alle origini della antropologia educativa

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PERIODO DI RIFERIMENTO: anni Venti/Cinquanta del Novecento

CONTESTO: Stati Uniti di America e Gran Bretagna

PROTAGONISTI E PROTAGONISTE: Franz Boas, Ruth Benedict, Margaret Mead, Melville Herskovits, BronislawMalinowski, Meyer Fortes, Paul Radin, John Whiting.

OBIETTIVI: contro il determinismo biologico, per la ricaduta applicativa della ricerca antropologica in contesti educativi

Alle origini della antropologia educativa

ALCUNI TESTI: Lynd R. e Lynd H., 1956, Middletown. A Study in Modern American Culture(ed. or. 1929). Hollingshead A.B., 1949, Elmtown’s Youth: The Impact of Social Class on Adolescents.

EVENTI FONDATORI:• Anni Trenta, Sud Africa Conferenza internazionale sull’Educazione

• 1934, Hannover «CONFERENCE ON HUMAN RELATIONS»

• 1941, Studio interdisciplinare su 1000 bambini nativi in 12 riserveprovenienti da 5 tribù. La ricerca viene commissionata da: Department ofInterior, Commissioner of Indian Affairs John Collier, Committee on HumanDevelopment – Chicago, Society for Applied Anthropology.

• 1949, conferenza organizzata da Margaret Mead alla Columbia University«The Educational Problems of Special Cultural Groups»

1) Critica delle teorie evoluzionistiche2) Scetticismo verso la comparazione culturale a vasto raggio3) Valorizzazione della ricerca sul campo 4) Centralità degli aspetti linguistici5) Contro ogni determinismo bio-psicologico

“Nella nostra civiltà l’individuo è assediato da problemi chetendiamo ad attribuire a tratti umani fondamentali. Quandoparliamo dei problemi dell’infanzia e della adolescenza, leconsideriamo periodi inevitabili di adattamento che ciascunodeve superare. L’intera impostazione psicoanalitica si basain gran parte su questo assunto. L’antropologo dubitadell’esattezza di queste idee, ma fino a oggi quasi nessunosi è dato la briga di identificarsi con una popolazioneprimitiva, quanto basta per ottenere una chiara visione di taliproblemi”. (Boas in Mead 1928)

DAL PARTICOLARISMO DI BOAS…. (inizio XX° sec.)

. presupposti e obiettivi: uguaglianza della specie (monogenesi), poligenesi della culture; diversità come diffusione multilineare; approccio idiografico

. metodi di ricerca: comparazione interna ad aree culturali; unione tra teoria e pratica

. forme della restituzione: prime monografie

. parolechiave: cultura/e, adattamento e plasticità nella relazione uomo-cultura, relativismo culturale, tratti e aree culturali.

. contesti: nascita dello stato-nazione e degli imperi coloniali, definizione dello statuto conoscitivo e scientifico di alcuni saperi.

Relativismo culturale

I modelli di personalità sono culturalmentedeterminati, e non biologicamente

Il processo individuale di socializzazione èculturalmente determinato tramiteinculturazione, apprendimento etrasmissione intergenerazionale deisaperi e delle forme di vita locali.

……ALLA SCUOLA DI CULTURA E PERSONALITÀ

Ruth Benedict (1887-1948)

Serrano, California

Pima e Hopi Arizona

Pima, Messico

Zuñi, Cochiti, Pueblo, Nuovo Messico

Patterns of Culture (1934): modelli apolinnei (Gli introversi Pueblo) e dionisiaci (i paranoici Dobu e i megalomani Kwakiutl)

The Chrisanthenum and the Sword. Pattern of Japanese Culture (1946):culture della colpa e della vergogna.

«Continuità e discontinuità nel condizionamento culturale»

Continuities and discontinuities in cultural conditioning, in «Psychiatry» 1 1938, pp. 161-167.

