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ALBERTI : TEMPIO MALATESTIANO La storia del Tempio Malatestiano inizia nel 1447, quandoSigismondo Pandolfo Malatest
LEON BATTISTA ALBERTI
Leon Battista Alberti appare incerto nel passaggio dalle sua posizioni teologiche alle realizazzioni pratiche. E il primo a preoccuparsi di rinnovare le regole a cui gli architetti del primo rinascimento si rifacevano,a inquadrarle in una metodologia desunta dal mondo classico e a ristabilire un collegamento.Mentre prolisso dal punto di vista normativo fa tanti interventi in tutto e mette tutte le tipologie conosciute.
Fa riferimento a Vitruvio e cerca di esserlo nellet moderna,garantendo uno strumento per operare.A volte cambia le sue stesse regole con intuizioni che rivelano una personalit geniale.Fonamento furono i suoi studi umanistici, filosofici nonch matematici.
IL TEMPIO MALATESTIANO
La storia del Tempio Malatestiano inizia nel 1447, quandoSigismondo Pandolfo Malatesta decide di far erigere una cappella dedicata a San Sigismondo nella chiesa di San Francesco, ove erano sepolti i suoi antenati; la nobile riminese Isotta degli Atti, sua giovanissima amante, si assume la dotazione per il rinnovamento di un'altra cappella. I lavori di costruzione e decorazione furono affidati a Matteo de' Pasti e ad Agostino di Duccio. Legato a questa prima fase dei lavori appare anche l'intervento di Piero della Francesca: egli infatti dipinse nella sacrestia compresa tra le due cappelle l'affresco che raffigura il Malatesta inginocchiato davanti a san Sigismondo (1451). Il soggetto devozionale ha in realta' un significato dinastico ed elogiativo: san Sigismondo e' raffigurato con le fattezze dell'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, che con il suo appoggio e l'inve
stitura a cavaliere aveva legittimato la presa del potere in Rimini del figlio bastardo di Pandolfo Malatesta.
Il tono da cerimoniale di corte della scena e' accentuato dall'ambientazione in una sala con pareti a specchiature marmoree divise da candide paraste e dalla presenza di "oggetti" cari al signore: lo stemma malatestiano, i due cani in posizione contrapposta come in un'insegna araldica e la visione di Castel Sismondo che appare in un oculo sulla destra.
Alla data del 1451 Sigismondo aveva gia' elaborato un piu' ambizioso progetto di rifacimento totale della chiesa e ne aveva affidato l'incarico ad Alberti.
Il problema dei lavori gia' avviati all'interno fu risolto da Alberti con una soluzione geniale: invece di abbattere le vecchie strutture della chiesa egli le mantenne, circondandole completamente di uno splendente involucro marmoreo; a questo corpo longitudinale a navata unica con cappelle laterali avrebbe dovuto saldarsi una grande rotonda terminale, ispirata al Pantheon e coperta da una cupola emisferica. Quale dovesse essere l'effetto complessivo del progetto originario ci e' testimoniato da una medaglia commemorativa di Matteo de' Pasti. Il Tempio Malatestiano e' il primo esempio nel Quattrocento di applicazione non solo di singoli elementi ma di sistemi strutturali tratti dall'architettura antica. La facciata riprende lo schema dell'arco trionfale romano a tre fornici, il grande arcone che inquadra il portale, arretrato sul piano della vecchia facciata nelle proporzioni e negli elementi decorativi e' direttamente ispirato all'arco augusteo di Rimini. Sui fianchi la solenne sequenza di profonde arcate divise da pilastri quadrati riprende il ritmo degli acquedotti romani. La continuita' tra facciata e fianchi e' sottolineata dall'alto basamento marmoreo e dal ben rilevato cornicione marcapiano. Sotto le arcate del fianco destro sono sistemate le arche contenenti i resti di letterati e consiglieri della corte di Sigismondo e del filosofo greco Gemisto Pletone, maestro del neoplatonismo quattrocentesco : in tal modo il mausoleo di Sigismondo diventa il "pantheon" dei nuovi eroi della cultura umanistica.
E' impossibile negare il contrasto tra l'aulico classicismo dell'esterno e il tono generale dell'interno, ove intervenne largamente Matteo de' Pasti, responsabile della realizzazione del progetto in assenza di Alberti: nella trama fitta e gracile degli elementi architettonici, nel sontuoso e colorito fasto decorativo si respira ancora un clima da Gotico cortese. Tuttavia decisamente cambiato di segno: lo spirito che pervade le forme architettoniche e la ricca decorazione scultorea e' infatti totalmente profano, classicista e "pagano", in termini ancora inediti per un edificio sacro. Alberti non dovette essere estraneo alla stesura del complesso programma iconografico della decorazione, elaborato dai letterati di corte e articolato in cicli distribuiti nelle diverse cappelle ( le Arti liberali, le divinita' planetarie e i segni zodiacali, Profeti e Sibille, le Virtu' teologali e cardinali, eroi biblici, putti che giocano, angeli musicanti). Questo ricchissimo apparato decorativo fu realizzato da Agostino di Duccio e dalla sua bottega: in esso lo scultore toscano sfrutta fino ai limiti del virtuosismo tutte le possibilita' offerte dalla tecnica donatelliana dello stiacciato, negli effetti sottilmente pittorici, nelle elegantissime cadenze lineari spinte fino al puro calligrafismo.
