come gestire la didattica a distanza per i nostri bambini e i nostri ragazzi … · 2020. 3....
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COME GESTIRE LA DIDATTICA A DISTANZA
PER I NOSTRI BAMBINI E I NOSTRI RAGAZZI
AI TEMPI DEL CORONAVIRUS
La pandemia di coronavirus si è infiltrata nel quotidiano di ognuno di noi determinando
necessari cambiamenti nello stile di vita delle persone a vario livello: diversi modi di
salutarsi, di interagire, di entrare in contatto, di lavorare, di fare la spesa, di fare Scuola, di
giocare, di volerci bene. Tra le misure restrittive che i vari paesi nel mondo hanno dovuto
tenere in considerazione, per prima c’è stata la chiusura delle scuole. Questo ha creato
delle ripercussioni sia nei processi e nelle modalità di apprendimento dei nostri bambini e
dei nostri ragazzi, sia nell’organizzazione familiare. Soprattutto nei momenti iniziali,
diverse domande hanno avuto un’eco particolarmente assordante nelle menti di molti
genitori: “E adesso, cosa gli facciamo fare?” “Come possiamo adattare il materiale di cui si
occupavano gli insegnanti di sostegno?” E poi quando hanno cominciato a chiudere anche
gli altri Centri di aggregazione e sempre più frequentemente si sono attivate le modalità
smart working si sono aggiunte altre domande: “In assenza del nuoto, degli scout e delle
varie terapie come posso organizzare per lui una giornata così lunga? Come posso
organizzare il mio tempo lavorativo per stare anche insieme a lui? Cosa posso fare in
pratica per favorire il raggiungimento di quegli obiettivi che stavano rappresentando un
miglioramento della sua qualità di vita? Come posso garantire a mio figlio di stare bene lo
stesso?” Queste sono alcune delle domande che hanno rappresentato la richiesta
complessiva che è giunta poi ai professionisti. Tutte coloro che fanno parte del mondo
Scuola, insegnanti di classe e di sostegno e altri operatori scolastici, si sono interrogati
circa il modo migliore di continuare a fare Scuola, e il Ministero dell’Istruzione si è
organizzato per fornire risposte1 apprezzando anche il contributo di adattamento che le
famiglie e gli alunni stessi hanno velocemente dovuto cominciare a fare2.
1 Si vedano le prime indicazione operative per la didattica a distanza da parte del Ministero dell’Istruzione file:///C:/Users/fcare/Desktop/Documenti%20Coronavirus/Ministero%20istruzione%2017%20marzo.pdf e la pagina web del Ministero dell’Istruzione – Ministero dell’Università e della Ricerca sulla didattica a distanza https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza.html 2 Si veda la lettera aperta del 27 Marzo del Ministro dell’istruzione
https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Lettera+aperta+alla+comunità+scolastica.pdf/5f49701a-6ada-e5f9-e290-837da38ab4a9?version=1.0&t=1585387520322
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Una risposta possibile ai nuovi interrogativi sull’istruzione, è attualmente rappresentata da
differenti strumenti che permettono di erogare il supporto a distanza: colloqui telefonici via
Skype rivolti ai genitori, realizzazione condivisa di materiale adattato, consulenze rivolte
alla Scuola da professionisti per operare il giusto adattamento agli strumenti per la
fruizione dei contenuti delle varie discipline e per favorire la partecipazione diretta del
bambino e del ragazzo agli eventuali incontri nelle classi virtuali.
In pochissimo tempo, le scuole si sono dovute attivare con modalità educative alternative.