LA CRESCITA COME DISCONTINUITÀ TRA NATURA E CULTURA

MODELLI DISCONTINUI

E CONTRASTIVI

MODELLI CONTINUATIVI

NON CONTRASTIVI

Tutte le culture, in un modo o nell’altro, devono fare i conti con il ciclo di crescita che porta dall’infanzia all’età adulta. La natura ha

posto la questione in modo drastico: da una parte il neonato, fisiologicamente vulnerabile, incapace di provvedere a se stesso o di

partecipare di propria iniziativa alla vita del gruppo e, dall’altra, l’adulto, uomo o donna, che sia.

Ogni uomo che abbia davvero portato a compimento le proprie potenzialità umane deve essere stato prima un figlio e poi una padre,

e i due ruoli sono fisiologicamente in netto contrasto (…)

Questa discontinuità nel ciclo della vita è un fatto di natura ed è inevitabile.

Nonostante sia un fatto naturale che il bambino diventi uomo, il modo in cui avviene questa transizione varia da una società all’altra, e

nessuno di questi particolari ponti culturali dovrebbe essere considerato il sentiero ‘naturale verso la maturità’.

La discontinuità del ciclo della vita di un individuo nella nostra cultura dipende in larga parte dai diversi obblighi culturali che noi assumiamo nei confronti di questi tre tipi di contrasto:

1) Il contrasto fra status di ruolo: responsabile/ non responsabile2) Il contrasto dominanza/sottomissione3) Il contrasto dei ruoli sessuali

1NOI PENSIAMO CHE IL BAMBINO VOGLIA GIOCARE E CHE L’ADULTO DEBBA

LAVORARE…. (PP.67-68)

2NELLA NOSTRA CULTURA C’È LA TENDENZA A CONSIDERARE OGNI SITUAZIONE COME SE AVESSE IN SÉ IL SEME DELLA DOMINANZA-

SOTTOMISSIONE… (PP. 69-70)

3LA CONTINUITÀ NELL’ESPRESSIONE SESSUALE SIGNIFICA PIUTTOSTO

CHE AL BAMBINO NON SI INSEGNA NIENTE CHE DEBBA DISIMPARARE PIÙ TARDI…. (P.72)

Margaret Mead (1901-1978)

BALINUOVA GUINEAISOLE SAMOA

Modelli di personalità

L’adolescenza presso i Samoani

L’adolescenza presso gli americani

“Coming of age in Samoa” esempio antropologico di rimpatrio

dell’antropologia:

la conoscenza dell’alterità conduce ad un confronto implicito con l’identità.

Vocazione critica dell’antropologia contro l’ETNOCENTRISMO del pensiero

occidentale .

Il dibattito Mead-Freeman

Adolescenza in Samoa (1928)

INDICE DEL TESTOCap. 1 Introduzione

Cap. 2 Un giorno in Samoa

Cap. 3 L’educazione del bimbo samoano

Cap. 4 La famiglia samoana

Cap. 5 La bambina nel gruppo delle coetanee

Cap. 6 La ragazza nella comunità

Cap.7 Relazioni sessuali formali

Cap. 8 La funzione della danza

Cap. 9 L’atteggiamento verso la personalità

Cap. 10 Esperienza e personalità della ragazza media

Cap. 11 La ragazza in conflitto

Cap. 12 Maturità e vecchiaia

Cap. 13 I nostri problemi educativi alla luce dei contrasti samoani

Cap. 14 L’educazione alla scelta

Le principali cause delle difficoltà dei nostri adolescenti sono la presenza di principi in conflitto e la convinzione che ogni individuo dovrebbe fare la propria scelta, unita alla sensazione che questa scelta è cosa molto importante. Dati questi atteggiamenti della nostra civiltà, l’adolescenza, non più considerata come periodo di cambiamento fisiologico (poiché sappiamo che la pubertà fisiologica non deve necessariamente produrre conflitti) ma come il principio di una maturità mentale ed emotiva, è destinata senz’altro ad essere piena di conflitti e di difficoltà. Una società che incita alla scelta, nella quale pullulano i gruppi vociferanti, ognuno dei quali vuole imporre la sua maniera di salvazione, la sua speciale politica economica, non lascerà pace a ogni nuova generazione, finché tutti non avranno scelto o soccomberanno, incapaci di sopportare le condizioni stesse della scelta.

