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Data:
VARIE
389
Visti di approvazione:
Rev Data Motivazione Redatto Verificato Approvato Autorizzato
Mancini Arzano Di Mascolo
REGIONE LAZIO
Comune di Frosinone- Provincia di Frosinone -
01
def.rel.00.389.02.dwg
Elaborato:Unico
Questo disegno e' di nostra proprieta' riservata a termine di legge e ne e' vietata la riproduzione e la comunicazione a terzi anche parziale senza nostra autorizzazione scritta.
Arzano
ELCO S.r.l.
PROPRIETA':
PROGETTISTA:
Tel.: 0771-730334 Fax.:0771-728453 VIA GIACOMO MATTEOTTIN°82 04020 ITRI (LT)
e-mail: planet.engineering@tiscali.it
IL DIRETTORE TECNICO:ing. Antonino Arzano
Identificativo Pratica File
gennaio 2018
Consulente:
Consorzio per lo sviluppo industriale
Frosinone
00 dicembre 2017Prima Emissione Mancini Arzano Di MascoloArzano
Integrazione al
Prot.2 del 02.01.2018
Mancini Arzano Di Mascolo02 ArzanoIntegrazione alla prat.06/02/2018
Relazione
VARIANTE PER CAMBIO DI DESTINAZIONE D'USO EX AREAPERMAFLEX
ad integrazione e sostituzione di quanto precedentemente presentatoin data 02 gennaio e successiva integrazione del 29 gennaio 2018
agosto 2018
agosto 2018
1
Sommario
1. OBIETTIVI E MOTIVAZIONI ....................................................................................... 2
2. STATO DI CONSISTENZA ATTUALE ........................................................................ 4
3. IL PIANO REGOLATORE TERRITORIALE (PRT)..................................................... 6
4. IL PIANO REGOLATORE TERRITORIALE (PRT) ASI FROSINONE - VARIANTE
DI DESTINAZIONE D’USO .................................................................................................. 7
5. COERENZA CON OBIETTIVI E INDIRIZZI DEGLI STRUMENTI DI
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE .................................................................................. 15
2.1 Compatibilità rispetto alla pianificazione regionale..................................................... 15
2.2 Compatibilità rispetto alla pianificazione provinciale ................................................. 16
6. CONCLUSIONI ............................................................................................................. 18
2
1. OBIETTIVI E MOTIVAZIONI
La presente Variante per Cambio di Destinazione d’uso dell’Area Ex Permaflex al P.T.R
(Piano Territoriale Regolatore) - A.S.I. Frosinone deriva dalla necessità/opportunità di
attivare un processo di riqualificazione e valorizzazione dell’area oggi dismessa ed in stato
di degrado. Tale azione risulta coerente con le scelte strategiche già in atto sul territorio che
derivano anche dalla programmazione di area vasta, che vedono, nella programmazione
provinciale, il ri-disegno dell’area industriale con la previsione di servizi e, per l’area in
questione, un riuso per funzioni di grande distribuzione di tipo commerciale (vedi PTPG
Provincia di Frosinone). Il P.R.T. -ASI Frosinone (Piano Regolatore Territoriale dell’area
ASI) stesso prevede, all’interno delle funzioni insediabili, tra le attività economiche
produttive connesse alle Zone per Servizi, elencate alla lett. b) dell’art. 8 e disciplinate
dall’art. 17 (“Zone a destinazione Servizi”), le attrezzature commerciali. La presente
variante, quindi, si prefigge di effettuare esclusivamente un cambio di destinazione d’uso per
l’area Ex-Permaflex all’interno di funzioni già previste dalla normativa di Piano (N.T.A. -
Norme Tecniche di Attuazione) assegnando all’area la normativa tecnica specifica normata
dall’Art. 17 - Zone a destinazione Servizi delle N.T.A. anziche l’attuale disciplina dettata
dall’Art. 16 - Zone a destinazione Produttiva delle N.T.A. nella quale l’area attualmente
ricade.
La normativa di Piano prevede esplicitamente tale possibilità. Infatti, all’Art. 18 - Recupero
stabilimenti dismessi - Industrie a schiera - Incubatori, in riferimento al “Recupero
Stabilimenti dismessi…”, prevede, che “Nel caso in cui il manufatto risulti dismesso da oltre
5 (cinque) anni, potranno essere attivate iniziative pubbliche o private per il recupero del
sito con le forme e modalità previste nelle Zone a destinazione Servizi, previa certificazione
di dismissione da regolamentarsi successivamente”. Il sito in questione risulta pienamente in
linea con quanto citato dall’Art. 18 in quanto risulta dismesso da oltre 5 (cinque) anni.
