breviario di navigazione a vela fantasy
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Premessa:questa piccola guida non sostituisce n si sovrappone alle indicazioni inserite nei Manuali uf ciali, ed semplicemente pensata per dar modo di rendere lin-terpretazione e il gioco marinaro pi chiaro anche a chi non possiede le cono-scenze off necessarie.
Pertanto, per ogni indicazione o situazione di gioco sempre valida lopzione di riferirsi al DM: il breviario non esaustivo n pu arrivare - ovviamente - a comprendere tutte le situazioni.
Introduzione:Le imbarcazioni prese in considerazione per la stesura sono quelle elencate nei manuali, esclusivamente per quanto concerne imbarcazioni a vela: dalle descri-zioni fornite e dai disegni le navi elencate sono di tipo precedente allintrodu-zione della vela che consente la navigazione di bolina (vedi dopo).
Su una nave ci sono unin nit di nomi: il motivo semplice, ovvero identi care immediatamente con un nome qualsiasi attrezzatura o manovra consente di non perdere tempo in nessuna situazione estrema: per i disegni mi sono riferita al clipper, il tre alberi veloce costruito nell800, ma la nomenclatura e le mano-vre sono da considerare valide anche per imbarcazioni a 2 o 1 albero.
Autore Testi: Amalea di TyrProgetto Gra co e Impaginazione: Saul Vega
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1.0 NOMENCLATURA1.1 PARTI DELLO SCAFO1.2 PARTI DELLALBERO1.3 ATTREZZATURA E CORDAME1.4 VELE
2.0 MANOVRE2.1 DEFINIRE E TENERE LA ROTTA2.2 CAMBIARE DIREZIONE2.3 MOVIMENTI INVOLONTARI DELLO SCAFO2.4 AMMAINARE E ALZARE LE VELE2.5 ACCOSTARE E ANCORARE
3.0 SITUAZIONI ATMOSFERICHE
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1.0 NOMENCLATURALe parti che seguono presentano
quindi, come detto, la nomenclatura
di base e la descrizione di quello che
questa rappresenta in modo da dare
unidea di massima: non serve ovvia-
mente impararle tutte a memoria, ma
possono risultare utili per arricchire
una descrizione o rendere pi calzan-
te unazione compiuta su di una nave.
1.1 PARTI DELLO SCAFOLo scafo si divide in alcune parti fon-
damentali; la Prua, la Poppa e le Mura-
te: Poppa la parte posteriore (chia-
mata anche giardinetto), Prua la parte
anteriore e le Murate sono i due lati:
sulla Prua solitamente trova posto il
Bompresso, un prolungamento della
nave che consente di aumentare la
velatura, sostenuto da una polena.
La parte destra dello scafo detta
Dritta, quella di sinistra - appunto - Si-
nistra.
In inglese, la parte destra si chiama
Starboard: probabilmente perch era
il lato sul quale si facevano le misura-
zioni per la rotta.
Opera: divisa in Opera Viva (o Carena),
ovvero quella immersa nellacqua, e
Opera Morta, quella emersa dallacqua.
Ponte di Coperta: la parte esterna e
calpestabile della nave, dove si svol-
gono le attivit e le manovre: ospita
la Barra del Timone, il Cassero e il Ca-
stello (piccole aree coperte destinate
ad alloggio o attivit, rispettivamente
a Poppa ed a Prua)
Alberi: in un grande veliero vi sono al-
meno 3 alberi, ognuno con un nome;
partendo da Poppa troviamo lAbero di
Mezzana, di Maestra e di Trinchetto.
Ogni albero si divide in alcune parti, e
allincrocio dei vari spezzoni troviamo
una Coffa o Crocetta: sullalbero sono
montati trasversalmente i Pennoni,
che ospitano le vele.
1.2 PARTI DELLALBEROGli alberi sono mantenuti in posizio-
ne da cavi: quelli verso prua sono gli
stralli, verso i lati si chiamano Sartie,
verso poppa sono chiamati paterazzi.
Quindi, se qualcuno vuole indicare
esattamente un punto della nave, pu
dire salire sulla Sartia di Dritta di Ma-
estra ad esempio.
Per chi volesse addentrarsi nella no-
menclatura, chiariamo che ogni pen-
none ha un nome che lo de nisce e
che deriva dalla vela che vi ssata.
