguenti i dibattiti politici interni, nel governo e nel Consiglio
Supremo si riflettevano e in parlamento. Nel mese di ottobre alcuni membri
insieme a Bajram Curri sono dimessi.Questo movimento indotto il
parlamento di incontrare in un vuoto legislativo, perché non era il metodo
previsto di sostituire i deputati dimessi.Tuttavia, e stato trovata una
soluzione temporanea in cui i deputati erano eletti dalle prefetture da un
consiglio di amministrazione, ma non molto pratico dando luogo alla
successiva distribuzione del parlamento.Il 24 novembre 1920 un gruppo di
deputati composto di: Dhimiter Kacimbra, Qazim Koculi, Beqir Rusi, Neki
Ruli ecc, firmano una dichiarazione che ha portato alla circolazione del
Senato.57
Essi hanno affermato la necessità di quest’azione per le dimissioni
di deputati diversi così come non partecipazione alle riunioni di alcuni degli
altri provenienti da diverse regioni di Korce, Mat, Diber e in particolare
Visarion Xhuvani e Kol Thaci.58
56Kaliopi Naska. Kongresi kombetar 1920. Tirana 2000.
57Arkivi Qendror. Parlamenti. 1912 – 1940.
58Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.116.
42
1.11LA CRISI DÌ GOVERNO AGLI INIZI DEGLI ANNI
VENTI E IL VOLO DÌ ZOGU.
Nell'autunno del 1920 per la prima volta si vede il consolidamento del potere
centrale.Il periodo della collaborazione idealistica e politica era al tramonto,
con il passato del tempo sono viste pretese personalie dei gruppi diversi, per
più influenza in termini politici. Come risultato di questi movimenti politici
nel novembre del 1920 appare la prima crisi politica che ha portato alla
creazione di due partiti politici. Questa situazione mette in prova le
istituzioniderivanti dalCongressodi Lushnja.Per tutti è stato chiarito il
riconoscimento internazionale dei confini dello stato Albanese e la decisione
prevista del 17 dicembre 1920 per l'ammissione dell'Albania alla Lega delle
Nazioni.Così, con il riconoscimento internazionale e la risolta della
questione nazionale porterebbe uscire la necessitàdell’elezione
all'Assemblea Costituente per definire la forma del regime.59
Questa è stata
una decisione presa all'unanimità in Lushnje nel gennaio del 1920, ma 10
mesi hanno avuto opinioni diverse. La maggior parte dei parlamentari
richiedono nuove elezioni. Dibattiti ufficiali iniziati il 14 ottobre 1920 al
parlamento, la maggior parte dei parlamentari si pensava di non avere il
legittimo diritto di continuare a far parte del potere legislativo. Così è stato
vitale per il futuro a fare delle libere elezioni nazionali, stabilendo il
principio che il sovrano è il popolo, dovrebbe assolutamente contro il voto di
fiducia nazionale.Trovato davanti questo fatto nascono altri dibattiti in corso,
notevole è stato visto dai deputati di chi aveva diritto alla formulazione della
legge elettorale, un membro del comitato istituito dal parlamento o dal
governo.Alla fine è stato eletto una linea mediana dei quattro membri del
comitato di: due da parte del governo e due dal parlamento che hanno
presentato 6-8 novembre in Parlamento il progetto di legge.
Il governo di Sulejman bey Delvina non ha vita facile e nel novembre del
1920 e costretto a dimetersi.60
Lo stesso giorno Iljiaz Vrioniè eletto primo ministro proclamando cosi le sue
soluzioni temporanee fino alle prossime elezioni parlamentare.61
Un'altra
decisione importante è stata che la legge elettorale sarà elaborata dal
parlamento.Con un voto quasi irreale, in assenza di seidici deputati, con
diciassette voti a favore e quattro contrari il governoVrioniha ricevuto il voto
di fiducia in parlamento.
Questo, infatti, è stato l’ultima decisione dal parlamento perche dopo questo
movimento, l'amministrazione politica della vita di campagna è stata fatta
59Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 76.
60Antonello Biagini: Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999. pg. 113.
61Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg.316.
43
dal governo.Ministero degli Interni il 2 dicembre del 1920 annuncià la
distribuzione del parlamento anunciando una nuova legge elettorale il 5
dicembre1920.
1.12 IL PRIMO GOVERNO DI ZOGU DICEMBRE 1922
44
Il 24 dicembre 1921 Zogu si trovava al potere quale Ministro per gli Affari
Interni nel gabinetto Xhafer Ypi.62
Era riportato al potere dalla forza ineluttabile degli avvenimenti.
Da una parte i vicini si adoperavano a più non posso per dimostrare al
mondo che noi non posso per dimostrare al mondo che noi non posso per
dimostrare al mondo che noi non eravamo maturi per la libertà e
l’indipendenza, mentre, dall’altra, anche noi per l’inesperienza di alcuni
ambiziosi, non mancavano di dar motivo e argomentazioni molto severe nei
nostri confronti; argomenti e giudizi non meritati dal nostro popolo poiché
gli avvenimenti posteriori e l’attuale situazione dovevano provare che il
nostro popolo è uno dei più disciplinati del mondo.
Le truppe degli Stati limitrofi facevano la spoletta su le nostre frontiere,
mentre i politicanti avevano adottato il sistema di dar l’assalto alla diligenza
postale, ogni qualvolta si formava un nuovo Ministero.
Si arrivo a qualcosa d’incredibilmente satanico, e qualche volta grottesco,
purtroppo. Mentre i poveri soldati mal equipaggiati e affamati si battevano
su le frontiere contro truppe superiori per numero, per equipaggiao e per
organizzazione, i cosiddetti “uomini politici”formavano dei gruppi e si
adoperavano, anche se imponesse la necessità della fusione dei gruppi,
dimostrando, cosi, che si andavano alla caccia di una rappresentanza in sano
al governo, costituendo gruppi in paese senza partiti effettivamente politici!
Infine, fu creato un’Associazione cosiddetta”La Sacra Unione” che
miravano a conciliare i partiti politici con razionano distribuzione di seggi
ministeriali.63
Non nego che tutti o quasi tutti avessero in fondo al cuore
delle idee patriottiche, ma nella maggioranza mancava la visione esatta dei
problemi vitali al paese e la coscienza della propria capacità politica e
amministrativa.
Per la formazione di un ministero fu creata una commissione di membri
della “Sacra Unione” per arrivare senza troppe scosse alla scelta dei ministri,
la celebre commissione ricorse al sorteggio di alcuni candidati.
La buona stella d’Albania aveva Zogu.
L’ottobre del 1921 egli, che era allora semplicemente deputato, ebbe
l’incarico di assumere il comando delle Forze Armate della Nazione per la
difesa delle frontiere. Il paese respirò perché aveva grande fiducia
nell’uomo, e questi seppe ben corrispondere all’attesa del governo e del
popolo, perché in pochi giorni riuscì a sbaragliare le forze Serbe.
Ciò avveniva nel novembre del 1921.
E determinava in tutta l’Albania, un delirio di entusiasmo che non conobbe
limiti quando si seppe che le grandi potenze sorprese dalla nostra energica
62
Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 32. pg.1. 63
(A.Q.SH.) F. 416 D. 32. pg. 2.
45
reazione e preoccupate della possibilità di complicazioni, invitarono la
Jugoslavia rispettare la sovranità e l’integrità dello Stato Albanese.
Il trionfo militare e l’interessamento delle potenze, invece di spiacersi alla
normalità politica, ancora più sbrigliavano ambizioni mal proporzionate alle
persone e alla situazione reale dello stato, e cosi si ebbe una ridda di
ministeri uno dei quali imposto dalla famosa “Sacra Unione”.
Alcuni deputati volenterosi indirizzarono all’ora un telegramma a Zogu che
ancora era sui confini a nord e lo pregeranno di ritornare a Tirana per
ristabilire l’ordine.Furono cosi che egli, ritornato nella capitale mise apposto
gli intriganti, assicura al parlamento (che era fuggito da Tirana) la piena
liberta di discussione e avvio il funzionamento normale della vita politica.64
Nelle conseguenze si ebbe l’avvento al potere del gabinetto Ypi con A. Zogu
come ministro degli Interni che comincio con l’applicazione della prima
misura radicale e indispensabile: il disarmo.65
Come si prevedeva questa misura e altre che si rendevano evidente
nell’orizzonte non potevano lasciare tranquilli gli ambiziosi senza meriti
dando,e le rivolte e sedizioni arrivate qualche volta alle porte di Tirana.
Contro tagli opere inconsulte e traditrici, la spada di Zogu arrivo sempre in
tempo tagliando la marcia. Purtroppo non è mancato, qualche volta il
tragico. Per esempio nel marzo 1922 un buon nerbo di ribelli occupo la
periferia della capitale e lentamente si m’infiltro nei pressi del palazzo del
parlamento, creando una situazione tanto pericolosa da indurre, Reggenti,
ministri, deputati e funzionari dispostarsi alloggiare in Elbasan. A Tirana
rimasse soltanto Zogu che per due giorni e notti si combatte con ribelli
finche, li costrinse a sloggiare.66
Zogu li perdono a condizione che si
riconoscessero colpevoli e promettessero di non ricadere nel grave errore.
Mentre il valore e la magnanimità riducevano alle impotenze una massa di
pericolosi mentre a Durazzo scoppiava un'altra insurrezione. Anch’essa pero
fu presto domata e coronata con la punizione esemplare dei caporioni che
furono impiccati senza dare ascolto ad appelli pietosi che erano fuori luogo.
Mentre Zogu si moltiplicava per normalizzare la vita interna della nazione,
non risparmiava d’altra parte il suo contributo in tutti gli altri campi e col
suo tatto contribuì grandemente a estendere e migliorare i rapporti
internazionali del Governo, sopratutto con l’Italia.
È ben scalpita nella mente e nel cuore dei patrioti Albanesi la dichiarazione
del ministro degli Esteri Scanzer che alla fine del 1921 dichiarava nel
paralamento Italiano di avere fiducia che gli’Albanesi dovesse mirare
all’Italia con amicizia sincera in armonia perfetta con l’amicizia schietta a
leale di Roma.
64Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 322.
65Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F 416 D .32 pg. 4.
66Herman Bernstein, Hugh Grand.Diplomate Amerikane per mbretin Zog . Dardania. Tirane 1994. pg 36.
46
Zogu per i suoi meriti continuò ad ascendere. E quando Xhafer Ypi
abbandono la presidenza dei ministri per essere stato nominato reggente,
Zogu venne al potere come primo ministro, conservando anche il portafoglio
del ministero degli Interni.67
Chiedendo il voto al parlamento, annunzio che i capisaldi del suo
programma:68
1- Onorare la patria e i patrioti su tutto e suo tutti.
2- Libertà di stampa e di discussione.
3- Una politica leale in ogni campo che garantisce lo sviluppo razionale e
graduale del paese, spingendolo verso la civiltà occidentale.
4- Amicizia con tutti gli stati, ma basata unicamente sul rispetto.
reciproco.
5- Avviamento all’indipendenza economica.
6- Organizzazione moderna dello stato con la collaborazione di tecnici
stranieri.
Chiudeva il suo discorso accentuando la necessita che tutti gli sforzi del
governo fossero sorretti principalmente dalla tranquillità pubblica e dalla
collaborazione leale di quanti avevano seriamente a cuore le sorti del paese.
S’intensificò la lotta sorda e disgregatrice portando il microbo della politica
della gendarmeria e fra le file del soldato, predicando teorie insensate, che
più tardi dovevano avere conseguenze sanguinose.
Gli intrighi dei pigmei, irritati dall’enorme differenza di stature che li
deferenziava dal giovane primo ministro, portarono disordine perfino nel
grembo del Gabinetto. E cosi il ministro della guerra si dimete e alcuni dei
ministri, piccoli uomini che Zogu aveva elevato alle alte cariche, in valore al
Consiglio Ministeriali si rendevano la porta voci dei pazzi e degl’illusi della
Sacra Unione.69
Per ogni iniziativa era una lotta, e ogni passo era un pericolo. A ogni
movimento non mancavano quelli che lo tirassero indietro o lo spingevano al
fianco. La marcia in avanti era in tardata.
Zogu voleva evitare conflitti che, nell’atmosfera carica di elettricità
potevano avere conseguenze dannose per le grandi masse, cioè per il paese,
che poteva essere trascinato a disastrose conseguenze.70
E seppe essere conciliante, longanime, dimostrando quello spirito di
tolleranza e di pazienza che è l’arma di chi è veramente forte.
Alla fine arrivò al punto di accentare per evitare le scosse mentre, in un
ambiente assai elettrizzato, si procedeva alle elezioni generali, il ministro
67
Arkivi Qendror i Shtetit.Tirana (A.Q.SH) F 416 d 32 pg. 6. 68
Tirana (A.Q.SH) F 416 D 32 op. cit. pg. 6. 69
Tirana (A.Q.SH) F 416 D. 32 op. cit. pg. 7. 70
Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 176.
47
degli’Interni fosse mantenuto alternativamente dal Ministro dei lavori
pubblici e dal collega dell’Istruzione.71
Il gabinettodi Zogu
71
Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana(A.Q.SH) F 416 D. 32 pg. 8-9.
48
1. Ahmed Zogu – Primo Ministro e Min. degli Interni.
2. Pandeli Evangjeli – Ministro degli Affari Esteri.
3. Hysen Vrioni (Milto Tutolani 12 maggio 1923) –Ministro della Giustizia.
4. Ismail Haki Tatzati (Mustafa Aranitasi 19 agosto 1923) – Ministro della Guerra.
5. Kol Thaci – Ministro delle Finanze
6. Spiro Jorgo Koleka (Sejfi Vllamasi 30 maggio 1923) – Min.degli Affari Mondiali.
7. Rexhep Mitrovica – Ministro della Pubblica Istruzione72
.
Nella fine dell’anno 1922 la
posizione politica di
Ahmed Zogu era rafforzata
in maniera veloce. Come
Min. degli Interni aveva
dimostrato le sue potenze e
il carisma politicocome un
uomo pieno di energia. Per
questo avendo il supporto
forte del gruppo dei feudali, anche se aveva ventisette anno, era pronto di
prendere in carico del primo Ministro. Per ciò, si fannole nuove elezioni per
il Consiglio Supreme.
Il 2 dicembre 1922 il Consiglio Nazionale fra i sei candidati sceglie Xhaferr
Ypi e Gjon Xhoba per i due posti rimasti vacanti nel Consiglio supremo.
Gli altri candidati erano: Shefqet Verlaci, Kol Parruca, Ndoc Qoba, e Ndre
Mjeda. Xhaferr Ypi era Primo Ministro, fino a questo momento e doveva
dimettersi, perché ”Consiglio Supreme” al suo posto,nomina Ahmed Zogu.
Nello stesso giorno il nuovo Primo Ministropresenta davanti al Consiglio
Nazionale i membri del Consiglio e il loro programma.73
Com’era prevista la riunione era una delle più aspre, poiché l’opposizione
non accentava la nomina dell’Ahmed Zogu come Primo Ministro. I deputati
dell’opposizione erano: Ali Kelsyra, Luigj Gurakuqi, Fan Noli, Bahri Omari,
ecc. Lo chiamavano come un’azione effettiva, poiché per loro lui occupava
questo posto gia in precedenza, anche se era Min. degli Interni.
Nella sua piattaforma Zogu notava che la civiltà del popolo Albanese si
divideva in tre parti fondamentali:74
1- Alcune prefetture del sud avevano la possibilità d’educazione.
72
Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 174. 73
Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 335. 74
Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 175.
49
2- Nell’Albania centrale non hanno avuto la possibilità di approfondire le
conoscenze generali.
3- La popolazione che abitava nelle montagne del nord e del sud erano
rimaste dietro le due sopra citate.
Su i rapporti delle religioni Zogu notava le negoziate con Patriarcato di
Istanbul, dicendo che loro avevano riconosciuto il Congresso di Berati.
A proposito dell’economia del popolo si puntava sugli sviluppi del
commercio, dichiarando che nostro popolo è abituato soltanto con il fucile,
tenterò di dare l’aratro e la zappa.
Un popolo non si promuove con il fucile e con le guerre, ma bisogna
sviluppare il commercio e l’industria. Zogu notava pure la responsabilità del
Governo sull’organizzazione delle elezioni 1923. Nel suo discorso lui citava
i buoni rapporti con la Lega delle Nazione.
Dopo il primo Ministro replica Ali Kelcyra il quale disse che si sta
legalizzando primo Min. il quale in realtà già occupava questo merito da un
anno. Come lui lo condividevano anche altri dodici deputati: Agath Atli
Xhitoni, Ahmed Resuli, Bahri Omari, Koqo Tasi, Dhimiter Kacima, Fan
Noli, Luigj Gurakuqi, Sulejman Delvina, Ndre Mjeda, Loni Kristo, Stavro
Vinjau, Shefqet Daiu.
Quelli che astenevano erano: Mehdi Frasheri, Hil Mosi, Kristo Kirka, Kol
Rrodhe, Taq Buda e Shyqri Myftiu.
Alcuni deputati non erano presenti ma comunque ciò che interessava Zogu
era la maggioranza che con i suoi trentasette voti lo elegge come Primo
Ministro.
Ahmed Zogu aveva rafforzato la sua posizione politica in merito del suo
carisma e pieno di energie, si che avendo l’appoggio della gente ricca
nominata feudale (cifligare). Il suo legame con i feudali si rafforzò con il suo
fidanzamento con la figlia di Shefqe Verlaci uno dei più potenti feudali del
paese.
Nel dicembre 1922 si pareva che Zogu controllava la cricca e il partito del
popolo il quale aveva una fisionomia complessa.
Nel “Consiglio Nazionale” il partito si presentava con venti sostenitori di
Shefqet Verlaci, diciotto di Ahmed Zogu e altri tre del gruppo di Iljaz Vrioni
i quali sostenevano Zogu. Anche se si dichiarava che la politica del partito si
percepiva nel conservatorismo agrario, ma in realtà questa era una tattica
temporanea e non un’intenzione concreta.
Il governo di Zogu era con una visione occidentale. Essendo in una
situazione difficile in ogni punto di vista, questo si può definire come il
governo più riformatore, liberale e produttiva degli anni venti.
Zogu aveva promesso di ridurrere le spese publiche che secondo lui,
l’administrata publica era ai limiti.75
75
Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 63.
50
Nei primi passi come Primo Min. dichiara con la certezza che l’Albania
segue la strada che lo porta verso l’occidente. Cominciando l’organizzazione
dello stato legale che fino ad ora era basata nello (Sheriat Turca) sostituendo
con la legge organica di tutti i dicasteri.
Il 6 gennaio 1923 si approva la nuova legge per l’organizzazione dei
tribunali. Nei capoluoghi delle sotto prefetture si creava il tribunale civile
conciliante del primo grado.76
Le prefetture di Shkodra, Elbasan, Berat, Gjirokaster, Korce si creava la
corte civile conciliante d’appello. Questi tribunali procedevano i casi civili e
commerciali fino a settanta cinque franchi d’oro, sopra a questa somma si
procedevano ai tribunali del primo grado esistenti.
Nel 1922la Lega delle Nazioni manda in Albania J. J. Sederholm per
verificare la situazione del paese. Questo rapporto si presenta a Ginevra il 6
aprile 1923. Sederholm dichiara il 12 maggio 1922 il Consiglio Della Lega
che aveva presentato un rapporto di accertamento per quanto riguarda il
ritiro delle truppe armate del regno Serbo–Croato–Sloveno in applicazione
del decreto delle Grande Potenze il 9 novembre 1921.
Tra l’altro Sederholm dichiara che il governo aveva come obiettivi principali
la creazione della solidarietà tra diversi gruppi del popolo, lo sviluppo
economico del paese e l’organizzazione di un sistema moderno legale.Lui
ammette che l’Albania si trovava in una situazione molto difficile,senza
l’infrastruttura e un’amministrata effettiva ma soprattutto mancava la
legislazione moderna.
Secondo Sederholm il governo sotto la guida energica di Ahmed Zogu aveva
domato lentamente l’unica rivolta organizzata nel paese.
Nelle sue riforme maggior importanza dava al disarmo, la riduzione della
vendetta e dei furti (i quali nelle precedenze si considerava un metodo di
sopravvivenza nella regione del sud).
Nel rapporto si scriveva che la popolazione era dedicata l’agricoltura.
Per la prima volta nei secoli un governo aveva il potere incontestato
dell’intero paese, essendo in grado di reclutare i militari e riscossione delle
imposte.
Vedendo i rapporti con i confinanti e la situazione che tanti studenti
andavano a studiare in Jugoslavia, Zogu consiglio tutte le scuole e
soprattutto la Prefettura di Scutari che in maniera ragionevole di proibire
gradualmente i loro studi all’estero.
Questa misura si presentava dopo il sondaggio che tanti studenti di Scutari
emigravano verso Jugoslavia.77
76Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 87.
77Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 179.
51
1.13 LE ELEZIONI 27 DICEMBRE 1923
Negli ultimi giorni del mandato il Consiglio Nazionale approva la legge
elettorale composto di novantaquattro articoli il quale è contestato
dall’opposizione. La legge consisteva che le elezioni sarebbero fatte con i
voti universali indiretti (suffrage universal indirect). Per ogni otto mila
abitanti era eletto un deputato.
Potevano votare tutti quelli che avevano compiuto diciotto anni.
52
Non partecipavano al voto i mendicanti, i disabili, i militari, i condannati con
più d sei mesi, le donne.
La campagna elettorale e stata condotta in maniera aspra dalle forze
politiche, non sono mancati alcuni incidenti, ucciso il candidato Adem
Gjinishi a Pecin, e l’elettore Haxhi Isuf Kazazi a Kavaja.
I seguentipartiti politici partecipanti nelle compagnie.78
Partito Popolare d’Ahmed Zogu
Questo partito aveva grandi impatti nelle prefetture di Diber, Elbasan,
Durres, Vlore e Berat.
Partito Liberale
Il Partito Liberale è fondato a Tirana, con la sede a Permet diretta dal
segretario generale Agathokli Xhitoni. I membri principali Fan Noli
Faik Konica, Aqif Pash Bicaciu, Ilomeno Kosturi ecc.
Il gruppo Politico l’Ora delle Montagne
Questo gruppo era fra l’opposizione con i membri principali: Luigj
Gurakuqi, Ndre Mjeda, Hil Mosi, Luigj Koliqi ecc.
Nella piattaforma politica loro consistevano per una monarchia ma i membri
del Consiglio Supreme sarebbero eletti con un referendum, scegliendo
Scutari come capitale d’Albania.
Il Gruppo Democratico di Gjirokastra
Come fondatori avevano: Dhimiter Kacimbra, Bahri Omari, Ali Kelsyra,
Stavri Vinjau, Avni Rustemi.
Il Gruppo Cristiano di Gjirokastra e di Mufit Libohova
78
Tutti i gruppi politici partecipanti alle elezine del 1923 sono citati nel libro di Kastriot Dervishi.Historia e shtetit
shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 192 – 194.
53
Questo partito è creato dall’alleanza del gruppo Cristiano (direto da Petro
Harito) con la Lega della feudale diretta da Mufit Libohova. Quest’alleanza
èstata sottoscrita daPetro Harito,Mufit Libohova, Sulejman Delvin, Fejzi
Alizoti ecc.
Il Gruppo National Democratico di Berat
Questo gruppo si compone da: Sheh Karbonara,Ali Koprencka, Qamil
Mulla, Bektash Cakrani,
Il Gruppo Xhoka
Diretta dal segretario Haki Tefiku, nel proseguente questo gruppo diventa
fondatore del Partito Radicale Democratico.
Il gruppo Qazim Koculi Diretta da lui stesso.
Il Gruppo di Eqerem Vlora
Questo gruppo rappresentava i feudali di Vallona.
Il Gruppo di Kosovo
Questo gruppo era senza una piattaforma politica.Diretta da Bajram Curri, il
suo scopo era di contribuire con grande appoggio ad Avni Rustemi che
diventasse deputato.
As i Pashes as i Beut Elbasan
Diretta da Rapush Demeti con la moto: (liberta, fraternità,unita), cercavano
la liberta di parola,della stampa e del manifesto. I membri principali erano
Aleksander Xhovani, Sali Ceka, Ahmed Dakli, Hysen Dermishi.
Le campagne elettorale si presentano molto aspra. L’opposizione era divisa
sì nel punto di vista degli ideali sia la pozione geografica. Uno dei casi più
discussi era la scelta del capitale. I gruppi di Elbasan proponevano la loro
città, il gruppo di Scutari voleva la loro città, stessa cosa fece il gruppo di
Vallona proponendo la loro città.
Il gruppo Xhoka e il Partito Popolare volevano Tirana.
Il 27 dicembre 1923 nella conclusione delle elezioni si costatava come
vincente il Partito Popolare di Zogu dominando a Berat, Elbasan, Tirane,
Diber. Il gruppo dell’opposizione vinceva largamente a Korca.
54
I risultati delle elezioni:79
Partito Popolare 40 deputati.
Partiti Liberale 35 deputati.
Gli’indipendenti 20 deputati.
Parlamento apre le sue sedute il 21 gennaio 1924. Sono atterrate due
sessioni, prima della rivoluzione e dopo.
La prima sessione sì e tenuto nel periodo 21 gennaio – 2 giugno 1924,
complessivamente sono svolte sessantatré sedute. I lavori del parlamento
sono sospesi il 2 giugno 1924 causa delle rivolte organizzate
dall’opposizione. Durante questo periodo il parlamento approva una serie di
leggi: la legge della dogana, delleamnistie, le colpe politiche, la ratifica
dell’accordo internazionale delle donne e i bambini.
1.14 L’ATTENTATO CONTRO IL PRIMO MINISTRO 23 FEBBRAIO 1924
La conclusione delle elezioni elettrizza la situazione nel paese, poiché
nessun partito o gruppo politico non aveva la maggioranza per governare.
Era una situazione delicata e gli agenti segreti anticipavano dei possibili
attentati.
79
Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 93.
55
Il 23 febbraio 1924 alle ore 14:30 nel momento dove il parlamento stava per
eleggere il suo bordo si sono sentite dei colpi di fuoco e allo stesso tempo
entra nella sala Ahmed Zogu tutto sanguinato.80
Una situazione difficile da
controllare poiché tutti i deputati erano armati. Zogu invita i deputati di
mantenere la calma, dicendo queste cose sono accadute già nelle precedenze.
Questo attendato del 1924 è eseguito da Beqir Valteri che aveva diciassette
anni. L’episodio soffriva d’influenza politica e soprattutto dell’opposizione.
In momento dell’arresto Valteri amette che
non avevano niente di personale, questo
crimine lo fece per motivi idealistici.81
L’attentato era organizzato dai dirigenti
dell’opposizione, i quali avevano addestrato
l’attentatore creando l’illusione, che
quest’attentato non faceva comodo soltanto
all’opposizione ma per il bene del paese.
Nei ricordi di Veli Harshova si fa notare che
Avni Rustemi voleva fare lui l’attentato, ma
su di lui ancora pesava l’attentato fatto contro
Esad Toptani, cosi evitano di fare un secondo
reato.Mustafa Kruja un amico di familja
Valteri dichiarava che Rustemi aveva
influenzato questo reato. Beqir Valteri (a destra) Nel giorno successivo i magistrati Avni Dabulla e Avni Drrasa interrogano
A. Zogu, e lui dichiarache:lo conosceva e in quel momento si trovava nel
suo gabinetto con l’Ambasciatore Britannico.
L’ATTENTATO CONTRO AHMED ZOGU, RACCONTATO DA
EKREM BEJ VLORA.
Il 23 febbraio 1924, quasi tutti noi avevamo occupato i nostri posti per la
seduta pomeridiana dell'Assemblea. Mancava solo il governo, cioè anche il
Primo Ministro Ahmed Zogu.82
80Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006.pg. 200. 81Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 69.
56
Mi sono seduto, come sempre nei pressi di Fan Noli, nel primo banco,
ingresso a sinistra. Lo sguardo cadde dietro di me, dove era seduto il gruppo
democratico che stava stranamente silenziosa e preoccupata. Cosi lo penso
ora, comunque, ma quel giorno me lo sentivo come se fossero in attesa di
qualcosa. Si sentono improvvisamente due colpi sui gradini del palazzo, che
è stata seguita da un silenzio ghiacciato. Poi aprì le porte della stanza e di
slancio è entrato all'interno Ahmed Zogu, con un revolver in mano. Egli era
teso, ma doppo pochi istanti è ripreso e se ne andò al banco del governo. Noi
abbiamo immediatamente reso a conoscenza della situazione e capito subito
cosa fosse successo. Che in tali casi la nostra gente si raccoglie in fretta ed è
molto disciplinato. Alcuni parlamentari che avevano amicizia con Ahmed
Zogu sono andati vicino, il resto dei deputati minaccioso erano congelati
nelle sue sedi, dietro di noi.
Ho subito apprezzato la gravità della mia condizione, questo silenzio poteva
essere convertito in qualsiasi momento nel gran casino. Mi ero seduto quasi
al centro dei democratici sulla destra della stanza, davanti a me erano i
conservatori. Tutti erano armati! Io ero nel bel mezzo di proiettili ad amici e
nemici. Mi sono alzato sussurrando nelle orecchie di Fan Noli "Buon
divertimento". E mi affrettò a prendere il mio amico, il dottor Simonidhi da
Himara. Lo porto verso Ahmed Zogu, per vederli le ferite. Lui non crede e
non voleva che questo lo visitasse, ma poi, quando l’assicurato che il medico
è affidabile, non contesta più.
Le ferite erano gravi, ma non in pericolo di vita, due pallottole erano passate
profondamente nelle cosce, e un altro nella pancia; le ferite sono medicate
temporaneamente.
Sono andato dal mio amico e cugino, Iljaz Vrioni era stato primo ministro
per due volte e molte altro tempo ministro ed era conosciuto da entrambe le
parti come un uomo di pace.
Così, in quei momenti era la persona più adatta per chiedere la pace e la
tranquillità! Il capo della sessione, Eshref Frasheri e il suo gruppo erano tutti
andati dal Presidium e avevano occupato i fori sui quattro lati della stanza.
Io ho consigliato Iljaz Vrioni di andare al presidio e di tenere un breve
discorso, antidolorifico. L’ha fatto, ha trovato il tono giusto, e ha avuto il
successo desiderato. Poi si fa sentire Ahmed Zogu: "Signori non è la prima
volta al mondo, che in un parlamento succede questo che è accaduto a me".
Stavo piacere ai miei amici, a pesare il caso con pazienza e poi agire. " Zogu
era ancora pieno di sentimenti e cosciente delle proprie azioni - davvero
intelligente”.
Mentre nel corridore del parlamento si sentivano colpi successivi, eravamo
tutti preoccupati, perché non si sapeva quello che stava cadendo. Chi stava
sparando e contro chi? Più tardi abbiamo saputo che l'aggressore è stato
82
Ekrem bej Vlora: Kujtime 1885-1925. Tirana 2002.
57
Beqir Valteri era bloccato nei bagni, mentre le guardie del Parlamento,
stavano costringendo la sua resa.
Nel frattempo, lui cantava canzoni eroiche, forse per darsi coraggio a se
stesso.
L’attacco contro Zogu sospendono immediatamente qualsiasi contatto con il
Partito Democratico, non che noi abbiamo alimentato ogni affetto eccessivo
o fede cieca ad Ahmed Zogu, ma perché l'atto d’insulto a tutti noi, ma era
stata dichiarata guerra aperta.Poiché come l'usanza albanese, Zogu non uscì
dalla casa fino il giorno che sarà data la risposta giusta.
E per fornire la meritata punizione ha abilmente usato uno strumento che ha
dato la possibilità di uccidere due mosche con un colpo. Non gli permetto di
toccare neanche un pelo all’assassino, catturato, però, le guardie del
parlamento gli hanno chiesto perché volesse ucciderlo.
BeqirValteri ha confessato tutto senza nascondere niente, non solo la vita gli
era perdonata, ma è stato trattato bene durante la sua permanenza in custodia
in una caserma del parlamento.
Lui mi ha confessato tutto nel 1943. Lui lascio il paese dal 1925e andò in
Francia, quando il partito democratico è stato espulso da Zogu.
Nel 1939 ritorna inAlbania e nel 1945 e stato fucilato dal comunismo.83
1.15 LA RIVOLUZIONE DÌ
GIUGNO 1924
Le questioni politiche dal 1920 al 1924
erano trattate con una passione e una
violenza degna di miglior causa, se la
violenza possa aver luogo qualche volta
83
Ekrem bej Vlora: Kujtime 1885-1925. Tirana 2002.
58
nelle discussioni e avevano assunto un colore assai preoccupante84
. Stavamo
per adottare come sistema tutte le forme della criminalità politica troppo
lontano dalla tradizione cavalleresca del popolo albanese, che non uccide a
tradimento, è non impugna armi contro la gente disarmata.
Nelle polemiche contro il governo di Zogu c’era tanta dosa di fiele e tale
astiosità da far pensare che tra il Presidente dei ministri (ormai assunto a
notorietà mondiale) e certi scrittorelli improvvisati di giornali, sarebbero il
caso a dire mai intarsi nominare.
Il pubblico si nutriva dai frutti velenosi dei ragazzacci che erano stati
obbligati(per incapacità) ad abbandonare le scuole, i campi o le officine ecc.
Sarebbe il bisogno di fare un’analisi del fenomeno per spiegare grave e
dolorosi fatti.
La nazione albanese risorta dall’indipendenza con una smodata, ma ben
spiegabile sete di libertà cade negli inevitabili errori dei popoli politicamente
giovani, si abbandono in braccio al parlamentarismo a una sconfinata critica
giornalistica tribunizia da suburra.
Zogu era implacabile contro chi turbasse l’ordine pubblico, ma riteneva che,
nei limiti della regalità tutto fosse lecito. Ebbe, anzi, ripetutamente
l’occasione di definire la stampa come l’occhio del popolo.
Si ricorreva a ogni mezzo pur di combattere l’avversario.
Era ancora vivo spaventosamente doloroso in tutti gli onesti il ricordo
dell’eccidio avvenuto a Mamurras, il 6 aprile 1924 quasi a meta strada da
Tirana-Scutari.85
Alcuni capi montanari del nord si erano recati a Tirana per felicitare Zogu
per lo scampato pericolo dopo l’attentato. Ebbene, gli onesti nemici di Zogu
decisero di sopprimerli per crearli fastidi. E cosi avvengono che l’auto che
trasportava i montanari é stato sorpassata da un’altra vettura dove si
trovavano i due turisti americani e la scarica delle fucilate destinata ai
montanari, abbatta invece i turisti.
Se ne furono umiliati gli stessi criminali,che alla costatazione, esclamavano:
Vergogna per noi! Abbiamo ucciso degli stranieri! Questo e un tradimento!
Alcuni politicanti al capo della Sacra Unione, su questo fattaccio, più
dannoso per il nome dello stato albanese, che cento rivoluzioni, si
avventarono come corvi affamati.
I giudici meno severi accusavano il governo di essere incapaci.
Nel fine maggio e inizio di giugno 1924 la politica Albanese degli anni
1920-1924 era destinata al fallimento concretizzata da una rivolta armata. La
mancanza di una tradizione democratica al paese, avendo una mentalità
84Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D 32 pg. 10.
85Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 346.
59
generale al contrario dei cambiamenti chiesti il malfunzionamento dello
stato, la propaganda dei giornali scritti all’estero aveva servito per un clima
destabilizzata nel paese.
Dopo la morte di Avni Rustemi sono rafforzate le condizioni per la rivolta
armata, la quale rovescia il governo uscito dalle elezioni del dicembre 1923.
Dopo le riunioni tenute a Valona, l’opposizione apparse convinta per
arrivare al potere con la violenza.
Il 13 maggio 1924 i due ministri che rappresentavano l’opposizione Luigj
Gurakuqi e Fahri Gjilani si dimettono per riunirsi con i ribelli. A Valona pro
la rivoluzione era Qazim Kokoshi, Qazim Koculi, Seid Qemali, mentre gli
altri capi della città non partecipavano. La società “Bashkimi” mobilizzano
la gente creando cosil’esercito volontario. Nel 16 maggio 1924 questa
società chiede l’appoggio dei giovani Albanesi. Nello stesso giorno il
comandante della guarnigione di Scutari, Rexhep Shala, chiede l’espulsione
di Ahmed Zogu dal paese. Dopo la dimensione del primo Ministro Shefqet
Verlaci ribelli erano pronti a sospendere la rivolta con la condizione che: il
Ministero degli Interni e il Ministero della Guerra sono comandati da
Rexhep Shala e Kasem Qafzezi.
Questa richiesta va rifiutata dando opportunità alla rivolta anche a Scutari. E
cosi iniziano le prime scosse culminate, con l’uccisione del capo della
sicurezza a Scutari Ferit Frasheri 31 maggio.
Dopo questi eventi a Scutari il governo proclama coprì fuoco per affrontare
la situazione gravissima nel paese.
A Valona si crea la commissione amministrativa temporanea composto con;
1.Fan Noli per Gli Affari Esteri,
2.Sulejman Delvina per Affari Interni,
3.Costa Paftali per Affari Mondiali,
4.Mustafa Tragjasi per le Finance.
Questa commissione è considerata come l’unico “Rappresentante del
Popolo”, cercando di farsi conoscere allo stesso modo anche all’Estero.
Sotto il comando della commissione, i ribelli iniziano la marcia verso
Tirana.
Nel 2 giugno 1924 loro prendono il controllo della città di Berat, e inseguito
8 giugno, scendono a Lushnja, e nel giorno successive a Kavaja terminando
a Tirana il 10 giugno trionfando con arrivo al potere. Il comandante generale
dei ribelli ordina di bloccare tutti i ministeri.
Gli ex leader degli stati fuggirono nelle diverse direzioni. Ahmed Zogu con i
suoi stretti collaboratori al Regno Serbo Croato Sloveno, invece Shefqet
Verlaci, Qemal Vrioni, Mustafa Aranitasi, Taq Buda, e tanti altri si spostano
a Bari. Il rivolto trionfo senza grandi danni. Secondo i conti fatti dalli
Americani erano ventisei morti altri cinquanta feriti, la maggior parte di loro
era dal nord.
60
Il governo democratico di Noli inizio i lavori con un’atmosfera non brilante,
quale subito si confronto con dei problemi inpassabile.86
Secondo il suo
programa sarebbero fatte delle riforme anche nell’amministrata con
l’obietivo di democratizzare questa forma liberale.87
Questa riformma e
l’altre erano di un programma liberale e democratico, pero rimasse solo
come obietivi non esercitati, causa della sua breve permanenza al potere,
solo sei mesi.
1.16IL RITORNO DI ZOGU E L’INFLUENZA DELLA
JUGOSLAVIA
Gli ufficiali che contribuirono nella caduta del governo di Zogu, spinti dalla
difficile situazione in cui si ritrovava il paese, perche i confinanti potevano
diventare una minaccia, contribuirono senza volere, ancora di più che
l’influenza straniera poteva crescere. Loro “insistettero” che Zogu chiedesse
aiuto agli Jugoslavi.88
Si pensa che Ahmed Zogu e Fan Noli siano le personalità più spiccate della
storia Albanese nel periodo della prima guerre mondiali. Gli avvenimenti
86Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 75.
87Muin Çami: Shqiperia ne rrjedhen e historise 1912-1924. Onufri. Tirana. pg. 336.
88
Noel Malcolm: Storia del Kosovo. Bompiani Milano 1999. pg.74.
61
che loro diedero forma, sarebbero diventati decisive per la storia Albanese
nell’avvenire. Gli sviluppi del 1924 confermassero l’intenzione di tutti nella
loro rivalità, nelle vicende che più li separano che li avvicinano.
Nel 1924 tra Zogu e Noli si faceva la guerra, la quale da lontano sembrava
una gara tra il bene e il male.
Fan Noli simbolizzava la sapienza, la democrazia e la prosperità.
Ahmed Zogu rappresentava l’analfabetismo, l’autocrazia e la reazione.
Il concorso fu vinto dal “cattivo”, scriveva qualcuno nella stampa della
diaspora in quel tempo. La loro guerra può essere caratterizzata con lo
scorrere degli avvenimenti della storia quando il governo Noli fallì, e il
ritorno di Zogu fu glorioso e incontrastato.
Appena dieci giorni dopo il governo Noli fu annientato. Alcuni si riunirono
con le “forze liberatorie” cosi fecero anche il popolo e l’esercito.
Ahmed Zogu entrò a Tirana a capo di 9000 uomini armati il 24 dicembre del
1924 che fu proclamato come il giorno del Trionfo della Legalità. Lui era
riuscito ad assicurare l’appoggio della Jugoslavia perché aveva promesso a
loro (e avrebbe dato dopo) un pezzo di terra tra il Monastero e San Naum,
(nel confine odierno tra la Macedonia e l’Albania).89
Ahmed Zogu si tormentava dal fatto di questa promessa, ma sapeva anche
che questo modesto cambiamento delle frontiere albanesi era l’unico mezzo
che poteva far ritornare a governare, cacciato via qualche mese fa dalla
rivoluzione.
L’interesse spinse Zogu a “ fare un patto con la Jugoslavia”, infatti, lui
sapeva benissimo che per consolidare il suo potere doveva avere legami con
un paese molto più forte, che come si vedrà era l’Italia. Lui aveva le idee
chiare già da prima che ritornasse al potere.
Ahmed Zogu sapeva anche che la vera ragione che gli aveva fatto perdere il
potere era un’altra. La causa della rivoluzione che lo aveva fatto esiliare,
erano i dispiaceri dei nazionalisti e degli intellettuali che un governo dove
regnavano i capi dei grandi clan e i latifondisti, aveva causato a loro. Questi
ultimi si consideravano nemici delle riforme sociali e in generale della
prosperità del paese, tutto ciò diminuiva le loro ricchezze e la loro autorità.
Ahmed Zogu non poteva nascondere a se stesso che un altro importante fatto
della rivoluzione era la miseria nella quale il popolo viveva e la drammatica
situazione finanziaria nella quale si trovava lo stato, che tra l’altro
ostacolava la fondazione di una forza militare capace di difendere le proprie
istituzioni. La sua esperienza personale nel governo dove lui aveva fatto
parte e lo aveva convinto che, la solidità finanziaria dello stato albanese non
poteva venire dalla Lega Delle Nazioni, ma soltanto grazie all’abilità delle
persone che rappresentavano.90
89
K. Dervishi op. cit. pg. 246.
90.Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912-1939. Toena- Tirana 1995. pg. 228.
62
Per descrivere questo tragico evento citiamo il parere neutrale dello storico
dell’epoca il signor Swire che dopo aver letto una lettera di Noli e averlo
consolato dice che: Insistendo nel fatto che si facesse la riforma agraria Noli,
si fecero nemici i più grandi proprietari terrieri, ma non facendo la riforma
agraria egli perse la fiducia del popolo e dei contadini.Il ritorno di
AhmedZogu e il trionfo della legalità mostro che quest’ultimo aveva una
visione politica più ampia di tutti i suoi avversari messi insieme.91
Quest’azione diversiva fece si che la maggior parte delle truppe governative
fossero mandate al confine con la Jugoslavia. Mentre Ahmed Zogu con il
suo esercito di fedelissimi attraversò le montagne per andare verso Tirana.
Il 19 dicembre Noli annunciò lo stato d’allerta. Il 23 dicembre lui con il suo
governo e i suoi amici doveva andare da Tirana a Valona. Nell’indomani
l’esercito di Ahmed Zogu arrivò a Tirana. Era inutile fare resistenza e cosi il
26 dicembre Fan Noli e il suo fedele gruppo di leader politici scappò verso
l’Italia. Zogu appena ritornato al potere, proclamò dappertutto che non
fossero fatte vendette e che si doveva rispettare l’ordine e la tranquillità. Gli
impiegati e i militari sarebbero rimasti nei loro incarichi, anche se avevano
servito a Noli.
Dopolecomunicazioniconiltelegrafotuttelecittàdell’Albaniaespresserolaloros
olidarietà con Tirana, e perciò Zogu ordinò atutteleprefetturee invitò tutti i
cittadini di continuare a compiere i loro lavori usualiIljaz Vrioni, l’ex primo
ministro che era scappato a causa della rivoluzione di Noli, tornò
immediatamente e si mise a capo del nuovo governo provvisorio, compiendo
cosi i doveri di un governo costituzionale.
Xhaferr Ypi, l’unico membro del Consiglio Supremo che era rimasto,
nominò il 5 gennaio 1925 Ahmed Zogu di nuovo come primo ministro
dell’Albania. “Abbiamo perso Gurakuqi” si pensa che fossero state le ultime
parole di Noli in patria. Poco dopo la nave con Noli a bordo e il suo ministro
Luigj Gurakuqi si sarebbero allontanati alla svelta dalla costa Albanese.
Le truppe di Zogu si avvicinavano minacciosamente. La rivoluzione di
giugno fallì, Noli aveva perso. Anche se i motivi del fallimento sono noti,
Noli da questa disfatta apprese che per un politico è più facile essere
idealista stando all’opposizione, ma affrontando la realtà dei fatti dal punto
di vista uno statista che agisce diversamente. Questo Noli lo imparò a sue
spese. Noli dopo di ciò, non intraprese più la vita politica. Zogu e Noli sono
stati giudicati e rigiudicati e continuano a essere giudicati perche questa è la
natura della storia, ogni generazione vogliono scriverla cosi come la vede.
Dal punto di vista di chi la vive la storia, ma non come la vissero i
contemporanei dei due e dalla prospettiva del loro tempo. Tali avvenimenti
devono essere interpretati nel loro insieme, ciò significa che vanno visti da
91Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 194.
63
un punto di vista più ampio possibile, perché da un punto di vista meno
ampio si perdono delle importanti sfumature storiche. Nei confronti di Zogu
e Noli non si sono espressi solo gli storici. Accuse e pene pesanti loro non la
risparmiarono. Noli condannano “il traditore venduto ai serbi” con la morte
in assenza. Mentre Zogu condannò “l’agente di Mosca” il vescovo rosso con
l’ergastolo. Loro a parte la stessa sorte di aver trascorso gran parte della loro
vita in esilio, aveva anche delle cose in comune. Purtroppo come due
albanesi non riuscirono a collaborare. Sia Zogu sia Noli venisse al potere
con mezzi non costituzionali.
Lo staff di Noli non si sottopose mai al parlamento e neanche le elezioni non
si tennero mai durante la sua carica. La loro convinzione che la salvezza
sarebbe giunta da fuori fece sì che loro perdessero il loro potere. Gran parte
della sua semestrale permanenza al potere lui la passò fuori dalla sua patria,
ospitato dalla “Lega delle Nazioni” in cerca di aiuti finanziari e del
riconoscimento politico.
Al suo ritorno a ottobre il paese era avvolto nel caos, mentre l’arrivo a
dicembre della rappresentanza Sovietica lo sconvolse terribilmente perché
erano troppo tardi. Anche se lui non incontrò mai la rappresentanza
Sovietica, incise drasticamente la vita politica di Noli e del suo governo.
Dall’altra parte il ritorno di Zogu al potere con l’aiuto delle truppe serbe nel
1924 fece sì che molte persone mettessero in dubbio il suo patriottismo. La
consapevolezza per questo sbaglio, o per provare che lui non era un
fantoccio serbo spinse Zogu a buttarsi totalmente nelle braccia dell’Italia,
che in quel periodo tentava l’egemonia nei Balcani, intenzioni che erano in
netto contrasto con gli interessi serbe e greche nei riguardi del territorio
Albanese. Bisogna dire anche che Noli e Zogu inizialmente erano in
alleanza, e si pensa che quest’alleanza iniziasse nel 1920, quando Zogu fu
uno degli ispiratori per la creazione di una chiesa ortodossa in Albania, la
quale lui la vedeva come un fattore di unità della nazione. Nel 1921 Zogu
combatteva per la sicurezza del governo provvisorio, lui era Min. degli
Interni. Noli facevano l’impossibile per migliorare l’immagine dell’Albania
nell’arena internazionale,lui era min. degli esteri sotto lo stesso governo di
Xhaferr Ypi. Loro erano anche membri dello stesso gruppo politico, il
Partito Popolare. Mentre Zogu faceva parte del braccio conservatorio,
mentre Noli di quello liberale di questo partito. Anche nei ministeri che
dirigevano Zogu, da gran conservatore che era, tentava di mantenere l’ordine
pubblico, mentre Noli, gran liberale qual era, tentava il miglioramento della
situazione tramite il rispecchio dell’immagine del paese nel mondo. Noli era
il rappresentante della diaspora nel parlamento. Gli albanesi venuti da
Boston e in generale all’inizio degli anni 20 dall’America erano tutti suoi
seguaci. Anche gli intellettuali e gli istruiti nell’occidente, che erano contrari
al potere dei grandi feudi e proprietari terrieri rappresentati da Zogu,
sostenevano Noli. Cioè dal 1920 al 1922 questi due uomini si sono trovati a
64
fianco a fianco l’uno con l’altro nonostante la loro breve collaborazione, i
frutti del loro comportamento si sarebbero sentiti per molto tempo.
Durante questo periodo, Zogu nella carica di ministro degli interni, ebbe
molto successo e riuscì a stabilire l’ordine e la tranquillità, a volte con la
forza e a volte con la riconciliazione tra le famiglie rivali.92
Mentre Noli
come ministro degli esteri creò al paese una nuova immagine moderna
nell’arena internazionale. Si può dire che questo era il periodo di
collaborazione tra Zogu e Noli. Mentre lo stato albanese divenne parte della
“Lega delle Nazioni”nel 1920 e cominciò a godere la riconoscenza
internazionale, compreso la conoscenza ufficiale da parte degli USA,
nell’ottobre 1920 quando l’ambasciatore americano Ulisse Grant Smith
arrivò a Tirana per presentare le sue credenziali presso “l’Alto Consiglio”
dei Ministri. Non si sa quanto è vera la notizia che la Banca Albanese stava
studiando l’introduzione nel mercato di una banconota con le immagini di
Noli e di Zogu, ma questo poteva essere troppo per loro.
1.17DESCRIZIONE DEI GOVERNI 1921 - 1924
IL GABINETTOVRIONI (11.07.1921 – 16.10.1921)
Il gabinetto Vrioni è stato costituito nel periodo di crisi nei rapporti interni a
causa dell'intervento jugoslava in Albania, quindi questo governo era frutto
di un’alleanza tra i due maggiori partiti;93
Partito Popolare e il Partito Progressista.
92
.Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912-1939. Toena- Tirana 1995. pg. 23.
