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A mo X. TORINO, 15 Ottobre IMI. N. 42. LA STAMPA Automobilismo - Ciclismi. Blplnisa. m ImsMUe* na.t. - CinttUggio - Vxhlinj & ~ _ _ _ _ Jf!^ ' Ippica x Atletica - Scherma Oinaaatiaa - Casata - Tiri - Podismo Olaoahl Sportivi » Variata SPORTIVA Sset ogni Domenica in 20 pagine illustrate. (Conta corrente colla posta). ' DIRETTORE: GUSTAVO VKROISTA DIREZIONE E flIBIBIJÌISTRflZIONE * iUSERZIOflI ABSOfiHIHEflTI A n n o L. © - E s t e r o 9 4 » . . . . n_ « Italia eant. 10 j r 1(t $ TORINO - V,a Davide BerioloHi, 3 - TORINO I *><" trattative rivolg.r.1 pr.a.a ' B,te " 15 ' A m t n u Uat - 15 TBMFOBO u-aa $ l'Bmmlnlstoazioot dal «inala yiillHHIlMfflllUOpiMlimilnamumuillHllMlHimitfiiMiiiliiiiMmillllii iliiiMmMiiimHiiiimmimiiuiiiimmmuimiimiHiHiiiMiiinnmiiiiiMiimM^ II 44 Gran Premio Sempione „ a San Siro. ALCIMEDONTE, della razza Besnate, vince a San Siro il (iran " Premio Sempione „ di L. 50.000. (Fot. A. Foli - Milano).

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Amo X. TORINO, 15 Ottobre IMI. N. 42.

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II 44 Gran Premio Sempione „ a San Siro.

ALCIMEDONTE, della razza Besnate, vince a San Siro il (iran " Premio Sempione „ di L. 50.000. (Fot. A. Foli - Milano).

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Luigi Semeria, di Torino, vincitore su motocicletta S i a m t della 3" categoria delle corse motociclistiche di Perugia.

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C A C A O T A l ^ o n E indetto ed organizzato dalla " Stampa Sportiva

« È un fataro vincitore di Gare perchè usa il Cacao Talmone ».

2 2 O t t o b r e , cacoc

La chiusura delle iscrizioni prorogatagli oggi. Il maltempo che ha perdurato tutta la scorsa

settimana ha costretto il Comitato organizzatore (con uua decisione dell' nltima ora, tanta era la speranza che alla vigilia della corsa il tempo si

Merlo, di Torino, vincitore, su motocicletta Siamt, della prima categoria delle eorse motociclistiche di Perugia.

( F o t . A l l a i s - A v i g l i a n a ) .

sarebbe deciso al bello) a rinviare il 1° Campio-nato ciclo-giornalistico da noi bandito per l'8 di ottobre, al 22 di questo mese, e cioè a domenica prossima.

Nel frattempo la Commissione chiamata dal Comitato organizzatore a vagliare i titoli degli iscritti onde classificarli nelle due categorie spe-cificate dal Regolamento, ha emesso il suo giudizio ritenendo valide tutte le iscrizioni, meno due, quelle cioè di due colleghi di data recente, che non figurano ancora associati ad alcun Sodalizio giornalistico.

A spiegare questa severità, alla quale la Com-missione dovette uniformarsi, ricorderemo qui gli articoli del Regolamento che molto chiaramente specificavano il mandato dei giudici :

« Art. 3. — I concorrenti saranno divisi in due categorie :

« categoria A, riservata ai giornalisti profes-sionisti iscritti come tali ad associazioni giorna-listiche ;

« categoria B, riservata ai giornalisti che, pur non avendo i titoli per concorrere nella ca-tegoria A, sono redattori, corrispondenti, o colla-boratori ordinari di giornali periodici, e appar-tengono, almeno dal 1° luglio 1911, ad associazioni giornalistiche.

« Art. 4. — Un'apposita Commissione si riserva di vagliare tutte le iscrizioni, di confermarle o meno nelle singole categorie, od anche di respin-gerle quando i titoli non siano sufficienti, ed in quest'ultimo caso dandone avviso agli interessati in tempo utile. Il suo verdetto è inappellabile >>.

La Commissione dovette, all'ultimo momento' sostituire uno dei suoi tre componenti col collega Gigi Michelotti, segretario dell'Associazione della Stampa Subalpina, avendo dovuto l'avv. Cini Ro-sano lasciare l'Italia alla volta di Tripoli.

Come molti giornali pubblicarono, col rinvio della nostra corsa al 22 corr., anche il tempo utile per iscriversi venne protratto, sicché le iscri-zioni rimarranno aperte a tutt'oggi 15 corr., e do-vranno venire accompagnate della quota di L. 5 per la colazione a Rivoli, dove il Comitato di quell' Esposizione umoristica ci ha gentilmente aperte le sue sale, e dove il simpatico ed attivis-simo avv. Yercellone lavora a tutt'uomo perchè la graziosa cittadina che si offrì come punto di ar-rivo e di riunione dei ciclo-colleghi di tutta Italia, possa una volta ancora brillare della sua prover-biale e fraterna ospitalità.

«l i iscritti. Ed ecco l'elenco degli iscritti per categoria.

Categoria A : Professionisti. 1. Luigi Ambrosini di Torino (La Stampa). 2. Attilio Carbone di Genova (Il Oaffaro). 3. Giuseppe Maccagno di Torino (La Stampa

Sportiva). 4. Emilio Grossi di Genova (Le Journal). 5. Nino Oxilia di Torino (Il Momento). 6. Ing. Sghirla di Sanremo. 7. Perotti di Sanremo. 8. Giacomo Gandolfi di Sanremo. 9. Cesare Sacco di Genova.

10. Berni di Firenze (La Nazione). 11. Iacomucci di Milano (La Perseveranza). 12. Silvestri di Milano (Corriere della Sera). 13. Olinto Bitetti di Roma (Corriere della Sera). 14. Gino Calza di Roma (Il Giornale d'Italia). Dove manca il nome del giornale si è perchè

il concorrente non ha ancora optato pel giornale che rappresenterà fra quelli cui appartiene.

Categoria B: Dilettanti. 1. Luigi Berta di Torino — 2. Aldo Vimercati

di Milano — 3. M. L. Mina di Torino — 4. Giu-seppe Ambrosini di Torino — 5. Carlo Casella di Torino — 6. Giovanni Marchisio di Torino — 7. Daniele Bertacchi dì Torino — 8. Paolo Talice di

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Il Campionato Italiano Motociclistico. - I preparativi per l a p a r ^ ^ G i u r i a e la firma dei eoncorrenti prima della partenza

Il Campionato Italiano Motociclistico. Acerboni Mario, primo arrivato della seconda categoria. Pusterla Carlo, vincitore della prima categoria su motocicletta Triumph.

(Fot. Argns Photo-Reportage - Milano).

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mimammum

Torino — 9. Aldo Talice di Torino — 10. Renzo Longo di Torino — 11. Giovanni Mossetti di Ca-sale — 12. Mandrioli di Bologna — 13. Avv. Datta di Torino.

I premi. Una grande medaglia d'oro del Re.

Doni principeschi. Circa i premi non spenderemo parole soverchie

a rilevarne la copiosità e la ricchezza. Scorren-done la lista potranno convincersene anche i col-leghi meno entusiasti (se ve ne sono !) della no-stra iniziativa.

Ricorderemo ancora che La Stampa Sportiva all'infuori dei premi di classifica, offrirà a tutti i partenti una grande medaglia - ricordo di bronzo, di suo conio.

La Casa Cinzano ci ha poi offerto pel banchetto di Rivoli una buona serie di bottiglie del suo fa-moso champagne italiano, associandosi così alla nostra festa di camaraderie ciclo-giornalistica.

Ed ecco la distinta e la classifica dei premi :

9. Medaglia d'argento del collega Cecalf. 10. Targhetta d'argento del Cav. RostaiD, capo

console del T. C. I.

Categoria dilettanti. 1. Medaglia d'oro della città di Rivoli e medaglia

d'argento di S. M. la Regina Madre. 2. Coppa del comm. dott. Camillo Tacconis. 3. Medaglia d'oro del Sindacato giornalisti cor-

rispondenti di Torino. 4. Targhetta vermeille del Sindacato giornalisti

corrispondenti genovesi. 5. Servizio per fumatore, dono del Municipio di

Torino. v

6. Medaglia d'oro del giornale Torino-Nuova. 7. Grande edizione illustrata e riccamente rile-

gata, della Divina Commedia, dono del signor M. L. Mina. ' e

8. Ceramiche artistiche del giornale Venerdì della Contessa.

9. Medaglia d'argento del dott. Neri, console del T. C. I.

10. Targhetta di bronzo del cav. Rostain, capo console del T. C. I.

Premi speciali. _ A tutti i partenti alla cm-sa, medaglia di bronzo

ricordo, offerta dalla Stampa Sportiva. Medaglia d'oro del comdo.u Potic Breton al

giornalista sportivo che avrà stabilita la miglior media chilometrica oraria senza pregiudizio di categoria.

Cassa di bottiglie champagne dell'Associazione della Stampa Subalpina, da divideisi fra i con-correnti di entrambe le categorie arrivati dopo il decimo.

Categoria professionisti. 1. Grande medaglia d'oro di S. M. il Re e me-

daglia d'argento di S. M. la Regina Madre. 2. Vaso artistico di bronzo delle LL. Altezze

Reali i Duchi d'Aosta. 3. Orologio-sveglia della Camera di Commercio di

Torino. 4. Medaglia d'oro del comm. Johnson. 5. Coppa dei cav. Verona. 6. Medaglia d'oro dell'Associazione Pro-Torino. 7. Medaglia-ciondolo vermeille dell'Associazione

Ligure dei giornalisti. 8. Medaglia artistica d'argento del Ministero della

Guerra.

M O T O C I C I v I S M O Il Campionato italiano.

