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BARBARA SIMONSOHN
SEMI DI CHIA111 ricette per curarsi a tavola
IL POTERE DEI
Semi di chiail potere dei
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BarBara SimonSoHn
Semi di chia111 ricette per curarsi a tavola
il potere dei
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Titolo originale dell’operaChia-PowerCopyright ©2013 Barbara Simonsohn
978-3-86410-069-7
Questa edizione è pubblicata su licenza di Windpferd Verlagsgesellschaft mbH, Oberstdorf, Germania.Tutti i diritti riservati.
Traduzione dal tedesco a cura di: Lorenzo Bonosi, Debora Taiocchi, Giulia Spettoli
Responsabile Editoriale Libri: Costanza SmeraldiResponsabile Redazione Libri: Paola SammaritanoResponsabile Produzione Libri: Michele Ribatti
Impaginazione: Barbara RastelliCopertina: Roberta VenturieriImmagine di copertina: © Maya Kovacheva Photography | Thinkstock
© 2015 Edizioni Lswr* – Tutti i diritti riservati
ISBN 978-88-6895-156-6eISBN 978-88-6895-157-3
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633.
Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail autorizzazioni@clearedi.org e sito web www.clearedi.org.
Via G. Spadolini 7, 20141 MilanoTel. 02 881841www.edizionilswr.it
Printed in ItalyFinito di stampare nel mese di giugno 2015 presso “Rotolito Lombarda” S.p.A., Pioltello (MI)
(*) Edizioni Lswr è un marchio di La Tribuna Srl. La Tribuna Srl fa parte di .
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SommaRIo
C’è una nuova stella tra i superalimenti: la chia vii
Cosa c’è da sapere sulla chia 1I semi, una fonte di nutrienti unica 1La chia: una superpianta 5I superalimenti come la chia: perché sono così
nettamente superiori agli alimenti funzionali 7La chia: il sacro seme degli Aztechi 12La temporanea sparizione della chia e le sue cause 17Caratteristiche botaniche della chia 19
I preziosi ingredienti della chia 23Gli acidi grassi Omega-3, i re delle sostanze grasse 23Excursus: confronto tra semi di chia e semi di lino 43La chia, un concentrato di sostanze minerali 47La chia, un’ottima fonte di vitamine 55Gli antiossidanti contenuti nella chia 63Le proteine della chia: un profilo perfetto
che contiene tutti gli aminoacidi essenziali 70Le fibre, un fattore fondamentale per la salute 77
Come la chia previene e cura le malattie 83La chia, un agente cardioprotettivo 83L’effetto terapeutico della chia sulle infiammazioni 94I semi di chia, un superalimento per il cervello 97Perché la chia funziona come profilassi antidiabetica
e per i diabetici 101Come la chia può prevenire i tumori e aiutarci a curarli 109Chia, la superpianta per la profilassi antistress 118Gli effetti curativi della chia dalla A alla Z 123
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vi vii
Chia for life: come la chia arricchisce la nostra vitalità 141La chia per le discipline di resistenza e gli sport estremi
e il segreto dei corridori Tarahumara 141La chia per dimagrire e per un peso forma duraturo 149Come usare la chia per rendere più sani
i prodotti animali e gli alimenti funzionali 159
Chia per gli animali 171
Uno sguardo ai vantaggi della chia 173Chi trae beneficio dalla chia? 174
Prodotti a base di chia 177
Ricette con la chia 183Introduzione 183Colazione 189Insalate e condimenti 194Zuppe 198Piatti principali 204Pietanze per bambini 210Dessert 215Snack 222Torte 225Pane 231Biscotti 235Bevande 241Smoothies 244
appendice 253Bibliografia 253Studi (in ordine di tema) 258Siti web importanti (in ordine alfabetico) 268Articoli sulla chia e temi correlati 270
L’autrice 273
Indice delle ricette 277
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vi vii
“I vantaggi di uno stile di vita sano, basato su un’alimenta-
zione vegetale completa, sono enormi.”
C.T. Campbell, The China Study
Negli Stati Uniti ormai è inconcepibile una fiera dello sport o del fitness
senza la chia. Pare proprio che il seme originario dell’America centrale sia
destinato a scalzare la melagrana, la magical pom con un business da 150
milioni di dollari. La chia è amatissima in particolare dai mezzofondisti.
È stato il maratoneta estremo Scott Jurek, con il suo libro Eat and Run,
a far conoscere la chia nel suo ambiente. Nel libro Jurek descrive come
una tribù india del Messico, i Tarahumara, usino la chia per sopportare lo
sforzo delle lunghe corse portandosela dietro in sacchetti di stoffa, come
già fecero i guerrieri e i messaggeri degli antichi Aztechi.
L’ho provata anch’io, involontariamente. Nel marzo 2013 stavo ac-
compagnando il mio partner di allora alla maratona di Hannover. Per
solidarietà decisi di correre qualche giro anch’io. Quel che non sapevo
è che ogni giro prevedeva un percorso di 22 km. Come fonte di energia
avevo con me solo una bustina di semi di chia. I vari energy gel, pieni
di ingredienti artificiali, mi causano intolleranza. Per riuscire a tornare
alla macchina non mi restava che finire il giro da 22 km. Con i semi di
I N T RO DU z I O N E
C’è Una nUova STELLa TRa I SUPERaLImEnTI:
La ChIa
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Introduzione - C’è una nuova stella tra i superalimenti: la chia
viii ix
chia e un po’ d’acqua non gassata, che assumevo ai rifornimenti lungo il
percorso, non ebbi alcuna difficoltà. Strada facendo producevo, per così
dire, il mio smoothie alla chia. Il temuto “muro”, cioè l’esaurimento dei
depositi di glicogeno, non si verificò. Il glicogeno è il carburante della vita
e viene immagazzinato soprattutto nei muscoli e nel fegato. Il fegato può
immagazzinarne circa 80 g, che bastano per circa 18 minuti di attività
sportiva. I muscoli arrivano a immagazzinarne 350 g, sufficienti per circa
70 minuti di sport di durata.
Un maratoneta d’eccellenza di solito incontra questo “muro” intorno
al 32° km, un corridore medio invece lo incontra tra il 25° e il 29° km. Per
molti significa il ritiro dalla corsa. Atleti che affrontano distanze fino a 10
km non corrono il rischio di esaurire le riserve di glicogeno. Per tutti gli
altri è consigliabile l’assunzione, circa un’ora e mezzo prima della corsa,
di uno smoothie con aggiunta di chia.
La chia è un superalimento poiché contiene gli elementi di cui abbiamo
bisogno e che, spesso, non sono forniti in misura sufficiente dalla nostra
dieta: acidi grassi Omega-3, preziose proteine, sostanze minerali, fibre,
vitamine e antiossidanti che ci proteggono dall’invecchiamento precoce
e dalle malattie croniche. Fino alla seconda guerra mondiale si assumeva
una quantità doppia di acidi grassi Omega-3 rispetto a oggi. Un pollo ru-
spante (allevamento libero) produce uova con un contenuto di Omega-3
pari a 20 volte (!) quello di un pollo che – come è la norma oggi – non
può scegliere il suo cibo, ma viene alimentato a cereali. I nostri antenati
dell’età della pietra assumevano 60 g di fibre al giorno, noi arriviamo a
15 (adolescenti) e 18 (donne), a fronte della dose di 30 g raccomandata
dai dietologi. Questi sono solo due esempi di quanto carente sia la nostra
alimentazione di oggi.