Allo stato attuale nell’area insistono edifici a destinazione industriale (ex Permaflex)
dismessi ed in stato di avanzato degrato che conferiscono all’area, ma anche al territorio
contermine, condizioni di degrado ed abbandono.
L’approccio all’ambito dell’area industriale dismessa considera lo stabilimento, oggi
inattivo, nella sua potenzialità di sub-sistema nel territorio di Frosinone in virtù delle
relazioni che la riqualificazione possibile attraverso la presente proposta, sarà capace di
3
innescare. L’area presenta forti relazioni fisiche con il territorio, costituendo una sorta di
cerniera tra l’infrastruttura autostradale e la rimanente parte del territorio comunale e
comprensoriale. L’iniziativa di variante si pone come risposta ad esigenze di carattere
urbano e di riconnessione del territorio; può rappresentare il tassello iniziale per il recupero
urbanistico di un vuoto urbano posto in contesto rappresentante una “porta di accesso” alla
città. Proprio la localizzazione dell’area spinge a ripensare le funzioni insediabili, forse non
più idonee, quelle tipicamente “industriali”, ad essere insediate in un ambito ormai
tipicamente urbano.
Il cambio di destinazione d’uso, all’interno degli usi compatibili con la normativa di P.T.R. ,
accompagna le trasformazioni che il modello di assetto insediativo del territorio ha subito
negli anni e può essere letto come la proiezione sul modello storico degli effetti di successivi
percorsi di sviluppo. In corrispondenza dell’evolversi dei percorsi di sviluppo, è possibile
richiamare sinteticamente le linee di trasformazione del sistema insediativo e del territorio
nel suo complesso. Nella fase preindustriale fino agli anni ’60 l’assetto insediativo conserva
pressoché integri i suoi caratteri fondativi; policentrismo e diffusione della casa sparsa
mantengono il loro equilibrio di rapporti. Si verifica una prima polarizzazione residenziale e
di servizi su Frosinone. Nella fase dell’industrializzazione le trasformazioni sono assai
rilevanti. La realizzazione dell’autostrada A2 e del nucleo industriale di Frosinone,
polarizzano l’urbanizzazione verso i centri maggiori lungo la via Casilina, si formano le
periferie urbane a valle dei nuclei storici e verso i nodi infrastrutturali. Negli anni ’70,
l’articolazione del consorzio in 5 nuclei industriali nelle valli del Sacco e del Liri (Piano ASI
’68-’71) ridistribuisce più equilibratamente i luoghi dello sviluppo e la conseguente crescita
insediativa. Questa, determina l’espansione dei centri maggiori lungo la viabilità di
collegamento territoriale, favorisce la tendenza alla continuità insediativa tra gli stessi e
all’insediamento in estese aree agricole periurbane. Lo sviluppo urbano verso la valle del
Sacco, avvenuto principalmente con lo sviluppo dell’area ASI, ha portato questo sub-sistema
urbano ad avere un’immagine di un’area urbana, seppur non ancora matura.
In tal senso, gli indirizzi programmatici dati dal PTPG mirano ad una riorganizzazione
funzionale e spaziale dell’area, prevedendo due sistemi paralleli ed interconnessi. In tale
riorganizzazione (vedi successiva analisi di coerenza con le indicazioni del PTPG) spaziale e
funzionale, l’area ex Permaflex, viene considerata come “Nucleo minore” suscettibile “al
riuso per funzioni di grande distribuzione”.
4
La proposta, in coerenza ed attuazione delle scelte strutturali della pianificazione provinciale
(PTPG) si pone una molteplicità di obiettivi:
a) Previsione di una pluralità di destinazioni e di funzioni, comprese quelle inerenti
infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico, alla riqualificazione ambientale
naturalistica e paesaggistica;
b) Compresenza di tipologie e modalità di intervento integrate, anche con riferimento alla
realizzazione e al potenziamento delle opere di realizzazione primaria e secondaria.
Il perseguimento di tali obiettivi può essere ottenuto esclusivamente assegnando all’area in
oggetto la “destinazione d’uso” normata dall’Art. 17 delle N.T.A di piano.