93
Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 133.
65
Vrioni, Frasheri, Shkoza del Partito Progressista. Delvina, Evangjeli,
Peci,Kacimba del Partito Popolare. Il Gabinetto è stato votato all'unanimità,
non c'era nessun voto contro.
La sua composizione ha lasciato malcontento molti gruppi, specialmente
quelli di Valona.
I gruppi insoddisfatti dei due partiti sono stati raccolti nel mese di ottobre
1921 e hanno creato a Valona l’alleanza “Sacra Unione”.94
Il Grande gruppo dei deputati che sono stati inclusi anche Gurakuqi, Zogu,
Kruja, Kokoshi, Mitrovica ha chiestoil 16 ottobre 1921 nell’interpellanza il
Primo Ministro a causa del suo conflitto con il ViceMinistro della Guerra,
Mustafa Maksuti. Quest'ultimo si lamentava che il Primo Ministro ha
esercitato le proprie competenze di ViceMinistro durante l'assenza di
Ministro della GuerraShkoza, che era in viaggio all'estero.
Il dibattito, a quanto pare formale, ha portato a una crisi di governo in cui
quattro membri hanno chiesto le dimissioni ein seguito:
nel voto di fiducia si decide di scogliere il governo, con trentanove voti
contro.
IL GABINETTO EVANGJELI (16.10.1921– 06.12. 1921)
Il governo Evangjeli è venuto come prodotto della "Sacra Unione", che per
questo ha creato in precedenza un gruppo (Curri, Rustemi, Koculi) il quale
esaminava e approvava i candidati per i ministri, prima di venire al
Parlamento.95
Anche in questo caso il governo è stato votato unanimemente.
Il suoprogramma era nazionale, un impegno prioritario per il riconoscimento
internazionale dell'Albania, tutela dell'ambiente, l'integrità profonde riforme
in istruzione, finanza, amministrazione locale, ecc.
Presto, l’appoggio del governo in parlamento, si è oscillato a causa dei
conflitti tra il governo e il “Consiglio Supremo”.
Quest'ultimo, in particolare i suoi due membri, Aqif Bicaku, e Luigi Bumçi
erano critici del governo, della sua composizione e il ruolo dei capi
dell'esercito e della polizia, nominati dal governo.
Era il momento in cui per espremerela ribellione di Mirdita èstata
nominataAhmed Zogue Bajram Curriresponsabili delle forze militari. Il
Consiglio Supreme, sotto pretesi della grave situazione nel nord, ha chiesto
la chiusura del parlamento e di dare la necessaria libertà al governo di agire.
94
Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg 83. 95
Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 146.
66
Il decreto è stato respinto dai deputati, ma dopo molte discussioni, è stato
votato con 41 voti a favore, 10 contrari e 4 astensioni.
L’accordo di Zogu con i ribelli in Mirdite per la soluzione pacifica ha
portato nuovi conflitti.
Il Consiglio Supremeha chiesto cambiamentonel governo, facendo il modo
di nominare Ministro della Guerra,Qazim Koculi e Shuk Gurakuqi come il
ministro dell'Istruzione, e il Primo Ministro ha proposto per i posti Mustafa
Maksutin e Kole Thaci.
Le parti non si sono messe d’accordo, il conflitto s’intensificò, due ministri
Dakli e Dibra si dimetterò, ma il primo ministro e li ha sostituiti con Kole
Thaçin e Rexhep Mitrovicen.
IL GABINETTO KOCULI (06/12/1921 - 06/12/1921)
La crisi sembra non avere soluzione e l’attività delle principali istituzioniera
stata sospesa. Il Parlamento è stato sciolto, il governo e il “Consiglio
Supreme” non andavano d’accordo.
Approfittando di una situazione grave, il 6 dicembre una rappresentazione di
deputati ha sollecitato le dimissioni al Primo MinistroEvangjeli, dicendo che
è stato respinto dal “Consiglio Supremo”.96
Il primo ministro ha dato le dimissioni sotto la minaccia di vita e nel
tentativo di evitare qualsiasi conflitto armato.
Al suo posto è stato subito nominato Qazim Koluci, che ha creato il nuovo
governo.
Faceva parte Fan Noli, Gurakuqi, Hoxha ecc. In circostanze normali, un tale
governo sarebbe destinato a percorrere strada, ma rimane gabinetto con la
più breve vita nella storia dello Stato Albanese, e forse anche nella storia dei
governi europei.97
Il primo ordine del Primo Ministro era per il controllo della posta segreta e
telegrammi, ma dopo alcune ore, la sua decisione era considerata un grande
scandalo e il Primo Ministrosi è dimesso davanti al “Consiglio Supreme”.
Testimoni del tempo dichiaravano che anche la vita di Koculi era in pericolo
e fu tentativo di assassinio contro di lui, proprio a causa di questa decisione.
IL GABINETTO DI HASAN PRISHTINA
(07/12/1921 - 12/12/1921)
Dopo venti anni di carriera politica e un partecipante attivo nei momenti
96
Kastriot Dervishi: pg.149. 97
Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg.84.
67
ripide e difficili storiche, un politico dal Kosovo, Hasan Prishtinadal
Kosovo, sarebbe diventato il Primo Ministro d’Albania. 98
Era l'autore che ha organizzato la rimozione di Evangjelit e Koculi, essendo
uomo politico così forte del momento, ha ottenuto il mandato del “Consiglio
Supreme” per la creazione del nuovo governo.
Nel suo gabinetto facevano parte le figure politiche più importanti, come
Noli, Gurakuqi, Curri, Dako, Kadriu, ecc, ma la sua fama ribelle e porta
grave reazione contro un gruppo di deputati di Tirana, che sono fuggiti nei
campi profughi in città. Prishtina subito licenziato dalla carica Ahmed Zogu,
ex comandante delle operazioni in Mirdite, e si misero sotto controllo con
una mano forte e la polizia militare.
Il gruppo dei deputati infelici, sotto la direzione di Shefqet Verlaci, Sejfi
Vllamasit, Sotir Peci, eccavvertiva delle azioni armate contro il governo.
In queste circostanze, l’11 dicembre il Consiglio hachiesto Hasan Prishtina
per presentare le dimissioni un giorno dopo il ritiro della Jugoslavia.
IL GABINETTO YPI
(26/12/1921 - 26/10/1922)
Il Parlamento chiamato nella sessione approva Ypi Primo Ministro, e crea il
nuovo governo e il suo programma.
Fan Noli, allora presidente del Partito Popolare ha chiesto che le posizioni di
presidente del partito e Primo Ministro siano unificate, ma la sua richiesta è
stata respinta dalla maggioranza dei membri del partito.
In queste circostanze Ypi è stato eletto primo ministro,nominato Noli
Ministro degli Esteri.
Nonostante le polemiche, alla fine dei loro deputati ha votato all'unanimità il
governo, dando una grande possibilità a Ypi.
Il Gabinetto Ypiha creato la stabilità di governo, dopo aver mantenuto il suo
mandato per 11 mesi, più di altri governi precedenti. Nel suo gabinetto
facevano parte personaggi politici con esperienza, ex-ministri e figure di
primo piano nella vita politica, come Fan Noli e Ahmed Zogu.
Questo sarebbe il primo caso anche l'unico che i due leader opositari politico
che entrambi avrebbero fatto parte di un gabinetto di governo.
Uno dei primi atti del governo è stato, la cancellazione di tutti gli ordini
emessi dal “Presidente del Consiglio”Hasan Pristina.
Ci sono stati istituiti nel dicembre 1921 Croce Rossa l'albanese,
l’intelligence nazionale, il museo nazionale, si è decisa l’invito degli esperti
per tutti i ministeri di specialisti stranieri, inglesi, ecc.
98
Afrim Krasniqi:op. cit. pg. 85.
68
Merito speciale del suo governo e il suo parlamento sono anche un supporto
allo sviluppo e l'approvazione nel dicembre 1922, il documento
costituzionale.
"Lo Statuto ampliato di Lushnja".
Durante questo periodo i gruppi critici in Parlamento, ha preso tre iniziative
parlamentare; di rovesciare il governo con la mozione di sfiducia, ma in tre
casi ha ricevuto voti di maggioranza.
I critici del governo Ypi sono dimostrati votando contro Mehdi Frasheri,
Stavro Vinjau, Ali Kelcyra, ma alla fine la maggioranza vota pro.99
In tutti tre i casi che si riferiscono alle accuse di pene severe per i politici
implicati in azioni illegali.
IL GABINETTO ZOGU (1) - (02/12/1922-03/03/1924)
La strada di Zogu per arrivare alla posizione più alta nel governo è stata
aperta soprattutto dopo il successo delle sue forze antigovernative nelle
operazioni sotto Dibra, Shijakut di Durazzo.
Il 2 dicembre 1922 si tennero le elezioni per i membri del “Consiglio
Superiore”, dove per la prima volta è stato eletto il candidato rivale (tra i sei
candidati) il primo ministro YPI e Coba. Nel suo gabinetto sono stati invitati
ex primo ministro Pandeli Evangjeli, e diversi ex ministri. Tutti i ministri
erano stati visti in tali compiti, quindi erano esperti nell’amministrazione e
nel governo. Gli slogan principali della sua apparizione programma di
governo è stata "il disarmo" e lo sviluppo del commercio, l'istruzione e
l'industria. Zogu aveva promesso di riformare il sistema elettorale e la
legislazione, profonde riforme in tutti i settori, ecc.
L'opposizione ha dichiarato più volte in parlamento che, di fatto, Zogu era
stato primo ministro già da un anno, quindi è solo diventato de iure.100
99
Kastriot Dervishi: op. cit.pg.156.
100Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006.pg. 174.
69
Il primo governo guidato da Zogu ha ottenuto 37 voti a favore, 13 contro e 6
deputati si sono astenuti.
Zogu prende la direzione del partito come primo minstro, occupando anche
il posto del Min degli Interni avendo solo 27 anni.101
Durante la sua prima direzione, Ahmed Zogu ha preso una serie d’iniziative
e misure per modernizzare l'amministrazione e il funzionamento del nuovo
stato albanese.
Per la prima volta ha approvato le regole di funzionale del governo, una
parte del modello seguito anche oggi.
La più grande crisi gabinetto dello Zogu era quella del 1923, quando il
Primo Ministro richiesto e approvato il licenziamento del comandante della
gendarmeria, Shefqet Korca, ma quest’ultimo ha rifiutato e minacciato di
opporsi al governo.Zogu è stato costretto ad accettare le sue dimissioni
Ministro degli Interni in cambio di compromesso.
Questa funzionesarà esercitata da qualsiasi ministro, in alternanza
settimanale.
Ahmed Zogu - Primo Ministro, Ministro degli Interni
Huseyin Vrioni - Ministro della Giustizia
Pandeli Evangjeli - Ministro degli Esteri
Kole Ministro - Ministro della Finanza
Spiro Koleka - Ministro Affari Mondiali
Rexhep Mitrovica - Ministro della Pubblica Istruzione
Ismail Tatzari - Ministro della Guerra
1.18ZOGUPRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1925-1928
101
Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 332.
70
Prima di essere assunto alla
Presidenza della repubblica,
Zogu, per invito della
Reggenza e soprattutto per
acclamazione
dell’Assemblea Nazionale
Costituente, assunse per
alcuni giorni la Presidenza
dei Ministri.102
5 gennaio
1925 Egli indirizzo alla
Nazione un proclama che
lessa anche all’Assemblea.
Lo traduco perché è un
documento storico originale
(A.Q.SH) di rilevante valore,
che testimonia le condizioni
politiche e sociali albanesi di
allora.
“Popolo”
Da quanto sono ritornato al
potere, mi ritengo
responsabile di fronte a te per l’esecuzione del mio programma, che espongo
assieme al ricordo degli ultimi avvenimenti.
I rivoluzionari, appoggiati dalle truppe in attività di servizio, abbatterono il
Governo legale, disperso i tuoi rappresentanti, crearono un proprio Governo
rivoluzionario che, in oltre sei mesi, non seppe mettere in esecuzione il loro
programma buono e cattivo che fosse e non seppe far altro che imprigionare,
ardere case e confiscare proprietà in danno dei sostenitori del Governo
Legale.
Quest’onta alla tua libertà era apportata direttamente da quegli ufficiali dai
quali attendevi la difesa dello Stato e dell’onore nazionale.
Un paese dove, assecondando le idee bolsceviche, non v’è sicurezza per
l’onore, la vita e i beni, non può vivere in questo secolo.
Zogu era arrivato alla conclusione che l’Albania non diventerebbe uno Stato
con un’economia stabile senza aiuti dalle grandi potenze.103
Per porre fine a tale tenebroso periodo, basandomi sul decreto rilasciatoa suo
tempo dal Governo Legale, inizia l’operazione, iltredici del mese scorso e il
ventiquattro dello stesso mese le portai a compimento con pieno successo,
102Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.) F. 416 D. 5 pg. 5.
103Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.94.
71
assicurando completa tranquillità e ristabilimento il Governo a Tirana in
mezzo all’entusiasmopopolare.
Affidatario dalla Reggenza la Presidenza dei Ministri, dopo la dimissione di
Vrioni ho voluto incominciare con l’allontanare il soldato albanese dalla
politica definitivamente e pertanto ho ripreso la mia attività sopprimendo il
Ministero della Guerra e sostituendolo con un comando Generale delle Forze
Armate.104
Per dare l’opportunità istruzione e disciplina all’esercito, che in questi ultimi
tempi era diventato il nido dei partiti politici, sarà soppresso il vecchio
sistema. E poiché il numero degli ufficiali è per noi eccessivo, scegliere fra
essi una quantità sufficiente per la necessità delle Forze Armate, preferendo i
più competenti e meno implicati nella politica. Gli altri sano esonerati.
Per prevedere alla pubblica sicurezza sarà adatto tutto l’impulso possibile
all’organizzazione di una gendarmeria forte, giusta e disciplinata, chiamando
eletti organizzatori stranieri.
Poiché gli incassi dello Stato non sono sufficienti, ridurremo le spese in
modo tale da poter realizzare delle economie soltanto per opere pubbliche.
S’imprenderà quanto prima il disarmo generale. Negli uffici amministrativi
si precederà a riorganizzazione che apportino risparmi che renderemo noti.
Lo Stato, piccolo e bisognoso di concentrarsi nella sua organizzazione e
nello lavoro, seguirà una politica amichevole verso tutti.
Non e tollererabile di essere nido d’idee di avventurieri che turbano la
tranquillitàdel paese e degli Stati Finitimi.
Rispettera i diritti di tutti gli Stati, ma in base alla reciprocità perché
vogliamo essere egualmente rispettati anche noi.
Brevemente: La nostra politica estera si riassume nella difesa
dell’indipendenza e dell’integrità del nostro Stato.
Prego: Iddio che mi assista onde mi faccia onore innanzi a te assieme ai miei
colleghi.
Questo documento è interessante perché fu scritto di proprio pugno da Zogu
tra una firma e l’altra, tra un’udienza e un rapporto. Vi si riviene un
elemento psicologico efficace in qualche variante:
Zogu parla col popolo, in nome del Governo, ma in due punti che il
lettoretroveràrilevati in corsiva, si fa sfuggire al verbo in prima persona
singolare.
E ne aveva ragione.
Su di lui comincio a premere, al suo ritorno, la convinzione degli uomini di
senso comune che bisognasse porre una sospensione definitivaa una
democrazia che si basava su letture mal interpretata di tendenze, non
conforta da tradizioni di disciplina e da cultura. Mi sia consentito di
rivendicare a me stesso la paternità d’importanti innovazioni apportate allo
104
Tirana (A.Q.SH.) op. cit. F. 416 D. 5 pg. 6.
72
Statuto della Repubblica, che, d’accordo con Zogu propugnai e ottenei assai
forte e tale da consentire al futuro prossimo Presidente, la dittatura per far
fronte a qualsiasi tentativo demagogico del Potere Legislativo.
Nel discorso inaugurale del 19 gennaio 1925 Zogu condanna l’esperienza
bolscevica di Fan Noli e proclama la nascita del nuovo soggetto politico
denominato ”Repubblica d’Albania”.105
Il 31 gennaio l’Assemblea costituente approva la nuova legge fondamentale:
il potere legislativo è affidato a una Camera e un Senato, il presidente della
repubblica, e letto dal parlamento, è anche il capo dell’esecutivo e delle
forze armate, a diritto di veto sugli atti delle Camere e nomina un terzo del
senato.106
In tutto il Paese fu un’esplosione impressionante di gioia.
Quella sera si restarono prigioniere dalle dimostrazioni popolari per diverse
ore in un albergo del centro di Tirana, perché i volontari di Zogu e il popolo
seguendo un nostro antico costume si abbandonarono una sparatoria che non
finiva mai ed era pericolosa, perché erano momenti che non si poteva da tutti
sparare in aria. Deve intervenire energicamente la gendarmeria riorganizzata
per far porre fine al fuoco.
La sera stessa del 31 gennaio il Presidente hadetto il seguente proclama, i
ncaricando di provvedere alla pubblicazione del caso.107
Esso è interessante perché stratteggia l’Uomo deciso a tutto per i suoi ideali.
105
Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 230. 106
Antonello Biagini. Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999 pg. 116-117. 107
Tirana (A.Q.SH.) op. cit. F 416 D5 pg. 8.
73
IL PRIMO DISCORSO DI ZOGU COME PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA
L’assemblea mi ha eletto presidente della Repubblica.
Ho accettato il grande e grave onore nella fiducia che tutti i patrioti saranno
ubbidiente alle leggi.
In quest’occasione, rivolgendo a voi la mia prima parola come Vostro
Condottiero, v’invito a riflettere ancora che, per il consolidamento dello
Stato Albanese, per il rafforzamento dell’Amministrazione, per l’evoluzione
e il progresso della nostra Nazione, necessitano la quiete pubblica e il
lavoro, perché diversamente non potrà conquistare la fiducia e l’appoggio
degli altri popoli.108
Voglio fermamente e irremovibilmente che l’Albania sia esempio di pace e
di libertà.
Mai non tollererò che sia insidiata da qualcuno la buona fede e la quiete del
popolo, perche voglio che con la vostra saggezza e la vostra operosità, la
Nazione conquisti gloriosamente un avvenire luminoso e un altro posto nella
storia della civiltà.
Il Presidente libero da pastoie e da intrighi parlamentari, si detta anima e
corpo all’organizzazione dello Stato e inizio l’opera costruttiva con un atto
di clemenza, promulgando un’ampia amnistia per i reati politici.
Nel giugno di quell’anno fece diversi atti politici importanti che forzarono il
Regime: fra i primi annovero la pressa di contatto diretta e cordiale con la
popolazione più balli cosa della Nazione.
Egli riceveva continuamente visite di gruppi e saggiamente penso che fosse
meglio ricevere tutti in una volta i Capi e i Notabili di Scutari, Kosovo e
Dibra, perche non soli assi entrassero collettivamente in rapporti col
Presidente, ma anche perche si conoscessero tra loro una buona volta e
passassero a scambi di rapporti più intensi e cordiali.
Alla riunione presero parte 540 persone, le più rappresentative delle
montagne e quasi tutte fiere di ricche tradizionali familiari per atti di valore e
di cavaliere.
I montanari, carichi di armi e splendenti di oro e di argento, si riunirono
attorno al giovane Condottiero, il quale tennero loro un discorso forte e
semplice, incisivo e cordiale, invitandoli alla pace, al lavoro, al patriottismo,
alla concordia. E pratico della mentalità dei montanari seppe parlare in
maniera tanto persuasiva che sì, pur avendo per rigido costume di non
applaudire ma assentire con cenni del capo o con voce possente e unanime
gli gridarono il loro affetto devoto.
108Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 5 pg. 9.
74
L’adunata simpatica e geniale si chiusa promettendosi, i montanari fra loro,
fede e assistenza reciproca; indi tutti assieme giurarono fedeltà al Presidente.
Quell’adunata fu una mossa politicamente assai fini perche, se non tutte,
molte vie furonochiuse agli’intrighi degli avventurieri.
Ciò fatto si occupò personalmente della dispersione dei relitti del
vagabondaggio politico che si celava qua e là in agguato, vigilando su
l’esecuzione delle misure necessarie ad assicurare la tranquillità pubblica e
la normalità amministrativa. Ma tutto fu operato entro i confini della più
severa legalità.109
L’enorme lavoro di ricostituzione non distolse il Presidente che avoca a sé la
Presidenza dei dibattiti del Coniglio Ministeriale dal preoccuparsi di gravi
problemi economici e finanziari.
Fece dunque costituire la Banca Nazionale d’Albania, la cui moneta è oggi
la più solita d’Europa e rese possibili la formazione della SVEA (Società per
lo Sviluppo Economico d’Albania), cui si devono importantissime opere
pubbliche, delle quali alcune sono monumentali, quali, per esempio i ponti
sul Mati e su la Vjosa.110
Alla politica estera il presidente diede sviluppi lungimiranti dei quali tratterò
più in la.
Ma un diabolico intrigo straniero turbò la dinamica attività del Presidente nel
novembre 1926.
Poche centinaia di montanari, ingannati dal male arti di vagabondi
internazionali, tentarono un audace colpo su Scutari. Ma con una rapida
operazione il tentativo folle fu subito stroncato. Quei montanari, è necessario
dirlo, non era di coloro che l’anno precedente avevano giurato fedeltà.
Registro ora un atto molto simpatico del presidente nei confronti
dell’Armata ricostituita.
L’8 giugno del 1927 egli distribuì le bandiere allarappresentanza del piccolo
Esercitò. Allora suo segretario Generale, ma volli tornare riservatamente e
per pochi istanti giornalista, perche volli dare la nota psicologica
dell’avvenimento. E scrisse la seguente nota di cronaca, che, tradotta
letteralmente, forse non dispiacerà al lettore perche, dà un po’ lo spirito della
lingua albanese e lo stato d’anima delle folle nei confronti del Presidente.
Mente e presentato l’anima propria attraverso i lampi degli occhi che dicono:
Tu sei la Nazione libera, tu sei la nostra bandiera e il nostro fato, tu ci dai la
luminosità di questo giorno. Con quest’acciaio col nostro sangue siamo per
Te e con Te!
109Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939.Toena. Tirana 2009. pg. 405.
110Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.241.
75
E passa il Presidente, la prima e la maggior sentinella della bandiera, passa
in rassegna ufficiale e soldata, alle volte sorridenti, alle volte corrugando la
fronte pensosa. Quindi si rivolge ai rappresentanti delle Forze Armate e dice:
Signori Ufficiali
Fino ad oggi vi ho affidato la difesa della Patria, e oggi aggiungo la difesa
del suo onore, poiché vi consegno le Bandiere, che sono il simbolo
dell’onore dello Stato.
Alle buone qualità che abbiamo accreditato dai nostri padri, occorre che
aggiungiamo qualcosa d’altro, giacché al valore di Alessandro e al
patriottismo di Skanderbeg dobbiamo imporre la corona con una forte
disciplina.
I nostri erano convinti che, quanto avesse dovuto prostrarsi nella polvere la
Bandiera nazionale, ne avrebbe tremato la terra. E tale convinzione
dobbiamo averlo anche noi, custodendolo gelosamente nei nostri cuori.
Io sono convinto che i miei Ufficiali mai e poi mai permetteranno che la
Bandiera Nazionale sia in qualsiasi modo abbattuto, essendo sicuro che, se
vi sarà,bisognasse essi sapranno morire da eroi!111
111Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 5 pg. 13.
76
1.19L'OMICIDIO DÌ LUIGJ GURAKUQI
Come si è visto, dopo la sconfitta della
rivoluzioneF. Konica è stato separato da Fan
Noli e ha preso il lato di Ahmed Zogu. Il
giornale "Dielli" ha riferito che sembra
ovvio che lui è più legato col popolo che
con Noli. Pertanto chiamava Noli ad
accettare la sconfitta e rinunciare. Ma Noli
lo considererebbe il ritiro come "tradimento
allo spirito della storia".
Entro la fine di gennaio, Noli lo sfida e
organizzala prima emigrazione politica. Ha
diretto a un gruppo di amici la proposta di
elaborare per "una guerra continua" con la
dichiarazione che il mondo è sorpreso dal
silenzio che teniamo.Non ci fu risposto alla
chiamata neancheLuigjGurakuqi eS.Vinjau
dando il segno che questi dueLuigj Gurakuqi
esponenti è prendevano le distanze da Noli e il suo programma. Noli non ha
voluto credere e ha inviato un telegramma chiedendo che si pronunciarono
chiaramente.
Anche se volesse rispondere, Gurakuqi non ha avuto il tempo, come si è
visto con del 5 marzo 1925, è stato ucciso in un attentato a Bari.112
L'attentato è stato organizzato dal console di Bari Saraci, amico personale di
Zogu e funzionario permanente al suo servizio diplomatico.
Non è un caso che il primo colpo è caduto sulla testa di Luigi Gurakuqi.
Zogulo aveva visto come un pericoloso rivale fin dall'inizio della sua ascesa
al potere.113
Era una figura con un alto prestigio a Scutari e in tutto il nord.
S.Vllamasi racconta che Zogu nell'estate del 1922 aveva proposto al
commissario di poliziadi Scutaril’omicidio di L. Gurakuqi.Il Commissario lo
racconta questo complotto a Sejfi Vllamasi, vice Ministro degli Interni, il
quale si oppone.
L. Gurakuqi è più pericoloso adesso, come un immigrato politico in Italia.
Egli è noto per le sue tendenze filo-italiane.
Come cattolico da Scutari potrebbe arrivare fino al Vaticano e questo li
facilità i contatti a ogni livello. Perciò non andò con Noli, convinto che
avrebbe potuto avere una voce a Roma. In questo caso, Gurakuqi potrebbe
confondere le carte nel piano delle relazioni più strette con l'Italia.
112Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 424.
113Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 88.
77
L'omicidio di Luigi Gurakuqi fu un colpo scioccante per Noli, il quale era
stato al suo fianco nel suo governo, il più stretto collaboratore.
Era un segnale anche per Noliperché, come si è visto, il tribunale l’ha
condannato a morte per "tradimento contro lo Stato", piuttosto che due
settimane dopo l'omicidio di L. Gurakuqi.114
Ladirezione di polizia di Vienna ha detto che sono stati inviati emissari da
Zogu per eliminare Fan Noli e i suoi più stretti collaboratori.
Il pericolo diventa reale quando Saraci deroghe come console da Barie si
sposta a Vienna. La polizia di Vienna prendesse le misure di sicurezza,
mentre Noli non usciva al pubblico. Proprio quei giorniarriva la notizia
dell'omicidio di Bajram Curri nelle cave Dragobia.115
114Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.233.
115Arben Puto: Op. cit. pg. 425.
78
1.20RAPPORTI TESI CON LA JUGOSLAVIA A CAUSA
DELL’AVVICINAMENTO CON L’ITALIA.
La rivolta di Dukagjin gli si estranierà di più le relazioni tra Albania -
Jugoslavia, portando Ahmed Zogu a un accordo con l'Italia. Jugoslavia
aveva fallito nel suo intento di intervenire nella politica interna albanese.116
Nel gennaio del 1926 la Francia propone di firmare un patto di sicurezza tra
Francia-Italia-Jugoslavia, il quale vietavaall’Italia l’espansione nei Balcani.
Prima di questo fatto Mussolini avevaproposto un altro patto che era visibile
al di fuori degli interessi della Francia e della Jugoslavia.
Mussolini delega in Albania, Alessandro Lessona a parlare specificamente
con Ahmed Zogu per la firma di un patto bilaterale, perché secondo questo
patto arriverà il rafforzamento del paese a causa del rafforzamento della
politica italiana.117
Dopo molti tentativi e trattative fu possibile firmare un trattato bilaterale di
amicizia e di sicurezza tra l'Italia e l'Albania il 27 novembre 1926 conosciuta
a livello internazionale come “Il primo patto di Tirana”. Questo patto
consisteva di 5 articoli ed è stato firmato dal Ministro degli Affari Esteri di
Albania, Hysen Vrioni e l'ambasciatore italiano a Tirana, Pompeo Aloisi.
Nel primo articolo si sancita che l'Italia e l'Albania avevano dichiarato che
qualsiasi violazione politica e giuridica di Albania era in conflitto con gli
interessi di entrambe le parti. Quindi, nell'interesse di entrambe le parti non
dovrebbero fare i firmatari di accordi politici e militari con altri paesi a
scapito di uno dei firmatari.
Ahmed Zogu da un telegramma accolto con favore il re italiano e decorato
con “Kordonin e madh te Urrdherit Kombetar",Vittorio Emanuele III,
educatamente restituito i saluti.118
Il patto è stato ratificato a Roma il 24 gennaio 1925 è stata classificata
segreta ed è stato registrato nella Lega delle Nazioni l’8 febbraio 1927.
Francia e Jugoslavia, anche se non piacciono per niente questo patto non ha
fatto alcun passo espressivo contro di lui. L'unico stato che contestava
questo patto era Unione Sovietica che ha chiamato quest’accordo come un
"schiavo". Anche la diaspora albanese era contro questo patto.
Causa alla firma di questo patto è dimessa il ministro degli Esteri della
Jugoslavia Nincic al 7 dicembre 1926, che porta alla dissoluzione del
governo jugoslavo il giorno successivo.
Inoltre, il parlamento jugoslavo non ha ratificato il trattato di commercio e
navigazione con l'Albania, la prima votazione dalla Camera dei deputati
116Paskal Milo: Shqiperia dhe Jugosllavia (1918 – 1927). Enciklopedike. Tirana 1992. pg. 338.
117Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.105.
118Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).Gazeta e Korces 18 dicembre 1926.
79
il 6 novembre 1926. Questo trattato sarebbe stato utile soprattutto per le zone
di confine.
Dopo gli eventi di fine anno 1926 le relazioni Albanesi - Jugoslavia si sta
muovendo verso una maggiore irritazione.
Un fatto che ha portato a un deterioramento delle relazioni è stato l'arresto
dell’albanese-montenegrino Vuk Gjuraskovic e dei suoi collaboratori Kristo
e Lipi Dhori, Abdulla Kalaja e Ligor Cerepi. Vuk Gjuraskovic fu accusato
dal Ministero degli Interni albanese come agente della sicurezza
jugoslava.119
Belgrado ufficiale ha reagito troppo duramente chiedendo la sua immediata
liberazione attraverso una dichiarazione entro il 30 maggio 1927.
Una posizione pro jugoslava ha tenuto Ceno Kryeziu, l'ambasciatore
albanese a Belgrado. Dopo diverse trattative infruttuose Jugoslavia ha
ritirato la sua ambasciata a Tirana. Proseguendo Jugoslavia, aveva chiuso e
consolati in Valona, Scutari e Korca. In queste condizioni, Ahmed Zogu
chiude l’ambasciata a Belgrado, incaricando l'ambasciata d’Italia a
proteggere i diritti d’Albania.
La risoluzione di questo conflitto avviene con l'intervento interstatale di
Francia, Italia, Gran Bretagna e Germania. Nell’agosto 1927 avviene il
ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Albania e Jugoslavia. Un altro
fatto peggioradi nuovo queste relazioni, l'uccisione dell'ex ambasciatore
albanese a Belgrado, Ceno Kryeziu.120
Lui aveva apertamente espresso il suo
malcontento verso il regime albanese. Fonti diplomatiche britanniche tra lui
e Ahmed Zogu avevano lanciato una polemica politica.
La stampa Jugoslava ha accusato direttamente gli avversari
dell’amiciziajugoslavo-albanese di aver ucciso Kryeziu. Mentre d'altra parte
viene immediata opposizione delle autorità albanesi che hanno
negatocategoricamente il loro coinvolgimento in quest’omicidio.121
L’omicidio di Kryeziu ha dato un impatto a successivi miglioramentidel
rapporto italo - albanese. 5 settimane dopo che l'omicidio è stato firmato il
patto, che è entrato nella storia come il "Patto di Seconda Tirana". Si trattava
di un’alleanza difensiva tra l'Italia e l'Albania, che era, registrata nella Lega
delle Nazioni nel 3 gennaio 1928. Il patto è stato firmato dal Ministro degli
Affari Esteri di Albania Iljaz Vrioni e l'Ambasciatore italiano in Albania,
Ugo Sola.
Il patto consisteva di sette articoli ed è stato una reazione contro il patto di
sicurezza tra la Francia e la Jugoslavia.
119Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.135.
120Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. Pg416.
121Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.263.
80
Tutti gli accordi precedenti tra Italia e Albania alla Società delle Nazioni
dopo l'adesione dell'Albania saranno accuratamente e fedelmente osservati.
Quest’alleanza aveva una scadenza di venti anni. Secondo questo patto, i due
stati si aiutano a vicenda in caso di guerra. Dopo la firma del patto di Ahmed
Zogu,il Senato ha datodel titolo "Salvatore della patria".122
122
Kastriot Dervishi: op. cit. pg.264.
81
1.21L'AZIONE DELL'ITALIA PER LA RICOSTRUZIONE
ECONOMICA DELL'ALBANIA
Se l'azione dell'Italia fu, come abbiamo visto, decisiva per la costruzione
politica dell'Albania, non lo fu meno per la sua ricostruzione economica.
I rapporti economici fra i due Stati furono impiantati convenzionalmente col
trattato di commercio e dì navigazione del 20 gennaio 1924 seguito dalla
convenzione di stabilimento e quella consolare, firmata qualche mese dopo
(29 febbraio 1924).123
Da allora l'Italia con successivi accordi, andò sempre
più intensificando le importazioni dall’Albania, assorbendone quasi
totalmente la produzione, benché la sua qualità non fosse di facile
collocamento sul mercato italiano. Non andarono invece con pari ritmi le
esportazioni, perché l'Albania seguitò a importare da altri Paesi, e soltanto
negli ultimi anni quando l'Italia instaurò la politica dei contingentamenti e
degli scambi equilibrati, si accentuarono, raggiungendo un'alta percentuale,
le importazioni dall'Italia. Senza la quale, evidentemente, l'Albania non
avrebbe avuto alcuna possibilità di vivere. Poiché la sua assistenza non si
limitò a facilitare, anzi a render possibile, un collocamento dei suoi prodotti,
ma fu intensamente rivolta a valorizzare l'Albania.
Dal 1925 al 1939 furono impiegati nel suo territorio ben due miliardi di
lire.124
Enumerando tutto quel che si era fatto per iniziativa italiana, il conte
Ciano nel discorso pronunziato alla Camera il 15 aprile 1939, poteva
terminare. Quanto in questi ultimi quindici anni è stato compiuto in Albania
è legato esclusivamente al nome dell'Italia, lavoro e capitali italiani, con
l'ausilio dell'ottima mano d'opera albanese, hanno costruito i porti, tracciate
le strade, bonificate le terre, trivellato i pozzi, frugate le miniere. Non
ripeteremo qui la lista dei lavori compiuti e degli enti che li hanno condotti,
ma ci limiteremo ad aggiungere:
a) che se l'Albania ebbe una moneta aurea solidissima, si deve alla Banca
nazionale d'Albania, che con tecnici e capitali italiani pose su basi sane la
circolazione monetaria e la tutelò con criteri rigidissimi.
b) che all'elevamento culturale e spirituale delle masse, oltre che sociale,
l’Italia cooperò fervidamente.
Tutto portava i due popoli a cooperare in ogni campo. L'Adriatico non li
separava, ma li univa sempre più intensamente. E in Italia, che aveva dato,
con l’Italo-Albanese, una letteratura all'Albania, si riprendevano con sempre
maggiore intensità gli studi sull'Albania, con criteri non giornalistici né
politici, ma schiettamente scientifici. Non possiamo dimenticare, in questo
campo, le benemerenze dell'istituto per l'Europa orientale, di Roma, per la
123 Amedeo Giannini:L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg. 179.
124 Amedeo Giannini:op. cit. pg.180.
82
conoscenza dell'Albania.Lavori pubblici significano impiego di denaro a
carico dell'Erario e si può immaginare come il nuovo Stato Albanese sorto
dal caos delle guerre balcaniche, della guerra europea e delle successive
rivoluzioni, terminato con la marcia in Tirana nel 1924, dovesse difettare di
mezzi propri. Fra l'altro,l'Albania non aveva moneta propria, e sottratta al
governo turco, rimasta per tanti anni in balia di mutevoli reggimenti politici,
aveva finito col non credere più che all’oro e argento. Due istituzioni favori
sin da quel tempo il Governo Italiano, la Banca di emissione che creò
labanconota, e una Società che raccolse fra i istituti di credito 50,000,000 di
franchi d’oro per un prestito albanese vincolato nei lavori pubblici.La rima
di tali istituzioni è la BANCA NAZIONALE D’ALBANIA fondata nel 1925
con un capitale iniziale 12,500,000 in franchi oro, con sede amministrativa
Roma, sede centrale a Tirana, e filiali a Durazzo, Scutari, Valona e
Saranda.125
Il franco d’oro albanese, regolarmente quotato nelle borse di
Trieste e Milano, equivale a lire italiane 3,66610; vi sono pezzid’oro di 20 e
di 100 franchi oro, e banconote di 1, 5, 20, 100 franchi convertibili in oro.
L’altra istituzione “SOCIETA PER LO SVILUPPO ECONOMICO
DELL’ALBANIA”.
Fonato nel 1925, collegata finanziariamente con la prima.
Il prestito di 50 milioni, negoziato al 7.5 % fu convertito in moneta italiana,
e rappresentò allora 212 milioni di lire.126
Ma poiché le spese che l’Albania
doveva affrontare erano immediate. Rediti futuri, fu concessa delle
moratorie totali fini 1929, parzialmente per i due anni seguenti. Gli oneri
125Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.102.
126 Michele Craveri: Albania; il paese e le genti.Vallardi. Milano 1939. pg. 107.
83
della moratoria furono assunti dal Governo Italiano, per evitare al giovane
Stato, con l’accumularsi degli interessi composti, un ingente aggravio.
Un primo assestamento del bilancio dato dunque dal 1926; ma un
assestamento solo nel senso di regolare uniformità, e con un pareggio
fittizio, perché i consuntivi delle entrate erano sempre inferiori ai preventivi
delle uscite. Ne derivava un deficit annuale endemico, sui tre milioni di
franchi oro, cioè una situazione fallimentare, cui il governo in un primo
tempo rimediò col prestito italiano della S.V.E.A, di cui è detto sopra, che lo
sgravava del pesante fardello delle opere pubbliche, e in un secondo tempo
con l’altro prestito del 1931.127
Pure concesso dal Governo Italiano di
100,000,000 di franchi oro, senza interessi, senza data di rimborso, rimessa
al giorno imprecisato e imprecisabile in cui lo Stato Albanese avrebbe avuto
50,000,000 di franchi oro. Era la tranquillità, ma una tranquillità da
amministrarsi e da tenersi cara, non da incoraggiare situazioni avventurose
come quella che vi creò nel 1933, e che provocò da parte italiana il brusco
arresto nel funzionamento del prestito.
Ne segui una brutta situazione che non valse a sanare le misure restrittive
adottate in tutta urgenza dal governo di Tirana a spese degli stipendi dei
funzionari dello stato e dei fondi militari. Intervenne personalmente il Duce,
nel febbraio del 1935, mettendo a disposizione 3,000,000 di franchi oro,
necessari a pagare gli stipendi arretrati di molti funzionari civili e militari,
alcuni dei quali erano arretrati di sei mesi.
Per accelerare il processo di trasformazione dell’agricoltura albanese, fu
firmato 19 marzo 1936 fra l’Italia e Albania un accordo per un prestito
agricolo. L’Italia s’impegnava a versare al Governo albanese, in cinque rate
annue, 10000000 di franchi oro; l’Albania a sua volta si obbligava a dare la
preferenza nell’acquisto di materiali agricoli, ai prodotti italiani, e a
rimborsare il prestito in cinquant’anni dal quinto anno successivo al
versamento dell’ultima rata di prestito.
Nella ricorrenza del venticinquesimo dell’indipendenza albanese,
25 novembre 1937, il Governo Italiano rappresentato alle feste di Tirana dal
Ministero delle Finanze offriva 1.400.000 lire oro per la costruzione della
nuova strada da Tirana a Durrazzo: 600.000 lire oro per la costruzione di una
casa per ragazzi e 10.000 lire per i poveri della capitale.128
Il rimborso del prestito garantito mediante le partecipazioni che l'A.I.P.A.
deve corrispondere al Governo Albanese per lo sfruttamento delle zone
petrolifere. Osservava fin dal 1931 il citato Senatore Tajani come i denari
del prestito per i lavori pubblici avessero servito anche a far sorgere scuole e
ospedali, edifici di posta e telegrafo, e i palazzi per i Ministeri.
127Herman Bernstein, Hugh Grand. Diplomate Amerikane per mbretin Zog.Dardania. Tirane 1994. pg. 52.
128 Pio Bondoli. Albania, quinta sponda d’Italia. C.E.T.I.M. Milano 1939. pg. 174.
84
Il giovane, paese ha preso così anche esteriormente la fisionomia di stato
moderno; qualche città, e la capitale soprattutto, si è occidentalizzata al
punto da offrirvi l’albergo all’italiana, le strade pulite e illuminate, l'acqua di
sorgiva e la luce elettrica. Molti agricoltori Italiani sono andati a coltivare la
terra con metodi di oggi e hanno mostrato col fatto come si possano
moltiplicare i prodotti migliorandone ancora la qualità. Ma i grandi lavori
pubblici, che stanno cambiando volto dell’Albania, consistono specialmente
nella costruzione di porti accessibili al moderno traffico, di strade
percorribili con qualunque tempo, e in qualsiasi stagione, di ponti sui fiumi,
di arginature e di bonifiche nel piano, ecc.129
I principali sono: il porto dì Durazzo, opera importantissima ideata dal
compianto Senatore Luiggi; con una bocca di entrata di 200 metri, il porto
possiede un chilometro e duecento metri di banchina, di cui 700 metri con
fondale di 6 metri e il rimanente con fondale di 3 metri.130
Il porto di Durazzo serve a una gran parte dei traffici complessivi
dell’Albania e a quasi tutto il traffico dell’Albania centrale e sud-orientale.
Inoltre esso può dirsi il porto della capitale, da cui dista appena un'ora di
automobile.
Le strade e i ponti: Scutari-Puka con due grandi ponti, uno sul Pistal
(m. 27,80), e l'altro di Vau i Dejes sul Drini (m. 209,94);
Zogu-Dibra, col ponte di Rubigu su Fani (m. 148), Uraka (m. 124), Shoshai
(m. 85);
Kruja-Burreli;
Tirana-Elbassan, con tre grandi ponti;
Corso stradale ex ferrovia Durrazzo-Tirana con un grande ponte sull'Erzen
(m. 71,60), e uno sul Limuthi (m. 39);
Strada Lushnje-Brostar.
129
Michele Craveri: Albania; il paese e le genti. Vallardi. Milano 1939. pg. 109. 130
Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.245.
85
1.22I PATTI DÌ TIRANA DEL 1926-1927
Gli spazi per una possibile
intesa balcanica si
chiudono definitivamente
e il governo di Roma torna
a concentrarsi sulla
situazione in
Albania.131
Col protocollo
delle frontiere, così
faticosamente terminato
dopo cinque anni
d’ininterrotte trattative,il
processo storico di
formazione dello Stato
Albanese si può dire
compiuto.132
TIRANA, 1926
Il giovane Stato, insidiato dai vicini, privo di tradizioni unitarie, doveva
compiere uno sforzo non lieve per organizzarsi. Qui occorre invece porre in
rilievo come l'atteggiamento dell'Italia,accennato nel precedente capitolo,
non poteva non avere successivi sviluppi, alla loro volta, dovevano servire a
consolidare l'Albania, ad assicurarle un respiro più largo, una maggiore
sicurezza di potersi consacrare, nella fiducia della pace,all'opera non lieve
della costruzione dello Stato.
È sotto tale profilo che occorre esaminare gli accordi politici interceduti fra
l'Italia e l'Albania.
Essi si compiono in due tappe:
La prima è rappresentata dal patto di amicizia e di sicurezza, firmato a
Tirana,il 27 novembre 1926, col quale i due Stati, nell'intento di rafforzare i
reciproci rapporti di amicizia e di sicurezza nei con fronti della loro
posizione geografica, e di contribuire al consolidamento della pace,mossi dal
desiderio di mantenere lo statu politico, giuridico e territoriale dell'Albania,
nel quadro dei trattati di cui ambedue sono firmatari e del Patto della Lega
delle Nazioni, riconoscono che qualsiasi perturbazione diretta contro lo statu
quo politico, giuridico e territoriale dell'Albania è contrario al loro reciproco
interesse.
(art. 1) Per tutelarlo, s’impegnano a prestarsi il loro mutuo appoggio e la
loro collaborazione e non finire con altre Potenze accordi politici e militari
pregiudizi degli interessi dell'altra Parte, anche definiti nel patto stesso.
131 Antonello Biagini. Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999 pg. 119.
132 Amedeo Giannini: L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg. 171.
86
(art.2)S’impegnano inoltre a sottoporre, una speciale di procedura per
conciliazione e di arbitrato le controversie che venissero a dividerle e non
fossero potuto esser risolte con le ordinarie procedure diplomatiche. Tale
patto, entrato in vigore il 24 gennaio 1927, ha la durata di cinque anni e può
essere denunziato o rinnovato un anno prima della scadenza.133
La seconda tappa è rappresentata dal trattato di alleanza difensiva, firmato a
Tirana il 22 novembre 1927.
Con esso i due Stati, desiderosi di riaffermare solennemente e di sviluppare i
vincoli di solidarietà che felicemente esistono fra loro, e di dedicare ogni
sforzo a eliminare le cause che possano turbare la pace esistente fra loro e
con gli altri Stati, riconoscendo i benefici risultati di una stretta
collaborazione, riconfermando che l'interesse e la sicurezza dell'uno sono
reciprocamente legati all'interesse e alla sicurezza dell'altro, arrivano a
un'alleanza difensiva, il cui unico scopo è di stabilizzare i naturali rapporti
felicemente esistenti fra essi per assicurare una politica di pacifico sviluppo.
Le clausole dell'accordo sono le seguenti:134
Art. 1.Tutti i trattati anteriori conclusi tra le due Alte Parti dopo
l'ammissione dell'Albania nella Lega delle Nazioni saranno esattamente
fedelmente osservati entro i limiti stabiliti dai testi dei medesimi, in modo
che si avrà un'amicizia sincera e perfetta tra i due popoli e tra i due Governi,
e un'assistenza reciproca, nell'intesa che ciascuna delle Alte Parti sosterrà gli
interessi e i vantaggi dell'altra con lo zelo che usa per sostenere i propri.
Art. 2.Vi sarà un'alleanza difensiva inalterabile tra l'Italia da una parte e
l'Albania dall'altra per venti anni, la quale potrà essere denunciata nel corso
del diciottesimo o del diciannovesimo anno della sua durata. Ove ciò non sia
avvenuto, l'alleanza s'intenderà tacitamente rinnovata per un periodo eguale.
Le due Alte Parti contraenti impiegheranno tutta la loro attenzione e tutti i
loro mezzi per garantire la sicurezza dei loro Stati e per la difesa e tutela
reciproca contro ogni attacco esterno.
Art. 3.In conseguenza degli impegni assunti con gli articoli precedenti, le
due Alte Partì contraenti agiranno d'accordo per il mantenimento della pace
e della tranquillità, e nel caso che una delle Alte Parti sia minacciata da una
guerra non provocata da essa, l'altra Parte impiegherà tutti i suoi mezzi più
efficaci non solo per prevenire le ostilità ma anche per assicurare una giusta
soddisfazione alla Parte minacciata.
Art. 4.Qualora ogni mezzo di conciliazione sia invano esaurito, ciascuna
delle Alte Parti s'impegna a seguire la sorte dell’altra, mettendo a
disposizione dell'alleata tutte le risorse militari, finanziarie e di ogni altra
natura, atte a portare un contributo per superare il conflitto, sempre che tale
contributo sia richiesto dalla Parte minacciata.
133Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.257.
134 Amedeo Giannini: op. cit. pg. 174-175.
87
Art. 5. Per tutte le ipotesi previste nell'articolo quattro, le due Alte Parti
contraenti s'impegnano a non terminare o iniziare trattative di pace, di
armistizio o di tregua senza un accordo comune.
In una nota diretta dal Ministro d'Italia al Ministro degli A.Esteri d'Albania,
e da questi ricambiata, era precisato, a proposito del trattato di alleanza
difensiva e più specialmente nella deprecata eventualità che debba entrare in
applicazione l'art. 4 del trattato stesso, che era vivo desiderio del Governo
Italiano di dare al Governo Albanese le seguenti assicurazioni e i seguenti
chiarimenti:
Qualora, venute meno tutte le possibilità di impedire con mezzi conciliative
una minaccia di terzi Stati contro uno dei due Stati alleati, questo si trovasse
alla presenza di un attacco da esso non provocato, rendendosi necessaria la
richiesta del concorso militare dell'alleato in difesa della parte attaccata, il
Comando in Capo delle Forze interalleate sarebbe affidato, in Albania, al
Comandante Supremo delle forze albanesi, e in Italia al Comandante
Supremo delle forze italiane. Alla firma della pace le forze alleate venute in
soccorso dell'altro Stato dovranno rimpatriare con i propri mezzi nel termine
stabilito loro dal Comandante Supremo sotto i cui ordini avranno servito in
territorio alleato.135
Questa lettera forma parte integrante del trattato di alleanza difensiva
Italo-Albanese e sarà ratificata e in seguito registrata alla Lega delle Nazioni
unitamente al trattato stesso.
Per giudicare rettamente della portata degli accordi, senza prevenzioni
politiche, occorre tener presente qual è il complesso delle intese che si
stabiliscono con i due accordi.
È innegabile che essi abbia un valore difensivo, basato sull'assoluta identità
d’interessi. Ogni scopo offensivo è interamente escluso, e anzi è contrario ai
patti.
È innegabile che essi se ispirino al mantenimento dello statu quo, qual è dai
trattati già conclusi, cioè tendano a garantire l'integrità dell'Albania nel
territorio stabilito con i trattati.136
È innegabile che essi abbia lo scopo di evitare che si attenti all'indipendenza
dell’Albania, cioè mirano, con il legame e viene a stabilirsi fra i due Paesi, a
che non si possa profittare della piccolezza dell'Albania per offenderla, onde
nei mezzi e nei fini rappresentano uno strumento di pace.
Un rafforzamento della pace, nell’ambito del Patto della Lega delle Nazioni,
di cui entrambi i Paesi sono membri.