Malgrado il tempo orribile e lo stato pessimo delle strade si è disputato sul percorso Milano-Morbegno-Passo d'Aprica- Breno-Bergamo-Milano (km. 315) il Campionato italiano motociclistico.

Della prima categoria giungono: 1. Pusterla Carlo in ore 7.12'33" con una media oraria di 43 km. e 4/5; 2. Galbai Giuseppe in ore 7.37'52" con una media oraria di 41,13; 3. Carones.

Della seconda categoria giungono: 1. Acerboni Mario in 7,45'48" con una media oraria di km. 40,31; 2. Masciotti in ore 8,56'8".

La riunione di Perugia. L'Unione sportiva Braccio Fortebraccio ha otte-

nuto un bel successo di organizzazione colle corse motociclistiche in salita Madonna del Piano-Mon-tebello Perugia (km. 8). Ecco il risultato:

Prima Categoria: 1. Merio Clemente della « La Torino » di Torino in 9'25" (Siamt) — 2. Sebastiani Tito dell'U. S. B. F. di Perugia in 9'30" (Motosa-coche) — 3. Bernardinelli Costante dell'U. S. B. F. (Siamt) — 4. Pocci conte Vittorio dell'U. S. B. F. in 12'20".

Seconda Categoria:1. Squilla Alfredo dell'U. S. B. F. in 7'10' (Siamt) — 2. Merlo Clemente della « La Torino » in 7 23" (Siamt) — 3. Chiocchini Ar-naldo del Club sportivo Trasmenodi Castiglione del Lago in 7'25" (Siamt) — 4. Bernardinelli Co-stante dell'U. S. B. F. in 8'45" (Siamt).

Terza Categoria: 1. Semeria Lmgi della « La Torino » in 6'2" (Siamt) — 2. Sebastiani Tito del-l'U. S. B. F. in 6'50" - 3. Fenoglio Alfonso, libero, in 8'41" (Borgo) — 4. Franceschini dott. Achille dell'U. S. B. F. in 9'2" (Motosacoche) — 5. Magnani Bruno, libero, di Arezzo in 10'35"

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La Cresta di Fiirgen, la più alta ed inaccessibile del massiccio del Cervino, scalata per la prima volta nello scorso settembre dall'avo. Mario Piacenza. (Fot. Piacenza - Torino).

I D O M I N A T O R I D E L L ' A L P E La scalata al Cervino: da Uhymper a 11. Piacenza L'uomo impegna sovente delle battaglie contro

la forza bruta della natura che spesso ai suoi sguardi s'affaccia col più ammaliatore dei sorrisi, battaglie dalle quali, se giunge ad esserne trion-fatore, è ripagato ad usura della posta impegnata, e cioè la vita; se, al contrario, rimane vittima della sua audacia, la pacifica pubblica opinione gli regala ad epitaffio l'accusa di omicidio voluto, di temerarietà, di follia d'azione.

Nella generalità dei casi l'uomo è un essere ambizioso, che, se ottiene sette decimi di merito in un'impresa, si sforza d'affermare che egli è ben degno di vedersi attribuiti tutti e dieci i decimi di merito e d'onore.

Lo sport invece ha operato un miracolo di mo-ralismo, ha installato una tale sincerità di mo-destia fra i proseliti delle sue branche di attività, chè, se anche non fosse che questo il risultato conseguito dallo sport fra i gregari che ogni giorno maggiormente va associando, si potrebbe gridar ben alto che esso è un fattore, tutt'altro che tra-scurabile, di civiltà e di severo ed incommensu-rabilmente proficuo allenamento alle lotte per la vita.

Limitiamoci oggi a ricordare una branca del-l'attività sportiva : Palpinismo. Non trovate qual-cosa di grandiosamente virile nell'umiltà e nel silenzio nelle quali amano avvolgere l'opera loro gli audaci e cocciuti scalatori delle montagne ?

Tagliarsi fuori del mondo, lasciare agi e climi deliziosi, vincere le debolezze degli affetti fami-gliari, ed avviarsi, senza un corteo di pubblico che applauda, ma con un'idea sola a compagna, alla volta della località prefissa ; tuffarsi in una tormenta di neve, fra i rigori delle gole montane, camminare, inerpicarsi per ore ed ore fra i ba-ratri più spaventosi, soli contro l'immensa pre-potenza della natura, soli contro l'insidia molte volte fatale, soli e piccini contro i colossi alpini aggruppati, massicci, titani della natura, scro-scianti risa sataniche dalle gole del proprio im-pero, allo sforzo altezzoso dei piccoli conquistatori, non vi par questa impresa degna assai più d'epica lirica che non certi eroismi, chiamati tali dalla suggestionata ed ambiziosa mentalità moderna 1

Eroismo fu invece, a mio vedere, quello che informò la conquistatrice azione dell'esiguo e te-nace manipolo di giovani ardimentosi che dall'in-glese Whymper all'italiano Piacenza, attraverso lunghi anni e ripetute riprove, lottarono senza tregua per la conquista, l'asservimento finale della resistenza bruta alla volontà dell'uomo che giunse alfine vittorioso sulla vetta dell'alpe più indo-

mabile e cattiva, sulla vetta di quel Cervino che, abbordato per Ja prima volta nel 1865, doveva solo in questo 1911, per noi fatidico, dichiararsi domo all'audacia pervicace e grande di un nostro compatriota.

Ma l'ultimo come il primo degli alpinisti intre-pidi che sfidarono il Cervino non ebbero archi di trionfo al loro ritorno in patria, non furono ma-gnificati con le follie chiassose di certi arrivi di moderne corse ciclistiche, non elettrizzarono i vibranti tessuti nervosi di qualche teoria di ro-mantiche del pensiero o di amazzoni dal fisico esuberante di vitalità materna... 5

No, senza venir preceduti da telegrammi di dettaglio, senza l'onore d'una pagina di prosa di qualche grande quotidiano o dell'esposizione del proprio ritratto nelle vetrine dei principali ritrovi cittadini, essi — i veri eroi dell'audacia umana — se ne tornarono alle case loro, modesti e sod-disfatti dell'impresa compiuta, accompagnati solo dall'idea che li aveva spinti alla lotta e che ora riposava tranquilla nella loro mente, benefi-ziandola della gioia della conseguita vittoria.

* * *

A pochi giorni di distanza da quello in cui il giovane ed ardito alpinista avv. Mario Piacenza conquistava l'ultima ed ancora vergine cresta del Cervino, la Cresta di Furgen, che più tenacemente di tutte aveva resistito ai fieri assalti dei più valorosi alpinisti stranieri, moriva a Londra il ^ celebre alpinista-esploratore Edoardo Whymper, il conquistatore del Cervino.

E' nota a tutti e in special modo al mondo alpinistico la prima ascensione compiuta dalla carovana Whymper il 14 luglio 1865, ascensione memorabile, coronata bensì dalla vittoria, ma purtroppo funestata da una luttuosa catastrofe sopravvenuta nella discesa, catastrofe nella quale lasciarono la vita ben tre dei componenti la spe-dizione Whymper.

Ma se questo primo tentativo d'ascensione al Cervino era riuscito per una delle sue creste, re-stavano pur sempre vergini del contatto umano degli altri picchi creduti inaccessibili, e a supe-rare i quali si volsero ben presto le mire di altri agguerriti alpinisti.

Nel 1880 infatti il Mummery si diresse pel primo alla scalata della più difficile delle creste * del Cervino, e cioè all'inesplorata Furgen. Il cam-pione anglo-sassone giunse fino alla spalla che si spiana sotto alla cuspide finale, ma la trovò così liscia e di inaudita verticalità che — esclamato un bel very formidable — il suo buon senso di inglese lo convinse a rinunciare all'impresa.

Yent'anni dopo, un altro Baiardo della montagna, Guido Rey, itfcomincia una serie di arditi e ri-soluti attacchi al Furgen. I tentativi, reiterati per varii anni di seguito, condotti dall'italiano con una energia senza esempio, furono quasi coronati dalla vittoria. Pochi metri ancora, e il punto pe-riglioso strapiombante era superato. Questo breve intervallo crudele non fu soggiogato. Il Rey, non

L'inglese Whymper che guidò la prima spedizione al Cervino.

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poss ib i l e p ronunc i il suo d iv ie to . N o n resta che il g rande coulo ir bat tuto dal le valanghe, af fronta-b i le solo d i not te , q u a n d o il ge l o c ementa la p ietra alla montagna . Quasi r i n u n c i a m o a prose-

» gu i re , e ci r i so lv iamo a b i v a c c a l e in quel n i d o d 'acqui le , per avventurarc i sul eouloir alla fine del la notte . L 'a c casc iamento è bi eve . N o n vog l iamo renderc i v inti . D e c i d i a m o di arrischiare la tra-versata di a l cune r o c c e per i co lant i e di r ipren-dere la cresta. A t t a c c h i a m o so l idamente una corda . Con prudenza infinita Carel si avanza ad un gran masso. Qualche pietra gl i s fugge d i so t to ai p ied i con i m m e n s o strepi to , ma non lo t ravo lge . Inf ine e c c o l o salvo , sul s icuro, aggrappato ad una salda pietra. L a c o rda si tende , ed anche noi avanz iamo, e s iamo fuor i d i per i co l o .