In alcuni casi con piattaforme multimediali che permettono un apprendimento e-learning,
quindi on line e in diretta, in altri casi con l’attivazione di una formazione a distanza
attraverso l’invio di video, audio e materiale multimediale o cartaceo, altre ancora hanno
optato per una formazione che includesse entrambi questi aspetti: probabilmente la
soluzione migliore. La realizzazione di una classe virtuale, oltre a consentire l’attuazione
della trasmissione dei contenuti in diretta e la possibilità di una lezione interattiva,
permette ai ragazzi di ritrovarsi insieme con insegnanti e compagni di classe, consentendo
di mantenere il senso di appartenenza alla propria comunità. D’altra parte l’invio di una
video - lezione e di materiale multimediale interattivo, a completamento o a supporto di
una lezione on line, ha il vantaggio di far trovare l’alunno di fronte ad uno strumento ben
strutturato che offre informazioni chiare e sintetiche, che è possibile osservare più di una
volta, avendo, come per un libro, la possibilità di rivedere i contenuti precedenti. Bisogna
considerare, però, che “fare Scuola” non dovrebbe ridursi alla passiva trasmissione di
materiali didattici attraverso piattaforme digitali o registri di classe, ma dovrebbe
configurarsi come una funzione di supporto alla didattica, accompagnata da una
spiegazione da parte del docente, e da numerosi piccoli scambi e feedback fra docente e
discente, che la presenza simultanea nella classe da sempre garantisce. La mancanza di
questi scambi costanti è forse, al momento, il punto più critico di questa veloce
trasformazione. In definitiva, il bambino è a casa, e questo comporta che sia il genitore a
supportare in ogni caso la didattica a distanza.
Considerando che le misure elencate possono essere sensibilmente molto differenti, così
come le caratteristiche degli alunni nello Spettro dell’Autismo, non esistono dei
suggerimenti standard e non esiste una soluzione unica per la gestione della didattica a
distanza. Quelle che seguono sono delle considerazioni che emergono dal lavoro svolto in
questi ultimi giorni a contatto con le famiglie, gli insegnanti e gli altri colleghi.
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Nella prassi operativa di queste ultime settimane, fornire informazioni circa il
coronavirus e sulle implicazioni al livello delle abitudini ha probabilmente
rappresentato la prima cosa da dover fare con i nostri bambini. “Cosa significa
virus? Che cosa significa contagiarsi? Perché le persone non possono più stare
vicino? Quali sono i rischi?” Queste sono alcune delle domande alle quali la
spiegazione che diamo ai bambini dovrebbe rispondere. Con i bambini che vivono
la condizione dello Spettro autistico, l’impiego di materiale visualizzato (video,
immagini, slide) durante la spiegazione è essenziale, dal momento che per i nostri
bambini e ragazzi le informazioni visualizzate hanno un valore di permanenza e di
fruibilità che le parole comunicate solo oralmente in genere non hanno. Quindi, più
che in altri casi, elaborare una comunicazione scritta e supportata da immagini è
quanto mai rilevante. Tra le richieste che più spesso i bambini fanno ai genitori c’è
quella di sapere una data precisa della fine di questa situazione. Nello spiegare
questo quadro così drammatico è necessario essere onesti nel comunicare che non
sappiamo quando l’emergenza avrà fine. Se si prova a fare propri i bisogni di una
persona autistica, si può comprendere la necessità di avere delle informazioni molto
precise. Quando possibile, i professionisti devono fornire dei quadri chiari e
incoraggiare i genitori a fare lo stesso. Ma è questo il caso in cui non si ha
possibilità di avere delle certezze. In questo periodo, in internet, si trovano
numerosi esempi di spiegazioni sul coronavirus elaborate per i bambini: ogni
genitore e insegnante saprà scegliere quella più adatta alle caratteristiche del
proprio bambino o ragazzo.
Nel dare informazioni circa questa nuova situazione sarà necessario spendere del
tempo per favorire la comprensione delle nuove regole sociali che tutti quanti
tentiamo di rispettare per la salvaguardia di ognuno. È davvero rilevante che si
faccia comprendere che queste misure sociali saranno temporanee e strettamente
legate alla situazione d’emergenza. In effetti dobbiamo metterci nei panni delle
persone nello Spettro dell’Autismo, alle quali abbiamo cercato di comunicare fino a
ieri che i comportamenti sociali più adeguati prevedevano dei modi di stabilire una
reciprocità che attualmente è inopportuna e pericolosa.
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A tal proposito possono risultare utili le storie sociali, ma anche i fumetti sociali, le
prescrizioni visualizzate, e il role play. Le storie sociali rappresentano uno degli
strumenti più utilizzati per il miglioramento delle abilità sociali: forniscono una
descrizione di una determinata situazione sociale, indicando quali sono i
comportamenti più idonei da avere, spiegando il perché. Le storie sociali rendono
palesi i pensieri che le persone coinvolte possono avere. Dovrebbero contenere
delle immagini chiare ed esemplificative. In seguito alla lettura di tali storie è
possibile anche fare un gioco di ruolo con il ragazzo per simulare il comportamento
sociale che si vuole far salire in frequenza o migliorare in qualità.