Infine è innegabile che le due Parti agiscano alla pari, in posizioni parallele e
identiche, volontariamente, nell’eguale considerazione del comune interesse.
135 Amedeo Giannini: op. cit. pg. 176.
136P. Pastorelli: Italia e Albania 1924 – 1927 Firenze 1967. pg. 180.
88
Si ha ogni cura di evitare che vi sia un protetto e un protettore. Onde parlare
di un “protectorat deguisé”, come fa qualche autore jugoslavo è affermare
cosa che era contraria dallo spirito e alla lettera degli accordi.137
I quali sono,
invece, veramente decisivi per consolidare la formazione del giovane Stato e
per permetterne il consolidamento e lo sviluppo. Da tal punto di vista che
abbiamo ritenuto indispensabile considerarli nel delineare il processo storico
dell'assetto dell’Albania.
Firmato l’accordo decide di aspettare ancora un anno per la trasformazione
della repubblica presidenziale in monarchia al fine di preparare il terreno ed
evitare ribellioni, sempre possibili.138
137 Amedeo Giannini: op. cit. pg .176.
138 Antonello Biagini: Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999pg. 120-121.
89
CAPITOLO II
AHMED ZOGU RE DEGLI ALBANESI.
IL CONSOLIDAMENTO DELLOSTATO ALBANESE
NELL’ARENA NAZIONALE E INTERNAZIONALE.
2.1 LA PROCLAMAZIONE DEL REGNO DELL’ALBANIA 1
SETTEMBRE 1928
Il modello della Repubblica con
il Parlamento, il Senato e il
Presidente avrebbero dovuto
durare sette anni in Albania.
Ahmed Zogu è stato eletto
presidente con un mandato che
saliva fino al 1932 con la
possibilità di rielezione.139
Comeun unico sovranosenzail
disturbodei partiti politici
opositari, con un
Parlamentocontrollato da lui,un
governoda lui stessodiretto come
Presidentee come Primo
Ministro,ha avutotutte le
opportunitàdi mantenerequesto
modellodi governo, almeno un
altro mandato.
Il secondo mandato
avrebbescadere nel 1939tempo in
cuiper ironia della sortesì e
chiuso il periododi14anni.
L'idea di annunciare la monarchia aveva i suoi sostenitori dal1925.
A quel tempo due membri del parlamento avevano apertamente espresso la
loro posizione, quindi avevano astenuto nella votazione per la forma
repubblicana ma nel 1925, Zogu non era ancora certo e non aveva
consolidato il potere, i suoi oppositori politici erano ancora attivi e che
nessuno dei Grandi Potenze non davano segni per la riconoscenza della sua
monarchia.
139Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 125.
90
Avendo il bisogno diguadagnare tempo perconsolidare il potere
politicoall'interno del paese edi convinceregli alleatistimolial di fuori,
costringono Zoguad accettare unperiodo di transizione, che duròmeno delle
sue attese.
Nel 1928era l'Italia, lo Stato più potentenella parte meridionaled'Europa, che
era interessato aunsostenibilelungo regimeproItalianon in Albania. L'Italiaha
offertoa Zogu ilcambio del regime e di proclamarela monarchia.L'Italia era
una monarchia in sé, anche i confinanti d’Albania pure, in questo modo il
modello albanese non sarebbe un'eccezione per la regione, né per il governo
italiano stesso. L'Italia aveva consigliato Zogu per una nuova forma di
regimefin dal 1926, favorevole dal trattato militare e politico tra Italia e
Albania, ma il Presidente Albanese rifiutò.
Nel 1928 il tempo, i fattori e le relazioni tra i due paesi erano cambiati e
allora, l'offerta non trova polemiche, invece, insieme con l'annuncio
dellamonarchiaè stato firmato il patto militare Italo – Albanese.
I consiglieri militari italiani prendevano un ruolo principale nel consiglio e
l'orientamento dell'esercito albanese. Secondo un punto particolare, in caso
di guerra, il capo consulente italiano divennegenerale dell'esercito albanese,
un evento senza precedenti nella storia di un paese.
Il progetto di Zogu ha trovato il consensodel popolo e della politica.
Durante il periodo Repubblicano Zogu sì è riuscito ad assicurare una
maggioranza, ma mai un governo assoluto, perche avevano paura delle
grandi potenze.140
Il regno di Zogu si basa, almeno apparentemente, su un concretto
programma di riforme nel Paese su modello di quelli europei e i legislatori
che tra il 1929 e il 1932 sonno incaricati di redigere il codice civile, penale e
commerciale, si ispirano ai codici francesi e italiani.141
Alcuni autori accusano i metodi della polizia e le elezioni manipolate che
hanno portato alla creazione di un’Assemblea Nazionale, fedele al
Presidente, che poi vota all'unanimità per cambiare la forma del regime.
Ma, riferendosi alla stampa del tempo e documenti diplomatici, con
l'eccezione di un politico particolare, com’erano l’ex-premier Iljaz Vrioni
allora Ministro degli Esteri, tutti gli altri politici erano sostenitori attivi o
passivi della transizione monarchia. Inoltre non ci sono dati pubblici e fatti
che dimostrano la piena portata delle frodi in elezioni, di più quandotra la
nuova Assemblea e il vecchio parlamento hanno avutopoco cambiamenti.
Un’altra spiegazione potrebbe essere che la coscienza democratica dei
cittadini era ancora fragile e che il regimeera indisturbato dall’opposizione
politica ecritica mediatica, cosi gli è semplificato il lavoro facile.
D'altra parte i cittadini non avevano una seconda possibilità, avrebbero
140Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.167.
141 Antonello Biagini: Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999 pg. 121.
91
dovuto eleggere un dell'Assemblea per Zogu come Presidente e Primo
Ministro o di eleggere un dell'Assemblea per Zogu come Re che in realtà,
nell'esercizio del potere era quasi lo stesso.
Il ricercatore Bernd Fischer dice:
Il concetto della monarchia non era qualcosa di nuovo per gli albanesi.
Passando al sistema monarchico del 1928 è stato un ritorno a un sistema
più familiare, rispetto all’innovazione nel vero senso.
L’esempio di Scanderbeg e gli ultimi 500 anni sotto il dominio ottomano
avevano contribuito ampiamente a instillare questo principio.
Quest’idea è stata ulteriormente rafforzata dal 1913, quando le grandi
potenze nello scenario del XX secolo e riconosciuti, per la prima volta,
indipendente l'Albania come un principato sotto la direzione del principe
infelice Wied. Zogun loconoscevanol'elemento dellacontinuità storicasulla
monarchiain Albania, che era prontoa tornarea quel sistema.142
Nel frattempo nel 1928, quando la monarchia è stata fondata in Albania,
questa forma di regimeè stata molto sostenuta in tutte le regione.
Quasi tutti i paesi confinanti dell'Albania (Serbia, Romania, Bulgaria, Italia,
Grecia) avevano come leader dello stato le famiglie reali.
L'unico Stato regionale che ha mantenuto la forma parlamentare della
Repubblica è stato la Turchia. In un piano più ampio, in Europa, il numero
degli stati con il repubblicano monarchico era quasi uguale.
Così, la forma monarchica era in Belgio, Danimarca, Estonia, Ungheria,
Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Romania, Svezia, Gran Britannia ecc.
La forma repubblicana del regimeè stata conservata in: Austria, Francia,
Germania, Finlandia, Polonia, Portogallo, ecc.
In queste circostanze esterne e interne, l'idea del Regno ha avuto il sostegno
della maggior parte dei cittadini, i gruppi conservatori, conti e nazionalisti in
cerca di uno Stato forte per proteggere l'interesse nazionale, così come lo
stato più influente in Albania, Italia.
142Bernd Fischer: Tirana 1995 op. cit.pg. 141.
.
92
2.2 IL PERCORSO LEGALE DEL PASSAGGIO DALLA
REPUBBLICA ALLA MONARCHIA.
Il terminedella realizzazione del progetto per il passaggio alla nuova
monarchia albanese è stato breve. In termini politici, media e circoli ufficiali
vicini al Presidente montato una campagna massiccia e "spontanea" meriti
civici, dove la principale attrattiva Zogu come salvatori della nazione. Anche
a causa dell’enorme importanza che ha la storia e la memoria della figura
albanese Scanderbeg, i sostenitori del presidente promuovono il legame di
sangue tra il presidente ed eroe nazionale, che ha facilitato il passaggio della
corona di Scanderbeg a un discendente della sua famiglia.143
In realtà, non aveva mai chiarito il pubblico per questo legame, tranne il
fatto che entrambi erano dalla stessa regione. L'argomento principaleche
difendela recente modifica del regime dei deputati e senatori è stata la
necessità di un statuto democratico ed efficace, come il vecchio statuto era
riuscito a produrre istituzioni e stabilità politica necessaria.
Nel campo l'unica difficoltà è stata la definizione legale di "Statuto
fondamentale della Repubblica" (1925), che ha rilevato che "la forma
repubblicana di governo non può essere modificato in alcun modo".
Per avviare quest’articolo, il Presidente con la qualità di Capo dello Stato,
il’1giugno1928 aveva inviato un messaggio a entrambi i rami del
parlamento, e ha chiesto di rivedere lo "Statuto fondamentale della
Repubblica" ha lasciato intatte alcune questioni importanti per
l'organizzazione stato. Per questo motivo, il Presidente della Repubblica
Ahmed Zogu, ha usato come argomento per convocare una riunione
congiunta dei due rami del parlamento, al fine di modifiche o integrazioni
nella costituzione. Questo incontro è stato realizzato il 6 giugno. In questa
riunione si è incentrata su un esame approfondito e fondamentale dello
statuto e la forma di sistema politico di governo. Alla fine entrambe le
camere del parlamento approvano la clausola dell'articolo 141 dello Statuto
secondo cui: “Il ripasso generale dello statuto appartiene alla Costituente”.144
Al momento di decidere la necessità di rivedere le esigenze complessive
dello Statuto, secondo la procedura descritta in quest’articolo, le due camere
si sciolgono automaticamente chiamando cosi le nuove elezioni per
l'Assemblea Costituzionale ai sensi dell'articolo 47 dello Statuto.
Le elezioni sono state nominate il 17 agosto 1928. Anche se le elezioni
formali, senza un partito d’opposizione e con un’unica lista di candidati, il
governo e i sostenitori del Presidente, con i sostegni finanziari italiani ed
143Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 128.
144 Bollettino ufficiale: Tirana Nr 62. Dt 12.giugno 1928 pg. 10.
93
esteri, realizzano una campagna elettorale, pacifica e rapida. Le elezioni del
17 agosto hanno prodotto un’Assemblea Costituente con poche modifiche
dal precedente parlamento e senato. Secondo la vecchia legge elettorale, un
membro dell’assemblea e statoscelto per ogni 15.000 abbittanti.145
Assemblea aveva cinquantasette deputati, come il parlamento precedente. In
base al numero dei residenti ed elettori aventi diritto al voto nei paesi
parlamentari saranno suddivisi come segue: Gjirokastra e Korca da nove
deputati, Scutariotto deputati, Berat sette deputati, Diber, Elbasan e Durazzo
sei deputati,Kosovo 4 deputati e Valona con 3 deputati.
Va detto che il nuovo Regno Albanese trova il sostegnoitaliano e subito
dopo britannico. Una serie di altri Stati europei riconobbe il re e il Regno,
mentre la Serbia inizialmente respinse, a causa della nomina del re, "degli
albanesi" e non "d'Albania", che è stato visto come una provocazione. Allora
con la pressione britannica, anche la Serbia si uniscecon i paesi che hanno
riconosciuto il nuovo sovrano. L'unico stato che non ha riconosciuto per
molto tempo il nuovo modello del regime e lo stesso Re era Presidente della
Turchia, Mustafa Kemal Ataturk. Era inaccettabile per un paese con forti
legami storici con la Turchia a rifiutare il modello della nuova repubblica
turca e di passare a un sistema della vecchia monarchia. Un'altra ragione per
la frustrazione turca èstata; percheZogu trascuravail rapporto con questo
paese e nelle medie occidentali. Ha lanciato una campagna di avvertire,che il
modello Albanese dovrebbe essere seguire anche il Presidente Turco.
145
Joseph Swire: Shqiperia, ngritja e nje mbreterie. Dituria.Tirane 2005.
94
2.3 LA FORMA GIURIDICA DELLA MONARCHIA
Il 25 agosto il Presidente ha convocato la prima riunione dell'Assemblea.
Il primo punto è statola necessità per il cambiamento dello “Statuto
fondamentale di Stato". Gli argomenti principali dei soci consistevano nel
bisogno che il paese ha bisogno di una stabilità a lungo termine, il modello
repubblicano non ha dato i risultati attesi, e i cittadini volevanola tranquillità,
la stabilità e un capo di Stato al di fuori dal gioco politico e d’influenza.
L’1 settembre 1928, solo sei giorni dopo l’iniziativa di dibattiti parlamentari,
l'Assemblea Nazionale all'unanimità proclama la Monarchia.
Ai sensi dell'articolo 1 dello Statuto fondamentale di Stato, l'Albania si
dichiara "Regno Democratico, Parlamentare e discendente ".
Ahmed Zogu si proclama Re degli Albanesi.146
In questo modo terminerà il
periodo, della corona reale di un principe straniero, il modello con il
Consiglio Supremo e gli anni del modello di stato repubblicano 1925 - 1928,
lasciando al paese una nuova forma di governo, la seconda monarchia.
La decisione dell'Assemblea nazionale, dell’1 settembre 1928: Assemblea
Costituente, con il potere nazionale, sovrana, ispirata dalla notevole
disponibilità delle persone, per gli interessi vitali della patria nell’1
settembre proclamò re degli albanesi nominato Zogu I, il “salvatore della
Patria”, il discendente della famosa famiglia Zogolli.
A differenza di precedenti forme la dichiarazione del regime che in questo
caso sarà presa in un parlamento eletto nelle elezioni popolari, in modo da
quindi, indirettamente, evitando il voto diretto. Nel 1912 la forma regime è
stata decisa dall'Assemblea di Valona, 1913 è stato rilevato dalle Grandi
potenze, nel 1920 è stato votato dai delegati dal Congresso Lushnja e la
forma repubblicana del 1925 è stata votata in parlamento.
In sedici anni i cambiamenti da tre o quattro regimi, in sostanza, erano un
indice d’instabilità interna, la crisi d’identità dello Stato e l'incapacità della
classe politica di prendere decisioni a lungo termine. Tutti questi argomenti
sono stati menzionati e sono stati accettati dai deputati del 1928, per un
governo a lungo termine, che non sostenterebbe il cambiamento della forma
di governo, né le crisi politiche all'interno del paese. La nuova forma del
regimesarebbestata normalmente accompagnata da notevoli cambiamenti
nella forma di organizzazione statale, la separazione dei poteri e la
costruzione di nuove relazioni tra la società ei poteri decisori. Sicché il
presidente Ahmed Zogu aveva guadagnato un grande potere, il passaggio
dalla repubblica alla monarchia nell'opinione pubblica è stato visto come
qualcosa che si aspettava.147
146 Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928. Art.1.
147Aurela Anastasi: Institucionet politike dhe e drejta kushtetuese (1912-1939). Tirane 1998.
95
2.4 LO STATUTO DEL REGNO
Dopo aver dichiarato la forma del regime, l'Assemblea Costituente ha
adottato lo statuto del Regno d’Albania.
Sorse nel frattempo una commissione presieduta dal Presidente
dell'Assemblea Generale che ha rivisto il progetto che è venuto su un voto il
27 ottobre e approvata entro l’1 dicembre 1928.148
Lo statuto è stato diviso in 7 capitoli e 2
disposizione temporanea, il totale era di
234 elementi. Lo statuto si apre con le
parole;
La Nazione Albanese, libera, fiera e
piena di speranza per lafutura felicità,
con grande desiderio e oscillare per
rafforzare l'unità nazionale e la sicurezza
della patria e la bontà generale delle
persone nel rispetto delle tradizioni
storiche della nazione che forniscono
generazione un futuro risparmio.149
Il primo capitolo composto di sei articoli
e determinava la forma di regime in
Albania come il Regno Democratico,
Parlamentare e discendente,
indipendente, laica,con la capitale
Tirana.Ilsecondo capitolo determinava i
poteri dello stato, dove il più altoera
illegislativo condotto congiuntamente dal Re e dal Parlamento.
Il potere esecutivo in pratica apparteneva al re esercitato attraverso il
Consiglio dei Ministri. Questo consiglio si decretava dal re e si approvava
dal Parlamento.
Il potere giudiziario era esercitato dai tribunali, le decisioni erano assunte in
nome del re. Questo capitolo è stato diviso in tre parti.
La prima parte, "il potere legislativo", si parlava sulle funzioni del
parlamento e le qualità necessarie per essere un deputato, che si chiedeva di
avere più di trenta anni.
La seconda parte, "il potere esecutivo" sanzionava i diritti del re, definito
come discendente solo in linea maschile.
Il Re, in ogni caso doveva avere raggiunto l'età di diciotto anni e di fare il
giuramento di fronte al Parlamento, dinanzi alla commissione sul trono.
148Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.279.
149Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928. Premessa.
96
Il giuramento di Ahmed Zogu:Re degli Albanesi!
Io Ahmed Zogu, Re degli Albanesi, nel momento in cui salgo al trono del
regno albanese, giuro su Dio onnipotente, che lotterò per l'unità nazionale,
la sovranità statale e integrità territoriale. E servirò anche a tutelare lo
statuto e agirò secondo le leggi adottate, pensando sempre per il bene del
popolo.150
Questo giuramento è stato presentatol’1 settembre1928, alle 17:00, davanti
all’Assemblea costituente. Il Re era il più alto organo dello Stato,
Comandante Generale delle forze armate.151
Poteva dichiarare la guerra, sottoscriva trattati d’amicizia, (a conoscenza del
Parlamento), ha il diritto al condono, ecc. Il Re si poteva sposare solo con il
permesso del Parlamento. I discendenti che potevano nascere al di fuori dei
legami matrimoniali approvano dal Parlamento non gli erariconosciuto il
diritto di successione al trono.
Il re portava il titolo di "SuoMaestà" (Sa maestà), l’erede portava il titolo di
"Principe degli Albanesi" (Son Altesse), la regina e la madre regina
portavano il titolo "Sua Maesta" anche i re fratelli e sorelle, ei loro figli che
porta il titolo di principe o principessa.
I membri della famiglia reale non potevano essere nominato ministro.
Nessuno straniero non poteva essere nominato ministro.Fu una lunga
discussione in Parlamento su questo punto in cui MP e Mihal Kaso
Harallamb Papadhopudhi erano contro questa regola, invece pro questa
regola erano Abdurrahman Dibra, Sulejman Starova ecc.
Secondo Dibra il problema non è gli in termini di distinzione tra le razze.
Alcuni MP avevano posto la domanda se quest’articolo veniva contro le
regole della "Lega delle Nazioni".
Nella parte della magistratura ha indicato che i giudici sono indipendenti nel
dare decisioni e fare affidamento soltanto sulla legge. Dichiarata
l'inviolabilità dei giudici e dei pubblici ministeri e ha riconosciuto il diritto
della difesa per gli imputati. Tutti i giudici ei pubblici ministeri erano
nominati dal Re, dopo la proposta presentata da una commissione speciale
istituita presso il Ministero della Giustizia. La più alta corte del paese era la
"Corte di Dettatura", che consisteva di ramo civile e penale. La "Corte
Suprema"dello Stato è stata formata dal R e con un proposito decreto, per
giudicare le questioni dei ministri e alte autorità della giustizia.
Il terzo capitolo "Le finanze dello Stato", obbligava la gente a pagare le
spese statali. Altri articoli trattavanoil budget, la ricchezza minerale, acqua.
Il quarto capitolo si riferiva all'organizzazione del "Consiglio di Stato".
150Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.190.
151Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F 416. D. 6 pg. 3.
97
Il quinto capitolo dichiarava che le forze di difesa nazionale, erano composte
di Esercito e della gendarmeria Nazionale.
Il sesto capitolo è dedicato alle libertà e ai diritti dei cittadini. Si precisava
che ogni albanese viveva libero. Erano garantite la libertà personale,
uguaglianza davanti alla legge, i diritti civili e politici, la sicurezza degli
alloggi, la libertà di parola e di stampa, diritti di proprietà, il diritto di
formare associazioni, il diritto alla privacy conservazione, ecc. La scuola
elementare era gratuita e obbligatoria.
Capitolo sette, aveva diverse disposizioni aggiuntive.
Capitolo ottavo e nonoaveva disposizioni transitorie.152
2.5 L’ISTITUZIONE DEL RE
152 I nove capitoli op. cit. sono stati prelevati dallo “Statuto del Regno Albanese”nella bibloteca nazionale
albanese. Tirane 1928.
98
Molte disposizioni dello statuto prevedono in modo prudente il ruolo di
A. Zogu come Dio Onnipotente per tutta la vita e l'attività di questo regime
monarchico. Nello Statuto si dichiarava che: "Il Re era il più alto organo di
stato".153
Erano un gran numero di disposizioni che completano il primato del Re a
qualsiasi organo altro stato.
Re era giusto che quando si guarda ragionevolmente sciolse il parlamento.
Lui poteva firmare i trattati con gli altri paesi.
Il re era il comandante generale delle forze armate, e aveva il potere infinito
nel campo dell’organizzazione e della leadership. 154
Aveva il diritto di dichiarare guerra in caso di protezione. Poteva anche
rimuovere in qualsiasi momento il Primo Ministro, i Ministri, e gli alti
funzionari dell'amministrazione dello Stato.
Così la posizione giuridica e l'ampiezza dei poteri che la Costituzione ha
riconosciuto al Re, indicano chiaramente che era un autogoverno, era l’unica
persona che aveva il controllo con pieni diritti a tutte le aree di attività dello
Stato.
L’istituzione con maggiore potere e diritto costituzionale era il Re.
Istituzione del Re era individuale, nominale ed ereditato all'interno della
famiglia.
153Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.
154Luan Omari, Aleks Luarasi:Historia e shtetit dhe se drejtes ne Shqiperi. Luarasi. Tirana 2007. pg. 376.
99
2.6 LE COMPETENZE DEL RE SUGLI ORGANI DELLO
STATO
Le competenze del Re sul Parlamento!
Lo statuto riconosce competenze re evidenziati nella relazione al parlamento
e del governo.
Ai sensi dell'articolo 95 Il Re, quando vede necessario, ha il diritto di
sciogliere il parlamento.155
Articolo 74 riconosce re poteri speciali per adottare leggi. Nel caso di leggi
adeguate costi, il monopolio delle proposte era il re, non il governo e il
parlamento.
A differenza del veto Presidenziale, il quale ritorna una volta la legge al
parlamento, il re aveva il diritto di rifiutare l'approvazione e richiede il
ripasso della legge. Entro tre mesi non ha previsto l'adozione della legge, la
legge intende respinta.156
Ai sensi dell'articolo 96, quando il Parlamento viene sciolto, e l'urgente
necessità di apparire giustificato, il Re sotto la responsabilità del Consiglio
dei Ministri ha il diritto di sviluppare decreti che l'apertura della sessione di
chiudere entro 15 giorni devono essere presentate al Parlamento insieme la
relazione che ne giustifichi.
Ahmed Zogu è stato duramente attaccato dai suoi critici, soprattutto durante
la dittatura, per la firma di un accordo con l'Italia fascista, che ha avuto la
sua influenza con l'economia albanese e di altri settori importanti in Italia.
Di fronte a competenze giuridiche e costituzionali, Zogu non è responsabile
direttamente per tali accordi e dei trattati di amicizia e la cooperazione, sulla
base dell'articolo 83 dello status del Regno "trattati di commercio e altri che
possa caricare il paese o cittadini personalmente albanesi con le nuove tasse,
non hanno alcun valore ed effetto senza essere approvate dal Parlamento",
mentre per tutti gli altri trattati effettuati fuori questa categoria con il
consenso del Parlamento.
155Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.
156Luan Omari:Sistemi parlamentar. Tirana 2004.
100
LE COMPETENZE DEL RE SUL GOVERNO
L'articolo 74 stabilisce che “Il Re è il più alto organo dello Stato”, possiede
tutti i poteri e le prerogative del Trono, i dati in questo stato, che porta la
mano dei ministri, ai sensi della presente disposizione del presente Statuto.
A differenza del ruolo del Presidente nella nominazione dei governi, il Re
aveva il diritto di nominare il Primo Ministro ei suoi Ministri, senza
l'obbligo determinato dalla scelta di diventare una maggioranza di politica
parlamentare.
L'articolo 76 dà il diritto al Re di accusare i ministri e di inviarli presso
la"Corte Supreme".
Ai sensi dell'articolo 77 "Il Re, quando lo ritenga necessario, ha il diritto di
raccogliere il "Consiglio dei Ministri", che discute e prende decisione sotto
la sua sicurezza.157
Re fa nominazioni, giuramento e la revoca dei ministri, che giurano davanti
a lui.In collaborazione con il parlamento e del governo, è interessante notare
che ai sensi dell'articolo 91, in ogni apertura ordinaria della legislatura "il Re
con un discorso del Trono, in persona o da un messaggio che lo recita il
Primo Ministro, descrive lo stato generale del paese e le misure necessarie
per essere visto a prendere quell'anno.
Il Parlamento dà la risposta il più presto possibile.
157
Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.
101
LE COMPETENZE DEL RE SUGLI ISTITUZIONI REGIONALI.
Il Re aveva grande competenza nel settore della difesa, era il più alto
comandante delle forze terrestri, navali e aeree dello Stato, che "esercita
direttamente sotto le disposizioni del presente statuto speciale."
Re ha il diritto di grazia (art. 79), ma in contrasto con questo potere
tradizionale di Presidente dello Stato, il Re gode anche il diritto di
sospensione dell'azione penale per reati politici, mentre nessun diritto di
perdonare i ministri accusati di trasgressioni che derivano dal servizio senza
l’approvazione del Parlamento.158
Senza entrare nei dettagli della
designazione di alti funzionari, l'articolo 80 riconosce la nomina del Re e il
licenziamento degli ufficiali di Stato, oltre a dare i gradi militari.
Per quanto riguarda il decoro formale articolo competenza svasatura 86,
secondo cui "la decorazione conferiteai cittadini Albanesi dagli stranieri non
può essere accolta, né consegnati, se non con lo speciale permesso del Re",
un potere insolito per un caso analogo in modelli moderni di regni europei.
I poteri del re, come capo di stato e di grande potenza nel paese, cominciano
a comparire di cui all'articolo 13, che riconosce al Re il potere esecutivo.
L'articolo 14 prevede l'annuncio della decisione dei giudici per conto del Re.
158
Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.
102
2.7 IL CULTO DI ZOGU
Come accade in un regime autocratico, Re Zogu tornerà a essere un culto.
I primi segni si sono visti dal tempo della "Repubblica" quando sarebbe
pronunciato come "salvatore della nazione" con le decisioni della Camera
dei Deputati, invece la stampa del regime descriveva Zogu come un “genio”.
"Assemblea Costituente" con l'annuncio del regno nella sua decisione dell’1
settembre 1928con anima e determinazione proclama Zogu Re l'aquila sotto
il nome Zog 1, “il Salvatore della Patria”, Ahmed Zogu, discendente dalla
famosa famiglia albanese Zogolli.159
All'esaltazione del culto e la figura di Zogu, servivano le celebrazioni del
suo compleanno. Essi diventeranno particolarmente clamorosi nei prossimi
anni con la parata militare, grandi cerimonie e con la partecipazione di
ministri del governo e dell’alta società.Il capitale, Tirana, si decorava con
bandiere, luce elettrica e manifesti con le parole: "Viva Zog I”. Secondo una
fonte, tutta la cerimonia del 1929 è stata filmata da una società straniera. Un
modello di pubblicazione è il libro citato elogio di Kristo Dako dal titolo
“Ahmed Zog, Re degli Albanesi”. Come si è notato l’autore pone la figura di
Zogu al centro di tutti gli eventi storici, dall’Indipendenza e in poi. Per
rendere l'idea dello spirito che lo permea, mettiamo in ordine semplicemente
i capitoli da 1 a VII.160
La grande casa;
Il giovane ragazzo;
Ahmed Zogu, il principe dei nazionalisti albanesi;
Ahmed Zogu, statista e comandante;
Ahmed Zogu, Presidente della Repubblica; V1)
Ahmed Zogu, Re degli Albanesi,
Ahmed Zogu, Riformatore.
L’Autore chiude il suo libro con queste parole: L’Autorità e l'amore che
Zogu gode in Albania e la simpatia mostrata dalle nazioni e gli stati esteri,
sono certamente un esempio nella nostra storia, sono fatti che ci danno il
diritto di chiamare il Grande Re Zog.
Il culto di Zog ha dovuto varcare i confini e per questo libro K. Dako è stato
anche pubblicato in traduzione inglese con il titolo “Zogu , The First King of
the Albanians”. Molto rilevante è stata la creazione di quello che fu
chiamato “Djelmenia albanese” con la legge pubblicata nel bollettino
ufficiale delle 1932.161
159Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 455.
160Kristo Dako. Ahmed Zogu mbreti i shqiptarve. Tirane 1937. pg. 158.
161 Bollettino ufficiale .Tirana Nr 65 dt 12 settembre 1932.
103
Si tratta di un’entità nazionale, con una struttura organizzativa dettagliata,
con alcuni collegamenti, tra i quali possono essere citati:162
Il Consiglio di Amministrazione.
Il direttore generale.
L’ispettore per l'educazione fisica.
Il comitato nazionale per i beni artistici entità educazione sportiva.
Questa federazione era sotto la diretta supervisione e gli ordini di Re stesso.
I membri furono chiamati "fedeli" e agivano per conto della Finanza del Re.
Si programmava l’esercizio dell’entità dall’1 aprile fino al marzo
succedente. Non sono stati trovati dati precisi sulla specifica attività di
"Djelmenise", ma sembra che il Re voleva avere "fedelissimi" indottrinati
nelle fila dei giovani, che ricorda il modello fascista dei giovani italiani.
Zogu temeva questo confronto, così due anni in seguito hanno deciso di
restituire il "Djelmenise" da un "Ente Nazionale" in una sezione del
Ministero della Pubblica Istruzione.163
Oltre a questo, i testimoni del tempo dimostrano che l'iniziativa non ha
trovato sostegno da parte dell'opinione pubblica. Come caso speciale era il
tentativo fatto per creare un ramo di "Djelmenise" in Korca, che è stato
accolto con fischi, che ha innescato il suo fallimento.
Quando si tratta di culto di Zogu, non può essere fatto a meno di Faik
Konica. Abbiamo a che fare con un caso in cui tale figura alta, tra i
rappresentanti con la voce del Rinascimento, passando da un estremo
all'altro. Ricordiamo che nel giugno del 1924 questo grande maestro della
parola non ha risparmiato il suo vocabolario prospera per salutare la vittoria
della rivoluzione e la formazione del governo di Noli.
Dopo il ritorno di Zogu in potere non passa molto tempo e Konica cominciò
a dare consigli al "nuovo governo". Ha preso apertamente dalla parte di
Zogufin di esaltarela sua figura biografica dopo la dichiarazione come
Presidente della Repubblica.
Zogu è ormai discendente di una grande porta. È stato costretto a fermare le
lezioni che hanno avuto inizio a Istanbul e tornato a casa a prendere parte nel
movimento d’indipendenza nel 1912. In seguito ha completato la sua
conoscenza con lezioni speciali e con quella mente acuta e sorprendente ha
fatto progressi in poco tempo. Secondo Konica, Zogu nella storia e cultura
politica ha una conoscenza e uno sviluppo più avanzato rispetto alla maggior
parte dei politici del paese.
Dopo lo stabilimento del regno, in un articolo nel mese di ottobre 1929,
Konica paranco il programma "Re degli Albanesi", "Sua Maestà" e invita
tutti gli albanesi per comprendere meglio e di unificare i loro auguri in
162Arben Puto. op. Cit. pg. 456.
163 Bollettino ufficiale 1912 – 1939. Tirana Nr 16. il 24 marzo 1934.
104
questo giorno speciale, auguri di un lungo Regno di sua Maestà, il Re degli
Albanesi, Zogu I.
Egli si è impegnato a far avanzare il paese, questo accadrà in un'età in cui gli
uomini più grandi della storia non erano persino cominciati a farsi sentire.
Faik Konica è unotra quelli che hanna creato il culto del Re Zogu.
Articoli F.Konices del "Dielli" appaiono in ogni numero del giornale dal
1925 fino alla fine.164
Mentre a Tirana, raggiunge un giornalista di Svezia, che ha detto che i
cinque altri re, il re di tutti gli albanesi si distinguono sopra di loro. "L'eroe
sta cavalcando sul trono", un eroe il cui Re d'Inghilterra, scrive: "Caro amico
e grande".
Quando si tratta di Tirana su invito dei Ciechi 1929, colpito dalla sua
ricezione e ha detto che il Re degli Albanesi ha una tale forza di spirito che
ci si aspetta da un filosofo, che il suo viso avrebbe preso possesso della
storia un'ombra maggiore, “l’ombra di Skanderbeg”.165
Ha preso la saggia decisione nel 1926 e l’ha nominato Ministro
Plenipotenziario agli Stati Uniti dell'Albania, il compito fu tenuto da Konica
fino all'invasione dell'Albania da parte dell'Italia fascista nel mese di aprile
1939. Senza dubbio, gli scritti Konica fanno parte del culto di Zogu più
prezioso quando l'appartenenza a una penna così. Ma forse questo non è
tutto.
Infine, riconoscendo Konica che non è mai diventatoservile del regime. La
prova di questo sono i suoi scritti sul "Dielli", il quale è stato sequestrato
spesso dalla censura Zogista. Dopo gli anni ha un’evoluzione nei suoi punti
di vista, c'è un allontanamento graduale, una delusione autocritica, come si
può porre la domanda: chi era l'opinione vera di Konica per Zogun e il suo
regime?
Nello stabilimento che è stato pubblicato "L’Albania, il giardino roccioso
dell’Est Europa" (Albania, Il giardino roccioso del sud-est Europa 1957),
Konica descrive il suo rapporto con il regime in queste parole: io ho criticato
Zogu dal 1922 fino al 1939, anche allora, quando ero il suo ministro, ho
criticato cosìtanto ogni giorno della mia vacanza, e mi stupivo che mi
sopportava cosi senza farsi del male.
Tuttavia, l'istruzione completa è questa: durante tutti gli anni del regno, la
figura di Re Zog si esalta fino a deificazione.
164
“Dielli”il 27 maggio 1925 Faik Konica: Vepra 3 pg . 312-313. 165
Faik Konica: Vepra 2 pg. 40-42.
105
2.8 GLI ORGANI SUPERIORI DELLO STATO
PARLAMENTO
Il Parlamento aveva solo una camera ed era costituito da 57 membri eletti
con voto indiretto per un periodo di 4 anni.166
In realtà questo Parlamento è stato passivo, che serviva a coprire in qualche
modo il potere assoluto del sovrano.
Il Parlamento è stato pienamente dipendente dal Re. Questa cosa è
confermata dal fatto che nessuna legge entrava in vigore senza
l'approvazione del Re.
Il Re può tornare la legge per un nuovo esame o può rifiutare il consenso a
esercitare il diritto di veto decisivo aperto o tacito. La struttura e i poteri
degli organi interni del Parlamento sono stati simili a quelli del periodo della
Repubblica.
Il parlamento era l’istituzione principale negli anni 1920- 1924, ma con lo
statuto del regno viene trasformato in una istituzione con competenze
formale.167
Consiglio dei Ministri
Posizione giuridica e le competenze di base del governo sono state
determinate in dettaglio nelle disposizioni fondamentali dello Statuto.
Secondo queste disposizioni, il governo è stato il più alto organo
dell'amministrazione statale e formata, controllata e scaricata personalmente
dal Re. Subito dopo la loro nomina, il Primo Ministro ei ministri prometto
solennemente davanti al Re di servirlofedelmente.168
Il governo come il più alto organo dell'amministrazione statale aveva poteri
importanti in pieno appoggio degli ordini concreti monarchi.
Il governo si riuniva periodicamente sotto la direzione del Primo Ministro
per esaminare le questioni sotto l'ordine del giorno e per dare loro una
soluzione adeguata in conformità con le istruzioni per completare le ordine
ricevuto in precedenza dal Re. Secondo lo statuto, il Re se lo vedeva
ragionevole poteva riunire il Consiglio dei Ministri.
166Luan Omari, Aleks Luarasi: Historia e shetit dhe se drejtes ne Shqiperi. Luarasi. Tirana 2007. pg. 377.
167Luan Omari: Sistemi parlamentar. Tirana 2004.
168Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg.139.
106
Ministeri
Durante gli anni della monarchia sono stati solo sette Ministri: Min. degli
Affari Interni, Min.Della Giustizia,Min. Affari Esteri, Min. Della Finanza,
Min. Istruzione, Min. gli Affari Mondiali e Min dell'Economia Nazionale.
Quasi a tutti ministeri erano seguiti degli specialisti italiani in diversi setori.
Consiglio di Stato
Quest’organo dell'amministrazione dello Stato è stato fissato per la prima
volta nella storia dello Stato Albanese.
Il Consiglio eraun organo giuridico tecnico riguardanti la preparazione di
normative più importanti. Era anche un consigliere e un quadro giuridico -
economico e contemporaneamente, è stato un tribunale amministrativo.
Questo consiglio è composto di dieci membri e con due assistenti che sono
stati nominati dal Re per un periodo di sette anni.169
Il Presidente del Consiglio è nominato con decreto dello Stato.
Consiglio di Stato è stato suddiviso in tre sezioni:
a) Sezione di Giustizia
b) l'amministrazione
c) della Finanza, dell'Economia e della Comunicazione.
Il consiglio di controllo
Questo Consiglio faceva il controllo finanziario. A ogni fine del semestre, si
dovrebbe presentare al Re condizioni adatte finanziarie dello Stato.170
Prefetti e vice prefetti
Prefetti e vice prefetti erano nominati dal Re, con la proposta del Ministro
degli Affari Interni. Erano i più alti funzionari e rappresentanti legali del
governo delle unità territoriali pertinenti. Tutti gli organi statali che agiscono
in prefettura che erano sotto la loro dipendenza. 171
I loro compiti principali erano di prendere tutte le misure per rendere
efficienti gli ordini dei ministri nelle loro unità amministrative. Prefetti e
vice prefetti erano organi monocratici, ma nel centro di ogni prefettura era
un consiglio di amministrazione, che si presiedeva dal prefetto.
169Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928 art. 160 – 168.
170 Bollettino ufficiale 1912 – 1939 Tirana. il 23 aprile 1929.
171 Bollettino ufficiale 1912 – 1939 Tirana nr. 57 anno 1928.
107
Questo consiglio è stato composto dal procuratore, il comandante della
gendarmeria, il segretario della prefettura, il direttore della finanza,
responsabile per l'educazione, gli affari del mondo e l'agricoltura.
Il Consiglio di amministrazione della sotto prefettura si presiedeva dal vice
prefetto.
Consiglio d'amministrazione aveva il dovere di nominare le misure
necessarie per proteggere la ricchezza dello Stato e di controllare la loro
attuazione, a vendere a foreste demaniali d'asta e pascoli, di organizzare altre
aste per conto del governo, ecc.
Comune
Lo Statuto giuridico e le competenze dei comuni erano regolati dalla legge
dell’1 dicembre 1928 "sull'organizzazione e il funzionamento delle città" e
la legge "sui diritti delle finanze dei comuni".
La Comune era guidata dal suo Consiglio Permanente, che a Tirana era
composto di 4 membri, mentre in altre prefetture e due membri eletti dal
rispettivo gruppo comunale e approvato dal Ministero degli Affari Interni.
Il sindaco era nominato con regio decreto su proposta del Ministro degli
Affari Interni, ma tra chi è stato eletto dalla congregazione interessata.
L'assemblea comunale della prefettura Tirana era composta di 24 membri,
mentre l'assemblea comunale della prefettura di 8 membri e la l'assemblea
comunale di Sotto-prefetture di 6 membri, eletti per un periodo di 3 anni.
Il Consiglio Comunale
Secondo le disposizioni di legge, ogni comune nell'ambito della sua
giurisdizione comprendeva un certo numero di villaggi.
Le funzioni esecutive a ogni comune furono state esercitate dal Comune, che
consisteva di quattro membri e presieduto da un Sindaco. Il sindaco era
nominato dal Ministro degli Interni sulla lista proposta del sindaco.
Il Consiglio di Anziani del villaggio
Il consigliodi anziani del villaggio era composto di quattro o più membri.
Essi sono elettiprestoogni anno solare. Partecipavano al voto tutti gli uomini
residenti del villaggio, che avevano raggiunto i 18 anni.172
172
L’amministrazione locale esercitava secondo la legge. “Per l’Amministrazione Civile”
108
2.9 LE QUESTIONI ECONOMICHE E LA RIFORMA
AGRARIA
Re Zogu si presenta con le sue ambizioni come uomo riformatore.
Senza negare l'importanza della riforma della legislazione e altre misure che
hanno portato al consolidamento dello stato, quella più importanteé la
riforma agraria. Nessun cambiamento sostanziale poteva aiutare lo sviluppo
della società albanese, senza un intervento nella sfera sociale.173
Il più importante conflitto sociale che divideva la società albanese in questo
periodo, è stato quello tra i proprietari terrieri ei semplici contadini.
Questa di massa aveva cominciato a occupare un posto primario nell’inizio
di anni 20.
Così nel dicembre 1921, un gruppo di parlamentari del partito "Popolare" e
soprattutto con la convinzione di sinistra il deputato Stavro Vinjau, ha
chiesto al Consiglio Nazionale (il parlamento del tempo) come una pressante
necessità di facilitare le tasse al contadino, che languiva sotto il peso, l’onere
di sfruttamento da parte di proprietari terrieri.174
Anche se erano convinti che
la liberazione dei contadini potesse essere raggiunto solo attraverso
unariforma radicale, con l'attuazione di una riforma agraria.
Nelle circostanze del momento loro sono stati soddisfatti con le proposte di
alcune misure parziali come la concessione di appezzamenti affittati per un
periodo con tempo (non solo un anno come avveniva in molti proprietari
terrieri) in modo che l'agricoltore poteva essere interessato a raccogliere i
frutti del suo lavoro.
La questione è stata sollevata di nuovo nel maggio 1923 al Consiglio
Nazionale, ma questa volta il lavoro non aveva nessun cambiamento.
Da allora è apparso chiaro che i proprietari terrieri si sarebbero oppostia
qualsiasi cambiamento nell’ambito agricolo. Il loro portavoce era Eqrem bej
Vlora, che opponeva questi progetti, insistendo sulla protezione e la tutela
dei diritti di proprietà.
Con l'entrata in vigore del governo di Fan Noli, nel giugno 1924, le riforme
agrarie costituiscono uno dei punti principali del suo programma. Ma,
neanche un governo di "sinistra", come quello di Noli non riuscì a portare
fino alla cima questo impegno. Il fallimento della rivoluzione di giugno con
le difficoltà e gli ostacoli il più interno ed esterno. Noli si è bollata come il
motivo principale del suo fallimento quella della non riforma agraria. In quei
pochi mesi della seconda metà del 1924, avendo rigoroso isolamento
internazionale, il governo avrebbe avuto reale possibilità di affrontare questo
lavoro. Sono riusciti a raccogliere una sola commissione.
173Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 176.
174 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 354.
109
Noli stesso confessa che in quel tempo ha perso la fede dei contadini.
Dal gennaio 1929, con una lettera inviata al Primo Ministro,
PandeliEvangjeli in occasione della formazione del nuovo governo, Zogu lo
considerava un problema principale, la questione agraria. In realtà non c'era
nessun problema più urgente. Con 80% della popolazione albanese viveva
nei villaggi, e col 90% del consumo fornito da agricoltura, i contadini con
pocaterra o senza terra erano rispettivamente 83% e il 14%. Le terre, nella
maggior parte erano in mano dei grandi proprietari. Loro prendevano
dall’abitante del villaggio che ha preso 3/10 di produzione, escludendo le
imposte e dei loro diritti.175
In questo modo, Zogu aveva davanti a sé, da un lato, l'estensione dei
contadini oppressi e affamati e dall’altra parte i bej che non erano disposti a
cedere, ma erano disposti a difendere i loro privilegi.
Zogu vide la necessità di garantire un equilibrio tra loro, nella convinzione
che avrebbe gestito le pressioni dei proprietari terrieri.
La lettera inviata al Primo Ministro sarà firmatada qualsiasi politico
progressista.
Zogu scriveva tra l’altra questa lettera,“Il popolo Albanese è un agricoltore.”
Così è il peccato avendo queste terre fertili, e il cibo lo compriamo fuori.
Questa è la causa principale, che ci spinge per finire la questione agraria.
Doveva essere completato con grande velocità questo problema.176
Il progetto di riforma è stato avviato dal Re Zognel messaggio tenuto davanti
ai deputati nel dicembre 1928 in occasione dell’apertura del parlamento.
Nel mese di aprile 1929, Zoguha nominato una commissione per il progetto
di legge di riforma. Per risolvere il problema più importante della riforma
agraria ReZognel giugno 1929, ha nominato uno specialista italiano, che era
professore all'Università di Firenze, Giovanni Lorenzoni, per studiare il
problema e stabilire le norme appropriate per una riforma agraria.177
Dopo
questo lavoro preliminare, al 13 marzo 1930, il primo ministro Pandeli
Evangjeli nella presentazionedel programma di governo, parlava per la
riforma agraria. Egli ha rilevato che l'obiettivo era di conciliare gli interessi
degli agricoltori a quella del proprietario. Zogu decreta legge di riforma
agrariail3 maggio 1930.178
Nel suo progetto Lorenzoni ci dà una vaga idea di che cosa consisteva la
riforma agraria. Ha gestito la riforma in due piani: un piano di ricerca e un
piano di misure concrete per l'attuazione della riforma. Avrebberoprofittato i
contadini che non avevano terreno sufficiente per la loro vita familiare,
175 Della Rocca R. M. Nazione e Religione in Albania.1920 – 1944. Bologna 1990. pg. 124.
176 Boletino ufficiale, il 4 febbraio 1929.
177 Giovanni Lorenzoni: La questione agraria albanese. Laterza & Figli. Firenze 1930.
178Arben Put: op. cit. pg. 477.
110
specialmente quelli che lavoravano nelle trame in affitto dei grandi
proprietari terrieri o allo Stato. Previsti a tale scopo anche l'espropriazione
obbligatoria a ricompensa delle proprietàprivate, com’è stata definita nella
legge. Ma non sarebbe stata toccata dall’espropriazione forzata i proprietari
terrieri che avevano meno di 100 ettari di terreno agricolo incluso casa,
giardini o parchi. Questa zona è stata chiamata "minimo tangibile". Inoltre
anche questo minimo, ogni maschio sposato, vedovo o la vedova con i figli,
trarrebbe vantaggio di quindici ettari, se la terra era sua, alla fine il progetto
Lorenzonisi trascinò e non e stato messo in pratica.179
Egli è stato compiuto
in misura insignificante, ha toccato solo 8109,5 ettari di terreno, di cui
3411.5 ettari, è stato ricevuto feudi statali e 4698 ettari di feudi privati.
Questi erano 1888 terreni delle famiglie kosovare. Ai grandi proprietari sono
stati presi nei confronti di compensazione, 1/3 del territorio eccessivo,
dell'importo totale di terra della sua proprietà al proprietario. Si collegavano
quaranta ettari, ma quando le famiglie avevano più di cinque persone sono
stati lasciati cinque ettari per persona. Oltre a questo i proprietari hanno fatto
uno sforzo per evitare che anche questa riforma agraria attraverso le vendite
irreali a persone con legami familiari, come in Berat, Durazzo, Lezhe,
Shkodra. Occorre aggiungere che, inoltre, le riforme attuate prevalentemente
in terreno cattivo o paludi. Per dare importanza alla decisione del governo
per la riforma, si è stata creata una direzione speciale, che funziono negli
anni 1932 – 1935, ma con delle lunghe procedure burocratiche. L'anno 1935
segna la fine della riforma agraria.180
Un fatto rilevante è il silenzio della documentazione ufficiale del tempo su
questo tema. Sintesi di documenti ufficiali "Shqipnija 1937" pubblicato al
fine di rendere un quadro dei risultati del regime durante 10 anni di regno, si
citavano i nuovi sviluppi nel campo della legislazione, l'educazione, il
rapporto religione, e le attività ministeri più importanti.
Nel rapporto sono state deviate l’agricoltura e la riforma agraria, per non
parlare dell’impegno solenne presso da lui nel gennaio 1929 e consacrato
dalla legge del maggio 1930.
Zogu stesso, dopo lo slancio iniziale, è mostrato sempre più cauto circa
l'attuazione concreta della riforma agraria. Nel messaggio davanti al
parlamento, il 15 ottobre 1931 lui fecce un quadro generale della situazione
del paese, i vari problemi che avevano incontrato. Ha stabilito anche un
programma dettagliato per le misure che dovrebbero essere adottate per
risolverli.181
In nessun messaggio, non si trattava di riforma agraria. Tuttavia si
mormorava l’eco della riforma agraria, per creare l'impressione che era
ancora nell'agenda del governo.
179 Giovanni Lorenzoni: La questione agraria albanese. Laterza & Figli. Firenze 1930 pg. 4-5.
180Arben Put: op. cit. pg. 479.
181 Boletino ufficiale, il 22 ottobre 1931.nr. 67.
111
Per quanto riguarda questo va citato la legge del maggio 1937, che
autorizzava il Dipartimento di Riforma Agraria, di vendere le terre degli
agricoltori ai feudi statali Luz, Derven di Gurez. I prezzi d’incentivazione
erano: 1 dylym 15 franchi d'oro, ma la quantità di superficie non poteva
passare il limite di quaranta ettari. Un altro gesto è stato la creazione della
Banca Agricola che è stata aperta a Tirana nel mese di agosto 1937.182
Questa banca, al momento dell’inaugurazione è stata chiamata "Bandiera
dell'indipendenza Economica dell'Albania".
Riforma agraria ha segnato il fallimento più grande del regime. Su come e
stata attenuata la riforma, nella misura in cui è stato applicato, un
osservatore del tempo scriverà: "Sembra che era passato tanto tempo dal
momento della concezione di questa riforma”. Un giorno degli addetti
èandato a Myzeqe, per espropriare alcuni terreni, ma videro che il loro
proprietario lo aveva condiviso tra isuoi membri della famiglia attraverso atti
di vendita o di donazione. Così da queste terre non aveva lasciato nulla da
espropriare. Nell’opera di Stavro Skenditè stata data una sintesi chiara dello
sviluppo della riforma agraria.183
Giacché l'adozione di questo programma
dal maggio 1930, al maggio 1938 solo 4698 ettari èstata espropriata terreni.