L e d i f f i co l tà non sono finite ancora . Occorre un n u o v o lanc io di corda per attraversare la placca di rocc ia . L ' o s t a c o l o è superato senza inc ident i . E ' l 'u l t imo. Ora s iamo sulla cresta . Si s copre il panorama del versante svizzero , e un i m p e t o di nebb ie bu ie che sale v e r s o la c ima. L a v i t tor ia è s icura. D o p o mezz 'ora , non lungi da noi v e -

una distanza di mezz'ora ci seguiva a cavallo un nostro amico, lo stesso che avrebbe diretta la eaccia, e dietro a lui, ptdibus calcantibus, i suoi due caccia-tori, con una muta di 14 segugi uno più bello del-1 altro, e sopratutto vivaci come augelli . L'azzurro stellato ed una brezzóìina fresca che

accarezzava il viso, ci dava aff i lamento che avremmo passata una giornata piena di emozioni venatorie • di quelle giornate splendide che solo l 'ottobre può regalare ai baldi e fedeli seguaci di Sant 'Uberto

A l primi albori, e quando il sole maestoso, da un pertugio del monte, con un fascio immenso di raggi i l luminava il pittoresco e romantico paesaggio era-vamo ormai giunti ai piedi del Malacchino, ove so-stammo in attesa degli altri cacciatori e della muta

Frattanto sulla rocciosa corona del monte, indo-rata dai primi raggi del sole, le coturnici avevano incominciata la gazzara, e col loro allegro e chias-soso canto ci facevano pregustare le delizie di un buon carniere.

v e o o l l i a Pernice, a breve distanza da noi, presaga della sorte che le poteva toccare, chiocciava à fil di voce, per radunare l ' incauta prole e svignarsela a tempo prima di essere molestata dai nostri corian-doli. Difatti , pochi secondi dopo, potemmo udire un affrettato cerere cerere, a t imbro più alto, e il rumore

in rispetto dalle nerborute braccia dei due cacciatori mi tolsero da quella preoccupazione filosofica, per osservare giù in fondo alla strada quell 'onda di vispi e graziosi quadrupedi, in mezzo ai quali, sopra un maestoso morello, torreggiava la non meno maestosa e simpatica figura del nostro amico, col fuoile all 'ar-cione, il classico eorno a bandoliera, e in capo un cappellaccio, di cui una tesa larghissima gli sovra-stava ondeggiante sull 'occhio destro.

Egli ascendeva di tutta lena l 'erta china fin tanto che ci fu d'appresso. Ci salutò con quel sorriso bo-nario che gli è familiare, e senza smontare, compreso com era della sua alta missione, assegnò ad ognuno di noi il posto di combattimento, proprio come a-vrebbe fatto un colonnello davanti al suo reggimento prima di iniziare un'azione guerresca.

Ancora nna mezz'ora di salita per una ripida e sas-sosa strada, e poi la musica squillante e simpatica dei seguci e il r ombo delle fucilate ripercosse daì-1 eco delle roce si sarebbero fatte sentire sul bellis-simo altopiauo, che anelanti prendevamo d'assalto.

Eravamo appena giunti a coprire i nostri posti, e già la muta sguinzagliata sull 'ampia spianata ci met-teva sull 'attenti, poiché la lepre era scovata e già sgambettava davanti ài segugi colla celerità di un proiettile. Ma la povera bestiola incalzata con tanto

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p o t e n d o salire il passo d isperato , l o discese dalla vetta , in una spediz ione success iva , con una scala a corda. Egl i stesso d ich iarò l ea lmente che con

d o m a t a 8 0 t t 6 r f l l g Ì 0 ** ° r e 8 t a d i P u r 8 e n n ° n era , P ? 1 l a vo l ta d i un d i s c e p o l o d i G u i d o R e y Mario Piacenza. Come egl i ben descr isse nel la Stampa le divisate imprese di scalare la cresta di F u r g e n , gl i c os tò una serie d i tentat iv i che , ini -ziati nel 1906, so lo quest 'anno d o v e v a n o c o n d u r l o alla v i t tor ia finale.

Nella sua ult ima ascensione , il P iacenza , g iunto alla seconda spalla del la vert ica le F u r g e n , a b b a n -d o n ò la via inut i lmente tentata da M u m m e r v e da R e y su versante svizzero . Ed e c c o c o m e egl i de -scr ive le u l t ime schermagl ie della t itanica lotta impegnata fra lui e le sue gu ide , Gaspard e Carrel e la parete finale del la Furgen . '

« R a g g i u n g o le gu ide su un p i c co p ianoro . Mentre c i consul t iamo, un b l o c c o si stacca dalla montagna e prec ipi ta nel canalone con f ragore o r r e n d o sol-l e v a n d o un denso f u m o . L e gu ide non sanno più che via scegl iere . D a ogn i parte sembra < he l ' im-

d iamo la scala che R e y a b b a n d o n ò nel suo u l t imo tentat ivo . La via si semplif ica, le di f f i co l tà di-minuiscono , la vetta s 'ayvic ina . P r o c e d i a m o svelt i , pieni d i fiducia. A r r i v i a m o ad un breve sperone di rocc ia da cui v e d i a m o n e t t a m e n t e la c r o c e della punta italiana. D o p o vent i minut i , alle 13,30, p r e m i a m o la vetta. S iamo ebbr i d i g io ia ; c i ab -bracc iamo, svento l iamo una band iera rossa, per annunciare agli amic i del G i o m e i n la v i t tor ia » .

Una così g rande impresa a lp inist ica mai e b b e un p m sobr io ed e f f i cace descr i t tore , nò più m e -r i tevole autore.

reporter.

Una caccia coi segugi. Era ancor buio fitto, e già un superbo trottatore

ci trasportava a Vigo d 'Anaunia, dove sul Malacchino avevamo combinata una partita di caccia cui segugi.

JNel calesse eravamo stipati in quattro, senza con-tare a cassetto l 'auriga e due spinoni da ferma. Ad

A sinistra: Burgess, l'eroe; a destra: la sua signora consegna della Coppa offerta da un giornale inglese al nuotatore Burgess, che recentemente attraversò la Manica. -e Burgess padre.

dell 'alzata, simile ad una frana di c iottol i che si stacca dal monte per cadere a valle ; quindi il fruscio dell 'ali , quando gli uccelli, superata l 'altezza nor-male, scesero in gruppo serrato per pasturare nei campi.

—- Buon viaggio , signorine e buon appetito ; a più tardi, ora abbiamo altri affari più pressanti da rego-lare, poi verrà la vostra volta, e allora ben pasciute di grani e d 'uva, sarete più lente e più poltrone, e quindi i nostri cani vi potranno avvicinare, mentre noi vi manderemo ad assaggiare certi confetti che vi aiuteranno la digestione.

Così fantasticando pensavo che il mio sacco era quasi vuoto e vi r imaneva il posto per farci stare una bella lepre, parecchie coturnici , e... un paio almeno di pernici prelevate dal branco di quella birbona, che con rara perizia si tolse dal nostro primo amplesso. Questo per mio conto, gl i altri si arrangino. Che gioia !

E mentre il m i o cuore sussultava dal piacere di trovarmi vicino a tanta selvaggina, che tra poco a-vrebbe fatta la conoscenza coi nostri facil i , andavo nervosamente tastando la cartuccera per assicurarmi quante vittime avrei potuto fare e... quanti passa-porti avrei firmato in quella giornata. Non si sa mai...

Uno squillo di corno, ed un guaire di cani, tenuti

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S. A. B. il Conte di Torino assiste alle corse il giorno dell' Oran Premio del Sempione ». (Fot. A. Foli -Milano).

La folla*elegante.

( D o m a n d a t e I L D a t a l o < 5 0 = 1 9 1 1

.NOVITÀ INTERESSANTI OFFICINE b ^ l = MILANO

VIA PASQUALE PAOLI N ' 4 /tvy/v. fff r.of/aa: ». _ G. C/7FPL L ffZ F//7 M/ZZ0 S 7

Le corse a S. Siro. — Al peso. Dopo la corsa.

accanimento non sapeva più a qual santo votarsi, e senza pensare che perfino dei bipedi-uomo, rapaci e golosi dei suoi lombi, l'aspettavano al varco a tradi-mento, infilò un sentiero, e da questo con tutta la malizia innata in ogni essere vivente che cerca di salvare la pelle, tracciò dei zig zag ritornando su suoi passi, indi con due poderosi sbalzi traversò un bo-schetto di faggi, e si accovacciò ansante, con le o-recchie tese, sicura che con questa manovra avrebbe fatto perdere la traccia ai cani, che giù sotto abba-iavano disperatamente sempre inseguendo. Per l'an-sia e la corsa sfrenata i cani trascorsero per parecchi metri, dal posto ove la lepre aveva sterzato; ma tosto s'accorsero dell'inganno e con un rapido dietro front tornarono sulla pista. Allora la povera bestia si mise di nuovo in corsa, e giù a precipizio, per la china del monte, seguita alle calcagna dalla valanga dei famelici animali.

I giri, i rigiri fra i massi e gli sterpi, per sfoggil e all'inseguimento si susseguivano frequenti, ma con scarso risultato, grazie alla meravigliosa tenacia dei cani, che correvano in fila indiana, guadagnando sempre più terreno; e in pochi minuti la lepre sa-rebbe stata di certo raggiunta e divorata, se un cac-ciatore appostato, con un ben diretto colpo di fucile, non avesse messo fine alle ansie e ai patimenti di quel misero animale, risparmiando ad esso di essere sbranato vilmente dalla muta feroce.

Lo spettacolo sarebbe stato superbo e degno d'essere descritto da penna maestra, se invece d'una lepre senza difesa e coll'aiuto delle sole gambe, fosse stata inse-guita una fiera pronta a rispondere zannata per zan-nata.

La caccia cui segugi continuò ininterrotta fin dopo mezzogiorno, e ad onta di qualche inevitabile bolletta a caccia finita potemmo contare al nostro attivo sei bellissime lepri che ci avrebbero dato dei buoni ar-rosti di filetto e degli intingoli succulenti.

Fatta una piccola refezione ci accingemmo a per-lustrare il monte coi cani da ferma; ma ad onta della nostra attività non ci riuscì di trovare il sel-

(Fot. A . Foli - Milano).

vatico tanto agognato, poiché le coturnici spaventate dai segugi e dalle fucilate se l'erano svignata tra le rocce sottostanti.