2. STATO DI CONSISTENZA ATTUALE
L’area interessata dalla variante è distinta in catasto al Foglio 41 di Frosinone particelle 38 e
39,232,531,529,527,230
5
Sull’area insistono i seguenti corpi di Fabbrica:
6
I manufatti saranno oggetto di demolizione totale, e quindi non interessati dal cambio di
destinazione della presente variante.
Gli standards urbanistici ai sensi della L.1444/68 saranno localizzati in fase di presentazione
della progettazione definitiva.
3. IL PIANO REGOLATORE TERRITORIALE (PRT)
I riferimenti normativi e la procedura per l’attuazione delle previsioni del PTR trovano il
loro fondamento nella normativa riguardante i Consorzi per le Aree ed i Nuclei di sviluppo
industriale (ASI); in particolare nella Legge del 29 luglio 1957 n. 634 “Legge di istituzione
della Cassa per il Mezzogiorno” art. 21, nel D.P.R. del 30 giugno 1967 n. 1523, che “vara” i
consorzi ASI, nella L.R. 29 maggio 1997 n°13 “Consorzi per le aree ed i nuclei di sviluppo
industriale”, in attuazione del D.P.R. 24 luglio 1977 n°616 ed, inoltre, nella L.R. 22
dicembre 1999 n° 38 e ss.mm.ii. “Norme sul governo del territorio”.
Secondo la richiamata L.R. 13/97 i Consorzi per le aree di sviluppo industriale (ASI) sono
enti pubblici economici costituiti per la promozione dell’industrializzazione e
dell’insediamento di attività produttive nelle aree comprese nel territorio di competenza.
7
Ai Consorzi possono partecipare, con gli enti locali, enti, istituzioni e rappresentanze
pubbliche e private.
I Consorzi, nelle aree territoriali di competenza, provvedono:
- alla redazione dei Piani Territoriali Regolatori (PTR) delle aree e dei nuclei di
sviluppo industriale;
- all’acquisizione delle aree ed alla loro attrezzatura con le opere di urbanizzazione
necessarie;
- alla assegnazione delle aree del PTR alle imprese che esercitano attività produttive di
beni e servizi;
- alla realizzazione e gestione di infrastrutture per l’industria, porti, rustici industriali,
centri intermodali.
I PTR hanno valenza di Piani regionali di settore e come tali sono sottoposti alle
determinazioni di competenza nazionale ed alla compatibilità con la pianificazione generale
e di settore di competenza della Regione, mentre sono sovraordinati alla pianificazione
urbanistica degli enti locali (Province, Comuni, Comunità Montane).
Le opere e gli interventi previsti nei PTR sono considerate di pubblica utilità, indifferibili ed
urgenti e le aree e gli immobili necessari a realizzarli sono espropriati dai Consorzi con le
procedure della L. 865/71 e s.m.i.
4. IL PIANO REGOLATORE TERRITORIALE (PRT) ASI FROSINONE -
VARIANTE DI DESTINAZIONE D’USO
Il Piano Territoriale Regolatore attualmente vigente dell’Area di Sviluppo Industriale di
Frosinone è quello conformato dalla Variante generale di adeguamento del piano originario
del 1973 e s.m., approvata dalla Regione Lazio con Delibera di Consiglio n°48 del
23.01.2008 e pubblicata sul BURL n°16 del 28.04.2008.
Il PTR è articolato in cinque Agglomerati Industriali (Anagni, Frosinone, Sora, Piedimonte
S.G.-Villa S.Lucia) e interessa il territorio di 34 comuni aderenti al Consorzio.
L’Agglomerato di Frosinone è formato da parte del territorio dei comuni di Frosinone,
Ferentino, Ceccano, Alatri, Morolo, Patrica, Supino; nello specifico la variante per
l’attuazione dell’Area Aeroportuale interessa parte dei territori di Frosinone e di Ferentino.
Nel caso di proposta di piano attuativo, la procedura di approvazione della proposta
progettuale, può essere come di seguito sintetizzata, tenendo anche conto di ulteriori
specifiche normative conseguenti al carattere complesso del PRT.
Le localizzazioni delle attività produttive e gli eventuali ampliamenti sono decisi
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discrezionalmente dagli organi competenti del Consorzio, tenendo conto delle esigenze
connesse all’attività, perseguendo il riequilibrio socioeconomico del territorio (art.12). Per
quanto concerne specificatamente la normativa relativa alla tutela ambientale e paesistica,
difesa del suolo, sicurezza antisismica, prevenzione incendi, norme antinfortunistiche ed
eliminazione delle barriere architettoniche, il PRT rinvia alle disposizioni vigenti (art.12).
