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BrownseaBollettino n. 1/2014 della Federazione del Movimento Scout Italiano
La Nuova
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Rieccoci.Permettetemi di presentarvi Brownsea, LaNuova. Dopo un periododi assenza torna rinnovato in veste, contenuti,destinatari e anche nome(in parte), il bollettino diinformazione della federazione; anzi, di informazione e approfondimento.L'intento è quello non solodi offrire ancora una voltaun'occasione proficua diincontro per rafforzare ilfilo che ci lega, ma anchedi dare spazio a questionidi metodo, allo scioglimento di dubbi, alloscambio di esperienze tracapi. Lettori privilegiatisaranno infatti coloro chevivono l'esperienza scoutda adulti e che spesso soprattutto in sede di scuolacapi si ritrovano aconfrontarsi sulle modalità di cerimonie, approcciocon i ragazzi e tanto altro.Ecco, è come se con LaNuova Brownsea fossimoancora attorno a quel fuoco o a quella tavola rotonda a scambiarci parerie punti di vista.La nostra grande famigliascout ha bisogno di strumenti come questo
affinché il nostro interscambio esperienziale possa essere costante eproduttivo anche quandosiamo distanti. Un ringraziamento va a coloro chesi sono mobilitati e impegnati per la nuova uscitadel bollettino, a coloro checi hanno creduto e continuano a farlo.Festeggiamo la rinascitadel giornalino nell'attesadi vivere una delle piùgrandi esperienze scout.E' partito il conto alla rovescia per l'EuroCamp chesi terrà a Bassano Romano e ci vedrà coinvolti inprima linea.Mi auguro che tutti quanticollaborino con la redazione per rendere Brownseaun'isola sempre più riccae affollata.A presto!
Marino CassanelliPresidente FederScout
2 Editoriale
7
Era difficile ma ce l'abbiamo fatta: abbiamo lanciato ilcuore oltre l'ostacolo e siamo riusciti a raggiungerequesto primo traguardo pur nella convinzione che tuttoè sempre migliorabile. Il merito del "taglio del nastro"va indubbiamente a tutti coloro che hanno dato delproprio meglio per offrire un servizio alla Federazione.
Luigi BiagiResponsabile Stampa Federale
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3L'intervista
Federazioni e associazioni sono chiaramente dueenti differenti: a secondadei casi possono esseresottolineate le differenzeo le somiglianze. Adesempio in una federazione scout è chiara la differenza tra simboliassociativi come le uniformi, ed è proprio questa differenza che ci haportato a chiederci qualisono le caratteristiche essenziali dell'uniformescout. L'abbiamo chiestoad una persona, un caposcout, un dirigente associativo, che di uniformi,di associazioni, di simbologie ne ha viste tante.Si tratta di Eduardo Missoni, in gioventù scoutAsci e poi capo scoutAgesci, dal 2004 al 2007segretario generale delWosm.In primo luogo: uniforme o divisa?"Sicuramente uniforme.
La divisa ha un valore gerarchico in contestistrutturati. L'uniformeha un valore educativo,serve appunto ad uniformare, ad evitare che simanifestino le differenzedi classe sociale. Inoltrelo scoutismo dà moltaimportanza ai simboli e,al di là del giglio che ciunisce tutti, il fazzolettone è l'elemento distintivoessenziale. Poi vannointerpretati i tempi e leesigenze educative senzaperdere di vista il significato educativo dell'uniforme, altrimenti loscoutismo diventa militarismo.Sia chiaro: l'uniformepuò essere una camicettauguale per tutti o il tradizionale camiciotto ma intutti i casi si tratta di unelemento antidiscriminatorio ed educativo. Lostesso BP, che dicevache l'uniforme non èimportante ma se si usava portata con stile, laadottò scegliendo traindumenti pratici ed altempo utili alle attività edanche oggi si potrebbe fare un discorso sullapraticità scegliendo gliindumenti più opportunialle situazioni. Inoltre vadetto che l'uniforme haanche un significato diidentificazione perchè dàlo spirito di squadra, come accade tra le squadresportive, creando il senso
di appartenenza."Come simbolo, l'uniforme ha anche un valore sociale, dunqueoltre ad unire i membridi uno stesso gruppo lidivide anche dal restodella comunità. Qual èl'uniforme ideale dalpunto di vista sociale?"BP vedeva uno scoutismo socialmente utile edimpegnato nella comunità con un uso normale ediffuso, a quel tempo,delle uniformi: questa cosa oggi è cambiata,anche se è vero che ancora oggi in paesi poveri c'èl'ambizione all'uniformeperchè significa vestirsibene. Direi che l'uniformeè importante, ed hasenso all'interno delcontesto scout. Per certeattività all'aperto quindipreferirei un vestiariopratico, uguale per tutti eadeguato alle possibilitàdi ognuno. Ha sensoanche per i Rover inservizio e nelle attività diprotezione civile, quandoè necessario essereidentificati per ragioni logistiche, ma in tutti i casipenso che vada beneanche solo il fazzolettone.Al di là di questi casi,
penso che non ci siaun'uniforme ideale ma vaanche detto che l'uniforme costa, quindi nonfarei una battaglia peruna particolare uniformequanto piuttosto perun'uniforme appropriataalle attività, che siapratica, il più semplicepossibile ed economica.Quanto poi al fazzolettone, ritengo che sia unsimbolo importante, soprattutto per il valoreeducativo, nel contestodella comunità scout,mentre al di fuori di essaha poco senso salvo neicasi già menzionati, caratterizzati da una chiaraesigenza di visibilità. Inconclusione credo siaimportante la flessibilità,valorizzando l'unità, lostile, l'appartenenza e lapraticità".Qual è la situazione nelmondo?"C'è una forte diversità.In particolare tra Europae a volte alcuni paesiLatinoamericani da unaparte, e il resto delmondo dall'altra. In Europa, capita di vederecapi dell'uniforme portatiin modo indecoroso, lacamicia fuori dei panta
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4 L'intervista
loni e il fazzolettone neimodi più strani, conun'individualizzazione unpo' troppo spinta. In altrerealtà del mondo ci puòessere una forte aspirazione all'uniforme e unaforte ambizione di averla,perchè portare l'uniformepuò rappresentare unostatus sociale, che èanche un rischio perchèl'obiettivo dello scoutismoè piuttosto ridurre ledifferenze di status sociale".Nel "nostro" mondo,allora, per cosa è ancora utile nelle unità?"L'elemento simbolico èimportante tra i ragazzi ecomponente essenzialedel Metodo. Nei Rover,invece, direi addiritturache la decisione vadapresa in Clan e dal Clan,come formazione libera diun modo di vedere,conservando comunquele caratteristiche di uniformità, praticità e stile.Nelle altre branche credoche l'uniforme, secondo icriteri che ho già detto esenza fanatismi, siaancora utile per la suavalenza educativa".Una valutazione spassionata dei calzoncinicorti sulla neve?"E' una stupidaggine esigerlo. Anche io mi sonotrovato sulla neve con icalzoni corti, magariquando la neve non eraprevista, ma non comeindicazione, anche se asuo tempo davo molta
importanza all'uniforme.Certamente i pantalonicorti non sono un indumento appropriato allaneve. Attenzione però: sideve avere l'equipaggiamento adatto, perchè ipantaloni lunghi sullaneve potrebbero essereanche peggiori, visto chesi riempiono di neve, sibagnano e si congelano.Anche qui non esistebuono o cattivo tempoma solo buono o cattivoequipaggiamento e sullaneve l'equipaggiamentotradizionale più adattosono probabilmente icalzoni alla zuava, chepoi sono calzoni corti concalzettoni lunghi e magari con il complementodelle ghette. Ma oggi esistono equipaggiamenti adhoc certamente piùappropriati".Proprio perchè simbolica, l'uniforme ha ancheun valore comunicativonella società, richiamando alla menteparticolari stereotipi.Da questo punto di vista come si può miglio
rare?"Credo ci sia poco da fare. L'uniforme è anche laforza dello scoutismoperchè se non c'è identificazione non si distingueun gruppo di scout daun'attività parrocchiale oda un'altra attività giovanile, anche se in alcunicasi è vero che può creare un rifiuto. Non c'è unaregola generale. Direi chevada usata e che debbaessere quella più consona al modo di pensaredei ragazzi: la regola generale è sempre “ascoltail ragazzo e la ragazza”,quello che invece credoabbia fatto il suo temposono i distintivi, spessoportati come gradi, cheportano a delle estre
mizzazioni: in alcuni casivengono proprio disegnati come i gradi e lemostrine usati daglieserciti. Bisogna inoltreevitare che i distintiviinneschino la competizione per il "medagliere" oinducano ai fanatismi delcollezionismo".Ritiene proprio negativo questo tipo dicompetizione generatodal sistema delle specialità e della progressione?"Invece che mettere idistintivi sulla camicia,perchè non dare un libretto, un pagellino o unattestato? Il problema èche i distintivi creanocompetizione quandoinvece l'obiettivo dovrebbe essere la cooperazione. E poi il problemavero è l'ostentazione: BPstesso ha proposto idistintivi ma non credoche pensasse che le uniformi ne fosserotappezzate o diventasseropiene di pendagli comegli alberi di Natale".