Una sola, forse fidente nella poca abilità dei cac-ciatori, o ignara che un colpo di fucile la poteva uccidere, si lasciò puntare dal mio cane, ma anch'essa, dopo essere stata da me padellata con tutte le regole dell'arte, andò a ficcarsi nei burroni: — Vola vola, screanzata villana, che non sei altro, va, la puoi con-tare, ma bada, sfacciata, che se ti colgo un'altra volta son uomo da vendicarmi aspramente.

Frattanto s'avvicinava l'ora del ritorno e a malin-cuore lasciavamo quello splendido monte ricco di tanta selvaggina.

Discesi nei campi adiacenti al vetusto e storico castello di Tono, sopra Vigo, scovammo un bran-chetto di coturnici, che andarono a posarsi in un boschetto di quercioli a circa 200 metri da DOÌ.

— Povere infelici ! almeno voialtre pagherete lo scotto per le coturnici. — E fui profeta, poiché tutte e quattro caddero sotto i nostri colpi, per an-dare a tener compagnia alle lepri, le cui teste face-vano capolino dalle bocche dei sacchi.

A Mezolombardo ci attendeva un lauto pranzo di selvaggina offertoci dal generoso nostro amico del cappellone, ed un numero più che discreto di bot-tiglie di vecchio e prelibato Teroldico, erano lì pronte per inafflare quei bocconi squisiti che mandavamo giù in fondo allo stomaco con crescendo degno dei più affamati boscaiuoli.

L'allegro conversare di cose cinegetiche ci fece trascorrere lietamente un paio d'ore, e poscia sod-disfatti di aver passata una bella e buona giornata di caccia, coll'ultimo treno ritornammo a Trento.

Manco a dirlo, le lepri e le pernici fecero il loro trionfale ingresso in città, e quindi nelle nostre di-spense, attendendo il momento opportuno di essere schidionate per deliziare i nostri palati.

Angusto Dante.

Il 6° Gran Premio del Sentono a S. Siro. Di una nuova fronda si arricchisce oggi il lauro

guadagnato da Alcimedonte. Esso Alcimedonte, portando in groppa 55 kg . su di un percorso di metri 2400, vinse il « 6» Gran Premio del Sem-pione » .

La notizia in sè arrecherà poco stupore, dal momento che si sapeva universalmente che d o p o il recente ritiro di Guido Beni, l 'unico suo temi-bi le avversario, nessun altro dei rimasti inscritti poteva seriamente accampare delle pretese. Non Misràim, che con uguale differenza di peso, su m. 2200, il 3 ottobre fu di già nettamente da lui battuto ; non la francese Padoue II, che con 4 kg. di sopraccarico venne a sua volta battuta da Misraim sulla nostra pista quest 'estate; e non infine Lady Helen, già vinta sulla distanza il lo ottobre da Boche Tuillière, la quale da t empo fu dichiarata forfait nel « Sempione » dalla stessa scuderia Bocconi, che le preferì ev identemente Alcimedonte e non Augerau, e non tutti gli altri per cento simili buone ragioni.

Dunque la notizia non può ormai sorprendere, giacché nelle corse classiche in tutto quest 'anno ci siamo abituati a saperne vincitore Alcimedonte o Guido Beni. Però è debito d ' imparzialità a g -giungere che questa volta almeno Alcimedonte deve la sua vittoria alla compiacenza del c om-pagno di scuderia Dedalo, che , cosa impensata, potendo vincere sicuramente, stimò più conve - > niente lasciare il primato al crak di scuderia.

Non sappiamo se alla scuderia sia mai passato per la mente il sospetto che Dedalo, su di un

Le scommesse ai boolcmakers.

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La donna nello sport Tempo fa la Revue des Bevues interessandosi

alla partecipazione sempre crescente* delle donne moderne agli sports multipli sollecitò dei pareri ad uomini illustri nel campo delle lettere, delle arti e delle scienze. L'inchiesta ha dimostrato che una corrente simpatica esiste oggi per la donna che si dedica ad esercizi corporei.

L'orrore, l'indignazione che poco tempo fa strap-pavano ai delicati alte grida, ora non si traduce più in articoli furibondi, ma svapora in querimonie solitarie.

La doriua_ esercitando saggiamente e moderata-mente i suoi muscoli coi vari, piacevoli, moderni generi di sport, non perde per niente la cosidetta femminilità : diventa solamente un essere più forte, più sano.

Aggiungeremo qualcosa. Non abbiamo alcuna . simpatia per le pallide,

cloroticbe Ofelie. Sono creazioni di poeti malati ed asmatici. La madre dei vostri figli deve essere robusta, per creare e crescere una prole sana.

Ma non abb'amo alcuna simpatia per la virago, la donna che fa 200 chilometri filati in bicicletta, che voga come un canottiere di professione, che tira di scherma come il Pini. Questo non è più esercizio salutare adatto alla potenzialità di strut-tura della donna. E' acrobatismo femminile: roba che dobbiamo colpire severamente.

In questo senso — di non foggiare cioè cogli esercizi sportivi delle nuove Giovanne d'Arco, ma di favorire lo sviluppo armonioso delle energie femminili — all'inchiesta su citata, si può rispon-dere affermativamente.

• • *

Ma veniamo al nocciolo vero della questione: lo sport e... il marito. Il matrimonio si giova o no, dello sport? Le piste, i velodromi, i campi di corse, sono — o no — l'anticamera del Municipio, il ve-stibolo della chiesa?

Lo sport mette a contatto i giovinotti e le ra-gazze; e l'aria aperta e frizzante, i prati verdi, il cinguettìo degli uccelli e le farfalle inseguentisi attorno al calice dei fiori, sono suggestivi... Lan-ciando la palla del tennis, ci va appresso il cuore... e la giovinetta che, in bicicletta, per non cadere si fa sorreggere dal cavaliere che le pedala accanto, spesso gli resta nelle braccia per tutta la vita.

Una « pessimista » osservava che nell'abitudine dello sport le ragazze hanno occasione di conoscere gli uomini: e, conosciutili — dice essa — di « di-silhisionarsene » e di starne lontani; così, come Mademoiselle de Maupin nel bel romanzo di Gautier rimase stomacata dai primo contatto che ebbe con

una comitiva di « gentiluomini » a sentirli solamente discorrere.

Ma è sola questa « pessimista >> a trovare questo vantaggio, diciamo così, negativo, nello sport. Si vede troppo chiaramente che essa gene-ralizza un caso suo speciale — quan-do esclama: « La delicatezza e il sa-crificio sono virtù sconosciute ai maschi »

Un' osservazione giusta è quella che la ragazza, preparandosi allo sport da zitella, potrà — maritata — seguire suo marito, se questi è appassionato dello sport; e non es-sere costretta a vederlo partire per una gita a bicicletta o in automo-bile in compagnia delle sue amiche sportive — e lei rimanersene a terrs...

Lo sport occupa lo spirito delle ragazze — e loro impedisce di per-dersi in pettegolezzi.

Infine — questa è malignetta, ma non è priva di verità — le ragazze che coltivano lo sport sono tante pianiate e acquarelliate e declama-c i i di meno.. L'automobile ci salva dalle eterne variazioni sul Carne-vale di Venezia e dalle Bapsodie di Listz — non fa mettere in cir-colazione tanti acquerelli senza capo nò coda — e ci risparmia, nei sa-lotti, di sentire declamare le Bue madri o la Cena d'Alboino...

In conclusione: non è male che le ragazze facciano dello sport. Non è male per loro — e per noi.

Le corse si fanno o non si fanno. Si faranno corse ciclistiche nel 1912?

Il titolo non è una spiritosa parafrasi del clas-sico « le cose si fanno o non si fanno » del mar-chese Colombi di buona memoria. Vuol'essere invece una modesta eco ai titoli in grassetto che i nostri più battaglieri giornali sportivi han fatto sormontare a qualche mezza colonnina di prosa stannata.

« Si corre o non si corre? » domanda il neo bollettino dell'U. Y. I.

« Le corse si fanno ! » esclama il giornale Lo Sport, con una categorica risposta al punto inter-rogativo dell'organo ufficiale dell'Unione.

Bravi colleghi! Sostenetela la grande battaglia

L'aviatrice francese Metti Beesse alle sue prime lezioni di pilotaggio d'un monoplano. (Fot. G. Baldo - Milano).

Il famoso nuotatore Burgess impartisce i

che a sua volta sosterrà la quarta pagina dei vostri giornali...

E siate parchi, come finora foste, nelle vostre argomentazioni. Le cause giuste non vogliono soverchie parole, nò ragionamenti troppo pro-fondi... E voi che lo sapete vi regolate in pro-posito.

Sarebbe superfluo pretendere poi in queste discussioni giornalistiche una linea di condotta strettamente logica, e delle dimostrazioni decisive al proprio asserto. E' meglio essere elastici come i palmers da corse, di quelle corse che — si fanno o non si fanno? — tanto vi preoccupano in questo scorcio di stagione.

E' perciò che si può impunemente scrivere : « In una delle ultime loro riunioni i costruttori

hanno fermamente deciso alla quasi unanimità di astenersi nel 1912 dal concorrere alle molte-plici prove ciclistiche » e a fianco elencare le marche astensioniste (Atala, Bianchi, Fiat, Otaw, Stucchi, Senior), per poi soggiungere poco dopo : « Ma le corse si faranno ugualmente perchè Le-gnano e Dei saranno della partita ».

Ma quando mai in una decisione umana v'è stata l'unanimità? E' per questo che in tutte le questioni in cui sono in discussione interessi e vedute opposte, la legge del buon vivere sociale dice che si deve badare ai voleri della mag-gioranza.