Il piano ASI individua 5 aree di sviluppo, tra cui l’Agglomerato di Frosinone, in cui a
livello territoriale rientrano sia il comune di Frosinone che il comune di Ferentino.
Il PRT produce gli stessi effetti giuridici dei Piani Territoriali di Coordinamento.
Inoltre, nella redazione dei Piani regolatori generali Comunali, dei Programmi di
Fabbricazione, nonché dei Piani Particolareggiati esecutivi, i Comuni sono tenuti a recepire
e rispettare le previsioni e le prescrizioni del PRT ai sensi dell’art. 6 della legge 17 agosto
1942 (art.3 c.1) modificando i propri strumenti urbanistici vigenti.
Le previsioni del PRT vengono attuate dagli strumenti normativi per disciplinare
l’acquisizione, l’assegnazione e l’uso delle aree interne agli Agglomerati e delle aree di
pertinenza, nonché per realizzare e gestire le infrastrutture, gli impianti e le opere di
urbanizzazione (art.5 c.1).
A livello di attuazione del PRT, il consorzio per l’ASI di Frosinone può provvedere
(art.8 c.1) alla formazione ed approvazione di piani attuativi relativamente ai punti
specificati dagli artt. 19, 20, 22 (zone per servizi, zone a destinazione mista, zone verdi di
rispetto). Anche i privati possono predisporre a loro spese piani attuativi da proporre
al Consorzio (art. 8. c.2). I piani approvati dal Consorzio vengono trasmessi alle
Amministrazioni locali interessate affinché provvedano al rispetto degli stessi (art.8 c.3).
Gli interventi previsti dai piani attuativi, si realizzano attraverso la seguente procedura:
1. assegnazione dell’area alla Società richiedente (nel caso in esame il proponente
risulta già proprietario);
2. presentazione al Consorzio A.S.I., del piano/progetto dell’intervento e richiesta di
autorizzazione ai sensi dell’art. 6 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.T.;
3. rilascio, da parte del Presidente del Consorzio A.S.I., dell’autorizzazione a
realizzare le opere e stipula della prevista convenzione;
4. concessione o concessioni edilizie rilasciate dal Sindaco del Comune nel cui
ambito territoriale ricade l’intervento.
L’area interessata dalla proposta progettuale, ricade all’interno del citato PTR. L’area
interessata dall’intervento risulta classificata come Zona a destinazione produttiva, normata
dall’art. 16. (per mero errore grafico le particelle 232,531,529,527,230, non risultano
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campite nello Stralcio PTR ASI approvato 2008) pertanto si riporta l’estratto del PTR ASI
approvato 1990
Stralcio PTR ASI approvato 2008
Stralcio PTR ASI approvato 1990
Si riportano di seguito le relative norme.
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Art.16 Zone a destinazione Produttiva
All'interno di detta Zona possono insediarsi le attività elencate nel precedente art.8 nella
voce Zone Produttive con i relativi stabilimenti industriali ed artigianali, i rispettivi uffici,
impianti, infrastrutture interne , magazzini, locali per i servizi del personale, aree per la
sosta e manovra di autoveicoli, strade, verde, impianti sportivi e ricreativi limitati alle
esigenze delle maestranze delle singole unita produttive, locali per l'esposizione e vendita
dei prodotti dell'azienda anche se provenienti da filiali esterne all'agglomerato industriale,
purché facenti parte di un unico processo produttivo.
Sono altresì consentiti spacci aziendali, gestiti dalla società titolare della Assegnazione del
Consorzio, nella misura massima di superficie di vendita di 70 mq, accessibili solo
dall'interno dell'area di proprietà e per uso esclusivo delle maestranze dipendenti della
azienda.
Le costruzioni debbono rispettare i seguenti indici come definiti al precedente art.12:
S.A. min = 2.500 mq
I. C. max = 0,50 mq/mq
I.C.min = 0,20 mq/mq
Hmax = 15 ml
D.C. min = H/2 con un minimo di 5 ml
D.S.min= = 10 ml su strade inferiori a 7 ml
= 15 ml su strade di sezione compresa tra 7 e 15 ml
= 20 ml su strade di sezione superiore a 15 ml
D.E min = = 10 ml
D.Ab min =20 ml
Vp > 10% di S.C.