Il cambiamento del nostro modo di alimentarci comporta non solo
sovrappeso, alta pressione o allergie, ma influenza anche la psiche, preci-
samente sotto forma di oscillazioni d’umore, carenza di concentrazione,
ansia e depressione. A mio avviso non dovremmo tanto andare dallo psi-
cologo per il troppo stress, quanto piuttosto alimentarci in maniera sana
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Introduzione - C’è una nuova stella tra i superalimenti: la chia
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per il corpo e per il cervello! La chia contiene proprio quei principi attivi,
per di più in forma concentrata, di cui abbiamo tanto bisogno. Per me
quindi la chia, il segreto della salute degli Aztechi, è un dono del cielo per
l’uomo contemporaneo. La chia aiuta a vivere in modo ancor più sano chi
già cerca uno stile di vita salutare, e aiuta le persone in sovrappeso a di-
magrire in modo semplice. La chia migliora la resistenza degli atleti, pre-
viene numerosi disturbi, aumenta il livello energetico, combatte diverse
malattie e rende perfino più belli i capelli, la pelle e le unghie. La chia, con
i suoi piccoli e modesti semi, è il nuovo campione tra i superalimenti. Il
dottor Wayne Coates, noto esperto di semi di chia e autore di diversi libri
sull’argomento, scrive: “La chia può davvero aiutare chiunque – bambini
e adulti, atleti e fannulloni, persone con disturbi acuti o cronici, e anche
coloro che al presente sono sani. Credo davvero che la chia possa miglio-
rare lo stato di salute del mondo”. E anch’io sono di questa opinione.
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TM 1
I semi, una fonte di nutrienti unica“Arrivo a dire che gli scienziati non hanno ancora scoperto, per
dare all’uomo la miglior alimentazione possibile, le potenziali-
tà nascoste di tantissimi semi, foglie e frutti.”
Mahatma Gandhi
Negli Stati Uniti i semi di chia sono spesso definiti un cereale (crop op-
pure grain) e paragonati al riso, al mais, al grano e altri cereali. Questo
dal punto di vista botanico non è esatto, dato che si tratta di una coltura
per la produzione di olio. Forse il malinteso è insorto perché il libro di
riferimento sul tema, scritto da Ricardo Ayerza, parla di crop (coltura). O
forse è dovuto al fatto che, per gli Aztechi e i Maya, la chia, come il mais
e i fagioli, era un alimento base, che consumavano in grandi quantità. In
ogni caso la chia fa parte di quelle piante i cui semi possiedono proprietà
benefiche per la salute.
“E Dio disse: ‘Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su
tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno
il vostro cibo’” (Gen. 1,29). I semi sono l’essenza della vita. Essi conten-
gono superelementi nutritivi, necessari per la riproduzione della vita, che
non aspettano altro che venire a contatto con la terra, il sole e la pioggia
CA p I TO l O 1
Cosa C’è da sapere sulla ChIa
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
2 3
per germinare. I semi contengono sia il progetto dell’intera pianta, sia
gli elementi nutritivi necessari per la formazione delle radici, del fusto e
delle foglie. Talvolta i semi restano vitali per anni o secoli. Nel 1949 fu
bombardata una tomba egizia nella valle del Nilo nei pressi di Dashur e
un giovane pilota statunitense ricevette 36 dei grandi semi di grano che
furono trovati nella tomba. Suo padre, cerealicoltore del Montana, fece
germinare i semi: era Kamut, un cereale che ha conquistato il mercato
sanitario negli Stati Uniti e non solo.
Nei semi la concentrazione di micronutrienti importanti è più alta che
nel resto della pianta. I semi contenuti nella frutta o nella verdura sono
prioritari nell’economia della pianta poiché sono responsabili della sus-
sistenza e della sopravvivenza della specie. Il contenuto percentuale di
minerali organici è significativamente più alto nei semi che nelle foglie. È
interessante inoltre che i semi respingano i fertilizzanti; solo i gambi e le
foglie li accolgono. Anche per questo dovremmo usare più semi per il no-
stro menu. Se diminuisce la fertilità del terreno, vengono prodotti meno
semi, ma gli elementi in essi contenuti rimangono gli stessi.
I semi, di cui fanno parte anche le noci, hanno un elevato contenuto di
elementi nutritivi, cioè sono alimenti molto concentrati. l’olio ottenuto
dalle piante è fatto in gran parte di acidi grassi poli-insaturi, che sono
contenuti nei semi insieme − giacché sono molto reattivi − agli antiossi-
danti necessari per impedirne l’ossidazione. Inconvenienti come l’irranci-
dimento, che tipicamente e frequentemente insorge nel caso di oli estratti,
non si presentano con il seme intero. per questo i semi naturali come
la chia sono importanti per coprire il nostro fabbisogno di acidi grassi
essenziali. Inoltre essi forniscono una varietà di vitamine, minerali e pro-
teine di qualità eccellente.
Nel suo bestseller Die Sonnendiät (la dieta del sole), David Wolfe scri-
ve che i migliori semi sono quelli che, come la chia, contengono più grassi
che proteine. I semi ricchi di grassi hanno effetto antiossidante, proteggo-
no il corpo dai veleni presenti nell’ambiente, isolano i nervi, prevengono
le malattie cardiache, forniscono energia duratura, stimolano l’assimila-
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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zione di sostanze minerali come il calcio e agevolano la dislocazione delle
vitamine A, D, E e K verso i tessuti. David Wolfe critica il fatto che negli
Stati Uniti ormai si trovino in commercio quasi esclusivamente meloni
privi di semi. purtroppo questa tendenza si osserva anche in altri paesi.
E dire che sono noccioli e semi ad avere la più alta concentrazione di
micronutrienti e di energia vitale: non per nulla dai semi nasce una nuova
pianta. Mia madre ha insegnato a me e a mia sorella che le mele si man-
giano con il torsolo e i semi lasciando solo il picciolo.
Nel suo libro Partner of Nature (Come si educano le piante), luther
Burbank scrive una cosa molto bella sul valore dei semi: “I frutti non
maturano per produrre cibo per noi ma per avvolgervi i semi: i noccioli.
Ma noi ignoriamo il disegno della natura e ci godiamo il gusto squi-
sito delle mele, delle pere, dei pomodori, dei meloni e simili, gettando
via, senza curarcene, i semi, che la pianta ha prodotto con tanto sforzo
impiantandovi il germe vitale e una riserva di amido affinché il seme
abbia, una volta germinato e diventato plantula, un aiuto per iniziare a
crescere”. I semi contengono la forza vitale in forma iper-concentrata
della pianta.
