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ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA SCUOLA DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, CHIMICA, AMBIENTALE E DEI MATERIALI CORSO DI LAUREA MAGISTRALE in INGEGNERIA CIVILE TESI DI LAUREA in Telerilevamento e GIS APPLICAZIONE DEL TELERILEVAMENTO SATELLITARE NELLA GESTIONE DEGLI INTERVENTI IRRIGUI IN AGRICOLTURA CANDIDATO RELATORE Luca Domenico Sapia Prof. Ing. Gabriele Bitelli CORRELATORI Dott. Andrea Spisni Dott. Vittorio Marletto Dott. Ing. Emanuele Mandanici Anno Accademico 2013/2014 Sessione III

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ALMA MATER STUDIORUM - UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

SCUOLA DI INGEGNERIA E ARCHITETTURA

DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, CHIMICA, AMBIENTALE E DEI

MATERIALI

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE

in

INGEGNERIA CIVILE

TESI DI LAUREA

in

Telerilevamento e GIS

APPLICAZIONE DEL TELERILEVAMENTO SATELLITARE NELLA

GESTIONE DEGLI INTERVENTI IRRIGUI IN AGRICOLTURA

CANDIDATO RELATORE

Luca Domenico Sapia Prof. Ing. Gabriele Bitelli

CORRELATORI

Dott. Andrea Spisni

Dott. Vittorio Marletto

Dott. Ing. Emanuele Mandanici

Anno Accademico 2013/2014

Sessione III

1

Indice

1. Introduzione ............................................................................................... 3

2. Gestione dell’irrigazione in relazione al bilancio idrico delle colture .......... 7

2.1. La risorsa effettivamente utilizzabile dalla coltura ............................................ 8

2.2. Schematizzazione di un bilancio idrico e modalità di intervento irriguo ... 11

2.3. L’evapotraspirazione ............................................................................................... 13

2.3.1. Evapotraspirazione di riferimento ET0 ........................................................ 14

2.3.2. Evapotraspirazione massima ETM o evapotraspirazione in

condizioni standard della coltura ETc .......................................................... 15

3. Il telerilevamento satellitare come strumento per la valutazione del

fabbisogno idrico delle colture ................................................................. 19

4. Metodologia ............................................................................................. 27

4.1. Premessa .................................................................................................................... 27

4.2. Approccio analitico: applicazione diretta dell’equazione di Penman-

Monteith ....................................................................................................................... 28

4.2.1. Calcolo dell’albedo ............................................................................................ 32

4.2.2. Calcolo del LAI .................................................................................................... 34

4.3. Metodo Kc-NDVI: approccio del coefficiente colturale singolo ................... 36

5. Elaborazioni ............................................................................................. 43

5.1. Caso di studio e obiettivi del lavoro .................................................................... 43

5.2. Raccolta ed elaborazione dei dati ....................................................................... 44

5.2.1. Dati satellitari ....................................................................................................... 44

5.2.2. Calibrazione radiometrica delle immagini ................................................... 46

5.2.3. Correzione atmosferica delle immagini ....................................................... 47

5.2.4. Dati vettoriali ........................................................................................................ 49

5.3. Applicazione del metodo Kc-NDVI ...................................................................... 54

5.4. Applicazione dell’approccio analitico .................................................................. 56

5.5. Estrazione dei valori medi di ETc per ciascun campo agricolo .................. 60

5.6. Validazione: il modello CRITERIA ....................................................................... 63

6. Conclusioni .............................................................................................. 91

Bibliografia ....................................................................................................... 95

2

3

1. Introduzione

La scarsità della risorsa idrica è una preoccupazione crescente per

l’agricoltura mondiale, è ovviamente sentita in maniera molto diversa nei

vari Paesi ed assume caratteristiche drammatiche per molti di essi.

Anche quei Paesi dotati di una maggiore disponibilità d’acqua si trovano

oggi a fronteggiare inevitabilmente tale problema sia per l’incremento

della domanda d’acqua potabile, industriale ed irrigua, sia per i problemi

derivanti dalla sempre maggiore irregolarità delle piogge provocata dal

cambiamento climatico in corso.

Proprio per questo oggi si parla sempre più frequentemente di risparmio,

di uso oculato, di uso razionale e di salvaguardia quantitativa della

risorsa idrica, tutti termini che convergono nella necessità di porre

maggiore attenzione nell’uso della risorsa stessa [Mannini, 2004].

È interessante riportare, a titolo d’esempio, il dato relativo al quant itativo

totale di acqua prelevato dalle fonti di approvvigionamento della Regione

Emilia-Romagna che, all’anno 2014, ammonta a circa 2260 milioni di

metri cubi. Se si pensa che di questi il 68% sono imputabili al settore

irriguo, contro i soli 22% al settore civile e 8% al settore industriale, ci si

rende immediatamente conto che il motivo per cui oggi si guarda con

maggiore attenzione alla razionalità nell’impiego della risorsa idrica in

agricoltura risiede proprio nel notevolissimo volume d’acqua impiegato

per l’irrigazione.

Nello stato attuale delle cose uno dei problemi fondamentali in

agronomia è diventato, pertanto, capire qual è il momento giusto per

fornire acqua alle piante, in modo da evitare inutili sprechi e, nel

contempo, irrigare le colture in base alle reali esigenze della pianta.

È evidente che basare le decisioni per gli interventi irrigui

esclusivamente sulle osservazioni visive degli agricoltori in campo non

può rappresentare un criterio perseguibile per una corretta valutazione

dello stato idrico delle colture e dei terreni.

4

Al contrario, il calcolo del bilancio idrico delle colture, che definisce la

quantità d’acqua irrigua come differenza tra l’acqua consumata dalle

colture per evapotraspirazione e quella che giunge alle stesse dalle

piogge e dalle falde superficiali per risalita capillare, rappresenta oggi

l’approccio tradizionalmente utilizzato per una precisa valutazione dello

stato idrico delle radici immerse nel terreno e, di conseguenza, dei

volumi d’acqua di irrigazione da assegnare .

Ad oggi sono numerosissimi i modelli di simulazione idrologica, che

sfruttano il calcolo del bilancio idrico per stabilire l’esatto momento di

intervento irriguo e per fornire informazioni quantitative sui volumi di

irrigazione da somministrare alle colture.

Tuttavia, seppur preciso, un servizio di assistenza all’irrigazione basato

sul calcolo del bilancio idrico ha il limite nella laboriosità delle

misurazioni e dei calcoli da effettuare in campo per ricavare i parametri

di input da immettere nel modello di simulazione; specialmente, poi,

quando i rilievi devono essere effettuati nei periodi di massimo lavoro

delle aziende agricole.

Per questo motivo, negli ultimi decenni, la ricerca scientifica si è mossa

nel tentare di trovare soluzioni alternative per migliorare l’efficienza degli

interventi irrigui in agricoltura.

Questo ha portato ad un notevole progresso nella comprensione dei

processi fisici che intercorrono tra superficie terrestre e atmosfera e

della loro parametrizzazione nella gestione dei terreni e delle risorse

idriche.

Questa conoscenza è stata poi combinata, nel recente passato, con la

potenzialità delle tecniche di Osservazione della Terra dallo spazio che

oggi, grazie alla disponibilità di nuove generazioni di sensori e alla

conoscenza approfondita della risposta della superficie terrestre nelle

diverse regioni dello spettro elettromagnetico, sono in grado di fornire

informazioni dettagliate per una pianificazione, senza sprechi, degli

interventi irrigui in un sistema agricolo [D’Urso, 2010].

5

Il presente lavoro di tesi intende offrire un excursus delle applicazioni

oggi conosciute, nel campo del telerilevamento satellitare, per la

determinazione dei fabbisogni idrici delle colture. In particolare viene

posta l’attenzione su due different i metodologie che consentono di

generare delle vere e proprie mappe di fabbisogno idrico delle colture,

grazie al contemporaneo utilizzo di immagini satellitari ad alta risoluzione

opportunamente elaborate e di dati meteorologici misurati a terra.

Il primo prende il nome di metodo Kc-NDVI e si basa sulla correlazione

esistente tra l’indice vegetazionale NDVI e il cosiddetto coefficiente

colturale Kc, che sintetizza al suo interno le informazioni relative allo

stato fenologico della coltura.

Il secondo si chiama approccio analitico e si basa sull’applicazione

diretta della nota equazione di Penman-Monteith, al cui interno entrano

in gioco alcune variabili biofisiche della chioma della vegetazione

(albedo della superficie (r), indice di area fogliare (LAI), al tezza delle

colture (hc)), che vengono stimate a partire dai dati satellitari.

I due metodi sono stati testati su una modesta area agricola,

appartenente al Comune di Cesena, nella quale sono coltivate diverse

specie colturali. Il primo obiettivo del lavoro è stato quello di valutare il

livello di accuratezza raggiunto nella stima del fabbisogno idrico delle

colture, in seguito all’applicazione delle due metodologie citate a una

serie di immagini satellitari contenenti l’area di studio.

I risultati ottenuti dalle immagini sono stati validati confrontando tali

valori con quelli provenienti da un modello matematico per la

simulazione del bilancio idrico dei suoli agricoli: il modello CRITERIA.

Il secondo obiettivo, invece, è consistito nella realizzazione delle

sopracitate mappe di fabbisogno idrico delle colture, che rappresentano

il prodotto finito su cui si basano i moderni sistemi di supporto alle

decisioni per la pianificazione degli interventi irrigui in agricoltura.

Dal punto di vista strutturale, la tesi si articola nel seguente modo:

- Il capitolo 2 presenta una introduzione sulle modalità di gestione

dell’irrigazione in relazione al bilancio idrico delle colture,

6

specificando, in particolar modo, cosa si intende per

evapotraspirazione e che incidenza assume una sua corretta

valutazione sul calcolo del bilancio idrico.

- Il capitolo 3 ripercorre i progressi raggiunti, negli ultimi trent’anni,

dal telerilevamento satellitare in ambito agricolo, sottolineando i

vantaggi offerti dalle tecniche di osservazione della Terra nella

gestione degli interventi irrigui. Nella parte finale del capitolo v iene

descritto un esempio di sistema di supporto alle decisioni nella

gestione di un comprensorio irriguo, basato su una tecnologia

webGIS per il caricamento, la visualizzazione e l’analisi dei dati e

su un sistema di distribuzione delle informazioni agli utenti finali

che si appoggia agli innovativi strumenti di ICT.

- Il capitolo 4 analizza nel dettaglio le due metodologie utilizzate, nel

lavoro di tesi, per ottenere le mappe di fabbisogno idrico delle

colture a partire dalle immagini satellitari.

- Il capitolo 5 offre una descrizione particolareggiata delle

elaborazioni effettuate nella parte sperimentale della tesi, partendo

dalla presentazione del caso studio e concludendo con

un’esposizione critica dei risultati conseguiti.

- Il capitolo 6, infine, evidenzia l’affidabilità complessivamente

mostrata da ambedue le metodologie sui risultati ottenuti,

sintetizzando brevemente i punti deboli e i punti forti dell’una e

dell’altra.

In conclusione, viene posta l’attenzione sulle possibilità attuali di

implementazione di un servizio di assistenza irrigua basato sulle

tecnologie descritte al capitolo 3, concentrandosi in maniera

particolare sulle problematiche non trascurabili re lative al

reperimento dei dati.

7

2. Gestione dell’irrigazione in relazione al

bilancio idrico delle colture

Pilotare l’irrigazione in funzione del bilancio idrico delle colture

presuppone la conoscenza, in maniera continua, del quantitativo d’acqua

presente all’interno dello strato di terreno ove giacciono le radici del la

pianta.

Il metodo del bilancio idrico consiste nello stimare le variazioni della

riserva idrica del suolo misurando o valutando tutti gli ingressi e tutte le

perdite d’acqua del sistema colturale: gli ingressi (irrigazione, pioggia,

apporto idrico di falda) vengono sommati al totale dell’acqua già

presente nel terreno, mentre le perdite (evapotraspirazione delle colture,

perdite per ruscellamento e per percolazione profonda) vengono

sottratte.

Figura 2.1: Principali ingressi e perdite d’acqua di una coltura necessari al calcolo di un

bilancio idrico.

In questo modo, applicando la seguente equazione di bilancio:

8

Dove:

CAO = contenuto d’acqua oggi (mm);

CAI = contenuto d’acqua ieri (mm);

IRRIGAZIONE = volume di irrigazione dato ieri (mm);

PIOGGIA = volume d’acqua piovuto ieri (mm);

FALDA = acqua di falda giunta nello strato utile per risalita capillare dalla

falda (mm);

EVAPOTRASPIRAZIONE = evapotraspirazione della coltura ieri (mm);

PERDITE RP = perdite per ruscellamento e percolazione profonda ieri

(mm).

è possibile calcolare, giorno per giorno, il contenuto medio di umidità

nello strato di terreno colonizzato dalle radici e, in funzione di questo,

procedere con l’irrigazione solamente al raggiungimento di un prefissato

contenuto di umidità limite.

Altro aspetto, assolutamente non marginale, riguarda la scelta del

volume d’acqua da impartire per mezzo di ciascun intervento irriguo che

è funzione della capacità del terreno di trattenere l’acqua, della

profondità dello strato radicale e del metodo e del sistema irriguo

adottato. Certamente la fornitura di quantitativi idrici non adeguati

implica, sia in eccesso sia in difetto, uno sperpero della risorsa: nel

primo caso, infatti, volumi troppo abbondanti determinerebbero la

percolazione dell’acqua verso strati più profondi, che risultano

irraggiungibili dalle radici delle piante; viceversa, volumi troppo modesti

evaporerebbero ancor prima di aver raggiunto lo strato di terreno utile

alla captazione.

2.1. La risorsa effettivamente utilizzabile dalla coltura

Di tutta l’acqua presente all’interno del terreno solo una parte è

effettivamente a disposizione delle piante. La frazione idrica a cui le

colture possono accedere dipende dal tipo di terreno, dalla capacità del

suolo di immagazzinare l’acqua e dal legame con cui le molecole

9

d’acqua sono trattenute dalle particelle costituenti il suolo, nonché dalla

profondità, dalla densità e dall’efficienza dell’apparato radicale, termini

che, per effetto dello sviluppo e dell’approfondimento delle radici durante

la vita della pianta, sono destinati a crescere nel tempo.

I parametri fondamentali che sintetizzano, in quest’ottica, l’efficienza del

tipo di terreno sono la Capacità Idrica di Campo (CIC) ed il Punto di

Appassimento (PA): il primo esprime la percentuale di umidità presente

in un suolo saturo dopo che è percolata o drenata tutta l’acqua non

trattenuta dal terreno, il secondo indica la percentuale di umidità alla

quale la pianta non riesce più ad assorbire acqua dal suolo ed inizia

l’appassimento permanente.

La frazione d’acqua contenuta tra la Capacità Idrica di Campo (CIC) ed il

Punto di Appassimento (PA) è l’Acqua Disponibile (AD) che rappresenta

molto bene la capacità del terreno di accumulare riserve idriche e,

quindi, di permettere alle colture di resistere a periodi di siccità più o

meno prolungati [Mannini, 2004].

Ad esempio, spostandosi gradualmente da terreni sabbiosi a terreni

argillosi si assiste complessivamente ad un incremento sia di CIC, sia di

PA, sia di AD con conseguente aumento della capacità di accumulo e

successiva utilizzazione dell’acqua di pioggia o di irrigazione stanziata.

Esistono tabelle che riportano la percentuale di Acqua Disponibile in

relazione al volume di una specifica tipologia di terreno considerato ed

anche il valore di AD in mm rispetto ad una profondità di 100 cm e 50 cm

per la stessa tipologia di suolo (vedi Tabella 1).

Tabella 2.1.1: Valori orientativi delle costanti idrologiche di diversi tipi di terreno e relativi

volumi d’acqua in essi immagazzinabili (mm).

Tuttavia, per ragioni meramente legate al raggiungimento della massima

resa in termini di produttività della coltura, non si spinge mai la pianta ad

10

esaurire completamente la riserva di Acqua Disponibile nel terreno prima

di dare inizio all’intervento irriguo. Questo perché, mano a mano che il

contenuto idrico all’interno del suolo diminuisce, entrano in gioco dei

meccanismi di trattenuta dell’acqua da parte del suolo stesso sempre più

drastici, che impediscono perciò alle radici di attingere alla risorsa

sempre allo stesso modo. Per tale ragione la pianta, nel momento in cui

percepisce difficoltà nell’assorbimento d’acqua, attua degli accorgimenti

che vanno nella direzione di una complessiva riduzione della perdita

idrica che nella pianta si verifica per mezzo della traspirazione.

Le foglie delle piante, infatti, sono costellate da pori microscopici, detti

stomi, che da un lato costituiscono l’uscita dell’acqua che viene persa

per il fenomeno della traspirazione, ma dall’altro rappresentano, al

contempo, l’entrata per la CO2 che la pianta utilizza per riprodursi (la

pianta rende la CO2 organica, cioè trasforma la CO2 dell’aria in

zucchero).

Se gli stomi si chiudono perché non c’è più abbastanza acqua non entra

più neanche la CO2, quindi ogni volta che si verifica una condizione di

stress idrico, cioè quando viene meno l’acqua nelle radici, la pianta

cerca di non morire e si difende, però produce sempre meno.

Quindi se lo strato di terreno in cui sono immerse le radici ha un

contenuto idrico adeguato, le piante traspirano in modo governato

dall’atmosfera, quindi non oppongono grossi ostacoli alla traspirazione;

se invece non piove e comincia a venir meno l’acqua le piante

cominciano a reagire e ad impedire alla traspirazione di svolgersi come

vorrebbe l’atmosfera.

Allora lo scopo dell’irrigazione è di fornire sufficiente acqua nel terreno in

modo da evitare questa chiusura o almeno di contenere i danni.

Ecco che allora è consigliabile permettere alla coltura di esaurire

solamente la Riserva Facilmente Utilizzabile (RFU) dell’acqua contenuta

nel terreno, cioè quella parte dell’Acqua Disponibile che le piante

riescono ad assorbire dal terreno con uno sforzo modesto e senza

abbassare la resa [Mannini, 2004].

11

Tale livello di soglia varia tra il 50% e il 70% dell’AD per colture meno

sensibili allo stress idrico e tra il 30% e 40% dell’AD per colture più

sensibili.

2.2. Schematizzazione di un bilancio idrico e modalità di

intervento irriguo

Tenendo conto dei parametri fino ad ora descritti, il metodo del bilancio

può essere rappresentato mediante un grafico che riporta sull’asse delle

ascisse lo scorrere del tempo (Periodo irriguo) e sull’asse delle ordinate

la variazione dell’Acqua Disponibile in %. Quest’ultima, per effetto di

fattori positivi (irrigazione e pioggia) e negativi (evapotraspirazione

massima, ETM) per il bilancio, si trova ad oscillare all’interno di un range

di valori, delimitato da due soglie limite, da stabilirsi in funzione del tipo

di coltura, del tipo di terreno e del metodo impiegato per irrigare.

La soglia di intervento irriguo (soglia inferiore) permette di stab ilire a

quale soglia di bilancio intervenire con un’irrigazione, l’altra (soglia

superiore), invece, definisce quel valore ottimale al quale riportare il

bilancio in seguito all’irrigazione.

In questo modo il metodo del bilancio consente di individuare sia il

momento di intervento irriguo, ossia quando irr igare, sia il volume

d’acqua necessario a ristabilire il bilancio entro il limite prefissato, e

dunque quanto irrigare. È evidente che tale volume dovrà corrispondere

ai mm d’acqua in grado di riportare l’AD nel terreno al valore di soglia

superiore. È importante specificare che, quest’ultimo, non dovrà mai

coincidere con il valore della Capacità Idrica di Campo poiché questo

significherebbe riportare il livello di umidità nel suolo ad un valore

talmente grande da risultare, da un lato, dannoso per le colture e,

dall’altro, controproducente nell’ottica del risparmio idrico. Difatti le

colture rischierebbero di essere affette da asfissia radicale e il terreno si

troverebbe così saturo d’acqua da non permettere l’immagazzinamento

e, quindi, lo sfruttamento dell’acqua piovana, determinando pertanto un

12

inutile sperpero della risorsa idrica che andrebbe ad infiltrarsi in

profondità per percolazione.

