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ARDLDO IONZAGNI · -.IlK'.~'""" Dl DENIO ·'P. .. ~._ ... ..,
AROLDO BONZAGNI DICENTO
a Elva Bonzagni
Realizzazione editoriale Federico Morra Editore Spa, Milano
© 2006 Comune di Cento
Proprieta artistica e letteraria riservata per tutti i Paesi. Ogni riproduzione, anche parziale, e vietata.
Deroga a quanto sopra potd. essere fatta secondo le seguenti modalita di legge:
Fo!ocopic per ttso p~rma le dcJ lenore pos~ ono esscr -ffertuarc nei lirniti dd 15 % di ciascun volume dicrro
p:t)lmncn.w nlln ' JJ\E clcl comp nso prcvi~to dttll 'nrt. 68. COI,'lll ll 3, 4, ~ c6. !din lllg!\ 22 t111rilc J9.1J n. 633.
L l'rpmdud~ni per 11 " <ii(fcrcnrc da quc!lo pC!nionulc P•~t mnno lii'VCIIIrc sulo n segu Ill di ~pccifi 1 uwr ?.~a~iom:
•i l.tsci:llu dull'cdiwrc.
AROLDO BONZAGNI DICENTO Catalogo generale
a cura di Fausto Gozzi
introduzione di Rossana Bossaglia
testi di Elena Bastelli, Fausto Gozzi, Erica Manservisi, Barbara Passarini, Marco Pellizzola, Vittorio Sgarbi, Valeria Tassinari
Federico Motta Editore
Comune di Ccnto
Con il patrocinio di
ACCAOEMIAOI BELL€ AATI 01 BA<:nfl Mll.l.f'fU
Accademia Associazione Amici Provincia di Perrara Assessorato Attivita Culturali di Belle Arti di Brera della Galleria d'Arte Modcrna
Aroldo Bonzagni di Cento
In collaborazionc con
Annalisa Bregoli, Sindaco Paola Morselli, Assessore alta Cultura
Denise Frapiccini, Dirigente Settore Cultura
Fausto Gozzi, Direttore Polo Museale Marco Vitali, Gra/z'ca, Allestimenti e Attivitd Culturali
Manuela Cavicchi e Carla Albcrghini, Ufficio Amministrativo Anelita Tassinari, Elena Bastelli, Turismo e Promozione
Barbara Passarini, Servizi Didattici Paolo Campanini, U//icio Stampa
Gianfranco Viscntini, /otogra/ie Marm Gandolfi, progetto copertz'na
GALLEIUA o' ARrE MoDERNA ARowo BONZAGNI
A rchivio e fototeca Aroldo Bonzagni Palazzo del Governatore, 39
44042 Cento (Perrara) tel. 051/6843390/6843334
cultura@comune.ccnto.fe.it www.comune.cento.fe.it
firl(l/went~ il Cntalogo! Un pas.re-partout per Ia /ruizione degli spnzi c del patrimonio a.rtistico della Galleria d'Jlrte Modema: c:cco lo scopo di un catalogo cha l'tlccoglie tulle le opere inserite nel!tl ricctl colle:t.ion centese a dispwizione di tutti i visitatori interessalz all' arte modema e conlemporanea. f.:tll'tt! hn ·igni/iCtllO ·e possiede ui.ribi/itii. Quale i/ modo mig/iore per aprire il museo tiL pubMico? Senza dubbio remlcrlo vivo e vitt~Le mod/ficandone la sua funzione o meglio la ua em:uza ·tessa. Non piu Luogo deputnto tdla pum conservazione degli oggew; ma centro di promozione culturale; non piu museo-tempio di puro godimento estetico, ma museo-laboratorio che intrattiene l'apporti con il territorio. In questa stessa direzione deve muoveni anche il catalogo, il biglietto da visita del museo; l'intenzione e di dare vita a uno strumento non prettamente elida ·calico ma piuttosto capace d'illustmre Ia /rmzione dall'arte inte.w come motore rigeneratorc, 1wo stimolo a o!tr<!paSSllre /'af>fn'attimento della quotidimtitd, pmprio come ha com:epito l'arte Amldo 1Jom.agm; a cui nel azttdogo viene dmo ampio [>a<.io. Attraverso l'episto!orio e i dowmenti posseduti netl'A rdJiuio 13onzagm; e Sl(J(O possibile inserire t/1/0 studio appro/omlito sui pittore ccntr:se, per fame risaltare aspetti twti lici e wnani fi)J(dmente IIOJt piu i11ed£ti. Da que!lo che puo essere considerato un nudeo /omlamentale, ~'i ptusa n lm excursus tmcbe sllggiftico sul patrimomo tlrtistico delLa Galleritl d'/lrte Modcmtl. Una riccbez:t.t1 di contenuti che tras/ormtt il catalogo iu uNo .rtrumento duuile e 11ivo, pen.rato andJe con/ini didattici per Ia varietii di slimoli cbe si pnssono cogliere: intciiettuali, sensorin!t~ visivi, tallili ed emotivi, tutti elementi ideaLi per l'tlpprendimenw. D'altronde it museo ha questa importante propemione alia did attica; 1mc:bc il.ruo catalogn, dunq1u!, deve possedere questa seconda anima. E stato necessaria un fungo lavoro di studio, di con/ron to e pazienti ricerche, condotte dagli llutori per giungere tl questo risultato, e siamo lieti e orgogliosi di presentare questa edizione che godc~ del {Hltroduio de/Jn Provincia di Femmz, dell'Accrulemia di Brera e dellt1 neonata associatione "Amici della Gtdleria", tmne momento d'importante appro/omlimento sull' arte del Novecento. Va segnalato il contributo del direttore det/(1 Galleria Fausto Gozzz; /ondamentale per la realizzazione di questa catalog a.
1 Si ringmzinno rmche Valeria Tarsinari ~· Bm·hara Passarini pe1·lt1 j(1ttiva collaborazione e l'nccurata opera dl scbed4tura biogm/icll d •gli tlrtistt. Gralitudine agli altri autori, flrica Man.rervi.ri, Etemt Bastelli e Marco Pelliv.ola, peril Lom contributo. Si aggitmge m1 sentimento di sincerrJ mnmimtione per l'in/.roduzione eltlhomta d<l Ro~·sann Bnssaglti1 e peri saggi di Vittorio Sgt~rbi cbc /)(/rttJO arricchito queslft importantc pubbliaJtione. n ultimo ringrraiamento alia Federico Motta Editorc, che di queJIO volume favoril·a ltl divulgazione, nella JtJeranv' che esso inamtri /'interesse di un pubblico innamorato dell'arte.
ANNALISA BREGOL1
Sindaco di Cent a
PAOLA MoRSELU Assessore alta Cultura
Sommario
9 TN' I'[{()[ )(JZfONE
Rossa/I{J 13mwglia
] 0 IL VIAGClO AL Tf;RMJNE DELLA NOTT E: BONZAGN I l'l'ITOIU·:
Villorio S[!,arbi
13 IDENTITA DELLA GALLERIA l 918-2006 Dalla morre di Aroldo Bonzagni al Catalogo Gcncralc
della Galleria d'Arte !YJoderna
Fausto Cozzi
57 CATAI.OGO DEl.l.E OPERE Df AROLDO BONZAGNl
Fausto Cozzi
79 DAL NOVECENTO F. OI:!'RF(: TMMAGTNT DEL SECOLO
CHE NON Sl f: CONCLUSO
Personalita c temi della rie<.:rca artistica dell 'ultimo secolo
nella raccolta della Galleria Aroldo Bonzagni
Valeria Tassinari
10 l SF.TT:\NTA OPERE PER LA CITTA. UNA TESTIMONTANZA
Marco Peltizzola
103 CATALOGO
Barbara Passarini, Valeria Tassinari
SERVIZI MUSEALI
Did attica Archivio Aroldo Bonzagni
342 lL MUSEO FOR!v!ATIVO: NUOVI ORIZZONTl
PER LA DIDA'ITTCA MUSEALE A CENTO
Barbara Passarini, Erica Mamervi.ri
349 PAROLE E PITTURA: UNA Wv!ANTTA RTTROVATA
VIttorio Sgarbi
350 "SACRJFTCO, SOFFRO, SOFF!O, MALEUICO, BESTEMMIO, E ADORO " .
L'EPISTOLARlO BONZAGNI
Elena Bastetli
354 Indice dei nomi
Introduzione
Ronarza Bo.l'saglia
Come avvicne pe/ g]i altri artisti fcrraresi chc si trasfcriscono a Milano- o, per meglio dire, a Brera, pcrche e qucllo iJ luogo desiderata c!clloro approdo - Bon"agni non perc!e mai del tutto i contatti culturali e scntimcntali con Ia sua terra d'origine, e persino i contatti economic!. Quando ci si occupa di lui, non si smettc di citare la sua maLricc ferrarese, qualche volta estendendone la definizione all' ampio panorama emiliano; e benche lo si ricordi abitualmentc per gli aspetti satirico-beffardi della sua pittura, non manca mai un istintivo riferimento a Boldini. Per altro non si puo trascurare eel escludere la suggestione che su eli lui ha avuto la scuola di Tallone: L.l cui matrice e riconoscibile la dove la sua formula cspressiva si fa piu dolce; e non e senza impronta evidente, nella serie Ji sue opere dal carattere piu naturalistico, Ia sua familia rita con l' Alciati. La giovanile adesione ai primi manifesti futuristi e un evento legato ai suoi incontri c allc vicendc della cultura artistica milancse: ma essa non corrisponde allc sue tendenze spontanee e profonde che sono piuttosto orientate nella direzione di quello che diventera lo "stile di Novecento"; la morte prccoce impedira a Bonzagni di giungere a quello sbocco; come gli impcdira eli presentarsi con una mostra alla Galleria Pesaro, Ia piu importante delle gallerie milanesi moderne. Comunque, leggerc i particolari della vicenda umana di Bonzagni ci
fa capire quanti rapporti egli avesse con Ia cultura artistica milanese di quegli anni; suo grande estimatore era per cscmpio il critico piu sottile e brillante di quel contesto, Vittorio Pica; c ancora, un altro studioso di qualitfi come Guido Marangoni. Ai suoi funerali, ricordano i biografi, erano presenti il grande ebanista e ideatore eli arredi Eugenio Quarti e anche - scusatc se e poco - Arturo Toscanini. Ma a serbamc c a coltivarne Ia memoria e poi costantemente intervenuta la sorella di Bonzagni, Elva, che con eccezionale passione e competenza ha organizzato mostre rctrospettive, incontri commemorativi e cos! via. La galleria di Cento dedicata a Bonzagni fu inaugurata nel 1988 dopo che nel 1974 era stata tenuta una grande mostra che aveva riportato all'ordine del giorno la figura del maestro. La galleria non riguarda soltanto il personaggio celebrato, ma e appunto una galle" ria d'arte, nell'ordinamento della quale si sono awicendati critici e studiosi di grande impegno, che hanno seguito ]'opera eli Elva anche dopo la sua morLc, avvenuta nell987. Si sono affiancate, o succedute, personalita come Barilli e Crispolti, chc ncl 1992 inaugurava un nuovo percorso espositivo; si sono avute importanti donazioni (va citata quella della Gandini). La memoria eli Bonzagni si collega dunque alia sua inconfondibile personalitii artistica e nel contempo e simbolo del fervorc artistico-culturale della sua terra.
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II viaggio al termine della notte: Bonzagni pittore
Vittorio Sgarbi
Della grandezza di Aroldo Bonzagni io ho un' antica consapevolezza. Non c'e stato per me artista ferrarese fra i grandi riconosciuti, da Previati a Baldini, da De Pisis a Funi, da Minerbi a Melli, che abbia in modo cosi esplicito rappresentato la sensibilita europea esprimendosi con un linguaggio moderno il cui pili esterno e trasparente riferimento era Toulouse-Lautrec. Ogni volta che ho guardato un disegno, un dipinto di Bonzagni, ho sentito che esso, ben pili dell' opera di Boccioni o Balla, e senza alcun formalismo, evocava l'euforia dolente di ';Ill Igor Stravinskij, di Petrouchka, per esempio, o dell'Uccello di Fuoto. La vita contemporanea, il mito della macchina, la citta che sale sono da Bonzagni riportati sempre alia dimensione dell'uomo, alia sua solitudine. Pochi artisti italiani hanno mantenuto la verita dell'uomo riconducendola allo spirito dei tempi moderni, tra la Belle Epoque e la guerra, senza farsi prendere la mano da formule, rna sen tendo gli umori di un' epoca: il triestino Vittorio Bolaffio, il sardo Giuseppe Biasi, il pittore di Barga, Alberto Magri, il cosmopolita Mario <;::avaglieri. E per tutti questi, in diversi modi, e per Bonzagni in particolare, puo valere la formula di euforia sull'abisso, di esaltazione nella sofferenza. Le animate rappresentazioni di gruppi su un tram, in una non desolata periferia cittadina, sembrano volerci avvertire che la festa volge al termine, rna e pur sempre una festa, fino a diventare l'amaro concerto del Lumpen proletariat, quasi un doppio del Wozzeck eli Alban Berg, nel grande capolavoro religiose, I ri/iuti della societii. Qui i tl"e mendicanti si dispongono sulla scena del quadro come sui palcoscenico di un teatro, con lo sfondo eli una citta lontana, moderna e razionalistica. Ciechi, poveri e disperati hanno pero un'epica, estrema grandezza. Essi sono campioni di un'umanita offesa, rna regale: Trlnita, Crocifissio,ne, Madonna della Misericordia, soggerti religiosi irresisribilmenre richiamati da questi tre pove.racci in una pecife.ria mbaoa eli cui sono i Re, come il Cristo Rex iudeorum o come, oggi, i desolari rna compiaciutirelitti umani di Cinico-Blob. Djfficile trovare qualcosa di comparabile nella pittma europea degli stessi anni, persa in quelle sperimentazioni anche uo po' sterili che costrinsero Bonzagni a ritirare la stta firma dai Manifesti Futuristi del1910. Nei suoi tragici capolavori estremi, Bonzagni ci appare come uno Zuloaga ribaltato in negativo, attraversato dal sentimento della morte: un epico beffardo e tragico. J?er questa e difficile accostare Bonzagni ad altri pittori, situado in uo ambiente, calarlo in un clima. Egli e irrimcdiabilmente solo, irriducibile, in una posizione analoga a quella di Toulouse-Laun·ec nell'ambito dell'Impressionismo. Proviamo allora a vedere Boozagni nella situaziooe culturale e storica cui appartiene, tra Ferrara e Milano, i poli fra i quali si svolse anche la vicenda di altri due artisti ferraresi come Gaetano Previati e Ugo Martelli.
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Non e improprio parlare per la civilra figurativa ferrarese, fra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, di un secondo Rinascimento. E noto, infatti, il grande rilievo anche europeo di personalita come Giovanni Boldini, Gaetano Previati, Giuseppe Mentessi, Ugo Martelli e, poco dopo, Filippo De Pisis e Achille Funi. Ognuno di loro rappresenta un momento importante, una tappa significativa nel complesso percorso di modernizzazione affrontato in quegli anni dalla pittura italiana. Boldini sostiene un rinnovamento radicale dell' accademia, con le inderogabili istanze proposte dagli Impressionisti, e una nuova, aristocratica maniera internazionale, ugualmente calibrata fra passato e presente. Previati rappresenta il percorso italiano dal Post-Impressionismo (il Divisionismo, il Simbolismo, il Crepuscolarismo), ricco eli valori ideali, estetici e sentimentali. Mentessi interpreta Ia vocazione al contenuto civile, sociale e umanitario, base dell' espressivita moderna. Funi riporta al recupero rinascimentale come modello prevalente della figurazione novecentesca: il disegno e il volume geometrizzato come criteri universali della rappresentazione. De Pisis e l'Italia avanguardistica e l'Italie parisienne, la necessita del confronto con le esperienze francesi dopo l' esperienza metafisica, e una rilettura non nazionalistica della tradizione italiana, e l'intimismo esistenziale contrapposto alia reterica eli regime. Se questi artisti avessero lasciato a Ferrara una scuola, davvero la citta estense avrebbe potuto conoscere un secondo Rinascimento. Ma Boldini, Previati, Mentessi, Funi, Martelli e De Pisis si sono formati e affermati fuori dalle mura locali: a Parigi, a Milano, tenendo con Ferrara un rapporto indubbiamente importante, rna soprattutto affettivo. Se vogliamo· riconoscere la loro con creta "ferraresita" artistica, ci accorgiamo subito che e un fatto non determinante, talvolta perfino trascurabile. Se Boldini non si fosse spostato da Ferrara non avrebbe mai raggiunto tanta notorieta, e altrettanto si puo dire anche per Previati, Mentessi, Funi e De Pisis. Anzi, alcuni di loro (Previati, Mentessi, Funi) andrebbero considerati artisticamente milanesi, perfettamente inseriti nella loro citta d'adozione, mentre ad altri (Boldini, De Pisis) ahdrebbero attribuiti caratteri fortemente cosmopoliti, indifferenti alloro luogo natale. Ci t):oviamo eli fronte, insomma, a una curiosa circostanza per la quale il Secondo Rinascimento ferrarese e fenomeno principalmente anagrafico o, meglio, "di emigrazione". Vi sono stati infatti alcuni ferraresi, che tra Ia fine dell'Ottocento e il primo Novecento sono diventati grandi artisti solo dopo aver abbandonato la loro citta d' origine. Anche Aroldo Bonzagni, nativo, come il Guercino, di Cento, fa parte della schiera dei ferraresi "milanesizzati", e rientra nelle fila di coloro che v~ano giustamente nella citta lombarda la capitale della modernita artistica italiana. A Milano, del resto, proprio il fer-
rarese Previati era diventato uno dei massimi maestri, inserendosi nel percorso del tardo-romanticismo scapigliato. Nell'anno di nascita di. Bonzagni, Previati si. afferma, con le Fumq.tJ:i~i d' oppio, nuovo unto di riferimento dell'emergente simbolismo divisionista, deter
~inando 1' avanzamento delle esperienze veristiche nella gerarchia della pittura italiana pili aggiornata del momenta. Fine lettore, Previati cercava nella pittura un luogo eli idee di grandi sentimenti universali, paragonabile' a quello che riscontrava nella letteratura di Baudelaire, Poe, Hoffmann, Dossi, Praga e questo luogo lo trova attraverso , una tecnica cromatica vibrante e altamente suggestiva, cap ace di evocare liricamente e con un forte carattere di dinamismo "spiritual,e". Con le Fumatrici di Previati e con la quasi contemporanea attivita di Giovanni Segantini, nell'eremo montano di Savognino, e la luce, forza allo stesso modo generatrice e dissolutrice della natura, a diventare la protagonista incontrastata della pittura lombarda, fino al Futurismo. Intanto, un altro ferrarese si distingue a Milano. E Giuseppe Mentessi, insegnante all' Accademia di Brera, il quale pur non allineato alia visionarieta letteraria di Previati e Segantini, ammira e imita le loro innovazioni tecniche. Alia dimensione indefinita del valore eterno Mentessi preferisce quella pili prosaica, pili concreta del quotidiano, specie nei suoi aspetti pili umili e bisognosi di solidarieta da parte della classe intellettuale. Sono anni, non dimentichiamolo, in cui si assiste, in tutto il niondo evoluto, alia diffusione massiccia del Socialismo, la nuova "religione" laica con la quale la borghesia colta e illuminata reagisce all'immoralita discriminatrice della societa industriale. ~impegno civile eli Mentessi, non immune da tentazioni retoriche e moralistiche, diversamente dal pili moderno Bonzagni introduce nel fronte divisionista lombardo una variante, il tema sociale, che conosce in Angelo Morbelli e Pellizza da Volpedo i suoi esponenti pili veri e significativi. ll successo definitive del Divisionismo lombardo viene sancito dal suo graduale ingresso anche dentro il baluardo ufficiale dell' Accademia di Brera. Un passo importante in questo senso viene indicato, nel1898, dal conferimento eli una cattedra d'insegnamento a Cesare Tallone, intenso paesaggista non indifferente all'arte eli Previati e di Segantini. Questa, in estrema sintesi, era l'eccellente, vivacissima situazione della pittura locale, quando Aroldo Bonzagni giunge a ¥iJ.ano, e non poteva non risentire, sebbene in maniera diversa, della loro influenza, magari pensando anche ad altri che si erano fatti valere altrove (Boldini), continuando una linea ''ferrarese" che si stava per rivelare determinante perle sorti della nuova pittura italiana. A Brera, alia scuola di Tallone, Bonzagni ha modo di conoscete allievi come Carra, Romani, Valeri, Boccioni appena giunto da Parigi, tra i quali e comune, almeno fra i pili entusiasti, l'impegno a sviluppare le istanze divisionistiche verso orizzonti sempre pili arditi. Sono giovani "inquieti" che discutono al caffe di via Carlo Alberto ed espongono aile rassegne dell'Intima e della Permanente, cercando il nuovo con un' ansia frenetica, vertiginosa, contagiosa. Bonzagni tiesee a imporre un modernismo metropolitano vicino al mondo degli umili di Mentessi e a quello dei ricchi di Boldini (ricorrente specie nei disegni e nelle tempere) e superando con penetrante humour l'insopportabile differenza che separa i piaceri della "buona societa" dai travagli del diseredati. Nel gennaio 1910 Boccioni e l'amico Luigi Russolo, partecipano a
una manifestazione futurista, il radicale movimento letterario da poco ideato da Filippo Marinetti. E l'illuminazione, Boccioni pensa alia possibilita di inventare una pittura futurista, e decide di presentare la proposta a Marinetti insieme a Carra, Russolo e Aldo Palazzeschi. Dall'incontro e da successive riunioni in casa Marinetti scaturisce i1 primo Mamfesto dei pittori /uturisti, rivolto "agli artisti giovani d'Italia" e distribuito a Milano in migliaia di volantini. Lo hanno approvato, su richiesta del primo firmatario Boccioni, Carra, Russolo, Romani e Aroldo Bonzagni. I toni del volantino sono provocatori, quasi un appello a un conflitto tra generazioni ("Noi vogliamo combattere accanitamente la religione fanatica, incosciente e snobistica del passato ... dichiariamo guerra, risolutamente, a tutti quegli artisti e a tutte quelle istituzioni che pur camuffandosi d'una veste di falsa modernita, rimangono invischiati nella tradizione ... ") e porta violente reazioni di condanna negli ambienti culturali milanesi. Bonzagni, insieme a Romolo Romani, decide pero di ritirarsi dal gruppo futurista. Alia loro defezione devono tutto, o quasi, Giacomo Balla e Gino Severini subentrati e subito diventati protagonisti del movimento. Di Bonzagni e di Romani, invece, si possono solo immaginare le "magnifiche sorti e progressive" cui sarebbero andati incontro se fossero rimasti nel movimento. Ma in fonda e stato giusto cosi. Bonzagni non era un' avanguardista, un "militante", un combattente integralista di quella che il Manzfesto da lui firma to c~ava "falsa modernita". Anche la sua matrice stilistica e diversa da quella pili ordinaria dei Futuristi, non ispirandosi in maniera decisiva alia lezione divisionista. Sente piuttosto l'esigenza, sull'esempio di Daumier e dei suoi seguaci, di concentrate la sua pittura in una cifra grafica di grande efficacia comunicativa nella quale il disegno non viefie annullato dal colore, anzi ha un ruolo irrinunciabile. Rivive in Bonzagni una certa vitalita cinica e -amara alia Toulouse-Lautrec, anche attraverso la ripresa dei tagli veloci, da manifesto, in cui Bonzagni scopre intuizioni grafiche superiori a quelle eli un Dudovich. Per Bon~agni l'arte non~ esperimento o ricerca estetica, rna e esperienza di vita, appassionata riflessione sulla condizione umana, ctitica eli costume che aspira alia comprensione globale della societa in cui- egli vive, delle ragioni profonde che stanno alia radice delle sue contraddizioni. Anche registrando la cronaca del divertimenti e dei piaceri della Belle Epoque rrieneghina, Bonzagni ci comunica un'inquietudine, una remora all' ottimismo indiscriminato 'del progresso, il presentimento eli un'imminente tragedia. E la guerra, prima profetizzata, poi osteggiata con opere pacifiste (mentre i suoi vecchi compagni futuristi venivano travolti dal deliria bellico) di commovente coraggio. Ora 1' occhio eli Bonzagni non ha orrore eli nulla, se non forse della motte, di questa definitiva interruzione pr4na che dell'esistenza, della vitalita. Nell'anno della sua prematura motte, proprio al termine di quella guerra cosi insensata, Bonzagni dipinge il Funerale di un amico. Una nebbia sporca offusca i1 rito, all' abituale musa della malinconia si sostituisce quella della tragedia senza retorica. None solo il funerale di un amico, e il funerale <\ll un'intera generazione bruciata, eli un'intera umanita annichilid dalla guerra nella sua razionalita. Tutta la sua pittura ha un fondo malinconico, lirico, e tocca le verita ultinie dell' esistenza, la tragedia· del vivere. Fioita I' ultima festa, tra i bagliori della guerra incontriamo I ri/iuti della societa estremo segnale della divinita dell'uomo. -
11
Identita della Galleria 1918-2006
Dalla morte di Aroldo Bonzagni al Catalogo Generale della Galleria d' Arte Modern a
Fausto Gozzz'
Le foto di corredo provengono dall'Archivio Fotografico Aroldo Bonzagni
O maggio della sua terra d' origine a un artista euw peo
II legame di Cento e della sua terra d' origine con l'artista che, piu di tanti altri, ha rappresentato lo spirito modernista del Novecento, non si e mai interrotto e ha percorso, come vedremo, tutto il secolo XX, ripresentandosi oggi con uno sforzo massimo con questa pubblicazione, il Catalogo Generate della Galleria d' Arte Modern a a lui dedicata, dalla quale si legge il vuoto che Aroldo ha lasciato con la sua prematura scomparsa e, parallelamente, 1' attaccamento tangibile degli artisti del Novecento che lo conobbero direttamente o solo ne apprezzarono le doti straordinarie di pittore di pura razza. Come vedremo dai documenti, Bonzagni conobbe ed esercito il suo fascino sugli artisti italiani piu importanti dell'epoca, rna ebbe poco tempo per dimostrare completamente il suo valore: in pratica ebbe a disposizione solo nove anni di attivita professionale, dal 1909- data del completamento degli studi all' Accademia di Brera- all918, anno della sua scomparsa. Pur tuttavia, in questi pochi anni, realizzo tante etali cose da lasciarci stupefatti e quasi increduli. IIlegame con la sua citta natale praticamente non si interruppe mai, dalla sua partenza per Milano nel1903 sino a oggi, momenta di massima valorizzazione delle sue opere. Bonzagni, in qualche raro mom en to, riesce a trovare il tempo anche di tornare nella citta dov' era nato, per incontrare il padre adottivo e per rivedere gli amici della sua adolescenza, persone colte appartenenti alla ricca borghesia locale, persone che a vario titolo aiutarono la madre Angela Gilli nella difficilissima e coraggiosissima decisione di lasciare Cento per trasferire la famiglia a Milano, per permettere ad Aroldo la frequentazione dell' Accademia di Belle Arti di Brera e sviluppare cosi quell'attitudine tanto evidente fin dalla sua adolescenza. Vale la pena ricordare alcuni di questi amici centesi (coi quali Bonzagni non interruppe mai il rapporto), in quanto furono tutti solidali con la madre nella decisione del trasferimento a Milano: Maria Maiocchi Plattis in arte J olanda, una delle scrittrici piu alla moda a quei tempi, 1' architetto Giuseppe Costa, il sindaco Antonio Maiocchi, l' ami co del cuore Arturo Costa, il musicista Leone Sarti che insegno violino al pittore, il fotografo Francesco Gamberini e, non ultimo, Marcello Mallarini direttore della locale Scuola di Disegno e Ornata. E bene ricordare che Bonzagni dalla sua terra d'origine non ottenne solo 1' amicizia e la stima delle persane vicine alia sua famiglia, rna ricevette anche aiuti concreti da istituzioni per il completamento degli studi a Brera. La consapevolezza del suo valore e chiaramente espressa nei carteggi a sostegno dei contributi economici a lui concessi fra il1904 e il1908 dal Patrimonio degli Studi di Cento, dal Comune di
Cento e dal Consiglio Provinciale di Ferrara 1. La documentazione in nostro possesso ci fa capite la sua condizione economica a Milano: "II Bonzagni e figlio di un povero conduttore di macchine la cui famiglia stenta poveramente la vita", scrive il sindaco Maiocchi alia Deputazione provinciale: "Raccomandai il giovane al Comm. Camillo Boito perche fosse ammesso al corso preparatorio. L'esperimento dato dal giovane fu tale che gli valse (caso rarissimo) d'essere ammesso all' accademia saltando il corso preparatorio. Bonzagni e una lusinghiera speranza per 1' arte [ . .. ] il giovanetto non solamente per ingegno, rna permorigeratezza e bonta e una rara avis". Anche Bonzagni e consapevole delle difficolta economiche incon trate a Milano dalla madre e dai tre fratelli minori (Luisa, Peppino ed Elva), infatti inizialmente e dibattuto fra la frequentazione assidua dei corsi di Brera e lo svolgimento, nelle poche ore libere, di alcuni lavoretti para-artigianali, come disegnare figurini per sartorie, dipingere "madonne" su arazzi e addirittura adoperarsi come scrivano presso uno studio legale. Dal1909 - ultimo anno della sua frequentazione di Brera- al tragico 30 dicembre 1918, il passo puo apparire breve, troppo breve per chi aveva investito speranze e sogni giovanili, pur tuttavia sono stati anni per lui intensissimi, straordinariamente fecondi, che lo hanno portato alla sottoscrizione di ben tre dei manifesti del futurismo, alla collaborazione travagliata con l'"Avanti!" di Benito Mussolini, all' invito a due edizioni della Biennale Internazionale d'Arte diVenezia, al soggiorno di oltre un anno a Buenos Aires, fino al tragico epilogo della Prima guerra mondiale nella quale perde molti cari amici, morendo poi egli stesso a causa dell' epidemia di febbre spagnola, tragica ironia della sorte, a meno di due mesi dalla fine di quell'assurdo conflitto bellico. Ma questa e un'altra storia emerita di essere percorsa anno dopa anno, mese dopo mese, quasi giorno dopo giorno, tantoe incalzante e ricco il materiale artistico prodotto da questa geniale quanta sfortunato pittore2 •
1918-1919 Dal funerale alia mostra personale alia Galleria Pesaro
Tutti i piu autorevoli giornali, da quelli lombardi a quelli nazionali, riportarono la notizia della prematura scomparsa dell' artista, annunciando anche i funerali che si svolsero il giorno successivo, ultimo dell'anno. Gli articoli piu importanti vennero scritti dagli amici di Bonzagni, Marco Ramperti, Raul Accorsi, Anselmo Bucci, Ercole Bucco e Mario Quarti. II31 dicembre, partendo dall' abitazione in via Eustachi 38, "il corteo funebre raggiunse la chiesa di Santa Francesca Romana, i cordoni del carro erano
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· d"l roaestr Arturo Toscanini, dal pittore [Ar-tenUtl '" . . 1· J D chlmede] Bresciani, d~ muslc:sta [Aldo So 1t? . e
I. dal Sig [Mario] Quartl [ ... ] fmo al Camte-So t$ e . . . , M numentale, d ve il ignor Mano Quartl porto
ro n~c de..,li artisti l'estremo saluto alla salma"3, al-
a 00 ·dell' A d · d. B la resenza di rappresentant:l cca e~a 1 re-p della Famiglia Al·tiscica c della Gallena Perma-
ra, · · I d" I te Non e solo Ia levatura mternaztona e 1 a cu-nen · . .
· personaggi presenti ai suoi fune rah, oppure 1 01
merosissimi e prestigiosi biglietti di cordoglio spenu . . , diti in quei giorni alla povera madre (ogg1 propr~e~a del Comune di Cento grazie alla donazione L1d1a Gandini) e gli articoli pubblicati che quasi non si contano; si ha la sensazione netta che e proprio tutto il mondo della cultura, e non solo quello milanese , che si stringe attorno a questa disgraziata famiglia, dandoci una dimensione della notorieta acquisita dall 'artista, come pure del vuoto chela sua figura ha
las cia to nel campo dell' arte. Da questa momenta in poi saranno la madre Angela Gilli, sessantunenne, e la sorella Ada, diciassettenne, oggi nota a tutti col nome di Elva, a portare avanti il nome di Aroldo, fino alla costituzione a Cento della Galleria d'Arte Moderna a lui dedicata. Il primo gradino si puo dire che venne preparato da Aroldo stesso perche, nei mesi precedenti la morte, stava allestendo una sua mostra personale nello spazio piu ambito e alla moda di Milano, la famosa Galleria Pesaro. Nonostante la disgrazia improvvisa della morte del pittore, appena chi usa la mostra personale di Alberto Martini, la Galleria Pesaro, il primo febbraio 1919, apre al pubblico il primo omaggio alla memoria del pittore, presentando una selezione di ottanta opere fra le piu rappresentative. II testo in catalogo e scritto da un critico formidabile, Vittorio Pica, forse il piu grande scopritore di talenti di quegli anni. Lo spazio della Galleria Pesaro era moho grandee la mostra personale di Bonzagni fu completata con altre opere degli amici Ambrogio Alciati, Giuseppe Biasi, Guido Cinotti e Adolfo Wildt. La mostra ottiene numerosissime recensioni, alcune delle quali danno la notizia anche del furto del suo grande quadro Croce/issione, gia esposto nel1912 nella famosa mostra dei "Rifiutati", misteriosamente scomparso dallo studio in via Stradivari che Bonzagni condivideva con l'a
mico pittore Archimede Bresciani.