All’inizio degli anni ’90 il professor Fritz-Albert popp fece furore con il
suo libro Il messaggio del cibo, con cui riuscì a dimostrare la radiazione di
certe proteine e acidi nucleici. Scrive popp: “Alla luce del sole la materia
biologica si ordina in modo tale da avere una crescente capacità di imma-
gazzinare la luce, che a sua volta determina un ulteriore riordinamento
spaziale”. Egli vede l’uomo non tanto come un consumatore di calorie
e di macro- e microelementi, quanto piuttosto come un “ladro dell’or-
dine” e un “ricettore di luce”. Già nel 1980 Walter Ostertag parlava di
“macromolecole vive”. Con il loro aiuto le piante, gli animali e l’uomo
sono in grado di assorbire la radiazione vitale cosmica, di trasformarla e
rifletterla. per assorbire il maggior numero possibile di questi “biofotoni”,
egli raccomanda: “Cibatevi quanto più possibile di piante commestibili
spontanee in natura, non trattate, non sminuzzate, ma crude e appena
raccolte” (Walter Ostertag: Lebende Makromoleküle als Lebenselixier;
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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Macromolecole vive come elisir di vita). Queste forze vitali ordinanti
sono particolarmente concentrate nelle gemme e nei semi delle piante.
l’uomo preistorico si nutriva prevalentemente di alimenti con un’elevata
concentrazione di macromolecole vive, per esempio gemme, apici radicali,
semi, noci, frutti, tuberi e foglie.
Ostertag scrive: “Solo ciò che è naturale garantisce il massimo di quel
misterioso elisir di vita, della cui presenza le vitamine, gli oligoelementi e i
sali minerali sono dei semplici indicatori”. per questo, a mio avviso, non è
sorprendente che i semi di chia, a oggi quasi caduti nel dimenticatoio, non
modificati dalla coltivazione, abbiano una tale concentrazione di micronu-
trienti e siano fonte di tanta forza vitale. Già il dottor Ralph Bircher, nel suo
libro Geheimarchiv der Ernährungslehre (Archivio segreto della dietolo-
gia), aveva parlato del sorprendente stato di salute degli indios Quiché, che
avevano una dieta naturale, sebbene povera. Giunsero a notorietà anche gli
indios Tarahumara del Messico nord-occidentale, i quali, con un’alimenta-
zione quasi esclusivamente vegetariana e caratterizzata da un abbondan-
te consumo di chia, come dice W. R. Hood dell’università dell’Oklahoma,
“sono tra le persone più sane e fisicamente più notevoli del pianeta”. Essi
si cimentano in gare col pallone in cui due squadre, in una competizione
che dura da 24 a 48 ore, inseguono senza pause la palla lungo aspri sentieri
montani, coprendo addirittura distanze tra 150 e 350 km.
Fritz-Albert popp arriva a dire: “In fin dei conti tutto dipende ‘dall’in-
formazione’ che l’alimento trasmette al consumatore, dal messaggio della
natura. Siamo convinti di non esagerare se affermiamo che i segnali della
natura possono, a lungo termine, ‘cambiare il mondo’. per esempio una
società che si nutre in modo corretto e ottimale può produrre persone
sane e responsabili”. la natura ci mette a disposizione una composizione
sinergica di ingredienti e informazioni. Io parlerei di una “sinfonia degli
elementi nutritivi”, a livello di macro- e di micronutrienti. Semi originari,
come la chia, ci danno energia, lucidità e capacità decisionale e quindi
rappresentano un nutrimento che “alimenta” la vita nel senso letterale e
metaforico del termine.
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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la chia: una superpiantaIn virtù del suo elevato contenuto di elementi nutritivi, la chia è una pian-
ta dalle proprietà eccezionali ed è giustamente annoverata tra i super-
foods. Questo è il motivo per cui il nostro corpo, dopo un apporto di
semi di chia, dispone di energia per ore, senza che si verifichino attacchi
di fame, oltre ad avere una resistenza accresciuta, per cui la chia è utile
anche nella gestione del peso corporeo. I semi di chia sono tra i pochi
alimenti quasi completi.
la chia è stata classificata dall’autorità statunitense per l’alimentazio-
ne (Food and Drug Administration, FDA) come adatta all’uso alimenta-
re umano. Nell’Unione Europea la chia è considerata un novel food, un
alimento di nuovo tipo. Nel novembre 2009 l’autorità europea per la
sicurezza alimentare ha permesso l’uso della chia per i prodotti da forno
in concentrazione massima del 5% (Bollettino UE nr. l 294, 11 novem-
bre 2009, p. 12 e p. 14). Il 22 gennaio 2013 la Commissione Europea ha
esteso il campo di utilizzo della chia (protocollo numero C [2013] 123).
Da quel momento i semi di chia, come da regolamento UE nr. 258/97,
possono essere utilizzati per i prodotti da forno, i cereali da colazione e i
preparati di semi, frutta e noci, in misura massima del 10%, con una dose
giornaliera raccomandata pari a 15 g.
la chia è la fonte di acidi grassi Omega-3 e fibre più ricca in assoluto.
I semi di chia contengono fino al 38% di olio di chia e fino al 23% di
proteine, inclusi tutti gli aminoacidi essenziali, non contengono glutine e
hanno un bassissimo contenuto di sodio. Il dato interessante, nella tabella
di valori nutrizionali sotto riportata, è che i semi di chia sono un alimento
intero, che viene consumato come la natura lo crea, non un concentrato,
come sono invece, per esempio, l’erba d’orzo in polvere, la polvere di mo-
ringa o le compresse di alghe AFA. È questo il motivo per cui questi valori
sono così impressionanti. Con soli due cucchiai di semi di chia (circa 25 g)
al giorno si assumono 8 g di fibre cellulosiche, vale a dire più di un quarto
della dose giornaliera raccomandata, circa 5 g di proteine di qualità, circa
125 g di calcio e ben 5 g di acidi grassi Omega-3.
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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Di seguito, a mo’ di esempio, alcuni confronti nutrizionali. la chia in
media contiene:
• 5 volte le proteine dei fagioli americani (kidney)
• 1,7 volte le proteine dei germogli di soia
• 8 volte gli omega-3 del salmone
• il doppio degli Omega-3 delle alghe
• 15 volte le fibre del riso integrale
• 4 volte le fibre dei semi di lino
• 3 volte le fibre dell’avena
• il doppio delle fibre della crusca di frumento
• 8 volte le sostanze minerali del riso
• il doppio del potassio delle banane
• da 3 a 6 volte il ferro degli spinaci
• 5 volte il ferro dei fagioli americani o dei broccoli
• più ferro del fegato di manzo
• da 4 a 6 volte il calcio del latte intero
• 10 volte il fosforo del latte
• 15 volte il magnesio dei broccoli
• 8 volte il magnesio delle banane
• il doppio del magnesio del miglio bruno selvatico
• 3 volte lo zinco dei fagioli
• 7 volte la vitamina C delle arance
• 3 volte la vitamina e dei germogli di grano
• 2,5 volte la vitamina E dell’olio di oliva
• 5 volte l’acido folico degli spinaci
Inoltre la chia contiene:
• più antiossidanti dei mirtilli neri! Un valore oraC di 7000 (μmol
TE/100g). la chia di varietà salba raggiunge addirittura un valore
ORAC di 8400. Il valore ORAC quantifica il potenziale antiossi-
dante. Altri valori ORAC in confronto: mirtilli neri 2230-6550,
broccoli 1262, spinaci 1515, banane 879.
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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• una rosa completa ed equilibrata degli otto aminoacidi essenziali. (Se manca uno solo degli aminoacidi essenziali il corpo non riesce
a sintetizzare le proteine.)