Inoltre poiché, come detto, i valori di soglia dipendono strettamente

anche dal tipo di coltura considerata, avremo che per colture molto

sensibili allo stress idrico e con un apparato radicale non troppo

approfondito si preferirà adottare una soglia di intervento irriguo

corrispondente a modesti cali di AD nel terreno, mentre per colture

maggiormente in grado di resistere a condizioni di carenza idrica la

soglia sarà generalmente molto inferiore.

Si riportano, in ultimo, gli andamenti del bilancio idrico corrispondenti a

due differenti modalità di irrigazione, a goccia e ad aspersione:

Figura 2.2.1: Schema grafico di un bilancio idrico per l’irrigazione a goccia.

Figura 2.2.2: Schema grafico di un bilancio idrico per l’irrigazione ad aspersione.

13

Dal confronto emerge che nel caso dell’irrigazione a goccia le due soglie

sono più ravvicinate poiché con questa tecnica irrigua si ha la necessità

di irrigare con elevata frequenza e volumi idrici più modesti; al contrario,

nel caso di irrigazione ad aspersione, le soglie saranno più distanziate e

si avranno irrigazioni meno frequenti ma caratterizzate da volumi

d’adacquata più importanti.

2.3. L’evapotraspirazione

Se si focalizza l’attenzione sullo schema grafico di un bilancio idrico è

palese l’incidenza che assume una corretta valutazione dei consumi

idrici delle colture e del suolo sulla gestione dell’irrigazione.

L’evapotraspirazione costituisce, infatti, l’elemento negativo cardine del

bilancio idrico.

Così come tutte le altre componenti di un bilancio idrico anche

l’evapotraspirazione viene espressa in mm nell ’unità di tempo di

riferimento.

Tale fenomeno si definisce come la combinazione di due processi

distinti: l’evaporazione è il processo mediante il quale l’acqua liquida

viene convertita in vapore acqueo (vaporizzazione) e in seguito rimossa

dalla superficie evaporante, nel nostro caso il terreno; la traspirazione

consiste, invece, nella vaporizzazione dell’acqua liquida contenuta

all’interno dei tessuti vegetali e nella conseguente rimozione del vapore

nell’atmosfera.

I due processi si verificano simultaneamente e non esiste un modo per

distinguere l’uno dall’altro.

L’evaporazione da un terreno coltivato è principalmente determinata,

oltre che dalla disponibilità d’acqua nello strato superficiale, dalla

frazione di radiazione solare incidente la superfic ie del terreno. Questa

frazione diminuisce durante il periodo di crescita della coltura dato che,

chiaramente, diventa sempre più importante l’ombreggiamento del suolo

dovuto allo sviluppo della chioma della pianta. Quando la coltura si trova

nelle fasi iniziali di crescita il contributo più significativo al fenomeno è

14

dato quindi dall’acqua persa per evaporazione dal suolo, ma una volta

che la coltura è ben sviluppata e copre completamente il suolo il

processo principale diventa la traspirazione [Allen et al., 1998]. Lo

sviluppo della coltura, infatti, determina un aumento dell’apparato

fogliare e, di conseguenza, un aumento del rapporto tra la superficie

fogliare e la superficie del terreno investita (LAI = Indice di Area

Fogliare), il che porta ad un’elevata quantità di superficie traspirante a

contatto con l’atmosfera e quindi ad importanti flussi traspirativi.

I fattori che influenzano l’evapotraspirazione sono molteplici: da un lato

ci sono i parametri meteorologici che caratterizzano il potere evaporante

dell’atmosfera, dei quali assumono particolare rilevanza la radiazione

incidente, la temperatura e l’umidità dell’aria e la velocità del vento. Poi

vi sono le caratteristiche delle colture: differenze di resistenza alla

traspirazione, di altezza, di rugosità, di riflessione, di copertura del suolo

e di densità vegetativa si traducono in diversi livelli di

evapotraspirazione, nei diversi tipi di colture, sotto condizioni ambientali

identiche.

Infine, altri fattori che possono incidere sullo sviluppo delle colture e

quindi sull’evapotraspirazione sono: il contenuto idrico e la salinità del

suolo, il tipo di terreno, la fertilità del terreno e l’applicazione di

fertilizzanti e antiparassitari.

2.3.1. Evapotraspirazione di riferimento ET0

Per ovviare alla necessità di definire parametri di evapotraspirazione

univoci per ciascuna coltura e per ciascuna fase di crescita è stato

introdotto in ambito agro-metereologico il concetto di evapotraspirazione

di riferimento o evapotraspirazione potenziale, indicato di frequente con

la sigla ET0 o ETp.

L’evapotraspirazione di riferimento, in pratica, rappresenta la domanda

evapotraspirativa dell’atmosfera e fa fede ad una superficie standard

ideale costituita da un prato di graminacee che, nelle condizioni teoriche

ipotizzate, presenta le seguenti caratteristiche: il terreno su cui cresce il

15

prato è in condizioni di umidità ottimali, di grande estensione e

regolarmente livellato, mentre il prato ricopre il terreno in maniera

uniforme, si trova in uno stato nutrizionale e sanitario perfetto ed infine è

regolarmente sfalciato in modo da mantenere un’altezza ideale di 12 cm.

In maniera specifica, il quaderno FAO 56 definisce la superficie di

riferimento come “una coltura di riferimento ipotetica con un’altezza

presunta pari a 0,12 m, una resistenza di superficie costante di 70 s m -1

e un albedo di 0,23” [Allen et al., 1998]. Con resistenza di superficie si

intende un coefficiente che descrive la resistenza che si oppone al

passaggio del flusso di vapore dalla superficie della pianta all’atmosfera

e con albedo la frazione di radiazione solare incidente che viene riflessa

in tutte le direzioni.

Dal momento che ET0 esprime il potere evaporante dell’atmosfera è

chiaro che la sua stima prescinde da qualsiasi caratteristica propria della

coltura e del terreno; gli unici dati che intervengono nel calcolo di ET0

sono, infatti, parametri metereologici, per cui essa varia nel tempo e

nello spazio, ma è assolutamente indipendente dalla tipologia e dalla

fase fenologica della coltura.

2.3.2. Evapotraspirazione massima ETM o

evapotraspirazione in condizioni standard della

coltura ETc

A differenza dell’evapotraspirazione di riferimento, che stabilisce le

perdite idriche di un’ipotetica superficie di riferimento,

l’evapotraspirazione massima ETM, detta anche evapotraspirazione in

condizioni standard della coltura ETc (dove “c” sta per “crop”),

rappresenta l’evapotraspirazione di una specifica coltura in condizioni

standard, ossia in condizioni di umidità del terreno ottimali.

Il legame che permette il passaggio tra ET0 ed ETM è il cosiddetto

coefficiente colturale Kc, attraverso la nota relazione:

16

In questo modo, quindi, il coefficiente colturale non è altro che il

rapporto, dedotto da numerose campagne sperimentali condotte nelle

diversi parti del mondo, tra ETM ed ET0:

Esso è caratteristico di ciascuna coltura e dello stadio di sviluppo della

stessa e, pertanto, dipende prevalentemente dall’Indice d i area fogliare

(LAI, dall’inglese “Leaf Area Index”).

L’evoluzione del coefficiente colturale durante l’intera stagione di

crescita viene generalmente schematizzata attraverso la cosiddetta

curva del coefficiente colturale che mette in mostra la variab ilità del Kc in

funzione della fase fenologica della coltura.

Tale curva, che varia naturalmente da specie a specie, può essere

costruita seguendo il procedimento indicato nel quaderno FAO 56

mediante l’ausilio di apposite tabelle.

Si riporta l’andamento di una curva del coefficiente colturale per una

coltura tipo tratta dal suddetto quaderno:

Figura 2.3.2.1: Andamento di una generica curva del coefficiente colturale Kc.

17

All’inizio del ciclo colturale, quando sul suolo nudo non si è verificata

ancora alcuna emergenza, il valore di Kc è basso, quasi sempre inferiore

a 0.4. Subito dopo l’emergenza o il trapianto delle colture annuali, o la

ripresa vegetativa di quelle poliennali, il valore di Kc comincia a crescere

lievemente poiché si va ad aggiungere all ’evaporazione dell’acqua dal

suolo il contributo della traspirazione, che fino ad ora assumeva valore

nullo per assenza di vegetazione.

Il valore di Kc subisce poi un significativo incremento a partire dall’inizio

della fase di veloce sviluppo della coltura fino a raggiungere un valore

massimo, solitamente compreso tra 1.1 e 1.3, in corrispondenza del

momento di massimo sviluppo della pianta. Tale valore si mantiene

pressoché costante fino all’inizio del periodo di senescenza della pianta,

per poi diminuire progressivamente fino a valori prossimi a quelli iniziali.

Per concludere, torna utile definire, per i successivi capitoli della tesi,

cosa si intende per fabbisogno idrico delle colture CWR (dall’inglese

“Crop Water Requirements”).

Secondo la definizione fornita dall’ICID (2000) esso rappresenta “il totale

di acqua necessaria per l’evapotraspirazione, dalla semina al raccolto ,

per una determinata coltura in un regime climatico specifico, quando

viene mantenuto un quantitativo adeguato di acqua nel suolo dalla

pioggia e/o dall’irrigazione, in modo da non limitare la crescita delle

piante e la resa delle colture”.

In sostanza quindi il CWR indica la quantità di acqua necessaria per

compensare la perdita idrica per evapotraspirazione che si verifica da un

campo coltivato in condizioni standard. Anche se i valori di

evapotraspirazione in condizione standard delle colture e di fabbisogno

idrico delle colture sono, quantitativamente parlando, identici è bene

chiarire il diverso significato delle due quantità: il primo si riferisce alla

quantità di acqua che viene persa per evapotraspirazione, il secondo alla

quantità d’acqua che dev’essere fornita per sopperire a tale perdita.

18

19

3. Il telerilevamento satellitare come strumento

per la valutazione del fabbisogno idrico delle

colture

La conoscenza del fabbisogno idrico delle colture (CWR) è un dato

essenziale nella gestione degli interventi irrigui in agricoltura, in

particolare nelle regioni aride e semi-aride dove l’irrigazione rappresenta

il più grande consumatore di acqua.

L’interesse nella valutazione del fabbisogno idrico delle colture,

attraverso l’uso del telerilevamento satellitare, si è sviluppato a partire

dalla fine degli anni ’80.

Le ragioni che hanno spinto i ricercatori a muoversi in questa direzione

sono da ricercare nella sempre maggiore difficoltà riscontrata nel

reperire i dati a terra, necessari ad alimentare i modelli di simulazione

idrologica. Tali modelli si basano sul calcolo del bilancio idrico delle

colture per stabilire l’esatto momento di intervento irriguo e per valutare,

in maniera precisa, i volumi minimi d’acqua di irrigazione necessari per il

raggiungimento delle migliori produzioni.

Sebbene la ricerca scientifica abbia individuato nel calcolo del bilancio

idrico delle colture il metodo più preciso per migliorare l’efficienza

dell’irrigazione, attraverso una corretta valutazione dei consumi idrici

delle colture e delle modalità di intervento, rimane ancora oggi il

problema della grande quantità di dati da ricercare come input per i

modelli sopracitati. Specialmente, poi, quando le aree di indagine

interessano ampie superfici come nel caso dei comprensori irrigui in cui,

per giunta, si aggiunge la complicazione rappresentata dall’elevata

variabilità di colture e di suoli presenti.

In questo contesto, un valido ausilio è costituito dall’acquisizione di

immagini multispettrali mediante sensori ad alta risoluzione spaziale,

20

unitamente ad opportune tecniche di elaborazione e di gestione dei dat i

[e.g., D’Urso e Palladino, 2007].

A partire dalle osservazioni effettuate oggi dai moderni sensori satellitari,

nelle regioni del visibile e del vicino infrarosso dello spettro

elettromagnetico, è possibile estrarre informazioni sullo stato fenologico

delle colture e caratteristiche proprie della chioma della vegetazione che,

combinate all’uso di dati agro-metereologici, e seguendo opportune

metodologie (che saranno descritte nel successivo capitolo), consentono

di ricavare mappe di evapotraspirazione delle colture in condizioni

standard (ETc) e quindi, per analogia, mappe di fabbisogno idrico delle

colture (CWR), (si ricorda che ETc e CWR rappresentano lo stesso

quantitativo d’acqua).

Le informazioni sulla variabilità spaziale e temporale di CWR, ottenute

dall’elaborazione delle immagini telerilevate, non sono solo utili per la

definizione dei dati di input necessari per i modelli di simulazione

idrologica, ma anche, e soprattutto, per l’attuazione di criteri più efficienti

per la distribuzione delle acque di irrigazione.

Purtroppo oggi molti degli enti che sono responsabili della distribuzione

delle risorse idriche per uso agricolo mettono in atto politiche di gestione

poco orientate ad un uso sostenibile della risorsa.

Nella maggior parte dei casi, infatti, anche in presenza di reti di

distribuzione in cui i volumi d’acqua vengono misurati, la ripartizione

delle risorse irrigue, e l’applicazione dei corrispondenti canoni, viene

effettuata sulla base dell’estensione della superficie irrigata o seguendo

semplici turnazioni irrigue e non sulla base dei volumi d’acqua

effettivamente consumati.

Di conseguenza, gli agricoltori non sono motivati ad adottare strategie di

risparmio idrico efficienti e ciò di traduce, in generale, in un eccesso di

irrigazione e nell’abuso delle risorse idriche [D’Urso, 2010].

Nell’ottica di un uso più razionale dell’acqua in agricoltura, le

applicazioni del telerilevamento satellitare ad oggi conosciute fanno ben

21

sperare e potrebbero portare, nel prossimo futuro, ad ottenere grandi

risultati in termini di riduzione degli sprechi di un bene così prezioso.

Negli ultimi anni la crescente quantità di sensori disponibili per

l’osservazione della Terra ha aumentato enormemente la possibilità di

acquisizione di dati satellitari.

La facilità nel reperire dati multispettrali ad alta risoluzione spaziale e i

tempi di rivisitazione sempre più bassi dei satelliti moderni sono

caratteristiche particolarmente adatte per la realizzazione di mappe di

fabbisogno idrico delle colture con una precisione soddisfacente e in un

modo economicamente efficace.

Al giorno d’oggi, per giunta, le immagini satellitari sono distribuite via

internet entro poche ore dal momento di acquisizione e possono quindi

essere rapidamente trattate per ottenere prodotti definitiv i da distribuire

agli utenti finali in tempo quasi reale.

Facendo convergere all’interno di un Sistema Informativo Geografico

(GIS) immagini satellitari ad alta risoluzione opportunamente elaborate,

informazioni agrometeorologiche provenienti da stazioni d i misura a terra

e dati vettoriali contenenti i confini del territorio, è oggi pensabile

l’implementazione di sistemi di supporto all’irrigazione che siano in grado

di produrre informazioni, per la singola azienda agricola, sull’utilizzo

ottimale dei volumi d’acqua irrigui necessari a ciascuna coltura,

garantendo in questo modo il massimo livello produttivo [Nino et al.,

2009].

Un esempio di sistema di supporto all’irrigazione, realizzato nell’ambito

del progetto di ricerca PLEIADeS, è il Sistema webGIS on line SPIDER

(System of Participatory Information, Decision-support, and Expert

knowledge in River basin management).

Esso si compone di tre moduli principali [Nino, 2013]:

- Il modulo di OT (Osservazione della Terra), che si basa

principalmente sulla definizione di procedure standard per

l’elaborazione delle immagini satellitari e sulla realizzazione di

22

mappe e dati statistici sul fabbisogno irriguo, per mezzo delle

metodologie che saranno descritte nel capitolo 4.

- Il modulo di interfaccia on line, che è il sistema SPIDER vero e

proprio. Si compone di un database centrale e di diversi moduli

basati su tecnologia webGIS Open Source per il caricamento, la

visualizzazione e l’analisi dei dati (immagini satellitari, mappe

vettoriali, dati alfanumerici, testi e altro).

- Il modulo di distribuzione delle informazioni, che permette la

distribuzione delle informazioni agli utenti finali, attraverso gli

strumenti di ICT (dall’inglese “Information and Communication

Technology”).

In sostanza il servizio fornisce alle aziende agricole e ai gestori delle

risorse irrigue il cosiddetto consiglio irriguo, costituito dall’informazione

quantitativa dei volumi d’acqua richiesti dalle colture presenti nelle

particelle monitorate. La valutazione dei volumi d’acqua da fornire alle

singole particelle deriva dal calcolo del fabbisogno idrico delle colture

(CWR), stimato grazie all’applicazione di una delle due metodologie che

saranno descritte nel successivo capitolo.

Il servizio offerto da tale sistema è da considerarsi near real time, in

quanto il consiglio irriguo viene elaborato nelle 24-48 ore successive

all’acquisizione delle immagini satellitari.

Dopo aver rapidamente elaborato le immagini satellitari, le informazioni

relative al consiglio irriguo vengono distribuite agli utenti finali tramite:

report inviati via posta elettronica (figura 3.1), servizio di telefonia mobile

SMS o MMS (figura 3.2) o applicazioni di web-mapping (figura 3.3) che

consentono di visualizzare le informazioni della propria azienda agricola

tramite pagine ad accesso privato su Internet.

23

Figura 3.1: Esempio di consiglio irriguo inviato all’azienda agricola tramite posta elettronica

Figura 3.2: Esempio di consiglio irriguo inviato all’azienda agricola tramite SMS (sinistra) e

MMS (destra).

24

Figura 3.3: Esempio di consiglio irriguo gestito attraverso applicazioni di web -mapping.

Il fabbisogno irriguo in m3, che si osserva in figura 3.1, rappresenta il

quantitativo totale d’acqua da fornire alla singola particella, per

reintegrare le perdite idriche che si sono verificate nel periodo di

riferimento indicato (in questo caso 16 giorni).

Tale fabbisogno irriguo, come sarà meglio spiegato in seguito,

rappresenta la differenza, calcolata sull’intero periodo di riferimento

analizzato, tra il fabbisogno idrico delle colture e la pioggia netta.

Il volume d’acqua complessivo (in m3) relativo all’intero periodo, da

fornire alla singola particella, viene così calcolato:

- Attraverso l’applicazione delle suddette metodologie alle immagini

satellitari è possibile ricavare un valore di fabbisogno idrico delle

colture in mm/day, per ciascuna particella agricola monitorata.

Tale valore è da intendersi come consumo medio giornaliero, che

si verifica per evapotraspirazione dalle colture presenti nella

particella.

- Il valore di CWR in mm, ottenuto dalle immagini, viene poi

convertito in m3/ha (si ricorda che per convertire i mm in m3/ha è

25

sufficiente moltiplicare per 10, in quanto 1 mm equivale a 10

m3/ha).

- Moltiplicando il valore medio giornaliero di CWR in m3/ha per il

numero di giorni costituenti il periodo di riferimento, si ottengono i

consumi idrici complessivi delle colture in m3/ha relativi all’intero

periodo.

- Sottraendo a quest’ultimo valore i mm di pioggia (riportati in m 3/ha)

complessivamente caduti nell’intero periodo di riferimento, si

ottiene il fabbisogno irriguo della singola particella in m3/ha.

- Infine, moltiplicando tale valore per l’estensione della particella in

ha, si ricava il volume d’acqua in m3 da fornire complessivamente

per mantenere le colture in condizioni di disponibilità idrica

ottimali.