Sono consentite maggiori altezze esclusivamente per le parti di edifici destinate ad
accogliere impianti tecnologici e silos di stoccaggio; in tal caso il Consorzio valuta di volta
in volta la congruità delle richieste in relazione a documentate esigenze produttive. Il
numero massimo dei piani fuori terra dei carpi di fabbrica destinati ad uffici, sia isolati che
accorpati all'edificio destinato alla produzione, non può essere superiore a tre con una
altezza massima tra calpestio ed intradosso di 3,70 ml.
All'interno di ogni Superficie Assegnata debbono essere previsti parcheggi in misura tale
che la superficie dei posti auto -esclusa la viabilità interna e gli spazi interni di manovra
non sia inferiore al 10% della Superficie Fondiaria.
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Con l'atto di assegnazione o con successiva Determinazione Presidenziale, il Consorzio
può, per motivazioni tecniche logistiche, stabilire ulteriori prescrizioni e limitazioni nell'uso
della S.A. rispetto alle presenti norme.
Nel caso che della Superficie Assegnata facciano parte porzioni delle fasce di rispetto della
viabilità e delle infrastrutture, gli edifici industriali non possono comunque insistere sulle
predette fasce e la linea che separa la Superficie Assegnata dalla fascia di rispetto deve
essere presa come riferimento per il rispetto dei Distacchi.
E' ammessa, altresì, la costruzione di abitazioni per il titolare dell'azienda o
amministratore ed il custode fino ad un massimo di 300 mq di superficie lorda di piano per
ogni insediamento produttivo; in ogni caso la superficie lorda di piano della parte
residenziale non deve superare il 15% della superficie coperta per uso produttivo.
Le recinzioni, di norma, debbono essere poste sul confine di proprietà, salvo le particolari
disposizioni che il Consorzio può impartire di volta in volta nei casi riguardanti le fasce di
rispetto della viabilità e/o delle infrastrutture consortili.
Le recinzioni debbono avere una altezza non superiore ai 3,00 ml e possono essere
costituite di muratura o pannelli opachi solo per una altezza non superiore ai 2,00 ml.
I locali accessori quali:
• cabine elettriche;
• cabine di decompressione del gas;
• manufatti per I' installazione di contatori;
• misuratori e simili;
• tettoie aperte per parcheggio
possono essere realizzati anche in aderenza alla linea di confine, purché nel rispetto delle
prescrizioni del Codice Civile a salvaguardia dei diritti dei confinanti.
Zona Produttiva Intensiva- Piani Insediamenti Produttivi
All'interno della zona sono altresì previste alcune sotto-zone denominate: Zona Produttiva
Intensiva, ove possono insediarsi industrie a schiera e/o incubatori di aziende per
l'allocazione di attività produttive come elencate all'art.8 Zone Produttive.
Nelle Zone Produttive Intensive restano confermati gli indici come sopra indicati ad
eccezione dell'Indice di Copertura massimo (I.C.max) che e assunto pari 0,70 mq/mq.
L'attivazione delle Zone Produttive Intensive e subordinata alla redazione di un Piano
Particolareggiato Attuativo, da redigersi a cura del Consorzio o su istanza motivata del
privata, d'intesa con il Comune, tramite lo strumento dell'Accordo di programma, sul cui
territorio e individuata detta Zona, con il fine di definire la tipologia insediativa, le
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infrastrutture interne di servizio alle aziende, i servizi comuni alle aziende insediabili e
l'unita edilizia che il Consorzio potrà assegnare alla singola azienda.
Oltre le sotto-zone produttive intensive, già individuate nelle planimetrie di zonizzazione, il
Consorzio, con Deliberazione del Consiglio di Amministrazione, per future esigenze di
insediamenti intensivi, potrà individuare altre Zone Produttive Intensive interne agli
Agglomerati cui applicare la norma e procedura dei precedenti commi per la redazione dei
P.I.P. (Piani Insediamenti Produttivi).
Le procedure per I 'individuazione delle sotto-zone produttive intensive, non ancora
individuate nelle tavole di zonizzazione, dovranno seguire le procedure di cui alla L.R. 36
del 02/07/1987 art. 1
Nel caso specifico, il lotto interessato dalla proposta di intervento, risulta essere un sito
industriale dismesso da oltre 5 (cinque) anni.
In tale ipotesi trova applicazione l’ultimo comma dell’art. 18 - Recupero stabilimenti
dismessi- Industrie a schiera – Incubatori.