1919-1920 Le commemorazioni di Cento e Milano: dal monumento di Adolfo Wildt al discorso di Guido Marangoni al Teatro comunale di Cento
A Cento, sua citta natale, domenica 28 settembre 1919 alle ore 18, per iniziativa del Comune, venne scoperta una lapide sul fronte della casa in corso Guer-
cino nella quale il pittore nacque, il cui testo venne scritto dall'amico e compagno di tante avventure Virgilio Brocchi: QUI NACQUE I AROLDO BONZAGNI I PENSIERO I ARDORE I SDEGNO I NE COLSERO I L ARTE
I LA GLORIA GLI ARRISE IE SOSPIRA SULLA BREVISSIMA
VITA INFRANTA I 30 DICEMBRE 1918. La cerimonia venne interrotta dalla pioggia e prosegul nella sala del Consiglio comunale, dove il sindaco Aroldo Angelini pronuncio il discorso commemorativo e Primo Passerini traccio la biografia del pittore. In quell' occasione la sezione ferrarese del Partito Socialista di-
Angela Gilli, madre del pittore, accanto alia tomba monumentale del figlio eseguita da Adolfo Wildt nel1919.
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stribui un volantino a firma di Marco Ramperti (giornalista dell"'Avanti!" amico di Bonzagni) nel quale, tracciando il profilo artistico, veniva rivendicata anche l'identita politica di Bonzagni, in risposta a un altro volantino realizzato dal Partito Repubblicano ferrarese che ne rivendicava anch 'esso Ia fede politica. Queste polemiche, e il modo enfatico col quale sono proposte, ci danno il clima di quegli anni che precedono Ia marcia su Roma di Benito Mussolini, anch' egli legato a Bonzagni.
ta disparire Ia miseria che gli rivolto 1' anima generasa, nell' ora che vedra il trionfo del Socialism a e della giustizia, sui mucchi di rifiuti della citta e della societa, accumulati sotto Ia finestra del suo alto studio di corso Loreto, spuntera una rosa. L'ultimo mendicante appena redento dai suoi cenci, correra a raccogliere quella rosa per recarla nel Cimitero Monumentale, sulla tomb a di Aroldo Bonzagni". II discorso pronunciato dall'onorevole Guido Marangoni nel Teatro comunale di Cento, unitamente aile polemiche sorte fra esponenti del Partito Socialista milanese, con Marco Ramperti in testa, e membri del Partito Repubblicano di Ferrara in merito all'identita politica del pittore, servirono moltissirno a dare eco alla commemorazione di Cento sulla stampa nazionale.
Nel mese successivo, aile ore 16 dell' 11 ottobre, al Cimitero Monumentale di Milano viene inaugurato uno straordinario monumento in marmo bianco in omaggio a Bonzagni, realizzato gratuitamente dal geniale sculture Adolfo Wildt grazie a una sottoscrizione effettuata fra gli amici artisti, primo fra tutti Arturo Toscanini, volta a coprire le spese della materia prima. La commemorazione ufficiale venne ten uta dall' onorevole Guido Marangoni e da Gustavo Macchi. L' opera di Wildt e moho potente per originalita e irnpatto visivo e richiama le tre componenti dell' operata dell' artist a: !'ironia, Ia satira e il dolore. Frail materiale archivistico do nato al Comune di Cento da Luigi Tartaglino si trova Ia corrispondenza fra Ia madre del pittore e lo scultore Wildt, dalla quale emerge il forte legame, fatto di stima reciproca, che legava Bonzagni a Wildt. In questa occasione, Ia gloriosa rivista "Primato artistico italiano", diretta da Guido Podrecca, dedica nel secondo numero uno spazio al pittore, ricordandone le dati umane e artistiche, precisando che Aroldo aveva gia concordato le modalita della sua collaborazione alla rivista: "Quando annunciammo 'II Prima to', ci venne incontro vibrante d' entusiasmo. Gli proponemmo di lavorare a fianco di Bruno Angoletta [ ... ] ne fu esultante: faremo cose grandi". II13 gennaio 1920 Ia Giunta comunale di Cento delibera di intitolare ad Aroldo Bonzagni Ia piazza sorta dal recupero dell' area ex Porta Mulina ed ex Porto Canale e Ia via compresa fra lo sbocco di corso Ugo Bassi e quello di via Olindo Malagodi.
Nel Teatro comunale di Cento, il14 marzo, ha luogo una toccante commemorazione del pittore alla presenza dei familiari. Oratore ufficiale e l' onorevole Guido Marangoni, al quale fa seguito un concerto dei solisti Aldo Solito de Solis (pianoforte), grande amico di Aroldo, Alberto Poltrinieri (violino) e Antonio Valisi (violoncello). II dattiloscritto originale del discorso tenuto al Teatro comunale, con le correzioni dello stesso Marangoni, e conservato nell'archivio della Galle-ria (donazione Tartaglino); contiene molti riferirnenti alla vita culturale milanese e descrive moho bene Ia tenacia e le doti umane del pittore nei confronti dei colleghi, sottolineando anche l'identita politica di Bonzagni: "Lotteremo noi, lotteranoo i nostri Eigli per tradurre in realta di giustizia .U uo sogno fi.ammeggiante. Nel giorno della vittoria, quando avremo vinto e fat-
1920-1923
Dalla prima esposizione d' arte ferrarese alla retrospettiva nel Castello Sforzesco a Milano
Nella prim avera dell920, nelle splendide sale del Palazzo arcivescovile di Ferrara, si tiene la Prima Esposizione d' Arte Ferrarese, a cura della Societa Benvenuto Tisi da Garofano: Aroldo Bonzagni e presentato in catalogo da Marangoni. Alla mostra partecipano i migliori nomi dell'arte ferrarese, da Gaetano Previati (ventuno opere) a Giuseppe Mentessi (tre opere), da Giovanni Battista Crema (nove opere) a Ugo Martelli (ventisei opere), da Arrigo Minerbi (nove opere) ad Adriana Bisi Fabbri (cinque opere); rna il posto d'onore e dedicato al compianto Bonzagni che espone cinquantuno opere.
Questa presenza ottiene un grande risalto sulla stampa e, a mostra terminata, le sue opere sono richieste anche dalla Societa Pro Vicenza che organizza la Prima Esposizione Nazionale d'Arte nella citta del Palladia nei mesi di agosto e settembre. Bonzagni vi partecipa con cinquantasette opere ed e inserito in un conteste nazionale. L' allestimento e Ia disposizione degli artisti tengono conto delle scuole regionali di provenienza; ci sono anche le nuove tendenze e tutti gli artisti piu noti del mom en to, ma Ia stampa segnala principalmente le opere di Previati, Moggioli, Wildt e Bonzagni, citato anche per Ia vendita di alcune sue opere. Nel 1921, mentre a Livorno gli amici socialisti di Bonzagni discutono nel famoso "congresso della scissione", alcune irnportanti opere del pittore, fra le quali Molinari in piedi che suona il vzolino e La preghiera di Bonalumi, sono esposte aRoma nella Prima Biennale Romana d'Arte, allestita nel rinnovato Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale. Le opere di Bonzagni sono esposte accanto a quelle di Umberto Boccioni in un contesto artistico di prirn'ordine, dove figura il fior fiore dell' arte italian a: Fattori, Segantini, Previati, Pellizza da Volpedo, Mancini,
• Nomellini, Mentessi, Wildt. II bel catalogo della mostra e pubblicato dalle edizioni Di Fiamma e Arturo Lancellotti, critico di spicco del momento, estensore del testo, ha un commento poco benevolo sia per Boccioni, sia per Bonzagni, liquidando le opere di quest' ultimo come "illustrazioni di carattere caricaturale e solo come tali interessanti". Questo affrettato commen to di Lancellotti sicuramente dis turbo la famiglia del pittore, ma ancor piu avrebbe ferito Aroldo, dal momenta che per tutta la vita l'artista subi questa giudizio; Bonzagni cerco sempre di tenere separati i due filoni, quello artistico da quello caricaturista, soprattutto negli ultimi due anni, quando sviluppo uno stile marcatamente espressionista. Nel1922la rivista "Simplon", nella versione bilingue italiano-francese, dedica un esemplare corsivo a Bonzagni a firma di Giuseppe Ravegnani che, intitolando il saggio Umoristi tragici, analizza molto bene 1' origine del suo percorso artistico individuando parallelismi culturali d'oltralpe molto interessanti, quali Steinlen, Chahine, Toulouse-Lautrec, Gavarni, Rops e tutta Ia cultura modernista tedesca J ugendstil che attrasse Bonzagni negli anni di Brera. Il1923 e l'anno in cui a Milano, nella Camera delle Asse del Castello Sforzesco, si tiene una grande mostra postuma in omaggio a Bonzagni, curata da Federico Balestra, che riunisce cinquantasette opere sui tema La ricerca di un'espressione. La mostra viene inaugurata il3 febbraio e il catalogo, edito da Alfieri e Lacroix, sfoggia una copertina disegnata da Adolfo Wildt mentre le fotografie delle opere sono del grande Emilio Sommariva, amico della famiglia Bonzagni. Il testo di Balestra e toccante perche ricorda moho bene e con grande commozione momenti di frequentazione dell' artista: "Bonzagni ed io eravamo amici; un anno, !'ultimo della sua vita, nei mesi d' estate, ci si vide tutti i giorni, per molte ore, allo studio di via Stradivari. Andavo da lui anche per la gioia di vita che m'attaccavanel vederlo dipingere, cosi contento, in maniche di camicia e a finestre spalancate. Vestiva appariscente, le scarpe di lustro nuovissime, l' abito sempre chiaro gli segnava un pallido viso, gentilito di bond". Balestra prosegue in catalogo analizzando 1' ambiente culturale nel quale Bonzagni crebbe; ricorda personaggi moho noti coi quali ebbe rapporti professionali e d' amicizia e sottolinea la sua attrazione per il mondo dei diseredati e degli emarginati, ritenuto da lui pieno di umanita. I1 critico spinge l' acceleratore anche sulla lettura espressionista delle opere di Bonzagni: "Ha un dono d'osservazione acutissirno; nella folia che brulica, acciuffa e beffa il ridicolo, stigmatizza i pregiudizi, le imposture, le ipocrisie consacrate [ ... ] come scopre i suoi mendicanti, incappati nell' unto dei mantelli, pesanti nelle scarpe scassate, sui marciapiedi, dove il granito e d'una durezza inviolabile [. .. ] questi rifiuti vivi, non
fanno propaganda, non imprecano al destine[ ... ] li ha dipinti stracciati rna puliti [ ... ] a guardarli non si sente illercio". Balestra conclude il suo acuto saggio sostenendo che Bonzagni sarebbe arrivato a un espressionismo totale se Ia febbre spagnola non lo avesse stroncato in poche ore. La mostra al Castello Sforzesco ottiene un risalto sulla stampa senza precedenti, tutti i giornali Iombardi e nazionali recensiscono Ia mostra, cosi come alcune riviste specializzate. Si arrivano a con tare fino a sessanta articoli, dei quali i piu toccanti e profondi sono scritti da persone che conobbero Bonzagni, come Marco Ramperti, Gustavo Macchi, Carlo Carra, Raffaele Calzini e Alberto Rusconi. Gli articoli di Ramperti sono importantissimi perche sottolineano i rapporti di Bonzagni con l"'Avanti!" di Benito Mussolini nel1912. Anche l'a;ticolo di Carlo Carra e denso di riferimenti storici ai momenti di comune frequentazione, dal-1' Accademia di Brera al futurismo, dallo studio di Klimt e della Secessione ai pezzenti che frugano nelle immondizie degli spiazzi incolti, tra gli enormi caseggiati metafisici dei proletari milanesi. Nello stesso anno, sulla rivista romana "Voce Amica", Luigi Vicini pubblica un interessante articolo intitolato I! pittore degli umili, dove viene fuori bene il dissidio interiore vissuto dall' artista in merito alia sua duplice attivita di pittore e di caricaturista: "Fu male che il Bonzagni volesse dipingere delle caricature, perche egli e una tempra di grande artista. Cos! scrisse Ia dott. [Beatrice] Calligaris, dopo aver visitato Ia Mostra Individuale nella Sala delle Assi. Ma il Bonzagni stesso, nell'unica lettera che di lui posseggo e che credo del1914 perche senza data, cosi mi diceva: 'Hoventiquattro anni e spero di realizzare qualche sogno, mentre intanto continuo a violentarmi colle composizioni satiriche, che io disprezzo profondamente'". Dato che Bonzagni dichiara di avere ventiquattro anni, la data della lettera non puo essere 1914 come immagina Vicini, ma 1911, essendo l'artista della classe 1887. T uttavia essa ci dimostra Ia sua lacerazione interiore in merito aile caricature che egli doveva pur compiere, a malincuore, per assicurarsi il pane della vita. Bonzagni continua: "Sono nato per non fare quello che voglio, per volere quello che non posso. Non sono per questo nevrastenico ... tutt'altro. Ho ancora 1' entusiasmo e la speranza di piegare la vita ai miei desideri e Ia persuasione di arrivare".
1924-1939 La valorizzazione del pittore nel ricordo degli amici
La valorizzazione del pittore e Ia preoccupazione principale della famiglia Bonzagni: infatti nel1924 si tiene un' altra mostra monografica. Grazie all' on ore-
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Aroldo Bonzagni con la sorella Elva, 1912 circa.
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vole Guido Marangoni, che ricopriva anche la carica di sovrintendente del Castello Sforzesco la mostra di Bonzagni gia tenuta a Milano al Castello' viene trasferita a Varese. L'inaugurazione si tiene 1'11 ottobre nel sal one del Palazzo comunale con la prolusione di Marangoni stesso. Escono molti articoli suila mostra di Varese, il pili toccante dei quali e pubblicato il 9 ottobre sulla "Cronaca Prealpina" e firmato A.F. Della Porta, giornalista che era stato con Bonzagni a Buenos Aires nell914.
Alla fine dell928, decimo anniversario della scomparsa dell' artist a, escono alcuni articoli densi di infor _
mazioni moho interessanti perche contengono ricordJ personali di amici che lo frequentarono. Sull"'Illustrazione I tali ana", a firma Ariele (Marco Ramperti), e pubblicato un bellissimo saggio intitolato Bonzagni.· i nostri vent' anni: "Era uno scan zona to ragazzaccio, con la paglietta di traverso, un fiore in b?cca e negli occhi quell' espressione di stu pore, emplto di energia, che hanna spesso gli impertinenti geniali, i crudeli senza saperlo. Fu il pittore Frisia a ~os~rarmelo. Ricardo, e confesso, d'averne provato d1sp1acere. A prima vista, non si scoprivano infatti di lui che l'aggressivita e !'ironia . . . Che fa qui a1 Conservatorio?- chiesi a Frisia, che lo conosceva da tempo. Eravamo a un concerto di Mainardi ... Da quattro mesi ha imparato il pianoforte, e ... - Da quattro mesi?- Sl: da solo. E suona Beethoven- Tant'e: m'e antipatico. Mi hanna chiesto un articolo su di lui. Non lo scriven). L' articolo per Aroldo Bonzagni - i1 prima credo, dedicatogli in Italia -me 1' aveva chiesto Benito Mussolini. Invece quell' articolo lo scrissi. E diventammo amici, fratelli ... a Bonzagni non si resisteva. Egli era la simpatia stessa: adorato dalle donne; diletto al cuore di tutti ... Quale fosse i1 potere cordiale di colui che sapeva conquistare Beethoven in quattro mesi e un'anima in quattro minuti none facile spiegare ... e dopo vent'anni eccomi a~cora a ripensare la fatalita d' averti dovuto detestare un istante, per poi rimpiangere tutta la vita". Anche 1' articolo di Cesare Ludovici, uscito sui quotidiano "La Sera" di M~an_o il3 gennaio 1929, ci aiuta a capire gli interesst dt Bonzagni: "Lo rivedo in casa mia dove veniva per studiare dal vera le locomotive a' tutto vapore nella sottostante via ferrata. E quelia volta una gliene riusd a dovere. Allora 1a appese a1 muro e mentre la stava attaccando, confessava, ridendo, di aver avuto l'illusione conclusiva di restarci sotto. 'P_erche questa sai, cam min a davvero, sai .. . ne fara, sal, della strada' [ ... ] Lo rived a nelle turbolente adunate, dove la parola efficace prendeva 1' acceso colo-re dei suoi quadri di folia e nei teatri di prosa a seguire con entusiasmo le prime commedie di G.B. Shaw (nel1912) che per merito di Emma Grammatica si portavano sui palcoscenici italiani. E alia Sca-la in loggione, a far baruffa in difesa di Riccardo Strauss, di Debussy, di Dukas ... Lo rivedo a studia-re i primi dementi di armonia, che pensava anche di comporre musica. Aveva gia scritto alcune poesie da rivestire di note. Forse anche per questa gli fu ami-eo e lo amo teneramente Toscanini".
Il4 aprile 1931 il podesta di Milano duca Visconti di Modrone, gia ritratto da Bonzagni in un magistrale disegno caricaturale, accogliendo la proposta di Nicodemi, direttore del Museo d'arte Moderna e di Monti,. direttore del Museo Storico del Risorgi~ento, dehbera d'intitolare una nuova via di Milano ad Aroldo Bonzagni, precisamente quella che congiun-
ge via Alberto Mario con via Federico Faruffini nel rione Magenta. In occasione del Quarto Centenario Ariostesco, nel giugno 1933, la Societa Benevento T is.i da Garofal di Ferrara, nell' ambito della Terza Mostra Retrospettiva d'Arte Moderna, voluta dal indacato degll artisti ferraresi, ha allestito a Ferrara sei mostre personali dei pittori Gaetano Chierici, Giuseppe Mentessi, Alberto Pisa, Giovanni Muzzioli, Ugo Martelli e Aroldo Bonzagni. La scelta degli artisti e di Medri, Pancaldi e Gandini, come ricorda Leonida Pirani in un articolo pubblicato il23 giugno sul "Carriere Padano " di Ferrara; Bonzagni e presente con ventuno opere provenienti dalla famiglia dell'artista e da collezioni private. Oltre che nella sua terra natale, Bonzagni continua a essere ricordato anche a Milano, come fece la Societa perle Belle Arti ed Esposiz.ione Permanence con la Mostra Commemorativa del Cinquantenario dove sono esposte numerose opere di grandi maestri vissuti fra Ottocento e Novecento e Bonzagni e presente con cinque opere, nella stessa sala dove sono esposti quattro dipinti di Umberto Boccioni. Nel1938, in occasione del ventennale della morte di Bonzagni, a Milano- nella chiesa di Santa Francesea Romana- si tiene una cerimonia religiosa per commemorate l'artista. I giornali lombardi e ferraresi ne danno la notizia ed escono altri articoli che aggiungono notizie interessanti, come quello di Vincenzo Bucci dal "Carriere della Sera" del30 dicembre che ricorda i gravosi sacrifici ai quali an do in contra lamadre e la malattia al ginocchio di Aroldo: "Sua madre, vedova [come si vedra la notizia e errata], senza mezzi, con quattro figli da tirar su, venne coraggiosamente per essi a Milano e soprattutto per assecondare la decisa vocazione artistica d' Aroldo. Bisognava iscriverlo all' Accademia di Brera. Con eroici sacrifici ella ve lo tenne sino alia fine dei corsi. Una volta che turte le risorse eran esaurite si red e per vended le grandi tree e di ui andava orgogliosa. e pago quello d1e c'era da pagare. E il6glio, degno dilei,la ricambiava tudiando con fervore. Ammalato di sinovite a un ginocchio, ·i trascino per molti gioroi a Brera, dalla casa Jomana, fermandosi quando le fitte ne!Ja gamba inferma si facevamo piu acute, rna non perdette neanche una lezione [ ... ] Lo studio di Bonzagni era alla periferia di Milano. Ll intorno piantavano le !oro baracche i venditori girovaghi, i piccoli circhi dci sobborghi, gli zingari, i saltirnbanchi, Ia gente randagia che vive d'ogni mestiere. Egli non aveva che da farsi aUa finestra per essere spettat re li que! mondo pietoso e curioso [ ... ]Due poveri dia
voli pecialmente posarono nella stu lio di Bonzagni, con tama frequenza cb'essi avevano finito per affe-7..ionarsi a lui. Uno era Verardo Molinari, il violinista eli trada, una macchletta che allora tutti i milanesi
conoscevano ... magro, giallo, gli occhi spiritati e sempre vestito d 'unlogoro abito a falde, dalle cui tasche posteriori sp rgevano i lemhi d 'un enorme fazzoletto rosso. L'altro, Andrea Bonalumi, era un accattone d e pareva uscito clalla Parabola dei ciecbi cU Brue-el, c n Ja sua tenibilc faccia tuna solchi e buchi, con
la sua lunga pertica, con le due grosse bisacc:e incrociate sul petto". Alu·.i articoli vennero sccitti da Leonardo B rgese ull' 'Ambro iano" del 3 gennai 1939, e Ia Giorgi Nicodemi e Michele Cascella sul "Perseo" di Milano del primo agosto.
1940-195.5 Dagli studi di Gee (Enrico Gianeri) aile prime iniziative di Elva Bonzagni
In questi anni bisogna soffermare la nostra attenzione su un personaggio che ha contribuito alia rivalutazione del nostro artista. Si tratta di Enrico Gianeri, in arte "Gee", avvocato, giornalista, caricaturista e in seguito anche autorevole storico della caricatura. Ed e proprio a quest' ultima attivita che noi dobbiamo prestare attenzione. A guerra gia dichiarata, Gee pubblica l' ormai introvabile La vita e dura ma comica. 1890-1915: un quarto di secolo di caricatura, edito da Garzanti a Milano nel1940, dove Bonzagni e collocato in un panorama di caricaturisti europei. Queste interessanti pubblicazioni di Gee, favorite da una straordinaria raccolta privata di riviste satiriche oggi confluite nell' Archivio Storico della citta di Torino, proseguono con La donna, la moda, l' am ore in tre secoli di caricatura, uscito nel1942 sempre presso Garzanti, dove Gee riprende il discorso su Bonzagni e pubblica la tavola Donne da marciapiede: "Non bisogna dimenticare Aroldo Bonzagni, caricaturista in gran voga nella stesso periodo e marta giovanissimo alla fine del 1918. Era un caricaturista rapido, sintetico, convincentissimo e la sua era una caricatura benevola, riflesso del suo animo smisuratamente buono verso tutti i reietti della vita, verso tutti i reietti di una societa male organizzata. Amava mertere in contra to la rroppo ampollosa ricchezza con Ia misecia a cui nessuoo badava. Era un innamorato de!Ja giustizia, un ribell contra ogni disonesta. Percio n lie sue caricature affiorava sempre un che di goyesco, una predilezione peri pezzenti e le donnine macere in scialletto ole altre dagli occhi offuscati che battevano invano i marciapiedi in gelide notti invernali o si accasciavano stanche sui marmo di un tavolino in uno squallido caffe. Le sue donnine eleganti erano di derivazione tedesca, di quell'influsso del primo Dudovich, del "Simplicissimus", di Giacconi e del prima Bompard. Una discendenza indiretta da Reznicek". Gee, nelle sue pubblicazioni, non si dimentichera mai di Bonzagni: lo riprende in Il piccolo re Vittorio Emanuele nella caricatura
mondiale, edito a Torino nel1946, e ancora nella Storia della caricatura europea, uscita da Vallecchi a Firenzenel1967.
II ruolo importante che Bonzagni ebbe nella nascita del futurismo, si rileva nei ricordi di Carlo Carra, riportati sotto forma di diario nel volume La mia vita, edito da Longanesi aRoma nel1943 e riedito da Rizzoli a Milano nel1945. Questo diario e ricco di particolari, pen), in qualche parte, dato che Carra lo scrisse negli anni Quaranta sulla base dei suoi ricordi, oggi puo essere messo in discussione, come quando ricorda le motivazioni che sono alia base del ritiro di Bonzagni dal futurismo, argomentazioni che non quadrano con i documenti ora in possesso cJell'archivio Bonzagni. Ma questa e un 'altra toria che, per Ia sua importanza, m rita di ssere ripresa, piLl avami, nella biografi:~ ddl'artista. Cos! come riprenderemo anche alcuni aspetti lelia straordinaria figura di Angela Gilli Bonzagni, madre d ll.'arti ta, che ll 7 marzo 1944 muore a 87 anni, il cuj ruol non f~ certo rninore di quello della straordinaria sorella dell' artist a, Elva Bonzagni, figura carismatica alia base della Galleria d'Arte Moderna dedicata all'adorato fratello e rnotore della stessa fino al1987, anno della sua morte.
Ada detta Elva nacque a Cento il9 marzo 1901, dal matrimonio di Angela Gillie Felice Bonzagni; si trasferi a Milano nel1903 con la madre, la sorella Luisa e i fratelli Giuseppe detto Peppino e Aroldo sedicenne. Elva, da tutti conosciuta come "la sorella di Aroldo", sviluppo un'intensa passione peril pianoforte, fino a diventare una squisita pianista, il cuimine del cui successo venne toccato negli anni Trenta e Quaranta. Dai racconti degli amici di Bonzagni si intuisce che fu il pittore stesso a trasmettere alia giovane sorella il piacere del pianoforte e fu proprio Aroldo a impartirle le prime lezioni. L' archivio Aroldo Bonzagni possiede locandine e programmi di sala dei suoi numerosi concerti, oltre a ritagli di giornali con recensioni critiche. Tra il1935 e il1946 Elva Bonzagni tenne decine e decine di concerti in numerosissime citta italiane fra cui Torino, Bologna, Firenze, Genova, Bari, Ferrara, e naturalmente anche a Cento, sua citta natale, nel Teatro Comunale, dal quale illO aprile 1932 annuncio ai concittadini una tournee all' estero che da Parigi l'avrebbe portata nelle principali capitali europee. Nell'ottobre 1933 venne invitata anche a tenere un concerto per i sovrani d'Italia nella loro tenuta a San Rossore. Condusse trasmissioni musicali alia Radio RAI e incise dischi per La Voce del Pad rone, Odeon, Cetra e Columbia; que t'ultirna casa discografica, nel proprio catalogo promozionale del 1950, nella sezione "Dischi novita" segnala alcune sue incisi ni, cosl come anche nel catalogo discografico delJa Voce del Padrone di quegli anni troviamo segnalare cUvcrse sue
incisioni con la riproduzione fotografica di Elva Bonzagni accanto ad Arturo Toscanini, Margherita Carosio e Herbert von Karajan. L'ultimo suo concerto del quale si e rrovata notizia risale all946, p i piu nulla di riferito alla sua carriera di concertista perche in quegU anni vi rinuncio a fav re dell'amote per il fratello, dedicancJo rutra e stessa, famiglia, risorse e conoscenze, alla valorizzazione di Aroldo Bonzagni. Il31 ottobre 1946 a Milano, nella chiesa di San Giovanni in Laterano, Elva Bonzagni si unisce in matrimonio con Francesco Poggi, che rimarra con lei sino alia sua morte. Nello stesso anno l'Associazione Amici dell'Arte di Milano, in accordo con la famiglia Bonzagni, istituisce il premio Aroldo Bonzagni: si tratta di un concorso per un disegno sul tema "Perla Pace". La mostra si tiene nell' antisala del Consiglio del Castello Sforzesco di Milano e viene inaugurata il6 novembre. La giuria e composta da amici di Arolclo, quali Raffaele alzi.ni, Michele Ca celia, Aldo Carpi, Carl Carra, Raffaele de Gracia Umberto Milani e Ugo Nebbia. Nel 1951 I Ass ciazione G iosue Carducci cli Com organizza una mostra piuttosto originale, perche accomuna tre artisti fra loro diversissimi: si tratta di Francesco Hayez, Cesare Tallone e Aroldo Bonzagni. La mostra si inaugura a Como nella bella sede dell'associazione e rimane aperta dal2 al30 settembre. II confronto Tallone e Bonzagni risulta interessantissimo perche Tallone era stato il titolare della cattedra piu importante a Brera, quella di Pittura, ten uta dal1898 al1919 e quindi maestro di Bonzagni.
1956-1959
Dal discorso di Carlo Carra in occasione dello scoprimento di una lapide a Milano all'inaugurazione a Cento delle prime tre sale della Galleria
In via Eustachi 38, sulla facciata della casa dove Bonzagni visse fino alia morte, per iniziativa del Comune di Milano, il 5 maggio 1956 aile ore 11 viene scoperta una lapide in memoria del pittore; il discorso ufficiale e tenuto da Carlo Carra: "Bonzagni operava fuori da ogni regola prefissa [ ... ] conobbi Aroldo Bonzagni nel1906 all'Accademia di Brera e di lui serbo un grato e nostalgico ricordo [ .. . ] mi divenne amico fin dai primi giorni [ ... ]Perla vivacita del carattere suscitava in tutti la simpatia [ ... ] Segantini era morto [ ... ] Medardo Rosso viveva lontano dalla patria, Previati era considerato un astruso [ ... ] ecco sorgere in un gruppo di giovani la necessita di tentare qualcosa che valesse a ridestare a nuova vita l'arte [ ... ] nacque cosi il futurismo al quale Bonzagni aderi firmando il primo manifesto di aperta baldanzosa ribellione, che nel gri-
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gio cielo artistico del nostro paese fe~e l'eff~tto .~i uno squillo di tromba in un campo dt dormtentl . In quest' ottica di rivalutazione storica, le conoscenze e le iniziative di Elva Bonzagni cominciano a produrre effetti concreti; infatti la "Gazzetta Padana"
del26 maggio 1956 da la notizia della prima donazione al Comune di Cento di alcune importanti opere di Bonzagni. Il giornale parla di un gruppo di opere portate a Cento dalla sorella dell'artista E!va Bonzagni e consegnate alia Giunta comunale m attesa
Elva Bonzagni sorella di Aroldo, anni Venti.
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di restaurare alcune sale, ora destinate a magazzino, del piano terra della Pinacoteca civica per destinarle a Galleria d'Arte Moderna: "I due quadri piu importanti, sia per bellezza che per valore, facenti parte della donazione, sono ritratti di Umberto Boccioni [ ... ] e di Lyda Borelli", quest' ultimo donato dai coniugi Carlo Brugnoli e Ada Rovelli di Milano. In attesa del restauro dei 1oca1i, le opere di Bonzagni, facenti parte di questo primo nucleo, rimangono conservate nel Municipio di Cento. Evidentemente i1 Comune di Cento, sollecitato da questo atto munifico provocato da Elva Bonzagni, comincio a dimostrare un interesse concreto verso l' artist a.
Nel mese di agosto dello stesso anno esce 1' ottavo numero della "Rassegna di disegni e pitture d' artisti di oggi", dedicato interamente a Bonzagni. Nel segnalare questo numero monografico, un giornalista ricorda che "La sorella dell' artista, abitante a Milano, sig.ra Elva Bonzagni Poggi, ha espresso da tempo alIa Amministrazione Municipale di Cento il desiderio di erigere a sue spese un bus to a1 fratello, alia condizione pero che il Comune destini e pre pari l' area. La Giunta Municipale sembra abbia preso in considerazione la richiesta, rna an cora non ha deliberato nulla in proposito".
Alia fine del1958, in occasione del quarantesimo anniversario della morte dell'artista, vengono pubblicati numerosi articoli, i piu importanti dei quali sono firmati dagli amici della giovinezza del pittore (Achille Funi, Aldo Carpi, Emilio Guicciardi, Raul Viviani e soprattutto Marco Ramperti), su uno speciale monografico della rivista "La Martinella di Milano". Ramperti rimarca illegame particolare che brevemente Bonzagni intreccio con Benito Mussolini: "L'invito a scrivere di lui fu quasi un comando: rna come non avrei acconsentito a quest' ordine dato che I' eseguirlo m' avrebbe fatto tanto piacere e che an cor piu sene sarebbe compiaciuto Benito Mussolini? Si ritrovera infatti 1' articolo, due colonne d' apertura in terza pagina, nella collezione dell' Avanti! di quarantacinque anni fa, allora che il futuro Duce degli italiani dirigeva il quotidiano socialist a [ ... ] Mussolini aveva riso di vero cuore innanzi a certi cartelloni di Bonzagni [ ... ] Mussolini l'aveva capita, quella misericordia d'un uomo che sorrideva rna compativa; che socialista non era ne voleva essere, e pero portava entro se l'istinto di carita e lo spirito di giustizia che anima, deve animate il migliore socialismo". Nel1958 viene pubblicata aRoma una vasta quanto meticolosa ricerca realizzata da Maria Drudi Gambillo e Teresa Fiori, Archivi del Futurismo, dove viene resa nota una lettera inedita di Umberto Boccioni a Gino Severini dell' agosto del 1910, nella quale il grande pittore futurista commenta il ritiro di Bonzagni dal futurismo e la conseguente sostituzione.
Questa lettera e fondamentale perche ci fa capire le vere ragioni del suo strappo dal futurismo e pertanto la riprenderemo, piu avanti, nella biografia. Anche a Cento i tempi sono maturi per rivalutare degnamente, proprio nella sua citta natale, 1' attivita di questo geniale protagonista dell' arte europe a del Novecento. Il19luglio 1959, grazie all'impegno congiunto di Elva Bonzagni, del sindaco di Cento Aldo Marvelli e di Nefta Grimaldi, direttrice della locale Pinacoteca civica, vengono inaugurate tre sale al piano terra della Pinacoteca civica, con un primo nucleo di opere di Bonzagni esposte accanto ad altre di artisti che hanno inteso rendere un omaggio a1-l'amico scomparso prematuramente. Si tratta di un vero e proprio avvenimento culturale: numerose autorita intervengono, quali i tre prefetti delle province di Ferrara, Bologna e Modena, il cardinale Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, gli artisti Aldo Carpi, Remo Taccani e Achille Funi, e amministratori del Comune di Milano. La cerimonia comincia con la deposizione di una corona presso la casa natale di Bonzagni e prosegue alia Pinacoteca civica col taglio del nastro effettuato da Maria Pagani Giacomelli, nipote del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Nell'occasione presero la parola Nefta Grimaldi, Aldo Carpi e il sindaco di Cento Aldo Marvelli che ringrazio sentitamente Elva Bonzagni Poggi peril suo impegno nella valorizzazione del fratello. Gia in questo primo nucleo di opere, il cui elenco a stampa si trova allegato all'invito dell'inaugurazione, si capisce l'impostazione che Elva Bonzagni Poggi vuole dare alia Galleria d'Arte Moderna: accanto a un numero sufficientemente rappresentativo di opere di Aroldo Bonzagni, nove in tutto (cinque dipinti a olio e quattro tempere), si trovano esposte anche opere di artisti che conobbero Aroldo e con lui strinsero un legame di amicizia e collaborazione. I nomi presenti sono molto prestigiosi e la raccolta di queste opere si deve alia loro generosita e soprattutto all'intraprendenza di Elva Bonzagni: Aldo Carpi, Marcello Dudovich, Achille Funi, Guido Marussig, Leonardo Borgese, U go Celada da Virgilio, Guido Tallone, Raul Viviani, Remo Taccani, Arturo Tosi, Eugenio Polesello, Adriano Spilimbergo, Michele Cascella, Carlo Carra, Mario Sironi, Luciano Minguzzi, Adolfo Wildt, Francesco Wildt e Timo Bortolotti.