1.3 ATTREZZATURA E CORDAME
Tutto il cordame di una nave chia-
mato per brevit cima: lespressione
mettere in chiaro le cime de nisce
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una delle principali attivit di bordo,
che consiste nel tenere in ordine ogni
manovra facendo in modo che la cima
relativa non si attorcigli rischiando di
bloccare o impedire lesecuzione.
La principale differenza tra Scotte e
Drizze.
La Drizza la cima con la quale si alza
o si ammaina una vela: nel tipo di ve-
liero che stiamo usando come esem-
pio la Drizza ssata direttamente al
Pennone, e per alzare la vela si solleva
il Pennone.
La Scotta la cima che regola lincli-
nazione della vela rispetto al vento e
consente di bordarla: pu essere caz-
zata per stringerla, o lascata per al-
lentarla.
Su una nave sono presenti anche cime
dormeggio, che consentono alla nave
di essere ssata ad una banchina,
mentre solitamente lancora ssata
ad una catena.
1.4 VELELe vele vengono de nite in base alla
posizione che trovano sullalbero e
sono, partendo dallalbero di trinchetto:
- Trevo di trinchetto,
- Parrocchetto Fisso,
- Parrocchetto Volante,
- Velaccino,
- Controvelaccino.
Sullalbero di Maestra, partendo dal
basso:
- Trevo di Maestra,
- Gabbia Fissa,
- Gabbia Volante,
- Velaccio,
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2.0 MANOVREUna nave non fa mai retromarcia: per
ritornare indietro deve necessaria-
mente compiere una strambata a se-
micerchio cambiando bordo due volte.
Le navi in esame non sono in grado di
procedere alle andature controvento
(o di Bolina) ma solamente a quelle
che prevedono che il vento giunga
alle spalle o leggermente di lato ri-
spetto alla Poppa.
2.1 DEFINIRE E TENERE LA ROTTA
Rotta vera e rotta apparente: a cau-
sa dellelemento mobile sul quale si
trova, una nave deve continuamente
aggiustare la propria direzione, cal-
colando la differenza tra rotta vera
(quella a cui concorrono i fenomeni di
scarroccio e deriva) e la rotta apparen-
te ssata.
Per andare dal punto A al punto B, a
seconda delle condizioni del vento,
dovr inoltre procedere in linea retta
o con una serie di bordi che le consen-
tano di raggiungere la destinazione
anche con vento al traverso, attraverso
un percorso a zigzag.
2.2 CAMBIARE DIREZIONE
La virata non contemplata su imbar-
cazioni che non possono procedere di
Bolina, per cui possibile solamente
la strambata, che consiste nel portare
le vele al centro (in l di ruota) orzan-
do per poi una volta ripresa velocit
regolare nuovamente le vele lascate
per consentire la manovra.
Orzare (andare allorza) signi ca spin-
gere la prua nella direzione dalla qua-
le spira il vento: poggiare signi ca al-
lontanarla (stringere il vento).
Nel tipo di nave usata molto pi
comune unandatura che poggia, per
permettere al vento di gon are le vele
provenendo da Poppa.
- Controvelaccio.
Sullalbero di Mezzana:
Trevo di Mezzana, ma al suo posto si
arma una Randa Aurica con tanto di
Boma (sotto) e Picco (sopra),
- Contromezzana Fissa,
- Contromezzana Volante,
- Belvedere,
- Controbelvedere.
Sul Bompresso si armano i Fiocchi,
partendo dal pi esterno possono es-
sere no a 5:
- Augelletto,
- Contro occo,
- Fiocco,
- Gran Fiocco,
- Trinchettina.
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Andature: Le andature principali di
una nave che non pu stringere il ven-
to sono:
In Poppa: il vento proviene esatta-
mente dalle spalle, sof ando da pop-
pa verso prua;
Gran Lasco: il vento proviene dalle
spalle, sof ando da poppa verso prua,
con un angolo di 10/15 rispetto allal-
bero maestro;
lasco: come il gran lasco, ma con un
angolo pi ampio;
Traverso: il vento proviene di lato. E
landatura nella quale possibile ave-
re pi velocit per il vento apparente
che si forma tra le vele.
Esiste anche unandatura immobile,
della Alla Cappa: quando le vele ven-
gono volontariamente sventate per
dar modo allimbarcazione di rallen-
tare per eseguire manovre particolari.
Tuttavia, una nave non sar mai immo-
bile, nemmeno allancora.