La tensione è nella nostra società, non nei cambiamenti fisici attraverso ai quali passano i nostri ragazzi, ma non per questo è meno reale e meno inevitabile, nell’America del ventesimo secolo. (Mead 1954-2007, 194)

«Samoan children at work and play»in Natural History 1928, pp. 103-104.

- I nomi, la residenza, la famiglia, la morte e la sessualità, il gioco e il lavoro

Crescita come adeguamento a un unico modello

«Age patterning in personality development»in American Journal of Orthopsychiatry 17 1946, pp. 232-

246.

- Lap Baby- Knee Baby- Yard Baby

La Crescita come una Trama

La Crescita come una Trama

In altre parole si può dire che la serie di trattamenti differenziati attraverso cui passa il

bambino ha una «trama», piuttosto che una forma e una sequenza. (…)

Come esempio di mera forma e sequenza potrei citare i Manus che affermano che gli

individui credono sempre di più al soprannaturale mano a mano che invecchiano; o un

eschimese che afferma che i bambini molto piccoli, essendo più vicini al mondo

soprannaturale, parlano con ispirazione divina (…)

Quando ogni età è culturalmente codificata come contenente in sé elementi altamente

complessi di rapporto con i genitori e fratelli, si può dire che ha una trama. (…)

Poiché il comportamento ritenuto appropriato per un bambino in una certa posizione alla

base della famiglia viene esteso in sequenza a ogni bambino balinese, la trama familiare è

in un certo senso resa più accessibile a ogni bambino di quanto non sia in culture in cui i

bambini che non attraversano queste

Posizioni nelle loro famiglie biologiche ne ricevono solo gli echi che sono incorporati nei

giochi, nel folklore e in altre forme culturali. (pp. 36-37)

Altri interventi di Margareth Mead sui temi relativi alla educazione:

• 1949: organizzazione del convegno The Educational Problemsof Special Groups

• 1954: partecipa alla conferenza di Stanford (ritenutafondamentale per la definizione della Antropologia dellaEducazione) con un intervento intitolato The Anthropologist andthe School as a Field.

• 1955: scrive Childhood in Contemporary Cultures.

• 1971: scrive Early Childhod Experience and Later education inComplex Cultures

IL FUNZIONALISMO BRITANNICO- dagli anni venti del XX° sec.-

. presupposti e obiettivi: leggi sul funzionamento delle culture; approccio nomotetico; la metafora organica.

. metodi di ricerca: osservazione partecipante; unione tra teoria e pratica;

osservazione-descrizione-spiegazione.. forme della restituzione: monografia. . alcune figure: B. Malinowski; A. R. Radcliffe Brown; E. Evans

Pritchard.. alcuni termini: struttura sociale, sistema sociale, logiche

segmentarie, stregoneria, coerenza dei sistemi di pensiero.. contesti: prima e seconda guerra mondiale.

Bronislaw Malinowski (1884-1942)

“Argonauts of Western Pacific” 1ª ed. 1922

AUTORITÀ ETNOGRAFICA

=

OSSERVAZIONE PARTECIPANTE

- La Comprensione del punto di vista del nativo;

- Osservazione e Analisi di Micro-Scala;

- Olismo

FIELDWORK (e/o ETNOGRAFIA e/o RICERCA SUL CAMPO )

metodo scientifico peculiare della disciplina antropologica

Sesso e repressione sessuale tra i selvaggi (1927)

La vita sessuale dei selvaggi nella Melanesia nord-occidentale (1929)

«L’infanzia nelle Isole Trobriand»

- Rapporti con i genitori

- Rapporti con la comunità di pari

- Il gioco e la sessualità

- La figura della madre

- La figura del padre

- La figura dello zio materno

MEYER FORTES (1906-1983)

ASHANTITALLENSI

SOCIAL AND PSYCHOLOGICAL ASPECTS OF EDUCATION IN TALELAND (1938) in Supplement to Africa, 11, 4.

«L’infanzia nelle cultura Tale»

- La crescita si misura in:

Avere occhi buoni o Essere cose con occhi incavati

- Lo yam

- Rapporto con i genitori

- La figura del nonno

- Rapporti con la comunità di pari

- L’apprendimento come un diagramma posturale

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