A scanso di equivoci, e bene chiarire subito che Elva Bonzagni Poggi, da questa primo nucleo di opere, nella Galleria dal1959, fino alia sua morte avvenuta nel1987, non ufficializzo mai con un atto 1' avvenuta donazione ne delle opere del fratello, ne di quelle donate da altri pittori, per suo tramite, alia Galleria Aroldo Bonzagni; pertanto puo succedere di trovare, in questi primi elenchi, alcune opere che non troveremo negli elenchi successivi, perche sosti-
ruite da Elva Bonzagni con altre ritenute di maggiore rappresentativita: cosl succede con I' opera di Arturo Tosi, citata nell 'invito del 1959 e assente negli elenchi degli anni successivi e cosl pure il Ritratto di Umberto Boccioni, opera ben nota di Aroldo Bonzagni che oggi si trova nel Museo Lercaro di Bologna.
1960-1964 Daile prime monografie di Bonzagni all'inaugurazione dell'ampliamento della Galleria
Lo straordinario entusiasmo di Elva Bonzagni e irrefrenabile e non trova ostacoli. Nel1961, per iniziativa del Comune di Modena, viene posta una lapide a ricordo del pittore sulla Villa Lonardi (gia San Donnino) nella frazione San Donnino di Modena, dentro la quale si trovano molte pitture murarie eseguite da Bonzagni nel1911. Nel dicembre del1961, presso le Edizioni Cappelli di Bologna, esce la prima monografia dedicata alia pittura di Aroldo Bonzagni: i testi di presentazione sonodi Carlo Carra e Aldo Carpi, la cura della pubblicazione e di Elva Bonzagni che mette a disposizione dei lettori uno straordinario corredo fotografico, una puntuale biografia dell'artista e una vasta bibliografia. L'edizione ottiene un huon successo di critica e di diffusione sul territorio nazionale, al pun to da rendersi necessaria una seconda edizione dell' opera. Nel1962, per iniziativa dell' Associazione Turistica Pro Loco di Cento, viene istituito il Primo Premia Aroldo Bonzagni Mostra Nazionale di Pittura. La mostra si terra 1' anno successivo, dal primo al15 settembre 1963, nel Teatro comunale Giuseppe Borgatti. La commissione di accettazione e premiazione, formata da Francesco Arcangeli, Nefta Barbanti Grimaldi, Pompilio Mandelli ed Erminio Martini, valuta centoquarantasette opere concorrenti e assegna il primo premio di 200.000 lire al pittore Pompeo Vecchiati di Modena, la cui opera rimane nella Galleria centese, il secondo premio al pittore Galileo Cattabriga di Bondeno e il terzo premio alia pittrice Dina Pagan De Paganis di Bologna. L'istituzione del primo premio Aroldo Bonzagni, la cui regia e sempre di Elva Bonzagni Poggi, favorisce a Centola nascita di un Comitato perle onoranze ad Aroldo Bonzagni, il cui scopo e quello di valorizzare la Galleria d'Arte Moderna sorta nel1959; ne fanno parte centesi molto attivi quali Mentore Orsi, Nefta Barbanti Grimaldi, Nerio Bregoli, Tonino Casanova, Luigi Riguzzi, Enzo Tartarini e naturalmente la sorella del pittore che nel 1963 riesce a far scrivere un testo critico sull' artista a Roberto Longhi, personaggio carismatico, riconosciuto unanimemente come il pili autorevole storico dell' arte italiano. Il testo di Longhi esce come prefazione a una raffinata cartella editoriale intitolata Fio-
ri, pubblicata presso Federigo Cappelli. Il testo di Longhi e conciso rna puntuale nei riferimenti culturali alIa Secessione del "Simplicissimus" e alia vena satirica e caricaturale: "Umanitario, pacifista, populista sincero, anche se prima atteggiato in modi di scapigliatura e di boheme, il Bonzagni si volse in seguito, con piu insistenza, a una tematica piu schiettamente impegnata. E, nella nuova inclinazione, penso gli potesse giovare la conoscenza del fortissimo Rata-Langa (Galan tara), 1' acerrimo caricaturista de L' Asino e della parigina Assiette au Beurre. Credo percio che in un racconto che sempre si aspetta, e la cui esigenza sempre piu si avverte, della caricatura politica in Italia negli ultimi cent' anni (da Matarelli a Scalarini, per citare i due estremi piu significativi) anche il Bonzagni potra avere un suo posto preciso e con una caratterizzazione che non ne dimentichi neppure le inflessioni dialettali padane e, magari, meneghine". Grazie all' attivita del Comitato per le onoranze ad Aroldo Bonzagni e particolarmente di Nefta Grimaldi Barbanti, che tiene i rapporti con 1' Amministrazione comunale di Cento e con la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Bologna diretta da Cesare Gnudi, si arriva a un progetto di ampliamento della Pinacoteca per allargare gli spazi della Galleria d'Arte Moderna Aroldo Bonzagni. Questi lavori di restauro riguardano tutto il piano terra della Pinacoteca civica, sono finanziati dal Comune di Cento evengono ultimati nel mese di maggio del1964, mettendo in condizione Elva Bonzagni Poggi di organizzare l'inaugurazione del primo ampliamento della Galleria d' Arte Moderna. La stampa locale e nazionale da ampia spazio all'inaugurazione che si tiene il14 giugno, mette in risalto la ricchezza delle opere esposte e il giusto connubio con le tele del Guercino, altro figlio illustre della terra di Cento, le cui opere sono esposte al piano superiore dello stesso palazzo. Giustamente la stamp a valorizza anche 1' operate di Elva Bonzagni Poggi e sottolinea 1' originalitii dell'iniziativa centese nel contesto culturale italiano degli anni Sessanta, dove sono an cora poche e rare le gallerie civiche d' arte moderna dedicate agli artisti del Novecento. Le sale espositive sono pass ate da tre a sette e le opere raccolte dalla vulcanica sorella dell'artista sono diventate centotrenta. Naturalmente il nucleo di Bonzagni e il piu rappresentativo, formato da quindici opere, di cui cinque donate da Elva Bonzagni Poggi, una dalla sorella Luisa, mentre le altre nove provengono da famiglie milanesi vi cine alia famiglia Bonzagni. Per 1' occasione viene stampato un catalogo della Galleria con numerose riproduzioni fotografiche, l'elenco delle opere, una raccolta critica di saggi e un testo introduttivo di Marco Valsecchi, amico e compagno di Bonzagni negli anni della gioventU: "Tutti sanno quanto sia difficile costituire una nuova galleria d' arte moderna. La prima difficolta e quella di superare un
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certo muro di silenzio da parte delle amministrazioni comunali [. .. ]una galleria d'arte moderna e ne piu ne meno che un istituto d'istruzione [ ... ] il centro di un dibattito aperto con la cultura artistica del proprio tempo [ ... ] una galleria d'arte deve diventare a sua volta un nucleo di vita, da cui si espanda un impulso sempre piu acceso di curiosita, di confronti, di aperture verso altri temi [ ... ] La sorella del pittore, Elva Bonzagni Poggi, ha ben avuto ragione di credere nell' animo generoso degli artisti. La sua fatica e oggi felicemente coronata. Forse non c'e, in altra citta, anche fra le maggiori italiane, una raccolta altrettanto insigne di opere che documentino l' ansiosa, fervorosa, splendida fioritura dell' arte italiana d' oggi. La piecola Cento puo andare orgogliosa del suo tesoro artistico". Fa moho bene Valsecchi a pun tare sull' orgoglio civico di una piccola cittadina e sul valore di questo "suo tesoro artistico". Effettivamente, oltre agli splendidi Bonzagni, le sette sale della nuova galleria presentano pezzi di prim'ordine, alcuni di grande valore storico, come Nel basco di castagni, capolavoro futurista di Leonardo Dudreville, Alberto da Giussano di Aldo Carpi, Rosario di Adolfo Wildt, Attesa a! balcone di Anselmo Bucci, Natura morta di Achille Funi, Eveline di Marcello Dudovich, Mandorlo in fiore di Luigi Russolo, Deposizione di Felice Carena, Gli Avvenimenti di Mario Sironi, Nudo di Pietro Annigoni, La nuova Cina di Aligi Sassu e opere piu contemporanee come I! teatrino di Alik Cavaliere, Attesa di Lucio Fontana, Composizione di Mauro Reggiani, Fiori secchi di Ennio Morlotti, Super/zcie XXX di Giuseppe Capogrossi, Spazio totale di Mario Nigro, Immagine sospesa di Emilio Scanavino e Impronta 154 di Remo Bianco. Questo significativo gruppo di opere, unitamente al primo nucleo gia costituito nel 1959, caratterizza la galleria centese in modo inconfondibile perche, accanto ad Aroldo Bonzagni, sono rappresentate tutte le principali poetiche artistiche dei primi cinquant' anni del Novecento, conferendo alla raccolta un'identita molto precisa. Elva e riuscita a ottenere in dono dagli artisti opere di qualita alta o c.omunque buona e rappresentativa. Ci sono artisti prevalentemente lombardi, per lo piu gravitanti attorno all' Accademia di Brera, pittori e scultori che sono stati amici di Bonzagni e che lo conobbero e altri, appartenenti alle generazioni successive, che di Bonzagni hanno apprezzato solo le doti pittoriche. E molto probabile che Marco Valsecchi sia stato il suggeritore di Elva Bonzagni nella scelta degli artisti, anche se la sorella del pittore ha sempre dimostrato una certa severita nell' accettazione delle opere, alcune delle quali, dopo un'iniziale esposizione, finirono nei depositi e non vennero piu utilizzate. Nel contesto della provincia di Ferrara e, piu in generale, della regione Emilia Romagna, l'avvenimento fu importante e venne valutato con grande at-
tenzione dagli amministratori locali, con il sindaco Arrigo Bisi in testa. Era forte la sensazione che la citta di Cento con la nuova Galleria possedeva un "fiore all' occhiello", una possibilita di ulteriore promozione e valorizzazione del patrimonio artistico, come se anche la Pinacoteca civica, con le sue opere straordinarie del Guercino, ricevesse una nuova linfa vitale proprio dalla Galleria d'Arte Moderna Aroldo Bonzagni, in uno scambio reciproco di visitatori e d'interesse. Tutte le recensioni dell'inaugurazione sottolineano il prezioso lavoro di ricerca, convinzione e diplomazia porta to avanti da Elva Bonzagni Poggi; cos! pure viene evidenziata l'originalita di questa raccolta in un contesto regionale, laddove citta ben piu grandi di Cento ne sono del tutto sprovviste.
1965-1974 Daile nuove pubblicazioni all'antologica di Palazzo dei Diamanti di Ferrara
Nell' aprile 1965 era stata inaugurata a Milano nella Galleria Permanente la mostra I! manifesto italiano nel centenario del manifesto lz'togra/zco. In questo contesta sono esposti il fior fiore dei manifesti pubblicitari realizzati da artisti tra il1883 e il1931; ci sono i maestri del cartellonismo italiano Marcello Dudovich, Aleardo Terzi, Leopolda Metlicovitz, Leonetto Cappiello, Adolfo Hohenstein, e naturalmente c'e anche Aroldo Bonzagni, la cui ironia, abbinata al cartellone pubblicitario, e del tutto originale e innovativa, come infatti viene osservato da Mario Portalupi nella recensione pubblicata nel "Carlino Sera" del2 aprile 1965: "Un cartellone del pittore Aroldo Bonzagni per un disco della Forza del Destino inciso nel1914, con la famosa romanza ... o tu che in seno agli angeli ... il tu, attribuito allercio briccone; gli angeli, ai due carabinieri". La collaborazione di Elva Bonzagni Poggi con l' Amministrazione comunale di Cento prosegue anche col nuovo sindaco Pietro Benazzi, che in occasione del cinquantesimo anniversario della morte dell' artista organizza una solenne cerimonia religiosa nella Collegiata di San Biagio il15 giugno 1969, con scoprimento di una lapide in memoria del pittore collocata all'ingresso della Galleria d'Arte Moderna. I1 pittore Ilario Rossi tiene il discorso commemorativo. Il sodalizio che Elva Bonzagni ha stretto con la casa editrice Cappelli, che ha gia prodotto la splendid a monografia Aroldo Bonzagni curata da Aldo Carpi e Carlo Carra nell961 e la cartella Fiori diAroldoBonzagni con il testo di Roberto Longhi edita nel1963, produce ora un nuovo frutto: esce infatti nel dicembre 1969 Disegni di Aroldo Bonzagni, pubblicazione curata da Guido Ballo e incentrata solo sull' attivita grafica dell' artista, aspetto trascurato nelle pubblica-
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zioni precedenti. Ballo descrive con arguzia i quarantasei disegni pubblicati e costruisce un interessante parallelo con Boccioni: "Signora a! ca//i:, disegno per molti lati vicino a certi studi di Boccioni per La risata. Era il periodo in cui diventava amico, oltre che di Carra, con cui aveva frequentato Brera, anche di Boccioni [ ... ] la vivacita espressiva, con carattere quasi da maschera nella deformazione, rna anche con finezza di segno e di variazioni pittoriche, indica, in questa disegno di Bonzagni, certe affinita di simpatia e anche di ricerche con Boccioni che certamente lo stimava, avendogli fatto fir mare il primo manifesto". Elva Bonzagni Poggi prosegue nella valorizzazione del fratello organizzando alcune conferenze di Marco Valsecchi, come quella tenuta il16 maggio 1970 nell' aula magna dell' Accademia di Belle Arti di Bologna, presente Luciano Anceschi, presidente dell' Accademia Clementina, e quella del19 giugno 1970 tenuta presso la Societa per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano. Da un articolo pubblicato sul periodico locale "Il Setaccio" apprendiamo chela sorella di Bonzagni sta pensando a un ulteriore ampliamento della Galleria d'Arte Moderna e precisamente al recupero di tutta 1' area, ora adibita a negozi e magazzini, compresa fra la Pinacoteca civica e il campanile di San Biagio. E chiaro che 1' articolo e stato suggerito da Elva Bonzagni stessa perche serve da pungolo per l'Amministrazione comunale: "Il Comune ha bisogno di spazio per la Pinacoteca; se non si trovano i locali, la benemerita Sig.ra Bonzagni, sorella del pittore centese, non potra istituire una seconda Galleria di Contemporanei, con conseguente gravissimo danno per il Comune che si cincischia bizantinamente sull'opportunita, prima di agire per rientrare effettivamente in possesso dei beni comunali, di apportare o meno modifiche all' alain questione con 1' aggiunta di un second a piano (come se cio non si potesse piu fare in seguito); rna insomma si vuole o non si vuole? Si puo o non si puo? Basterebbe un po' di coraggio e dire: questo e nostro, ci serve, lo prendiamo". La polemica del "Setaccio" nei confronti del Comune di Cento si riferisce al fatto che non risultava chiara la proprieta di quella porzione di area, se parrocchiale 0 Comunale. Ormai e evidente il gioco di Elva Bonzagni che tende a mettere il Comune di Cento nella condizione di non potersi sottrarre al nuovo ampliamento della Galleria. Il giovane sindaco Fulvia Cantori si dimostra interessato e favorisce le proposte di Elva Bonzagni a cominciare dalle conferenze e cerimonie di commemorazione, come quella, particolarmente significativa, che si tenne nella sala del Consiglio comunale il4 ottobre 1973 su Marinetti e il Futurismo, alia quale prese parte il pittore Tullio Crali- forse !'ultimo esponente allora ancora in vita, rappresentativo del secondo futurismo e aereopittura -, il quale declamo poesie futuri-
ste coinvolgendo il pubblico, che assistette divertito a questa spettacolo innovative e originale. Escono alcuni articoli, il piu importante dei quali e scritto dal-1' amico di Aroldo, Achille Funi. Fra gennaio e febbraio 1974 si tenne una vasta mostra di Bonzagni a Ferrara nel Palazzo dei Diamanti, istituzione museale riconosciuta in quegli anni come la galleria d' arte contemporanea piu prestigiosa del nord Italia. La mostra si fece grazie a Franco Farina, prestigioso direttore della galleria, che sottolineo in catalogo la lacuna chela mostra colmo per la citta di Ferrara: "Una considerazione che a prima vista potrebbe sembrare campanilistica senza esserlo naturalmente, si tratta dell'apporto dei ferraresi e ferrarese in genere al rinnovamento delle arti in Italia che none stato trascurabile o di poco conto e che sarebbe interessante verificare le ragioni storico-ambientali che hanna reso possibile tale evenienza sicuramente non gratuita". Il testo critico in catalogo venne scritto da Marco Valsecchi che analizzo le motivazioni del ritiro di Bonzagni dal futurismo, ne traccio il percorso artistico con grande ricchezza di particolari e sottolineo la svolta degli ultimi anni in senso espressionista. Quella di Ferrara e la mostra piu ampia e completa che sia mai stata fatta fino a quel momento: sono esposte ben duecentosessantadue opere. La rassegna stampa risulta straordinaria: tutti i piu importanti giornali e riviste parlano dell' avvenimento e gli articoli piu rappresentativi sono scritti da Giorgio Ruggeri, Flavia Caroli, Maurizio Calvesi e Renato Barilli.
1975-1976 Dal premio Aroldo Bonzagni al secondo ampliamento della Galleria
Sono anni nei quali Elva Bonzagni dimostra un' energia inesauribile, mentre a Cento, grazie a una collaborazione stretta del Comune con la locale Cassa di Risparmio, sono gia cominciati i lavori di recupero dell' area compresa fra la Pinacoteca civic a e il campanile di San Biagio da destinare alla nuova Galleria d'Arte Moderna Aroldo Bonzagni. Il sindaco Fulvio Cantori istituisce il premia Aroldo Bonzagni, inaugurato il9 novembre 1975 con la mostra delle opere ammesse nell'Auditorium di San Lorenzo. La giuria del premio, composta da Marco Valsecchi, Luca Crippa, Bruno Saetti, Roberto Tassi ed Elda Fezzi, assegna il premia Aroldo Bonzagni a Primo Tamagnini. Intanto si avvicina la data dell'inaugurazione del secondo ampliamento della Galleria d' Arte Moderna Aroldo Bonzagni, grazie a un originale progetto dell' architetto Leone Pancaldi (autore anche della nuova Galleria d' Arte Moderna di Bologna) che prevede tre
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nuovi grandi saloni, molto capienti e accessibili dall'ingresso della Pinacoteca civica. L' edificio progettato da Pancaldi presenta caratteristiche architettoniche decisamente moderne che ben si inseriscono nel contesto storico e urbanistico: la novita del progetto e data da quattro grandi vetrate che mostrano, ai passanti del portico, la veduta complessiva del nuovo salone a piano terra, dove spiccano le pili belle opere di Bonzagni assieme allo straordinario monumento funebre scolpito nel marmo bianco da Adolfo Wildt nel1919, qui trasferito dal Cimitero Monumentale di Milano grazie aile potenti amicizie che Elva Bonzagni ha in quella citta. L'inaugurazione della Galleria viene preceduta il23 ottobre 1976 dalla funzione funebre nella Collegiata di San Biagio, per la traslazione delle spoglie del pittore Aroldo Bonzagni e della madre Angela Gilli dalla Certosa di Milano al cimitero comunale di Cento, dove il Comune ha allestito un'apposita cappella per la famiglia Bonzagni alia quale hanno collaborato artisti di prim' ordine quali Simon Benetton, Vasco Bendini e il ceramista Carlo Zauli. TI giorno seguente, 24 ottobre, viene aperta al pubblico la nuova Galleria d' Arte Moderna progettata da Leone Pancaldi per Elva Bonzagni e il successo e enorme: le nuove am pie sale conferiscono alia raccolta una dignita e una consistenza che permette di esporre complessivamente nelle dieci sale ben duecentosessantadue pezzi, di cui quattordici di Aroldo Bonzagni e i restanti duecentoquarantotto di vari autori. L' elenco dei pezzi esposti si ricava da una piccola guida della Galleria pubblicata per l'occasione, dove sono elencate le opere sala per sala. II nucleo delle opere esposte e sempre pili vasto e anche per Elva Bonzagni diventa pili difficile man tenere illivello qualitativo iniziale. Infatti qualcuno trova che il percorso espositivo che si snoda perle dieci sale non e agevole e non corrisponde a un ordine cronologico delle scuole pittoriche. Di questo problema si fa portavoce un illustre critico bolognese, Giorgio Ruggeri, che pubblica un articolo nella terza pagina del "Resto del Carlino", in cronaca nazionale, intitolato Un /iore all' occhiello: "Una donna risoluta, decisa a tutto, cosa puo fare? E di questa stampo Elva Bonzagni Poggi che per onorare il fratello Aroldo [ .. . ] ha do nato alIa citta di Cento una Galleria d'Arte Moderna che e stata recentemente inaugurata [ ... ] Sono dieci annie forse pili chela signora Bonzagni [ ... ] esplora il mando artistico italian a sollecitando le pili belle firme a donare un' opera per la costituenda galleria. Se la richiesta dell' opera fosse stata per la Galleria d' Arte Moderna di Roma o di Torino, 1' operazione Bonzagni sarebbe risultata di gran lunga pili facile. Ma per una fantomatica galleria che si sarebbe dovuta costituire in futuro per di pili a Cento di Ferrara, ognuno puo capire 1~ difficolta incontrate dalla diplomatica signora". Ruggeri passa quindi a elencare i nomi prestigiosi presenti nella Galleria e aggiunge: "I nomi, dunque, non
mancano, anche se sono stati presi come pugno di coriandoli e gettati a caso nelle sale. II punto non e qui, perche si potra sempre in seguito provvedere a un ordinamento pili coerente. I guai cominciano quando si scopre, strabuzzando gli occhi, che le opere d' au tore si trovano appese accanto ad altre di cui sono autori illustri sconosciuti, di nessun interesse artistico. Non e il caso di fare nomi anche perche sono troppi, ma di certo e una compagnia compromettente che fa perdere prestigio alia galleria centese". L' articolo di Ruggeri fed certamente Elva Bonzagni che prosegul comunque nella raccolta di nuove opere anche attraverso l'organizzazione a Cento di mostre di prestigio in omaggio ad Aroldo Bonzagni. Cosl fece con una memorabile mostra di sculture monumentali di Arnaldo Pomodoro, collocate nel centro storico e nell' Auditorium di San Lorenzo nel1977, una mostra di Umberto Mastroianni e Simon Benetton nel 1978, una di Concetto Pozzati nel1979, una di Giacomo Balla nel 1980, Giulio Turcato nel1982 e Carmela Cappello nel 1984. Tutti nomi di prim'ordine che ci danno laconsistenza della levatura culturale di Elva Bonzagni e degli agganci di cui godeva nel mondo dell'arte.
1977-1988 La mostra a Valle Giulia a Roma, Ia morte di Elva e ]'inaugurazione delJa nuova GalJeria
Oltre alle mostre di Cento, Elva Bonzagni organizza anche altre mostre del fratello, come quella del 1977 a Rom a, alia Galleria N azionale d' Arte Moderna di Valle Giulia, inaugurata da Bettina Craxi e Giulio Carlo Argan, per la quale escono importanti articoli di Maurizio Calvesi, Fabrizio D'Amico e Nello Ponente e quella del1980 alia Galleria d'Arte Moderna Ca' Pesaro a Venezia. Nello stesso anna, presso la Casa Editrice Armena di Venezia, esce un corposo volume intitolato Disegni diAroldo Bonzagni, il cui testo e di Giulio Carlo Argan, amico di Elva Bonzagni, che traccia un profilo dell'artista in un contesto europeo. Per merito di Renata Barilli, esponente culturale di spicco del Partito Socialista Italiano, nell982 viene allestita aRoma nel Palazzo delle Esposizioni la mostra I.:immagine del socialismo nelle arti, dove Aroldo Bonzagni ha un posto d' on ore e di grande rilevanza. L' esposizione viene inaugurata dal presidente della Repubblica Sandro Pertini e da Bettino Craxi accompagnato da Elva Bonzagni. L'anno seguente, a cura del P.S.I. lombardo, esce una lussuosa cartella editoriale che riproduce fedelmente le copertine pili belle che Bonzagni aveva realizzato nel1912 per "L'Avanti della Domenica": i testi sono di Paolo Pillitteri, sindaco di Milano e di Bettina Craxi. Con la collaborazione del Ministero degli Mfari Este-
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·i E]vaBonz(tgni riesce a realizzare un vero e proprio 1 ~gno: allestir due mostre eli Aroldo B nzagni in Ar-s entina. dove iJ pittore aveva vissuto tr dici, mesi. tna dall5 al30 agosto 1981 a Bahia Blanca, in occasione del cinquantennale del locale museo, inaugurata col discorso del direttore dell'Istituto Italiano di Cultura che organizzo in seguito anche il trasferimento della mostra a Buenos Aires, precisamente a Palazzo Errazuriz (sede del Museo Nazionale di Arte Decorativa) nel Salone della Musica. Questa seconda cerimonia d'inaugurazione venne caratterizzata dal discorso di Federico Aldao, direttore del museo, e dalla presenza di Roque Maria Baurdieu, direttore generale dei musei nazi on ali argentini; ebbe una buona accoglienza da parte della stampa e rimase aperta fino al14 ottobre. Da un comunicato del Ministero degli Affari Esteri si apprende che la mostra, dopo Buenos Aires, verra trasferita anche a Mendoza e Mar del Plata. Contemporaneamente anche il Comune di Cento organizza eventi e manifestazioni in omaggio ad Aroldo Bonzagni per valorizzare il patrimonio della Galleria. L'iniziativa pili rilevante e quella progettata da Renata Barilli In/ormazione 60/80, che prevede l'allestimento- a Cento, Pieve di Cento, Imola e Piacenza- di sette mostre dedicate all' arte degli ultimi vent'anni. L'obiettivo della rassegna e quello di presentare alcuni aspetti dell'arte piu recente, poco sviluppati o del tutto assenti nel percorso espositivo della Galleria d'Arte Moderna. II prestigio indiscusso del curatore Renato Barilli, che dedica le mostre ad Aroldo Bonzagni, fa superare piccole incomprensioni con Elva Bonzagni, contraria agli aspetti pili controversi dell' arte contemporanea. n percorso espositivo si tiene fra settembre 1983 e febbraio 1984 e comincia con la sezione dedicata alia "Pop Art"; seguono la "Nuova Pittura", le "Ricerche Ambientali", l"'Arte Concettuale" (che provoco non poche polemiche a Cento), la "Poesia Visiva", 1"' Arte del Postmoderno" e quindi la "Ricerca dei Giovani". Si tratto di una mostra pionieristica, perche il modello delle sezioni cronologiche e il trasferimento in varie
sedi venne poi ripreso da altri enti. Intanto, nella piazza principale, da annie attivo il cantiere di restauro del cinquecentesco Palazzo del Governatore e la signora Bonzagni tesse accordi decisivi con gli amministratori locali per trasferire la Galleria d'Arte Moderna dalla Pinacoteca civica a una sede ancor pili prestigiosa. Questi accordi sono tenuti con il sindaco di Cento Giuseppe Albertini che le promette di destinare, a restauro ultimata, gran parte del Palazzo del Governatore a Galleria d' Arte Modern a, staccandola definitivamente dalla Pinacoteca civica, dove la convivenza dei due prestigiosi nuclei di opere d' arte co min cia a evidenziare qualche serio problema di spazio vitale a discapito della raccolta
d' arte anti ca.
Anche se illavoro instancabile di Elva Bonzagni ha gia ottenuto prestigiosissimi risultati, anche a livello internazionale, i1 percorso puo apparire ancora in salita. La dimostrazione viene dalla mostra Il Futurismo- I Futurismi che si inaugura a Venezia il3 maggio 1986 a Palazzo Grassi, curata da Pontus Hulten, Maurizio Calvesi e Germano Celant, dove Bonzagni viene escluso, mentre invece sono esposte opere di Romola Romani e Leonardo Dudreville, amici di Bonzagni. La reazione di Elva Bonzagni fu piuttosto incisiva: questa dimenticanza, agli occhi degli estimatori di Bonzagni, appare ingiusta e intollerabile. Scrisse una lettera ai giornali e agli organizzatori della mostra anche il sindaco di Cento Giuseppe Albertini. La pro testa degli amici di Bonzagni non sortl nessun effetto: le opere dell' artista non raggiunsero Pa
lazzo Grassi. Purtroppo, proprio mentre si sta ultimando il restauro del Palazzo del Governatore, sede della futura Galleria d' Arte Modern a Aroldo Bonzagni, il 17 marzo 1987, a 86 anni, a San Felice sul Panaro muore Elva Bonzagni Poggi. Con lei finisce il ceppo della famiglia Bonzagni, in quanta sia lei, sia tutti i fratelli gia deceduti (Luisa, Peppino e naturalmente Aroldo), non ebbero mai figli . Tutti i giornali locali danno la notizia della sua scomparsa, ne ricordano l'impegno peril fratello Aroldo, tracciano il suo profila artistico quale pianista e annunciano la tumulazione a Cento, nella tomba di famiglia, accanto ad
Aroldo. Come ho gia scritto, dalla prima inaugurazione della Galleria d' Arte Moderna risalente al1959 sino alIa sua morte, Elva Bonzagni non regolarizzo mai nessun atto di donazione, sia delle opere del fratello, sia delle opere donatele per la Galleria; pertanto, in accordo col marito Francesco Poggi, unico erede di Elva Bonzagni, il Comune di Cento trova un accordo, in collaborazione con la Cassa di Risparmio di Ceoto, relativo alia regolarizzazione, a fronte di un acquisto simbolico di un milione di lire, di tutto quanta si trova nella Galleria (tredici opere di Bonzagni e duecentonovantadue opere di vari e diversi autori). L' atto ufficiale verra sottoscritto il 19 novembre 1987. Questa soluzione servl a tutelare l'integrita del nucleo realizzato da Elva Bonzagni e contemporaneamente ne assicuro la collocazione perenne nella citta nata
le della famiglia. In conseguenza di questo atto, il sindaco Giuseppe Albertini mantiene fede aile promesse fattea Elva Bonzagni: il21 maggio 1988, conclusi i restauri del Palazzo del Governatore, alia presenza di Francesco Poggi e del ministro peri Beni Culturali Bono Parrino, si inaugurarono la nuova Galleria d' Arte Moderna Aroldo Bonzagni, dislocata in tredici sale espositive e una mostra, curata da Rena to Barilli, intitolata Aroldo Bonza-
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gni nell'Espressionismo italiano. Finalmente la Galleria d 'Arte Moderna e dotata di una sede esclusiva e prestigiosissima, mentre le migliori opere sono collocate in un percorso organico e cronologico che tiene con to dei principali movimenti artistici italiani del Novecento. Renato Barilli, critico d' arte fra i piu importanti del mom en to e grande amico di Elva Bonzagni, cura anche il percorso espositivo della Galleria: con una selezione delle opere riesce a dare una successione espositiva cronologica e generazionale, creando un percorso di lettura che facilita l'approccio del mondo della scuola che cosi, timidamente, comincia a frequentare I a raccolta d' arte modern a della propria citta.
Nonostante l'atto ufficiale compiuto da Francesco Poggi nel1987 e la promessa mantenuta del sindaco di Cento di destinate il Palazzo del Governatore a Galleria d'Arte Moderna, la citta di Cento non riesce ad assicurarsi altre opere di Aroldo Bonzagni, ora possedute da Francesco Poggi. Sicuramente ci saranno state trattative private coni vertici delle istituzioni centesi per cercare di assicurare alla citta altre opere di Bonzagni non comprese nella cessione: io stesso ricordo di ipotesi di vitalizi per Francesco Poggi in cambio delle opere rimaste di sua proprieta. Purtroppo non si ottenne null' altro da Francesco Poggi, in quanto preferl cedere in blocco le opere di Bonzagni (oli, tempere, disegni e documenti) a un gruppo di collezionisti di Milano e Torino.
1989-2005
Daile piu recenti acquisizioni alla costituzione dell' archivio Aroldo Bonzagni
Ia Galleria opere di Leonardo Santoli, Tiziano Don. di, Wainer Vaccari, Pietro Perrone, G ianni G uidi Cornelia Stauffer, Manuela Co rti, Paolo Gallerani ' Graziano Porn pili, Mario Callens, Federica Maran~ goni, Enzo Tinarelli. Lo sforzo di Pellizzola per arricchire la Galleria della sua citta non si esaurisce con le Trzlogie d'arte: grazie alia sua attivita artistica e aile numerose conoscenze (colleghi all' Accademia di Brera o compagni di strada nelle mostre aile quali partecipa), riesce a con vincere molti artisti a d nare opere alia Galleria della sua citra. In ]uesto modo fa ru-rivare un 'opera d i cia cono dei sei rappres ntanti delia Cracking Art e opere di Aldo Spoldi, Paolo Baratella, Fernando De Filippi, Giangiacomo Spadari, Federico Guida Dany Ve covl, Alessandra Bouoli, Maurizio BoLtarelii, Maurizio Lanzillotta, Renata Boero, Mariapia Borgnini, Fausto Gilberti, Maurizio Osti, Carlo Cremaschi, Giuliano Della Casa, Domenico Pievani, Stefano Mazzoni Jakob De Chide , Ma simo Lunardon, Nicohl Sal vat re, Oli.viero Rainald i S rgio Zanni, ergio Manari, Giovann i Scardovi, Luigi Mastrangelo, Fabrizio Passarella e altri. Con queste acqw izioni Ia Galleria i dota di w1a 1 re enza di artisri della contemporaneita della quale era sprovvista, riuscendo cosi a documentare anche momenti dell'arte italiana di fine secolo.