Luigi Biagi
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5Tracce
di Luigi Sonnenfeld(UOEI Pietrasanta)
Sono un prete, cattolico.La mia esperienza di vitaattraversa strade nonconsuete per i preti comequella del lavoro manuale e dipendente. Ora sonoin pensione, vado per 74anni. In pensione da lavoro, intendo.Però, la consuetudinecon le persone, al di là diuna connotazione religiosa, come uno dei tantiche s'arrabattono per vi
vere e condividere mi haportato ad essere attentoa quella che chiamo, insintesi, la dimensioneumana.Così, essendomiincontrato qualche annofa con il gruppo UOEI diPietrasanta recentementeaffiliato a Federscout.hoproposto loro (di provenienza Agesci e quindiabituati ad avere l'assistente ecclesiastico, allamessa di gruppo la domenica, ecc.) di fare lodico brutalmente "a
meno del prete".Il lorostatuto fondativo comegruppo scout parla diaccoglienza di ragazze/ial di là di ogni distinzione anche religiosa. Ciòvuol dire che l'appartenenza religiosa non èuna condizione discriminante l'appartenenza algruppo scout.In diversi gruppi il pluralismo religioso viene risolto nel dare lapossibilità ai ragazzi/e dicelebrare il culto diappartenenza e le relative
tradizioni. Ma accadenon di rado che si identifichi il culto con la spiritualità, figli di una storiadi fratture ideologicheper cui ogni "corrente" siè identificata fin troppocon una parte dellacomplessa dimensioneumana. Così semplificoall'eccesso, lo so... l'Agesci si è preso lo spirito e la spiritualità (conil prete) e il Cngei lamateria, in senso nobile(la storia, la ragione,
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6 Tracce
ecc.). A ognuno la suafetta, ma io credo che così si rischia di non fareonore alla torta tuttaintera.La linea che ho propostoai capi del gruppo UOEIdi Pietrasanta è stataquindi quella di assumere come educatori la spiritualità, essendo (questaè la mia convinzione) lospirito umano quella"qualità" intrinseca dellapersona che non ha unospecifico campo di attività ma si pone l'interrogativo, di fronte ad ogniattività, "che senso haper me fare questo?".Cioè in che direzione divita mi porta fare questacosa? Dal portare nellozaino le cose indispensabili per campeggiare, aimparare a far dei nodi,a condividere la tenda ela pentola con altricompagni d'avventura,ecc.
Educazione dello spirito,quindi, tramite unaattenta programmazionedi cui il "fare" non sial'unico criterio, ma
conviva con la progressiva presa di coscienzadelle ragazze/i versoquale tipo di persona essi sono orientati, con
quale spirito voglionogiocare al grande giocodella vita. Tutto quello che rende iragazzi protagonisti credo vada in questa direzione, con grande faticadei capi spesso che vedono strade diritte e sonocostretti a lunghe edestenuanti escursioni nelterritorio mai uniformedella ricerca di una propria identità da parte deiragazzi stessi.A Pietrasanta si sonofatti dei passi in avantiin questa direzione, ma è facile credo renderseneconto il sentiero battuto si incrocia e confluiscein quello più ampio degliobiettivi dell'educazionescout, della formazionedi base e permanentedegli educatori capi, delconfronto quotidiano conla realtà della società edella gioventù di questotempo. E questo dà significato al saluto che ciscambiamo "buona strada"! E' camminando chesi apre il cammino (cit.).
E' stato un San Giorgiofesteggiato in fraternadiversità quello cheall'inizio di aprile haunito le associazioniScout d'Italia, Antares,ASE e Albalonga pressol'agricampeggio "OrsoScout" di Cave (RM). DaiCastorini ai Rover, lerealtà della regionehanno issato sul lorocampo la bandierafederale, celebrando lafigura di San Giorgio.Nell'ambito di unprogetto unitario, ogniBranca ha potutosviluppare le propriespecifiche attività,affascinando Castorini,Lupetti, Esploratori eRover.
Tema della giornata sonostati i Giorgio's Games:anche quest'anno ilDrago ha fatto del suopeggio per rendere lecose difficili al futuroSan Giorgio. Divisi gliscout in Distretti, li hasfidati a combatterel'uno contro l'altro,
impegnandone lacreatività e l'abilitàmanuale, la tecnica, lospirito di sopravvivenza edi servizio. Alla finesoltanto l'unione di tuttele forze in campo hapermesso agli scout disalvare Cleolinda dalperfido Drago.
La spiritualità una qualità intrinseca della personache si ritrova anche nelle attività più semplici
Espoloratori costruiscono una sopraelevata
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7Esperienze
di Luigi Biagi(Scout d'Italia aps)
Dimenticate le tre,quattro o anche cinquePattuglie a cui assegnareincarichi, i due o tre Vicedi supporto, i lupetti chepasseranno l'anno prossimo e anche i grandi
giochi di Reparto.Anche nello scoutismo lefrontiere sono selvagge,aspre e soprattutto solitarie. Eppure è lì che nascono le storie piùavventurose, dove futuriCapi Reparto e aspirantiEsploratori si mescolanoin uno scautismo di strada (concedetemelo) piùintenso perchè pieno diaree da esplorare, ditrappole, delusioni esoddisfazioni.Ovunque non ci sia esperienza di scoutismo,anche dietro casa, lì, dove non esistono (ancora)Branchi procaci di Lupetti passanti, vive lasua avventura il CR di“frontiera”: figuraborderline di uno scoutismo che si espande.La mia prima esperienza
da CR “di frontiera” èstata nel 2008, insiemead un VCR anche lui difrontiera. E’ iniziata volantini alla mano nellescuole, nelle classi dicatechismo, nelle contrade e nelle piazze di unpaese diffidente e senzascout, alla ricerca diEsploratori per il Reparto: alla prima riunione due Esploratoricostituiscono la PattugliaBrownsea. Nei mesisuccessivi se neaggiungo altri quattro.Chiariamo le caratteristiche: non c’è un chiaro sistema di Pattuglie daapplicare né riti giàcollaudati da seguire.Nella Pattuglia Brownsea, di fatto, il CapoPattuglia potreste esserevoi e sta a voi tracciare il
sentiero verso il Reparto,individuando il futuro CPe aiutando i ragazzi adistribuire incarichi eposti d’azione.La prima difficoltà: ilconformismo e la pressione sociale. L'ostacolopiù grande che minacciala Pattuglia Brownsea inun territorio di frontiera,specialmente in provincia, è il muro digomma della comunità,specialmente giovanile.L'esploratore è, per pregiudizio, un bambinocresciuto che si esprimein un modo diverso daisex simbol, che pensa algioco piuttosto che al lavoro e ai bei vestiti, chesi diverte in strani cantiballati. E la pressionesociale si tramuta facilmente in derisione,esclusione e mancatacollaborazione: non ve laprendete se c'è un altotasso di ricambio... infrontiera è normale, c'èchi viene e chi va.In ognuno, oltre al bisogno di appartenere ad ungruppo (1), con il bisognodi essere accettato, c'è lavolontà di essereimportanti (2). Allora, diprimaria importanza sono i riti, l'ideazione ditradizioni e diun'ambiente affascianante (in quello che era,per storia, il paese deibriganti, perchè non trasformare la Pattuglia B.in un drappello di nobiliBriganti combattenti perla libertà contro il maleimperante che staconquistando gli altri?).In tutto ciò il compito delCR di frontiera è quellodi testimoniare con orgoglio: vestendo l'uniformecon onore, facendolaamare anche vantandosene, dando significato evalore alla propria opera,accompagnandola con
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Esperienze8
l'avventura, la gratificazione, la tecnica e unambiente emotivo adatto.Il buon CR di frontieradeve in sintesi diventarel'eroe della sua Pattuglia,dando l'esempio e trascinando, senza rinchiudersi in sede ma vivendole sfide di piazza, giocando, vincendo, entusiasmando, coinvolgendoe rassicurando.Seconda difficoltà: poche mani, tanta fatica.Se siete tipi da ampia delega, la Pattuglia Brownsea non fa per voi:bisogna rimboccarsi lemaniche. In una Pattuglia Brownsea ognuno èindispensabile, a ciò si facaso al momentodell'appello: è facile farsiscappare un “siamo soloin quattro”, ricordandosipoi che nel totale gliesploratori sono cinque.Il bisogno di successo (3)va soddisfatto, così la regola d'oro è: mai rimandare una riunioneperchè manca qualcuno,mai sconfortarsi perchèsi è “solo in...”. Si ri
schierebbe di sfiduciaregli esploratori a cui invece va sempre distribuitoottimismo e coraggio. Inquesta fase programmare bene le riunioni è indispensabile, puntandotutto sul trapasso delletecniche da voi (CR) aloro (esploratori) –,sull'educazione spirituale, cioè sulla ricerca delsignificato e del valore diciò che si fa (chepermette di rafforzare laPattuglia e scavare unatrincea che la proteggedalla pressione sociale),sulle attività con altri Reparti già formati, sulleescursioni naturalistiche“per pochi eletti”. Anchese in pochi vale la penaprospettare la formazione di due Pattuglie, lanomina di “luogotenenti”, di vice e di capi,l'impostazione di unaprogressione con relatividistintivi. Niente deve essere a caso: l'organizzazione ha un suo fascinosempre, anche per piccoli esploratori di 12 anni.E poi, diciamocelo,