Il professor Vladimir Vuksan, titolare della cattedra di endocrinologia e
scienze dell’alimentazione presso la facoltà di medicina dell’Università
di Toronto, scrive: “A causa della concentrazione molto elevata di acidi
Omega-3, della sua ricchezza di elementi nutritivi e di quanto emerso dalla
sperimentazione scientifica, la salba (una varietà di chia) ha un potenziale
enorme per migliorare la salute e l’alimentazione dell’uomo. Non c’è niente
nel campo dell’alimentazione che possa superare questi risultati. la salba
può essere considerata l’alimento funzionale perfetto”.
I superalimenti come la chia: perché sono così nettamente superiori agli alimenti funzionali
“Volete mangiare più sano, perdere peso e togliere di mezzo le
malattie? Tutto questo, e molto altro ancora, è possibile con i
superalimenti!”
Brent Agin e Shereen Jegtvig: Superfoods for Dummies
(I superalimenti dalla A alla Z).
Tutti parlano degli alimenti funzionali, ossia alimenti addizionati di so-
stanze salutari come, per esempio, lo yogurt arricchito con certi batteri
oppure alimenti addizionati di Omega-3 o del coenzima Q10. Sebbene
manchino gli studi sull’utilità di questi alimenti, il loro mercato è in forte
espansione. la maggior parte di essi contiene uno o due ingredienti consi-
derati sani, ma la loro utilità è spesso dubbia. Nel caso di alcune vitamine,
come la E, la D, la K e la A, c’è anche il rischio di un sovradosaggio. Una
vitaminosi, cioè l’eccessiva assunzione di determinate vitamine, è altret-
tanto dannosa della loro carenza e può causare malattie.
A mio avviso madre natura è la miglior maestra. Certi enzimi hanno
bisogno, per essere efficaci, di coenzimi sotto forma di sostanze minerali.
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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Negli alimenti naturali esiste una sinergia dei principi attivi e da milioni
di anni il nostro organismo è calibrato sugli alimenti presenti in natu-
ra. Sostanze isolate, seppure di origine naturale, sono sub-ottimali. peg-
gio ancora gli additivi ottenuti in laboratorio, che il corpo non riesce a
“leggere”. È come cercare un bagno in Cina non conoscendo il cinese.
Il cartello può anche trovarsi davanti ai vostri occhi, ma non riuscite a
decifrarlo. l’informazione è del tutto inutilizzabile. le sostanze artificiali
sono espulse dal corpo e, nel peggiore dei casi, risultano tossiche. Gli
statunitensi, con la loro fiducia verso le pasticche, hanno fama di avere
l’urina più cara del mondo. Su 34 paesi industrializzati sono al 27° posto
per longevità, avendo però la spesa pro capite più alta in medicinali. la
quantità non sempre aiuta.
la chia è un superalimento. Altri superalimenti sono la moringa, le al-
ghe AFA e l’erba d’orzo (tutti già trattati nei miei precedenti libri). Questi
sono una fonte compatta, e altamente concentrata, di numerosi elemen-
ti nutritivi benefici per la salute. Il rischio di sovradosaggio è pressoché
escluso. Come del resto è difficile un’overdose da consumo eccessivo di
uvetta o di prugne secche. I superalimenti hanno proprietà particolari,
sono un concentrato di elementi nutritivi e costituiscono un tesoro di
antiossidanti e altre sostanze benefiche. Oggigiorno è molto importante
avvicinarsi a questo tipo di alimenti in quanto, soffrendo di una grave
riduzione del contenuto di micronutrienti nei nostri alimenti e avendo
inoltre uno stile di vita all’insegna dello stress che vanifica l’azione stessa
dei micronutrienti, rischiamo di “morire di fame a scodelle piene”. Il no-
stro fabbisogno di micronutrienti è maggiore di quello dei nostri antenati,
e poiché non possiamo mangiare di continuo, e per di più un eccessivo
apporto calorico è nocivo, abbiamo un bisogno urgente di più alimenti
con un’elevata concentrazione di micronutrienti.
Frutta e verdura purtroppo non sono coltivate in modo tale da au-
mentarne il contenuto di componenti benefici, bensì seguendo il criterio
della dimensione, della bellezza e della conservabilità. I valori interni in-
vece non sono assolutamente presi in considerazione. Il nostro bestiame
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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viene alimentato con cattivi mangimi, con foraggi concentrati a base di
soia e mais, perché cresca velocemente e fornisca quanto prima la mag-
gior quantità possibile di carne e latte. Molte vacche possono arrivare
a trent’anni di età, eppure in media sono macellate a quattro anni e le
galline in media a trenta giorni. la qualità degli alimenti ha sofferto di
questa tendenza all’accorciamento della filiera e verso il rapido profitto.
Come se non bastasse, i nostri alimenti vengono anche trattati, e ulterior-
mente deteriorati, con additivi e conservanti dubbi, come nel caso degli
oli raffinati, dello zucchero industriale e del fior di farina. Da questo tipo
di alimenti non possiamo aspettarci la salute più raggiante: ci sfamano,
ma non sono certo di beneficio.
In quanto alla concentrazione di proteine, grassi e fibre, la chia supera
cereali come il riso, il grano, il mais, l’avena e l’orzo. la chia contiene da
una volta e mezzo fino a due volte la quantità di proteine dei cereali citati,
da tre a dieci volte la loro quantità di oli e da una volta e mezzo a dieci volte
la loro quantità di fibre. Il contenuto di carboidrati utili per il metabolismo
corporeo varia tra l’1 e il 4%, basso quindi, essendo la maggior parte dei
carboidrati rappresentata da fibre cellulosiche che vengono espulse.
I grassi, le fibre cellulosiche e le proteine della chia sono di qualità mol-
to buona. Gli acidi grassi sono costituiti per il 61% da acidi alfa-linolenici
(AlA), uno degli acidi grassi Omega-3 essenziali, e per il 20% da acido
linoleico, un altro acido grasso Omega-6, anch’esso essenziale. Siccome
nei paesi industrializzati consumiamo quantità molto più elevate di acidi
grassi Omega-6 che di acidi grassi Omega-3 e inoltre assumiamo troppi
acidi grassi trans, che sono piuttosto nocivi per la salute, nonché troppi
grassi induriti e saturi, la chia può operare una benefica compensazione
che ci riporta a una condizione di equilibrio. Delle fibre presenti nei semi
di chia, il 5% fa parte delle fibre solubili, che sono in grado di abbassare
il livello di colesterolo. le altre fibre cellulosiche, non solubili, agevolano
un rapido passaggio attraverso l’intestino e ne nutrono l’importantissima
flora batterica. l’intestino è “la radice della pianta uomo”, come ha detto
il famoso gastroenterologo Franz Xaver Mayr.
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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la rosa di aminoacidi presente nella chia è completa ed equilibrata,
vale a dire che sono presenti tutti quelli essenziali e molti non essenziali,
per di più in una combinazione utile all’organismo umano, con un’elevata
percentuale di lisina, sostanza che ha proprietà antivirali. A fronte di tutto
questo, la chia ha solo 440 calorie per 100 g, equivalenti a 22 calorie per
la quantità pari a un cucchiaio, molto poche considerando che si tratta di
una coltura da olio.