Un altro artista centese che si e adoperato per valorizzare e soprattutto per far cap ire a un pubblico piu vasto 1' arte italiana degli anni Ottanta e Novanta e Bruno Vidoni, geniale personaggio la cui attivita artistica merita attenzione, il quale ottiene la collaborazione di Flavia Caroli e organizza nella Galleria d'Arte Moderna Aroldo Bonzagni e nell' Auditorium di San Lorenzo una vasta rassegna intitolata I: arte di/ine secolo- Magico Primario- Una revision e. La mostra si inaugura il24 febbrai 1991 e presenta opere di Siegfried Anzingec, Luciano Bartolini Martin D isJer, Rainer Fetting, Gerard Garouste, Antony Gormley, Mirco Longobardi Luigi Mainolfi, Helmut Middendorf Gianfranco Notargiacomo e Aldo Spoldi; cbiude Ia mostra una presenza degli artisti piu giovani. In citta avviene quello che Vidoni ha cercato con la sua propasta, cioe il dibattito e il confronto, anche vivace, sulle tematiche dell' arte di fine secolo. II mondo della scuola (e soprattutto i docenti) e coinvolto a piecoli gruppi, accompagnati aile mostre e dotati di materiale didattico.
Da questo momento in poi la creativita del Comune di Cento, in particolare dell' assessorato preposto alle attivit·a cultu(ali, deve supplire all' assenza della vulca nica Elva Bonzagnl il cui testamento ideale si puo riassumere in due parole: "valorizzazione" e "arricchimento" del patrimonio della Galleria. II Comune di Cento coinvolge le forze piu vivaci che vivono nella citta e che so no in sintonia con 1' arte contemporanea, ottenendo utili proposte per lava-1orizzazione della raccolta. Un interessante contributo venne da Marco Pellizzola, artista di Cento e docente all' Accademia di Belle Arti di Brera, che fra il 1989 e i1199 1 organizzo negli spazi della Galleria sette mostre, chiamate Tri/ogie d'arte, dove un curatore ogni volta diverso sceg1ieva tre artisti, confrontandone le poetiche e collocandone Ie opere in un comesto contemporaneo. Quasi tutti gli artisti coinvolti hanno donato una !oro opera alia Galleria I' Arte Moderna AroJdo Bonzagni cbe li ha ospitati . Grazie a guesca formuJa nella, sono entrate nel-
In occasione del Settembre Centese del1992, precisamente domenica 6 settembre, alla presenza del critico d' arte Enrico Crispolti viene inaugurato il nuovo percorso espositivo della Galleria, resosi necessaria in seguito aile consistenti donazioni che in questi ultimi anni si sono concretizzate. II percorso espositivo delle opere rimane sempre cronologico e generazionale, com' era stato impostato nel1988 da
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Remtto Barilli , con l 'aggium~ delle ultimissime geazi ni, fin a ora assent1 dal p r orso, enza
ner" . . . 1 . . 1 L'' ·clusione d1 c n:entt, grupp1 o scuo e p1ttonc 1c. m-
e:; rvent di Enrico Crispolti sottolinea la rlcchezza re 1' . 11 '' della Ga U ria e punta attenztone su 1mportanza delle mostre temporanee che rappresentano un rnatore per vivacizzare e far conoscere il proprio patri
monio d'art e. Il Comune di Cento prosegue nella valorizzazione di
uesto patrimonio anche con mostre personali degli ;rtisti piu validi attivi sul territorio, aile quali fa seguito la mostra, inaugurata presso la Pinacoteca civica 1' 11 dicembre 1994, Le pHt recenti acquisizioni delta Galleria d'Arte Moderna Aroldo Bonzagni, nel corso della quale 1' assessore alia C ultura Annalisa Bregoli, alIa presenza di rappresentanti della cultura amici della citta di Cento - quali Aldo Borgonzoni che aveva appena donato tre nuove opere e Franco Farina, estimatore di Bonzagni dai tempi della vasta retrospettiva da lui allestita a Ferrara -, presenta quarantadue nuovi ingressi che portarono il patrimonio complessivo della Galleria a oltre quattrocento opere. Inaugurazioni analoghe, per 1' acquisizione di nuove opere, si tennero anche negli anni seguenti, la piu consistente delle quali il 13 aprile 1997 quando vennero presentate trentatre nuove opere, frutto delle mostre personali che hanna valorizzato artisti del territorio quali Sandro Parmeggiani, Vittorio Buratti, Giuseppe Malagodi, Oscar Govoni, Bruno Vidoni, Emilio Mattioli, Amelio Salvatore, Cesare Pasetto, Benito Tosello, Antonio Celestino Simonini, Paolo Rimondi, Marinella Galletti e Pietro Lenzini (quest' ultimo vincitore del Concorso nazionale per la realizzazione di due pale d'altare per la Collegiata di San Biagio). In collaborazione con Vittorio Sgarbi, Paola Pallottino e Lucio Scardino, nel1998 curai la piu vasta mostra mai organizzata per il pittore di Cento, Ironia, satira e do lore- Aroldo Bonzagni pitt ore e iltustratore: duecentottanta opere sono esposte nella Galleria d' Arte Moderna a lui dedicata e nelle sale restaurate della Rocca. La mostra viene inaugurata con una prolusione di Vittorio Sgarbi e un intervento di Paola Pallottino il28 novembre 1998, rimane aperta fino al28 febbraio 1999 e successivamente prorogata. Per la prima volta l'attivita primaria di Bonzagni, ben rappresentata ancbe da alcuni dipinti inediti, e esposta accanto a una sezione che documenta 1' attivita parallela di illustratore. n catalogo e stampato dalle Edizioni Charta di Milano e l'iniziativa ottiene un successo di presenze e un risalto stampa senza precedenti. Nel contempo si instauro con la Galleria Sant'Agostino di Torino, che detiene oggi un nucleo consistente di opere dell'artista, una collaborazione che sfocio nel dono alia citta di Cento, in segno di gratitudine per la mostra, di un disegno di Aroldo dove e ritratta l' amata sorella Elva.
Nel 2001 viene presentata presso l'Universita degli Studi di Bologna, facolta di Lettere e Filosofia, corsa di laurea in Arte, Musica e Spettacolo, la tesi di laurea in Fenomenologia degli stili di Silvia Caglioni, relatore Renata Barilli, Aspetti espressionisti nella gra/ica di Aroldo Bonzagni e nello stesso anno l' avvocato Luigi Tartaglino di Torino dona al Comune di Cento un fondo archivistico relativo alia famiglia del pittore. Si tratta di materiale importantissimo che comprende decine e decine di lettere scritte da Aroldo Bonzagni alla mamma mentre si trovava nel1914 a Buenos Aires: il nucleo comprende complessivamente cinquantacinque lettere scritte alia madre e sessantuno inviate al pittore e alia sua famiglia da amici, parenti e dalla fidanzata Ginetta Gignous. Si tratta di un' acquisizione molto significativa che contiene as petti inediti della vita di Bonzagni, pertanto il Comune di Cento incarica subito Elena Bastelli dello studio e della trascrizione dei documenti. Oltre al materiale archivistico totalmente inedito, nella donazione Tartaglino si trova anche materiale documentario, come cataloghi di mostre, illustrazioni e riviste d'epoca e corrispondenza di Elva Bonzagni. Tutto questa materiale, unito a quello gia in possesso della Galleria, acquisito sui mercato antiquario negli ultimi anni, costituisce il fondo dell' archivio Aroldo Bonzagni in seno alia Galleria. Sono anni nei quali si deve all'assessore alia Cultura del Comune di Cento Paola Morselli l'impostazione di nuovi e piu qualificati progetti didattici raggruppati nel cartellone Giochiamo con l'arte, dove personale specializzato in contra le classi, cura i laboratori e accompagna nelle sale della Galleria un nuovo pubblico, fatto di bambini delle scuole elementari e di ragazzi delle superiori. Per questo argomento, che ha rappresentato una svolta nella valorizzazione della Galleria, rimando al testo qui contenuto di Erica Manservisi e Barbara Passarini, che sono state nei diversi anni le responsabili dei nuovi percorsi. Sempre per iniziativa dell'assessore Morselli, nel2003 si realizza anche una formula nuova di valorizzazione della Galleria: il progetto Esercizi di ammirazione- Far salotto in Galleria, curato da Valeria Tassinari, che prende le mosse dalla divulgazione delle opere piu rap presentative attraverso una serie di serate dove sono protagonisti giovani talenti che creano piccoli eventi di poesia, di prosa, di musica e di danza collegati a un'opera della Galleria. Questa modo originale di fruire dell' arte ha avuto un ottimo successo, facendo aprire il museo in orad inconsueti e soprattutto coinvolgendo gli studenti delle scuole superiori del territorio con idee originali vicine ai giovani. Nel2003 nell' Auditorium di San Lorenzo si tiene la mostra Carnevalesca- La maschera, il travestimento, la Festa - Omaggio di artisti contemporanei, nella quale trenta artisti scelti dalla Galleria si confronta-
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no sulla tematica del carnevale. La mostra ottiene il risultato di arricchire di sei nuove opere la Galleria: due acquistate dal Comune di Cento (i dipinti di Massimo Pulini e Giorgio Rubbio) e quattro donate da Marin ella Galletti, Cesare Pacitti, Alessandra Pucci e Marco Vitali. Nell' ambito del gemellaggio col comune di Vicente Lopez, cittadina dell' entourage di Buenos Aires, il Comune di Cento nel 2004 istituisce la borsa di studio Aroldo Bonzagni in Argentina, volta a trovare sui territorio argentino notizie inedite sulla permanenza di Aroldo Bonzagni a Buenos Aires. La ricerca e ancora in atto e i risultati sono attesi nella primavera 2006. Dal13 al15 marzo 2003, organizzato dal MART- Museo di Arte Moderna di Trento e Rovereto, in collaborazione con The Beneicke Rare Book and Manuscript Library della Yale University, si tenne a Roverete il convegno Futurismo. Dall'avanguardia alla memoria. In quel contesto internazionale presentai una relazione sull' archivio Aroldo Bonzagni e soprattutto approfondii i legami del pittore di Cento con il futurismo, attirando l'attenzione degli studiosi sui fatto che Bonzagni non si limito, come sempre e stato scritto, alia firma del primo Mam/esto dei pittori/uturisti, rna sottoscrisse anche La pittura /uturista. Manifesto tecnico e poi an cora Venise futurista (notizie che risultavano assolutamente inedite a tutti i partecipanti al convegno). Gli atti uscirono poi nell'aprile 2004 nella "Collana di documenti dell'Archivio del '900" diretta da Gabriella Belli per le edizioni del MART. L'8 febbraio 2004 muore a Campione d'Italia Francesco Poggi, marito di Elva Bonzagni. La salma viene tumulata a Cento nella tomba della famiglia Bonzaoni, accanto a Elva Aroldo, Luisa, Peppino, lamadre Angela G ilLie il padre adottivo Felice Bonzagni. Con la sua motte i cbiude una fase storica della Galleria, perche- come abbiamo ricordato- solo a lui si deve la regolarizzazione della donazione a Cento di tutte le opere della Galleria. Francesco Poggi trascorse gli ultimi anni della sua vita in compagnia eli Lidia Gandini, storica direttrice della Galleria Permanente di Milano, che qualche mese dopo la morte del compagno dono alia Galleria di Cento materiale documentario e archivistico riguardante Aroldo Bonzagni, in particolare WJ album fotografico di famiglia che contiene cent inaia di foto rafie che illustrano la fumiglia del pittore a Milano. Con quest' ultima cessione da parte di Lidia Gandini, 1' archivio Aroldo Bonzagni acquista una consistenza molto importante che permette di documentare ogni fase dell' attivita del pittore, come si vedra piu avanti- in questa stesso catalogo- nella biografia dell' artista. I12005, oltre a essere l'anno in cui si elabora il catalogo generale della Galleria d'Arte Moderna, e anche
i1 mom en to in cui si celebra Aroldo Bonzagni con varie iniziative: si inizia con la presentazione, da parte di Salvatore Amelio, di un acquisto importante fatto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, !a Festa di Primavera, grandiosa opera di Bonzagni eseguita probabilmente intorno al1912 e proveniente dalla collezione Zattini Oriana di Forll, e si continua con la mostra che Vittorio Sgarbi cura, con la collaborazione della Galleria Repetto Massucco, nel palazzo Licea Saracco di Acqui Terme, evento di grande rilevanza realizzato grazie ai prestiti di numerosi privati, della Galleria d'Arte Moderna Aroldo Bonzagni e della Galleria Sant' Agostino di Torino. In questo contesto, grazie al lavoro meticoloso di Elena Bastelli relative allo studio e alia trascrizione delle lettere conservate nell' archivio della Galleria, la citta di Acqui Terme pubblica Aroldo Bonzagni. Lett ere da!l'Argentina e altre lettere, a cura della stessa Bastelli e con un'introduzione di Vittorio Sgarbi. Da questo epistolario si apprendono aspetti della vita del pittore del tutto inediti: si conoscono le grosse difficolra affrontate da Bonzagni in Argentina e si entra anche nella sua vita sentimentale attraverso trentatre appassionate lettere di Gin etta Gignous, la fidanzata segreta del pittore. Siamo arrivati ai giorni nostri e prima di addentrarci in questa ricca collezione d' arte e bene ripercorrere anno per anno, mese per mese, qualche volta anche giorno dopo giorno, i fatti piu significativi di questa brevissima esistenza.
Aroldo Bonzagni 1887-1903 La famiglia, Ia locale scuola di disegno e Ia sua partenza per Milano
Grazie a ricerche recentissime4 oggi e possibile ricostruire con esattezza 1' anagrafe della famiglia del pittore, permettendoci d'intuire dementi e fatti emotivi che ci saranno utili per capire alcuni quadri futuri, particolarmente quelli degli ultimi due anni. Incominciamo dalla madre, donna determinata e di grande carattere, alia quale Aroldo dedico alcuni ritratti in epoche e con tecniche diverse. L' attaccamento del pittore alia madre fu fortissimo e si rileva di continuo nelle diverse fasi della sua vita: in ella il pittore riconosceva colei che, a costo di privazioni e rischi, aveva deciso del suo destine d' artista. Angela Gilli nacque a Cento il4 giugno 1857 e morl ottantasettenne a San Venanzio di Modena il7 marzo 1944. Aroldo, con secondo nome Pietro, primogenito, nacque i124 settembre 1887 dalla relazione di Angela Gilli con Angelo Candini, fornaciaio trentasettenne nativo di Sant' Agata Bolognese, "illetterato"- come si legge nell' estratto di nascita- e personaggio poi svanito nel nulla, "irrequieto, se non avventuriero [. . . ] abbandono
tutto e tutti ed emigro in America. Di lui si perse ogni traccia"5. II secondogenito Giuseppe (detto Peppino) nacque anch'egli a Cento il27 agosto 1891 e morl settantenne il29 giugno 1961 a Savona, citta dove viveva con Giuseppina Brambilla, sposata a Milano illS marzo 1946. A questo pun to si celebra il matrimonio della quarantunenne Angela Gilli con il cinquantatreenne Felice Bonzagni, 1'8 maggio 1898, e laconseguente legittimazione di Aroldo che a undici anni cambia il proprio cognome e trova un nuovo padre. Felice Bonzagni era conduttore di macchine agricole; non seguira la famiglia a Milano nel 1903 e rimarra sempre a Cento dove morl, a ottantanove anni il6 dicembre 19366 . Dall'unione di Angela Gilli
' e Felice Bonzagni nacque a Cento Luisa, terzogeni-ta, il10 luglio 1898 (morl, non coniugata, settantaseienne a Milano il5 novembre 1974), sorella alia quale Aroldo dedichera qualche ritratto; infine Ada- da tutti conosciuta come Elva- che nacque a Cento il9 marzo 1901 e morl a San Felice sui Panaro il17 marzo 1987, artefice della rivalutazione artistica del fratello e della Galleria d'Arte Moderna Aroldo BonzagnF. Nell'ultimo decennia dell'Ottocento, momenta storico in cui si collocano l'infanzia e le prime esperienze scolastiche di Aroldo Bonzagni, quello centese e un ambiente caratterizzato da tradizioni artistiche ed espressioni di vita culturale e politica di spiccato modernismo. Sono anni in cui a Cento e attivo i1 cosiddetto sal otto letterario di J olanda (Maria Maiocchi Plattis, 1864-1917), affermata scrittrice dilivello nazionale e applaudita giornalista, personaggio la cui
fama, in quegli anni, e pari a quella del Guercino; come dira sulla "Gazzetta Ferrarese" T. Nediani: "Io non credo si possa venire a Cento (dato l'attuale sistema di locomozione) se non per ammirare i quadri del Guercino o per visitareJolanda" 8
. E bene sottolineare che ancheJolanda, secondo la biografia scrit-ta sull' artista dal fratello Peppino Bonzagni9 , ebbe un ruolo attivo e molto favorevole nel momenta in cui la famiglia Bonzagni, in particolare la madre, raccoglieva pareri in merito alia possibilira di far perfezionare a Milano gli studi del disegno al giovane Aroldo. Ricordiamo che 1' artista, da pittore affermato, riprendera i contatti con J olanda quando si trattera di disegnare la copertina per la seconda edizione di Am or silenzioso, volume di novelle di J olanda edito da Licinio Cappelli nel1916. Accanto al "sal otto J olanda", per capire meglio la realta culturale nella quale si muoveva la famiglia Bonzagni, bisogna rilevare anche la presenza di una tradizione musicale che tocco la stessa famiglia, con Aroldo studente di violino a Cento presso Leone Sarti e, in seguito, con la pili giovane sorella Elva, poi affermata concertista, alia quale Aroldo stesso aveva dato lezioni di pianofortelO. Rimanendo nel campo artistico bisogna ricordare la Scuola di Disegno e Ornata intitolata al Guercino che Bonzagni frequento. Questa scuola, fondata dal Comune di Cento nel1834, era situata nella sede del Patrimonio degli Studi: vi si poteva accedere dopo l'educazione primaria e prevedeva complessivamente quattro anni di frequentazione, uno preparatorio attitudinale e tre di corso normale. Venivano praticati il disegno d' ornata, gli studi d' architettura, la prospettiva e la figura 11 . I1 direttore di questa scuola Marcello Basilio Mallarini, contribul coni suoi consi~li al trasferin1ento della famiglia Bonzagni a Milano. Proveniente da Osilia in provincia di Savona, Mallarini si trasferl a Cento nel 1881 e diresse la scuola fino alia morte avvenuta nel1902. A Mallarini subentro Giuseppe Costa (1871-1947), autore nel 1919 del rifacimento della facciata del cinquecentesco Palazzo del Governatore, oggi sede della Galleria d' Arte Moderna Aroldo Bonzagni. Marcello Mallarini conferl alia scuola un indirizzo meno artigianale e piu artistico, potenziando i corsi di Pittura e di Scultura12 • Le sue opere di pittura e di scultura che sono oggi reperibili a Cento non ci aiutano a trovare collegamenti con gli sviluppi futuri del giovane Bonzagni. Piu che Mallarini, che tuttavia fu decisive nella scelta adottata dalla madre, Bonzagni subl certamente il fascino delle opere del Guercino, del quale la civica pinacoteca conservava gia un nucleo cospicuo di opere. I1 giovane artista era sicuramente attratto dalla grafica guercinesca che si trovava nella pinacoteca in grande quantita, grazie alia mostra di disegni e incisioni guerciniane allestita nel1891 proprio dal Mallarini nell' ambito del terzo centenario della
Angela Gilli madre di Aroldo Bonzagni, 1914 circa, foto Emilio Sommariva.
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nascita di Giovanni Francesco Barbieri detto, appunto, il Guercino 13 . Per res tare nell'ambito delle sollecitazioni visive e bene precisare che gli affreschi centesi di casa Pannini, eseguiti nel1615 dal Guercino, piu volte citati fra le possibili simpatie giovanili del Bonzagni peri soggetti di carattere popolare e picaresco, non erano piu a Cento perche gia strappati dai muri della casa Pannini dalla meta del secolo e in possesso di famiglie altrove trasferite14. Per apprezzare 1' estro iniziale e Ia precocita attitudinale di Bonzagni, precisamente frail 1899 e il1903 , si segnala 1' esistenza di un libro scolastico intitolato La Storia d'Italz'a, appartenuto allo studente Bonzagni che, non curante del testo, lo utilizzo come passatempo e carta da disegno durante le lezioni di storia. Questo piccolo libro con vari schizzi ci offre un primo interessante spunto per valutare la sua vena umoristica e satirica. I soggetti di questo libretto sono prevalentemente caricature d'insegnanti e compagni di classe, eseguiti dall' artista con grande finezza e facilita di tratto. Oltre aile piccole caricature sinotano anche scene di equitazione e tiro di scherma, sport entrambi praticati dal giovane artista15.
Aroldo Bonzagni 1903-1909 La scena milanese e gli anni di Brera
In merito alla decisiva partenza della famiglia per Milano, anche la biografia scritta dal fratello Peppino sottolinea il ruolo determinante della madre, unitamente al parere decisivo di Marcello Mallarini "che in lui aveva individuato una formidabile promessa e tanto fece, disse e consiglio fino a convincere nostra madre a trasferirsi a Milano, per iscrivere il ragazzo all'Accademia di Brera. Del tutto logicamente contrario nostro padre che per I' eta e la buona posizione professionale in meccanica agricola non poteva concepire per quel trasferimento lo sfasciarsi della sua famiglia - come doveva purtroppo avvenire - e lo avrebbe costretto a vivere solitario lontano dai figli. Irremovibilmente decisa, invece, la madre che, risoluta e vinta la de bole resistenza del marito, di li a poco organizzo la partenza, seguendo come ho detto i consigli del Mallarini, del nostro Sindaco Mangilli, del Marchese Maiocchi e diJ olanda Plattis, altresi esortata da una sorella gia residence a Milano. Ceduto il negozio di stoffe che essa esercitava, ci trasferimmo a Milano: Aroldo quindicenne, assai inferiori le nostre due sorelle. Con questa partenza, per noi birnbi festosa, rna per nostro padre considerata un salta nel buio, si decise l'avvenire di Aroldo Bonzagni"16.
L' artista risulta gia iscritto all' Accademia di Belle Arti di Brera nel1903 e frequento regolarmente i corsi fino al1908, stan do agli atti conservati all' Accademia17, oppure fino all909, secondo le istanze di sus-
sidi inviate dall'artista stesso alia Deputazione provinciale di Ferrara in quell ' an no, come emerge dal testo di Lucio Scardino pubblicato nel catalogo della mostra del1998 18
. Tuttavia Bonzagni interruppe gli studi prima della lora naturale conclusione: "Furono pochi gli anni trascorsi da Aroldo a Brera, giacche- diceva Cesare Tallone -1' allievo poco o nulla avrebbe avuto da imparare e fargli ultimare i corsi normali sarebbero stati anni sprecati, percio venne licenziato innanzi tempo "19 Leonardo Dudreville, arnica sincero di Aroldo Bonzagni nei momenti difficili e compagno d 'avventura nell 'adesione ai principi del futurismo, anch'egli iscritto all'Accademia dall903 , nel Romanzo di una vita ricorda illungo tirocinio presso quella scuola: "Peri pittori, I' Accademia di Belle Arti in quel tempo consisteva in un corso preparatorio, tre corsi di figura, dalla statu a allo studio dell' ornato, della prospettiva, dell' anatomia, dell' architettura e dell'italiano; in un anna di nuda dal vero e due di pittura vera e propria. Totale sette anni"20 .
La contrarieta del padre per 1' avventura milanese della famiglia non lo esime dall' adoperarsi con le istituzioni centesi per ottenere contribuzioni e aiuti economici peril figlio. E interessante la sua istanza indirizzata al Patrimonio degli Studi di Cento il 29 dicembre 190321, data in cui 1' artista non solo e gia residente a Milano rna frequenta Brera (quindi non dal1905, come erroneamente e riportato in tutte le piu recenti biografie). In questa richiesta Felice Bonzagni precisa "l'attitudine palese del giovanetto a progredire nell'arte del disegno", ricordando che il figlio "riusd secondo su trentasei esaminandi, scansando cosi due anni di scuola preparatoria"22. Dagli atti del Patrimonio degli Studi non emerge 1' entita della contribuzione concessa all'artista; emerge invece una successiva domanda sottoscritta da Aroldo Bonzagni stesso il23 dicembre 1907: "conscio del bene gia ricevuto" 1' artist a chiede una "Borsa di studio per far fronte aile non indifferenti spese che egli incontra frequentando ill o Corso Speciale Superiore della Scuola di Pittura" 23 . Non sappiamo se vi furono altri contatti; pur tuttavia, tenendo con to delle affermazioni del fratello dell'artista in merito al brillante superamento della prova attitudinale e a quanta sostenuto da Cesare Tallone, suo professore alla Scuola di Pittura, sene deduce che 1' artista frequento Brera sicuramente dal1903 al1908 e forse anche per parte del1909, per un totale di cinque anni regolari di corso piu una parte incompleta dell 'anno accademico 1908-1909, al posto dei sette anni della durata normale dei corsi. In questo periodo, decisivo per la formazione dell' artista, a Milano c' era una situazione artistica che, solo per semplificare, definiamo articolata in due tendenze diverse e contrapposte: un gruppo di pittori piu tradizionalisti e conservatori, anche se con qual-
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che apertura modernista proprio con Cesare Tallone (fra i professori di Brera era il piu amato dagli studenti proprio per questa motivo), e un altro gruppo d'artisti piu aperti aile novita che provenivano dalla Francia e dalla Germania. Accanto al vigoroso realismo belle epoque di Cesare Tallone, artista amato anche dall'ufficialita delle istituzioni e titolare della cattedra piu importance a Brera, quella di Pittura, da lui tenuta dal1898 al1919, Bonzagni a Milano incontro e apprezzo anche il divisionismo, cioe quell' ala piu modernista i cui principi teorici di scomposizione dei colori porteranno poi al futurismo. In questo contesto, le occasioni per un confronto delle diverse tendenze erano piuttosto frequenti e le opere, pur nella loro diversita, erano costrette a convivere, particolarmente nelle mostre organizzate dall' Accademia nei porticati prospicienti il cortile d'onore e nelle sale del Palazzo della Permanente24 . Le mostre dell' Accademia piu importanti si tenevano fra settembre e ottobre, mantenendo un prestigio assoluto suile altre. Alle mostre biennali dell' Accademia partecipavano vari artisti italiani, con netta prevalen-
za di quelli che risiedevano a Milano. Per parteciparvi bastava farne richiesta e poi sottoporsi al giudizio della commissioned' accettazione formata da professori dell'Accademia. Superato questo scoglio, sempre poco gradito ai piu giovani, si era ammessi a concorrere all'assegnazione dei premi. Bonzagni vi partecipo nel1910, venne rifiutato nel1912 e vi partecipo ancora nel1916 e nell918 . Naturalmente il Palazzo della Societa perle Belle Arti ed Esposizione Permanence non ospitava solo le mostre dell' Accademia, rna ne realizzava anche di proprie (le cosiddette esposizioni primaverili), sotto forma di concorsi a invito. La stessa cos a faceva anche la F amiglia Artistic a, altra storica istituzione milanese tradizionalmente piu aperta ai cosiddetti "esperimenti" dei piu giovani. Gia dal 1908la sua sede e frequentata da pittori "progressisti" come Umberto Boccioni, Romolo Romani, Carlo Erba, Giuseppe Camona, Ugo Martelli, Carlo Carra e naturalmente anche dal ventunenne Bonzagni25. Le mostre della Famiglia Artistica si tenevano a dicembre e venivano chiamate "intirne". "Cesare Tallone, Giuseppe Mentessi, Vespasiano Bi-
li pittore Cesare Tallone con gli allievi del Corso di Pittura all' Accademia di Brera, 1903-1904 circa.
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gnami, suoi illustri insegnanti a Brera, non tardarono essi pure a rilevare nel giovanissimo allievo doti eccezionali d'ingegno sbalordendo- mi diceva proprio Bignami- per la spavalda disinvoltura e facilita con cui- disegnasse o dipingcsse- superava qualsiasi le.zi ne, ·ia si tn.Jtta se di prospettiva, ornato, anatomia o figura, facendosi altcesl no tare per l'i tintiva 'ricerca' di una sua maru.era ribel!e". E ancora Peppin Bonzagni che nel suo ricordo eli Aroldo ottolinea Ia straord.inaria vcrsatilira del fratello pittore, col quale ''risolvcvamo il problema deila vita, empre piu oravos per nostra madre. Egli dipingendo madonne su arazzi o disegnanclo elegami figur ini e mo" delli per note sanorie milanesi chc se lo disputavano per riforn.irlo dei lora abiti, ritenuto, com'era un poco l'arbitro eli eleganza e taJvolta persino eseguendo lavori eli copjsteda per un legale milanese, fratello di Virgilio NulU, affettuo o amico e medico degli arti sti a1 quale Aroldo ed io fummo poi em pre Jegati da fratermi amicizia 26.
Opere di Bonzagni sicuramente databili a questo prima momenta sono rarissime e comunque non sono tali da lasciare intuire lo straordinario sbocco dell' artista dopo il 1909. Oltre al gia citato libro di storia "zeppo di disegni", "madonne eseguite su arazzi" copiate da un prototipo di Nicolo Barabino28, conosciamo un dipinto a olio intitolaro Zcbre del19Q329 il n to Autoritratto del 1905 della Galleria centese' una veduta notturna cU Porta Tici11ese a Milano del 190630, il Ritratto di Gottardo Albanesi eseguito a pastello31
, un olio su cartone raffigurante il Parco di Monza32 e un secondo A utoritratto dell'artista ventenne eseguito a olio nel190733 . A questa periodo appartengono anche il bel disegno Ritratto della madre con lo scialletto34, boccioniano sia nel segno che nell'impostazione, e lo straordinario olio Rievocazione settecentesca35
, premia to 1' anno successivo all'Esposizione Internazionale di Bruxelles, che evidenzia anche la stima di Bonzagni per Previati.
Tuttavia, dai racconti degli amici, viene fuori il carattete ribelle di Aroldo, spesso incline alla satira e alia provocazione, come ricordera Matteo Marangoni sulla rivista "Naturae Arte": "La madre non si scoraggio nell' apprendere le prime monellate del figlio all' Accademia di Brera, dove per far dispetto ai professori copiava l'eterna 'Venere dei Medici' cominciando dai piedi per arrivare alla testa; non lo aveva ripreso e represso quando esordiente, lasciando sbrigliare l'estro scavezzacollo, spaventava i committenti ricchi e borghesi con guasconate e spavalderie pittoriche e politiche, insorgendo contra tutte le convenzioni della societa e degli artisti duttili e bene educati"27
• Da quesre parole, scritte peraltro all'indomani della morte dclJ'anista, emerge con evidenza quello spirito dl r ibellione che trovera nel futurismo una naturale confluenza. All' atteggiamento spavaldo si contrappose purtroppo uno stato di salute malferma, come ebbe modo di scrivere Bonzagni stesso a un'amica nell' estate dell910 in occasione dei salutari agni al Lido di Venezia e come p reciso anch iJ giornalista, amico di famiglia, VincenzoBucci, cbe ricorda Bonzagni sofferente di sinovire a un ginocchio. Per guesto distw·bo alJa grunba nel l 915 l'artista venne riformato dal servizio militare. Sono anni intensi e straordinari, 1' ambiente artisti-co che gravita attoroo a Brera e ricco d .ingegni di ogni naturae Bonzagnl assimila quanto eli meglio e sttinge reciproca e frarerna amidzia con Ca.do Carra, Romola Homani Achille Funi , Arclum de Bresda-ni, Leonardo Dudreville, Mario Chiattone, Antonio Sant'Elia e Anselmo Bucci, tutti suoi compagni di studio all'Accademia, e ancora con Umberto Boccioni, Luigi Russolo, Vindizio Nodari Pesenti e Giovanni Ardy, che partecipavano aile iniziative di Brera senza esserne iscritti.
