1 la vulnerabilità sociale. 2 vulnerabilità sociale significa una quotidianità che si fa...

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1

La Vulnerabilità Sociale

2

Vulnerabilità sociale significauna quotidianità che si fa «normalmente»

insicura,un lavoro non più a tempo indeterminato oppure sufficientemente

remunerativo, famiglie semprepiù lunghe e strette poste davanti al dilemma se lavorare entrambi, marito e moglie, oppure

crescere i figli e assistere i vecchi.

3

La vulnerabilità è oggi il problema della

nostra società,

confrontata con lo smarrimento del presente, la

paura del futuro.

4

La quotidianizzazione del rischio.

5

Siamo assistendo ad una epocale

trasformazione dei rischi che non riguardano il

singolo soggetto ,

ma la società nel suo incedere.

6

7

L’immagine di fondo

che si vuole trasmettere con l’idea di vulnerabilità:

la cronicizzazione, la quotidianizzazione,

la familiarizzazione dell’incertezza.

8

Perché la Vulnerabilità si diffonde?

9

La Crisi epocale delle tre istituzioni che recavanoin sé il principio di stabilità:

• Il mercato del Lavoro;• La famiglia;• Il sistema delle assicurazioni nel welfare.

10

11

La crisi del “mercato favoloso”, ha generato

il sovvertimento del modello familiare

male – bread – winner.

12

Accanto alle classiche fasce dei soggetti

vulnerabili, anziani, soggetti a dipendenza

da alcool o droghe, persone con fragilità

o malattie psichiche, si annoverano i nuovi

Vulnerabili: gli oppressi dalle responsabilità.

13

14

La Vulnerabilità è strettamente connessa con

la diseguaglianza della salute sia percepita,

e proporzionalmente nella difficoltà dell’offerta.

15

Come rileva Costa “l’aspetto più stupefacente e

stimolante delle disuguaglianze nella salute è la loro

regolarità nella scala sociale. A qualsiasi livello della

scala sociale ci si ponga, il livello inferiore presenta un

profilo epidemiologico più sfavorevole di quello

immediatamente superiore” [in Maciocco, 2002]

16

Le disuguaglianze sociali

Stratificazione sociale

17

Le nuove forme di vulnerabilità devono considerare:

La perdita delle gerarchie ;

Le trans-migrazioni ;

Le identità fluide.

18

Vulnerabilità intesa come situazione di vita caratterizzata dall’inserimento precario nei canali di accesso alle risorse materiali fondamentali e/o dalla fragilità del tessuto relazionale di riferimento (la famiglia e le reti sociali territoriali); ciò che la caratterizza non è solo un deficit di risorse ma un’esposizione a processi di disarticolazione sociale che raggiunge un livello critico, ovvero mette a repentaglio la stabilità dei modelli di organizzazione della vita quotidiana (Ranci,2002)

19

Diversi si nasce, disuguali si diventa (Sennet, 2003)

20

21

Le dimensioni dei tipi di Vulnerabilità.

22

LA VULNERABILITÀ DEGLI ANZIANI

23

In Italia le persone anziane sono 11 milioni .

24

Si tratta di un universo che comprende

Giovani- anziani andati di recente in pensione.

25

26

Sono persone che motivano la loro presenza

nella società, sostengono una larga opera di

Volontariato, generano una cultura della rete

di sostegno

27

In Italia sono in aumento gli anziani della

quarta età. Si prevede un incremento del

20 % entro il 2060, rispetto al resto della

popolazione anziana.

28

Gli ultranovantenni sono spesso persone fragili, confuse, senza più rete parentale, costrette a

vivere ai margini della società.La programmazione di difesa di questa fascia di

età risente notevolmente della strutturazione del profit di rientro che mentre lievita nelle

fascia della terza età , precipita in un contesto di assistenza totale e globale.

29

30

L'Auser ricorda che le più recenti statistiche mostrano che la povertà assoluta degli anziani è aumentata negli ultimi anni, specie  per quanto

riguarda gli ultra 65enni soli (ad essere interessati sono 7 anziani su 100 nel 2008) e le

coppie con anziano capofamiglia (circa 5 su 100).