piccoli ma nemmenotanto: “Attendetevi moltodai vostri ragazzi, e ingenere l'otterrete” (4).Terza difficoltà: reclutamento.Mai accontentarsi: sequando mancano trepersone su cinque “siamo addirittura due”,quando arriva il sesto“puntiamo agli otto”. Unrecente studio scientifico(5) ha dimostrato che iragazzi, in vista di unpremio, affrontano un rischio più volentieri di unadulto. E allora promettiamo (e consegniamo) premi ericonoscimenti in cambiodi nuove reclute! Che comunque, visti i pochicomponenti, vannoconquistate una ad una,con entusiamo edavventura. Insomma lacosa da fare è chiara:muoversi su tutto ilfronte, conquistando ecoinvolgendo, per quelche possono fare, primadi tutto i genitori e gliadulti che abbiano unqualche ruolo sociale e
che fanno opinione;organizzare e parteciparea competizioni aperte atutti, tornei, cacce al tesoro, concorsi, corsitecnici, dimostrazioni echi più ne ha più nemetta per mantenere altal'attenzione del pubblico.Chi dorme, anche nelloscoutismo, non piglia pesci. In tutti i casi va dataautonomia alla creativitàdei ragazzi: reclutare è
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più semplice per loro... ilCR pensi alle mamme eai papà.La trappola: crogiolarsinel successo. Se staandando tutto benequalcosa non va. Potrebbe essere effettivamente un buonmomento ma potrebbeanche darsi che aveteabbassato la guardia. Interritori inesplorati è facile non rendersi contodella situazione: non c'èancora un rapporto di fiducia con le famiglie, néle stesse tendono a fidarsi del tutto. Per evitarlo, una buona regola èrianalizzare la situazione periodicamente e afondo, verficando continuamente se la mappamentale corrisponde alterritorio sociale. L'autocritica è una “manosanta” e un buon “diariodi bordo” aiuta a crescere.Il trappolone: le relazioni sociali. In una zonache non conoscete, ogniuomo può essere lupoper un altro uomo. Stateattenti dunque a cosafate e cosa dite, come lofate e come lo dite.Esplorando una zona difrontiera il CR deve avereabbastanza plasticità percomprendere la matriceculturale (6), le usanze ei modi di fare per comunicare efficacemente efarsi sentire. Se non sista attenti a capire e rispettare le peculiaritàculturali si rischia unbuco nell'acqua o,peggio, l'esclusione sociale. Importante, in questo senso, è il rapportocon le famiglie: a loro vaspiegato, il più chiaramente possibile, il metodo, i programmi e ilsenso delle attività.Le soddisfazioni: senon demordete, presto
avrete delle belle soddisfazioni. La prima: unReparto compatto diEsploratori tenaci checredono in quel chefanno. La seconda: adultiche vi supportano e tra iquali, magari, qualcunosi fa anche avanti perdarvi una mano. Laterza: un qualche Akelache un giorno vi faràcompagnia, assicurandoal Reparto delle ZampeTenere. La quarta: i passaggi in Clan.Oggi quella Pattuglia è
un Gruppo numeroso eun'altra Brownsea sta vivendo la sua avventura...
(1) Cfr. Fondamenti diPsicologia – Darley, Glucksberg, Kinchla – Il Mulino,pag. 267: Il bisogno di affiliazione(2) Ibid. pg. 270: Il bisognodi potere(3) Ibid. pag. 269: Il bisognodi successo.(4) Taccuino. Scritti sulloscoutismo, 19071940 (BadenPowell). Ed. ScoutFiordaliso, pag. 43, già in
“Headquarters Gazette” delsettembre 1911(5) Emily BarkleyLevensone Adriana Galván (Università della California):http://www.lescienze.it/news/2014/01/14/news/cervello_adolescenti_maggiore_sensibilit_premio1960541/?ref=nlLeScienze_17012014(6) In termini ampi, vedasi:Territori di confine. Unincontro tra culture. DiRutto e Verni in “Territoridella psicologia dinamica”Carocci editore.
Tutte gli Scout membridella FederScout sono automaticamente parte diuna organizzazioneinternazionale: la WorldFederation of IndependentScouts (OrganizzazioneMondiale degli Scout Indipendenti), meglio nota come WFIS. Nata nel 1996 aLaubach (Germania) con l'obiettivo dicreare una federazione per gli Scoutche non facessero parte di altre organizzazioni internazionali, offre la possibilità di instaurare contatti a livellointernazionale e di partecipare ad attività comuni. Nel 1997 aderivano a questafederazione circa 80 associazioni in 43diversi paesi per un totale di circa200.000 scouts; nel maggio 2012 il numero era di circa 830.000 scouts. Agennaio 2013 è stato dichiarato che lafederazione conta internazionalmenteun numero di scout superiore ai duemilioni, quindi la WFIS è la terza federazione a livello mondiale per numerodi iscritti. L'aumento è dovuto principalmente al fatto che la WFIS, come federazione, non impone vincoli sulleassociazioni aderenti e in generale noninterviene mai nelle dinamiche associative. L'obiettivo principale, a livellofederale, è creare una federazione pergli Scout che non fanno parte di altreorganizzazioni internazionali ed offrirela possibilità di instaurare contatti a li
vello europeo e mondiale.Per questo moltissimeattività vengono organizzate per i ragazzi: inalcune ci si incontra fisicamente, altre invece sonofatte "per corrispondenza".Fanno parte del primogruppo: l'EuroCamp chesi svolge ogni 4 anni ( Ita
lia 2014, Belgio 2018) in Europa, ilWorkshop che invece ha cadenzaannuale (UK 2014) e il JamboreeMondiale che si svolge ogni 45 anni. Aquesti eventi si aggiungono incontrianche per rover (Roverway) e per lupetti. Le attività invece "per corrispondenza" sono essenzialmente due:per i Branchi Lupetti Europei “TheCircle Of Friendship” e per le Pattuglie/ Squadriglie / Equipaggi di tutto ilMondo “Scouts discover the World“.Queste attività sono assolutamenteeconomiche perchè non è necessarioviaggiare e permettono di instauraresplendidi rapporti con Fratelli Scout diogni parte del Mondo.C'è la possibilità di pubblicare articoliin inglese sulla Euroletter WFISEurope: chiunque sia interessato, me limandi al più presto!Come si dice in ambito internazionale:Yours in traditional Scouting.
Leonardo TodiscoResponsabile ai rapporti internazionali
delegatointernazionale@federscout.it
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di Anna Canudo(L.T. ass. Antares)
In questi ultimi tempi miè capitato spesso disentirmi chiedere: “Comesi può fare quella determinata cerimonia?”“come si può fare perconsegnare i brevetti....?”Per tutti gli Scout, sianoessi Castori LupettiEsploratori Rover o Capi,le cerimonie sonoimportanti perchéenfatizzano un livelloraggiunto, danno valoread un ostacolo superato,ad una meta raggiunta,all'impegno che un ragazzo ha messo per ottenere un risultato(ricordate “...fare del miomeglio...”).E Baden Powell dicevache bisogna dare moltaimportanza a queste cerimonie durante le qualiil protagonista, la persona cui la cerimonia è dedicata, deve essere esentirsi la piùimportante, ancheperché per ottenere quelrisultato ha dovuto “farequalcosa”, impegnarsi.Solo così la cerimoniaavrà un valore ed un significato intrinseco, enon una semplice
ostentazione dipennacchi. Per questo BP ci dice e ci spiega comedevono essere fatte econdotte le cerimoniedella Promessa o per laconsegna dei Brevetti, dicapacità o di specialità;l'importanza e l'enfasicui si deve dareall'evento. Una cosa ècerta non deve essereuna cerimonia banale edeve essere fatta conmolta serietà.Molti di voi, specie quelliche sono stati scout daragazzi, ricorderannol'emozione provata nelmomento in cui sonostati chiamati a fare laPromessa o hanno ricevuto il primo brevetto! Iomi ricordo che oltre adavere il cuore a mille,avevo davvero tanta paura che se mi avessero
chiesto come mi chiamavo, non l'avrei assolutamente saputo!Comunque una cosa chedi solito si raccomanda èche, trattandosi sempree comunque di un trapasso di nozioni, e se sivuole appunto che questo abbia un valore, deveessere sempre il Capo aconsegnare il brevetto alragazzo, proponendoglianche una cerimoniaadeguata. Per questo, sesiamo così attenti aquanto facciamo per inostri ragazzi, perchénon dobbiamo esserloanche quando ci riferiamo ai brevetti dellaFormazione? Quando unragazzo fa la sua Promessa la fa davanti atutti e promette nellemani del suo Capo, cosìquando un Capo fre
quenta la Scuola alla finedel corso, davanti a tuttiprende il suo Brevettoche attesta come ha superato la sua “parte alcampo”. Nello stesso modo, quando questo Capo,ora non più Allievo, finisce il suo iter di Formazione, cioè prende ilBrevetto Wood Badge, lacerimonia di consegnadei Tizzoni deve esserefatta davanti a tutti, possibilmente alla Scuola
Consigli10
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Capi o durante un'occasione importante, particolare (un INDABA,un'Assemblea, una Riunione di Comitato) siaperché la consegna deveessere fatta da un altroCapo con più anzianità equindi esperienza,simboleggiando ciò ilsenso adulto del Trapasso di Nozioni, sia perchési deve dare il sensodell'importanza di essersiimpegnati a migliorare leproprie conoscenze permigliorare il proprio
Servizio verso il Prossimoed i ragazzi in particolare. Nella WFIS, di cuifacciamo parte, la consegna dei Wood Beans (nonsono la stessa cosa deiWood Badges, ma simili)viene fatta personalmente da Klaus Tegeder, il Presidente dellaWFIS, di sera, con unasuggestiva cerimonia davanti al fuoco, alla qualepossono assistere solo lepersone che hannoconcluso l'iter di Formazione, durante la quale
un Capo con 3 Tizzoni,consegna al nuovo Capoil Brevetto; un altro ilFazzoletto, ed alla finepersonalmente Klaus(che ne ha 4 di Tizzoni) sitoglie i tizzoni dal collo eli consegna, li “trapassa”,al Capo che ha conclusol'iter. E questo avvieneuna volta l'anno all'Assemblea Generale WFISEuropa.Buona Caccia! BuonaNuotata! Buona Rotta!Buona Strada!