Aro1do Bonzagni 1909-1910 11 futurismo e il viaggio a Venezia
A,)i in izi del1909 Bonzagni risulta ancora iscritto all'Accademla e frequenra con profitto !'ultimo anno del corso di Pittura, mae probabile una sua interruzione degli stu eli- stan do al Ricardo del fratello Peppino - a causa dei mancati finanziamenti che sarebbero dovuti arrivare, come negli anni precedenti, dalla sua terra d'origine36. Carlo Carra, suo compagno al corso di Pittura, ci offre un ricordo dell'artista: "Bonzagn i, per guamo p vero era uno degli allievi piu elegantl di Brera. eppi poi che, a parte le native attirudini cio i doveva al fatto ch'eg]i i fo1·niva da un ottim sarto, ricompensandolo con. piecoli guazzi alla maniera di Anglada, pittore allora di m da in I talia. Le cocottes forn ivano a Bonzagni gli ar )omenti piu amaenti pr curandogli presto buon nome fra Ja gente mandan a e neJJ ambieme degli artisti milanesi; lui, del resto, per la vivacita del carattete attirava simpatia. Per quanta Ie aspirazioni fossero differenti la nostra amicizia non si estinse col compimento degli studi accademici anzi accrebbe negJi ru1ni che se uiro.no"H. Anche Ma rco Ramperti, sto~ rico gioroallsta dell"'Avanti! '' e autore del prima al"ticolo impo11ante suJJ'anista voluro da Benito Mu -soHni nell9l3, ricordala giovialita dcll'amic piuore: "Pure fra i compagni dl Brer il fe rrarese godeva l'affetto gene.rale; fatto ins lito neUe Accademie di Belle Arti, dove le rivalita, palesate o sottintese, cominciano col primo disegno e la prima pipa. Rivedo Aroldo nel cortile del palazzo gesuitico, dove attorno all'abbellito Napoleone del Canova tra l'uno e l'altro anno scolastico s' aggruppavano gli allievi- Frisia, Biazzi, Carra, Comboni, Romani, Zambelletti e tra essie
• Aroldo, con quel suo limpido sorriso ch'era creduto, ma a torto, canzonatore, in giornaliero battibecco con Paneroni, il randagio bergamasco chenegava la rotondita della terrae frequentava Brera per dare della bestia ad alta voce, e con ricalcate scritte sui muri, agli astronomi della Specola. Bonzagni era il grande amico di tutti gli esseri sbagliati"38 . Anche Peppino nel suo Ricardo presenta un'immagine del fratello amante della mondanita e dellusso: "In quei tempi, con Aroldo, che io andavo a rilevare ogni giorno a Brera, consumavamo una modesta colazione in una piccola trattoria nei pressi di Brera e solo saltuariamente- quando le comuni finanze ce lo consentivano - intercalavamo una colazione di lusso al vicino Cova; giacche mio fratello amava assai ed aveva interesse a frequentare quell' ambiente lussuoso e mondano, ove le 'donne di madreperla'- come egli le definiva - gli fornivano soggetti ed abbondante materia di studio per i suoi disegni e guazzi solitamente improntati ad amara ironia e sarcastica rampogna contra quella societa"39 . La vena provocatoria che si manifested in seguito era gia presente nello studente irrequieto; infatti un altro suo compagno, Augusto Massini, cosllo descrive: "Era il piu indisciplinato fra tutti gli studenti dell' Accademia; era un vera capo di parte contro tutti i regolamenti e contra tutte le autorita [ ... ] Ma alla fine di ogni anno il Consiglio accademico finiva col premiarlo"40. Dipinti, tempere o disegni sicuramente databili a questa periodo intermedio, compreso fra la condusione degli studi (1909) e 1' adesione al Manifesto dei pittori /uturisti (1910) sene conoscono pochissimi. Anzi e bene rilevare che la datazione delle opere di Bonzagni non e mai agevole, perche 1' artista raramente pone delle date in cake aile sue opere; inoltre, bisogna prendere atto anche delle discordanze che esistono fra datazioni diverse di una stessa opera, nei cataloghi e nelle monografie dedicate all'artista. Alcune di queste incertezze vengono facilmente risolte osservando con attenzione I' opera, come nel caso dell' olio Rievocazione settecentesca, pubblicato piu volte come del 1910 mentre risulta datato 1909 (mese di aprile); cosl pure un disegno politicamente significative come gli S/ratti in via Palestrina41 , piu volte riferito al1912 e invece eseguito fra matzo e aprile del1909 per un numero della rivista settimanale di satira politica "Babau"42. Sicuramente appartenente al1909 (in quanta data to) e il magnifico disegno a inchiostro Mia madre43, che rivela una sintesi e una comunanza con Umberto Boccioni, la cui frequentazione reciproca proprio a questa data e certa. Infatti, gia nel dicembre 1909 1' artista centese partecipa a una mostra collettiva alIa Famiglia Artistica assieme a Carra, Camona, Romani Russolo Erba e Boccioni. Siamo cosl giunti al ' )
amomento cruciale della nascita del futurismo e al-l'intrecciarsi del movimento con la storia del venti-
duenne Bonzagni, futurista convinto almena nelle dichiarazioni sottoscritte nei tre manifesti firmati fra gennaio e luglio 1910. Proseguiamo in or dine cronologico per capite bene le tappe della sua adesione. Filippo Tommaso Marinetti ideo e creo il futurismo a Milano, anche se la prima sua comparsa la fece in lingua francese sul quotidiano "Le Figaro" il20 febbraio 1909. A questa data Marinetti viveva a Milano da quindici annie aveva vissuto quel clima di rinnovamento industriale, urbano e sociale che agitava il capoluogo lombardo44 . Decisivo fu l'arrivo a Milano di Boccioni gia dal settembre 1907 e il suo ingresso alla Famiglia Artistica, frequentata anche da Carra, Russolo, Romani e dal nostro Bonzagni. Dopo l'uscita in lingua francese, il testo Fondazione e manzfesto del Futurismo viene proposto anche in italiano sul n. 1-2 (gennaio-febbraio) di "Poesia", la rivista internazionale fondata dallo stesso Marinetti a Milano nel 1905, la cui copertina venne disegnata da Alberto Martini. In questa manifesto di carattere generale si parla essenzialmente di poesia e di letteratura, non ancora di pittura. Per capite l'entita e la complessita di questa fenomeno e utile sapere che, dal1909 al1916, il movimento futurista pubblichera numerosi manifesti specifid sui diversi linguaggi espressivi, dalla pittura alla scultura, dalla letteratura alla cinematografia, dall' architettura alla politica, dalla music a al teatro, dalla danza al varieta45 . Un'annotazione di Carra ci ricorda che gli artisti Boccioni, lo stesso Carra, Russolo, Romani e Bonzagni, prima d'incontrare Marinetti nella sua casa di Milano gia si frequentavano assiduamente: "Ci trovavamo tutte le sere nel milanese Caffe del Centro di via Carlo Alberto che fu per noi quello che peri pittori macchiaioli fu il Caffe Michelangelo di Firenze. Si facevano allegre e sfrenate discussioni e la pittura in voga allora a Milano veniva da noi ritenuta un ingombro fra i piedi. Si diceva moderno e i ponti con quella vecchia pittura erano rotti. Non ci importava sapere dove si volesse andare· ci bastava il forte desiderio di fare del nuovo"46.
A ,parte Marinetti, il cui prestigio culturale e pari aile sue disponibilita economiche, i pittori sono poverissimi e l'incontro con Marinetti, per molti di lora, rappresenta una via d'uscita dall'isolamento e dal bisogno. A questa pun tole date, confrontando studi e testimonianze, sono discordanti in merito alla famosa visita dei primi firmatari nella casa di Marinetti a Milano. Aldo Palazzeschi e testimone involontario dell'incontro dei pittori con Marinetti. Egli si recava spesso in via Senato a passare delle ore con Marinetti: "Si parlava esclusivamente del mondo letterario e di poesia, rna nel gennaio 1910, in un altro pomeriggio e alla medesima ora, eravamo soli in quel salotto dove mi accorgevo essere Marinetti anche piu movimentato del solito, impaziente, inquieto come chi aspetta qualcheduno che ritarda; e ogni tanto fissan-
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domi rideva sotto i baffi sul pun to di volermi dire qualcosa fino a quando venne suonato il campanello e nell'oscurita dell'attiguo corridoio d'ingresso, dove erano in fila , come sull' attenti per salutare gl'infiniti visitatori, degli enormi vasi cinesi alti quasi quanto le persone e da cui sbucavano mazzi di fogliame dorato con innestate a guisa di frutti un'infinita di lampadine elettriche accese in permanenza, e al seguito della Nina, apparizione celeste, uno dopo 1' altro silenziosi come ombre quattro uomini vestiti dinero dall' aspetto misterioso e quasi in uniforme, apparizione che produceva il clima di un presbiterio o quello di una congiura [ ... ] e che la Nina fece accomodare nell' attiguo salotto, quello dell' organo. Non appena entrati Marinetti disse toccandomi il braccio: 'aspettami qui, torno subito'. Durante quattro ore nel salotto vicino si era stabilita una vera e propria orchestra, voci altissime e disperatissime si alternavano [ ... ]Aile sette, dopo quattro ore delle quali avevo approfittato per mettere in pari lamia corrispondenza, andai via e pregai la Nina di dire a Marinetti che mi sarei trovato al Savini alia mezzanotte come also lito "47 . In quelle ore di discussione venne abbozzato il Ma nzfesto dei pittori/uturisti e venne assicurato soprattutto I' appoggio economico di Marinetti attraverso le proprie edizioni. Apprendiamo, sempre dalla nota di Palazzeschi, che "Marinetti, giungendo al Savini quella sera, aveva un aspetto come mai gli avevo visto [ ... ] disse stringendomi una mano: 'e nato il Futurismo anche in pittura"'. An cora Palazzeschi: "Le quattro ombre vedute sfilare nell'oscurita del corridoio erano Boccioni, Russolo, Carra [ ... ] e un quarto che per difetto di coraggio molto probabilmente si dileguo subito dopo". Palazzeschi non ci dice il nome del quarto uomo, forse per rispetto nei suoi confronti, tuttavia poteva essere Romola Romani o Aroldo Bonzagni. Su questo dettaglio anche Carra non precisa, pur tuttavia afferma: "Il mattino seguente Boccioni, Russolo ed io ci riunimmo in un caffe di Porta Vittoria, vicino alle nostre case, e con molto entusiasmo abbozzammo uno schema del nostro appello. La stesura definitiva fu piuttosto laboriosa: ci lavorammo tutto il giorno noi tre e la sera, insieme con Marinetti e con 1' ausilio di Decio Cinti, segretario del gruppo, lo completammo in tutte le sue parti, e, fattolo firmare anche a Bonzagni e aRomani, passammo il testo alia tipografia. Diffuse in molte migliaia di copie, alcuni giorni dopo, quel grido di baldanzosa e aperta ribellione, nel grigio cielo artistico del nostro paese, fece 1' effetto di una violenta scarica elettrica [ ... ] coni n uovi compagni di fede sorse !'idea di costruire un gruppo ben said , per far argine alia violenta reazione scatenatasi in quei gior· ni contro di noi. Reazione di tale asp rezza da impaurire gli amici Romola Romani e Aroldo .Bonzagni e farli recedere dalla partedpazione al movimento"48 .
La deduzione di Carra none esatta, come vedremo: non fu la paura a far recedere Bonzagni dal futurismo, rna precise questioni solo di carattere stilistico e di linguaggio pittorico. Il Manz/esto dei pit tori futuristi, redatto nella seconda meta del mese di febbraio, esce dapprima sotto forma di volantino a quattro ante senza data con le firme di Boccioni Carra Russolo , Bonzagni e Romani, a cura della redazion~ di "Poesia" che lo allega al primo numero della rivista del1910. Da questo momento in poi, mentre Romola Romani viene subito sostituito con Gino Severini, Aroldo Bonzagni non solo partecipera con i futuristi alle serate di presentazione del Mam/esto, rna sottoscrivera anche i due seguenti manifesti prima di essere sostituito anch'egli con Giacomo Balla da agosto in avanti. Bonzagni e un artista convinto e per nulla impaurito dalle reazioni: e spettatore al Teatro Lirico di Milano il15 febbraio, occasione nella quale Marinetti e fermata dai carabinieri per manifestazione irredentistica49, e protagonista, assieme agli altri quattro del gruppo, al Teatro Politeama Chiarella di Torino in una serata affollatissima che si concluse in modo violento con lando di ortaggi su Marinetti e sui cinque pittori che, non curanti dei fischi, proseguirono nella lettura dei brani50. Assieme a Boccioni, Carra e Russolo, Bonzagni partecipa anche a una mostra intitolata Bz'anco e nero e allestita alia Famiglia Artistica dal19 marzo al3 aprile 191051.
IlManz/esto deipittorzfuturisti e ancora molto generico nelle affermazioni: "Suvvia! Finiamola, coi Ritrattisti, cogl'Internisti, coi Laghettisti, coi Montagnisti! [ ... ] Li abbiamo sopportati abbastanza, tutti codesti impotenti pittori da villeggiatura!". C' e anche un passo nelManz/esto che fa pensare proprio a! contribute di Bonzagni a! testo, perche si rileva una straordinaria coincidenza fra quanto sottoscritto e i soggetti dalui trattari dall910, particolarmentequando si richiama alia vita fr netica delle grandi capitali, "alia psicologia del nottambulismo, aile figure febbrili del viveur, delle cocotte, dell' apache e dell'alcolizzato". Gli au tori del Manifesto dovettero accorgersi della genericita di alcune affermazioni, tanto che l' 11 aprile 1910 venne diffuse un secondo manifesto, sempre sotto forma di volantino edito da "Poesia", intitolato La pz'ttura futurista- Manifesto tecnz'co e firmate da Boccioni, Bonzagni, Card, Russolo e Severini, che qui esordisce prendendo il posto di Romani. Rispetto al precedente manifesto, s'avverte un progresso verso 1' attuazione di un programma di pittura futurista. In questo nuovo testo vengono fissati punti "di una nuova sensibilita completamente trasformata" e viene affermato un nuovo modo di affrontare il quadro: "noi porremmo lo spettatore a! centro del quadro" attraverso il "complementarismo congenito". Il "complementarismo congenito" e una
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w di divisionismo m dern " re come sensazi · sor . b . .
, dinamic<1" . Concett1 an cora oon en prec1satJ ma n~o: 11 J' B . . C ' "U 1 e riboll n n a mente 1 oc 10 111 e arn1: ge· c
1 per noi non sa ra piu un momenta fe rmat del di-
sco l . namism universale: sara decisamCllte: (} sensazto-e dinamica ecernata come tale. Turt s1 muove, tut
~0 corre [ .. .] le cose in movimento ·i m ILipHcano ·i deformano susseguendo i, come vibrazioni [ . . . ] C · ·1un cavall in corsa n n ha quarrro gambe: ne ha ven ti i !oro movimenti sono triangolari [ ... )Per dipingere una figura non bisogna farla: bisogna fame
)'atmosfera". p
0chi giorni dopo il lancio del Mamfesto tecnico,
iVIarinetti organizza una nuova serata dei pittori futuristi al Teatro Mercadante di Napoli, il 20 aprile 1910, con !a collaborazione di Francesco Cangiullo. La vicinanza delle due date (11 e 20 aprile) significa che l'organizzazione della serata napoletana e la stesura del Manz/esto tecnico si so no sovrapposte: i grandi manifesti bianchi e le locandine di formate minore, fatti preparare da Marinetti alia redazione di "Poesia" , annunciano la presenza in sala dei pittori Boccioni, Bonzagni, Carra e Russolo; Severini e as· sente perche si trova a Parigi. In quest'occasione avviene il primo strappo fra Bonzagni e gli amici . L' artista, pur inserito e in modo ben visibile nei manifesti e nelle locandine, dichiara forfait e diserta la manifestazione di Napoli. E molto strana, quasi incomprensibile, questa prima defezione di Bonzagni, soprattutto se consideriamo che l'artista non rompe affatto con gli amici futuristi, perche il27 aprile, dopo soli sette giorni dalla mancata trasferta di Napoli, Bonzagni sottoscrive un nuovo manifesto, il Manz/esto contra Venezia passatista, stampato anche sotto forma di volantino e lanciato in migliaia di copie la sera dell'8luglio dalla Torre dell'Orologio di Piazza San Marco a Venezia sulle teste dei villeggianti che facevano ritorno dal Lido. L'estate del1910 per Bonzagni non si conclude con illancio dei volantini: egli e a Venezia, quasi da protagonista, grazie al viaggio premia concessogli dall' Accademia di Brera; partecipa in municipio a una serata mondana, scrive a un'amica, probabilmente alla fidanzata Ginetta Gignous, dei vantaggi che la sua salute malferma trae dai bagni al Lido e si sofferma sulla bellezza delle donneche a Venezia "sembrano frutti maturi cad uti nell' acqua da cogliere a volont3"52 . Un altro avvenimento al quale Bonzagni ha partecipato, trovandosi aVenezia, e l'inaugurazione, il 16 luglio, della mostra estiva di Ca' Pesaro, dove 1' ami co Boccioni, presentato da Marinetti, esponeva ben quarantadue opere tutte ancora legate alia sua fase prefuturista. L'incoerenza delle opere esposte, ancora tutte divisioniste, con il contenuto delle dichiarazioni dei due manifesti futuristi viene rilevata con perplessita dai critici pili attenti. Il vero e proprio futurismo in pittura non si
era ancora concretizzato. Teniamo presente che Venezia in quell' anno offriva ai pittori un' occasione unica per vedere novita provenienti dall'estero: ai giardini della Biennale era allestita la Nona Esposizione Internazionale d'Art e. In quella sede Bonzagni ha sicuramente apprezzato le opere di Gustav Klimt (1862-1918) esposte nel padiglione austriaco e quelle di Ignacio Zuloaga (1870-1945), pittore spagnolo allora moho noto in Italia. Nella sezione dei giovani primeggiava Felice Casorati; inoltre erano esposti due quadri dell'amico Romolo Romani, !a cui presenza, in una sede tanto prestigiosa, venne sfruttata dai futuristi che distribuirono, in quella stessa sala, i famosi volantini firmati anche da Bonzagni53
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Quale stata allora !a goccia che fece traboccare il vaso, facendo disertare Bonzagni dalla manifestazione di Napoli? Cos a esattamente 1' artista non accetto del Manzfesto tecnico che pure sottoscrisse? E molto difficile dare una risposta, tuttavia sono convinto che Bonzagni sostanzialmente era in pieno accordo sui principi generali del Mam/esto tecnz'co, mentre non pot eva condividere !' affermazione boccioniana che "non puo sussistere pittura senza divisionismo". n fat· tore tecnico, motivo principale del distacco di Bonzagni dai futuristi, si legge anche in una lettera di Boccioni spedita a Gino Severini dopo l'agosto 1910: "Caro Gino, ti sono per chiedere segretamente (!) il tuo giudizio su chi puo ancora firmare il manifesto nostro [ ... ] Noi cifidiamo completamente del tuo giudizio rna ti debbo avvertire che le firme devono essere di giovani assolutamente convinti di cio che il manifesto afferma. L'adesione deve essere completa e senza restrizioni men tali [ .. .] Ci vogliono giovani (e ce ne sono pochi) di fede e abnegazione sicura [ ... ] Marinetti ha mandate a tutti i letterati, giornali, riviste ecc. del mondo il manifesto qui unito del quale sara fatta pero una ristampa in cui si potranno aggiungere le firme che credi opportune. Mi raccomando di nuovo a nome di tutti la massima severita nella scelta. Tu vedi che gia uno (il Bonzagni) non firma piu il manifesto perche non e convinto del divisionismo [. .. ] Questo fatto e noiosissimo perche da a credere agli imbecilli che gl'intelligenti ci abbandonino!!! Noi ne abbiamo rifiutati a decine quali Dudreville che tu conosci. Percio non temere scrivi pure senza ritegno chela cosa resta tra noi [ ... ] io ricomincio a lavorare dopo le battaglie di Napoli e di Venezia. ARoma, Balla scoraggiato con qualche quadro zoppicante ma sempre forte. Lo soffocano! Da tre anni non vende [ .. . ] Sironi, completamente pazzo [ ... 1 non chiava pili, non parla pili, non studia piu [ ... ] Ci disapprova" 54
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Come emerge dalla lettera di Boccioni, e dalla fine di luglio che Bonzagni si dilegua dalla storia del futurismo per venire sostituito, rna non immediatamente da Giacomo Balla ch'era stato il maestro di
' Boccioni aRoma. Nella famiglia Bonzagni, lo stacco
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dal futurismo venne preso con soddisfazione; la sorella Elva ricorda che "Aroldo si ritiro subito dopo dal Futurismo per non angustiare troppo nostra madre. Le soirees d'avanguardia erano pericolosissime per la salute, si veniva violentemente beffeggiati e anche picchiati e a nostra madre Angela venivano le palpitazioni ogni volta che Aroldo vi partecipava "55. II fratello Peppino ricorda solo che "Aroldo silimito a commentare: non e una cosa serial". Tuttavia Bonzagni non rompe 1' amicizia, continua a esporre con i futuristi, come nella mostra del27luglio dell' Accademia di Belle Arti alia Permanente. Un'altra occasione per ritrovarsi insieme veniva a ottobre dall'Esposizione Nazionale di Belle Arti Biennale di Brera, dove una commissione, composta da pittori e scultori, sceglieva le opere per I' esposizione e una giuria assegnava i famosi premi in danaro Principe Umberto. Nell910 i due premi dilire 4.000 vennero vinti da Emilio Borsa e Baldassarre Longoni; pur tuttavia, il critico Guido Marangoni, che nei giudizi non si dimostra particolarmente tenero coi partecipanti, ha parole di elogio peril nostro: "Aroldo Bonzagni invece si ispira alle dame notturne e ne schizza le figure imbellettate sotto la luce elettrica in una piccola genialissima tela"56. L'anno si conclude con un'altra mostra nella quale Bonzagni e ancora assieme a Carra, Boccioni e Russolo: si tratta dell'Esposizione Intima Annuale allestita alia Famiglia Artistica dal20 al31 dicembre 191057 •
Aroldo Bonzagni 1911 Le prime esperienze d'illustratore e le pitture murali di Modena
Alia fine del1910 i destini artistici di Bonzagni e dei cinque firmatari del Manifesto tecnico della pittura futurista erano definiti, anche se e an cora possibile trovare nelle mostre opere di Bonzagni accanto a quelle, non ancora futuriste, di Boccioni, che solo dal 1911 comincia ad applicate i nuovi principi estetici ("complementarismo congenito, dinamismo e simultaneita"). Bonzagni non tradisce la sua connaturale abilita pittorica, scegliendo la liberta dagli schemi. Mentre Boccioni e il protagonista delle manifestazioni futuriste che Marinetti organizza a ritmo continuo in varie parti d'Italia e all' estero, Bonzagni accentua un atteggiamento "futurista" di spavalda opposizione ai "passatismi", alia cultura accademica e borghese e all'ipocrisia della societa, eseguendo alcuni dipinti ispirati a tematiche futuriste quali la velocita e la potenza della macchina: "Certe sue figurazioni di locomotive fumiganti sotto le tettoie, fra l'intrico delle putrelle, delle catene, dei bracci delle gru, danno il senso nitido della lucentezza del metallo levigato dalla forgia e dall'uso come del tumultuoso movimen-
to della piccola umanita ignara e schiava della macchina. Qualche cos a della strapotente vitalita dell' artista, tenta Ia di instradarsi sulla lucidita di un binario; ad acquistare, si direbbe, meccanica automatica irresistibile potenza di impulso, di slancio e di effet~ ti"58. Oltre a queste interessanti opere sui treni in corsa e la velocita59, Bonzagni esegue anche una serie di tele di getto, con grande padronanza del mezzo pittorico (Cavalieri antichi e Cavalieri in combattimento)60, che si collegano per stile e soggetto aile pitture murali eseguite nella Villa San Donnino, oggi Lanardi, nei pressi di Modena. Nello stesso anno Bonzagni inizia anche la prediletta satira di costume, ispirandosi alia borghesia milanese che frequentava I'ippodromo a San Siro, ii Teatro alia Scala e le caffetterie. A questi soggetti mondani 1' artista dedica alcune tempere, straordinarie per qualita pittoriche e valenze cromatiche, dimostrando gia una piena autonomia espressiva e una forte personalita, propria e inconfondibile. Nelle bellissime sale del palazzo di via Principe Umberto alia Permanente, Bonzagni partecipa alia mostra collettiva primaverile61 e in tanto comin cia a collaborate a alcune riviste. Peril "Nuovo Teatro" (15 gennaio 1911) esegue Impressioni scaligere al balta "Cleopatra", mentre con Ia ben piu importante "Rivista Mensile del Touring Club" comincia una collaborazione che si protrarra per anni62 . In Italia, le nuove tendenze moderniste art nouveau erano state recepite con un certo ritardo rispetto alIa Germania, all' Austria e alla Francia; in questo periodo si diffonde un'attivita del tutto nuova e anche redditizia peri pittori: l'illustrazione. E un momenta straordinario per la nascita delle piu belle riviste europee, che costituiscono una palestra per tutti i piu noti e abili pittori dell'epoca, fra loro in concorrenza per pubblicare disegni su "I tali a Ride", "Novissima", "Varietas", "ArsetLabor", "LaLettura", "Scena Illustrata", "II Secolo XX" e le straniere "FrouFrou", "GilBlas", "LeRire", "LeSourire", "Assiette auBeurre", "La VieParisienne", "Jugend", "Simplicissimus" e "Fliegende Blatter". L'impresa piu importante che 1' artist a realizza nel 1911 e a pochi chilometri dalla sua citta natale: si tratta delle pitture murali (non sono affreschi rna una tecnica mista d'olio e tempera su muro a secco) partate a termine nel mese di novembre nella villa, costruita aile porte di Modena fra il1905 e il1910, dai coniugi Claudio San Donnino (figlio del senatore e sindaco di Modena Pier Luigi) e Margherita Rizzi (figlia di un industriale dell'epoca), oggi Villa Lonardi. Questo importante lavoro di Bonzagni si deve all'interessamento di Ginetta Gignous, fidanzata di Aroldo e sorella di Maddalena Gignous, fidanzata e poi moglie di Ferdinanda Benvenuti, architetto milanese progettista della villa di Modena. L'insieme e di estrema suggestione per la coerenza stilistica con
ui e stato ural gni piu piccolo dettaglio di un raf;lnatissimo gusto liberty, dalle prezios inferriaLc ai graffiti esre.rni (figure fcmminili enrro ovali, ideate anch'es-e da Bonzagni . Illavoro piu significativo, l'artista lo
:segul sulle pareti interne nel grande ~rrio d'a~cesso; in questo vano asimmetrico Bonzagm ha dtpmto, Ln successione continua, dieci scene: una raffigura~ione aJlego.rica in cui, accanto a un alb r con frutu, due purti giocosi rengono dei cartigli; il econdo il terzo riquadro raffigurano rispettivamente un freddo paesaggio nordico all a Turner (Le tenebre) e un 'assolata campagna (La luce); segue quindi un episodio bellico (forse il piu riuscito della serie), nel quale alcuni cavalieri osservano un campo di battaglia disseminate di cadaveri (La guerra o I.: odio); poi altri quattro riquadri, con la funzione di sovrapporte, con un piccolo Nuda /emminile, una Spada con serpi aggroviglz"ate (per richiamare lo stemma dei San Donnino) e due paesaggi con alberi. Infine, concludono la fascia pittorica una Marina con velieri in navigazione e un Paesaggio con albero in prima piano e due am anti abbracciati sotto le /ronde. AI Bonzagni spetta anche il plafond della scala, dove ha contrapposto fiori variopinti a un cielo sereno, gli stemmi nella sala da pranzo e forse anche i pavoni della camera da letto. Nello straordinario gusto liberty dell'insieme, la presenza di Bonzagni emerge in modo netto e predominante: l'artista dimostra d' apprezzare la cultura simbolista di Previati, unitamente aile recenti novita futuriste (l'insistenza sulla luce e sulla tecnica divisionista), e soprattutto la secessione tedesca e austriaca (non dimentichiamo che nel1910 a Venezia aveva ammirato le opere di Klimt) come pure I' espressionismo nordico di Ensor e Munch. In queste opere, piu che Toulouse-Lautrec e Beardsley, Cappiello e Dudovich, e la culturaJugendstil che Bonzagni mastica, sono le riviste tedesche "Jugend", "Fliegende Blatter" e "Simplicissimus" ad affascinarlo, piu che le francesi "Le Rire" e "Assiette au Beurre". E attratto da Rops come da von Stuck, filtrati dai toni forti e freddi degli espressionisti europei (Kirchner e Munch).
Aroldo Bonzagni 1912 Dai "cartelloni" sulla guerra italo-turca all"'Avanti della Domenica" e dalla X Biennale veneziana alla mostra dei "Rifiutati" al Cova
La guerra italo-turca per la conquista della Tripolitania e della Cirenaica, voluta dal governo Giolitti, cominciata il5 ottobre 1911 con l'occupazione di Tripoli da parte delle truppe italiane e conclusa il18 ottobre 1912 col trattato di Losanna che riconosceva la Libia all'Italia, offre a Bonzagni uno spunto straordinario per una serie di grandi tempere. "Ebbe cosl inizio il suo sfogo esplosivo con quei 'Cartelloni' ri-
masti famosi che settimanalmente [o quindicinahnente] andava esponendo neUe grandi vetrine di una sartoria inglese [Hig Life Taillor] e della Columbia Phonograph, en tram be in via Dante. In quei cartelloni di grandi dimensioni egli si divertiva a dar fuoco a! suo inesauribile umorismo [ ... ] Erano caricature di graneli dimensioni, superbe per concezione, potenti nel disegno, smaglianti nei colori che egli creava in poche ore e lo resero subito popolare ai milanesi [ ... ]Non poche volte dovette intervenire la Questura ed il censore Interlandi, forse ei pure segretamente divertito, era costretto a ordinarne Ia copertura [ .. .] operazione questa solitamente affidata a due guardie regie che per adempiere il dovere erano costrette a issarsi su una scaletta- pennello e pentolino di colla alia rnano - per calare il sipario con vecchi giornali sui misfatti dello spirito sbeffeggiante eli Aroldo" 63 . Queste sono le parole del fratello dell' artista. Queste grandi tempere ottennero i consensi non solo del pubblico e degli amici di Brera rna anche degli organi di stampa e delle riviste piu importanti: Giannetto Bisi su "Emporium" (giugno 1913), Fausto Valsecchi su "II Secolo XX" (1913, n. 222) in occasione della Mostra della Caricatura di Bergamo, e Dino Alfieri su "L'IIlustrazione Italiana" (1913, n. 44). La Galleria possiede due di questi grandi "cartelloni" superstiti: "Di tutti quei cartelloni [ ... ] solo pochissimi rimangono oggi in It alia, purtroppo [ ... ] la Compagnia inglese proprietaria decise di inviarli in Inghilterra ove oggi si trovano. A noi rimangono, e non tutte, le belle foto- riproduzioni dovute alla affettuosa lungimirante previdenza di Emilio Sommariva"64. Quanti furono questi grandi "cartelloni" oggi non ci e dato conoscere: Guido Marangoni nel1920 parla genericamente di "150 cartelloni"65 . Personalmente sono a conoscenza di quarantatre diversi soggetti, una trentina a contenuto politico e tredici con tematiche musicali. Da questi grandi "cartelloni" emerge una personalira politica difficilmente incasellabile entro schemi di partito. Pur avendo mostrato simpatie peril Partiro Socialista, Bonzagni mette in ridicolo figure carismatiche del partito come Filippo Turati, al quale dedica ben due "cartelloni". Ancora alPartito Socialista, in particolare al suo organo di stampa l'"Avanti! ", 1' artista dedichera un altro "cartellone" in cui contesta la posizione del giornale contrario alia guerra libica. La collaborazione del pittore con il Partito Socialista e documentata dall'8 febbraio 1912, data nella quale Bonzagni comincia la produzione di tavole per l'"Avanti della Domenica", settimanale illustrate del quotidiano I'" Avanti! ". F u una collaborazione breve rna intensa: infatti, su undici numeri della rivista (dal n. 3 dellS febbraio 1912 al n. 14 dell a
maggio 1912) ben dieci pubblicano in qu~rta di copertina una tavola a colori di Bonzagni. E naturale
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domandarsi perche una cos! breve collaborazion con l'organo del Partito Socialista, che invece l'aveva annunciata con entusiasmo ai propri lettori: "Fanna cosila conoscenza di un artista singolare e vigoroso del quale ci siamo assicurati la collaborazione". Per cap ire la disinvoltura di Bonzagni nell' ambiente politico milanese, possono esserci d' aiuto alcuni articoli apparsi sui giornali dell'epoca. Marco Ramperti, giornalista e amico di Bonzagni, precisa che i disegni satirici dell' artista "colpivano tutti: uomini, idee, imprese, partiti: senza distinzione [ ... ] e ci fu anche chi allora, propose a me d'offrirgii un'assietteau beurre umoristka nelJ'Avanri! tanto egli ~tppariva designata c me .l'amiborghese per eccellenza e fu, colui, Benito Muss lini , atruale Presidente de./ Consiglio. Io gli avevo fatto osservare che il Bonzagni s' era qualche volta, e acerbamente, beffato anche dell'Avanti!. Non importa- fu la risposta- quando ci conoscera ci amera" ("li Secolo", Milano, 19 febbraio 1923 ). Ancora Ramperti: "Una terza volta infine, !'invito a scrivere di lui fu quasi un comando: rna come non avrei acconsentito a quest'ordine dato chel'eseguirlo m'avrebbe fatto tanto piacere e che ancora piu se ne sarebbe compiaciuto Benito Mussolini? Si ritrovera infatti I' articolo, due colonne d' apertura in terza pagina, nella collezione dell' Avanti! di quarantacinque anni fa, allora che il futuro Duce degli Italiani dirigeva il quotidiano socialista e il sottoscritto n' era lo scalpicciato rna benaccetto collaboratore. Mussolini aveva riso di vero cuore- e la ilarita tra l'una e I' altra rabbiosa polemica con Borgese o con Monicelli non gli era tanto abituale- innanzi a certi cartelloni di Bonzagni" ("Roma", 4 marzo 1958, p. ). L'articol al quale i rifedsce Ramperti si trova in d ppia colonna nella terza pagina del I. "A van ri! " I ell 0 dicem b1· 1913: ' Bonzagni non deve troppo affren:arsi- ia pure pe · runore del Carriere- a rinnegare la sua nomea di sovversivo. Noi abbiamo conosciuto ed amato Bonzagni salace e motdace, naso al vento e mani in tasca. E inutile ch'egli tenti di cancellate quella simpatica immagine di monello e vantando una indipendenza che vorrebbe di-re djjettantismo [. .. ] sconsacri quegli istinti cui natura Jo riconduce. Voglia o non voglia, egli e dei nostri [ .. . ] E un socialista? Non i.mporr:a. sapere. E un demolitor . Chj aggrottera le ciglia aJ suo nome ricordando I' acre suo commento a qualche uomo o fat-to di casa nostra: il centauro socialista recalcitrante
non torbido, Iascia vedere il fonda: il fondo c rivoluzionario. Le sue contraddizionj non contano" (Mar. co Ramperti, l"'Avanti! ", 1 dkembre 1913). li gi rnalista rumosu·a eli conoscere bene I artista e anch il suo impegno politico; e chiar·o H riferimento a Benito Mussolini che proprio nell912 si era trasferito da Forll a Milano per entrare nella direzione del quotidiano l"' Avanti! ". II settimanale illustrato del Partit S cialista 1"' Avanri deJJaDomenica" aveva cominciato Ia pubblicazionc nd 1903, come supplemento domenicale dell"' Avanti! ",per contrapporsi ad altri settimanali quaJj ' LaD menica del Carriere" e "Tribuna Illustrata", considerati dai socialisti troppo "borghesi". La redazione del giornale socialista venne spostata da Firenze aRoma, fino all'interruzione clell907 e la ripresa milanese dell912 per soli quaramaquartro fasci coli da febbraio a dkembl'e. Questa serie miJaoese si rivolge a un pubblico pop lare e natmalment ' pres nra le tavole a col ri su i tipo di queUe de "La Domenica del Carriere" in quarta di copertina. Le tavole a colori di Bonzagni cominciano col n. 3 del18 febbraio, dove e salutato da un redazionale incoraggiante; in realta la collaborazione di Bonzagni, assidua nei primi mesi (eseguira ben dieci tavole peri nn. 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 11, 12 e 14), cessa col n. 14 dell o maggio e nei numeri successivi il giornale non fornisce ai lettori akuna spiegazione deJJ'imer~uzione. Questo sjjenzio puo ignificare che l'att ggiamento spavaldo di Bonzagni puo avere urtato quell personalita del Partito Socialism che non gradivano la sua satira troppo disinvolta. n giornale sostituira Bonzagni coi pittori Celmo e Baldassarre (che si firma coo I p eudonim di Gip), rna la qualita mediocre di entrambi. non e neppure confrontabile alia classe e alla bravura del centese.
