canto: io sarò con te

Post on 31-Dec-2015

29 Views

Category:

Documents

0 Downloads

Preview:

Click to see full reader

DESCRIPTION

L’esame di coscienza aiuta a fare verità dentro di sé. La persona può scoprire davvero l’orientamento del proprio cuore e le persone, le cose e gli avvenimenti a cui dà vera­mente importanza, al di là di quanto pubblicamente può affermare. - PowerPoint PPT Presentation

TRANSCRIPT

L’esame di coscienza aiuta a fare verità dentro di sé. La persona può scoprire davvero l’orientamento del proprio

cuore e le persone, le cose e gli avvenimenti a cui dà vera mente importanza, al di là di quanto pubblicamente può

affermare.

È il momento di una maggiore coscienza.

La pratica dell’esame porta ad

un confronto sistematico con se stessi, ma anche

con le proprie persone di

riferimento.

Canto: Io sarò con teIo sarò con te sulle strade della vita,Io sarò con te anche quando non lo sai.Io sarò con te custodendoti per semprenella fedeltà è il mio Amore.Tu sarai con me sulle strade della vita,tu sarai con me anche quando non lo so.Tu sarai con me custodendomi per semprenella fedeltà è il Tuo amore.

Se forte e coraggioso tu saraiscegliendo la via della vita,ascoltando la mia Parolacustodendola nel tuo cuore... RIT.

Se forte e coraggioso tu saraiannunciando ad ogni uomo la salvezzacantando la speranza che non muorecamminerò con te dovunque andrai... RIT.

2 parte

Vi suggerisco tre aspetti, per

me fondamentali, per un sano e

fecondo discernimento.

Alcuni aspetti per un discernimento

1. La gradualità

La capacità di provarsi nella concretezza dell’ordinario e degli impegni, nel portare a termine le responsabilità pic cole o grandi,

giocandosi in prima persona vivendo anche la fatica della gestione degli impulsi e della ricerca della grati ficazione porta

all’accettazione delle possibilità intermedie.

Talvolta “o tutto o niente”

diventa poi la condizione di

una non accettazione di sé e dei propri

limiti.

La gradualità nel conseguimento degli obiettivi è la reale possibilità di ar rivare con le proprie risorse, che mano mano si spiegano, all’integrazione comunitaria.

La comunità (cristiana, reli giosa) è il luogo reale della verifica, dove gli altri rimandano una

parte dell’immagine di sé, come si presenta all’esterno.

È il luogo privilegiato che rimanda un utile feedback per la conoscenza di sé:

come ci conoscono gli altri.

Per questo si diventa capaci di

accettare la critica costruttiva, in cui si coglie la

possibilità di correggersi, di conoscersi, di rivedersi senza

percepirsi “sbagliati”.

Questo avviene nel tempo, nella rivelazione di sé reale e serena, nel percepirsi capaci del dono del sé, nell’attesa paziente e graduale delle rivelazioni e

degli eventi di Dio.

Nella serenità, in un’ottica di riconciliazione con se stessi, ci si può dare la possibilità di provarsi anche in aspetti diversi. È essenziale, in questo contesto, la capacità di perdonarsi e di

perdonare, di accettare anche la correzione nella prospet tiva dei valori e dell’amore.

2. La memoria

Facoltà umana di acquisire,

immagazzinare, organizzare e recuperare

informazioni; la memoria è una

funzione essen ziale per l’apprendimento

e il pensiero.

S’intende per memoria la capacità

di conservare (ricor dare)

le precedenti

esperienze.

È la memoria che permette la continuità della vita interiore, facendo sopravvivere il passato: senza memoria avremmo solo la

percezione del presente.

Come potrebbe, ad esempio, un telegramma che ci comunica la morte di una persona cara

avere di per sé la forza

sufficiente per commuoverci?

La memoria quindi non è solo una funzione specifica da educare con

l’esercizio, ma anche una condizione generale di tutta la struttura psichica

dell’essere umano.

La memoria, che è quel dono che

permette di ricordare i fatti lontani e vicini che costituiscono la

storia e la nostra storia, assume un particolare volto, nella crescita, in

quella che si chiama “memoria del cuore”.