Vale la pena notare che i diplomatici romani hanno seguito da vicino i
progressi della riforma agraria. Dai primi atti che sono stati annunciati per
questa riforma, l’ambasciatore Sola riportava l’8 gennaio 1929 Mussolini
che il Re avvisava che saranno puniti tutti quelli che fanno propaganda
contro le riforme agrarie e sociali che è stata presentata il programma di
governo. Nella faccenda della riforma agraria entra anche l'atteggiamento
italiano, che ha seguito la situazione interna in Albania come se fosse una
provincia italiana, non rimanevano indifferenti.
Il Re doveva essere sostenuto nella sua politica interna, ma in una certa
misura, non doveva andare così lontano sulla strada della trasformazione
sociale. L’Amasciatore Sola ha annunciato che avrebbe cercato un incontro
con Zogu per ricordare che era stato a favore di un progetto di instaurare una
grande impresaitaliana nel campo della Myzeqe. La propaganda italiana
sulla riforma agraria provieneanche sulle note del diplomato italiano a
Tirana, P. Quaroni. In primo luogo lo chiama un grande trucco a spese dei
contadini. Il programma di Zogu,annunciato con molta solennità, ha dato
agli agricoltori in realtà una piccolissima porzione di terre pubbliche. Per
quanto riguarda igrandi proprietari, questa riforma non l’attacco ma è
rimasta in fase di studio.
Quaroni si riferisce agli studi fatti dal professorLorenzoni, ma il progetto è
stato, ovviamente, rimasse solonegli archivi. Quaroni racconta anche
l’atteggiamento che doveva mantenere l'Italia contro i cambiamenti sociali.
182
Il giornale “Demokratia”:22 agosto 1937. 183
Stavri Skendi: Albania.New York 1956. pg. 160.
112
I documenti della diplomazia italiana portano un’informazione molto chiara
sullaposizione italiana nella questione della riforma agraria in Albania.
Ministro Soragna ha scritto al ministro degli Esteri di Grant alla fine del
1930 che il prof. Lorenzoni è stato chiamato nella legata italiana a dirle che
deve lasciare da parte "le credenze scientifiche" e che "il nostro interesse è
per una riforma agraria che lascerebbe le cose com’erano". Da questo
momento aggiunge Soragna, la riforma agraria ha cominciato a cadere. Ma
cosa ha spinto gli italiani a ostacolare l’attenuazione di una vera riforma
agraria? A questo proposito Soragna dice apertamente che "abbiamo pieni
motivi di essere soddisfatto dalle circostanze".
La riforma in generale dice è stata ridotta in modo da lasciare i proprietari da
¾ a 4/5 di loro proprietà, cioè rimangono intatte le grandiproprietà.184
Di
conseguenza, quando si fa il bilancio sfortunato della riforma agraria, si deve
rilevare che la pressione di Roma, i suoi obiettivi per la visione anche in
agricoltura, è stata tra i principali ostacoli, che sono stati aggiunti a quelli
interni. Ostacoli interni ed esterni bloccavano l’attenuazione della riforma
avviata con tanto furore. Anche nei primi mesi del 1939, alla vigilia di
aggressione, nella stampa è pubblicato qualche articolo di "Studio”.
2.10 LE CONCESSIONI DEGLI ANNI 30’
184
Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939.Toena. Tirana 2009. pg. 482.
113
Concessioni iniziati negli anni 20’, segneranno una nuova fase di sviluppo
negli anni 30’.
Il 14 gennaio 1935, il Consiglio dei Ministri ha deciso un accordo con
società statunitense "The Tractor Company Clevelant" con il rappresentante
ingegner Julius Heller, il prosciugamento in concessione delle paludi di
Durazzo eTerbuf. 185
Dopo il raggiungimento degli accordi, il primo che è entrato in Albania è
stato Anglo - Persian Oil Company (Ap). La società era inizialmente messa
in Valona e poi a Fieri. Ha iniziato la ricerca in Patos, Ardenica, ecc.
Nel periodo 1925-1930 ha aperto quattordici pozzi. Una volta che le
informazioni dettagliate fornite dall’area di studio, l'azienda ha firmato un
accordo con il governo albanese per la sospensione dei lavori fino al 1936.
APOC rinunciò alla zona a nord della Seman. Ministero dell'Economia
Nazionale ha presentato una relazione che è stato adottato dal governo il 3
marzo 1931.186
Tuttavia la società non è restituita in Albania virtualmente
termina le sue attività, anche se il governo Albanese ha tutti i movimenti
necessari per consentire il suo ritorno.
Il 27 febbraio, 1934 APOC ha scritto una lettera al governo Albanese,
spiegando di aver speso più di 400 mila sterline e cercando di essere
esonerato dagli obblighi derivanti da tale accordo. Il 25 maggio 1934Pandeli
Evangjelicontemporaneamente, il primo ministro e ministro dell’economia
nazionale, ha invitato la società a fare le ultime formalità di denuncia e ritiro
della garanzia dei depositi.187
Il 9 ottobre 1934, il Consiglio dei Ministri su
proposta del Ministero dell'Economia Nazionale, ha deciso di non accettare
la concessione della ditta D'Arcy Explaration Lmt, un ramo dell’APOC.
Due altre società come l’americano “Standard Oil Company” e inglesi
"Rushton", rinunciarono alle loro attività a terra lasciando solo l'AIPA e
"Unione Franco Albania". Quest'ultimo aveva sviluppato una minore attività
rispetto al versante italiano, il periodo 1926-1939. Ha operato nella zona di
Korce e poi Mavrovo Vlora. Ha studiato la possibilità di presenza di
kerosene in Zadrima, ecc. Sims società italiana, operante nell'ambito
Selenice e Vlora, negli anni 1925 - 1930 apre otto pozzetti,ma ben presto la
società era adatta in difficoltà finanziaria. L'8 luglio 1925, il governo
Italiano ha formato un’amministrazione autonoma denominata AIPA
(Azienda Italiana petrolio Albania), sotto il Ministero delle Comunicazioni.
Più tardi, la società ha trasferito la sua sede da Tirana in Kucove.
185Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F149 D1470 Anno 1935 pg. 20.
186(A.Q.SH.) F149 D1470 Anno 1935 pg. 68.
187 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.361.
114
2.11 LA LAICITÀ DELLO STATO E LE RIFORME NEL
CAMPO DELLA RELIGIONE.
Chi voleva essere veramente il “Re degli Albanesi” doveva soprattutto
affrontare e tentare di risolvere il problema dell’unificazione spirituale del
suo popolo.188
Anche se concepito come un regime autocratico, lo Statuto del Regno
stabiliva uno dei principi fondamentali di ogni Stato moderno, quello della
separazione tra stato e religione. L'articolo quattro dello Statuto
espressamente dichiarava che lo Stato Albanese non ha religione ufficiale.
Tutte le religioni e le credenze sono onorate e la libertà di esercitare e
praticare la propria fede "è assicurata". 189
In termini di stato albanese, nel senso di laicità ha avuto una particolare
importanza. Questa disposizione dello statuto dava maggior importanza allo
stato, che alle religioni differenti che sono stati praticati nel paese.
Si è giustamente detto che la società albanese tradizionalmente si conosce
per una vera tolleranza religiosa. Tuttavia, le disposizioni prevenivano
qualsiasi tentativo teocratico previsto, che può essere utilizzato per la
penetrazione delle dirompenti influenze esterne. "Religione e credenze
religiose non potevano mai essere utilizzate per scopi politici".
Zogu fu anche un riformatore nella religione, affermando e consolidando la
laicità dello Stato. Questo principio è stato sancitò dallo statuto del 1922 che
ha dichiarato che "Lo Stato non ha religione ufficiale".190
Egli fu riaffermato nello Statuto fondamentale della Repubblica, sia nello
Statuto del Regno. Si può dire che per questo ha dato un esempio personale,
mantenendo un atteggiamento equilibrato nei confronti credenze religiose.
In un avviso della Legata Britannica nel 1933, ha detto che Zogu "era
personalmente indifferente alla religione, non attivamente anti-religioso, ma
non aveva alcuna simpatia per la religione in qualsiasi forma e in qualsiasi
situazione." Oltre a questo, le autorità sono intervenute nella vita interna
delle comunità religiose in cerca di modifiche i riti, le strutture, soprattutto
quelle con i colori asiatici. A questo proposito va menzionato decreto-legge
sulle comunità religiose datate.
Il 9 agosto 1929 fu discusso un progetto che regolava tutti i settori di attività
religiose riguardo al potere pubblico, questa legge e stata approvata dal
Parlamento il 9 gennaio 1930.
Questo decreto si compone di 34 articoli, segnalammo l'articolo 34
denominato "persone religiose e morali, avevano tutti i diritti relativi a
questa figura in conformità alla presente legge, ma questi non potevano
188 Pio Bondoli. Albania, quinta sponda d’Italia. C.E.T.I.M. Milano 1939 pg. 176.
189Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.
190 Della Rocca R. M. Nazione e Religione in Albania.1920 – 1944. Bologna 1990. pg. 130.
115
perseguire obiettivi politici o di giudizio (giurisdizionali) per eventuali
problemi".191
In breve, i principi della politica religiosa dello Stato albanese, sono
determinate come segue: laicisti dello Stato, la libertà religiosa,
l'uguaglianza delle religioni, la loro sottomissione allo stato autorità.
Nei circoli religiosi in generale sembrava una predisposizione adattarsi alla
nuova situazione. Questa apparse, nel primo luogo, nella comunità
musulmana che aveva il più grande numero. I primi passi in questa direzione
sono stati posti nel marzo 1923, quando ci sono incontrati a Tirana nel
"Primo congresso del maomettano".
Nell'agosto del 1929 si è tenuto il “Congresso dei sunniti”, che
apparentemente ha adottato alcune misure radicali.Tra le decisioni più
importanti erano: l'uso esclusivo della lingua albanese per la preghiera e la
predicazione, l'unificazione della scuola e seminari in un istituto di
formazione unico, chiudere la maggior parte delle moschee e tenere due o tre
in ogni città.
Diplomatici stranieri hanno riferito che tali decisioni sono state prese sotto la
pressione di Zogu. Fu notata una certa riluttanza, dal clero musulmano, in
particolare quella di Scutari, ma si rileva che la riforma e stata fatta senza
seri problemi. Si cominciarono a spargere "strane notizie" che causavano
sorpresa per il mondo esterno. I giornali riportano che "le donne albanesi”
stavano cominciando a partecipare alle feste di Capodanno e danze con
l'abbigliamento europeo.
I problemi non erano finiti, rimangono per il trattamento due altre comunità:
ortodosso e cattolico. Si determinava la loro posizione alla luce della legge
approvata dal Parlamento all'inizio di gennaio 1930.192
Un problema rilevante era quello dell’autocefalo della Chiesa Ortodossa
Albanese. Mentre è passato del tempo dopo la dichiarazione 1908
d’autocefalo e sono stati fatti passi verso il consolidamento, ma si discuteva
ancora la questione relazione del Patriarcato di Costantinopoli, il centro
dell'ortodossia.
Dopo la prima guerra mondiale, la comunità albanese ortodossa di Boston
decise la dichiarazione della Chiesa Ortodossa Albanese e nominato vescovo
Fan Noli, ma anche questo non era una soluzione definitiva. Non basta
neanche la decisione del Congresso di Berat nel 1922, che ha affermato
l'autocefalo e ha chiesto al Patriarcato di Costantinopoli di riconoscere la sua
dipendenza.193
Rimase ancora un problema. L’ordinazione di Noli come
vescovo non è stato fatto da altri vescovi, come richiedono le regole
canoniche. Così, le decisioni di Berat rimarranno nella lettera se mancava
191Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.
192 Bollettino ufficiale.Tirana 2 gennaio 1930.
193Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 473.
116
una gerarchia religiosa. Il congresso di Berat era stato soprattutto un
incontro laico.
Un passo e stato fatto quando nel novembre 1923 F. Noli fu ordinato come
vescovo da due sacerdoti d’origine albanesi Hierothos Anthony e
Christopher Kisi.
Poi si è subito dichiarato come “Metropolita di Durazzo e Tirana e di tutta
l'Albania”.194
Tuttavia, per completare l'intera questione doveva essere raggiunto un
accordo con il Patriarcato. Alcuni tentativi fatti al momento della Repubblica
non hanno dato risultati. Il patriarcato è sempre stato uno strumento di
propaganda greca.
Zogu sentendo il pericolo nel febbraio del 1929 ha preso l'iniziativa di
organizzare un Consiglio albanese. Come ci si poteva aspettare gli sforzi per
la sanzione finale, sono contrastate dall’autocefalo greco. Secondo fonti
italiani, autocefalo greco ha avvertito Atene il Re per conseguenze più gravi
che avrebbero scisma (divisione) tra la "popolazione epirota" (minoranza
greca), e nelle relazioni politiche tra l'Albania e la Grecia. Secondo le stesse
fonti, il Ministro Greco Melas, gli aveva dato al Re un messaggio personale
dal Primo Ministro Venizelos.
Zogu non si è tirato indietro e cosi il Consiglio si è svolto. Come il suo
Presidente del Consiglio è apparso inizialmente Visarioni, un vescovo che
era conosciuto come l'avventuriero, formato e ordinato sacerdote in Grecia,
un uomo senza principi che manteneva legami con la chiesa serba.
Ci sono voluti diversi anni per passare ad altra situazione si sbloccasse. Nel
1936 Zogu moltiplico gli sforzi per il riconoscimento di autocefalia.
Vissarion è rimosso dal suo incarico come capo della Chiesa albanese e il
suo posto è stato nominato Christopher Kisi. Nello stesso anno si recò a
Istanbul, il Primo Ministro Koco Kota. Questi movimenti finalmente hanno
aperto la strada di un accordo e patriarcato per la conoscenza della Chiesa
Ortodossa Albanese nel 1937.
Le maggiori difficoltà sono state incontrate nei rapporti con la comunità
cattolica.Secondo le statistiche del 1937, alla comunità cattolica apparteneva
solo il 10% della popolazione contro il 70% al 20% dei musulmani e
ortodossi.195
I cattolici sono concentrati principalmente a nord del paese, nel quartiere di
Scutari e Mirdita.
Cattolici avevano dato un contributo prezioso per una rinascita Nazionale.
Dopo la dichiarazione d’Indipendenza, sono stati aderiti alla tradizione di
194Fan Noli: Autobiografia. Tirane 1996. pg. 282-286.
195 Nel registro della popolazione del maggio 1930 risulta: la poppolazione albanese in totale era 1.000.312:
Musulmani – 688.280
Ortodosi – 210.313.
Catolici – 104.184.
117
orientamento patriottico. Ma hanno insistito sulle loro specificità religiose,
che sono intesi come il diritto di non essere sottomessi dal potere statale.
Loro volevano che lo stato non interferisca nel loro lavoro e chiedevano
piena libertà. Di conseguenza, nel 1923 sembrava che i cattolici volevano
dividersi dall'Albania alla stagna unità di ciascuno avevano combattuto
prima.
I rapporti tra Zogu e il clero cattolico sono stati difficili. Zogu ha dato
qualche segnale d’approccio, come lo erano le sue visite a Scutari nel 1927,
facendo di tanto in tanto incontri con i leader del cattolicesimo.
Zogu era determinato per affermare l'autorità dello Stato su quella religiosa.
Questa si nota anche nell’accordo con il Vaticano alla fine del 1927, in virtù
del quale lui ha riconosciuto la Chiesa cattolica, ma nella posizione di una
persona giuridica.196
A Scutari dal 1920 ha sede anche un Delegato apostolico. I tentativi fatti
sotto il pontificato di Pio XI per un concordato col Regno d’Albania non
hanno mai avuto esito.197
Le reazioni della Chiesa Cattolica non tardarono. Un conflitto grave accadrà
nel 1933 quando il parlamento albanese deciderà la chiusura delle scuole
straniere e la loro nazionalizzazione, cosi anche le scuole cattoliche.
Qui sarà sufficiente, con una forte reazione della chiesa cattolica contro il
nuovo codice civile, il quale toglieva la "famiglia"dalla giurisdizione
religiosa, e contro la legge del 1929 sulle comunità religiose che li nota
comepersone morali con tutti i diritti religiosi, ma senza interferire nella
sfera pubblica dello Stato, senza fini politici, e senza il giusto giudizio
(giurisdizione) per eventuali problemi. In questo, il diplomatico italiano
Quaroni menziona l’estrema reazione del vescovo di Scutari, Lazer Mjeda
che ha dichiarato la "sconsacrazione dello Stato Albanese e tutti quelli che
obbediscono alle sue leggi".
Il governo ha ordinato il suo arresto - aggiunge Quaroni, - ma nessuno ha
osato entrare nella sua diocesi per arrestarlo. La legge non fu cambiata, ma
nella regione di Scutari non ha trovato alcun effetto.198
196Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e popullit shqiptar. Toena. Tirana 2002.
197 Pio Bondoli. Albania, quinta sponda d’Italia. C.E.T.I.M. Milano 1939 pg.178.
198 Pietro Quaroni: Valiglia diplomatica. Albinform. Tirana 1993. pg. 212.
118
2.12 LE CONFERENZE BALCANICE
Zogurespingegli ultimatum delle richieste di Mussolini, che lo portavano in
una posizione di completa dipendenza. Qui iniziano i suoi sforzi per trovare
una scelta. Per raggiungere quest’obiettivo, la diplomazia albanese ha
sviluppato un'attività molto intensa per diversi anni di fila.
In 1927-1928 la situazione economica mondiale sembrava soddisfacente e la
sicurezza collettiva funzionava. Chiara espressione di questo fu data nuovo
corso trovato Patto Briand-Kellog firmato a Parigi nel mese di agosto
1928.199
Questo patto prese il nome dei due iniziatori: Ministro degli Esteri
francese, A. Briand e il segretario di Stato americano Kellog.
Il patto escludeva la guerra come "strumento di politica estera" e si arriva
come un obbligo degli Stati firmatari (57 Stati aderiti) per risolvere le
controversie in maniera pacificante. Dopo aver superato la misura, Briand ha
chiamato ilpatto, "una nuova data storica del genere umano",in realtà il patto
Briand - Kellog, anche se è stato accolto con interesse e nelle adiacenti
cinquantasette stati, non ha avuto alcun peso nello sviluppo degli eventi,
soprattutto in Europa.
Nell'anno 1929 sono stati i miglior rapporti tra gli stati della penisola, come
non lo erano stati per anni. Ciò è rese possibile l'attivazionedi una tendenza
diplomaticanell’anno 1930 per organizzare un blocco, che poteva essere in
grado di resistere alle pressioni delle grandi potenze. La diplomazia albanese
è stata coinvolta in questo processo. Come primo passo dovrebbe essere
menzionato l’aderenza dell’Albania nel patto Brian - Kellog. Tirana seguiva
con interesse l'evoluzione costante diplomatica nella scala dei Balcani.
I governi stranieri della Penisola cominciano a stabilire contatti per
raggiungere a un nuovo livello di relazioni tra di loro. In queste circostanze è
stato l’ex Primo Ministro Greco A. Papanastasiu dava l’idea di una
conferenza informale, di cui si parlassesulla possibilità di una federazione
balcanica. Questo è visto come un eco dell'idea del movimento verso l'unità
dei Balcani, che hanno iniziato nel XIX secolo con la prospettiva di
un'unione federale dei paesi dei Balcani dopo il ritiro della Turchia.
Conferenza si apre nell'ottobre del 1930 ad Atene, fu la prima di tre
conferenze che si sono tenute in corso a Istanbul (ottobre 1931) a Bucarest
(ottobre 1932) e il quarto a Salonicco nel mese di novembre (1933).200
Dal 5 ottobre, al 12 ottobre 1930 sì e tenuto la prima Conferenza Balcanica a
Atene. In questa conferenza sì è stato discusso per un possibile accordo
balcanico per la difesa dello status politico – giuridico.201
199Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 519.
200Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.234-236.
201Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912-1939. Toena- Tirana 1995. pg. 246.
119
Durante queste conferenze, che restano non ufficiali, le commissioni sono
state create per esaminare le questioni di natura non-politico, come
comunicazione, questioni economiche, la cooperazione intellettuale, sociale
e problemi di salute.
I risultati erano simili a quelle delle Commissioni della Lega delle Nazioni,
vale a dire, discussioni prolungate, ma nessun effetto concreto.
L’Albania accettò l'invito e partecipo a tutte le conferenze.202
Per il governo
albanese è stata una buona occasione per dare la mano, uno strumento
diplomatico per affermare l'Indipendenza nella politica estera. Il messaggio è
stato particolarmente chiaro verso Roma, nella fase delicata delle relazioni
bilaterali. Zogu ben comprese l'importanza di queste conferenze e allinea
l’Albania accanto agli Stati della Penisola. Per rappresentare l'Albania è
stato nominato una delegazione permanente guidata da Mehmet Konica
diplomatico esperto, ex ministro degli Esteri e consigliere del Re per
problemi di politica estera.203
La partecipazione dell'Albania a queste
conferenze è stata una decisione presa al momento giusto, soprattutto
quando le conferenze e hanno avuto un risultato: aprire il percorso di un
patto polittico nell’ambito Balcanico.
In realtà dopo negoziati a Ginevra e Belgrado, nel febbraio del 1934 il Patto
dei Balcani è stato firmato tra i quattro paesi: Jugoslavia, Grecia, Romania e
Turchia, con l'obiettivo di assicurare i confini nei Balcani in un'eventuale
aggressione, sia da un paese terzo, anche su uno stato balcanico che si univa
con le altre potenze in un atto di aggressione contro uno Stato parte del
Patto.
Nel mese di ottobre 1934 i quattro Stati membri formano uno statuto che
prevedeva incontri regolari di un consiglio permanente. Da allora rinominato
INTESA BALCANICA. E 'stato programmato per un periodo di dieci anni,
ma si sciolse dopo l’iniziodella seconda guerra mondiale.
Quest’alleanza non era completa. Bulgaria e Albania mancavano per vari
motivi. La Bulgaria ha rifiutato di unirsi con la Jugoslavia a causa dei suoi
crediti nei confronti di Macedonia, che lo chiamava come terra bulgara.
Sofia ha detto che non poteva entrare in un patto che ha messo "lo status
quo" nei Balcani nel suo disfavore. Questa ha causato preoccupazione ad
altri membri del Patto non solo che Bulgaria in se può costituire un rischio,
ma perché potevaraggiungere accordi con una grande potenza che cercava di
intervenire nei Balcani.
Il rischio non è ipotetico nei primi anni 30. Italia ha seguito con attenzione lo
sviluppo delle conferenze dei Balcani e soprattutto la sua conclusione con la
firma del Patto dei Balcani e sosteneva la posizione della Bulgaria. Roma ha
colto l'occasione di anniversario dell'indipendenza della Bulgaria nel mese di
202Paskal Milo: Shqiperia dhe Aleanca Ballkanike. Studime albanologjike . Tirana 1977. pg. 60.
203Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912-1939. Toena - Tirana 1995 pg. 246.
120
ottobre 1933 per esprimere la propria amicizia alla sua fedeltà completa
dopo il rifiuto del Patto. Per quanto riguarda l'Albania, è stata respinta,
nonostante gli sforzi per mettersi accanto ai paesi dei Balcani in un’alleanza
politica che potrebbe dare la possibilità di respingere le pressioni dallo stato
italiano.
A questo proposito, è naturale chiedersi: come si spiega che l'Albania è stata
introdotta per prendere parte a quattro conferenze dei Balcani, e ha trovato la
porta chiusa ad aderire nell’INTESABALCANICA? 204
La ragione è che, come osservato in precedenza, le quattro conferenze non
erano ufficiali, ha avuto carattere consultivo, a differenza dell’Antante che
era un’alleanza con un impegno politico da parte degli Stati membri a
preservare lo status quo nella penisola. Può essere considerata un ostacolo
all'ingresso di Albania in questo patto deve essere stato l'atteggiamento dei
due paesi confinanti, la Jugoslavia e la Grecia. Senza negare le difficoltà
nelle relazioni con questi due paesi limitrofi con problemi derivanti di volta
in volta, ciò che ha reso il peso di bilanciamento principale è sempre stato
l'ombra italiana.
Diplomazia italiana è stata sempre in guardia sulle sue intenzioni verso
l'Albania. Il suo ingresso nel Patto poteva essere un ostacolo, è possibile
trasformarlo in un problema interbalcanico. Roma, pertanto, reagisse
rapidamente e con enfasi: "Il problema dell’inclusione dell'Albania nel Patto
dei Balcani per l'Italia non esisteva", ha detto il ministro italiano Koch a
Tirana.205
"Noi abbiamo saputo di creare la convinzionein tutto il mondo che l'Albania
è intoccabile e chiunque volesse intraprendere con loro, doveva prima
ottenere il permesso d'Italia”.
I Governi dei Balcani hanno preso il messaggio e non hanno avuto il
coraggio di far entrare l’Albania nel Patto, poiché poteva essere interpretato
come un tentativo, a sua volta, di intervenire nei legami speciali che sono
state stabilite tra l'Albania e l'Italia, secondo la decisione della Conferenza
degli ambasciatori nel novembre 1921.
Nei documenti del Ministero degli Affari Esteri d’Albania è una cartella
speciale che affronta il tema del Patto dei Balcani. Da questi documenti
appare inizialmente una certa riluttanza a Tirana per entrare in questo patto,
certamente dalla convinzione che non apparirebbe ben visto a Roma, che
sempre rimane bloccato nei trattati del 1926 e il 1927. Abbiamo poi notato
un maggiore interesse quando diventa chiaro che gli Stati dei Balcani voleva
lasciare fuori Albania, a causa del legame speciale con l'Italia.
Improvvisamente preso una posizione chiara quando una lettera deroghe al
ministro albanese ad Ankara nel febbraio 1934, in cui
204
Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 521. 205
Paskal Milo: op. cit. pg. 71.
121
"l’eccezionedell’Albania nel patto fu chiamata come una concessione
all'Italia a spese dell’Albania". Italia dichiara che i collegamenti non
dovessero essere interpretate nel senso che "l'Albania non ha alcun diritto di
fare la sua politica".
Ma Mussolini non tollerava più. In una conversazione con i rappresentanti
turchi parlò severamente e disse: "Non consenta l'Albania per essere
associate a tali patti." Esattamente il rischio di entrare in conflitto con l'Italia
ha spinto l'opposizione greca, di criticare il governo chiedendo di adottare
misure che la Grecia non comportasse alcuna guerra con l'Italia a causa degli
obblighi che determinano il Patto. In realtà, il governo di Atene ha chiesto e
ricevuto da tre altri governi, che in ogni caso, la Grecia non sarebbe trovata
coinvolto in guerra con una grande potenza. Si rendeva conto certamente
Italia con l'intenzione di Albania. L’esclusione d’Albania era la prima
deformazione dell’idea per l’unità dei Balcani, il che indica che nel corso
degli anni, non si parlava più per l'unità, ma per i patti politici, congiunturali
strumenti diplomatici con l'obiettivo di creare un fronte comune contro
eventuali interventi dalle grandi potenze.206
206
Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.342.
122
2.13 IL PEGGIORAMENTO DI SALUTE DEL RE E LE
IPOTESI PER IL SUO SUCCESSORE.
Re risiede sempre in Albania e non può rimanere all'estero più di tre
mesi(articolo 65). In questi casi l'esercizio delle funzioni del re s’intraprende
da parte l'erede o il Consiglio dei Ministri. Proprio questa ha creato una crisi
politica nel 1930, quando il Re stava accadendo in una grave condizione di
salute ed è rimasto a lungo in Austria per il trattamento. La notizia che il re
Zogu è incurabile e non possono essere restituiti, agita la politica interna.
Diversi gruppi politici all'interno del governo e del parlamento, ma anche
nella vita pubblica sono stati coinvolti in dibattiti sui discendenti.207
Il progetto più avanzato è stato quello della Chiesa cattolica di Scutari, che
delusada Zogu, si affrettò preparazione per la sua sostituzione, e avvia
l'applicazione per il ritorno al trono regale del principe Wied.208
La loro iniziativa è stata accolta con l'opposizione del Vaticano e l'Italia
eranopreoccupate per il ritorno di Zogu o di un politico proitalianoe non di
un altro principe tedesco a capo del paese. Un altro progetto presentato
dall'ex primo ministro Shefqet Verlaci. Lui crea un gruppo illegale a Tirana
con a capo i fratelli Toptani che avevano anche il supporto italiano. Tutti i
piani fallino, percheZogué stato curato ed è stato tornato al trono, ma ora con
un evidente malcontento contro Roma, per le sue attività di gioco per la sua
sostituzione durante l'assenza di diversi mesi.209
207 Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995.
208Aurela Anastasi: Institucionet politike dhe e drejta kushtetuese (1912-1939).
209Bernd Fischer op. cit. pg. 192.
123
2.14 LA FORMA GIURIDICA DELLA SOSTITUZIONE
DEL RE
Reha preso al parlamento uno dei suoi poteri noti, quello della firma,
l'approvazione e la ratifica di accordi con altri Stati. L'unico obbligo del Re
era che, nei casi che ritiene importante, potrebbe rendere informato il
Parlamento, ma non per chiedere il suo parere. Ai sensi dell'articolo 50 dello
Statuto, "Re degli Albanesi è Sua Maestà Zogu I", dalla famosa famiglia
albanese Zogu.
Sezioni 51-54 forniscono dettagli sulle regole di successione reale inassenza
del successore in famiglia reale. Esso sostiene che l'eredità del ragazzo trono
appartiene al più grande del ragazzo del Re e delle generazioni in linea
diretta, uomo dopo uomo. Se l'erede muore o senza lasciare figlio, il fratello
che viene dopo diventa Re.210
In caso di assenza di questo erede, il Re sceglie un uomo della sua tribù, con
l'approvazione del Parlamento.
Stato stabilisce inoltre che, quando il Parlamento decide di due terzi del
pretendente al trono, non è in grado o in grado di intraprendere questa
responsabilità, quindi il parlamento decide di scegliere un altro nome
all'interno della famiglia reale di sesso maschile uscito dall'addome delle
figlie o sorelle del re, naturalmente in qualsiasi momento di origine albanese.
Nel periodo d’adozione dello statuto, il re Zog non era sposato e non aveva
fratello, l'unico contendente linea famiglia reale era il figlio di sua sorella.
Ai sensi dello Statuto, quando i contendenti mancano dalla regola di cui
sopra, quindi il parlamento elegge l'erede di origine albanese e che per il
periodo di transizione fino all'elezione del re, i suoi poteri sono esercitati dal
Consiglio dei Ministri.
L'articolo 57 stabilisce che, quando il Re muore o si dimette, il Parlamento si
riunisce per ascoltare il giuramento del nuovo Re.
Nel caso d’impossibilità di salute del Re per esercitare le sue funzioni o
quando muore e lascia un come erede un minorenne, quindi il potere reale
esercitato da Reggenza, in nome del re.
Reggenza è costituita da una regina, quando rimaneva in grado di agire o la
Regina Madre, quando il re è un minore, il Presidente del Parlamento, Primo
Ministro e Presidente del Consiglio di Stato. Quando la regina eraincinta e il
re moriva, era necessario aspettare il parto per decidere chi sarà l’erede del
trono.Lo statuto riconoscevaal Re il diritto di possedere un palazzo reale, da
lui designato.211
210Lo statuto del Regno Albanese, Tirane 1928.
211Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 135.
124
2.15 L’ATTENTATO CONTRO AHMED ZOGU, VIENNA IL
21 FEBBRAIO 1931
Nel 1930 e all'inizio del 1931, la salute del Re è peggiorata a causa del
lavoro e causa del fumo di tabacco. In questo modo si ammalò e indebolito
molto rapidamente. La sua salute ha avuto complicanze maggiori, che
mettevano in discussione la sua vita. Tenendo questo in mente, Zogu ha
deciso di medicarsi a Vienna, dove aveva trascorso diversi anni durante la
Prima Guerra Mondiale. Quest’avena, perché a Tirana non è stato possibile
trattarsi con i raggi X.212
Prima della partenza Zogu ha incontrato il Primo Ministro e alcuni dei
deputati fidabili. Dopo aver annunciato la sua partenza per Austria, aveva
chiesto che durante la sua mancanza prevalga la cooperazione e armonia
completa.
Il giorno di partenzaha accompagnato il Re fino a Durazzo, le sue sorelle,
membri del Consiglio dei ministri, Ambasciatore italiano in Albania, da
generali,Aranitasi,
Pariani e Gilhardi, ecc..
Nel mattino, Ahmed
Zogu è stato lanciato
con la nave "Quarto"
con lui, Ekrem
Libohova, Dr. Jani
Basho, Sotir Martini,
Llesh Topallaj e
AllamanCupi.
Sono sbarcati a Venezia
e poi sono partiti in
treno per Vienna. 213
Il 28 gennaio 1931
arrivano a Vienna e si
stabiliscono in albergo
"Imperial". Il suo arrivo a Vienna ha messo in movimento gli invidiosi del
Re, gli immigrati che operavano attraverso l'organizzazione "Unione
Nazionale", la quale si finanziava dalla Jugoslavia. Kole Tromara, Angelin
Suma, e Jamal Vllamasi Sejfi Bushati, dopo numerose pressioni dei membri
dell'organizzazione che erano in Italia, Grecia, Jugoslavia, decisero di
assassinare Ahmed Zogu. Per eseguire quest’assassinio Aziz Cami, Qazim
Mulleti, Ndok Gjeloshi sono usciti volontari.
212
Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 318. 213
Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 490.
125
Il piano dell’attentato è stato organizzato da Rexhep Mitrovica e Hasan
Pristina. Il Consigliere dell'Ambasciata Jugoslava a Vienna aveva detto ai
membri dell’Unione Nazionale, che sarebbe molto contento se
preventivamente a informare la Jugoslavia per l'omicidio di Ahmed Zogu.
Giacché l'attacco all'hotel non era possibile a causa dell’alta sicurezza,
l'organizzazione prevedeva l’attacco all’uscita dell'Opera di Vienna, dove
Zogu stava vedendo uno spettacolo.
La sera del 21 febbraio all’Opera di Vienna erano messe in scena "Pagliacci"
e "La Leggenda di Giuseppe". Ahmed Zogusì è alzato prima della fine dello
spettacolo. Quando l'auto del Re stava per partire, Aziz Cami e Ndok
Gjeloshi erano pronti ad attaccare. Giacché loro non conobbero Ahmed
Zogu dal fatto che non lo vedevano da tanto tempo, Ndok Gjeloshi ha ucciso
con due proiettili in testa Llesh Topallaj, credendo che stava uccidendo il
Re.214
In questo momento, da un altro punto Aziz Cami ha iniziato a sparare
verso la macchina. Nel fratempo Ekrem Libohova e Ahmed Zogu iniziarono
lo scambio di fuoco. Ekrem Libohova è stato ferito a una gamba, mentre
Ahmed Zogu sopravvisse senza essere toccato. La polizia ha arrestato due
attaccanti, mentre Qazim Mulleti fugge nella folla.
La notizia è arrivata presto in Albania. Il Consiglio dei Ministri e il
Parlamento si sono riuniti immediatamente per essere informati sulla
situazione e per adottare e le misure.
Hikmet Delvina MP inizierà il suo discorso dicendo:
Maledetto il traditore! Maledetto i venditori! Maledizione sui nemici di
Albania! Una maledizione su chi ha sparato contro la stella della nazione. 215
Con l'eccezione di Hasan Prishtina, tutti gli immigrati che avevano a che
fare con questo evento, sono stati arrestati dalla polizia di Vienna.
Jugoslavia per mezzo di quest’attacco era destinata a causare disordini in
Albania e, di conseguenza, portare al potere il loro popolo.
Per essere formalmente rappresentato, l'Ambasciatore Jugoslavo in Tirana,
Nastasijevic aveva annunciato, il 31 gennaio 1931 che era informato di un
possibile attacco che sarà organizzato a Vienna contro il Re Zogu.
Le indagini della polizia austriaca hanno confermato presto che il gruppo
che aveva organizzato l'attacco contro Zogu è stato diretto e finanziato dalla
Jugoslavia. I due aggressori sono stati protetti in tribunale dagli avvocati
costoso, e il loro pagamento era molte volte superiori ai redditi personale
degli attentatori. Il governo austriaco ha anche rivelato che i due aggressori
sono stati dotati di un passaporto diplomatico dal Governo Jugoslavo.
Per via giudiziaria, tenuto in settembre - ottobre 1931 è stato scoperto che i
confini di Albania sono stati organizzati un esercito per intervenire
militarmente in Albania, nel caso dell'omicidio di Ahmed Zogu. Italia come
214Sejfi Vllamasi: Ballafaqimet politike ne shqiperi 1897 – 1942. Neralda. Tirana 2000. pg. 453-454.
215Arkivi Qendror. Parlamenti. 1912 – 1940. Dt 21febbraio 1931 pg. 4.
126
un alleato di Albania ha espresso rammarico per l'attacco e ha avvertito la
Jugoslavia. In un'intervista per la stampa austriaca, Ahmed Zogu, chiede di
rispettare i diritti e l'integrità di Albania, notando che l'organizzazione delle
bande in confini dell'Albania metteva a rischio la sostenibilità della pace
nella regione.
PROCEDIMENTO GIUDIZIARIO CONTRO GLI
ATTENTATORI.
Nati nel 1893gli aggressori avevano partecipato nella "Rivoluzione di
Giugno 1924." Dopo il fallimento di questa rivoluzione, sono fuggiti con un
altro gruppo di politici e militari. Nell'emigrazione sono diventati membri
dell’Unione Nazionale.
Contro gli attentatori e il gruppo si sono sostenuti due procedimenti in tempi
diversi, una a Vienna e uno a Tirana.
In precedenza i fratelli sono stati liberati dal confino di attaccanti: Haki
Mulleti, Guljem Suma, Palok Gjeloshi, Kole Gjeloshi, Njazi Cami, Rexhep
Cami.216
Il processo di Vienna è iniziatoil 30 settembre1931 nella città di Ried. Le
autorità austriache hanno espulso dalla sala Dom Laser Shanto ascoltatore,
perché il suo nome è stato trovato spesso nel corso dell'inchiesta.
Presidente del tribunale era Nothacksberger, procuratore Walt Peither. Gli
avvocati della difesa sono stati Pressburger e Frischauer. Come ascoltatori
privati erano la vedova del maggiore Llesh Topallaj, rappresentata
dall’avvocato Preminger e Ministro della Monarchia, Ekrem Libohova,
rappresentato dall’avvocatoKoenig. Lo psichiatra fu chiamato in tribunale a
dimostrare lo stato mentale degli aggressori Ndoka Gjeloshi e Aziz Cami, è
stata confermata dai medici che la loro condizione mentale è stata
soddisfacente. Entrambi gli imputati inizialmente negarono l'omicidio
organizzato.
Nella sua testimonianza, Ekrem Libohova ha affermato che durante lo
spettacolo aveva notato due persone che guardavano sempre verso il re. Ha
detto, anche se non aveva vistogli aggressori, ma soltantogli armi da fuoco e
ha sparato quattro volte per l'auto-difesa, mentre in totalesono stati sparati di
ventitré proiettili. Gli avvocati di degli imputati puntavano sulla versione
che, Zogu o Libohova avrebbero potuto erroneamente ucciso Maggiore
Llesh Topallaj. Ma Pummon esperto ha confermato che il principale
assassino di Llesh Topallajera Ndoka Gjeloshi, mentreAziz Cami aveva
ferito Libohova. L'esperto ha confermato che il Re sarebbe stato colpito al
petto, se non ci sarebbe mosso. L’avvocato della signora Topallaj ha detto in
216
Giornale “Besa”4 settembre 1931.
127
tribunale che "il finanziamento di questo tipo di attacco deve essere fatta da
quel potere che ha un interesse di provocare una seconda guerra mondiale".
Quando il processo stava per finire, la signora Kudrete Topallaj chiede200
milafranchi d’orocome una ricompensa e 1800 per le spese funebri, mentre
Ekrem Libohova chiesto come "rimborso" per la ferita una lira.
Alla fine il 2 ottobre 1931 Ndok Gjeloshi è stato condannato sette anni,
mentre Aziz Cami con tre anni.
La stampa austriaca scriveva che il denaro proveniva da Belgrado.
Il processo di Tirana è stato condotto da un gruppo guidato da: Izet Leskovik
e con i membri Pandeli Martinianie Emin Toro. Procuratore del caso era
Emin Meto, mentre Aslan Lala era il registratore.
Il tribunale condanna a morte in assenza queste persone: Ndok Gjeloshi,
Azis Cami, Sejfi Vllamasi, Qazim Mulleti, Angelin Suma, Rexhep
Mitrovica, Dom Frano Karno, Kole Tromara.
Con 20 anni di carcere in assenzasono stati condannati: Menduh Angoni,
Margarita Gjeloshi (moglie di Ndok Gjeloshi), Naxhije Vllamasi (moglie di
Sejfi Vllamasi).217
In commemorazione della morte di Llesh Topallaj, il 21 febbraio 1932 è
stato suo monumento al parco di fronte del Palazzo Reale.
217
Giornale “Besa”22 febbraio 1932.
128
2.16 LE ELEZIONI PARLAMENTARI 11 NOVEMBRE 1932
Il 9 agosto 1932, il governo ha fissato il perido delle elezioni dal 16 al 31
agosto (per gli elettori primi) e dall’11 novembre per gli elettori secondo.218
La campagna elettorale è stata condotta in termini di sviluppo della grande
crisi mondiale e l'interno. Per disegnare un MP per ogni candida votavano
circa 500 elettori della seconda fase. Alla vigilia delle elezioni, il Primo
Ministro Evangjeli con una chiamata diretta alla gente dove ha invitato gli
elettori a dare il loro libero arbitrio, e desiderava che queste scelte siano per
aprire una nuova era di consolidamento e felice per il popolo e il paese allo
stesso modo.
PARLAMENTO (1932 - 1936)219
BERATI: Hysen Vrioni, Veis Xhindi, Sabri Kalltani, Ferit Vokopola, Zoi
Xoxa, Hysni Toska, Milto Tutulani, Hamit Myftiu.
DIBRA: Abdurrahman Dibra, Fiqri Rusi, Hafez Xhemali, Nush Bushati,
Jashar Erebara,Abdurrahman Salih.
DURRES – TIRANA: Zija Toptani, Shazivar Alltuni, Sait Toptani, Rexhep
Matja, Vlash Dovana, Izedin Beshiri.
ELBASAN: Shefqet Verlaci, Andon Beca, Riza Kishta, Izet Dibra, Dervish
Bicaku, Ahmed Hastopalli.
GJIROKASTRA: Hiqmet Delvina, Lame Kareco, Javer Hurshi,
Petro Poga, Kasem Radovicka, Jani Melo, Mihal Kaso, Dhimiter Kacimbra,
Fejzi Alizoti.
KORCA: Pandeli Evangjeli, Kostaq Kotta, Eshref Frasheri, Tefik Mborja,
Qani Sulejmani, Faik Dishnica, Thoma Orollogaj, Vasil Avrami, Bexhet
Frasheri
KOSOVA: Omer Strazimiri, Bahri Begolli, Asim Gjakova.
SHKODRA: Musa Juka, Maliq Bushati, Mark Kapedani, Sander Saraci,
Hile Mosi, Ejell Sereqi, Halit Rroji, Kolec Deda.
VLORA: Arshi Halili, Sadik Shaska, Simon Simonidhi.
218
Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.329. 219
Giornale “Besa” 12 novembre 1932.
129
IL Bordo eletto il 3 dicembre 1932.
Kostaq Kotta–Presidente
Hiqmet Delvina – Vice presidente
Fiqri Rusi–Coloboratore
Ejell Sereqi–Segretario
Parlamento Albanese ha aperto i lavori il 21 novembre 1932.All’inizio della
sessione il Re pronunciò il suo discorso di apertura, il quale fu seguito dai
deputati in piedi. Parlando della condizione Zogu stimava i rapporti cordiali
con l'Italia, la normalità dell'amministrazione statale, riforma comunale, lo
sviluppo e la giustizia, salute, istruzione nazionale. Ha dedicato particolare
attenzione alla cultura artistica, educazione fisica, il miglioramento del
sistema finanziario. Secondo lui il più grande problema era lo sviluppo
economico del paese, mentre il paese ha risentito della crisi globale.220
Il più anziano deputato PetroPoga ha aperto la sessione, prendendo come
segretario il più giovane deputato Zoi Xoxa.
Il Parlamento ha tenuto quattro sessioni sino al 28 aprile 1936. Ha sviluppato
e una sessione supplementare con 11 riunioni dal 15 Ottobre al 10Novembre
1936. Anche in questa legislatura ha rafforzato la base dell'ordine
capitalistico. Tra le leggi più importanti sono stati: in caso di espropriazione
per pubblico interesse, a migliorare l'economia nazionale, la Croce Rossa,
l'unificazione delle pensioni militari e civili, sui prestiti per il finanziamento
di opere nel porto di Durazzo, una serie di trattati con i vari paesi, per la
nazionalizzazione delle scuole straniere, ecc. 221
220
Archivi Parlamento. Tirana 1933 pg. 5-7. 221
Kastriot Dervishi: op. cit. pg.332.
130
2.17 TENSIONI NEI RAPPORTI CON L’ITALIA 1931-1935
I rapporti Italo-Albanesi hanno subito una caduta nel novembre del 1931 nel
momento in cui il Re Zogu non rinnova il Primo Patto di Tirana, la
spiegazione è che essendo il Secondo Patto Tirana per un periodo di venti
anni, faceva inutile il primo patto. Solo pochi mesi prima, il 24 giugno 1931,
il governo aveva firmato un accordo con i suoi omologhi Italiani, in
conformità a 100 milioni di franchi oro in prestito, per 10 milioni di euro
l’anno. Tuttavia, questo i prestiti sono stati messi a rischio dal mancato
rinnovo del Primo Patto di Tirana.222
Roma, dal fatto che la Tirana ufficiale non aveva rinnovato il patto, subito ha
chiesto all'Albania di saldare il debito che aveva e di unire le dogane dei due
paesi. Per una cosa del genere è stata incaricata SVEA, mentre uno dei suoi
leader è stato inviato all'ufficio in Albania.
Il 21 gennaio 1932, Ahmed Zogu incarica il Primo Ministro e il Ministro
delle Finanze per progettare il budget da 31 milioni franchi oro, a 22 milioni
e cosi la differenza si pagava alla SVEA, poi subito ordino la creazione di
una commissione di prestito. Il Re ha ordinato l'istituzione di una
Commissione per risolvere il problema con SVEA composto di: Milton
Tutulani, Musa Juka, Lame Kareco, Abdurrahman Dibra.223
Nel mese di ottobre 1932, il ministro Reale Ekrem Libohova recò a Roma
per parlare di prestiti e questioni adatte finanziarie tra i due paesi.
Re Zogu nel messaggio inviato al Parlamento in occasione della nuova
apertura, ha rilevato che l'Albania aveva conquistato la fiducia del mondo
civile e il paese, essendo un membro della Lega delle Nazioni aveva svolto
un ruolo importante in quest’organizzazione. Egli ha dichiarato che sperava
che il miglioramento dei rapporti economici con l'Italia attraverso il Trattato
sul commercio, per il quale i colloqui inizieranno presto. Nel suo discorso,
ha ricordato i buoni rapporti con gli Stati Uniti. Inoltre nel messaggio fu
notato che l’amministrazione è stata dedicata a questioni interne,
l'organizzazione comunale, il miglioramento della situazione giudiziaria, la
legge sulla registrazione dello status giuridico, istruzione, educazione fisica,
il miglioramento della finanza, affari mondiali, riforma agraria in alcune
zone, il miglioramento della tariffa doganale, ecc.
I rapporti con gli alleati più importanti rimangono a un punto critico. A fine
dicembre del 1932, la stampa occidentale ha cominciato a scrivere per
un'unione doganale tra l'Albania e la Jugoslavia, che sebbene smentita da
Tirana, abbia suscitato il malcontento e la paura di Belgrado e Parigi.
222Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F .151 D 189. Anno 1931.
223 Giornale “Besa” 13 maggio 1932.
131
Il governo Britannico ha esortato Zogu, infatti, di non accettare richieste
Italiane e per continuare il percorso iniziato. In queste condizioni e Roma ha
cominciato a ridurre la pressione contro Zogu unione doganale.
Nel gennaio del 1933, due navi da guerra britanniche hanno visitato i porti
albanesi per mostrare il sostegno al Re Zogu.224
Il 17 febbraio 1933, il governo albanese ha chiesto alla Legazione Italiana a
Tirana di intervenire presso lo SVEA di proroga il tempo per il rimborso del
prestito contro di essa, mentre una risposta positiva si è avuta nel 19 marzo.
Con l'approvazione della legge sulla chiusura delle scuole private il 3 aprile
1933, SVEA interruppe il pagamento del prestito, che è stato dato il cast del
31%.225
Dopo che gli incontri bilaterali albanesi-italiano non avevano dato risultati,
Belgrado ha mostrato interesse nel raccomandare a Tirana, di separarsi da
Roma e la discussione della posizione finanziaria nella Lega delle Nazioni,
che ha promesso il suo sostegno.
Questa è stata discussa il 24 maggio 1933 in una riunione del ministro
jugoslavo a Tirana.
L'Albania fu costretta a lanciare un forte regime di risparmio
nell'amministrazione libro paga.
Nel mese di agosto del 1933 quando il paese è stato oggetto di grandi
risparmi e quando Zogu aveva proposto tagli alle spese in campo militare, il
governo fascista chiese a Re Zogu di denunciare tutti gli accordi
commerciali con altri paesi.
La pressione di Benito Mussolini su Zogu nell’agosto 1933, era incentrata
sulla richiesta italiana per la monopolizzazione del commercio in Albania,
l'acquisto di oggetti militari nel paese, riaprire scuole private italiane, e la
creazione di colonie italiane in Myzeqe.226
Re Zogu rifiutò ogni proposta di Mussolini. Il 24 gennaio 1934, il Consiglio
dei Ministri ha deciso l'approvazione di aprire una filiale della banda per
l'esportazione verso Belgrado a Tirana, che è stato aperto 6 maggio 1934, ciò
ha portato preoccupazioni nel paese vicino (Italia). Certamente ha avuto
effetti politici e diplomatici quando, in realtà, l'attività commerciale
jugoslava era insignificante.