Attività 11
Nel campo dell'Ugo Pisadall'1 al 3 maggio si èsvolto il primo campo disan Giorgio federale'allargato'. Hannopartecipato i gruppi diMassa, Milano, Pandino,Pietrasanta e Firenzeinsieme ad Assoraider eCNGEI. Oltre 250 giovaniscout sono convenuti innome del santo patronoper vivere l'esperienza
annuale di rinnovo dellaPromessa. BadenPowell,richiamando la figura delsanto cavaliere, invita gliscout a rifarsi alle virtùeroiche di tale modelloche può ispirare il loroitinerario di formazioneeducativa: impegnarsi,con cuore saldo e gioiosafiducia, come ha fattosan Giorgio, ad aiutaregli altri, a mettersi a loro
disposizione, a serviziodei poveri e degli indifesi.Momento solenne eanche di divertimento econdivisione. I tre giornidel campo di San Giorgiofederale sono statianimati da giochi, canti eattività tecniche. I roverhanno anche visitato iluoghi della stragenazifascista di Sant'Annadi Stazzemma.
Grande soddisfazione pergli organizzatori, non soloper aver permesso airagazzi di viverepienamente la festa checi contraddistingue maanche per averlo fattoinsieme ad altri fratelliscout a dimostrazione delfatto che non importa ilcolore del foulard ma laPromessa e la Legge checi uniscono.
Foto di gruppo degli oltre 250 scout riuniti al Parco dell'Ugo di Pisa (Marina di Massa)
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di Marco Ciampelli(AGES)
Corro il rischio di apparire scontato, ma da fotografo e capo scout, pensoche l'affermazione "amola strada, perché mi piace cercare lo straordinario nell'ordinario", fungaproprio da gancio introduttivo per questo articolo. La frase è in partemia e in parte di un notofotografo Italiano.Perché? Perché in
quanto fotografo devosempre riuscire a trovarel'aspetto più straordinario per poter raccontareuna storia. Non bastascattare, quello sonobravi a farlo tutti (punti,premi e il gioco è fatto);bisogna intrappolare inun semplice rettangoloun qualcosa che però siastraordinario e che facciaparlare l'immagine. La ricerca di un "Qualcosa",ritengo che sia unaspetto di fondamentaleimportanza anche nellavita Rover. Non facciamostrada tanto per consumare i nostri scarponi,per affrontare enormifatiche fisiche per poterdire ho percorso 35 km equindi sentirci appagatio scoppiati; percorriamola strada per scoprire un
qualcosa di straordinarioche ci riguardi, o che riguarda il mondo che cicirconda. Solo uscendoper strada, e così scoprire ed osservare il mondoche gira attorno a noi,potremo realmente capire quale direzioneprendere, che scelteaffrontare, quale composizione fotografica vogliamo adottare per lanostra vita e per il nostrofuturo. Cercare allena lamente e il carattere. Cispinge ad evitare dicamminare senza unameta, maturare unacerta progettualità per ilfuturo, capire sempre dipiù quali sono i nostripregi e i nostri difetti;camminare senza unameta, senza un perchénon è ammissibile nella
vita di tutti i giorni, enon è ammissibile nellavita del Rover. Bisognasempre cercare, in modotale che una volta messaa fuoco la nostra meta sipossa procedere con unazione precisa. Anche leroute vengono progettatecon un preciso perché ;non si tratta di unsemplice campo di fineanno, ma di unimportante strumento diverifica per gli stessi ragazzi, e anche un utilissimo strumento diricerca. Tutte le tappesono fissate con un preciso scopo educativo ehanno un importante valore formativo. "La stradanella vita, la vita nellastrada". Le due sfere sitoccano e si integrano avicenda a tal punto dacreare una bussola moltoprecisa che ci aiuterà atrovare il nostropercorso. Ma anche perusare i migliori strumenti serve una certapreparazione. Io possoanche essere un buonosservatore, ma se poinon sono in grado di utilizzare la macchina fotografica, quello che vedonon potrò mai immortalarlo. La strada appuntopermette anche diformare il carattere,perché lungo il percorsoci spinge a confrontarcicon noi stessi e con ilprossimo, ci porterà inposti dove potremo scoprire realtà che primaerano ignorate dai nostriocchi, ci spingerà a go
Roverismo12
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dere di certi momentiche nel sedimentarsinella nostra memoriacreeranno una base solida su cui costruire unbuon cittadino. La stradaper diventare dei buonicittadini non è facile, èpiena di avversità, riccadi bivi che metteranno adura prova il nostro carattere, i nostri nervi; inmolti casi si avverte l'esigenza di mollare e divoltare le spalle a tutto ea tutti, si vorrebbe fuggire e rinchiudersi nellapropria stanza; fare strada vuol dire vivere la vitacome una continuaesplorazione, è un invitoa scoprire il mondo permigliorarlo, e un invito ascoprire se stessi per migliorarsi, e un invito adoffrire se stessi per aiutare il prossimo, e quindidi rimando si torna a migliorare il mondo. Farestrada vuol dire scegliereun certo stile di vita, chemuta e si integra nonsoltanto percorrendotanti km a piedi. Facciamo strada ogni giorno vivendo a stretto contattocon gli amici, con i colle
ghi in ufficio, nel momento in cui entriamonella bottega sotto casa;facciamo strada anchementre dialoghiamo conun amico alla fermatadell'autobus, perché inquel momento ciconfrontiamo, scopriamo, ci offriamo, entriamoin contatto con il prossimo e con la vita che cicirconda. Quindi progrediamo nella nostra strada in tanti modi. Farestrada ci spinge costantemente a riflettereal modo in cui camminiamo, ad osservare equindi a pensareattentamente a qualipassi compiere. Tuttavial'errore è sempre dietrol'angolo, ma questo nondeve mai abbatterci,perché anche l'errore faparte della strada,perché un momento diconfronto. In un notofilm da poco ho Sentitoquesta frase "Perché cadiamo signor Bruce? Per
imparare a rimetterci inpiedi".Si potrebbe continuareper intere giornate acercare di dare la descrizione più colorata eoggettiva possibile dellastrada, e tuttavia, alla fine, quando le forze saranno venute meno, o ilvostro cervello avràesaurito gli esempi e lemetafore, vi rendereteconto che non esiste unadefinizione o una descrizione univoca; la stradaè soggettiva, ognuno hala propria visione dellastrada, perché ognunaporta verso una precisadestinazione, e questa èdiversa per ognuno dinoi. Quindi non sforziamoci di capire cosa sia ocosa significhi, limitiamoci ad accogliere il suoinvito "VIVI!".Concludo questo brevearticolo con una partedella poesia "La linead'ombra" di J.Conrad,una poesia che dedico
sempre ai Rover cheprendono la partenza:"Mi offrono un incaricodi responsabilità non socos'è il coraggio seprendere e mollare tuttose scegliere la fuga odaffrontare questa realtàdifficile da interpretarema bella da esplorareprovare a immaginarecosa sarò quando avròattraversato il mareportato questo caricoimportante a destinazione dove sarò al riparo dalprossimo monsone mioffrono un incarico di responsabilità domaniandrò giù al porto e glidirò che sono pronto apartire getterò i bagagliin mare studierò le cartee aspetterò di sapere perdove si parte quando siparte e quando passerà ilmonsone dirò levatel'ancora diritta avantitutta questa è la rottaquesta è la direzionequesta è la decisione".Buona strada.