Ma oggi non più. Oggi non basta che la mag-gioranza direttamente interessata alla questione, si dichiari recisamente per un dato ordine di cose. Occorre fare i conti coi signori giornalisti, gli informatori della pubblica opinione, gli arbitri autorevoli d'ogni discussione che anche non li riguardi ; occorre, in omaggio ai capi tecnici di un' industria che si chiama : « pubblicità spor-tiva », aprire le proprie casse ad un nugolo di maglie multicolori, e avviarsi al fallimento in omaggio alla rettorica bottegaia che esalta l'uomo che sa pedalare per dieci ore al giorno ad una velocità di 30 Km. all'ora, come un Mercurio della mitologia, come un titanc — a scartamento ìidotto — all'assalto della montagna dei records su strada, su pista, o sui rulli iell'home-rule so-ciale...

Lo sport delle corse ciclistiche su strada ha tolto dei bravi contadini alla campagna, dei buoni meccanici alle officine, dei muratori ai capi mastri, dei garzoni alle macellerie, degli spedizionieri a delle Case di commercio, povera oscura gente fino a ieri, e ne ha fatti degli « idoli delle folle sportive » degli « eroi delle battaglie della forza virile » e chi più ne ha, più ne usi di questa terminologia roboante, tanto cara al pubblico domenicale che si ammassa e si ammazza ai tra-guardi d'arrivo del gruppetto di ciclisti in corsa.

La cosa era anche interessante da principio. Ma poi, come tutti i luoghi comuni, è venuta a nausea.

Non più quelle poche e ben regolate prove annuali che davano un'idea, di tanto in tanto, dei progressi ohe nel campo del ciclismo routier si faceva anche da noi.

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Nel mondo commerciale sportivo Ditte torinesi che si fanno onore. —- Indetto ed orga-

nizzato dalla fiorente società Pro-Torino, presieduta dall'on. Montù, è terminato il concorso per l'abbel-limento dei negozi nella città di Torino. Occorre notare che le maggiori distinzioni sono toccate ai negozi di articoli sportivi, i quali non badarono a sacrifizi per mantenersi al di sopra di tutti.

Ricorderemo che il Gran diploma di benemerenza e premio fuori concorso è toccato alla ditta Eugenio Paschetta, la notissima Casa di innumerevoli rap-presentanze sportive.

Inoltre furono premiati: medaglia vermeille di 1° grado al noto sportsman Pietro Regge ; medaglia d'oro di 1° grado a Ùbertalli e Morsolin, fotografi ; Meda-glia d'argento di 1" grado a Berry Achille, fotografo.

Lo sport si è dunque nuovamente distinto, in questa nuova dimostrazione commerciale.

Una visita di giornalisti a Santa Vittoria. — Tutti i partecipanti al 3° Congresso nazionale delle associa-zioni della stampa, in numero di 110, si recarono a Santa Vittoria, dove furono ospiti della Casa Cin-

Padoue, concorrente", francese,""4"- arrivata nel Gran Premio del Sempione. (Fot. A , Foli - Milano).

zano. Dopo una visita allo stabilimento, sotto la guida del cav. Signoretti e dei signori Bustico, De-monte e Mariani, si riunirono a banchetto ; con questo si chiuse la serie dei festeggiamenti orga-nizzati in onore dei congressisti dal Consiglio diret-tivo della Stampa Subalpina.

Allo champagne parlarono: il cav. Verona, a nome della Stampa Subalpina; l 'avv. Fontana, a nome dei congressisti; Pontalier di Genova; Pedrazzini di Lu-gano ; l 'avv. Bonino; l 'avv. Goria Gatti e l 'avvocato Maccari.

A tutti rispose il sig. Bustico, dichiarandosi onorato della visita dei congressisti.

La Casa Cinzano anche in questa occasione offri ai colleghi giornalisti un'ospitalità larga e cordiale.

L'invenzione di un capitano. — La messa in marcia automatica è stata studiata da un distinto ufficiale di stato maggiore del nostro esercito, il capitano Pino Alessandro,

E' un'invenzione pratica che risponde perfettamente allo scopo. L'apparecchio della messa in marcia au-tomatica sostituisce la manovella permettendone al tempo stesso l'uso. Si applica esteriormente senza toccare il motore.

L'invenzione è stata molto apprezzata e sarà subito adottata pei servizi automobilistici militari.

Alcimedonte dopo la clamorosa vittoria. (Fot. A, Foli - Milano).

terreno così molle potesse battere il miglior rap-presentante dei suoi colori e dei nostri ippo-dromi ; certo che noi, avvezzati da lei stessa a considerare il cavallo c ome nemico acerrimo del fango, non potevamo figurarci che proprio in una giornata come questa di maggior pantano il figlio di Arconte potesse compiere una prova tanto me-ravigliosa.

Ciò dovrà servire di mòni to per l 'avvenire e dovrà farci guardinghi nel l 'accettare • t roppo fa-ci lmente i giudizi incontrollati.

A questa stregua, cosa avrebbe fatto allora Gigino, ritirato all 'ultimo per un incidente occor-sogli, che è considerato c o m e cavallo che guazza magnificamente nel fango? Poteva darsi q u e s t o : che la scuderia Bocconi si fosse trovata all 'arrivo con tre cavalli su tre e v into presumibi lmente , procedendo le cose con sincerità, con quello con-siderato meno adatto al percorso.

Sugli altri c 'è poco da agg iungere ; il risultato per loro fu dei più regolari. Venne terzo Misraim, e ci sembra al suo posto ; quarta Pacione II, che non poteva far di più e che battè Augerau negli ultimi m e t r i ; gli altri si confusero distanziati,

Trascriviamo qui l 'elenco esatto dei nove con-correnti :

Aberto Charche, Augerau (47, Beckwitb ) ; Chi-mell i -Da Zara, Misraim (57, R y a n ) ; Razza di Besnate, Dedalo (51, Jacobs) ; Id. , Alcimedonte (55, Davis ) ; Scuderia Flaminia, Lady Helen (53, L a n e ) ; Sir Rholand, Uakamba (49, Spencer) ; Fe-derico Tesio , Ooronation (47, Wi l l iams) ; M. Cail-lault, Bether (55, Doumen) ; Pfizer, Padoue II (59, Parfrement).

Alcimedonte partì favorito dai bookmalcers, che lo davano alla pari, e dopo aver compiuto una

B Gran Premio del Sempione a San Siro. —

Il Gran Premio Sempione a S. Siro. — La classica sf-iata avanti la corsa. (Fot. A. Foli - Milano).

corsa delle più notevoli , data la pesantezza della pista, il lungo percorso e i suoi 55 kg., nell 'ul-timo tratto apparve esaurito talmente che Jacobs, ch'era in sella su Dedalo, dovette fermare quasi di botto per non sorpassarlo.

A parte ciò, che può avere ed ha un ' impor -tanza relativa, il cavallo ben merita il suo premio.

Milano, dopo la corsa. Bruno Braga.

G0RR1SP0NDENZA

Parigi. Furlanetto. — Grazie. Ce ne serviremo. Busto Arsizio. Crespi e Munari. — Troppo scura. Mestre. Fontanis. — Idem. S. Maria C. V. Santillo. — Idem. Asti. — Grazie. Pubblichiamo. Cremona. A. Villaresi. — Senza una fotografia le

notizie non riescono interessanti per il nostro lettore. Avigliana. Allais. — Obbligatissimi.

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— I

ezioni eli nuoto a due sue allieve.

Il ciclismo è stato millantatore ed egoista. Ha voluto tutto per sè, ha gridato che al suo cospetto tutti gli altri sports passavano in secondissimo rango. Si è imposto con le buone e le cattive maniere, ha teso l'arco dell'accondiscendenza del pubblico e delle Case costruttrici ad un grado inverosimile, ad un punto tale che le Case gli han dato l'ultimo colpo, spezzandolo, per fluirla una buona volta con questo stato insostenibile di cose. E han fatto capire, anche a chi non voleva

# darsene per inteso, che non si sarebbero più prestate a far aumentare le carature dei giornali sportivi, uè a fare una posizione a tutti quei giovinotti di buona volontà, disposti a dimenti-care il mestiere del meccanico, del macellaio, ecc., per abbracciare decisamente quello del corridore ciclista...

Come le biciclette potrebbero costar meno... Non correranno più. Sta bene. Ma l'apologo di

Eliso delle Roncaglie, il raccontino del fabbri-cante di cioccolatte, non farà recedere per caso i signori costruttori astensionisti dalla decisione presa ? L 'Unione fa da mammana al laborioso parto della laboriosa riunione dei costruttori, ed ammonisce: «cerchiamo un accordo, una via di mezzo. Non negate che le corse v'hanno fatto del

(» bene; esse hanno fatto aumentare prodigiosamente la vostra produzione » .

Verissimo anche questo. Ma sta sempre il fatto che in questi ultimi tempi, nei quali quasi tutti gli strumenti meccanici di sport hanno abbassate le loro tariffe di costo, le biciclette di marca in-vece han mantenuti inalterati i loro prezzi.

E chi pur sapendo che da un buon meccanico può avere con 150 lire una buona bicicletta, pre-ferendo una macchina di marca, quella che ha vinto — puta caso — il Giro d'Italia o quello del Piemonte, si rassegna a pagare cento lire di più perchè quel tale colore di vernice, quella tal sigla, quel tale march o dicono che la bicicletta è d'identica costruzione di quella che Ganna, Gaietti, Gerbi, Micheletto, ecc., han condotto alla vittoria nelle corse A., B., C....

0 Se fossimo un popolo pratico, a parità di buon materiale e di ottima costruzione, preferiremmo la bicicletta che costa meno.

Ma poiché abbiamo invece nelle ossa dei detriti di spagnolismo, ci preoccupiamo prima del colore, della Marca, e poi del prezzo...

Conosco molti giovani di modesta condizione, e... di modesta intelligenza, che preferiscono tar-dare un anno ad acquistare una bicicletta, ma prenderla di marca, che comperarla subito, senza attendere che il gruzzoletto pecuniario sia arro-tondato alle 250 lire necessarie alla realizzazione... del proprio ideale.