Nei primi mesi del 1934 la pressione italiana è diventata ancora maggiore.
Il Ministro Italiano a Tirana, ha proposto la riapertura della scuola privata
italiana,mettendo la lingua italiana nelle scuole albanesi e Licei,
ripristinando i diritti degli organizzatori italiani rimossi, ripristinando la
carica del consigliere italiano. Il 14 marzo 1934 è stato raggiunto un accordo
preliminare tra il ministro delle Finanze Abdurrahman Dibra con Conti
224Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912- 1939. Toena- Tirana 1995.pg. 227.
225Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.339.
226Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F .151 D. 173. pg. 145-147 Anno 1933.
132
Bruno dalla Zonca, direttore filiale di MF AGIP per l'assegnazione di un
importo di duecentomila franchi ori.
Nel marzo del 1934, l'Albania ha chiesto un prestito dalla banca principale
di Londra, per un importo di 46 milioni di franchi oro, ma il trasferimento di
capitali al di fuori del Regno Unito era impossibile lì.
Ahmed Zogu disse allora al Ministro italiano a Tirana il 14 maggio 1934,
che sarebbe costretto a fare tagli nelle forze armate, cioè indeboliva in
maniera rilevante l'influenza Italiana nell'esercito, per la quale aveva
investito di più. Altri sforzi fatti di Tirana ufficiale per un accordo con la
Francia, le sue condizioni sono state giudicate inaccettabili.
Dibattiti feroci si sono svolti tra il Ministro Italiano a Tirana, Armando
Koch, e il Ministro degli Esteri Xhaferr Villa. Nel culmo di questa
condizione Villa nel giugno 1934 ha dichiarato che il suo paese non
riconosceva la dichiarazione di Parigi del 9 novembre 1921.227
Come reazione, il 22 giugno 1934, Mussolini ha inviato vicino a Durazzo
ventidue navi da guerra italiane le quali restavano ventiquattro ore nella
costa albanese. Il Ministro italiano a Tirana, ha detto che le navi si
allontanarono, quando lo ritengano necessario. Quest’azione mise in
movimento le diplomazie sia Inglese e Francese a trasferirsi. La Gran
Bretagna ha immediatamente inviato la sua flotta militare nella costa
adriatica. In queste condizioni, il ministro Italiano a Tirana ha fatto le sue
proposte senza successo, che avevano a che fare con le scuole private,
italiane, il Patto Balcanico (che chiedeva che l'Albania non può partecipare)
e la consegna delle fortificazioni militari nelle mani d'Italia.
La crisi è stata risolta con l'intervento di Gran Bretagna e la "visita" delle
navi da guerra italiana è stata chiamata "amichevole". Questo picco, ha
segnato anche il suo lato sotto, il calo della pressione bilaterale.
Nel mese di agosto 1934 Zogu ha mandato in Italia il suo aggiustante Zef
Serreqin, il quale ha incontrato a Livorno il barone Aloisi, mentre il 2
ottobre1934 ha inviato Rrok Geren a parlare di prestiti. Sembrava che il
miglioramento delle relazioni albanesi - italiani da un lato, esacerbato le
relazioni albanesi - jugoslava, utilizzato in questo caso come strumento
diplomatico.
Il 15 ottobre 1934, con l'apertura della sessione parlamentare nel messaggio
indirizzata al Parlamento, il Re affermava, che voleva il consolidamento dei
rapporti con l'Italia, "basandosi nei trattati in vigore", ma ricordarsi che le
condizioni finanziarie dello Stato non erano in buone e sperava di
vincerla.228
Il 5 gennaio 1935 il Consiglio dei Ministri ha deciso di consentire l'ingresso
in Albania il giornale Jugoslavo “Politica” vietata dall'11 settembre 1928.
227 Ilir Ushtelenca: Diplomacia e mbretit Zogu I-re 1912- 1939. Toena- Tirana 1995. pg. 242-243.
228 Giornale “Besa” 16 ottobre 1934.
133
Certamente questo era un contrappeso contro gli obiettivi italiani.
Nell’inizio del 1935 la fuga di Muharrem Bajraktari ha fatto scalpore.
Lui dopo il notificato dall’ATA aveva riparato a Ujmisht di Luma Halit
Osmani e il detenuto condannato a morte Rexhe Mehmeti. Bajraktari non
risponde alla chiamata delle autorità di consegna, fuggendo insieme con
loro, al 2 gennaio 1935.229
229 Giornale “Demokratia” 6 gennaio 1935.
134
2.18 I RAPPORTI CON GLI ALTRI STATI BALCANICI. Dopo il fallimento delle iniziative di Tirana per aderire all’Intesa
Balcanica,la diplomazia albanese si è impegnata in un'altra direzione.Adesso
l’Albania voleva avvicinarsi in particolare con gli Stati dei Balcani. In
effetti, l'atmosfera era favorevole. Obiettivo principale, come ci si potrebbe
aspettare, si è concentrata sul miglioramento delle relazioni economiche.230
Ci sono stati sviluppi positivi nelle relazioni con la Jugoslavia. Belgrado non
poteva non essere soddisfatta dalle curve che hanno avuto stretti legami con
Roma, con la decisione di Zogu per non rinnovare il trattato del 1926.
È interessanteil contatto, che è stato deciso nei primi mesi del 1932 tra
Mussolini e il Re Alexander per un italiano-jugoslavo accordo, non è
riuscito, perché Belgrado ha rifiutato di riconoscere "gli interessi particolari
d'Italia in Albania".
Dopo l’inizio della primavera 1932 (cioè dopo la decisione di Zogu per non
rinnovare il trattato del 1926) le relazioni tra Belgrado e Tirana entravano in
una fase di costruzione. In primo luogo, vi è lo scambio di personale
diplomatico di livello superiore. Zogu ha inviato a Belgrado nella legazione
diplomatica Rauf Fico, che è stato immediatamente accolto dal Re
Alessandro. Lui ha chiesto, in nome di Zogu di operare congiuntamente
contro la politica italiana in Albania. Fico ha sollevato la questione che
"bruciava" di più, cioè l'assistenza finanziaria adeguata. Re Alessandro ha
risposto che la Jugoslavia non aveva possibilità: ma ha promesso solo che
era disposto ad aiutare a trovare una soluzione, ad esempio, dalla Lega delle
Nazioni. Belgrado ha mostrato che non era in grado di rivaleggiare con
Roma, quando nel giugno del 1933 non ha risposto alla richiesta di Zogu per
un prestito di 3 milioni di franchi d'oro.
Anche se con omessi sforzi, Belgrado non ha potuto raccogliere l'importo di
1 milione di franchi oro da ciascuno degli Stati dell'Intesa Minore.231
Tuttavia, nell’ambito del progetto inter-balcanico (1930-1934)
ilmiglioramento nelle relazioni con la Jugoslavia ha ottenuto una serie di
accordi bilaterali.
Quindi, con la Jugoslavia nel dicembre 1933 è stato firmato un accordo
commerciale, che apriva il mercato jugoslavoper la merce albanese con un
valore di 2,6 milioni di franchi oro l’anno.
230 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 523.
231Paskal Milo: Shqiperia dhe Aleanca Ballkanike. Studime albanologjike. Tirana 1977. pg. 62-63.
135
Nell’archivio del Ministero degli Esteri albanese si trova un numero di
documenti che mostrano le relazioni tra i due paesi in vari settori.
Specificatamente devono essere menzionati due accordi: quello sulle
frontiere dello stato firmato nel maggio 1934 dove la situazione nella zona
confinante si normalizzava, l’accordo della creazione di alcune strutture per
gli abitanti di entrambi i lati per una superficie di 15 km su entrambi i lati
del confine, i quali potevano passare il confine senza ostacoli. 232
Un altro accordo era stato completato al tempo stesso per il commercio e
lunari. Con l'accordo commerciale Jugoslavia è diventata il secondo più
importantepartner del commercio estero. C'erano anche le parole di apertura
delle banche jugoslave in alcuni centri.
Nell’Ufficio Straniero alcune voci sono arrivate in estate 1934 che, oltre agli
accordi di cui sopra, che era legato un accordo per il segreto essenzialmente
militare, in cui la Jugoslavia s’impegnava a venire in aiuto di Tirana nel caso
in cui l'Italia minacciava la sua sovranità. Londra crede che molti possano
essere una promessa verbale.233
Non si può dire la stessa cosa per la Grecia. In primo luogo, Atene non si fa
sentire se stessi minacciata come Belgrado nella questione del trattato Italo -
albanese del 1926. Era giunto il momento per il miglioramento dei rapporti
italo-greco. Soltanto il ministro greco degli Esteri Mihallakopullos, ha
dichiarato che "il Patto di Tirana si considerava come uno strumento
diplomatico che non poteva davvero essere accusabile".234
Atene era sempre attenta a non intraprendere alcuna azione che possa
causare alcun disturbo a Roma.
In secondo luogo, le relazioni tra l'Albania e la Grecia non possono non
risentire delle difficoltà che a volte scoppiano di tensione, così come le
politiche in conflitto per quanto riguarda la questione del trattamento della
minoranza greca, che Atene non ha cessato di utilizzare come strumento di
pressione Tirana. Da parte sua, Tirana sollevava la questione del
risarcimento che il governo greco ha dovuto fornire per i beni sequestrati
della popolazione Came.
Come si vede, questo problema è stato pesante per molti anni nei rapporti tra
i due governi, senza trovare una soluzione. Un nuovo caso sensibile
segnando una nuova tensione nelle relazioni tra i due paesi, è stato
menzionato con decisione del governo albanese di chiudere le scuole private,
una decisione che ha toccato anche quellisovvenzionatedal governo greco
232Arkivi Qendror i Shtetit. Ministria e Jashtme D. 214 Anno 1936.
233Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.220.
234Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e popullit shqiptar. Toena. Tirana 2002.
136
nella zona di minoranza. In breve, l’avvicinamento di Tirana, nei pressi di
Atene non ha avuto alcun effetto previsto.
Il governo albanese si è trovato isolata anche sugli altri paesi balcanici, i
quali evitavano complicazioni con l'Italia. La mancata accettazione nel Patto
dei Balcani ha messo in crisi la politica estera di Zogu. A questo si
aggiungeva la situazione interna aggravata sempre di più a causa della crisi
economica. È stato già chiarito che l'aiuto italiano aveva lasciato il paese
dove era stato, in uno stato di arretratezza e di crisi profonda. Nessun serio
tentativo era stato fatto per garantire una solida autonomiaeconomica.
In queste condizioni, dopo il fallimento nelle possibilità politiche (rifiuto nel
Patto dei Balcani), Zogu è stato fissato nel tentativo di fornire una scelta
economica. Un aiuto finanziario dall'estero, per contribuire a facilitare una
pressione italiana era necessario. Anche se il ghiaccio si scioglie con il
Belgrado, Jugoslavia non poteva dare una propria soluzione. Come
accennato in precedenza, Belgrado ha respinto la richiesta diZoguper un
prestito di 3 milioni di franchi d'oro. 235
Era chiaro che la Jugoslavia non aveva il potenziale adeguatodell’Italia nel
sostegno finanziario. La stampa jugoslava era contro qualsiasi impegno di
questa natura, non dovrebbe essere provocato Mussolini. La migliore delle
ipotesi era che Belgrado poteva comandare allaLega delle Nazioni per dare
un prestito finanziario adeguato per l'Albania, che è rimasto come prima,
senza risposta. In una seconda fase, il Re Alessandro aveva promesso la sua
mediazione in particolare nei pressi del governo francese.
Credere nel coinvolgimento di Belgrado, Zogu tentò l’alleanza con un
creditore potente, com’era la Francia. Nell'autunno del 1933, il governo di
Tirana aveva fatto nessun movimento segreto nei pressi di Parigi, chiedendo
di assegnare un prestito, per mezzo del quale sarà in grado di superare la
crisi finanziaria adeguata,provocato dall’interruzione degli aiuti italiani.
Parigi non si è affrettata.
Una volta trascinato il problema per mesi, il governo francese ha presentato
le sue condizioni per l'approvazione del prestito. Legazione albanese a Parigi
ha informato il governo al 4 giugno 1934. Le condizioni si sono rivelate
ancora più gravi rispetto a quelli di Mussolini.
Le condizioni erano le seguenti: 236
L’Albania doveva denunciare il trattato con l'Italia del 1926 e al suo posto
firmare un trattato di amicizia e di collaborazione con la Francia per una
durata di sette anni e le opportunità di rinnovo. La Francia avrebbe il diritto
esclusivo di esplorazione e sfruttamento di qualsiasi nuova miniera, che
potrebbero essere scoperti in terra albanese. Francia prendeva in concessione
la pianura di Myzeqe, dove si può mettere le colonie francesi. Un nuovo
235 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 525.
236Paskal Milo:Shqiperia dhe Aleanca Ballkanike. Studime albanologjike. Tirana 1977. pg. 73.
137
trattato di commercio renderà possibile l'importazione di prodotti francesi,
con tariffa doganale preferenziale. Da parte sua, il governo francese
sovvenzionava alcune aziende dalle quali saranno importati i prodotti
albanesi. Impostare le condizioni nei settori dell'istruzione: la lingua
francese sarebbe obbligatoria in tutte le scuole e sarà dato dalle insegnanti
francesi; le palestre di Korca e Scutari avrebbero avuto un regista francese.
Anche se gravi condizioni, Zogu dava segni che poteva accettare le
condizioni francesi, ma escluse due:
a) i francesi avrebbero il diritto esclusivo per l'esplorazione e lo sfruttamento
delle miniere di nuovo, ma non saranno incluse risorse di petrolio, riservata
per un lungo periodo per le aziende britanniche,
b) l'istituzione delle colonne francesi nel campo della Myzeqe e la creazione
di banda agraria sarannoaccettate in linea di principio, ma richiedeva al
governo di Parigi di non avere fretta; governo albanese ha promesso che
questa condizione sarebbe soddisfatta in un momento appena possibile.237
Mussolini seguiva da vicino i movimenti di Ahmed Zogu. Il suo passaggio
al governo di Parigi e le sue condizioni sono stati presentati come un attacco
aperto all’Italia.
Mussolini ha deciso di non aspettare e cosi decise di versare una politica
apertamente minacciosa. Cosi il 22 giugno 1934la marina italiana senza
alcun preavviso hanno inviato navi da guerra nelle acque territoriali albanesi
vicine Durazzo. Nei rapporti della Legazione Britannica in quei giorni ci
insegnano che è stato un team composto di sei incrociatori e tredici
cacciatorpediniere sotto il comando di un contrammiraglio.
Questa dimostrazione era una nuova pressione contro Tirana e un
avvertimento che non sarà consentito alcun cambio di rotta in politica estera.
Dopo la confusione iniziale, il governo albanese ha preso una decisione. Il
ministro degli Esteri XhaferrVila ha chiamato i rappresentanti italiani a dire
che la "visita" delle navi da guerra italianepoteva causarel’intervento della
flotta britannica e francese.
In effetti, Zogu subito ha chiamato i rappresentanti di Inghilterra e Francia a
Tirana ed ha chiesto di intervenire contro quest’atto che violava la sovranità
dell'Albania. L'Inghilterra rispose immediatamente per via diplomatica e
militare. Il Ministro britannico a Tirana ha chiesto spiegazioni all’autorità
italiana, mentre l'unità della flotta britannica è apparsa in Adriatico. Zogu ha
preso i propri provvedimenti, tenendoprecauzionimilitari in una situazione
emergente. Si sono aperti dei trinceramenti a Shijak e Durazzo. Si
dislocarono truppe lungo la costa.
Questa è stata un'altra prova che Zogu era determinato a resistere.
Roma ha ritirato le navi, e la visita fu chiamatacome un equivoco: si trattava
semplicemente di una visita di cortesia in un paese amico, ma che aveva
237
Paskal Milo: op. cit. pg. 73.
138
commesso un errore che le autorità albanesi non sono state informate al
momento giusto. Per questo gesto la colpa fu data a Koch Ministro degli
Esteri. In questo caso è venuto a una proposta italiana per "negoziati", ma
Zogu risposto che i negozianti non possono essere fatti con navi da guerra.
Tuttavia "l’incidente" è rimastosoltanto nei rapporti tra Italia e Albania.
L'Albania rimase isolata.238
Entro l'anno 1933, il paese stava vivendo un
deterioramento continuo. Non bastavano i tagli di bilancio nei vari settori,
tra i quali la spesa del cortile reale, che di tanto in tanto riceveva
finanziamenti aggiuntivi. In tali circostanze, Zoguvalutava necessario
eseguire tagli nell'amministrazione,le quali erano troppo gonfiata. Zogu ha
scaricato un grande numero d’impiegati. Un altro disperato tentativo per
alleviare la situazione era l’approvazione della legge di bilancio 1933,
secondo questa legge i dipendenti furono costretti a derogare allo stipendio
mensile, e le pensioni furono abbassate al 12%. 239
Ma gli impiegati avevano parecchi mesi che non percepivano gli stipendi.
Tutte queste misure rimassero sulla carta.
Un indicatore delle performance che è stato creato durante la crisi di
bilancio stata.
Le cifre in franchi d’oro erano le seguenti:240
Questa situazione ha reso indispensabile la riduzione dei fondi militari,
anche se era sempre stato favorito. All’inizio dell’interruzione dell’aiuto
italiano, il bilancio dell'esercito perse quattro milioni e mezzo di franchi
d’oro. Tuttavia, si stima che fino alla fine del 1936 l'esercito ha preso più
della metà delle entrate statali.241
238Arben Puto:op. cit. 527.
239 Bollettino Ufficiale Nr 46. Il 7 luglio 1936.
240Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.218.
241Bernd Fischer:op. cit. pg. 231.
Anni Franchi d'oro
1932-1933 31.588.395
1933-1934 23.832.293
1934-1935 18.888.192
1935-1936 18.035.746
139
CAPITOLO III
IL RIAVVICINAMENTO DEL REGNO D’ALBANIA CON L’ITALIA
1936.LA FUGA DIAHMED ZOGU A CAUSA DELL’INVASIONE
ITALIANAIL 7 APRILE 1939
3.1 IL MIGLIORAMENTO DEI RAPPORTI CON L’ITALIA
Non vi è dubbio che il governo liberale abbia fatto un favore a Zogu.
Attraverso la quale, Zogu è riuscito a rafforzare la sua posizione interna
senza fare concessioni di principio.
Questo ha creato l'opportunità di tornare con un senso assertività sui
problemi esterni. Come prima, i rapporti con l'Italia sono stati messi in
primo piano per sbloccare la crisi che ha raggiunto i limiti 1933-1934.242
A Roma questi cambiamentidel governo sono stati chiamati come un segnale
positivo, che ha dato speranza per il ripristino delle relazioni ai livelli
precedenti.
Questo compito è sceso al governo di Mehdi Frasheri di portarlo a buon fine.
Nel programma del nuovo gabinetto presentato al Parlamento il 26 ottobre
1935, il Primo Ministro ha come punto principale nel campo della politica
estera la riconciliazione dei rapporti stretti con l'Italia. Questo è stato
l'aspetto più importante dell'attività del suo governo.243
Come primo passo è stato la decisione presa nel novembre 1935,
immediatamente dopo l'entrata in vigore del nuovo governo, non si
aggiungono al governo italiano sanzioni economiche a causa della sua
aggressione contro l'Abissinia (Etiopia).244
Come accennato in precedenza,
Mussolini ha accolto con favore questa decisione. La strada della
riconciliazione è ormai aperta. Nel marzo 1936 èstato firmato un gruppo
degli accordi.
Tali accordi possono essere divisi in due gruppi: nel primo gruppo entravano
sei accordi di natura finanziare. Nel secondo gruppo entravano altri sei
trattati in materia di economia e commercio, di cui tre collegati con il
governo italiano e tre da soggetti italiani. Sarebbero fatte modifiche tariffarie
sul commercio e la navigazione trattato con l'Italia, che il governo albanese
se impegni a eliminare tutte le restrizioni precedenti sulle merci italiane che
entrano in Albania.
242Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009 pg. 545.
243Bollettino Ufficiale: 19 ottobre 1935.
244 Antonello Biagini: Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999pg. 124.
140
Da parte sua il governo albanese potrebbe avere alcune agevolazioni per
l'esportazione delle merci in Italia. Infine, un accordo è stato legato alle
Ferrovie Italiane ("Ferrovie dello Stato"), che estendono la concessione
kerosene.
Tutti gli accordi di cui sopra citati sono stati approvati con decreto speciale
del Re il 3 aprile 1936.
Ma oltre a questi accordi annunciati pubblicamente nelle fonti di cui sopra
parlato, un'altra fonte rivela un altro accordo con il caraterò politico -
militare, il governo albanese è stato costretto a prendere solo un italiano per
l'organizzazione dello Stato e dell'apparato militare. L’accordo segreto
determinava che l'esercito non poteva avere più di 6675 soldati e ufficiali.
Per questo l'Italia teneva il carico di ottenere la quantità di 3,5 milioni di
franchi oro l’anno al governo albanese.
Zogu e Mehdi Frasheri hanno categoricamente negato tale accordo
connessione. Ma ci sono diverse fonti che accennano quest’accordo militare.
G. Zamboni studioso italiano nel suo libro "Sulla politica espansionista di
Mussolini nei Balcani" (pubblicato in tedesco), ha rilevato che il testo
dell'accordo non è stato comunicato, ma ha ricevuto un colloquio dal
ministro delle Finanze Dhimiter Berati, il quale ha confermato il
collegamento di un accordo militare, aggiungendo che "è stato firmato e
adottato insieme con altri accordi."
Questi accordi facilitano condizioni idonee finanziarie in cui era caduto
pesante paese, il quale non era mai stato più critico. Zogu la riconciliazione
delle relazioni con l'Italia nei livelli superiori rispetto a prima, era una
soluzione per "respirare" e superare temporaneamente il picco della crisi
economica.
B. Fischer dice che la sua resistenza sotto pressione italiana "è stato
premiato con ingenti somme di denaro dagli italiani, mentre lui stesso non
s’incarica per gli impegni che potrebbero influenzare la sovranità
d’Albania", a differenza da cosa volevano gli italiani dal 1931, il
fondamento della politica estera albanese con quella italiana.245
L'autore ritiene che il rapporto di adeguati accordi finanziari con l'Italia
come "l'unico grande successo di M. Frasheri e i suoi giovani colleghi, per i
quali sono ingiustamente criticati".
Questa tesi è controversa. Infatti, gli accordi di marzo 1936 segnano una
nuova fase di penetrazione italiana, quella d’interesse italiano per
approfondire come mai prima. Italia impostava il monopolio per l'economia
albanese.246
Solo due mesi dopo la riconciliazione delle relazioni italo-albanesi nei livelli
che non eranoaccaduti fino a quel momento, nel giugno 1936 a capo del
245Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg. 245.
246Arben Puto: op. cit. pg.547.
141
Ministero degli Esteri d'Italia è stato nominato Galeazzo Ciano, genero di
Mussolini, il quale seguirà una nuova direzione aggressiva, la linea della
politica estera della Germania di Hitler. Questa sarà una nuova politica
anche contro il "problema albanese" orientato verso la liquidazione
dell’indipendenza dell'Albania. Da questo punto di vista gli accordi di marzo
1936 sono venuti al momento giusto, erano un piano di preparazione per
l'occupazione dell'Albania.
Sembra che B. Fischer è tra i pochi se non l'unico che ha valutato gli accordi
del marzo 1936 come successo principale del governo Zogu e M. Frasheri.
Secondo lui, è stato un successo dall’economia ("ha ricevuto grandi somme
di denaro"), anche politicamente, perché "gli accordi non toccano
l'indipendenza dell'Albania".247
Altri autori hanno espresso un giudizio totalmente sotto.
S. Skendi scrive che "gli accordi del marzo 1936 e si approfondisce ancora
di più la dipendenza economica dall’Italia".
Un altro autore in esilio, Abaz Ermenji, ammette che "con quest’accordo, la
situazione finanziaria del regime di re Zogu è stata migliorata
temporaneamente, ma l’influenza dell’Italia cresce evidentemente".
Il professor A. Biagini valuta gli accordi, come atti che l'Albania e Roma si
trovarono a faccia a faccia. “Anche se nei negoziati non è riconosciuta,
formalmente l’unione doganale, infatti, gli accordi hanno eliminato ogni
ostacolo alla penetrazione economica italiana”.248
247Bernd Fischer: op. cit. pg. 245.
248 Antonello Biagini. Storia dell’Albania. Bompiani. Milano 1999.
142
L'EFFETTO NEL COMPORTAMENTO DELLA CLASSE DOMINANTE E
SUL RE STESSO.
La natura devastante degli accordi del marzo 1936 si espressa in particolare
nella coscienza fallita, l'atteggiamento umile che manterrà in seguito la
classe dirigente e Re stesso.
Basta, in primo luogo, dare uno sguardo al discorso di M. Frasheri nella
sessione del Parlamento il 28 marzo, durante la quale ha dato una
panoramica degli accordi.249
La sintesi della sessione lo racconta anche
l’incaricato La Terza, (in assenza del ministro Indelli), in una relazione
speciale che gira Mussolini l’1 aprile.
In entrambe le versioni è la stessa immagine: un clima di festa di euforia,
con superlativa indirizzata verso l'Italia e il Duce. La parola di M. Frasherit è
lontana allo stile dignitoso del suo intervento nelle sedi internazionali in
difesa dei diritti dell’Albania e gli albanesi.
In seguito discutano deputati, messi in gara chi è chi trova le parole più
infuocate di amicizia con l'Italia e gratitudine verso il Duce.
Delvina Hikmet: Il popolo italiano in un momento in cui 52 stati hanno
imposto sanzioni (per meno di aggressione etiope, che avrebbe dovuto essere
un avvertimento) ha aperto le sue mani piene di piacere per aiutare
l’Albania.
Il popolo albanese deve essere grato per l'Italia e Mussolini.
Fejzi Alizoti, tranne un telegramma di ringraziamento al Parlamento italiano
e Mussolini, vuole creare una commissione, per esprimere grazie al ministro
italiano a Tirana, Indelli.250
Tutte queste espressioni sono meno in confronto con l'atteggiamento
sorprendente che mantiene Zogu. In realtà, ha calpestato la reputazione
personalità, e l'immagine che si crea al tasso d'Indipendenza che si oppone
penetrazione profonda italiana (la crisi del non rinnovo del trattato 1926 nel
1931). Improvvisamente mantiene una posizione di completa sottomissione.
Nella conversazione che vi era stato qualche mese più tardi, il 12 novembre
1936, il nuovo Ministro italiano Jacomoni, si spingeZogu troppo oltre nel
fare i pareri e le proposte per le relazioni con l'Italia in una prospettiva
ravvicinata.
Secondo il rapporto di Jacomoni: due sono state le richieste principali di
Zogu nel suo discorso durante l'incontro.251
Che i rapporti tra Italia e Albania devono essere considerati dal governo
fascista come una relazione politica interna, indipendente dei fatti di politica
estera. Zogu vuole una collaborazione chiara e onesta con l'Italia: ha formato
un governo forte quella di Kostaq Kotta per rompere la propaganda
249 Giornale “Besa” 1-2 aprile 1936.
250 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 549.
251 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965.
143
comunista in Albania che viene dalla Grecia, ma soprattutto per continuare il
percorso di determinazione della purezza e della cooperazione con l'Italia.
La conclusione di Jacomoni sulla discussione, è che Zogu vuole
sinceramente a cedere di più le relazioni con l'Italia, purché porti fino a un
punto che ci metterà in una posizione difficile.
Dopo il parere di Jacomoni è aggiunta alla fine la parola del primo Kostaq
Kotta, che con più convinzione dice che "il progresso civile di Tirana per il
Duce dovrebbe essere una fonte di orgoglio e di grande gioia."252
252
Francesco Jacomoni. Op. cit.
144
3.2 LA POLITICA ESTERA DURANTE IL REGNO
In un'intervista per il quotidiano italiano "Giornale d'Italia", il Re Zogu ha
dichiarato che le relazioni fra Italia - Albania seguiranno una strada lunga e
difficile. Secondo lui, l'Albania non era solo uno stato dei Balcani, ma anche
uno stato adriatico, formando così un ponte di collegamento via mare tra i
due paesi. Ha anche nominato le sanzioni le quali sono state proposte contro
l'Italia nella Lega delle Nazioni per l’invasione dell'Abissinia.253
Il servizio diplomatico si organizzava dal Ministero degli Affari Esteri, in
base alla legge organica del 25 aprile 1929. Secondo questa legge in carica,
il servizio diplomatico era composto di: l’Ambasciatore, Segretario
Generale, Dipartimento Pubblica, Dipartimento consolare, amministrativa,
contabile e del personale. Segretario generale organizzava e gestiva
l’ambasciata, presentava la corrispondenza all’ambasciatore e anche gestiva
l'archivio.254
Ufficio segreto dell'Ambasciata organizzava i collegamenti con
le nostre rappresentanze diplomatiche all'estero, questo si faceva in
interazione con l'ufficio segreto del Ministero degli Affari Mondiali. Per
riservatezza, le funzioni di quest’ufficio non divennero notati per legge.
Sull’organizzazione del servizio consolare, la legge è stata approvata il 30
aprile 1929, sotto il quale questo servizio è diviso in: capo consolato,
consolati e sottoconsolati, i quali erano di carriera e onorari. Gli
ambasciatori dovevano rispettare i trattati con i paesi interessati, rispettare la
bandiera nazionale e di dare assistenza agli albanesi all'estero. Loro
dovevano presentare due volte l’anno una relazione sulla situazione del
paese, registrare tutti i cittadini albanesi che hanno vissuto lì per più di sei
mesi, l'esecuzione di attività che i dipendenti pubblici per gli albanesi che si
trovavano nella loro giurisdizione, ecc.
Capo console si nominava il console o segretario senior, che aveva almeno
quattro anni di esperienza di servizio.
Le Ambasciate in Albania gli avevano questi paesi: Grecia, USA, Francia,
Bulgaria, Gran Bretagna, Italia, Germania, Yugoslavia, Romania, Turchia,
Cecoslovacchia, Spagna.
Mentre la rappresentanza consolare in Albania ha avuto i seguenti stati:255
Tirana: Italia, USA, Romania, Grecia, Austria, Giappone (Honoré), Svezia
(Honoré), Paesi Bassi (Honoré).
Durazzo: Gran Bretagna (capo consolato), Belgio (Onorario), Romania
(Onorario), Norvegia (Onorario), Italia (sottoconsolato),
Francia (agenzie consolari onorari).
253 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 299.
254 Bollettino ufficiale: nr 27 il 8 maggio 1929.
255Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 300.
145
Korce: Jugoslavia, Italia, Grecia, Cecoslovacchia (sottoconsolato Honoré).
Scutari: Jugoslavia (capo consolato), Italia (capo consolato), Cecoslovacchia
(sottoconsolato Onorario).
Valona: Jugoslavia, Italia, Belgio (onorario), Grecia (sottoconsolato),
Francia (agenzie consolari Onorario).
Gjirokaster: Grecia (sottoconsolato).
Sarande: Grecia (sottoconsolato), Italia (agenzia consolare).
Rappresentanza diplomatica dell'Albania nel mondo è stata:
Ambasciate: Londra, Washington, Parigi, Roma, Belgrado, Il Cairo,
Bucarest, Sofia, Atene, Berlino e Ankara.
Capo consolato di carriera Bar, Skopje, Salonicco, Istanbul.
Capo consolato Honoré: Londra, Bucarest, Lussemburgo, Zagabria,
Montreal, Bologna, Stoccolma, Copenhagen, Praga, Anversa, New York,
Amsterdam.
Consolato Onorario: Bruxelles, Dubrovnik, Spalato, Praga, Monaco di
Baviera, Francoforte, Marsiglia, Amburgo, Lipsia, Napoli, Trieste, Torino,
Berna, Aversa, Pireo, Osaka, Budapest, Galatz e Ostende.
Sottoconsolato Onorario: Brindisi.
Nell'anno 1937 erano rispettivamente otto ambasciatori del primo grado
(Demetrio Berat, Mehdi Frasheri, Faik Konica, Lec Kurti, Xhaferr Ypi, Rauf
Fico), quattro di secondo grado, dodici consiglieri dell'ambasciata, 13
segretari primo grado , 1 contabile , 14 segretari di secondo grado, 7
segretari di terzo grado, 10 addetti, ecc.256
Durante il regno di Ahmed Zogu, tra l'Albania e diversi paesi, sono stati
firmati diversi accordi. Senza dubbio i più importanti erano quelli con
l’Italia, il cui ambasciatori in Albania erano rispettivamente: Barone Pompeo
Aloisi (1926 - 1927), Ugo Sala (1927 - 1930), Marchese Antonio Meli
(chiamato Lupi di Soragna) (1930-1932), Armando Odatino Koch (1932 -
1934), Mario Barone Indelli (1934 - 1936), Francesco di San Savono
Jacomonit (1936-1939).
I rapporti sono stati fissati anche con gli Stati Uniti. Anno dopo anno, i
leader di entrambi i paesi scambiavano telegrammi di congratulazioni. Uno
di loro era: Roosweld congratula con il presidente in occasione della festa
d’indipendenza.
256
Shqiperia ne 1937. Tirana. 1938. pg.142-145.
146
"In occasione della festa nazionale che celebra il popolo albanese oggi,
voglio mandare i miei saluti sinceri e di fornire per la mia stima e le
congratulazioni sincere". Mentre il Re risponde:
Sono sinceramente toccati i sentimenti di amicizia che la Sua Eccellenza ha
dovuto testimoniare contro di me e contro la mia nazione, mi affretto a
inviare contemporaneamente di esprimere le mie profonde riconoscenze, i
miei auguri per la prosperità vostra persona e della nazione americana. 257
Il Re Zogu I, durante il suo regno, ha tenuto una politica estera che ha
cercato di preservare l'indipendenza dello Stato. Questa politica aveva lo
scopo di guadagnare dalle polemiche che esistevano tra stati diversi, al fine
di mantenere l'indipendenza e beneficio materiale. Durante il suo regno, ha
usato le contraddizioni italiane - jugoslava e ha beneficiato del sostegno
inglese. La cessazione di questa formula è accaduta esattamente il 7 aprile
1939, nel momento in cui l'Italia invase l'Albania e la Jugoslavia è visto che
non aveva alcuna polemica con l'Italia e l'Inghilterra divenne del tutto
indifferente al destino di Albania.258
257 Il giornale “Arberia” 2 dicembre 1936.
258Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 302.
147
3.3 L’ORGANIZZAZIONE DELL’EMMIGRAZIONE
ANTIZOGISTA (1925 - 1939)
L'arrivo di Ahmed
Zogu al potere ha
creato un'ondata
d’immigrazione
politica. I rifugiati
sono fuggiti dall’
Albania in Italia,
Austria, Francia, ecc.
Mentre il maggior
gruppo è stato riunito
a Vienna. Molti di
loro, stimolati dalla
simpatia per l'Unione
Sovietica, sono andati
lì, si collegano con la
Federazione
Comunista balcanica,
e con l’Internazionale
comunista.
Il 25 marzo 1925, con l'aiuto della Federazione comunista balcanica, a
Vienna è stato organizzato un convegno per la fondazione del Comitato
Nazionale Rivoluzionario (KONARE), guidata da Fan Noli.259
Il programma di quest’organizzazione, che divenne noto il 5 maggio 1925,
mirava il rovesciamento del regime di Ahmed Zogu, l'attuazione della
riforma agraria e il recupero del confine albanese. Quest’organizzazione ha
pubblicato il suo giornale titolato "La libertà nazionale", il primo del quale è
uscito il 29 luglio 1925 a Ginevra.
Membri del Konare dalla vecchia opposizione sono stati:
Fan Noli e Qazim Koculi, Mustafa Kruja, Riza Dani, Cevat Korca,
Da ex membri della"Forza Nazionale": Kole Tromara, Llano Borshi Qazim
Kokoshi, Aziz Cami, Riza Cerova Shefqet Korca,
Il gruppo politico "Unione", Halim Xhelo, Sejfulla Maleshova, Lazar, Qamil
Cela, Demir Godelli, Selim Shpuza, Haki Stermilli, Reshat Kellici, ecc.260
Dopo l'aprile 1927, sotto la pressione del Comintern, che ha richiesto un
cambiamento ideologico dell'organizzazione, così abbia cambiato il nome da
Konare a Comitato di Liberazione Nazionale (KCN). Da questo
259Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e Shqiperise, vitet 30. Tirana 1984.pg.340.
260Sejfi Vllamasi: Ballafaqime politike 1897 – 1942. Neralda. Tirana 2000. pg. 434-435.
148
cambiamento politico, molti elementi come Qazim Koculi, Kole Tromara,
Mustafa Kruja, Shefqet Korca, Riza Dani, Xhevat Korca, Beqir Valterin ecc,
hanno lasciato l'organizzazione.
Nel novembre del 1927, una delegazione di KCN guidata da Fan Noli
partecipa al Congresso degli Amici dell'Unione Sovietica sviluppato nel
corso del decimo anniversario della rivoluzione bolscevica.
Quest’organizzazione è stata avviata a diffondere ampiamente le idee della
"rivoluzione democratica" attraverso la distribuzione di letteratura e alla
creazione di comitati segreti.261
Nello stesso anno, l'organizzazione ha
pubblicato una dichiarazione formulata dal suo presidente, che ha chiesto il
rovesciamento del regime e l'avvento del proletariato al potere. Negli anni
1934 - 1935 l'organizzazione finche aveva ideologia e propaganda, tra le sue
piattaforme organizzative, opuscoli di propaganda pubblicate a Ginevra.Una
parte degli emigrati politici rifiuto di entrare Konare, perché era contro
l'influenza sovietica. Questi hanno formato il proprio gruppo chiamato
"Unione nazionale".262
In questo gruppo apparteneva Sotir Peci, Xhemal
Bushati, Suma Angelin (bordo), Ali Kelcyre (segretario), Rexhep Mitrovica,
Bahri Omar, Ismail Haki Tatzati,Sheh Karbunara, Dr. Sadedini, Kost Paftali,
Hysni Peja, Xhelal Preveza, Luk Margjini, Spiro Koleka, Stavro Vinjau (poi
ritirato), Zenel Gjoleka, Demetrio Bala, Muka e Sejfi Vllamasi. Questo
gruppo era finanziato dal blocco jugoslavo - francese. Una parte dei membri
di quest’organizzazione migrava a Corfù come Ismail Hakki Tatzati,
Demetrio Bala, George Spiro Koleka, Koco Muka, Sotir Peci, ecc. Dato che
a Italia non può esercitare alcuna attività, la sede di quest’organizzazione è
stata fondata a Vienna. Il Comitato centrale dell'organizzazione era
composto di Xhemal Bushati, Angelin Suma e Ali Kelcyra. Inoltre hanno
pubblicato e il giornale " Unione nazionale ". Il primo numero di questo
giornale è uscito a Vienna il 16 marzo 1928 e ha avuto come leader Angelin
Suma. La pubblicazione del giornale è stata interrotta nel 1929 e poi
ricomincia la stampa a Parigi il 28 novembre 1936 avente come leader
Rexhep Mitrovica. Nel momento in cui il gruppo era a Bari, il consolato
jugoslavo mostrasse interesse, soprattutto Cincar Markovic (incaricato per la
questione albanese presso il Ministero degli Affari Esteri della Jugoslavia).
Nel frattempo Ahmed Zogu ha intrapreso numerose azioni che renderebbero
possibile il ritorno dei politici albanesi e la loro integrazione nella vita
politica.
Con la nomina di Cincar Markovic come consulente jugoslava Ambasciata a
Vienna, l'attività dell’organizzazione "Unione Nazionale", ha avuto un
aumento notevole. Ma i seguenti sviluppi sono diventati difficili, giacché
261Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e Shqiperise, vitet 30. Tirana 1984.pg.344.
262Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006.pg. 317.
149
nell'organizzazione sono iniziati i conflitti di gestione. Parigi divenne il
centro della nuova organizzazione "Unione Nazionale".
La gazzetta dell’organizzazione si emetteva sotto gli auspici dei consolati
jugoslavi a Scutari, Korca e Valona.263
263Sejfi Vllamasi: op.cit. pg. 441.
150
3.4 LE PRINCIPALI RIFORME
Zogu è un riformatore, un ardito riformatore. Quando è salito al potere, ha
trovato suo popolo immerso in mille pregiudizi, in mille divisioni, senza
leggi e senza codici.264
Con il suo lavoro e il suo impegno l’Albania presa, la
direzione giusta dello sviluppo.
Lo sviluppo delle relazioni capitaliste, durante il regno di Ahmed Zogu ha le
sue caratteristiche. Anche se l'Albania era un paese agricolo, il commercio
ha avuto uno sviluppo ovvio. Si sono creato diverse società azionarie come
"Maliqi" (Korce), "Mercury" e "Assembly" (Scutari), SITA (Londra), Said
(Elbasan) DELE (Argirocastro), Shasha (Shkoder) Portland Cement
Shkodra, ecc. 265
Negli anni 1925 - 1939, Albania le principali città divennero i centri
commerciali.
Secondo una pubblicazione commerciale nel 1938, la lista d’importatori
albanesi era suddivisa in diciassette categorie: articoli di moda coloniali,
bevande, automobili e altri strumenti, macchine agricole, ferramenta,
inchiostri secchi, materiali di cancelleria cartolerie, nelle drogherie e
farmacie, materiale da costruzione e mobili, gioielli e orologi, cuoio per
calzature, articoli elettrici, fotografie, strumenti musicali, armi, biciclette e
carta da imballaggio.
Invece si esportava: pelle bovina, lana, bestiame, tabacco, olive e olio
d'oliva, uova, formaggio, ecc.
Durante gli anni 1925 - 1938, ci sono degli oscillamenti nell’import - export.
Così l'anno che segna la massima importazione è stato, il 1929, quando sono
importate merci per un valore 38,6 milioni di franchi d'oro. Anno che segna
il livello più basso delle importazioni era il 1934 se il loro valore era di 12,3
milioni di franchi d'oro. D'altro canto, le esportazioni sono state nel 1925
con 17 milioni di franchi oro l’anno e ridurre il livello del 1934 con 4
milioni di franchi d'oro.
Tra i problemi che avevano squilibri permanenti dell’economia albanese,
sono stati esportazioni e importazioni. In tutti i casi, le importazioni sono
state superiori alle esportazioni, il quale spiega le molteplici esigenze che
aveva il paese in quel momento.
Tra i paesi da cui l'Albania importa ed esporta più beni, l'Italia tiene il primo
posto. Nel 1925 l’Italia rappresentava per il 75,2% delle importazioni e il
58,7% delle esportazioni albanesi.Un posto importante nello
import - esportazione albanese erano UK, USA, Grecia, Jugoslavia, e infine
il Giappone.266
264 Gustavo Traglia: L’Albania di re Zog. Ediz. Tiber. Roma 1930. pg. 35.
265Kastriot Dervishi:op. cit. pg. 296.
266 Bollettino ufficiale 15 gennaio 1931.
151
Nel 1922 l'Albania aveva 85 unità industriali, nel 1927 128 e nel 1938 aveva
244 unità industriali. Mentre le più note aziende agricole del paese sono
state: Lushnje (1925), Sukth EIAA (1926), Luca Mimbelli (1926), ecc.
LE RIFORME NEL CAMPO DELLA SALUTE, DELLA
CULTURA E DELL'ISTRUZIONE.
Con l'organizzazione della sanità pubblica si occupava il dipartimento
generale della Sanità, inclusa all'interno del Ministero degli Affari Interni.
Albania ereditava dal sistema ottomano solo quegli ospedali che sono stati
costruiti in grandi guarnigioni militari.
Il numero complessivo dei medici nel 1920 era cinquanta, mentre nel 1937 è
andato a 155.
A Tirana, è stato costruito un grande ospedale con tutti i rami interessati, che
è stato chiamato il primo uccello. Invece sono stati adeguati gli ospedali di:
Scutari, Durazzo, Dibra, Korca, Argirocastro, Valona, ecc.267
Un ruolo importante ha avuto anche la Croce Rossa albanese, che ha creato
un conto bancario e sostanziale ottenendo alcuni doni di proprietà del Re.
CULTURA E ISTRUZIONE
Negli anni del regno continuò la riorganizzazione delle sue scuole. Nel 1931
un comitato è stato istituito per la riprogettazione della scuola e dei testi.Fino
a quel momento l’istruzione era eterogenea con diversi programmi. Si è
formato il liceo di Gjirokastra.
L’istituto di " Madre Regina " composta di due rami e stato costruito
all'autunno del 1933 a Tirana.268
Dopo la nota riforma dell'anno 1933, è stata
approvata nel 1934 "La Legge Organica dell'Istruzione”, che ha condiviso
ministero dell'istruzione nella sezione elementare e normale, media e quella
di" giovinezza albanese ". La scuola ha avuto un forte carattere nazionale. È
stata fondata associazione "L’Aquila", che si occupava per la formazione
nazionalista, culturali e naturali degli alunni.
Il 6 maggio 1938 il parlamento ha approvato una nuova legge per la scuola
superiore, secondo la quale la scuola è stata suddivisa in: Media (media per
lavoro, Istituto Tecnico e normale), bassa (lavoro, istituto tecnico, le scuole
normali e Liceo) scuola superiore (istituto tecnico, alto corso di scuola
normale, il corso di Liceo superiore).269
26710 Vjet mbreteri: Tirana 1938. Pg. 247-265.
268Il giornale “Besa” il 20 settembre 1933.
269 Bollettino ufficiale 25 maggio 1938. Tirane.
152
L’organizzazione della gioventù albanese era una priorità del re Zogu. A tal
fine, il 14 novembre 1929 sì e creato l'Ufficio nazionale che si occupava per
la cosiddetta " Giovinezza albanese", al fine di prendersi cura sostegno,
assistenza, educazione fisica, morale, patriottica e giovani paramilitari
albanesi.270
L’ufficio era sotto la supervisione del re. La sede dell’ufficio era
a Tirana. Questo progetto era per gli alunni che avevano compiuto quindici
anni. L'attività dell'ufficio si dirigeva da un direttore generale, nominato dal
re, mentre i filiali erano in tutte le prefetture, che sono stati guidati da
istruttore capo dell’ educazione fisica.
Governo ha prestato particolare attenzione e questioni storiche. Gjergj
Pekmezi è stato incaricato il 24 giugno 1931, per ottenere i documenti sulla
storia del nostro paese a Vienna, con uno stipendio mensile di 600 franchi
d'oro.271
270Kastriot Dervishi:op. cit. pg. 298.
271Arkivi Qendrori Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 149 D.1201anno 1931 pg.349.
153
3.5 LA STAMPA ALBANESE
Negli anni 1925 - 1939 l'Albania ha avuto un grande sviluppo della stampa.
Documenti importanti sono stati: " Indipendenza Albanese " (1925 - 1926,
Kristo Floqi editore), "La voce di Korca", (Korce 1925-1931, editor Dhori
Koti), "Il Rinascimento albanese" (1925 - 1929, Namik Selimi)
"Democratici" (Gjirokaster, Cevat Kallajxhiu), "Il telegrafo" (1926 al 1928,
Costa Cekrezi), "La Gazzetta Albanese" (1927 al 1939, Gustavo Traglia),
"Parola di Dio" (Shkoder 1928-1935, la Chiesa cattolica), "New Century"
(Durazzo dal 1928 al 1929, Ilia Llavda), " Nuovo Giornale " (1928 - 1929,
Zoi Xoxa), "Tempo" (1928 - 1932, Costa Cekrezi), "Arbenia" (1929 al 1937,
Ferit Vokopola e dopo il 1930 Nebil Cika), "Besa" (1931 al 1936, Hafez
Xhemali), "Vatra" (1933 al 1936, Timo Dilo), “Figlia cattolica "(Shkoder
1935-1944, Pashk Bardhi)," Illiria "( 1934 - 1936, corpo editoria, Asim
Jakova Branko Merxhani, Vangjel Koca, Odisseo, Pascal, Stafan Shundi,
Anton Logoreci, Ismet Toto), "Il Sudore del Popolo" (1934 - 1935, Zoi
Xoxa), "Lo Sport Nazionale" (1935 - 1939 della Federazione albanese di
sport), "Luce" (1936 al 1939, Mati Logoreci), "Press" (1937 al 1939,
Kamber Bego), ecc.
Mentre le riviste più importanti sono state: "Agricoltura" (1928 - 1932,
pubblicata dal Ministero dell'Agricoltura),
"Normalisti" (1929-1937, normale d’Elbasan), "Alexander" (1929 - 1944, la
società "Leka"), "Bollettino militare e ad interim" (1931 - 1938, Comando
Nazionale della Difesa), "Minerva" (1932 al 1936, Nebil Cika), "Calendario
Enciclopedico" (1934 al 1939, Vasil Xhacka), "Rinascimento" (Korce 1934-
1936, Pandi Frasheri), "Diana" (1935 - 1939, Kamber Bego), "Scuola
nazionale" (1937 - 1939, Ministero della Pubblica Istruzione).272
272
La lista dei giornali e delle riviste pubblicate negli anni 1925-1939 e stata rilevata in:Historia e shtetit shqiptar
1912-2005.Kastriot Dervishi. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 299.
154
Questa tabela nota il progresso dell’Albania in 25 anni
d’indipendenza.273
Giustizia 1912 1920 1937
Tribunali 25 --------- 48
Magistrati 21 --------- 65
Giudici non
laureati
45 --------- 36
Educazione
Scuole
primarie Alb.
54 552 615
Scuole
superiore
Alb.
0 3 18
Insegnanti 80 645 1199
Professori 0 18 244
Alunni delle
scuole ele.
600 24.145 52.453
Studenti
delle sc.super
0 205 5199
Affari
mondiali
Strade
nazionale km
140 -------- 2200
Strade
comunali
0 -------- 456
Grandi ponti
definite
3 -------- 76
Piccoli ponti 0 -------- 4052
Commercio
Valore dei
beni export
2.189.000
Franchi oro
-------- 18.235.000
fra oro
Valore dei
beni import
6.037.000
franca d’oro
-------- 13.730.000
fra oro
Finanza
Bilanci per le
entrate
15.405.000
fra oro
------- 26.716.000
fra oro
Budget
investimento
26.716.000
fra oro
------- 26.224.000
fra oro
273
Arkivi Qendror i Shtetit.Ministria e Arsimit. D. 40 anno 1937.
155
3.6 LE ELEZIONI PARLAMENTARI IL 31 GENNAIO 1937
Le elezioni parlamentari sono terminate il 31 gennaio 1937.
