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Psicologia del Gruppo Disagio Adolescenziale e Scuola
Bullismo
ed attività Pedagogica
Prof. Luigina Cappelloni
25/05/2014 1
Centro Antivolenza Angelita - Rieti
Adolescenza - fase fondamentale Transizione dall’infanzia all’età adulta
Caratterizzata da un problema psicologico:
Sviluppare un senso d’identità stabile Prendere consapevolezza della propria personalità
● Attitudini
● Desideri
● Aspirazioni
● Potenzialità
e ……… ● Limiti
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Adolescenza Crisi di identità
Spinta verso il mondo adulto ancora sconosciuto
Difficoltà o rifiuto ad abbandonare l’universo cognitivo e affettivo dell’infanzia
dovuta a 2 tendenze in lotta
25/05/2014 3
dalle famiglie
di origine
Adottando
comportamenti
Oppositivi rispetto
a quelli suggeriti
Ricerca di autonomia ed emancipazione
25/05/2014 4
Ruolo della Scuola
la società richiede
alla scuola di
“normalizzare” l’adolescente
25/05/2014 5
Ruolo della Scuola
Dare all’adolescente attenzione ed ascolto non conformistico, rispettando l’individualità
L’insegnante è la variabile intermedia
tra scuola ed adolescente 25/05/2014 6
L’insegnante
Deve conoscere i tratti fondamentali
dell’adolescenza:
-Diffidenza sistematica; -Piacere dell’opposizione
L’insegnante deve talvolta rendersi
anche spontanemente complice 25/05/2014 7
L’insegnante
deve sapere che l’adolescente Ha dei propri schemi: -l’ossessione delle mode; -l’adesione a forme ideologiche contrastanti; -l’idealizzazione dei sentimenti; -l’appartenenza a gruppi di coetanei
fortemente coesi 25/05/2014 8
Gruppi di pari
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Gruppi di pari tra adolescenti
- Stessa età - Elevata Solidarietà
- Codice di comportamento proprio (estraneo agli adulti)
Il gruppo conferisce a chi ne fa parte: - Senso di appartenenza - Autostima (non ci si sente soli) - Aiuta costruzione personalità e identità
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Prezzo dell’ appartenenza
Seguire Regole rigide di conformismo
- Frequentare stessi posti
-Vestirsi allo stesso modo -Avere stesso linguaggio
- Difendere le stesse Idee - Obbedire ad una gerarchia
(implicita o esplicita)
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Tipi di gruppi
FORMALI es scuola – squadra
sportiva
INFORMALI
Gestiti da adulti
Gestiti
Autonomamente senza specifiche
finalità
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Rischio e deviazione
-Eccesso nel bisogno di infrangere le
regole - Compiere Azioni
sconsiderate o contrarie ai propri
principi
per timore di contraddire il gruppo e restare soli 25/05/2014 13
Deviazione relazionale – Il Bullismo
Lo psicologo norvegese Dan Olweus
Definì bullismo i
comportamenti di esclusione o
aggressione deliberata
Individuati soprattutto in ambito scolastico 25/05/2014 14
Il Bullismo – in generale
-E’ un’interazione deviata che si esprime con un comportamento vessatorio del
Bullo verso la Vittima che rischia di compromettere l’integrità
psicologica, emotiva e fisica.
Caratteristiche: Intenzionalità, Persistenza
e Disequilibrio
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Comportamento del Bullo
-Comportamenti persecutori con
desiderio deliberato di dominare e fare
del male al coetaneo: -Botte, minacce,
richieste di denaro, prepotenze, umiliazioni
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Comportamento della Vittima -Forte sentimento di paura e impotenza,
emarginazione svalutazione identità,
e sofferenza.
Conseguenze: Fragilità, pianto, compromissione integrità psicologica
- Spontaneo allontanamento dalla scuola e dai luoghi di possibile incontro
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Bullismo - tipologie
DIRETTO Umiliazione minacce e aggressione fisica, furto di oggetti, vessazione,
molestie sessuali ridicolizzazione
INDIRETTO – più sottile
Pettegolezzi, calunnie, umiliazione verbale finalizzate all’isolamento della vittima
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Dati del Bullismo – Dati in Italia
Il Bullismo è un fenomeno maschile
ma anche femminile
Scuole primarie 13-19%
Scuole medie 10-11%
Percentuale di bambini che ammette di subire prepotenze con regolarità
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PROFILI DEI BULLI
Il più diffuso - E’ il capo - fisicamente ed
emotivamente forte, impulsivo, sicuro di sé
indifferente ai sentimenti altrui suscita timore e
ammirazione
Non particolarmente aggressivo, si aggrega al gruppo ed assiste alle
violenze. Tende a sentirsi in colpa e confessare. Manifesta scarsa stima di sè
Aggressivo Ansioso
Problematico – fragile insicuro e poco
amichevole condivide caratteristiche delle
vittime, aggredisce ragazzi più forti e provoca scontri
con altri bulli Passivo
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FATTORI DI INFLUENZA DEL BULLISMO
RELAZIONI FAMILIARI Relazioni disfunzionali,
con disimpegno educativo, senza buon
grado di comunicazione e coesione tra i genitori O relazioni anaffettive
dove godono di un’esagerata permissività
Oppure Modelli familiari
violenti con ricorso alla
punizione fisica 25/05/2014 21
PAGINA FACEBOOK DEL 30/10/2013
POI SOSPESA DALLA POLIZIA POSTALE
CAGNE REATINE
1600 MI PIACE IN DUE GIORNI
PUBBLICAZIONE DI MINORENNI
COMMENTI A DOPPIO SENSO
CAGNOLINA G.
«HAI SBAGLIATO POSTO PER l’I-PHONE»
«VEDO DUE MELONI»
STRATEGIE Oltre a: sostegno familiare, individuale attraverso i mezzi istituzionali
- Promuovere la cultura del rispetto e della solidarietà - Coinvolgere le famiglie per favorire la comunicazione ed aiutare vittime e carnefici a sentirsi meno soli - Utilizzare punizioni esemplari – senza clemenza e buonismo e stabilendo autorevolezza
va svolta Attività preventiva nella scuola
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RUOLO DELLA SCUOLA
SCUOLA = Comunità che protegge i deboli e punisce i violenti
E che combatte la noia
e la mancanza di stimoli che favoriscono
la nascita dell’aggressività e gli
atteggiamenti antisociali
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RUOLO DELLA SCUOLA
SCUOLA = Comunità che si
assume responsabilità e sviluppa una mentalità antibullismo
Occorre promuovere le
attività sportive per scaricare l’aggressività all’interno di regole nel rispetto dell’avversario
SPORT
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RUOLO DELLA SCUOLA
SCUOLA = Comunità che si assume responsabilità e sviluppa una
mentalità antibullismo
Attraverso la conoscenza e canalizzazione delle subculture giovanili
che gli insegnanti devono essere in grado di
comprendere 25/05/2014 28
RUOLO DELLA SCUOLA Conoscenza delle Subculture giovanili
Conoscenza e sviluppo
delle aspirazioni dei giovani e le
specificità -
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RUOLO DELLA SCUOLA Sviluppo delle attività
extracurricolari per impostare attività
didattiche, accorgimenti educativi ed interventi
diversificati
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