Il citato comma recita:
Nel caso in cui il manufatto risulti dismesso da oltre 5 (cinque) anni, potranno essere
attivate iniziative pubbliche o private per il recupero del sito con le forme e modalità
previste nelle Zone a destinazione Servizi(Art. 17), previa certificazione di dismissione da
regolamentarsi successivamente
Come precedentemente detto, per l’area in oggetto, in coerenza con la disciplina di Piano, è
previsto il cambio di destinazione d’uso: da Zone a destinazione Produttiva (Art.16 delle
N.T.A.) a Zone a destinazione Servizi (Art. 17 delle N.T.A.).
Si riporta nel seguito, in maniera integrale, l’Art. 17 delle N.T.A. che costituirà la disciplina
d’uso dell’area a seguito della Variante di destinazione d’uso in oggetto.
Art.17 Zone a destinazione Servizi
Le Zone per Servizi, previste nel PTR, articolate in più aree localizzate nell'ambito dei
cinque Agglomerati Industriali, sono destinate a consentire la realizzazione delle attività di
cui all' art. 8 -Zone Per Servizi.
L'assetto delle singole Zone Per Servizi, deve essere definito mediante un Piano
Particolareggiato Attuativo del PTR da redigersi a cura del Consorzio o su proposta dei
privati, d'intesa con il Comune, tramite lo strumento dell' Accardo di Programma, sui cui
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territorio e individuata detta Zona.
II Regolamento Edilizio disciplinerà la tipologia dei Servizi, i pesi urbanistici di ciascuna
tipologia e le modalità operative per dare attuazione alle Zone Servizi.
I parametri urbanistici ed edilizi da rispettare nella realizzazione del Piano
Particolareggiato sono i seguenti:
I.E.F.max = 2,00 mc/mq
I.U.F. max = 0,50 mq/mq
Hmax = 15 ml
D.C. min = H/2 con minima 5 ml
D.S. min = 10 ml su strade inferiori a 7 ml
15 ml su strade di sezione compresa tra 7 e 15 ml
20 ml su strade di sezione superiore ai 15 ml
D.E. min = 10 ml
D Ab. min = 20 ml
Vp > 10% di S.C.
Nella formazione dei Piani Particolareggiati debbono essere rispettati gli standard
urbanistici in tema di parcheggi pubblici e privati, unitamente a! verde pubblico e privato.
Devono inoltre essere individuati volumi non inferiori a! 20% dell'intera volumetria che si
intende realizzare, per attività direzionali collegate alla produzione.
In attesa del PUOC la zona viene regolata dalla seguente norma transitoria:
- le attività produttive insediate regolarmente sono disciplinate dalle presenti norme e per
esse trova applicazione l'art. 16 Zone a destinazione produttive;
- per le attività di servizio e le residenze, insediate regolarmente, fermo restando la
destinazione d'uso esercitata, sono consentiti interventi di straordinaria manutenzione, di
ristrutturazione ed ampliamento nei limiti del 20% della cubatura esistente. Dovranno
comunque essere verificati e garantiti gli standard minimi in tema di parcheggi e verde
Ai sensi dell’art. 8 delle NTA, recante “Attività economiche produttive previste negli
Agglomerati”, all’interno del PTR ASI sono ammesse, secondo la classificazione ATECO 91
elaborata dall’ISTAT, in relazione alle Zone per Servizi le seguenti attività:
“b) Attività economiche produttive per ZONE PER SERVIZI (disciplinate dall'art. 17). Le
zone per servizi, previste nel PTR, sono articolate in più aree localizzate nell'ambito dei
cinque Agglomerati e sono destinate a consentire la realizzazione delle attrezzature
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collettive, sociali, direzionali, amministrative, autoportuali e di scambio intermodale,
commerciali, fieristiche, ricettive, ricreative e sportive a servizio degli Agglomerati stessi.
Inoltre, in via secondaria, per l'individuazione delle categorie di Servizi, può essere fatto
riferimento a quanto previsto nelle Categorie ATECO 91.”(Estratto Art. 8 NTA).
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5. COERENZA CON OBIETTIVI E INDIRIZZI DEGLI STRUMENTI DI
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
Relativamente agli obiettivi generali di Valorizzazione delle risorse posti alla base della
proposta di variante, si ritiene che gli stessi siano coerenti con gli obiettivi e le linee di
indirizzo definite degli strumenti di pianificazione territoriale. In particolare si evidenzia che:
2.1 Compatibilità rispetto alla pianificazione regionale
La Regione Lazio è dotata di Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) adottato
dalla Giunta Regionale con atti n. 556 del 25 luglio 2007 e n. 1025 del 21 dicembre 2007, ai
sensi dell'art. 21, 22, 23 della legge regionale sul paesaggio n. 24/98.