o la bella Filippa abboccante un fiasco, non deve credere a una ventaruola volgare, a uno di quei ragazzi dall'animula doppia e male odorante come le cipolle [. .. ] Bonzagni e troppo artista per non pati-re di tanto in tanto qualche suggestione contraddittoria ed e troppo giovane per resistervi: ragione per cui, quando il capriccio gli frulla, fa uno sberleffo anche agli amici; e pen) il suo cuore, ch'e inquieto rna
Bonzagni continua la sua collaborazione alia "Rivista Mensile del Touring Club "66 e in tanto si prospetta !'invito alia Decima Esposizione Internazionale d' Arte della citta di Venezia. Alla prestigiosa mostra si accedeva per invito diretto oppure per accettazione, sottoponendosi al giudizio della giuria che recepiva le proposte di partecipazione che pervenivano da ogni parte d'Italia. li 25 marzo viene diffusa la lista degli artisti ammessi e fra essi, oltre a Bonzagni, vi sono anche alcuni suoi cari amici, come Aldo Carpi, Giannino Castiglioni, Ugo Martelli e Raul Viviani. Il25 aprile viene inaugurata a Venezia laX Biennale (rimarra aperta fino al Jl ottobre). L'avvenimenro coincide anch e con l'inaugurazi ne del campanile di San Mru·co, rico truito dopo il crollo rovino o dell902. Bo.nzagni espone due opere nella Sa-l a Internazional Oa n. 20): Tmpressio11e (fL Veglione alla Scala) e Locomotive. La Biennale pre enrava altri rutisti congeniali al nostro l)ittore: il padiglione belga aveva una sala personale di Fernand Khnopff, mentre fra gli italiani, accanto a Bonzagni, vi erano
Alberto Martini, Gaetano Previati, Ca~illo Innoc_en-. Plinio Nomellini, Felice Carena eLmo Selvauco. ~~ questo contesto le due opere di Bonzagni si~uramente si notavano, se non altro per la loro sqUlllante valenza cromatica e la grinta pittorica. Sono mesi d'intenso lavoro che permettono a Bonzagni di produrre capolavori, come Londra sotto Ia ioggia e Croci/issione; quest'ultima nota solo attra-p ,.
verso fotografie d'epoca. A questa punto s mnesca una nuova importante puntata nella vita di Bonzagni, collegata alle famos: mostre ?ienna_li che 1' Accademia di Brera orgamzzava net salom del Palazzo della Permanente. Il13 luglio 1' Accademia nomine la giuria di accettazione che risultava cosl co~p?sta: Marco Calderini (pittore), Cesare Laurent! (pittore), Vittore Grubicy de Dragon (critico d'arte, gallerista e pittore), Pompeo Mariani (pittore), Achille Alberti (scultore), Ernesto Bazzano (scultore) e Cesare Zacchi (scultore). Il30 agosto, in seguito al rifiuto, da parte della commissione, delle opere di Bonzagni Croczfissione e La danzatrice (Moti del ventre), ] 'artist a spedisce una lettera di fuoco al critico Grubicy tacciandolo di "mancanza di coraggio nelle proprie convinzioni"67 . Motivi stilistici, invidia per la crescente notorieta del giovane Bonzagni, invitato nello stesso anno alia X Biennale di Venezia, o il suo passato di firmatario dei manifesti futuristi, sempre molto screditati dall' Accademia, possono tutti essere buoni motivi per la sua esclusione dalla mostra, che di fatto venne inaugurata alla Permanente
il13 settembre. Bonzagni, con uno straordinario tempismo, organizze in breve tempo laMostra Pittura Scultura Ri/iutata nelle splendide sale del centralissimo Caffe Cova. L'iniziativa si avvalse di un catalogo la cui copertina venne disegnata in stile secessionista da Chiattone, mentre il testo introduttivo, in perfetto idioma futurista, fu scritto dallo stesso Bonzagni68, che si fece carico anche del discorso inaugurale del15 ottobre a causa dell'indisposizione, all'ultimo minuto, di Innocenzo Cappa: "Parle invece il pittore Bonzagni che espose due forti espressioni del suo originale ingegno- con molto calore, molta erudizione, sebbene con eccessivo fu. turismo di immagini"69. Con enfasi canzonatoria nei confronti della commissione giudicatrice di Brera, Bonzagni invoca "1' adesione di tutta la gioventu ribelle e valorosa di questa bella Italia, che va rinnovandosi meravigliosamente, per temprarci a battaglie ben piu nobili dalle quali sapremo trarre a fasci i lauri trionfali, per incoronare la fronte tersa d'eterna bel~ lezza alla nostra sempre prodiga di nuovi splendentt tesori, divina am a trice Arte! "70. Si era creata questa situazione perche i "rifiutati" non avevano accettato la proposta dell' Accademia di essere inseriti in una sezione riservata agli artisti non ammessi. Nella contromostra organizzata da Bonzagni ci sono opere di Ardy,
Bresciani, Chiattone, Nodari Pesenti, Maldarelli, Barabini, Cadorin, Michele, Tommaso e Basilio Cascella, Funi, Rizzi e altri. AI gruppo dei "rifiutati" vennero concesse le tre sale maggiori del Caffe Cova. In questa mostra e interessante no tare alcune assenze, come Dudreville, la cugina di Boccioni Adriana Bisi Fabbri, Biazzi, Penagini, i futuristi Piatti e Notte che, esclusi dalla mostra di Brera, non parteciparono neppure al Cova, mentre altri, come Cadorin e Bresciani, pur inseriti nella mostra di Brera parteciparono anche a quella del Cova con opere scartate dalla commissione. In seguito Bonzagni sara presente alle Biennali di Brera nel1916 e nel191871 . li 31 ottobre chiude a Venezia la X Biennale, il 15 novembre si chiude al Cova la mostra dei "Rifiutati" e due giorni dopo l' esposizione con testata di Brera. Bonzagni e sempre pili attivo, alterna la pittura all'illustrazione: di gusto secessionista, esegue una copertina magnifica per
Aroldo Bonzagni nel1913, foto Emilio Sommariva.
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l'ultima novita musicale di Ruggero Leoncavalio, Zingari, episodi di Enrico Cavacchioli e Guglielmo Emanuel, pubblicata dall'editore Edoardo Sonzogno.
Aroldo Bonzagni 1913
La mostra d'arte umoristica e i "cartelloni" musicali per Ia Columbia Records
Nell'arco dell'anno l'artista stringe ulteriori accordi con il mondo dell'editoria, particolarmente con periodici e riviste milanesi come "A quel paese! "72 e "In Tramway"73 e testate nazionali come il mensile illustrate "II Secolo XX". Merita di essere segnalata Ia rivista milanese "In Tramway" per la quale Bonzagni esegue numerose tavole, era le quali una simpatica caricatul'a di Gabriele D 'Annunzio e un'originale testa· ta di copertina dove, aJI 'intern eli un tramway, t•itrae varie tipologie umane con grand spiritoironic:;o74. Per Ia medesima testata Bonzagni clipinse anche Carnevale Tramway, una variopinta locandina realizzata per Ia festa di carnevale della rivista stessa75. Assieme agli amici Raul Viviani, Vindizio Nodari Pesenti, Baldassarre Longoni e Giannino Castiglioni, in rappresentanza degli artisti lombardi, Bonzagni partecipa a Napoli alia Seconda Esposizione Nazionale Artistica Giovanile con I' opera La danzatrice (Moti del ventre) che ottiene le Iodi di Arturo Lancellotti su "Emporium"76. L'artisra ha necessira di guadaonare
<:> ' perche era l'unico so tegno per la famiglia: si appli-ca perci' nel camp deU'alta sartoria con immagini pubb.licitade per Ia Camiceria Corbella pe1·la presenrazione della moda primavera-estate della Sanaria Raffaelli, ntl.'ambe di Milano. Quest' ultima promozion,e ' particolannente raffi11ata e Ia pre enza di Bonza rni qualifica molto la pmpo ta commerciale: undici suoi disegni di moda maschile e femminile eseguiti al tratto, sono elegantemente rilegati co~ un cartoncino che riproduce sui frontespizio una tempera dell' artista.
Nei m si di maggio e giugno, si tiene a Bergamo un'importame espo izione d'arte umoristica alia quale partecipano tutti i migliori disegnatori del momenta. Bonzagni espone alcuni dei famosi "cartelloni" dedicati alia guerra italo-turca. Queste sue opere a Bergamo si notano ln modo predominance, Fausto Valsecchi vi dedica un te ·to suJ men ile illustrato "ll Secolo XX", corredato da diciannove riproduzioni. Anche "Emporium" dedica spazio alla mostra e ne affida l'ampia recensione a Giannetto Bisi, giornalista marito di Adriana Bisi Fabbri (cugina di Boccioni): "Aroldo Bonzagni di Cento, benche smembrato nella sua produzione, benche mal collocato, dim astra una superiorita incontrastabiJe. E, della mostra, il piu originale e sop rava nza ogni alrro di gran lunga [ ... ] tutto e sentito dal Bonzagnl con esuberanza e violen-
za [ ... ] ogni suo cartellone e un colpo d'ariete [ .. . ] qualche volta e una pugnalata. I cartelloni del Bonzagni avrebbero creato alia Mostra Umoristica di Bergamo lo sfondo fantasioso di un arazzo di immagini se esposti in serie. Non so bene perche si e VO
luto perdere I' opportunita di una presentazione interessante come sarebbe stata una 'individuabile' del Bonzagni"77
• Giannetto Bisi e l'autore anche di un altro articolo dedicate a Bonzagni, Mascheroni ironici alla mostra umoristica, edito sulla "Gazzetta di Bergamo" ali'indomani dell'inaugurazione. Questo testo e particolarmente interessante perche riporta un parere dell'artista: "Detesta Ia caricatura sua o d'altri. Egli la detesta (anzi la antropomorfizza dicendosene audacemente souteneur) perche non lo fa mai ridere e non ne puo capire cosi I'umorismo. Ed ecco come si puo arrivare a prostituire la propria regina quando- come il Bonzagni, pur tacciato di Futurismo- non si sa an cora riconoscere, diciamolo con frase d'altri, chela caricatura e I' anima dell'arte. Awldo Bonzagni non ha che da esprimere la propria di
. I " 78 AJ . d . d ll amma. . peno o est1vo e o stesso anno appar-tengono anche le tempere ch'egli ha dedicato al tema delle suffragette. La datazione della serie e praticamente automatica: nel1913 la tematica del femminismo entrain scena animatamente, perche aRoma si tiene il Congresso Internazionale Femminile, si discute di finanza, lavoro, cultura e soprattutto di diritto al voto. Tuni i gi mall della pen~sola, cornpresi guelli ai quali B nzagni collabora danno spazio all avvenirnento, pubblicando fotografie delle suffragette durante i comizi e durant - i di ordin i ch seguono. L1 questa serie di tempere Bonzagni, con Ia sua consueta abilita, coglie 1' aspetto comico e qualche volta ridicolo dell' avvenimento, con un in ten to beffardo nei confronti delle donne che puo apparire antifemminista. Nell' agosto co min cia la collaborazione alia rivista mensile "ll Secolo XX" illustrando la novella di Fausto Valsecchi Lamorte di William Kelsoe realizzando tavole a piena pagina di satira politica, sociale e di costume. L' artist a prosegue nella realizzazione dei grandi "cartelloni" satirici in occasione delle elezioni pelitiche del 26 ottobre (le prime a suffragio universale maschile). L' originalita della satira di Bonzagni viene rilevata da Dino Alfieri in un articolo, La Lotta dei manz/esti elettorali, pubblicato su "L'Illustrazione Italiana": "Abbiamo avuta una nota interessante, simpatica ed artistica dataci da Aroldo Bonzagni, il giovane e valoroso artista che da un paio d' anni ha maggiormente riaffermato la sua buona rinomanza peri disegni e le pitture ch'egli periodicamente espone nelle vetrine di un grande negozio in una delle vie piu centrali di Milano [ ... ] egli ha colto, senza preconcetti di partite, gli aspetti pili salien-ti della campagna elettorale in una varia raccolta di cartelloni ammirabili per trovate di spirito e per la sug-
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estiva vivacita dei colori [ .. .] Bonzagni ha portato ~na simpatica nota d' arte comprensibile anche dagli analfabeti" 79. Grazie a questi "cartelloni", Bonzagni a Milano e molto no to e I' ami co giornalista Marco Ramperti, su invito di Benito Mussolini, che aveva gia preso la direzione dell"' Avanti! ", scrive an cora sul. quotidiano del Partito Socialista. Ramperti rivendica gli ideali socialisti del pitt ore e raccomanda all' artist a di non cancellare la sua fede politica "per am ore del Carriere e in nome di un'indipendenza che vorrebbe dire dilettantismo impuro e piccino". n giornalista prosegue con parole d'ainmirazione per Bonzagni, ne riconosce il talento e ne sottolinea la popolarita, e in chiusura dell'articolo insiste sulla valenza politica dei "cartelloni": "Ma di che colore siano queste tendenze, potrete domandarlo al questore che ha battezzato i suoi cartelloni 'un sacco di pulci' e ad ogni nuova lora comparsa orna gli occhi di lenti, le mani di forbici, il cuore di pazienza [ ... ] E questi e Bonzagni che in pieno secolo ventesimo puo rinnovare le imprese dei trovatori dugenteschi pubblicanti sui crocicchi le sue satire spensierate. Ribelle giocondo, le caricature gli scappano dalle dita come fa rfalle [ ... ] canzoni sono le sue: canzoni di una gioventu fresca, lieta e animosa, intonate da un monello che ha in cuore la rivoluzione" 80 .
Aroldo Bonzagni 1914 Buenos Aires e l'XI Biennale di Venezia
Agli ultimi mesi del1913 appartengono i "cartelloni" con i soggetti musicali che 1' artista eseguiva per le vetrine della nota ditta d' artie ali musicali Columbia Records, che aveva i propri negozi a Milano in via Dante 90 e in Piazza Castello 16. La datazione di questi eccezionali (( cartelloni" e piuttosto precisa perche la Columbia Records, oltre a esporli nelle proprie vetrine rnilanesi, utilizzo queste immagini per la propria pubblicita settimanale, edita fra aprile e giugno 1914 in quarta di copertina nella rivista umoristica "Numero". La rivista nacque a Torino il4 gennaio 1914 (gia col n. 2 per far credere che il n. 1 fosse andato esaurito) e cesso la pubblicazione il30 aprile 1922, dopo trecentocinquantacinque numeri. Bonzagni non puo collaborare assiduamente perche si trova gia in Argentina; inoltre la rivista ha quel carattere marcatamente caricaturale che 1' artista detestava, pur essendone attratto. Della serie di "cartelloni" a soggetto musicale sono noti tredici soggetti, documentati anche da una serie di cartoline che la nota casa musicale spediva in omaggio ai clienti: il piu bello in assol uta venne stamp a to come manifesto per I' affissione muraria ( 140 x 100 em). Si tratta del soggetto is pirato alla Forza del destino e precisamente all' aria "0 tu che in seno agli angeli ... ": "fra due carabinieri tar-
chiati, i cui volti sono simili a musi di bulldog e i corpi sembrano armadi sbilenchi, viene trascinato un poveraccio ricoperto di abiti stracciati" 81
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Come avvenne gia nel1912, 1' artist a e invitato alia XI Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia. Infatti il23 marzo 1914 viene diffuso l'elenco degli artisti ammessi (centoquattordici su seicentoventuno) e Bonzagni e incluso, assieme agli amici Raul Viviani, Vindizio Nodari Pesenti, Ugo Martelli, Aldo Carpi, Giuseppe Biasi e Archimede Bresciani. La mostra internazionale a pre i battenti il23 aprile (chiudera il31 ottobre): Bonzagni none presente perche si trova gia a Buenos Aires. La famiglia aveva spedito a Venezia un solo quadro, Le fiamme del Mediterraneo, che venne esposto nella Sala Italian a (la n. 19) accanto a opere di Alberto Martini, Lorenzo Viani e Aldo Carpi. In una lettera spedita da Bonzagni alla mamma il 1 o giugno 1914 dali'Argentina, l'artista lamenta la collocazione del suo quadro a Venezia: "Sen to del mio quadro di Venezia come al solito male collocate, sono certamente disgraziato perche se continua cosi i miei quadri li metteranno in cantina! "82
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Oggi, grazie all' archivio Aroldo Bonzagni e alla pubblicazione delle Lettere dall'Argentina a cura di Elena Bastelli, e possibile conoscere esattamente le date della permanenza del pittore in Argentina. Partito nel dicembre 1913, l'artista arriva a Buenos Aires ill o gennaio 1914, vi rimane tutto 1' anno e ritorna in Italia il16 febbraio 1915. L'incredibile odissea del viaggio, come anche la sua triste permanenza in Argentina, e ben documentata dalle trentanove lettere che
Aroldo Bonzagni a Beruti (Argentina) nell' estate del1914 .
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ni mentre to, Buenos
il pittore scrisse alia famiglia, ora pubblicate dalia citta di Acqui Terme in collaborazione con la citta di Cento. Ibo Contini, corrispondente da Milano per la rivista argentina "Caras y Caretas", nel numero del25 aprile 1914 dedica un articolo al pittore, corredandolo di dodici riproduzioni fotografiche. L' articolo e riferito principalmente all'attivita di Bonzagni come caricaturista e non fa accenno ad altri lavori. Anche Peppino Bonzagni riferisce della sua trasferta a Buenos Aires: "E bene ch'io rammenti che mio fratello, in unione agli amici architetti Paul Vietti Violi e Nino Nicoli Carminati, venne chiamato a Buenos Aires per Ia costruzione e decorazione del nuovo Ippodromo eli Pale.rmo, in guella grande m rropoli"8}. II richiamo a guesre presume decorazioni e ripeturo .in r:utte le biogra£ie, rna purtroppo, in seguito tt un sopralluogo all Hippodrome Argentino de Palermo (Av. del Libertador, 4101), si e constatato con sicurezza che non esistono decorazioni pittoriche di Bonzagni, peril semplice motivo che non vennero mai realizzate. Un articolo di Giacomo Bonzani sull'architetto Paolo Vietti Violi e soprattutto le recenti Lett ere dall'Argentina hanna chiarito il mistero di queste decorazioni. Violi e il compagno di viaggio di Bonzagni, entrambi invitati a Buenos Aires dal Jockey Club della capitale per progettare, in collaborazione con l'architetto Arturo Prins, il nuovo ippodromo argentino. La costruzione era prevista in una zona centrale di Buenos Aires, in prossimita del porto, tra le aree di Costitucion e Retiro, rna un ostacolo si oppose alia realizzazione dell' opera: un proprietario terriero tanto potente fu contrario aHa costruzione dell'ippodromo e I' area ebbe invece una destinazione residenziale. I disegni di Violi per questo ippodromo rimasto allo stato di progetto sono conosciuti, pre-
sentano caratteri sontuosamente liberty e si trovano nella biografia di Violi pubblicata nel1932 da Raffaele Calzini. Violi era all'inizio di una carriera molto brillante che lo porto a essere uno dei pili affermati architetti di impianti sportivi in Italia; a Buenos Aires ebbe l' opportunita di incontrare i cugini paterni Vietti Violi Poletti, gia stabUitisi nella capitale e gestori di uno dei primi e piu importanti em pori esistenti all'epoca: il Bazar Colon, U cui esercizio costituiva occasione di lavoro anche per altri italiani emigrati84. Di questa possibilita di lavoro svanita nel nulla sirencle canto Bonzagni fin dal prima giorno del suo arrivo a Buenos Aires: ne fa fede la prima lettera alia mamma, nella quale il pittore pensa alia sua reputazione e sottolinea che "tutto questa naturalmente e bene non si sappia da nessuno, e mi raccomando la discrezione"85. L'assenza di notizie sulle pitture dell'ippodromo si compensa con la straordinaria ricchezza di notizie sulle altre attivita argentine di Bonzagni: la mostra personale e la collaborazione alla rivista saririca "El Zorro". Gia dall'inizio di luglio, Augusto Mussini offre ai lettori del quotidiano "La Patria degli Italiani" un profilo dell' artista annunciando la sua prossima mostra: "In queste ultime settimane, ritiratosi in una 'estancia' a poche ore dalia capitale [a Beruti], ne ha riportati bozzetti e quadri del campo, studi di paesi e di animali assai caratteristici. Ed ha fatto pure gualche ritratto [ ... ] Aroldo Bonzagni si propane di fare presto un'esposizione dei suoi lavori, che certo riuscira interessantissima e non manchera di sollevare discussioni fra gli intelligenti d'arte"86. L' occasione si realizzo nel Salone della Cooperativa Artistica di Buenos Aires (Corrientes, 655), dove l' artista espose ottantasei opere, molte delle quali di grande formato. L'esposizione venne inaugurata
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il3 agosto e avrebbe dovuto chiudere il15 dello stesso mese, invece venne prorogata fino a settembre avanzato. I giornali argentini diedero huon risalto all'iniziativa, particolarmente "II Giornale d'Italia", la "Tribuna" e "La Patria degli Italiani". L' esposizione presentava la pili recente produzione dell'artista: alcuni ritratti (quell a di Bramante, di Carlos Guazzone, Lucrezia Bori e Lyda Borelli) e varie suggestioni campestri dipinte a Beruti nell'isolamento durante la preparazione della mostra. "El encantamiento de La Pampa e forse la meglio riuscita c ... J :E una scena pi en a di notturna suggestione, con un cielo oscuro e poche stelle che si confonde con 1' orizzonte in cui quattro uomini si scaldano raccolti intorno a un fuoco che e l'unica nota chiara del quadro [ ... ] E poi c'e un cavallo, vecchiotto, solo in mezzo alia Pampa sconfinata: e un cavallo pensoso e pensatore con un'espressione di vecchio bonaccione: il pittore lo chiama 'El filosofo de la Pampa' "87 . Erano esposte anche tele con eleganti figure femminili, come Los galgos blancos, Mariposas nocturnas, La cancion obscena e una grande tela di "un certo gusto di lascivita orientale" intitolata Revocacion egipcia. Erano esposte anche vade Impressioni de a bordo e alcune Impressioni de Italia, come Marz'posas del Mediterraneo (ora di proprieta della Galleria) che e una versione espressionista del dipinto divisionista Fiamme del Mediterraneo, esposto a Venezia alia XI Biennale d' Arte. Concludevano 1' esposizione alcuni acquerelli e tempere con scene di mala vita, come Mercados de placer, Dama y caballeros, Flores del mar por los hombres, Parasitas: "Tutta la luce falsa e strana degli ambienti del vizio alto e basso, la falsita dei colori di cui si dipingono il viso le povere disgraziate che vendono i1 piacere, le facce fosche e ributtanti dei loro amanti di cuore, i visi sfatti dall'orgia,
dali'ebbrezza, dal vizio sono ll in quel poco colore, in quei segnacci"88 . "ll Giornale d'Italia" conclude la recensione precisando che "intervennero al Vernisage, ch'era a inviti, il ministro d'Italia comm. Cobianchi oltre a un piccolo gruppo di eleganti signore ed una folia di artisti fra i quali notammo lo scultore Bellosa che e autore della splendido busto di Aroldo Bonzagni che e esposto nella stessa sala"89. Della Porta ricorda un colloquia con 1' artista in occasione proprio della personale: "Mi e caro ricordare anche la serata uggiosa di pioggia che passammo insieme a Buenos Aires nella redazione dell'unico giornale italiano, convegno aliora e parlo del1914, di artisti e d'italiani di fede. Ben mi ricordo quella sera in cui gli amici tributavano a Bonzagni la esultanza del successo ottenuto con la sua mostra personale. II Presidente della Repubblica Argentina La Peria l'aveva inaugurata con trionfo [ ... ] Quella sera io mi ricordo di aver chiesto a lui cosa avrebbe fatto ed egli mi rispose: 'Che cosa faro? Partin) presto, voglio dimenticare questa eletta sociera che pero malgrado tutto e sempre quella, sono figure, apparenze, illusioni, la vita e altrove, eben diversa'. E dove andrete? 'Andro nella Pampas, voglio perdere la luce degli occhi negli sconfinati oblii della distanza, voglio afferrare le mie impressioni laggiu dove gli uomini sono espressione di forza, dove il sole irrora cavalieri al tramonto come se questi fossero indomabili centauri ... '. Verso la fine del1914 egli torno in Italia"80. Leggendo le Lettere dall'Argentina si capisce lo stato d'animo dell'artista che vede sfumare molti dei suoi progetti e ogni giorno si scontra con la dura realta. La mostra, anche se ottenne un huon risultato di stampa, si rivelo scarsa neUe vendite, riuscendo a malapena a coprire le spese sostenute. Latenacia di Bonzagni e straordinaria rna oscilla sempre
Aroldo Bonzagni mentre dipinge all'aperto, Buenos Aires, 1914.
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dal desiderio di rientrare in Italia. Prima pen) assieme a un gruppo cli amici<: intellett.uaU guldad da Mario Nola Carno, Bonzagni contribuisce alia rinascita di una gloriosa testata satirica argentina che aveva cess a to Ia sua pubbl icazione qualche ~mno prima?O. Per Bonzagni,comesemp!'e si trattodi un 'esperienza intensa breve: per tre mesi collaboro aJ setrimanale in veste ufficiale di caricaturista, per un totale di nove numeri, dal7 settembre al2 novcmbre. Nel primo numer d ila rivisra Bonzagni vienc presentato ai le t tori_ sl cita la sua mostra p -·rs nale appena conclusa: "E un buoo ragazzo che parla f'm troppo cercando cosrantemente eli far lello sp irito e per guesto molti Jo giudicano un ubriacone, anche se in realta e quasi astemio. Le sue gualita sono molte e i suoi difetti pochi essendo, p rimo fril Lutti, queUo eli esscrc un pittore. Non e permesso essere phtore quando, come lui, si fa dello spirito e si possiede una imelligenza che sfiora la geoiali ta ( ... ] oggi, i11 rutta Buenos Aires non si trova nemmeno lontanamente un caricaturi ta alla sua altezza"91
• In guesti primi nove numeri i disegni di Bonzagnj prevalgono: sua e empre Ia c pettina a due colori e !a testata che ricompare nella prima pagina interna, dove una figura femminile , con in nulno un grappolo d'uva, e accanto a una volpe che richiama il titolo della rivista. Seguono numerosi disegni accompagnati da cLdascali.e appropriate: quelli eli Bonzagni ono circa cemottanta, di cui quiodici a piena pagina cinque a mezza pagioa, quaraotatre testatine e altri di varie piccole din1 nsionj92 . I modelli culturali ai quali B nzaoni si richiama sono sempte le riv.iste tedescbe "Jugend" e "Simplici imu ' che tanto peso hanno avuto nella formazione dell' artista. La satim non ' mai fine a e tessa e anchc questa ba obiertivi preci i imposti dalla societa argentina e clagli even-
rivistc. Esegue numerose tavole per riviste nazionali come la "Rlvista Mensile del Touring Club" , "11 S~::. colo ~""{", "L Spon IJJ ustrato e la o-uerra", "IJ Mon. do", e non trascw·a giornali Iombardi c me "Due Sol. eli", peril qualc eseguc discgni satirici. Per "Il. Seco. lo XX" ha disegnaro ravole a piena pa<>ina di satin
1 polirica, ha illustrate racconti e novelle di Raffael Calzinl corn U!t trcno uella notte del mondo, dove affronta eli nuovo la tematica a lui cara dei treni, c ha scritro e illuslrato un propri artico.lo uila vita del gauchos nella sconfinata pampa argentina. Illustra novelle anche per Ja 'Rivista Mensile ueJ Touring Club Ital iano", esegue d isegni perle pagine centrali della rivista "Lo Sport UlusLrato e la guerra" , dov afhonta Ia tematica dell' occupazione del Belgio, e comin cia la coliaboraz.ione con Ia nuova rivisra settima naJe .iJJustrata, edi ta da Sonzogno, "Il Mondo".
Come sempre, l'attiviLa eli Bonzagni e frenecica: oltre alle collaborazioni con g iornali e riviste, twva ij tempo di organizzare anche una sua mosu·a personale con oltre cento opet·e, inaugurata con un discorso eli G ustavo Macchi il5 april nelle belle sale dello storico Palazzo delle Aste in via Santa Radegonda 8. Tutti i, maagiori giornali parlano dell 'awenimen.to: dal "Popolo d 'Iralia', che otrolinea l1 suo "carattere esuberante ed .irrequleto che va dalla caricatura p.iLJ sn,ella allo tudio piu accurate e piLl riuscito eli luci e di anatomia, attrav rs Je mostruos aberrazioni che contorcono gl i tup ncU mo tri del Zuloaga" (6 apri Je 1915), al "Carriere della Sera" che en1bra i.nfa tidiro dall'eccessiva "esubera.nza e intemperanza" del giovane dbelle, pur app.rezzandone le doci di coloricore e di umor.i ta: l'a rticolo si conclude ticordando ch · "I3onzagni ha esordiro nel pugnace manipolo futurista: buona cosa per un giovane un po di follia . Poi se n'e distaccato: c a ancora migliore" (6 aprile 19l5). L'articolo piu meditate venue sccitro per l '"Avanti! '' dall 'amico Marco Hrunperti, cbe ne ricorda le opere esposre e ne apprezza il cora agio: 'Per
ti b llici eUl·opei: "Popolo argenrino: la CI'i i e Ja conflagrazione europea non ti lasciano vivere [. .. ] Noi, con Ia nostra satira, b nch.e sembri un parades , stiamo lortando per leggi piu serie, cerca.odo d'imp -dire che ti si inganni e, aJ tempo ste so ffrendoti un giornale pieno di un1orismo"93 . Bonzagni non resiste oltre: la gu et-ra europea in atto, il pericolo reale di un coinvolg1mento itallano e il pensiero alia madre, lascia-ta fra dillicolta economiche, obbligarono 1'artista aJ rirorno in Italia, dove gilmge ill6 febbraio 1915.
Aroldo Bonzagni 1915 La guerra contro "gli Unni", Ia personale al Palazzo delle Aste e I comandamentidiDio
Col ritorno dall' Argentina Boozagni riprende a Milano .i collegamenti interrotti: con Ia Famiglia Arti tica partecipa al CataJogo delle ope1·e d'arte donate dagli artisti sod '' pro nuova sede" e soprartutro rafforza le collaborazion.i con le redazionl dei giornali e delle
il rest e da augurarsi da sperare che l'attista non faccia torto al pittore. E l'artista ha forse qualche insidi.a, in forma di tentazione, da evir re. Una 'Croci fissione' nel t nodi una caricatUl'a? Fantasticare 'rievocazioni egizie' con arcaismi di maniera? 0 di eseguire - come fa nelle violenze cromatiche della 'Can zone oscena' - j monacensi delle ltltime soleggiate secessioni? 0 eli stinarsi- lui nato coll'istinto della aricatura- a comporrc rirratti: o a riprodurre -lui, can tore del movimento e del frascuono delle locomotive e dei tabarin, delle lud elettriche e delle stof-fe ingioiellate- i paesaggi immobili? [ ... ] Del resto Bonzagni e n·oppo in telligence per non esserseli gia post:i e discussi da se. Le molte opere di questa mostra riassumono J atrivita di un settennio: e mi e ca-ro e mi par giusto riconoscere che le ultime sono le pili monde e le pili sicure" (6 aprile 1915).