Lista pro-governo ha raggiunto la vittoria piena e gli altri candidati non
possono raggiungere qualsiasi conclusione. I candidati vincenti e quelli
perdenti avevano una maggiore distanza tra di loro, fino a 600 voti.
Perdenti erano Muhamer Abedini, Kristaq Niço, Leonidha Naçi (Korce)
Shefqet Celkupa (Tirane – Durres), Niko Tola, dhe Kristaq Joçka,
(Gjirokaster) Maliq Bushati, Kole Bibe Mirakaj, Shefqet Dibra (Shkoder),
Mehmet Alem Tragjasi (Vlore).
Nikolla Zografi (Korce)274
Parlamento (1937-1939)275
Berat Korça
1-Ahmed Resuli 37-Pandeli Evangjeli
2-Hamit Myftiu 38-Kostaq Kotta
3-Hysen Vrioni 39-Qani Sulejmani
4-Lon Gjini 40-Thoma Orollogaj
5-Sabri Kalltani 41-Tefik Mborja
6-Veis Xhindi(morto, il
1.09.1938)
Abedin Nepravishta (30.10.1938)
42Eshref Frasheri (morto, il
3.10.1938) Surja Pojani (20.11.1938)
7-Zoi Xoxa 43-Vasil Avrami
8-Ferit Vokopola 44-Xhavit Leskoviku
Dibra 45-Faik Dishnnica
9-Abdurrahman Salih Kosova
10- Abdurrahman Dibra 46-Ismet Kryeziu
11-Hafez Xhemali 47-Omer Strazimiri
12-Fiqri Rusi 48-Salih Viçiterni
13-Jashar Erebara Shkodra
14-Jak Koçi 49-Ejell Serreqi
Durres-Tirane 50-Lec Coba
15-Ali Begeja 51-Kole Thaçi
16-Ferit Dervishi 52-Musa Juka
17-Rexhep Jella 53-Terenc Toçi
274 Il giornale “Besa” il 2 febbraio 1937.
275Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 378.
156
18-Said Toptani 54-Sander Saraçi
19-Stavro Stavri 55-Xhemal Naipi
20-Izedin Beshiri (Izet
Dibra)
56-Halit Rroji
Elbasani Vlora
21-Shefqet Verlaci 57-Simon Simonidhi
22-Anton Beça 58-Sadik Shaska
23-Dervish Biçakçiu 59-Eqrem Vlora
24-Faik Shatku
25-Ibrahim Biçakçiu
26-Ahmed Hastopalli
Gjirokastra
27-Hiqmet Delvina
28-Ekrem Libohova
29-Dhimiter Kacimbra
30-Fejzi Alizoti
31-Jani Melo
32-Fuat Asllani Bordo:
33-Lame Kareco 1) Pandeli Evangjeli-
Presidente
34-Mihal Kaso 2)Hiqmet Delvina- vice
presidente
35-Javer Hurshit 3)Ejell Serreqi-
segretario
36-Petro Poga 4)Fiqri Rusi-
amministratore
APERTURA DELLA SESSIONE DEL PARLAMENTO
Il Parlamento apre i lavori il 10 febbraio 1937. Così ogni volta si apre con il
messaggio di Re Zog.
Tra altro Zogu ha osservato che la crisi ha avuto i suoi effetti estesi anche in
Albania, ma le misure sono state adottate nuove a beneficio del
miglioramento dell'agricoltura, allevamento, alcune industrie, per migliorare
il commercio nazionale.
In connessione con la politica in atto, Zogu ha osservato:
Nella nostra Albania non abbiamo partiti politici non avremo. Così il
supremo potere, potere legislativo ed esecutivo, la stampa, giovane, maschio
e femmina, l'intera nazione deve dare la mano a ogni altro canto ad attuare
157
riforme amministrative, diritti economici, sociali e culturali, che secondo
l'ordine toni sono in preparazione per la precedente.276
Il 18 febbraio 1937, il Parlamento ha dato fiducia al Governo di Kostaq
Kotta.
Con l'apertura della seconda sessione del parlamento, il re Zog ha affermato
che la politica estera continuerà come prima, avendo come alleato strategico,
l'Italia. Inoltre ha rilevato la preoccupazione ai membri per equilibrare il
bilancio, migliorare le prestazioni situazione, la regolazione delle alcune
tariffe doganali, che disciplina lo status di servi, lo sviluppo del credito
agricolo, l'industria nazionale e soprattutto quello del cemento.277
A proposito dell'istruzione, gli chiese di essere data importanza per
rafforzare la coscienza nazionale.
Nella terza sessione del Parlamento, che sarebbe la più lunga che gli altri
primi, Zogu rileva le buone relazioni con l'Italia, il miglioramento
dell'esercizio finanziario, la nuova legge sulla tassazione di costruzione, la
nuova legislazione doganale al fine di combattere il contrabbando, la
riorganizzazione dell'economia nazionale, le scuole di lavoro crescenti, ecc.
In relazione con le opere stradali sono state menzionate le strade Puke -
Kukes, Koplik - Boge – Theth, Prosek - Shoshaj - Burrel, Peshkopi - Burrel,
strada di Devoll, di Butrint, una categoria di piccole strade.278
276 Il giornale “Demakratia” il 13 febbraaio 1937.
277Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 380.
278 Il giornale “Drita” 16 ottobre 1938.
158
3.7 I GOVERNI DURANTE IL REGNO DÌ AHMED ZOGU
IL PRIMO GOVERNO REALE DÌ KOSTAQ KOTTA
(5 SETTEMBRE 1928-5 MARZO 1930)
Il nuovo governo del nuovo regime era simile a quella della Repubblica,
dunque non ha cambiato il numero dei ministeri.
Consiglio dei Ministri era composto di:279
1 - Kostaq Kotta - Primo Ministro e Ministro degli affari interni
2 - Hikmet Delvina - Ministro della Giustizia
3 - Iljaz Vrioni - Ministro degli Affari Esteri
4 - Milton Tutulani - Ministro delle Finanze
5 - Xhaferr Ypi - Ministro della Pubblica Istruzione
6 - Saleh Vuciterni - Ministro degli Affari del Mondo
7 - Musa Juka - Ministro delle Politiche Agricole
Il primo ministro nel suo discorso dinanzi al Parlamento il 10 settembre
1928, ha parlato di politica estera, il ruolo dell'Albania come fattore di pace
nei Balcani, in politica interna, organizzazione di comuni, esercito nazionale,
la giustizia, l'indipendenza dei tribunali, programma educativo, gli affari
globali e l'agricoltura.
Nel campo dell'istruzione dall’anno accademico 1928 – 1929 ritornailvigore,
gli ispettori d’istruzione per ogni Prefettura. La nuova legge organica del
sistema d’istruzione era suddivisa in: primaria e secondaria.280
Il 12 febbraio 1929 fu varata la legge che fuso il Ministero dell'Agricoltura e
delle Foreste e ha creato il Ministero dell'Economia Nazionale.
Quando il mondo era immerso in una crisi generale, il più grande quotidiano
del paese filo-governativo ha scritto che l'Albania era piena di lavoratori
stranieri, aggiungendo che "nessun paese ha il mondo che si apre le porte di
Stato lavoratori stranieri così liberamente come il nostro governo", causando
una perdita di 8 milioni di franchi d'oro.
Bilancia commerciale è rimasta preoccupante: 12,352,063 franchi
esportazioni e 33,288,900 franchi le importazioni.
Per ridurre questo saldo negativo il Re ha creato una commissione composta
di: Mehdi Frasheri, Kole Thaci, Harallamb Papadhopulli, Papa Pilo, Javer
Hursit, Vlash Dovana, allevamento Vangjeli. La Commissione si occuperà
di questioni speciali e la propaganda nelle scuole, i comuni, comune ecc.
A causa delle controversie nel caso del bilancio, il Primo Ministro ha chiesto
a tutti i Ministri per dare le dimissioni, una decisione che è stata presa entro
un giorno dal Consiglio dei Ministri.
279
Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 283. 280
Bollettino ufficiale. 4 agosto 1928.
159
Kostaq Kotta firmato le dimissioni e vennero davanti al Re, il quale lo
nominò ancora per ridisegnare il governo.
In questo caso, il re Zogu mandava un messaggio al primo ministro che dice
che il paese ora doveva aprire "le porte della civiltà" e di qualsiasi forza che
avrebbe il coraggio di opporsi alle leggi, si troverà ad affrontare la
frantumazione pugno stato di diritto. Il Re chiedeva di ripulire
l’amministrazione dai "ufficiali inganni e pigri". Ha anche chiesto la
registrazione della popolazione, l’iniziativa privata capitalista, una nuova
riforma agraria, ecc.
Re ha chiesto che il pane deve essere prodotto in paese, in modo che la
moneta non appare all'estero.281
Per far crescere il prodotto dei cereali, e specialmente del grano, sin
dall’inizio di questi studi, Zogu aveva insistito nel far prosciugare le paludi
malariche come quelle di Maliq e di Korcia,nel sudest dell’Albania.282
Premier Kotta, durante la riformulazione della fiducia del governo di fronte
al Parlamento il 20 gennaio 1929, ha detto che il governo avrebbe mantenuto
rapporti amichevoli con gli alleati, soprattutto con l’Italia. Negli affari
interni sarebbe proseguito il controllo dei dipendenti per colpire senza pietà
quelli che colpiscono i diritti delle persone e quelli che abusano del compito.
Altri punti del programma messo in evidenza erano l'organizzazione dei
comuni, lotta contro le malattie, l'organizzazione di gendarmeria, la riforma
della giustizia, l'istruzione e la borsa di studio sono aumentate, regolando il
bilancio senza ferire le persone, l’ordinamento di tutti i ponti, fine dei
principali progetti di strade, un rapido adeguamento della strada Elbasan.
281 Il giornale “Zeri i Korces” 22 gennaio 129.
282Akademia Shqiptare e Shkencave. Historia e Shqiperise, vitet 30. Tirana 1984. pg.347.
160
LA CADUTA DEL GABINETTO DÌ KOSTAQ KOTTA.
Il GOVERNO DI PANDELI EVANGJELIT.
Quando la legislatura aveva raggiunto a medio termine, la posizione del
governoKotta è stata indebolita dovuto principalmente al rilascio delle
concessioni ad altri. Motivo principale per questo è diventato il problema
della società italiana Agip Petroleum (Azienda Generale Italiana petrolio)
Il governo ha dichiarato un monopolio statale sul petrolio greggio e di
benzina per essere dato in concessione. Nella lotta feroce concorrenza,
hanno partecipato società americana, italiana e albanesi.283
I vincitori AGIP italiana della società, hanno suscitato un malcontento
politico e ambienti economici del paese.
Quindi, ufficialmente, entro il 20 ottobre 1930, trentasei deputati di re Zogu
hanno presentato le loro preoccupazioni alla nuova situazione creata dalla
monopolizzazione di carburante.
Re ha esortato il governo a riconsiderare questa materia, la forma di
numerose violazioni che avevano creato la società italiana AGIP.
IlMinistro delle Finanze, Milto Tutulani ha mandato il caso in tribunale il 30
ottobre 1929.
Alla fine del 1929 Tutulani raggiunse un accordo con la società italiana,
secondo il quale darà lavoro a dipendenti albanesi invece che degli stranieri.
Secondo questo patto la società vendeva il petrolio all'esercito albanese
senza contare il profitto.
Ma nei primi mesi del 1930, la situazione è peggiorata sempre nella capitale
ha cominciato a estendere la mancanza di energia elettrica dovuti alla
mancanza del petrolio negli impianti elettrici di potenza. Nel febbraio 1930,
il Parlamento discusse la questione dell’AGIP.
La Rappresentanza Diplomatica italiana a Tirana diretta da Ugo Sola, ha
reagito esercitando forti pressioni sul governo.
Considerando che i trattati bilaterali e non godono a ritroso, il governo ha
dato le dimissioni con Kotta 4 marzo 1930. 284
Nella lettera inviata al re Zogu, Kotta ha dichiaratole dimissioni, con il
motivo della mancanza di armonia tra parlamento e governo, ha impedito lo
sviluppo delle opere più importanti del paese.
283 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 309.
284 Il giornale “Ora” 5-6 marzo 1930.
161
Il GOVERNO DÌ PANDELI EVANGJELIT
(6 marzo 1930 - 11 aprile 1931)
Dopo la caduta del governo "Kotta" Pandeli Evangjeli ha formato un nuovo
governo con la seguente composizione: 285
1 - Pandeli Evangjeli - Primo ministro
2 - Vasil Avrami - Ministro della Giustizia
3 - Rauf Fico - Il ministro degli Affari Esteri
4 - Musa Juka - Il Ministro degli Affari Interni
5 - Kole Thaci - Ministro delle Finanze
6 -Hile Mosi - Ministro della Pubblica Istruzione
7 - Izet Dibra - Ministro degli Affari del Mondo
8 - Mehdi Frasheri - Ministero dell'Economia Nazionale
Il primo ministro ha dichiarato davanti al Parlamento che il suo governo
stava progettando il lancio di una riforma agraria che aveva come scopo
principale il consenso degli interessi agricoltore proprietario. Secondo
Evangjeli non aveva previsto "l'umiliazione di una classe a favore degli
altri", ma garantendo gli interessi degli agricoltori agricoli e pacificante del
Paese con quelli del proprietario. E anche ha promesso la creazione di una
Banca Agricola.
Il Primo Ministro ha rilevato che lo scopo sarà la continuazione del
programma precedente, che è stato consigliato dal Re; fedeltà alla politica
estera con l'Italia, pur mantenendo relazioni amichevoli con le grandi
potenze, la Lega delle Nazioni, e altri Stati che sono stati collegati trattati
commerciali.
Per la nominazione dei dipendenti sarà applicato il criterio "intellettuale e
morale, la loro capacità" e continuare a lavorare sulla stesura del Codice di
procedura civile.286
Il primo ministro ha parlato anche delle finanze, l'esercito nazionale, opere
archeologiche, l'economia Nazionale, gli Affari del Mondo, ecc.
Sarebbe seguito programma di educazione basato al puro nazionalismo.
Nel 1931 è stata creata una commissione, per la creazione di un nuovo
programma per le scuole primarie. Un'altra commissione è stata costituita
nell'estate del 1931 per sviluppare un nuovo programma per la scuola
secondaria.
Il governo albanese ha dovuto pianificare la costruzione della prima ferrovia
285 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.310.
286 Il giornale “Ora” 12-13 marzo 1930.
162
nel paese. Parlamento ha discusso l'esenzione dai dazi doganali dei materiali
da utilizzare per la costruzione delle ferrovie Tirana - Durazzo.
La commissione ha accettato la costruzione di questa ferrovia.
Il 30 novembre 1930, il Parlamento ha iniziato una discussione in merito
all'accordo progetto firmato in nome del ministro dell'economia albanese,
Mehdi Frasheri e dal versante italiano, direttore generale del settore forestale
agenzia in Albania. In base all'accordo, il governo albanese ha venduto,
Agenzia forestale in Albania (AIBA), tutti gli alberi che possono dare le
barre di materiale da costruzione. Gli alberi erano di tipo quercia e si trova
nella foresta di Rubik Governo "Evangjeli" di fronte a un problema che
provocano la sensibilità essenzialmente nazionale.287
Spiro Milo dalla
sensazione che fosse prossimo alla morte, aveva chiesto il permesso dal Re
di essere sepolto nel paese. Quando Milo è morto, l'Ufficio Segretoha
ordinato lasotto-prefettura di Himara di non consentire la detrazione del
corpo, come il governo greco aveva chiesto. Questo requisito non è stato
soddisfatto perché questa persona era stata un criminale di guerra nel 1914 e
aveva commesso atrocità nel nostro paese. 288
L'ULTIMO GOVERNO DÌ PANDELI EVANGJELI
(11 gennaio 1933 - 16 ottobre 1935)
Il 6 dicembre 1932 secondo "le regole costituzionali", il governo ha datto le
dimissioni. Il Re rinominato Evangjeli. Proprio qui cominciò la crisi
chiamata come "crisi di governo". Il Primo Ministro era andato diverse volte
davanti al Re, ma non era in grado di proporre nomi propri. Ci sono voluti
più di un mese a Evangjeli di formare il suo governo, dimostrando così la
più lunga crisi di governo che il paese avesse mai visto. L’11 gennaio 1933
Evangjeli ha presentato al Re questi membri:289
1 - Pandeli Evangjeli - Primo Ministro
2 - Vasil Avrami - Ministro della Giustizia
3 - Xhaferr Villa - Ministro degli Affari Esteri
4 - Musa Juka - Il Ministro degli Affari Interni
5 - Abdurrahman Dibra - Ministro delle Finanze
6 - Mirash Ivanaj - Ministro della Pubblica Istruzione
7 - Sander Sereqi - Ministro degli Affari del Mondo
8 - Dhimiter Berati - Ministero dell'Economia Nazionale
287Arkivi Qendror i Shtetit. Parlamenti. 30 novembre 1930
288Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 152 D. 117 pg. 1-2. Anno 1930.
289Il giorna ”Besa”12 gennaio 1933.
163
Nel suo discorso pronunciato in Parlamento, il Primo Ministro ha detto che
"la continuazione della politica estera e il miglioramento della politica
interna", continuando la priorità negli investimenti pubblici, sanità,
istruzione, ecc.
Nel messaggio inviato dal Re Zogu al Parlamento in occasione dell'apertura
della seconda sessione, il 15 ottobre 1933, ha affermato che l'istruzione è
sempre in miglioramento in una legge sulla nazionalizzazione delle scuole
straniere, rilevando così la lotta contro l'analfabetismo, la creazione di una
cultura omogenea. Ha anche chiesto una lezione fruttuosa, allineato
all'educazione nazionale di essere controllato senza dimenticare di ricordare
per l'apertura delle scuole femminili.
Nel paese sono sonouscitole opinioni per "il recupero dell'industria
metallurgica", secondo uno studio svolto dall’associazione delle
metallurgiche a Tirana.290
La stampa criticava gli stipendi patriottici ricordando che lo Stato spendeva
annualmente circa 200.000 franchi oro per queste pensioni.
Con il decreto attuato del 25 giugno 1935, la polizia è stata sostituita da
civili gendarmerie, che agisce sotto gli ordini dei prefetti, vice-prefetti e
sindaci.291
290Kastriot Dervishi: op. cit. 334.
291 Bollettino ufficiale. 1 luglio 1935.
164
LA POSIZIONE DEL GOVERNO DI MEHDI FRASHERI
All'inizio dell’anno, i deputati Fejzi Alizoti, Hikmet Delvina, Xhemal Hafez,
Halit Rroji, Mufti Hamid, Zoi Xoxa, Simon Simonidhi, Omer Strazimiri,
Sait Toptani, Huseyin Vrioni, Lame Kolec Koreco e Deda, hanno chiesto al
governo spiegazioni politiche interne, mentre i deputati di Elbasan, Ahmed
Hastopalli e Anthon Beca hanno avuto obiezioni nei confronti degli
immigrati messi nel campo di Elbasan. Infatti, la sistemazione degli
immigrati si è stata fissata dal governo di Pandeli Evangjelit il 10 agosto,
1935.292
Il governo fu chiamato responsabile anche per il permesso dato
all’importazione del cemento dall'esterno portando danni alla produzione
interna. In una riunione parlamentare Hikmet Delvina domando il primo
ministro se erao no fedele alla monarchia, perché una volta aveva detto che
era un Repubblicano.
Quest’affermazione ha portato la reazione del deputato Maliq Bushati, il
quale ha accusato Delvina che egli stesso era avversario d’Ahmed Zogu
prima dell'anno 1924, la quale è stata respinta da Delvina. Tutto è culminato,
quando Maliq Bushati impugna la pistola e ha chiesto di sparare verso
Hikmet Delvina. La stessa cosa ha fatto anche Delvina, ma fortunatamente
con l'intervento di altri deputati nessun fu ucciso.
In un altro incontro, Mehdi Frasheri, ha detto, quello che l’aveva scelto a
fare il primo ministro, conosceva meglio i suoi valori e così si rifiutò di dare
spiegazioni. Hiqmet Delvina a sua volta cercasse altre spiegazioni per la
povertà nelle aree di Gjirokastra, Korca e Dibra.
Nel febbraio 1936, il Parlamento ha respinto un progetto di governo riguardo
alla riduzione del debito al popolo. Solo tredici voti sono stati a favore del
progetto governativo.293
Dopo che sono stati raggiunti gli accordi con l'Italia, il gruppo degli
"anziani”, preparo la strategia per rovesciare il governo. Sfruttando le loro
conoscenze sul meccanismo del potere in Albania, il gruppo è diventato
sempre più critico per il governo nell’ultimo anno della legislatura.
Il Giornale "Besa" è stato uno dei principali strumenti di questa
“guerrafreda”.
Nel luglio del 1936, è notato un aumento rilevante delle critiche contro il
governo. Nel mirino dell’attacco sono stati: Primo Ministro, Ministro
dell'Istruzione, Ministro degli Affari Mondiali, ecc.
Nel luglio 1936, "Besa", pubblicato il ciclo polemico per il programma
incompiuto del Primo Ministro, la qualeha causato la chiusura del giornale e
per due settimane.294
Anche dopo essere riemerso in 3 agosto 1936, "Besa",
292Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.) F. 149 D.1470 pg. 510.
293Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 369.
294 Il giornale "Besa" 14,15,16 e 17 luglio 1936,
165
continua l'articolo "Ritirata governo liberale", dove è stata menzionata la
parola quando il Primo Ministro aveva detto che la stampa avrebbe avuto
piena libertà.
In segno di protesta contro la censura del governo e chiusura, "Besa", non ha
partecipato in un'attività congiunta di giornalisti in Austria. Il gruppo di
giornalisti che parteciperanno è: Michael Sherko (Direttore dell'Ufficio della
Stampa), Zoi Xoxa ("BESA"), Nebil Cika ("Arber"), Timo Dilo ("Terra"),
Vangel Koca ("Democratici"), Asim Jakova ("Illiria"), Kamber Bego
("Diana").
"Arber" accusando il "Besa" per la creazione di un’opposizione contro il
regime, mentre questa risponde che non era sufficiente una gazzettaper
creare opposizione. Quando ci si avvicina alla metà d’agosto, le critice del
giornale "Besa" eranoinconcepibili per il governo e del Ministero degli affari
Mondiali.295
"Besa" ha infuriato la lotta politica quando ha pubblicato un documento
segreto, senza presentare il suo contenuto, che è stato eseguito alle prefetture
dal Ministro degli Interni, Et'hem Toto. Nel documento il Ministero degli
Affari Interni ha cercato di controllare le nomine dei membri, chiedendo
prefetture di portare i dati a tutte le persone che possedevano qualità per
deputato. Il possesso di tale materiale, e ripetendo l'idea che l'esecutivo stava
cercando di nominare una nuova legislatura, il gabinetto di Mehdi Frasheri sì
e stata colpita più che mai.
Nei giorni successivi le critiche contro il Primo Ministro sono cresciute
molto rapidamente. Deputati hanno criticato la legge sulla fabbricazione
della pelle, l'industria casearia, per la salvezza dei bambini, ecc.
Dopo questi scritti il governo ha deciso di chiudere il giornale "Besa"
(proprietario Abdurrahman Dibra) e "Albanese" (proprietario Fiqri Rusi) a
causa del rilancio dei segreti di Stato. Il governo denuncia questi due
giornale, ma la denuncianon ha avuto nessun effetto, perché i parlamentari
erano coperti dell'immunità parlamentare.
Il Ministro dell'Interno Ethem Toto per sapere chi ha pubblicato la notizia,
ha chiamato nel suo ufficio il proprietario del giornale "BESA",
Abdurrahman Dibra.
Quando egli è entrato in ufficio, Toto chiuse la porta a chiave e mise nel
tavolo due pistole dando a Dibra due minuti per dimostrare che ha aveva
dato il documento segreto, il quale è stato pubblicato sul giornale.
Per non causare alcun problema, Abdurrahman Dibra ha firmato
cheAbdurrahman Krosi li aveva datiildocumentosegreto. Con la
testimonianza di Dibra, Et'hem Toto andò dal Re, il quale ha visto la
testimonianza e non rispondesse.
295 11,12 e 13 agosto 1936 Il giornale “Besa” pubblicava tutto il materiale utile per attaccare il governo.
Questo materiale è stato prelevato dal fondo originale della Biblioteca Nazionale Albanese.
166
La posizione del Governo Mehdi Frasheri è stata indebolita di più dopo
questo evento, come insulto diretto e inaccettabile per il gruppo degli
“anziani”.
E per non terminare il suo lavoro qui, da un decreto, il re allunga la sessione
del Parlamento. Il Parlamento ha ripreso il lavoro con le deliberazioni di
bilancio straordinarie del Ministero dell’Economia Nazionale, Banca
dell’Agricoltura, ecc. Nel frattempo il campo di governo sembrava che la
situazione è stata presa alla leggera e non sentivano la rapida caduta del
governo.
Nel frattempo, in Elbasan ha iniziato una sommossa che era legata al
trasferimento del Pedagogico da questa città. Questi disturbi insoliti sono
diventati seri, nel modo in cui sembravano legate con la sorte del governo.296
Il 13 ottobre l'Ufficio Segreto inviava un messaggio alla prefettura di
Elbasan, annunciando che secondo le informazioni ricevute che dopo la
condivisione del Pedagogico, nella città si prospettano delle
dimostrazioni.297
Nella risposta data dal sindaco di Elbasan, Sadik Metra, il 17 ottobre 1936
annunciava che la situazione era veramente preoccupante, perché la
popolazione non aveva accettato la divisione della scuola urbana di
"normale", per Scutari ed è stato presentato a un comitato dei capi tribù della
comune per parlare di questa scuola, proponendo di non spostare qualsiasi
misura adottata per la scuola in questione, avendo la tradizione sin dal suo
inizio. Il 30 ottobre 1936, Metra ha annunciato che in Elbasan sono stati fati
manifestazioni, per la rimozione dei dieci borsisti a Scutari.
Il 2 novembre 1936, l'Ufficio dell’Intelligenza, ha inviato alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri un’informazione sugli eventi in questione affermando
che le manifestazioni non autorizzate sono state sviluppate con la
partecipazione di circa 500 persone. Nelle manifestazioni hanno partecipato
gruppi della società guidate dal comitato composto di:
Shefqet Daiu, Gani Bunges, Dhimiter Bebit, Xhaferr Mirakut, Shefik Kulles,
ecc. Il ministro aveva parlato con Shefqet Daiu per questo e ha chiesto al
sindaco di dare l'arresto della commissione, ma il sindaco non lo applico
perché la folla era furibonda e una tale mossa avrebbe portato conseguenze
non buone per la città.
Dhimiter Bebi, Xhaferr Miraku, Shefik Kulla, Qamil Shkodra, Gani Bunga
dhe Shefqet Daiu èstato inviato a Tirana sotto la scorta di gendarmi.
Gli eventi di Elbasan sono stati utilizzati dagli oppositori del governo di
Mehdi Frasher. Dietro la scena rimanevano i deputati di Elbasan, i quali
erano contro il governo.
296Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F.152 D.265 anno 1936.
297Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 371.
167
Anton Beca il 7 novembre 1936durante il voto di fiducia per il governo, con
la sua dichiarazione, che il suo voto contro era sopratutto per l'atteggiamento
che aveva tenuto il governo in Elbasan.298
I parlamentari dando l'idea falsa che non aveva nulla con il governo, già
contro di essa, approvano il 2 novembre 1936 una legge che consente il
lavoro per un anno nelle amministrazioni statali dieci persone che aveva
compiuto 55 anni, che per legge deve andare in pensione. In cima a questa
lista è stata il primo ministro Mehdi Frasheri e dopo di luiera, Xhaferr Ypi,
Faik Konica, Mehmet Karagjozi, Shefqet Frasheri, Izet Leskoviku Elmaz
Kokona, Ataullah Dino, e Spiro Koleka, Nezir Leskoviku. Solo quando il
problema è stato scoperto, il gruppo de "giovani" è riuscito a capire che il
governo aveva i giorni contati.
La stampa ha scritto che i deputati avevano disputato un incontro privato e
hanno espresso insoddisfazione per il governo,discutendo sulla creazione di
una commissione che avrebbe presentato gli appelli al re. La commissione
doveva essere composto didodici persone sotto la guida di Pandeli
Evangjelit.299
Il 4 novembre 1936, il Parlamento ha discusso sul cambiamento delle alcune
disposizioni. Sait Toptani ha parlato per un certo numero di denunce
presentate al governo, che chiedevano una risposta immediata entro
ventiquattro ore.
Lo Speaker del Parlamento Kostaq Kotta ha detto che il governo non aveva
alcun diritto di discutere le regole del parlamento.
Nella riunione del 6 novembre 1936, all'ordine del giorno era il progetto
della Banca Agricola, l'approvazione di un accordo con il Banco di Napoli,
l'aggiunta di un budget di 40 mila franchi oro per il Dipartimento del
bilancio e della sanità, ecc.
MP Lame Kareco aveva parlato sul rifiuto di una proposta di legge stradale
proposto dal governo a causa delle sue condizioni inaccettabili della
popolazione. Infatti, il governo per ottenere di costruire una solida rete
stradale in Albania, aveva pensato che a tal fine, la popolazione a contribuire
al lavoro di volontariato o con 15 franchi d'oro. Condizioni non tollerate
deputati. Loro hanno chiamato queste condizioni, come inammissibile e
inaccettabile per la popolazione. Vedendo questa reazione, il governo aveva
ridotto contributo volontario a 6 franchi oro, dando le garanzie che la legge
non comprendono le persone che sono malati.
Al centro degli attacchi è stato il ministro per gli Affari del Mondo, Ndoc
Naraci. Dopo un appassionato dibattito, il governo ha tenuto una riunione
nei corridoi del parlamento. Dopo questo breve incontro, il primo ministro
ha dichiarato ai deputati che il governo chiamò la loro variante
298
Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 371. 299
Il giornale “Arberia” 4 novembre 1936.
168
comemigliore edera aperto alla verifica, ma ha definito "causa di fede e
costituzione" il voto contrario, spostando nel voto di fiducia contro. Dopo
questa domanda, il Vice Fejzi Alizoti chiesto di rinviare la riunione di
domani, così com’è fatto. Asim Gjakova e Maliq Bushati, Radovicka
Kasemi, votava pro il governo, astenevano Faik Dishnica, Tefik Boria e
Vasil Avrami.300
300 Il giornale “Drita” 14 dicembre 1937.
169
3.8 IL PALAZZO REALE
Appena proclamata la forma del regime come regno costituzionale, l'Albania
aveva già la famiglia reale, che si compone di:301
Re: Ahmed Zogu
Madre ReginaSadije(1876 - 1934)
PrincipesseAdile(1894 - 1966)
Nafi (1900 - 1955)
Sen (1908 - 1969)
Myzejen (1909 - 1948)
Ruhije (1910 - 1948)
Mexhide (1911 - 1969)
Nella famiglia Reale faceva
parte anche Principe Xhelal
Zogu(fratellastro di Ahmed
Zogu).Tutti i membri della
famiglia reale avevano il
titolo di Principe
oPrincipessa. Secondo lo
Statuto di base del Regno
d’Albania, l'eredità del
trono divenne soltanto la
linea maschile. Prima della
nascita del principe
Alessandro, se il Remoriva
improvvisamente, tutti i
candidati per il trono erano:
Xhelal Zogu,Sali e Husen
Dohoshishti e Esat (Tati)
Kryeziu.
I dipendenti del Palazzo
Reale si nominavano direttamente dal Re Zogu e avendo due divisioni:
Civili e Militari.302
A- DivisioneCivile era costituito da: Ministero della Casa Reale,
dalMinistro, Segretario Generale, i dipendenti degli archivi, protocollo, la
macchina per scrivere.
Questo ministero presentava davanti al re attuale gli atti, preghiere, ecc.
Inoltre studiava le questioni che erano state ordinate da lui, e organizzava le
301Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 23 pg.1.
302 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.281.
170
cerimonie del palazzo. Ekrem Libohova era un Ministro della Casa Reale
per qualche anno. Segretario generale con pieni poteri era Dhimiter Popa.
2 – L’ispettorato della Casa Reale era costituito dall’ispettore capo e due
ispettori. Il compito era di controllare le attività dell'amministrazione statale.
Ispettore capo dal 13 agosto 1931 fu Xhaverr YPI. Gli ispettori della Casa
erano, e Nush Bushati Harrilla Theodhosi.
3 –L’ufficio delle cerimonie organizzava tutte cerimonie protocollate del Re.
Il responsabile per l’organizzazione delle cerimonie è stato Sotir Martini.
La divisione militare eracostituita da:
1 – L’Ufficio d’Aggiustatura fissava la corrispondenza segreta del Re con i
uffici statali, la corrispondenza privata indirizzata al re,ecc.
2 - Dipartimento militare studiava gli atti che sono stati inviati, preparavano
i progetti ordinati dal re per l’organizzazione dell'esercito in tempo di pace e
la preparazione del suo uso in tempo di guerra, dando un parere sulla
situazione militare, politica - militare, il modo della mobilitazione
ecc.Studiava e preparava l'esercizio dei progetti militari.
3 - Dipartimento di gendarmeria studiava gli atti ordinati dal Re per la
gendarmeria.303
L’1 ottobre 1928, il re Zog decreta comesottocolonnello Zef Serreqin, come
Capo Aggiustatore LleshTopallaj, come aggiustatore Osman Gazepi, e in
qualità di presidente della corte reale Mustafa Curri.304
Il comandante del Garda Reale era il colonnello Hysen Selmani.
Ispettore Generale del Dipartimento Militare negli anni 1928 - 1933 è stato
Alberto Pariani, negli anni 1933-1934 Generale Riccardo Balocco e negli
anni 1934 - 1939 il colonnello Qemal Komani. Direttore del Dipartimento
della Gendarmeria era generale JocelynPercy.
303 Archivio centrale. Parlamento. 18 marzo 1931. Tirana.
304 Bollettino ufficiale. 9 novembre 1928. Tirana.
171
Lo Staff del Palazzo Reale 1937-1939 composto di:305
Ispettore Capo Xhafer Ypi
Segretario Generale Dhimiter Popa
Responsabile delle
cerimonie
Sotir Martini
Ispettori del cortile Harilla Thedhos e
Nush Bushati
Capo aiutante Zef Zerreqi
Capo Dipartimento
Militare
Qazim Komani
Capo Dipartimento
Gendarmerie
Jocelyn Percy
Ispettore Della Guerra Fiqiri Dine
305
Afrim Krasniqi: Sistemet politike ne Shqiperi 1912 – 2008. Ufo Press. Tirana 2009. pg. 134.
172
3.9 IL MATRIMONIO DI AHMED ZOG CON GERALDINE
Dopo tante celebrazioni organizzate per il Re Zog, vediamo un’altra che è
quella del suo matrimonio con Geraldine. Dopo un lungo tempo e con tanti
sforzi Zogu era ancora il Re degli Albanesi, ma per dare forma piena del suo
regno fu decisa la scelta per il matrimonio. Nel 1938 il punto culminante è
stato il matrimonio con la contessa Geraldine.306
Dopo una richiesta preliminare, il generale ungare Konkol, ha inviato tre
fotografie della contessa Geraldine e una sua biografia, che corrisponde alla
volontà del Re. Dopo aver visto le foto della contessa Geraldine Appony,
Zogu manda in Ungheria per i colloqui e per richiedere la mano della
contessa, Jak Koci e i generali di Konkili e Gizi. Hanno avuto colloqui con
lo zio della contessa, il conte KarlAppony e con il reggente Miklos
Horti(1868-1957), quest'ultimo ha insistito sul fatto che questo matrimonio
significherebbe tanto per l’Ungheria. Mentre il consiglio della famiglia li
concede un mese per decidere la sua dote. Il generale Gizi era un uomo
buono, e ha espresso la disponibilità che mostra lo sviluppo molto cordiale
nelle opere.307
Nel dicembre 1937 è stata il primo viaggio in Albania della
contessa Geraldine, accompagnata dal generale Gizi e dalla baronessa
Ryling. Dopo un viaggio in treno fino a Brindisi, (Italia), dove continuerà il
suo viaggio con una nave verso Durazzo.
Nel porto di Durazzolo accoglie l’inviato del re, SotirMartini.308
Martini accompagnerà la contessa a Tirana, dove il re Zog la attenderà a
306 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg.603.
307Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.272.
308Josephin Dedet: Geraldina, mbretereshe e shqiptareve. Tirana 2000. pg. 129.
173
Palazzo Reale, il 31 dicembre 1937.Re Zogu e la contessa Geraldine nella
prima riunione parlavano tedesco.309
Nella prossima visita della contessa al palazzo e dopo la conversazione
descritta da lei come a piede libero, il re e gli chiese se voleva essere sua
moglie, lasciando un tempo sufficiente di dieci giorni per rispondere.
Il 10 gennaio1938 la contessa ha dato una risposta positiva, accettando il
matrimonio con il Re Zog, e contemporaneamente, la prima Regina degli
albanesi nei tempi moderni.
Il Re chiede a Geraldine di non lasciare l'Albania prima del giorno delle
nozze. Durante questo periodo, contessa Geraldine ha avuto l'opportunità di
conoscere meglio il paese.
Il 30 gennaio 1938, La Casa Reale albanese ha annunciato ufficialmente
l'impegno di Re Zog, con la contessa unghereseGeraldine.
Il Parlamento Albanese nella prossima riunione, giorno reale il 31 gennaio
1938, approveràsenza alcuna obiezione il fidanzamento.310
La sua decisione è stata annunciata da esplosioni di canone.
Dopo aver annunciato la decisione, sono partiti verso il Palazzo Reale i
rappresentanti di governo, parlamento, enti locali, ecc. Dal balcone del
Palazzo Geraldine accompagnata dal Primo Ministro Kostaq Kotta,
accoglierà tante persone.
Nei primi a congratularsi il Re Zog per fidanzamento, in nome del
Presidente degli Stati Uniti Rusveld, è stato ministro (ambasciatore)
americano a Tirana, Hug Grand, il cui piacere era ancora maggiore, come la
regina madre successiva era americana. Ciò è stato rilevato dalla stampa
anglo-sassone dell’epoca.
Congratulazioni cordiali sono arrivate dai re d'Inghilterra, Italia, Norvegia,
Egitto, Svezia, ecc.
Il matrimonio reale è stato lasciato al 27 aprile 1938, come la data che
apparteneva al matrimonio di Skanderbeg con Donika, nel 1451.311
Tra gli invitati a nozze reali erail ministro degli Esteri italiano, Ciano,
inviato di Vittorio Emanuele III, Duca di Bergamo e dei rappresentanti di
tutti i paesi con sede diplomatica a Tirana.312
Per la coppia reale, in occasione del matrimonio, il cancelliere tedesco,
Adolf Hitler, ha donato una Mercedes - Benz, che era unico esemplare al
mondo solo a quella dello stesso cancelliere.
Donazioni a favore della coppia reale sono state raggiunte da altri Stati,
Italia, Francia, Ungheria e molti altri paesi.
309Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 393.
310Bernd Fischer: op. cit. pg.273.
311Arben Puto:op. cit. pg. 605.
312Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 416 D. 14 pg. 105-107.
174
Il matrimonio Reale avrà più rappresentanti dai paesi stranieri, ma ogni
prefettura sarà rappresentata. 313
I rappresentanti dalle prefetture:
Durresi: Kristaq Zaguridha, Ramazan Jella, Kleanthi Mineu, Hajdar Qesja.
Dibra: Dule Saçeni, Murat Kaloshi, Dine Hoxha, Jusuf Beg Selmani.
Berati: Kahreman Vrioni, Dott. Kallogjeri, Neki Ruli, Vangjel Haxhistasa.
Elbasani: Qemal Karaosmani, Aleksander Xhuvani, Shefqet Daiu, Hamdi
Sulcebe.
Korca: Tefik Panariti, Stavri Ballauri, Nuçi Mborja, Selim Mborja.
Shkoder: Gjon Coba, Faslli Ademi, Sulejman Hoti, Gjovalin Koliqi.
Kosova: Binak Krasniqi, Destat Sul Elezi, Osman Lita, Xheladin Nushi.
Vlora: av. Josif Kedhi, Kristaq Strati, Qerim Gurambardhi.
Gjirokaster: Xhemal Xheneti, Aleks Ceçi, Fejzi Selfo, Vangjel Koça.
Tirana: Rrok Berisha, Xhelo Dibra, Dott.Thanas Shundi, Beqir Kallçiu.
La comune di Tirana e il suo presidente, AbedinNepravishta, in
collaborazione con la Casa Reale, hanno organizzato un programma degno
del Matrimonio Reale.
Così le celebrazioni che hanno iniziato il 25 aprile 1938. In tutti gli edifici,
come le bandiere statali e private nazionali sono stati allevati e sono stati
ornati come per le vacanze.
In piazza "Scanderbeg" davanti al Comune di Tirana, il suo presidente, ha
tenuto un discorso dichiarandoaperti i festeggiamenti, mentre la grandine è
stata ascoltata ventuno colpi di canone.314
Dopo queste parole, una banda di ottoni suonal’inno nazionale e in seguito
che attraversano la strada "Karnarvon", il Palazzo Reale, il Palazzo della
principessa, la strada 28 novembre, Piazza Skanderbeg,di nuovo Palazzo di
Geraldine e nella piazza principale di Tirana.
313 Il giorna “Drita” 24 aprile 1938.
314Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 395.
175
Ma quel giorno che era il matrimonio reale, nello stesso giorno sono stati
celebratipubblicamente matrimoni di quindici coppie di Tirana.
Nel frattempo, in tutto il paese, la famiglia realeha pagato, le spese di tutte le
coppie che si sono sposate 27 aprile 1938.
Alle 22:00 alla vigilia del matrimonio gli ufficiali della casa reale (oggi la
Lega degli Scrittori) sono stati dati una ricezione da parte del Comando di
Difesa Nazionale.
27 aprile, il giorno ufficiale del matrimonio, è stato aperto con la preghiera
in tutti i posti di culto a Tirana, al quale hanno partecipato membri del
governo, il Parlamento, capi di Budapest e di Vienna, ecc.
Erano presenti anche i parenti di Geraldine, nonna, madre, fratelli Gi e Jula,
la sorella Silvana e altri parenti.
In questa cerimonia, tre sorelle di Zogu e tre strette amiche di Geraldine
sono presentate con il loro velo traslucido.
Al Palazzo Reale, la cerimonia è iniziata con l'incoronazione del
matrimonio, associato con l'evacuazione di 101 colpi di canone e dal
trambusto di oggetti di culto.
Il certificato di matrimonio, è stato redatto in due originali ed è stato firmato
dal re, e della regina, Hikmet Delvina, Andrea Satciu.
I due testimoni per il Re erano; il conte Ciano e il principeAbid.
I due testimoni per la Regina erano;l'ambasciatore ungherese in Albania ed è
unasua cugina.315
Il conte Ciano era stato invitato a fare da testimonio. Il re d'Italia aveva
desiderato che alle nozze fosse presente anche un membro di Casa Savoia e
aveva prescelto il duca di Bergamo.
Il palazzo reale per lasciare posto ai numerosi invitati, era stato ampliato sia
pure con opere provvisorie. Il quadro della cerimonia fu grandioso: lo
rallegrava anche la presenza di molti parenti della sposa che indossavano i
ricchi costumi dell'aristocrazia ungherese. Era fraloro una numerosa e lieta
rappresentanza dell'avvenente gioventù femminile di Budapest venuta a
festeggiare l'amica che saliva ai fastigi di una corona. Il sorpassato splendore
di queste parentele conferiva tuttavia alla cerimonia una nota malinconica di
contrasto colla realtà.
Assistevano il corpo diplomatico al completo, i membri del governo
albanese e i rappresentanti del parlamento delle forze armate e delle alte
magistrature dello Statotutti in abito da cerimonia. Erano presenti giornalisti
di vari paesi.
Fra gli invitati italiani erano;Giovanni Ansaldo, direttore del “Telegrafo”,
Guido Barone della “Stampa”, Virgilio Lilli del “Corriere della Sera”,
Francesco Maratea del “ Messaggero” e Orio Vergani.316
315 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 605.
316 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.79.
176
Il Re, in alta uniforme di comandante dell'esercito, precedé il corteo dando il
braccio alla sposa in abito bianco e con lunghissimo strascico sorretto da
ufficiali della guardia. Veniva dopoda lui, il duca di Bergamo e i due
testimoni dello sposo: il conte Ciano e il principe Hamid, figlio dell'ultimo
sultano turco. Dietro di loro i due testimoni della sposa: il barone Villani
ministro di Ungheria a Roma e il Conte Karolyi zio della sposa.317
La fanfara
della guardia suonò l'inno reale albanese e quello ungherese.
La cerimonia del matrimonio, celebrato solo civilmente, fu limitata alla
lettura dei tre articoli del codice, corrispondentia quelli del vecchio codice
civile italiano, fatta dal presidente della Camera che chiesto l'assenso degli
sposi, li dichiaròuniti in matrimonio. Ebbe poi luogo una colazione a palazzo
reale. In legazione si era sperato che la visita a Tirana del ministro degli
Esteri per i festeggiamenti del matrimonio potesse servire ad appianare i
nuovi ostacoli sopraggiunti sulla via di un definitivo e fiducioso indirizzo di
re Zogu sia verso l'Italia e sia verso il benessere del suo popolo. Ma la
presenza di numerosi invitati, la difficoltà per una piccola città com’era
alloraTirana di ospitare tante personalità, le complicazioni create
dall'ingresso nella famiglia mussulmana di re Zogdi unaragazza di altra fede,
furono tutti elementi che contribuiranno a turbare l'atmosfera.
Il duca di Bergamo partì malcontento per alcuni gravi errori di cerimoniale
compiuti dalla corte di Zog nei suoi riguardi. Ciano fu irritato dall’ostentata
noncuranza e dalla non celata scortesia delle sorelle di re Zog verso lui.318
Durante la colazione alcuni apprezzamenti di signorine ungheresi oltre che
delle sorelle del re specie a proposito di paragoni fra l’azione svolta in
Albania dall'ex duplice monarchia e quella svolta dall’Italia, suonarono
offensivi per l'Italia. Fu evidente che le sorelle del re volevano sia far notare
la loro soddisfazione per il mancato matrimonio del fratello con una giovane
italiana, e sia dar risalto, nella cerimonia di quel giorno alla speranza che
stesse per iniziarsi un periodo di svincolo dell'Albania dall'intimità dei suoi
rapporti con l'Italia. Conoscendo l'unione spirituale che esisteva fra il re e le
sorelle, tutto ciò non poteva non fare una certa impressione.319
Un episodio sgradevole colpi gli intervenuti al ricevimento offerto al Circolo
delle Forze Armate: l'ingresso del duca di Bergamo e del conte Ciano fu
salutato dalla fanfara della guardia con la marcia reale, ma questa fu fatta
cessare improvvisamente e in modo deplorevolmente appariscente, subito
dopo le prime note, dal comandante dell’esercito albanese, generale
Aranitas.320
A contrasto, egli organizzò una vivace manifestazione di
esultanza, al suono albanese per l'arrivo delle sorelle del re. Fu durante il
317Bernd Fischer: op. cit. pg. 274.
318 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.79.
319Bernd Fischer: op. cit. pg. 275.
320 Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 80.
177
soggiorno del duca di Bergamo e del conte Ciano tutto un susseguirsi
d’incidenti voluti o casuali, fra la famiglia reale e le personalità al re più
vicine da un lato e i rappresentanti del sovrano e del governo d'Italia
dall'altro. Questi incidenti che si producevano in ambienti ufficiali colpivano
maggiormente perché al principe reale e a Ciano a ogni loro apparizione.
Nelle vie della città erano invece tributate le più calde ed entusiastiche
accoglienze. Il giorno del matrimonio fosse caso o intenzione, i fiori che
secondo gli ordini impartiti sarebbero dovuto essere gettati nell'automobile
del re, coprirono invece la vettura della legazione. A questi episodi che
proiettavano luci contrastanti sulle relazioni itale-albanesi, se ne
aggiungevano altri che interessavano i rapporti fra re Zog e il suo popolo.
Durante la cerimonia delle nozze e durante la colazione fece sensazione il
vuoto dei posti che erano stati riservati all'Episcopato cattolico. All’ultimo
momento forse su istruzioni del Vaticano loro avevano deciso di astenersi
nella cerimonia e di non riconoscere valide le nozze. Quest’atteggiamento
del clero cattolico si manifestava mentre i mussulmani più ferventi facevano
a loro volta sentire il loro malcontento per il matrimonio del re con una
ragazza che non divideva la loro fede. Non mancavano inoltre, gli albanesi
che indipendentemente dalla fede religiosa ponevano in risalto la modestia
dell'apporto politico e finanziario che il matrimonio recava a un paese
bisognoso di tutto. E ciò nonostante la bellezza, la grazia e la gentilezza
d'animo della sposa che tante erano piaciute al re. Né la regina avrebbe
potuto far valere in seguito queste sue doti dinanzi al popolo data la
semisegregazione cui la sottoponevano le usanze mussulmane. Partito il
sovrano in viaggio di nozze per Durazzo alla mente di chi rimaneva a
meditare sugli avvenimenti dei giorni trascorsi, appariva chiaro che essi
avevano segnato un raffreddamento nei rapporti fra re Zogu e il governo
italiano e in pari tempo fra re Zogue il suo popolo. Quest'ultimo invece non
soloper mezzo dei suoi esponenti a Tirana ma anche per numerose
delegazioni affluite da tutto il regno alla capitale, aveva dato le più chiare
manifestazioni di simpatia e di fiducia ai rappresentanti dell'Italia.Dopo
l'ammissione al pranzo tal caso, i nei sposati sono andati a Durazzo, dove
rimasero per circa sei mesi.321
Le celebrazioni sono continuate a Tirana. Le attività erano trasmesse dalla
radio Tirana ed è stato girato dagli operatori dell'Istituto "Luce". In onore
della Regina la strada "Reale" è stata nominata da 13 giugno, col nome
diGeraldine.322
321 Il giornale “Drita” 5 novembre 1938.
322 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.396.
178
3.10 LA CONTESSA GERALDINE APPONYI DI NAGY-
APPONYI(6 AGOSTO 1915 - 22 OTTOBRE 2002)
Contessa Geraldine Margit Virginia Olga Maria Apponyi di Nagy-Apponyi,
Fu Regina Geraldine degli Albanesi.