Tale strumento, da una parte, fornisce un quadro conoscitivo dettagliato del territorio
regionale, dall’altra, definisce le scelte strategiche che devono guidare le azioni di tutti i
Comuni della regione affinché tutti perseguano i medesimi obiettivi.
Gli indirizzi e le direttive devono evidentemente essere recepite sia dai Piani Territoriali
Provinciali sia dai Piani Regolatori Generali.
Nel PTPR vengono individuati gli obiettivi di qualità paesaggistica che riguardano:
- mantenimento delle caratteristiche dei paesaggi;
- valori costitutivi;
- morfologie;
- tipologie architettoniche;
- tecniche e materiali costruttivi tradizionali;
- linee di sviluppo compatibili con i diversi livelli di valore riconosciuti senza
diminuire
- il pregio paesistico;
- salvaguardia delle aree agricole;
- riqualificazioni parti compromesse o degradate;
- recupero dei valori preesistenti;
- creazione di nuovi valori paesistici coerenti ed integrati.
Prima di tutto va detto che il progetto proposto, si pone in totale conformità alle disposizioni
del citato PTPR.
Sia la tavola A che la tavola B del PTPR, classifica l’area interessata dall’intervento
proposto, come:
16
Paesaggio degli Insediamenti Urbani.
Tale classificazione risulta perfettamente compatibile con l’intervento proposto. Si rileva
inoltre che il lotto non risulta interessato da alcun tipo di vincolo.
Allo stesso tempo non si rilevano vincoli interessanti l’area all’interno dei Vigenti PTP,
approvati con la L.R. 24/98, ne dal Piano d’assetto Idrogeologico.
2.2 Compatibilità rispetto alla pianificazione provinciale
Lo strumento per la gestione della Pianificazione alla scala provinciale è il PTPG (Piano
Territoriale Provinciale Generale) che evidentemente, in continuità con le scelte e le
strategie predisposte del PTPR, guida la pianificazione relativa al territorio della provincia di
Frosinone.
Il Piano, così come adottato dal Consiglio Provinciale, tutela e promuove i caratteri ed i
valori del territorio provinciale e ne indirizza i processi di trasformazione e di sviluppo, in
coerenza con le direttive regionali e nei limiti del campo di interessi provinciali.
Gli ordini di obiettivi identificati a livello strategico sono i seguenti:
- valorizzazione diffusa dell’ambiente con requisiti di larga fruibilità sociale,
condizione per uno sviluppo sostenibile (sistema ambientale);
- riordino e qualificazione delle costruzioni insediative provinciali, fattore di identità
della comunità locale nella dimensione d’area vasta ed intercomunale, in cui si
presentano oggi (sistema insediativo morfologico e pianificazione urbanistica);
- modernizzazione e sviluppo dei sistemi funzionali provinciali e locali come offerta di
sedi alle nuove funzioni produttive, strategiche e di servizio, in condizioni
competitive, di integrazione ed accessibilità (sistema insediativi funzionale e
relazionale);
- efficienza del sistema di mobilità e del trasporto pubblico e maggiore
specializzazione delle reti e delle attrezzature nei livelli di relazione interprovinciale,
provinciale e dei bacini locali di mobilità (sistema della mobilità).
I contenuti del PTPG riguardano i compiti propri in materia di pianificazione e gestione del
territorio attribuiti alla Provincia dalla legislazione nazionale (L. 142/90 e successive
integrazioni), unitamente ai compiti provinciali previsti nella stessa materia della
legislazione regionale (L. 14/99 e successive integrazioni) ed agli adempimenti richiesti dalla
L.R. 38/99 norme sul governo del territorio e successive modifiche, dal Piano Territoriale
Regionale Generale (PTRG) dal Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) e dai piani
di settore regionali. Il piano inoltre ha valenza paesistico-ambientale ai sensi ed agli effetti
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della L.n°1497/39 e della L. 431/85, per quanto non previsto dai relativi strumenti regionali
vigenti e nei limiti del campo d’interessi provinciali.