Gli antiossidanti della chia, per esempio i flavonoidi, gli acidi feno-
lici e la vitamina E, impediscono l’ossidazione dei preziosi acidi grassi
Omega-3 da essa contenuti, che sono poli-insaturi e quindi molto reattivi.
perfino dopo la macinatura, la chia resta fresca a lungo, come sapevano
già gli Aztechi. Tra le vitamine che la chia contiene in maggior misura
figurano le vitamine E e C. Inoltre la chia, con un elevato contenuto di
calcio, ferro, fosforo, magnesio, zinco, rame, manganese e boro, è un’otti-
ma fonte di sostanze minerali e oligoelementi.
la chia fa bene. Delle sostanze utili al cuore e ai vasi sanguigni essa
contiene acidi grassi Omega-3, fibre, polisaccaridi, aminoacidi, antios-
sidanti, calcio, magnesio, niacina, oltre agli oligoelementi zinco, rame,
boro e manganese. Svolgono invece una funzione di prevenzione e cura
del diabete gli acidi grassi Omega-3, le fibre cellulosiche, gli aminoacidi,
gli antiossidanti, il magnesio, la niacina e gli oligoelementi citati. per la
densità ossea sono di beneficio acidi grassi Omega-3, aminoacidi, antios-
sidanti, calcio, magnesio e oligoelementi, che contribuiscono tutti a for-
tificare le ossa. per le persone con problemi di peso la chia contiene acidi
grassi Omega-3, fibre cellulosiche, aminoacidi, calcio e oligoelementi. Di
beneficio per le articolazioni sono poi gli acidi grassi Omega-3, gli antios-
sidanti, il magnesio, la niacina e gli oligoelementi. l’intestino e il sistema
digerente traggono beneficio dalla chia non solo per le sue fibre e i suoi
polisaccaridi, ma anche per gli acidi grassi Omega-3, gli antiossidanti, il
magnesio, la niacina e gli oligoelementi.
Come profilassi antitumorale e durante la terapia antitumorale coadiu-
vante sono utili gli acidi grassi Omega-3, i polisaccaridi e le fibre cellulo-
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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siche, gli antiossidanti, il calcio, la niacina e gli oligoelementi. Soffrite di
sindrome premestruale o di dolori mestruali? Anche per questo gli acidi
Omega-3 contenuti nella chia sono di beneficio, come anche il calcio, il
magnesio e oligoelementi come il manganese. la chia inoltre tonifica la
pelle, giova agli occhi e alla vista con gli Omega-3, le fibre e i polisacca-
ridi, gli antiossidanti, la niacina e gli oligoelementi. Nei capitoli seguenti
vi mostrerò le relazioni causali nonché, nella parte “dalla A alla Z”, gli
effetti curativi in relazione alle varie malattie.
I superalimenti migliorano la vostra salute e prevengono le malattie,
come hanno mostrato studi scientifici e l’esperienza di innumerevoli con-
sumatori. la chia è facile da trovare e si può acquistare a buon prezzo.
Ci sono alimenti che nuocciono alla salute e altri che hanno un effetto
benefico. In testa a questo secondo gruppo ci sono superalimenti come
la chia. Il loro effetto è ulteriormente potenziato se ci preoccupiamo di
alimentarci generalmente in maniera sana; ovvero il consumo questi ali-
menti non dovrebbe essere usato come un alibi per seguire, per tutto il
resto, una dieta a base di junk food, carboidrati vuoti, fritti o cibi pronti.
Anche l’esercizio fisico è importante per un cuore sano, per la disin-
tossicazione, per il buon umore e per avere un cervello efficiente anche
in età avanzata. Inoltre sono utili metodi anti-stress, come la medita-
zione, oppure il metodo originale Reiki, che pratico con successo dal
1981 e insegno dal 1984. Di tanto in tanto sottolineo questo approccio
olistico, perché noi siamo un’unità di corpo, mente e anima. Chi si ali-
menta in maniera errata è spesso privo di energie ed è di cattivo umore,
e probabilmente non sviluppa l’energia necessaria per fare sport. Chi si
alimenta in maniera sana dispone invece di un surplus di energia, e così
può scoprire il piacere del movimento, si sente repentinamente motiva-
to, disponendo anche della necessaria forza di resistenza. Chi pratica
sport di resistenza fa meno fatica a respingere le manovre di seduzione
dell’industria alimentare e ad alimentarsi in maniera sana, creando una
spirale che porta in alto. Alla base di questo, però, sta l’alimentazione:
siamo quel che mangiamo.
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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Come superalimento la chia migliora la vostra alimentazione nella mi-
sura in cui non contiene sostanze nocive, come zuccheri o grassi “catti-
vi”, e rafforza il vostro sistema immunitario grazie ai metaboliti vegetali
secondari. la chia elimina i radicali liberi, abbassando così il rischio di
malattie croniche e di invecchiamento precoce, oltre a ridurre anche il
rischio di tumori e a mantenere sano il cuore. Inoltre, assumendo la chia
ogni giorno, vi sentirete meglio.
la chia stimola anche il metabolismo e facilita il controllo del peso cor-
poreo. Non solo vi sentirete giovanili, ma ne avrete anche l’aspetto, poiché
la vostra pelle sarà sana e bella. Infine: la chia è uno degli alimenti più gu-
stosi che ci siano. Ciò che è sano può anche piacere! la chia ne è la prova.
la chia: il sacro seme degli aztechi“Tsoalli significa ‘immagine della dea’, della dea Cu, e ad essa
gli Aztechi offrivano vari tipi di mais, di fagioli e di chia, perché
essa era per loro la madre di tutti gli dei che sono la base della
vita umana.”
Frate Bernardino de Sahagún,
Historia General de Las Cosas de Nueva España
la chia appartiene alla famiglia delle Lamiaceae, come le specie del gene-
re Mentha, ed è una pianta originaria del Messico. In Messico viene utiliz-
zata da migliaia di anni in cucina e nella medicina popolare, per esempio
dagli indios delle tribù Salinan, Costanoan, Chumash, paiute, Maidu e
Kawaiisu. I Kawaiisu credono che la chia sia una delle prime piante che
ricevettero in dono dal creatore. le tribù Nahua, nell’Antico Messico,
coltivavano la chia in colture miste col mais. I Chumash e i Cahuilla per
tradizione bruciano qualche cespuglio secco di chia per migliorare il rac-
colto dell’anno successivo. Gli indios della tribù Diegueno usano da tem-
po immemore la chia come provvista da viaggio, tenendone qualche seme
in bocca e masticandolo di tanto in tanto per ricavarne forza ed energia.