Nacque il 6 agosto 1915 a
Budapest (Ungheria).323
Suo padre fu Giulio Conte
Apponyi di Nagy-Apponyi, nato il
15 agosto 1873 a Nagyappony, ora
Slovacchia, morto il 27 maggio
1924 a Budapest.
Sua madre fu Gladys Virginia
Stewart (nata il 18 luglio 1891 —
morta il 19 novembre 1947),
Americana, figlia di un milionario
della Virginia e parente lontano dei
Presidenti degli Stati Uniti Richard
Nixon e George W. Bush.324
Il nonno paterno di Geraldine,
Ludovico (o Lajos) Appony,(nato
il 2 maggio 1849 a Baden presso
Vienna, morto dicembre 1909 a
Budapest), fu un alto ufficiale
nella Corte degli Asburgo.
Il nonno materno di Geraldine,
John Henry Stewart (1831- 1892)
fu un diplomatico con la carica di
Console Americano ad Anversa,
Belgio.
I genitori di Geraldine si
incontrarono a Parigi nel 1912 durante un banchetto nell'Ambasciata Austro-
Ungarica e si sposarono nel 1914.325
Quando l'Impero Austro-Ungarico si
dissolse, la famiglia andò in Svizzera.
Nel 1921 essi ritornarono in Ungheria. Comunque, quando il padre di
Geraldine morì, sua madre decise di portare i suoi tre figli (Geraldine,
Virginia nata nel 1916 e Giulio (1923-1946) con lei nella residenza di
Mentone, nel sud della Francia. Quando la madre di Geraldine sposò un
funzionario francese, la famiglia di suo padre insistette affinché i figli
323Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).D.416 F. 20 pg.2.
324 Giorgio Martucci: Albania 1912 – 1937. Acustiva Edizione. Brindisi 2006. pg.78.
325Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.271.
179
risiedessero nella casa della nonna in Ungheria per ricevere l'educazione in
quel Paese.
La madre fu d'accordo. Essi furono educati presso la “Scuola del Sacro
Cuore” a Pressbaum il vicino a Vienna. I figli trascorrevano le loro vacanze
nella casa della nonna e nella residenza dei loro zii.326
Il 27 aprile 1938 Geraldine sposò a Tirana Re Zogu I degli Albanesi. La
contessa era cattolica e il re era musulmano; essi si conobbero quando lei
lavorava vendendo cartoline ai visitatori del “Museo Nazionale” di
Budapest. Lei era conosciuta come la “bianca Rosa d'Ungheria” e fu elevata
al rango reale di Principessa Geraldine d'Albania prima delle nozze.
Il regno di Zogu terminò con l'invasione dell’Albania da parte dell’Italia
nell'aprile 1939.
Dal 1946 visse in esilio in Grecia, Turchia, Inghilterra, Egitto, Stati Uniti,
Francia, Rhodesia, Spagna e, infine, in sud dell’Africa.
Il 9 aprile 1961, alla morte di Zogu morì nell'Alta Senna, Francia, nell’età di
65 anni.
Geraldine ebbe un solo figlio, il principe Leka Zogu, nato il 5 aprile 1939,
dichiaratosi Re Leka I degli Albanesi.
Nel giugno 2002, Geraldine fu invitata da 40 membri del Parlamento
Albanese per ritornare dal Sud Africa a vivere a Tirana. Lei ritornò, ma
continuò ad asserire che suo figlio, Leka I, è il legittimo pretendente al trono
d'Albania. Apparentemente come conseguenza del cambio di clima, accusò
problemi respiratori, per cui fu curata in un ospedale francese in Agosto
2002.
Il 22 ottobre 2002 Geraldine morì all’età di 87 anni nell'”Ospedale Militare”
di Tirana, dopo aver sofferto per ricorrenti problemi polmonari e per quattro
attacchi cardiaci.327
Fu sepolta a cura della “Casa Centrale dell’Esercito” e con i massimi onori,
compresa l'orazione funebre nella “Cattedrale di San Pietro” a Tirana, il 26
ottobre 2002, e riposa nel cimitero pubblico di Sharra, Albania, nel settore
dei VIP.
326 Kastriot Dervishi: pg. 394.
327 Giorgio Martucci op. cit pg. 80.
180
3.11 IL PREZIOSO REGALO DÌ HITLER
Il 27 aprile 1938, il giorno in cui la cerimonia del matrimonio di Re Zog
d'Albania con la contessa Geraldine d'Ungheria, un’automobile alta e
anormalmente lungo, con un colore scarlatto, che lampeggia sotto il sole
come un gioiello, è stato allineato nei pressi di un carrello con quattro cavalli
bianchi.
È stata una Mercedes Benz
“Grosse”Maggiore è appena
uscita dalla fabbrica, uno dei
doni più preziosi per il
matrimonio, firmato da Adolf
Hitler, cancelliere tedesco che
poi sarà ricordato per tutto
negativo per il resto della storia
dell'umanità.328
Una vettura che poi avrebbe avuto una storia molto avventurosa, il monarca
albanese, come lui scappava da uno stato all'altro, all’inseguita dall'ombra
dei fascisti italiani, è stato espulso con la forza dal trono il 7 aprile 1939,
quasi un anno dopo il matrimonio.
Proprio questa macchina donata da Hitler, il più forte alleato degli italiani in
quel momento, servirà alla coppia reale in due anni come una casa
permanente, durante il loro spostamento attraverso le strade d'Europa.
Poche settimane dopo, del 2 maggio 1939, la stessa macchina invierà la
coppia reale a Istanbul, dove il governatore della città aveva ricevuto Zog,
con tutti gli onori e, soprattutto, parlava con un tono anti italiano. Anche il
presidente turco Inonu ha ricevuto Zogu in un’udienza privata. Ma anche in
Turchia, il re Zog non si sentiva al sicuro. Nella mente di Zogu per garantire
la sua vita è visibile solo set delle superpotenze europee contro il fascismo,
come la Francia e l'Inghilterra.
L’1 luglio, la famiglia reale insieme a Mercedes è stata caricata in un
piroscafo che ha portato a Costanza in Romania. Dato che Zogu aveva preso
la garanzia anglo-francese, Il Re Carol ha concesso il permesso loro di
rimanere nel castello di Peleshi.
Paradossalmente, il crollo del trono Zog era diventato un amico piacevole
per alcuni capi di stato stranieri, ma ormai era diventato una vittima
simbolica di asse Berlino-Roma-Tokyo.
Ha cercato di convincere Carol che il maggior rischio per la Romania era
rappresentato da Hitler e Mussolini e non Stalin.
328Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.271.
181
Quattro giorni dopo, il viaggio è iniziato ancora una volta, prossima
destinazione di Polonia. Con l'arrivo a Varsavia, Zogu è stato coinvolto in un
incidente d'auto, dove la mente ha perso la vita cercando di evitare un
avviamento folla polacca.
Vedendo che nulla di grave è successo, Zogu ha deciso di girare intorno alla
città e visitare musei. Poi affittato alcune auto che viaggiavano in Lituania,
Lettonia ed Estonia per placare la sua curiosità per questi tre piccoli Stati.
Il 17 luglio di nuovo imbarcato nella macchina, già riparato a Riga parte per
andare in Svezia. Nella conferenza di Stoccolma ha dato la sua conferenza
stampa per prima volta dopo l'espulsione dall'Albania. Seduto dietro un
tavolo dove la bandiera albanese era evidente, ben vestito come mai prima,
Zogu ha detto che ogni albanese aveva il compito di lottare per la libertà del
suo paese.
Famiglia reale da Svezia ha viaggiato verso Copenhagen e poi ad Anversa,
in Belgio. In France finalmente è radunata a Versailles, dall’8 agosto
1939.329
In Francia, Ahmed Zog cercò di dominare il fattore albanese e influenzato le
grandi potenze di organizzare un fronte anti italiano in Albania.
Il 10 maggio 1940 la Germania nazista attaccò la Francia. Così Zogu si
diresse verso il sud della Francia, in alcune città i cui porti continuano
evacuazione.
Quando è stata bombardata Bordeaux, Zogu scese a sud, a Bajo, su consiglio
della Marina britannica. Anche se ci ha dovuto abbandonare più conviviali
paesi alleati, pensava che la Spagna sarà in grado di ottenere visti per le sue
sorelle. Ma Franco rifiuto.
Una volta, quando sono stati avvicinati di più, Zogu non è mosso dalla
macchina cercando di calmare Geraldine da una mentalità che sembra
albanesi troppo vecchio dicendo: "Non temere, nessun soldato tedesco non
ha colpito persone su una macchina come quella di Hitler".
Era il crepuscolo e l'ultima barca era quasi piena, quando gli ufficiali della
Marina britannica hanno sentito il rumore di un'auto, che si avvicina. Era la
Mercedes gigante della famiglia reale albanese. Ma non era facile trovare
posto nell’ultima nave. Tutti i trattati non riescono ad avere successo e solo
dopo che gli ufficiali britannici aprono il loro cuore e fanno poco posto in
piedi per la famiglia reale. Era il tempo in cui più caro di tutto era la testa.
Cosi il Benz viene rimase nella sabbia.
Il mattino la nave si parte.
La Mercedes rossa ha cominciato a diminuire nella riva, come una creatura
di spirito che pronuncia "addio" dopo una missione compiuta.
329 Rivista “Klan” 8 dicembre 2006.
182
QUATTRO REGALI PER IL MATRIMONIO
Quattro personaggi VIP hanno inviato regali costosi per le nozze di re Zogu.
Il Mercedes Benz inviato da Hitler.
Un carro trainato con quattro cavalli bianchi lipizzani dono dell'ammiraglio
Horthy,reggente d'Ungheria.
Il Re Vittorio Emanuele d'Italia gli invia un cavallo drago statua di bronzo e
alcune ceramiche inviate da Mussolini.330
330Bernd Fischer: op. cit. pg. 275.
183
3.12 IL POST MATRIMONIO
Il conte Ciano nei giorni trascorsi a Tirana non aveva nascosto ilsuo
malcontento nemmeno all'ufficiale della guardia reale che era stato posto.331
Egli lo vedeva ormai da un solo punto di vista: quello del pericolo di
stabilirsi in Albania dell’influenza tedesca. Per impedire questa, egli era
perfino disposto a trattare con la Jugoslavia per la spartizione dell'Albania.
Non teneva sufficientemente conto delle scarse simpatie che l'aristocrazia
ungherese nutriva per il nazismo. Non sospettava che alcune mancanze di
riguardo che egli aveva risentito in quei giorni erano forse da attribuirsi alla
reputazione di filonazista che egli godeva in Ungheria nel paragone con
l’attività svolta colà in passato dal sottosegretario Suvich. Non errava invece
nel ricordare il grande prestigio che l'Austria godeva in Albania per il
costante appoggio che Vienna aveva dato ai moti albanesi per l'indipendenza
nazionale.332
Ritenni in quel primo momento che fosse solo un fatto di amor proprio
personale che lo avesse indotto a riesumare i concetti che al tempo della
prima guerra mondiale avevano ispirato il trattato di Londra e il patto Tittoni
-Venizelos nei riguardi dell'Albania. Gli avvenimenti degli ultimi giorni e
tutto quanto erano avvenuti in occasione del matrimonio reale non era stato
piacevole per l’Italia.
Secondo Ciano, avvisava Jacomoni che convenisse ancora trattare con re
Zogu e tentare, fino all'ultimo, di agire su di lui, spronandolo a riforme
sociali che gli conciliassero il suo popolo e che in pari tempo accattivassero
sempre più a noi il favore degli albanesi. Essi sapevano da chi veniva
l'incitamento alle auspicate riforme. Era in queste riforme che vedeva
rimedio ai tentativi che le nuove parentele del re potevano compiere sia a
favore della Germania e sia a favorevole di quanti volevano che la corte
conservasse il suo carattere orientale e assolutistico.
La migliore garanzia dell'integrità etnica dell'Albania sarebbe stata
l'atteggiamento che avrebbe tenuto verso l’Italia il popolo albanese.
Jacomoni doveva condurre una politica che entro un anno avesse posto il re
di fronte alla necessità di prendere una posizione netta. A luisi richiedeva in
pari tempo, per il caso che la decisione di Zogu fosse contraria di provvedere
che non andasse perduto, anzi fosse consolidato quel favore che il popolo ci
aveva chiaramente dimostrato nel contegno della folla e nelledichiarazioni
dei suoi massimi esponenti, comprese molte personalità vicinissime a Zogu.
Subito dopo quest’udienza Jacomoni è stato chiamatodal capo di gabinetto
Ottavio De Peppo,che era funzionario di vecchia tradizione diplomatica con
331 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 605.
332Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.
184
la quale era in ottimi rapporti fin dal tempo della Conferenza della Pace a
Parigi nel 1919.333
Ottavio De Peppo si spiega per fare comprendere che l'atteggiamento di
Ciano contro re Zogu non era il frutto del suo viaggio a Tirana, ma aveva
trovato nel viaggio stesso solo un pretesto. La decisione di Ciano risaliva al
momento dell'Anschluss austriaco. Essa aveva dovuto da un lato al pericolo
che poteva rappresentare per l'Italia una vivace ripresa d’iniziative tedesche
nei Balcani con l’apporto delle influenze che l’Austria vi conservava,
dall'altro a motivi di prestigio italiano in quei paesi.
A conferma di quanto gli aveva detto, De Pepo si lesse alcuni brani del
rapporto che Ciano aveva consegnato Mussolini il 2 maggio 1938, e cioè
immediatamente dopo il suo ritornò dall'Albania. Anche dalla rapida scorsa
che poteva dare al documento,era apparentemente particolareggiato per tutto
quello che serviva sia a dimostrare l’importanza strategica ed economica
dell’Albania e sia a porre in luce la scarsa fiducia che si poteva avere in re
Zogu. Era fatto di pensare che il rapporto non potesse essere stato redatto
dopo il ritorno dall’Albania. Per giustificare eventuali mutamenti
d’istruzioni, che il ministro era solito limitarsi nei suoi colloqui con i capi
missione all’estero, a dir loro solo quel che era indispensabile che sapessero
per l’azione da svolgere nei paesi in cui erano accreditati. Ebbi purtroppo
due anni dopo in occasione della campagna di Grecia la conferma che le
istruzioni di Giano apparentemente episodiche si collegavano spesso a
decisioni da lui prese da tempo nella cornice di qualche vasto programma.
De Peppo riteneva che Jacomoni dovesse per il momento proseguire la sua
azione per il riavvicinamento dei due paesi. Zogu avrebbe potuto, col
procedere tranquillizzare Ciano sul pericolo di un'invadenza tedesca in
Albania. Quest’intimità avrebbe potuto dare a Ciano anche soddisfazioni di
prestigio.
Jacomoni era chiaramente detto che un’affermazione Italiana possibilmente
di carattere definitivo e totalitario, avrebbe a controbilanciare nei confronti
del mondo balcanico. L’innegabile aumento di peso acquistato colà dal
Reich seguito alla realizzazione dell'Anschluss. Nello stesso rapporto era
detto che “l'atteggiamento dei tedeschi e alcune non indispensabili
dichiarazioni fatte recentemente alla stampa dallo stesso Zogu lasciano
ritenere che a Berlino si pensi di riprendere in nome proprio il ruolo in altri
tempi giuocato da Vienna, e che chi comanda ora a Tirana non sia
dogmaticamente ostile a questo programma”. Ciano aggiungeva che non
bisogna dimenticare quella che fu prima della guerra la posizione
dell'Austria nel mondo albanese. 334
Molte tracce sono rimaste nelle tendenze
nei gusti, nelle abitudini della classe dirigente di Tirana. Lo stesso re parla il
333 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg. 83.
334Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.
185
tedesco correntemente, anzi è la sola lingua straniera che egli parla Ciano
proseguiva;il Reich rafforzato dall’eredità austriaca potrebbe riprendere la
sua offensiva per guadagnare in Albania quelle posizioni economiche e
politiche cui apertamente tende.
Aggiungeva che il nome prestigio e i interessi dell’Italia, presenti e futuri,
non possono tollerare invadenze di stranieri, né sarebbe prudente attendere
che la minaccia, che ora appena si disegna, e venisse nettamente a
sagomarsi. Le opere italiane, della cui singolare importanza bisogna sbarcare
in terra albanese per rendersi conto appieno, dovranno trovare al momento
opportuno il suo compimento attraverso l'annessione dell'Albania all'Italia.
Molte ragioni e di ogni ordine determinano la necessità di un tale
avvenimento. Il rapporto terminava cheper tracciare la futura linea di azione
in Albania sembra convenga tener presenti tre possibilità: quella di un
allacciamento sempre più stretto del paese attraverso vincoli economici che
finiscano per giocare anche nel settore politico; quella di una spartizione
d’accordo con la Jugoslavia e forse anche con la Grecia; quella
dell’annessione, attraverso un’unione personale.
La prima possibilità era considerata “non definitiva e soggetta all’eventualità
di quelle interferenze e quella che Jacomoni ha detto in precedenza”.
La seconda possibilità, secondo Ciano sia quella della spartizione appare da
un punto di vista diplomatico la più facile delle soluzioni radicali del
problema albanese. La Jugoslavia potrebbe accontentarsi di una rettifica di
confini a nord che le desse il controllo di tutto il lago di Scutari, e di una
dichiarazione di rinuncia ai diritti sul Kosovo; la Grecia di un
arrotondamento della frontiera verso Santi Quaranta di fronte a Corfù. Nei
riguardi della terza possibilità Ciano scriveva che a questo
fine“bisognerebbe sfruttare come elemento fondamentale il dissenso fra
corte e popolo fomentarlo con mezzi adatti e accentuare i contrasti che già
appaiano nella stessa famiglia reale”.335
I Colloqui tra Ciano e De Peppo con la convinzione che si apriva ormai un
nuovo periodo molto difficile nei rapporti italo - albanesi. Soprattutto si
andava verso uno scontro quasi personale verso due uomini: Zogu e Ciano.
Zogu, ormai messo in sospetto dall’atteggiamento di Ciano durante il recente
soggiorno a Tirana; avrebbe fatto ricorso a ogni sorta di artifici per
imbrogliare le carte e tentar di ottenere, presso altri Stati, aiuti a contrappesi
che diminuissero l’influenza italiana.336
Ciano anche a seguito dell’antipatia che egli cominciava a risentire.
Il dovere di Jacomoni era quindi chiaramente quello di salvaguardare
l’indipendenza e l’integrità del paese. A questo fine occorreva anzitutto fare
il possibile per conservare il trono a Zogu, inducendolo a tenere una linea di
335 Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 85.
336Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.
186
condotta che chiaramente addolcisse i suoi rapporti col proprio popolo e con
l’Italia. L’abbandono del potere da parte di Zog poteva favorire il
compimento di disegni pericolosi da ogni punto di vista.
La soluzione migliore per il problema dei rapporti con l’Albania era sempre
quella che rispondeva alla concezione originaria del ministero Italiano: una
collaborazione fra Stati indipendenti e sovrani attuato con forme che fossero
in armonia con i caratteri umanitari di larghi strati del popolo italiano.
Con questa visione, quasi cosciente, Zogu era stato posto sul trono d’Albania
e vi era stato fino allora mantenuto. Si sperava che egli abbia finito per far
sua l’idea di una collaborazione internazionale che non solo salvaguardasse
l’Albania come stato indipendente e sovrano, ma ne moltiplicasse le energie
e le risorse. L’allontanamento di Zogu dalla direzione della vita politica
albanese poteva costituire, per quegli italiani che fossero stati inclini alle
soluzioni violente e semplicistiche dei problemi internazionali, la tentazione
di annettere l’Albania all’Italia o di darle un regime coloniale. Se ne sarebbe
fatto, nella migliore delle ipotesi, o una provincia in perpetuo stato di
ribellione o un possesso veramente malfido.337
Di fronte alla complessità dell’azione che era richiesta alla legazione a
Tirana, era evidente che la situazione in Albania sarebbe divenuta tanto più
difficile, quanto più si fosse intensificata l’attività degli avversari di Zog.
D’altra parte se avesse apertamente combattuto quest’attività, l’Italia
avrebbe corso il pericolo di essere coinvolta nel malcontento che andava
crescendo contro il re. Già gli oppositori albanesi più infiammati di zelo
rivoluzionario e i fuorusciti in Francia e in Svizzera si erano messi in
contatto con elementi fascisti, senza rendersi conto del contributo che essi
potevano portare ai nemici dell’indipendenza albanese. Si aggiunga che in
Albania, il funzionario italiano Giovanni Giro che, fortemente appoggiato da
Ciano, era stato inviato a Tirana per organizzare un’associazione della
gioventù albanese con scopi essenzialmente sportivi e di avviamento al
lavoro, non nascondeva la sua delusione per lo scarso o nessun interesse che
Zog dimostrava per i suoi progetti.338
Quell’organizzazione poteva divenire, proprio come temeva Zogu, il punto
d’incontro dei malcontenti in vista di azioni notevoli, temute dalla legazione
perche potevano far perdere all’Italia il favore popolare.339
Si andava certo
incontro a una situazione caotica irta di ambiguità. Molti interessi personali
e di gruppi sarebbero entrati in gioco con i loro riflessi sulla politica interna
dei due paesi, accrescendo la confusione. Non sarà facile riprodurre in
questo scritto gli ondeggiamenti di fatti che anche allora non sempre ci
sembrava di seguire un filo logico, dato l’ignoranza in cui la legazione
necessariamente si trovava delle ripercussioni che avvenimenti
337 Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 85.
338Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.282.
339Arkivi Qendror i Shtetit. Tirana (A.Q.SH.).F. 143 D .803 pg. 1-3.
187
internazionali di ordine generale avevano sugli stati d’animo di Mussolini e
di Zogu. Rimangano ancor oggi zone d’ombra sul loro vero pensiero nel
lungo, penoso hanno trascorso fra il matrimonio di Zogu e la proclamazione
dell’Unione italo - albanese nella persona di Vittorio Emanuele III.
A Tirana, tutti ebbero la sensazione che il popolo albanese, la cui sensibilità
politica era affinata dai secoli di servaggio e di tormentata vita politica,
aveva intravisto la frattura che si era aperta fra i due governi e si sforzava di
trarne partito per migliorare la sua esistenza, per assicurarsi con l’ansia di
chi ne era stato lungamente privo, quel progresso civile cui anelava e che
sapeva potergli venire solo da un saldo rapporto con l’Italia. In tutte le classi
sociali si lamentava l’atmosfera di diffidenza che era nell’aria e che
scoraggiava ogni iniziativa. Erano già in ebollizione tutti quelli che avevano
contrastato, negli anni precedenti. Il regime di Zogu e tutta la famiglia, che
aveva avuto vittime sia nelle rivoluzioni dei Dukagjini e di Fieri e di
Argirocastro e sia negli altri moti sia, in media avevano turbato, ogni due
anni, il regime di Zogu.
Si agitavano le famiglie dei fuoriusciti all’estero e in generale tutti coloro,
ufficiali, impiegati, commercianti, professionisti, che si ritenevano lesi da
pretese ingiustizie personali. I malcontenti si univano a essi quanti si
consideravano danneggiati dalla scarsa linearità della politica albanese cui si
attribuiva l’irregolarità nel pagamento degli stipendi, sospesi talvolta per
mesi e l’incerto andamento degli affari e delle iniziative dei singoli. Fu
necessario svolgere subito un’azione per invitare alla calma e alla pazienza
senza togliere la speranza di novità, cosi come ingiungevano le istruzioni di
Roma.
Fu evidente che anche Zogu aveva avuto sentore della situazione. Fu
cambiato il ministro dell’Economia Nazionale, Terenc Toci, che aveva
dimostrato chiara visione dei vantaggi che potevano venire all'Albania dallo
sviluppo di attività complementari a quelle italiane, non solo nel campo
industriale, ma anche in quello agricolo.340
Segui il viaggio in America delle
sorelle di Zog accompagnate dal padrino Abdurrahman Mati, viaggio che,
per la partecipazione di quest’ultimo, fu collegato a progetti d’investimenti
finanziari in America.Furono chiamati a conferire a Tirana vari capi
missione albanesi all’estero. Da Parigi giunsero notizie di trattative cola
iniziate del governo albanese per un grosso prestito che permettesse
all’Albania di rinunciare all’appoggio finanziario dell’Italia. Roma fu
avvertita che una notevole attività, non favorevole, era svolta con ambienti
della Corte anche dalla legazione di Germania e soprattutto da parte del suo
segretario. Von Scheiger, ex ufficiale austriaco che risiedeva in Albania da
340(A.Q.SH.) F. 152 D. 265 anno 1936.
188
oltre venti anni. Il ministro Von Panwitz venne in seguito a comunicare di
aver avuto istruzioni di non intralciare l’opera della legazione italiana.341
Il contegno del re nei riguardi dell’Italia appariva in contrasto con queste
informazioni. Egli proponeva di interessare Roma all’elevazione della
legazione italiana al rango di ambasciata, naturalmente con reciprocità a
Roma, per meglio marcare l’intimità dei rapporti fra i due paesi e per dare al
rappresentante dell’Italia in Albania la posizione di decano del corpo
diplomatico. A proposito della situazione internazionale, che nel settembre
del 1938 faceva temere lo scoppio di un conflitto europeo.
Inoltre il re appariva meglio disposto verso le concessioni minerarie,
secondo la promessa fatta a Ciano.342
Egli il re aggiungeva l’espressione del
desiderio che a questa concessione si collegasse con un gran numerodi opere
di bonifica della paludosa costa albanese. In omaggio a questo desiderio di
re Zog si recò in Albania il senatore Prampolini.
L’impressione che trasse il senatore Prampolini dai suoi primi colloqui col re
fu che questi in realtà non desiderassero di giungere a una conclusione, per
quel che riguardava le opere di bonifica, ma che volesse solamente,
abbinando il problema con la questione delle concessioni minerarie, ritardare
queste ultime.
Si sviluppavano intanto i contatti culturali e sociali degli italiani con i
migliori ambienti albanesi.
Era decisa la creazione di un circolo italo - albanese che fu intitolato a
Skanderbeg e che doveva avere un suo parallelo a Roma sotto la presidenza
dell’ambasciatore Cerruti che da poco, per collocamento a riposo, aveva
lasciato la sede di Parigi.
Per affrettare l’esecuzione di questa iniziativa, fu fatto venire a Tirana
l’ingegner Pater che propose la costruzione, con materiale prefabbricato, di
un grande edificio dove oltre a un circolo con grandi sale di lettura e da
ballo, avrebbe trovato posto un teatro capace di varie migliaia di spettatori.
Si comincio a vagheggiare anche l’idea di creare un Istituto di alti studi
albanesi aperto agli studiosi di lingua e di letteratura albanese da ogni parte
del mondo.
Il 6 dicembre 1938 Mussolini approva il progetto dell’occupazione in
Albania.343
Nel dicembre del 1938 divenivano sempre più frequenti, grazie anche agli
accresciuti contatti con ambienti culturali, le notizie sulle sempre maggiori
difficoltà che il re incontrava a dominare insofferenza delle classi più elevate
del popolo albanese verso il regime.
341Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 86.
342Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.
343 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.399.
189
Qualche misura di polizia, come il confino a Kruja di un noto giornalista
italofilo, Vasil Alarupi aveva destato forte malumore; i fuorusciti residenti a
Vienna, a Parigi e a Ginevra avevano formato un gruppo di azione deciso ad
agire al più presto.
190
3.13 LE TENSIONI INTERNAZIONALI
I tempi stringevano a mano a mano che l’atmosfera internazionale si faceva
più oscura.
Il 30 settembre 1938 era stato firmato l'accordo di Monaco che obbligava la
Cecoslovacchia a cedere alla Germania il territorio dei Sudeti. L’11 gennaio
1939 si era avuta a Roma la visita del presidente del Consiglio della Gran
Bretagna, Neville Chamberlain, accompagnato dal ministro degli Esteri Lord
Halifax.344
Ciò persuadeva sempre di più la legazione della necessità di ogni cautela,
siccome l'accordo di Monaco, considerato come un’incruenta vittoria
dell'Asse, sembrava incoraggia molti albanesi a soluzioni notevoli che
ponessero fine alle ingiustizie di cui si ritenevano vittime da parte del loro
sovrano.
L'impegno assunto dall’Italia nei riguardi dell’Inghilterra il 16 aprile 1938
con l'accordo Ciano - Perth, non poteva d’altra parte non essere una remora
all’azione italiana in Albania.345
Essa sembrava doverci condurre verso
formule che pur dando soddisfazione alle richieste albanesi, mantenessero
sul trono re Zogu. Ed evitassero comunque ogni modificazione della
sovranità albanese. Quel documento influenza fortemente l'opera dei
funzionari italiani a Tirana prima e dopo l’unione itala - albanese.346
Dalla necessità evidente di non contravvenire agli impegni presi dall'Italia,
ebbe origine la maggior parte dei successivi contrasti con gli ambienti di
Roma che stentavano a persuadersi non della convenienza, ma dell’assoluta
necessità di mantenere in vita una “sovranità albanese”, con tutte le
conseguenze che essa comportava.
Ciano da qualche tempo si dimostrava convinto che la soluzione della
situazione albanese dovesse venire da un’aperta rivolta delle popolazioni,
specie di quelle montanare che erano le più insofferenti del regime di Zogu.
Egli, contava per creare sommosse, sull’azione dei fuorusciti albanesi che
erano nemici giurati del re, e che avevano largo prestigio negli ambienti
intellettuali. Egli non temeva la ripercussione internazionale di una
rivoluzione in Albania. Si riteneva che in base alle disposizioni della
Conferenza degli ambasciatori nel 1921, una rivoluzione in Albania ci
avrebbe autorizzati a intervenire.
La situazione diveniva di giorno più precaria. Le istruzioni di Ciano,
complesse e imprecise, rischiavano di divenire fonte di ogni sorta
d’incognite. I capi locali di maggiore importanza e più vicini all’autorità
italiana insistevano perché si agisse al più presto.
344Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 399.
345Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.
346 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.91.
191
Si temeva che Zogu potesse sapere di quanto si proponevano di fare per
costringerlo a modificare i suoi metodi di governo e che procedesse ad
arresti e uccisioni. Non erano spento in loro il ricordo di quanto era accaduto
nel 1933 dopo che Zogu, era tornato da Vienna, aveva saputo dei colloqui
che si erano svolti con elementi responsabili italiani, sull’avvenire
dell’Albania nell’eventualità che la malattia, da cui allora era affetto, si fosse
aggravata. Era pure fatto presente che il mutamento del governo Jugoslavo e
la nomina a ministro degli Esteri del signor Zinzar Markoviç, già ministro a
Tirana, poteva incoraggiare il governo albanese a portare innanzi a maggior
decisione le conversazioni, che comunemente si ritenevano già iniziate, per
la conclusione di un patto di amicizia. E si aggiungeva che lasciar molto
tempo per riflettere presentava il pericolo che si venisse a sottilizzare troppo
su quello che sarebbe stato l’avvenire dell’Albania qualora Zog non avesse
consentito a modificare il suo atteggiamento. I fuorusciti che erano per lo più
ardenti nazionalisti, tendevano a ripudiare l’idea di un’unione reale o
personale con l’Italia e propendevano per la scelta, come re d’Albania, non
del re d’Italia ma di un principe di Casa Savoia.
Per influenzare al loro arrivo in Albania, i fuorusciti che nel mese di aprile
del 1939 avrebbero fruito dalle amnistie recentemente concesse da re Zogu,
si proponevano che fossero firmate da parte di elementi che risiedessero in
Albania e vi avessero grande prestigio, dichiarazioni nelle quali fosse
addirittura richiesta l’annessione all’Italia. Cosi si sarebbe avuto modo di far
apparire l’unione come concessione ai nazionalisti più ferventi. Si
richiedeva, andando incontro a idee forse indirettamente ispirate da Ciano,
che si tenesse pronto il denaro per il pagamento di bande che potessero
essere reclutate. Si suggeriva che in un porto italiano dell’Adriatico fosse
concentrato un certo numero di armi da trasportare poi all’occorrenza in
Albania con mezzi della SO.RI.MA (Società Recuperi Marittimi) che aveva
concessione per il recupero di piroscafi affondati di fronte a Valona e San
Giovanni di Medua durante la prima guerra mondiale. Si faceva osservare
che eventuale moto albanese, conseguenza del generale malcontento verso il
regime di Zogu, poteva richiedere un rapido intervento di truppe italiane per
ristabilire l’ordine.347
Era ormai evidente che bisognava uscire dalla situazione creatasi fin
dall’aprile 1938, anche in seguito alle frasi allora pronunciate da Ciano di
fronte a ufficiali della guardia reale. Appariva preferibile prospettare la
realtà a Zogu prima che avesse luogo il parto della regina ormai non lontano.
La prossima di questo evento avrebbe potuto esercitare una buona influenza
sul re e indurlo ad assicurare un regno tranquillo alla sua futura dinastia. Ma
occorreva essere preparati a ogni ipotesi circa gli sviluppi delle trattative una
volta che esse fossero state iniziate.
347 Francesco Jacomoni: op. cit. pg. 93.
192
La caduta di Stojanidovic veniva a cambiare molte prospettive nei riguardi
dell’Albania. Come venni a sapere solo più tardi, Ciano aveva parlato il 19
gennaio con Stojadinovic senza pero approfondire la questione albanese.348
Questi, dopo aver affermato che anche a lui era il disagio del popolo
albanese e dopo aver lasciato intendere che anche in tempi recenti Zogu
aveva fatto a Belgrado degli avvicinamenti non simpatiche nei riguardi
dell’Italia, aveva convenuto che le preoccupazioni circa la fedeltà del re
Zogu all’alleanza con l’Italia non erano infondate. Egli aveva terminato che
gli sembrava non vi fosse altra soluzione che sostituire Zog con altra persona
più degna o procedere a una spartizione dell’Albania fra l’Italia e la
Jugoslavia. Aveva aggiunto pero che sulla formula per risolvere la questione
perché non conosceva il problema nei suoi particolari. Ciano gli aveva
risposto che anche lui non riteneva doversi discutere subito la cosa e che
considerava per il momento sufficiente questa presa di contatti.
La situazione con la caduta di Stojadinovic, mutava completamente,
sostituito al suo posto Dragisa Cvetkovic. Diveniva più difficile parlare al
governo jugoslavo di accordi per una spartizione o per una modificazione
dei confini dell’Albania.349
Nel suo diario Ciano scriveva il 5 febbraio 1939 che occorreva accelerare i
tempi dell’azione in Albania e d’accordo con Mussolini, diceva di ritenere
che l’epoca dell’azione fosse da stabilirsi nella settimana di Pasqua perche
non intendeva lasciare il tempo al nuovo governo jugoslavo di rafforzarsi sul
terreno politico, diplomatico e militare.350
Egli era deciso a condurre innanzi
a rapidamente un’azione in Albania anche perché gli era da una
comunicazione ufficiale fatta dall’ambasciatore a Berlino che la Germania
intendesse mettere le mani sui petroli albanesi.
348Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.286.
349Bernd Fischer: op. cit. pg. 286.
350Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.
193
3.14 I TENTATIVI DI RESISTENZA CONTRO
L’INVASIONE ITALIANA.
Il governo italiano avvalendosi della richiesta presentata in precedenza da re
Zogu di tener pronte truppe per uno sbarco in Albania in vista di
complicazioni internazionali, avrebbe provveduto all’invio di forze armate.
Per altre vie, perché l'organizzatore della gioventù rimaneva in Italia,
occorreva trovar modo che non andasse perduti in Albania i contatti con gli
elementi, anche se ostili a Zogu. Si trattava di esercitare anzitutto una
pressione sul re, nella convinzione che l’irrequietezza del paese gli avrebbe
fatto sentire più necessario com’era accaduto nel 1926 il deciso appoggio
dell’Italia. In secondo luogo occorreva tenerci pronti all’eventualità che la
trattativa con il sovrano non andasse in porto. Naturalmente non era più il
caso di parlare, del reclutamento di capi montanari.
Nel suo diario al 16 febbraio Ciano cosi riassume le sue istruzioni:
mantenere viva l’agitazione popolare ma non mancare di placare re Zogu
dandogli tutte le assicurazioni che desiderano.351
Intorbidire le acque in
modo da impedire che le vere intenzioni siano conosciute. Quest’ultima
frase egli la diceva a se stesso o la riservava alla lettura di un gruppo di
amici perché nelle espressioni usate con me prevalse concretamente il
desiderio che Zogu accettasse l’accordo che gli ha offerto. Fu in
quest’udienza in vista della trattativa che si stava per iniziare. Ciano voleva
essere minutamente informato, offrendo a Jacomoni di far installare presso
la legazione un apparecchio radiotrasmittente e ricevente.
Jacomoni tornando a Tirana trova le notizie tutt’altro che buone sulla
situazione del paese e sulle intenzioni del governo per l’eventualità di una
temuta azione dell’Italia in Albania. Era stato diramato il seguente
telegramma dal ministero degli Interni a tutte le prefetture. Alcuni rifugiati
politici con l’aiuto di una nazione estera tenteranno lo sbarco in territorio
albanese e ciò per creare disordini e per turbare la pace che vi regna.352
Il re prendeva tutte le misure necessarie per impedire qualsiasi infiltrazione
degli estranei. Le informazioni che il maggiore della gendarmeria Abaz Kupi
aveva assunto il comando della zona di Durazzo e dopo aver riunito tutti gli
ufficiali della gendarmeria, avevano impartito loro disposizioni che
riguardavano soprattutto la stretta sorveglianza della comunità italiana.353
Un
distaccamento di gendarmeria era stato inviato a Shijak per tenere d'occhio
l’Ente Italiano Industrie agricola. Erano state distribuite armi a persone di
fiducia del regime; erano stati arrestati alcuni albanesi notoriamente amici
dell'Italia ed era stata iniziata, sia pure segretamente la mobilitazione
351Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.
352 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.96.
353 Bernd Fischer: op. cit. pg. 292.
194
militare. Gli arrestati erano: Qemal Vrioni capo della potente casata dei
Vrioni; Shukri Peza anch’egli d’importante famiglia che soffriva d’influenza
nelle colline di Peza fra Tirana e il mare; Kapllan Delialisi che aveva grande
prestigio presso la gioventù di Tirana e Irfan Ohri molto considerato in paese
per il suo passato patriottico.354
In contrasto con queste misure militari il governo albanese tornava a fornire
prova di buona volontà nella definizione di alcune questioni economiche in
sospeso. In pochi colloqui in casa Libohova alla presenza del presidente del
Consiglio Koço Kotta e del commendator Vincenzo Rocco, consulente
economico della legazione era approvato la convenzione con l'AMMI per le
ricerche minerarie. Per la firma di quest’ultima giungeva poco dopo a Tirana
l’ingegner. Tredici e presidente dell'azienda. Faceva pure progressi uno
schema di convenzione per le bonifiche.
La notizia che le truppe germaniche avevano iniziato nella notte
l’occupazione della Boemia ha dato all’Italia un nuovo stimolo all’azione di
forza in Albania.355
Dal diario di Ciano il giorno 15 marzo appaiono le
indecisioni di Mussolini circa
quest’azione: egli la vedeva
soprattutto come una risposta
all'occupazione tedesca della
Boemia, ma temeva che essa non
potesse controbilanciare
nell’opinione pubblica l’impressione
fatta dall’espansione del Reich in
uno dei territori più ricchi del
mondo.356
Nell’ignoranza di questo stato
d’animo di Mussolini non tenni
conto della comunicazione telefonica Mussolinidi Ciano e iniziai
conversazioni nello spirito delle istruzioni ricevute a Roma. Il 18 marzo la
legazione telegrafava quanto segue: “A proposito delle istruzioni di Vostra
Eccellenza ho iniziato appena giunto le conversazioni intese a rasserenare
l’ambiente, molto turbato, specie dopo i recenti avvenimenti in Europa
centrale”.
Mehmet Konica noto consigliere del re, fino a pochi mesi fa contrario
all’Italia, sì è espresso con quest’addetto militare nel senso che qualora il re
non facesse egli stesso all’Italia proposte che legando a noi definitivamente e
senza riserve l'Albania, la salvasse dal baratro cui si avviava, egli e altri
avrebbero saputo imporre al re quanto era necessaria.
354Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 401.
355Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 627.
356Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.
195
Libohova, pur confermando l’agitata attività anti italiana di molte legazioni
straniere, mi garantiva che nessuna trattativa politica o finanziaria è in corso
con alcuna potenza.
Venendo finalmente a parlare dell’Albania il re invia a Vostra Eccellenza i
suoi vivissimi ringraziamenti per le nuove concisioni ottenute. Egli farà
partire quanto prima per Roma il generale Seregi a spera che la sua missione
possa giovare e costituire fra i due paesi una situazione che pur
salvaguardando la sovranità e l’indipendenza dell'Albania, possa dare a noi
piena soddisfazione.
L’atteggiamento del re alimentò la fiducia della legazione che egli si
proponesse di trovare nella situazione internazionale un pretesto di fronte a
se stesso e ai nazionalisti albanesi per consentire la presenza di forze italiane
in Albania. Ci confermava in questa fiducia anche la scelta di un generale
come ministro d’Albania a Roma e le parole con cui me ne aveva dato
comunicazione.
Lo stesso giorno i1 generale Sereqi ne riparlava al colonnello Gabrielle,
addetto militare. Il 21 marzo 1939 telegrafavano a Roma: Il generale Sereqi
ha precisato a quest’addetto militare che in vista dei prossimi avvenimenti
internazionali il re potrebbe essere indotto, fin d’ora a chiedere 1a presenza
in Albania delle truppe italiane.357
Nel prospettare tale situazione le dette personalità hanno dichiarato in nome
del re che l’Albania, in ossequio all’alleanza si metteva a disposizione
dell'Italia per qualsiasi evenienza. Qualora si dovessero prendere
provvedimenti militari da parte albanese, occorreva tener presente che essi
avrebbe avuto scarsissima consistenza se non fossero stati validamente e
immediatamente sostenuti dall’Italia.358
Le eventuali richieste d’intervento di
truppe italiane sarebbero accompagnate da parte del governo albanese, dalle
richieste del materiale necessario per l’esercito albanese. Concordemente i
tre autorevoli uomini politici hanno aggiunto che: ove la situazione
internazionale non sconsigliasse un intervento di truppe italiane in Albania
esso riuscirebbe in questo momento molto gradito a tutta la popolazione.
357Kastriot Dervishi: op. cit. pg. 401.
358 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.100.
196
3.15 CIANO CONTRO ZOG
In ogni modo per evitare che Re Zog, realmente preoccupato della situazione
esterna e interna, possa prendere qualche misura che sia in contrasto col
pensiero di Vostra Eccellenza, pregherei volermi mettere in condizione di
dargli qualche garanzia. Quest’addetto militare presente al colloquio, per
desiderio albanese, telegraferà in modo analogo.359
Questo telegramma fu poi
particolarmente valorizzato
da Ciano per illustrare in
Italia e all’estero i
precedenti del sbarco
dell’Italia in Albania. Fu
dato un significato
d’immediatezza al
desiderio espresso da Zogu
di uno sbarco italiano,
immediatezza che
probabilmente non era nel
pensiero del re.
Molti potevano essere i
motivi della richiesta fatta
fare con tanta solennità dai
due maggiori esponenti del
governo e da un proprio
rappresentante personale.
Probabilmente il re si proponeva soltanto di aprire uno spiraglio al destino.
Egli era uomo di grandi capacita intellettuali, giustamente convinto di
saperne usare per assicurarsi i favori di una fortuna che mai lo aveva
abbandonato. Lo lusingava certamente l’idea di poter allargare i confini del
suo regno, seppur con l’aiuto di truppe italiane. Pensava forse che uno
sbarco italiano nelle condizioni di turbamento in cui era il paese, fosse ormai
inevitabile e che valesse meglio consentirvi anziché subirlo. Uno sbarco
anche di modeste aliquote di forze militari italiane, poteva apparire inoltre
come una pubblica garanzia data da Roma al trono di Zogu.
Per prevenire ogni sorpresa Zogu prolunga di un mese la sessione
parlamentare, la quale era finita secondo lo statuto.360
Il generale Sereqi precisava il suo pensiero affermando che se era ormai
impossibile per qualunque Stato il rimanere l’isolato, ciò era ancora più vero
per l'Albania. Per l’Italia disse con i suoi quarantacinque milioni di abitanti,
359 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.101.
360 Il giornale “ Drita” 15 marzo 1939.
197
non sarebbe stata uno sforzo eccessivo avviare al progresso con tecnici e con
denaro, un milione di albanesi che chiedevano solo di poter lavorare. Ciò
naturalmente presupponeva a suo avviso, la piena certezza per gli italiani di
potersi fidare degli albanesi come se fossero propri connazionali.
La maggior parte dei membri del governo, pur moltiplicando le misure di
sicurezza nel paese non nascondeva il loro desiderio di apparirti favorevoli.
Vi era nell’aria la sensazione che dopo l’occupazione tedesca della
Cecoslovacchia, la quasi totalità del popolo attendesse da un’ora all’altra
l’arrivo delle nostre truppe come un avvenimento che fosse nell’ordine
normale degli eventi. Si diceva apertamente che se il re avesse negato il
consenso e avesse voluto opporre resistenza, il paese non lo avrebbe
seguito.361
Il 25 marzo ricevevano le seguenti istruzioni da Ciano: Poiché attraverso
molte sue dichiarazioni re Zogu riconosce la necessità e l’urgenza di stabilire
su nuove basi il rapporto italo - albanesi, anche riguardo a quanto succede in
Europa e poiché questo è pure il convincimento assoluto del duce, recatevi
da Zogu e domandategli discutendone con lui su quali basi egli vorrebbe
stabilire i nuovi rapporti con l’Italia.362
Fategli capire che ciò è ormai urgente e improrogabile anche per chiarire in
modo definitivo la situazione che la speculazione dei terzi rende, con
interventi estranei più complicati. Appena conferito telegrafate. Partirò
frattanto per Tirana. Ciano manda queste otto proposte al re Zogu tramite De
Ferrariis.
De Ferrariis giunse il giorno stesso, recando con sé quel progetto. Esso era
del seguente tenore:363
Art. 1 - Vi sarà tra l’Italia da una parte e l’Albania dall’altra una stretta
alleanza e le due Alte Parti contraenti s’impegnano a garantire con tutti i loro
mezzi e la sicurezza dei loro Stati e la difesa e tutela reciproca contro ogni
attacco esterno.
Art. 2 – L’Italia assicura all’Albania che la sua amicizia non le verrà mai
meno, e in caso di una minaccia alla sovranità o all’integrità e
all’indipendenza dell’Albania, l'Italia provvederà con ogni mezzo ad
allontanare tale pericolo e adotterà se necessario, le misure atte al
raggiungimento di tale scopo.
Art. 3 - Fermo restando che il mantenimento dell’ordine pubblico in Albania
e la difesa contro un’aggressione esterna sono affidati al governo albanese. Il
governo italiano potrà predisporre tutti quei mezzi che esso reputa necessari.
Art. 4 -A tale scopo il governo albanese, riconoscendo la necessità di fornire
al governo italiano tutte le facilitazioni necessarie all’adempimento delle
361 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.102.
362Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 628.
363Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.285.
198
reciproche obbligazioni concederà al governo italiano l'uso dei porti degli
aerodromi e delle vie di comunicazione.
Art. 5- Le rappresentanze diplomatiche dell’Italia in Albania e dell’Albania
in Italia saranno elevate al rango d'ambasciata.
Art. 6 – L’Italia presterà tutta la sua assistenza tecnica e finanziaria
all’organizzazione e al funzionamento dello Stato albanese. In ciascuno dei
ministeri albanesi vi sarà un funzionario italiano che avrà il rango di
segretario generale ed eserciterà le funzioni immediatamente subordinate a
quelle del ministro albanese titolare del dicastero.
Art. 7 - L'Italia concederà all’Albania, con giusti accordi doganali e
monetari, condizioni che assicurino tra i due paesi gli scambi in regime
analogo a quello del mercato interno.
Art. 8 - I cittadini albanesi domiciliati in Italia e i cittadini italiani domiciliati
in Albania godranno gli stessi diritti politici e civili dei quali godono i
cittadini dei due Stati nel proprio territorio. Il progetto era impostato sulla
base dei trattati anglo-egiziano e anglo-iracheno.
S’ispirava a una concezione concretamente sorpassata.
Un documento a parte conteneva alcune proposte di accordi da prendere
personalmente con il re, relativi alla creazione di un’organizzazione fascista
albanese, alla concessione all’Italia delle organizzazioni della gendarmeria e
della polizia. Era prevista la nomina di un alto ufficiale italiano quale capo
di stato maggiore delle forze armate, il cui comando sarebbe stato tenuto
direttamente dal re. Di quest’ultimo schema di accordi personali non ritenni
di parlare e almeno finché non avesse avuto 1’adesione al progetto di trattato
che appariva già per stesso difficilmente accettabile e dal sovrano.364
Jacomoni chiede in quale modo egli stesso intravvedesse come seguito alle
sue precedenti dichiarazioni, lo stabilimento di un nuovo rapporto italo -
albanese. Egli si è subito dichiarato disposto ad accordi i più vasti possibili.
In seguito, a sua richiesta, li sono poi espresso a titolo personale le mie idee
sull’argomento, accennando alla possibilità della stipulazione di un trattato
di alleanza su basi che senza precisazioni, corrispondevano però ai principi
ispiratori del trattato portato da De Ferrariis Salzano. Anche su questo il re
ha espresso di massima il proprio accordo.365
Gli fu ripetuto il discorso fatto la mattina a Zogu e cioè che le formule
sarebbero potuto essere studiate insieme. Quello che premeva era di
rafforzare i vincoli dell’alleanza sulla base dell’indipendenza e della
sovranità dell’Albania sulla base della tutela della dignità e delle prerogative
reali. Malgrado queste assicurazioni, Libohova contrariamente a tutte le
precedenti assicurazioni del sovrano, si dimostrò nettamente contrario alla
firma di un atto formale e di carattere generale per il rafforzamento
364 Francesco Jacomoni: La politica dell’Italia in Albania. Capelli Bologna 1965. pg.103.
365 Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. Pg 628.
199
dell’alleanza. A suo avviso, qualunque precauzione fosse presa, dato il
rapporto di potenza fra l’Italia e l’Albania, quest’ultima sarebbe sempre
apparsa come uno Stato protetto. Egli si dichiarava fautore della creazione di
situazioni di fatto, fra loro indipendenti e tali da condurre a una pratica ed
effettiva collaborazione fra i due paesi. Poiché per desiderio del re avrebbe
dovuto tenersi al più presto una riunione cui avrebbero partecipato oltre lo
stesso Libohova, il presidente del Consiglio e il primo aiutante di campo, gli
dissi che ero disposto, in quell’occasione, a seguirlo su qualunque via ci
avesse avvicinati allo scopo desiderato di un’efficace collaborazione.