È facile concludere che un sistema di supporto alle decisioni nella

gestione dell’irrigazione, come quello appena descritto, è in grado di

offrire risultati tanto più accurati, quanto maggiore è la risoluzione

spaziale del sensore che acquisisce le immagini e quanto minore è la

risoluzione temporale del satellite.

26

27

4. Metodologia

4.1. Premessa

L’evapotraspirazione delle colture sotto la disponibilità illimitata di acqua

(ETc) costituisce l’informazione fondamentale per la valutazione dei

fabbisogni idrici delle colture e per la gestione dell’irrigazione.

Si ricorda che il fabbisogno idrico delle colture (CWR), come già

accennato nei precedenti capitoli, rappresenta la quantità di acqua

necessaria per compensare la perdita idrica che si verifica per

evapotraspirazione da un campo coltivato in condizioni standard.

Dalla definizione, quindi, è evidente che CWR ed ETc sono due termini

rappresentativi dello stesso quantitativo d’acqua: il primo si riferisce al la

quantità di acqua che è necessario fornire per compensare la perdita, il

secondo rappresenta proprio la quantità d’acqua persa per

evapotraspirazione, sempre nell’ipotesi di condizioni ottimali di acqua nel

terreno.

A questo punto è possibile definire i l fabbisogno idrico per l’irrigazione

IWR (dall’inglese “Irrigation Water Requirements”) come differenza tra il

fabbisogno idrico delle colture e la pioggia netta Pn; quest’ultima

rappresenta il flusso di precipitazione al netto dell’intercettazione

fogliare.

Si ha quindi che:

Il presente lavoro di tesi è stato focalizzato sullo studio e l’applicazione

di metodologie che sfruttano il telerilevamento satellitare per calcolare

l’evapotraspirazione delle colture in condizioni standard e quindi, per

analogia, il CWR.

La disponibilità di informazioni affidabili, obiettive e tempestive sui

fabbisogni idrici delle colture permette l’implementazione di criteri di

28

distribuzione della risorsa idrica efficienti basati sulle effettive esigenze

di irrigazione delle colture.

Come verrà mostrato più avanti, mediante opportune elaborazioni e con

l’ausilio di dati agrometeorologici, è possibile ricavare da immagini

satellitari delle vere e proprie mappe di fabbisogni idrici delle colture.

I metodi utilizzati per il calcolo di ETc sono sostanzialmente due: uno è il

cosiddetto metodo Kc-NDVI che fa riferimento all’evapotraspirazione di

riferimento ET0 proposta in ambito F.A.O., l’altro prende il nome di

approccio analitico e si basa sull’applicazione diretta della nota

equazione di Penman-Monteith.

4.2. Approccio analitico: applicazione diretta

dell’equazione di Penman-Monteith

L’equazione di Penman-Monteith è una relazione utilizzata per il calcolo

dell’evapotraspirazione che si basa sulla modellizzazione fisica del

processo evapotraspirativo.

L’equazione, proposta per la prima volta da Penman nel 1948, è stata

oggetto di numerosi studi e ha subito nel corso del tempo alcune

modifiche che hanno portato alla sua formulazione più recente.

Nella forma originaria Penman aveva supposto che il flusso

evapotraspirativo si originasse sulla superficie esterna delle foglie e che

quindi non ci fosse alcun meccanismo di controllo da parte delle piante

alla diffusione del vapore acqueo. In altri termini, la relazione di Penman

è valida solamente quando la coltura è in condizioni di rifornimento idrico

ottimale e non tiene conto quindi dei meccanismi fisiologici che

controllano la perdita di vapore acqueo. Nel 1965 Monteith rivisitò

l’equazione di Penman e modificò la formulazione originale introducendo

due nuovi termini, la resistenza del manto vegetale (rc) e la resistenza

aerodinamica (ra), che tenevano conto della resistenza che il vapore

acqueo incontra nel passare dalle cavità stomatiche alla superficie

fogliare e da questa all’atmosfera.

29

Da questo punto di vista, perciò, la formula rivisitata da Monteith è una

rappresentazione più realistica del processo evapotraspirativo di una

coltura. L'equazione di Penman-Monteith simula in sostanza il

comportamento di un qualsiasi tipo di coltura in qualunque condizione di

rifornimento idrico, purché siano noti i valori dei parametri di resistenza.

Nella sua formulazione generale essa può essere così espressa [Fiori,

2014]:

Dove:

ETc = flusso evapotraspirativo [mm d -1];

λ = calore latente di vaporizzazione [MJ kg -1];

Δ = pendenza della curva che esprime la tensione di vapore saturo in

funzione della temperatura [kPa °C -1];

Rns = radiazione netta a onde corte [MJ m -2 d-1];

Rnl = radiazione netta a onde lunghe [MJ m -2 d-1];

G = flusso di calore nel suolo [MJ m -2 d-1];

ρa = densità media dell’aria [kg m -3];

cp = calore specifico dell’aria a pressione costante [kJ kg -1 °C-1];

es = tensione di vapore saturo [kPa];

ea = tensione di vapore dell’aria [kPa];

ra = resistenza aerodinamica al flusso di vapore [s m -1];

rc = resistenza del manto vegetale al flusso di vapore [s m -1];

g = costante psicrometrica [kPa °C -1].

L’approccio analitico, che si basa sull’applicazione diretta dell’equazione

di Penman-Monteith, introduce all’interno dell’equazione una serie di

parametri colturali che possono essere stimati dalle immagini satellitari:

l’albedo r, l’indice di area fogliare LAI e l’altezza media del manto

30

vegetale hc. Tali parametri intervengono nel calcolo della radiazione

netta ad onde corte Rns e delle resistenze rc ed ra secondo le seguenti

relazioni:

Dove:

Rs = radiazione solare incidente [MJ m -2 d-1];

r = albedo [-];

LAI = indice di area fogliare [-];

zu = altezza di misura anemometrica [m];

zh = altezza di misura termo-igrometrica [m];

hc = altezza della coltura [m];

uz = velocità del vento all’altezza z [m s -1].

Dal momento che con il presente lavoro di tesi si vuole ottenere una

stima dell’evapotraspirazione massima delle colture, ovvero

l’evapotraspirazione nelle cosiddette condizioni standard, nell’equazione

(4.2.3) è stata implicitamente assunta una disponibilità idrica del suolo

illimitata, attraverso un valore minimo della resistenza stomatica, posto

pari a 100 sm-1.

Se si assume che l’altezza della coltura hc sia legata al LAI da una

relazione di tipo lineare, l’equazione (4.2.4) può essere riscritta nel

seguente modo [e.g., D’Urso e Palladino, 2007]:

31

dove i parametri a e b, nel caso frequente di zu = zh = 2m assumono

entrambi il valore a = b = 66, mentre il valore c può essere approssimato

a 0.2.

È possibile, inoltre, stimare il flusso di calore nel suolo G per mezzo

della seguente relazione [e.g., D’Urso e Palladino, 2007]:

In questo modo, sostituendo le equazioni (4.2.2), (4.2.3), (4.2.5) e (4.2.6)

all’interno dell’equazione (4.2.1), si ottiene una nuova equazione di

Penman-Monteith in cui compaiono esplicitamente i parametri colturali r,

LAI, hc e quelli metereologici indicati in precedenza:

Le quantità Rnl, cp, ρa, es, ea, λ, g possono essere facilmente calcolate a

partire da misure di temperatura Ta e umidità relativa RH dell’aria,

seguendo le indicazioni riportate nel quaderno FAO-56.

I parametri r, LAI, hc possono invece essere stimati da misure di

riflettanza della vegetazione ottenute da immagini satellitari ad alta

risoluzione, tenendo conto di tutte le problematiche legate al

comportamento di riflessione delle superfici naturali.

Come è ben noto, infatti, la riflettanza delle superfici naturali, ed in

particolar modo delle superfici vegetate, non è isotropica: essa varia

molto in funzione delle condizioni ambientali (periodo dell’anno,

condizione fisica e chimica della superficie, condizioni climatiche) e di

ripresa (posizione relativa del trio Sole-superficie-sensore).

32

Inoltre, quando si ha a che fare con sensori trasportati a bordo di

piattaforme aeree o spaziali, si aggiunge il problema legato all’influenza

dei fenomeni di diffusione e di assorbimento atmosferico sul segnale

rilevato dal sensore. Diventa quindi particolarmente importante fare uso

di algoritmi di correzione degli effetti atmosferici per poter ottenere stime

attendibili della riflettanza della superficie terrestre.

In base alle caratteristiche dei sensori multispettrali ad alta risoluzione

commercialmente disponibili, come il Landsat o lo SPOT, è possibile

quindi stimare le quantità r, LAI e hc utilizzando degli algoritmi semi-

empirici che si basano sull’ipotesi di comportamento Lambertiano delle

superfici osservate. Si ricorda che una superficie lambertiana è una

superficie ideale che riflette la radiazione incidente in maniera uniforme

per ogni angolo di riflessione in cui la radiazione è riflessa.

4.2.1. Calcolo dell’albedo

Nel caso di un sensore multispettrale con n bande, l’albedo, o più

correttamente la riflettanza atmosferica integrata spettralmente, può

essere stimato sommando i contributi di riflettanza in ciascuna banda λ,

tenuto conto della corrispondente irradianza solare Eλ0 e della radianza

riflessa Kλ↑ [D’Urso e Palladino, 2007]:

Nella relazione (4.2.2.1) il termine d0 rappresenta la distanza Terra-Sole

in unità astronomiche, che può variare in funzione della stagione

dell’anno.

Il termine π tiene conto, invece, dell’ipotesi di riflessione lambert iana:

nel caso di superficie lambertiana la radianza viene riflessa in tutte le

direzioni in maniera uniforme. Il termine π è quel fattore che permette di

33

passare dalla radianza in una direzione specifica alla radianza

complessiva su tutta l’emisfera.

Infine ϑ è l’angolo zenitale solare che indica l’inclinazione del Sole

rispetto al Nadir e dipende dal giorno e dall’ora di acquisizione

dell’immagine satellitare.

Introducendo i valori di riflettanza superficiale rλ, ricavati dalle radianze

misurate al sensore del satellite mediante algoritmi di correzione che

descrivono i fenomeni di trasferimento radiativo nell’atmosfera,

l’equazione (4.2.1.1) può essere semplificata nel seguente modo:

I coefficienti wλ sono detti coefficienti di peso e possono essere calcolati

una volta che sono note le irradianze solari spettrali Eλ0 per ciascuna

banda λ del sensore, utilizzando la seguente relazione:

I coefficienti di peso calcolati per ciascuna banda del sensore OLI,

montato a bordo del satellite Landsat 8, sono riassunti in tabella 4.2.1.1

[Akdim et al., 2014].

Banda Intervallo spettrale (μm) Coefficiente di peso

Blue 0.450 ÷ 0.510 0.2935

Green 0.525 ÷ 0.600 0.2738

Red 0.630 ÷ 0.680 0.233

NIR 0.845 ÷ 0.885 0.1554

SWIR 1.560 ÷ 1.660 0.0322

SWIR 2.100 ÷ 2.300 0.0121

Tabella 4.2.1.1 Coefficienti di peso per le bande del sensore OLI del satellite Landsat 8.

34

4.2.2. Calcolo del LAI

L’indice di area fogliare LAI (dall’inglese “Leaf Area Index”) è una

variabile cruciale che controlla i più importanti processi biologici e fisici

della vegetazione.

Esso può essere definito come la superficie fogliare totale che intercetta

l’energia luminosa rapportata all’area di terreno sottostan te:

Tale indice può assumere valori molto variabili in relazione al tipo di

bioma considerato anche se, ad eccezione del deserto e della tundra,

oscilla normalmente tra 0 (terreno nudo) e 6.

Uno degli approcci più comunemente utilizzati per la stima del LAI da

dati ottici telerilevati è il modello semi-empirico CLAIR proposto da

Clevers (1989), che si basa su una relazione semi-empirica tra il LAI e

l’indice vegetazionale WDVI (dall’inglese “Weighted Difference

Vegetation Index”):

Dove:

a* = coefficiente di estinzione della luce;

WDVI∞ = valore limite asintotico del WDVI.

I due parametri del modello (a* e WDVI∞) possono essere stimati

utilizzando contemporaneamente un set di valori di LAI proveniente da

misurazioni in campo e dei valori di riflettanza provenienti da immagini

satellitari. Generalmente, il WDVI∞ viene derivato direttamente

dall’immagine satellitare considerando il valore massimo di WDVI

(definito più sotto) sulle aree vegetate in corrispondenza della

saturazione (LAI<6).

35

Il coefficiente a*, invece, può essere calibrato utilizzando una tecnica di

analisi di regressione applicata a due set di valori di LAI, uno osservato

e l’altro stimato. Tale coefficiente descrive l’architettura della chioma

della vegetazione e dipende dal tipo di coltura e dal corrispondente

valore di LAD (dall’inglese “Leaf Angle Distribution”) [Vuolo et al., 2013].

In assenza di un set di valori di LAI proveniente da indagini in campo è

possibile utilizzare un valore medio di a*=0.37, proposto in letteratura e

già testato nell’ambito di altri progetti di ricerca [Akdim et al., 2014].

Il WDVI è un indice radiometrico calcolato a partire dai valori di

riflettanza nella banda del rosso r r e dell’infrarosso vicino rir:

Dove:

rir = valori di riflettanza nella banda del NIR;

rr = valori di riflettanza nella banda del RED;

rs,ir = valori di riflettanza nella banda del NIR corrispondenti a pixel di

suolo nudo;

rs,r = valori di riflettanza nella banda del RED corrispondenti a pixel di

suolo nudo.

Tra i tanti indici che permettono la stima del LAI, il WDVI ha il vantaggio

di ridurre in larga misura l’influenza dello sfondo del suolo sul segnale

spettrale, mediante il fattore C. Quest’ultimo rappresenta la pendenza

della linea del suolo, ossia la pendenza di quella retta che si ottiene

plottando la riflettanza dei pixel di suolo nudo nella banda del RED e del

NIR in uno scatterogramma bidimensionale e applicando, poi, un modello

di regressione lineare.

Il fattore C descrive, quindi, una relazione lineare tra la riflettanza del

RED e del NIR dei pixel di suolo nudo e tiene conto degli effetti dello

sfondo del suolo sull’indice vegetazionale. Esso dev’essere determinato

36

per ciascun sito di prova e dipende dal tipo di suolo, dalla tessitura del

suolo e dall’umidità nel terreno.

4.3. Metodo Kc-NDVI: approccio del coefficiente

colturale singolo

L’approccio più comune e pratico utilizzato per calcolare il fabbisogno

idrico delle colture CWR è, però, quello indicato nel quaderno FAO-56,

che si basa sulla combinazione dell’evapotraspirazione di riferimento

ET0 e dei coefficienti colturali Kc per determinare l’evapotraspirazione

delle colture sotto la disponibilità illimitata di acqua nel terreno.

Nel 1998 l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e

l’agricoltura (F.A.O.) ha proposto un metodo per il calcolo

dell’evapotraspirazione di riferimento ET0 che è il frutto di una

rivisitazione dell’equazione originaria di Penman-Monteith, effettuata da

un team di esperti.

In sostanza, come già ricordato al paragrafo 2.3.1, gli esperti della FAO,

per poter utilizzare l’equazione di Penman-Monteith quale standard nella

stima dell’evapotraspirazione, e per ovviare alla necessità di definire

parametri di evaporazione univoci per ciascun tipo di coltura e per ogni

fase di crescita, hanno stabilito le caratteristiche geometriche,

morfologiche e fisiologiche di una coltura di riferimento ipotetica avente

un’altezza presunta di 0.12 m, una resistenza rc di 70 s m-1 e un albedo

pari a 0.23.

Sostituendo all’interno dell’equazione di Penman-Monteith i valori di rc ed

ra che si ottengono per la coltura di riferimento ed esplicitando tutte le

costanti per il calcolo dell’evapotraspirazione di riferimento a scala

giornaliera, l’equazione di P-M assume la seguente forma [Allen et al.,

1998]:

37

Dove:

ET0 = evapotraspirazione di riferimento [mm d -1];

Rn = radiazione netta alla superficie della coltura [MJ m -2 d-1];

G = flusso di calore nel suolo [MJ m -2 d-1];

T = temperatura media giornaliera dell’aria a 2 m di altezza [°C];

u2 = velocità del vento a 2 m di altezza [m s -1];

es = tensione di vapore saturo [kPa];

ea = tensione di vapore dell’aria [kPa];

Δ = pendenza della curva che esprime la tensione di vapore saturo in

funzione della temperatura [kPa °C -1];

g = costante psicrometrica [kPa °C -1].

In pratica, per stimare la domanda evapotraspirativa dell’atmosfera è

sufficiente conoscere le seguenti grandezze: la radiazione solare, la

temperatura massima e minima giornaliera dell’aria, l’umidità massima e

minima giornaliera dell’aria, la velocità del vento a 2 m di altezza e

l’altitudine e la latitudine del luogo per cui si sta stimando ET0.

Tutte le altre quantità possono essere ricavate in funzione di queste

seguendo i passaggi descritti nel quaderno FAO-56.

Tale metodo va sotto il nome di metodo FAO di Penman-Monteith ed è

considerato attualmente il più valido per la stima di ET0.

Oltre al calcolo rigoroso dell’evapotraspirazione di riferimento, il

quaderno FAO-56 definisce anche i metodi per la valutazione di ETc.

Il parametro chiave che lega ET0 ad ETc è il cosiddetto coefficiente

colturale Kc che ingloba e sintetizza al suo interno tutti gli effetti

sull’evapotraspirazione legati alle caratteristiche morfo-fisiologiche delle

diverse specie, alla fase fenologica e al grado di copertura del suolo;

tutti questi fattori rendono unica e differenziano ciascuna coltura dalla

coltura ipotetica di riferimento [Nino, 2013].

Il coefficiente Kc permette di ricavare ETc, nota ET0, per mezzo della

seguente relazione:

38

Dove:

ETc = evapotraspirazione della coltura in condizioni standard [mm d -1];

Kc = coefficiente colturale [-];

ET0 = evapotraspirazione di riferimento [mm d -1].

La figura (4.3.1), estratta dal quaderno FAO-56, illustra in maniera molto

chiara e schematica i passaggi fino ad ora descritti.

Figura 4.3.1: Relazione tra ET0 ed ETc.

Nel quaderno FAO-56, inoltre, vengono presentati due approcci differenti

per ricavare il Kc: il primo è il cosiddetto approccio del coefficiente

colturale singolo in cui l’effetto della traspirazione delle colture e

dell’evaporazione del suolo sono riassunti in un unico coefficiente Kc (in

tal caso ETc viene stimata utilizzando la relazione 4.3.2), il secondo

prende il nome di approccio del coefficiente colturale doppio e prevede

la scissione del Kc in due termini distinti che descrivono separatamente il

39

contributo di evaporazione del suolo (Ke) e quello di traspirazione delle

colture (Kcb).

Quest’ultimo approccio utilizza la seguente relazione per la stima di ETc:

Tuttavia entrambi gli approcci descritti presuppongono, per la

determinazione del Kc, la conoscenza di una lunga serie di parametri (ad

es. la percentuale di copertura del terreno da parte della vegetazione f c o

l’altezza media delle colture hc) che possono essere stimati in maniera

accurata solamente attraverso campagne di prove sperimentali condotte

in campo.

Ecco allora che, per ovviare al problema appena esposto, è possibile

ancora una volta fare uso del telerilevamento satellitare il quale,

inserendosi all’interno dell’approccio del coefficiente colturale singolo,

permette di valutare la variabilità spaziale e temporale del Kc attraverso

l’applicazione di un particolare metodo.