31

Gli abusi sugli anziani possono essere di tre tipi :

Fisici;

Psichici;

Relazionali.

32

L’abuso fisico sull’anziano non riguarda

necessariamente l’uso coercitivo della violenza.

33

L’abuso fisico sull’anziano si effettua ogni

volta che:

1. Si accentua la sua solitudine Esistenziale;

2. Non gli si presta ascolto, come persona;

3. Lo si raggruppa in fasi di capacità ( auto/non

autosufficienti, abili/non abili ).

34

Gli aspetti psichici riguardano una circolarità di eventi da interrompere:

Isolamento Solitudine

Depressione Senso di inutilità

35

Operativamente bisogna seguire uno step

relazionale per il reinserimento dell’anziano:

Tecniche comunicative coerenti;

Programmazione d’assistenza coordinata;

Reinserimento psicologico.

36

Who are the frail elderly?

37

Anziani ultra65enni dipendenti da altri, spesso

istituzionalizzati, che non si muovono autonomamente,

pur in assenza di gravi malattie cardiache, respiratorie,

epatiche, renali e metaboliche che tuttavia richiedono

continui controlli medici;

la definizione non si basa solo su criteri sociali e

funzionali ma deve tener conto anche d aspetti

psicologici, biologici di una ridotta capacità di

adattamento a modificazioni dell’ambiente interno o

esterno (declino delle funzioni cognitive, alterazioni

metaboliche secondarie a malnutrizione.Woodhouse et al., Q J Med 1988.

38

La disabilità indica perdita di funzione mentre lafragilità uno stato di instabilità e di rischio diperdita o di ulteriore perdita della funzione …espressione del numero di sistemi fisiologici

vicini o al di là della soglia del compensoomeostatico. Ne deriva che la persona fragile è

quella che ha un aumentato rischio di disabilità edi morte quale conseguenza di un evento

stressante anche di minima entità.

39

Tempo ( ETA’)

Sta

to F

un

zio

nal

e

DISABILITA’

FRAGILITA’

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I markers biologici della

fragilità: l’ipoalbuminemia

41

Albumina e mortalità in pazienti dimessi da una riabilitazione

42

• Bassi livelli di colesterolo sierico possono essere considerati un marker ematologico indipendente di fragilità nel paziente anziano ospedalizzato;• Rappresenta un predittore di mortalità in RSA, Ospedale e in comunità• Bassi livelli di colesterolo sono associati a compromissione delle funzioni cognitive,all’età, alla disabilità, all’alta comorbilità, alla politerapia ed alla malnutrizione

Ranieri P, Rozzini R, Exp Aging Res. 1998 Apr;24(2):169-79

I markers biologici della fragilità: l’ipocolesterolemia

43

Markers pro-infiammatori

L’alterazione dell’omeostasi metabolica associata ad una

over-espressione di marcatori dell’infiammazione; Elevati livelli di IL-6 e TNF-alfa associati a atrofia muscolare e

ipostenia in persone funzionalmente autonome; Elevati livelli di IL-6 associati all’insorgenza di disabilità fisica

in soggetti sani al domicilio; Elevati livelli di markers infiammatori (IL-6, PCR) associati a

elevata morbidità e mortalità in soggetti.

E. Bortz et K.Vissere, Markers pro-infiammatory in ederly, J Gerontol 2002

44

45

Un nuovo paradigma di fragilità:

la sindrome geriatrica

46

La comprensione della fisiopatologia

delle sindromi geriatriche richiede

nuovi modelli concettuali

47

48

Modello concentrico interattivo cerca di unire

la ricerca meccanicistica con la complessità

multifattoriale geriatrica, concentrandosi su

meccanismi associati a fattori di rischio

sinergici,offrendo inoltre un sito specifico

per interventi mirati preventivi.

49

50

La vulnerabilità negli anziani è strettamente

collegata alla vulnerabilità delle malattie

pisco neurologiche o degenerative del sistema

nervoso centrale o periferico.

51

Vulnerabilità

I fattori genetici non “causano”

la malattia, ma “preparano il terreno”.

52

La vulnerabilità nella tipologia schizofrenica:

Si possono riscontrare precursori dell’esordio del Disturbo Schizofrenico in un assetto particolare di personalità;

Questo assetto può rivelare indizi di Vulnerabilità.