Volete una prova che da noi il nome è tutto? Che si trascura la sostanza per la forma ?

In un recente concorso militare per una grossa fornitura di biciclette all'esercito, s'è dimostrata migliore di tutte, la serie delle macchine presen-tate da una Casa di non gran nome, ma di intel-

ligenti propositi costruttivi. Qaando si è trattato di procedere alla ra-tifica della prova sostenuta dalle varie marche concorrenti, ecco che un gran scrupolo prende i signori giurati del concorso. « Chi è questo Cameade che ha vinto la prova di-nanzi a marche reputatissime?».

Breve, il concorso è annullato... Chi è al corrente del concorso

accennato potrà chiarire molto fa-cilmente questo dietroscena, carat-teristico per la tesi da me soste-nuta !

Ma torno all'argomento dal quale mi sono dipartito.

Quel giorno che le corse non si faranno più, o per lo meno si sarà riusciti a limitarle di assai e a di-sciplinarle un po' meglio, allora le Case costruttrici (che non cesse-ranno per questo di costrurre ugual-mente bene), non avendo più l'o-nerosissima preoccupazione di man-tenere.. . una scuderia da corsa, potranno addivenire ad una sen-sibile diminuzione di prezzi dei loro prodotti e dare una buona bici-cletta di marca (di quella marca tanto cara ai nostri giovincelli pe-dalatori) al prezzo che può darla anche oggi un meccanico che non ha eccessive spese per le corse e conseguentemente per la réclame del lunedì...

Gosa costa una corsa alle Case concorrenti. Troppe corse !

La réclame di quarta pagina d'una grande corsa ciclistica, réclame vistosa a caratteri qualche volta cubitali, esaltando la vittoria di qualche grande marca ha il suo equivalente in qualche biglietto da cento di pubblicità sportiva. Questa vittoria di questa grande marca vuol dire l'aver pagato un tanto per chilometro (da sei a dieci lire) il corridore vittorioso. Così su di una corsa di 300 chilometri la Casa avrà sborsato un premio che può variare da 1800 a 3000 lire.

Ma questa vittoria di un proprio poulain ricorda alla Casa che essa deve mantenere, intorno al vincitore, altri cinque o sei uomini che devono coa-diuvare il proprio duce ed a lui asservirsi dietro congruo stipendio che può variare dalle 100 alle 300 lire al mese, e ciò per tutto un anno. L'aver preso parte a quella tal corsa con la propria équipe significa inoltre aver "redisposto i necessari rifor-nimenti lungo il percorso, aver mobilizzato tutta

una squadra di soigneurs, masseurs, meccanici, ecc., nonché dover seguire la corsa con un automobile che mangia benzina, gomme, ecc., ed ha a bordo delle persone che esse pure sono abituate a man-giare...

Questo quando si vince una corsa. Quando invece ci si ritira per strada, o non si figura onorevol-mente al traguardo d'arrivo... le spese sono le stesse, meno quelle poche centinaia di lire per... la réclame del lunedì !

La cosa, esposta così, molto semplicemente, può avere anche il suo lato interessante per chi mi legge, simpatico per chi ci vive su, ma credo che per le Case non presenti alcuni di questi due lati. E1 vero ehe la gran marca può sempre rifarsi tenendo alti i prezzi delle sue macchine e farsi così pagare dai propri clienti il lusso della « scu-deria da corsa », ma potrebbe anche essere vero che le cose non van sempre liscie come qualcuno crede.

Molte volte infatti la brillante vittoria di un outsider dell 'équipe gli fa accampare pretese nuove, suscita barufe in famegia, mette in disaccordo gli uomini della stessa famiglia fra di loro, ed anche col proprio direttore sportivo. Un ginepraio in-somma.

E uua Casa deve spendere tutti questi soldi, procurarsi tanti grattacapi, e per nou scapitare di fronte al gran pubblico, allinearsi ad ogni corsa patrocinata da un giornale (e quale corsa non è oggi patrocinata da almeno un giornale) e sottopoi si quasi ogui domenica, per sei buoni mesi all'anno, a questi salassi letali al suo orga-nismo amministrativo ?...

« Ah no, signori : è ora di finirla ! » hanno detto i costruttori, e si sono riuniti e hanno de-ciso di astenersi nell'anno prossimo dalle corse su strada.

Del resto, manteniamoci pure seieni, noi che non dobbiamo mettere le mani al portafoglio e trarre i bilanci dell'annata.

Non è una pletora vera quella delle corse ci-clistiche ai tempi nostri? Si son date delle do-meniche con venti corse approvate dall'U. V. I. nella stessa giornata. E le corse non sono più oggi una gara puramente sportiva, ma sono lotte industriali che costano fior di quattrini.

Se il mercato dell'industria ciclistica ha risen-tito profondamente da questo pazzesco vortice di corse di tutte le risme, è logica la reazione a non volerne più sapere per parte di chi ne ha finora sostenute le spese.

E' una reazione eccessiva, d'accordo. Ma lorica Io non spezzerò quindi ulteriori lance « prò

corse » o « contro-corse ». Mi limiterò a propu-gnare una soluzione mediana a questo problema che interessa oggi vitalmente il nostro mondo sportivo ed industriale.

La baronessa Lina da Zara, moglie al noto sportman padovano, ed ardita sportwoman essa pure. (Fot. cav. Ratti - Torino).

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Facciamone ancora delle corse ciclistiche come d ' ogn i in tanto se ne fanno di automobil i , di motociclette, di areopiani, di canotti , ecc. , ma li-mitiamole e discipliniamole in tempo se non vo-gl iamo perdere il tutto.

Poche, ma classiche prove annuali basteranno alle grandi marche per tenersi v ive agli occhi della clientela e mostrare che lo sport ciclistico prospera anche nel nostro paese, ma ha cessato quel parossismo morboso che attualmente rivela il suo organismo malato.

Cinque o sei vo l te all 'anno, per prove che ne valgano la pena, le Case costruttrici non si rifiu-teranno di fare dei sacrifici per mantenere viva la passione al grande sport ; ma di spinte o di sponte metterle nelle condizioni di sostenere corse per forza, mi pare veramente inopportuno.

Perchè davvero il noto apo logo del notissimo Eliso delle Roncaglia non mi ha convinto .

Corradino Corradini.

Nel regno dell'aria Beaumont cade e si spezza una gamba — I fratelli

Wrigbt smentiscono — I tedeschi vincono la « Gordon Bennett » . Anche Beaumont ha dovuto pagare il suo tri-

buto di sangue alla nuova scienza del vo lo . Ieri,

Tre nazioni soltanto si disputarono la coppa quest 'anno : Germania, Francia e Stati Uniti.

Ecco i nomi dei palloni partiti : Condor III (francese, pilotato da Emilio Dubonnet) ; America II (americano, Aasmann) ; Berlin I (tedesco, tenente Vogt) ; Millson Population Club (americano, Berry); Berlin II (tedesco, tenente Ger icke) ; Huckeya (americano, tenente Lakm).

Quest'anno la gara è stata vinta dal Berlin II, che ha atterrato sabato mattina a 440 miglia da Kansas-City nel Visconsin, dopo avere fatto un percorso superiore di 70 miglia a quello del suo concorrente più prossimo. Tutt i i passeggeri sono sani e salvi.

Giuoco del Calde La prima serie dei matclies

pel Campionato Italiano di prima categoria. Chi ben principia è alla metà dell'opera, dice il pro-

verbio. E forse ugualmente la pensava la nuova Fe-derazione. Che doccia fredda sia quindi stata per lei l'irregolarità della giornata che doveva segnare l'ini-zio delle partite di Campionato, non sarebbe difficile descrivere. A Genova sui due campi contigui della Andrea Doria e del Genoa Club le due partite annun-ziate rispettivamente con la Pro Vercelli e l 'U. S. M. ebbero un risultato nullo per il tempaccio che anche sulla riviera ligure imperversò domenica scorsa.

nesto in squadra di Trerè e Roseo ha voluto dire per i rosso-nero milanesi perdere una vittoria quasi certa, tanto più che i piemontini si presentarono a squadra incompieta mancando infatti di Gavinelli e dei fra-telli Boggio. Dopo nn inizio di stagione non troppo brillante, il F. 0. Piemonte ha avuto fortuna nella prima giornata del Campionato, riuscendo alla pari con una delle squadre più quotate; se fortuna vera si può dire il non aver saputo cambiare in goal un calcio di rigore di cui i torinesi furono beneficiati nel corso della partita dall'arbitro, goal che avrebbe mutato in vittoria il pur già soddisfacente loro match pari (1-1).

E veniamo infine all'incontro di Torino, anche questo svoltosi con tempo avverso.

Il risultato numerico del match Torino-Juveqtus (21) dice chiaramente che la differenza fra le due an-tagoniste non è poi cosi forte come si credeva.

Il Torino si ri presenta con due elementi nuovi : i l Capra II, già dei nero azzurri, e l'Hitzler. Gli acquisti ci sembrano buoni, specie il secondo, che viene ad accrescere il peso e la saldezza della già formidabile squadra dei granata, formidabile per valore indivi-duale, voglio dire, non certo ancora per assieme e affiatamento. Infatti la porta ha trovato un più va-lido e promettente difensore nel giovane Morando, e ha sempre 'dinanzi quel mirabile calciatore che è Bol-linger, e quell'efficacissimo back che è il Morelli, Nel centro domina il Bachmann senior, sempre instanca-bile cercatore, se non parimenti calmo e intelligenta distributore della palla, fiancheggiato da Capello e De Marchi più di lui ordinati e stretti anelli di con-giunzione fra le estreme linee. All'attacco muovono

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Un magnìfico volo di Beaumont sulla Costa Azzurra. — Beaumont ha fatto di questi giorni una^grave caduta a Beims.

mentre stava ssperimentando un nuovo appa-recchio Blériot a Reims, in occasione del con-corso dei costruttori , faceva Una caduta assai grave da dieci metri di altezza. Soccorso dai pre-senti, fra i quali erano Blériot e Leblanc , venne trasportato all 'ospedale di Re ims ove gl i vennero riscontrate la rottura della gamba sinistra, una larga ferita alla mano sinistra e varie contu-sioni.