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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prima di andare in battaglia i soldati aztechi mangiavano semi di chia
per acquisire più forza e resistenza. Il Codice Mendoza, del XVI secolo, at-
testa che la chia era una delle più importanti colture degli Aztechi. Anche
i messaggeri che percorrevano lunghe distanze si portavano dietro della
chia in piccole borse di stoffa. la chia può immagazzinare una quantità
di liquido fino a dodici volte il proprio peso. Messaggeri e guerrieri pren-
devano in bocca una piccola quantità di semi, e con la saliva o l’aggiunta
di un po’ d’acqua la provvista diventava più consistente. In questo modo
riuscivano a sfamarsi per un’intera giornata e si rendevano indipendenti
da fonti di cibo locale, essendo in missione in territori sconosciuti. “Gli
Aztechi mangiavano la chia ogni giorno, nel pane, con il porridge e nelle
bevande. Usavano l’olio per curarsi la pelle, lo aggiungevano alle medi-
cine, e la chia era utilizzata anche per i rituali religiosi” riferisce il dottor
Wayne Coates, noto esperto di chia, nel suo libro Chia. Non solo i guer-
rieri ma gli Aztechi in genere erano noti per la loro forza e resistenza. Di
qui la convinzione del dottor Coates: “Se gli Aztechi credevano che la chia
fosse così speciale, non può che essere così” (Coates 2012, p. 9).
Anche gli indios Tarahumara hanno saputo trarre profitto dall’effetto
saziante dei semi di chia per le loro corse lunghe fino a 350 km, che tratto
nel capitolo su sport e resistenza. Il bestseller statunitense Born to run,
pubblicato in Germania (e in Italia, N.d.R.) con lo stesso titolo, celebra le
virtù dei Tarahumara. Un numero crescente di maratoneti, ultramarato-
neti e triatleti come Scott Jurek usano i semi di chia per aumentare la loro
resistenza e nutrirsi in maniera ottimale. Al di fuori dell’America centrale
i semi di chia sono ancora poco conosciuti, ma la cosa cambierà presto
poiché la domanda di chia aumenta in virtù della conoscenza delle sue
proprietà benefiche, che sono studiate solo dagli anni Novanta.
Il Chiapas, la “terra della chia”, nel sud-ovest del Messico, è la patria
di molte necropoli maya, tanto che Elizabeth Benson, studiosa di quel
popolo, parla del Chiapas come del “cuore del regno maya”. “Chiapas”,
nell’antica lingua indigena Nahuatl, significa “oleoso” e “nel fiume”, e
potrebbe esser tradotto anche con “nel fiume della chia”. Il Chiapas è
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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stato un importante centro agricolo durante e dopo il periodo classico
dei Maya, tra il 300 e il 900 d.C. È importante notare che il Chiapas non
è stato conquistato nel 1537 come il restante territorio del Messico, ma
solo nel 1697, come riportato nel libro The Maya world (Il mondo dei
Maya) di Elizabeth Benson. per questo motivo, in questa impervia regione
dai canyon profondi, le abitudini e gli usi alimentari degli antenati maya
si sono potuti conservare a lungo.
l’America centrale si estende dagli altipiani del Messico attraverso il
Guatemala, il Belize, l’Honduras, El Salvador e il Nicaragua fino alla Co-
sta Rica e a panama. Una terra fertile che ha prodotto civiltà avanzatissi-
me, il cui fondamento alimentare era la chia. Gli storici hanno dimostrato
che questa zona era già abitata nel 12.000 a.C. e che la coltivazione della
chia è avvenuta in maniera continua da quell’epoca fino ai nostri giorni. I
semi di chia sono stati trovati nelle tombe della civiltà olmeca, risalenti al
3500 a.C. Questa civiltà è stata attiva fino al 1000 a.C. Tra le civiltà che le
sono succedute, una delle più note è quella dei Maya, che ha avuto il suo
culmine tra il 300 e il 900 d.C. e che quindi ha tratto il suo fondamento
culturale dalla civiltà olmeca. I semi di chia erano l’alimento principale,
insieme al mais, ai fagioli e al peperoncino. I Maya, peraltro, non coltiva-
vano direttamente la chia, ma intrattenevano un vivace scambio commer-
ciale con i popoli vicini che la coltivavano.
per motivi ancora poco chiari il regno maya si sgretolò in tempi re-
lativamente brevi. Si ipotizzano cause d’ordine sociale ed ecologico. la
civiltà dei Mexica, che poi presero il nome di Aztechi, trasse profitto dallo
sgretolamento del regno maya per espandersi dai bassipiani messicani
verso il nord del paese. In particolare colonizzarono un’isola sita al centro
del “lago della luna” (lago di Texcoco, N.d.T.), estendendo progressiva-
mente il loro potere e raggiungendo il culmine tra il XIII e XIV secolo.
Gli Aztechi divennero celebri per i loro calendari solari, il loro coraggio,
la freddezza dei loro guerrieri e per i loro sacrifici umani. Sono stati anche
degli eccellenti contadini, avendo utilizzato almeno 29 colture diverse, in
particolare nei “giardini galleggianti” che circondavano Tenochtitlán, la
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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loro capitale. Nel XIII secolo Tenochtitlán aveva circa 200.000 abitanti,
quindi il doppio di Roma o londra nella stessa epoca. Francisco Her-
nández de Córdoba, un conquistador spagnolo, nell’anno 1575 riferì al re
Filippo II di Spagna che le case degli Aztechi erano circondate da colture
di chia, oltre che di amaranto, peperoncino, zucche, avocado e fagioli. Sia
i Maya sia gli Aztechi erano famosi per la coltivazione a terrazze munita
di irrigazione e per la bonifica di terreni paludosi. Nonostante il clima
caldo e semiarido riuscivano a ottenere quattro raccolti all’anno e a co-
stituire ingenti riserve di cibo. Il frate spagnolo Antonio de Ciudad Real
annotò nel 1585 che la chia era una delle principali colture degli Aztechi.
Gli Aztechi erano famigerati e temuti come guerrieri impavidi e forti.
Nelle loro tante battaglie essi si affidavano ai loro messaggeri, che per-
correvano grandi distanze a piedi facendosi carico della comunicazione
di guerra. Questi corridori d’eccezione pare portassero con sé come unica
provvista soltanto, legato in vita, il borsellino di stoffa con i semi di chia.
Da quanto ci è stato tramandato pare che un solo cucchiaio di chia ba-
stasse a nutrire uno di questi messaggeri corridori per un’intera giornata.
Grazie alla sua capacità di assorbimento e al suo elevato contenuto di
micronutrienti, la chia dà energia, disseta e sazia per un lungo tempo.
I messaggeri d’élite degli Aztechi erano molto ambiti anche fuori dalle
battaglie, per il trasporto rapido e su lunghe distanze di beni preziosi e
deperibili. Nel 1977 il vincitore della 100 miglia di corsa, poi abolita dalla
Nike, è stato un indios Tarahumara di 52 anni, che ascrive il suo successo
alla chia, unico cibo che aveva portato con sé durante la gara. la sua
inaspettata vittoria ha contribuito notevolmente alla rinascita della chia.
l’uso che gli Aztechi facevano della chia è stato tramandato da loro
stessi e anche dai conquistadores spagnoli nel XVI secolo. la chia viene
menzionata esplicitamente in sei dei dodici volumi che compongono la
monumentale Historia General de Las Cosas de Nueva España di frate
Bernardino de Sahagún, redatta nel XVI secolo. Nella sua Cronaca della
Nuova Spagna del 1554 Francisco Cervantes de Salazar cita la chia come
la specie più consumata dopo il mais. All’epoca tutte le classi sociali man-
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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giavano chia e in alcune zona essa era perfino più comune del mais. Di
solito gli Aztechi la macinavano mescolandone poi la farina con diversi ce-
reali, per esempio il mais e l’amaranto. Questa miscela di farine, una volta
arrostita, prendeva il nome di chianpinolli, e la si bolliva per ottenere una
farinata molto nutriente chiamata atolli. Gli Aztechi preparavano anche
una specie di barretta energetica fatta di semi di chia, mandorle e miele.