Quest’ultimo, denominato metodo Kc-NDVI, utilizza una relazione lineare

che lega l’indice vegetazionale NDVI (dall’inglese “Normalized Difference

Vegetation Index”) al coefficiente colturale Kc.

L’NDVI è un indice vegetazionale normalizzato, derivato da immagini

satellitari, basato sulla combinazione algebrica della riflettanza

nell’intervallo spettrale del rosso e del vicino infrarosso.

Esso si calcola mediante una relazione molto semplice tra la banda del

NIR e quella del RED:

Essendo ottenuto dal rapporto tra la differenza e la somma delle due

bande coinvolte, tale indice ha un intervallo di esistenza compreso t ra -1

e +1. In particolare assume valori inferiori a 0 per l’acqua, poco superiori

a 0 per i suoli e tra 0.4 e 0.7 per la vegetazione; vegetazioni molto dense

possono arrivare anche a valori di 0.8 o superiori.

40

Il metodo Kc-NDVI è stato introdotto per la prima volta da Bausch et al.

(1987) che aveva compreso la possibilità di modellare il coefficiente

colturale in funzione dell’NDVI e ha poi utilizzato questo metodo per

eseguire la programmazione irrigua dei campi di grano [Bausch, 1995].

Il metodo è stato poi sviluppato, calibrato e validato nell’ambito di diversi

progetti di ricerca.

Tra le tante relazioni proposte nella letteratura scientifica si è scelto di

utilizzare, per il presente lavoro di tesi, quella ricavata da Calera et al.

(2005) che ha portato a risultati molto soddisfacenti all’interno delle

attività sperimentali dei progetti DEMETER (DEMonstration of Earth

observation TEchnologies in Routine irrigation advisory services) e

PLEIADeS (Participatory multi-Level EO-assisted tools for Irrigation

water management and Agricultural Decision-Support):

Queste relazioni lineari empiriche derivano dall’utilizzo di tecniche

regressive su grafici sperimentali in cui si confrontano valori di Kc stimati

in campo e valori di NDVI ricavati dalla riflettanza alla superficie di

immagini satellitari.

Se si pensa che il valore del coefficiente Kc è un’informazione

estremamente variabile, anche all’interno della stessa tipologia colturale,

poiché dipende, oltre che dalla variabilità climatica, anche da numerosi

altri fattori (ad es. data e densità di semina, apporto di sostanze

nutrienti, natura dei suoli, pratiche agronomiche), risulta immediatamente

percepibile la potenza di una relazione in cui i valori di Kc, ricavati

dall’NDVI, sono indipendenti dal tipo di coltura.

Al contempo, è opportuno sottolineare che la calibrazione locale di tali

relazioni empiriche su specifici tipi di colture può migliorare in grande

misura l’accuratezza dei valori di Kc ottenuti e, di conseguenza, anche la

stima del fabbisogni idrici delle colture.

Infine, se si vanno a confrontare il metodo Kc-NDVI e l’approccio

analitico descritto nel precedente paragrafo, è evidente che il primo è più

41

semplice ed immediato rispetto al secondo e, come tale, è molto più

adatto per le applicazioni operative in tempo reale. Inoltre, ha il

vantaggio di non richiedere una conoscenza approfondita della fisica

dell’evaporazione e dell’aerodinamica che sono invece alla base

dell’equazione di Penman-Monteith [Nino, 2013].

Nel successivo capitolo della tesi, riguardante il caso studio e le

elaborazioni effettuate, verranno applicate le metodologie appena

descritte mettendo in luce, tra i diversi aspetti, i punti critici dell’una e

dell’altra.

42

43

5. Elaborazioni

5.1. Caso di studio e obiettivi del lavoro

Le due metodologie discusse nel precedente capitolo sono state testate

su una modesta area di indagine della regione Emilia-Romagna, ubicata

all’interno di una frazione del Comune di Cesena che va sotto il nome di

San Vittore.

La posizione dell’area è approssimativamente data dalla seguente

coppia di coordinate geografiche: 44°7’21’’ N di latitudine e 12°11’38’’ E

di longitudine.

Il territorio della zona, per gran parte pianeggiante, si sviluppa ad

un’altitudine media di circa 45 m s.l.m. Esso è costituito da un insieme di

lotti di terreno, ad uso prevalentemente agricolo, sui quali sono coltivate

diverse tipologie di colture, sia arboree sia erbacee. Per quanto riguarda

la famiglia delle arboree sono presenti le seguenti specie: actinidia,

albicocco, kaki, melo, pero, pesco, susino e vite. Tra le erbacee troviamo

invece: bietola, grano, orzo, cipolla, erba medica, girasole, mais e sorgo.

Gli obiettivi da raggiungere nella fase sperimentale del presente lavoro di

tesi sono stati fondamentalmente due:

- Il primo è stato quello di andare a verificare il livello di accuratezza

fornito dal metodo Kc-NDVI e dall’approccio analitico nella stima

dell’evapotraspirazione massima per le diverse tipo logie colturali

presenti. Per valutare la variabilità spaziale e temporale di ETc,

attraverso l’applicazione delle due metodologie, è stata utilizzata

una serie di immagini satellitari della famiglia Landsat, distribuite

all’interno di una finestra tempora le che va da giugno ad agosto

dell’anno 2013. I dati metereologici sono stati invece estrapolati

dal database di analisi agro-metereologica ERG-5, gestito da

ARPA-SIMC. I risultati ottenuti dalle immagini sono stati infine

validati confrontando questi ultimi con i corrispettivi valori di ETc

44

ricavati da un sistema modellistico di bilancio idrico, chiamato

CRITERIA, sviluppato dalla stessa ARPA-SIMC.

- Il secondo obiettivo, invece, ha riguardato la creazione di mappe di

fabbisogno idrico delle colture. Una volta stabilito quale dei due

metodi portasse a risultati più coerenti rispetto a quelli derivati dal

modello idrologico, si è proceduto nel generare le suddette mappe

applicando la tecnica del “density slicing” alle mappe di ETc. Le

mappe così create costituiscono uno strumento informativo

estremamente efficace per una valutazione di insieme della

distribuzione spaziale della domanda idrica.

5.2. Raccolta ed elaborazione dei dati

5.2.1. Dati satellitari

Per valutare la variabilità spaziale e temporale di ETc sono state

acquisite 5 immagini satellitari, contenenti l’area di studio, del

recentissimo sensore OLI (Operational Land Imager) montato a bordo

del satellite Landsat8. Questo nuovo sensore della famiglia Landsat

garantisce prestazioni e qualità di ripresa superiori rispetto al precedente

ETM+ potendo contare, oltre che su un numero di bande maggiore (11

contri le precedenti 8), anche su una risoluzione radiometrica migliore

(12 bit contro i precedenti 8 bit).

Esso acquisisce con una risoluzione spaziale di 15 m nel pancromatico e

di 30 m nel multispettrale. Il sensore TIRS (Thermal Infrared Sensor),

accoppiato al sensore OLI, permette invece di acquisire con una

risoluzione spaziale di 100 m nelle bande del termico, ricampionate poi a

30 m per avere corrispondenza con le bande multispettrali del sensore

OLI.

La scelta del sensore è stata principalmente dettata da motivazioni di

carattere economico: pensare, infatti, di utilizzare sensori con risoluzion i

spaziali molto elevate (es. Rapideye) sarebbe stato chiaramente

impossibile a causa del costo delle immagini, sebbene questo avrebbe

45

consentito di apprezzare variazioni ancor più di dettaglio delle variabili

stimate da satellite.

Le immagini sono state scaricate gratuitamente dal sito dell’U.S.G.S

(United States Geological Survey), che è il sito addetto alla distribuzione

delle immagini Landsat (http://glovis.usgs.gov/).

Il sistema di selezione della scena è il sistema Path/Row che etichetta i

dati secondo una struttura di tipo riga-colonna. La scena contenente la

zona di San Vittore è identificata da Path=192 e da Row=029.

Figura 5.2.1: Sistema di selezione della scena.

Le date di acquisizione delle immagini si riferiscono ad un periodo di

tempo che va dal mese di giugno al mese di agosto dell’anno 2013.

Essendo il tempo di rivisitazione del satellite pari a 16 giorni le date sono

intervallate dello stesso periodo; sono state acquisite le immagini relative

alle seguenti date: 2013/06/16, 2013/07/02, 2013/07/18, 2013/08/03,

2013/08/19.

La scelta del periodo estivo dell’anno è stata giustificata

dall’elevatissima percentuale di campi agricoli ricoperti da vegetazione. Il

periodo invernale, al contrario, è caratterizzato da un quantitativo di

terreni nudi significativamente maggiore e quindi mal si sarebbe adattato

agli scopi della tesi.

46

5.2.2. Calibrazione radiometrica delle immagini

Ogni società che distribuisce i dati dei vari sensori rilascia le immagini a

diversi livelli di correzione.

Tra i diversi livelli di correzione disponibili si è scelto di acquisire le

immagini grezze e di procedere autonomamente alla correzione delle

stesse attraverso il software di elaborazione di immagini ENVI.

Le immagini acquisite sono costituite, nelle diverse bande, da una

gamma di livelli di grigio espressi da numeri interi, detti Digital Numbers

(DN). Attraverso la calibrazione radiometrica è possibile passare dai DN

ad un parametro legato al comportamento chimico-fisico della superficie

terrestre: la radianza spettrale (Lλ).

Per il sensore OLI del satellite Landsat8 i DN possono essere convertiti,

per ciascuna banda, nella radianza spettrale utilizzando i fattori di

rescaling della radianza. Il software ENVI recupera automaticamente tali

fattori dal file dei metadati e provvede alla conversione per mezzo della

seguente relazione:

Dove:

Lλ = radianza spettrale espressa in W/(m2*sr*μm);

ML = fattore moltiplicativo di rescaling, specifico per ciascuna banda, che

si trova nel file dei metadati (RADIANCE_MULT_BAND_x, dove x è il

numero della banda);

AL = fattore additivo di rescaling, specifico per ciascuna banda, che si

trova nel file dei metadati (RADIANCE_ADD_BAND_x, dove x è il

numero della banda);

QCAL = valore del DN.

47

5.2.3. Correzione atmosferica delle immagini

Dopo aver eseguito la procedura di calibrazione delle immagini è stata

effettuata la correzione atmosferica delle stesse.

L’obiettivo della correzione atmosferica è quello di trasformare la

radianza al sensore in riflettanza alla superficie terrestre, tenendo conto

degli effetti atmosferici e di tutta la complicata rete di segnali spuri che

vanno ad inficiare la radianza misurata al sensore del satellite.

Quest’ultima, infatti, è data della somma di vari contributi indesiderati

che si vanno ad aggiungere al termine di radianza proveniente dal pixel

che il sensore sta osservando.

Il primo contributo è causato dal fenomeno di diffusione atmosferica

(dall’inglese “scattering”), il quale fa sì che la radiazione

elettromagnetica a contatto con l’atmosfera venga dispersa e deviata in

tante direzioni differenti, a causa dell’urto con le particelle che sono

sospese nei gas dell’atmosfera. In pratica, quindi, l’atmosfera determina

la deviazione di una parte dell’energia elettromagnetica in direzione del

sensore ancor prima che questa sia giunta a terra.

Poi, oltre all’effetto di diffusione dell’energia elettromagnetica, il

processo si complica a causa dei pixel adiacenti al pixel osservato dal

sensore, i quali possono influenzare, anche in maniera significativa,

l’energia radiante proveniente dal pixel d’in teresse. Tali pixel, infatti,

possono o riflettere parte della propria energia sul pixel osservato o

fornire un contributo di radianza diretto, altrettanto indesiderato, che si

va a sommare a quello proveniente dal pixel d’interesse.

In generale si può riassumere che la radianza totale misurata al sensore

del satellite è frutto di due contributi: il primo è la cosiddetta “path

radiance” (radianza di percorso) che tiene conto sia della radianza che

giunge al sensore ancor prima di essere stata riflessa dalla superficie

terrestre, sia della radianza proveniente dai pixel adiacenti al pixel

osservato. Tale contributo introduce un rumore radiometrico indesiderato

che complica il processo di interpretazione dell’immagine. Inoltre,

48

essendo tale radianza non legata al pixel d’interesse, ma al percorso

attorno ad esso, essa risulta ineliminabile.

Il secondo contributo, invece, è la cosiddetta “radianza del target” che

contiene un’informazione spettrale sul pixel di interesse a terra.

Tale radianza, però, non è legata alla sola energia che proviene dal

Sole, colpisce il pixel e viene riflessa verso il sensore, ma tiene conto

anche di quella parte di energia diffusa dall’atmosfera ed in seguito

riflessa dal pixel osservato ed infine dell’energia proveniente dai pixel

adiacenti che hanno riflesso parte della propria energia sul pixel

osservato.

L’effetto generale che ne deriva, dal punto di vista del sensore a bordo

del satellite, è la mancanza di contrasto dell’immagine.

Tutto questo, quindi, fa sì che la misura al sensore, se non venissero

applicati certi modelli di correzione atmosferica, sarebbe fortemente

falsata. Al contempo, però, bisogna tener conto del fatto che questi

modelli possono intervenire anche in maniera decisamente significativa

sulla correzione del segnale e quindi, se errati, rischiano di stravolgerne

il contenuto fisico.

Il modello che si è scelto per la correzione atmosferica delle immagini

telerilevate è il modello matematico FLAASH (Fast Line-of-sight

Atmospheric Analysis of Hypercubes), implementato in ENVI.

I modelli matematici che si utilizzano per la correzione atmosferica sono

estremamente complessi perché è particolarmente difficile modellare ciò

che accade nell’atmosfera. Per effettuare una correzione rigorosa

sarebbe necessario conoscere una lunga serie di parametri specifici che

risultano difficilmente ottenibili. L’ideale sarebbe ricavare tali

informazioni per mezzo di una radiosonda, rilasciata esattamente nel

momento in cui il satellite passa sulla zona d’interesse, che andasse a

misurare le componenti della colonna atmosferica compresa tra terra e il

sensore. Chiaramente questo non accade mai, per cui è praticamente

impossibile venire in possesso di tutte le informazioni necessarie per

effettuare una correzione rigorosa.

49

Non disponendo di tutti i dati ricavabili per mezzo di una radiosonda, i

modelli matematici si basano su alcune informazioni piuttosto basiche

che l’utente deve dare in input al modello, quali:

- Coordinate geografiche del centro della scena;

- Tipo di sensore e relativa quota di volo;

- Altitudine del terreno;

- Dimensione del pixel;

- Data ed ora di acquisizione dell’immagine;

- Modello atmosferico (da scegliere in funzione della latitudine);

- Modello per la simulazione degli aerosol;

- Visibilità a terra.

Quindi, in sostanza, il modello FLAASH è un modello semplificato che si

basa sulla conoscenza di informazioni piuttosto sommarie che cercano di

descrivere le condizioni dei vari strati dell’atmosfera in funzione dei

parametri sopra elencati.

I parametri di input utilizzati per la correzione atmosferica delle immagini

satellitari contenenti l’area di San Vittore sono riassunti in tabella

5.2.3.1.

Parametro Valore

Sensor Altitude 705 km

Ground Elevation 45 m

Pixel Size 30 m

Atmospheric Model Mid-Latitude Summer

Aerosol Model Rural

Aerosol Retrieval None

Initial Visibility 40 km (Default)

Tabella 5.2.3.1: Parametri di input per il modello FLAASH.

5.2.4. Dati vettoriali

Dopo aver scaricato ed elaborato le immagini satellitari si è iniziato un

lavoro di dettaglio sull’area di San Vittore, che ricopre soltanto una

piccolissima regione dell’intera immagine.

50

La prima operazione è consistita nel recupero di uno shapefile,

corrispondente all’anno 2013, contenente le informazioni relative all’uso

dei terreni agricoli presenti all’interno dei confini dell’area di studio.

Figura 5.2.4.1: Shapefile rappresentante l’area di San Vittore.

Tale file vettoriale, realizzato dall’Agenzia Regionale per le erogazioni in

agricoltura dell’Emilia-Romagna (AGREA), è stato fornito da ARPA-

SIMC.

Disporre di un’informazione di questo tipo è possibile poiché gli

agricoltori ogni anno, per accedere ai finanziamenti europei, dichiarano

alle associazioni di categoria cosa coltiveranno all’interno dei loro campi.

In pratica, a Maggio, circa l’80% delle partice lle catastali della regione

Emilia-Romagna effettua la suddetta dichiarazione ad AGREA; grazie a

questo è possibile conoscere cosa verrà coltivato per ciascuna particella

catastale della regione.

51

A questo punto un consulente del Canale Emiliano-Romagnolo (CER)

costruisce un modello che combina i dati delle dichiarazioni con i dati

catastali delle particelle.

Quello che ne risulta è un file vettoriale, rappresentante l’intera regione,

in cui, ad ogni particella catastale, sono associate una serie di

informazioni; tra queste troviamo i tipi di colture presenti in ciascun

campo e le superfici effettivamente ricoperte da ciascuna coltura.

La particella catastale è rappresentata nel file vettoriale da N poligoni

sovrapposti (con N = numero totale di colture presenti in ciascuna

particella), geometricamente identici, ciascuno dei quali contiene le

informazioni relative a una singola coltura.

Per preparare tali dati in funzione del lavoro di tesi sono state effettuate

alcune modifiche allo shapefile rappresentante l’area di San Vittore,

attraverso il software QGIS.

Per prima cosa è stato creato un nuovo shapefile in cui ciascuna

particella catastale non è più costituita da N poligoni sovrapposti, ma da

quell’unico poligono rappresentativo della coltura prevalente, ossia della

coltura che occupa la percentuale di superficie maggiore dell’intera

particella.

Successivamente è stata effettuata una selezione delle particelle

catastali in funzione della percentuale di superficie ricoperta da una

coltura prevalente. Sono state prese in considerazione solamente quelle

particelle aventi una percentuale di copertura di una stessa coltura

maggiore o uguale al 90%. In tal modo tutti i pixel dell’immagine

satellitare costituenti una singola particella forniscono una risposta

spettrale molto simile tra di loro, in quanto rappresentativi della stessa

tipologia di coltura.

In tal modo il numero di campi agricoli si è notevolmente ridotto: si è

passati dalle 1615 unità iniziali alle 160 selezionate.

La figura 5.2.4.2 mostra le unità selezionate, suddivise per categoria di

coltura.

52

Figura 5.2.4.2: Unità selezionate suddivise per categoria di coltura.

L’ultima modifica apportata allo shapefile è stata la creazione di una

nuova colonna nella tabella attributi ad esso associata, allo scopo di

avere un codice identificativo univoco per ciascuno dei 160 poligoni

selezionati.

Il codice identificativo è stato ottenuto dalla concatenazione del numero

di riga della tabella attributi e dal campo ‘RAGGRUPPAM’, che identifica

la tipologia di coltura.

In tabella 5.2.4.1 si riporta l’elenco di tutti i campi selezionati con il

relativo codice identificativo.

53

ID_POLYGON 1-SUSINO 41-PESCO 81-CEREALE INV. 121-PESCO

2-SUSINO 42-PESCO 82-CEREALE INV. 122-PESCO

3-PESCO 43-PESCO 83-ALBICOCCO 123-PESCO

4-ALBICOCCO 44-PESCO 84-CEREALE INV. 124-ERBA MEDICA

5-PESCO 45-MAIS 85-CEREALE INV. 125-ERBA MEDICA

6-PERO 46-MAIS 86-CEREALE INV. 126-SUSINO

7-PESCO 47-MAIS 87-CEREALE INV. 127-CEREALE INV.

8-PESCO 48-MAIS 88-CEREALE INV. 128-CEREALE INV.