In questo periodo sarà necessaria anche la comprensione di nuove regole
generali di comportamento. Le prescrizioni visualizzate consistono nella
definizione breve e scritta di una serie di regole comportamentali. Ne stiamo
avendo tutti degli esempi negli appelli televisivi. Per i nostri ragazzi si faranno degli
adattamenti ulteriori relativi alle caratteristiche dell’alunno.
Altro aspetto rilevante consisterà nel comunicare che questo periodo non
costituisce una vacanza. La Scuola non è finita, sono cambiate le modalità
attraverso cui si può fare Scuola in considerazione dell’emergenza che stiamo
vivendo. Dovremo quindi spiegare ai nostri bambini e ragazzi cosa si intenda per
didattica a distanza. Ciò che si potrebbe dire, con un linguaggio ed una modalità
adatti all’età e allo stile di apprendimento individuale, è che la fruizione dei contenuti
scolastici potrà avvenire da casa, in alcune occasioni vedendo l’insegnante dal
computer, altre volte svolgendo dei compiti che gli insegnanti invieranno di volta in
volta.
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In effetti questo tipo di informazione è altamente variabile perché ogni Scuola ha
adottato delle metodologie differenti. Nella nostra esperienza alcune scuole hanno
utilizzato piattaforme multimediali per la creazioni di classi virtuali, altre hanno
inviato del materiale, altre ancora hanno inviato file audio o file video. È chiaro che
dobbiamo raccontare al bambino, anche in forma visualizzata, qual è la sua realtà
particolare facendogli vedere in che modo funziona lo strumento che dovrà
utilizzare. Anche in questo caso può rivelarsi utile l’impiego di storie sociali che
possano spiegare inoltre come il computer sia uno strumento utile non solo per
vedere video, ascoltare musica o giocare, ma anche per impegnarsi nelle attività
didattiche. Si dovrebbe inoltre informare il bambino riguardo le persone coinvolte
nelle attività proposte, come insegnanti, genitori ed eventuali compagni. Per il
bambino o il ragazzo, infatti, potrebbe essere insolito vedere i propri compagni o
insegnanti attraverso uno schermo. A tal proposito, qualora la Scuola preveda
l’utilizzo di una piattaforma che permetta lo svolgimento di video-lezioni con la
presenza di tutto il gruppo classe e/o del solo insegnante, è bene esplicitare le
regole che generalmente hanno valore all’interno del gruppo classe: è importante
rimanere seduti, ascoltare con attenzione ciò che dice l’insegnante, e che, al
bisogno, si può chiedere di fare una pausa.
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Un altro aspetto importante è rappresentato dalla creazione di una struttura chiara
della giornata. Come già detto, alcuni dei nostri bambini e
dei nostri ragazzi hanno vissuto questo iniziale momento
come un semplice blocco delle attività, altri sono stati
comunque confusi da una così radicale destrutturazione
della routine determinando una minore collaborazione in
generale. Per le persone autistiche le routine quotidiane
scandite da momenti chiari, fatte da transizioni che hanno
potuto avere una giusta anticipazione può significare
diminuire l’ansia da incertezza e mantenere alto il livello di benessere. Il
suggerimento è quello di creare un programma delle attività della giornata,
visualizzato e chiaro, che includa gli impegni scolastici. Lo schema delle attività può
essere composto e organizzato con immagini singole, immagini accompagnate da
parole o, per chi legge bene, solamente parole scritte su un foglio. La creazione
dello schema delle attività può anche essere condivisa e elaborata direttamente con
il bambino o con il ragazzo, scegliendo insieme le attività da svolgere e i momenti di
pausa o relax. È bene che le attività siano
equamente alternate tra richieste scolastiche
e momento di riposo; le attività da svolgere
durante le pause possono essere scelte tra
diverse alternative proposte. Nei momenti di
lavoro si può prevedere un’alternanza tra
attività riguardanti argomenti nuovi,
supportate dal genitore o insegnante, e
attività già note al bambino che possono essere svolte in maniera indipendente. Al
termine di un’attività sarebbe opportuno evidenziarne la fine anche verbalmente
(“bene, finito”) invitando il bambino a consultare lo schema per individuare l’attività
successiva (“andiamo a vedere cosa dobbiamo fare ora”). Nel
passaggio tra un’attività e l’altra, si potrà apporre una crocetta o
un segno sull’attività già svolta. Se la lezione viene svolta tramite
slide, queste possono evidenziare di volta in volta il passaggio
da una materia all’altra e le pause.