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di Daniele Ceccarelli*Può questa frase giustificare il periodo burrascosoche stà passando labranca E/G con unasempre maggiore moria diiscrizioni e di perdite durante l’anno? La miapersonale esperienza midice che, andando ad analizzare le salite dai Lupettiin Riparto, il periodo critico è il primo anno, sicuramente ci possono esseredelle perdite fisiologichedovute alla differenza diattività proposte, ma ultimamente le defezioni incorso d’opera sono soprala media, la giustificazionemaggiore che ho avutodalle famiglie è che i ragazzi vivono un periodomolto difficile dato anchedal passaggio dalle elementari alle scuole medie.Parlando invece delle iscrizioni di ragazzi che nonvengono dai Lupetti possodire che sono ben pocheeffettivamente, ed è alta lamedia di ragazzi condisturbi comportamentalio generici che vengonospinti da assistenti socialio da insegnanti a provare
l’esperienza Scout. Doposette anni di servizio in Riparto sono tante le domande che mi sonopassate nella testa, ahimémolte di queste sono ancora in cerca di risposta. Mispiace quindi deludere chisperava in una soluzioneal problema tramite lalettura di questo articolo,posso però portare quellache è la mia esperienzapassata, presente e la miapersonale visione. Essereun Capo nella Federscoutci dà, a mio parere, ungrande valore aggiunto.Pensate solo alla possibilità di confronto con chi vivein realtà spesso molto diverse tra loro, con usi ecostumi legati al luogo diorigine, alle scelte religiose, al bacino di utenza chesi ha a disposizione. Ilconfronto è stata la primafreccia che ho estrattodalla mia faretra per arrivare alla soluzione di questo enigma, inizialmenteinfatti ero convinto chestessi sbagliando qualcosanella gestione dellaBranca, mi sono quindi
incaponito nella ricerca diquella falla, che a lungoandare avrebbe potutoaffondare la nave, ma ragionando mi resi conto chela gestione e le attività chestavamo proponendo nonsi discostavano di moltoda quelle che da moltianni avevano mantenutola Branca in piena salute.Iniziando a frequentarepiù assiduamente le varieriunioni e attività che laFederscout dedica a noiCapi mi sono reso conto,parlando e confrontandomi, che il pensiero che mistava affliggendo da tempoera cosa comune a tanti.Se da una parte mi sentiisollevato da ciò, dall’altraripresi il ragionamentofatto in precedenzaaggiungendo questo nuovotassello; possibile chemolti Capi appartenenti adecine di Associazionidistinte e diverse tra lorofacciano lo stesso errore?E per giunta nella medesima branca? Difficile ma
non impossibile, allora misono focalizzato su unaltro punto fermo, i ragazzi; chi di noi non hamai pensato almeno unavolta “ah ma la mia generazione era molto più sveglia…”?, ma allora cosasta succedendo? Qual è lacausa scatenante di tuttaquesta immaturità?Ovviamente non possiamodare la colpa ai ragazzistessi, essendo loro delle
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spugne atte ad assorbiretutto quello che gli vieneproposto da chi liaccompagna nel loropercorso di crescita.Certamente se andiamoad analizzare tutte le proposte formative che hannoa disposizione, come losport, la scuola, laboratorie la stessa vita in famiglia,lo Scoutismo è forse l’ unica il cui scopo è quello diresponsabilizzarlipermettendogli di sbagliare in piena autonomia. Èforse questo il vero problema? Lo Scoutismo è forsediventato troppo distanterispetto alla strada chevuole percorrere questasocietà? Da questa domanda se ne potrebberoaprire altre mille ma una èquella che secondo me dovremmo farci tutti, forse l’unica alla quale sono riuscito a dare una risposta:
“Lo Scoutismo è forse diventato obsoleto e quindiha necessità di essere rivisto ed adeguato alle richieste della società odierna?”.No, nel termine più assoluto. In tanti hanno trasformato la Branca E/G insecondi Branchi applicando un metodo di Reparto a discapito dellaSquadriglia e della sua autonomia. Credo che seesiste un modo per far rifiorire lo Scoutismo adolescenziale, sia proprioquello di ritornare alle origini di quel Metodo che fino ad ora ha funzionatocosì bene, senza la presunzione di apportare modifiche qua e là tanto perrenderlo più fruibile a noistessi.Se ho detto che il Metodo èquello e non deve essererimaneggiato, allo stessotempo B.P. ci ha fornito
degli strumenti utilissimiper l’ applicazione dellostesso, è lì che possiamoagire per rendere piùstuzzicante e attuale lanostra proposta,svecchiando le prove eaggiungendo brevetti cheall’epoca non esistevano.Come fare? Tranquilli B.P. ha pensato anche aquesto, “Ask the Boy”chiedete ai vostri ragazzi,rendeteli partecipi eideatori del gioco, nonsuccubi di esso! Torniamoper un attimo sulla terra ecerchiamo di chiudere ilcerchio dei pensieri che viho esposto. Una delle ultime frecce nella mia faretraè quella di avere unrapporto forte con le famiglie dei ragazzi, solo così amio parere si può capirenel profondo un ragazzo eil perché dei propriatteggiamenti quando è
con noi durante le attività.Non ci illudiamo di poterformare il carattere di unragazzo se non si va nellastessa direzione delleintenzioni familiari,informiamo quindi le famiglie su cos’è la propostaScout, di come viene messa in atto e soprattutto delperché si facciano taliscelte che per forza di cosedevono essere condivisedalle famiglie per essereportate a compimento.Spero con queste poche righe di avervi perlomenodato uno spunto di riflessione su cui ragionare econfrontare, se così nonfosse spero almeno di nonavervi annoiato più del dovuto!Una forte stretta di manosinistra
*Coordinatore ComitatoTecnico Nazionale
FederScout
di AntoniettaBertuccelli*L’educazione avviene oggiattraverso varie fonti:famiglia, scuola, ambitiformali ma anche inambiti informali come imedia, la televisione, leassociazioni sportive, lachiesa e le chiese,l’associazionismo, lebiblioteche, le cineteche,la musica, il teatro. Tuttiquesti luoghi sonodiventati ambiti educativie questa società“educante” si va semprepiù estendendo emoltiplicandosi, spessoinviando messaggi,proposte e modelli nonproprio positivi econtradditori.In tutte queste offerte e
proposte i nostri ragazzistanno rischiando di nontrovare più punti diriferimento chiari eperdersi.Dopo la famiglia , il luogoper eccellenza in cui si faeducazione resta lascuola, anche se le“riforme” degli ultimianni stanno cercando disvilire in vari modiquesto ruolo e la suaimportanza nella vita deiragazzi.La scuola dell’infanzia ela scuola primaria sono iprimi luoghi codificati incui i bambini agiscono einteragisconoculturalmente esocialmente, portandocon sé esperienzepregresse degli anni
vissuti in famiglia, delleesperienze in essapraticate e delle regole inessa apprese .Questo afferma la
fondamentaleimportanza della famigliae della scuola comeluoghi per la crescita e laformazione della persona
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e la necessità che scuolae famiglia debbano agireconcertando, in accordo,ciascuna nel suo ruolo enelle sue competenze enel pieno rispetto l’unadelle competenze e delruolo dell’altra.In questi ultimi tempiaccade spesso (e l’hovisto accadere soventenella mia esperienza diinsegnante) che anzichéagire sinergicamente,scuola e famiglia sitrovino quasi incontrapposizione;assistiamo alla presenzadi genitori che voglionofare i maestri, cheinterferiscono nelladidattica, che voglionodecidere per i maestrisulla quantità deicompiti e sulle proposteeducative, che discutonocon i figli/alunni se unapunizione assegnata siaadatta o meno e spessone riducono la quantitào il tipo, che noncontrollano i quaderni,non ascoltano le lezionistudiate , non leggono gliavvisi e lecomunicazioni, seguonopoco i progressi dei figli.Di contro poi ci troviamoinsegnanti demotivati,stanchi di arrabattarsi edoversi adattare tra unariforma e l’altra; si noti,tutte riforme cadutedall’alto, redatte dapolitici che nonconoscono la realtà dellascuola ma agiscono solocon i bilanci alla mano enon certo animatidall’idea di investiresulla scuola , sullaqualità del sapere , sullacultura delle generazionia venire.Ci troviamo insegnantiche non riescono più adesercitare l’ autorità delloro ruolo, l’importanzadella professione ecedono ad una sorta di
buonismo psicologico percui anziché pretenderedagli alunni che venganoeseguite determinateattività, accettano osubiscono quel poco cheviene fatto.Nel mezzo ci sono ibambini, al rimbalzo trala famiglia e la scuola,spesso disorientati e cheraccolgono messaggicontradditori dall’una edall’altra parte, cherespirano poca serenità etanta fretta.Fermiamoci ariflettere: gli adulti chehanno scelto di diventaregenitori, di fare gliinsegnanti, (o si sonotrovati ad esserlo) sisono assunti un impegnoumano e sociale, oltreche affettivo e devonooggi riconquistare unloro ruolo di educatori.Ne consegue che essi,sia nella scuola che nellafamiglia, devono tornarea prendersiconsapevolmente curadel bambino /a, adessere attenti alle cose
quotidiane e alleesperienze che essivanno maturando,offrirsi come guida ecome stimolo di crescitaserena, compiere sceltesu ciò che è educativoper il bambino e cosanon lo è.Occorre anchemantenere tra adulti ebambini una giustadistanza, come ladefiniscono alcunistudiosi, in cui l’adultoentra nel mondo delbambino come personacompetente e stabile.Molti genitori devonosuperare i sensi di colpache spesso li pervadono,lavorano troppo, spessosono separati e lafamiglia sembraassumere un significatodiverso ; si sentonoquindi sempre menosicuri di avere il diritto diimporre ai figliqualunque cosa li possacontrariare o possadisturbare il rapportoche hanno con loro epensano che per
conquistare l'affetto deifigli li si debbaaccontentare sempre .Devono allora stabilire eassicurarsi alleanzeeducative con altri adultisignificativi per ilbambino, in primo luogogli insegnanti, poi inonni, i capi scout,eventuali operatorisociali e sportivi.Ma soprattutto, padri,madri e maestri devonotornare a convincersi diessere importanti perl’educazione deifigli/alunni, pertrasmettergli dei valori,non devono aver timoredi rimproverare e dipunire quandonecessario, e senecessario sostenereanche un conflitto,avendo chiaro che cosasi può concedere e cosano.