9-PERO 49-MAIS 89-CEREALE INV. 129-ERBA MEDICA

10-PESCO 50-PESCO 90-CEREALE INV. 130-PESCO

11-SUSINO 51-PESCO 91-CEREALE INV. 131-KAKI

12-CEREALE INV. 52-ERBA MEDICA 92-CEREALE INV. 132-KAKI

13-CEREALE INV. 53-ALBICOCCO 93-CEREALE INV. 133-ERBA MEDICA

14-SUSINO 54-ERBA MEDICA 94-CEREALE INV. 134-ERBA MEDICA

15-PESCO 55-CEREALE INV. 95-CEREALE INV. 135-ERBA MEDICA

16-ERBA MEDICA 56-SORGO 96-CEREALE INV. 136-ERBA MEDICA

17-ERBA MEDICA 57-SORGO 97-PESCO 137-SORGO

18-ERBA MEDICA 58-ERBA MEDICA 98-PESCO 138-SORGO

19-ERBA MEDICA 59-ERBA MEDICA 99-CEREALE INV. 139-ERBA MEDICA

20-ERBA MEDICA 60-PESCO 100-CEREALE INV. 140-SORGO

21-ERBA MEDICA 61-PESCO 101-GIRASOLE 141-PESCO

22-ERBA MEDICA 62-BIETOLA 102-BIETOLA 142-PESCO

23-ERBA MEDICA 63-BIETOLA 103-BIETOLA 143-PESCO

24-MAIS 64-BIETOLA 104-KAKI 144-SORGO

25-PESCO 65-BIETOLA 105-BIETOLA 145-SORGO

26-PESCO 66-PESCO 106-ALBICOCCO 146-SORGO

27-CEREALE INV. 67-PERO 107-PESCO 147-ERBA MEDICA

28-PESCO 68-PESCO 108-ALBICOCCO 148-PESCO

29-ERBA MEDICA 69-CEREALE INV. 109-PESCO 149-CEREALE INV.

30-CEREALE INV. 70-CEREALE INV. 110-PESCO 150-CEREALE INV.

31-PESCO 71-CEREALE INV. 111-CIPOLLA 151-CEREALE INV.

32-PESCO 72-CEREALE INV. 112-CEREALE INV. 152-CEREALE INV.

33-CEREALE INV. 73-CEREALE INV. 113-CEREALE INV. 153-MELO

34-CEREALE INV. 74-CEREALE INV. 114-VITE 154-PESCO

35-CEREALE INV. 75-CEREALE INV. 115-VITE 155-CEREALE INV.

36-CEREALE INV. 76-CEREALE INV. 116-PESCO 156-CEREALE INV.

37-FRAGOLA 77-CEREALE INV. 117-PESCO 157-CEREALE INV.

38-CEREALE INV. 78-BIETOLA 118-ALBICOCCO 158-ERBA MEDICA

39-CEREALE INV. 79-BIETOLA 119-PESCO 159-ERBA MEDICA

40-CEREALE INV. 80-CEREALE INV. 120-ALBICOCCO 160-ERBA MEDICA

Tabella 5.2.4.1: Elenco dei campi selezionati con relativo codice identificativo.

54

Dopo aver modificato lo shapefile rappresentante l’area di San Vittore, si

è proceduto nel ritagliare le cinque immagini satellitari, precedentemente

elaborate, sulla base dei confini geografici stabiliti dallo stesso shapefile.

Tale operazione, eseguita per mezzo dello strumento “Resize Data” di

ENVI, è servita per ottenere immagini di dimensioni significativamente

minori e per gestire, in modo più semplice, delle operazioni di dettaglio

sui pixel costituenti i campi agricoli dell’area di studio.

5.3. Applicazione del metodo Kc-NDVI

L’applicazione del metodo Kc-NDVI alle cinque immagini satellitari

ritagliate ripercorre esattamente i passaggi descritti al paragrafo 4.3.

Dapprima è stato calcolato l’indice vegetazionale NDVI, implementando

la formula (4.3.4) all’interno dello strumento “Band Math” di ENVI.

Successivamente, avvalendosi dell’approccio del coefficiente colturale

singolo e utilizzando lo stesso “Band Math” per l’applicazione della

relazione (4.3.5), sono state generate le mappe dei coefficienti colturali

Kc.

A questo punto l’unico dato mancante per il calcolo di ETc è ET0.

Per calcolare quest’ultimo parametro sono stati utilizzati i dati meteo

provenienti da una banca dati metereologici sviluppata dal Servizio Idro

Meteo Clima di ARPA, che prende il nome di ERG5.

A tale banca dati è associata una griglia regolare con passo di 5 km

(griglia ERG5) che copre tutte le aree situate all’interno dei confini della

regione Emilia-Romagna.

Grazie alle oltre 200 stazioni di misura presenti su tutto il te rritorio

regionale, sono disponibili, per ogni cella della griglia, con cadenza

giornaliera o oraria, i principali dati metereologici che sono ottenuti per

interpolazione dei dati misurati dalle stazioni metereologiche regionali.

La figura 5.3.1 mostra la posizione delle stazioni di misura in relazione

alla griglia ERG5.

55

Figura 5.3.1: Griglia ERG5.

I dati metereologici giornalieri estratti dalla cella di Cesena,

corrispondenti alle date di acquisizione delle immagini satellitari, sono

riportati in tabella 5.3.1.

Data Tmin (°C) Tmax (°C) Tave (°C) Prec (mm) RHmin (%)

16/06/2013 20.7 32 26.4 0 25

02/07/2013 16.9 29.1 23.6 0 27

18/07/2013 17.1 29.2 24 0 34

03/08/2013 21.4 35.4 28.9 0 22

19/08/2013 21.5 32.4 26.9 1.9 29

Data RHmean (%) RHmax (%) Wind (m/s) Wind dir(°) Rad (MJ m-2 d-1)

16/06/2013 41 58 2.5 315 28.5

02/07/2013 44 61 3.2 315 28.7

18/07/2013 53 74 3 315 26.9

03/08/2013 37 57 3.6 315 26.7

19/08/2013 40 57 3.6 315 23.5

Tabella 5.3.1: Dati metereologici giornalieri estratti dalla cella di Cesena.

Tali dati sono stati utilizzati per calcolare i valori giornalieri di ET0

seguendo i passaggi descritti nel quaderno FAO-56.

I valori di evapotraspirazione di riferimento ottenuti, per ciascuna data,

sono riportati in tabella 5.3.2.

56

Data ET0 (mm d-1)

16/06/2013 7.02

02/07/2013 6.74

18/07/2013 6.02

03/08/2013 8.06

19/08/2013 7.11

Tabella 5.3.2: Valori di evapotraspirazione di riferimento ottenuti per ciascuna data.

Una volta ricavati i valori di ET0 si è proceduto nel moltiplicare tale

valore scalare per la matrice dei coefficienti colturali Kc ricavata in

precedenza, come previsto dalla relazione (4.3.2).

In questo modo sono state derivate le mappe di ETc corrispondenti alle

cinque immagini satellitari.

5.4. Applicazione dell’approccio anal itico

L’applicazione dell’approccio analitico alle cinque immagini satellitari

segue i passaggi descritti nel paragrafo 4.2.

Le quantità Rnl, cp, ρa, es, ea, λ, g, che compaiono all’interno dell’eq.

(4.2.7), possono essere facilmente calcolate a partire dalle misure di

temperatura Ta e umidità relativa RH dell’aria riportate in tabella 5.3.1,

seguendo i procedimenti descritti nel quaderno FAO-56.

La radiazione solare incidente Rs è invece un dato misurato dalle

stazioni meteorologiche ed anch’esso è riporta to in tabella 5.3.1 con il

termine ‘Rad (MJ m-2 d-1)’.

Gli unici parametri stimati da satellite sono stati l’albedo r e l’indice di

area fogliare LAI.

Il primo è stato ottenuto utilizzando la relazione 4.2.1.2, al cui interno

entrano in gioco i valori di riflettanza alla superficie nelle varie bande del

sensore OLI e i relativi coefficienti di peso riassunti in tabella 4.2.1.1.

Il LAI è sicuramente il parametro più complicato da stimare e nel quale

risiede la maggior incertezza del metodo.

Per calcolarlo è stata utilizzata la relazione 4.2.2.2 in cui compaiono il

coefficiente di estinzione della luce a*, l’indice vegetazionale WDVI e il

valore limite asintotico dell’indice WDVI∞.

57

Non avendo a disposizione due set di valori di LAI, uno misurato e l’altro

stimato, non è stato possibile applicare una tecnica di regressione per

stimare il coefficiente a*; si è deciso pertanto di adottare il valore medio

a*=0.37, già utilizzato in altri progetti di ricerca.

Per calcolare il WDVI è stato necessario ricavare, dapprima, il valore

della pendenza della linea del suolo C che compare nella relazione

4.2.2.3.

La conoscenza di tale valore presuppone chiaramente l’individuazione di

gruppi di pixel di suolo nudo sull’immagine satellitare.

Riconoscere dei suoli nudi sulle immagini, attorno all’area di San Vittore,

non è stato semplice a causa della presenza molto limitata di questi in

periodo estivo.

Per facilitare la ricerca è stata utilizzata l’immagine in falsi colori del

giorno 20130616, data dalla combinazione delle bande 5,6,4 (NIR,

SWIR1, RED) del sensore OLI. Questa combinazione di bande è molto

utile per il riconoscimento dei suoli nudi ed inoltre è sensibile alle

differenze di umidità nei suoli. I suoli nudi, infatti, appaiono

sull’immagine con diverse tonalità di azzurro in funzione del contenuto di

umidità nel suolo: più il contenuto di umidità è alto, più la tonalità del

colore tende a diventare scura; ciò è dovuto all’alta capacità di

assorbimento dell’acqua nell’infrarosso.

L’immagine 5.4.1 mostra la posizione dei due suoli nudi individuati

sull’immagine del giorno 20130616, in prossimità dell’area di San Vittore.

I pixel costituenti i due suoli nudi sono stati raggruppati in un’unica RO I

(dall’inglese “Region of Interest”) di color giallo.

Il comando “Stats” presente nello strumento “ROI Tool” di ENVI, che

consente di ricavare le firme spettrali dei pixel costituenti la ROI, ha

confermato che i pixel selezionati fossero effettivamente appartenenti

alla copertura ‘suolo nudo’.

Le firme spettrali rappresentate in figura 5.4.2, infatti, ricordano

l’andamento tipico della firma spettrale di un suolo nudo.

58

Figura 5.4.1: ROI di colore giallo rappresentante i suoli nudi.

59

Figura 5.4.2: Firme spettrali dei pixel costituenti la ROI.

A questo punto, per ricreare lo scatterogramma bidimensionale tra la

banda del RED e la banda del NIR, da cui estrarre la pendenza della

linea del suolo, è stato utilizzato il toolbox di ENVI “Compute ROI Soil

Line”.

Esso richiede come dati di input la ROI nella quale sono contenuti i pixel

da plottare nello scatterogramma e l’immagine da cui ricavare i valori di

riflettanza e restituisce in output la linea del suolo corrispondente.

La linea del suolo ottenuta è riportata in figura 5.4.3.

Figura 5.4.3: Linea del suolo estratta dalla ROI di suolo nudo.

60

Il coefficiente angolare della retta rappresenta proprio la pendenza della

linea del suolo C cercata. Come è possibile osservare in figura 5.4.3

essa è circa pari a 0.83.

Una volta ricavato il valore di C è stato possibile calcolare le immagini di

WDVI, mediante la semplice operazione tra bande espressa dalla

relazione 4.2.2.3.

I valori di WDVI∞, come già detto al paragrafo 4.2.2., sono stati ricavati

direttamente dalle immagini satellitari andando a prendere il valore

massimo di WDVI sulle aree vegetate, in corrispondenza della

saturazione.

Tali valori sono riportati, per ciascuna data, in tabella 5.4.1.

Data WDVI∞ [-]

16/06/2013 0.586

02/07/2013 0.645

18/07/2013 0.536

03/08/2013 0.591

19/08/2013 0.633

Tabella 5.4.1: Valori di WDVI∞ ottenuti per ciascuna data.

Infine, dopo aver ricavato tutti i termini necessari all’utilizzo

dell’equazione di Penman-Monteith, è stata applicata per ciascuna delle

cinque date di acquisizione la relazione (4.2.1), che ha permesso di

ottenere le mappe di ETc mediante l’approccio analitico.

5.5. Estrazione dei valori medi di ETc per ciascun

campo agricolo

Una volta ottenute le mappe di ETc con il metodo Kc-NDVI e con

l’approccio analitico, si è proceduto ad estrarre, per ciascuna di esse, un

singolo valore di ETc per ognuno dei 160 campi agricoli selezionati.

Per quanto riguarda il metodo Kc-NDVI si è preferito effettuare tale

operazione sulle mappe di Kc piuttosto che sulle mappe di ETc;

successivamente, in fase di validazione, sono stati poi nuovamente

moltiplicati i valori di Kc di ciascun campo per ET0, in modo da effettuare

61

sempre dei confronti tra valori di ETc. La ragione di tale scelta è da

attribuirsi al fatto che, durante la fase di elaborazione dei dati, si è voluto

confrontare i valori di Kc ottenuti dalle immagini satellitari per le varie

colture con dei valori tabellati forniti dal CER per l’Emilia -Romagna, in

modo da avere un primo riscontro sulla bontà del metodo.

I valori tabellati del CER sono riportati in figura 5.5.1.

Figura 5.5.1: Valori di Kc consigliati dal CER.

Per quanto riguarda l’approccio analitico, invece, sono stati estratti

direttamente i valori di ETc.

Per estrapolare tali valori dalle immagini satellitari (sia i valori di ETc, sia

i valori di Kc) si è proceduto nel seguente modo: dopo aver sovrapposto

62

all’immagine raster lo shapefile contenente i campi selezionati, è stata

utilizzata la funzione “Zone Stats” di ENVI che permette di generare un

file di testo in cui compaiono le statistiche principali (valore massimo,

valore minimo, media, deviazione standard) dell’insieme di pixel

costituenti ciascun poligono dello shapefile.

In pratica il software effettua una rasterizzazione dei poligoni in formato

vettoriale e, successivamente, va a calcolare le statistiche sul gruppo di

pixel che formano ciascun campo.

Il valore statistico utilizzato come valore rappresentativo di ogni campo è

stato chiaramente il valore medio.

In figura 5.5.2 si riporta, a titolo d’esempio, un estratto dell’output

restituito dallo strumento “Zone Stats” utilizzato sulla mappa di Kc

relativa alla data 20130616.

Figura 5.5.2: Esempio di output dello strumento “Zone Stats” di ENVI.

Infine, come ultima operazione prima della fase di validazione, è stata

effettuata un’ulteriore scrematura dei 160 campi agricoli selezionati

inizialmente. Tale operazione è stata mirata ad eliminare tutti quei campi

aventi una superficie talmente ridotta, da risultare addirittura inferiore

63

alla risoluzione spaziale del pixel (30 m). Per tale motivo sono stati

eliminati i seguenti campi: 14-SUSINO, 126-SUSINO, 106-ALBICOCCO,

104-KAKI, 131-KAKI, 132-KAKI, 153-MELO, 51-PESCO, 116-PESCO,

121-PESCO, 61-PESCO, 117-PESCO, 111-CIPOLLA, 37-FRAGOLA, 48-

MAIS.

In tal modo sono state eliminate anche le specie cipolla, fragola e kaki,

in quanto i campi eliminati erano gli unici rappresentativi di queste

specie.

In ultimo, non sono stati presi in considerazione anche tutti i campi di

CEREALE INVERNALE (grano); questo perché in estate il grano non è

fisicamente presente sui campi, in quanto viene raccolto a giugno ed in

seguito il terreno viene lasciato a riposo.

5.6. Validazione: il modello CRITERIA

I valori medi di ETc caratteristici di ciascun campo, ottenuti con le

modalità descritte nel precedente paragrafo, sono stati validati

confrontando tali valori con i valori derivati da un modello matematico

per la simulazione del bilancio idrico dei suoli agricoli, sviluppato presso

ARPA-SIMC: il modello CRITERIA (Controllo delle Riserve Idriche

Territoriali per la Riduzione dell’Impatto ambientale in Agricoltura).

Il modello calcola il bilancio idrico con cadenza giornaliera sfruttando il

database di CRITERIA, che include: una mappa digitale dei suoli

dell’Emilia-Romagna (fornita dal Servizio Cartografico), un insieme di

parametri dei suoli derivato da rilievi in campo e misure di laboratorio, un

insieme di parametri colturali e la banca dati meteorologici di ERG5.

CRITERIA è in grado di valutare i seguenti fenomeni: precipitazione,

irrigazione, risalita capillare dalla falda, ruscellamento o scorrimento

(superficiale e ipodermico), evaporazione, traspirazione, percolazione,

ridistribuzione e drenaggio profondo.

Alcuni di queste variabili, come la pioggia e l’irrigazione, sono facilmente

misurabili, le altre vengono stimate mediante algoritmi che utilizzano i

64

dati meteorologici, le caratteristiche del terreno e le caratteristiche delle

colture.

Per la fase di validazione è stata utilizzata una versione geografica di

CRITERIA, denominata CRITERIA.NET, che implementa gli stessi

algoritmi della versione classica.

Tale versione, però, è equipaggiata di un’interfaccia GIS e permette di

importare uno shapefile contenente i campi agricoli per i quali si vogliono

ottenere informazioni.

Dopo aver creato, in CRITERIA.NET, un progetto ad hoc per l’area di

San Vittore, relativo all’anno 2013, è stato possibile estrarre, per

ciascuna data di acquisizione delle immagini e per ciascun campo

agricolo dello shapefile, il valore di evapotraspirazione massima fornito

dal modello.

A questo punto, avendo a disposizione tre valori di ETc (Kc-NDVI,

approccio analitico, CRITERIA) per ogni singola particella, è stato creato

un foglio di calcolo elettronico, per ciascuna data di acquisizione delle

immagini, in cui sono state riportate tutte le particelle con i relativi valori

di ETc.

È stata poi effettuata la media aritmetica dei valori di ETc appartenenti

alla medesima specie colturale.

Il risultato finale che si è ottenuto è stata la creazione di una tabella in

cui, per ciascuna tipologia di coltura, sono stati riportati: il valore medio

di ETc della specie ottenuto con il metodo Kc-NDVI, il valore medio di

ETc della specie ottenuto con l’approccio analitico e il valore medio di

ETc della specie ricavato da CRITERIA.

Quest’ultimo, come detto, ha rappresentato il valore di confronto sul

quale basare la validazione dei dati estratti dalle immagini satellitari.

Di seguito si riportano i cinque fogli di calcolo realizzati durante la fase di

elaborazione dei dati.