Sono momenti di grave tensione politica internazionale, l'Italia fatica a m antenere la neutralica nel conflitto bellico gia in corso e nelle piazze milanesi sono sempre pili frequenti le manifestazioni interventistiche capeggiate dai nazionalisti, dai futuristi e dall'ex socialista Benito Mussolini contra !'Austria, l'Ungheria e la Germania. Aroldo Bonzagni in questa periodo chiarisce il suo impegno antitedesco, realizzando la copertina e alcune tavole per 1' elegante album di "Idee e motti" di Giannino Antona Traversi, Gli Unni ... e gli altri!, edito a Milano da Rava, dove gli Unni sono il popolo tedesco e gli altri i cittadini belgi calpestati dalle barbarie teutoniche. Q uesta pregiata edizione venne pubblicizzata su tutLi i maggiori quotidiani italiani e stranieri aU'inizio cli april . uesta preziosa opera editoriale e composta da trentaquartro grandi tavole, realizzate, oltre che da Bonzagni, dai piu importanti pittori del momenlo: Ardy, Cagnoni, Crespi, Dudovich Dudrevill , Mazza, Sacchetti Tofano (Sto), Ventm-a e Franco. AJ. Ia prima ecJjzione ne seguira una seconda ("Nuova Serie") con una nuova coperrina del nostro Bonzagni. I:uscita dell ' album Gli Unni .. . e gli altri.' coincide con l'entrata in guerra dell'Italia (24 maggio). I futuristi parreciparono in massa: ' Mruioetti ~ vo-
!ontario ciclista con Boccioni, Russolo e Piatti; Luciano Folgore e artigli.ere, gli altri sono sparsi per tutte le armi. Dopo aver proclamata 'la guerra unico disinfettante del mondo' i bra vi giovanotti han voluto vedere da vicino com' e fatta. E anche i Futuristi pili moderati, quelli di Lacerba, sono pronti a servire la patria: Giovanni Papini e Soffici sono sottotenenti della territoriale" 94 . Praticamente tutti gli amici di Bonzagni partono peril fronte . Emilio Guicciardi, amico del pittore, ricorda questi momenti: "Il sordo brontolio della guerra lo richiamo in Italia [ ... ] Trovo molte cose mutate. E anche i suoi amici si dispiacquero di lui, dopo essersi illusi (vedendolo tornare alle caricature contra la guerra ... della Germa· nia) che si gettasse dalla parte degli interventisti; che rifiutasse di biasimare quel che si diceva il panciafichismo e la (impossibile) neutralita dell'Italia. Non poteva. Dentro gli si era rotto qualche meccanismo: la speranza nella redenzione dell'umanita era divenuta cenere [ .. . ] Non era poi il tipo da fare il gesto; non parti volontario e nemmeno fu accettato in servizio militare; una vecchia dolorosa ferita lo met· teva da parte [sinovite]. Rimase; ma gli dovette essere crudele assistere alla lunga strage, allo stillicidio giornaliero di tante perdite di amici, di artisti, di
Aroldo Bonzagni accanto al suo dipinto II giorno di Domenica ·II tram di Monza, 1916.
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con gli amici , l'editore Rava, lentura, Janti bianchi, 1ino Antona tto Antonio on identificati.
conoscenti" 95• Nell' estate Bonzagni esegue la colo
ratissima copertina del volume di Camillo Marabini La rossa avanguardia dell'Argonna - Diario di un garibaldino alta guerra /ranco-tedesca, con prefazione di Gabriele D' Annunzio. Questa volume rappresento un successo editoriale: raccontava la spedizione dei cinque nipoti di Giuseppe Garibaldi che combatterono nelle Argonne contra la Germania al fianco delle truppe francesi, indossando la storica camicia rossa. 30 luglio 1915 e la data della prefazione di Giannino Anton a Traversi all' edizione piu originale che Bonzagni abbia prodotto, I Comandamenti di Dio. Si tratta di un'elegante pubblicazione edita a Milano da Rava (incoraggiato dal successo de Gli Unni ... e gli altri!) con undici disegni di Bonzagni (piu uno di copertina), dove sono abbinate a ciascun comandamento varie atrocita e aberrazioni compiute dai tedeschi nei primi mesi dell'invasione del Belgio. "1 o
Non avrai altro Dio al di sotto dime. Sfolgora l'imperatore universale, ritto sulle nuvole, sopra l'Onnipotente sottomesso che guard a lo Spirito Santo. Nel cielo silenzioso la voce di Guglielmo rimbomba sulla senilita inginocchiata dal Padre Eterno. Gli angeli sono fuggiti. Fuggiti all'inferno. ll sole triangolare sembra una ragnatela pangermanica in cui sia incappato, come un moscone, Dio. E il grosso ragno tedesco lo ammonisce, preparandosi a divorarlo. Lucifero e caduto in cielo, da Berlino. r Birra tiber Alles. E il sogno di un pangermanista ubriaco di birra. II mondo, per lui, e diventato un'immensa birreria rotonda. Seduto sull'elmo che deliziosamente lo trafigge nella parte piu sensibile del suo corpo tedesco, canta e beve. E padrone del mondo! "96. Cosi sono descritte due tavole nell'"Almanacco Popolare
Sonzogno" 1916 che, oltre a presentare altri disegni di Bonzagni, riproduce in copertina il magnifico manifesto realizzato dall' artista per reclamizzare il nuovo settimanale illustrate "ll Mondo", il cui primo numero usci il7 novembre 1915 a cura della casa editrice Sonzogno di Milano.
Aroldo Bonzagni 1916 Dal premio al Palazzo delle Aste alia mostra londinese e dalla Biennale di Brera all'impegno nell'illustrazione
E un anno d'intensissima attivita artistica: Bonzagni partecipa ad almena tre mostre importanti, consegue pubblici riconoscimenti ed esegue anche varie tavole destinate alla propaganda antitedesca. Prosegue l'in1pegno nel campo dell'illustrazione, esegue la copertina dei "Bollettini Ufficiali dell'Esercito e della Marina" Il diario della nostra guerra97 , una tavola a piena pagina peril settimanale illustrate "II Mondo "98 e due tavole nell' album Peri nostrz'jigli. Perle nostre case. Perla Vittoria, edito dal Credito Italiano di Milano in occasione del Terzo Presti to Nazionale. Sul piano militare il1916 e un anno di successi per l'Italia e i suoi alleati. L' offensiva scatenata dai tedeschi verso la fine di febbraio sui fronte francese (la battaglia di Verdun) viene contenuta e arrestata, cosi pure la Stra/expedition lanciata dagli austriaci il15 maggio fra 1' Adige e il Brenta s'infrange contro la resistenza delle truppe italiane. L' artista riprende i contatti anche con la nota concittadina marchesa Maria Maiocchi Plattis, scrittrice, nota con lo pseudonimo diJolanda (1864-1917), per la quale esegue la copertina, di gusto mar-
mente secessi.onista, per la raccolta di novelle clltll bbli · d d' · A
10, Silenzioso, pu care 10 secon a e 1Z1ooe a
p.11cca Sun Casciano da Licinio Cappelli99
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S~l versan te p~L:allel? della pittura, l im~egno el i J3onzagni non e mfenore e produce alcum capola-
ri ;;Jssoluu, come Aulod tratto, It tram di Mom:a (Un v~omo eli domenica) e Saltimbrmchi, che vi.nse un glrem i di 1.000 lire all'Esposizione Nazionale di ~elle Arti chesi tenne a Milano nel Palazzo delle Aste. Questa mo tra ottenne un buon esito di critica in quanto p resentava il meglio della pittura c memporanea. Nelle recensioni, Bonzagni e segnalato da parecchi giornalisti, in modo particolare da Margherita Sarfattil00 e da Marco Ramperti che gli dedica un pezzo importante su "Arte Libera", c~n intuiz.ioni di spessore critico: "Se, come una mus1ca, le pltture di Bonzagni portassero una notazione preliminare, questa sarebbe 'presto' o 'allegro vivace' [ ... ] L'artista ha fretta. Come il 'Luca fa presto' della leggenda, l' attimo che pass a e per lui una frusta che incalza [ .. . ] Cosi i suoi tipi prediletti [ .. . ] funamboli in cenci decorosi, cortigiane dal lesso miserevole, pitocchi dallo sguardo carico di dinamite, viveurs stilizzati da un' elegantissima imbecillita: tutti gli estremi che si ricongiungono nel giro tondo della commedia quotidiana [. .. ] L'imbecille eben imbecille ... il pezzente e pezzentissimo, la prostituta [ ... ] porta nel volta i sette peccati mortali [. .. ] Questa non e pittura: si e detto. E caricatura. E infatti 1' occhio di Bonzagni ha il difetto- o il pregio- delle luci troppo accese: e deformatore [ .. . ] Ora si dice ch'egli confonda, talvolta, il quadro e il cartellone, la caricatura e il ritratto. Ma che importa? [. .. ] Bene dice Bonzagni: il mio temperamento e questa. D' altra parte se i miei personaggi sono un po' tutti atossici e le mie donnine un po' tutte epilettiche, none colpa mia. II mio occhio e limpido; solo le cose vedute che sono guaste. L' epoca in cui vivo e travagliata dal vizio e dallavoro [ .. .] Den uncia un'umanita viziata e non ne soffre. Ha l'occhio analitico e I' anima serena. Come Gavarni che per conoscere il prossimo frequentava i veglioni, questi considera la vita un lieto carnevale e si diverte a con tare le maschere" 101
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Nel mese di giugno a Londra si tiene la mostra Italian Artists and the war, presso Ernest Brown & Phillips the Leicester Galleries, alla quale Bonzagni e invitato a esporre undici tempere di satira antitedesca e l'album Gli Unni .. . e gli altri.'. II catalogo ha l'introduzione di Salvatore Barzilai ed elenca duecentoventicinque opere: Sacchetti, Galantara, Martini, Ventura, Oppo, Tirelli, Golia, Mazza, Tofano, Dudovich, Nomellini, Viani, Cambellotti e altri, tutto it fior fiore del momenta. Entro il mese di luglio, come prevedeva il regolamento, Bonzagni presenta il quadro Il tram di Monza (U n giorno di domenica) alla commissione dell'Esposizio-
ne Nazionale di Belli Arti organizzata dall' Accademia di Belle Arti di Brera. Si tratta della famosa Biennale di Brera, alia quale partecipano i maggiori artisti del momenta e che si tiene nella sede della Societa perle Belle Arti ed Esposizione Permanente. Questa mostra per gli artisti rappresentava anche un evento economico, perche, oltre ai premi in denarc, erano frequenti le vendite. L'esposizione venne inaugurata dal ministro della Pubblica Istruzione Ruffini 1'8 settembre e si protrasse fino al12 novembre. Bonzagni non vinse alcun premia, rna il suo dipinto venne riprodotto su molti giornali e fu venduto alia famiglia Tensi di Milano che, all'indomani della morte del pittore, lo restitui alia famiglia Bonzagni. I due premi Principe Umberto di lire 4.000 andarono al pittore Pietro Gaudenzi e allo scultore Giuseppe Graziosi, mentre le tre medaglie d' oro furono consegnate a Gianemilio Malerba, Mario Bettinelli e Prassitele Barzaghi. E molto interessante sfogliare il catalogo di questa Biennale braidense e leggere la relazione della commissione di accettazione per rendersi conto delle posizioni conservatrici all'interno dell' accademia: "Perfino un lavoro di marcata origine futurista fu accettato. Accettazione audace da parte di una Commissione che operava sotto 1' egida di un' Accademia di Belle Arti, accettazione con la quale per altro non si e inteso di entrare nel mer ito di tali particolari tendenze d' arte. Si e voluto solo accogliere nelle larghe braccia di un' esposizione una simpatica vibrazione di colore". Questa "simpatica vibrazione di colore" e nientemeno che Nel basco di castagni di Leonardo Dudreville, straordinaria opera futurista oggi di proprieta della Galleria d' Arte Modern a Aroldo Bonzagni.
Aroldo Bonzagni nella studio, 1918 circa, foro Emilio Sommariva.
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1gni nella studio ante Andrea cune amiche, to Emilio
Aroldo Bonzagni 1917-1918 Da "Molinari" e "Bonalumi" ai giornali di trincea e dall'ultima Biennale di Brera alia morte
In questi due ultimi anni di vita, Bonzagni sembra accelerare l'attivita artistica: produce capolavori assoluti nella pittura e stringe nuovi rapporti di collaborazione con le redazioni di giornali e riviste. Nel 1917 Virgilio Brocchi chiede a Bonzagni d'illustrare la copertina del suo romanzo comico La bottega degli scandali, edito a Milano dai Fratelli Trevesio2 •
Brocchi stesso, a distanza di anni, ricorda questa copertina: "E una piccola scena rna cosl significativa che rivela lo spirito del romanzo. A destra un podrecchiano, giacca nera, gillet rosso [ ... ] il gran cappello calato sulla faccia barbuta e la bocca spalancata nell'urlo che con una mano stringe la rossa bandiera e con 1' altra sbattacchia una camp an ella [ ... ] A sinistra un tondo prete nero [ ... ] che stambura la grancassa e sbatte i piatti fragorosi [ ... ] E piantato trail rivoluzionario e il prete perche non si accapigliano, un gigantesco carabiniere con le bracda conserte [ ... ] poco piu di uno scherzo, rna in questa scherzo c'e lo spirito di Aroldo Bonzagni"103. Sempre per Virgilio Brocchi l'artista esegue anche ventiquattro illustrazioni a corredo del suo romanzo
Cas a di pazzi cas a di santi, edito a pun tate nella rivista settimanale "ll Mondo" 104.
Nel19181' artista riprende la collaborazione col mensile "II Secolo XX", illustrando con undid disegni la commedia in tre atti di Luigi Antonelli II Convegno, e instaura anche nuovi rapporti di lavoro, come quello con la rivista "Noi e il mondo", mensile illustrato del quotidiano "La Tribuna" per la quale esegue una copertina e illustra una novella105, e con la rivista "La Lettura", mensile illustrato del "Carriere della Sera" per la quale illustra due novelle di Filippo Sacchi e Adolfo Albertazzi. Inoltre peril Ministero della Marina illustra anche La spedizione d' oltre mare di Lucio Silla Cantu, edito a Milano presso Alfieri e Lacroix. Fatta eccezione per una serie di dipinti dedicati al tern a dei fiori (sono oltre una dozzina), eseguiti con molta freschezza e stilisticamente variabili fra impressionism a ed espressionismo107, il1917 e il1918 sono anni nei quali Bonzagni attua una svolta netta nelle tematiche dei suoi dipinti; non tratta piu i locali alia moda e il bel mondo dell' elite milanese, predilige scene di periferia dove saltimbanchi, zingari e straccioni, veri e propri "rifiuti della societa", consumano la propria esistenza con dignita e rassegnazione. La guerra in atto e la crisi economica contri-
buivano enormemente a deprimere le coscienze e Bonzagni venne duramente provato anche dalla morte al fronte di numerosi suoi amici: prima Boccioni e Sant'Elia e poi Erba e Camona e ora Giovanni Ardy, al quale Bonzagni dedica un lungo e commovente necrologio sui mensile "II Secolo XX" nel febbraio 1918108 . Oltre a queste motivazioni che contribuirono all'evoluzione dell' artista, s'innesco anche una scelta di stile espressionista che lo porto su un piano di maturita artistica e di autonomia espressiva che non trova uguali nel panorama italiano della pittura. Per le opere di questa periodo come Serenata, Trattenimento di Molinari, Serenata di Toselli, La preghiera di Bonalumi e Ri/iuti della societa (che e una sorta di testamento artistico) non si puo piu parlare di debiti dell' artista: la Secessione monacense e lontana e tutti quei riferimenti europei che sono stati utili per capire la cultura bonzagnesca dal1910 al1915 (Kirchner, Nolde, Ensor, Munch, "Jugend" e "Simplicissimus") ora non servono, sono stati da lui superati. Fra il1917 e il1918 Bonzagni non ha debiti con nessuno, produce un linguaggio totalmente autonomo, in un rapporto di assoluta parita coi massimi pittori europei. Questa ·originalita dellinguaggio di Bonzagni venne recepita anche dai suoi con tern poranei: nel giugno 1917 alia Sesta Esposizione degli Acquerellisti Lombardi la sua opera I mendicanti venne acquistata dal Corri.une di Milano per la Galleria d' Arte Moderna del Castello Sforzesco, mentre nell'esposizione autunnale alia Permanente due opere dell'artista (Crepuscolo d'Inverno e Ritratto della Signora Treves) ottennero lusinghieri apprezzamenti da parte dei critici piu autorevoli su riviste qualificate come "Emporium" e "Naturae Arte"; altri giornali, prima tiepidi col nostro, si dovettero ricredere: "Altre volte, nel fare qualche rilievo critico, d eravamo permessi di non condividere l'opinione dei piu che Aroldo Bonzagni fosse pili caricaturista che pittore [ ... ]Qui Aroldo Bonzagni ci presenta un 'Inverno' dove afferma la sua qualita indiscutibile [. .. ] nel cogliere quella malinconia lieve che pes a su uomini, personaggi e cose. Questa sua opera e piena di equilibria e di sentimento" 109•
Stessi consensi Bonzagni li otterra anche I' anno successivo, partecipando a ben tre mostre fino a pochi giorni dalla morte. Partecipa all' esposizione Milano vecchia e nuova, indetta dalla F amiglia Artistica, con la tela Ef /etta neve, oggi nella Galleria d' Arte Moderna di Milano col titolo Nevicata in via Palestrina; espone alia Settzma Esposz'zione deglz' acquerellisti Lombardi ottenendo una recensione su "Emporium" da parte dell'amico Federico Balestra, che si sofferma nella descrizione di tre sue opere: Cieco, Preghiera del mendicante e Suonatore d'organetto110• Intanto, all'Accademia di Belle Arti, era gia in moto la macchina organizzativa
della Biennale di Brera, alia quale Bonzagni presenta due opere di grande formato , entrambe accettate: La serenata di Toselli e Rz/iuti (Rzfiuti della socz'eta). Queste due opere marcatamente espressioniste, pur ammesse alia mostra, sono troppo moderne e innovative per la giuria dell' Accademia di Belle Arti: infatti non vinsero alcun premio111 . Ottennero invece l'onore della cronaca, risultando fra le piu riprodotte, su giornali e riviste: "Naturae Arte" ed "Emporium" (quest'ultima in particolare, attraverso uno scritto di Raffaele Calzini, critica la giuria, sostenendo che vi erano artisti sicuramente piu meritevoli, e tra questi indica proprio Bonzagni) 112• Questa Biennale di Brera fu !'ultima mostra alia quale Bonzagni partecipo. Come abbiamo rilevato, parallelamente alia pittura I' artista non ha mai interrotto i rapporti con I' editoria e col settore dell'illustrazione, in modo particolare in quest'ultimo anno di guerra. Non va dimenticato il bel manifesto a colori Ed ora a voi Sottoscrivete!, prepara to da Bonzagni all'inizio dell' anno per il Comitato d' Azione fra Mutilati, Invalidi e Feriti di guerra di Milano nell' ambito della sottoscrizione del Quinto Presti to N azionale113 . Ma la parte piu significativa, per quantita e qualita, nel campo dell'illustrazione, Bonzagni la produsse per i cosiddetti giornali di trincea che, nella storia del giornalismo, hanna uno spazio particolare e autonomo. Mentre tutta la stampa nazionale era intenta a inform are il paese sull' andamento della guerra, i giornali di trincea ebbero l'unico intento di dialogare coi soldati al fronte. Spesso le redazioni erano composte da militari o giornalisti in uniforme e gli articoli, piu che sviluppare l'informazione, tendevano a svolgere azione di propaganda in chiave umoristica, avvalendosi di aneddoti, filastrocche, rime, racconti e soprattutto tante illustrazioni. Le testate furono innumerevoli 114, alcune dalla veste editoriale decisamente povera e scialba, mentre altre presentano tavole a colori e collaborazioni prestigiose: "Elmetto", "La Fifa", "La bomba ... a penna", "La Tradotta", "La Trincea", "II Razzo", "La Ghirba", "S. Marco", "L'eco della trincea", "La Giberna", "La Bombarda", "II Montello", "Signorsl", solo per dtare le testate piu note. Bonzagni lavoro intensamente per "La Trincea" e "Signorsl". "La Trincea" si stampava a Milano nello Stabilimento Grafico Matarelli ed era destinata ai soldati del Grappa della Quarta Armata. Assieme alla "Tradotta" e uno dei giornali di trincea piu interessanti per la veste grafica e la ricchezza delle tavole a colori. II primo numero uscl nel gennaio 1918 e l'ultimo, dopo frentacinque numeri, il16 gennaio 1919. Dal 23 giugno 1918 Bonzagni compare almena undid volte con grandi tavole a colori: !'ultima, intitolata La /z'ne, si trova nel n. 28 del6 ottobre, esattamente ottantacinque giorni prima della sua morte. Anche "Signors!" era destinata ai soldati al fronte, piu
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precisamente all' Armata degli Altipiani. Era pubblicata anch' essa a Milano dalla Societa Editoriale Milanese- Sezione Cartografica della Sesta Armata, presentava una ricca veste editoriale e si avvaleva, oltre che di Bonzagni, della collaborazione d'illustratori come Vamba, Salvadori, Galanti e Bruno. Il giornale uscl dal27 giugno al20 novembre 1918, per unto tale di undici numeri, e la presenza dei disegni di Bonzagni e predominante. A lui viene quasi sempre affidata l'esecuzione della tavola di capertina o di quella in quarta di copertina, per un totale di tredici tavole a colori a piena pagina. Sono illustrazioni straordinarie per la qualita, la rapidita esecutiva e la cromia, il contenuto e sempre ferocemente antitedesco. Nel numero 11-12 della rivista (il cosiddetto numero della "Vittoria"), edito il 20 novembre 1918, si trovano le ultime due tempere di Bonzagni, eseguite pochi giorni prima della morte115 . A questi drammatici giorni, che dimostrano come la malattia permise all' artista di essere operoso a pochi istanti dalla morte, si colloca Miss Germany, l'illustrazione che ragionevolmente puo essere considerata !'ultima di Bonzagni. Si trova nella rivista "Quadrifoglio. Numero Unico diNatale e Capodanno" della Prima Armata, stampato a Brescia alla fine di dicembre 1918. E un'allegoria tragica della Germania affamata e ridotta a brandeJJiii6. Sono momenti drammatid peril nord Italia e anchela straordinaria vittoria della guerra passa in second'ordine; il capoluogo lombardo e invaso da una micidiale epidemia di febbre spagnola: "AMilano muoiono come le mosche! Era la peste spagnola [ ... ] In quei giorni Milano sembrava una citra devastata. Qualcosa di apocalittico e di misterioso". Venivano in mente certe pagine terribili dei Promessi sposi, come ricordera Emilio Guicdardi, in partenza da Milano dopo una breve licenza: "Mi accompagno Aroldo alla stazione. Era tanto cambiato anche lui! Ma splendeva sempre invitta la sua forza morale e me la riverso tutta nell' animo. A lui che mi voleva consolare potevo credere: 'Adesso sei capo famiglia! Vedrai, ti andra bene!'. 'Se ritorno'. 'Tornerai, tornerai'. 'E tu?'. Lo vedevo emaciato, pensoso: 'Qui tu vedi ... ' canterellava: 'Oggi ci so-no e domani me ne vo ... '. Fu proprio l'addio, per-che Aroldo Bonzagni moriva nel contagia, il30 dicembre 1918 dopo la nostra grande Vittoria, mentre fiorivano le speranze della pace e il pittore stava preparando un' esposizione di tutte le sue opere alIa Galleria Pesaro. Seppi che il trasporto era avvenuto sotto la neve e la pioggia partendo dalla casa di via Eustachi e che, in mezzo a tanta gente, lo avevano seguito il pitocco Bonalumi e il Molinari col suo violino" 117.
Ancora piu forte d'emozioni e il testo dell'amico e
compagno di tante battaglie Leonardo Dudreville che si trova nel diario Il romanzo di una vita, dove descrive la visita a Bonzagni il giorno prima della morte: "Bonzagni e agli estremi; Bonzagni muore ... ! E una cosa veramente pietosa e tremenda! Fece Bresciani [l' ami co pittore col quale Bonzagni condivideva lo studio] con unlargo gesto della rnano ... M'han detto, sl, ch'era a letto; rna non lo credevo a questo punto, disse Leone [Leonardo Dudreville scrive in seconda persona il diario con lo pseudonimo di Leone] costernato. Che cos'ha in fin dei fatti? Cos'ha? Hache muore, cosa vuoi! Han parJato di pleurite, di polmonite, di 'spagnola' ... sa Dio cos'ha! ... Nessuno lo sa! E chilo cura? La Della Rovere. E quasi sempre al suo letto! Han provato a chiamare anche altri; han provato di tutto. Ma quello se neva ... sene va ... sene va! Fece Bresciani con un accento duro e desolato battendo un piede a terra, con forza. Cristo! Fece Leone sordamente ... E lui? Lui? Parla pili che puo, pili che lo lasdan parlare. Pare voglia stordirsi. Anche iersera, tra gli altri, ha nominato proprio te. Diceva che ti vedrebbe tanto volentieri. Ma cosa vuoi! Tutti han paura. Uff! Sbuffo Leone con un lungo soffio di sprezzo. Maio ci verro, Cristo! Ci verro senz'altro, quest'oggi stesso. Fai bene. Farai proprio una bella cosa anche per la mamma ... Me la immagino, povera donna! ... Morto lui che succedera in quella cas a? ... Come faranno? Il fratello va a bottega, garzone non so do-ve, perche non vuole studiare ... E le sorelle? Dovran-no arrangiarsi, poverette! [ ... ] Mentre saliva le sca-le che conducevano alla modesta abitazione dell' ami co, Leone si sentiva invadere 1' animo di una crescente inquietudine ... Venne ad aprire proprio la madre. Ma, per fortuna, apparve anche il Bresciani che lo tolse dalla pena e dai lamenti di quel povero, piccolo essere. Leone la conosceva molto bene e sapeva ch'essa viveva soprattutto per quel figlio [ ... ] Bonzagni giaceva supino, la testa appena un poco sollevata dai cuscini. Sorrideva dolcemente a Leone d'un sorriso tremendamente scarno e terreo, tenendo fuori dalle coltri una mano magra, lunga, ossuta, gia abbandonata dalla vita. Leone inghiottl in fretta un no do amaro che lo stringeva alla gola [ ... ] Tunon ti stancare, non parlare. Lo sai che non devi farlo, disse forte Bresciani ... Bisogna tenerlo come un ragazzino ... vuol sempre parlare, sempre chiacchierare ... raccontare ... Ma e tanto che so no a letto, io! Disse Bonzagni col suo diafano spettrale sorriso ... Bisogna guarire in fretta [disse Leone] Chissa quante cose, quanti lavori avrai progettato in questi giorni! [ ... ] Eh, sl! Disse debolmente il rnaJato, interrompendo Leone. Ne avrei tante di idee ... Ma chissa... se riusdro. Non finl il suo pensiero. Ma certo che riusdrai, non dubitare disse in fretta Leone per coprire quell' om bra di dubbio accennata dal
p
malato. Lo vorrei bene .. . alito debolmente l'altro .. . Come lo vorrei? Lo devi volere! [ ... ] Dall' altra stanza giunse un sommesso parlottare con un cauto rurnore di passi. Apparve la Della Rovere con una soretia di Aroldo. Leone si alzo per salutare ... Ciao Aroldo. Verro certo a trovarti molto presto. La prossima
volta starai meglio di sicuro e potro fermarmi pili a lungo ... Pens a a guarire e a null' altro. Senti an cora nella sua la de bole stretta di quella mano e si stacco dall' ami co [ ... ] Il giorno seguente Bonzagni si spegneva quietamente. Aveva finito di dipingere, di discutere, di sperare e di penare! "118
.
1 P.G. Baroni, Un ritmtto inedito su Giuseppe Cevolani e Aro/JJJ Donzag11i, in Studi del Licea Ginnasio S!atale di Cento, Cento 1990, pp. 199-206. L. Scardino, Aroldo Bonzagni: un inedito carteggio ferrarese, in F. Gozzi, Aroldo Bonzagni pittore e illustmtore, catalogo della mostra di Cento 1998-1999, Milano 1998. 2 F. Gozzi, op. cit., con testi di P. Pallottino, L. Scardino, V. Sgarbi. 3 Articolo non firma to, I /zmerali del pittore Bonzagni, in "Carriere della Sera", 1 gennaio 1919. ~ P.G. Baroni, Un ritratto inedito su Giuseppe Cevolani e Aroldo Bonzagni, in "Studi del Liceo Ginnasio di Cento", 1990, p. 201 ; L. Scardino, op. cit., p. 65. 5 P.G. Baroni, op. cit., p. 200. 6 P.G. Baroni, op. cit., p. 200. 7 Elva Bonzagni sposo Francesco Poggi il31 ottobre 1946. sT. Nediani, Ilsalotto di]olanda, in "Gazzetta Ferrarese", 3luglio 1904, p. 1. 9 P. Bonzagni, Ricardo di Aroldo Bonzag?Zi nel quarantesimo della sua dolorosa scomparsa, dattiloscritto composto da di· ciassette fogli numerati, Archivio Bonzagni, Galleria d' Arte Moderna, Cento, 30 dicembre 1958, pp. non numerate. 10 A Cento, grazie alla presenza di due teatri, quello comunale gia aperto dal1861 e quello sociale attivo dal 1874, risulta molto vivace 1' attivita sia strum en tale che operistica. Vedi A. Orlandini, Cinque secoli di musica nella terra di Cento, Cento 1989. 11 F. Gozzi, I maestri di Stefano Galletti a Cento e a Bologna, in AA.VV., Ingegno e sentimento. La scultura di Stefano Galletti, catalogo dellamostra di Cento, Bergamo 1995, pp. 135-143. 12 Di Marcello Mallarini a Cento sono conservati suoi busti, realizzati in terracotta o bronzo, nella Galleria d' Arte Modem a Aroldo Bonzagni (1898), nella Pinacoteca civica (1891), nel municipio (1886) e nel cimitero comunale. Alcuni suoi dipinti sono invece presso raccolte private. Partecipo ad alcune mostre fra cui I:Arte all' esposizione del1898, Torino. 13 F. Gozzi, Il Guercino. Le stampe della Pinacoteca Civica, catalogo della mostra, Cento 1996. 14 D. Mahon, Giovanni Francesco Barbieri. Il Guercino, catalogo della mostra, Cento-Bologna 1991, n. 14. 15 F. Gozzi, Aroldo Bonzagni pittore e illustratore, cit., n. 129. 16 P. Bonzagni, op. cit., pp. non numerate. 17 P. Thea, I Futuristi a Brera, in Marinetti e il Futurismo a Milano, catalogo della
mostra di Milano, Palazzo di Brera, 10 ottobre- 18 novembre 1995, Roma 1995, p. 118. 18 L. Scardino, op. cit., p. 67. 19 P. Bonzagni, op cit., pp. non numera
te. 20 L. Dudreville, Il romanzo di una vita, prefazione di C. Gian Ferrari , Milano 1994, p. 31. 21 P.G. Baroni, op. cit., p. 201. 22 P. Bonzagni, op. cit., pp. non numerate. 23 L. Scardino, op. cit., p. 68. 24 V. Colombo, Le piu belle opere d'arte esposte nelle mostre di Brera dal1869 a! 1910. Premi Principe Umberto, Milano 1911. 25 C. Carra, Lamia vita, Roma 1943, ristampato in C. Carra, Carlo Cami Tutti gli m·itti, a cura diM. Carra, Milano 197 8, pp. 607-756. Offre molti spunti per capire l'intreccio culturale nella Famiglia Artistica con Bonzagni. 26 P. Bonzagni, op. cit., pp. non numerate. 27 G. Marangoni, Per un marta glorioso. Aroldo Bonzagni, in "Naturae Arte", Milano 1920, p. 72. 28 G. Bisi, Mascheroni ironia· alta Mostra Umoristica, in "Gazzetta di Bergamo", 5 giugno 1913. 29 Aroldo Bonzagni, catalogo della mostra di Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 1974, pp. non numerate. 30 P. Nicholls, Metamoifosi. La citta e zl paese della pittura italiana 1850-1950, Milano 1995, tav. 6. 31 Nell'Archivio della Pinacoteca Nazionale di Ferrara si trova la foto del ritratto di Gottardo Albanesi la cui ubicazione attuale e sconosciuta. 32 Parco di Monza e un dipinto giovanile di Bonzagni che si trova a Cento in collezione privata e testimonia la sua pittura en plein air. 33 F. Bellonzi, Aroldo Bonzagni, catalogo della mostra di Campione d'Italia, 1983. Autontratto e pubblicato nell' anti porta indican done l'ubicazione nella Galleria degli Uffizi di Firenze. 34 F. Gozzi, Aroldo Bonzagni pittore e illustratore, cit., n. 131. 35 Ivi, n. 2. 36 L. Scardino, op. cit., p. 69. n C. Carra, op. cit., p . 656. 38M. Ramperti, Bonzagni dopa quarant' anni, in "La Martinella di Milano", marzoaprile 1958, p. 156. 39 P. Bonzagni, op. cit., pp. non nume
rate. 40 F. Poli, Las cia il treno del Futurism a per
il tram dei poveri, in "Arte" , n. 225 , Milano 1992, p. 97. '' F. Gozzi, Aroldo Bonzagni pittore e illustratore, cit., n. 176. 42 M. Giordano, Bibliogra/ia dei giornali Iombardi satinei e umoristici, Milano 1992. 43 F. Gozzi, Aroldo Bonzagni pittore e illustratore, cit. , n. 132. 44 C. Salads, Filippo Tommaso Marinetti, Firenze 1988, p. 104. 45 C. Salaris, Storia del Futurismo. Libri, giornalz; manz/esti, Roma 1992, p. 33. 46 C. Carra, op. cit., p. 656. 47 A. Palazzeschi, Man'netti e il Futurismo, prefazione a L. De Maria, Marinetti. Teoria e invenzione Futurista, Milano 1983, pp. XVIII-XIX. 48 C. Carra, Tutti gli scritti, p. 656-957. 49 M . Drudi Gambillo, T. Fiori, Archivi del Futmimzo, Roma 1958, p. 471. 5o Si veda Ia gustosa vignetta in G . Di Genova, Generazione maestri storici, tomo I, Bologna 1993, p. 109, fig.134. Inoltre una dettagliata descrizione della serata con riferimenti anche a Bonzagni in G. Agnese, Vita di Boccioni, Firenze 1996, p . 186. 51 M. Drudi Gambillo, T. Fiori, op. dt.,
p. 472. 52 Aroldo Bonzagni, mostra antologica al Museo d'Arte Moderna Ca' Pesaro, Venezia 1980, pp. non numerate. 53 A. Lancellotti, Le biennali veneziane dell' anteguerra dalta I alta X, Milano 1926. 54 M. Drudi Gambillo, T. Fiori, op. cit., pp. 231. 55 L. Scardino, I:eccentnco firmatano Aroldo Bonzagni, in "Nuovi Argomenti", supplemento al n. 17, aprile 1986, p. 87. 56 G. Marangoni, I.:Esposizione Nazionale di Brera, in "Natura e Arte", ottobre 1910, p. 488. 57 M. Drudi Gambillo, T. Fiori, op. dt., p.473. 58 G. Bisi, Arotdo Bonzagni, in "Gazzetta di Bergamo", 5 giugno 1913. 59 F. Gozzi, Aroldo Bonzagni pittore e illustratore, cit., nn . .12-13. 60 Ivi, nn. 5-6. 6 1 Articolo non firmato, La mostra della "Permanente" a Milano, in "Naturae Arte", 1911, I semestre, p. 289. 62 P. Pallottino, I colarz· della memoria, Bergamo 1992, tavv. 30, 34, 37, 42. 63 P. Bonzagni, op. cit., p. 3. 64 Ivi, p. 8. 65 G. Marangoni, Per un marta glon·aso. Aroldo Bonzagni, cit., p. 74. 66 P. Giacosa, I viaggi, in "Rivista Mensile del Touring Club Italiano", n. 1, gennaio 1912 (sei illustrazioni).