* Capo Brancodell'associazione AGEA diMassa, presidente dellastessa associazione, maestradi scuola primaria.
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Prefazione:Questa caccia è adattaad un Branco che: deve conoscere la prima parte del racconto ilFiore Rosso, deve essere a conoscenza delle Massime delLupetto, deve essere a cono
scenza dei segni di Pista.E' una caccia della durata di una giornata cheinclude molte tecniche.Le tecniche possono essere state introdotte inprecedenza o sarà laCaccia stessa può essereda spunto a successiveriunioni.E' importante che ci siaalmeno un Vecchio Lupoper ogni Muta, per poterseguire i lupetti durantele attività.
Materiale: scalpi, cordini, fiammiferi
Preparazione:Dare ad ogni lupo unacoda (uno scalpo).Chill andrà a posizionarsi nella parte altadella Giungla.I Vecchi Lupi dovranno
creare un percorso fattodi segni di pista cheparte da un posto visibilea Chill e porterà i lupi fino ad un posto abbastanza lontano (ilvillaggio degli uomini),dovranno segnarsi in unfoglio quanti segni di pista di ogni tipo realizzano.(Es: 5 frecce, 2 direzionesbagliata, 1 inizio pista,1 acqua potabile etc.)Arrivati in un punto adeguato, faranno uncerchio con unoduecordini, abbastanzalargo, all'interno del quale ci metteranno 5 scatole di fiammiferi e simetteranno all'esterno inattesa dell'arrivo dei lupi,pronti a prendergli loscalpo.
Altri Capi o aiuti presentiaiuteranno Hathi, chesarà in un altra partedella Giungla, per costruire 4 scale, una perogni muta, come quellarealizzata con il nodo galera qui(http://www.agescifano2.org/articoli/Pioneristica/nodiscout.html).
Introduzione:Bagheera, rifacendosi alracconto del fiore rosso,spiegherà che i lupetti, ilupi fedeli al Branco e adAkela, dovranno aiutareMowgli a procurarsi ilfiore rosso e riportarlo daAkela, in modo da esserepronti per quando ShereKhan arriverà.Il fuoco si trova nelvillaggio degli uomini madevono stare moltoattenti a non farsi catturare da loro.Nella giungla in pochi sisono avvicinati alvillaggio degli uomini oalle loro costruzioni euno di questi è Hathi.Darà quindi il via ai lupiche andranno da Hathi.
Parte 1: HathiHathi parlerà con i lupidicendogli che anche luinon si è mai avvicinatoad un villaggio popolato,perché ha paura deicacciatori, che ha vistoalcuni cacciatori uccidere elefanti per prenderglile zanne, o alcunicacciare dei lupi perprendergli la coda o lapelliccia.E' però stato in unvillaggio abbandonato,nel quale ha visto dellecostruzioni, delle stanze,e dentro queste stanze vierano dei fogli di cartascritti dagli uomini.Lui e gli altri elefanti nonsono mai riusciti adentrare in queste costruzioni perchè ci sono delle
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scale da superare, maforse i lupi ce la possonofare.Le mute arriverannotutte insieme da Hathi,gli spiegherà cosa devono fare e poi manderàogni muta da un elefantediverso, in una scala diversa. Ogni componentedella muta dovrà salire i5 gradini, prendere unpezzo di foglio che si trova in cima e riscendere,toccherà poi al lupettosuccessivo e così via. Ipezzi dei fogli saranno 10quindi qualche lupo dovrà ripetere due volte lasalita.Una volta che avrannotutti i pezzi dovranno ricomporre il messaggio epoi seguire quello che c'èscritto.Il messaggio da ricostuire sarà di questo tipo:Queste costruzioni nonsono molto lontane dalvillaggio, era bello starequi. Venivamo spesso agiocare.Quand'eravamo vicini alvillaggio spesso si sentiva il fischio dell'avvoltoio,che si ripeteva ogni 2 minuti.Si sentiva l'avvoltoio fi
schiare e noi cercavamodi capire da dove venisseil suo fischio e diraggiungerlo tutti insieme.
Parte 2: ChillI lupi dovranno decifrareil messaggio e quindicercare Chill. Chill fischierà con un fischiettoogni 2 minuti, finchè ilupi non lo troveranno.Chill aspetterà che tutti ilupi siano arrivati dopodiché spiegherà le regolesuccessive:Volando da una parteall'altra sopra la giungla,in cerca di una preda, havisto spesso il villaggiodegli uomini. Ha vistoanche le loro tracce,spesso fanno dei segni interra per indicare la stra
da che porta al lorovillaggio.Dirà ai lupi che mentreseguiranno le "impronte"fatte dagli uomini perandare al loro villaggiodovranno segnare in unfoglio tutti i segni di pista che vedranno (Es: 5frecce, 2 direzione sbagliata, etc)Una volta giunti vicini alvillaggio dovranno staremolto attenti per procu
rarsi il fuoco, dovrannocercare di entrare nelvillaggio (un cerchio dicorda in terra) e prendere il Fiore Rosso, senzafarsi prendere la codadagli uomini di guardia.Chill darà ad ogni lupoun foglio nel quale vi sono tutti i segni di pista.(http://www.manualescout.org/segnidipista.html)La muta, tutta unita do
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vrà seguire i segni di pista, partendo da unpunto che lui gli dirà. Isegni di pista porterannoal villaggio.
Parte 3: Il VillaggioIl Fiore Rosso è rappresentato da dei fiammiferi. Se un lupo riesce adentrare nel villaggio,senza che gli uomini gliprendano la Coda, puòprendere 2 fiammiferi, deve uscire dalcerchio e portare ifiammiferi in un luogo sicuro dove mettere tutti ifiammiferi della muta,dopodichè può andarenuovamente a cercare diprendere altri fiammiferi.Se ad un lupo viene presa la coda può entrarecomunque nel cerchio 1sola volta e prendere però 1 solo fiammifero, dopodichè non può piùentrare. Devono stare indisparte a custodire i
fiammiferi conquistatidalla muta.Dopo che tutta la muta èstata scalpata devetornare da Akela e Baloocon i fiammiferi che èriuscita a conquistare.Gli si daranno un paio diminuti di tempo perraggruppare le informazioni dei componentidella muta e segnare inun unico foglio quantisegni di pista hanno trovato di ogni tipo.Alla muta che avrà piùsegni di pista si daranno5 fiammiferi, alla seconda 4 etc..
Parte 4: Il fiore rossoBaloo con Akela spiegheranno come fare il fuoco,quali sono le regole di sicurezza da seguire, comespegnerlo, etc.Dopo la spiegazione i lupi dovranno quindiandare per muta, trovareun posto pulito e con i
fiammiferi che hannoconquistato cercare difare un fuoco. Ogni mutasarà seguita da unVecchio Lupo. Avranno 30 minuti ditempo per prepararlo concalma e cercare diaccenderlo.Una volta finita l'attivitàogni muta, seguitasempre da un VecchioLupo, dovrà occuparsi dispegnere il fuoco e ripulire tutto il posto.(Pranzo)Parte 5: Le massimeOgni muta dovrà preparare una scenetta sul tema di una Massima, dafare successivamente alCerchio di chiusura dellaCaccia.La scenetta può essereseria o divertente, comevogliono loro. L'importante è che sicapisca poi la morale relativa alla massima chedevono rappresentare.
Le massime per il nostroGruppo sono:* Il lupetto dice semprela verità* Il lupetto è sempre dibuon umore* Il lupetto apre gli occhie le orecchie* Il lupetto pensa aglialtri* Il lupetto è sempre pulitoPotrà iniziare a sceglierela Massima da rappresentare la Muta che nellaCaccia precedente avevaconquistato più fiammiferi, successivamentesceglie la seconda e cosìvia. Dopo unamezz'oretta in cui hannolavorato da soli, unVecchio Lupo per mutaandrà ad ascoltare cosahanno realizzato e magari ad aiutarli.