65

ID_POLYGON ET0 ETc_Crit Kc_Crit Kc_Kc-NDVI ETc_Kc-NDVI ETc_PM Tipologia

105-BIETOLA 7.02 7.53 1.07 0.79 5.56 5.94 erbacea

103-BIETOLA 7.02 7.53 1.07 0.96 6.74 7.17 erbacea

102-BIETOLA 7.02 7.53 1.07 0.94 6.62 7.22 erbacea

62-BIETOLA 7.02 7.53 1.07 0.96 6.75 7.48 erbacea

63-BIETOLA 7.02 7.53 1.07 0.99 6.94 7.66 erbacea

64-BIETOLA 7.02 7.53 1.07 1.02 7.15 8.06 erbacea

65-BIETOLA 7.02 7.53 1.07 1.02 7.19 7.98 erbacea

78-BIETOLA 7.02 7.53 1.07 1.05 7.34 8.12 erbacea

79-BIETOLA 7.02 7.53 1.07 0.92 6.47 7.10 erbacea

58-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.29 9.07 13.55 erbacea

54-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.32 9.26 13.62 erbacea

52-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.25 8.77 13.54 erbacea

124-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 0.79 5.56 6.66 erbacea

125-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 0.84 5.86 7.09 erbacea

129-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.26 8.87 11.19 erbacea

29-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.27 8.92 11.92 erbacea

23-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.31 9.19 12.69 erbacea

133-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 0.93 6.55 7.87 erbacea

134-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 0.93 6.56 7.39 erbacea

135-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 0.96 6.75 7.80 erbacea

136-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 0.83 5.82 7.28 erbacea

22-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.29 9.04 15.32 erbacea

21-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.32 9.28 13.82 erbacea

160-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 0.85 5.94 7.22 erbacea

20-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.34 9.44 22.86 erbacea

19-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.36 9.54 23.97 erbacea

18-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.36 9.56 15.13 erbacea

17-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.36 9.53 17.63 erbacea

16-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.34 9.44 18.13 erbacea

139-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 0.79 5.56 6.94 erbacea

147-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.19 8.32 10.00 erbacea

158-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 0.81 5.71 6.99 erbacea

159-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 0.87 6.12 7.12 erbacea

59-ERBA MEDICA 7.02 6.61 0.94 1.25 8.76 11.11 erbacea

101-GIRASOLE 7.02 6.73 0.96 0.88 6.15 6.74 erbacea

49-MAIS 7.02 7.51 1.07 0.88 6.14 6.72 erbacea

24-MAIS 7.02 7.51 1.07 1.17 8.19 8.16 erbacea

47-MAIS 7.02 7.51 1.07 1.11 7.78 7.83 erbacea

45-MAIS 7.02 7.51 1.07 1.17 8.20 7.99 erbacea

46-MAIS 7.02 7.51 1.07 1.01 7.11 7.31 erbacea

146-SORGO 7.02 6.73 0.96 1.16 8.11 9.57 erbacea

145-SORGO 7.02 6.73 0.96 0.92 6.47 7.92 erbacea

144-SORGO 7.02 6.73 0.96 0.85 5.96 7.18 erbacea

140-SORGO 7.02 6.73 0.96 0.66 4.64 5.73 erbacea

138-SORGO 7.02 6.73 0.96 0.90 6.34 7.54 erbacea

137-SORGO 7.02 6.73 0.96 0.83 5.86 6.65 erbacea

57-SORGO 7.02 6.73 0.96 1.11 7.81 8.72 erbacea

56-SORGO 7.02 6.73 0.96 1.14 8.01 9.01 erbacea

1-SUSINO 7.02 6.9 0.98 1.11 7.80 7.74 arborea

2-SUSINO 7.02 6.9 0.98 1.01 7.10 7.60 arborea

11-SUSINO 7.02 6.9 0.98 1.10 7.72 7.92 arborea

120-ALBICOCCO 7.02 6.8 0.97 0.90 6.35 7.34 arborea

118-ALBICOCCO 7.02 6.8 0.97 0.92 6.49 7.54 arborea

4-ALBICOCCO 7.02 6.8 0.97 0.83 5.83 6.70 arborea

108-ALBICOCCO 7.02 6.8 0.97 1.11 7.81 9.17 arborea

53-ALBICOCCO 7.02 6.8 0.97 0.82 5.74 5.80 arborea

83-ALBICOCCO 7.02 6.8 0.97 0.91 6.37 7.59 arborea

67-PERO 7.02 6.84 0.97 1.07 7.48 7.47 arborea

66

6-PERO 7.02 6.84 0.97 0.99 6.96 6.88 arborea

9-PERO 7.02 6.84 0.97 0.93 6.50 6.78 arborea

107-PESCO 7.02 6.9 0.98 1.05 7.34 9.72 arborea

109-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.91 6.39 6.33 arborea

110-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.80 5.61 5.98 arborea

50-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.84 5.92 6.01 arborea

5-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.92 6.45 6.84 arborea

3-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.88 6.16 7.04 arborea

7-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.87 6.14 6.90 arborea

60-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.89 6.23 6.17 arborea

44-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.90 6.30 7.35 arborea

119-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.85 6.00 7.05 arborea

43-PESCO 7.02 6.9 0.98 1.06 7.46 8.10 arborea

122-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.90 6.29 5.98 arborea

123-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.84 5.87 5.92 arborea

42-PESCO 7.02 6.9 0.98 1.14 7.97 8.07 arborea

41-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.96 6.72 7.52 arborea

154-PESCO 7.02 6.9 0.98 1.06 7.42 6.66 arborea

68-PESCO 7.02 6.9 0.98 1.03 7.25 6.86 arborea

32-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.94 6.62 6.51 arborea

31-PESCO 7.02 6.9 0.98 1.03 7.26 7.19 arborea

130-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.87 6.13 6.36 arborea

98-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.89 6.22 6.90 arborea

97-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.94 6.58 7.22 arborea

28-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.86 6.05 5.77 arborea

26-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.97 6.82 6.38 arborea

66-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.97 6.84 6.86 arborea

8-PESCO 7.02 6.9 0.98 1.02 7.16 7.92 arborea

15-PESCO 7.02 6.9 0.98 1.02 7.15 8.40 arborea

141-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.80 5.61 6.55 arborea

142-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.88 6.19 6.00 arborea

143-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.93 6.54 6.39 arborea

10-PESCO 7.02 6.9 0.98 0.97 6.80 7.80 arborea

148-PESCO 7.02 6.9 0.98 1.06 7.45 6.54 arborea

114-VITE 7.02 5.64 0.80 0.83 5.85 6.22 arborea

115-VITE 7.02 5.64 0.80 0.80 5.61 5.89 arborea

Tabella 5.5.1: Valori di ETc di ciascun campo ottenuti con CRITERIA (3acolonna), con il

metodo Kc-NDVI (6acolonna) e con l’approccio analitico (7

acolonna), per la data 20130616.

Coltura Media_ETc_Crit Media_ETc_Kc-NDVI Media_ETc_PM

BIETOLA 7.53 6.75 7.42

ERBA MEDICA 6.61 7.90 11.87

GIRASOLE 6.73 6.15 6.74

MAIS 7.51 7.49 7.60

SORGO 6.73 6.65 7.79

SUSINO 6.9 7.54 7.75

ALBICOCCO 6.8 6.43 7.36

PERO 6.84 6.98 7.04

PESCO 6.9 6.59 6.92

VITE 5.64 5.73 6.05

Tabella 5.5.2: Valori medi di ETc per ciascuna specie colturale ottenuti con CRITERIA

(2acolonna), con il metodo Kc-NDVI (3

acolonna) e con l’approccio analitico (4

acolonna), per la

data 20130616.

67

ID_POLYGON ET0 ETc_Crit Kc_Crit Kc_Kc-NDVI ETc_Kc-NDVI ETc_PM Tipologia

105-BIETOLA 6.74 7.24 1.07 0.86 5.80 5.46 erbacea

103-BIETOLA 6.74 7.24 1.07 1.01 6.80 6.55 erbacea

102-BIETOLA 6.74 7.24 1.07 0.94 6.37 6.33 erbacea

62-BIETOLA 6.74 7.24 1.07 0.97 6.55 6.66 erbacea

63-BIETOLA 6.74 7.24 1.07 1.01 6.81 6.86 erbacea

64-BIETOLA 6.74 7.24 1.07 1.06 7.16 7.38 erbacea

65-BIETOLA 6.74 7.24 1.07 1.06 7.16 7.34 erbacea

78-BIETOLA 6.74 7.24 1.07 1.03 6.95 6.99 erbacea

79-BIETOLA 6.74 7.24 1.07 0.88 5.92 5.95 erbacea

58-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.32 8.89 11.25 erbacea

54-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.34 9.05 11.40 erbacea

52-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.31 8.82 11.87 erbacea

124-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 0.79 5.30 5.33 erbacea

125-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 0.85 5.75 5.97 erbacea

129-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.26 8.50 9.74 erbacea

29-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.30 8.75 10.54 erbacea

23-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.34 9.03 10.97 erbacea

133-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 0.89 6.01 6.61 erbacea

134-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 0.97 6.57 7.14 erbacea

135-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 0.96 6.49 6.81 erbacea

136-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.19 8.05 8.59 erbacea

22-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.36 9.14 11.68 erbacea

21-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.32 8.88 10.94 erbacea

160-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.00 6.77 6.81 erbacea

20-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.37 9.22 14.54 erbacea

19-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.37 9.25 13.59 erbacea

18-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.38 9.28 13.35 erbacea

17-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.37 9.24 13.17 erbacea

16-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.37 9.24 12.91 erbacea

139-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.05 7.07 7.50 erbacea

147-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.26 8.50 9.27 erbacea

158-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.01 6.79 7.06 erbacea

159-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 0.98 6.63 6.52 erbacea

59-ERBA MEDICA 6.74 6.53 0.97 1.26 8.52 10.18 erbacea

101-GIRASOLE 6.74 6.62 0.98 1.03 6.95 6.78 erbacea

49-MAIS 6.74 7.24 1.07 1.01 6.80 7.02 erbacea

24-MAIS 6.74 7.24 1.07 1.29 8.69 8.76 erbacea

47-MAIS 6.74 7.24 1.07 1.24 8.36 8.41 erbacea

45-MAIS 6.74 7.24 1.07 1.31 8.82 8.89 erbacea

46-MAIS 6.74 7.24 1.07 1.12 7.55 7.63 erbacea

146-SORGO 6.74 6.62 0.98 1.17 7.87 7.89 erbacea

145-SORGO 6.74 6.62 0.98 1.00 6.74 6.73 erbacea

144-SORGO 6.74 6.62 0.98 0.93 6.26 6.58 erbacea

140-SORGO 6.74 6.62 0.98 0.71 4.78 5.18 erbacea

138-SORGO 6.74 6.62 0.98 0.95 6.37 6.37 erbacea

137-SORGO 6.74 6.62 0.98 0.82 5.53 5.87 erbacea

57-SORGO 6.74 6.62 0.98 1.26 8.46 9.22 erbacea

56-SORGO 6.74 6.62 0.98 1.27 8.55 9.29 erbacea

1-SUSINO 6.74 6.63 0.98 0.94 6.34 5.71 arborea

2-SUSINO 6.74 6.63 0.98 0.92 6.21 5.75 arborea

11-SUSINO 6.74 6.63 0.98 0.88 5.93 5.45 arborea

120-ALBICOCCO 6.74 6.53 0.97 0.91 6.10 6.00 arborea

118-ALBICOCCO 6.74 6.53 0.97 0.97 6.55 6.55 arborea

4-ALBICOCCO 6.74 6.53 0.97 0.94 6.35 5.82 arborea

108-ALBICOCCO 6.74 6.53 0.97 1.08 7.28 7.13 arborea

53-ALBICOCCO 6.74 6.53 0.97 0.82 5.54 5.00 arborea

83-ALBICOCCO 6.74 6.53 0.97 0.89 5.99 5.99 arborea

67-PERO 6.74 6.59 0.98 1.10 7.41 6.27 arborea

68

6-PERO 6.74 6.59 0.98 1.02 6.88 5.51 arborea

9-PERO 6.74 6.59 0.98 1.02 6.88 5.51 arborea

107-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.14 7.71 8.71 arborea

109-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.96 6.48 5.68 arborea

110-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.83 5.60 5.17 arborea

50-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.88 5.92 5.40 arborea

5-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.02 6.85 5.58 arborea

3-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.99 6.65 6.31 arborea

7-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.01 6.81 6.17 arborea

60-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.91 6.14 5.06 arborea

44-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.89 5.97 6.03 arborea

119-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.89 5.97 5.92 arborea

43-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.16 7.80 6.94 arborea

122-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.97 6.55 5.28 arborea

123-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.90 6.08 5.27 arborea

42-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.19 8.05 7.30 arborea

41-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.11 7.46 6.88 arborea

154-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.14 7.67 6.03 arborea

68-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.08 7.25 6.12 arborea

32-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.96 6.46 5.16 arborea

31-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.10 7.38 6.09 arborea

130-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.00 6.73 6.23 arborea

98-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.93 6.28 5.74 arborea

97-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.01 6.78 6.08 arborea

28-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.96 6.47 5.37 arborea

26-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.02 6.89 5.82 arborea

66-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.00 6.73 5.79 arborea

8-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.12 7.52 6.97 arborea

15-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.18 7.92 7.25 arborea

141-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.83 5.60 5.54 arborea

142-PESCO 6.74 6.63 0.98 0.98 6.58 5.83 arborea

143-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.05 7.11 6.21 arborea

10-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.02 6.90 6.55 arborea

148-PESCO 6.74 6.63 0.98 1.07 7.24 5.92 arborea

114-VITE 6.74 5.42 0.80 0.83 5.58 5.07 arborea

115-VITE 6.74 5.42 0.80 0.84 5.66 5.09 arborea

Tabella 5.5.3: Valori di ETc di ciascun campo ottenuti con CRITERIA (3acolonna), con il

metodo Kc-NDVI (6acolonna) e con l’approccio analitico (7

acolonna), per la data 20130702.

Coltura Media_ETc_Crit Media_ETc_Kc-NDVI Media_ETc_PM

BIETOLA 7.24 6.61 6.61

ERBA MEDICA 6.53 7.99 9.75

GIRASOLE 6.62 6.95 6.78

MAIS 7.24 8.04 8.14

SORGO 6.62 6.82 7.14

SUSINO 6.63 6.16 5.63

ALBICOCCO 6.53 6.30 6.08

PERO 6.59 7.06 5.77

PESCO 6.63 6.80 6.08

VITE 5.42 5.62 5.08

Tabella 5.5.4: Valori medi di ETc per ciascuna specie colturale ottenuti con CRITERIA

(2acolonna), con il metodo Kc-NDVI (3

acolonna) e con l’approccio analitico (4

acolonna), per la

data 20130702.

69

ID_POLYGON ET0 ETc_Crit Kc_Crit Kc_Kc-NDVI ETc_Kc-NDVI ETc_PM Tipologia

105-BIETOLA 6.02 6.45 1.07 0.91 5.48 6.22 erbacea

103-BIETOLA 6.02 6.45 1.07 0.97 5.85 7.46 erbacea

102-BIETOLA 6.02 6.45 1.07 0.95 5.74 7.23 erbacea

62-BIETOLA 6.02 6.45 1.07 0.97 5.86 7.00 erbacea

63-BIETOLA 6.02 6.45 1.07 1.02 6.13 7.80 erbacea

64-BIETOLA 6.02 6.45 1.07 1.07 6.43 8.57 erbacea

65-BIETOLA 6.02 6.45 1.07 1.09 6.58 9.05 erbacea

78-BIETOLA 6.02 6.45 1.07 0.98 5.92 7.26 erbacea

79-BIETOLA 6.02 6.45 1.07 0.91 5.45 6.48 erbacea

58-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.03 6.20 7.21 erbacea

54-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.03 6.18 7.22 erbacea

52-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.06 6.38 7.99 erbacea

124-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 0.86 5.19 5.63 erbacea

125-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.02 6.16 7.04 erbacea

129-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.23 7.40 9.88 erbacea

29-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 0.96 5.76 6.63 erbacea

23-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 0.99 5.97 6.85 erbacea

133-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.05 6.30 8.43 erbacea

134-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.09 6.56 8.30 erbacea

135-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.02 6.14 7.44 erbacea

136-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 0.97 5.86 7.27 erbacea

22-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.07 6.44 7.40 erbacea

21-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.05 6.32 7.33 erbacea

160-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.15 6.90 8.93 erbacea

20-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.08 6.51 7.91 erbacea

19-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.05 6.34 7.31 erbacea

18-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.05 6.34 7.48 erbacea

17-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.06 6.40 7.50 erbacea

16-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.08 6.52 7.55 erbacea

139-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 0.92 5.53 7.05 erbacea

147-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.18 7.07 8.86 erbacea

158-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 0.68 4.07 5.12 erbacea

159-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.12 6.72 8.05 erbacea

59-ERBA MEDICA 6.02 5.14 0.85 1.00 6.03 7.19 erbacea

101-GIRASOLE 6.02 5.92 0.98 0.95 5.73 6.44 erbacea

49-MAIS 6.02 6.46 1.07 0.99 5.95 6.94 erbacea

24-MAIS 6.02 6.46 1.07 1.15 6.92 7.94 erbacea

47-MAIS 6.02 6.46 1.07 1.15 6.93 8.16 erbacea

45-MAIS 6.02 6.46 1.07 1.19 7.17 8.29 erbacea

46-MAIS 6.02 6.46 1.07 1.13 6.77 7.97 erbacea

146-SORGO 6.02 5.92 0.98 0.91 5.47 6.50 erbacea

145-SORGO 6.02 5.92 0.98 0.83 5.03 6.47 erbacea

144-SORGO 6.02 5.92 0.98 0.79 4.78 6.16 erbacea

140-SORGO 6.02 5.92 0.98 0.73 4.40 5.64 erbacea

138-SORGO 6.02 5.92 0.98 0.87 5.21 6.48 erbacea

137-SORGO 6.02 5.92 0.98 0.77 4.61 5.75 erbacea

57-SORGO 6.02 5.92 0.98 1.17 7.04 7.86 erbacea

56-SORGO 6.02 5.92 0.98 1.21 7.27 8.17 erbacea

1-SUSINO 6.02 5.92 0.98 1.00 6.03 6.16 arborea

2-SUSINO 6.02 5.92 0.98 0.95 5.71 6.06 arborea

11-SUSINO 6.02 5.92 0.98 0.94 5.64 5.85 arborea

120-ALBICOCCO 6.02 5.83 0.97 0.94 5.64 6.40 arborea

118-ALBICOCCO 6.02 5.83 0.97 0.81 4.89 5.89 arborea

4-ALBICOCCO 6.02 5.83 0.97 0.95 5.71 6.22 arborea

108-ALBICOCCO 6.02 5.83 0.97 1.13 6.81 8.08 arborea

53-ALBICOCCO 6.02 5.83 0.97 0.92 5.52 5.69 arborea

83-ALBICOCCO 6.02 5.83 0.97 0.95 5.74 6.73 arborea

67-PERO 6.02 5.88 0.98 1.19 7.14 7.00 arborea

70

6-PERO 6.02 5.88 0.98 1.03 6.19 5.64 arborea

9-PERO 6.02 5.88 0.98 0.96 5.77 5.82 arborea

107-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.95 5.71 7.71 arborea

109-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.97 5.86 5.90 arborea

110-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.87 5.25 5.52 arborea

50-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.02 6.12 6.17 arborea

5-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.91 5.49 5.43 arborea

3-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.98 5.88 6.60 arborea

7-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.03 6.20 6.51 arborea

60-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.74 4.48 4.98 arborea

44-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.99 5.97 6.73 arborea

119-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.89 5.34 6.16 arborea

43-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.09 6.55 6.62 arborea

122-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.97 5.83 5.69 arborea

123-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.88 5.33 5.57 arborea

42-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.09 6.54 6.57 arborea

41-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.03 6.19 6.54 arborea

154-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.07 6.45 6.18 arborea

68-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.96 5.80 5.92 arborea

32-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.02 6.12 5.67 arborea

31-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.04 6.26 6.43 arborea

130-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.01 6.06 6.22 arborea

98-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.93 5.59 5.90 arborea

97-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.93 5.57 5.89 arborea

28-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.05 6.35 6.43 arborea

26-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.14 6.84 6.38 arborea

66-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.04 6.26 6.38 arborea

8-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.17 7.05 7.82 arborea

15-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.09 6.55 6.70 arborea

141-PESCO 6.02 5.92 0.98 0.87 5.21 5.90 arborea

142-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.05 6.34 6.28 arborea

143-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.08 6.53 6.59 arborea

10-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.07 6.42 7.03 arborea

148-PESCO 6.02 5.92 0.98 1.10 6.64 6.54 arborea

114-VITE 6.02 4.84 0.80 0.89 5.34 5.70 arborea

115-VITE 6.02 4.84 0.80 0.85 5.10 5.49 arborea

Tabella 5.5.5: Valori di ETc di ciascun campo ottenuti con CRITERIA (3acolonna), con il

metodo Kc-NDVI (6acolonna) e con l’approccio analitico (7

acolonna), per la data 20130718.