Nel frattempo Gabrielli, addetto militare e capo della missione militare in
Albania, si recava a sua volta dal re, per chiarirgli i motivi che rendevano
necessaria presenza in Albania di truppe italiane.366
Vostra Maestà gli aveva detto nel desiderio di provvedere direttamente a
un’eventuale prima difesa delle frontiere, chiese e ottenne nel 1927 che il
governo italiano provvedesse organizzare in loco le necessarie delle forze
armate albanesi e indispensabili apprestamenti difensivi. Noi abbiamo fatto
onestamente fronte ai nostri impegni, sopportando oneri non lievi, ma dopo
una lunga esperienza, ci siamo convinti che le forze armate albanesi non
potranno mai avere la necessaria efficienza perché la nostra opera è resa
difficile dall’assoluta incapacità del generale Aranitas e di molti ufficiali che
voi continuate a mantenere in posti di responsabilità.. Occupati questi ultimi
da truppe ostili le forze italiane muovendo da nostre basi dovrebbero esporsi
a gravi perdite per riconquistare il vostro paese.
Per evitare quest’inutili sacrifici di vite umane e di mezzi, il governo di
Roma avendo presente quanto già previsto dal trattato di alleanza in vigore,
vi propone di autorizzare lo stanziamento in Albania di forze italiane, capaci
di fronteggiare insieme con le vostre truppe (regolari e irregolari) eventuali
aggressioni sin dall’inizio della loro azione .
Il rapporto di Gabrielli così proseguiva: Avendo il re risposto che
l'intervento di truppe italiane in tempo di pace. Avrebbe potuto suscitare
proteste straniere ed essere considerato come lesiva della sovranità
dell’Albania gli feci presente che ove l’intervento fosse stato deciso dai due
alleati, in pieno accordo e in vista di complicazioni internazionali, in quel
momento possibili, nessuno avrebbe avuto il diritto di protestare. 367
Di fronte a queste argomentazioni il sovrano si mostrò disposto a esaminare
con favore le condizioni militari proposte da Roma ripetendo che non poteva
pero accogliere alcune delle altre richieste. Era evidente che se si voleva
arrivare alla conclusione di un accordo che non fosse il frutto di una pura
imposizione accettata dal re per motivi contingenti, era assolutamente
necessario modificare vari punti dello schema inviato da Roma.
366Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg. 402.
367 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.105.
200
Il generale Sereqi che era in Partenza per Roma avrebbe ancora in qualità di
aiutante di campo prima di presentare le credenziali chiesto, un’udienza con
Mussolini e Ciano per consegnare un messaggio del Re. Egli avrebbe
illustrato sulle stesse linee, i risultati delle conversazioni cui aveva preso
parte.
Lo stesso giorno 31 marzo con Ciano col sottosegretario alla Guerra
generale Pariani e con generali Guzzoni designate, ad assumere il comando
del Corpo di spedizione in Albania, è state esaminate le norme dell’azione
militare riguardo ai passi diplomatici che la legazione avrebbe dovuto
continuare a compiere.368
Qualunque ne fosse stato l'esito, lo sbarco delle
truppe italiane avrebbe in ogni caso avuto luogo, data la situazione caotica
che si profilava ormai in Albania. Bisognava tener sempre presente che,
anche se il re non fosse stato consenziente, sì sbarcava in un paese animato
nella grande maggioranza della sua popolazione da sentimenti amichevoli
nei nostri riguardi. Era necessario evitare bombardamenti ed era essenziale
che le truppe tenessero con la popolazione un comportamento improntato
alla più umana civiltà. Motivo dell’insistenza su questi punti era fra l’altro il
fatto colonnello d’aviazione Muti; amico personale di Ciano, in un viaggio
compiuto a Tirana pochi giorni innanzi a parlando con il consigliere della
legazione Babuscio Rizzo e col primo segretario Prato aveva tenacemente
prospettato, nonostante le loro proteste, la necessità di 'accompagnare
un’eventuale sbarco di truppe col bombardamento di Durazzo e di Tirana
scopo intimidatorio. Mussolini approvo lo schema di trattato cosi com’era
stato ridotto e del quale non ho purtroppo copia per venire incontro ai
desideri albanesi. Esso rispondeva ormai soprattutto disse Mussolini alla
necessità divenuta urgente di firmare e pubblicare un foglio di carta con cui
Zogu autorizzasse lo sbarco delle nostre truppe e sì ponesse così fine allo
stato di pericolosa agitazione che si era diffuso negli ultimi tèmpi in Albania.
Mussolini, nell’approvare, questo schema mi dette la sensazione che la via
da lui preferita fosse quella dell'accordo con Zogu. Manda un messaggio
personale per il re:369
1)La questione di una modificazione dei rapporti fra l’Italia e l’Albania non
è stata sollevata da me. Ma poiché è stata sollevata, deve essere risolta nel
senso di rafforzare l’alleanza fino ad accomunare nello stesso destino i due
Stati e i due popoli, per garantire soprattutto un pacifico progresso del
popolo albanese.
2) Sono disposte a tenere nel dovuto conto tutte le forme intese a
salvaguardare la dignità e la protezione del sovrano e della sua dinastia.
3) Invito re Zogu a considerare che gli abbia dato durante tredici anni prove
sicure della mia amicizia. Sono disposto a continuare nella stessa linea di
368Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.289.
369 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.107.
201
condotta: ma se questa fossa inutile, le conseguenze ricadrebbero su re Zogu
e sul popolo albanese.
Era un messaggio incoraggiante. Erano soprattutto felice data la mentalità
albanese, l’allusione alla fedeltà nell’amicizia e la conferma di questa nei
riguardi di Zog. Era invece dannosa l’aperta minaccia con cui il messaggio si
terminava, com’era poco abile, in vista della mentalità orientale di Zogu, il
tono di aperta sincerità se non anche di prudenza di tutto il messaggio. A
considerazioni fattegli in questo senso Mussolini, obiettò che quel che ormai
si richiedeva era proprio la chiarezza la più assoluta dei reciproci rapporti.
Il conte Ciano che, nel suo diario dipinge sempre se stesso tanto contrario a
Zogu, si dimostrò anche lui, quel giorno, dopo l’udienza di Mussolini,
desideroso che il re accettasse il nuovo progetto di accordo e mi augurò di
riuscirvi.370
Profittai di queste buone disposizioni per prospettare a Ciano
un'ulteriore, seppur inverosimile ipotesi: quella che re Zogu rinunciasse al
trono piuttosto che firmare il trattato. Gli chiesi se in questo caso avrei
potuto offrirgli di sicura e comoda vita per lui e per la sua famiglia in Italia.
Si diceva che ove questa si fosse dimostrata impossibile a Tirana, il re
avesse intenzione di rifugiarsi nel Mati suo paese di origine con le sue truppe
più fedeli, portando con sé ostaggi che si pensavano, avrebbero potuto essere
i funzionari della legazione.371
Era riferito che da qualche giorno erano frequenti le visite del ministro
inglese a palazzo reale e che numerosi telegrammi erano stati spediti a
Londra dalla legazione britannica. La notizia che nei pressi di Durazzo si
stavano installando apparecchi per segnalazioni luminose, sembravano
confermare la fiducia del re nel possibile intervento di navi inglesi in caso di
un nostro tentativo di sbarco.
370Galeazzo Ciano: Diario 1937 – 1943. Milano 1950.
371 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.108.
202
3.16 L’AGGRESSIONE ITALIANA DELL’APRILE 1939
Il 2 aprile Zogu spinto anche dal motivo che Geraldine stava per partorire
del suo figlio Leka rimanda un telegramma a Ciano con un nuovo progetto,
in quale s’includeva anche la richiesta acchetabile dell’ultimatum del
governo Italiano.372
Il pomeriggio del 2 aprile, davanti al palazzo reale, si è svolta una
dimostrazione.
Sono arrestate una ventina di persone che è stata però subito rilasciate.
Nello stato di turbamento in cui era paese, passò quasi inosservata o ebbe
almeno scarsa risonanza la notizia giunta il mattino del giorno 5 aprile che la
regina aveva dato alla luce un bambino al quale era stato imposto il nome di
Leka.373
Le manifestazioni avvenute il giorno precedente non gli avevano
permesso di esaminare a fondo il progetto che gli aveva già rimesso il
generale Sereqi.
Il re evidentemente temporeggiava. Appariva verosimile che prima di
prendere una decisione attendesse di aver completato la mobilitazione
occulta che era in pieno corso o sperasse di ricevere definitive promesse di
aiuti dall’estero.
I colloqui per quanto cordiali divenivano veramente penosi. Era
sorprendente il notevole schieramento di forze di gendarmeria lungo la
strada da Tirane per Elbassan e Korça fino alla frontiera Greca.374
Quelle misure di polizia verso il confine greco potevano far pensare che le
decisioni dei re fossero ormai prese e che egli predisponesse le misure
idonee a proteggere il suo allontanamento dal paese. Le popolazioni del
territorio che egli avrebbe dovuto attraversare erano fedeli all’antico signore
di Elbassan, Shefqet bej Verlaci, che aveva motivi di vendetta verso Zogu
perché questi, già fidanzato a una sua figliola aveva rotto la promessa al
momento della sua elevazione al trono. Pur essendo sicuro della
magnanimità di Verlaci verso il re nel momento, critico che questi
traversava, trovai modo di fargli sapere che avrei considerato ogni affronto a
Zogu come un’offesa fatta a me personalmente. Sapevo di poter contare su
Verlaci come su di un amico fidato.
Continuavano intanto a pervenire alla legazione voci di minacce rivolte agli
italiani. Di fronte ai pericoli che essi potevano effettivamente correre per
opera di facinorosi, aizzati magari dall’estero, fu deciso di chiedere a Roma
l’invio di un piroscafo per provvedere al loro rimpatrio. Si voleva avere la
coscienza tranquilla sulla sorte di tante brave persone che da anni lavoravano
in Albania. Si riteneva inoltre che la notizia della loro imminente partenza
avrebbe dato luogo a pubbliche dimostrazioni dei sentimenti di amicizia che
372Bernd J Fischer: Mbreti Zog dhe perpjekja per stabilitet ne Shqiperi. Cabej. Tirana 1995. pg.291.
373 Giorgio Martucci: Albania 1912 – 1937. Acustiva Edizione. Brindisi 2006. pg.77.
374 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.110.
203
la maggioranza degli albanesi nutrivano per gli italiani cui erano legati da
antichi comuni interessi. La partenza degli italiani quando essa avvenne fu,
in effetti, accompagnato dalle espressioni più calde dì rincrescimento e
affetto da parte della popolazione. Sì sperava anche che la notizia esercitasse
una benefica influenza sull’animo di Zogu.
Evidentemente le notizie sulle minacce agli italiani che erano giunti a Roma
anche da fonti estranee alla legazione avevano prodotto colà un’impressione
molto sfavorevole.
Zogu aveva ordinato a Sereqi di partire subito per Roma e di portare
quest’assicurazione personalmente al ministero degli esteri. Voleva
accertarsi che il ministro Berati giungendo a Tirana portasse al re la precisa
sensazione che l’Italia non avrebbe receduto dalle posizioni assunte.
Contrariamente all’impressioneil generale Sereqi appariva preoccupato per
lo sviluppo degli avvenimenti e faceva capire in modo confidenziale che lo
stato d’animo del re subiva un irrigidimento.375
Malgrado ogni contrario affidamento, gravi incidenti avrebbero potuto
verificarsi quando si fosse avuta notizia di una rottura delle trattative.
Jacomoni accettava quindi l’offerta che gli era stata fatta dal ministero
dell’invio di un mezzo della marina da guerra per raccogliere gli italiani,
specie i funzionari di banca residenti in località lontane dal mare, come
Korça i quali per una rispettabile coscienza dei loro doveri d’ufficio non
avessero avuto il tempo di occupare posto sul piroscafo già partito.
Particolare impressione suscitò la partenza di tutti gli ufficiali italiani fino
allora a disposizione del comando albanese. Il capo della missione militare
ne ordinò facendo sapere che gli organizzatori non potevano assistere e tanto
meno prender parte a una mobilitazione predisposta contro l’Italia. Durante
il giorno, in porto di Durazzo e di Valona si apparivano le navi da guerra che
venivano per prendere gli ultimi italiani rimasti. Nel pomeriggio una decina
di aeri volano sopra a Tirana spacciando volantini indicando all’agente di
non obbedire al proprio governo e di non porre resistenza.376
Il 5 aprile Mussolini manda il seguendo telegramma a Zogu;
Attendo sua risposta negativa o positiva che a Roma domani giovedì sei
aprile non oltre le ore dodici. Il telegramma era firmato da Mussolini.
La proroga concessa era sola di un giorno.
375 Francesco Jacomoni: op. cit. pg.112.
376Bernd Fischer: op. cit. pg. 292.
204
Il 5 aprile Zogu chiede aiuto agli stati occidentali, invece il 6 aprile chiede.
l’aiuto dell’Antante balcanica. Questi tentativi eranoinutili, senza ottenere
nessun aiuto.377
Malgrado che la richiesta di una risposta positiva o negativa sembrasse
escludere ogni altra discussione alle ore quattro antimeridiane del giorno 6
aprile.
Il presidente del Consiglio aggiungeva oralmente per conto del re
l’espressione del desiderio di definire la parte militare degli accordi col
generale Pariani nel quale il re aveva una particolare fiducia. Ciano, generale
Guzzoni, Pariani si era dichiarato per un’assoluta fermezza nelle trattative
con re Zogu.
Mussolini chiede a Zog di mandare i suoi collaboratori da Guzzoni subito
dopo lo sbarco delle forze armate in Durazzo. Nello stesso tempo lui ordina
Guzzonidi ricevere il collaboratore di Zogu e informarlo per eventuale
novità.
377Bernd Fischer: op. cit. pg. 292.
205
3.17 JACOMONI RACCONTA LE ULTIME ORE DI ZOGU
AL POTERE.
L’argomento che ho tratato per quanto riguarda gli ultimi
tentativi di resistenza di Zogu e la sua partenza è stata
rilevata autenticamente dal libro di Jacomoni.
Vedendo come si sono state svolte le tratative, non ho
voluto aggiungere nient’ altro giacché Jacomoni era
l’uomo mediante testimonie di quello che acadeva.
Re Zog, ha dichiarato che l’integrale accettazione delle proposte come suo
gesto personale poteva apparire lesivo del suo onore e che non poteva ormai
che rimettersi alle decisioni del suo governo. Per conoscere queste ultime
egli ha chiesto tempo fino alle ore 18 di oggi.
Gli ho promesso che avrei trasmesso questa sua preghiera pur facendogli
osservare che il Duce aveva invece fissato come ultimo termine della sua
attesa le ore 12 di stamattina: e che quindi non sapevo se la sua risposta non
sarebbe arrivata troppo tardi.
Alle mie profferte per la sicurezza quella sua personale della sua famiglia, e
di quanti gli fossero cari egli rispose ringraziandomi e assicurandomi che in
avvenire e dovunque egli fosse me potevo far conto su di lui e sulla sua
amicizia. Mi pregava di trasmettere il suo deferente saluto a Mussolini
dichiarandomi che non poteva farmi la stessa richiesta nei riguardi del conte
Ciano alla cui volontà egli attribuiva tutto quel che stava accadendo. La
conversazione terminò alle ore 11.30. Mi trattenni in anticamera fino alla
scadenza del termine per la risposta e alle 12 precise, pregai il ministro degli
Esteri di introdurmi nuovamente da re Ahmed Zogu per chiedergli ancora
una volta di modificare la sua decisione e mettermi in condizione di riferire
subito a Roma una risposta favorevole. Re Zogu mi ringraziò del mio
personale interessamento, ma mi confermò in un colloquio di pochi minuti
che nulla poteva mutare a quanto mi aveva comunicato prima.
Seppi poi che la regina Geraldine era partita in automobile di mattina presto
e che quindi la decisione negativa dei re era già stata in antecedenza
definitivamente presa, com’era apparso anche dal senso d’ineluttabilità che
aveva pervaso la conversazione. Nel pomeriggio di quel giorno, 6 aprile
vennero da me delle delegazioni della Camera e del Municipio con l’incarico
ufficiale di pregarmi di intervenire ancora a Roma per una proroga dei
termini stabiliti per lo sbarco delle truppe. Alcuni delegati, nell’uscire mi
chiesero tuttavia di non far nulla in tale senso, anzi di adoperarmi perché i
tempi dell’azione italiana fossero accelerati. Poco dopo le ore 18 appariva
sul cielo di Tirane uno stormo di aerei italiani che lanciavano manifestini
destinati alla popolazione con l’invito alla calma e all’attesa fiduciosa,
nell’opera dell’amica Italia. Vidi apparire rischiararsi il volto di alcune
personalità albanesi che erano in quel momento in legazione.
206
Se anche altre trattative fossero fallite, era mia impressione che la presenza a
Tirana della nostra rappresentanza diplomatica sarebbe stata utile e avrebbe
dato fiducia agli albanesi nei momenti difficili che avrebbero potuto
precedere o seguire immediatamente lo sbarco. Si sarebbe potuto impedire in
caso di crollo del regime di Zogu uno spargimento di sangue di non solo fra
italiani e albanesi, ma anche fra gli stessi albanesi allontanando il pericolo
dello scatenarsi di vendette e di rancori. Altri motivi che direi di rilevanza
giuridica richiedevano la presenza a Tirana di funzionari responsabili italiani
nei giorni che stavano per seguire. Con qualche opportuna iniziativa si
sarebbe potuto evitare che venne a mancare la continuità dello stato
albanese, il cui funzionamento non doveva subire interruzioni se non si
voleva alterare profondamente la natura dello sbarco. Esso non doveva dar
luogo a un’occupazione militare con conseguente assunzione civile da parte
del comandante delle truppe. Ostavano al riguardo, le garanzie che erano
state date dell’intangibilità della sovranità albanese.
Nella sera del 6 aprile giungeva da Roma con risposta al telegramma che si
riferisce al mio ultimo colloquio con il re. La seguente comunicazione
convoglia aggiungerà a Durazzo e negli altri porti prestabilito ore quattro e
trenta da domani 7 aprile. Sbarco avrà immediato inizio qualora Zogu
modificasse nel frattempo suo decisioni e accettasse nostre richieste,
faremmo opportune comunicazioni radiotelegrafiche al Comando del Corpo
di Spedizione. Verso mezzanotte tornava da me il ministro degli Esteri
Libohova. Informato dello sbarco imminente di forze armate italiane a
Durazzo, egli veniva da parte del re a proporre un accordo militare da finire
nella mattina successiva, per giustificare la presenza di nostre forze armate
in Albania ed evitare un inutile spargimento di sangue. Dopo la conclusione
di quest’accordo il primo contingente di truppe avrebbe potuto sbarcare.
Come premessa all'accordo militare re Zog chiedeva la nostra accettazione
delle ultime controproposte albanesi. Rinnovava l'espressione del suo
desiderio che la convenzione militare fosse firmata dal generale Pariani
come plenipotenziario italiano. Trasmisi immediatamente a Roma la
richiesta aggiungendo che nonostante il tardo momento mi permettevo di
interessare il ministro degli Esteri a volerla benevolmente esaminare.
Giungeva di lì a poco la risposta del ministero. Essa diceva: Se il governo
albanese ha qualche cosa da dire la comunichi al comandante delle truppe
prima che avvenga lo sbarco. Il comandante delle truppe riferirà a Roma.
Pariani non potrebbe comunque venire essendosi recato in Germania per
accordi con lo Stato Maggiore tedesco.
Nelle prime ore del mattino del giorno 7 ricevevo l’istruzioni per far
pervenire a Sua Maestà il seguente telègramma di Mussolini: Nello spirito
dell'amicizia italo - albanese che Voi invocate e alla quale intendo rimanere
fedele comunico a Vostra Maestà che potete mandare a Durazzo il vostro
plenipotenziario per trattare accordo militare col generale Guzzoni,
207
comandante delle truppe italiane da me autorizzato ad ascoltare il Vostro
rappresentante e a riferirmi.
Feci subito questa comunicazione al ministro degli Esteri albanese ed egli
tornò a vedermi in legazione. Mi disse che essa rispondeva al telegramma
che re aveva direttamente inviato a Mussolini a Roma su un suo
suggerimento datogli a seguito del nostro colloquio.
Nella notte Libohova venne ancora una volta in legazione per propormi una
formula che non aveva tuttavia ancora presentato al re.
I funzionari della legazione commentarono il silenzio del re circa la
permanenza delle truppe italiane in Albania nel senso che egli mirasse ormai
solo a prender tempo. Erano convinti che il re avesse ormai preso le sue
decisioni è che qualunque nuovo negoziato non avrebbe più avuto
alcunvalore sostanziale. In effetti, fu poco dopo questa comunicazione che
dalle nostre finestre potemmo vedere una fila di automobili fermarsi dinanzi
al palazzo delle sorelle del re. Il palazzo in cui esse abitavano era
vicinissimo alla legazione che era al vertice di due strade divergenti, una
diretta a Elbasan, e l’altra al quartiere degli zingari. Non si potevano
distinguere le persone, ma era chiaro che la famiglia reale stava per lasciare
Tirana. Ad alcuni funzionari parve anche di sentire qualche grido soffocato.
Si disse poi che a emettere queste grida era stata la sorella di Ahmed Zogu,
vedova di Ceno bej Kryeziu. La principessa, la cui mente si diceva fosse
turbata fin dalla morte del marito, si sarebbe rifiutata di abbandonare Tirana
alla vigilia dell’arrivo delle nostre truppe, ma ve l'avrebbero obbligata con la
forza. Il corteo di macchine parti prendendo la via di Elbasan. Verso le ore
otto del mattino il ministro degli Esteri Libohova m’inviava una sua
macchina pregandomi di recarmi da lui al ministero degli Esteri, insieme
all’addetto militare, capo della missione militare italiana in Albania
colonnello Gabrielli. Egli mi chiese di andare io stesso a Durazzo per
assistere i delegati albanesi che si recavano a trattare con il generale
Guzzoni. Gli dimostrai l’evidente impossibilità in cui mi trovavo di
accontentarlo e la falsa posizione in cui mi sarei altrimenti messo. Egli
modifica allora la sua richiesta pregandomi di autorizzare il colonnello
Gabrielle come capo della nostra missione militare presso l’esercito
albanese, ad accompagnare lui i plenipotenziari Albanesi, che erano il
ministro dell’Economia Nazionale, Rrok Gera e il colonnello di stato
maggiore Samith Kola, e ad assisterli nelle conversazioni che avrebbero
avuto per la redazione di una convenzione militare in forza della quale le
truppe italiane che stavano iniziando lo sbarco si sarebbero recate a Tirana.
Autorizzai questa missione del colonnello Gabrielle. Come risposta a una
nuova richiesta di Libohova di redigere io stesso un progetto di convenzione,
osservai che non avevo più nessuna veste per intervenire nella trattativa. Egli
insisté che gradiva egualmente di avere un mio parere personale sulle
richieste da presentare al generale Guzzoni circa l’entità delle forze che
208
sarebbe potuto rimanere in Albania e sulle formalità dell’omaggio che esse
avrebbero dovuto prestare a re Zogu. Parlammo amichevolmente di tali
questioni, come amichevolmente si erano svolte le conversazioni che avevo
avuto con lui nella notte precedente e come cordiali erano pure stati i miei
colloqui di quei giorni con tutte ali albanesi favorevoli o contrarie a re Zogu.
I plenipotenziari albanesi partirono quindi per Durazzo con il nostro addetto
militare, muniti delle credenziali che qui di seguito riproduco:
Il Ministro Libohova tenne riaccompagnarmi personalmente alla legazione
nella sua macchina, per timore che io avesse qualche difficoltà con la
gendarmeria albanese che sorvegliava in forza gli ingressi della nostra sede
diplomatica.
Poco dopo mezzogiorno rientrava in legazione il colonnello Gabrielli che mi
riferiva sulle conversazioni, svoltesi con il generale Guzzoni già sbarcato a
Durazzo. Era stato concordato uno schema di convenzione militare che
prevedeva lo stabilimento in Albania di una nostra divisione.
Re Zogu avrebbe dovuto inviare una lettera per chiedere l’immediato invio a
Tirana di questa grande unità. Il colonnello Gabrielle m’informa che il
plenipotenziario albanese aveva subordinato la conclusione dell’accordo
militare all’accettazione delle note controproposte albanesi per il trattato di
più stretta alleanza. Sia il generale Guzzoni sia i plenipotenziari albanesi si
erano riservati di far avere lo schema di accordo militare rispettivamente a
Mussolini e a Zogu per le loro decisioni. Un nuovo appuntamento era stato
preso per il pomeriggio alle ore 16. Il colonnello Samith Koka doveva
incontrarsi prima in legazione con l’addetto militare per recarsi insieme a
Durazzo. Lo attendemmo invano. Ricevemmo invece poco dopo le ore 16 la
notizia che era stata fatta saltare il ponte che attraversa il fiume: Arzen a
Shijak sulla via di Durrazzo. Non era quindi ormai possibile ai
plenipotenziari albanesi raggiungere Durazzo. D’altra parte, come seppi poi,
una nuova trattativa sarebbe stata inutile e impossibile perché Mussolini
aveva trovato inaccettabili le proposte di Zogu e aveva ordinato al generale
Guzzoni di non perdere altro tempo e di proseguire verso la capitale. Il ponte
sull’Arzen, a quanto mi si disse in seguito, era stato fatto saltare da criminali
che, fino a pochi giorni prima in stato di latitanza, si erano lasciati
convincere dalla promessa di un pieno proscioglimento a presentarsi al
carcere fu Durazzo. Ne erano stati fatti uscire, armati, la notte precedente, al
momento dell’arrivo delle nostre navi. Sempre nel primo pomeriggio del
giorno 7 aprile ero informato che le truppe albanesi, fino allora schierate a
cavallo della strada che univa Durazzo a Tirana, si erano sbandate.
Vedemmo dalle finestre della nostra legazione che i plotoni di gendarmeria,
già riuniti nel cortile del palazzo delle principesse, non si trovavano più al
loro posto. Un battaglione di fanteria che occupava il “campo delle
preghiere”, di fianco alla legazione sulla strada di Elbasan, era stato
sostituito da bande montanare. I pattugliati di sorveglianza alla legazione,
209
erano stati anch’essi allontanati. Verso le 18 dello stesso pomeriggio il
dottor Mario Bianchi, che era rimasto con me a Tirana e che era in rapporti
amichevoli con molti intellettuali albanesi, riceveva da uno di essi la notizia
che il re aveva lasciato Tirana con parecchi membri del governo e che i
detenuti delle carceri della città erano stati liberati e armati. A quanto mi si
disse, il re, che aveva passato la notte in una moschea presso Tirana, aveva
preso la via d’Elbasan. Sui motivi dell’abbandono del paese da parte del re si
sono proposte varie ipotesi. Molti hanno ritenuto che egli temesse per la sua
vita insidiata, come, infatti, lo era dalle numerose vendette personali che la
sua avventurosa carriera politica gli aveva suscitato. A mio avviso invece
egli dette in quell’occasione, una prova non di timore ma di lungimirante
visione politica. D’altra parte, come il re aveva avuto più volte occasione di
dire a me e ad altri, una seconda guerra mondiale gli appariva ormai
prossimi. Difficilmente l’Italia avrebbe saputo rimanerne estranea.
Allontanandosi, egli poteva sperare, se l’Italia avesse vinto la guerra, di
poter contare sulla nostra benevolenza, qualora egli non avesse dato fastidi.
E nessun grosso fastidio ci dette. Se le sorti del conflitto fossero state
sfavorevoli all’Italia, secondo quella che era probabilmente la sua intima
convinzione, egli riteneva, rifugiandosi in Inghilterra, di poter un giorno
recuperare il trono d'Albania con l'appoggio inglese.
210
3.18 L’UNIONE DELLE CORONE CON L’ITALIA
Pochi giorni dopo l'occupazione del territorio, appena la calma fu ristabilita,
gli uomini più rappresentativi di ogni regione d'Albania si riunirono,
secondo le tradizioni, in assemblea costituente a Tirana e con voto solenne e
unanime offrirono la corona d'Albania al Re d'Italia 12 aprile 1939.378
Il 13 aprile il Gran Consiglio del Fascismo, in una riunione straordinaria,
salutò “con gioia virile” l'evento storico, che sulla base dei secolari vincoli
di amicizia associa al popolo e al destino d'Italia il destino e il popolo
d'Albania in una più profonda e definitiva unione.
Il 15 aprile 1939 sì e tenuto a Roma la riunione delGran Consiglio del
Fascismo, il quale approva l’Unione delle corone.379
Il 16 aprile una delegazione si recò espressamente a Roma per offrire la
corona al Re d'Italia, che la accettò. Il capo delegazione era il primo ministro
Shefqet Verlaci. Nella delegazione partecipavano; Xhaferr Ypi, Sami Vrioni,
Ferid Vokopola, Visarion Xhuvani, Dhimiter Popa, Siri Toptani, Ndoc
Pistulla ecc.380
Nello stesso giorno fu emanato e pubblicata la legge (n. 580) per effetto
della quale. Il re d'Italia, avendo accettato la corona di Albania, assume per
Sé e per i suoi successori, il titolo di “Re d'Italia e di Albania, Imperatore
d'Etiopia” facendosi rappresentare in Albania, con residenza a Tirana, da un
Luogotenente generale Francesco Jacomoni.381
Il 14 luglio il Consiglio dei Ministri approvò il disegno di legge, che fu
sottoposto alle assemblee della Camera e del Senato il giorno successivo.
In meno di dieci giorni l'Albania si era epurata e ritrovava il suo volto.
E chi aveva paventato per la riduzione dell'Albania a colonia o a protettorato
potettero rapidamente consolarsi, vedendone conservata l'indipendenza e posta alla
pari dell'Italia, in un vincolo di unione parità via, sotto un unico Re.
Taluni Stati si affrettarono a riconoscere senz'altro la nuova situazione
(Germania,Spagna, Ungheria, Jugoslavia, Grecia), mentre molti altri la
riconobbero in seguito, a cominciare dalla Francia, attraverso l'estensione
degli accordi commerciali con l'Italia all’unione doganale itala - albanese.
Pur conservando la propria autonomia e i due Stati avevano, infatti, unificato
doganale i propri territori, conservando ognuno la propria valuta (1 lira
albanese -6,95 lire italiane.
Si erano inoltre unificati le rappresentanze diplomatiche e consolari 3 giugno
1939 e le forze armate 13 luglio 1939 e, quel che più rileva, si erano
convenute di far godere ai cittadini albanesi in Italia e a quelli italiani in
Albania tutti i diritti civili e politici di cui godono sul rispettivo territorio
378 Amedeo Giannini: L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg.187.
379Arben Puto: Shqiperia politike 1912 – 1939. Toena. Tirana 2009. pg. 651
380 Kastriot Dervishi. Historia e shtetit shqiptar 1912-2005. Edit. 55 Tirana 2006. pg.422.
381Arben Puto: op. cit. pg. 652.
211
nazionale. E all'accordo erano date immediate esecutorie chiamando
cittadini albanesi a far Parte del Senato, dell'Accademia d'Italia, del corpo
diplomatico, dell'esercito. Cioè a dire si assimilavano a ogni effetto i
cittadini dei due Stati, segno evidente e tangibile della parità di situazioni
giuridiche con cui si erano uniti due Stati.
Il 3 giugno 1939 era infine emanato lo Statuto fondamentale del Regno
d'Albania.382
Il 13 luglio 1939 fu istituita una Luogotenenza generale per
l'Albania avviandosi rapidamente come il nuovo assetto politico,
amministrativo ed economico dello Stato.
Nel maggio del 1939 le forze armate Albanese si riuniscono a quelle
Italiane. In Albania queste forze armate esercitavano un comando generale
con capo arrivato da Roma. La Gendarmeria Reale si sciolse, passando
l’Arma dei Carabinieri.383
3.19 LA NATURA GIURIDICA DELL'UNIONE ITALO – ALBANESE
382 Bollettino Ufficiale nr. 40. 10 giugno 1939.
383Kastriot Dervishi:op. cit. pg. 426.
212
Si è detto che la natura giuridica dell’unione itala - albanese abbiacarattere
personale.384
Finora non si citava che un solo esempio di unione personale, ossia quello
fra la Danimarca e l'Islanda. Quell’italo - albanese sarebbe quindi stata il
secondo esempio.385
È noto però che all'unione dano- islandese è stato negato il carattere
personale, adducendosi che questa presuppone due ordinamenti statali
autonomi, il quale vieneaccidentalmente ad avere uno stesso capo di Stato,
ma conserva la loro piena e intera autonomia. Nel caso dano-islandese la
comunanza del monarca, è predisposta giuridicamente e convenzionalmente
sono determinati i rapporti fra i due Stati, la qualeha anche qualche servizio
comune, invia principale o sussidiaria. Saremmo pertanto di fronte ad
un’unione reale. Il carattere reale dell’unione italo - albanese è ancor più
evidente.
È vero che le due corone sono distinte, ma l'unita della persona fisica del
monarca che a esse preposta è preordinata giuridicamente: la corona è
offerta al Re d'Italia, e questil’accetta come tale, la sua accettazione
convalidata con una legge costituzionaledello Stata italiano.
Se l'unione dei due Stati non poteva per tanto qualificarsi personale
inizialmente,ogni dubbio, se pur dubbi vi fossero, scompare di fronte allo
sviluppo che gli ordinamenti giuridici dell'unione hanno avuto in seguito.
La definizione giuridica data all'Unione itala - albanese è descrittiva dei
caratteri presentati dal Regno d'Italia e dal Regno d'Albania nei loro,
fondamentali, reciproci rapporti.386
Quest'unionenon si poteva definire più brevemente; i caratteri che essa
presenta non corrispondono invero a quelli d'alcuna categoria specifica che
sia già rilevata.
Utilizzando le categorie giuridiche proprie a tale dottrina si può soltanto
comprendere la formazione itala-albanese nella categoria generica dello
Stato decentrato, per darne una definizione che sia abbastanza precisa e
comunque la distingua dalle formazioni con simili, siamo quindi dovuti
ricorrere al rilievo di quei caratteri giuridici fondamentali che la
differenziano dagli altri Stati decentrati o dalla loro maggior parte. Un
motivo rende particolarmente sensibile le inconvenienze di cui si soffre di
inquadrare l'Unione italo - albanese in categoria specifica espressa in una
breve formula.
L’Unione in esame non è un unicum, per lo meno nelle sue linee essenziali:
innanzi al suo costituirsi sussistevano formazioni dotate di caratteri giuridici
analoghi a quelli che sono essa rilevabili. La mancanza di una tale formula
384Arben Puto: op. cit. pg. 650.
385 Amedeo Giannini: L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg. 191.
386 Guido Lucatello: La natura giuridica dell’unione Italo – Albanese. Cedam Padova 1943. pg. 82.
213
impedisce quindi di adempiere uno dei compiti fondamentali che ha la teoria
generale del diritto nei confronti della formazione in esame, e precisamente
quella di raggrupparla con le formazioni consimili.
Tra le formazioni che presentavano caratteri analoghi a quelli dell'Unione
italo - albanese possiamo menzionare l'Impero russo comprensivo della
Finlandia dal 1809 ai 1899 e l'Impero britannico dal costituirsi del primo
dominio all'attuazione delle risoluzioni della Conferenza imperiale tenutasi
nel 1926.
Nell’Impero russo degli Zar, dal 1809 al 1899, il Granducato di Finlandia si
trovava rispetto all'impero russo in una posizione fondamentale identica a
quella in cui si trova il Regno d'Albania rispetto al Regno d'Italia.387
Il prof Arben Puto lo descrive quest’unione personale come anacronismo.388
In via convenzionale gli ordinamenti dell'unione sono fissato adottando
servizi unici e comuni per problemi di fondamentale importanza
(rappresentanza diplomatica e consolare, forzearmate. unione doganale) e si
stabilisce in fine una completa parità di situazione ridica fra i cittadini dei
due Stati.389
3.20 CRONOLOGIA
387Guido Lucatello. op.cit. pg. 83.
388Arben Puto: op. cit. pg. 652.
389 Amedeo Giannini: L’Albania dall’indipendenza all’Unione con l’Italia. Varese 1940. pg. 192.
214
8 ottobre 1895 - Nasce Ahmed Zogu a Burgajet di Mati dai genitori
Xhemal Pasha Zogu (1860-1908) e dalla seconda moglie Sadije Toptani
(1876-1934).
1912 –A.Zogu abbandona Costantinopoli e ritorna a Mati.
28 novembre 1912 -A. Zogu era delegato nel congresso dell’indipendenza
a Valona.
1913 -A. Zogurifiuta di far parte del governo di Essad Pascià (filoserbo) e
riunisce nella Valle del Mati il “Consiglio degli Anziani”.
24 gennaio 1914 - Durazzo è proclamata capitale al posto di Valona.
1914 - Si oppone alla formazione del Principato decisa dalla “Conferenza
degli Ambasciatori”.
7 marzo 1914 - Il principe Guglielmo di Wied arriva a Durazzo.
18 marzo 1916 - Presiede a Elbasan il Congresso nazionale per opporsi al
tentativo austriaco di occupare oltre a Scutari, Durazzo ed Elbasan.
1916 - A. Zogu è insignito dall'Austria del grado di colonnello, nel
tentativo di rabbonirlo..
Agosto 1918 - L'Austria abbandona Scutari.
Ottobre 1918 - Elbasan e Durazzo occupate dall'Italia.
11 novembre 1918 - Armistizio.
25 dicembre1918 - Governo Provvisorio di Durazzo e invio della
delegazione alla “Conferenza di Pace”.
22 gennaio 1920 -A. Zogu partecipa al “Convegno di Lushnja”.
30 gennaio 1920 - “Consiglio supremo” dei Quattro Reggenti composto di
Monsignor Bumci, Aqif Pascià, Abdi bey Delvina, Dr Turtulli.
Formazione del Governo di Suleiman bey Delvina. Ahmed Zogu, a solo 25
anni è Ministro dell'Interno.
31 gennaio 1920 - Elezione dell’Assemblea Parlamentare.
8 febbraio 1920 -Tirana (17.000 abitanti) diventa capitale del Paese.
215
Febbraio 1920 - Dimissioni del Governo Provvisorio.
27 marzo 1920 - Zogu inizia gli impegni parlamentari.
2 settembre 1920 - L'Italia abbandona Valona.
12 ottobre 1920 - Pandeli Evangeli, capo della Delegazione alla
“Conferenza di Pace”, chiede l'ammissione alla “Lega delle Nazioni”.
21 novembre 1920 - Formazione del governo di Iljaz Vrioni. Zogu ministro
dell'interno, propone un prestito di 2 milioni di franchi-oro.
17 dicembre 1920 - L'Albania è ammessa nella “Lega delle Nazioni”.
21 aprile 1921 -A.Zogu è eletto al Parlamento.
1 aprile 1921 - Dimissioni del Governo Vrioni
11 luglio 1921 /15 ottobre 1921 - Secondo Governo Vrioni.
16 ottobre 1921 - Formazione del Governo di Pandeli Evangeli.
26 ottobre 1921 - Zogu, comandante in capo delle forze armate, blocca
l'occupazione jugoslava di Lezhe.
24 dicembre 1921 - Zogu è Ministro dell'Interno nel nuovo Governo di
Xhaferr Ypi.
8 marzo 1922 - Battaglia di Tirana. Zogu combatte contro Bajram Curri.
11 ottobre 1922 - Dimissioni del Governo di Xhaferr Ypi.
2 dicembre 1922 - Zogu è nominato Capo del Governo dal “Consiglio
Supremo di Reggenza”.
1 marzo 1923 - Il programma del Governo Zogu è respinto da una parte
dei parlamentari.
Maggio 1923 - Il Prof. Sederhold, presidente della Commissione della
“Lega delle Nazioni” per l'Albania, evidenzia l'urgenza dei problemi
finanziari dell'Albania.
30 settembre 1923 - Nuova legge elettorale.
23 febbraio 1924 - Attentato contro Zogu.
216
25 febbraio 1924 - Dimissioni di Zogu.
20 marzo 1924 - Dimostrazione popolare a Tirana contro Zogu.
30 marzo 1924 - Governo di Shefqet Verlaci.
27 aprile 1924 - Zogu, conservando la carica di comandante delle forze
armate, si rifugia in Jugoslavia.
10 giugno 1924 - Protesta a Tirana dei parlamentari della Sacra Unione.
16 giugno 1924 - Governo di Fan Noli, considerato filo-bolscevico.
Autunno 1924 - La Lega delle Nazioni respinge la richiesta di un prestito
all'Albania e il parlamento ritira la fiducia al governo.
24 dicembre 1924 - Zogu rientra dalla Jugoslavia e arriva a Tirana. Fan
Noli fugge.
5 gennaio 1925 - Nuovo Governo presieduto da Zogu, che dichiara di
garantire una politica di neutralità e di amicizia.
31 gennaio 1925 - L'Assemblea Costituente proclama Zogu Presidente
della Repubblica.
23 aprile 1925 - Costituzione in Italia della S.V.E.A.
23 giugno 1925 - Accordo per la costituzione della “Banca Nazionale
d'Albania”.
27 novembre 1926 - Il Patto di Amicizia e Sicurezza con l'Italia.
22 novembre 1927 - Trattato di Alleanza Difensiva con l'Italia.
25 agosto 1928 - L’Assemblea Costituente proclama la Monarchia; il
Presidente dell'Assemblea, Pandeli Evangeli, è nominato capo del
governo.
1 settembre 1928 - Zogu è proclamato Re degli Albanesi.
1 dicembre 1928 - Proclamazione dello “Statuto Monarchico”.
20 febbraio 1931 - Attentato contro Zogu a Vienna, “nell'Opera House”.
1931 - Zogu rifiuta di rinnovare il Trattato di Tirana con l'Italia.
217
1932-1933 - Zogu non paga gli interessi sul prestito della S.V.E.A .
1934 - Zogu firma accordi commerciali con la Jugoslavia e la Grecia.
25 novembre 1934 - Muore la madre di Zogu.
1935 - Zogu ottiene in dono dall'Italia 3 milioni di franchi-oro.
27 aprile 1938 - Matrimonio di Zogu con la contessa ungherese
Geraldine Apponyi, cattolica.
5 aprile 1939 - Nasce il figlio di Zogu, Leka.
7 aprile 1939 - Invasione militare italiana dell'Albania. Zogu si rifugia.
2 gennaio 1946 - Formale abdicazione di Zogu.
9 aprile 1961 - La Morte di Ahmed Zogu avvenuta a Suresnes, Francia.
1997 - Ritorno di Leka a Tirana.
18 ottobre 2002 - Decesso di Geraldine Apponyi a Tirana.
30 novembre 2011 – La morte di Leka I
218
CONCLUSIONE
L'Albaniacelebrerà il 28 novembre 2012 il suo 100° anniversario come uno
stato indipendente e sovrano con eventi che si dividono in periodi storici
diversi. Cosi negli anni che vanno dal 1912-1939 si trova il consolidamento
dello Stato albanese attraverso i superamenti di ostacoli interni ed esterni.
La Proclamazione dell’Indipendenza sembrava che avrebbe rimosso una
volta e per sempre l'occupazione dal paese, ma nella realtà si è dimostrato il
contrario.
La Conferenza degli ambasciatori creò la Commissione internazionale del
controllo, il quale controllava il paese nel 1913. Inoltre è stato deciso che
l'Albania si doveva governare da un principe straniero. Cosi Il 7 marzo, 1914
il principe di Wied è arrivato in Albania con una chiara visione occidentale,
con unico scopo, quello del consolidamentodello stato albanese. Il suo
desiderio era fantastico, ma il conflitto interno e l'inizio della prima guerra
mondiale, causa della sua partenza dall’Albania. Durante il suo breve regno
di sei mesi in Albania non ha lasciato segni.
Durante la Prima Guerra Mondiale l’Albania non ha avuto alcun ruolo, ma la
sua posizione geografica l’ha resa un campo di battaglia.
Dopo la fine della prima guerra mondiale anche se c'era un paese neutrale, le
conseguenze sono state evidenti negli uomini e nell'economia. Anche se
laguerra era finita, questo non significava che la pace prevalse in Albania.
Confinante con due stati espansionisti come Jugoslavia e la Grecia, che
hanno sempre insistito sulla conquista della terra albanese.
Gli sforzi per preservare intatto il paese si facevano difficili, però la
Conferenza di Pace 1919 riporta la pace mancata, alla fine con l'aiuto del
presidente americano Wilson sono stati approvati i confini di oggi.
Il Congresso di Lushnja nel 1920, a mio parere si considera come la prima
pietra nella fondazione dello stato democratico d'Albania.
Gli anni 1920-1924 possono essere considerati importanti in campo politico,
perché in questo periodo nacque il primo parlamento albanese.
In questi anni divennero evidenti alcuni personaggi che possono essere
classificati senza esitazione come politici importanti nella formazione dello
Stato:Ahmed Zogu, Fan Noli, Sulejman Delvina, Iliaz Vrioni, Xhaferr Ypi,
Luigj Gurakuqi, Avni Rustemi, Pandeli Evangjeli, Hasan Prishtina, ecc.
Venendo al potere come primo ministro Ahmed Zogu il 2 dicembre 1922 ha
disorientato la classe politica.
L’opposizione albanese guidata da Fan Noli ha fatto ogni sforzo per
rovesciare il governo, però senza successo. Le elezioni del dicembre 1923
furono vinte da Ahmed Zogu. Questo fatto non è stato accettato
dall'opposizione di Noli, che decise di assumere il potere con la rivoluzione,
e questo evento non è in ritardo. L'uccisione di Avni Rustemi ha aggravato
ancora più la situazione politica nel paese. Quindi entro il 10 giugno 1924
219
l’insurrezione guidato da Fan Noli è riuscito ad assumere il potere con la
forza. Ahmed Zogu ei suoi sostenitori sono fuggiti dall'Albania.
Comunque il governo di Noli non avrà mai il sostegno occidentale a
causadelle sue idee bolsceviche. Dopo sei mesi Zogu con i suoi collaboratori
e con l'aiuto della Jugoslavia è riuscito a riconquistare il potere. Questo è
stato definito come “il trionfo della legalità”.In queste condizioni Fan Noli e
i suoi collaboratori hanno lasciato il territorio albanese.
Con il ritorno al potere, Zogu apportò alcune modifiche alla costituzione che
concentrano tutto il potere nella sua direzione. Poco dopo il suo arrivo al
potere ha dichiarato l’Albania Repubblica parlamentare e Zogu fu eletto
presidente nel 1925.
Ormai l'opposizione era inesistente, soprattutto dopo l'assassinio di Luigi
Gurakuqi che era visto come il principale concorrente del governo di Zogu.
Negli anni successivi la concentrazione del potere è consolidata ogni giorno
sempre di più, sotto la direzione di Zogu. I rapporti con la Jugoslavianon
sono quelli attesi, furono interrotti presto radicalmente e ci s’indirizzò verso
l'Italia, con i qualisono stati firmati molti accordi. I più importantisono i due
patti degli anni 1926-1927.
Dato che i tre poteri erano controllati da Zogu, cosi egliintervene nello
Statuto e trasformò la Repubblica a Monarchia, quindi il 25 agosto 1928
Assemblea Costituzionale ha dichiarato l'Albania come un regno
parlamentare e il’1 settembre 1928 Zogu fu proclamato Re degli Albanesi,
avente una concentrazione di potere ancora più in alto.
Durante i primi anni del regno con l'aiuto degli italiani Zogu ha fatto alcune
importanti riforme nella giustizia, economia, istruzione, sanità e
amministrazione. Ha promesso la riforma agraria molto importante per il
popolo albanese, però non fu realizzata.
Durante l’interruzione dei rapporti con l'Italia, negli anni (1931-1935)
l'economia albanese ebbe un impatto negativo di quegli anni. In queste
condizioni, Zogu tentò di stabilire accordi con altri Stati balcanici. Un passo
importante è stato la partecipazione alla Conferenza dei Balcani (Intesa
Balcanica). Ma qui, eccetto la partecipazione alla conferenza non è riuscito a
far parte di quest’Intesa, perché l'influenza d'Italia ebbe un ruolo chiave ad
altri stati partecipanti. Esendoci di fronte al deserto e una profonda crisi
economica, la poltica estera Albanese si sposta di nuovo versol’Italia, che
già aveva altre intenzioni. La riconciliazione dei rapporti in modo rilevante
ha intensificato l'influenza italiana in ogni settore.
Gli anni passavano e il trono reale era ancora senza un erede giacché il re
non aveva ancora sceltoancora sua moglie. Così alla fine del 1937 il re Zog
intensificato gli sforzi per selezionare la prossima regina. Questi sforzi si
sono concluse con il suo matrimonio con la contessa Geraldine da famiglia
cattolicaungherese. Il matrimonio, anche se senza il consenso del Vaticano
per motivi religiosi si è tenuto il 27 aprile 1938. C'era, infatti, una cerimonia
220
degna di un re. In questa cerimonia, il re Zog ha provato a rafforzare i
rapporti con l'Italia, invitando in qualità di testimonedi corona Galeazzo
Ciano. Questo non ha portato alcun risultato positivo. Subito dopo il
matrimonio, l’Italia chiese l'annessione dell’Albania. Anche se le offerte
erano attraenti Zogu rifiuto di cedere alle pressioni a Mussolini. Due degli
inviati più di fiducia, conti Ciano e Jacomoni fecero del loro meglio per
convincerere Zog all’abdicazione, ma era inaccettabile da parte del re.
L’Italia il 7 aprile 1939 decide di occupare l’Albania sbarcando in porto di
Durazzo con le forze armate, pure se i giorni precedenti due degli inviati di
fiducia, il conte Ciano e Jacomoni fecero del loro meglio per convincere re
Zog ad abdicare.
La resistenza delle truppe d’invasione fu debole, cosi re Zog nel pomeriggio
7 aprile 1939 abbandono l’Albania attraversando il confine greco.
Alla fine, si può rilevare che, nonostante qualche sbaglio durante il suo
lungo regno come primo ministro, come presidente o Resi può dire senza
alcuna timidezza che il consolidamento dello Stato albanese sia a livello
nazionale e internazionale è strettamente legatoal nome di Ahmed Zogu.
221
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