Nella memoria del cuore è possibile sintetizzare armo nicamente il proprio cammino con il

cammino di Dio nella vita di ciascuno.

Ripercorrere questi avvenimenti fa sì che affetti, desideri, passioni possano confluire in un’unica direzione, per quanto talvolta ci sia la fatica di mantenere fedeli il cuore e gli obiettivi.

L’atteggiamento di Maria che «meditava e

custodiva nel cuore» gli avvenimenti del suo Figlio ne costituisce una effi cace immagine.

Maria, ricordando e custodendo nel cuore, nella dimensione della fede raccolta, compie, attraverso il

dono dello Spirito, quell’operazione interiore della unifica zione, in cui coglie in un unico sguardo di unità

i diversi avvenimenti mossi dalla volontà e dall’amore di Dio.

E il canto del Magnificat ne è un

esempio (Lc 1, 39-45). Così come il popolo di

Israele che, come pregano i Salmi

pasquali (Sal 117, Sal 135), ripercorre la

propria storia come una storia di sal vezza, una

storia sacra, dove protagonista è la

potente mano di Dio e la sua profonda misericordia.

3. L’amicizia spirituale

La vera amicizia nello Spirito deve

rispon dere ad alcuni requisiti

essenziali.

Essa è innanzitutto povera, non esigente, non preten ziosa: l’amico/a accoglie, riceve con

gratitudine e nello stesso tempo sa rispettare i tempi e il cammino dell’altro/a.

Essa inoltre è discreta, non ha bisogno di troppe parole, di chiacchiere inutili, di

scambi continui e, anche se li desidera, è tuttavia capace di rinunciarvi.

La vera amicizia, inoltre, è fedele,

disposta ad accogliere l’altro/a anche nei

tempi bui, nelle stagioni difficili,

quando ha bisogno di es sere sostenuta, difesa oppure fa

difficoltà a vivere un legame di reciprocità.

Essa è sincera: non blandisce l’altro/a, non lo/la manipola

per i propri scopi; al contrario, il suo

desiderio di bene per lui/lei esige la purezza di cuore e

la capacità di dire la verità, anche

quando questa può essere sgradevole e dunque non facile da manifestare.

È anche misericordiosa, perché non giudica, non esprime valutazioni, ma accetta

sempre in modo incondizionato.

Amico/a, infatti, è colui, o colei, che comprende e accoglie in profondità tutti i moti del cuore dell’altro/a: proprio in questo sta la dolcezza che procede dall’amicizia, quella

felicità, quella sicurezza e gioia che provengono dall’avere uno/a con cui parlare come a te stesso;

uno a cui non temi di

confidarti se sei caduto/a;

cui non arrossisci di

rivelare i progressi nelle cose spirituali, uno/a al quale puoi affidare tutti i segreti

del cuore e sco prirne i

progetti.

Come ogni forma di amore, anche

l’amicizia conosce i

momenti difficili. Per quanto

gradevole possa essere la com

pagnia dell’altro/a e

profonda l’affinità, anche questa rela zione incontrerà alla

fine i suoi momenti di fatica

e d’incom prensione.

Le differenze nel sentire, di temperamento, di vedute, proprio quelle diversità che rendono più

attraenti le relazioni potranno provocare dei piccoli o grandi conflitti.

Ciò significa che, come ogni altro legame, anche l’amicizia non può essere lasciata alla spontaneità, ma richiede un im pegno, una volontà specifica di

crescere e approfondire il legame.

Vero amico/a, infatti, è colui o colei, che sa mettersi da parte, sa lasciare spazio alla

differenza, rispettare l’unicità, e nello stesso

tempo è in grado di mettere in questione,

porre interrogativi, quando il pensiero o l’agire dell’altro/a non ri sponde agli ideali da entrambi condivisi.

Lasciare spazio e vigilare sono quindi due atteggiamenti fondanti

l’amicizia spirituale, quando essa è veramente tale: desiderosa di veder

crescere Gesù nell’altro/a, secondo le parole di colui che il Vangelo definisce

amico dello Sposo e sulla cui bocca pone queste

parole così ricche di sapienza:

«Egli deve crescere e io invece diminuire...» (cfr. Gv 3,30).

top related