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Questa anticipazione consentirà al bambino di mantenere un
atteggiamento disponibile e collaborativo anche di fronte a compiti
complessi e nella gestione del passaggio (“transizione”) da
un’attività all’altra. È fondamentale tenere in considerazione che nei
momenti in cui il bambino appare agitato o si rifiuta di svolgere
l’attività proposta, la visualizzazione di quanto richiesto attraverso lo schema, può
facilitare la comprensione della richiesta che gli viene rivolta e la previsione della
pausa può facilitare la partecipazione. Non dimenticate di anticipare la possibilità
che ci siano degli imprevisti, dovuti soprattutto ai collegamenti internet.
In questo momento così complesso è davvero rilevante che ci sia un’adeguata
sistemazione degli spazi e una strutturazione delle routine. L’organizzazione di
una giornata può essere resa chiara da numerosi elementi, legati alle abitudini,
come svegliare i bambini tutti i giorni più o meno allo stesso orario, riproponendo la
stessa routine svolta quando ancora si frequentava la Scuola, come lavarsi, vestirsi
e fare colazione. Inoltre, può essere utile supportare il bambino nello strutturare una
nuova routine che possa sostituire l’uscita da casa per raggiungere la Scuola,
spostandosi in una parte della casa adibita alla didattica a distanza. Si ritiene molto
utile, in effetti, quando la casa lo consente, individuare un luogo “dedicato” allo
svolgimento delle attività scolastiche. Si consiglia di scegliere un luogo della casa in
cui non sono presenti oggetti che possono risultare attraenti per il bambino, dunque
fonte di distrazione, e che non sia solitamente usato per svolgere altre attività
(come ad esempio il gioco). Sul tavolo di studio, dovrebbero essere posti solo i
materiali di studio. Se la famiglia ha questa possibilità, sarebbe buona norma che il
supporto informatico dedicato allo studio fosse differente da quello dedicato al
gioco, ad esempio: computer per la Scuola e tablet per il gioco. Se queste
possibilità non ci sono, pazienza, ma abbiate cura di preparare il luogo per lo scopo
a cui servirà, magari con l’aiuto del bambino. Suggeriamo di riporre il gioco preferito
del momento in una scatola che sia in luogo fisso: può mettere molto in ansia l’idea
di dire addio al proprio giocattolo, e di non sapere dove andrà e quando lo si potrà
riprendere. Nella nostra esperienza, più un bambino sa che il suo giocattolo è
“recuperabile” e meglio ha compreso quando potrà riprenderlo (ovvero quando avrà
la pausa), più è disponibile a separarsene per la durata di un compito.
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Chiediamoci ora come favorire la partecipazione ad una classe virtuale. In una
classe virtuale, gli studenti accedono ad una piattaforma, in cui ascoltano ed
osservano l’insegnante spiegare. Quest’ultimo può avvalersi di una lavagna
multimediale per la proiezione di materiale. La classe virtuale consente di
condividere i contenuti offrendo una visione simultanea di slide, immagini, schede
interattive, lavagne virtuali, che permettono all’intervento di essere accattivante e
motivante. Tutti gli alunni sono connessi contemporaneamente con la possibilità di
partecipare e intervenire: in alcune classi, possono vedersi fra loro, in altre, solo
l’insegnante può vedere tutti gli allievi, ma tutti possono sentirsi. Questa modalità di
collegamento ripropone la partecipazione alla lezione in classe, con il vantaggio di
permettere ad ognuno di mantenere le relazioni sociali tra i compagni e con
l’insegnante. Va considerato però che questa situazione può risultare difficoltosa
per alcuni dei nostri bambini a causa dei numerosi stimoli sensoriali a cui sono
esposti contemporaneamente. Per facilitare la partecipazione alla classe virtuale,
possono essere tenuti presenti alcuni accorgimenti: potrebbe essere utile esporre il
bambino alle lezioni in modo graduale, aumentando di giorno in giorno il tempo di
permanenza e di partecipazione all’interno dell’aula virtuale; un ulteriore
accorgimento potrebbe riguardare la possibilità di abbassare e limitare il volume
delle voci dei propri compagni e dell’insegnante, evitando un sovraccarico. Con il
tempo, il volume potrebbe essere alzato gradualmente fino ad arrivare ad un livello
ottimale che favorisca la comprensione e l’ascolto dell’insegnante senza generare
fastidio o frustrazione. Gli insegnanti dovrebbero esplicitare le regole per richiedere
la parola: si può chiedere agli alunni di tenere il microfono spento e alzare la mano
se vogliono intervenire, così che il docente possa consentire esplicitamente
l’attivazione del microfono. I bambini potrebbero fare un cenno con la mano o
scrivere sulla chat per richiedere di poter intervenire, evitando così sovrapposizioni
che potrebbero risultare fastidiose e poco funzionali per tutti. Anche in questo caso,
sarà opportuno dare una chiara strutturazione ai tempi: il nostro alunno deve poter
sapere in anticipo da quando a quando durerà la connessione e con quale ordine
potrà vedere gli insegnanti che si succederanno in video.