53

Precursori di Vulnerabilità

Disturbo schizotipico di personalità (Kretschmer): Scarsa socievolezza Mancanza di umorismo Eccentricità Sensitività Indifferenza emotiva

Schizotipo (Rado): Disturbo propiocettivo distorta coscienza del proprio Sé

corporeo Atassia emotiva: difetto nell’esperire emozioni di piacere

54

Variabili Cognitive e non Cliniche

55

Le variabili cognitive sono markers diagnostici di malattia più affidabili (di riconoscimento più facile) e più specifici rispetto alle variabili cliniche;

La V, o rischio di sviluppare un episodio M, è una caratteristica individuale durevole, che può restare latente o agenti stressanti episodi acuti

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Indicatori di Vulnerabilità

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Fenomenici: segni o sintomi clinici e subclinici individuabili mediante l’osservazione diretta;

Prefenomenici: elementi di ordine biologico connessi causalmente alle manifestazioni della malattia deficit del processamento dell’informazione;

Transfenomenici: costrutti ipotetici che conferiscono significato metaclinico unitario a un insieme di fenomeni substrato neurofisiologico e biochimico della patologia.

58

La vulnerabilità determina risposte

patologiche allo stress.

59

Un evento traumatico legato ad un’azione

Vulnerabile provoca un disturbo post-tramautico

da stress, che può cronicizzarsi dando vita ad

un’elaborazione fragile

60

Natura dell’evento traumatico

61

In un evento traumatico in cui sono presenti i seguenti elementi:

1. La persona ha vissuto, assistito, o si è confrontata con un evento, o con eventi che hanno comportato:

• La morte, o una minaccia per la vita,• Una grave lesione,• Una minaccia all'integrità fisica, propria o di altri;

2. La risposta della persona comprende:

• Paura intensa,• Sentimenti di impotenza oppure di orrore.

62

Sintomi Dissociativi

63

Durante o dopo l'esperienza dell'evento

stressante, l'individuo presenta tre (o più)

dei seguenti sintomi dissociativi.

64

1.Sensazione soggettiva di insensibilità, distacco, o assenza di reattività emozionale

2.Riduzione della consapevolezza dell'ambiente circostante (rimanere storditi);

3.Derealizzazione;

4.Depersonalizzazione;

5.Amnesia dissociativa (cioè incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma)

65

Conseguenze dell’evento

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1.L'evento traumatico viene persistentemente rivissuto in almeno uno dei seguenti modi: immagini, pensieri, sogni, illusioni, flashback persistenti, o sensazioni di rivivere l'esperienza; oppure disagio all'esposizione a ciò che ricorda l'evento traumatico

2.Marcato evitamento degli stimoli che evocano ricordi del trauma (per es., pensieri, sensazioni, conversazioni, attività, luoghi, persone).

3.Sintomi marcati di ansia o di aumentato arousal (per es., difficoltà a dormire, irritabilità, scarsa capacità di concentrazione, ipervigilanza, risposte di allarme esagerate, irrequietezza motoria).

68

Vulnerabilità biologica, sociale, patologica,

un intreccio indissolubile di cofattori che si

influenzano a vicenda,” una barca da ancorare

ai principi dello scambio del dono della fragilità”

69

70

Le nostre fragilità e le nostre vulnerabilità sono dei tesori incommensurabili. Più aumenta la nostra forza e più aumenta la nostra capacità di vedere e accogliere le nostre debolezze, più aumenta la nostra chiusura e la nostra

ignoranza e più diminuisce la nostra capacità di sentire e comprendere i nostri limiti. Viviamo in una società ottusa dove l’idea imperante è che l’uomo forte non conosce fragilità e vulnerabilità, ma se ben osserviamo lo stato di fatto delle cose, facilmente comprendiamo quanto questa concezione della vita

renda le persone unicamente insensibili, superficiali ed egoiste. La vera forza nasce dalla capacità di accettare e vedere tutta la nostra debolezza, solo da

una siffatta condizione possiamo sperare di giungere ad un maggiore livello di apertura e fusione con il mondo e le persone, ma per poter incontrare e

conoscere veramente quel che ci circonda dobbiamo essere in grado di sentire completamente tutto quel che vive dentro e fuori di noi.