Buona divertimento eBuona Caccia!
Scout Madonna delRosario di Villacidro
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di AntoniettaBertuccelli*Parlare di disciplina edi ordine nel nostropaese richiama ancorapaure non del tutto sopite di dittature e costrizioni.Ma forse nella vita deibambini di oggi occorreriportare i valori delladisciplina e dell’obbedienza, il senso del rispetto dei ruoli, deicomportamenti relativiai luoghi e ai contestiin cui si trovano ad agire.
I nostri bambini dicono“ciao” a tutti, danno del“tu” a tutti, sicomportano allo stessomodo per strada, in casa, a scuola, in chiesa,in nome di un falsoegualitarismo, di unaerrata interpretazionedell’idea democratica edi una altrettanto inesatta interpretazionedel concetto di libertà,che abbiamo trasmessoper estensione dal “ribellarsi è giusto”e dalrifiuto di ogni autoritarismo.
“Io e mio figlio siamograndi amici”, dice ungiovane padre conorecchino e codino; “Lamia migliore amica è la
mia mamma” affermaconvinta una ragazzinacon ombelico al vento;“Deve decidere lui/(lei)cosa gli/(le) piace fare
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nel suo tempo libero:non posso imporgli/(le)una attività!” affermaseria una mamma .Ma voglio chiedere, chideve assumersi la responsabilità di unascelta formativa ededucativa, chi deveesercitare il proprioruolo di guida, diesempio, di genitore?Chi è la madre/padre echi il figlio/figlia?L’ordine e il rispetto deiruoli se interpretatisenza aberrazioni dadittatori, danno equilibrio, sicurezza e creanoun clima favorevole percrescere.
Non serve il cellulare anove anni per controllare dove si sposta un figlio,” così si è piùtranquilli” ; ma serveassumere un ruoloeducativo in cui ci siaposto per regole semplici e chiare da sembrarequasi banali: si studiae si fanno i compiti conattenzione ed impegno,senza deroghe suitempi necessari nésconti sulle quantità (studiare stanca.. e meno male!); si tiene inordine la propria camera e le proprie cose, sicollabora in piccolefaccende nell’organizza
zione familiare; ci sicomporta con educazione e si usano linguaggicorretti, ci si rivolgeagli adulti (insegnanti,genitori, parenti edaltri) con rispetto per lafunzione che svolgono;la richiesta di impegno(lo studio, il primo lavoro, a seconda dell’età)non è per il capricciodell’adulto di turno, madettato dalla necessitàdella convivenza; si rispettano le personeanziane, gli ambienti e iluoghi che si frequentano…..Non si suggerisce unapedante ricetta, ma lanecessità di rimetterel’accento su alcuni valori, che dopo la fase diribellione contro un autoritarismo esagerato,ora devono essere ricollocati nella giustadimensione edimportanza. E’ statogiusto rigettare nellascuola gli insegnanticon la bacchetta e nellafamiglia le rigidità deipater familias autoritari, ma oggi è giusto rivalutare il senso e ilrispetto dell’autorità. Ibambini hanno bisognodi essere guidati responsabilmente anchenel marasma di proposte, di tecnologie, diprogetti, di offerteformative, di consumi,di complessità in cui siaggirano. Complessitàche talvolta anche nelmondo degli insegnanti,fanno perdere di vista ilbambino stesso, realizzando burocraticamente piani scolasticidi ricerca – sperimentazione volti a valorizzare solo tesi e teorie.Complessità che propinano attraverso i media, falsi modelli dicomportamento e di vi
ta con la chimera delsuccesso facile e deiricchi guadagni senzafatica alcuna, senzaimpegno, né studio, nèsacrificio, e trasformando i nostribambini in consumatorifin dalla più tenera età.Sono rimasti pochi ibambini che alla domanda “ Che cosa vuoifare da grande?” ti rispondono il dottore,l’ingegnere, il vigile delfuoco…..l’astronauta, ilmeccanico, l’infermiere… eroi di un mondoquasi in disuso.Ma davvero nelle aspirazioni di una vita migliore della nostra,vediamo nel futuro deinostri figli la professione di attore, ballerina(velina) e calciatore?E se provassimo a vederli come esseri umanifelici, cittadini seri , rispettosi e responsabili,impegnati nella vita,uomini e donne conuna cultura e dellecompetenze (nonimporta per quale mestiere) che gli permettano una vita serena,aperta agli altri, e nonchiusa nell’egoismo?Consideriamo, in retrospettiva di quantodetto, le scelte educative adeguate, che ci richiedono come adulti,impegno, sacrificio, responsabilità e necessitàdi proporsi anche conseri e sonori “NO”, pronunciati con la volontàdi tenere aperto il dialogo, ferma la decisionee sicuro l’affetto che inostri figli meritano.
* Capo Brancodell'associazione AGEA diMassa, presidente dellastessa associazione,maestra di scuola primaria.
Riflessioni20
VENERDI 1620.00 Cena per chi arriva dal Venerdi
22.00 Serata libera (incontro e confronto tra ipartecipanti)
SABATO 178.30 colazione
9.15 Alza, inizio attività10.00 Attività esterne programmate
(come da iscrizione nel modulo)13.00 Pranzo
15.00 Laboratori di Branca(discussioni su argomenti proposti dai Capi ai
Referenti di Branca + proposte di attività e scambiodi idee)
18.00 ”La Federscout che io vorrei...”(tavola rotonda su cosa i Capi che
lavorano in Branca chiedono alla Federscout)20.00 Cena21.30 “Federscout’s Got Talent”
(sulla falsa riga del famoso programmatelevisivo, OGNUNO di noi, anche in gruppo, faràvedere qual è il suo talento! Preparatevi quindi!!!)
23.30 Buonanotte
DOMENICA 188.30 Colazione
9.15 Alza, inizio attività.9.45 laboratorio branca
(pensare ad un’ attività che coinvolga l’interabranca della Federscout)
11.00 Incontro comune per evidenziare i lavori fatti.12.00 Cerimonia di chiusura
13.00 Pranzo + partenze
INDABA 2014
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di Anna CanudoCome certamente sapete,il motto dei Castori secondo l' edizione originale canadese ècondividere, ma condividere è un concettoastratto molto difficile daspiegare ai dei bambinipiccoli che non hannoancora la capacità diastrarre i concetti. Allora, come fare?Amo molto Luis Sepùlveda ed ho letto molti, nontutti, dei suoi libri. Sonolibri, forse è meglio chiamarli racconti brevi, pieni di sentimento, ma chefanno molto pensare. Luidice di averli scritti perspiegare i concettiastratti, appunto, e difficili (come per esempio“perché la lumaca è cosìlenta” e quindi riscoprire
il senso perduto deltempo) ai suoi nipotini etrovo che ci sia riuscitoperfettamente, per cui hodeciso di parlarvene.Prendete la “Storia di ungatto e del topo che diventò suo amico”.L'intento era quello diparlare ancora una voltadel valore dell'amicizia,ma anche della condivisione. Sepùlveda amamolto i gatti (pare che inuna sua vita precedentesia stato il gatto preferitodi un mandarino) ed hainventato la storia di unbellissimo gatto “dal profilo greco”MIX che conil passare del tempo è diventato cieco, per cuinon poteva più muoversiagevolmente. Certo il suoumano, il ragazzo concui era cresciuto ed ora
era un giovane uomo–MAX lo aiutava in tuttii modi, evitandogli gliostacoli, non spostandole cose in casa (sedie,scatole, ecc) in modo danon ostacolare le suepasseggiate, ma tuttoquesto non era sufficiente. Anche se “unamico si prende semprecura della libertàdell'altro” questo non bastava, perché per il gattoera anche importantestare all'aria aperta; nellesue condizioni, però, nonera più possibile anchese l'udito di MIX era diventato finissimo. Ungiorno, quasi in soccorsodi MIX arrivò un topomessicano, forse un po'troppo logorroico –MEX–ed iniziò una bella amicizia e collaborazione.