Coltura Media_ETc_Crit Media_ETc_Kc-NDVI Media_ETc_PM

BIETOLA 6.45 5.94 7.45

ERBA MEDICA 5.14 6.21 7.50

GIRASOLE 5.92 5.73 6.44

MAIS 6.46 6.75 7.86

SORGO 5.92 5.48 6.63

SUSINO 5.92 5.79 6.02

ALBICOCCO 5.83 5.72 6.50

PERO 5.88 6.37 6.15

PESCO 5.92 6.02 6.28

VITE 4.84 5.22 5.59

Tabella 5.5.6: Valori medi di ETc per ciascuna specie colturale ottenuti con CRITERIA

(2acolonna), con il metodo Kc-NDVI (3

acolonna) e con l’approccio analitico (4

acolonna), per la

data 20130718.

71

ID_POLYGON ET0 ETc_Crit Kc_Crit Kc_Kc-NDVI ETc_Kc-NDVI ETc_PM Tipologia

105-BIETOLA 8.06 8.52 1.06 0.84 6.81 7.98 erbacea

103-BIETOLA 8.06 8.52 1.06 0.95 7.67 9.43 erbacea

102-BIETOLA 8.06 8.52 1.06 0.88 7.10 9.02 erbacea

62-BIETOLA 8.06 8.52 1.06 0.93 7.49 9.44 erbacea

63-BIETOLA 8.06 8.52 1.06 0.95 7.69 9.87 erbacea

64-BIETOLA 8.06 8.52 1.06 1.03 8.31 11.20 erbacea

65-BIETOLA 8.06 8.52 1.06 1.06 8.51 11.69 erbacea

78-BIETOLA 8.06 8.52 1.06 0.98 7.92 9.84 erbacea

79-BIETOLA 8.06 8.52 1.06 0.93 7.48 9.06 erbacea

58-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.02 8.19 9.26 erbacea

54-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.01 8.17 8.82 erbacea

52-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.16 9.37 11.91 erbacea

124-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 0.66 5.33 6.87 erbacea

125-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 0.79 6.39 8.40 erbacea

129-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.13 9.07 10.08 erbacea

29-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 0.94 7.57 8.38 erbacea

23-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 0.98 7.92 8.66 erbacea

133-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 0.74 5.92 7.96 erbacea

134-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 0.77 6.21 8.07 erbacea

135-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 0.76 6.15 7.80 erbacea

136-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 0.88 7.12 8.97 erbacea

22-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.12 9.02 10.12 erbacea

21-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.04 8.38 9.27 erbacea

160-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 0.79 6.39 8.61 erbacea

20-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.25 10.04 13.23 erbacea

19-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.22 9.84 12.32 erbacea

18-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.15 9.28 10.88 erbacea

17-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.23 9.92 12.17 erbacea

16-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.17 9.40 11.12 erbacea

139-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 0.80 6.46 8.40 erbacea

147-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.07 8.66 9.71 erbacea

158-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 0.89 7.21 8.85 erbacea

159-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 0.78 6.27 8.25 erbacea

59-ERBA MEDICA 8.06 7.80 0.97 1.03 8.28 9.31 erbacea

101-GIRASOLE 8.06 7.83 0.97 0.83 6.68 7.32 erbacea

49-MAIS 8.06 8.61 1.07 0.45 3.66 4.89 erbacea

24-MAIS 8.06 8.61 1.07 0.44 3.57 4.93 erbacea

47-MAIS 8.06 8.61 1.07 0.44 3.58 4.89 erbacea

45-MAIS 8.06 8.61 1.07 0.41 3.28 4.53 erbacea

46-MAIS 8.06 8.61 1.07 0.49 3.95 5.27 erbacea

146-SORGO 8.06 7.89 0.98 1.11 8.94 11.61 erbacea

145-SORGO 8.06 7.89 0.98 0.94 7.54 9.88 erbacea

144-SORGO 8.06 7.89 0.98 0.84 6.74 8.91 erbacea

140-SORGO 8.06 7.89 0.98 0.73 5.92 8.05 erbacea

138-SORGO 8.06 7.89 0.98 0.96 7.76 9.97 erbacea

137-SORGO 8.06 7.89 0.98 0.74 5.93 7.78 erbacea

57-SORGO 8.06 7.89 0.98 1.13 9.11 9.60 erbacea

56-SORGO 8.06 7.89 0.98 1.10 8.85 9.10 erbacea

1-SUSINO 8.06 7.92 0.98 0.99 7.98 8.48 arborea

2-SUSINO 8.06 7.92 0.98 0.97 7.81 8.66 arborea

11-SUSINO 8.06 7.92 0.98 0.92 7.43 7.98 arborea

120-ALBICOCCO 8.06 7.80 0.97 0.95 7.62 8.54 arborea

118-ALBICOCCO 8.06 7.80 0.97 0.94 7.54 8.91 arborea

4-ALBICOCCO 8.06 7.80 0.97 0.90 7.27 7.92 arborea

108-ALBICOCCO 8.06 7.80 0.97 1.04 8.39 9.65 arborea

53-ALBICOCCO 8.06 7.80 0.97 0.85 6.88 7.39 arborea

83-ALBICOCCO 8.06 7.80 0.97 0.96 7.74 8.99 arborea

67-PERO 8.06 7.87 0.98 1.10 8.86 8.78 arborea

72

6-PERO 8.06 7.87 0.98 0.98 7.89 7.43 arborea

9-PERO 8.06 7.87 0.98 1.02 8.19 7.95 arborea

107-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.98 7.91 10.26 arborea

109-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.96 7.78 8.12 arborea

110-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.84 6.79 7.24 arborea

50-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.93 7.46 7.90 arborea

5-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.98 7.93 7.68 arborea

3-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.96 7.74 8.95 arborea

7-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.02 8.24 8.91 arborea

60-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.86 6.90 7.35 arborea

44-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.92 7.39 8.71 arborea

119-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.88 7.12 8.18 arborea

43-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.09 8.81 8.57 arborea

122-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.04 8.39 7.74 arborea

123-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.88 7.06 7.63 arborea

42-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.10 8.84 8.51 arborea

41-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.07 8.64 9.07 arborea

154-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.22 9.83 9.01 arborea

68-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.08 8.70 8.46 arborea

32-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.96 7.71 7.22 arborea

31-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.06 8.56 8.27 arborea

130-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.04 8.39 8.96 arborea

98-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.90 7.23 7.82 arborea

97-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.96 7.70 8.09 arborea

28-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.05 8.46 8.42 arborea

26-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.13 9.08 8.90 arborea

66-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.03 8.28 8.36 arborea

8-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.17 9.41 10.87 arborea

15-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.04 8.41 8.62 arborea

141-PESCO 8.06 7.92 0.98 0.88 7.08 8.49 arborea

142-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.05 8.49 8.93 arborea

143-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.15 9.29 9.43 arborea

10-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.04 8.38 9.82 arborea

148-PESCO 8.06 7.92 0.98 1.18 9.48 8.87 arborea

114-VITE 8.06 6.48 0.80 0.81 6.50 7.03 arborea

115-VITE 8.06 6.48 0.80 0.88 7.10 7.39 arborea

Tabella 5.5.7: Valori di ETc di ciascun campo ottenuti con CRITERIA (3acolonna), con il

metodo Kc-NDVI (6acolonna) e con l’approccio analitico (7

acolonna), per la data 20130803.

Tabella 5.5.8: Valori medi di ETc per ciascuna specie colturale ottenuti con CRITERIA

(2acolonna), con il metodo Kc-NDVI (3

acolonna) e con l’approccio analitico (4

acolonna), per la

data 20130803.

Coltura Media_ETc_Crit Media_ETc_Kc-NDVI Media_ETc_PM

BIETOLA 8.52 7.66 9.73

ERBA MEDICA 7.8 7.86 9.50

GIRASOLE 7.83 6.68 7.32

MAIS 8.61 3.61 4.90

SORGO 7.89 7.60 9.36

SUSINO 7.92 7.74 8.37

ALBICOCCO 7.8 7.57 8.57

PERO 7.87 8.31 8.05

PESCO 7.92 8.17 8.54

VITE 6.48 6.80 7.21

73

ID_POLYGON ET0 ETc_Crit Kc_Crit Kc_Kc-NDVI ETc_Kc-NDVI ETc_PM Tipologia

105-BIETOLA 7.11 7.02 0.99 0.81 5.76 6.05 erbacea

103-BIETOLA 7.11 7.02 0.99 0.92 6.57 7.02 erbacea

102-BIETOLA 7.11 7.02 0.99 0.81 5.73 6.42 erbacea

62-BIETOLA 7.11 7.02 0.99 0.87 6.15 6.86 erbacea

63-BIETOLA 7.11 7.02 0.99 0.89 6.33 7.20 erbacea

64-BIETOLA 7.11 7.02 0.99 0.96 6.81 8.04 erbacea

65-BIETOLA 7.11 7.02 0.99 0.99 7.07 8.28 erbacea

78-BIETOLA 7.11 7.02 0.99 0.95 6.76 7.60 erbacea

79-BIETOLA 7.11 7.02 0.99 0.92 6.54 7.25 erbacea

58-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 1.06 7.52 7.95 erbacea

54-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 1.09 7.77 7.97 erbacea

52-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 1.23 8.72 10.65 erbacea

124-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.71 5.02 5.81 erbacea

125-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.85 6.03 6.82 erbacea

129-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.71 5.06 6.18 erbacea

29-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.99 7.05 7.39 erbacea

23-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 1.05 7.50 7.89 erbacea

133-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.79 5.59 6.77 erbacea

134-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.84 5.98 6.91 erbacea

135-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.77 5.44 6.39 erbacea

136-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.93 6.64 7.47 erbacea

22-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 1.16 8.28 8.81 erbacea

21-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 1.11 7.90 8.26 erbacea

160-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.97 6.92 8.29 erbacea

20-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 1.30 9.27 12.01 erbacea

19-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 1.26 8.98 10.73 erbacea

18-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 1.18 8.41 9.23 erbacea

17-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 1.28 9.13 10.73 erbacea

16-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 1.23 8.77 9.85 erbacea

139-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.84 5.99 6.95 erbacea

147-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.69 4.89 6.24 erbacea

158-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.73 5.20 6.26 erbacea

159-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 0.86 6.13 6.96 erbacea

59-ERBA MEDICA 7.11 5.96 0.84 1.13 8.01 8.68 erbacea

101-GIRASOLE 7.11 4.70 0.66 0.70 5.00 4.92 erbacea

49-MAIS 7.11 7.44 1.05 0.45 3.18 3.06 erbacea

24-MAIS 7.11 7.44 1.05 0.45 3.18 2.78 erbacea

47-MAIS 7.11 7.44 1.05 0.44 3.12 2.81 erbacea

45-MAIS 7.11 7.44 1.05 0.40 2.82 2.44 erbacea

46-MAIS 7.11 7.44 1.05 0.49 3.47 3.23 erbacea

146-SORGO 7.11 6.83 0.96 1.07 7.59 8.53 erbacea

145-SORGO 7.11 6.83 0.96 0.81 5.77 6.92 erbacea

144-SORGO 7.11 6.83 0.96 0.75 5.32 6.43 erbacea

140-SORGO 7.11 6.83 0.96 0.69 4.89 6.03 erbacea

138-SORGO 7.11 6.83 0.96 0.88 6.29 7.16 erbacea

137-SORGO 7.11 6.83 0.96 0.74 5.26 6.14 erbacea

57-SORGO 7.11 6.83 0.96 1.04 7.41 7.09 erbacea

56-SORGO 7.11 6.83 0.96 0.99 7.03 6.68 erbacea

1-SUSINO 7.11 6.99 0.98 0.98 6.94 6.59 arborea

2-SUSINO 7.11 6.99 0.98 0.93 6.64 6.54 arborea

11-SUSINO 7.11 6.99 0.98 0.90 6.38 6.17 arborea

120-ALBICOCCO 7.11 6.88 0.97 0.94 6.71 6.87 arborea

118-ALBICOCCO 7.11 6.88 0.97 0.80 5.66 6.18 arborea

4-ALBICOCCO 7.11 6.88 0.97 0.90 6.41 6.22 arborea

108-ALBICOCCO 7.11 6.88 0.97 0.92 6.53 7.10 arborea

53-ALBICOCCO 7.11 6.88 0.97 0.88 6.23 5.87 arborea

83-ALBICOCCO 7.11 6.88 0.97 0.86 6.08 6.53 arborea

67-PERO 7.11 6.95 0.98 1.22 8.71 7.76 arborea

74

6-PERO 7.11 6.95 0.98 0.95 6.74 5.56 arborea

9-PERO 7.11 6.95 0.98 1.02 7.26 6.25 arborea

107-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.03 7.30 8.58 arborea

109-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.00 7.10 6.63 arborea

110-PESCO 7.11 6.99 0.98 0.87 6.17 5.94 arborea

50-PESCO 7.11 6.99 0.98 0.94 6.69 5.98 arborea

5-PESCO 7.11 6.99 0.98 0.98 6.97 6.01 arborea

3-PESCO 7.11 6.99 0.98 0.89 6.35 6.48 arborea

7-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.02 7.24 6.91 arborea

60-PESCO 7.11 6.99 0.98 0.88 6.26 5.86 arborea

44-PESCO 7.11 6.99 0.98 0.87 6.17 6.15 arborea

119-PESCO 7.11 6.99 0.98 0.82 5.86 6.28 arborea

43-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.13 8.05 7.12 arborea

122-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.09 7.77 6.18 arborea

123-PESCO 7.11 6.99 0.98 0.91 6.50 6.32 arborea

42-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.15 8.21 7.25 arborea

41-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.12 7.96 7.40 arborea

154-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.26 8.94 7.29 arborea

68-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.09 7.77 6.78 arborea

32-PESCO 7.11 6.99 0.98 0.96 6.80 5.80 arborea

31-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.04 7.38 6.50 arborea

130-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.12 7.95 7.43 arborea

98-PESCO 7.11 6.99 0.98 0.90 6.38 6.29 arborea

97-PESCO 7.11 6.99 0.98 0.91 6.48 6.34 arborea

28-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.09 7.72 6.73 arborea

26-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.17 8.32 6.88 arborea

66-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.08 7.71 6.86 arborea

8-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.19 8.45 8.51 arborea

15-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.12 7.96 7.52 arborea

141-PESCO 7.11 6.99 0.98 0.81 5.78 6.46 arborea

142-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.11 7.92 7.12 arborea

143-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.22 8.65 7.59 arborea

10-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.04 7.37 7.65 arborea

148-PESCO 7.11 6.99 0.98 1.24 8.79 7.17 arborea

114-VITE 7.11 5.72 0.80 0.76 5.44 5.14 arborea

115-VITE 7.11 5.72 0.80 0.85 6.04 5.25 arborea

Tabella 5.5.9: Valori di ETc di ciascun campo ottenuti con CRITERIA (3acolonna), con il

metodo Kc-NDVI (6acolonna) e con l’approccio analitico (7

acolonna), per la data 20130819.

Coltura Media_ETc_Crit Media_ETc_Kc-NDVI Media_ETc_PM

BIETOLA 7.02 6.42 7.19

ERBA MEDICA 5.96 7.05 8.05

GIRASOLE 4.7 5.00 4.92

MAIS 7.44 3.15 2.87

SORGO 6.83 6.20 6.87

SUSINO 6.99 6.65 6.43

ALBICOCCO 6.88 6.27 6.46

PERO 6.95 7.57 6.52

PESCO 6.99 7.34 6.81

VITE 5.72 5.74 5.20

Tabella 5.5.10: Valori medi di ETc per ciascuna specie colturale ottenuti con CRITERIA

(2acolonna), con il metodo Kc-NDVI (3

acolonna) e con l’approccio analitico (4

acolonna), per la

data 20130819.

75

Sulla base delle tabelle 5.5.2, 5.5.4, 5.5.6, 5.5.8, 5.5.10 sono stati poi

costruiti una serie di grafici che mostrano l’evoluzione temporale dell’ETc

giornaliera, durante la stagione estiva dell’anno 2013, stimata attraverso:

CRITERIA, il metodo Kc-NDVI e l’approccio analitico.

In particolare, è stato costruito un grafico per ciascuna tipologia colturale

analizzata, per poter apprezzare, in maniera più immediata, il livello di

accuratezza raggiunto nella stima di ETc sulle diverse specie.

Si riportano ora i grafici ottenuti e, successivamente, si vanno ad

analizzare i risultati conseguiti.

Figura 5.5.3: Confronto tra i valori giornalieri di ETc stimati attraverso CRITERIA, il metodo

Kc-NDVI e l’approccio analitico, per la specie colturale ‘BIETOLA’.

7.53 7.24

6.45

8.52

7.02 6.75 6.61

5.94

7.66

6.42

7.42

6.61

7.45

9.73

7.19

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

16

/06

/20

13

02

/07

/20

13

18

/07

/20

13

03

/08

/20

13

19

/08

/20

13

ETc

[mm

d-1

]

BIETOLA ETc CRITERIA ETc metodo Kc-NDVI ETc approccio analitico

76

Figura 5.5.4: Confronto tra i valori giornalieri di ETc stimati attraverso CRITERIA, il metodo

Kc-NDVI e l’approccio analitico, per la specie colturale ‘ERBA MEDICA’.

Figura 5.5.5: Confronto tra i valori giornalieri di ETc stimati attraverso CRITERIA, i l metodo

Kc-NDVI e l’approccio analitico, per la specie colturale ‘GIRASOLE’.

6.61 6.53

5.14

7.8

5.96

7.90 7.99

6.21

7.86

7.05

11.87

9.75

7.50

9.50

8.05

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12 1

6/0

6/2

01

3

02

/07

/20

13

18

/07

/20

13

03

/08

/20

13

19

/08

/20

13

ETc

[mm

d-1

] ERBA MEDICA

ETc CRITERIA ETc metodo Kc-NDVI ETc approccio analitico

6.73 6.62

5.92

7.83

4.7

6.15

6.95

5.73

6.68

5.00

6.74 6.78 6.44

7.32

4.92

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

16

/06

/20

13

02

/07

/20

13

18

/07

/20

13

03

/08

/20

13

19

/08

/20

13

ETc

[mm

d-1

]

GIRASOLE ETc CRITERIA ETc metodo Kc-NDVI ETc approccio analitico

77

Figura 5.5.6: Confronto tra i valori giornalieri di ETc stimati attraverso CRITERIA, il metodo

Kc-NDVI e l’approccio analitico, per la specie colturale ‘MAIS’.

Figura 5.5.7: Confronto tra i valori giornalieri di ETc stimati attraverso CRITERIA, il metodo

Kc-NDVI e l’approccio analitico, per la specie colturale ‘SORGO’.

7.51 7.24

6.46

8.61

7.44 7.49

8.04

6.75

3.61 3.15

7.60

8.14 7.86

4.90

2.87 2.5

3.5

4.5

5.5

6.5

7.5

8.5

9.5

10.5

11.5

16

/06

/20

13

02

/07

/20

13

18

/07

/20

13

03

/08

/20

13

19

/08

/20

13

ETc

[mm

d-1

] MAIS

ETc CRITERIA ETc metodo Kc-NDVI ETc approccio analitico

6.73 6.62

5.92

7.89

6.83 6.65 6.82

5.48

7.60

6.20

7.79

7.14 6.63

9.36

6.87

2.5

3.5

4.5

5.5

6.5

7.5

8.5

9.5

10.5

11.5

16

/06

/20

13

02

/07

/20

13

18

/07

/20

13

03

/08

/20

13

19

/08

/20

13

ETc

[mm

d-1

]

SORGO ETc CRITERIA ETc metodo Kc-NDVI ETc approccio analitico

78

Figura 5.5.8: Confronto tra i valori giornalieri di ETc stimati attraverso CRITERIA, il metodo

Kc-NDVI e l’approccio analitico, per la specie colturale ‘SUSINO’.