Dal suo punto di vista non aveva torto il papa Pio II che scomunico' Sigismondo- quando defini' l'edificio "pieno d'opere pagane al punto che sembrava meno una chiesa che non il tempio degli infedeli adoratori del demonio". Ma la vera ragione di scandalo era verosimilmente legata alla provocatoria autoesaltazione del signore di Rimini, dichiarata nel Tempio Malatestiano senza ritegno alcuno. Il nome di Sigismondo spicca nella scritta in capitali romane nel fregio della facciata dove normalmente e' l'iscrizione dedicatoria a Dio, alla Vergine o a un santo e viene ripreso all'interno nell'arco d'accesso di tutte le cappelle; gli stemmi e gli elementi araldici dei Malatesta, profusi in tutta la decorazione, sono ripetuti piu' di 500 volte; le lettere S e I intrecciate su scudi possono essere lette come le prime del suo nome, ma furono anche intese come le iniziali di Sigismondo e di Isotta degli Atti.
FACCIATA E RECINZIONE DI SANTA MARIA NOVELLA
Quest'opera un esempio di come l'Alberti interpreti il tema della geometria applicato all'architettura.Parte da un modulo quadrato inserriro nell'area centrale dell'edificio (quella che prosegue fino al secondo ordine),che comprende le due lesene del secondo ordine e arriva fino al coronamento della cornice del primo ordine.Il secondo modulo quadrato comprende il secondo ordine e il timpano triangolare .Tutti gli altri elementi sono sottomultipli di questa ripartizione,resa possibile dall'utilizzo dei marmi bicromi fiorentini.
L'Alberti adotta un metodo scientifico nella progettazione della chiesa perch tende ad assimilare il progetto architettonico alla matematica. Gli oggetti anche piccoli fanno parte di un unico organismo fondamentale che li contiene;come i numeri possono infinitamente essere portati in una direzione o in un'altra,cos anche gli elementi architettonici possono essere analizzati in modo pi preciso. Ci rappresenta la grande attrazione che il secolo provava nei confronti di tutto ci che infinitamente grande o infinitamente piccolo.Per il resto il linguaggio classico sia perch riferito alla classicit antica,sia perch riferito alla classicit fiorentina.L'opera stata affidata ad Alberti dalla famiglia Ruccellai,per la quale realizz anche il Palazzo Ruccellai.
Appartengono poi al periodo di Mantova due opere:le chiese di "San Sebastiano" e di "Sant'Andrea",che sono il simbolo della mentalit dell'Alberti,volta ad esplorare tute le possibili tipologie architattoniche,ma poi creativa nel modo di trattare le opere stesse.
La basilica di San Sebastiano a pianta centrale,caratterizzata da un modulo cubico nella zona centrale della chiesa e da 4 moduli che si estendono per met lunghezza rispetto al modulo principale,coperti da volte a botte con evidente richiamo alla mentalit romana (basilica di Massenzio). La facciata che vediamo ora non ha pi grandi riferimenti al la progettazione originaria che prevedeva un unico grande ordine architettonico coperto da un timpano separato dalle colonne da una grande cornice e poi fortemente contestato nei caratteri originari da una finestra che tagliava la cornice ed il timpano.
E' anticipato da un nartece dove si aprono molte porte ; la pianta cos strutturata consente una completa visibilit fin dal primo ingresso nell'edificio. La facciata inserita in un timpano comprendente di nuovo un modulo quadrato; mentre San Sebastiano era un'esplorazione della tipologia classica della pianta centrale, la basilica di Sant' Andrea una ricerca da un punto di vista classico della croce latina immissa. L'Alberti reinterpreta il tema della basilica tradizionale a pi navate realizzando un'unica grande navata coperta da una volta a botte cassettonata e una serie di nicchie laterali anch'esse coperte da volte cassettonate: ci risponde alla sua ricerca di lettura simultanea della totalit dello spazio,cosa che avviene meglio nella chiesa a pianta centrale;
La luce fortemente concentrata nella zona del transetto dell'ingresso mediante un grande "boccaporto" sul timpano,che va al di fuori della tipologia classica. La facciata classica per ha caratteri completamente diversi dalle facciate precedenti: un'unica grande porta e le grandi lesene dividono lo spazio in 3 parti ; ci fa presupporre una tripartizione interna che invece non c'.
Si possono riassumere le caratteristiche fondamentali della sua attivit con due immagini:
A) fase teorica di esplicazione delle tipologie di conoscenza del linguaggio classico;
B) capacit di adattamento a superare le norme classiche nella pratica.
La caratteristica fondamentale del secolo amore per la teoria e per tutto ci che sottoposto a norma,ma anche abilit tecnica e pratica di maggior livello rappresenta la realizzazione di una tipologia classica (pianta a croce latina) in modo rinascimentale; Egli reinterpreta il tema della basilica realizzando un'unica grande navata coperta da una volta a botte cassettonata( cfr. "Trinit" di Masaccio).