Direzione del Vento
Poppa
Gran Lasco Gran Lasco
Lasco Lasco
Traverso Traverso
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2.4 AMMAINARE E ALZARE LE VELE
Fissate ai Pennoni e regolate dalle
Scotte, le vele si alzano cazzando le
Drizze, cio tirandole. Per ammaina-
re loperazione al contrario: in un
veliero alzare e ammainare le vele
un operazione lunga, che solitamente
parte dalle vele dellalbero di maestra
per passare a quelle di Trinchetta e se
c di Mezzana; i Fiocchi sono le ultime
vele ad essere alzate.
2.5 ACCOSTARE E ANCORARE
Sono rari i porti nei quali possi-
bile alloggiare una nave di grandi
dimensioni, per cui spesso - nei porti
pi piccoli - le navi restano ancorate
nella rada antistante Alla Fonda e
la terraferma raggiunta attraverso
scialuppe.
Qualora sia possibile, la nave non get-
ta lancora in banchina ma accosta,
ovvero si dispone con la murata verso
la banchina stessa per poter mettere a
terra la passerella, una specie di ponte
dal quale salire e scendere.
Alcuni grandi porti sono dotati di
Corpi Morti, ovvero di enormi massi
sottacqua ai quali sono ssati dei cavi
dormeggio come fossero ancore.
2.3 MOVIMENTI INVOLONTARI DELLO
SCAFOQuando in movimento, un veliero
soggetto a movimenti involontari le-
gati alle correnti, al vento e al moto
ondoso.
Scarroccio e deriva : Il moto di deriva
il moto che un veliero compie lungo
il proprio asse trasversale, cio in altre
parole il moto laterale, causato dalla
componente trasversale della pressio-
ne delle correnti marine sulla parte
immersa dello scafo, cio sullOpera
Viva.
Lo Scarroccio il movimento perpen-
dicolare rispetto alla linea di Chiglia,
dovuto alla componente laterale del
vento sulla struttura emersa dellim-
barcazione, cio sullOpera Morta.
Il rollio, causato dal moto ondoso e
dai fenomeni di Scarroccio e Deriva,
londeggiare del veliero da una Murata
allaltra, come una culla ( il tipico mo-
vimento che provoca il mal di mare)
Il Beccheggio, causato esclusivamen-
te dal moto ondoso, il movimento
dondolante da poppa a prua: quando
la prua si solleva sullonda per ricade-
re nel cavo della stessa.
Beccheggio e Rollio possono esse-
re avvertiti anche quando la nave
allancora o ormeggiata ad una ban-
china.
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del vento di circa 30 nodi, la naviga-
zione procede con beccheggio e rollio
molto forti. Per velieri sovrainvelati
si ammainano i Fiocchi e alcune vele.
scarroccio e deriva costringono a nu-
merose correzioni di rotta.
Burrasca: Onde alte con le creste
che iniziano ad arrotolarsi. Strisce di
schiuma che si fanno pi dense.
Mare Grosso, velocit del vento da 34
a 476 nodi. La velatura deve essere
ridotta al minimo per consentire la
manovrabilit. Scarroccio e Deriva
sono importanti.
Tempesta: Onde molto alte sormon-
tate da creste (Marosi) molto lun-
ghe. Le strisce di schiuma tendono a
compattarsi e il mare ha un aspetto
biancastro. I frangenti sono molto
pi intensi e la visibilit ridotta. Il
vento sof a intorno ai 60 nodi. Navi-
gare non possibile, e lil veliero deve
trovare un ridosso.
3.0 SITUAZIONI ATMOSFERICHE
Una nave pu trovarsi in mare nelle
situazioni di mare e vento pi dispa-
rate (per questa sezione mi rifaccio
alla scala Beaufort delle condizioni
atmosferiche).
Calma: mare piatto, calma di vento.
Limbarcazione non procede e il ri-
schio di nire fuori rotta a causa della
deriva alto.
Bava di vento: il mare leggermente
increspato, il vento va da 1 a 3 nodi.
La nave si muove molto lentamente,
ma riesce a mantenere la rotta.
Brezza tesa: si formano piccole onde
con schiuma, il vento va dai 7 ai 10
nodi: la nave si muove in condizioni
ottimali, tutta la velatura issata.
Vento fresco: il mare ha grosse onde
e cavalloni dalle creste imbiancate,
il vento raggiunge i 22 nodi: la nave
manovra con sicurezza ma il Beccheg-
gio e il Rollio sono forti.
Vento forte: grandi onde dalla cre-
sta di schiuma che si rompe e viene
sof ata via (mare agitato)- La velocit
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