MEX era ghiotto di cereali e ne aveva visto unascatola su uno scaffalealto della dispensa. Allora MIX, seguendo leistruzioni del topo, salìd'un balzo sul ripianodove c'era la scatola dei
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croccantini, non la videma “sentì l'aroma dellemele, dei mandarini edelle noci della fruttiera esi allungò fino a toccarecon le zampe anteriori lascatola di cereali espingerla in modo dafarla cadere. Con unaltro balzo tornò a terra elà, tenendo ferma lascatola con una dellezampe anteriori, infilòl'altra nell'apertura e tiròfuori una generosaporzione di fiocchi
croccanti” e la diede altopo che cominciò amangiare e rosicchiareavidamente. “MIX loascoltava mangiare fra isospiri. I veri amicicondividono anche lepiccole cose che allietanola vita”. MIX da gattoavrebbe potuto saltare daun tetto all'altro, volare,ma non poteva perchénon ci vedeva più, quindiquesto per lui era pericoloso, avrebbe potuto cadere e farsi male. MEX
non sapeva saltare edavrebbe tanto volutofarlo. Si unirono allora:MIX mise la sua agilitàed abilità e MEX gli “prestò” i suoi occhi, perchéspiegava all'amico tuttoquello che c'era intorno,dove avrebbe potutocamminare, dove trovareostacoli o pericoli. Cosìaggrappato alla testa diMIX, MEX poté anche luiprovare l'ebbrezza del volo, mentre il povero gattocieco ritrovò tutto quello
che era convinto di averperso per sempre: la libertà e la gioia di nuoveavvincenti avventure.“Quando gli amici sonouniti, non possono essere sconfitti ed i due furono felici, perchésapevano che i veri amicicondividono il meglio chehanno”.Non vi sembra un modofacile e carino per spiegare ai castori cosa significa “condividere”Buona Nuotata!
di Anna CanudoSpesso si parla delloScautismo e della suanascita. Questo credo losappiate tutti: è nato dalbasso, dai ragazzi e, sipotrebbe estremizzare,su loro richiesta. Non èstata una cosa “calatadall'alto”, ma quasiun'esigenza dei ragazzi,una necessità, cui unapersona colta dallamente molto aperta edosservatore moltoattento, BadenPowell,ha dato ascolto, considerazione ed un Metodo Pedagogico estremamentevalido ancora oggi, che insintesi mette il ragazzo alcentro del suo processodi formazione. Quindi, ilMovimento Scout è natosulla spinta dei ragazzientusiasmati dalledispense di Baden Powell. Lui aveva scrittoquelle “Chiacchierate alFuoco di Bivacco”appunto come dispenseper un giornale (solo in
seguito raccolte in un libro) e nel 1907, BPpensò di sperimentarequanto aveva scrittoorganizzando, con ungruppo di venti ragazzi, ilprimo campo scout delmondo nell'isola di Brownsea, nella baia di Poole. L'esperimento ebbeun successo clamoroso
e....nacquero i BoyScouts. In seguito, anchei fratelli più piccoli deiprimi esploratori, chiesero a gran voce di essereinseriti nel suo Movimento. BP meditò comefare ed organizzò i WolfCub (oggi Cub Scout).Ma i primi Esploratorinon avevano solo fratelli
ni, avevano anche sorelle, che chiedevano dipartecipare ed alloranacquero (nel 1910) leGuide/Esploratrici e leBrownies, equivalentefemminile dei Wolf Cubs,grazie anche alla collaborazione della sorella di BP, Agnes, ed in seguito aquella della moglie, Ola
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ve. Naturalmente i ragazzi crescono ed anche iBoy Scouts diventaronograndi e, come spessosuccede quando si trovano bene in un ambiente,erano convinti di avereancora molte cose daimparare e sperimentaree quindi arrivarono i Rover Scouts. Fermo restando il MetodoPedagogico, per ognunadi queste Branche BPcreò una diversa applicazione pratica, cheadattasse il Metodo allediverse età: i bambinihanno bisogno di avereesempi concreti con cuirapportarsi e di giocarein un mondo fantastico,ecco quindi che BPprende alcuni spunti dalLibro della Jungla e dalmondo dei Brownie; i piùgrandi hanno altri interessi ma stanno crescendo e sanno epossono prendere decisioni per la loro vita,quindi anche per loro BP pensò ad un'applicazione del Metodo piùadatta alle loro inclinazioni. Insomma il Metodoera uno, ma le applicazioni pratiche diverse, aseconda dell'età cui si rivolgeva. Premessoquanto sopra apparveevidente nel tempo cheanche i più piccini, ifratellini più piccoli deiLupetti, facessero sentirela loro voce e chiedesserodi entrare nello Scautismo. I bambini erano piùmaturi perché ricevevanomolti, tanti stimoli. Ibambini che avevano 5anni all'inizio del '900erano profondamente diversi dai bambini di 5anni del 1970: il progresso, la tecnologia ed ilmodo di considerarel'infanzia nella societàmoderna portò di nuovol'attenzione sulla fascia
di età precedente aquella ormai tradizionaledegli 8 anni circa.Ma BP era morto datempo, però nel mondoAnglosassone si cominciò a svilupparel'idea. In Canada, inparticolare, rianalizzando tutta l'enormequantità di scritti lasciatida BP, riallacciandosiad alcuni di essi, scelsero l'Ambiente Fantasticoin cui far vivere la nuovaBranca e, sempre sulletracce di BP, elaborarono un racconto che facesse da guida e chepermettesse di adattareil Metodo Scout ai
bambini più piccoli.L’ambiente scelto fuquello dei “castori”,perché in un suo scritto,BP all'epoca in cui ricercava un ambiente perquelli che poi sarebberostati i Lupetti, lo avevapreso in considerazione.I Castori, inoltre, hannol’abitudine di vivere in“colonie”, cioè in gruppiin cui imparano prima ditutto a “condividere”tutto con gli altri. Ilracconto elaborato dalloScautismo Canadese descrive come la famigliaJones andò a vivere nellacasa nella radura vicinoalla riva del fiume e co
me essi rapidamente divennero coscienti dellapresenza dei loro nuovivicini, una Colonia diCastori che anche lorovivevano lungo le rive delfiume. La storia illustracome la Colonia dei Castori osserva la famigliaJones dando loro dei nomi e poi alla fine come iCastori incontrano imembri della famigliaJones, mamma, papà edi loro bambini. Naturalmente nel concreto “imezzi principali” dellaBranca rimanevano ilgioco e la fantasia, ma inuna forma adatta all’etàdei castorini, con
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l’intenzione di condurreper mano questi piccolinella loro progressivascoperta delle “regole”del mondo reale e dellabellezza di uscireprogressivamente dal mondoegocentrico dei bambinipiù piccoli, realizzandoche è molto più bello lavorare, vivere, giocare“insieme”. La Branca Castori, quindi è nataWinnipeg, Manitoba, Canada, come esperimentotriennale ed il programma fu approvato dalConsiglio Nazionale Canadese a maggio del1972. L'esperimentoebbe un tale immediatosuccesso, che spinse gliScout Canadesi adadottarlo come programma ufficiale già nel1974. Da allora moltialtri Paesi, in particolarequelli di lingua anglosassone, hanno modellatodei programmi similari a
quello dei Castorini Canadesi. Anzi specialmente in Inghilterra,hanno introdotto ancheper i Castori le prove diclasse e le capacità, forseper rendere questa nuova Branca più simile allealtre. In ogni caso c'è datener presente che nellaBranca Castori, i PrincipiFondamentali ed iQuattro Punti di BP rimangono sempre glistessi. E' grazie al Programma della BrancaCastori, che bambini ditutto il mondo possonoentrare nello Scautismoad un'età molto minore.La storia “Gli Amici delBosco” è la risorsa di base che fornisce la terminologia, l'ambientazione,il tema conduttore el'occorrente per programmare il funzionamento di una Colonia diCastorini. Nel Programma della Branca
Castori, i seguentiobiettivi guidano le attività che incoraggiano iCastori a:+ sperimentare ed esprimere amore e gioia,+ esprimere se stessi,+ essere sani ed avere unbuon rapporto con sestessi,+ sviluppare un senso diappartenenza e condivisione nelle attività inpiccoli Gruppi,+ sviluppare un senso dicooperazione attraversoattività non competitive,+ rispettare ed amare lanatura,+ cercare esempidell’amore di Dio per sestessi e per il mondo.Il Motto è: Condividere,Condividere, Condividere(Sharing, Sharing,Sharing). Nella BrancaCastori i Principi e gliObiettivi del Metodo sonoraggiunti attraverso ilsupporto di un pro
gramma divertente e facilmente comprensibile.Le attività sono costruiteattorno a sette elementidi programma: Giochi,Abilità Manuale, Musica,Racconti, Recitazione,Fratellanza e Attivitàall’Aria Aperta. All’inizio,comunque, ci furonodubbi (e in parte resistono ancora, almeno inItalia), ma con il trascorrere del tempo, ilCastorismo si diffuse unpo’ in tutto il mondo enel 1992 ci fu la dichiarazione della ConferenzaEuropea dello Scautismo, che affermava lapiena validità del Programma per la BrancaCastori ed invitava tuttele Associazioni a considerare l’opportunità diadottarlo. Attualmente ilCastorismo è diffuso unpo’ in tutto il mondo edanche in Europa molteAssociazioni nazionalihanno adottato questanuova Branca in varieforme ed alla verifica,dopo tanti anni, si puòtranquillamente affermare che i risultati ci sono esono ottimi. In Italianella FederScout laBranca Castori è abbastanza diffusa nelle varieAssociazioni Federate,mentre in altre Organizzazioni, come AGESCIe CNGEI per esempio, diCastori quasi non si puòparlare, perché “siccomeBP non li aveva previsti,non possono esistere”!Ed anche per questo nonpossono essere considerati scout! Baden Powell, il fondatore delMetodo, è stato unapersona davvero genialee sicuramente avrà avutotanti difetti, come tutti,ma certamente non erauno sciocco e non meritauna risposta così banalee così poco lungimirante!
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BrownseaBollettino della Federazione del Movimento Scout Italiano
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Luigi Biagi Grazia Pia Tecla Attolini Marco CiampelliScout d'Italia aps AGISCOUT AGES
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