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Sempre allo scopo di incrementare le possibilità di apprendimento, le lezioni
dovrebbero essere costruite in modo tale da poter mantenere alta l’attenzione dei
nostri alunni. Questo può avvenire dando anticipazione dei materiali che saranno
pubblicati durante le lezioni. Per rendere più accattivanti le lezioni e per
incrementare la concentrazione è infatti opportuno che i nostri ragazzi possano ri-
conoscere i materiali che vengono presentati dai vari insegnanti, così come
dovrebbe già avvenire, in effetti, durante la lezione in presenza. Il fatto di avere già
visionato i materiali, e di conoscerne in anticipo i contenuti, consente all’alunno di
concentrarsi sugli aspetti relazionali (ovvero: la spiegazione) e di usufruire in effetti
della lezione. I materiali dovrebbero essere arricchiti con immagini e realizzati con
informazioni comprensibili e rilevanti.
RUOLO DELL’INSEGNANTE DI SOSTEGNO NELLA DIDATTICA A DISTANZA
Molti fra i nostri bambini e ragazzi, benché non tutti, usufruiscono dell’insegnante di
sostegno. Non ci addentriamo in un discorso sul ruolo usuale dell’insegnante di sostegno
per le persone nello Spettro dell’Autismo, ma fissiamone brevemente alcuni punti.
Ricordiamo che l’insegnante è il sostegno “alla classe” in cui uno del nostri bambini o
ragazzi è inserito. Questo implica che lo scambio con gli altri insegnanti sia costante. Fatti
salvi i casi in cui all’insegnante venga richiesto di affiancare, in un costante rapporto uno a
uno, un allievo con una forte compromissione intellettiva e del linguaggio che non può di
fatto usufruire della permanenza in classe (e chi dice che questo usualmente non avviene,
mente, sapendo di mentire) ecco, quando non ci sia questa la necessità, quello che si
richiede all’insegnante di sostegno è una attività di adattamento, o di semplificazione, o
entrambe, rispetto alla didattica rivolta alla classe. Come si decide se adottare una
modalità di “adattamento”, una di “semplificazione”, o entrambe? La decisione dipende
dalle caratteristiche della persona dello Spettro: ogni persona autistica pensa
diversamente da una persona tipica (quindi può necessitare di “adattamento” del
materiale, al suo peculiare modo di pensare, finché non lo saprà adattare da sola) ed una
parte di persone autistiche (circa il 30%3) ha una disabilità intellettiva. Questo gruppo di
persone richiede anche una “semplificazione” e a volte non può seguire il programma della
3 https://www.cdc.gov/ncbddd/autism/addm-community-report/index.html
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classe. Si aggiunge il fatto che alcune persone nello Spettro dell’Autismo, senza
compromissione intellettiva e del linguaggio, possono avere anche un disturbo
dell’apprendimento (lettura, scrittura e/o quantificazione) per cui devono poter accedere
alle misure compensative e dispensative previste per i disturbi dell’apprendimento. Detto
questo, torniamo al ruolo dell’insegnante di sostegno nella didattica a distanza4, che come
si sarà già compreso, si annuncia complesso e diversificato.