Il Beaumont, che prima era svenuto, al suo tornare in sè, si lamentava accusando forti do -lori interni. Il suo stato tuttavia è rassicurante e potrà cavarsela con un mese di letto.

— A b b i a m o da Dayson che W i l b u r W r i g h t , anche a nome del fratello Orwille, ha smentito in m o d o assoluto tntte le dicerie corse in questi giorni di un n u o v o apparecchio ad ali battenti da loro costruito e sperimentato .

Egli dice che la prossima partenza per Kit ty Hawek, ove sperimenterà nuov i apparecchi, può aver dato origine alla notizia infondata di nuove invenzioni .

— Colla discesa del pallone Berlin II è termi-nata la gara per la Coppa Gordon Bennett dei palloni areostatici , che si è disputata quest 'anno per la sesta volta. L ' A e r o Club d 'America , che l 'aveva vinta l 'anno scorso, era stato incaricato di organizzarla quest 'anno.

Dopo quaranta minuti di giuoco il match Andrea Doria-Pro Vercelli dovette infatti venir, sospeso dal-l'arbitro Gama perchè il terreno era divenuto una palude assolutamente impraticabile pei doriani, ma abbastanza comoda pei vercellesi che, rotti ad ogni incidente di battaglia, trovarono modo di marcare due goals.

Nei riguardi inveve dell'altro match Genoa-U. S. M. l'arbitro non dovette neppur concedersi la soddisfa-zione del deliberato Gama, per il semplice motivo che si rese latitante, nè fu cosi possibile anche sola-mente il tentativo di iniziare il match.

Caduti in tal modo nel nulla gli incontri di Ge-nova ci riserviamo in più favorevole occasione di di-scutere la composizione di quelle quattro squadre, limitandoci per ora a dare una breve scorsa ai risul-tati degli altri matches giuocati domenica scorsa sugli altri campi di giuoco del settentrione d'Italia.

A Casale il Foot-Ball Club omonimo tenne onore-volmente testa alla compatta schiera degli internazio-nali che dovettero faticare non poco per segnare ì tre goals coi quali suggellarono la loro prima vittoria nel Campionato.

Della squadra casalese avremo agio di intrattenerci particolarmente appena verrà nella nostra città a mi-surarsi coi Clubs torinesi.

Da Milano ci è giunta la sorpresa di un match pari fra il Piemonte F. C. ed il Milan Club che tutti si pronosticava come una delle migliori squadre sulla roBa del Campionato di quest'anno. L'essere stati costretti a rinunciare temporaneamente (e forse defi-nitivamente!) al concorso del belga Tobias, ed all'in-

nomini come Bachmann junior, i due Capra, Rodgers, Hitzler, cioè cinque forwards resistenti, coraggiosi, rotti ad ogni astuzia, pesanti ma anche veloci. Io vi domando se il Torino non dovrebbe essere una delle primissime squadre d'Italia.

Eppure che magra figura ha esso fatto di fronte alla Juventus mancante anche di un back ! I bianco-neri hanno giuocato con la forza della disperazione; non hanno certo giocato bene neppur loro, ma al-meno hanno tratto dalla loro squadra, di recentissima formazione, un risultato insperato e che, con un po' di fortuna, poteva esser anche migliore.

Il Pennano è sempre quel grande portiere che altre volte abbiamo dichiarato inferiore a nessuno in Italia. Hess, nella sua giusta posizione di back, è stato assai efficace sostenendo da solo la dura difesa.

Degli half-baclc ci ha piaciuto solo il Maffiotti, in-stancabile e oculatissimo.

L'estrema sinistra forward, il Turin, non è tipo da sostenere un'ora e mezza di giuoco pesante, nè d'af-frontare a tu-per-tu un avversario un po' più duro. H/Fra gli altri eccelle il Reinhert, un inglese puro sangue, che inocula un po ' di classicità nel giuoco disordinato... e a buon mercato dei suoi col leghi : potrà forse essere la fortuna della Juventus.

In complesso le due squadre si sono dimostrate prive di affiatamento. Troppa irruenza negli attacchi, passaggi alla posizione e non all 'uomo, spostamenti esagerati dei back sono i difetti che maggiormente contribuiscono a rendere il loro giuoco disordinato e inefficace.

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(I nevrastenici sono pregati di astenersi dal leg-germi).

Ho messo il sottotitolo per farmi leggere sol-tanto ed almeno da qaelli appunto ai quali ho raccomandato l'astensione.

In una lettera da New-York (attenzione alle date chè la storia è fatta di numeri), datata dal 1° settembre, il corrispondente AeWAuto di Pa-

# rigi scriveva: « Il famoso corridore automobilista Barney Old-

field, noto universalmente per le sue bravure (proto, non farmi bravate) specie nelle corse su pista, una delle infamie del nostro secolo nevra-stenicamente industriale o industrialmente nevra-stenico, ha deciso di abbandonare per sempre il suo pericoloso mestiere, ed ha fatto nei più grandi giornali degli Stati Uniti delle dichiarazioni ultra-sensazionali riguardanti la moralità delle corse automobilistiche su pista nei paesi americani ». Tra le altre cose che ha raccontato, provando conti-nuamente con pezze di appoggio ogni sua affer-mazione, egli si è slanciato veementemente (ora che si è messo da parte quanto gli basti a far riposare le proprie ossa fuori pericolo) contro i metodi reclamistici usati dagli impresari!, e che

I, fanno ricordare gli antichi esercizii gladiatori]', o le spanciate di carne umana che si facevano le allegre fiere ai tempi di Nerone e compagni più neroni di lui. Questi metodi, atti a risvegliare nellevene dei pazzi i più pazzeschi sentimenti di odio pel proprio prossimo, raggiungevano in certe occasioni un diapason tale che vi fa con orgoglio pensare che se l'America è lontana tanto da Ver-bicaro, questo paese è forse nel sentimento mo-rale meno americano del progredito nuovo mondo.

Ne riporto qualche esempio. Un annunzio stam-pato con enormi lettere a colori (predominante et pour cause il rosso-saDgne 1) diceva :

Bssi giuocano ai dadi con la morte!!! 20 furiosi chauffeurs si incontreranno (o si scontreranno...) in un terribile match di velocità. B' la corsa alla morte! Ohi guadagneràf

Ed ecco un altro esemplare che fa arricciar la • pelle, e che comparve in circa mille esemplari di

gran formato sulle mura di Kansas-City: Sì! essi passeranno la notte raggrinzati ai loro

volanti! La morte sfidata! Ciò vi farà passare il freddo per le reni ! B seoterà terribilmente i vostri nervi. Corsa di 24 ore.

A Los Angeles, alle finestre di un grande Bar un quadro luminoso dava i risultati di una corsa ora per ora con queste allettanti parole:

Bollettino degli accidenti: La corsa non finisce che domani alle 4. Una emozione per minuto secondo e più sotto:

Ore 6,40. La vettura 4 è entrata in collisione con la 24. Due uomini gravemente feriti! Venite a vedere il guasto !

Cesaroni Orlando, della « Cristoforo Colombo » di Roma, vincitore della maratona Internazionale in Roma

(Km. 42 in ore 2,41').

Ogni commento mai come in questo caso spin-gerebbe i lettori a darmi del noioso, e però tiro avanti nella narrazione.

Il nominato Oldfield, per il quale ci riserviamo in ultimo quanto gli spetta, aggiungeva ancora: « E' una troupe che viaggia come nei circoli equestri. Le macchine, per la maggior parte, sono dei vecchi arnesacci terribili con enormi motori cannoneggianti e ferraillants (la parola bellissima, quasi, anzi, intraducibile, sta a denotare il rumore del ferro rotto scaraventato di qua e di là). Non mi si parli di curve rilevate. Più il velodromo è piccolo e rovinato, e più lo spettacolo è... spetta-coloso. Di domenica, sotto il sole dardeggiante, la polvere immensa sollevata dalle macchine infer-nali è una cosa mostruosa, un muro vero e spesso che obbliga tutti i conducenti senza eccezione a correre alla cieca. Bd è allora che succedono gli urti, gli incenda, l'invasione delle piste e... l'inter-vento delle ambulanze. Io — continua il suo rac-conto l'ottimo buon figliuolo (che troveremo più in giù al suo vero posto) — ho sentito rumori di ossa fracassate, tritate, ed ho visto morire in

terribile agonia sei miei compagni nella polvere, con la faccia resa irriconoscibile dalla terra e dall'olio che l'impastava. Nel 1900 vi furono 29 accidenti mortali negli Stati Uniti sulle piste automobilistiche, e 18 ne abbiamo avuti sinora (quel sinora in bocca ad Oldfield avrebbe recla-mato certi scongiuri...). Dal 1904 son morti in pista oltre 200 tra conducenti e meccanici... ».

Oh ! che bel mestiere-In ultimo, per confessione dei propri peccati,

e come sincero pentimento, il Barney Oldfield dichiarò ai poveri giornalisti, che gratuitamente gli regalarono nuova réclame con l'annunziare questo ritiro... dall'arte, disse solennemente: io non fui veramente famoso che dal giorno in cui massacrai due (soltanto due) spettatori a Saint-Louis. Allora i direttori di piste si spinsero, si malmenarono anche, davanti alla porta detta mia cabina per offrirmi le più vantaggiose scritture !