per le celebrazioni si serviva un porridge di chia dolcificato con sciroppo
d’agave e speziato con il chile (peperoncino, N.d.T.). la farina di chia era
impiegata per la preparazione di bevande. Mescolata all’acqua e insaporita
con peperoncino, sciroppo dolce o limone, costituisce una bevanda tuttora
nota e diffusa nel Messico meridionale col nome di chia fresca.
la chia era importante anche per la medicina popolare degli Aztechi.
l’olio di chia era somministrato, sotto forma di gocce, in caso di occhi
arrossati, infiammati o irritati, oltre che per ripulire l’occhio da eventuali
particelle estranee. Studi scientifici dimostrano che gli acidi grassi Ome-
ga-3, di cui la chia è la fonte più ricca, aiutano anche in caso di occhi
irritati o secchi. Gli Aztechi usavano la chia anche contro la febbre e per
prevenire la disidratazione in caso di diarrea. la chia era somministrata
in caso di problemi allo stomaco o intestinali, così come per curare una
varietà di problemi della pelle, quali secchezza, ferite, ustioni e infezioni.
Semi di chia crudi e macinati erano impiegati per stimolare la diuresi e
agevolare il parto. la radice della chia era usata per trattare problemi
polmonari e infezioni alle vie respiratorie. Molte applicazioni mediche
degli Aztechi sono state corroborate dalla scienza moderna, anche se c’è
ancora molta ricerca da svolgere in questo campo.
Gli Aztechi adoravano la chia al punto che ne usavano i semi come
mezzo di pagamento. Di 38 province occupate dagli Aztechi nel XVI se-
colo, su 21 gravava una gabella sotto forma di semi di chia. Tenochtitlán,
la capitale, riceveva più di 400 tonnellate di semi di chia all’anno come
tributo dalle province conquistate. l’olio che si otteneva dai semi era usa-
to per friggere i fagioli, come essenza per la produzione di profumi e
prodotti cosmetici, oppure di colori per il viso e il corpo. Dipingere varie
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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parti del corpo era una componente molto importante dei rituali religiosi
e bellici degli Aztechi. Anche gli artisti aztechi si avvalevano della chia
per le loro miscele di colori e smalti. lo smalto, conosciuto col nome di
maque, preservava quadri e sculture lignee per secoli ed è usato tutt’oggi
dagli artisti del Chiapas.
Quando gli Aztechi conquistavano un territorio, la chia era la prima
cosa che portavano via. Grazie agli antiossidanti – conservanti naturali
– in essa contenuti, la farina di chia si conservava per anni. Gli Azte-
chi la consideravano una fonte di energia di prima qualità e la usavano
come base alimentare anche in occasione di esercitazioni militari. Nella
Storia antica del Messico Claviejero scrive: “Il soldato che portava con
sé una piccola dose di mais e di chia considerava di avere provviste a
sufficienza”. Se gli veniva fame versava un po’ d’acqua e sciroppo sulla
farina, prevenendo così anche stanchezza e sete. Nella sua Historia de la
Indias Durán ci riferisce della battaglia degli Aztechi contro Metztitlán.
Gli Aztechi, che erano sulla difensiva, mandarono in battaglia uomini gio-
vani e inesperti che però, avendo accompagnato in precedenza l’esercito,
erano già stati testimoni di tante battaglie. Furono date loro delle armi e
una ciotola con tritello di chia come cibo. Essi attaccarono il nemico con
forza e riuscirono a vincere la battaglia (cfr. Ayerza, Coates, Chia, p. 69).
la temporanea sparizione della chia e le sue causeNel 1519 il conquistador spagnolo Hernán Cortés attraccò con le sue
navi alle coste del Messico. I messaggeri che portarono al re azteco Mon-
tezuma la notizia dell’arrivo degli “dei bianchi” si rifornirono di chia du-
rante la loro lunga corsa. peccato che gli spagnoli abbiano posto un veto
sulla chia a causa del suo utilizzo per i rituali religiosi.
la chia veniva usata dagli Aztechi anche come dono sacrificale in
occasione delle cerimonie religiose, le quali erano molto malviste dagli
spagnoli, che stavano tentando di cristianizzare gli Aztechi. Gli spagno-
li fecero anche distruggere i templi maya e aztechi, riutilizzandone le
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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pietre per costruire chiese e conventi. Tutto ciò che non rimandava alla
religione cristiana era sospetto. In dono ai loro vari dei gli Aztechi spes-
so offrivano i semi di chia o la farina di chia tostata che, mescolata alla
farina di amaranto, prendeva il nome di tzoalli. Con questo composto
gli Aztechi formavano delle raffigurazioni delle loro divinità, che erano
commestibili e venivano mangiate dopo la cerimonia. Una volta l’anno
essi offrivano al dio Hitzilopochtli una torta di chia grande come un
uomo, che imbevevano col sangue di vittime sacrificali umane, per poi
tagliarla a fette e darne a tutta la cittadinanza, un rito che doveva dare
fertilità e benessere. Si stima che circa 20.000 persone l’anno venissero
sacrificate agli dei.
Comprensibilmente gli uomini di Chiesa spagnoli rifiutavano quest’u-
sanza. Il motivo per cui la chia e l’amaranto furono messi al bando, mentre
invece non lo furono il mais e i fagioli, è, secondo Ricardo Ayerza (vedi so-
pra), proprio la cerimonia di preparazione delle statue divine con la farina
di chia e di amaranto, la loro distribuzione e il loro consumo come fossero
ostie – in modo simile all’ultima cena per i cattolici. la coltura da olio della
chia indigena fu sostituita con il grano, l’orzo, il riso e altri cereali.
Ci è pervenuto l’ordine che il vescovo dello Yucatán, frate Francisco
Diego de landa, diede nel 1562 perché si distruggessero 5000 raffigura-
zioni divine in farina di chia e si bruciassero 27 pergamene (codici) maya.
Il rogo delle scritture fu giustificato come segue: “[...] contengono solo su-
perstizione e falsità diaboliche”. la messa al bando della chia per motivi
religiosi fece sì che la si coltivasse solo di nascosto e in poche valli isolate,
come avvenne anche per l’amaranto e la quinoa, finché, alla fine del XX
secolo, vennero riscoperti e riconsiderati.
Secondo testimonianze del 1581, 1585 e 1689, oltre che del XVIII se-
colo, dopo la conquista spagnola la chia fu coltivata in segreto. In ge-
nerale possiamo dire che i conquistatori spagnoli sostituivano le varietà
colturali autoctone con quelle loro familiari e tendevano a rimuovere o
modificare le usanze o le abitudini alimentari delle zone occupate. Nella
maggior parte dei territori conquistati si affermarono così le abitudini
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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alimentari europee, tanto che molte varietà precolombiane di cereali e
piante da olio sono oggi a rischio di estinzione, come descritto da Ricardo
Ayerza e Wayne Coates nel loro fondamentale libro sulla chia. Nel sud-o-
vest degli Stati Uniti e nel nord-ovest del Messico la chia non solo era
coltivata, ma anche raccolta come pianta selvatica, precisamente la specie
Salvia columbariae B. Invece la specie di chia disponibile oggi, Salvia hi-
spanica L., non è adatta a questa regione climatica.