A proposito di come l’insegnante di sostegno può supportare i ragazzi è possibile
individuare diverse strategie. Nella breve esperienza degli ultimi giorni, con alcuni
ragazzi ha funzionato la presenza dell’insegnante di sostegno nella classe
virtuale, ovvero una simultanea connessione dell’insegnante di sostegno e del
ragazzo alla classe virtuale, ognuno connesso con il proprio computer. Insegnante
e ragazzo possono stabilire contemporaneamente una connessione privata
attraverso un altro canale (Skype, WhatsApp) e un altro supporto (il telefono o il
tablet) se la famiglia già lo possiede. Questo ha il vantaggio di permettere
all’insegnante di fornire tempestivamente un aiuto aggiuntivo qualora fosse
necessario e di poter favorire una partecipazione interattiva nel rispetto delle regole.
Tra gli svantaggi vi è un possibile incremento della distrazione, visto che il ragazzo
deve tenere sotto controllo due device.
In altri casi, oltre a questo tipo di intervento, l’insegnante di sostegno ha stabilito
con i ragazzi degli incontri individuali che hanno avuto lo scopo di favorire un
apprendimento personalizzato ed un’anticipazione dei contenuti che poi sarebbero
stati presentati nell’aula virtuale. Questa particolare modalità ha il vantaggio della
relazione uno a uno che veicola contenuti precisi e prontamente adattati. Altro
vantaggio dell’incontro individuale è una riduzione della distrazione. Come appena
detto la classe, per quanto virtuale, è comunque composta da diverse persone e
questo determina una maggiore necessità del controllo delle variabili sociali
(“quando intervenire”, “cosa dire”, “quando poter parlare con i compagni”) che
potrebbe determinare un decremento dell’attenzione e quindi minori possibilità di
apprendimento dei contenuti. Altro vantaggio degli incontri individuali è relativo alla
4 Pagina web su atti e norme del Ministero del’istruzione per la didattica a distanza con alunni con disabilità https://www.istruzione.it/coronavirus/didattica-a-distanza_inclusione-via-web.html
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strutturazione dei tempi: nell’esperienza di questi giorni si è potuto notare che ogni
ragazzo ha avuto una personale necessità di adattamento allo strumento
multimediale, richiedendo un differente numero di pause con una grande variabilità
nella loro durata. Probabilmente è possibile andare incontro a queste esigenze in
modo migliore nel rapporto uno a uno. Ma è bene considerare che non ci sono solo
vantaggi nel rapporto diretto fra insegnante di sostegno e allievo. Questa modalità
di intervento non può essere l’unica attraverso cui i nostri ragazzi possono fare
Scuola: la partecipazione alle aule virtuali è infatti un modo per stare insieme ai
compagni e ristabilire una dimensione sociale, riconquistare, in parte, la dimensione
di appartenenza alla propria comunità.
Per quanto è chiaro che “didattica a distanza” non possa significare unicamente
“assegnare dei compiti” va considerato che non tutte le famiglie hanno la possibilità
di collegarsi alle aule virtuali negli orari stabiliti dalla Scuola, e che non per tutti i
genitori è possibile fornire da casa un supporto alla Scuola: genitori single,
lavoratori fuori casa (es: nella distribuzione alimentare o personale sanitario),
lavoratori da remoto con gli stessi orari di ufficio. Qualora la Scuola abbia deciso di
optare per una didattica a distanza costituita essenzialmente all’invio di materiale,
sarebbe opportuno che questo fosse adattato in modo individualizzato alle esigenze
dell’alunno e che il suo utilizzo venisse spiegato ai familiari che poi si troveranno a
dover affrontare l’istruzione a casa. Il fatto che non tutte le famiglie abbiano a casa
computer e stampante andrebbe considerato: nella breve esperienza di questi
giorni sappiamo che alcuni genitori si ritrovano a copiare a mano i compiti che
ricevono sul cellulare. In ogni caso, il materiale dovrebbe essere messo a punto
dall’insegnante di sostegno, in accordo con gli insegnanti della classe, secondo le
modalità di adattamento e/o di semplificazione la cui conoscenza dovrebbe essere
patrimonio della formazione dell’insegnante di sostegno, e passato quindi al
genitore “pronto all’uso”. Tale materiale, dovrebbe spiegare i contenuti della lezione
attraverso frasi semplici e brevi, supportate da un’immagine. Ogni attività dovrebbe
essere proposta con chiare indicazioni di cosa dover fare e dovrebbe essere chiaro
il suo inizio e la sua fine.