L’elaborato TP1 è un elaborato Strutturale e rappresenta il:
Sistema ambientale - tutela ecologica e valorizzazione delle risorse naturalistiche;
costruzione della rete ecologica provinciale;
Sistema insediativo morfologico - riordino e qualificazione delle costruzioni
insediative provinciali, direttive per la pianificazione urbanistica;
Sistema insediativo funzionale - organizzazione e sviluppo dell’offerta delle sedi per
le funzioni centrali strategiche e di servizio d’interesse provinciale e per le funzioni
connesse al ciclo di produzione e distribuzione delle merci;
Sistema della mobilità - efficienza della rete infrastrutturale e dei sistemi di
trasporto.
L’analisi dell’elaborato evidenzia che l’area di Variante risulta individuata all’interno del
Sistema insediativo funzionale : organizzazione e sviluppo dell’offerta delle sedi per le
funzioni centrali strategiche e di servizio di interesse provinciale. Nelle Aree per la
localizzazione preferenziale di attività e servizi strategici, esistenti/di previsione, cittadelle
integrate per attività e servizi moderni. In particolare, l’area di Variante in oggetto, viene
individuata come area per Servizi alla grande distribuzione commerciale (SC).
Le NTA (Norme Tecniche di Attuazione) del PTPG all’Art. 65 forniscono le “Direttive
specifiche per gli ambiti di organizzazione integrata delle sedi di attività e servizi
strategici”. In merito alla AIS 4 - Frosinone il Modello organizzativo spaziale (punto b)
prevede due sistemi paralleli ed interconnessi. Il primo costituito da un gruppo di aree in
gran parte libere poste in contiguità con la città, poste lungo l’attuale via dei Monti Lepini
(SS 156) da riqualificare ed attrezzare come asse urbano. Il secondo formato da 4 gruppi di
aree industriali di previsione del PRT dell’ASI da destinare a servizi strategici. Tra gli Usi
da favorire (punto c) si specifica : “Nel secondo sistema i gruppi di aree sono destinate a
funzioni e servizi specializzati regional oriented prevalentemente connessi con il ciclo della
produzione e distribuzione delle merci. Essi comprendono (…) strutture per la grande
distribuzione commerciale(…). Nuclei minori sono costituiti dal riuso per funzioni di
grande distribuzione degli impianti ex Permaflex(…).
18
Nell’ambito del citato PTPG, quindi, l’area oggetto dell’intervento rientra all’interno della
perimetrazione:
“Aree per la localizzazione preferenziale di attività e servizi strategici, esistenti/di
previsione, cittadelle integrate per attività e servizi moderni”.
All’interno di tale classificazione, l’Area Ex Permaflex risulta perimetrata come:
“SC: servizi alla grande distribuzione commerciale”
Secondo quanto detto, l’intervento in oggetto risulta pienamente compatibile, previsto ed
integrato nel disegno programmatico del Piano.
6. CONCLUSIONI
La presente Variante di destinazione d’uso prevede di effettuare esclusivamente un cambio
di destinazione d’uso per l’area Ex-Permaflex all’interno di funzioni già previste dalla
normativa di Piano (N.T.A. - Norme Tecniche di Attuazione) assegnando all’area la
normativa tecnica specifica normata dall’Art. 17 - Zone a destinazione Servizi delle N.T.A.
anziche l’attuale disciplina dettata dall’Art. 16 - Zone a destinazione Produttiva delle
N.T.A. nella quale l’area attualmente ricade. La normativa di Piano prevede esplicitamente
tale possibilità. Infatti, all’Art. 18 - Recupero stabilimenti dismessi - Industrie a schiera -
Incubatori, in riferimento al “Recupero Stabilimenti dismessi…”, prevede, che “Nel caso in
cui il manufatto risulti dismesso da oltre 5 (cinque) anni, potranno essere attivate iniziative
pubbliche o private per il recupero del sito con le forme e modalità previste nelle Zone a
destinazione Servizi, previa certificazione di dismissione da regolamentarsi
successivamente”. Il sito in questione risulta pienamente in linea con quanto citato dall’Art.
18 in quanto risulta dismesso da oltre 5 (cinque) anni.
L’analisi degli strumenti di pianificazione territoriale permette di definire l’area non gravata
da vincoli ostativi al cambio di destinazione d’uso ed anzi, questo, si pone il linea con gli
obiettivi strutturali del Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG) della Provincia di
Frosinone che, per l’Area Ex-Permaflex in questione, nell’elaborato TP1 di piano, prevede
una zonizzazione di tipo “SC: servizi alla grande distribuzione commerciale” .
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