Nel 1932 la produzione di chia, nella zona del Messico più impor-
tante per la sua coltivazione, fu di sole 16,5 tonnellate. Ayerza nota con
rammarico che la ridottissima coltivazione fece sì che molte sottospecie
e molti usi andassero persi. Diciamo che la chia è stata riscoperta “in
zona Cesarini”. Il progetto di ricerca e di aiuto allo sviluppo “Northwe-
stern Argentina Regional project” ha tra i suoi obiettivi di promuovere la
coltivazione della chia e diffonderla non solo in Argentina ma anche in
Colombia e in perù. Anche l’università dell’Arizona e la U.S. Agency for
International Development si stanno impegnando per favorire la coltiva-
zione e la diffusione della chia.
Ai discendenti indios dei Maya e degli Aztechi in Chiapas, per esempio,
si deve il fatto che la chia sia sopravvissuta per 500 anni fuori dai centri
del potere e che noi oggi possiamo trarre beneficio da questo superali-
mento. Adesso la chia viene coltivata in Argentina, Messico, Colombia,
perù e Bolivia, nonché in Australia e nel sud degli Stati Uniti. In Germania
la domanda di semi di chia con certificazione biologica è talmente alta che
in passato alcuni distributori, per esempio “puravita” e “Keimling Natur-
kost”, non sono riusciti per alcuni mesi a fornirla ai loro clienti.
Caratteristiche botaniche della chiaIl nome azteco della chia, in lingua Nahuatl, era chian, al plurale chien,
che significa “oleoso”. Gli spagnoli trasformarono questa parola in chía.
Nella Historia General de Las Cosas de Nueva España di Sahagún la chia
è difatti chiamata chian. Gli Aztechi, per descrivere esattamente la pianta,
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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aggiungevano un suffisso specificativo, come per esempio in chianpitzaol,
che significa “piccola pianta di chia”.
la chia appartiene alla famiglia delle labiate (Lamiaceae) e al genere
Salvia. Si tratta di una pianta erbacea annuale che raggiunge un metro
e mezzo di altezza. Gli steli hanno sezione quadrata e presentano una
peluria bianca. le foglie ovali, profondamente dentate, sono opposte e
raggiungono 10 cm di lunghezza e una larghezza di 6 cm. I fiori, protetti
da piccoli sepali, sono celesti, porpora o bianchi, e sono posti in lunghe
infiorescenze alla fine del rametto. Il pistillo è di forma tubolare, spesso,
rigato e coperto da una lanugine bianca. I semi, disposti a gruppi di quat-
tro, misurano da 1,5 a 2 mm e sono grigiastri con maculature irregolari di
colore nero, bianco o rossastro. la chia è una pianta che si riproduce per
autoimpollinazione ed è caratterizzata da diffusione zoocora. Una libbra
di chia contiene circa 800.000 semi.
la famiglia delle labiate include 224 generi e circa 5600 specie diffuse
in tutto il pianeta. la varietà specifica che si trova sugli altipiani del Mes-
sico è rara nel mondo vegetale. I botanici stimano che nel solo Messico
esistano più di 200 specie di labiate, l’88% delle quali endemico. Oggi la
chia viene coltivata soprattutto in Argentina, perù, Messico, Colombia,
Guatemala, Bolivia e Australia. l’optimum climatico della chia si trova
nelle regioni subtropicali e tropicali; essa non tollera il gelo e non può
quindi essere coltivata da noi (in Germania, N.d.T.). la chia predilige i
terreni argillo-sabbiosi e per la germinazione richiede umidità, dopo di che
può riuscire a tollerare la siccità. per esempio, resiste nella Valle de lerma
nella provincia di Salta, con soli 400 mm annui di precipitazioni, ma cresce
anche con 1100 mm, come per esempio nella Valle del Cauca in Colombia.
Non se ne conoscono le malattie, anche se è noto che i germogli sono mol-
to graditi alle formiche e i suoi semi rientrano nella dieta di diversi uccelli.
In altitudine la chia arriva a crescere fino a 2200 m s.l.m., per esempio
a los Altos de Jalisco in Messico. Se c’è un buon approvvigionamento
d’acqua, si possono raccogliere 2500 kg di semi a ettaro. In condizioni
favorevoli, come nella Valle del Cauca, si arriva a quattro raccolti l’anno.
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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Allo sbarco di Cristoforo Colombo in America gli indios Nahua col-
tivavano una varietà di chia il cui nome scientifico è Salvia hispanica. In
passato le specie Salvia hispanica e Hyptis suaveolens erano considerate
erroneamente la stessa specie. I semi di Hyptis suaveolens sono sempre
neri, quelli della chia invece hanno colorazione irregolare, da quasi bian-
chi a quasi neri. Sebbene siano entrambe colture da olio, il loro conte-
nuto di grassi differisce notevolmente. la Salvia hispanica è molto ricca
di Omega-3, mentre la Hyptis suaveolens è ricca di Omega-6, che assu-
miamo in quantità talora già eccessive con il cibo, come si mostrerà nei
capitoli successivi.
Informazioni nutrizionaliper 100 g
di semi di chia sachia
per 2 cucchiai di semi di chia
sachia
Valore energetico 444 kcal (1832 KJ) 111 kcal (458 KJ)
Contenuto totale di grassi 31,4 g 8 g
Acidi grassi saturi 3,8 g 0,95 g
Acidi grassi trans 0 g 0 g
Acidi grassi Omega-6 6,4 g 1,6 g
Acidi grassi Omega-3 18,4 g 4,6 g
Acidi grassi monoinsaturi 2,1 g 0,5 g
Colesterolo 0 g 0 g
Carboidrati totali 38,6 g 9,6 g
Carboidrati digeribili 4,9 g 1,2 g
Fibre totali 33,7 g 8,4 g
Fibre solubili 4 g 1 g
Fibre insolubili 29,7 g 7,4 g
proteine 21,2 g 5,3 g
Fonte: www.sachia.de
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Capitolo 1 - Cosa c’è da sapere sulla chia
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I semi della chia coltivata per scopi commerciali sono bianchi solo in
piccola parte, mentre questi provengono da piante che producono esclusi-
vamente semi bianchi, che sono un po’ più grandi di quelli scuri. le piante
a semi bianchi hanno anche fiori bianchi. I semi scuri hanno un contenuto
leggermente superiore di proteine, mentre i semi bianchi contengono più
acido alfa-linolenico, uno degli acidi grassi Omega-3, come ha scoperto
Ricardo Ayerza. le piante di chia con semi neri producono di più e sono
più adatte per produrre sostanze per la conservazione dei dipinti, come
già noto agli Aztechi. per questo motivo presso gli Aztechi erano più co-
muni le piante con i semi scuri, mentre le varietà chiare rischiarono di
estinguersi. Oggi le varietà chiare sono più richieste e spesso anche più
costose, perché se vi si aggiungono semi di chia bianchi, gli alimenti non
cambiano colore.
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