E il corrispondente del foglio parigino, dal quale ho tratte queste informazioni, chiudeva le nobili parole rivelatrici del fraticello d'Assisi (che tale minacciava di diventare il famoso Oldfield) con queste assicurazioni (non sulla vita!): siamo in grado di tranquillizzare i lettori per l'avve-nire, perchè non invano questo scandalo è stato suscitato e le dichiarazioni energiche d'Oldfield porteranno i loro frutti.

E ne era proprio tempo. Questo si pubblicava il 1° settembre. A 16

giorni di distanza il Daily Telegraph riceveva da New-York il seguente telegramma, al quale non aggiungo nè tolgo virgola o punto che sia.

Torno a pregare i nevrastenici amanti di emo-zioni di astenersi dal leggermi, assicurando loro che il signor Oldfield è ormai giunto a tale grado di perfezione nell'arte di guidare l'automobile sulle piste che non li priverà di ulteriori emo-zioni nel corso della sua vita la quale (è un uomo ben fortunato a quanto pare) comincia ad essere un po' troppo lunga... per gli altri.

Ecco il telegramma: « A Syracuse l'annuale gara di automobili su

percorso di 50 km. è stata funestata da un'orri-bile disgrazia. Nove persone sono rimaste uccise e 14 gravemente ferite.

« Una potente automobile da corsa, guidata dall'americano Oldfield, per cause non ancora ac-certate, saltò fuori dalla pista sfondando un'alta siepe e con terribile violenza si precipitò contro la folla.

« Al principio della corsa aveva assistito il presidente Taft, il quale in automobile aveva fatto il giro della pista. In previsione della ve-nuta del Presidente la pista era sfata annaffiata abbondantemente per impedire che si sollevasse la polvere sul percorso del corteo presidenziale. L'anna filamento della pista fu, a quanto pare, la causa della disgrazia. Il pericolo era stato pre-veduto dagli stessi guidatori i quali avevano con-sigliato che non si incominciasse la prova prima ohe il terreno non fosse ridiventato asciutto. Si tardò quindi un'ora. Al 43" miglio il guidatore De Balma aveva già un intero giro di vantaggio.

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Oldfield tentò di raggiungerlo, inseguendolo alla velocità di almeno 70 miglia all'ora.

« D'un tratto, ad una voltata si udì un forte rumore, come una detonazione di cannone. L'au-tomobile di Oldfield fu vista balzare come spinta da una colossale molla, sfondare la siepe e slan-ciarsi fra le centinaia di persone che assistevano alla corsa da quella parte.

« Nonostante la gravissima disgrazia, i promo-tori della corsa ordinarono che la prova conti-nuasse. Oldfield che è pure ferito, è piantonato all'ospedale da due poliziotti ».

Due cose restano ammirevoli, e noi vogliamo ammirarle, in questo avvenimento... storico: il fatto dell'inaffiamento della p ista che avrebbe prodotto l'accidente (mentre l'Oldfield aveva di-chiarato che i disastii avvenivano sempre per la polvere... e per la fama), ed il coraggio dei grandi guerrieri impresarii che ordinano la continuazione della prova malgrado la gravissima disgrazia.

Agli eroi moderni una sola parola: continuate ad essere degni del secolo nostro '

Raffaele Perrone. Napoli, ottobre 1911.

Il Torneo bocciofilo. Presente il solito pubblico di appassionati si

svolsero al « Bocciodromo Dnrio » le partite finali per la disputa dell'argenteo trofeo offerto due anni or sono dal noto sportsman A. Durio. Dopo una serie di gare animatissimo, la vittoria arrise alla Società La Piemonte, che vinse nella partita finale la Coppa della Società Audace, con 12 punti a 5.

Alla Società La Piemonte venne così definiti-vamente aggiudicata la Coppa Durio per averla vinta due volte sulle quattro dispute cui detto premio aveva dato luogo.

Ecco la classifica delle coppie rimaste domenica scorsa a concorrere per le gare semifinali e finali del qnarto Torneo bocciofilo patrocinato dalla Stampa Sportiva.

1. Paletto Boria (La Piemonte) ; 2. Rossi-Arron-delli (Audace); 3. Valfrè-Cacquati (Sport Club Rivoli) ; 4. Arduino-Salsa (Tiro a Segno), tutti premiati con medaglia d'oro; 5. Aliprandi-Prolio (Corale Po); 6. Piovano-Baiotti (Concordia), pre-miati con medaglia vermeille ; 7. Craviolo-Costan-tino (Concordia); 8. Boccafassi-Cucco (Robur), premiati con medaglia d'argento ; 9. Gilardi-Pio-

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La coppia Paletto-Doria, della Società La Piemonte, che ha vinto la coppa Durio. A destra il presidente della Piemonte, sìg. Galli.

ecatombe di record, i quali saranno omologati ufficialmente, poiché l'A. C. I. vorrà certamente permettere ai suoi cronometristi ufficiali di met-tersi a disposizione della Commissione organizza-trice, come, con lodevole provvedimento, ha con-cesso in occasione della recente Milano-Torino.

Il percorso totale sarà di km. 100 e la gara è stata divisa in cinque categorie, a seconda della cilindrata del motore, e cioè:

l.a Categoria: macchine oltre a 500 cm.3 — 2.a Categoria: sino a 500 cm.3 — S.a Oateqoria: sino a 334 cm.3 - La Categoria : sino a 300 cim3 — 5.a Categoria : sino a 250 cm.3.

Oltre ai premi individuali, in numero di otto, per Categoria, e consistenti in ricche medaglie sarà pure assegnato il Gran Premio dell' Esposi-zione per la Casa costruttrice che segnerà la mi-nore distanza di tempo fra le sue prime tre mac-chine.

Ci si comunica che le singole Case costruttrici hanno risposto con vero entusiasmo all'invito loro rivolto da « La Torino ». E hanno fin d'ora an-nunciato il loro intervento le Case: Peugeot, Motosacoche (che rientra così nella lotta sportiva da cui quest'anno era stata assente completamente) Neckarsulmer, Frera, Siamt, Borgo, Della Ferrera

Lo splendido Bocciodromo Durio al Fortino (Torino) dove domenica scorsa si è disputata la qarà„nif ,7.7 „„„, „ rp Bocciofilo. - Nel centro il tenente Agostino Durio, il quale diresse assai abilmente le disputati^ gare °

(Fot. cav. .pp i s . Torino).

Le nostre manifestazioni (CoralePo)' La 2" Coppa Damiani.

Domenica con tempo e strade orribili si effettuò la corsa ciclistica a coppie « II Coppa Damiani » organizzata dal Club Astrapé, col patrocinio della Stampa Sportiva, sul percorso Torino-Pinerolo-Saluzzo-Savigliauo-Cavallermaggiore-Torino, chi-lometri 125.

Alla partenza, data verso le ore 9,10 alla Bar-riera di Nizza, assisteva discreto pubblico che applaudi ed incoraggiò a lungo le 13 équipes partite a due muniti di distanza l'una dall'altra.

9 Le varie coppie marciarono ad un'andatura ab-bastanza veloce, date le condizioni del percorso, ma parecchi furono gli incidenti di macchina e le bucature, tanto che parecchi fortissimi concor-renti furono handicappati.

Al traguardo fissato al Bivio di Cavoretto, il pubblico non era troppo numeroso ad accogliere i concorrenti che giunsero infangati ed irricono-scibili.

Giunsero : 1. Quaglia-Celso (La Torino), in 4 21', 2. Costa-Castellano (U. S. T.), in 4 33'; 3. Luino-Rossaro (Astra; é), in 4 52'50"; 4. Gremo-Bosco (Astrapé), in455 30";5.Casalegno-Davico (Astra é), in 514'25" ; 6. Alene-Micca (Astrapé), in 5 27'10 ; 7. Casaro-Volpato (Atalanta), in 5 30'; 8. Gallo-Leone (Astrapé), in 516 30"; 9. Marocco-Nova-rese (Astrapé), in 5 59 30" ; 10. Ricossa-Gallia

» (Astrapé), in 6 21'; 11. Tarditi-Ferrero (Astrapé), in 6 26'. Ritirati : Necco-Galli ; Testa-Pasero.

Corsa ciclisti; Torino Nuova. Domenica, 22 ottobre, si svoI l à UJQa „ r a n d e

corsa ciclistica per dilettanti, «nominata « To rino Nuova », organizzata in reàn e S a n P a o ! o dal giornale regionale Torino e d a ] ] a S o . cietà « Torino Nuova Sportiva » ,tto il patro-cinio della Stampa Sportiva. Il perc s o 8 a r ^ q u e j i 0 dello scorso anno della « Coppa indtriali » cioè-«Tor ino Nuova» ( borgo San Pam stup'inigi,' Carignano, Racconigi, Savigliano, CL0i ghiozzo Pinerolo, Avigliana , Rivoli , Torit( ^ni. 200 )' mentre i premi saranno assai più V morosi ed importanti. Fra essi emergono la L p a fetial -lenge) Plevna, i premi Euria, Albe. L a n c j a Boselio, Piccioni, Regge, Trisoglio, d<ò a t r o n a t o ' scolastico, del Circolo borgo San Paol<e]]e c a g e Fiat e Fox, ed inoltre le medaglie der ( n n j c j p j 0 di Torino, dei Ministeri della guerra e |je p 0gte e telegrafi, del Prefetto, del giorna, ypn-OT0 Nuova, ecc.

Le iscrizioni si ricevono presso il\0male Torino Nuova, via Scalenghe, n. 6.

Il criterium motoc iWo dell'Esposizione.

La Società « La Torino » ha ottenuto %>ro. vazione prefettizia per l'effettuazione del^g. rinm motociclistico dell' Esposizione e per\ j j circuito Orbassano-Bruino-Piossasco (km. IV) \ venga opportunamente sbarrato.

Si prevede, quindi, in quel giorno, una»,a

Il primo a sinistra è il forte ciclista dilettante Manara attore di Asti, morto di questi giorni in seguito a febbre tifoidea.

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