Figura 5.5.9: Confronto tra i valori giornalieri di ETc stimati attraverso CRITERIA, il metodo

Kc-NDVI e l’approccio analitico, per la specie colturale ‘ALBICOCCO’.

6.9 6.63

5.92

7.92

6.99

7.54

6.16 5.79

7.74

6.65

7.75

5.63 6.02

8.37

6.43

2.5

3.5

4.5

5.5

6.5

7.5

8.5

9.5

10.5

11.5 1

6/0

6/2

01

3

02

/07

/20

13

18

/07

/20

13

03

/08

/20

13

19

/08

/20

13

ETc

[mm

d-1

]

SUSINO ETc CRITERIA ETc metodo Kc-NDVI ETc approccio analitico

6.8 6.53

5.83

7.8

6.88 6.43 6.30

5.72

7.57

6.27

7.36

6.08 6.50

8.57

6.46

2.5

3.5

4.5

5.5

6.5

7.5

8.5

9.5

10.5

11.5

16

/06

/20

13

02

/07

/20

13

18

/07

/20

13

03

/08

/20

13

19

/08

/20

13

ETc

[mm

d-1

]

ALBICOCCO ETc CRITERIA ETc metodo Kc-NDVI ETc approccio analitico

79

Figura 5.5.10: Confronto tra i valori giornalieri di ETc stimati attraverso CRITERIA, il metodo

Kc-NDVI e l’approccio analitico, per la specie colturale ‘PERO’.

Figura 5.5.11: Confronto tra i valori giornalieri di ETc stimati attraverso CRITERIA, il metodo

Kc-NDVI e l’approccio analitico, per la specie colturale ‘PESCO’.

6.84 6.59

5.88

7.87

6.95 6.98 7.06

6.37

8.31

7.57 7.04

5.77 6.15

8.05

6.52

2.5

3.5

4.5

5.5

6.5

7.5

8.5

9.5

10.5

11.5

16

/06

/20

13

02

/07

/20

13

18

/07

/20

13

03

/08

/20

13

19

/08

/20

13

ETc

[mm

d-1

] PERO

ETc CRITERIA ETc metodo Kc-NDVI ETc approccio analitico

6.9 6.63

5.92

7.92

6.99 6.59 6.80

6.02

8.17

7.34 6.92

6.08 6.28

8.54

6.81

2.5

3.5

4.5

5.5

6.5

7.5

8.5

9.5

10.5

11.5

16

/06

/20

13

02

/07

/20

13

18

/07

/20

13

03

/08

/20

13

19

/08

/20

13

ETc

[mm

d-1

]

PESCO ETc CRITERIA ETc metodo Kc-NDVI ETc approccio analitico

80

Figura 5.5.12: Confronto tra i valori giornalieri di ETc stimati attraverso CRITERIA, il metodo

Kc-NDVI e l’approccio analitico, per la specie colturale ‘VITE’.

Analizzando l’andamento temporale di ETc per le diverse tipologie di

colture, si può concludere che:

- La variabile ETc stimata con i due metodi presenta un’evoluzione

piuttosto simile e, nella maggior parte dei casi, approssima il

valore fornito dal modello con un ottimo livello di accuratezza.

- Il metodo Kc-NDVI fornisce valori di ETc più accurati rispetto a

quelli ottenuti con l’approccio analitico, in quanto la differenza in

valore assoluto tra i valori derivati da satellite e quelli estratti dal

modello è generalmente maggiore per l’approccio analitico.

- Entrambi i metodi restituiscono valori di ETc più veritieri per le

colture arboree, rispetto alle colture erbacee.

- Le tecniche che sfruttano le immagini satellitari per la stima

dell’evapotraspirazione permettono di cogliere delle peculiarità che

un modello, per quanto preciso possa essere, difficilmente può

apprezzare. Osservando, infatti, l’andamento temporale di ETc per

5.64 5.42

4.84

6.48

5.72 5.73 5.62 5.22

6.80

5.74 6.05

5.08 5.59

7.21

5.20

2.5

3.5

4.5

5.5

6.5

7.5

8.5

9.5

10.5

11.5 1

6/0

6/2

01

3

02

/07

/20

13

18

/07

/20

13

03

/08

/20

13

19

/08

/20

13

ETc

[mm

d-1

]

VITE ETc CRITERIA ETc metodo Kc-NDVI ETc approccio analitico

81

la coltura ‘MAIS’ si vede che in data 20130803 e in data 20130819

si ha uno scostamento importante tra il valore di ETc stimato da

entrambi i metodi e il valore fornito dal modello. Tale differenza,

però, non è dovuta ad errori nella stima di ETc da parte dei due

metodi, bensì al fatto che il mais tra la data 20130718 e la data

20130803 è stato raccolto, per cui è calato notevolmente il valore

di evapotraspirazione. Questo aspetto chiaramente può essere

colto solamente attraverso un’osservazione diretta della realtà

(immagini satellitari), cosa che un modello matematico come

CRITERIA non può fare.

La figura 5.5.13 riproduce due immagini satellitari a colori reali che

mostrano la situazione sui campi di mais (evidenziati in verde)

rispettivamente in data 20130718 e in data 20130803, ossia prima

e dopo la raccolta del mais.

Figura 5.5.13: Immagine satellitare della data 20130718 prima del la raccolta del mais (a

sinistra) e della data 20130803 dopo la raccolta del mais (a destra).

- I problemi di maggiore entità si sono verificati per la coltura ‘ERBA

MEDICA’. Osservando l’andamento temporale di ETc per tale

specie colturale si percepisce immediatamente che entrambi i

metodi mostrano un bassissimo livello di accuratezza e che,

82

inoltre, alcuni valori di ETc ottenuti con l’approccio analitico (11.87

mm d-1, 9.75 mm d-1 e 9.50 mm d-1) sono del tutto inaccettabili dal

punto di vista fisico. La quantità di energia radiante che giunge

sulla superficie terrestre, infatti, non consente di avere valori di

evapotraspirazione di riferimento maggiori di 6-8 mm al giorno.

Tale valore si può facilmente ottenere facendo un calcolo

approssimativo dell’energia radiante utile all’evapotraspirazione

per le giornate più lunghe dell’anno (attorno al solstizio d’estate).

In pratica, fuori dall’atmosfera arriva un quantitativo di energia

radiante pari a 1360 W/m2 dal Sole (costante solare). Applicando

alle sedici ore effettive di luce al solstizio d’estate metà della

costante solare (media approssimativa considerando zero energia

all’alba e un valore pari alla costante solare a mezzogiorno), e

integrando tale valore sulle sedici ore di luce, si ottengono circa 39

MJ/m2. Tenendo conto dell’attenuazione atmosferica questi 39

MJ/m2 diventano 29 MJ/m2 (riduzione di circa il 25%) e poi 23

MJ/m2 a causa dell’albedo (riduzione del 20%).

Se questi 23 MJ/m2 di energia radiante fossero utilizzati tutti per

l’evaporazione, allora questa potrebbe raggiungere anche valori di

9 mm/day (dividendo 23 MJ/m2 per 2.45 MJ/kg, che è il calore

latente di evaporazione, si ottengono circa 9.4 mm). Ma in verità

una parte non trascurabile della radiazione incidente, circa un

terzo, viene usata per il flusso di calore sensibile. Di qui i 6-7

mm/day di ET0 sopra citati, che possono diventare anche 8

mm/day in particolari condizioni climatiche (es. vento forte).

Ora siccome l’erba medica è sostanzialmente un prato, essa può

traspirare al massimo i 6-8 mm/day dettati dall’atmosfera

(ETc=ET0*Kc con Kc massimo per la medica pari a 1). Colture

come il mais, caratterizzate invece da un notevole sviluppo

fogliare verticale, possono arrivare anche a Kc pari a 1.2, che

significa valori di ETc massimi pari a 8.5-9 mm/day.

83

Gli errori commessi da entrambi i metodi nella stima di ETc per la

medica, in particolar modo per la data 20130616, dove il valore

stimato dall’approccio analitico si discosta dal valore del modello

di oltre il 70% di quest’ultimo, sono legati a problemi di

saturazione degli indici vegetazionali coinvolti.

Quando l’indice vegetazionale NDVI tende alla saturazione la

relazione 4.3.5 restituisce valori di Kc troppo elevati che,

conseguentemente, causano una sovrastima dei valori di ETc.

In maniera ancora più significativa, quando l’indice vegetazionale

WDVI tende alla saturazione, la relazione 4.2.2.2 fornisce valori di

LAI che arrivano addirittura a sfiorare punte di 24 (valore

fortemente discordante se si pensa che tale indice varia

normalmente tra 0 e 6). Dal momento che il LAI rientra all’interno

del calcolo di varie quantità (rc,min, ra, G) nella formula di Penman-

Monteith, questo porta alla stima di valori di ETc ancor più anomali

rispetto a quelli stimati per mezzo del metodo Kc-NDVI.

Problemi simili sono stati riscontrati, seppur in maniera minore,

anche per le specie colturali ‘BIETOLA’ e ‘SORGO’.

In figura 5.5.14 si riporta una visualizzazione della mappa di NDVI

relativa alla data 20130616, realizzata con la tecnica del ‘density

slicing’ e a cui è stata applicata una maschera che esclude tutti

quei pixel dell’immagine che non appartengono ai campi

selezionati.

I pixel di colore arancio e rosso rappresentano quei campi di erba

medica caratterizzati da valori di NDVI che tendono alla

saturazione e che determinano, come detto, delle sovrastime nei

valori di ETc.

Analogamente la figura 5.5.15 rappresenta una visualizzazione

della mappa del LAI relativa alla data 20130616, in cui i pixel di

colore bianco rappresentano quei valori anomali del LAI che

arrivano a toccare anche punte di 24.

84

Figura 5.5.14: Visualizzazione della mappa di NDVI relativa alla data 20130616, ottenuta con

la tecnica del ‘density slicing’.

Figura 5.5.15: Visualizzazione della mappa del LAI relativa alla data 20130616, ottenuta con la

tecnica del ‘density slicing’.

85

Infine, di seguito, si riportano le dieci mappe di ETc (o di fabbisogno

idrico delle colture CWR, ricordando la definizione al paragrafo 4.1.)

generate attraverso l’applicazione del metodo Kc-NDVI e dell’approccio

analitico alle cinque immagini satellitari acquisite. Tali mappe, utilizzate

per la creazione dei grafici sopra descritti, sono state ancora una volta

elaborate con la tecnica del ‘density slicing’, per avere una visione più

immediata e più leggibile del fenomeno evapotraspirativo. La palette di

colori scelta per la rappresentazione del fenomeno è quella che va dal

blu (bassi livelli evapotraspirativi) al rosso (alti livelli traspirativi).

In questo caso si è evitato di applicare la maschera già utilizzata sulle

mappe di NDVI e di LAI, per offrire un quadro di insieme più completo

del fenomeno sull’intera area di San Vittore.

Si ricorda che valori di ETc superiori a 9 mm/day sono da considerarsi

come frutto di errore delle metodologie applicate.

86

Figura 5.5.16: Mappa del fabbisogno idrico delle colture relativa alla data 20130616, generata

attraverso l’applicazione del metodo Kc -NDVI.

Figura 5.5.17: Mappa del fabbisogno idrico delle colture relativa alla data 20130616, generata

attraverso l’applicazione dell’approccio analitico.

87

Figura 5.5.18: Mappa del fabbisogno idrico delle colture relativa alla data 20130702, generata

attraverso l’applicazione del metodo Kc -NDVI.

Figura 5.5.19: Mappa del fabbisogno idrico delle colture re lativa alla data 20130702, generata

attraverso l’applicazione dell’approccio analitico.

88

Figura 5.5.20: Mappa del fabbisogno idrico delle colture relativa alla data 20130718, generata

attraverso l’applicazione del metodo Kc -NDVI.

Figura 5.5.21: Mappa del fabbisogno idrico delle colture relativa alla data 20130718, generata

attraverso l’applicazione dell’approccio analitico.

89

Figura 5.5.22: Mappa del fabbisogno idrico delle colture relativa alla data 20130803, generata

attraverso l’applicazione del metodo Kc-NDVI.

Figura 5.5.23: Mappa del fabbisogno idrico delle colture relativa alla data 20130803, generata

attraverso l’applicazione dell’approccio analitico.

90

Figura 5.5.24: Mappa del fabbisogno idrico delle colture relativa alla data 20130819, generata

attraverso l’applicazione del metodo Kc -NDVI.

Figura 5.5.25: Mappa del fabbisogno idrico delle colture relativa alla data 20130819, generata

attraverso l’applicazione dell’approccio analitico.

91

6. Conclusioni

Lo studio condotto sui terreni agricoli dell’area di San Vittore ha

confermato che il fabbisogno idrico delle colture (CWR) può essere

stimato con un’accuratezza soddisfacente utilizzando due algoritmi semi -

empirici, che sfruttano immagini satellitari multispettrali e che non

richiedono una preventiva classificazione delle colture.

Il primo (metodo Kc-NDVI) mira a valutare lo stato fenologico delle

piante attraverso il coefficiente colturale Kc, il secondo (approccio

analitico), invece, ha come obiettivo il recupero di variabili biofisiche

della chioma della vegetazione, quali l’albedo della superficie (r), l’indice

di area fogliare (LAI) e l’altezza delle colture (hc).

La distribuzione spaziale delle variabili Kc, r, LAI e hc, ottenuta

dall’elaborazione delle immagini satellitari acquisite per l’area di studio,

è stata utilizzata, in combinazione con i dati metereologici forniti da

ARPA-SIMC, per la mappatura dell’evapotraspirazione massima delle

colture (ETc).

Mettendo a confronto i risultati ottenuti dall’applicazione di entrambe le

metodologie con i valori provenienti dal modello CRITERIA, si può

concludere che il metodo Kc-NDVI e l’approccio analitico forniscono

valori medi di ETc piuttosto simili tra loro e altresì coerenti con quelli

provenienti dal modello. Il metodo Kc-NDVI risulta però più semplice ed

immediato rispetto all’approccio analitico ed in più produce risultati

leggermente più accurati, grazie ad una minor sensibilità dell’indice

vegetazionale NDVI all’effetto di saturazione dei pixel.

Entrambi i metodi sono comunque rapidamente e facilmente applicabili a

grandi insiemi di dati e, per questo, risultano particolarmente adatti allo

sviluppo di applicazioni operative in tempo reale per la gestione delle

risorse irrigue.

Ricordando la relazione 4.1.1., che definisce il fabbisogno idrico per

l’irrigazione (IWR) come differenza tra il fabbisogno idrico delle colture

92

(CWR) e la pioggia netta (Pn), è evidente che le mappe di CWR

costituiscono un importante strumento informativo sulla distribuzione

spaziale e temporale della domanda d’acqua e potrebbero diventare, nel

breve futuro, l’elemento imprescindibile per l’attuazione di criteri di

distribuzione dell’acqua in agricoltura più efficienti.

Integrando, infatti, fra loro strumenti quali mappe di CWR

georeferenziate, software GIS e software per la gestione di grandi archivi

di dati, è oggi pensabile lo sviluppo di ‘sistemi di supporto alle decisioni’

nella gestione di un comprensorio irriguo, basati sull’impiego di immagini

satellitari.

Un esempio affermato di sistema di supporto all’irrigazione nel panorama

nazionale italiano è oggi rappresentato dal servizio IRRISAT della

regione Campania, messo a punto dall’Università di Napoli Federico II.

Il servizio, rivolto alle aziende agricole e ai gestori delle risorse idriche, è

in grado di fornire in tempo reale il quantitativo massimo di acqua da

utilizzare per irrigare (consiglio irriguo), stimato grazie all’applicazione

delle metodologie descritte nel presente lavoro di tesi su immagini

satellitari ad alta risoluzione.

Entro poche ore dall’acquisizione di quest’ultime, l’informazione può già

essere distribuita agli utenti finali attraverso l’uso della telefonia cellulare

(SMS o MMS) e di Internet (e-mail e pagine dedicate Web-GIS).

Servizi come questi sono esempi straordinari di agricoltura di precisione,

che permettono oggi di far risparmiare notevolissimi volumi d’acqua per

uso irriguo (si parla di un 20-30% dell’acqua attualmente utilizzata).

Se nel futuro si andrà avanti in questa direzione, e lo sviluppo odierno di

tecnologie sempre più avanzate e a minor costo fanno ben sperare in tal

senso, si potranno ottenere risultati importanti nella salvaguardia

quantitativa della risorsa idrica, obiettivo diventato ormai prioritario per le

politiche europee e mondiali.

Tuttavia, se da un lato può apparire che l’implementazione di un sistema

così innovativo sia praticabile dal punto di vista scientifico e della catena

di processing, è lecito chiedersi anche a quali problematiche operative si

93

possa andare incontro nel predisporre un servizio di assistenza irrigua

basato principalmente sull’uso di dati satellitari.

Un problema chiave è certamente quello dell’approvvigionamento dei

dati. Infatti, seppure il trend in corso sia quello di una disponibilità

sempre più ampia sul mercato di piattaforme satellitari per l’osservazione

della Terra, dotate di sensori che generano immagini a risoluzioni

spaziali, radiometriche, spettrali e temporali ogni giorno più spinte,

rimane lo scoglio rappresentato, nella maggior parte dei casi, dal costo

esorbitante delle immagini fornite dai provider che operano in ambito

commerciale.

Attualmente il Landsat 8 è l’unica piattaforma - con sensore

multispettrale e risoluzione geometrica accettabile per gli scopi di questo

lavoro - che rende disponibile i propri prodotti gratuitamente ed in tempi

brevi (i dati sono scaricabili entro 24h dall’acquisizione). Per l’aprile

2015 è previsto il lancio del primo dei due satelliti Sentinel -2 da parte

dell’Agenzia Spaziale Europea; per quest’ultima missione, una volta

operativa, occorrerà tuttavia verificare le effettive politiche di

distribuzione dei dati, che vengono comunque dichiarati ad accesso

libero.

D’altra parte, poter disporre di immagini provenienti da piattaforme

differenti, che presentino uno shift temporale per quanto riguarda

l’acquisizione dei dati, sarebbe di fondamentale importanza per poter

colmare eventuali gap temporali dovuti a coperture nuvolose del territorio

osservato. Come è noto, infatti, le immagini ottiche non consentono, a

differenza di quelle radar, di ignorare il contenuto nuvoloso della scena

ripresa e questo, inevitabilmente, determina la perdita di informazioni per

le aree ricoperte. Questo, in un servizio di assistenza all ’irrigazione

basato sull’uso di immagini satellitari, significherebbe l’impossibilità di

assicurare la fornitura di un consiglio irriguo in maniera affidabile e

continua nel tempo.

Inoltre, l’interoperabilità di dati satellitari provenienti da diverse

piattaforme garantirebbe un servizio basato su stime più accurate dei

94

volumi d’acqua da utilizzare per l’irrigazione, per il semplice motivo che

sarebbe possibile effettuare più frequentemente il calcolo dei fabbisogni

idrici delle colture.

Sarebbe in ogni caso opportuno valutare, nella realizzazione di un

servizio di questo tipo basato principalmente sul dato satellitare, la

possibilità di soluzioni alternative qualora la fonte di dati consueta fosse

per qualche motivo inaccessibile o inutilizzabile.

95

Bibliografia

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Menenti M., (2014), Monitoring of irrigation schemes by remote sensing:

phenology versus retrieval of biophysical variables. Remote Sens., 6,

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evapotranspiration – Guidelines for computing crop water requirements –

FAO Irrigation and drainage paper 56. Disponibile online:

http://www.engr.scu.edu/~emaurer/classes/ceng140_watres/handouts/FA

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