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Per i ragazzi che hanno più difficoltà
nella lettura o nell’elaborazione del
linguaggio, è meglio che il primo
approccio ad un argomento venga
proposto con frasi principali, potendo poi
considerare una successiva proposta
maggiormente elaborata da un punto di
vista linguistico5. L’adattamento dovrebbe
contenere, inoltre, dei momenti di
automonitoraggio della comprensione
attraverso domande con semplici alternative di risposte, domande cui rispondere
vero o falso, frammenti di testo in cui inserire le parole, connettere concetti ad
immagini, rispondere a domande
aperte. Un ulteriore aspetto da
considerare a questo proposito,
riguarda il feedback sull’esecuzione
dei compiti, ovvero: una valutazione.
Per quanto anche questa sia una
novità che destabilizza insegnanti ed alunni, non bisogna dimenticare che i bambini
e i ragazzi devono percepire uno scopo allo sforzo che lo studio comporta. Per
questo motivo, è assolutamente necessario che i compiti eseguiti vengano inviati
all’insegnante e che questi fornisca informazioni di ritorno a familiari e ragazzi.
5 Per quanto riguarda le materie di Storia, Geografia e Scienze, la casa editrice Erickson propone, a cura di Carlo Scataglini, degli ottimi esempi di adattamento per le classi dalla terza alla quinta della Scuola primaria. https://www.erickson.it/it/
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Ma una didattica a distanza fatta del solo invio di materiale presenta una lacuna
nella cura delle relazioni. Curare la sfera delle relazioni sociali è invece essenziale
ed è per questo necessario individuare degli strumenti per mantenere attiva la
comunità di classe. Come sottolineato nelle indicazioni fornite dal Ministero, la
didattica a distanza non rappresenta solo uno strumento di apprendimento, ma
anche un mezzo per mantenere vive le relazioni, soprattutto in un momento in cui i
bambini sono distanti tra loro. Attraverso i più comuni servizi di messaggistica
istantanea è possibile scambiare messaggi, foto, video, in gruppo e singolarmente,
è possibile fare telefonate e videochiamate. Il supporto della tecnologia dovrebbe
essere utilizzato per mantenere il rapporto con gli insegnanti soprattutto nei casi in
cui non sia prevista la partecipazione a video-lezioni. Allo stesso modo potrebbe
essere utile cercare di garantire continuità anche nel rapporto con i compagni di
classe. In molti casi sono stati organizzati, attraverso le famiglie, gruppi virtuali
attraverso WhatsApp, Skype, Zoom o altre piattaforme per cercare di stimolare la
partecipazione sociale del ragazzo con i suoi compagni ma anche con le altre reti
sociali in cui è inserito. In considerazione della persona che abbiamo di fronte,
potrebbe essere opportuno favorire inizialmente la relazione uno a uno. In ogni
caso bisogna ricordare che molti dei nostri bambini e dei nostri ragazzi, prima di
questo momento di emergenza, erano impegnati in varie attività di natura sociale.
La nostra forza è oggi rappresentata dalla possibilità di reinventare quei momenti
attraverso gli strumenti che di cui disponiamo. Attraverso una connessione è
possibile giocare a carte, ad un gioco da tavola, scambiarsi delle informazioni, fare
merenda “insieme”, fare i compiti “insieme” partendo da attività di gioco strutturate e
conosciute dal bambino.
Non sappiamo quando finirà questa emergenza. Non sappiamo quali conseguenze potrà
portare a lungo termine. Sappiamo di essere forti, in grado di resistere, di essere più forti
stando insieme. Di essere più forti lasciando che la nostra capacità di adattamento possa
avere la meglio sulla disperazione e la paura. I cambiamenti di oggi potranno essere la
nostra forza per il futuro.
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Roma 28 marzo 2020
A cura di Ivan Murtas, Marta Porrone e Noemi Sinibaldi
Con il contributo di Anna Giaquinto e Flavia Caretto
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