71

Vulnerabili si nasce, fragili si diventa. (Sinno 2010)

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Le Nuove droghe e la vulnerabilità

74

Le nuove droghe sintetiche o semisintetiche si insinuano nella vita dei

soggetti fragili, divenendo quasi una tragica necessità per sostenere ritmi ordinari

di stili di vita rivolti al successo, al potere,

alla solitudine dell’esclusione.

75

Il consumo di sostanze psicotrope è sentito come un supporto psicologico

all’incertezza esistenziale e/o un facilitatore relazionale funzionale al maggiore coinvolgimento sociale

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In strada In discoteca A scuola A casa diamici

A casa di unospacciatore

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Le droghe pesanti fanno male, quelle leggere no

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Far uso di droghe aiuta a inserirsi meglio nel gruppo di

amici

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Tra le nuove droghe dobbiamo annoverare

LSD e la Psilocibina che sono in grado di

determinare alterazioni della percezione,

inducono stati dissociativi allucinatori,sinestesie

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Dopo circa 30 minuti dall’assunzione il soggetto vede la musica, assaggia i colori,

si determinano effetti visivi di diplopie, oppure

sovrapposizioni di immagini con alterazione

della dimensionalità (effetto Gulliver).

Il tutto si associa sempre ad uno

shock cognitivo.

83

L’ecstasy e le droghe empatiche

Sono cosi denominate perché determinano un

duplice effetto psicobiologico. In una prima fase

aumentano l’empatia relazionale,

poi generano depressione,

e tendenza ad aumentare la tolleranza,

per ottenere l’effetto di rinforzo psicologico.

84

Vengono consumate insieme ad alcool o

mente si fumano derivati dei

tetraidrocannabinoli, generalmente in

discoteca, con una vera e propria

partecipazione iniziatica di gruppo.

85

Effetti acuti delle smart drug

Tachipnea;

Tachiaritmie;

Allucinazioni con euforia psicomotoria;

Collasso cardio-circolatorio irreversibile.

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Effetti cronici delle smart drug

Distruzione dei neuroni della corteccia e delle reti inter-sinaptiche;

Aumento della tendenza al suicidio; Tendenza alla personalità schizoide; Presenza di sindromi bipolari;Distrubi del comportamento; Deposito di piombo e derivati nelle arterie.

87

La vulnerabilità nell’uso acuto o cronico delle

droghe è legata alla destrutturazione sociale.

La persona perde i suoi caratteri multimodali

e si adegua passivamente alle abitudini

consumistiche o produttive , trasformando

l’uomo da soggetto pensante a consumatore,

imbrigliato e cosificato in una rete di dominio.

88

La domanda

Quali strumenti operativi in sanità per la Vulnerabilità

89

1. STANDARDIZZAZIONE

90

Operare per una logica organizzazione della

equa fruizione dei servizi, una valorizzazione

delle necessità, un capovolgimento programmatico: dal risultato da ottenere ad ogni costo, alla realizzazione dei sistemi di

un welfare che minimizzi le

vulnerabilità: rendendole sistemi di confronto.

91

2. ORDINE TEMPORALE

92

Riportare nelle politiche d’accesso

l’attenzione ai soggetti vulnerabili,

riqualificando le risorse non le spese.

93

3. STABILITA’ ISTITUZIONALE

94

Evitare l’oscillazione istituzionale, una

criteriologia che abbandoni l’attesa della

prestazione, e punti alla verifica

dell’applicabilità del programma sanitario.

Dal rientro sanitario al bene della salute di

ogni persona.

95

4. L’ACCREDITAMENTO DI ECCELLENZA

96

Il futuro dell’accreditamento di

eccellenza modificherà i parametri da

quelli qualitativi a quelli gestionali,

infine saranno quelli etici d’eccellenza.

97

Il primato tornerà alla

considerazione della vulnerabilità

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99 Benevento 23 ottobre 2005 ( a cinque anni).

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A Francesca………….. Per sempre…….

……..Il tuo papà vulnerabile

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Antes de hacer médico, bioético, padre,tengo que recordarme

que es imperativo

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