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67 AA. W.,MilanoBrera 1859-1915, Torino 1994, p. 73. 68 G. DiGenova, op. cit_, p. 165. 69 G. Macchi, I:Esposizione dei Ri/iutati, in "La Lombardia", 16 ottobre 1912. 70 Mostra Pittura Scultura Ri/iutata alla X Esposizione Nazionale dell'Accademia d£ Brera, Palazzo Cova, Milano, 15 ottobre - 15 novembre 1912, pp. non numerate. Una copia si trova nell' Archivio Bonzagni, Cento. 71 AA. W., Milano Brera 1859-1915, cit., p. 94. 7 2
" ... A quel paese! ", settimanale politico satirico edito a Milano dal 22 dicembre 1912 (n. 1) al4 maggio 1913 (n. 18). Copia alia Braidense di Milano. 73 "InTramway",n.2,Milano, 11 gennaio 1913; Ia copia della rivista si trova a Cento, Galleria d' Arte Modern a Aroldo Bonzagni. 74 F Gozzi, Aroldo Bonzagni pitt ore e illustratore, cit., n. 192. 75 Ivi, n. 193. 76 A. Lancellotti, Esposizzon£ artistiche: Ia II E:iposizione Nazionale d'Arte a Napoli, in "Emporium", n. 220, aprile, 1913, p. 318. Al riguardo c'e ancheun bell'articolo di R. Viviani, Ricordi di cinquant'anni /a, pubblicato nel "Nuovo Carriere degli Artisti" (n. 6, 20 giugno 1959), che ricorda la mostra napoletana e anche uno spiacevole incontro col sindaco di Milano Conte Greppi che, insensibile aile cose d'arte, non intendeva collaborare all'iniziativa. 77 G. Bisi, La Mostra Umoristica a Bergamo, in "Emporium",n.222,giugno 1913, p. 476. 78 G. Bisi, Mascheroni ironici alla Mostra Umoristica, cit. 79 D. Alfieri, La Iotta dei mam/esti elettorali, in "L'iliustrazione Italiana", n. 44,2 novembre 1913, p. 434. 80 M. Ramperti, Bonzagni, in "L'Avanti!", 1 dicembre 1913. 81 L. Scardino, I: eccentrico firmatan'o Aroldo Bonzagni, cit., p. 90. 82 E. Bastelli, Aroldo Bonzagni. Lettere
BmLIOGRAFIA
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dall'Argentina e altre lettere, introduzione di V. Sgarbi, Acqui Terme 2005, p. 40. 83 P. Bonzagni, op. cit., p. 11. 84 G. Bonzani, Un architetto ossolano a Buenos Aires. II viaggio di Paolo Vietti Violi in Argentina. Storia di un progetto mai realizzato, in "Le rive ", bimestrale di cultura fra Piemonte e Lorn bardia, anno XI, n. 5, settembre-ottobre 1997, pp. 50-52. 85 E. Bastelli, op. cit., p. 20. 86 A. Mussini, Aroldo Bonzagni, in "La Patria degli italiani", 2 luglio 1914. 87 Articolo non firmato, Esposizione Bonzagni, in "Giornale d'Italia", 4 agosto 1914. 88 Ibidem. 89 Ibidem. 90 O.E. Vazquez Lucio, Hzstoric: del humor gra/ico y escrito en la Argentina, tomo 1, Editorial Universitaria de Buenos Aires, 1901-1939, p. 267. 91 Articolo firmato "La Direccion", El cabdlao Bonzagni y szt..- pittura ?, in "El Zarro", n. 1, 2 settembre 1914, p. 6. 92 R. Togni, Aroldo Bom::agni dzsegnatore di attualitii. La coL/aborazione a "El Zarro", in "Critica d'Arte", 1978, p. 140. 93 Articolo non firmato, Pueblo argentino, in "El Zorro", seconda di copertina, n. 2, 14 settembre 1914. 94 M. Fiorini, It genio in tutte le armi, in "ll Secolo XX", n. 7, luglio 1915, p. 662. 95 E. Guicciardi, Grazie Aroldol, in "La Martinella di Milano", marzo-aprile 1958, p. 162. 96 Almanacco Popolare Sonzogno, Milano
- 1916, p. 170. 97 F Gozzi, Aroldo Bonzagni pittore e zllustratore, cit., n. 241. . 98 Ivi, n. 124. 99 La prima edizione delle novelle venne edita da Cappelli nel 1908 e non presenta nessuna copertina illustrata, cosl pure Ia terza edizione del1921. Si veda F Gozzi, ivi, n. 242. 100 M. Sarfatti, Arte di oggi, in "ll Secolo XX", n. 7, luglio 1916, p. 639.
in "Emporium", 222, giugno 1913, pp. 473-479. D. ALFIERI, La latta dei mani/esti elettorali, in "lliustrazione Italiana", 44, 2 novembre 1913, pp. 432-434. M. RAMI'ERTI, Bonzagni, in "l'Avanti", 1 dicembre 1913. A. LANCELLOm, Esposizz'oni artzstiche: la II Esposizzone Nazzonale d'Arte a Napoli, in "Emporium", 220, 1913, p. 318. Aroldo Bonzagni, in "La patria degli italiani", Buenos Aires, 9 gennaio 1914. I. CONTINI, Aroldo Bonzagni, in "Caras y Caretas", Buenos Aires, 25 aprile 1914. XI Esposizione Internazionale d'Arte, catalogo della mostra, Giardini di Castello, Venezia 1914. A. MUSSINI,AroldoBonzagni, in "Giornale d'Italia", 4 agosto 1914. R. CENSORI, Bonzagni, in "Giornale d'I-
101 M. Ramperti, I:occhio diBonzagni, in "Arte Libera", 15 aprile 1916. 102 F. Gozzi, Aroldo Bonzagni pittore e illustmtore, cit., n. 245. 103 V. Brocchi, in "Stampa Sera", Torino, 6-7luglio 1959. 104 F Gozzi, Aroldo Bonzagni pittore e illustratore, cit., nn. 243-244_ 105 I vi, n. 246. 106 A. Albertazzi, La zia dei bersaglieri, in "La Lettura", n. 7, luglio 1918, pp. 471-477. F. Sacchi, Svizzera "Hall" dell' Europa, in "La Lettura", n. 10, ottobre 1918, pp. 702-707. 107 R. Longhi, Aroldo Bonzagni. Fiori, Rocca San Casciano 1963. 108 A. Bonzagni, Un pittore mo1·to combc:ttendo. GiovanniArdy, in "ll Secolo XX", n. 2, febbraio 1918, pp. 129-136. 109 Articolo non finnato nella rivista "Bianco e Nero", Milano, 20 ottobre 1917. 11° F Balestra, La VII Esposzzione degliArtzstiLombardi, in "Emporium", n. 283, luglio 1918, p. 42. 111 Le4.000 lire del premioPrincipe Umbetto andarono all' opera La tavema di Silvio Bicchi, mentre le tre medaglie d'oro furono tributate ai dipinti 1914 - Belgio di Luigi Brignoli, Tramonto di Lazzaro Pasini e al busto in marmo Nazareno di Achille Alberti. 112 R. Calzini, Note alle premiazioni della Esposizione Nazionale di Brera, in "Emporium", n. 286, ottobre 1918, p. 206. 113 P. Pallottino, Le immagini del salasso. Iconografica dei prestiti italiani di guerra 1916-1920, in "Bollettino del Museo del Risorgimento", Bologna 1991, pp. 21-41. 114 M. Della Volpe, Esercito e propaganda nella grande guerra, Roma 1989, pp. 159-161. M. Masau Dan, Gzomalidiguerra e grandi /irme dell' illustrazione, in L' arma della persuasione, Gorizia 1991, pp. 167-193. 115 F. Gozzi, Aroldo Bonzagni pittore e illustratore, cit., nn. 260-261. 116 Ivi, n. 262. 117 E. Guicciardi, op. cit., p. 163. 118 L. Dudrevilie, op_ cit., pp. 194-204.
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Parole e pittura: una umanita ritrovata
Vittorio Sgarbi
Mi sonn scm pre chiesto come un pit tore guswso, ironico, satirico.' come Amldo Bonzagni, Ia cui vena bcffarda si era manifcsrnta in velocissimi cartclloni per lc vctrinc milancsi, e in vivacissillli ncquardli, illust razioni, curtulinc di irrcfrcnabilc fantnsia, pot.csse esscrc arrivato a chiudere la sua ricerca con opere malinconiche c dolenti come la Scrcnata, !a Ne7Jicata c i Rt/iuti della rocietd. Una vcrita dell e cosc. um• Lllllanitu in pcna, un<~ visione t ragica scmhrnno garantire int ·nsira c foo.a m•uv11 ullc uiLimc opere tli un pim>rc dalla vi ta breve. N ll 'import:tnte gruppo di lett<::rc: ritmvare, qui raccohc e ordinarc da Elc:na Bastelli , rmvo una spicgnzionc: n quesut nuova rnpprc ·cn ta;d nc della condizione alb qual • l'artista si dispone.
Scrive cla Buenos Aires, dopo aver saputo della morte dell 'amico Fausto Valsecchi: "Non ho mai sentito come ora l'abbattimento, l'indifferenza per qucstn viro cosi o liosa, ch c nostra solamcnte per soffrirc, chc ci abbandona qmmdo In gioin scmbra eli ·cgnursi ncl vicino orizzomc [. .. 1 'he ironiu l Vienc if de.siderio della ribellione, if paros ismo ddln rnbbin, lc1 frcnesia di picchiarc, di maledirc, eli imprecarc! Chc scbcrt.o mi fa l<1 vita ! [ .. . ) Pcrche abbiamo Ia po sibilitii eli ridcre? Cos:~ c'entm il riso nella vita? f. .. J tl;ti a ~.·hi ride. Un iJiota ride scmpre. AI mondo non si dcve esscre che seri. Accettare Ia vita con freddczza , con indifferenza, quasi con sdcgno [ . .. ] Anch'io da un pczzo non rido pill. Non voglio piu csscrc l'uomo spiriroso. Oispre;-.z i mici cartelJoni, disprczzo !'ironia, mi<t c nlrrui. Alrro non ammetro chc Ia veritil nuda e c:ruda. Ul vita ~ rnf · mente brurra chc if nostro riso sarcbbe pictoso [. .. ]'' . Ecco. In vcl"itii nud;,~ e cruJ:1 sa lire dai R1/iuti dcdltt sociela. Lo srruggcntc violinisra Evcrnrdo Molinari t'hc, p r strn Ia , cscguc Ia Sereno/a di. To ·clli , Ji 11 a poco pronto il tomarc ·ul mnrciapicde, sui lfllale si consumn Ia sua vita Jisp rat::~ . Eroi ncgativi
ai margini delhi itrtt ·be crcscc.:, ~.:em i c.: nd mini e i pulm~zi n ro cui i voluc "Ia vita ntrtb e rudn" , nmanita ch mt:rgc lnlla terra, cscc dalle /tlvt•la.r dispostc come una murngli;l per rcncrli scpanni dalle <.1tsc Jell a cit t~ ope rosa. dove vivc rifugintn un:~ populazionc eli fantasmi, • l'ifiuti " chc hanno b Jignitit di non picgarsi. L;t povcrt ii li rcll(ft: lihc.:ri e 1 otc.:nti. Bon~agni lw trent 'ann i non c piLl que I ro:iovanc.: sc1t · pcstmto c dandy ch ·j prcoccupll dci ca lz.oni Jci c.:ollctti dcll'b1j(b Lifa. ln Argentina ha capito che non ba ' ht nvcrc talento: "lo p r f:tre dci quat trini :1
palate, su ra necessaria chc rir rni qui in un alrro momenro, anziturt . pl1i con dell letter<: di 1 rcscn tmdone, poichc d;l :;of non posso prescntnrmi ''. Lc !eucre ci rivchmo un U{llll vivo, scnsibile, till'·
bat . L' America che ha sperato nllll <:'c, c if suo sogno d';u·tisra si c infnnro: ''L'Amcrica bocchcg~in, attnwcr.sa un pcriudo di dcsolmdon ·! rJ contraccolpo formid;lbilc ddlu veroognosa gucrm c:hc si combattc in Eumpll e StiHO qui violcntissimo. Banche chiusc, liccnziamenti in massa. Crediti so., csi. fr;t di Dio !" Non c c mpito di Bonzagni giudicarc. rna lc sue idee sono chiarc, egli .si ribella alia gu t'l'tl: "Tmmagincrai chc ora non .si parlera pitt chc Ji guc:rra [. .. ] Non ~i lavora. non si pcnsa a nulla pii:1 sc non aJl,, guerra. Alia guerra! Quamo sono indi nato. Non vi m1scondo if mio malconrcnto c un po' anche Ia miu trisrczza, pitt per voi c:he sierc CQsti chc non per me" . La pcrsonalita Ji Bcm~;~gni in tuestc lett ere ;tpp:t re forte c risolutn non solo bcffarda c dissacratorhl, ma c bello e istnltt ivu lcggcrc delle su~.: intcmpcranzc clei suoi turbamenti. della l'Ua sponr.anc:a dichiarazionc conrro In guCI'· ra, contro wrtc le •ucrrc:. E allon1? Non rcsta che fi$s tll'C immagini che snranno d finitivc smctrcrf:t di schcrzar . Cosl un nuovo 13onzagni ci app:~rc oggi davanti.
1\roldo Bonzagni. lllltorzlratto, l<Jl6, olio su tela, 50 x 40 ern. C:olleziouc privat a.
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"Sacrifico, soffro, soffio, maledico, bestemmio, e adoro". L' epistolario Bonzagni
Iilena Bastelti
I mecenati del XXI secolo non sono piu, o non solo, colora che scoprono e proteggono gli artisti, rna coloro che ne rendono imperitura la memoria attravcrso la fruizione pubblica delle loro creazioni. II mecenate moderno preserva l'arte attraverso la donazione delle opere ai musei e agli archivi. f: cia chc ha fatto l'avvocato torinese Luigi Tartaglino, che innanzitutto ha comprato (e quindi salvato dall'oblio) una parte consistente del patrimonio documentario appartenuto ad Arolclo Bonzagni, patrimonio che era stato gelosamente custodito fino alia morte da Elva, l'amati~sima sorella del pittorc, rna che poi fu miseramente disperso dagli eredi. In secondo luogo, ncl2001, Tartaglino ha voluto regalare alla Galleria d'Arte Moderna di Cento un carteggio inedito comprendente cinquantacinque lettere scritte da Bonzagni alia madre e ai fratelli e sessantuno missive inviate a! pittorc e alla sua famiglia da amici, parenti e dalla fidanzata Ginetta Gignous. La lettura di questa epistolario ci ha offerto Ia possibilita di studiare l'attivitii del pittore, ma soprattutto di avvicinard alla personalita dell'uomo: anticonformista e irrequieto, spavaldo e dbelle, intelligente e ironico, dandy e affascinante, doloroso e amaro rna insieme ottimista e positivo, legatissimo alia propria famiglia, contrario a ogni guerra, amante del bel mondo rna attratto costantemente dalla natura vera dei luoghi e degli uomini, fossero la pampa incontaminata e i gauchos, il Mediterraneo, !'oceano, o ancora i bassifondi eli Buenos Aites popolati da tm universo di operai, prostitute e poveracd.
"La dolorosa parentesi aperta nella rnia vita". Lettere dall' Argentina
1 gennaio 1914: Bonzagni sbarca a Buenos Aires. Ha ini:oio un anno cruciale della sua esistenza eli uomo e di artista. L' anno in cui scoppia 1a Prima guerra mondiale- "la vergognosa guerra che si combatte in Europa" - e per il pittore centese un periodo estremamente produttivo rna, contrariamente aile aspettative, destinato a concludersi miseramente. Attraverso la lettura delle trentanove missive inviate da Bonzagni alia famiglia frail dicembre 1913 e il gennaio 1915, siamo in grado di ricostruire con una
certa precisione quello che fino a oggi era stato il periodo piu incerto della biografia del pittore: il soggiorno argentino.
La partenza periJ Sud America diventa per Bonzagni il viaggio delle grandi speranze e della disillusione pill cocente, Ia triste parabola che dalle aspettaLive di fama e ricchezza lo fa precipitare nella poverta e ncll'amarezza, tanto da fargli scriverc: "Spero ritornando di cbiudere la dolorosa parentesi aperta nella mia vita".
II soggiorno argentino viene determinato dall'interessamento dell' ami co Nino Nicoli Carminati, che a Buenos Aires collabora con il noto architetto Prins: "Se vi dicessi che Nicoli non ha quasi bisogno di me ti meraviglieresti, ma io non direi che Ia verita. Egli in verita mi ha fatto offrire gentilmente il mezzo di venire costl per farvi qualche bel guadagno in poco tempo come spero di fare. Il lavoro per Nicoli si riduce a due o tre insignificant[ acquarelli: tutto questo naturalmente e bene non si sappia da nessuno, e mi raccomando la discrezione" . Bonzagni e l'amico architetto Paolo Vietti Violi vengono invltati nella capitale argentina per realizzare la progettazione e la decorazione della nuova sede sociale del Jockey Club, l'istituzione che amministrava l'ippodromo argentino. A questi progetti pero non segue una realizzazione concreta, tanto che Vietti Violi rientrera in Italia tra fine marzo e inizio aprile, mentre Bonzagni scrivera. alia famiglia: "Con Prins le cose sono andate in malo modo". Sfumato l'affare Prins, Bonzagni non perde tempo: oltrc all'esecuzione di died "cartelloni reclame" per la Campania General de Fosforos, s'interessa alia possibilita di realizzarc diversi dip inti che rappresentino !'Argentina all'Esposizione di Panama. A causa della decisione del ministro dell'Istruzione pubblica di commissionare opere d'arte solo ad artisti argentini, Bonzagni vedra pen) naufragare anche questa possibilita lavorativa. A questo pun to il pittore inizia a prospettare ai familiari 1' intenzione di realizzare una mostra personale"Il perche della mia venuta in America comincia da oggi in poi. I:esposizione sarebbe il coronamento di tanti sacrifizi che ho tutti qui, di tanto trafficare, di tanto agire" -,per la quale afferma di lavorare ala eremente, e richiede l'invio di opere da casa. "Lavoro
sempre con crescente lena, e con maggiore continuita. Ho preparato e sto prcparando dei quadri che faranno epoca". La nccessita di dipingere lo spinge a isolarsi presso le "estancias" di due ricchi possidenti argentini (prima a Solanct, poi a Beruti) nella pampa sconfinata, in mezzo ai gauchos: "V'assicuro che non mi manca nulla in fatto di ospitalita, tuttavia e per me una vita di sacrifizio, alla quale mi sottometto con serenita, perche intanto lavoro. Avrete immaginato voi stessi chc per fare la mia esposizione non avevo che piccole cose, quindi ho dovuto approfittare dell'occasione che ccrto non capita sovente di ritirarmi dal mondo, dico dal mondo, perchc qui non c' c ncssuno, nc donne ne uomini". Bonzagni affronta l'esposizione con spirito ottimista, prospettando alla madre successi e guadagni: "Ora io ho una settantina di lavori fra i quali quindici quadri di una certa dimensione, nuovi fatti qui oltre a una fila eli disegni acquarelli ecc. incorniciati tutti a spero piu di un migliaio di lire. Ad ogni modo non me ne rincresce. Ho pronta una squadra eli quadri che devono fare un successo strepitoso. Lamia esposizione deve fare clamore. Ho tutta Ia stampa, l'alta, s'intende dalla mia. Buenos Aires attende con impazienza lamia presentazione in pubblico. I giornali mi hanno montato e tutto fa prevedere in un esito straordinario malgrado la crisi. Ho gia parecchi compratori i quali daranno illoro contributo all'esposi-. " zwne .
In realta i compratori saran no ben pochi, a causa delle gravissime ripercussioni che lo scoppio della Prima guerra mondiale aveva determinato nella realta economica argentina. "Lamia esposizione e stata inaugurata i13 agosto dal ministro d'Italia con numeroso intervento di pubblico. Un successo vero e grandioso, rna chc importa? L' America boccheggia, attraversa un periodo di desolazione! 11 conttaccolpo formidabile della vergognosa guerra che si combatte in Europa c stato qui violentissimo. Banchi chiusi, licenziamenti in massa. Crediti sospesi. Ira di Dio! Quanto sono sfortunato! Dopo tanti sforzi, dopo tanto lavoro, tanto sacrifizio, eccone il compenso!!" La penuria di denaro impedisce il rientro di Bonzagni in It alia. Ma il nostro non demorde e an cora una volta risolleva le proprie sorti, questa volta fond an do un settimanale umoristico, "El Zorro": "Ora abbiamo fondato un giornale. Ha avuto molto successo e continua sempre crescendo. L'unica mia speranza l'ho riposta in quello quale la min unica an cora di salvezza. Se naufragasse anche quella ... mi farei rimpatriare ... anche in terza ... capirai, tutto e straordinario in questi momcnti angosciosi per l'umanita". Illavoro per "El Zorro" prosegue, almeno fino al decimo numero, rna Ia crisi argentina sempre pili grave
e Ia preoccupazione per le sorti della famiglia costringono Bonzagni a un rientro ben poco glorioso: "L'America va aggravandosi giorno per giorno scmpre maggiormente. Il suo stato c disperato. Ness uno fa pit! nulla. La situazione qui e indescrivibile. E molto se si riesce a sfamarsi. To sono capita to nel momenta piu tcrribilc che abbia mai passato la Repubblica. Io dunque sono moho sfortunato. Mi consolo vedendo la miseria altrui che c anche piu feroce della mia. To in fondo non sto male se non fosse la preoccupazione di tutti voi che non mi lascia tranquillita. Coraggio dunque, l'epoca del ritorno s'avvicina". II 16
febbraio 1915 sbarcher~ a Genova. Scorrendo il carteggio argentino si possono rintracciarc spunti comici, come Ia vicenda dell'abito del celebre sarto Raffaelli chc Bonzagni si fa spedire da Mllano: Aroldo chiede un vestito leggero rna dal momento in cui questo arriva a Buenos Aires diventa motivo di una serie di rimbrotti che ritornano per diverse lettere (" Avete fatto malissimo a mandarmelo per posta. Ilo dovuto pagare 50 lire di dogana"; "Tl vestito e brutto leggerissimo, qui fa gia freddo"; "Fra le altre cose non mi entra nelle spalle"; "Cerco di venderlo a qualcuno se troven)"; "lo credevo fosse un vestito blue, almeno"; "Ora c fatta, non ne parliamo pili e aJ ogni modo non mandatemi piu nulla ne vestiti ne paletot"; "Immaginate che fa gia fred do e io ho quel vestitino trasparente"; "11 vestito di Raffaelli non sono ancora riuscito a venderlo"); o ritagli eli un rapporto estremamente affettuoso che unisce Aroldo alla mamma e alla sorellina Elva (leggiamo per escmpio che Elva usa il cuscino del fratello senza volerne cambiare la fed era per sentirsi piu vicina a lui). Ma cii) che affascina maggiormente in queste lettere e Ia scoperta di quello che potremmo definire il testamento spirituale e artistico di Bonzagni. Commentanclo la notizia della prematura morte dell'amico Pausto Valsecchi, giornalista e critico d'arte, il pittore, avvicinandosi al Leopardi delle Operette morali, scrive: "Non ho mai sentito come ora l'abbattimento, l'indifferenza per questa vita cosl. odiosa, che e nostra solamente per soffrire, che ci abbandona quando la gioia sembra disegnarsi nel vicino orizzonte. Che ironia! Viene il desiderio della ribellione, il parossismo della rabbia, Ia frenesia di picchiare, di maledire d'imprecare! Che scherzo mi fa Ia vita! Cerco piu che mail Perche abbiamo Ia possibilita di ridere? Cosa c'entra il riso nella vita? Il riso none forse dell'incoscienza? Chi puo dire di ridere sinceramente? II riso none o un'abitudinc o un moto involontario, o una smorfia lasciataci dalle generazioni lontane quando i tempi erano forse pili felici? Chi puo essere responsabile del proprio riso? Guai a chi ride. L'idiota ride sempre. Al mondo non si deve essere che serii. Accettare la vita con freddezza con indifferenza quasi con sdegno. Cosl vedete. Anch'io da
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un pezzo non rido piu. Non voglio piu essere l'uomo spiritoso. Disprezzo i miei cartelloni, disprezzo !'ironia, mia e altrui altro non ammetto che Ia verita nuda e cruda. La vita c talrncnte brutla che il nostro riso sarebbe pietoso, Ia vita c cos( ironica che Ia nostra ironia sarebbe meschina". lronia e dolore rimangono i fondamenti di tutta l'arte di Bonzagni. Ironia e dolore generano quella satira tragica che ritruviamo in T comandamenti di Dio e in G'!i Urmi e gli altri, dove il pittore rappresenta con apparcntc leggerezza gli avvenimcnti della guerra in tutta Ia lora drammatica portata. "Ironia, satira e dolore" e il rnonumento funebre che lo scultore Wildt ha volulo dedicare alia memoria dcll'amico Aroldo Bonzagni.
"Amico mio adorato". Lettere di Ginetta Gignous
II Secondo nucleo dell' epistolario e costituito da trentau·e appassionate missive di Ginctta Gignous, Ia fidanzata segreta di Bonzagni. Questo carteggio ha inizio nel dicembre 1913, quando Aroldo parte per !'Argentina lasciando Ginetta in Lm abisso di malinconia e dolore. "lo non ti posso seguire, vorrei almena che dalle tue lettere io potessi avere la sintesi della tua vita cost!, per poterla poi immaginare, interamente. Che mi giungesse un soffio della tua anima, per poter ricostruire tutto te stesso". Nelle lettere scritte durante il1914, l'anno della lontananza, questa affascinante e intensa figura femminilc- che fra 1' altro fu immortalata da Bonzagni nella bella tempera Aroldo, Gin etta e Popi (Torino, collezione privata) - ci rivela tutta la poesia del suo affetto autentico e incondizionato. Ai momenti di nostalgia e pianto e ai tirnori che Ia loro relazione segreta possa essere scoperta, Ginetta alterna dichiarazioni d'amore assoluto, quasi a rassicurare il fidanzato della sincerita dei propri sentimenti: "No, Aroldo, la distanza, !'oceano non mi ha allontanata, rna nella sofferenza acuta e continua per il distacco io ho sentito quello ehe tu sei per me, ho sentito tutto il cambiamento che ha operato in me il nostro am ore che e l'unica ragione di vita. Ma tu lo sai e devi sentire in ogni momenta chela tua donna (ti piace che mi chiami cosl?) esiste per l'alito eli vita che tu Ie trasmetti, per capirti, per sen tire Ia grandezza, Ia bellezza della vita chc si agita in tc". L'intensita della passione non acceca Ginetta, che non manca di rimproverare Bonzagni peri suoi tradimenti: "So che hai avuto delle awenture amorose (gia quando hai un'avventura tu non senti altro che il bisogno di comunicarla a tutti) c ti faccio lc mie congratulazioni. Io invece ti sono fedele, e gli omaggi, Ia cor-
te, l'ammirazionc degli altri, non mi fanno proprio nessun effetto. Ma, io sono una sentimentale, io del mio am ore nc ho fatto il mio ideale, e l'ho posto cost in alto che tutte le meschinita della vita, non riescono neppure a sfiorado. E ne sono orgogliosa, non sono come te che ti fai un mcrito d' cssere poco lcale". Questa novella Eloisa si commuove e ci commuovc per iltrasporto e la purezza della sua nobilissima passione, per U lirismo delle emozioni espresse nelle sue lctterc. "Aroldo, Aroldo, io stcndo le mic braccia per accoglierti contro il mio petto. Perc he tu senta lo spasimo del mio cuore, perche le nostre lagrime siano confuse, perche tu senta che questa piccola creatura che ha da te Ia vitae tua, soltanto tua. Ah! Ti potessi dare un po' di conforto! Baciami anche tu Aroldo! Raccoglile queste Iacrime che verso per te!" Dopo il ritorno di Bom:agni dall'Argentina la relazione fra i due subisce negli anni interruzioni e riprese, fra distacchi, disinteresse e insensibilita di lui e delusione, amarezza e allontanamento di lei. "Perche Aroldo, questo nostro desiderio continuo e violento non ha la forza di awicinarci come io voglio e come tu vuoi? Quale he volta penso che an cora non ci amiamo e che siamo due creature troppo indipendenti. Forse non ci uniremo mai? Eppurc io sono tua e nessuno avra mai tutto quello che tu hai avuto da me" (1915). "Addio, ti porgo le labbra per uno di quei baci superficiali e un po' amari, che ci diamo prima di lasciarci dopo esserci insultati a vicenda. Hanna un sapore speciale, e ora ripensando mi pare che abbiano ben definito il carattcrc del nostro legame" (1917). Ma nonostante i rimproveri, nonostante i toni distaceatati (si passa dal "Mio carissimo amico" al "Caro Bonzagni"), nonostante lc frasi tiepidc e pacate, Ginetta per tutta la vita rimane adorante e devota di Aroldo, desiderosa di essere "un caldo raggio di sole" per Ia sua vita. "L'unica cosa che ha veramcnte un'importanza grande nella mia vitae il mio amore per te, e nell'assopimento momentaneo della passione sento aurnentare l'amicizia, l'affetto e forse anche Ia stima. E ne godo. Nella frenesia chc prima m'ha fatto tanto soffrire io sentivo la mancanza di tutto questo ora invece ritornata serena sen to a poco a poco il nostro amore farsi completo. E il dolore che ha operata questo cambiamenta? E iJ tempo chc ha santificato il nostro affetto? Non te lo so dire. Questo soltanto mi par di sentire, che se un giorno la vita ci dovra dividere o se dovessero avere fine tutti i desideri dei nostri sensi, noi non ci odieremo ne ci dimenticheremo, rna Ia bellezza del nostro amore terra sempre vivo un legame che pott·a anche essere spirituale. E a dispetto di tutto e di tutti io sono e saro la donna nata per amarti e per completarti".
Ancora in una delle ultime lettere spedite a Bonzagni (22 luglio 1918), Ginetta scrivc: "Oh dio! Aroldo, devo esserc innamorata. Mi scruto, m'interrogo non capisco nientc rna sento un gran vuoto, un vuoto infinito. Mi rammarico di esscr partila d'averti lasciato e non ho che un desiderio ... averti qui con me" .
"Per avere mie notizie era necessaria venisse Ia neve ... rna queUe ~ono fredde come questa". Miscellanea
L'ultimo capitolo del carteggio Bonzagni e quello comprendente trentacinquc lcttcre scritte in vari anni da diversi amici e conoscenti c dal pittorc stesso. I limili cronologici entro i quali si susseguono lc missive sono il1909 e il1918. L'incipit c rappresentalo da una lettera del Gabinetlo del sindaco eli Cento con Ia quale vengono assegnate nl pittore 60 lire per "continuazione di studi". l:epilogo e costituito da un biglietto spcdito da un amico della Galleria Pesaro chc, venuto a conoscenza della malattia di Bonzagni, il21 dicembre 1918 gli inoltra "un augurio di pronta e completa guarigionc". Purtroppo il pittore roorid dopo poehi giorni, il30 dicembre. Spiccano all'interno di questa sezione Io scambio
epistolare fra Bonzagni e scrittori o editori suoi committenti, che ci chiariscono Ia gcnesi di diverse opere del nostro: la corrispondcnza con Virgilio Brocchi per le illustrazioni dei suoi clue romanzi La bottega degli scandali (1916) e Casa di Pazzz; Cara di Santi (1917); la missiva inviata all'editore Rava per comunicargli il successo ottenuto da I wmandamenti eli Dio (1915); i biglietti scrirti a Rosti in relazione a diverse imrnagini preparate per la rivista "In Tram way" (1912- 1913). Un posto particolare merita una cartolina, scritta nel 1918 da Acqui Terme, in cui un personaggio molto noto nel panorama cullurale e politico italiano, Margherita Sarfatti, raccomanda a Bonzagni un non mcglio precisato vaso: pare dunque che Bonzagni abbia realizzato per la giornalista una decorazionc vascolarc. Tutta Ia breve esistenza di Bonzagni e vissuta all' insegna dell'impegno profuso per rcalizzare dipinti, disegni, cartelloni, copertine di riviste, della costantc preoccupazione di trovare commissioni, dell'ansia frcnetica e caparbia di vendere, guadagnare, di risalire il crinale della poverta sempre incombente. Un'esistenza spesa per "figurare finalmente in un'esposizione che consacrera la mia arte, per Ia quale sacrifico, soffro, soffio, maledico, bcstemmio, c adoro".
-Eate bol&to ha aido axped.ldo por int&rmedio d& ,_::.-
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1\CieiiTeS Oetlellllll:~: I"I!LLERANO. D• aAIIY 6 C>A.- &UetiOS II IlleS
Un ringraziamento particolare a Giacomo Bonzani, Maurizio Caprara, Fausto Cozzi, Paola Morselll; Vittorio Sgarbi.
Biglietto di ritorno Buenos Aires - Genova rilasciato ad Aroldo Bonzagni il21 gennaio 1915.
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